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    Marco Breschi e Nicola Serio

    Dipartimento di Scienze Statistiche

    Università degli Studi di Udine

    L’analisi dei comportamenti demografici a livello territoriale è uno dei filoni tradizionali neglistudi di popolazione. Per l’epoca storica e per l’area in esame, un punto di riferimento è il lavoro

    di Andrea Schiaffino [1971] su popolosità e dinamica demografica di lungo periodo (1815-1961)

    nei distretti veneti. In tale studio, teso ad indagare l’influenza della popolosità sul movimento

    naturale della popolazione, sono precisate le relazioni reciproche tra manifestazioni

    demografiche e manifestazioni economico-sociali messe in luce in un precedente contributo

    [Schiaffino 1969]. La scelta ‘forte’ dell’approccio territoriale è stata recentemente riproposta in

    un’indagine sulla popolazione veneta tra il 1856 e il 1911 [Dalla Zuanna e Loghi 1997] che ha,

    come unità territoriale di riferimento, il distretto - circoscrizione amministrativa intermedia tra il

    comune e la provincia attivata durante la dominazione austriaca. Questa indagine, limitata ai

    territori appartenenti all’attuale regione Veneto, evidenzia una grande variabilità dei regimi

    demografici sub-regionali tale da suggerire, almeno per il periodo antecedente il XX secolo,

    «[...] che non è molto sensato parlare di «popolazione del Veneto», se con questo termine si

    vuole indicare un gruppo caratterizzato da comportamenti demografici ben identificabili» [Dalla

    Zuanna e Loghi 1997, p. 98].

    La precedente conclusione riecheggia i primi risultati di una serie coordinata di indagini e di

    ricerche1  volte a verificare l’esistenza di specifici e distinti regimi demografici in ambito

    nazionale e regionale. Un’ipotesi di ricerca «[...] che è stata da tempo avanzata e che sembra

    trovare conferme abbastanza probanti è, in effetti, che le sensibili differenziazioni del regime

    demografico naturale che possono riscontrarsi nelle epoche che precedono l’inizio della

    transizione siano spesso legate a fattori ambientali, ed anche a fattori che, in senso lato, possono

    essere definiti di tipo culturale, e che, comunque, non siano necessariamente connesse con ildiverso livello di vita delle popolazioni» [Breschi e Del Panta 1995, p. VI].

    _____________* Lavoro svolto nell’ambito del progetto di ricerca dipartimentale     e del

    progetto di ricerca MURST ex 40  

     1 Ci riferiamo al progetto di ricerca «Modelli di sviluppo demografico in Italia tra XVIII e XIX secolo» coordinato

    da Lorenzo Del Panta e finanziato con un contributo 40% del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e

    Tecnologica.

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    Anche questa nota sulla popolazione del Friuli nel periodo antecedente la transizione si muove

    nell’ambito degli studi richiamati. L’obiettivo di fondo è infatti misurare e descrivere i fenomeni

    demografici a livello territoriale. Diversamente dalle indagini condotte sull’intera area veneta,

    l’unità territoriale adottata nell’analisi non è il distretto ma la regione agraria; inoltre, il periodo

    di analisi privilegia l’Ottocento preunitario.

    Il cardine di questo studio è costituito da alcuni quadri statistici elaborati, a livello comunale,dall’amministrazione della Provincia del Friuli negli anni 1827-37. Si tratta di una fonte

    documentaria utilizzata in una precedente analisi sulle differenze geografiche della mortalità

    complessiva e per età negli anni successivi alla Restaurazione [Serio 1998]. L’attenzione è,

    invece, ora rivolta allo studio dei regimi demografici territoriali con l’intento di individuare aree

    simili per livelli di nuzialità, natalità e mortalità e per caratteri topografici ed economici.

    Inoltre, l’arco temporale non è limitato agli anni 1827-37 ma interessa altri due intervalli

    temporali del XIX secolo: gli anni francesi del primo Ottocento e il periodo successivo

    all’annessione del Friuli al Regno d’Italia (1866). Per il primo periodo si sono utilizzati i risultati

    di un’indagine condotta nel 1807 a livello comunale e che riporta, oltre al dato di popolazione al

    1807, i dati annuali di movimento (nascite, decessi e matrimoni) per il triennio 1804-1806.

    Questo materiale statistico, ancorché meno ricco e dettagliato di quello prodotto durante ladominazione austriaca, copre, al momento attuale, il solo Dipartimento di Passariano -

    corrispondente, grosso modo, all’attuale Provincia di Udine. Per i primi anni post-unitari si sono

    presi in considerazione, i dati di movimento, disponibili a livello comunale, del quadriennio

    1870-73 e, pertanto, aventi come punto centrale la popolazione censita il 31.12.1871. Si ha,

    quindi, l’opportunità di verificare la permanenza o meno di eventuali regimi territoriali per

    l’epoca precedente la transizione demografica che inizia a manifestarsi, almeno per il complesso

    dell’area veneta e friulana, a partire dal penultimo decennio del XIX secolo [Livi Bacci 1980;

    Rossi 1991].

    La compilazione delle  era il risultato finale

    di una serie di operazioni di raccolta delle informazioni demografiche che interessavano vari

    livelli territoriali: la parrocchia, il comune e la provincia. Il parroco era infatti tenuto ad inviare

    all’amministrazione comunale un quadro di sintesi dei principali fenomeni demografici. A sua

    volta, l’amministrazione comunale provvedeva a riassumere in un unico prospetto le statistiche

    relative alle parrocchie che insistevano sul proprio territorio. I quadri comunali erano infine

    inviati alla Regia Deputazione Provinciale a cui spettava il compito di redigere il quadro disintesi che veniva trasmesso, passando per il governo centrale di ciascun Stato, a Vienna dove si

    provvedeva a compilare le   per l’intero impero.

    Una serie continua di tabelle statistiche relative alla Provincia del Friuli sono giunte a noi e

    offrono la rara opportunità di analizzare i comportamenti demografici della popolazione friulana

    a livello territoriale. Questa preziosa fonte documentaria - conservata nell’Archivio di Stato di

    Udine2  - fornisce, per quasi tutte le comunità dell’antica Provincia del Friuli, i dati annuali dal

    1827 al 1837 relativi alla popolazione complessiva, alle nascite e ai decessi distinti per sesso, ai

     2 Archivio di Stato di Udine (d’ora in poi ASU),   , b. 136. La fonte considerata è nota

    con il nome di   .

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    matrimoni, ai nati legittimi e ai decessi distinti per gruppi di età e per grandi classi di cause dimorte.È importante segnalare che, in considerazione delle disposizioni per la tenuta dei registri dellostato civile [Sala 1985, p.21], i dati del movimento naturale fanno riferimento alla parrocchia di«domicilio»3;. anche il dato di popolazione doveva essere riferito alla sola popolazione

    «stabilmente domiciliata»4

      ma, in realtà, tale informazione, negli anni in cui non venivaeffettuato un censimento, era ottenuta a calcolo5. La consistenza della popolazione era calcolataaggiungendo al dato iniziale (riferito al 1 novembre di ciascun anno) le poste in attivo (nati eimmigrati) e quelle in passivo (decessi e emigrati) del bilancio demografico osservate nel corsodell’anno camerale (cioè tra il 1 novembre dell’anno t e il 31 ottobre dell’anno t+1). Un similemetodo di calcolo non poteva che determinare una valutazione sempre più approssimata dellaconsistenza della popolazione. I dati sugli spostamenti di residenza (emigrazioni e immigrazioni)non erano infatti esenti da limiti e, in particolare, là dove - e cioè in gran parte dei comunifriulani - il registro di popolazione tardò ad essere attivato o venne aggiornato in modoimperfetto6.Il quadro statistico relativo all’anno camerale 1 novembre 1834 - 31 ottobre 1835 offre una prova

    dei limiti insiti nella procedura di stima della popolazione. Tra il 1833 e il 1834 leamministrazioni comunali friulane, se non effettuarono un vero e proprio censimento, svolserouna serie di controlli volti a determinare l’ammontare della popolazione. Al 31 ottobre 1835 idati frutto di tali verifiche risultarono discordanti da quelli ottenuti a calcolo: la differenza, perl’intero Friuli, risultò pari a 10354 unità in più, pari al 2,7% della popolazione ottenuta a calcolo.Tuttavia, soltanto in una ventina di comuni, le differenze erano particolarmente elevate

     3 In relazione agli atti di nascita, nella notificazione del 19 gennaio 1816 al paragrafo 5 si trova scritto «[…] Quando

    la nascita seguisse fuori dell’ordinario domicilio dei genitori, ed il battesimo fosse stato amministrato da un altro

    parroco, si farà da questi la corrispondente inscrizione colle mentovate indicazioni, ma dovrà nel termine di giorni

    quattro darne la corrispondente notizia al parroco del domicilio dei genitori, che dovrà farne l’annotazione nel

    proprio libro». Nella medesima notificazione al paragrafo 19 vengono dettate le disposizioni relative agli atti di

    morte «[…] Accadendo la morte fuori del domicilio, il parroco del luogo, ove seguì la morte, dovrà farne l’analoga

    iscrizione nel proprio libro, ed entro quattro giorni comunicare l’accaduto al parroco del domicilio, il quale ne faràcorrispondente annotazione nel suo libro». Si veda:

     Vol. 3° - Parte I – Dal 1° Gennaio a tutto Giugno 1816.4 Si vedano, in particolare, le «Istruzioni per la compilazione del Ruolo della popolazione nella Provincia del Friuli»

    del 1834 al paragrafo 2 della sezione I. «[…] Come popolazione s’intendono tutti li Cittadini nati nella Frazione, ed

    altrove, semprechè questi sieno stabilmente domiciliati nella Frazione stessa». Ed al paragrafo 3 «[…] Per domicilio

    stabile s’intende dei Cittadini nati nella Frazione, e fuori, tanto che abbiano in Essa dimora, quantochè l’abbianotemporaria fuori di Essa per ragione d’Industria, e di Commercio». Per le disposizioni inerenti gli individui «aventi

    nella Frazione temporario domicilio» e non rientranti quindi nel Ruolo della popolazione, si rimandava alla sezione

    V: «[…] Il Ruolo della popolazione comprende i soli Cittadini stabilmente domiciliati, come alla sezione I. Gli altri

    aventi temporario domicilio per Industria, o per Commercio, e così gli Esteri, che ancora non abbiano acquistato il

    diritto di Cittadinanza, si portano in un Registro, giusta il Modello D». ASU,   , b. 218.5 «Le notifiche sul movimento della popolazione […] servono in primo luogo a tenere in evidenza lo stato della

    popolazione per quegli anni in cui non ne vien fatto il censimento». Si vedano le «Istruzioni pei signori Parrochi e le

    R.R. Delegazioni intorno alle notifiche sul movimento della popolazione» allegate al Registro V° morti dell’archivio

    della parrocchia del Duomo a Udine.6  Ancora da tracciare è la storia relativa all’attivazione del registro di popolazione in Friuli e, più in generale,

    nell’intero Lombardo-Veneto. Per il Friuli, le fonti archivistiche testimoniano le varie difficoltà connesse ad unacompleta ed efficiente attivazione del registro di popolazione. Esemplificativi sono i ripetuti ed infruttuosi tentativi

    di attivazione dell’anagrafe nel comune di Udine. In osservanza alle disposizioni legislative, un primo tentativo

    venne avviato tra il 1833 e il 1834, un successivo nel corso dell’anno 1850 e, infine, un ultimo alla vigilia

    dell’annessione del Friuli al Regno d’Italia. La complessità dell’operazione iniziale e, soprattutto, l’esigenza di

    un’efficiente amministrazione per l’aggiornamento del registro furono sicuramente alla base dei numerosi

    insuccessi, facilitati tra l’altro dalle scarse risorse finanziare.

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    attestandosi tra il 10 e il 20 per cento. In particolare, la popolazione stimata a calcolo per i

    comuni della pianura friulana risultava, nella gran maggioranza dei casi, inferiore a quella

    riscontrata nel 1835. Un risultato che conferma, anche se indirettamente, la scarsa attendibilità

    delle statistiche relative ai movimenti migratori: l’intera pianura, in particolare la bassa friulana,

    era infatti caratterizzata da significativi flussi immigratori alimentati, in buona misura, da

    famiglie ed individui provenienti dalla montagna. Non a caso, soltanto nella montagna, lapopolazione calcolata a saldo risultò superiore, anche se di poche unità (219 individui, pari ad

    appena lo 0,25%), di quella censita o enumerata per tale anno.

    Nonostante i limiti dei dati di popolazione che tendono, tuttavia, ad attenuarsi per aggregazioni

    amministrative di livello superiore al comune (distretto, regione geografica, provincia), i quadri

    statistici prodotti dall’amministrazione austriaca costituiscono una fonte preziosa, ancorché

    unica, e la cui validità non si discosta di molto da quella riscontrata per le statistiche ufficiali di

    altri Stati preunitari [Zaninelli 1963]. Alcuni controlli condotti, partendo sia dai registri

    parrocchiali sia dai registri dello stato civile, hanno, del resto, permesso di constatare l’elevata

    precisione delle cifre, tabulate nei Prospetti, relative ai matrimoni, nascite e decessi7. Di dubbia

    validità risultano, invece, i dati sul numero di immigrati e emigrati. In definitiva, i valori riportati

    nei Prospetti permettono, con qualche approssimazione di calcolo, di misurare la nuzialità, lanatalità e la mortalità relative alla popolazione «stabilmente domiciliata» creando così i

    presupposti per una corretta analisi della demografia territoriale.

    Come si è già precisato, la nostra attenzione è rivolta, soprattutto, allo studio dei regimi

    demografici territoriali con l’intento di individuare aree simili per livelli di nuzialità, natalità e

    mortalità e per caratteri topografici ed economici. In conformità ad una precedente indagine sulle

    differenze geografiche della mortalità friulana negli anni 1827-37 [Serio 1998], la regione

    agraria [ISTAT 1958 e 1988] è l’unità territoriale privilegiata anche in questo studio. Una scelta

    dettata da motivazioni diverse [Serio 1998] e riconducibile, solo in parte, ad alcuni vincoli

    imposti dalla documentazione di base. Le statistiche del 1827-37 fanno quasi sempre riferimento

    alla circoscrizione comunale ma, in alcuni casi, l’articolazione territoriale è limitata al solo

    distretto8. L’adozione della regione agraria si è rivelata opportuna in quanto offre una griglia

    sufficientemente dettagliata e a cui si possono ricondurre, senza troppe forzature, le informazioni

    statistiche relative a periodi diversi, che, gioco forza, fanno riferimento ad ambiti amministrativi

    mutevoli nel tempo9. Inoltre, le regione agrarie rappresentano aree relativamente omogenee,

    costituite da comuni contigui che hanno «[...] analoghe situazioni naturali (giacitura, rilievo,

    geologia, clima, ecc.) ed agrarie (colture attuali e potenziali)» [ISTAT 1958, p. 10].

    Per un’illustrazione delle operazioni effettuate per ricondurre i dati dei tre periodi (francese,

    austriaco e italiano) all’interno della griglia d’analisi prescelta si rimanda al citato lavoro sulla

    mortalità in Friuli [Serio 1998]. Si ritiene, tuttavia, opportuno segnalare che, per una serie di

    vincoli imposti dalla documentazione di base, le nostre regioni agrarie non coincidonoperfettamente con quelle definite dall’ISTAT e, in particolare, si è fatto riferimento a sole undici

    regioni anziché alle originali quindici10

    .

     7 Questa verifica è stata condotta per i comuni di Cividale, Gemona, Mortegliano e Udine.8 La minore articolazione territoriale dei quadri statistici interessa i distretti montani di S. Pietro, Moggio, Paluzza,

    Rigolato, Ampezzo, Tolmezzo, Gemona e Tricesimo unitamente al Distretto di Latisana.9 Gli stessi distretti veneti hanno subito nel corso del periodo preunitario una serie di soppressioni e accorpamenti da

    rendere complessa un’analisi diacronica [Ferrari 1963, p. 77; Fortunati 1932, p. 39].10

     In particolare le regioni agrarie Carnia Occidentale e Carnia Orientale sono state aggregate nella nostra regione

    Carnia. Le regioni colline di San Daniele e colline fra Tagliamento e Iudrio sono state composte in un’unica regione

    denominata Sandanielese e colline fra Tagliamento e Iudrio. Le regioni pianura friulana meridionale e bassa friulana

    sono state aggregate nella regione pianura friulana meridionale e bassa. Inoltre non si è considerata la regione Val

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    La procedura di stima della popolazione non era esente da difetti ben noti, del resto, all’autorità

    del tempo che, non a caso, corresse il dato di popolazione del 31.10.1835.  Prima di passare

    all’analisi dei risultati a livello di regioni agrarie, si è ritenuto opportuno proporre, nella tabella

    seguente, alcuni indici demografici, per il Friuli e le tre zone altimetriche, ottenuti con due

    popolazioni di consistenza diversa. In un caso, si è adottata la correzione proposta da alcuni

    studiosi dell’epoca: la differenza riscontrata tra la popolazione enumerata e quella calcolata al31.10.1835 è stata aggiunta o sottratta a partire dalla popolazione iniziale - quella del 1.11.1826 -

    ritenuta poco affidabile [Serio 1998]. La seconda serie di indici è stata calcolata senza effettuare

    alcuna correzione: si sono, quindi, recepiti, anno dopo anno, i valori di popolazione indicati in

    ciascun Prospetto Statistico.

    Tab. 1.  

    Zone altimetriche Popolaz.

    Media

    Distrib. %

    popol.

    Tassi di

    nuzialità

    Tassi di

    natalità

    Tassi di

    mortalità

    Increm.

    naturale

    Increm.

    totale

    Migraz.

    nettaPopolazione corretta

    Montagna 81377 21,2 6,6 33,5 23,3 10,2 9,6 -0,6

    Collina 108581 28,3 7,1 34,8 24,2 10,6 10,9 0,2

    Pianura 193233 50,5 7,2 34,2 27,3 6,9 7,4 0,5

    Friuli 383191 100,0 7,0 34,2 25,6 8,7 8,9 0,2

    Popolazione originale

    Montagna 81541 21,7 6,6 33,4 23,3 10,1 9,4 -0,8

    Collina 107635 28,7 7,1 35,2 24,4 10,8 12,1 1,3

    Pianura 186250 49,6 7,5 35,5 28,3 7,2 12,1 4,9

    Friuli 375426 100,0 7,2 35,0 26,1 8,9 11,5 2,6

    Fonte: elaborazioni su dati del   .

    Per la ridotta consistenza del divario tra la popolazione ottenuta a calcolo e quella ‘osservata’ (la

    prima supera del 2,1% la seconda), le differenze tra le due serie di tassi di nuzialità, natalità e

    mortalità risultano trascurabili per il complesso del Friuli. Esse sono leggermente più amplificate

    nei comuni della pianura dove si registrarono, in conseguenza dei maggiori movimenti migratori,

    scarti più ampi nei dati di popolazione (in media pari al 3,4%).

    Gli effetti della correzione si ripercuoto, invece, sulle stime dei tassi di incremento totale e di

    migrazione netta. Il primo risente pesantemente del criterio di correzione adottato: la

    popolazione all’istante iniziale (1.11.1826) è stata infatti aumentata di un valore pari all’intera

    differenza riscontrata, al 31.10.1835, tra il dato di popolazione calcolato e quello ‘osservato’.L’ammontare della popolazione ‘corretta’ risulta, pertanto, superiore a quella originariamente

    tabulata e, di conseguenza, la crescita tende a smorzarsi di circa un quinto nell’intero Friuli (il

    tasso d’incremento totale con la correzione passa da 11,5 a 8,9 per mille). L’effetto tende ad

    amplificarsi nell’area della pianura, dove la crescita sembrerebbe ridursi di oltre un terzo (il tasso

    scende da 12,1 a 7,4 per mille); i valori restano quasi invariati in montagna mentre gli effetti

    della correzione sono appena più appariscenti per la popolazione della collina.

     Canale che all’epoca non apparteneva al territorio del Friuli. Si noti che, in alcuni casi, non è stato possibile

    attribuire un numero limitato di comuni alle attuali regioni agrarie di competenza.

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    questa prima nota, si è, dunque, scelto di allinearsi alla tradizione consolidata negli studi di

    popolazione locale che, di fatto, corregge il dato iniziale di popolazione [Pelizzo; Fortunati 1932;

    Ferrari 1963]12

    .

    Fig. 1.

    Fonte: elaborazioni su dati del 

     12 Sebbene non si disponga di solide prove, si ritiene, tuttavia, che la correzione apportata dalle autorità e ripresa da

    studiosi contemporanei e successivi tenda a smorzare il processo di crescita della popolazione friulana. Sarebbe,

    forse, più opportuno distribuire la differenza tra dato calcolato e dato osservato nel corso degli anni 1826-1834.

    PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

    MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

    SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

    PIANURA DI UDINE

    PIANURA FRIULANA CENTRALE

    PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

    ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

    MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA

    MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

    PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

    PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

    MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

    SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

    PIANURA DI UDINE

    PIANURA FRIULANA CENTRALE

    PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

    ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

    MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA

    MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

    PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

    PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

    MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

    SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

    PIANURA DI UDINE

    PIANURA FRIULANA CENTRALE

    PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

    ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

    MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA

    MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

    PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

    26,9-30,023,7-26,923,5-23,723,2-23,522,5-23,2

    35,3-35,535,0-35,334,0-35,033,1-34,032,1-33,1

    7,3-7,97,1-7,37,0-7,16,6-7,06,3-6,6

    I II

    PIANURA FRIULANA MERIDIONALE E BASSA

    MONTAGNA DELL’ALTA SLAVIA

    SANDANIELESE E COLLINE TRA TAGLIAMENTO E IUDRIO

    PIANURA DI UDINE

    PIANURA FRIULANA CENTRALE

    PIANURA FRA TAGLIAMENTO E CELLINA

    ALTE VALLI DEL CELLINA E DEL MEDUNA

    MONTAGNA DEL CANAL DEL FERROCARNIA

    MEDIO CELLINA E MEDIO MEDUNA

    PIANURA FRA CELLINA E LIVENZA

    11,2-12,510,9-11,2  9,2-10,9  6,7- 9,2  3,0- 6,7

    IVIII

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    I regimi demografici di fondo delle undici regioni agrarie, delle tre zone altimetriche, delle due

    province nonché dell’intero Friuli sono riassunte nella tabella 2 e, parzialmente, illustrate neiprecedenti cartogrammi (fig. 1). Da una lettura incrociata degli indici e delle mappe tematicherelative alla nuzialità, natalità e mortalità delle regioni agrarie emergono le seguenticonsiderazioni:

     

      il Friuli nel suo complesso è caratterizzata da livelli dei tassi di nuzialità (7,0‰), natalità(34,2‰) e, soprattutto, mortalità (23,3‰) contenuti e inferiori a quelli riscontrati, nello stessoperiodo, in altri contesti regionali e all’interno del Veneto storico. In particolare, tra le anticheprovince venete, il Friuli, assieme al Veneto orientale, è stato segnalato per i suoi bassi livellidi mortalità [Fortunati 1932; Panizzon 1967] da ricondurre, secondo alcuni studiosi [Povolo1984; Residori 1984], ad una minore mortalità infantile e giovanile indotta da una diffusapresenza di famiglie allargate. Il maggior numero di membri tutelava la madre nel periododella gestazione e garantiva maggiori attenzioni e cure ai bambini sin dal momento delconcepimento. Una lunga serie di evidenze quantitative testimoniano i bassi livelli del tasso dimortalità infantile [Pozzi 1993; Serio 1998], più complessi e ancora in larga parte da chiarire,

    sono, invece, i fattori alla base dei minori rischi di morte nelle prime età della vita; 

      la mortalità è il fenomeno che presenta le maggiori differenze territoriali, seguito dallanuzialità e, infine, dalla natalità. Lo scarto relativo tra la zona agraria con tasso più alto equella con tasso più basso risulta, infatti, pari al 32% per la mortalità, al 25% per la nuzialità eal 10% per la natalità;

     

      la mortalità risulta sistematicamente più bassa in montagna (tasso dell’area montana uguale a23,3‰) dove, tra l’altro, risulta assai uniforme (scarto relativo tra massimo e minimo pari al5%); il tasso nella collina è di appena un punto più alto (24,2‰), mentre raggiunge un valoremedio di 27,3‰ in pianura con una punta massima del 30‰ nella Pianura udinese. Questazona agraria include il capoluogo che era contraddistinto da elevati livelli di mortalità(35,5‰) per la presenza di diverse strutture assistenziali (ospedali, ospizi, ecc.) e percondizioni igieniche più precarie e favorevoli all’insorgere di epidemie. Il colera del 1836colpì pesantemente gran parte del territorio friulano e, in particolare, il centro di Udine[Breschi 1998];

     

      le diverse regioni agrarie del pordenonese spiccano, in genere, per livelli dei tassi di mortalitàpiù contenuti delle corrispondenti regioni agrarie appartenenti all’attuale provincia di Udine;

     

      la natalità mostra lievi differenze geografiche, si può, tuttavia, osservare che l’area montana ècontraddistinta da livelli appena più bassi; un dato coerente con la minore mortalità e, anche,la minore nuzialità;

     

      la nuzialità infatti oscilla intorno al 7‰ in quasi tutte le regioni agrarie della collina e dellapianura, soltanto la zona meridionale estrema presenta valori più elevati (7,9‰) che si

    contrappongono a quelli, mediamente, più bassi della fascia montana.

    In definitiva, il Friuli risulta un’area sostanzialmente uniforme in termini di natalità ed, anche, dinuzialità se si escludono le due zone estreme - l’arco alpino e la bassa friulana. La mortalità è ilsolo fenomeno, almeno in questo periodo, con chiare differenze territoriali. Oltre alla montagnasegnata da bassi valori, il fiume Tagliamento - lungo la direttrice est-ovest - separa la collina e lapianura in due ampie zone: la destra Tagliamento (il pordenonese) a più contenuta mortalità e lasinistra Tagliamento (l’area udinese) a mortalità leggermente più marcata.

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    Il quadro di fondo delle differenze demografiche territoriali riscontrato in Friuli negli anni

    successivi alla Restaurazione, si ripresenta pressoché inalterato subito dopo l’annessione del

    Friuli al Regno d’Italia. Le statistiche italiane consentono di riproporre, senza alcuna difficoltà,la griglia territoriale (regioni agrarie e zone altimetriche) utilizzata per l’analisi dei dati del

    periodo 1827-37. La popolazione censita al 31.12.1871 è il punto centrale di riferimento dei dati

    di movimento del quadriennio 1870-73. I relativi indici demografici, comparabili a quelli

    introdotti nel paragrafo precedente, sono sintetizzati nella tabella 3.

    Le problematiche ed i limiti che caratterizzano i primi censimenti italiani sono stati trattati

    ampiamente13

    . Il censimento del 31.12.1871 rappresenta la prima rilevazione di questo genere

    attuata dall’amministrazione italiana nel territorio del Friuli e come tale tende ad amplificare i

    comuni errori che caratterizzavano le prime rilevazioni censuarie. I dati di movimento

    (matrimoni, nascite e decessi) sono stati tratti dai fascicoli «Popolazione. Movimento dello stato

    civile» pubblicati all’epoca dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. In relazione a

    questa fonte, una rapida verifica sul rapporto di mascolinità alla nascita ha comunqueevidenziato una buona qualità dei dati di base anche per i comuni di dimensioni minori

    14. Un

    aspetto che si vuol evidenziare riguarda il fatto che i dati di movimento considerati fanno

    riferimento alla popolazione presente; tenendo conto che i dati del periodo 1827-37 erano

    riconducibili ad un concetto di popolazione più vicino a quello di popolazione residente, una

    certa cautela deve essere mantenuta nell’utilizzo dei tassi generici calcolati per uno studio

    dell’evoluzione nel tempo dei fenomeni considerati. Questa considerazione è estendibile anche ai

    dati relativi al periodo napoleonico, che verranno presentati in seguito, e che difficilmente

    possono essere ricondotti ai concetti di popolazione residente o presente

    Passando al commento degli indici demografici calcolati per il quadriennio 1870-73 (tab. 3), si

    può notare che la situazione non presenta alcuna significativa variazione rispetto a quella

    riscontrata durante la Restaurazione. I valori dei tassi generici per il complesso del Friuli non si

    distaccano significativamente da quelli osservati 30-40 anni prima. Del resto, la popolazione del

    Friuli non era ancora avviata con decisione verso un nuovo regime demografico, segnato da un

    controllo massiccio dei comportamenti riproduttivi e da alti livelli di sopravvivenza [Breschi,

    Pozzi e Rettaroli 1994]. Tra l’altro il Friuli, all’interno del panorama regionale italiano, si

    segnala, già nell’Ottocento preunitario e, forse, sin dalla prima metà del Settecento, come

    un’area a fecondità e mortalità contenute. La discesa dei livelli di fecondità e, soprattutto, di

    mortalità risultano singolarmente graduali rispetto a quelli riscontrati, ad esempio, nel vicino

    Veneto.

     13 L’inesperienza nelle operazioni censuarie e l’elevato analfabetismo sono le cause principali delle imperfezioni dei

    primi censimenti italiani. In pratica, solo il Regno di Sardegna aveva esperienza di censimenti, con le tre

    enumerazioni del 1838, 1848 e 1858. In altri Stati, l’esperienza mancava completamente (Regno delle due Sicilie), oera limitata ad enumerazioni abbastanza rudimentali (Toscana e Stato Pontificio), o era assai recente (Lombardia,

    Veneto, Parma e Modena, e i loro censimenti del 1857-58). La letteratura, in particolare dell’epoca, sui limiti dei

    dati ottenuti con i primi censimenti unitari è assai vasta. I termini principali di questa discussione sono rintracciabili

    nei numerosi articoli pubblicati negli «Annali di Statistica». Un’utile sintesi è il saggio di Benini [1911] per i primi

    cinquant’anni di studi demografici italiani.14 Si è calcolato, per il quadriennio 1870-73, il rapporto dei sessi alla nascita nei 182 comuni della Provincia del

    Friuli per verificarne la collocazione negli intervalli di confidenza al 95% [Leti 1977]. Dei 42 comuni con numero di

    nati inferiore a 200 soltanto 2 non rientrano nell’intervallo di confidenza stabilito per 100 nati. Dei 139 comuni con

    numero di nati compreso fra 200 e 1500, 31 escono dall’intervallo stabilito per 1000 nascite (di cui 28 hanno un

    numero di abitanti inferiore a 600 unità). Il Comune di Udine fa registrare 3861 nati nel quadriennio 1870-1873, con

    un rapporto di mascolinità alla nascita, pari a 101, che rientra nell’intervallo di confidenza per 5000 nascite.

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    Anche a livello territoriale non si apprezzano significativi mutamenti. Colpisce, ancora una volta,

    la sostanziale uniformità del tasso generico di natalità che si aggira, nelle tre zone altimetriche,tra il 33,9‰ della collina e il 34,8‰ della pianura. Anche a livello di regioni agrarie, ledifferenze di natalità sono contenute e, soprattutto, non si riscontra un netto modello geografico.Negli anni postunitari, la nuzialità presenta, invece, una maggiore variabilità: riflesso, da

    imputare, almeno in parte, alla diversa efficienza degli uffici di stato civile e al diverso grado diadesione della popolazione alla politica di boicottaggio della Chiesa nei confronti dellaregistrazione civile del matrimonio. I più alti tassi di nuzialità si riscontrano, forse del tuttocasualmente, in montagna, proprio dove la macchina amministrativa era da più lungo tempo infunzione

    15 e dove erano presenti forti sentimenti anarchici e socialisti [Renzulli 1978].

    La geografia della mortalità si sovrappone quasi perfettamente a quella del periodo austriaco.Innanzitutto, essa tende a diminuire risalendo dalla pianura verso la montagna; inoltre, èconfermato l’asse del Tagliamento: la collina e la pianura udinese presentano tassi, mediamente,più elevati delle rispettive aree del pordenonese.

    Tab. 3.    

    Regione agraria Tipo Popol.

    Media

    Distrib.

    % pop.

    Tassi di

    nuzialità

    Tassi di

    natalità

    Tassi di

    mortalità

    Increm.

    naturale

    Carnia M 46494 9,7 8,4 34,6 23,2 11,4

    Canal del Ferro M 12690 2,6 10,1 33,3 25,1 8,2

    Alta Slavia M 16625 3,5 7,5 33,7 26,6 7,1

    Alte Valli del Cellina e del Meduna M 18422 3,8 8,7 36,3 26,2 10,1

    Sandanielese, colline tra Tagliamento e Udrio C 95965 19,9 7,0 33,6 25,2 8,4

    Medio Cellina e medio Meduna C 45547 9,5 8,2 34,7 27,5 7,2Pianura di Udine P 79580 16,5 6,6 33,9 30,8 3,1

    Pianura friulana centrale P 29801 6,2 7,4 34,3 26,4 7,9

    Pianura friulana meridionale e Bassa P 45230 9,4 7,4 35,6 31,4 4,2

    Pianura fra Cellina e Livenza P 57453 11,9 7,6 36,1 25,9 10,2

    Pianura tra Tagliamento e Cellina P 33958 7,0 8,3 34,0 25,9 8,1

    Montagna 94231 19,6 8,6 34,6 24,7 9,9

    Collina 141512 29,4 7,4 33,9 25,9 8,0

    Pianura 246022 51,1 7,3 34,8 28,5 6,3

    Provincia di Udine 326385 67,7 7,4 34,1 27,3 6,8

    Provincia di Pordenone 155380 32,3 8,1 35,3 26,4 8,9

    Friuli 481765 7,6 34,5 27,0 7,5

    Fonte: elaborazioni su dati MAIC 1872-75.

    La geografia della mortalità si sovrappone quasi perfettamente a quella del periodo austriaco.

    Innanzitutto, essa tende a diminuire risalendo dalla pianura verso la montagna; inoltre, è

    confermato l’asse del Tagliamento: la collina e la pianura udinese presentano tassi, mediamente,

    più elevati delle rispettive aree del pordenonese.

    Per gli anni di inizio secolo si dispone di una serie di statistiche raccolte dai francesi che

    permettono di calcolare i tassi di nuzialità, natalità e mortalità a livello di singolo comune.

     15 Come si è già detto alla nota 6, è ancora da scrivere una storia sull’attivazione del registro di popolazione in Friuli.

    Non si può, tuttavia, tenere conto del fatto che gran parte dei comuni montani conservano le antiche anagrafi

    austriache, mentre queste si rintracciano raramente nei comuni della pianura.

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    Queste statistiche sono state recentemente riorganizzate e pubblicate in un corposo volume

    [Corbellini, Cerno e Sava 1992] a cui rimandiamo per una puntuale descrizione della fonte

    documentaria originaria. Questa statistica venne promossa dal governo francese a pochi mesi dal

    suo arrivo in Friuli allo scopo di ‘conoscere’ questo nuovo territorio. Al pari di altre ricognizioni

    del periodo napoleonico, l’impianto dell’indagine è assai complesso e a tutto tondo. Essa mirava

    a raccogliere un complesso di informazioni estremamente variegato e tra queste,immancabilmente, il numero di abitanti e la frequenza delle principali manifestazioni

    demografiche (matrimoni, nascite e decessi). Il dato di popolazione è da riferirsi, grosso modo,

    all’anno 1807; mentre i dati di movimento coprono, con dettaglio annuale e distinzione per

    sesso, il triennio 1804-1806. L’indagine venne effettuata per l’intero Friuli o, più correttamente

    secondo la compartimentazione del periodo, per il Dipartimento di Passariano, coincidente con

    qualche approssimazione all’attuale provincia di Udine, e per il Dipartimento del Tagliamento

    che comprendeva i comuni friulani della destra Tagliamento oltre a numerosi comuni (o frazioni)

    attualmente appartenenti alle province di Venezia (23), Treviso (4) e Padova (1)16

    .

    Al momento attuale, si dispone dei quadri statistici relativi al solo Dipartimento di Passariano e,

    pertanto, l’analisi copre sì una larga fetta dell’antica Provincia del Friuli (quasi i 2/3), ma resta

    escluso il territorio dell’attuale provincia di Pordenone. Per quanto riguarda la completezza e laqualità dei dati demografici, si può osservare che l’indagine risente, in qualche misura, di alcuni

    errori ed omissioni connessi con la particolare tipologia dell’inchiesta francese. Nel complesso,

    le verifiche effettuate [Geromel 1993-94] e la sostanziale permanenza nel tempo dei modelli

    territoriali consentono di affermare che la qualità dei dati risulta soddisfacente, soprattutto se non

    si scende con l’analisi al livello comunale ma si utilizzano delle zone di dimensioni maggiori.

    Si segnala, inoltre, che i dati relativi al Dipartimento di Passariano sono stati rielaborati al fine di

    consentire il confronto con i compartimenti territoriali utilizzati per il periodo 1827-3717

    . Alcune

    piccole differenze territoriali fra la sinistra Tagliamento ricostruita per il triennio 1804-1806 e

    quella relativa all’intervallo 1827-37 non inficiano il confronto diacronico. L’utilizzo di tassi

    generici riferiti a compartimenti territoriali di una certa consistenza, quali le regioni agrarie,

    consente infatti di ridurre l’influenza di piccole differenze nelle unità territoriali di riferimento.

    Nel calcolo dei tassi generici di nuzialità, natalità e mortalità, al fine di «centrare» la popolazione

    rispetto al triennio considerato, si è ricorsi all’ipotesi di nullità del saldo migratorio; si sono

    quindi sottratte dalla popolazione del 1807 metà delle nascite avvenute nel triennio 1804-1806 e

    si sono sommati metà dei decessi relativi al medesimo periodo.

    La tabella 4 sintetizza, per il territorio udinese, i valori assunti da vari indici demografici nel

    periodo 1804-06; inoltre, per una corretta lettura diacronica, si sono riepilogati nella tabella 5 i

    dati relativi alle tre zone altimetriche della provincia di Udine riscontrati negli anni francesi,

    durante la dominazione austriaca e, infine, negli anni immediatamente successivi all’annessione

    del Friuli all’Italia.

     16

     Si tenga conto che nel Dipartimento del Tagliamento rientrava anche l’attuale Comune di Forgaria nel Friuli e unafrazione del Comune di Trasaghis (Peonis), che oggi fanno parte della Provincia di Udine.17 Si sono escluse dal Dipartimento di Passariano le seguenti zone: i Cantoni di Gradisca, Cervignano e Cormons

    (con l’eccezione del Comune di S. Giovanni di Manzano) per un totale di 25 comuni; i Comuni di Campolongo e

    Visco (Cantone di Palma), Luico (Cantone di S. Pietro), Bergogna (Cantone di Faedis), Claunicco, Creda, Dolegna,

    Mediuzza, S. Lorenzo di Nebula, Sedula e Starasela (Cantone di Cividale). Per maggiori dettagli si rimanda al

    lavoro di Geromel (1993-94).

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    Tab. 4    

    Regione agraria Tipo Popol.

    Media

    Distrib.

    % pop.

    Tassi di

    nuzialità

    Tassi di

    natalità

    Tassi di

    mortalità

    Increm.

    naturale

    Carnia M 33361 14,7 7,4 32,0 22,4 9,7

    Canal del Ferro M 9262 4,1 9,7 38,5 32,0 6,5

    Alta Slavia M 11410 5,0 7,7 34,7 26,1 8,6Sandanielese, colline tra Tagliamento e Udrio C 67165 29,6 8,9 36,0 26,0 10,0

    Pianura di Udine P 22110 9,7 9,0 34,1 30,2 3,9

    Pianura friulana centrale P 51966 22,9 10,0 36,4 29,6 6,8

    Pianura friulana meridionale e Bassa P 31954 14,1 11,1 38,7 33,1 5,7

    Montagna 54032 23,8 7,9 33,7 24,8 8,9

    Collina 67165 29,6 8,9 36,0 26,0 10,0Pianura 106029 46,7 10,1 36,6 30,8 5,9

    Provincia di Udine 227226 9,2 35,8 27,9 7,8

    Fonte: elaborazioni su dati tratti da: Corbellini, Cerno, Sava 1992.

    Tab. 5  

    Zona altimetrica Popolazione

    media

    Distrib. %

    pop.

    Tassi di

    nuzialità

    Tassi di

    natalità

    Tassi di

    mortalità

    Increm.

    naturale

    Montagna 54032 23,8 7,9 33,7 24,8 8,9

    Collina 67165 29,6 8,9 36,0 26,0 10,0

    Pianura 106029 46,7 10,1 36,6 30,8 5,9

    Totale 227226 100,0 9,2 35,8 27,9 7,8

    Montagna 66264 25.3 6.6 33.1 23.4 9.7

    Collina 70974 27.1 7.1 35.5 24.5 10.9

    Pianura 124855 47.6 7.2 33.9 29.4 4.5

    Totale 262092 100.0 7.0 34.1 26.6 7.5

    Montagna 75809 23.2 8.5 34.2 24.3 9.9

    Collina 95965 29.4 7.0 33.6 25.2 8.4

    Pianura 154611 47.4 7.0 34.5 30.1 4.3

    Totale 326385 100.0 7.4 35.3 27.3 8.0

    Fonte: elaborazioni su dati tratti da: Corbellini, Cerno, Sava 1992;   ; MAIC 1872-75.

    Una lettura combinata dei dati delle tabelle 4 e 5 mostra, a tutta prima, una sostanziale

    invariabilità, nel tempo e nello spazio, dei caratteri di fondo del sistema demografico friulano - opiù correttamente udinese. I valori dei tassi nel primo Ottocento sono del tutto analoghi a quelliriscontrati nei due periodi successivi. Per il complesso del territorio udinese, la natalità e lamortalità mostrano, nel corso del tempo, differenze di 1-2 punti con valori che oscillano,rispettivamente, intorno al 34-35‰ e al 26-27‰, con un tasso d’incremento naturale di 7-8punti. La nuzialità nel triennio 1804-06 si attesta, invece, su livelli medio-alti - il tasso perl’intera zona tocca il 9,2‰ rispetto ad un valore del 7-7,5‰ osservato successivamente. Gli annifrancesi sono, come è ben noto, anni del tutto eccezionali nella dinamica nuziale, sollecitata oltre

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    che dalle consuete oscillazioni congiunturali anche dalle eventuali chiamate alle armi: il

    matrimonio era una soluzione a ‘facile’ portata per sfuggire alla leva.

    Il modello demografico territoriale è ancora una volta confermato: la montagna si caratterizza

    per livelli più contenuti dei tassi di nuzialità, natalità e, soprattutto, mortalità. La pianura è,

    invece, di norma, contraddistinta da tassi più alti e, in posizione, intermedia si colloca la collina.

    Le differenze restano, tuttavia, contenute e tendono ad accentuarsi appena a livello di regioniagrarie: si tratta, ancora una volta, di un’amplificazione della contrapposizione tra arco montano

    e pianura meridionale antistante il fronte marino con presenza, anche, di aree paludose. Tuttavia,

    questa contrapposizione - un classico nel panorama regionale italiano - non raggiunge in Friuli,

    almeno nel corso dell’Ottocento, i divari osservati in altri contesti. A titolo del tutto

    esemplificativo, nel Granducato di Toscana [Breschi e Salvini 1993], l’arco appenninico si

    contrapponeva in misura netta al vasto territorio della Maremma Toscana: i tassi di mortalità di

    questa ultima area superavano, non di rado, di oltre 1/3 quelli della ‘salubre’ montagna e collina;

    nondimeno, le differenze tra i tassi di natalità non erano ristretti a pochi punti come in Friuli.

    Non a caso, le popolazioni montane della Toscana sono spesso indicate a modello di popolazione

    a basso regime demografico e, come tali, contrapposte alla popolazione dell’area grossetana e

    senese, chiaro esempio di una popolazione ad alto regime demografico (alti tassi di natalità emortalità).

    Alla luce di questa prima analisi territoriale, il Friuli, una regione molto disomogenea per

    conformazione orografica e per condizioni climatiche, mostra, almeno per gran parte

    dell’Ottocento, una geografia demografica segnata più da sfumature che da netti contrasti. A

    prima vista, non si apprezzano marcate differenze macro-territoriali - anche se una lettura più

    puntuale (a livello di comuni) potrebbe rivelare un quadro più articolato e contrastato. Del resto,

    alcune recenti indagini hanno segnalato l’esistenza di ‘nicchie’ socio-culturali con

    comportamenti demografici specifici e diversi, almeno in parte, da quelli riscontrati in contesti

    eco-ambientali simili. Tra queste nicchie si menzionano, a livello del tutto esemplificativo, la

    comunità di Sauris [Cozzi, Isabella, Navarra 1998], la popolazione di Marano Lagunare

    [Falcomer 1990] e quella della Val di Resia [Morassi e Paniek 1984]. La specificità di queste

    comunità risalta dal confronto con il contesto relativo: ancora una volta, emerge quindi, l’utilità

    di piani di lettura combinati e, in particolare, l’integrazione, sia pure a differenti livelli,

    dell’approccio «macro» e dell’approccio «micro» per una completa ricostruzione dei meccanismi

    evolutivi di una popolazione.

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