L’Araldo Fedele Azari in arte Dinamo L’Araldo · Milano) nella sala Francesco Agello, ore 10 di...

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L’Araldo L’Araldo Gruppo Culturale Cremasco Gruppo Culturale Cremasco Ricerche Storico Ambientali Ricerche Storico Ambientali Ferrante Benvenuti Presidente onorario Mario Cassi Presidente Gian Attilio Puerari Vice presidente Massimo Marinoni Fotografo Federico Corradini Grafico designer Angela Arpini, Mauro Benzoni, Cinzia Cre- monesi, Giulio Foglia, Agostino Giovinetti, Luigi Martini, Marco Gandelli, Chiara Gnesi, Ismaele Gritti, Stefano Rizzetti, Alberto Val- carenghi Collaboratori Gianbattista Longari Addetto stampa Elisa Foglia, Emilio Rigoni, Franco Fusar Poli Le iMMaGiNi e La GrafiCa DeL PeriODiCO sONO Curate DaLLO stuDiO fOtOGrafiCO M. MariNONi, CreMa Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected] Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected] Ciclostilato in proprio - Copyright © - Tutti i diritti riservati - Ciclostilato in proprio - Copyright © - Tutti i diritti riservati - L’Araldo PREsIDEnTE MARIO CAssI, VICE PREsIDEnTE GIAn ATTILIO PUERARI, REsPOnsAbILE MAssIMO MARInOnI a Cura DeL GruPPO CuLturaLe riCerChe stOriCO aMBieNtaLi L’araLDO Di CreMa fondato nel 1999 - 2009 aNNO iii - NuMerO 6 (DistriBuziONe Gratuita) CreMa, LuGLiO 2009 Periodico d’Informazione Culturale Cremasco L’Araldo News e appuntamenti S abato 7 Novembre 2009 Inaugurazione mostra dell’ARALDO, e Conferenza del prof. Paolo CESARETTI (Università di Bergamo) e prof. Marco MESCHINI (Università Cattolica di Milano) nella sala Francesco Agello, ore 10 di Mario Cassi Fedele Azari in arte Dinamo La vita al volo di un aeropittore Convegno 850° Anniversario dell’Assedio di Crema E in preparazione uno speciale del nostro Periodico che uscirà in data 7 Novembre 2009 in contemporanea alla mostra, dedicato inte- gralmente, all’850° dell’assedio di Crema da parte di Federico Barbarossa. Documenti e foto inedite daranno lustro a questa pubblicazione. Quello che avete visto finora o sapete... Vi stupiremo. Nel 2009 ricorre il Centenario della nascita del Futu- rismo, movimento letterario, artistico e filosofico in senso lato, con il Manifesto del suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti. Mentre il mondo culturale si ri- sveglia per questa ricorrenza, noi vogliamo ricordare una figura minore nel vasto ed eterogeneo panorama italiano, tipico esempio di “vita vissuta da futurista”. Fedele Azari nacque a Pallanza l’8 febbraio 1895 – secondo altre fonti, 1896 – figlio di Quintino, Ispettore delle Regie Poste, e di Maria Milani. Arruola- tosi nel Battaglione Aviatori allo scoppio della Grande Guerra, frequentò la Scuola di addestramento di Busto Arsizio ed ottenne il brevetto di pilota su ap- parecchio Farman 14. Lasciò il fronte per diventare istruttore pilota ma vi ritornò sul finire del 1918. Osservatore sui rari SVA biposto, riportò dalle sue ricognizioni aeree importanti fotografie delle linee nemiche. Visse questa esperienza come determinante per il resto della sua vita. A Torino per motivi di studio, aderì al Futurismo conoscendo Umberto Boccioni nel 1916, poi Marinetti. Dall’aviazione Azari trasse ispi- razione artistica: è l’inventore dell’avioteatro, il cui manifesto, “Il teatro aereo futurista. Il volo come espres- sione artistica di stati d’animo”, fu lanciato dallo stesso Fedele e da Guido Keller nel 1919 sopra il Duomo di Milano. Il testo fu poi pubblicato in “La Carlinga Ar- moniosa” (a cura di Saverio Laredo de Mendoza, Mi- lano, 1929). L’8 maggio 1920 sorvolò Milano, Torino e Genova a bordo di un dirigibile, per il lancio di mi- gliaia di manifestini pubblicitari della Fiera Campio- naria Internazionale. Fu anche il principale precursore ed esponente dell’aeropittura. L’aeropit- tura è una commistione di ispira- zioni: alle sensazioni dinamiche del volo e alla nascente aeronautica. Gli artisti di questa corrente sono gio- vani, ribelli e provocatori, intenzio- nati a distruggere il passatismo ed il formalismo accademico, per esal- tare la temerarietà e l’innovazione. I soggetti maggiormente rappre- sentati si ispirano al mito aviatorio dei fasti icarii, al volo, agli aerei, allo spazio.Come accadde per il Futurismo, l’aeropittura confluì negli efficacissimi mezzi propa- gandistici del regime fascista, per documentare con molto realismo scene di guerra e combattimenti aerei. Alla Biennale di Venezia del 1926 l’aeropittura conquistò il suo spazio con opere di Azari (“Pro- spettive di volo”), Peruzzi, Nevin- son, Luigi Colombo (in arte Fillia), Oriani, Nino Costa. Essa aveva già assunto i caratteri formali che le resteranno propri, sintetizzati nel “di- namismo-plastico” ispirato al mito della macchina e della velocità – istanze alla base del Futurismo. Chiara Gnesi (Prima parte) Sopra Azari Dinamo. A destra Fedele Azari Quest’anno cade l’ottocentocinquante- simo anniversario dell’inizio dell’assedio di Crema. Cinquant’anni fa, nel 1959, l’evento fu commemorato con varie ini- ziative, come riportato nel “calendassedio”, calendario commemorativo dell’Assedio della nostra bella Città. Fu bene organiz- zata una sfilata della milizia combattente cremasca in divisa dell’epoca, fu deposta una targa marmorea commemorativa sulle mura adiacenti a Porta Serio, con la seguente epigrafe: ”Agli eroici cremaschi che sulle mura della città per la difesa delle li- bertà comunali contro Federico Barbarossa in- trepidi lottarono e caddero. Ai martoriati ostaggi che Crema fecero insigne. I cittadini memori nel VIII centenario dell’Assedio.” Fu indetto un interessan- tissimo concorso di pittura sull’argomento, a cui parteciparono gli artisti locali, vinto dal maestro Giuseppe Perolini. Continua a pagina 2 S abato 3 Ottobre 2009 ore 16.00, Museo Civico di Crema sala ex biblioteca conventuale, presentazione del libro di Massimo Borelli Cari lettori, esordiamo in questo sesto numero parlando della confe- renza riguardante l’850° anniversa- rio dell’assedio di Crema, tenuta dal prof. Franco Cardini presso la sala Pietro da Cemmo, il 22 maggio scorso. Continua all’interno del no- stro periodico la ricerca delle Car- toline intestate – commerciali delle attività storiche di Crema; segue un interessante articolo riguardante l’enigma del codice “argotico” della nostra cattedrale, e la riproduzione della medaglia commemorativa del più importante restauro della chiesa, avvenuto proprio cin- quant’anni fa, (1959-2009). Prose- guiamo con uno studio sul passaggio affrescato in stile vene- ziano sotto gli “ Angel i “, detto anche “sota ’l Signùr” ; infine un articolo de- dicato al centenario della nascita del Futurismo. Va ricordato che il grande Filippo Tommaso Marinetti venne a Crema il 3 aprile 1921, invi- tato dall’Associazione Mutilati e In- validi di Guerra, a tenere una conferenza nel teatro Sociale, sul tema “Tattilismo e Futurismo ”.

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L’AraldoL’AraldoGruppo Culturale CremascoGruppo Culturale Cremasco

Ricerche Storico AmbientaliRicerche Storico Ambientali

Ferrante Benvenuti Presidente onorarioMario Cassi PresidenteGian Attilio Puerari Vice presidenteMassimo Marinoni FotografoFederico Corradini Grafico designer

Angela Arpini, Mauro Benzoni, Cinzia Cre-monesi, Giulio Foglia, Agostino Giovinetti,Luigi Martini, Marco Gandelli, Chiara Gnesi,Ismaele Gritti, Stefano Rizzetti, Alberto Val-carenghi

Collaboratori

Gianbattista Longari Addetto stampaElisa Foglia, Emilio Rigoni, Franco Fusar Poli

Le iMMaGiNi e La GrafiCa DeL PeriODiCO sONO Curate

DaLLO stuDiO fOtOGrafiCO M. MariNONi, CreMa

Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected] Sito: www.araldo-crema.org Email: [email protected]

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L’Araldo

PREsIDEnTE MARIO CAssI, VICE PREsIDEnTE GIAn ATTILIO PUERARI,

REsPOnsAbILE MAssIMO MARInOnI

a Cura DeL

GruPPO CuLturaLe riCerChe stOriCO

aMBieNtaLi L’araLDO Di CreMafondato nel 1999 - 2009

aNNO iii - NuMerO 6(DistriBuziONe Gratuita)

CreMa, LuGLiO 2009

Periodico d’Informazione Culturale Cremasco

L’Araldo

News e appuntamenti

S abato 7 Novembre 2009 Inaugurazionemostra dell’ARALDO, e Conferenza del prof.Paolo CESARETTI (Università di Bergamo)

e prof. Marco MESCHINI (Università Cattolica diMilano) nella sala Francesco Agello, ore 10

di Mario Cassi

Fedele Azari in arte DinamoLa vita al volo di un aeropittore

Convegno 850° Anniversariodell’Assedio di Crema

E’ in preparazione uno speciale del nostro

Periodico che uscirà in data 7 Novembre2009 in contemporanea alla mostra, dedicato inte-gralmente, all’850° dell’assedio di Crema da partedi Federico Barbarossa. Documenti e foto ineditedaranno lustro a questa pubblicazione. Quelloche avete visto finora o sapete... Vi stupiremo.

Nel 2009 ricorre il Centenario della nascita del Futu-rismo, movimento letterario, artistico e filosofico insenso lato, con il Manifesto del suo fondatore FilippoTommaso Marinetti. Mentre il mondo culturale si ri-sveglia per questa ricorrenza, noi vogliamo ricordareuna figura minore nel vasto ed eterogeneo panoramaitaliano, tipico esempio di “vita vissuta da futurista”.Fedele Azari nacque aPallanza l’8 febbraio1895 – secondo altrefonti, 1896 – figlio diQuintino, Ispettoredelle Regie Poste, e diMaria Milani. Arruola-tosi nel BattaglioneAviatori allo scoppiodella Grande Guerra,frequentò la Scuola diaddestramento di BustoArsizio ed ottenne ilbrevetto di pilota su ap-parecchio Farman 14.Lasciò il fronte per diventare istruttore pilota mavi ritornò sul finire del 1918. Osservatore sui rariSVA biposto, riportò dalle sue ricognizioni aereeimportanti fotografie delle linee nemiche. Vissequesta esperienza come determinante per il restodella sua vita. A Torino per motivi di studio, aderìal Futurismo conoscendo Umberto Boccioni nel1916, poi Marinetti. Dall’aviazione Azari trasse ispi-razione artistica: è l’inventore dell’avioteatro, il cuimanifesto, “Il teatro aereo futurista. Il volo come espres-sione artistica di stati d’animo”, fu lanciato dallo stessoFedele e da Guido Keller nel 1919 sopra il Duomo di

Milano. Il testo fu poi pubblicato in “La Carlinga Ar-moniosa” (a cura di Saverio Laredo de Mendoza, Mi-lano, 1929). L’8 maggio 1920 sorvolò Milano, Torino eGenova a bordo di un dirigibile, per il lancio di mi-gliaia di manifestini pubblicitari della Fiera Campio-naria Internazionale. Fu anche il principaleprecursore ed esponente dell’aeropittura. L’aeropit-

tura è una commistione di ispira-zioni: alle sensazioni dinamiche delvolo e alla nascente aeronautica. Gliartisti di questa corrente sono gio-vani, ribelli e provocatori, intenzio-nati a distruggere il passatismo edil formalismo accademico, per esal-tare la temerarietà e l’innovazione.I soggetti maggiormente rappre-sentati si ispirano al mito aviatoriodei fasti icarii, al volo, agli aerei,allo spazio.Come accadde per ilFuturismo, l’aeropittura confluìnegli efficacissimi mezzi propa-gandistici del regime fascista, perdocumentare con molto realismoscene di guerra e combattimentiaerei. Alla Biennale di Venezia del1926 l’aeropittura conquistò il suospazio con opere di Azari (“Pro-spettive di volo”), Peruzzi, Nevin-son, Luigi Colombo (in arte Fillia),

Oriani, Nino Costa. Essa aveva già assunto i caratteriformali che le resteranno propri, sintetizzati nel “di-namismo-plastico” ispirato al mito della macchina edella velocità – istanze alla base del Futurismo.

Chiara Gnesi (Prima parte)

Sopra Azari Dinamo. A destraFedele Azari

Quest’anno cade l’ottocentocinquante-simo anniversario dell’inizio dell’assediodi Crema. Cinquant’anni fa, nel 1959,l’evento fu commemorato con varie ini-ziative, come riportato nel “calendassedio”,calendario commemorativo dell’Assediodella nostra bella Città. Fu bene organiz-zata una sfilata della milizia combattentecremasca in divisa dell’epoca, fu depostauna targa marmorea commemorativasulle mura adiacenti a Porta Serio, con laseguente epigrafe: ”Agli eroici cremaschiche sulle mura della città per la difesa delle li-bertà comunali contro Federico Barbarossa in-trepidi lottarono e caddero. Ai martoriati ostaggi che Crema fecero insigne. Icittadini memori nel VIII centenario dell’Assedio.” Fu indetto un interessan-tissimo concorso di pittura sull’argomento, a cui parteciparono gli artistilocali, vinto dal maestro Giuseppe Perolini. Continua a pagina 2

Sabato 3 Ottobre 2009 ore 16.00, MuseoCivico di Crema sala ex biblioteca conventuale,

presentazione del libro di Massimo Borelli

Cari lettori, esordiamo in questosesto numero parlando della confe-renza riguardante l’850° anniversa-rio dell’assedio di Crema, tenuta dalprof. Franco Cardini presso la salaPietro da Cemmo, il 22 maggioscorso. Continua all’interno del no-stro periodico la ricerca delle Car-toline intestate – commerciali delleattività storiche di Crema; segue uninteressante articolo riguardantel’enigma del codice “argotico” dellanostra cattedrale, e la riproduzionedella medaglia commemorativa delpiù importante restauro dellachiesa, avvenuto proprio cin-quant’anni fa, (1959-2009). Prose-guiamo con uno studio sulpassaggio affrescato in stile vene-ziano sotto gli “Angeli “, detto anche“sota ’l Signùr”; infine un articolo de-dicato al centenario della nascita delFuturismo. Va ricordato che ilgrande Filippo Tommaso Marinettivenne a Crema il 3 aprile 1921, invi-tato dall’Associazione Mutilati e In-validi di Guerra, a tenere unaconferenza nel teatro Sociale, sultema “Tattilismo e Futurismo”.

L’AraldoL’Araldo

Passaggio sotto “gli angeli”di Bernardo Zanini

segue dalla prima

L’opera è tuttora esposta nella saladel Consiglio Comunale detta ap-punto degli Ostaggi. Fu creato unbellissimo manifesto, con al centroil disegno dell’artista LodovicoPogliaghi, affisso in Città e nel cir-condario; sempre dallo stesso ar-tista furono create una stampa,una cartolina commemorativa edun annullo a targhetta ret-tangolare. Basilare la storiadell’Assedio di Crema, tra-dotta dall’originale di Ot-tone Morena, Podestà diLodi, storico coevo del-l’imperatore Federico I diHohenstaufen detto il Bar-barossa, tradotta dal prof.Franco Cardini e colleghi,nonché le cronache deltempo riportate dallo sto-rico cremascoPietro da Terno.Leggendo atten-tamente i fattiprincipali, in unperiodo di pienorevisionismo sto-rico, il comporta-mento deicremonesi restatuttavia inequi-vocabile, da quila lunga dia-spora di otto se-coli e mezzo deicremaschi nei loro confronti. Ilprof. Franco Cardini, docente distoria medievale dell’Universitàdi Firenze, ha tenuto una confe-renza magistrale a riguardo, riba-dendo la responsabilità deicremonesi e dei pavesi, indi delBarbarossa. Nella sala Pietro daCemmo, gremita da storici, stu-diosi, e da alcune classi del LiceoRacchetti, lo storico ha spaziatonella storia del XII secolo e nel-l’universo storico-politico, stimoloalla documentazione e all’inse-gnamento. Ha citato la possibile

etimologia delnome di Crema.Ha pure affermatoche le identità sonotutte imperfette, eche le immaginidel passato sonopiene di contraddi-zioni.Ricordandolo storico OttoneMorena, che descrisse bene l’asse-dio, Cardini afferma che fu un attostorico significativo che portò allarinascita di Crema; ne è testimoneil gonfalone della Città, nei suoi

colori, il bianco e ilrosso. Colori dell’im-pero che significano ri-costruzione e nuovoordine. L’imperatoreveniva visto in Italiacome avversario e noncome nemico; si trovòcoinvolto in disputepolitiche tra alcuni cen-

tri abitati lombardi,ed è in questoclima che si arrivaall’assedio diCrema. Federicoaveva al seguito unesercito leggerocomposto da uncentinaio di soldati.Ad iniziare le osti-lità furono i pavesie poi i cremonesi,tutti imperiali e in-sofferenti dell’ege-

monia di Milano. La Città diCrema ricorderà questa celebra-zione nella sua storia locale.

Mario Cassi

in alto acquarello del 1928ispirato alla scena degli

Ostaggi del Previati.a sinistra stampa rappre-

sentante Federico Barba-rossa e gli Ostaggi di

Lodovico Pogliaghi.al centro l’Assedio diCrema, la torre con gli

Ostaggi.sotto il Prof. Franco Car-

dini.

La casa di S. Marino a Crema vennefondata agli inizi del XIII secolo daundici promotori e benefattori diBagnolo. Venne dedicata a San Ma-rino, il Santo scalpellino originariodell’isola di Arbe – oggi in Dalma-zia –, protettore del lavoro manualee della libertà comunale, ideali con-divisi dagli Umiliati e dalla città diCrema. All’interno della casa di SanMarino viveva, separata, una co-munità laicale di uomini e donne,che osservavano la stessa regola.Fra il XIII ed il XIV secolo fu edifi-cata la chiesa di San Marino. Le fun-zioni religiose erano amministrate dai sacerdoti

Umiliati col titolo diprelati. In seguito(dal 1603 al 1606) lachiesa venne offi-ciata dai Padri Ge-suiti, poi, fino al1653, dai Padri Ago-stiniani che la tene-vano come sedescolastica, infine, dal1664 al 1810, passò aiPadri Barnabiti checostruirono la nuova

sede, adibita ancor oggi a scuola media Vailati, inpiazza Moro. Nel 1764 i Padri Barnabiti costrui-rono una nuova chiesa dedicata a San Marino,sulla vecchia ormai fatiscente. L’architetto incari-cato per l’edificazione della chiesa era il crema-sco Giacomo Zaninelli. La posa della prima pietravenne benedetta con una funzione solenne dalVescovo Mons. Marco Antonio Lombardi. Que-sta chiesa di San Marino fu demolita nel 1868, perfarne una piazza dedicata a Vittorio Emanuele II.Gli arredi interni furono divisi tra la chiesa diSanta Maria Stella e la chiesa di San Benedetto. Nel 1992, in seguito a degli scavi attuati dall’Enel inPiazza Aldo Moro, vennero alla luce le fondamenta dellachiesa di San Marino – probabilmente sono le stesse fon-damenta riportate alla luce in queste settimane, dagliscavi effettuati per il teleriscaldamento a Crema. Nella chiesa di San Marino venivano venerati il quadrodella Madonna della Provvidenza; l’effigie del Beato An-tonio Maria Zaccaria, fondatore dei Barnabiti, ora custo-dita nella chiesa di San Barnaba a Milano, e la statua dellaMadonna Nera, ornata con cinque collari di ordini eque-stri fra i quali: i l cavalierato di Malta, il Toson d’Oroe l’Ordine di San Maurizio e Lazzaro. Le ultime vestigia

della chiesa di SanMarino si trovanoancora oggi, ormairidotte a lacerti diaffreschi con de-corazioni florealie di angeli, nel sottopassaggio che collega via Matteotti apiazza Istria e Dalmazia, nel luogo chiamato ancora oggi“sota al Signùr “, che conserva anche uno degli ultimi ne-gozi medievali (l’altro è situato in via Valera). È rimasto anche un affresco strappato da Laini nel 1947,che ora si conserva nella casa Zappelli Ceserani.

in alto e in basso a sinistra particolaridegli affreschi i cui si vede lo stato dinotevole degrado. al centro veduta delsottopassaggio che collega via Matte-otti a piazza istria e Dalmazia.sopra si nota uno degli ultimi negozimedioevali rimasti in città.

Nel maggio 2006 in occasionedi “Crema del Pensiero”,Massimo Cacciari, sindacodi Venezia, notò con stuporela presenza (seppure in cattivostato di conservazione) del belsottopasso veneziano, sugge-rendo al sindaco di allora unpronto recupero.

L’Araldo

Le cartoline intestate-commercialidelle attività storiche di Crema

L’Araldo

In questo sesto numero trat-tiamo le cartoline commercialirelative alla Ditta Everest, allaSerio s.p.a Milano - Crema, allaGiovanni Zavatteri e alla fio-rente ferramenta e ottomaniLunghi.La Ditta Everest era situata aCrema in via Mulini al civico 3.Oltre che costruire le classichemacchine da scrivere, popolar-mente chiamate “le machinète”,produceva il precursore dellacalcolatrice: l’addizionatricescrivente elettrica. La società Serio sorse nel 1932da poche baracche lungo il vialealberato che conduce al quar-tiere di Santa Maria della Croce.Lo stabilimento si estendeva su40.000 metri quadrati ed impie-

gava circa 2000 dipendenti. E’ stata l’industria più impor-tante della provincia di Cre-mona. L’Everest trovava collocamento

per mezzo di una importanteorganizzazione commercialeche comprendeva 20 filiali intutta l’Italia, 22 sub - filiali edoltre cento agenzie; all’estero

era ben rap-presentatada 82 agentiesclusivistiin tutto ilMondo.La ditta Za-vatteri, at-tiva in viaXX settem-bre al civico52 fino a

pochi anni fa, commerciava inarticoli casalinghi e per latteria,nonché materiale elettrico. Era concessionaria con depositodelle Lampade Philips. La Ditta Lunghi era situata aCrema in via XX settembre, edè una delle più antiche e fiorentiferramenta della Città.

Mario Cassi

Il 70° ANNIVERSARIO DELL’APPROVAZIONEDELLO STEMMA DI CREMA 1939 - 2009

Il 15 febbraio 1939, lo Stemma diCrema fu approvato con Regio De-creto del Capo del Governo, tra-scritto nel Libro Araldico degli entimorali al volume II, pagina 631, ed ètuttora in uso.

CaPO – Pezza onorevole di primo ordineche occupa la terza parte superiore delloscudo e simboleggia l’elmo del cavaliere.

aBBassatO - Dicesi il capo dello scudoche, dovendo occupare la terza parte supe-riore, è invece collocato più in basso del suoluogo normale per dar posto ad un capo diconcessione.

DestrOCheriO - Chiamasi il bracciodestro movente nello scudo dal fianco sini-stro.

COrONa Di MarChese - È un cer-chio d’oro rabescato e tempestato di gemme,

sostenente quattro fioroni d’oro e altrettantebasse punte sormontate ciascuna da tre perleposte una su due.

L’insegna fu data da Guglielmo Mar-chese di Monferrato alla comunità diCrema, il 7 maggio 1185 durante lariedificazione dovuta all’assedio e di-struzione del 1159-60 da parte deicremonesi,pavesi e truppe imperialidi Federico I detto il Barbarossa. Lostemma durante le varie domina-zioni fu modificato più volte, l’ultimafu nel 1933 durante il governo Fasci-sta con il R.D. 12 ottobre n.1440, il Fa-scio Littorio fu messo in “capo”, unafigura dell’Araldica che indica ilsimbolo del regime, e occupa la terzaparte superiore dello scudo, la figuraera formata da un fondo rosso por-pora ove era disposto il Fascio Litto-rio in oro, circondato da due rami diquercia e d’alloro, annodati da unnastro con i colori nazionali.

emmeci

Fu rilasciato a Roma nel 1911 durantel’Esposizione Internazionale Agricola-Industriale Arte e Scienza. Un tema af-fascinante è quello delle Esposizioni earti, che ha dato origine a una nume-rosa produzione. Lo slancio della na-scente industrializzazione di fineottocento si riconosce in un sorgere dimanifestazioni, come esposizioni efiere, internazionali, nazionali, regio-nali e locali, per pubblicizzare lanuova

produzione industriale.I premi erano costituitida medaglie, anchemolto grandi, e in certicasi simili a degli ordini cavallereschi. Questi premi espositivi venivano poi ri-portati graficamente sulle intestazionidelle fatture e dei documenti delladitta. Naturalmente i bei diplomi,come questo che è riportato, venivanoesposti in bella mostra nei negozi o

durante i mercati.Esso è composto da una meda-glia d’oro incastonata nel di-ploma e da una medaglia aventesolo il diritto con nastro tricolore,

aquila bicipite e smalti. Interessante èla motivazione riguardante la lavora-zione speciale del torrone; si può af-fermare che cent’anni fa a Crema siproduceva artigianalmente il dolce.

emmeci

I l torrone “cremasco”

Il diploma di gran premio d’onore - medaglia d’oro alla ditta F. Quaranta diCrema per la lavorazione speciale del torrone e biscotti.

Medaglia d’oro Gran premio EsposizioneAgricola industriale Roma 1911.In metallo dorato il diametro è di 61mm.Sotto a sinistra, medaglia uniface dorata, diottima fattura composta da un’aquila bicipitecoronata e con nastro tricolore, al centrostemma della Città di Roma e SPQR. Neglismalti Esposizione internazionale e 1911.

L’AraldoL’Araldo

Le cattedrali gotiche furono co-struite in Europa, a partire dal1128, subito dopo il ritorno dei Ca-valieri Templari dalla Terra Santa,i quali avevano rinvenuto, sotto lerovine del tempio di Salomone, deidocumenti cifrati concer-nenti “le leggi divine deipesi, dei numeri e delle mi-sure“; tali documenti sareb-bero stati forniti agli architetticostruttori di cattedrali. L’orientamento spazialedi questi edifici è semprelo stesso: i medesimi pre-sentano l’apside rivoltoverso est, verso la luce,che per i cristiani è ilpunto geografico dove sa-rebbe nato Gesù Cristo.Le cattedrali sono tuttededicate alla VergineMaria, la loro posizionenon è casuale, venivanocostruite su luoghi sacridedicati al culto della“Dea Madre“ che esistevagià prima dell’avvento del

Cristianesimo.In questi luoghi si concentra l’ener-gia magnetica terrestre positiva ele cattedrali sono sempre allineatecon le strutture megalitiche anti-che. La pianta delle cattedrali è acroce latina , che secondo Fulca-nelli è il geroglifico alchemico del

crogiolo al cui interno la ma-teria prima, necessaria per larealizzazione della GrandeOpera Alchemica, muore,per trasformarsi poi in qual-cosa di più elevato.

Le cattedrali sono abbellite di sta-tue e bassorilievi in pietra raffigu-ranti elementi simbolici magici edesoterici; infatti per tutto il periodomedioevale la ragione va a paripasso con l’eresia. Ogni cattedraleè dotata di una cripta dove, se-condo la tradizione, erano custo-dite delle reliquie sacre moltoimportanti. Le cripte a loro voltasono collegate al culto delle Ver-

gini Nere, statue che raffigurano laVergine Maria con la carnagionescura. Il Duomo di Crema di stile goticoLombardo, venne costruito damaestranze locali con mattoni incotto tra il 1185 e il 1341 circa; se-condo la tradizione storica una la-pide datata 1311, era murata in unacampata della chiesa con i nomi didue architetti: Jacobus de Gabianoe Gracius de Prata, ma dato che ilcantiere del Duomo rimase apertofino al 1341, altri architetti, proba-bilmente, portarono l’opera alcompimento. La cattedrale dedi-cata a Santa Maria Assunta vennecostruita sopra il Duomo romanicodistrutto dal Barbarossa nel 1160, e forse anche su una chiesa più an-tica, chiamata Santa Maria dellaMosa, per via della palude che cir-condava Crema, come riportatodal Terni, nella sua Historia. Gli architetti che costruirono la cat-tedrale di Crema erano degli ini-ziati riuniti in corporazione checonoscevano il linguaggio simbo-lico del codice argotico che è unadeformazione ortografica della pa-rola “Artgotique“ la cui omofoniaperfetta è legata alle leggi fonetichedella Cabala ebraica, per cui la cat-tedrale è un capolavoro di Art gotho di Argot . Il simbolo degli architetti è datodalla scacchiera di 64 caselle postasulla facciata del duomo, perché illibero muratore ha i piedi sul pavi-

mento a scacchi bianchi e neri dellaLoggia. Il Codice Argotico a Crema erastato importato e custodito dai ca-valieri Templari Cremaschi, cheavevano posto la loro croce patentesulla facciata della cattedrale e finoad oggi non erano mai stati rinve-nuti dei documenti che ne com-provassero la loro effettivapresenza a Crema. Nel 1309 PapaClemente V, con la bolla “ Faciens

Misericordiam “ incaricò molti ve-scovi europei di procedere controi Templari; il medesimo, inoltre,aveva affidato al domenicano Gu-glielmo Cigala da Genova il com-pito “ d’inquisitore ordinario “ perle zone di Cremona e di Piacenza. Irisultati delle indagini condotte dafra Cigala, vennero presentate alConcilio Provinciale di Ravenna

indetto il 15 giugno del 1309; il ver-bale con l’assoluzione dei Tem-plari senza uso della tortura, fuinviato al Papa Clemente V, ilquale, non rimase soddisfatto deirisultati ottenuti, in considerazionedel fatto che in tutta Italia i Tem-plari furono assolti. Il 27 giugno 1309 Papa Clemente Vemanò la bolla “Dudum ad Elicen-dum“ esortando gli inquisitori adusare la tortura per accertare l a

v e r i t à ; i n o l t r ed i e d e u n m a n -d a t o s p e c i a l e ad u e monaci dome-

nicani percontro l larelo statodelle inda-gini in corson e l l ’ I t a l i adel Nord. I due procu-ratori il 20N o v e m b r e

1309 arrivarono a Cre-mona per controllare

l’operato di fra Cigala e furonoospitati al convento dei domeni-cani . A questo incontro seguirono treverifiche, il 24 Novembre 1309 aPiacenza, il 29 Novembre 1309 aPavia, ed infine i due procuratori,insieme a fra Cigala, fecero un ul-timo controllo a Crema. Se l’inquisitore e i due procuratori

controllarono la città di Crema, èperché ivi c’erano dei CavalieriTemplari, anche se non è dato disapere i loro nomi e neppure doverisiedevano. Con la soppressione dell’ordinedel Tempio, avvenuta il 22 Marzo1312, i beni appartenuti ai Tem-plari furono alienati in favore deiCavalieri Ospitalieri, poi a quelli diAcri ed infine di Malta, fino al-l’editto di soppressione di questiprivilegi, emanato dalla Repub-blica Cisalpina nel 1797.Con la scomparsa dell’ordine Tem-plare, i segreti del “Codice Argotico“furono, in età imprecisata, presi inconsegna dalla Corporazione deiliberi muratori e anche dagli “Illu-minati“, un ‘organizzazione elitariache controllava la massoneria pre-sente anche a Crema, le cui vesti-gia simboliche si trovano nelchiostro dell’ex convento degliAgostiniani, nella chiesa di SantaTrinità e nella Basilica di SantaMaria della Croce. Con la costruzione del convento diSant’Agostino, di cui è rimastatraccia dei lavori effettuati nel“Liber expensae fabrice 1439-1454“sopravissuto nonostante ladispersione dell’archivio, i “Magi-stri“ che si susseguirono alle variefasi di costruzione, realizzarononel secondo chiostro verso il refet-torio ed ora salone Pietro daCemmo del museo, un codice sim-bolico con dei clipei in cotto, raffi-guranti croci templari e di Malta,esagrammi, pentagrammi e il tri-gramma massonico col compasso,la squadra e il regolo. Non sappiamo ancora oggi se que-sto codice è stato tratto dal codiceargotico presente nel duomo diCrema, anche perché non è maistata rinvenuta una specie di“Stele di Rosetta“ con le dovutespiegazioni; infatti secondo la tra-dizione massonica ogni adepto tra-mandava oralmente le sueconoscenze iniziatiche all’internodella Loggia di appartenenza

(Prima parte)

L’enigma del codice argoticodi Bernardo Zanini

La Croce Templare della Cattedrale del Duomo di Crema.

Il compasso e la squadra simbolo “massonico” dei costruttori. A sinistra clipeo con il fiore della vita o fiore celtico.

In alto la Cattedrale del Duomo di Crema, in basso la scacchiera del Duomo.

Medaglia commemorativa il restauro dellaCattedrale, 26 aprile 1959.Bronzo argentato, dimensioni 50 mm.