L'Arena - Il Magazine dell'Arena del Sole - marzo 2011

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MAR ZO 20 11

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teatro arena del sole, spettacoli bologna,

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MARZO 2011

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GEN

NAIO

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IN COPERTINA: VITO E MIRKO NANNI IN “A AL DUTÅUR DI MÂT” PH RAFFAELLA CAVALIERI / IGUANA PRESS

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MARZO - APRILE 2011. ANNO XVI N. 2

Al dutåur di mât ppaagg 0077

Il misantropo ppaagg 0099

Stanze ppaagg 1111

La metamorfosi ppaagg 1133

Vestire gli ignudi ppaagg 1155

Toledo suite ppaagg 1177

L’ingegner Gadda va alla guerra ppaagg 1199

Arie ppaagg 2211

La malattia della famiglia M ppaagg 2233

La verità salvata da una menzogna ppaagg 2255

Spazio libero per la critica che non trova spazio Cosa pensi dello spettacolo? ppaagg 2277

Scuola & Teatro ppaagg 2299

Laboratori teatrali ppaagg 3311

Concerti ppaagg 3333

Informazioni biglietteria, parcheggi ppaagg 3355

Arena 2.0 ppaagg 3366

Staff ppaagg 3377

Ringraziamenti ppaagg 3399

Spettacoli

L’Ora d’Aria

Formazione, eventi

Informazioni

MARZO - APRILE 2011. ANNO XVI N. 2

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dal 2 al 12 marzo SALA GRANDE

Al dutåur di mât di Nanni Garella da Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpettaregia Nanni Garella - con Vito, Marina Pitta, gli attori di Arte e Salute e la partecipazione di Nanni Garella - scene Antonio Fiorentino - luci Gigi Saccomandi - costumi Claudia Pernigotti - regista assi-stente Gabriele Tesauri• ARENA DEL SOLE - TEATRO STABILE DI BOLOGNA • ASSOCIAZIONE ARTE E SALUTE ONLUS

ore 21 - domenica ore 16 - lunedì riposo PRIMA NAZIONALE Spettacolo compreso negli abbonamenti: Interazioni Contemporanee Domenica Teatro

Prosegue la collaborazione tra il Teatro Sta-bile di Bologna e Arte e Salute onlus, asso-ciazione nata con lo scopo di coniugare il lavoro artistico con il lavoro nel campo della salute mentale, nel quadro di “Arte e Salute nell’Arena del Sole”, progetto di residenza della compagnia di pazienti psichiatrici all’Arena del Sole realizzato in collaborazio-ne con la Regione Emilia-Romagna e il Ser-vizio Sanitario Regionale - Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna.

Appunti di Nanni Garella

Da quando ho sentito fluire la lingua limpida e cristallina del dialetto bolognese parlato da Mirco e Iole ne Il linguaggio della montagna di Pinter, ho cominciato ad immaginare un’opera recitata tutta in lingua bolognese. Dico “lingua” perché vorrei che avesse digni-tà, che non fosse soltanto vernacolo. Così è nata l’idea di lavorare sulla commedia di Scarpetta e di adattarla alla lingua origi-naria dei nostri attori. Eduardo Scarpetta u-sava rimaneggiare, con grande stile, com-

medie francesi di fine ottocento adattandole alla realtà napoletana di quegli anni; non restava che seguire il suo esempio. l medico dei pazzi è un titolo che ben si atta-glia ad Arte e Salute: il tema dell’inversione del punto di vista nel guardare il mondo del-la follia è trattato da Scarpetta con la legge-rezza che gli è propria, ma con grande sa-pienza drammaturgica e con sensibilità da grande scrittore nell’uso del dialetto. Nel solco di una tradizione, tutta italiana, che va dalla Commedia dell’Arte a Goldoni, a Pirandello, a Eduardo, a Gadda, a Pasoli-ni, l’uso del parlato dialettale affonda la lin-gua letteraria italiana nelle sue origini popo-lari e spesso restituisce un’immagine incon-sueta del nostro paese, visto, per così dire, dal basso. In questi anni c’è tanto bisogno di sane verità popolari, per guardare ai nostri difetti attraverso la risata della commedia, intravedendo, se possibile, qualche pregio del nostro essere italiani. Ho chiesto a Vito di darci una mano in que-sta avventura “bolognese”. Ha accettato con entusiasmo e ci stiamo divertendo molto.

7GLI ATTORI DI ARTE E SALUTE

Giorgia Bolognini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Maria Rosa Iattoni,

Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Roberto Risi, Roberto Rizzi

GiovedìGiovani Biglietto € 5 il giovedì per gli Under 25

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dal 15 al 20 marzo SALA GRANDE

Il misantropo di Molière - regia Massimo Castri - con Massimo Popolizio, Graziano Piazza, Sergio Leone, Federica Castellini, Ilaria Genatiempo, Laura Pasetti, Tommaso Cardarelli, Andrea Gambuzza, Davide Lorenzo Palla, Miro Landoni - scene e costumi Maurizio Balò • TEATRO DI ROMA

ore 21 domenica ore 16

Per amore della verità Massimo Castri, uno dei più importanti regi-sti del teatro italiano, ritrova nuovamente come protagonista un grande attore come Massimo Popolizio e affronta per la prima volta Molière, in un nuovo allestimento della commedia ritenuta da Goldoni, Goethe e molti altri il suo capolavoro. Alceste ama soprattutto la verità, disprezza il compromesso, la finzione e quasi tutta l’umanità. Innamorato di Célimène, una mal-dicente civetta, le propone di andare a vivere con lui in provincia, ma la donna rifiuta. Al-ceste, sconfitto da ogni parte ma non piega-to, si ritira a vivere da solo in una disgustosa misantropia. Come è noto, Molière ebbe il coraggio di iniziare un nuovo genere di teatro, che de-scriveva senza veli i costumi del suo tempo. I suoi personaggi, presi dalla vita di tutti i giorni, erano avari, sciocchi, ipocriti scaltri, misantropi, ma tutti avevano in comune un pregio: erano vivi, veri e, per di più, comici. Sembrerebbe che il Duca di Montasieur, pre-cettore del Delfino di Francia, avesse minac-ciato Molière di bastonarlo per averlo preso a modello per il protagonista del Misantropo, salvo poi cambiare idea e ringraziarlo dell’onore concessogli. Sin dal loro primo apparire sulle scene, le commedie di Molière piacquero al pubblico proprio per la novità che rappresentavano anche se, come nel caso citato, egli raramen-te inventava trame e soggetti originali, sfrut-tando piuttosto il patrimonio di autori vissuti

prima di lui. La sua grandezza è quella di far diventare le storie comuni storie universali, valide per ogni epoca e località. Il Misantro-po è allora la storia di chi, contro il parere e i consigli degli amici, non scende mai a compromessi, pone sempre la sincerità al di sopra di tutto, anche a costo di urtare le va-rie e deboli personalità col rischio, quindi, di perdere ogni possibile protezione.

Spettacolo compreso negli abbonamenti: InterAction - Domenica Teatro I Classici

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dal 16 marzo al 3 aprile TEATRO DELLE MOLINE

Stanze IL SILENZIO ABITATO DELLE CASE di Marcello Fois regia Marinella Manicardi - con Alessandra Frabetti, Marinella Manicardi, Marina Pitta scene e costumi Davide Amadei - luci Paolo Mazzi - composizione sonora Mustafa MuCe Cengic

NUOVA SCENA - ARENA DEL SOLE - TEATRO STABILE DI BOLOGNA

ore 21.15 - domenica ore 17 lunedì riposo

Le stanze delle figlie di Marinella Manicardi Ci sono tre stanze: soggiorno, bagno, came-ra da letto. Ci sono due sorelle, una, orga-nizzatrice di eventi, l’altra, eterna ricercatrice universitaria, che si incontrano nella casa dove è morto il padre, allontanatosi dalla loro vita quando erano ancora bambine. C’è un padre morto e dunque assente, eppure interrogato, insultato, invocato, che ha vissu-to molti anni in quel piccolo spazio, ora qua-si vuoto di oggetti, non della sua presenza. Contro di lui, le sorelle vogliono disfarsi velo-cemente di questa casa, quasi a cancellare il dolore dell’abbandono subito, oppure ap-propriarsene velocemente, per la stessa ra-gione. L’apparizione di una vicina, che sem-bra conoscere molto bene la casa e chi la abitava, dilata ogni decisione. È la vicina gentile che porta i biscotti, ma anche la per-sona che ha ricevuto le confidenze del padre, il suo arbitrio orgoglioso. E c’è la casa, mo-desta per quel che può valere, uguale a tante altre, abitata dai rumori che ne impregnano i muri. A saperli leggere quei rumori ci si ac-corge che appartengono al presente (tubi, scarichi, pompe), o al passato (risate, tonfi), se non ci spingiamo a pensare che possano essere anche rabbie o desideri che, rimasti intrappolati nelle stanze, ne compongono ora il paesaggio emotivo. La scrittura di Fois affonda senza timori nel tragico, nelle moti-vazioni che ciascuna delle protagoniste mette in campo. Le figlie, entrate in quella casa, regrediscono a un’infanzia in cui sperano di colmare il vuoto dell’abbandono, la vicina interpretando le ragioni del padre ne difende le scelte irrinunciabili, ma è la mancanza del

le scelte irrinunciabili, ma è la mancanza del padre che scatena rappresentazioni sostituti-ve, psicodrammi famigliari, un teatro degli affetti che continua a travolgerci nonostante le avvertenze di tutta la nostra cinica ragione. In età classica i contrasti erano risolti da mor-ti violente che scandivano le lotte di potere nelle saghe famigliari. Ora, nella società dell’apparire, fatta di eventi e tempo preca-rio, il senso del tragico ha perso sacralità, e i contrasti si appianano con il sostituto del sangue: il denaro. Che, per sua natura però attribuisce valore e così si ricade nella trap-pola del possesso, delle identità, delle proie-zioni, dei risarcimenti, nessuno si ritenga in-denne. Stanze è anche una tragedia ridicola nella sua potenza. La mia collaborazione con Fois è nata nel ’92 quando scelsi un suo racconto sulla strage alla Stazione di Bolo-gna. Poi è arrivato lo struggente Cerimonia per la regia di Luigi Gozzi e adesso questa nuova commissione per un testo che nasce dalla complicità di tre attrici e del gruppo di lavoro con cui ho collaborato nelle ultime stagioni all’Arena del Sole.

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17 marzo SALA INTERACTION

La metamorfosi creazione scenica ispirata al racconto di Franz Kafka ideazione, luci e regia Claudio Angelini - interpretazione Alessandro Bedosti CITTÀ DI EBLA FESTIVAL • L’OCCIDENTE NEL LABIRINTO • TEATRO DIEGO FABBRI in coproduzione con OFFICINA1011 DI TRIANGOLO SCALENO TEATRO con il sostegno di COMUNE DI FORLÌ, PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA, REGIONE EMILIA-ROMAGNA

ore 21.30

Breve mappa di orientamento di Claudio AngeliniClaudio AngeliniClaudio AngeliniClaudio Angelini Partire dal racconto di Kafka senza nessuna pretesa di rappresentazione. Impossibile tradurre scenicamente la vicenda di Gregorio Samsa. Provarci significa perde-re in partenza un combattimento sul cui ter-reno rimarrebbero le ossa fatte a pezzi dalla potenza linguistica dello scrittore di Praga. Come entrare nella foresta espressiva de La metamorfosi ed uscirne portando a casa la pelle? Perché La metamorfosi ci interessa? Si badi bene, non è semplicemente un fatto di fabula, di “cosa” viene raccontato. È eviden-te una potenza di altra natura. Io credo dipenda dal fatto che quel racconto parla di noi, le parole compiono un’acro-bazia, si pongono alle nostre spalle, ci spin-gono e ciascuno di sente toccato in prima persona. Come non essere interessati alla propria storia? Siamo corpi in continua tra-sformazione, in un divenire incessante, un’attività di composizione e scomposizione di forze, un flusso. Sentirsi spaventati dalla propria disumana umanità, sentire il proprio corpo che bolle come un’officina surriscalda-ta. Divenire animale, coltivare la mosca, la blatta che è in noi invece di inseguire le ar-chetipiche figure materne e paterne come la psicanalisi ci suggerisce. Non c’è nulla di psicanalitico o simbolico in Kafka. Ci sono corpi divenuti animali ora. Come scrive Gilles Deleuze: «all’inumano delle potenze diaboliche fa riscontro il sub umano di un divenire animale: divenire co-leottero, divenire cane, scimmia, fuggir via,

con una capriola a capofitto, piuttosto che chinare il capo e restare burocrate, ispettore, giudice, imputato». Pensare al Gregorio che è in noi e varcare una soglia, spingere per tentare una fuga dalla macchina stritolante del lavoro, della famiglia, dell’amore, dell’entusiasmo. Fuga possibile?

Lo spettacolo è presentato in collaborazione con CENTRO LA SOFFITTA

DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO UNIVERSITÀ DI BOLOGNA nell’ambito del progetto

APR IRE LA SC ENA P I EGH E E P I AGHE N EL T EATRO D I C I T T À D I EB LA

a cura di Silvia Mei

giovedì 24 marzo, ore 16, Laboratori DMS INCONTRO CON C I T T À D I EBLA

ingresso libero

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GiovedìGiovani Biglietto € 5 il giovedì per gli Under 25

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dal 22 al 27 marzo SALA GRANDE

Vestire gli ignudi di Luigi Pirandello - regia Luca De Fusco - con Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Alberto Fasoli, Giovanna Mangiù, Aldo Ottobrino, Paolo Serra, Enzo Turrin scene Fabrizio Plessi - costumi Maurizio Millenotti - musiche Antonio Di Pofi - luci Gigi Saccomandi ARENA DEL SOLE - NUOVA SCENA - TEATRO STABILE DI BOLOGNA - TEATRO STABILE DEL VENETO

ore 21 domenica ore 16

Il reality show di Pirandello di Luca De FuscoLuca De FuscoLuca De FuscoLuca De Fusco

Una ragazza sfortunata, che ha vissuto amo-ri sbagliati e vicende travagliate, si suicida, ma mentre agonizza compie un atto incredi-bile per una persona che sa di non avere un futuro: concede una intervista a un giornale popolare in cui si “rappresenta” in modo molto diverso dalla realtà, creando una im-magine di sé nobile ed edificante. La ragaz-za viene poi salvata dalla morte e, sopravvi-vendo, prova a inventarsi una nuova se stes-sa “né quella né questa: un’altra”. Purtroppo la finta Ersilia, questo il suo nome, che tutti avrebbero rispettato se fosse morta, non reg-ge il peso della realtà e, per vedersi restituire l’onore perduto, è costretta a suicidarsi dav-vero, questa volta con successo. Questa tra-ma potrebbe essere una storia del nostro tempo: Ersilia, se non fosse per il suo nome demodé, sembra una cugina della ragazza inglese che ha recentemente venduto alla tv la diretta della propria agonia, fino al termi-ne dei suoi giorni. L’unica differenza, che rende questo intreccio ancora novecentesco e non contemporaneo, sta nel “mezzo”. Ersilia concede l’intervista fatale a un quotidiano e non alla televisione. Ciò non toglie sapore profetico al copione pirandelliano che intui-sce in grande anticipo come il nostro tempo verrà irrimediabilmente influenzato dalla for-za dei mezzi di comunicazione di massa. Deve infatti esserci qualcosa di irresistibile che spinge le persone a “rappresentarsi”, a raccontare i propri moti più intimi in pubbli-co, trasfigurandoli e cercando il riscatto da delle stesse.

grigie esistenze con brillanti affabulazioni delle stesse. Queste riflessioni mi hanno spin-to a immaginare un Vestire gli ignudi televi-sivo, in cui si aggiorna la volontà di auto rappresentazione dalla carta stampata al mezzo tipico del nostro tempo e in cui tutta la vicenda sembra raccontata e insieme spiata dalla televisione. L’idea è talmente semplice ed efficace da avermi subito fatto cercare qualcosa che la rendesse più rarefatta e a-stratta, più universale e meno cronachistica. Credo di aver trovato la soluzione affidando la scenografia a un artista come Fabrizio Plessi. Fabrizio è un veneziano d’adozione, come sono stato io. Ha inventato un modo creativo e sottilmente teatrale per usare il mezzo più inflazionato del nostro tempo: i video, questa idea lo ha reso famoso in tutto il mondo. È stato quindi l’uomo giusto – ne sono sicuro – per allestire il nostro reality show pirandelliano come una magica meta-fora, misteriosa, sospesa tra antico e moder-no, come un film in bianco e nero. (…)

Spettacolo compreso negli abbonamenti: InterAction - Domenica Teatro I Classici

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30 e 31 marzo SALA INTERACTION

Toledo-Suite RECITAL TRA MUSICA E TEATRO chansonnier Enzo Moscato - testi e regia Enzo Moscato - immagini sceniche Mimmo Paladino direzione musicale Pasquale Scialò - luci Cesare Accetta - costumi Tata Barbalato COMPAGNIA TEATRALE ENZO MOSCATO • FONDAZIONE TRAMONTANO ARTE • NUOVA OPERA FESTIVAL

ore 21.30

La voce umana di Enzo MoscatoEnzo MoscatoEnzo MoscatoEnzo Moscato

Io non sono un cantante. Non lo sono mai stato. Quello che in scena sembra canto è solo un’altra forma della mia scrittura. Nel mio canto scenico avviene come una migra-zione dello strumento della scrittura da un organo corporeo all’altro: dalla mano all’ugola, alla gola… La scrittura, per me, e non solo quella scenica, è la principale forma d’espressione dell’anima, la quale, pertanto, fa uso di tutto. Proprio tutto per poter venire fuori e farsi riconoscere. Il canto, come la sintassi, come lo stile, come la recitazione, come la danza, il movimento… sono tutte declinazioni del desiderio dell’anima di e-sprimersi. Del resto, la migrazione di stru-mento espressivo, da un organo corporeo all’altro, è parallela alla migrazione che fac-cio compiere alla musica, alla canzone, ai brani recitati, alle lingue, che compongono di solito un mio percorso di spettacolo. Parto dai suoni (genetici) napoletani, dai grandi autori musicali nostrani: Viviani, Gill, Taranto, Trovaioli, o anche da hit canori no-tissimi (Scalinatella, Cerasella, Anema e core etc.), per poi “crudelmente spaesarli” – dislo-carli – e, così, facendoli lambire il mondo intero, l’internazionalità del graffito vocale – come direbbe Artaud; facendoli incontra-re/scontrare con autori quali Brecht, Eisler, Weill, Marguerite Duras, perché in fondo la lingua del canto dell’anima, della scrittura dell’anima in note, non conosce barriere, dogane, divisioni, confini, ma parte e ritorna da e all’unica radice, che tutte le fa nascere e camminare: il desiderio di esprimersi e co-municare, che è in ognuno di noi, al di là del luogo dove si è nati, dell’età, del colore della

luogo dove si è nati, dell’età, del colore della pelle, dello status sociale e politico cui si ap-partiene. E questa “trasversalità” della musi-ca e del canto è meravigliosa, perché fuori dalle ideologie e dalle classi, fuori dalla sto-ria e dai fenomeni, fuori dai dogmi e dalle prigionie del gusto, il che spiega ampiamen-te perché, cantando, io non abbia mai fatto selezione alcuna in ciò che canto: al-to/basso, mentale/viscerale, destra/sinistra, colto/plebeo, per me non esistono nel canto: tutto è uguale, tutto è ugualmente degno di essere, localmente, vissuto ed espresso. (…)

Lo spettacolo è presentato in collaborazione con CENTRO LA SOFFITTA

DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO UNIVERSITÀ DI BOLOGNA nell’ambito del progetto

ENZO MOSCATO . PER UN T EATRO -CANZON E a cura di Marco De Marinis

giovedì 31 marzo, ore 16, Laboratori DMS – Teatro INCONTRO CON ENZO MOSCATO

ingresso libero

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GiovedìGiovani Biglietto € 5 il giovedì per gli Under 25

GiovedìGiovani Biglietto € 5 il giovedì per gli Under 25

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1, 2, 3 aprile SALA GRANDE

L’ingegner Gadda va alla guerra (O DELLA TRAGICA ISTORIA DI AMLETO PIROBUTIRRO) un’idea di Fabrizio Gifuni da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare - con Fabrizio Gifuni - regia Giuseppe Bertolucci disegno luci Cesare Accetta - direttore tecnico Hossein Taheri in collaborazione con TEATRO DELLE BRICIOLE SOLARES FONDAZIONE DELLE ARTI

ore 21 domenica ore 16

Appunti per uno spettacolo di Fabrizio GifuniFabrizio GifuniFabrizio GifuniFabrizio Gifuni

Un Amleto ormai vecchio, solo, senza più un padre o una madre da invocare o da male-dire, sempre più debole di nervi, collerico. Solo con i suoi fantasmi. La lingua squassata da lampi di puro genio proteiforme. Sempre sull’orlo di una follia tragica eppure, a tratti, comicissima. E ricca di metodo. Ah sì, ricca di metodo. Così inizio a immaginare Gadda. Un “Amle-to Pirobutirro” (protagonista-ombra del suo più grande romanzo, La cognizione del dolo-re) che riavvolge il nastro delle sue nevrosi camminando a ritroso – come un granchio – sulle tavole della memoria. Una discesa agli inferi che riapre antiche ferite, mai rimargi-nate. Fino ad arrivare alla ferita originaria. A ciò da cui tutto discende. Nel male e nel bene. Al pozzo nero della sua futura infelici-tà ma anche, forse, all’involontaria miniera della sua immensa arte. La partecipazione dell’Ingegnere al primo conflitto mondiale, la disfatta di Caporetto, la detenzione nei cam-pi di prigionia tedeschi e la morte del fratello Enrico, modificheranno per sempre la vita dello scrittore. Ma il dolore non è mai solo fatto “privato”. Anzi. Si fa sempre inesora-bilmente “pubblico”. Con progressione im-placabile, la furia del Gaddus inizia a mon-tare e ad abbattersi, a colpi d’ascia, sul suo paese – che è pur pronto a difendere con la vita – sul suo popolo e sui suoi governanti. Scritti dall’assai scomodo osservatorio delle trincee, i suoi Diari di guerra e di prigionia squarciano il velo su qualsiasi retorica pa-triottarda per farsi atto d’amore autentico e

triottarda per farsi atto d’amore autentico e doloroso. Acquisita coscienza del proprio dolore, questo vecchio Amleto è ormai per-fettamente in grado di analizzare le storture di una Storia ciclicamente “fuori dai cardini”. Preso l’abbrivio, il flusso è inarrestabile. Sè-guito ideale di un discorso aperto qualche anno fa, con ‘Na specie de cadavere lun-ghissimo, questo nuovo capitolo si presenta come un atto cognitivo ‘sacrale’ utile forse a chiunque, oggi, voglia provare a riannodare i fili di una tela in brandelli. La tela di un paese chiamato Italia.

Lo spettacolo è presentato in collaborazione con CENTRO LA SOFFITTA

DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO UNIVERSITÀ DI BOLOGNA nell’ambito del progetto

G I F UN I E G ADDA . SU L LA D I T T AT URA

a cura di Gerardo Guccini

sabato 2 aprile, ore 16, Laboratori DMS – Auditorium INCONTRO CON FABR IZ IO G I F UN I

ingresso libero

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dal 5 al 10 aprile SALA GRANDE

Arie

con Lella Costa - regia Giorgio Gallione

IRMA SPETTACOLI

ore 21 domenica ore 16

Piccole romanze recitate di Lella CLella CLella CLella Costaostaostaosta

Nel marzo del 2010, gli Amici del Conserva-torio di Milano hanno deciso di insignirmi del premio “Una vita per la musica”, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è poco. Lì per lì ho pensato si fossero sbagliati: macché, me l’hanno confermato. Convinti e contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bel-lissima. E coglieva nel mio lavoro qualcosa “che aveva a che fare con la musica/e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita/e come non puoi isolare una sola nota e dire/se va bene o no: devi aspettare/che sia finita”. Questi versi di John Ashbery alla luce di quel premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e decisivi: non mi è sembrato saggio ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da Ragazze su su fino ad Adlib, per verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole, qualcosa “che ave-va a che fare con la musica”. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era la costante presenza della musica, non solo come semplice colon-na sonora, ma proprio come voce altra, co-me interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rendeva molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un mo-nologo. Piccole romanze recitate. Arie. Riproporle, oggi, non vuole essere soltanto una sorta di rivisitazione antologica, ma an-che e forse soprattutto un’occasione per cuci-re insieme momenti in apparenza lontani e

re insieme momenti in apparenza lontani e diversi e magari scoprire che sì, c’è un filo che li unisce, ed è saldo, e regge al tempo e all’usura. E poi a tutto questo materiale, che è ricco e vivo e vibrante di suo, non posso non sommare il meraviglioso regalo che è stato, in questi ultimi anni soprattutto, lavora-re con i musicisti in carne e ossa, vivi e dal vivo, sul palco e in sala d’incisione : Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea, Anto-nello Salis, Bebo Ferra. Per non parlare delle incursioni nella musica classica, con Ruggero Laganà, con Giorgio Mezzanotte, con Roset-ta Cucchi. Insomma: ho un curriculum, e in-tendo farlo valere.

Spettacolo compreso negli abbonamenti: InterAction - Domenica Teatro

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6, 7, 8 aprile SALA INTERACTION

La malattia della famiglia M di Fausto Paravidino - regia Fausto Paravidino - con Jacopo-Maria Bicocchi, Iris Fusetti, Emanuela Galliussi, Nicola Pannelli, Fausto Paravidino, Fausto Maria Sciarappa, Pio Stellaccio scene Laura Benzi - costumi Sandra Cardini - luci Giovancosimo De Vittorio • TEATRO STABILE DI BOLZANO

ore 21.30

Andare a caccia di conigli di Fausto ParavidinoFausto ParavidinoFausto ParavidinoFausto Paravidino

Nell’autunno del 2000, durante le prove di Due Fratelli, mi capitò di leggere un articolo dove Marquez riportava una citazione non sua: «Un racconto è una freccia scagliata contro un bersaglio, un romanzo è andare a caccia di conigli». Pensai che Due Fratelli fosse una freccia scagliata contro un bersa-glio e che La Malattia della Famiglia M fosse andare a caccia di conigli. Nella Malattia della Famiglia M invece di partire dall’inizio e precipitare verso la fine in pochi giorni, ho lasciato trascorrere lunghi intervalli di tempo tra una scena e l’altra, ri-manendo in placida compagnia dei miei personaggi. Ne è venuta fuori un’opera con un andamento molto morbido, dove i perso-naggi si fanno conoscere piuttosto bene, mentre le scene sono soggette a frequenti cambi di registro. C’è una storia famigliare che riguarda due sorelle, un fratello, un padre malato e l’assenza di una madre. Questa famiglia ha una malattia, dice il titolo. Forse ne ha più d’una. C’è un padre che vive una malattia clinicamente non specificata che lo sospende dalla possibilità di esercitare l’autorità e che lui usa come arma e come scusa. C’è il lutto dell’assenza della madre che pesa su questi personaggi come una colpa e procura loro una vaga tristezza della quale tutti si accusa-no a vicenda. Ci sono poi due amici, Fulvio e Fabrizio, che interagiscono con questa fami-glia e involontariamente portano la farsa tra questa gente triste: hanno il buon gusto di innamorarsi entrambi di una delle due sorelle

innamorarsi entrambi di una delle due sorelle e vanno a fare la commedia degli equivoci a casa di Ibsen senza mai accorgersi di avere sbagliato indirizzo. C’è poi un medico che si presenta come narratore e che vorrebbe rac-contare la storia da testimone esterno ma poi verrà risucchiato dentro di essa. Mi piace che il punto di vista sia quello di un medico. Mi piacciono i medici e i loro punti di vista. (…) Scrissi il testo nel 2000. Non l’ho mai voluto mettere in scena in Italia nell’attesa che ci fossero le condizioni giuste. Che si manife-stasse l’attore perfetto per questo o quel ruo-lo. Ho protetto questo testo dalla messinscena perché gli ho sempre voluto quel bene astrat-to di cui parla la commedia. Ora ho accetta-to di farlo. Essere pronti non è tutto.

Spettacolo compreso nell’abbonamento Interazioni Contemporanee

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GiovedìGiovani Biglietto € 5 il giovedì per gli Under 25

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14 e 15 aprile SALA INTERACTION

La verità salvata da una menzogna STUDIO SECONDO regia Paolo Billi - con i detenuti della Sezione Penale della Casa Circondariale di Bologna e con la partecipazione di Botteghe Molière TEATRO DEL PRATELLO

ore 21.30

L’ Esperimento di Teatro di Paolo Billi al carcere Dozza

Al terzo anno del progetto Esperimento di Teatro alla Dozza, Paolo Billi continua l’esplorazione di Dostoevskij, giungendo con La verità salvata da una menzogna al secon-do studio, che affronta Memorie di una casa morta, testimonianza di quattro anni di pri-gionia in Siberia, un’opera minore ma fonte di tutta la produzione maggiore. Nel primo studio Nastasja, l’oggetto del lavoro teatrale è stato il romanzo L’Idiota, con il personag-gio del Principe Myskin – “l’uomo buono” ovvero il principe idiota – per il quale Dosto-evskij si era ispirato a Don Chisciotte di Cer-vantes, da lui definito “il più triste dei libri”. Come Dostoevskij, anche Cervantes soggior-nò in diverse galere. Questo secondo studio si svilupperà dalle memorie di Dostoevskij e Cervantes in carcere per affrontare la follia di credere, da cavaliere errante, che la giu-

di credere, da cavaliere errante, che la giu-stizia sia un dovere e che la giustizia sia pos-sibile. Questa terza annualità del progetto Esperimento di Teatro alla Dozza ha preso avvio a settembre 2010 con la prima fase di laboratori aperti a tutti i detenuti della Sezio-ne Penale della Casa Circondariale di Bolo-gna. La fase dei laboratori di scrittura e di teatro si è conclusa a dicembre 2010. La se-conda fase, con la formazione del gruppo che parteciperà alla costruzione dello spetta-colo, si è avviata a dicembre per concludersi a marzo 2011 con le anteprime dello spetta-colo nella Sala Teatro del carcere riservate ai detenuti della Casa Circondariale e a invitati. Sostenuto dalla Provincia di Bologna, Espe-rimento di Teatro alla Dozza è parte del pro-getto Teatro Carcere in Emilia-Romagna.

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L’Ora d’Aria

L’Ora d’Aria

Aperte due nuove sezioni dedicate al mondo della scuola e tutto il pubblico dell’Arena L’Ora d’Aria è un’area del sito dell’Arena del Sole dedicata a ospitare le recensioni sugli spettacoli in programma in Sala Grande, Sala InterAction e Teatro delle Moline. Si articola in tre diverse sezioni: una dedicata ai critici prcritici prcritici prcritici pro-o-o-o-fessionifessionifessionifessionististististi, una dedicata al mondo della scumondo della scumondo della scumondo della scuo-o-o-o-lalalala, e una rivolta a tutti gli spettatoritutti gli spettatoritutti gli spettatoritutti gli spettatori dell’Arena. In un contesto generale che tende a considera-re l’espressione del pensiero critico come fumo negli occhi, L’Ora d’Aria è un piccolo contri-buto che nasce dalla costante riduzione degli spazi mediatici della critica teatrale, senza la pretesa di ovviare al problema, ma di ribadire la necessità della lettura critica dell’opera tea-trale offrendo una “boccata d’aria” (e da qui la scelta voluta di un titolo autoironico) a tutti coloro che, per mestiere o per passione, inten-dono dare una lettura più complessa e artico-lata degli spettacoli. La sezione professionistiprofessionistiprofessionistiprofessionisti è dedicata a giornali-sti, collaboratori di testate quotidiane e perio-diche, radio-televisive e web e ospita le re-censioni inedite o solo parzialmente pubbli-cate, in collaborazione con i Premi Ubu e l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

Cosa pensi dello spettacolo? Inviaci la tua recensione!

La sezione scuolescuolescuolescuole è dedicata alla raccolta di giudizi scritti provenienti dal mondo della scuolascuolascuolascuola e dell’universitàuniversitàuniversitàuniversità, coinvolgendo docenti e studenti, offrendo loro nuove possibilità di confronto e stimolo con un possibile arricchi-mento dell’attività formativa. La sezione dedicata al pubblicopubblicopubblicopubblico dell’Arena del Sole, ospiterà riflessioni, considerazioni e va-lutazioni, debitamente argomentate, sugli spet-tacoli in programmazione che ciascuno spetta-tore potrà liberamente inviarci. Le “recensioni”, che non dovranno superare comunque le 1.500 battute spazi inclusi, po-tranno essere inviate al seguente indirizzo mail [email protected] (indicando il nome dell’autore; la classe e l’istituto di prove-nienza se studenti o docenti; testata giornali-stica se professionisti) e saranno pubblicate al seguente URL: www.arenadelsole.it/oradariawww.arenadelsole.it/oradariawww.arenadelsole.it/oradariawww.arenadelsole.it/oradaria. Sarà nostra cura avvertire gli interessati dell’avvenuta pubblicazione della recensione. Crediamo che L’Ora d’Aria sia non solo un’occasione per sensibilizzare alla lettura cri-tica degli spettacoli, ma un momento di incon-tro, utile affinché il teatro continui a mantenere un legame forte e stabile con il pubblico, at-traverso uno spazio – il nostro sito web – che vuole essere un patrimonio intellettuale comu-ne partecipato e condiviso da tutti i nostri spet-tatori.

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Spazio libero per la critica che non trova spazio

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Scuola & Teatro

Impegno e creatività I progetti rivolti a studenti e insegnanti

I progetti di promozione culturale verso le giovani generazioni si arricchiscono di iniziative e di idee, con la finalità di valorizzare sempre più l’e-ducazione teatrale nelle scuole. Sintesi di questa attività è Il Teatro delle Scuole®, la rassegna di spettacoli messi in scena dai ragazzi delle scuole di Bologna e provincia che giunge alla 25° edi-zione. Il percorso di promozione della cultura e della pratica del teatro prosegue anche all’interno degli istituti scolastici con un’offerta laboratoriale rivolta sia agli alunni che agli insegnanti, al fine di utilizzare il teatro come strumento educativo per facilitare i processi di socializzazione, l’inte-grazione fra differenti culture e abilità e una mag-giore consapevolezza nella fruizione degli spetta-coli. Infine, in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia e del Bicentenario dell’Arena del Sole, sarà allestito Il Trionfo del Po-polo Bolognese nell’8 Agosto 1848 con il coinvol-gimento di numerosi alunni delle scuole medie e superiori, prima in una fase laboratoriale e suc-cessivamente con il debutto dello spettacolo.

I mestieri del teatro Una proposta formativa dedicata alla scoperta delle professionalità necessarie per l’allestimento di uno spettacolo portando direttamente il teatro nelle scuole di ogni ordine e grado. Durante gli incontri nelle classi un regista teatrale, un tecnico di produzione e un attore si alterneranno a parla-re dei segreti della messa in scena di uno spetta-colo. A conclusione degli incontri i ragazzi saran-no invitati a una visita al teatro ed eventualmente a uno spettacolo serale.

Alza la voce Un laboratorio sulla comprensione del testo e sulla lettura espressiva, un modo per avvicinare i gio-vani alla letteratura e contrastare la decadenza culturale, per accendere nuove curiosità, per con-frontare le scelte e i gusti dei ragazzi. Una vera e propria “scuola di lettura ad alta voce” da fare in

propria “scuola di lettura ad alta voce” da fare in classe, a cura di un’attrice, che si concluderà con la Festa della lettura in teatro dove protagonisti saranno gli studenti stessi che leggeranno i loro culturale, per accendere nuove curiosità, per con-frontare le scelte e i gusti dei ragazzi. Una vera e propria “scuola di lettura ad alta voce” da fare in classe, a cura di un’attrice, che si concluderà con la Festa della lettura in teatro dove protagonisti saranno gli studenti stessi che leggeranno i loro testi preferiti.

Laboratori per insegnanti I percorsi formativi di Lettura espressiva sono rivolti agli insegnanti che desiderano migliorare le pro-prie capacità comunicative. Animazione teatrale si propone di accompagnare i docenti dall’ela-borazione di un testo alla messa in scena, arric-chendo le attività di laboratorio con gli studenti che convergono nella rassegna del Teatro delle Scuole®.

Visite a teatro Continuano con successo le visite guidate del tea-tro rivolte a gruppi di studenti, con percorsi forma-tivi all’interno dello spazio e dell’attività teatrale. Le visite hanno inizio nel foyer con la presentazione del teatro e della sua storia in rapporto alla città e si concludono in palcoscenico dove un tecnico di produzione presenta i mestieri del palcoscenico e illustra ciò che accade dietro le quinte.

Facebook e YouTube Per favorire una partecipazione diretta alle inizia-tive da parte degli studenti saranno utilizzati an-che strumenti di comunicazione innovativi come Facebook e YouTube, nella convinzione che il rapporto tra giovani generazioni e teatro passi anche per i nuovi media, particolarmente utilizzati e frequentati dalle nuove generazioni.

Info: Ufficio Scuola tel. 051.2910.950 [email protected]

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Laboratori

Laboratori teatrali: dizione, lettura espressiva, scenografia, illuminotecnica, speakeraggio, scrittura

In un momento in cui tutto si riduce, si ridimen-siona e si contrae la nostra proposta di labora-tori diventa ancora più ricca e articolata. Corsi di recitazione, lettura, dizione, scrittura, sceno-grafia, illuminotecnica, drammaturgia. Lunghi tutta una stagione, un mese o un solo weekend. Più opportunità, più occasioni per appropriarci del palcoscenico, per confrontarci e capire gli elementi che insieme costruiscono l’attività sce-nica. Più teatro dunque. Più tempo e spazio da concedere a noi stessi, da dedicare alla cono-scenza di sé, degli altri e di quei rituali umani che difficilmente mettiamo a fuoco nel quotidia-no. I laboratori sono rivolti a tutti: come prima tappa di una possibile formazione professiona-le ma anche – perché no – come un piccolo lus-so che ci si concede. Queste le proposte per i prossimi mesi: saperlo dire laboratorio di dizione e organizzazione del laboratorio di dizione e organizzazione del laboratorio di dizione e organizzazione del laboratorio di dizione e organizzazione del ddddiiiiscorsoscorsoscorsoscorso condotto da Alessandra FrabettiAlessandra FrabettiAlessandra FrabettiAlessandra Frabetti 3ª ed. dal 03/05 al 31/05/2011 dalle h 21 alle 24 ore di lezione: 18 spazio scenico laboratorio di scenografialaboratorio di scenografialaboratorio di scenografialaboratorio di scenografia condotto da Davide Amadei dal 17/02 al 17/04/2011 dalle h 21 alle 23.30 ore di lezione: 25 accendi la luce! laboratorio di illuminotecnicalaboratorio di illuminotecnicalaboratorio di illuminotecnicalaboratorio di illuminotecnica condotto da Paolo MazziPaolo MazziPaolo MazziPaolo Mazzi dal 05/04 al 20/05/2011 dalle h 20.30 alle 23 ore di lezione: 20

trame di carta laboratorio di scrittura laboratorio di scrittura laboratorio di scrittura laboratorio di scrittura condotto da Marcello FoisMarcello FoisMarcello FoisMarcello Fois dal 01/04 al 17/04/2011 ore di lezione: 30 il gioco della voce laboratorio di speakeraggiolaboratorio di speakeraggiolaboratorio di speakeraggiolaboratorio di speakeraggio condotto da Marina PittaMarina PittaMarina PittaMarina Pitta dal 11/04 al 30/05/2011 dalle ore 20 alle ore 22 ore di lezione: 16

fare scena workshop di scenografia workshop di scenografia workshop di scenografia workshop di scenografia condotto da Davide AmadeiDavide AmadeiDavide AmadeiDavide Amadei date da definire – maggio 2011 ore di lezione: 15

Informazioni, calendari dettagliati e iscrizioni www.arenadelsole.it [email protected] 051.2910.911

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Concerti

Un’Arena di concerti: Cristina Donà, Petra Magoni & Ferruccio Spinetti, Niccolò Fabi, Vinicio Capossela, Francesco Baccini

Un’intensa primavera di concerti attende l’Arena del Sole: alcuni degli artisti più inte-ressanti del panorama italiano presenteranno il proprio repertorio dal vivo.

Lunedì 28 marzoLunedì 28 marzoLunedì 28 marzoLunedì 28 marzo ritorna sul palco dell’Arena CristCristCristCristina Donàina Donàina Donàina Donà, una delle cantautrici italiane più apprezzate, capace di varcare i confini nostrani scalando il mercato internazionale e che può vantare collaborazioni con musicisti del calibro di Robert Wyatt, Manuel Agnelli degli Afterhours e Morgan. L’artista presente-rà le canzoni dell’ultimo lavoro Torno a casa a piedi, primo album di inediti dopo quattro anni che sta riscuotendo grande successo di critica e pubblico. Nell’attesissimo concerto, presentato da Altomusic, non mancheranno i brani più significativi della sua carriera.

Martedì 12 aprileMartedì 12 aprileMartedì 12 aprileMartedì 12 aprile, ancora grazie ad Altomu-sic, il duo Musica NudaMusica NudaMusica NudaMusica Nuda formato da Petra Petra Petra Petra Magoni e Ferruccio SpinettiMagoni e Ferruccio SpinettiMagoni e Ferruccio SpinettiMagoni e Ferruccio Spinetti (rispettivamente voce e contrabbasso) porterà sul palco della Sala Grande i brani del nuovo disco Compli-ci. Il progetto Musica Nuda ha visto dal 2003 la pubblicazione di ben cinque album: una collaborazione dove è la musica stessa messa a nudo, l’arte di saper spogliare le opere musicali, conosciute o meno, attinte dal repertorio lirico, jazz, pop o soul, per conservarne solamente la struttura essenzia-le, spaziando tra brani originali e cover.

Mercoledì 20 aprile Mercoledì 20 aprile Mercoledì 20 aprile Mercoledì 20 aprile è la volta di Niccolò FNiccolò FNiccolò FNiccolò Fa-a-a-a-bibibibi, che ha scelto l'Arena del Sole per una data del suo nuovo e atteso tour primaverile nei teatri, presentato da Big Fish. Un'occa-sione per ascoltare i brani del repertorio del cantautore romano, che ha all'attivo sei al-bum in studio nell'arco di quindici anni.

Martedì 3 maggioMartedì 3 maggioMartedì 3 maggioMartedì 3 maggio Vinicio CaposselaVinicio CaposselaVinicio CaposselaVinicio Capossela salirà sul palco della Sala Grande per un concerto, presentato da Ponderosa Music & Art, che si preannuncia memorabile. Di ritorno dal suo 20 Years Show, che ha toccato oltre che Londra anche Parigi, Zurigo e Colonia, Ca-possela presenterà i brani del nuovo doppio di inediti, Marinai, Profeti e Balene, in uscita il 26 aprile a tre anni dal suo precedente la-voro Da solo.

GGGGiovedì iovedì iovedì iovedì 5 maggio5 maggio5 maggio5 maggio tocca infine a Francesco Francesco Francesco Francesco BacciniBacciniBacciniBaccini con Baccini canta Tenco – Porto a spasso Luigi nei teatri, un concerto presentato da CicciPromotion in cui viene proposto Ten-co come cantautore ironico e sociale, oltre che intimista, e di uomo dalle tinte forti, immagine lontana da quella in bianco e nero che viene ricordata. Una scoperta per molti, un viaggio nel tempo per altri, attraverso brani come Ve-drai vedrai e Mi sono innamorato di te, testi fin troppo attuali e sonorità rinnovate che vanno dal jazz alla bossa nova, passando dalle ballate fino ad arrivare al rock.

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GEN

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Staff NUOVA SCENA società cooperativa - ARENA DEL SOLE TEATRO STABILE DI BOLOGNA - TEATRO DELLE MOLINE

presidente Massimo Terranova vice presidente/direttore di produzione Natalino Mingrone

direttore amministrativo e del personale Carla Magri direttore comunicazione e marketing Bruno Damini

direttore artistico Paolo Cacchioli

amministrazione del personale Rossana Cacchioli segreteria amministrativa, elaborazione dati e contabilità

Tania Turrini, Stefania Covili, Antonino Gattuso

responsabile ufficio stampa Donatella Franzoni ufficio marketing Francesca Ferri

addetti ufficio stampa e marketing Giacomo Giuggioli, Tommaso Simili

organizzazione ospitalità e eventi responsabile Viviana Gardi coordinamento Elena Zanesi segreteria Federica Ghedini

coordinamento produzione e responsabile manutenzione Roberto Carletti assistente ufficio produzione Lucia Zanfi

responsabile tecnico Marco Carletti tecnici del teatro e di produzione:

Francesca Zarpellon (capo elettricista), Davide Capponcelli (capo macchinista) Massimo Abbondanza, Marco Belli, Luca Bernardi, Giampiero Berti,

Vincenzo Bonaffini, Pierluigi Calzolari, Elena Dal Pozzo, Luca Diani, Emanuele Foti, Paolo Mazzi, Sebastiano Sorbetti, Anna Vecchi

segreteria Anna Caso

direzione di sala, servizi al pubblico, coordinamento laboratori, ospitalità compagnie Eleonora Cristiani, Luca Grosso, Davide Martini

ufficio promozione e servizi al pubblico Elena Castellari ufficio scuola Emanuela Dogliotti

biglietteria e informazioni Veronica Bolelli (coordinamento) Vera Mingozzi, Irena Radmanovic, Anissa Sala, Caterina Zarelli

coordinamento personale di sala Fabiola Sammartano

personale di sala Carlotta Bolelli, Celeste Calzolari, Marinella Dettori, Ernesto Giusti, Giulio Gotti, Nader Haghshenas,

Federica Mingrone, Luigi Piotti, Andrea Porcelluzzi, Antonino Principato, Giulia Spisni, Cinzia Unguendoli

vigilanza Michele Moscarelli, Vincenzo Murrone, Gaetano Sorbetti

cleaning Galyna Shepelina , L’Operosa (un particolare ringraziamento a Luciana Massa)

i soci sovventori

Fi.Bo Finanziaria Bolognese spa Coop Adriatica scrl

CAMST scrl Coopfond spa Cooperare spa Granarolo spa

Assicoop Sicura spa Co.Ind sc

Coop Costruzioni sc Coop Reno sc L’operosa scrl

Cooperativa Edificatrice Ansaloni sc Cosepuri scpa Manutencoop sc

NCV Cooperativa Autotrasporti scrl Francesco Amante & Finalma srl

Eurocolumbus spa Ottica Garagnani sas

STS Servizi Tecnologie Sistemi spa Avola sc

Cronopios sas

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