La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
-
Upload
biodini-wouja -
Category
Documents
-
view
215 -
download
0
Transcript of La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
1/16
1
Marco Breschi e Nicola Serio
Dipartimento di Scienze Statistiche
Università degli Studi di Udine
L’analisi dei comportamenti demografici a livello territoriale è uno dei filoni tradizionali neglistudi di popolazione. Per l’epoca storica e per l’area in esame, un punto di riferimento è il lavoro
di Andrea Schiaffino [1971] su popolosità e dinamica demografica di lungo periodo (1815-1961)
nei distretti veneti. In tale studio, teso ad indagare l’influenza della popolosità sul movimento
naturale della popolazione, sono precisate le relazioni reciproche tra manifestazioni
demografiche e manifestazioni economico-sociali messe in luce in un precedente contributo
[Schiaffino 1969]. La scelta ‘forte’ dell’approccio territoriale è stata recentemente riproposta in
un’indagine sulla popolazione veneta tra il 1856 e il 1911 [Dalla Zuanna e Loghi 1997] che ha,
come unità territoriale di riferimento, il distretto - circoscrizione amministrativa intermedia tra il
comune e la provincia attivata durante la dominazione austriaca. Questa indagine, limitata ai
territori appartenenti all’attuale regione Veneto, evidenzia una grande variabilità dei regimi
demografici sub-regionali tale da suggerire, almeno per il periodo antecedente il XX secolo,
«[...] che non è molto sensato parlare di «popolazione del Veneto», se con questo termine si
vuole indicare un gruppo caratterizzato da comportamenti demografici ben identificabili» [Dalla
Zuanna e Loghi 1997, p. 98].
La precedente conclusione riecheggia i primi risultati di una serie coordinata di indagini e di
ricerche1 volte a verificare l’esistenza di specifici e distinti regimi demografici in ambito
nazionale e regionale. Un’ipotesi di ricerca «[...] che è stata da tempo avanzata e che sembra
trovare conferme abbastanza probanti è, in effetti, che le sensibili differenziazioni del regime
demografico naturale che possono riscontrarsi nelle epoche che precedono l’inizio della
transizione siano spesso legate a fattori ambientali, ed anche a fattori che, in senso lato, possono
essere definiti di tipo culturale, e che, comunque, non siano necessariamente connesse con ildiverso livello di vita delle popolazioni» [Breschi e Del Panta 1995, p. VI].
_____________* Lavoro svolto nell’ambito del progetto di ricerca dipartimentale e del
progetto di ricerca MURST ex 40
1 Ci riferiamo al progetto di ricerca «Modelli di sviluppo demografico in Italia tra XVIII e XIX secolo» coordinato
da Lorenzo Del Panta e finanziato con un contributo 40% del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e
Tecnologica.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
2/16
2
Anche questa nota sulla popolazione del Friuli nel periodo antecedente la transizione si muove
nell’ambito degli studi richiamati. L’obiettivo di fondo è infatti misurare e descrivere i fenomeni
demografici a livello territoriale. Diversamente dalle indagini condotte sull’intera area veneta,
l’unità territoriale adottata nell’analisi non è il distretto ma la regione agraria; inoltre, il periodo
di analisi privilegia l’Ottocento preunitario.
Il cardine di questo studio è costituito da alcuni quadri statistici elaborati, a livello comunale,dall’amministrazione della Provincia del Friuli negli anni 1827-37. Si tratta di una fonte
documentaria utilizzata in una precedente analisi sulle differenze geografiche della mortalità
complessiva e per età negli anni successivi alla Restaurazione [Serio 1998]. L’attenzione è,
invece, ora rivolta allo studio dei regimi demografici territoriali con l’intento di individuare aree
simili per livelli di nuzialità, natalità e mortalità e per caratteri topografici ed economici.
Inoltre, l’arco temporale non è limitato agli anni 1827-37 ma interessa altri due intervalli
temporali del XIX secolo: gli anni francesi del primo Ottocento e il periodo successivo
all’annessione del Friuli al Regno d’Italia (1866). Per il primo periodo si sono utilizzati i risultati
di un’indagine condotta nel 1807 a livello comunale e che riporta, oltre al dato di popolazione al
1807, i dati annuali di movimento (nascite, decessi e matrimoni) per il triennio 1804-1806.
Questo materiale statistico, ancorché meno ricco e dettagliato di quello prodotto durante ladominazione austriaca, copre, al momento attuale, il solo Dipartimento di Passariano -
corrispondente, grosso modo, all’attuale Provincia di Udine. Per i primi anni post-unitari si sono
presi in considerazione, i dati di movimento, disponibili a livello comunale, del quadriennio
1870-73 e, pertanto, aventi come punto centrale la popolazione censita il 31.12.1871. Si ha,
quindi, l’opportunità di verificare la permanenza o meno di eventuali regimi territoriali per
l’epoca precedente la transizione demografica che inizia a manifestarsi, almeno per il complesso
dell’area veneta e friulana, a partire dal penultimo decennio del XIX secolo [Livi Bacci 1980;
Rossi 1991].
La compilazione delle era il risultato finale
di una serie di operazioni di raccolta delle informazioni demografiche che interessavano vari
livelli territoriali: la parrocchia, il comune e la provincia. Il parroco era infatti tenuto ad inviare
all’amministrazione comunale un quadro di sintesi dei principali fenomeni demografici. A sua
volta, l’amministrazione comunale provvedeva a riassumere in un unico prospetto le statistiche
relative alle parrocchie che insistevano sul proprio territorio. I quadri comunali erano infine
inviati alla Regia Deputazione Provinciale a cui spettava il compito di redigere il quadro disintesi che veniva trasmesso, passando per il governo centrale di ciascun Stato, a Vienna dove si
provvedeva a compilare le per l’intero impero.
Una serie continua di tabelle statistiche relative alla Provincia del Friuli sono giunte a noi e
offrono la rara opportunità di analizzare i comportamenti demografici della popolazione friulana
a livello territoriale. Questa preziosa fonte documentaria - conservata nell’Archivio di Stato di
Udine2 - fornisce, per quasi tutte le comunità dell’antica Provincia del Friuli, i dati annuali dal
1827 al 1837 relativi alla popolazione complessiva, alle nascite e ai decessi distinti per sesso, ai
2 Archivio di Stato di Udine (d’ora in poi ASU), , b. 136. La fonte considerata è nota
con il nome di .
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
3/16
3
matrimoni, ai nati legittimi e ai decessi distinti per gruppi di età e per grandi classi di cause dimorte.È importante segnalare che, in considerazione delle disposizioni per la tenuta dei registri dellostato civile [Sala 1985, p.21], i dati del movimento naturale fanno riferimento alla parrocchia di«domicilio»3;. anche il dato di popolazione doveva essere riferito alla sola popolazione
«stabilmente domiciliata»4
ma, in realtà, tale informazione, negli anni in cui non venivaeffettuato un censimento, era ottenuta a calcolo5. La consistenza della popolazione era calcolataaggiungendo al dato iniziale (riferito al 1 novembre di ciascun anno) le poste in attivo (nati eimmigrati) e quelle in passivo (decessi e emigrati) del bilancio demografico osservate nel corsodell’anno camerale (cioè tra il 1 novembre dell’anno t e il 31 ottobre dell’anno t+1). Un similemetodo di calcolo non poteva che determinare una valutazione sempre più approssimata dellaconsistenza della popolazione. I dati sugli spostamenti di residenza (emigrazioni e immigrazioni)non erano infatti esenti da limiti e, in particolare, là dove - e cioè in gran parte dei comunifriulani - il registro di popolazione tardò ad essere attivato o venne aggiornato in modoimperfetto6.Il quadro statistico relativo all’anno camerale 1 novembre 1834 - 31 ottobre 1835 offre una prova
dei limiti insiti nella procedura di stima della popolazione. Tra il 1833 e il 1834 leamministrazioni comunali friulane, se non effettuarono un vero e proprio censimento, svolserouna serie di controlli volti a determinare l’ammontare della popolazione. Al 31 ottobre 1835 idati frutto di tali verifiche risultarono discordanti da quelli ottenuti a calcolo: la differenza, perl’intero Friuli, risultò pari a 10354 unità in più, pari al 2,7% della popolazione ottenuta a calcolo.Tuttavia, soltanto in una ventina di comuni, le differenze erano particolarmente elevate
3 In relazione agli atti di nascita, nella notificazione del 19 gennaio 1816 al paragrafo 5 si trova scritto «[…] Quando
la nascita seguisse fuori dell’ordinario domicilio dei genitori, ed il battesimo fosse stato amministrato da un altro
parroco, si farà da questi la corrispondente inscrizione colle mentovate indicazioni, ma dovrà nel termine di giorni
quattro darne la corrispondente notizia al parroco del domicilio dei genitori, che dovrà farne l’annotazione nel
proprio libro». Nella medesima notificazione al paragrafo 19 vengono dettate le disposizioni relative agli atti di
morte «[…] Accadendo la morte fuori del domicilio, il parroco del luogo, ove seguì la morte, dovrà farne l’analoga
iscrizione nel proprio libro, ed entro quattro giorni comunicare l’accaduto al parroco del domicilio, il quale ne faràcorrispondente annotazione nel suo libro». Si veda:
Vol. 3° - Parte I – Dal 1° Gennaio a tutto Giugno 1816.4 Si vedano, in particolare, le «Istruzioni per la compilazione del Ruolo della popolazione nella Provincia del Friuli»
del 1834 al paragrafo 2 della sezione I. «[…] Come popolazione s’intendono tutti li Cittadini nati nella Frazione, ed
altrove, semprechè questi sieno stabilmente domiciliati nella Frazione stessa». Ed al paragrafo 3 «[…] Per domicilio
stabile s’intende dei Cittadini nati nella Frazione, e fuori, tanto che abbiano in Essa dimora, quantochè l’abbianotemporaria fuori di Essa per ragione d’Industria, e di Commercio». Per le disposizioni inerenti gli individui «aventi
nella Frazione temporario domicilio» e non rientranti quindi nel Ruolo della popolazione, si rimandava alla sezione
V: «[…] Il Ruolo della popolazione comprende i soli Cittadini stabilmente domiciliati, come alla sezione I. Gli altri
aventi temporario domicilio per Industria, o per Commercio, e così gli Esteri, che ancora non abbiano acquistato il
diritto di Cittadinanza, si portano in un Registro, giusta il Modello D». ASU, , b. 218.5 «Le notifiche sul movimento della popolazione […] servono in primo luogo a tenere in evidenza lo stato della
popolazione per quegli anni in cui non ne vien fatto il censimento». Si vedano le «Istruzioni pei signori Parrochi e le
R.R. Delegazioni intorno alle notifiche sul movimento della popolazione» allegate al Registro V° morti dell’archivio
della parrocchia del Duomo a Udine.6 Ancora da tracciare è la storia relativa all’attivazione del registro di popolazione in Friuli e, più in generale,
nell’intero Lombardo-Veneto. Per il Friuli, le fonti archivistiche testimoniano le varie difficoltà connesse ad unacompleta ed efficiente attivazione del registro di popolazione. Esemplificativi sono i ripetuti ed infruttuosi tentativi
di attivazione dell’anagrafe nel comune di Udine. In osservanza alle disposizioni legislative, un primo tentativo
venne avviato tra il 1833 e il 1834, un successivo nel corso dell’anno 1850 e, infine, un ultimo alla vigilia
dell’annessione del Friuli al Regno d’Italia. La complessità dell’operazione iniziale e, soprattutto, l’esigenza di
un’efficiente amministrazione per l’aggiornamento del registro furono sicuramente alla base dei numerosi
insuccessi, facilitati tra l’altro dalle scarse risorse finanziare.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
4/16
4
attestandosi tra il 10 e il 20 per cento. In particolare, la popolazione stimata a calcolo per i
comuni della pianura friulana risultava, nella gran maggioranza dei casi, inferiore a quella
riscontrata nel 1835. Un risultato che conferma, anche se indirettamente, la scarsa attendibilità
delle statistiche relative ai movimenti migratori: l’intera pianura, in particolare la bassa friulana,
era infatti caratterizzata da significativi flussi immigratori alimentati, in buona misura, da
famiglie ed individui provenienti dalla montagna. Non a caso, soltanto nella montagna, lapopolazione calcolata a saldo risultò superiore, anche se di poche unità (219 individui, pari ad
appena lo 0,25%), di quella censita o enumerata per tale anno.
Nonostante i limiti dei dati di popolazione che tendono, tuttavia, ad attenuarsi per aggregazioni
amministrative di livello superiore al comune (distretto, regione geografica, provincia), i quadri
statistici prodotti dall’amministrazione austriaca costituiscono una fonte preziosa, ancorché
unica, e la cui validità non si discosta di molto da quella riscontrata per le statistiche ufficiali di
altri Stati preunitari [Zaninelli 1963]. Alcuni controlli condotti, partendo sia dai registri
parrocchiali sia dai registri dello stato civile, hanno, del resto, permesso di constatare l’elevata
precisione delle cifre, tabulate nei Prospetti, relative ai matrimoni, nascite e decessi7. Di dubbia
validità risultano, invece, i dati sul numero di immigrati e emigrati. In definitiva, i valori riportati
nei Prospetti permettono, con qualche approssimazione di calcolo, di misurare la nuzialità, lanatalità e la mortalità relative alla popolazione «stabilmente domiciliata» creando così i
presupposti per una corretta analisi della demografia territoriale.
Come si è già precisato, la nostra attenzione è rivolta, soprattutto, allo studio dei regimi
demografici territoriali con l’intento di individuare aree simili per livelli di nuzialità, natalità e
mortalità e per caratteri topografici ed economici. In conformità ad una precedente indagine sulle
differenze geografiche della mortalità friulana negli anni 1827-37 [Serio 1998], la regione
agraria [ISTAT 1958 e 1988] è l’unità territoriale privilegiata anche in questo studio. Una scelta
dettata da motivazioni diverse [Serio 1998] e riconducibile, solo in parte, ad alcuni vincoli
imposti dalla documentazione di base. Le statistiche del 1827-37 fanno quasi sempre riferimento
alla circoscrizione comunale ma, in alcuni casi, l’articolazione territoriale è limitata al solo
distretto8. L’adozione della regione agraria si è rivelata opportuna in quanto offre una griglia
sufficientemente dettagliata e a cui si possono ricondurre, senza troppe forzature, le informazioni
statistiche relative a periodi diversi, che, gioco forza, fanno riferimento ad ambiti amministrativi
mutevoli nel tempo9. Inoltre, le regione agrarie rappresentano aree relativamente omogenee,
costituite da comuni contigui che hanno «[...] analoghe situazioni naturali (giacitura, rilievo,
geologia, clima, ecc.) ed agrarie (colture attuali e potenziali)» [ISTAT 1958, p. 10].
Per un’illustrazione delle operazioni effettuate per ricondurre i dati dei tre periodi (francese,
austriaco e italiano) all’interno della griglia d’analisi prescelta si rimanda al citato lavoro sulla
mortalità in Friuli [Serio 1998]. Si ritiene, tuttavia, opportuno segnalare che, per una serie di
vincoli imposti dalla documentazione di base, le nostre regioni agrarie non coincidonoperfettamente con quelle definite dall’ISTAT e, in particolare, si è fatto riferimento a sole undici
regioni anziché alle originali quindici10
.
7 Questa verifica è stata condotta per i comuni di Cividale, Gemona, Mortegliano e Udine.8 La minore articolazione territoriale dei quadri statistici interessa i distretti montani di S. Pietro, Moggio, Paluzza,
Rigolato, Ampezzo, Tolmezzo, Gemona e Tricesimo unitamente al Distretto di Latisana.9 Gli stessi distretti veneti hanno subito nel corso del periodo preunitario una serie di soppressioni e accorpamenti da
rendere complessa un’analisi diacronica [Ferrari 1963, p. 77; Fortunati 1932, p. 39].10
In particolare le regioni agrarie Carnia Occidentale e Carnia Orientale sono state aggregate nella nostra regione
Carnia. Le regioni colline di San Daniele e colline fra Tagliamento e Iudrio sono state composte in un’unica regione
denominata Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio. Le regioni pianura friulana meridionale e bassa friulana
sono state aggregate nella regione pianura friulana meridionale e bassa. Inoltre non si è considerata la regione Val
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
5/16
5
La procedura di stima della popolazione non era esente da difetti ben noti, del resto, all’autorità
del tempo che, non a caso, corresse il dato di popolazione del 31.10.1835. Prima di passare
all’analisi dei risultati a livello di regioni agrarie, si è ritenuto opportuno proporre, nella tabella
seguente, alcuni indici demografici, per il Friuli e le tre zone altimetriche, ottenuti con due
popolazioni di consistenza diversa. In un caso, si è adottata la correzione proposta da alcuni
studiosi dell’epoca: la differenza riscontrata tra la popolazione enumerata e quella calcolata al31.10.1835 è stata aggiunta o sottratta a partire dalla popolazione iniziale - quella del 1.11.1826 -
ritenuta poco affidabile [Serio 1998]. La seconda serie di indici è stata calcolata senza effettuare
alcuna correzione: si sono, quindi, recepiti, anno dopo anno, i valori di popolazione indicati in
ciascun Prospetto Statistico.
Tab. 1.
Zone altimetriche Popolaz.
Media
Distrib. %
popol.
Tassi di
nuzialità
Tassi di
natalità
Tassi di
mortalità
Increm.
naturale
Increm.
totale
Migraz.
nettaPopolazione corretta
Montagna 81377 21,2 6,6 33,5 23,3 10,2 9,6 -0,6
Collina 108581 28,3 7,1 34,8 24,2 10,6 10,9 0,2
Pianura 193233 50,5 7,2 34,2 27,3 6,9 7,4 0,5
Friuli 383191 100,0 7,0 34,2 25,6 8,7 8,9 0,2
Popolazione originale
Montagna 81541 21,7 6,6 33,4 23,3 10,1 9,4 -0,8
Collina 107635 28,7 7,1 35,2 24,4 10,8 12,1 1,3
Pianura 186250 49,6 7,5 35,5 28,3 7,2 12,1 4,9
Friuli 375426 100,0 7,2 35,0 26,1 8,9 11,5 2,6
Fonte: elaborazioni su dati del .
Per la ridotta consistenza del divario tra la popolazione ottenuta a calcolo e quella ‘osservata’ (la
prima supera del 2,1% la seconda), le differenze tra le due serie di tassi di nuzialità, natalità e
mortalità risultano trascurabili per il complesso del Friuli. Esse sono leggermente più amplificate
nei comuni della pianura dove si registrarono, in conseguenza dei maggiori movimenti migratori,
scarti più ampi nei dati di popolazione (in media pari al 3,4%).
Gli effetti della correzione si ripercuoto, invece, sulle stime dei tassi di incremento totale e di
migrazione netta. Il primo risente pesantemente del criterio di correzione adottato: la
popolazione all’istante iniziale (1.11.1826) è stata infatti aumentata di un valore pari all’intera
differenza riscontrata, al 31.10.1835, tra il dato di popolazione calcolato e quello ‘osservato’.L’ammontare della popolazione ‘corretta’ risulta, pertanto, superiore a quella originariamente
tabulata e, di conseguenza, la crescita tende a smorzarsi di circa un quinto nell’intero Friuli (il
tasso d’incremento totale con la correzione passa da 11,5 a 8,9 per mille). L’effetto tende ad
amplificarsi nell’area della pianura, dove la crescita sembrerebbe ridursi di oltre un terzo (il tasso
scende da 12,1 a 7,4 per mille); i valori restano quasi invariati in montagna mentre gli effetti
della correzione sono appena più appariscenti per la popolazione della collina.
Canale che all’epoca non apparteneva al territorio del Friuli. Si noti che, in alcuni casi, non è stato possibile
attribuire un numero limitato di comuni alle attuali regioni agrarie di competenza.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
6/16
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
7/16
7
questa prima nota, si è, dunque, scelto di allinearsi alla tradizione consolidata negli studi di
popolazione locale che, di fatto, corregge il dato iniziale di popolazione [Pelizzo; Fortunati 1932;
Ferrari 1963]12
.
Fig. 1.
Fonte: elaborazioni su dati del
12 Sebbene non si disponga di solide prove, si ritiene, tuttavia, che la correzione apportata dalle autorità e ripresa da
studiosi contemporanei e successivi tenda a smorzare il processo di crescita della popolazione friulana. Sarebbe,
forse, più opportuno distribuire la differenza tra dato calcolato e dato osservato nel corso degli anni 1826-1834.
PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA
MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA
SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO
PIANURA DI UDINE
PIANURA FRIULANA CENTRALE
PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA
ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA
MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA
MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA
PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA
PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA
MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA
SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO
PIANURA DI UDINE
PIANURA FRIULANA CENTRALE
PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA
ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA
MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA
MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA
PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA
PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA
MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA
SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO
PIANURA DI UDINE
PIANURA FRIULANA CENTRALE
PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA
ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA
MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA
MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA
PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA
26,9-30,023,7-26,923,5-23,723,2-23,522,5-23,2
35,3-35,535,0-35,334,0-35,033,1-34,032,1-33,1
7,3-7,97,1-7,37,0-7,16,6-7,06,3-6,6
I II
PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA
MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA
SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO
PIANURA DI UDINE
PIANURA FRIULANA CENTRALE
PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA
ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA
MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA
MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA
PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA
11,2-12,510,9-11,2 9,2-10,9 6,7- 9,2 3,0- 6,7
IVIII
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
8/16
8
I regimi demografici di fondo delle undici regioni agrarie, delle tre zone altimetriche, delle due
province nonché dell’intero Friuli sono riassunte nella tabella 2 e, parzialmente, illustrate neiprecedenti cartogrammi (fig. 1). Da una lettura incrociata degli indici e delle mappe tematicherelative alla nuzialità, natalità e mortalità delle regioni agrarie emergono le seguenticonsiderazioni:
il Friuli nel suo complesso è caratterizzata da livelli dei tassi di nuzialità (7,0‰), natalità(34,2‰) e, soprattutto, mortalità (23,3‰) contenuti e inferiori a quelli riscontrati, nello stessoperiodo, in altri contesti regionali e all’interno del Veneto storico. In particolare, tra le anticheprovince venete, il Friuli, assieme al Veneto orientale, è stato segnalato per i suoi bassi livellidi mortalità [Fortunati 1932; Panizzon 1967] da ricondurre, secondo alcuni studiosi [Povolo1984; Residori 1984], ad una minore mortalità infantile e giovanile indotta da una diffusapresenza di famiglie allargate. Il maggior numero di membri tutelava la madre nel periododella gestazione e garantiva maggiori attenzioni e cure ai bambini sin dal momento delconcepimento. Una lunga serie di evidenze quantitative testimoniano i bassi livelli del tasso dimortalità infantile [Pozzi 1993; Serio 1998], più complessi e ancora in larga parte da chiarire,
sono, invece, i fattori alla base dei minori rischi di morte nelle prime età della vita;
la mortalità è il fenomeno che presenta le maggiori differenze territoriali, seguito dallanuzialità e, infine, dalla natalità. Lo scarto relativo tra la zona agraria con tasso più alto equella con tasso più basso risulta, infatti, pari al 32% per la mortalità, al 25% per la nuzialità eal 10% per la natalità;
la mortalità risulta sistematicamente più bassa in montagna (tasso dell’area montana uguale a23,3‰) dove, tra l’altro, risulta assai uniforme (scarto relativo tra massimo e minimo pari al5%); il tasso nella collina è di appena un punto più alto (24,2‰), mentre raggiunge un valoremedio di 27,3‰ in pianura con una punta massima del 30‰ nella Pianura udinese. Questazona agraria include il capoluogo che era contraddistinto da elevati livelli di mortalità(35,5‰) per la presenza di diverse strutture assistenziali (ospedali, ospizi, ecc.) e percondizioni igieniche più precarie e favorevoli all’insorgere di epidemie. Il colera del 1836colpì pesantemente gran parte del territorio friulano e, in particolare, il centro di Udine[Breschi 1998];
le diverse regioni agrarie del pordenonese spiccano, in genere, per livelli dei tassi di mortalitàpiù contenuti delle corrispondenti regioni agrarie appartenenti all’attuale provincia di Udine;
la natalità mostra lievi differenze geografiche, si può, tuttavia, osservare che l’area montana ècontraddistinta da livelli appena più bassi; un dato coerente con la minore mortalità e, anche,la minore nuzialità;
la nuzialità infatti oscilla intorno al 7‰ in quasi tutte le regioni agrarie della collina e dellapianura, soltanto la zona meridionale estrema presenta valori più elevati (7,9‰) che si
contrappongono a quelli, mediamente, più bassi della fascia montana.
In definitiva, il Friuli risulta un’area sostanzialmente uniforme in termini di natalità ed, anche, dinuzialità se si escludono le due zone estreme - l’arco alpino e la bassa friulana. La mortalità è ilsolo fenomeno, almeno in questo periodo, con chiare differenze territoriali. Oltre alla montagnasegnata da bassi valori, il fiume Tagliamento - lungo la direttrice est-ovest - separa la collina e lapianura in due ampie zone: la destra Tagliamento (il pordenonese) a più contenuta mortalità e lasinistra Tagliamento (l’area udinese) a mortalità leggermente più marcata.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
9/16
9
Il quadro di fondo delle differenze demografiche territoriali riscontrato in Friuli negli anni
successivi alla Restaurazione, si ripresenta pressoché inalterato subito dopo l’annessione del
Friuli al Regno d’Italia. Le statistiche italiane consentono di riproporre, senza alcuna difficoltà,la griglia territoriale (regioni agrarie e zone altimetriche) utilizzata per l’analisi dei dati del
periodo 1827-37. La popolazione censita al 31.12.1871 è il punto centrale di riferimento dei dati
di movimento del quadriennio 1870-73. I relativi indici demografici, comparabili a quelli
introdotti nel paragrafo precedente, sono sintetizzati nella tabella 3.
Le problematiche ed i limiti che caratterizzano i primi censimenti italiani sono stati trattati
ampiamente13
. Il censimento del 31.12.1871 rappresenta la prima rilevazione di questo genere
attuata dall’amministrazione italiana nel territorio del Friuli e come tale tende ad amplificare i
comuni errori che caratterizzavano le prime rilevazioni censuarie. I dati di movimento
(matrimoni, nascite e decessi) sono stati tratti dai fascicoli «Popolazione. Movimento dello stato
civile» pubblicati all’epoca dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. In relazione a
questa fonte, una rapida verifica sul rapporto di mascolinità alla nascita ha comunqueevidenziato una buona qualità dei dati di base anche per i comuni di dimensioni minori
14. Un
aspetto che si vuol evidenziare riguarda il fatto che i dati di movimento considerati fanno
riferimento alla popolazione presente; tenendo conto che i dati del periodo 1827-37 erano
riconducibili ad un concetto di popolazione più vicino a quello di popolazione residente, una
certa cautela deve essere mantenuta nell’utilizzo dei tassi generici calcolati per uno studio
dell’evoluzione nel tempo dei fenomeni considerati. Questa considerazione è estendibile anche ai
dati relativi al periodo napoleonico, che verranno presentati in seguito, e che difficilmente
possono essere ricondotti ai concetti di popolazione residente o presente
Passando al commento degli indici demografici calcolati per il quadriennio 1870-73 (tab. 3), si
può notare che la situazione non presenta alcuna significativa variazione rispetto a quella
riscontrata durante la Restaurazione. I valori dei tassi generici per il complesso del Friuli non si
distaccano significativamente da quelli osservati 30-40 anni prima. Del resto, la popolazione del
Friuli non era ancora avviata con decisione verso un nuovo regime demografico, segnato da un
controllo massiccio dei comportamenti riproduttivi e da alti livelli di sopravvivenza [Breschi,
Pozzi e Rettaroli 1994]. Tra l’altro il Friuli, all’interno del panorama regionale italiano, si
segnala, già nell’Ottocento preunitario e, forse, sin dalla prima metà del Settecento, come
un’area a fecondità e mortalità contenute. La discesa dei livelli di fecondità e, soprattutto, di
mortalità risultano singolarmente graduali rispetto a quelli riscontrati, ad esempio, nel vicino
Veneto.
13 L’inesperienza nelle operazioni censuarie e l’elevato analfabetismo sono le cause principali delle imperfezioni dei
primi censimenti italiani. In pratica, solo il Regno di Sardegna aveva esperienza di censimenti, con le tre
enumerazioni del 1838, 1848 e 1858. In altri Stati, l’esperienza mancava completamente (Regno delle due Sicilie), oera limitata ad enumerazioni abbastanza rudimentali (Toscana e Stato Pontificio), o era assai recente (Lombardia,
Veneto, Parma e Modena, e i loro censimenti del 1857-58). La letteratura, in particolare dell’epoca, sui limiti dei
dati ottenuti con i primi censimenti unitari è assai vasta. I termini principali di questa discussione sono rintracciabili
nei numerosi articoli pubblicati negli «Annali di Statistica». Un’utile sintesi è il saggio di Benini [1911] per i primi
cinquant’anni di studi demografici italiani.14 Si è calcolato, per il quadriennio 1870-73, il rapporto dei sessi alla nascita nei 182 comuni della Provincia del
Friuli per verificarne la collocazione negli intervalli di confidenza al 95% [Leti 1977]. Dei 42 comuni con numero di
nati inferiore a 200 soltanto 2 non rientrano nell’intervallo di confidenza stabilito per 100 nati. Dei 139 comuni con
numero di nati compreso fra 200 e 1500, 31 escono dall’intervallo stabilito per 1000 nascite (di cui 28 hanno un
numero di abitanti inferiore a 600 unità). Il Comune di Udine fa registrare 3861 nati nel quadriennio 1870-1873, con
un rapporto di mascolinità alla nascita, pari a 101, che rientra nell’intervallo di confidenza per 5000 nascite.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
10/16
10
Anche a livello territoriale non si apprezzano significativi mutamenti. Colpisce, ancora una volta,
la sostanziale uniformità del tasso generico di natalità che si aggira, nelle tre zone altimetriche,tra il 33,9‰ della collina e il 34,8‰ della pianura. Anche a livello di regioni agrarie, ledifferenze di natalità sono contenute e, soprattutto, non si riscontra un netto modello geografico.Negli anni postunitari, la nuzialità presenta, invece, una maggiore variabilità: riflesso, da
imputare, almeno in parte, alla diversa efficienza degli uffici di stato civile e al diverso grado diadesione della popolazione alla politica di boicottaggio della Chiesa nei confronti dellaregistrazione civile del matrimonio. I più alti tassi di nuzialità si riscontrano, forse del tuttocasualmente, in montagna, proprio dove la macchina amministrativa era da più lungo tempo infunzione
15 e dove erano presenti forti sentimenti anarchici e socialisti [Renzulli 1978].
La geografia della mortalità si sovrappone quasi perfettamente a quella del periodo austriaco.Innanzitutto, essa tende a diminuire risalendo dalla pianura verso la montagna; inoltre, èconfermato l’asse del Tagliamento: la collina e la pianura udinese presentano tassi, mediamente,più elevati delle rispettive aree del pordenonese.
Tab. 3.
Regione agraria Tipo Popol.
Media
Distrib.
% pop.
Tassi di
nuzialità
Tassi di
natalità
Tassi di
mortalità
Increm.
naturale
Carnia M 46494 9,7 8,4 34,6 23,2 11,4
Canal del Ferro M 12690 2,6 10,1 33,3 25,1 8,2
Alta Slavia M 16625 3,5 7,5 33,7 26,6 7,1
Alte Valli del Cellina e del Meduna M 18422 3,8 8,7 36,3 26,2 10,1
Sandanielese, colline tra Tagliamento e Udrio C 95965 19,9 7,0 33,6 25,2 8,4
Medio Cellina e medio Meduna C 45547 9,5 8,2 34,7 27,5 7,2Pianura di Udine P 79580 16,5 6,6 33,9 30,8 3,1
Pianura friulana centrale P 29801 6,2 7,4 34,3 26,4 7,9
Pianura friulana meridionale e Bassa P 45230 9,4 7,4 35,6 31,4 4,2
Pianura fra Cellina e Livenza P 57453 11,9 7,6 36,1 25,9 10,2
Pianura tra Tagliamento e Cellina P 33958 7,0 8,3 34,0 25,9 8,1
Montagna 94231 19,6 8,6 34,6 24,7 9,9
Collina 141512 29,4 7,4 33,9 25,9 8,0
Pianura 246022 51,1 7,3 34,8 28,5 6,3
Provincia di Udine 326385 67,7 7,4 34,1 27,3 6,8
Provincia di Pordenone 155380 32,3 8,1 35,3 26,4 8,9
Friuli 481765 7,6 34,5 27,0 7,5
Fonte: elaborazioni su dati MAIC 1872-75.
La geografia della mortalità si sovrappone quasi perfettamente a quella del periodo austriaco.
Innanzitutto, essa tende a diminuire risalendo dalla pianura verso la montagna; inoltre, è
confermato l’asse del Tagliamento: la collina e la pianura udinese presentano tassi, mediamente,
più elevati delle rispettive aree del pordenonese.
Per gli anni di inizio secolo si dispone di una serie di statistiche raccolte dai francesi che
permettono di calcolare i tassi di nuzialità, natalità e mortalità a livello di singolo comune.
15 Come si è già detto alla nota 6, è ancora da scrivere una storia sull’attivazione del registro di popolazione in Friuli.
Non si può, tuttavia, tenere conto del fatto che gran parte dei comuni montani conservano le antiche anagrafi
austriache, mentre queste si rintracciano raramente nei comuni della pianura.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
11/16
11
Queste statistiche sono state recentemente riorganizzate e pubblicate in un corposo volume
[Corbellini, Cerno e Sava 1992] a cui rimandiamo per una puntuale descrizione della fonte
documentaria originaria. Questa statistica venne promossa dal governo francese a pochi mesi dal
suo arrivo in Friuli allo scopo di ‘conoscere’ questo nuovo territorio. Al pari di altre ricognizioni
del periodo napoleonico, l’impianto dell’indagine è assai complesso e a tutto tondo. Essa mirava
a raccogliere un complesso di informazioni estremamente variegato e tra queste,immancabilmente, il numero di abitanti e la frequenza delle principali manifestazioni
demografiche (matrimoni, nascite e decessi). Il dato di popolazione è da riferirsi, grosso modo,
all’anno 1807; mentre i dati di movimento coprono, con dettaglio annuale e distinzione per
sesso, il triennio 1804-1806. L’indagine venne effettuata per l’intero Friuli o, più correttamente
secondo la compartimentazione del periodo, per il Dipartimento di Passariano, coincidente con
qualche approssimazione all’attuale provincia di Udine, e per il Dipartimento del Tagliamento
che comprendeva i comuni friulani della destra Tagliamento oltre a numerosi comuni (o frazioni)
attualmente appartenenti alle province di Venezia (23), Treviso (4) e Padova (1)16
.
Al momento attuale, si dispone dei quadri statistici relativi al solo Dipartimento di Passariano e,
pertanto, l’analisi copre sì una larga fetta dell’antica Provincia del Friuli (quasi i 2/3), ma resta
escluso il territorio dell’attuale provincia di Pordenone. Per quanto riguarda la completezza e laqualità dei dati demografici, si può osservare che l’indagine risente, in qualche misura, di alcuni
errori ed omissioni connessi con la particolare tipologia dell’inchiesta francese. Nel complesso,
le verifiche effettuate [Geromel 1993-94] e la sostanziale permanenza nel tempo dei modelli
territoriali consentono di affermare che la qualità dei dati risulta soddisfacente, soprattutto se non
si scende con l’analisi al livello comunale ma si utilizzano delle zone di dimensioni maggiori.
Si segnala, inoltre, che i dati relativi al Dipartimento di Passariano sono stati rielaborati al fine di
consentire il confronto con i compartimenti territoriali utilizzati per il periodo 1827-3717
. Alcune
piccole differenze territoriali fra la sinistra Tagliamento ricostruita per il triennio 1804-1806 e
quella relativa all’intervallo 1827-37 non inficiano il confronto diacronico. L’utilizzo di tassi
generici riferiti a compartimenti territoriali di una certa consistenza, quali le regioni agrarie,
consente infatti di ridurre l’influenza di piccole differenze nelle unità territoriali di riferimento.
Nel calcolo dei tassi generici di nuzialità, natalità e mortalità, al fine di «centrare» la popolazione
rispetto al triennio considerato, si è ricorsi all’ipotesi di nullità del saldo migratorio; si sono
quindi sottratte dalla popolazione del 1807 metà delle nascite avvenute nel triennio 1804-1806 e
si sono sommati metà dei decessi relativi al medesimo periodo.
La tabella 4 sintetizza, per il territorio udinese, i valori assunti da vari indici demografici nel
periodo 1804-06; inoltre, per una corretta lettura diacronica, si sono riepilogati nella tabella 5 i
dati relativi alle tre zone altimetriche della provincia di Udine riscontrati negli anni francesi,
durante la dominazione austriaca e, infine, negli anni immediatamente successivi all’annessione
del Friuli all’Italia.
16
Si tenga conto che nel Dipartimento del Tagliamento rientrava anche l’attuale Comune di Forgaria nel Friuli e unafrazione del Comune di Trasaghis (Peonis), che oggi fanno parte della Provincia di Udine.17 Si sono escluse dal Dipartimento di Passariano le seguenti zone: i Cantoni di Gradisca, Cervignano e Cormons
(con l’eccezione del Comune di S. Giovanni di Manzano) per un totale di 25 comuni; i Comuni di Campolongo e
Visco (Cantone di Palma), Luico (Cantone di S. Pietro), Bergogna (Cantone di Faedis), Claunicco, Creda, Dolegna,
Mediuzza, S. Lorenzo di Nebula, Sedula e Starasela (Cantone di Cividale). Per maggiori dettagli si rimanda al
lavoro di Geromel (1993-94).
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
12/16
12
Tab. 4
Regione agraria Tipo Popol.
Media
Distrib.
% pop.
Tassi di
nuzialità
Tassi di
natalità
Tassi di
mortalità
Increm.
naturale
Carnia M 33361 14,7 7,4 32,0 22,4 9,7
Canal del Ferro M 9262 4,1 9,7 38,5 32,0 6,5
Alta Slavia M 11410 5,0 7,7 34,7 26,1 8,6Sandanielese, colline tra Tagliamento e Udrio C 67165 29,6 8,9 36,0 26,0 10,0
Pianura di Udine P 22110 9,7 9,0 34,1 30,2 3,9
Pianura friulana centrale P 51966 22,9 10,0 36,4 29,6 6,8
Pianura friulana meridionale e Bassa P 31954 14,1 11,1 38,7 33,1 5,7
Montagna 54032 23,8 7,9 33,7 24,8 8,9
Collina 67165 29,6 8,9 36,0 26,0 10,0Pianura 106029 46,7 10,1 36,6 30,8 5,9
Provincia di Udine 227226 9,2 35,8 27,9 7,8
Fonte: elaborazioni su dati tratti da: Corbellini, Cerno, Sava 1992.
Tab. 5
Zona altimetrica Popolazione
media
Distrib. %
pop.
Tassi di
nuzialità
Tassi di
natalità
Tassi di
mortalità
Increm.
naturale
Montagna 54032 23,8 7,9 33,7 24,8 8,9
Collina 67165 29,6 8,9 36,0 26,0 10,0
Pianura 106029 46,7 10,1 36,6 30,8 5,9
Totale 227226 100,0 9,2 35,8 27,9 7,8
Montagna 66264 25.3 6.6 33.1 23.4 9.7
Collina 70974 27.1 7.1 35.5 24.5 10.9
Pianura 124855 47.6 7.2 33.9 29.4 4.5
Totale 262092 100.0 7.0 34.1 26.6 7.5
Montagna 75809 23.2 8.5 34.2 24.3 9.9
Collina 95965 29.4 7.0 33.6 25.2 8.4
Pianura 154611 47.4 7.0 34.5 30.1 4.3
Totale 326385 100.0 7.4 35.3 27.3 8.0
Fonte: elaborazioni su dati tratti da: Corbellini, Cerno, Sava 1992; ; MAIC 1872-75.
Una lettura combinata dei dati delle tabelle 4 e 5 mostra, a tutta prima, una sostanziale
invariabilità, nel tempo e nello spazio, dei caratteri di fondo del sistema demografico friulano - opiù correttamente udinese. I valori dei tassi nel primo Ottocento sono del tutto analoghi a quelliriscontrati nei due periodi successivi. Per il complesso del territorio udinese, la natalità e lamortalità mostrano, nel corso del tempo, differenze di 1-2 punti con valori che oscillano,rispettivamente, intorno al 34-35‰ e al 26-27‰, con un tasso d’incremento naturale di 7-8punti. La nuzialità nel triennio 1804-06 si attesta, invece, su livelli medio-alti - il tasso perl’intera zona tocca il 9,2‰ rispetto ad un valore del 7-7,5‰ osservato successivamente. Gli annifrancesi sono, come è ben noto, anni del tutto eccezionali nella dinamica nuziale, sollecitata oltre
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
13/16
13
che dalle consuete oscillazioni congiunturali anche dalle eventuali chiamate alle armi: il
matrimonio era una soluzione a ‘facile’ portata per sfuggire alla leva.
Il modello demografico territoriale è ancora una volta confermato: la montagna si caratterizza
per livelli più contenuti dei tassi di nuzialità, natalità e, soprattutto, mortalità. La pianura è,
invece, di norma, contraddistinta da tassi più alti e, in posizione, intermedia si colloca la collina.
Le differenze restano, tuttavia, contenute e tendono ad accentuarsi appena a livello di regioniagrarie: si tratta, ancora una volta, di un’amplificazione della contrapposizione tra arco montano
e pianura meridionale antistante il fronte marino con presenza, anche, di aree paludose. Tuttavia,
questa contrapposizione - un classico nel panorama regionale italiano - non raggiunge in Friuli,
almeno nel corso dell’Ottocento, i divari osservati in altri contesti. A titolo del tutto
esemplificativo, nel Granducato di Toscana [Breschi e Salvini 1993], l’arco appenninico si
contrapponeva in misura netta al vasto territorio della Maremma Toscana: i tassi di mortalità di
questa ultima area superavano, non di rado, di oltre 1/3 quelli della ‘salubre’ montagna e collina;
nondimeno, le differenze tra i tassi di natalità non erano ristretti a pochi punti come in Friuli.
Non a caso, le popolazioni montane della Toscana sono spesso indicate a modello di popolazione
a basso regime demografico e, come tali, contrapposte alla popolazione dell’area grossetana e
senese, chiaro esempio di una popolazione ad alto regime demografico (alti tassi di natalità emortalità).
Alla luce di questa prima analisi territoriale, il Friuli, una regione molto disomogenea per
conformazione orografica e per condizioni climatiche, mostra, almeno per gran parte
dell’Ottocento, una geografia demografica segnata più da sfumature che da netti contrasti. A
prima vista, non si apprezzano marcate differenze macro-territoriali - anche se una lettura più
puntuale (a livello di comuni) potrebbe rivelare un quadro più articolato e contrastato. Del resto,
alcune recenti indagini hanno segnalato l’esistenza di ‘nicchie’ socio-culturali con
comportamenti demografici specifici e diversi, almeno in parte, da quelli riscontrati in contesti
eco-ambientali simili. Tra queste nicchie si menzionano, a livello del tutto esemplificativo, la
comunità di Sauris [Cozzi, Isabella, Navarra 1998], la popolazione di Marano Lagunare
[Falcomer 1990] e quella della Val di Resia [Morassi e Paniek 1984]. La specificità di queste
comunità risalta dal confronto con il contesto relativo: ancora una volta, emerge quindi, l’utilità
di piani di lettura combinati e, in particolare, l’integrazione, sia pure a differenti livelli,
dell’approccio «macro» e dell’approccio «micro» per una completa ricostruzione dei meccanismi
evolutivi di una popolazione.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
14/16
14
Legenda: ASU - Archivio di Stato di Udine; BCU - Biblioteca comunale di Udine.
ASU, , b.218, .
ASU, , b.136,
BCU, , m. 952., Pelizzo F.,
Agostini F. (a cura di) 1989. . Vicenza, Istituto per le Ricerche di Storia Sociale e Religiosa
N.14.
Benini R. 1911. . Roma
Biancuzzi V., Breschi M. 1994. .
Dipartimento di Scienze Economiche, Università degli Studi di Udine, , 8.
Breschi M. 1998. . In Breschi M. e Pecorari P. (a cura di),
, Udine, Forum, pp. 195-217.
Breschi M., Del Panta L. 1995. . In
. Udine, Dipartimento di Scienze Statistiche, pp. V-XII.
Breschi M., Pozzi L., Rettaroli R. 1994
. «Bollettino di Demografia Storica, 20, pp. 41-94.
Breschi M., Salvini S. 1993.
. In Società Italiana di Demografia Storica,
, Bologna, CLUEB, pp. 363-387.
Vol. 3° - Parte I – Dal 1° Gennaio a tutto Giugno 1816, Venezia, Per Francesco Andreola –
Tipografo privilegiato dell’E.I.R.G.
Corbanese G.G. 1995. . Udine, Del Bianco Editore.
Corbellini R., Cerno L, Sava C. 1992. Udine, Società Filologica Friulana.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
15/16
15
Cosattini G.1983. Trieste-Udine, Designgraf (Ristampaanastatica dell’edizione originale 1903).
Cozzi D., Isabella D., Navarra E. 1998. Carniche. Udine,
Forum.
Dalla Zuanna G., Loghi M. 1997.
. Padova, CLEUP.
Del Panta L., Livi Bacci M., Pinto G., Sonnino E. 1996.
. Bari, Editori Laterza.
Falcomer M. C. 1990. . In Ciceri A., Ellero G. (a cura di),
Udine, Società Filologica Friulana.
Ferrari G.1963. , Udine, Camera diCommercio industria e Agricoltura.
Fontana G. L. 1992. Lazzarini A. (a cura di . Bari, Cariplo-Laterza.
Fortunati P. 1932. , Padova, Tipografia
Antoniana.
Geromel F. 1993-94. . Tesi di Laurea,
Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie, Università degli Studi di Udine.
Iona M.L. (a cura di) 1990.
Edizioni della Laguna.
ISTAT 1958. . Roma.
ISTAT 1990. . Roma.
Leti G. 1977. . In
Comitato Italiano per lo Studio della Demografia Storica . Volume II, pp. 322-327.
Livi Bacci M. 1980. , Bologna,
Il Mulino.
Micelli F. 1983, In Cosattini G.,
. Trieste-Udine, Designgraf (Ristampa anastaticadell’edizione originale 1903), pp. X-XXXII.
-
8/16/2019 La_popolazione_del_Friuli_in_epoca_pre-t.pdf
16/16