L’Arte della Stampa dal 1962
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Grafiche Mercurio
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“Quando ‘o stampatore’ e ’bbuono se venne senza a frasca”
[se lo stampatore è bravo, la pubblicità non ha bisogno di orpelli]
L’Arte della Stampa dal 1962
“Osare, Sfidare, Migliorare, Scoprire, Esplorare, Intraprendere”
E’ la filosofia che da sempre spinge la dirigenza della nostra azienda verso gli obiettivi più alti di
sviluppo e di competitività. Una filosofia che non nasce oggi ma che affonda le proprie radici nelle
origini dell’azienda ad opera di nostro padre, Salvatore Mercurio, il fondatore, che a distanza di 20
anni ancora oggi illumina il nostro percorso ed indica, anche alle nuove generazioni, i percorsi
futuri di allargamento e crescita costante nell’arte grafica.
Io che sono il primogenito, ricordo che tutto ebbe inizio negli anni quaranta del secolo scorso,
quando ancora adolescente Salvatore Mercurio fu mandato ad apprendere un mestiere “a
bottega” presso una vecchia tipografia di Angri (SN). Mia nonna, per suscitare interesse
all’apprendimento del mestiere, versava ogni fine settimana una piccola paghetta a don Carlo, il
titolare, che la girava interamente a mio padre.
A distanza di poco tempo nella stessa tipografia si inserì come apprendista un altro giovane
angrese che in breve tempo si fidanzò e poi sposò una figlia di don Carlo, che non avendo figli
maschi diede molto spazio al genero a discapito di mio padre che, con molto realismo, preso atto
della situazione, cercò lavoro nei paesi vicini.
Era il 1946, mio padre si era sposato ed iniziava
proprio in quel periodo un girovagare per svolgere
lavori diversi che spesso lo portavano a fare enormi
sacrifici per il sostentamento della famiglia.
Successivamente, a metà degli anni ’50, impiantò
una piccola tipografia artigianale che consisteva in
una pedalina e alcuni banconi di carattere, senza
l’ausilio dell’energia elettrica, che per ovvi motivi
ebbe una vita molto breve.
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Dopo questo primo tentativo di mettersi in proprio, naufragato miseramente, riprese il suo
girovagare come operaio presso varie tipografie nei comuni confinanti con Angri.
Finalmente, nell’anno 1962, fondò la “Tipografia San Gerardo” nome attribuito per una
particolare devozione che la nostra famiglia nutriva verso questo santo.
Tale tipografia era dotata della seguente attrezzatura: innanzi tutto c’era l’energia elettrica, una
pedalina con puntatura a mano, un tagliacarte con pressino a mano e la lama che scendeva con la
forza delle braccia, una macchina cilindrica formato 50x70, sempre con puntatura a mano, e
banconi di carattere di piombo con relativa marginatura e di legno che si utilizzavano soprattutto
per i manifesti. Quando si doveva stampare un manifesto di formato 70x100, si piegavano i fogli
prima e si provvedevano a stampare in due fasi successive.
Questo secondo tentativo trovò un terreno più fertile soprattutto parchè anche l’economia del
Paese stava subendo una trasformazione: da prettamente agricola a preindustriale, con la
diffusione sul territorio di varie piccole aziende di trasformazione del pomodoro, e per un più o
meno diffuso benessere che toccava quasi tutti gli abitanti.
I cittadini incominciavano a richiedere per tutte le occasioni liete e tristi del corso della vita l’opera
del tipografo (nascita – prima comunione e cresima – diploma o laurea – matrimoni – morti).
Anche le aziende di trasformazione del pomodoro richiedevano la fornitura di stampati (blocchi di
vario genere – modulistica – sovrastampa di etichette ecc.).
Questo stato di cose incominciò a suscitare allarme proprio in quella tipografia nella quale mio
padre aveva iniziato il suo apprendistato. Quest’azienda, rendendosi conto che un eventuale
successo di Mercurio avrebbe sottratto a lei benessere, prima velatamente poi in modo molto
esplicito, incominciò a fare terra bruciata forte di una sua predominanza sia tecnica sia di rapporti
umani sul territorio che giunse, infine, alla proposta di un acquisto in toto della tipografia con
l’impegno da parte di Mercurio a non riprovarci più. Mio padre, sdegnato, rifiutò la proposta
confidando molto sul fatto di avere ben 3 figli maschi che avrebbero potuto sviluppare in futuro la
ditta.
Una mia nota personale a distanza di tanti anni mi fa notare che all’epoca – fra gli anni ’60 e ’70 ‐
Angri e i paesi del circondario avevano già raggiunto degli standard produttivi nel comparto di
trasformazione delle conserve alimentari di tutto rispetto con grandi volumi di esportazione in
tutta Europa.
Questo fenomeno avrebbe dovuto spingere i tipografi della zona ad attrezzarsi per la produzione
di etichette, ma non fu così: mancò di fatto ad Angri e in tutto l’agro sarnese‐nocerino
l’avvedutezza e l’intuizione (per non parlare di coraggio) di percorrere strade nuove per nuove
necessità.
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Pochissime furono le aziende pronte a sfruttare le nuove tecnologie della stampa come la offset,
fra queste merita una particolare citazione la nota ditta Di Mauro di Cava de’ Tirreni.
Il tipografo Salvatore Mercurio, avendo appena frequentato con insuccesso la terza elementare,
ed avendo una numerosa prole, aveva ben altri pensieri per la testa. Furono comunque anni di
dignitoso lavoro e, nonostante numerose difficoltà, di lenta crescita.
Infatti, la risoluzione del rapporto di lavoro di nostra madre Regina Manzo, con la fabbrica tessile
MCM e il relativo TFR di Lire cinquecentomila, consentì a
nostro padre l’acquisto della prima macchina da stampa
automatica: trattavasi della Grapho Press venduta in Italia
dalla Bodonia, che scimmiottava una macchina Heidelberg
che ha fatto la storia della stampa (la mulinello), ma che
aveva il pregio di costare meno della metà dell’originale.
Man mano la tipografia, anche se lentamente, cresceva ed
incominciò ad annoverare i primi dipendenti che, per
quanto io ricordi, non hanno mai superato i tre. Io
comunque frequentavo le scuole superiori e nel tempo libero (era parecchio) davo una mano in
tipografia soprattutto sulle macchine da stampa senza mai cimentarmi in composizione, salvo che
per gli avvisi di lutto.
E’ di quel periodo un fatto che segnò profondamente la vita di mio padre e, di conseguenza, di
tutta la nostra numerosa famiglia. Per l’approvvigionamento della carta, oltre ad acquisti sporadici
e urgenti dai grossisti di Napoli in via S. Biagio dei Librai che raggiungevamo molte volte con il
treno o autobus, caricandoci qualche risma sulle spalle, utilizzavamo soprattutto il canale del
grossista di Bologna STIASSI che, tramite un rappresentante locale acquisiva gli ordini e dopo
qualche giorno provvedeva a far consegnare presso la nostra tipografia tutto ciò che era stato
ordinato, con nostra grande comodità.
Ad un certo punto ci accorgemmo che le visite di questo signore incominciarono a diradarsi, per
poi cessare del tutto, stravolgendo di conseguenza il nostro modo di acquistare la materia prima e
causandoci notevoli difficoltà.
Poco tempo dopo, scoprimmo che le visite, presso la ns. tipografia, erano state vietate dai
proprietari della tipografia concorrente che, forti di un notevole potenziale di acquisto, ottennero
dalla Stiassi l’esclusività su Angri.
Tale episodio, fu vissuto da mio padre in modo traumatico e, maledicendo in continuazione i suoi
colleghi/rivali, mi invitava, in modo profetico, ad attuare la stessa ritorsione quando la nostra
realtà fosse diventata più grande della loro.
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Altri anni trascorsero, io giunsi alla laurea nell’aprile del 1971 e, subito, dopo iniziai la mia attività
di docente di materie letterarie in un paese della Lombardia.
Nel 1974 la nostra situazione familiare‐lavorativa era la seguente:
‐ mio padre Salvatore gestiva una tipografia artigianale ad Angri;
‐ io, la mattina insegnavo e il pomeriggio esercitavo l’attività di tipografo artigiano nel comune di
S. Valentino Torio;
‐ mio fratello Aniello gestiva una tipografia artigianale a S. Antonio Abate;
‐ mio fratello Gerardo frequentava la scuola media nel convitto dei Padri Redentoristi a Lettere
(NA).
Avevamo impiantato due tipografie in paesi confinanti con Angri, perché mio padre aveva ancora
parecchie bocche da sfamare: eravamo sette figli, e di conseguenza non era il caso di fargli
concorrenza.
Il 1978 fu l’anno della svolta. Io avevo già tre figli, mio fratello Aniello aveva già una figlia e mio
fratello Gerardo, anche se giovanissimo, era ormai diventato un provetto tipografo, abile anche
con la linotype.
Una sera d’estate dello stesso anno, io e la mia famiglia ci recammo a casa di Aniello per seguire
dei festeggiamenti rionali e lì incontrammo anche i nostri genitori e nel mentre seguivamo uno
spettacolo canoro, mio fratello Aniello lanciò una proposta: “VOGLIAMO COMPRARE L’OFFSET?”.
Io e mio padre ci guardammo sorpresi e sebbene avessimo, qualche volta, sentito parlare
dell’offset, non avevamo grandi conoscenze in merito, ma la proposta subito ci interessò.
Incominciammo subito a pianificare il nuovo investimento senza minimamente preoccuparci di
cosa avremmo stampato dopo l’eventuale acquisto e contattammo, vista la nostra scarsa
conoscenza in materia, una persona che godeva di un’ottima reputazione e di una grande
professionalità, il sig. Federico Vinciguerra, rappresentante Macchingraf in Campania.
Ci rivolgemmo fiduciosi a Macchingraf che distribuiva il marchio HEIDELBERG per non sbagliare
acquisto, vista la nostra impreparazione tecnica.
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Il sig. Vinciguerra, da persona seria e competente,
ci prospettò diverse soluzioni e insieme, viste le
nostre scarse possibilità finanziarie, concordammo
per l’acquisto di una NEBIOLO INVICTA 28
MONOCOLORE 50X70 REVISIONATA E GARANTITA
DALLA MACCHINGRAF, nella fattispecie dall’officina
meccanica Scaccabarozzi, insieme ad una
reprocamera nuova ed un espositore lastre
altrettanto nuovo.
Mio padre firmò tante cambiali che stette per un
giorno intero con il braccio destro anchilosato! Tutta l’attrezzatura la comprammo con la ragione
sociale di nostro padre ma, di fatto, avevamo già costituito una società in parti uguali.
Gli accordi erano che io mi sarei dedicato a questa nuova attività, pur non capendo un tubo,
perché avendo lo stipendio certo, potevo distogliere ore alla mia seconda attività, senza
pregiudicare il sostentamento della mia famiglia.
Tutto l’impianto fu istallato in un locale attiguo alla vecchia tipografia, chiedemmo la
collaborazione di un impressore litografo. Incominciammo a cercare di produrre biglietti per
bomboniere, copiandoli da quelli già in commercio con grandissima difficoltà, rivendendoli, poi a
colleghi tipografi della zona, ma ci accorgemmo che questo non era sufficiente per pagare la rata
per cui ampliammo la fascia delle ns. produzioni con la stampa delle cornici degli avvisi di lutto,
che si rivelò positiva, visto che i colleghi tipografi acquistavano volentieri, per il prezzo
notevolmente più basso rispetto ai produttori del nord.
Arrivammo così al 1980 e vivemmo la tragedia del terremoto avvenuto la domenica del 23
novembre. Ricordo che per questo tragico avvenimento, furono prescritti e differiti tutti i termini
di pagamento, ma io imperterrito, mi recavo al Banco di Napoli, ogni fine mese per pagare la
cambiale, suscitando l’ilarità degli impiegati.
Mio fratello Gerardo, ormai aveva concluso il periodo di ferma e si era dedicato completamente
all’attività tipografica insieme a nostro padre. Aniello svolgeva regolarmente la sua attività a S.
Antonio Abate ed io facevo la spola tra scuola, tipografia e di sera litografia.
Alla fine del 1981, regolarizzammo la nostra società di fatto con la costituzione di una nuova
società in nome collettivo denominata “ARTI GRAFICHE F.LLI MERCURIO” con sede in un piccolo
capannone ed assumemmo il nostro primo collaboratore: Ernesto Radano che essendo capace in
tutte le fasi delle varie lavorazioni e sacrificandosi tanto, risultò la nostra fortuna.
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In quello stesso periodo, per ampliare le nostre vendite, ci inventammo il sistema della tentata
vendita. Acquistammo un furgone Ford Transit, sempre con cambiali, preparammo un
campionario degli avvisi di lutto e con il furgone carico fino all’inverosimile, si scorazzava dapprima
per tutta la Campania, successivamente per tutta l’Italia meridionale ed insulare.
Quando ci rendemmo conto che dovevamo andare oltre, incominciammo a stampare per conto
terzi etichette per l’industria conserviera.
Poi incominciammo a proporci direttamente alle aziende conserviere e pur tra tante difficoltà e
generale scetticismo incominciammo ad essere conosciuti per la serietà, puntualità e qualità.
A metà degli anni ‘80 fummo in grado di acquistare una bicolore Aurelia 70x100 usata e un
tagliacarte Polar, per meglio soddisfare le richieste dei nostri clienti e per velocizzare il processo
produttivo e, di conseguenza, essere più competitivi. Nello stesso periodo, poiché gli impegni
diventavano sempre più pressanti, vendetti ad un mio collaboratore la tipografia di S. Valentino
Torio per dedicarmi solo ed esclusivamente alla F.lli Mercurio e fittammo un capannone di circa
500 metri in via Raiola convogliando all’interno
di esso anche le macchine tipografiche di mio
padre e di mio fratello Aniello.
Tempo un anno e si consumò in modo
traumatico la separazione di Aniello che
diversamente da noi, non trasferì nella nuova
attività quella mentalità imprenditoriale e di
voglia di crescere che era la nostra principale
caratteristica. Con strazio e sofferenza e pure
con tanti debiti, si consumò la separazione mai
accettata dai nostri genitori. Mio fratello riprese
le sue macchine, qualche collaboratore e una buonuscita a cambiali e iniziò un’altra attività
tipografica ad Angri.
Paradossalmente questa separazione avvenuta verso il 1986, ci diede nuovo slancio e una voglia
infinita di crescere.
Nel 1987 comprammo una macchina tipografica per il modulo continuo una Tisson dal sig.
Cannarozzi, prima ed unica macchina a modulo continuo di tutto l’agro nocerino‐sarnese.
Possiamo dire che finalmente, a metà degli anni ’80 eravamo diventati un’azienda competitiva che
poteva essere indicata come modello imprenditoriale per il nostro territorio.
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Un episodio molto significativo si verificò verso la fine degli anni ottanta, quando per la prima
volta ci recammo ad una fiera grafica a Milano (non ricordo se GEC o GRAFITALIA), con l’intenzione
di acquistare un tagliacarte Polar nuovo.
Dopo articolate trattative con il sig. Fox e con l’aiuto di Picca e Piccioli acquistammo un Polar 115
EL ma non un tagliacarte normale perché fummo i primi a renderci conto dell’utilità di un
dispositivo che era presentato in fiera per la prima volta: l’Autotrim.
All’epoca noi stampavamo quattro etichette. C’erano aziende che già stampavano milioni di
etichette. Noi ci sobbarcammo ad un grosso sacrificio, ma capimmo subito l’utilità di quel
dispositivo, che aveva un’incidenza di costo abbastanza alto rispetto all’intera macchina. Fummo i
primi da Firenze alla Sicilia a comprarlo. Di Mauro e GAM (le industrie della stampa più grandi della
Campania), nonostante le loro dimensioni, lo capirono solo dopo anni.
Fummo i primi a confezionare le etichette con i pacchi in PVC prima e in politene dopo, mentre gli
altri le inserivano ancora nei
cartoni.
Insomma, ricordo il periodo degli
anni ’90 come quello della ricerca
continua dell’innovazione e
del miglioramento.
Era in quel periodo che facemmo
fruttare al massimo la nostra
capacità di puntare in alto, di
fare rischio d’impresa in modo
intelligente e dinamico.
Nel 2000 eravamo pronti. Io e
mio fratello Gerardo abbiamo deciso di costituire un’altra società, la Rotopiù e ci siamo imbarcati
in un’altra avventura: la stampa in rotativa.
Altro mondo rispetto alla stampa in piano. Qui si vive quotidianamente ed in modo concreto la
differenza tra due universi: il settore stampa in piano è, nonostante, l’altissima automatizzazione,
quello dell’artigianato, quello della stampa in rotativa è sicuramente quello della industria. Dopo
pochissimo, ci siamo accorti che la sedici pagine non era più sufficiente a soddisfare le richieste dei
nostri clienti e visto che il sud pagava lo scotto di una vera e propria condizione di sottosviluppo
nel mondo della stampa, abbiamo programmato l’acquisto di una grande macchina: una 48
pagine.
Un passo oramai non azzardato ma attentamene pianificato sulla base di un know how oramai
ampiamente acquisito nel mondo delle rotative e di un’analisi di mercato accurata.
Nel 2005 abbiamo ultimato la costruzione del nuovo stabilimento e ci siamo trasferiti
abbandonando, definitivamente, la vecchia sede e tutte le attrezzature in essa contenute.
Agli inizi del 2007 è arrivata la GOSS SUNDAY 4000 48 pagine, che a giugno ha cominciato a girare
ed a settembre ha iniziato a produrre. E’ uno spettacolo imponente vederla in azione. Cambi di
lavoro rapidi e veloci grazie al dispositivo dell’Autoplate e degli slevees, controlli di cromia con il
densiweb, il punto metallico in linea della Tolerans, ed una linea post‐press della Civiemme
completa di refili e palettizzatore automatico, ne fanno un’armoniosa orchestra.
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Il 2009 per noi, fu un anno di grandi soddisfazioni e di crescita, l’azienda procedeva bene. Ricordo che
registrammo nel primo trimestre 2009 un più 14% e sull’onda dell’entusiasmo decidemmo di inaugurare
una nuova azienda in rotooffset con sede a Catania. Con l’apertura di Rotopiù Sicilia si volle creare un
nucleo forte capace di rispondere a tutte le esigenze di stampa dell’Italia Meridionale.
Ma la gratificazione più grande arrivò tre mesi dopo l’inaugurazione della consociata: l’assoluta
dedizione al lavoro e l’amore per l’arte della stampa ebbero un riconoscimento tangibile e prestigioso.
Venni insignito di un premio alla carriera: “La Vedovella”.
Il premio rappresenta l’oscar alle eccellenze nelle arti grafiche in Italia, viene assegnato per la capacità di
vision e di gestione aziendale agli imprenditori che abbiano contribuito in modo significativo alla crescita
della propria azienda e, di concerto, dell’economia italiana, ed è concesso a chi ‐a livello personale o di
azienda nel suo insieme‐ abbia dimostrato
intraprendenza, creatività e impegno senza
uguali e che si sia distinto nel proprio
ambito professionale, lasciando con il suo
lavoro un’impronta significativa nel nostro Paese.
Da ultimo per dirla con le parole di Sergio
Franzi, amministratore delegato di
Macchingraf, il giorno della premiazione:
“l’impegno imprenditoriale e il gusto di
creare hanno sempre contraddistinto la
direzione di Grafiche Mercurio che è saputa
diventare il punto di riferimento obbligato
nel settore della stampa commerciale”.
Da sinistra: Paola Cambiaghi presentatrice della serata; con i fratelli Gerardo
e Diodato Mercurio con la loro mamma; Piero Capodieci, presidente di
Assografici; Salvatore Mercurio, figlio di Diodato
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Gli anni successivi sono stati caratterizzati da una ricerca tecnologica continua, non abbiamo mai
smesso di investire nel potenziamento degli impianti e questo ci ha consentito di rimanere
estremamente competitivi e di primeggiare con le aziende di arti grafiche di tutto il territorio
nazionale.
Per questo motivo la nostra azienda può vantare una eccellente dotazione tecnologica: una rotativa
Harris/Heidelberg M300‐16 pagine con uscita a foglio, grazie alla quale siamo in grado di produrre
stampati a colori fronte‐retro a una velocità pari a 40.000 fogli/ora, e due macchine piane 70x100:
una HEIDELBERG con stampa a 8 colori e la nuovissima HEIDELBERG XL 105 7L YYLX3 con FOILSTAR,
che rappresenta la seconda macchina nel suo genere esistente in Italia.
A queste, occorre aggiungere che l’azienda ha a disposizione le risorse informatiche (hardware e
software) e gli impianti di ultimissima generazione per gestire e monitorare in tempo reale tutte le
fasi di qualsiasi processo di stampa, dal più semplice al complesso: prestampa, stampa in offset o
roto‐offset e le successive lavorazioni.
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“..tra i grandi stampatori anche il nostro saper fare..”
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“..tra i grandi stampatori anche il nostro saper fare..”
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“..tra i grandi stampatori anche il nostro saper fare..”
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“Osare, sfidare, migliorare, esplorare, intraprendere”
Ad anni di distanza dagli inizi della nostra attività il mondo della stampa artigianale ci sembra
oramai lontanissimo: la meccanizzazione e il controllo continuo della qualità ci rendono fieri
di una produzione che ci rende unici nel meridione d’Italia.
Ciò che invece ci lega al passato è la mentalità che ci ha trasmesso nostro padre
sintetizzabile in una tipica frase di uomo del sud: “Chi nun tene o’ curaggio nun se cocche c’a
femmina bella”. Ovvero: Osare, Sfidare, Migliorare, Scoprire, Esplorare, Intraprendere.
Questa, la filosofia della famiglia Mercurio ed è sulla base di questa filosofia che l’azienda si
è posta nella propria vision l’obiettivo di confermarsi come una delle realtà più grandi,
innovative e tecnologicamente avanzate del settore in tutta l’Italia meridionale, mirando ad
acquisire più quote di mercato e a raggiungere la leadership tecnologica.
Così per tradurre gli obiettivi di leadership in realtà, con il coraggio di chi mira sempre al
meglio, ci siamo affidati alla consulenza di Aida Partners Ogilvy PR, agenzia di respiro
internazionale che si occuperà di gestire le attività di comunicazione e network building.
Il percorso intrapreso è lungo e tortuoso e nonostante gli ultimi anni, nel settore delle arti
grafiche, siano stati scanditi da una recessione generale, la nostra azienda non ha mai
smesso di crescere registrando un fatturato complessivo nel 2011 di circa 2O milioni di
euro. Questi numeri ci hanno permesso di uscire dai confini del Sud Italia e di aggredire
nuovi mercati.
Da oltre mezzo secolo, Grafiche Mercurio mette a disposizione dei propri clienti
competenza, passione e tecnologia prendendoli per mano e orientando le loro scelte in
merito a tutto ciò che è l’arte della stampa, senza mai limitarsi al semplice ruolo di fornitori.
Ed è proprio quest’approccio consulenziale che Aida Partners Ogilvy PR ha scelto come
posizionamento per diffondere i valori di un’azienda che, pur assistendo al naturale
susseguirsi delle generazioni alla sua guida, è sempre riuscita a mantenere il cuore e la
passione al centro della propria attività.
16 Luglio 2012
16 Luglio 2012
16 Luglio 2012
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16 Luglio 2012
16 Luglio 2012
17 Luglio 2012
Il Primato tecnologico
A pochi mesi dalla nascita della partnership, arriva la consacrazione di Grafiche Mercurio come
prima azienda grafica al mondo ad avere implementato il nuovo sistema di regolazione online
del colore sviluppato da QuadTech, leader mondiale nei sistemi di controllo per macchine da
stampa, in collaborazione con Alwan Color Expertise, software house specializzata in applicativi
per le arti grafiche.
Il sistema adottato, infatti, rappresenta lo stato dell'arte nella gestione automatizzata della qualità
e della coerenza cromatica nella produzione di stampati a quattro colori su rotativa offset,
consentendo all'Azienda di ottenere gli stessi standard di eccellenza nella riproduzione del colore
già raggiunti nel suo reparto macchine a foglio.
In sostanza, l’impianto è in grado di misurare il colore non appena viene stampato e di trasferire i
dati al software nella fase di prestampa. Eventuali deviazioni dalle condizioni standard vengono
rilevate automaticamente e il software provvede a generare in tempo reale le curve tonali
necessarie alla correzione, in modo che la rotativa stampi in conformità alle specifiche ISO 12747.
Grazie a questa importante integrazione tecnologica, la nostra azienda si conferma
all'avanguardia assoluta tra i grandi produttori di stampati pubblicitari, riviste, opuscoli ed
etichette dell'Italia meridionale, potendo così garantire al cliente l’efficienza e l’accuratezza del
processo di produzione dalla creazione sino alla finitura del materiale stampato, nonché un
risultato finale di provata qualità.
Grafiche Mercurio inoltre, è stata la prima azienda in Italia e 32° nel mondo ad aver ottenuto le
certificazioni Fogra PSO (Process Standard Offset) secondo lo standard ISO 12647‐2 nella gestione
della qualità nei processi di produzione di materiali stampati.
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Altre certificazioni che possiamo vantare sono: ISO‐9001 (sistemi aziendali di gestione della
qualità) e ISO‐14001 (gestione ambientale e sostenibilità delle produzioni), quest’ultima conforme
ai principali meccanismi di garanzia sull’origine del legno e della carta (FSC e PEFC).
Questi primati mi ricordano le lezioni di mio padre Salvatore: “Andate più lontano degli altri” e
confermano l’innovazione come mission aziendale.
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Luglio 2012
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Luglio 2012
Grafiche Mercurio
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Settembre 2012
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Ottobre 2012
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Novembre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Dicembre 2012
Stampare Dicembre 2012
Proprio nell’ottica di estendere sempre più la
leadership, nel febbraio del 2013 Grafiche
Mercurio ha deciso di abbracciare il convegno
promosso a Milano da Legambiente, in
collaborazione con Aida Partners Ogilvy PR:
“Sostenibilità: terreno di incontro tra
Distribuzione e Impresa”, con l’obiettivo di
fotografare il rapporto tra GDO e Imprese in
un’ottica sostenibile.
L’Azienda, che da oltre 40 anni collabora con le
maggiori catene della GDO per rispondere alle
loro esigenze in termine di rapidità, puntualità e
qualità delle produzioni, si fa così portavoce
della necessità di creare una fattiva sinergia tra il
mondo della Distribuzione e quello dell’Impresa
attraverso la creazione di una filiera sostenibile
integrata, in grado di offrire al consumatore
delle soluzioni che siano concrete e sostenibili.
In questa convinzione, Grafiche Mercurio ha sposato gli obiettivi su cui si basa il convegno, con
l’intento di contribuire alla creazione di cultura in un settore che diventa sempre più irrinunciabile e
strategico per ogni realtà che si affaccia sul mercato.
Gennaio 2013
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Gennaio 2013
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Febbraio 2013