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LANGMaster Italian Audio - Listen & Learn Beginners Track 1: Listen to the phrases. Buona sera, signora! Buona sera, dottore! Ciao, Giorgio! Ciao, Anna! Ciao, Paola! Oh, ciao Francesca! Buongiorno, professore! Buongiorno! Track 2: Listen to the short conversations. 1. Ciao, sono Valeria, e tu come ti chiami? Alberto. E tu? Io Cecilia. 2. Buongiorno, sono Giovanni Muti. Piacere, Carlo De Giuli. 3. Scusi, Lei come si chiama? Franca Gucci. E Lei? Anch’io mi chiamo Gucci, Paola Gucci. 4. La signora Genovesi ...? Sì, sono io, e Lei è il signor ...? Ragazzi. Marcello Ragazzi. Track 3: Listen to the words and repeat them during the pause. Caffè Garda Piacere Spaghetti Parmigiano Ciao Arrivederci Zucchero Chitarra Gelato Germania Radicchio zucchini Monaco funghi formaggio cuoco buongiorno prosecco lago ragù cuore Track 4: Listen to the words and repeat them during the pause. Cioccolata Macchina Giornale Bicicletta Vigile Valigia Chiesa Orologio Arancia Chiave Track 5: Listen to the dialogs. Lei è italiana? Sì. E Lei? È inglese? No, sono irlandese. Ah, irlandese! Sì, sono di Dublino. E Lei di dov’è? Di Verona. Sei tedesco? No, sono austriaco. E tu, di dove sei? Sono italiana, di Genova. Track 6: Listen to the short conversations. 1. Buongiorno, signora! Oh, buongiorno. 2. Come ti chiami? Ornella, e tu? Federico. 3. Ciao, Roberto. Oh, ciao. Come va? 4. Lei è inglese o americano? Io? Americano! 5. Di dove sei? Di Milano, e tu? Di Brescia. 6. Lei è il signor Frizzi? Sì. E Lei è la signora Costanzo? Sì. Piacere. Piacere. Track 7: Listen to the phrases. Ciao! Arrivederci! A presto! ArrivederLa! Alla prossima volta! A domani! Track 8: Listen to the numbers. Zero Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Undici Dodici Tredici Quattordici Quindici Sedici Diciassette Diciotto Diciannove Venti

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Beginners Track 1: Listen to the phrases. Buona sera, signora! Buona sera, dottore! Ciao, Giorgio! Ciao, Anna! Ciao, Paola! Oh, ciao Francesca! Buongiorno, professore! Buongiorno! Track 2: Listen to the short conversations. 1. Ciao, sono Valeria, e tu come ti chiami? Alberto. E tu? Io Cecilia. 2. Buongiorno, sono Giovanni Muti. Piacere, Carlo De Giuli. 3. Scusi, Lei come si chiama? Franca Gucci. E Lei? Anch’io mi chiamo Gucci, Paola Gucci. 4. La signora Genovesi ...? Sì, sono io, e Lei è il signor ...? Ragazzi. Marcello Ragazzi. Track 3: Listen to the words and repeat them during the pause. Caffè Garda Piacere Spaghetti Parmigiano Ciao Arrivederci Zucchero Chitarra Gelato Germania Radicchio zucchini Monaco funghi formaggio cuoco buongiorno prosecco lago ragù cuore Track 4: Listen to the words and repeat them during the pause. Cioccolata Macchina Giornale Bicicletta Vigile Valigia Chiesa Orologio Arancia Chiave Track 5: Listen to the dialogs. Lei è italiana? Sì. E Lei? È inglese? No, sono irlandese. Ah, irlandese! Sì, sono di Dublino. E Lei di dov’è? Di Verona. Sei tedesco? No, sono austriaco. E tu, di dove sei? Sono italiana, di Genova. Track 6: Listen to the short conversations. 1. Buongiorno, signora! Oh, buongiorno. 2. Come ti chiami? Ornella, e tu? Federico. 3. Ciao, Roberto. Oh, ciao. Come va? 4. Lei è inglese o americano? Io? Americano! 5. Di dove sei? Di Milano, e tu? Di Brescia. 6. Lei è il signor Frizzi? Sì. E Lei è la signora Costanzo? Sì. Piacere. Piacere. Track 7: Listen to the phrases. Ciao! Arrivederci! A presto! ArrivederLa! Alla prossima volta! A domani! Track 8: Listen to the numbers. Zero Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Undici Dodici Tredici Quattordici Quindici Sedici Diciassette Diciotto Diciannove Venti

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Track 9: Listen to the dialog. Qual è il Suo indirizzo? Via Garibaldi, 22. E il Suo numero di telefono? 3426795. Però ho anche il cellulare: 0347-7621782. Come, scusi? 0347-7621782. Track 10: Listen to the numbers. Tredici Quattro Quindici Sei Sedici Undici Diciassette Diciotto Diciannove Sette Track 11: Listen to the words and repeat them during the pause. Germania buongiorno ciao macchina giornale spaghetti prego zucchero chitarra lago Garda ragù piacere arrivederci cuoco cuore funghi caffè Track 12: Listen to the short conversations. Buongiorno, signora, come sta? Bene,grazie. E lei? Ehi, ciao Guido. Come stai? Ah, oggi sto proprio male. Oh, mi dispiace. Ciao,come va? Benissimo, grazie. Buona sera, signor Meli, come va? Eh, non c‘è male. Track 13: Listen to the dialog. Buona sera, signora Vinci. Come sta? Bene, grazie. E Lei? Non c'è male, grazie. Ah, Le presento il signor Lucchetti. Signor Lucchetti, la signora Vinci. Piacere. Molto lieto. Track 14: Listen to the dialog. Ehi, ciao Guido. Come stai? Benissimo. E tu? Anch’io, grazie. Senti, questa è Eva, una mia amica spagnola, di Siviglia. E questo è Guido, un mio amico. Ciao! Piacere! Sai, Eva parla molto bene l’italiano. Ah, sì? Io invece purtroppo non parlo lo spagnolo! Track 15: Listen to the dialog. Siete di qui? No, siamo di Napoli, ma abitiamo qui a Bologna. Ah, di Napoli! E che cosa fate di bello? Studiate? No, io lavoro in una scuola di lingue. Sei insegnante? No, faccio la segretaria. E tu che lavoro fai? Io sono impiegata in un’agenzia pubblicitaria. E tu dove lavori? In uno studio fotografico Track 16: Listen to the dialog. Ehi,ciao Licia! Franco, che piacere! Come va? Eh, bene, grazie. E tu? Tutto bene? Mah, non c’è male. Senti, questa è Valeria Sanchez, una mia amica. Piacere. Piacere. Scusate un momento ... Pronto? ... Sì, oggi no, oggi non posso perché c’è … Sanchez ... allora Lei è spagnola? No no, sono argentina. Ah, e di dove? Di Cordoba. Ah, bella l’Argentina! Sa, io ho uno zio a Buenos Aires. A, davvero? Eh sì. E Lei come mai è qui in Italia? Per migliorare il mio italiano. Frequento un corso qui a Urbino. Ma come per migliorare il Suo italiano? Lei lo parla benissimo! Grazie, ma non è così. Ho ancora tanto da imparare! E perché lo studia? Per motivi di lavoro e anche perchè l’italiano è una lingua che amo tanto. Ah, e posso chiederLe che lavoro fa? Sono cantante lirica. Veramente? Interessante! Scusate, ma era importante. Oh, non c’è problema. Intanto abbiamo fatto due chiacchiere. Ah bene, bene. E tu, Licia, non lavori oggi? No, oggi sono libera e comincio a lavorare stasera alle otto. Ah, sei

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sempre in ospedale? Sì. E tu? Sei sempre in banca? No, adesso lavoro in proprio. Ho uno studio insieme a un collega e insomma… Track 17: Listen to the numbers. venti ventuno ventidue ventitré ventiquattro venticinque ventisei ventisette ventotto ventinove trenta trentuno trentadue trentacinque quaranta quarantasei cinquanta cinquantasette sessanta sessantotto settanta settantaquattro ottanta ottantuno novanta novantatré cento Track 18: Listen to the numbers. ventitré settantasette quindici quarantadue cinque Track 19: Listen to the sentences. Buona sera signora, come sta? Il signor Santi ha sessantasei anni. Sandro e Sofia sono a Salerno. Scusi, Lei parla lo spagnolo? Siamo qui a scuola per studiare l’italiano. Senti, tu sei svizzero o tedesco? Io sono di Sondrio e tu di dove sei? Stefano ha sedici anni. Track 20: Listen to the sentences. Franco parla bene il tedesco Lara è di Merano Questo è Guido Maria non è portoghese Hans è di Vienna La signora Rossetti non sta bene Lei è irlandese Sei tedesco Track 21: Listen to the dialog. I signori desiderano? Io prendo un cornetto e un caffè macchiato. E Lei, signora? Anch’io vorrei un cornetto e poi ... un tè al limone. I cornetti con la crema o con la marmellata? Mmm ... con la crema. Per me invece con la marmellata. E lei che cosa prende? Mmm, solo un tè al latte. Bena, allora due cornetti, due tè e un macchiato. Track 22: Listen to the dialog. Buongiorno signora, vuole il menù? No, grazie, vorrei solo un primo. Che cosa avete oggi? Spaghetti ai frutti di mare, tagliatelle ai porcini, tortellini in brodo, minestra di fagioli ... Ah, va bene così, per me gli spaghetti. E per il ragazzo? Vuoi anche tu la pasta o preferisci qualcos’altro? Mm, una cotoletta con le patatine fritte. E da bere? Un quarto di vino rosso e mezza minerale, per piacere. Gasata o naturale? Naturale. E tu ... che cosa vuoi? Ehm ... una coca ... senza ghiaccio. Track 23: Listen to the dialog. Scusi! Sì, dica! Mi porta ancora mezza minerale, per cortesia? Certo, signora. Desidera ancora qualcos’altro? Come dessert abbiamo gelato, macedonia, frutta fresca o il tiramisù, molto buono. No, grazie, va bene così. Ah, un momento, magari un caffè! Corretto? Sì, grazie. E poi il conto, per favore. D’accordo. Track 24: Listen to the dialog. Senti, vogliamo cominciare a pensare a che cosa cuciniamo domani sera? Domani sera? Perché? Come Perché? Domani sera vengono Rita e Fausto. E io non ho molto tempo per cucinare. Ah, già, è vero!

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Mm, anch’io torno tardi dal lavoro. Eh … potremmo fare dei tortellini in brodo, delle cotolette o dei petti di pollo con un po’ d’insalata. E per finire un po’ di frutta fresca o una macedonia o delle pere cotte … Sì, bravo, tortellini, cotolette, pollo … Lo sai benissimo che Fausto non mangia la carne. Ah, giusto! Beh, allora facciamo un risotto ai funghi e per secondo … Mah, il pesce é escluso, perché tu non lo mangi. No, il pesce no, ti prego. Allora verdura, zucchine per esempio. Una frittata con le zucchine. Mah, senti, non puoi fare la carne per noi e per lui, che so, una mozzarella o un po’di formaggio … Beh, non mi sembra bello. Allora melanzane alla parmigiana. No, é troppo lavoro! Scherzi? Dovrei cucinare almeno per tre ore! Ma dai, Anna, d’accordo che non vuoi fare la casalinga, ma per gli amici qualche volta … E allora cucina tu! Io? Lo sai benissimo che non ho tempo … Track 25: Listen to the phone conversation. Ristorante Roma, buongiorno. Buongiorno. Scusi, è possibile prenotare un tavolo per le otto? Certo. Per quante persone? Sei, forse sette. D’accordo. E a che nome? Lochmann. Come, scusi? Lochmann, elle - o - ci - acca - emme - a - enne - enne. Ah, va bene. Grazie mille. Prego, si figuri! A più tardi. Arrivederci. Arrivederci. Track 26: Listen to the alphabet. A, bi, ci, di, E, effe, gi, acca, I, elle, emme, enne, O, pi, cu, erre, esse, ti, U, vi/vu, zeta, i lunga, kappa, doppia vu, ics, ipsilon Track 27: Listen to the short conversation. Che cosa fai nel tempo libero? Io di solito faccio sport: vado in palestra. E tu? Io invece sto quasi sempre a casa: dormo a lungo, leggo o guardo la TV. Track 28: Listen to the dialog. Che cosa fai il fine settimana? Mah, il sabato sera esco sempre con gli amici. Andiamo spesso in discoteca. E tu, che cosa fai? Anch’io esco con gli amici, ma non andiamo mai a ballare. Spesso mangiamo una pizza insieme e qualche volta andiamo al cinema. Track 29: Listen to the dialog. Allora, Patrizia, cosa fai domani sera? Mah, forse vado in discoteca con Guido ... Ah, ti piace ballare? Sì, tantissimo. Mi piacciono soprattutto i balli sudamericani. E tu? Che cosa fai? Domani vado all’opera. Oddio! Beh, perché? Io odio l’opera. Veramente? A me invece piace moltissimo. Track 30: Listen to the dialogs. Tu come ti chiami? Cristian Paro. Dove abiti? Oderzo, provincia di Treviso. Il fine settimana tu come lo trascorri? Spesso in discoteca Trendy. Ed esci quasi sempre il fine settimana? Sì, Sì. Perche purtroppo il lavoro mi impegna molto durante la settimana. Cos’è che ti piace della discoteca? La moda, il fashion, il trendy. La musica? Anche. Tu, come ti chiami? Monica. Quanti anni hai? 22. E che tipo do lavoro fai? Estetista. Lavoro dal martedì al sabato con orario continuato a Treviso. E il fine settimana come ti diverti? Il fine settimana e non solo il fine settimana vado in discoteca, con o senza amici, anche da sola e … ci divertiamo.

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Track 31: Listen to the sentences and focus on the times. È l’una. Sono le due. Sono le due e un quarto. Sono le due e venticinque. Sono le due e trenta. / Sono le due e mezza. Sono le tre meno venti. Sono le tre meno un quarto. È mezzogiorno. È mezzanotte. Track 32: Listen to the short conversations. Uno Che ora è, per piacere? Le nove e tre quarti. Due Scusa, che ora è? L’una mezza. Tre Scusi, sa che ore sono? Sì. Le otto meno dieci. Quattro Sono già le sette? Eh, sì! Track 33: Listen to the words and repeat them during the pause. Guido funghi lingua yoga guardare impiegato qui chi quanto cantante cinque anche acqua acca Track 34: Listen to the phone conversation. Albergo Torcolo, buongiorno. Buongiorno. Senta, avete una camera doppia per il prossimo finesettimana? Un attimo, prego. Dunque ... beh, c’è una matrimoniale. Va bene lo stesso? Sì. E ... da venerdì o da sabato? Per due notti. Da venerdì a domenica. D’accordo. E a che nome, scusi? Cipriani. Ci ... pria ... ni. Perfetto. Sì, un momento però, ancora una domanda. Quanto viene la camera? 120 euro, compresa la colazione. Benissimo. Un’ultima informazione. Avete il garage? No, signora, mi dispiace, ma ci sono due parcheggi qui vicino. Ah, va bene.... La ringrazio. A venerdì allora. Sì, ... ma scusi ... ancora una cosa, signora: per la conferma può mandare un fax? Certo, anche subito, se vuole. Perfetto. Allora grazie e arrivederLa. Prego. ArrivederLa. Track 35: Listen to the phone conversation. Buona sera. Senta, chiamo dalla camera 128. Avrei un problema. Eh, nel bagno c’è il riscaldamento che non funziona. Grazie. E poi ancora una cosa: è possibile avere un altro cuscino? Grazie mille. Track 36: Listen to the phone conversation. Pronto. Pronto, buongiorno, con chi parlo scusi? Nuti. Eh, dunque senta , ho appena letto su Grazia un annuncio per quell’appartamento al mare. L’ha messo Lei? Sì, è interessata? Sì,ma … prima vorrei delle informazioni. Sì, mi dica. Dunque, quanti posti letto ci sono? Dunque, in verità due, perchè c’è una camera con un letto matrimoniale. Ah, peccato! Beh, perchè quanti siete? Beh, siamo io, mio marito e un bambino di tre anni. Ah, beh, allora, se per Lei va bene posso aggiungere ancora un letto per il bambino, nella camera da letto o nel soggiorno … Sì, è una buona idea. Comunque, meglio nella camera da letto se è abbastanza grande. Sì, non si preoccupi Un lettino ci sta senza problemi. Benissimo. Senta, poi volevo sapere il prezzo dell’appartamento, per due settimane. In che mese? In agosto. In agosto … dunque in agosto facciamo 800 euro. Sa, è alta stagione. Ma per tutte e due le settimane, vero? Certo. Sì, però in agosto l’appartamento è libero solo dopo il 18. Sì, sì, va bene, mi va benissimo. È proprio il periodo che interessava a me. Beh, perfetto allora. Senta, ancora una cosa. La lavatrice c’è? No, purtroppo no, c’è il televisore, il frigorifero, anche un bel balcone con vista sul mare, però la lavatrice no. Ah … Senta, un’ultima informazione, per cortesia. C’è un posto auto? Proprio un posto privato no, comunque dietro la casa c’è sempre la possibilità di parcheggiare. Anche in agosto? Sì, sì, assolutamente senza problemi. Va bene, e … eventualmente per la prenotazione cosa devo fare?

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Track 37: Listen to the numbers. cento centouno centododici duecento duecentocinquanta duecentonovanta ottocento novecento novecentotrentatré mille duemila diecimila un milione due milioni un miliardo due miliardi Track 38: Listen to the words and repeat them during the pause. bagno anno Sardegna gennaio montagna Anna lasagne panna bottiglie mille famiglia tranquilla tovaglia Italia voglio olio giugno luglio Track 39: Listen to the dialog. Lei va spesso a Padova, vero? Sì, ci vado spesso perché ho dei clienti lì. Ah, e com’è la città? Ah, a me piace molto. Ci sono tante cose da vedere ... Ah, sì? Sì, le tre piazze del mercato, l’università, delle chiese famose, dei musei, spesso anche delle mostre interessanti ... Ah, bene. Sì ... e poi ci sono teatri, cinema, negozi eleganti, ristoranti tipici, ... Perfetto! Senta, conosce anche un albergo tranquillo in centro? Sa, a Pasqua vorrei andare proprio a Padova ... Beh, guardi, io vado sempre al Leon Bianco. È proprio nella zona pedonale. Vuole l’indirizzo? Sì, volentieri. Track 40: Listen to the dialog. Mi scusi, sa che autobus va in centro? Dunque ... il 12 o il 32. Grazie. E sa se c’è una fermata vicino al terminal delle autocorriere? Beh, il 12 ferma davanti alla stazione e il terminal è lì a due passi. Bene ... grazie. Ah, mi scusi ancora una domanda. A quale fermata devo scendere? Alla quarta o alla quinta, credo. Ma è meglio se chiede ancora una volta in autobus. Grazie mille. Prego. Track 41: Listen to the dialog. Mi scusi, è ancora possibile cenare qui in albergo? No, mi dispiace, a quest’ora la cucina è già chiusa. Ah, capisco. Peccato! Sa se c’è un ristorante ancora aperto qui vicino? Beh, c’è il Pe Pen, una pizzeria che chiude verso mezzanotte. Ah, va bene. E dov’è? In via Roma. Sa dov’è? Veramente no. Dunque, Lei esce dall’albergo, va subito a destra, continua dritto, attraversa una piazza e va ancora avanti. Alla prima, no no anzi alla seconda attraversa, gira a sinistra e lì, proprio accanto al cinema Astra, c’è la pizzeria. Track 42: Listen to the dialogs. Buongiorno, mi scusi ... Sì, dica. Sa dov’è il Palazzo Ducale? No,mi dispiace, non lo so … non sono di qui. Ah, allora scusi tanto, eh. Prego, si figuri! Scusi, Lei è qui di Parma? Sì, mi dica. Come faccio ad arrivare al Palazzo Ducale? Dunque … a piedi o in autobus? Eh, in autobus … ma perchè? È lontano? Beh, un pocchino: ci metterà circa un quarto d’ora. Ah,va beh, quello non è un problema. Anzi … due passi a piedi li faccio anche volentieri. Ah. Beh, allora adesso attraversa la piazza del duomo, passa davanti al Battistero, poi va sempre dritto, passa davanti a un museo, il museo Lombardi, e poi arriva a una strada piuttosto grande … Oh, mamma mia! No, guardi è facilissimo. Da qua è sempre dritto. Ah, va bene, insomma, come si chiama questa strada grande che mi ha detto? Via Garibaldi. Attraversa la Via Garibaldi e continua sempre dritto, fino al fiume … Ah, ecco, lì c’è il fiume, OK. Sì, e lì gira a destra, va dritto e arriva a un ponte, lo attraversa e lì davanti c’è il Parco Ducale. E poi segue le indicazioni per il Palazzo. OK, OK, allora, Le ripeto, sempre dritto fino a Via Garibaldi, la attraverso, poi vado ancora dritto fino al fiume, giusto? … a destra, vado dritto fino al ponte e lì c’è il parco. Esatto. Comunque, se ha problemi, può chiedere ancora. No, no guardi … penso di aver capito, è stata chiarissima. La ringrazio, La ringrazio molto. Non c’è di che.

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Track 43: Listen to the short conversations. Uno Scusi, a che ora parte il prossimo autobus per Montecassino? All’una e mezza. Due Quando arriva il treno da Perugia? Alle 18.32. Tre A che ora comincia l’ultimo spettacolo? Alle 22.15. Quattro A che ora chiude il museo? A mezzogiorno Track 44: Listen to the word pairs. conosco conosci esco esci capisco capisci preferisco preferisci sciare Ischia esci tedeschi esce tedesche piscina Peschici scendere bruschetta Track 45: Listen to the dialog. E allora, siete tornati al lago anche domenica? Beh, chiaro! Che domanda! E siete partiti presto come al solito, eh? Sì, però siamo arrivati lì verso le nove. Così abbiamo fatto subito il bagno e abbiamo preso il sole tutto il giorno. Più tardi abbiamo fatto anche un giro in gommone. È stata una giornata molto bella! E tu che cosa hai fatto? Mah, niente di particolare perché sono rimasta a casa quasi tutto il giorno: la mattina ho fatto colazione tardi e poi ho messo in ordine la casa. Il pomeriggio ho letto un po’ e poi ho visto un film alla TV. Dopo per fortuna è venuto Luca, con lui ho fatto una passeggiata in centro. Ah, ecco. Sì, ma brevissima ... Track 46: Listen to the interview. Allora Piero, com’è andata la tua vacanza in Toscana? Ah, benissimo. E dove sei stato di preciso? A Firenze? Beh, stavolta no, perché sai, ci sono stato già diverse volte. No la prima tappa l’ho fatta a San Gimignano … E perché proprio a San Gimignano? Perché ho un amico che ha una casa proprio nel centro della città e quindi ho abitato da lui. Ah, comodo! Quindi hai potuto vedere tranquillamente San Gimignano … Sì, le torri, il duomo. E poi da lì sono andato anche a Siena. La città del Palio … Eh, sì, ma il Palio è in luglio e in agosto, non on maggio … Certo. E quanto tempo ci sei rimasto? Beh, solo un giorno. Ho visto le cose più importanti, sai, la piazza del Campo, il Palazzo Pubblico, il duomo … Quindi una visita veloce. Sì, poi sono stato a Volterra, che è anche lì vicino. Una città medievale, se non sbaglio. Sì, ma anche con un passato etrusco, una città … veramente suggestive. Quindi una vacanza culturale. Beh non solo, perché poi sono andato al mare, a Punta Ala. Ah, che bel posto! E ci sei andato da solo? No, con Aldo, il mio amico di San Gimignano. E anche lì siete stati ospiti di qualcuno? No, siamo andati in campeggio, sai, in maggio ancora il campeggio … Non c’è tanta gente, si sta abbastanza bene, a due passi dal mare, in pinetta … Eh certo, e quindi prima la cultura e poi il mare … Eh, sì e dopo anche il vino. Eh, beh, un viaggio in Toscana senza vino … Esatto. E così al ritorno siamo passati da Montalcino. … e avete assaggiato il Brunello … Eh, non solo assaggiato anche comprato delle bottiglie. Un vino ottimo, devo dire. Ah, sì, veramente, veramente … Poi abbiamo passato due giorni a Pienza. La città di Pio II … Esatto … Ma non in campeggio … Eh no, stavolta siamo andati in una pensione. Sai, Pienza è un posto veramente tranquillo, si sta bene, si mangia anche bene. E poi è un posto ideale per le escursioni. Insomma proprio una bella vacanza. Bellissima, guarda. Poi, sai, Aldo è un tipo veramente simpatico, un caro amico. Niente … poi siamo ritornati a San Gimignano, sono rimasto ancora una notte a casa sua e poi la vacanza purtroppo è finita. Eh, certo. Track 47: Listen to the phone conversation. Pronto? Ciao Piera, sono Flavia, come stai? Benissimo, sai, sono appena tornata dal bosco. Sei di nuovo andata a funghi? Eh chiaro, come sempre ... Allora il tempo è bello. No, a dire il vero no, anzi è abbastanza brutto, la sera qua fa già un po’ freddo. Ieri poi c’è stato un temporale che ... E con questo tempo vai a funghi? Beh, ci sono ancora delle nuvole ma adesso non piove piú. E da te che tempo fa? Bello, scommetto. Bellissimo. C’è il sole, fa caldo, oggi ho fatto addirittura il bagno ...

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Track 48: Listen to the sentences. Non ho avuto un momento libero. Dopo cena sei stata al cinema? Guido è andato al mare per una settimana. Siete tornati al lago anche ieri? Ho messo in ordine la casa. Luca non è venuto a scuola. Abbiamo dormito in un albergo in montagna. Sei andato ad Assisi da solo o con amici? Track 49: Listen to the dialogs. Uno Chi c’è da servire? Mm … io! Dunque … Cinque panini. Altro? Sì. Un pacco di riso. E poi? Nient’altro, grazie. Due Mi dica. Quattro bistecche di maiale e due etti e mezzo di carne macinata. Ancora qualcos’altro? No, grazie. Ecco qua. Si accomodi alla cassa. Grazie e arrivederLa. Tre Desidera? Due chili di patate. Due chili. Perfetto. Altro? Sì, della frutta. … Dunque …un chilo di pesche. Track 50: Listen to the dialog. Buongiorno, Angelo! Oh, buongiorno signora Ferri, allora cosa desidera oggi? Due etti di mortadella. Ma la vorrei affettata sottile sottile, per cortesia. Ma certo, signora. Guardi un po’:. va bene così? Perfetto! Ecco fatto. Ancora qualcosa? Sì. Un pezzo di parmigiano. Ma non lo vorrei troppo stagionato ... Piuttosto fresco allora. Sì, appunto. E quanto ne vuole? Circa mezzo chilo. Benissimo ... Mezzo chilo. Qualcos’altro? Sì, un litro di latte fresco, un vasetto di maionese, delle olive e poi ... dello yogurt magro, due confezioni. Benissimo. Allora ... latte, maionese, yogurt .. Le olive, le vuole verdi o nere? Verdi e grosse, circa due etti. Altro? No, nient’alntro, grazie. Grazie a Lei. Allora ecco, si accomodi alla cassa. Track 51: Listen to the phone conversation. Pronto. Ciao, mamma. Ah, ciao, Luciana. Tutto bene? Benissimo, grazie. … Senti, telefono perché stasera ho degli ospiti e vorrei fare una cenetta. Ah, sì? E che fai? Mah, vorrei fare della pasta al ragù. Ti telefono proprio per questo. Perché? Non mi ricordo più la ricetta. Ma è semplice! Dunque, tu prendi una cipolla, uno spicchio d’aglio, li tagli a pezzettini, e poi tagli anche a pezzettini una carota e una costa di sedano e fai rosolare tutto in un’po d’olio. In un’po d’olio, sì, dunque cipolla, carota ed aglio. Sì, e anche una costa di sedano. E sedano, OK. E … sì e quando sono ben rosolati, aggiungi della carne macinata … Quanta carne macinata? Beh, quanti siete? Siamo in sei. In sei. Beh, allora mezzo chilo basta. Va bene. Quandi vedi che la carne è cotta, aggiungi sale e pepe e mezzo bicchiere di vino. Aha, vino bianco o rosso? Come vuoi. Come vuoi. Fai evaporare il vino e quando è ben evaporato, agiungi I pomodori pelati. E quanti pomodori? Due scatole, due scatole da mezzo chilo. Da mezzo chilo. Va bene.OK. Ecco e poi fai cuocere lentamente. Per quando tempo? Ah, minimo due o tre ore. Due ore è il minimo. Però lo devi far cuocere molto lentamente e a fuoco veramente bassissimo, piano, piano, piano. Devo aggiungere acqua? Acqua? Ma scherzi? Acqua nel ragù? No! Mai, mai! Lo devi far cuocere piano, piano, piano a non succede niente. Va bene. Però se hai qualche problema, puoi sempre telefonarmi. Va bene, grazie. Prego. Allora buon lavoro e buon appetito! Grazie, mamma. Ciao. Ciao. Track 52: Listen to the dialog. E tu che lavoro fai? Sono panettiere. Ah, allora ti alzi presto la mattina. Eh, sì, purtroppo sì, alle tre e mezza, perché comincio a lavorare alle quattro. Oddio! E quante ore lavori? Mah, di solito fino all’una. È un lavoro duro ... Beh, abbastanza, però ha anche dei lati positivi, eh ... Per esempio il pomeriggio sono sempre libero. Ma poi non sei stanco? Naturalmente. Però dopo pranzo mi riposo un po’ e poi ho tempo per mia moglie e i figli. Va be’, certo. E tu dove lavori? In un negozio di dischi. Sono commessa. Quindi hai un orario di lavoro regolare. Sì, dalle nove alle dodici e mezza e poi dalle tre e mezza alle otto. E durante la pausa che fai, torni a casa ...? Raramente. Se ho fame mangio un panino o pranzo in un self-service, a volte vado in piscina, in palestra ... o faccio semplicemente due passi in città.

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Track 53: Listen to the dialog. ... Vieni in montagna sabato prossimo? In montagna? Nooo! Ma dai, in questa stagione è bellissimo! No, no, scusa ma voi partire sempre così presto! Beh, è chiaro! Di solito si va via verso le sei per arrivare, così, verso le otto. Ma scherzi? Io il sabato a quell’ora dormo ancora, cioè … Pigrone! Ma scusa, quando ti alzi? Beh, mai prima delle undici, di Sabato. È chiaro, no? Dici sul serio? È chiaro, io voglio riposarmi il finesettimana e … Ma allora la mattina non fai niente? Beh, proprio niente no. Di solito bevo un caffè, mi infilo una tuta, vado a correre, insomma … Ah, allora fai un po’ di sport … Eh certo, poi torno a casa, mi faccio una bella doccia calda. E intanto poi è quasi ora di … di pranzo. Ah, pranzi a casa? Beh, chiaro, almeno il sabato devo stare con mamma e papà, sai, loro durante la settimana sono sempre via e quindi … Ah, già, è vero. E stai a casa anche il pommeriggio? Beh no, di solito esco con Sara, la mia ragazza, la conosci, no? Sì, di vista … Sì … Facciamo una passeggiata, un giro in moto, qualche volta andiamo al cinema … Ah no, per me invece il sabato è un giorno un po’ speciale, io vado sempre fuori città, faccio escursioni, vado al lago o in montagna … E la sera, scusa, non … non sei stanca? Certo, ma vado a letto piuttosto presto. Ah, ma allora il Sabato non esci mai, non incontri gli amici, non fai una vita mondana, insomma non vai in discoteca … ? Ma guarda, ballare non mi interessa per niente, gli amici che vengono con me chiaramente sono stanchi come me … Ah, no, il Sabato sono sempre con Sara, andiamo a mangiare una pizza o un piatto di spaghetti con gli amici a poi andiamo in qualche locale. Oppure, quando mamma e papà sono via, stiamo a casa e guardiamo la TV. Track 54: Listen to the words and repeat them during the pause. a. lati mattina città vita sete sette b. aperto appetito Giuseppe pepe troppo dopo c. commessa come mamma amare grammo salame d. mano donna persona innamorato compleanno divano Track 55: Listen to the dialog. Buonasera. Buonasera. Desidera? Cerco un pullover da uomo. Che taglia? La 50 o la 52. Un momento ... Le piace questo modello? Mah ... è un regalo per mio marito ... Sa, mi sembra un po’ troppo giovanile. Ma no, signora. Questi sono i colori di moda per la prossima stagione. Eh ... sì, ma non so se a lui piacciono. E quest’altro modello come Le sembra? È un capo classico che va bene con tutto. Sì, questo è proprio bello. E quanto costa? Dunque ... 104 euro. Mm, veramente è un po’ caro. Beh, ma è di ottima qualità. Eh, si vede ... Senta, eventualmente lo posso cambiare se a mio marito non piace o se non gli sta bene? Certo, ma deve conservare lo scontrino. Track 56: Listen to the dialog. Perché non provi queste scarpe nere? No, sono troppo eleganti. A me piacciono più sportive. E quei mocassini? Sì, sono belli, ma costano troppo. Non vorrei spendere tanto. E che ne dici di quelli? Sono meno cari e secondo me sono pure comodi. Sì, forse hai ragione. Li provo. Track 57: Listen to the interview. Buongiorno, signora. Buongiorno. Senta, volevo farLe alcune domande circa la Sua attività. Sì, prego. Dunque, innanzitutto quali articoli vendete? Ehm … beh … noi abbiamo articoli per l’abbigliamento sportivo e poi articoli per il tempo libero. Mi può fare qualche esempio? Sì, per esempio per quanto riguarda gli articoli invernali vendiamo tute da sci, pantaloni, maglioni, guanti, scarponi, fascette … e invece, per quanto riguarda gli articoli estivi, tute da passeggio, pantaloni, pantaloncini, costumi da bagno … Ho capito. E senta, è Lei da sola che svolge quest’attività? No siamo in cinque, cinque fratelli, e poi abbiama anche qualche commessa. E da quanti anni fate queso lavoro? Circa una trentina d’anni. Avete anche un clliente tipo? Mah, direi, il cliente tipo è la persona che pratica degli sport. Ho capito. Sì. Senta, sono soprattutto persone del posto che comprando da voi oppure anche i turisti, visto che qui siamo in una zona turistica? Mah, direi, la persona del posto compra sempre da

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noi, la persona della valle viene spesso e noi periodo invernale chiaramente anche molti turisti. Ho capito. Senta, parliamo adesso un po’ di prezzi … Sì. … voi praticate anche degli sconti oppure avete delle svendite stagionali ogni anno? Sì, la vendita stagionale la facciamo sempre alla fine di ogni singola stagione, quindi alla fine della stagione invernale e alla fine della stagione estiva … Sì. E, ecco … e lì abbiamo degli sconti abbastanza notevoli. Il cliente compra il prodotto anche a metà prezzo … Addirittura? Sì, sì. Ho capito, quindi arrivate anche al 50% di sconto. Sì, soprattutto se è un articolo di fine serie oppure se la ditta non produce più quel determinato articolo, sì, allora arriviamo anche al 50% di sconto. Track 58: Listen to the short conversations. Scusi, dov’è il reparto profumeria? Al primo piano, vicino all’ascensore. Allora tre cartoline, tre francobolli e un accendino. Ancora qualcos’altro? No, è tutto. Quant’è? Queste vanno bene? Mah, sono un po’ strette. Potrei provare il 42? Scusi, cerco una guida sulla Toscana. Dunque ... le guide sono lì a destra, di fronte alla cassa. Track 59: Listen to the words and repeat them during the pause. macelleria mangiare cappuccino pomeriggio valigia camicia stagione piacere pelliccia grigio formaggio parmigiano ricetta pasticceria oggi Intermediate

Track 1: Listen to the dialog. Sei di Milano anche tu? No, sono di Roma, però abito qui già da sei anni. Tu invece? Io sono qui da quasi otto anni. Ah, da solo o con la tua famiglia? Da solo, e tu? Anch’io. La mia famiglia vive a Roma. Oh, hai sorelle? Sì, due sorelle e un fratello. Oh! Una famiglia numerosa! Io invece sono figlio unico. E tu sei la più giovane? No, io sono la terza. La più grande ha 36 anni, la seconda 34 e mio fratello Marco 26. E che fanno? Ma ... la più grande è impiegata l’altra fa la sociologa e mio fratello studia ancora. E vive con i tuoi genitori, immagino. Sì, ma in Italia è normale. E perché secondo te è normale? Mah, un po’ per cultura, per abitudine e un po’ per motivi economici. Di solito sono i ragazzi che restano a casa, forse perché sono più mammoni. E le tue sorelle sono sposate? La più grande sì e ha anche due bambini, l’altra invece vive con il suo ragazzo. Track 2: Listen to the interview. Siamo qui con la dottoressa Calabrese, sociologa, e con il professor Frisinghelli, psicoterapeuta, per parlare di un tema che è sempre attuale, quello dei figli cronici, cioè dei figli che restano attaccati alla famiglia di origine. Allora, dottoressa Calabrese, in Italia continua a esistere il mammismo? Beh, in fondo tutti sanno che gli italiani sono dei mammoni e tutti sanno anche che la maggior parte di loro non se ne vuole andare di casa prima dei 30 anni. La cosa nuova è che restano molto legati alla mamma anche da sposati. Ci sono dei dati precisi? Certo. Dalla nostra ultima ricerca risulta che il 42,9% degli italiani vive a meno di un chilometro dalla mamma. Un terzo di questi, per la precisione l'11,3%, vive nello stesso palazzo e il 3,9% addirittura nello stesso appartamento o nella stessa casa. E questo, professor Frisinghelli, è un fenomeno tipicamente italiano? Beh, diciamo che gli italiani sono molto legati per tradizione alla famiglia di origine. Da noi, infatti, i ragazzi escono di casa abbastanza tardi, in media verso i 27 anni. Cosa che non succede invece negli altri paesi europei. E sono più attaccati alla mamma i maschi o le femmine? Le figlie, anche se può sembrare strano. Dalla nostra inchiesta risulta che vanno a fare visita alla mamma, ogni giorno, il 65% delle femmine contro il 58% dei maschi. E come mai? Beh, un po' per tradizione, e poi tra due figli adulti, un maschio e una femmina, è quasi sempre la donna che assiste i genitori anziani o malati. Eh, sì, questo è vero. Comunque abbiamo altri dati ... C’è un’altissima percentuale di figli, maschi e femmine, che va a

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trovare la madre almeno una volta alla settimana. E quale per esattezza? Dunque ... esattamente il 77,3%. Moltissimo! Sì, e poi c’è il 70,2% che telefona anche più volte in una settimana. Ma allora non è cambiato nulla rispetto al passato! Beh, sì e no. Sono cambiate le famiglie di oggi. La coppia non è più solo quella di una volta. Ad esempio, adesso ci sono anche le famiglie di fatto oppure le famiglie allargate. Track 3: Listen to the dialog. Tina, hai già comprato il regalo per Alessandra e Rolando? No, non ancora, anche perché penso di regalargli dei soldi. Dei soldi? Mah, io lo trovo un po’ anonimo da parte di un’amica. Scusa, perché non gli prendi qualcosa dalla lista di nozze? Mah, non so, questa abitudine della lista di nozze ... Sì, va be’, però così evitano di ricevere delle cose che non gli piacciono! Sì, in effetti. Io però quando mi sposo mi faccio regalare i soldi per il viaggio di nozze! Track 4: Listen to the dialog. Laura, dopo mi ricordi di comprare da mangiare per Felix? Ah, questo Felix! Non ti sembra di viziarlo un po’ troppo? No, perché? Mah, forse lo dico perché io sono allergica ai gatti. O a tutti gli animali. No, non è vero! A me gli animali piacciono! Da piccola avevo un cane, si chiamava Romeo, era un cane intelligentissimo. Pensa che la mattina mi svegliava, mi accompagnava a scuola e quando tornavo a casa mi aspettava dietro la porta, incredibile, riusciva a riconoscere il rumore dell’autobus della scuola! E ora perché non hai più animali? Mah, non lo so ... È un peccato però, perché gli animali portano armonia in casa. Noi avevamo tantissimi animali: cani, gatti, uccelli, tartarughe. Eh sì, però voi vivevate in campagna, secondo me in città gli animali soffrono! Mah, dipende! Felix è contento! E poi anche il tuo cane era contento con te, no? Eh, sì, hai ragione ... Track 5: Listen to the dialog. Senti, Marcella mi ha chiesto se voglio un gatto. Ah, di nuovo con la storia del gatto! Mi sembra di essere stato chiaro, io non voglio animali in casa! Ma un gatto piccolino! E poi scusa, perché devi decidere tu? Quando siamo andati a vivere insieme eravamo d'accordo su questo punto: niente animali in casa! Ma io ho sempre avuto un animale! Sì, ma prima vivevi a casa dei tuoi, avevate una casa di 200 metri quadrati e in più un giardino. Mi spieghi perché non ti piacciono gli animali? Non ho mai detto che non mi piacciono, ho detto solo che non voglio averne in casa. Te l’ho spiegato mille volte perché sono contrario: gli animali soffrono in un appartamento, poi puzzano e se poi non stai attento ti distruggono i mobili! Esagerato! Non ho mica detto che voglio un leone! E poi non è vero che sporcano. I gatti sono puliti. Il mio Miu era pulitissimo, faceva i bisogni solo nella sua vaschetta. E poi non puzzava! Sì, però se hai un animale devi anche occupartene. Devi giocare con lui, portarlo fuori. Prima il tempo ce l’avevi perché studiavi ancora, ma adesso che lavori ... I gatti non bisogna portarli fuori! Sì, va bene, però non puoi lasciarlo sempre solo altrimenti diventa aggressivo ... E poi, scusa, quando andiamo in vacanza che facciamo con il gatto? Lo lasciamo a casa? Naturalmente no! Lo lasciamo ai miei o lo portiamo con noi! Splendida idea! Andiamo in spiaggia con il gatto. Beh, io quando ero piccola ce lo portavo in spiaggia il mio Miu! Ah, ah, e magari nuotavate anche insieme! Spiritoso! Va be’, ho capito, dico a Marcella che il gatto non lo vuoi! Track 6: Listen to the dialog. Giovanni, tu dove andavi in vacanza da bambino? Mah, veramente noi non andavamo in vacanza, perché non avevamo bisogno di partire per andare al mare ... Beh, chiaro ... Sì, normalmente l’estate restavamo a casa, i miei avevano una cabina in un lido e così tutte le mattine si prendeva la macchina, si andava in spiaggia e si restava lì tutto il giorno. Per noi ragazzini comunque era un po’ come una vacanza perché avevamo i nostri amichetti, giocavamo. E non avete mai fatto una vacanza diversa? Solo una volta, quando avevo 13 anni, siamo andati una settimana in montagna, in Val d’Aosta, a trovare degli amici di mio padre. Sì, è vero, quella è stata la prima volta che siamo partiti

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veramente per le vacanze. Mah, io penso anche che la gente prima aveva un concetto diverso di vacanza, nel senso che andare in vacanza non significava necessariamente andare lontano. Oggi invece è diverso. Track 7: Listen to the dialog. Catia, perché non sei più venuta alla festa sabato? Non ce l’ho fatta. Il concerto è cominciato tardi ed è finito a mezzanotte e mezza. Peccato! È stata una bella festa. Ho pure conosciuto il nuovo ragazzo di Sandra, uno spagnolo. Ah, e com’è? Carino? Molto, assomiglia un po’ a Pedro, l’insegnante di spagnolo. Però! E che tipo è? Beh, mi è sembrato un tipo interessante, aperto, divertente, forse un po’ vanitoso. Insomma, tutto il contrario di Giorgio! Perché? A me Giorgio è simpatico, è un po’ timido, però in fondo è una persona sensibile, intelligente, sa suonare il violino ... Sì, però è noioso! E pure bruttino ... Mah, io non lo trovo affatto brutto, forse è un po’ grasso. Va be’, lasciamo perdere Giorgio. E senti, che cosa fa questo ... come si chiama? Luis. Mah, è venuto qui in Italia per fare un master, però adesso ha finito. E che fa? Torna in Spagna? Penso di no. Mi ha detto che ha cominciato a lavorare da poco in uno studio pubblicitario. Track 8: Listen to the dialog. Allora, è sicuro eh, Eleonora non può venire! Accidenti! E adesso che facciamo? Ormai abbiamo preso i biglietti! Dobbiamo trovare qualcun’altro. Sembra facile! Trovare qualcuno per una vacanza nel deserto con tenda e sacchi a pelo! A me, così, su due piedi, non viene in mente nessuno. Mah, potremmo chiedere a Patrizia. Figurati! Primo non sopporta il caldo, e secondo non andrebbe mai in vacanza senza il suo Luigino! E Carla? Carla non lascerebbe mai i bambini per quattro settimane. Potresti chiedere a tua sorella Anna. In quel periodo è in vacanza anche lei. Paola, allora! Paola?? Ma stai scherzando? Paola non dormirebbe mai in tenda, lo sai che vede scorpioni dappertutto! No, no, Paola no, non è la persona giusta, non è abbastanza flessibile. Ho trovato! Chiediamo a Gabriella! Hmmm, non è una cattiva idea. Proviamo a chiamarla, a quest’ora dovrebbe essere in ufficio. Track 9: Listen to the interview. Lina, 24 anni, lavora in un panificio. Senti, Lina, secondo te l’ideale maschile delle donne italiane è cambiato negli ultimi anni? Beh, penso di sì, perché sono cambiate le donne, nel senso che prima le donne stavano a casa, badavano ai figli, ora invece lavorano, insomma sono più indipendenti. E per questo, secondo te, è cambiato anche l’ideale maschile? Eh beh, sì, perché prima le donne avevano bisogno di un uomo più forte, più protettivo, ora invece no. E senti, qual è il tuo ideale maschile? Che caratteristiche deve avere l'uomo dei tuoi sogni? Eh, giusto dei miei sogni ... mah ... deve essere generoso, simpatico, altruista e ... lavoratore. E poi deve piacergli avere una famiglia, dei figli. E fisicamente? Mah, non è importante, certo non deve essere un mostro, però non è importante per me ... diciamo normale. Giovanna ha 30 anni e lavora presso l’ambasciata dello Sri Lanka. Senti, Giovanna, faccio a te la stessa domanda. Secondo te è cambiato l’ideale maschile delle italiane? Secondo me sì perché è cambiata la donna. Quindi sei d’accordo con Lina? Sì. Anche secondo me la donna oggi ha un ruolo diverso, ha più aspettative, ha più spazio nella società, quindi è chiaro che chiede delle cose diverse, più rispetto, ad esempio, e forse anche più pazienza. In che senso più pazienza? Eh, sì, perché le donne sono più attive, hanno una vita più frenetica, quindi hanno anche bisogno di un uomo che capisca queste loro nuove esigenze, che sia disposto a restare a casa qualche volta. E senti, com’è il tuo uomo ideale? Mah, per prima cosa deve essere divertente, deve farmi ridere. Poi deve essere estroverso e paziente. E fisicamente? Il fisico per me non è importante. Ho avuto dei ragazzi bruttini, però erano persone interessanti, insomma deve avere soprattutto qualcosa da dire ... Tina ha 40 anni è sposata e ha due bambini. Senti Tina, secondo te l’ideale maschile è cambiato in questi ultimi anni? Apparentemente sì, di fatto no. Apparentemente perché le donne essendo più emancipate cercano nel partner una figura che sia paritaria, di fatto però, cercano nell’uomo ancora la sicurezza. Questo, secondo me, si nota di più nelle giovani generazioni. Le quindicenni, ad esempio, sono più attente all’aspetto fisico, per noi, invece, non era così importante. Quindi, secondo te, c’è un po' un ritorno ai valori tradizionali, non so, l’uomo forte, protettivo. In

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qualche modo sì, per le giovani è così. Anche Lina in fondo ha detto che vuole un partner che pensa alla famiglia! Senti, e per te, che qualità deve avere il tuo partner? Deve essere una persona che sa quello che vuole e deve avere il giusto equilibrio tra forza e tenerezza. E l’aspetto fisico è importante? Sì, ma non prioritario. Track 10: Listen to the phone conversation. Pronto! Fabio, ciao, sono Paolo. Ah, Paolo, ciao come va? Bene, bene. Senti, che programmi hai per sabato sera? Perchè? Ti va di venire al concerto di Jovanotti? Hmmm, Sabato sera veramente avrei un impegno … c’è la festa in facoltà, ti ricordi? Senti, Io sto facendo la fila per comprare I biglietti, se vuoi venire devi decidere subito. Ma, sì, va bene. Sì, sì, d’accordo. Senti, quanto costa il biglietto? Trenta euro. Però! E non ci sono riduzioni per gli studenti? Fabio, guarda che ti sto chiamando con il cellulare … Ah, sì, scusa … no, Paolo, allora mi dispiace, ma non vengo, in questo periodo sono al verde! Perchè invece non vieni tu con me? La festa è gratis! Track 11: Listen to the phone conversation. Allora, signora, come rimaniamo per Domenica sera? Dove ci vediamo? Mah, davanti al teatro per Lei va bene? Sì, sì, va bene. E a che ora? Facciamo alle otto meno venti? Alle otto meno venti? Ma lo spettacolo comincia alle otto! Io direi di vederci un po’ prima, dobbiamo ancora comprare I biglietti! No, no, I biglietti li ho già presi io ieri. Ah, perfetto allora. E senta, Lei viene in macchina? No, la macchina non ce l’ho, l’ho portata dal meccanico. Se vuole La vengo a prendere io. NO, non c’è problema, prendo l’autobus, magari dopo se mi riaccompagna … Certo. Benissimo, allora a domenica Sì a Domenica. Track 12: Listen to the dialog. Allora Jo, com’è andato il fine settimana? Lasciamo stare che è meglio. Perché? Non sei più andata a teatro con i tuoi amici? Certo che ci sono andata, certo! Ed è stato proprio questo il problema! Perché? Cosa è successo? Racconta! Allora, avevamo deciso di andare a bere un aperitivo da qualche parte prima di andare a teatro. Bene, siamo rimasti quasi un’ora sotto casa mia per decidere in quale bar andare. E va be’, lo sai come sono fatti gli italiani! Sì, ma non è tutto. Il bar era al centro e siccome gli italiani si muovono raramente con i mezzi pubblici di sera, allora abbiamo avuto la meravigliosa idea di andarci in macchina. Noo!! Mezz’ora per cercare il parcheggio, cinque minuti per bere l’aperitivo, perché chiaramente si era fatto tardi, e finalmente arriviamo di corsa a teatro. E tu sai che io odio arrivare quando lo spettacolo è già cominciato. Pazienza, mi sono detta! Va be’, dai, alla fine siete arrivati però. Sì, certo! Peccato che ho capito la metà di quello che hanno detto gli attori! E perché? Perché purtroppo c’è sempre gente che pensa di stare al bar e allora anziché guardare lo spettacolo chiacchiera. E tu non hai detto niente? Sì, che ho detto qualcosa, ma ormai mi ero innervosita. Eh, lo so, la gente maleducata purtroppo c’è sempre! Sì, però non capisco perché non restano a casa! Comunque non è finita. Nella pausa ci alziamo per andare a fumare una sigaretta nel foyer e quando torniamo troviamo le poltrone occupate. Come occupate? Ma i posti a teatro non sono numerati? Certo, ma i signori ci hanno detto che dal loro posto non vedevano bene, così hanno preso i nostri. Mah! La gente a volte è matta! Quindi, altra discussione ... Alla fine si sono alzati però? Sì, sì, si sono alzati, però sai, mi sono innervosita tanto che non sono più riuscita a concentrarmi! Track 13: Listen to the phone conversation. Teatro dell’Opera, buonasera. Buonasera, senta io vorrei sapere le date delle rappresentazioni della Carmen. Sì, allora, il 28 luglio e il 7 agosto, alle otto di sera. Benissimo. E senta, I biglietti quanto vengono più o meno? Mah, dipende dalla fila, comunque il prezzo varia tra i 10 e i 60 euro. Ancora una domanda. Le prenotazioni si possono fare anche telefonicamente o devo venire lì? No, purtroppo deve venire qui. Il botteghino è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00, e il sabato dalle 10.00 alle 13.00.

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Track 14: Listen to the dialog. Ah, Carlo, volevo chiederti una cosa. Dimmi pure. Ho saputo che l’estate scorsa sei stato in un villaggio turistico. Sì, in Calabria. E come ti sei trovato? Perchè sai, mia moglie quest’anno vorrebbe andare in un vilaggio, però io sinceramente … Guarda, io mi sono trovato benissimo, il villaggio lo conoscevo già perché ci ho lavorato come animatore. Tu hai fatto l’animatore? Sì, ma otto anni fa. Tra l’altro è lì che ho conosciuto mia moglie. Davvero? Non lo sapevo! Comunque secondo me, se si hanno dei bambini il villaggio turistico è l’ideale. Sì? Sì, perchè loro fanno le loro cose e tu e tua moglie avete un po’ di tranquillità e di tempo per voi. E poi, potete fare sport, conoscere gente … guarda, se vuoi ti porto qualche catalogo. Eh, magari! Track 15: Listen to the phone conversation. Ciao Miriam. Ciao Anna. Bentornata! Grazie, grazie ... Scusa, è successo qualcosa? Hai una faccia! Eh, sì ... Ma non sei stata in vacanza? Sì, sì, certo che ci sono stata! Ah! Non sei tanto abbronzata però! Guarda, lasciamo stare le mie vacanze che è meglio. Perché? Non ti sei divertita? No, per niente. Giuro che è l’ultima volta che faccio un viaggio organizzato! Perché scusa? Che è successo? Beh, tanto per cominciare l’albergo che avevamo scelto era chiuso. Come chiuso? Sì. Chiuso per lavori di ristrutturazione. Ma davvero? E scusa, l’agenzia non lo sapeva? Hanno detto che si sono dimenticati di cancellarlo dal catalogo. Roba da matti! E che avete fatto? Beh, prima di tutto abbiamo chiamato in agenzia e ci siamo arrabbiati. Beh, è il minimo. Niente, loro ci hanno dato un paio di indirizzi, però gli alberghi erano tutti al completo. E allora? E allora abbiamo continuato a cercare e alla fine ne abbiamo trovato un altro. Ah, meno male! Sì, però era a 10 chilometri dal centro, totalmente isolato, senza bagno in camera e per di più un po’ sporco. Che sfortuna! Ma il posto per lo meno era bello? Insomma! Superturistico, pieno di negozi di souvenir e carissimo! Ma dai! Che peccato! In più il tempo è stato bruttissimo, è piovuto quasi sempre e in spiaggia siamo andati una volta sola! Che sfortuna! Mi dispiace! Va be’, non te la prendere, dai, vieni che ti offro un caffè! Track 16: Listen to the dialog. Buonasera. Buonasera, senta, vorrei qualche informazione sull’arcipelago della Maddalena. Sì, prego. Eh, prima di tutto volevo sapere come si raggiunge. Beh, senta, da Perugia può arrivare in treno fino a Livorno o a Civitavecchia e da lì può prendere il traghetto per Olbia. Da Olbia poi può prendere un autobus o un altro traghetto. Oppure prende l’aereo e poi il traghetto. No, mia moglie ha paura dell’aereo. Quanto tempo ci vuole con il traghetto? Dunque da Livorno ci vogliono circa undici ore e da Civitavecchia circa otto. Beh, da Civitavecchia allora. E senta, quanto costa più o meno? Vediamo un po’, allora, la poltrona viene intorno ai 23 euro a persona e il posto ponte circa 17. Bene. E ci sono dei traghetti che partono di sera? Sì, certo. Ce n’è uno che parte da Civitavecchcia alle 23.00 e arriva a Olbia la mattina alle 7.00. Track 17: Listen to the dialog. Scusa, ma mangi solo uno yogurt? Non ti sembra un po’ poco? No, mi basta. E poi da oggi sono a dieta. Devo dimagrire, sono troppo grassa! Non esagerare, non sei grassa! E poi secondo me le diete non servono a niente! Eh! Parli bene tu, sei un grissino! Mah, comunque secondo me la prima regola, se si vuole dimagrire, è non saltare i pasti! E che dovrei fare secondo te? Beh, mangia più regolarmente e soprattutto cerca di mangiare un po’ di tutto! Non ti serve a niente mangiare solo uno yogurt se poi il giorno dopo mangi quattro hamburger! … Io per esempio, mangio una volta pasta, una volta carne o pesce … Eh, sì, lo so, ma è anche una questione di tempo. Mah, dipende. Se ti organizzi bene … Hmmm … E poi non bere tutte quelle bibite zuccherate! Bevi più acqua o al limite spremute! Sì, forse hai ragione. E la sera non dovresti stare sempre a casa davanti alla TV, altrimenti mangi per noia! Che ne so, esci fa’ un po’ di sport, va’ a ballare!

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Track 18: Listen to the dialog. Scusa, mi spieghi perché i tortellini li fai a mano? Ma non potevi comprare quelli già pronti al supermercato? E certo, tu compreresti tutto già pronto! Per fortuna non la pensano tutti come te, altrimenti la pasta fatta in casa non la saprebbe fare più nessuno! Hmm ... poco male! Va be’, lasciamo perdere che è meglio. Prendimi la farina va’! E poi perché non abbiamo organizzato un brunch? Io questi pranzi a base di pasta e arrosti li trovo così noiosi! Ah, sì? Sì, si sta seduti per quattro ore a tavola a chiacchierare e si mangiano sempre le stesse cose! Sì? E dimmi, cosa ti piacerebbe? Mah, che ne so! Un brunch, un pranzo a base di sushi ... insomma qualcosa di originale! Ah, e tu un pezzo di pesce crudo lo chiami originale? Ma fammi il piacere! Beh, sicuramente più originale di una lasagna o di uno stupido risotto! Ma che dici! Tu non sai neanche come si fa un risotto! Guarda, cambiamo argomento altrimenti mi arrabbio! No, no, invece! Il punto è che siete dei conservatori, siete contro la modernità! Ah, e tu mangiare hamburger in un fast food lo chiami essere moderni? Beh, allora preferisco essere antica. E infatti! Parlate di modernità e non sapete neanche prepararvi un piatto di spaghetti al pomodoro! Lasciamo stare va che è meglio! No, no, parliamone invece ... tu sai cos’è il cuscus? Beh, cosa c’entra il cuscus adesso? Ma dimmi, l’hai mai mangiato? Certo che l’ho mangiato! Il cuscus non è un piatto moderno, fa parte anche della cucina siciliana. Hmmm ... E poi tu forse non hai capito che io non sono contro la cucina di altri Paesi ... Ah no? Eh, no. Io sono solo contro questa cucina veloce. E poi scusa a me cucinare piace, e mi piacciono anche questi pranzi domenicali che durano delle ore ... Va be’, contenta tu ... Track 19: Listen to the dialog. La stanno già servendo? No, veramente no. Mi dica, allora. Sì, senta, è da ieri che mi sento un po’ strano, ho mal di testa, mal di pancia … Ha mangiato qualcosa che Le fatto malo? No, direi di no. E poi, guardi, da stamattina ho anche quest’irritazione alla pelle. Faccia vedere. Guardi, qui sulle braccia e sulla schiena soprattutto. È allergico a qualcosa? No. Venga qui, mi faccia vedere meglio. Hmmm, è stato molto tempo al sole? Beh, sì, però ho messo una crema solare. Lo so, ma a volte non basta. Potrebbe essere un colpo di sole o forse ha bevuto una bibita troppo fredda. Hmmm, sì, può darsi … Allora, guardi, per un paio di giorni mangi in bianco, non beva alcolici e naturalmente non vada al sole. Le do anche una pomata per la pelle. La metta due o tre volte al giorno. Va bene, d’accordo. Se tra qualche giorno poi non si sente ancora bene, si rivolga a un medico. Track 20: Listen to the dialog. Allora, signor Natta, come va con la schiena? Un po’meglio? Macché! Mi fa sempre male. E tutti i massagi che ha fatto? Non sono serviti a niente? Evidentemente no. Ieri sono stato di nuovo dal medico, mi ha detto che probabilmente è un problema di stress. Di stress? Sì, ha detto che devo imparare a rilassarmi e mi ha consigliato di fare un po’ di sport. Mi sembra un’ottima idea! E che sport vuole fare? Mah, forse vado a correre un po’, non lo so … Hmm … correre però non fa tanto bene alla schiena. E allora vado a giocare a calcio, oppure a tennis. Io avrei un’idea migliore. Perché non viene a fare tai chi con me? Mah, non lo so … a me questo tipo di sport non piace tanto … Sì, però per rilassarsi è l’ideale! Anch’io prima ero sempre stressato, ma da quando faccio tai chi mi sento benissimo. Track 21: Listen to the dialog. Senti, hai visto che hanno aperto una nuova palestra qui vicino? Ah. Bene. Perché non ti iscrivi? Secondo me ti farebbe bene fare un po’ di sport. Ah ... ricominci ... lo sai che non ho tempo! Il tempo è solo una scusa! Ma che scusa e scusa! Non lo vedi quanto lavoro? Sì, però il tempo di navigare in Internet ce l’hai! Che c’entra? Per navigare non devo mica uscire, cambiarmi, fare la doccia ... Me ne sto seduto comodo comodo davanti al computer ... Eh, bravo! Affari tuoi poi se ti viene la pancia! Esatto, sono affari miei. E va bene. Guarda, la prossima volta che mi dici che ti fa male la schiena ... ... e tu non ti preoccupare per la mia schiena ... Io non capisco perché non vuoi provare. Tutti i tuoi amici fanno sport. Ecco, hai detto bene. Tutti fanno sport ... Oggi fare sport va di

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moda, tutti fissati con il corpo, i muscoli ... Ma che dici? Io ti sto dicendo di fare sport per la tua salute e non per diventare Schwarzenegger! E poi io, in vita mia, non ho mai fatto sport, non vedo perché dovrei cominciare proprio adesso. Perché ultimamente hai sempre mal di schiena ... Sì, lo so, ma non credo che la palestra mi aiuterebbe a risolvere i miei problemi di schiena. La palestra è solo un esempio per dire che dovresti muoverti. L’ho detto così, perché è qui vicino, per me puoi anche andare a giocare a calcio, o in piscina, se preferisci. No. La piscina proprio no. E perché scusa? Il nuoto è ottimo per la schiena. Non mi piace ... il cloro, la gente, poi esci e hai i capelli bagnati ... No, no ... Eh, sì, certo, i capelli bagnati sono veramente un problema! E poi ... e poi lo sai che non so nuotare tanto bene ... Eh! Allora questa sarebbe una buona occasione per imparare! Dai, se vuoi ci andiamo insieme! Mah, non lo so ... ci penso, va bene? Track 22: Listen to the dialog. Allora Matteo, adesso che ti sei laureato cosa hai intenzione di fare? Voglio andarmene per un po’ di tempo all’estero. All’estero? E dove? In Irlanda. Penso che andrò a dare una mano a mio zio, quello che ha il ristorante a Dublino. Vorrai andare a fare il cameriere dopo tanta fatica per laureati? Perché no? Oggi bisogna essere flessibili. E poi credo che mi farà bene fare un’esperienza diversa prima di cominciare a lavorare sul serio … anzi secondo me, farebbe bene anche a te. Mah, non lo so, sai, mi hanno offerto un posto in un’agenzia assicurativa. In un’agenzia assicurativa? Beh, sì, lo so che non è il massimo, però penso che accetterò. Ma Fabiano, dici sul serio? In un’agenzia assicurativa? E quando inizi? Mah, più o meno fra due mesi perchè prima dovrò fare un corso di formazione. Hmm … però prima o poi la nostra azienda agrituristica la apriremo, vero? Sì, sì, certo! Quando saremo più vecchi e avremo un po’ di soldi! Track 23: Listen to the dialog. Scusa, Enrica, sai che ore sono? No, non lo so, non ho l’orologio, ma saranno le sei. Oddio! Già le sei! Se non mi sbrigo, non ce la faccio ad andare a prendere Martina a scuola. Beh, scusa, se non ce la fai, lascia stare e continua domani! Hmmm, sì, ma sa che faccio così … guarda non vedo l’ora di cominciare a lavorare per conto mio. Sì, però non credere di lavorare di meno. Anzi, secondo me un lavoro autonomo richiede anche maggiori responsabilità. Sì, però puoi gestire il tuo tempo come vuoi! Sì questo è vero, anzi, devo dire che qualche volta vorrei avere anch’io il tuo coraggio e mettermi in proprio. Beh, visto che anche tuo marito è architetto potresti aprire uno studio con lui! Sì, ne abbiamo parlato, ma lui non ne ha voglia. Preferisce il posto fisso. Allora, guarda, ti prometto che se un giorno avrò bisogno di un socio, chiamerò te! Track 24: Listen to the interview. Allora, Mara, anche Lei vive all’estero ... Sì, vivo a Barbados, nelle Indie Occidentali Britanniche. E da quanto tempo vive lì? Da 9 anni anche se durante questo periodo ho trascorso quasi due anni a Roma. Lei è di Roma? Sì, sono nata e cresciuta a Roma. E come è finita a Barbados? Perché insomma, non è proprio vicino. Per amore ... mio marito è barbadiano, però ci siamo conosciuti in Spagna, e poi ... insomma sa come funzionano queste cose, lui aveva già un lavoro lì, io ero ancora studentessa e niente, alla fine mi sono trasferita e abbiamo cominciato a lavorare insieme. E ha avuto problemi ad ambientarsi? Beh, all’inizio sì, anche perché passare da una grande città europea a una piccola isola. Insomma Lei capisce, la differenza è grande! Beh, sì, chiaro. E mi dica, di che cosa si occupa esattamente? Mi occupo di arredamento, importo mobili dall’Italia, soprattutto cucine e camere per bambini. E Le piace vivere a Barbados? Mah, sì, l’isola è stupenda, però io adoro Roma e mi manca l’Europa. E che progetti ha per il futuro? Pensa di ritornare in Italia un giorno? Sì, penso proprio di sì. Quando le mie bambine saranno un po’ più grandi. L’infanzia è bellissima in un’isola tropicale come questa.

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Track 25: Listen to the interview. Rita invece vive nella Repubblica Ceca, a Praga. Sì, esatto, da 5 anni. Sono arrivata qui nel 1997. Avevo vinto una borsa di studio e poi ho deciso di rimanere, perché ho iniziato a lavorare. E che lavoro fa? Adesso sto lavorando per il centro che prepara la riforma degli esami di maturità nella Repubblica Ceca come responsabile per l’italiano. Insegno anche agli adulti che vogliono imparare l’italiano. E come si sente a vivere all’estero? Abbastanza bene. All’inizio non è semplice, ma poi ci si abitua, anche se ci sono alti e bassi. Io mi trovo bene e considero Praga anche un po’ la mia città ... E senta, che progetti ha per il futuro? Penso di lasciare Praga. L’anno prossimo mi trasferirò in Germania. Quasi sicuramente a Colonia. Come vede, non lascio Praga per tornare in Italia ma per andare in un altro paese. Sarà una sfida interessante, all’inizio non sarà semplice. Track 26: Listen to the interview. Marco, Lei da quanto tempo vive a Monaco di Baviera? All’incirca da una decina d’anni. Ah e senta, come mai ha deciso di andare a vivere all’estero? In realtà in Italia non ero più soddisfatto. Non ero soddisfatto del mio lavoro, di quello che stavo facendo, così ... E perché ha scelto proprio la Germania? Mah, è stato un caso fortuito, o meglio un caso sentimentale. Perché ho conosciuto una ragazza tedesca, ovviamente bionda, e questo mi ha convinto a partire. Certo. E mi dica, a Monaco di che cosa si occupa? Faccio diverse cose. Insegno alla Scuola per Interpreti, scrivo per una rivista e occasionalmente faccio delle traduzioni. Senta, Le piace vivere a Monaco? Sì, sì, molto. Monaco è una città bellissima, piena di verde, piena di musei, di teatri. D’inverno è un po’ freddo e quello magari ... Sì. E un’ultima domanda. Pensa di ritornare in Italia un giorno? No, credo di no. Certo a volte ho un po’ di nostalgia, nostalgia delle mie abitudini, della mia cultura, ma non credo che tornerò. Track 27: Listen to the dialog. Allora, ci siete andati poi a vedere quell’appartamento? Sì, ma non andava bene, cioè l’appartamento di per sè era carino, ma il posto mi è sembrato un po’ troppo isolato. Beh, sì, però è una bella zona. Tranquilla, piena di verde. Sì, certo, però per me è importante che ci sia un po’ di vita, che I negozi siano vicini, e soptrattutto che sia una zona ben collegata. Eh, lo capisco, in fondo adesso abiti in un bel quartiere … Con la metropolitana a due passi … Hmmm … adesso che ci penso. Io ho un collega che si trasferisce, mi sembra che abiti proprio dalle tue parti se vuoi mi informo. Ma quant’è grande la casa? Perché, insomma, a noi serve un appartamento di almeno cento metri quadrati. Mah, penso che sia abbastanza grande, dovrebbero essere quattro stanze più servizi. Hmm. E senti, il balcone c’è? Perché per me è fondamentale che ci sia un balcone, anche piccolo, ma il balcone ci deve essere. Guarda, non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che abbia addirittura una terrazza. No! Fantastico! E scusa, allora perché si trasferisce? Non ho ben capito, ma credo che la moglie voglia avvicinarsi ai genitori. E senti, per caso sai quanto paga d’affitto? No, questo non lo so. Comunque se vuoi ti do il numero, così chiedi tutto direttamente a lui. Track 28: Listen to the dialog. Antonella, ma sei sicura? Vuoi davvero scambiare la tua casa? Perchè no, scusa? Mah, io sinceramente non mi fiderei a lasciare la mia casa a persone che non conosco. Sì, è vero che non le conosco, però suppongo che l’agenzia faccia dei controlli. Mah, non lo so. E poi che ne sai com’è la casa in cui vai? Magari è sporca, brutta … Senti, ci sono tantissime persone ormai che scambiano le proprie case quando vanno in vacanza. E poi provo, se va male … Mah, secondo me è meglio prendere un appartamento in affitto. Beh, prima di tutto scambiare una casa è molto più conveniente che affittarne una. E poi per me è anche interessante vedere come vivono altre persone, che oggetti hanno in casa, cosa usano … Se lo dici tu … Poi guarda, sono sicura che la casa in cui andremo è più bella della nostra, pensa, è su due piani, con un giardino grandissimo. Anzi se vuoi, puoi venirci a trovare, così magari il prossimo anno scambiate anche voi la vostra! Track 29: Listen to the interview.

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Allora, come vi trovate nella nuova casa? Bene, benissimo. Certo, non è ancora in ordine, ci mancano ancora alcune cosette, però, insomma, piano piano ... E tua moglie è contenta? Della casa? Sì, però non è ancora molto convinta della zona. Perché? Beh, sai, lei in fondo ha sempre vissuto in periferia, in una villetta tranquilla ... Eh be', sì, vivere in centro, in un condominio, è un bel cambiamento, con i vicini, il problema del traffico, del parcheggio ... Sì, però dai, vivere in centro ha anche i suoi vantaggi. Hai tutto vicino, negozi, servizi, scuole. Tu pensa che prima per andare a scuola i ragazzi ci mettevano più di un'ora, adesso invece ci arrivano a piedi, in dieci minuti. E già, sì, in effetti da questo punto di vista è un vantaggio, anche se ci sono dei quartieri in periferia dove trovi tutto, anche le scuole. Sì, certo. Però pensa anche alla vita notturna. È vero che non siamo più giovanissimi, però, insomma, in centro c'è vita, se vuoi uscire la sera fai due passi e sei arrivato. Sì, però è anche vero che d'estate non puoi dormire con le finestre aperte! Io un paio di volte ho dormito a casa di amici che hanno una casa proprio in centro e ti dico che non ho chiuso occhio per tutta la notte. Sì, certo, può essere un problema. Vedi, noi però siamo stati fortunati, perchè l’appartamento è all’ultimo piano. E poi, le camere da letto non danno sulla strada. Allora va bene. E senti, con il parcheggio come fai? Immagino, dovrai girare ogni volta un’ora prima di trovare un posto. No. Cioè sì. Quando prendiamo la macchina, chiaramente sì. Però io ora al lavoro ci vado in motorino, per cui non ho grandi problemi di parcheggio. Sì. Però quando dovete fare la spesa, siete costretti ad andare in macchina. Sì. Chiaro. E in quel caso mi armo di santa pazienza ed aspetto di trovare un parcheggio. E poi anche questi motorini in centro a me danno fastidio, a te no? Ma! Dipende. E senti. I vicini li hai già conosciuti? No. So solo che sotto di noi abita un architetto che non è mai in casa e accanto una famiglia austriaca con due bambini. Mia moglie ci ha parlato un paio di volte. Hanno fatto una buona impressione. Beh! Meno male. Guarda. Mio fratello che abita in un condominio come te ha avuto un sacco di problemi con i vicini. Certo. Bisogna evere fortuna. Comunque io sono di parere che i vicini possono anche essere d’aiuto. Non lo so. Se ti serve qualcosa; un uovo, un po’ di latte. Oppure se hai bisogno di qualcuno che dia un’occhiata ai bambini. Insomma. Dipende, è una questione di fortuna come sempre. Insomma, mi sembra di capire che la tranquilità della tua vecchia casetta non ti manca. Per ora no. Poi, podarsi che un giorno mi pentirò. Non lo so. Sarà che io sono cresciuto in un quartiere popolare e quindi al caos un po’ ci sono abituato. E il verde? L’aria più pulita? Neanche quelli ti mancano? Beh, un po’ sì. Specialmente l’aria pulita. Però molto spesso in fine settimana andiamo a trovare i genitori di Marisa che abitano fuori città... Track 30: Listen to the dialog. Stefano, finalmente ... stavo per andarmene! Sì, mi dispiace, scusami, volevo chiamarti, ma ho dimenticato il cellulare a casa. Va be'! Però, guarda che è l'ultima volta che ti aspetto. Sì, hai ragione, scusami, questa volta però mi è successa veramente una cosa incredibile. Cosa ti è successo? Sentiamo! Ti ricordi la ragazza che ho incontrato durante il viaggio a Praga? Sì, cioè, più che altro mi ricordo che non vi siete scambiati neanche una parola! Beh, comunque, non ci crederai, stamattina l'ho incontrata! L'hai incontrata? E dove? In una libreria. E che è successo, racconta! Ti ha riconosciuto? Sì, ma non subito, anche perché quando è entrata stavo sfogliando un libro. E beh, allora? E allora niente, mentre leggevo, è entrata e ha chiesto alla commessa lo stesso libro. Quello che stavi leggendo tu? Esatto. Ma non mi dire! Sì, ti giuro! E niente, così ho alzato gli occhi e l'ho guardata. All'inizio non l'ho riconosciuta, poi però ho visto che anche lei mi guardava, così ... Così finalmente vi siete parlati ... spero! Beh, non subito, però poi alla fine sì. Track 31: Listen to the dialog. Allora, Veronica, com’è andato l’incontro? Racconta! Lasciamo stare, va, che è meglio. È stato un disastro. Perchè? Che è successo? Dunque, l’appuntamento era alle sette. Io ho pensato che forse voleva prendere un aperitivo o fare una passeggiata. Invece niente. Ha voluto andare subito a mangiare. Va bé. Forse aveva fame. Sì, forse. Comunque sia, mi ha portato in una pizzeria. E tu immaginavi un localino al lume di candella. No, però neanche una pizzeria. Comunque, appena siamo arrivati, si è messo a telefonare. Lì, in pizzeria? Sì. E così ha parlato a telefono per mezz’ora ed io lì ad aspettare e tu sai che io non soporto né aspettare né questi telefoni a tavola. Eh, sì. Anche a me da

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fastidio. Beh. Per farla breve. Ha parlato tutto il tempo di lavoro, ha mangito e bevuto per tre e alla fine non mi neanche invitato. No? Hai dovuto pagare tu? Sì. Track 32: Listen to the interview. Tu, Nadia, vivi da sola? No, con mia sorella. E come ti trovi? Andate d’accordo o preferiresti vivere da sola? Mah, come in tutte le cose ci sono dei vantaggi e degli svantaggi. Chiaro. Io ho la fortuna di vivere con un familiare, quindi il rapporto è più diretto che con un’amica. Però, insomma, a volte preferirei vivere da sola, anche perché io e mia sorella siamo molto diverse. E c’è qualcosa che non sopporti, che ti dà veramente fastidio? Sì, non sopporto quando si mette le mie cose, i miei vestiti senza dirmi niente. E una cosa positiva, invece? Hmmm ... per fortuna non ce n’è soltanto una. Comunque a parte il fatto che con mia sorella posso parlare di tutto, che forse è la cosa più importante, sono contenta che sappia cucinare bene, sì, perché io invece in cucina sono un disastro. E tu, Luciano, sei sposato da alcuni anni, che ne pensi della convivenza? Mah, devo dire che andiamo abbastanza d’accordo, sono pure quindici anni che viviamo insieme! L’unica cosa che forse mi dà un po’ di fastidio è che sta troppo al telefono! A volte anche per ore! Beh, quindi, a parte delle piccole cose, sei soddisfatto della convivenza? Beh, sì, direi di sì. Certo quando si vive con qualcuno bisogna fare dei compromessi, questo è chiaro, io ad esempio non fumo più in camera da letto. Tu Sandra, invece vivi da sola. Sì, esatto. Vivo da sola da quando avevo 20 anni, quindi già da tredici anni, e sinceramente non riesco proprio a immaginarmi di vivere con qualcuno. E non ti senti mai sola? Beh, sì, certo che mi sento sola qualche volta. Però diciamo che ormai mi sono abituata e poi ho molti amici, se proprio mi sento sola mi attacco al telefono. Sì, però non è la stessa cosa. Sì, chiaro, però può aiutare. E poi sono convinta che ho tanti amici proprio perché vivo da sola. Che vuoi dire? Che le coppie molto spesso si isolano. A me per esempio dà un po’ fastidio quando esco con una mia amica e lei mi chiede se può venire anche il marito. Mi dico, santo Dio, per una volta potresti uscire anche da sola! Hmmm, Nadia, una cosa che gli altri non sopportano di te. Mah, mia sorella mi dice sempre che sono troppo lenta, che arrivo sempre in ritardo! Ed è vero? Beh, un po’ sì. Luciano. Una cosa che tua moglie non sopporta di te. Mah, dovremmo chiederlo a lei! No, scherzo, sicuramente la mancanza di flessibilità. In che senso? Sì, per alcune cose sono poco flessibile, voglio mangiare sempre allo stesso orario, fare la spesa negli stessi negozi ... E tu, Sandra? Dicci una cosa che gli altri non sopportano di te. Il mio disordine! Io sono estremamente disordinata. Per fortuna abito da sola! Advanced Track 1: Listen to the dialog. Senti, Stefan, toglimi una curiosità, ma tu quanto tempo ci hai messo a imparare l’italiano? Mah, non lo so ... due anni direi ... Ma l’hai imparato qui o avevi già fatto dei corsi? Beh, sì, quando sono arrivato in Italia avevo già fatto un corso. Prima di partire, avevo frequentato un corso all’università di Amsterdam, ma solo per un paio di mesi ... Pazzesco! Io sono tre anni che faccio corsi d’inglese e ancora non lo parlo! Vabbe’, dai! Un po’ lo parli! E poi non puoi fare il confronto con me. Prima di trasferirmi io ero già stato altre volte in Italia, e poi, scusa, io dopo tutto vivo qui! Sì, però dovrei parlarlo molto meglio dopo tutti i corsi che ho fatto ... Mah, dipende ... Sai, il problema è che alcune regole di grammatica proprio non mi entrano in testa! Beh, forse è proprio questo il punto. Pensi troppo alla grammatica e poi ti blocchi! Sì, è vero ... è perché ho paura di sbagliare. Sì, però se pensi sempre agli errori non parlerai mai. Anch’io all’inizio mi vergognavo perché facevo un sacco di errori, poi però ... Track 2: Listen to the dialog. Scusa, Paolo, posso? Sì, entra, entra. Senti, non è che per caso hai una grammatica? Sì, guarda, dovrebbe essere lì, nel primo scaffale in basso. Me la presti un attimo? Certo. Stavo scrivendo una cosa e mi è venuto un dubbio. Secondo te si dice «l'appuntamento è a piazza Dante» o «in piazza Dante»? «In piazza Dante». Hmmm... allora, vediamo... qui c'è scritto che la forma corretta è «in»,

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e che «a» è un regionalismo ormai accettato. Sì, però dai, «a piazza» suona male! Perché scusa? Suona male per te, perché non lo dici! No, suona male perché non si dice! E poi io trovo che le regole andrebbero rispettate! Non sono affatto d'accordo. Secondo me è l'uso che fa la regola. Ah, allora per te ognuno può parlare come vuole? Non ho detto questo! Anche io penso che le regole servano, però non si può essere nemmeno così rigidi. E certo! Poi però ci sono in giro persone come il nostro direttore, che dicono «a me mi piace» ... orribile! Mi sa che prima o poi glielo dico che non si dice. Mah, io non sarei così categorica! E poi credo che ormai si possa dire. Track 3: Listen to the interview. Parliamo ora della lingua italiana. Un disegno di legge promosso dal senatore Pastore, che è Presidente della Commissione Pari Costituzionali, prevede l’istituzione di un Consiglio Superiore della lingua italiana, insomma di un organismo che vigili e garantisca la sopravvivenza di un idioma che anche con le recenti norme, che invece sono andate a salvaguardia dei dialetti, rischia di rimanere schiacciato tra una lingua continentale – che è sempre più candidato a diventare l’inglese –e le diverse lingue parlate e regionali. Noi abbiamo raggiunto, e ringraziamo per essere con noi, Alessandro Masi che è Segretario Generale della DanteAlighieri. Buonasera. Buonasera a tutti voi. Buonasera. Grazie. Un consiglio per … vigilare e per presiedere appunto a che si parli bene. Mah, la lingua italiana è una lingua di … di cultura. Questo significa che è una lingua che,prima ancora di essere stata parlata in maniera unitaria, è stata la lingua de … di Dante, di Giotto e dei grandi trattati filosofici. Oggi il problema è quello di tutelarla da … da quelli che sono i … ehm … gli inserimenti superflui, forse direi, dell’inglese, del francese, di altri … Insomma, in Italia manca un organismo che abbia il potere di fare che cosa? Per esempio che cosa succede negli altri Paesi? Mah, gli altri Paesi hanno comunque delle istituzioni che tutelano la lingua … ehm … ad esempio, faccio l’esempio del francese. Il francese non fa chiamare, non fa nominare, non fa denominare il “mouse” del computer come “mouse”, perché è “topo” in … nella traduzione. Lo fa chiamare “souris”. E noi … Sì, così come in spagnolo è “ratón” … Ecco, appunto. … e là c’è la Reale Accademia che vigila. Sì, ecco. Io non … non non non sarei così rigido, perché in fondo anche il latino poi era aperto a … però in qualche maniera che ci sia un’istituzione che sovrintenda un po’ a … ad alcune norme di garanzia della lingua italiana, credo … Ecco allora, come poi vigilare davvero? Che cosa intanto cercare di arginare e come, con i divieti? Per esempio imporre dei divieti a che non si usino le parole straniere? Questo è già successo. Guardi, io non credo alla letteratura di Stato, non credo all’arte di Stato, non credo alla poesia di Stato e –tanto meno – non credo alla … ad una grammatica di Stato. Però che in qualche maniera ci si ponga il problema centrale della lingua italiana come problema che tocca tutti i cittadini, e non soltanto noi specialisti, credo che questo sia molto positivo. In fondo ci farà riflettere un po’… un po’. Su chi bisogna intervenire? Per esempio, s’è detto che l’italiano come lingua è stato unificato dalla radio e dalla televisione. Sì. Però si rischia in questo modo, Lei sta dicendo, di passare dai dialetti per una breve fase attraverso l’italiano e poi passare a una lingua europea. Mah, guardi, no, io non sto dicendo questo. Io dico che, quando Manzoni ha scritto i “Promessi Sposi” o Cavour ha scritto le sue corrispondenze politiche, scrivevano in perfetto italiano ma parlavano francese o parlavano degli idiomi regionali. L’unità linguistica italiana ha … ha … ci ha reso tutti più vicini. Io credo che oggi questa lingua di cultura deve comunque trarre i benefici, dopo sette secoli di storia, e porsi sicuramente – come giustamente s’è posta –al quarto posto al mondo delle lingue più studiate e quindi degna, ripeto, di una signora, nobile com’è la lingua italiana. Quindi l’attenzione che lo Stato riserva alla lingua italiana è un atto di … doveroso, giusto credo. E allora, prima di salutarLa, Le vorrei chiedere comunque: una volta nato questo organismo su chi deve vigilare? Mah, io credo che … non ci sia un problema di … di di vigilanza. Iocredo che ci sia un problema di sensibilizzazione, innanzitutto fra igiovani nelle scuole, innanzitutto negli organismi dove c’è il fermentonuovo della lingua. E mi riferisco a quelle che sono tutte le novità chevanno dai messaggini telefonici all’uso dell’Internet … Sono cose che possono essere comunque … ehm … Grazie. … controllate. Grazie ad Alessandro Masi, Segretario Generale della Dante Alighieri. Track 4: Listen to the dialog. Mi scusi! Mi darebbe una mano a portare queste buste fino al portone? Certo, non c'è problema, dia a me! Prima al mercato ci andavo in autobus. Era così comodo! Dovevo fare una sola fermata, ma da

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quando ci sono questi lavori, l'autobus ha cambiato giro e così mi tocca andare a piedi! Eh, lo so, è un problema ... Non pensano ai cittadini quando fanno queste cose, no! Bisogna fare la gimcana per passare dall'altra parte! Per non parlare del rumore poi ... mah, speriamo finiscano presto! Eh, sì, speriamo! Lei per caso sa che cosa stanno costruendo? Una banca. Una banca? E a che ci serve un'altra banca? Ce ne sono già tre! Me lo chiedo anch'io! Mah, anziché costruire una banca avrebbero potuto fare un bel parco o costruire un asilo nido ... Beh, sì, sarebbe stato meglio! In effetti gli asili mancano e non solo gli asili! In questa zona mancano parecchie cose. Non ci sono impianti sportivi, non c'è un cinema, non c'è una biblioteca ... Track 5: Listen to the dialog. Scusi, signora, è Sua questa Punto rossa? Sì, è mia, perché? Guardi che lì non può parcheggiare, è vietato! Perché è vietato, scusi? Veramente io non vedo nessun segnale di divieto. Sì, ma glielo dico io che è vietato. E Lei chi è? Un vigile? No, sono il portiere di questo stabile. Guardi, non vorrei sembrarLe scortese, ma perché non si fa gli affari Suoi? Guardi che io lo dico per Lei. Quel posto è riservato e se lascia la macchina lì ... insomma, non so se mi sono spiegato. No, non si è spiegato. E poi, scusi, potrei sapere per chi è riservato? Per l'avvocato Meucci. Senta, io oggi non sono proprio in vena di discutere. Mi è successo di tutto, quindi è meglio se mi lascia parcheggiare in pace! Va bene? Sì, ma ... Niente ma, se non è d'accordo chiami un vigile e se lui mi dice che me ne devo andare, allora me ne vado! Track 6: Listen to the interview. Senti, Gianni, tu hai una regione preferita, una regione che ti piace particolarmente? Allora, la mia regione preferita è decisamente il Trentino-Alto Adige. Mm. E che cosa ti piace di questa regione? Di questa regione mi piace il fatto che è abbastanza tipica, cioè che comunque è una regione che secondo me ha un suo cosmo molto particolare. Mi piace il verde, mi piace la natura, mi piacciono le montagne, mi piace il paesaggio, mi piace tutto ciò che è legato proprio a … a un discorso di … ehm … di natura, di …ehm … Mi piace passeggiare, mi piace fare montagna, quindi è una regione che amo anche molto per questo. E ci sono altre regioni in Italia che ti piacciono particolarmente? Trovo molto bello il Veneto … Mm … … per un discorso completamente contrario al precedente, proprio perché … ehm … trovo molto bello un discorso urbano, cioè mi piace quello che è stato fatto a livello urbano, le ville venete, le ville Palladiane … Trovo che sia completamente diverso dal Trentino, ma allo stesso tempo affascinante come il Trentino. Quindi … Però, non è tanto il paesaggio che ti piace in questo caso … No, no, no, su questo … cioè è proprio il discorso contrario, cioè proprio la mano dell’uomo, la mano dell’uomo che disegna, che fa un’architettura, che costruisce, che … che produce. Mm. Tu di dove sei? Toscano. Toscano. E la tua regione? Che cosa dici della tua regione? La mia regione, beh, forse è la più completa. Ora magari c’è la solita presunzione di noi toscani, però comunque è una regione dove c’è il mare, c’è la montagna, ci sono delle bellissime città e … quindi penso forse che sia la regione più completa. Mm … Anche se i Toscani tante volte non sono così simpatici. C’è una regione, oltre alla tua, in cui ti piacerebbe vivere? Sempre il Trentino. Il Trentino … Il Trentino perché comunque trovo che sarebbe completamente diverso, e proprio per questo forse sarebbe un cambio totale, quindi per questo lo preferirei. OK, grazie. Prego. Track 7: Listen to the interview. Senti, Cristiana, c’è una regione in Italia che ti piace particolarmente? Sì, la regione in cui vivo, la Toscana. E per quale motivo ti piace? Mah, principalmente per la dolcezza delle colline, proprio i colori anche, ricordano sempre … sembra sempre di essere in un quadro, queste sfumature di verde sempre molto delicate … e poi, inutile negarlo, la Toscana è proprio una regione molto, molto romantica. Anche se poi le mie origini sono … vengono da un’altra parte, però la Toscana devo dire è proprio una delle regione che io trovo più vivibili, anche se non ho grandi esperienze di vita in altre regioni. Mm … Ecco, questo è principalmente il motivo. Tu hai detto che vieni da un’altra parte. Sì, le mie origini sono campane … Aha. … un po’ campane, un po’ sarde. Papà campano e mamma sarda. E quindi sento anche molto il Sud e le regioni del Sud. La Toscana però è proprio nel mio cuore perché ci vivo, ci

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sono nata … Certo … … poi i miei nonni sono di qua. Ci sono altre regioni che ti piacciono molto? Sì, sicuramente la Campania, proprio perché trovo … ehm … un aspetto molto sensuale di quella … di quella regione, le persone sicuramente e poi proprio io mi … sento proprio che nel mio profondo faccio proprio parte di quella regione lì. Sinceramente sì, la Campania decisamente. E anche la Sardegna, immagino. No? Sì, ma la Sardegna un po’ meno … Un po’ meno … Sì, decisamente sì, li sento … anche se sono, se è un popolo abbastanza che ti accoglie molto … in modo molto dolce, però li sento più freddi rispetto ai campani … Mm … … decisamente sì. C’è una regione, oltre alla tua, quindi oltre alla Toscana, in cui ti piacerebbe vivere? Sì, … ehm … sicuramente una regione del Sud. Come mai questa cosa del Sud? Beh, ovvio, ovvio, perché non conoscendolo bene e pur appartenendo al Sud perché appunto come ho detto le mie origini sono quelle, sicuramente sceglierei una regione del Sud. Conosco anche regioni del Nord, come la Valle d’Aosta, splendida, però sento proprio che le persone alle quali posso stare più vicina sono le persone del Sud. Mm, OK, ti ringrazio. Prego. Track 8: Listen to the interview. Teresa, qual è la tua regione preferita? Penso la Sicilia. La Sicilia mi piace molto. Sì. E come mai? Perché è una regione secondo me affascinante, misteriosa. Sono stata diverse volte in Sicilia, ho fatto dei viaggi a Palermo, poi ho visto Catania, Trapani e in ogni città scopri degli odori particolari. Mi … Ho in mente delle … proprio degli odori. Un’aria, un’aria diversa da quella diciamo continentale. Poi anche le persone, devo dire, tutto sommato sono … sono piuttosto, come dire, calde appunto, come … come come tutte le persone del Sud. Chiaramente hanno anche dei lati scuri, però è … è affascinante. La Sicilia mi è sempre piaciuta molto. C’è qualcosa in particolare della regione che ti piace. Non so, il paesaggio oppure la storia e così via … Il paesaggio sicuramente, è stupendo. Mi ricordo l’Etna, mi ricordo il mare della Sicilia e poi mi ricordo proprio soprattutto la … la città di Palermo e quindi monumenti storici stupendi. Proprio dal punto di vista dell’architettura penso che sia meravigliosa Palermo. Mm. Ci sono altre regioni, altre regioni che ti piacciono in particolar modo? Sì, la Valle d’Aosta mi piace molto. È legata … Completamente diversa dalla Sicilia … Sì, completamente diversa, però legata anche quella alla … affettivamente alla mia infanzia, perché c’ho passato molte estati, son stata in montagna lì, ho fatto un sacco di girate, quindi ho visto dei paesaggi meravigliosi anche lì e … e quest’aria appunto anche lì fresca, un’aria stupenda e poi si mangia benissimo in Valle d’Aosta secondo me … Mm … … e mi ricordo il latte appena munto della mucca, insomma … Va beh, OK, grazie. A te. Grazie. Track 9: Listen to the dialog. Senti, Isabella, non avevi detto che volevi cambiarti la macchina? Sì, prima o poi dovrò cambiarla, anche perché ieri mi ha lasciato di nuovo a piedi. Perché me lo chiedi? Eh, perché una mia amica vende la sua, e da come me l'ha descritta credo che sia un'occasione. Può darsi anche che l'abbia già venduta, perché in effetti me l'ha detto una settimana fa ... E che macchina è? È una 600, seminuova, se non mi sbaglio non ha neanche due anni. E la vende già? Sì, perché ne vuole una più grande, e comunque in quella famiglia si cambiano le macchine come le scarpe ... Beh, se se lo possono permettere! E senti, quanti chilometri ha questa macchina? Questo non lo so con esattezza, ma penso l'abbia usata solo per andarci al lavoro, quindi ... E di che colore è? Azzurrina. E ha pure un sacco di optional, aria condizionata, radio ... Va be', questo mi interessa relativamente, l'importante è che non costi un patrimonio. Beh, dopo possiamo chiamarla se vuoi. Sì, anche se prima dovrei parlare con i miei, perché i soldi dovrebbero anticiparmeli loro e ho paura che mio padre faccia un po' di storie perché sai lui è contrario a comprare cose usate. Track 10: Listen to the phone conversation. Onlinebook buonasera! Buonasera. Senta, io avrei un problema. Sì, mi dica. Ehm, niente. Io ho acquistato un libro un po’ di tempo fa e … ma non mi è ancora arrivato. Attenda in linea che Le passo il reparto spedizioni. (…) Spedizioni buonasera. Eh, buonasera, senta, io avrei un problema. Sì, mi dica. Alcune settimane fa ho acquistato un libro che mi serviva abbastanza urgentemente. Niente, volevo sapere che fine ha fatto perché non è ancora arrivato! Un paio di settimane fa, ha detto? Sì,

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esatto. Strano, perché i libri vengono consegnati entro tre giorni di solito. Eh, già, appunto! Hm, Lei si ricorda quando l’ha ordinato esattamente? Sì, me lo ricordo benissimo. L’ho ordinato il 12 agosto. Insomma, oggi è il 29! Eh sì, ma sa in agosto tanto personale è in vacanza. No, io però questo non lo sapevo! Sì, però sa, in agosto è sempre così ... Beh, scusi, allora quale sarebbe il vantaggio di ordinare in Internet? Mah, se l’avessi saputo che avrei dovuto aspettare tutto questo tempo sarei andato a comprarlo in libreria! No, chiaro, Lei ha ragione. Ma aspetti che controllo l’ordine del computer. Com’è il Suo nome? Alinari Massimo. Alimari? No! A-li-na-ri. Enne, enne, enne come Napoli. Alinari Massimo, sì, è vero, in data 12 agosto ha ordinato un catalogo dell’Electa. Esattamente. Sì, però non capisco perché non Le sia ancora arrivato. Le ripeto per sicurezza l’indirizzo, forse è sbagliato. Beh, credo di sapere ancora dove abito! Sì, ma sa a volte il computer … Si scrive un numero per un altro ...Allora, via Costantino Beltrami 3. 3 a. Qui vedo solo il numero 3. Sì, guardi, ma non credo che sia questo il problema, perché il 3 non esiste, esiste solo un 3 a. Ehm, senta, nel Suo stabile c’è un portiere? No, ma avevo scritto apposta di lasciare il pacco dal fornaio accanto al portone nel caso che fossi … che fossi uscito, ecco! E allora è proprio strano, guardi! Eh, sì, è proprio strano! Per fortuna che non ho pagato con la carta di credito, altrimenti avrei pagato inutilmente! Giuro che è l’ultima volta che ordino qualcosa in Internet! Beh, comunque, guardi, è la prima volta che succede una cosa del genere. Capisco se Lei vuole annullare l’ordine, ma insomma … Se vuole possiamo fare così, Lei lo riconferma e io Le assicuro che il libro Le arriva entro dopodomani. Hmmm ... E come risarcimento Le spediamo un libro che potrà scegliere nel nostro catalogo in Internet. Hm. D’accordo allora, ma solo se Lei mi assicura che il libro che avevo ordinato arriverà veramente entro dopodomani. Sì, Le do la mia parola. Va bene allora. Bene. Questa volta preferisce pagare con la carta di credito o in contrassegno? No, no, in contrassegno. Perfetto. Allora confermo l’ordine, sperando che questa volta funzioni! Sì, sì, non si preoccupi. E ci scusi tanto, sa. Non capisco proprio cosa sia successo! Track 11: Listen to the dialog. Risponde il numero 065768689, non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico e vi richiamerò appena possibile. Ehmm, pronto, Giulio, sono Milena ... e niente ... ti volevo chiedere una cosa ... hmm, va be' non ci sei ... provo a richiamarti sul cellulare, d'accordo? Oh, quando lasci un messaggio sulla segreteria telefonica parli sempre come se dall'altra parte ci fosse un sordo, o uno che non capisce niente! Perché? Beh, prima di tutto urli, e poi parli in modo strano, come se non sapessi quello che devi dire. E infatti io odio lasciare messaggi sulla segreteria. Lo faccio solo se strettamente necessario! Sì, però non capisco perché, ormai la segreteria ce l'ha chiunque, ti ci dovresti essere abituata! Mah, non lo so, credo che sia l'idea di parlare con una macchina che mi disturba. Va be', dai, non è che parli con una macchina! Beh, sì, in un certo senso sì! Comunque resta il fatto che a me non piace! Track 12: Listen to the phone conversations. 1. Arcolinea, buonasera. Buonasera. Senta, potrei parlare con il dottor Moretti? Chi lo desidera? Sono l’ingegner Scialanga. Ingegnere, il dottore in questo momento è occupato. Vuole lasciare un messaggio? Hm, sì, senta, gli dica per favore che io purtroppo non mi sento molto bene e che quindi non posso giocare a tennis con lui stasera. Comunque, se vuole può chiamarmi. Sì. Il numero ce l’ha? Sì, credo di sì, ma … ma glielo ridò per sicurezza. Le do quello di casa. Allora dunque, 068565789. Allora, 068565789. Sì, perfetto. Bene, allora grazie. Buonasera. Buonasera. 2. Pronto? Ciao, Flavia, sono Alessandro. C’è Piero, per favore? Sì, ma sta parlando sull’altra linea. Vuoi che ti faccia richiamare? No, non importa, riprovo io tra una mezz’oretta. Ah, OK, d’accordo. Ciao. Ciao. 3. Pronto? Pronto, sono Tonino. C’è Elena, per favore? No, veramente non è ancora tornata. Sai quando torna? No, veramente no. Devo dirle qualcosa? Sì, senti, puoi dirle che io e Paola stasera andiamo da Federica e che se vuole venire con noi deve richiamare entro le sette? Sì, va bene, glielo dico. Grazie, ciao. Ciao, Tonino. 4. Pronto? Hm, pronto? C’è Barbara? Barbara? Guardi che ha sbagliato numero, eh! Ah, mi scusi. 5. Pronto? Eh, pronto, buongiorno, sono il dottor Borgelli. Potrei parlare con la signora Nardini? Sì, un attimo, gliela passo subito. 6. Pronto? Carla, ciao. Senti, la mamma è già tornata? No, ha detto che oggi sarebbe tornata più tardi perché c’era il consiglio di classe. Ah, sì, sì, è vero, già, me l’aveva detto. Senti, io stasera probabilmente farò tardi e comunque se posso la

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richiamo prima che inizi la riunione. Io però non lo so se la vedo, perché sto uscendo. E allora scrivile un biglietto! Va bene, ciao. Ciao. Track 13: Listen to the phone conversation. Pronto? Ciao Marco, sono la mamma di Aldo. Ah, salve signora. Come va? Bene, bene. Senti, c’è Aldo, per favore? No, Aldo è fuori per il fine settimana, torna domenica sera. Ah! Non me l’aveva detto ... Devo dirgli qualcosa? Eh sì, per favore. Digli che passo lunedì e che gli porto le camicie stirate. Va bene. Ah, e digli di chiamarmi quando torna a casa. D’accordo, signora, gli lascio un biglietto. Ciao, Marco. Grazie. Di niente, signora. ArrivederLa. Track 14: Listen to the phone conversation. Pronto? Marco, ciao sono Francesca. C’è Miriam, per favore? No, Miriam è fuori per il fine settimana. Ah, è vero me l’aveva detto! Va beh, senti, le puoi dire che mercoledì non posso accompagnarla dal medico? Sì, certo. È perché ho un appuntamento importante. Va bene, glielo dico. Non ti dimenticare, eh! No, no, le scrivo subito un biglietto. Allora grazie. Ciao. Ciao. Track 15: Listen to the phone conversation. Pronto? Ettore? No, sono Marco! Ah, Marco, ciao sono Alberto. Senti, non c’è Ettore? No, è fuori per il fine settimana. Torna lunedì mattina. Ah, va bene, senti gli puoi dire una cosa? Sì, dimmi. Gli puoi dire che io e Pietro abbiamo prenotato il campo per giocare calcio? Sì. Per giovedì sera alle nove. D’accordo, avete prenotato il campo per giovedì sera alle nove. Allora grazie. Ciao. Prego, ciao. Track 16: Listen to the phone conversation. Pronto? Marco, ciao, sono Elena. C’è Miriam, per favore? No, non c’è. Sai quando la posso trovare? Ha detto che sarebbe tornata domenica sera. Hm, senti, le puoi dire che i biglietti per il teatro li ho presi io? Sì, va bene, glielo dico. Grazie, Marco, ciao. Ciao. Track 17: Listen to the dialog. Nadia, questo lo conosci? Sì, l'ho letto qualche anno fa, è molto bello, a patto che ti piacciano i gialli! Ah, è un giallo? Credevo che parlasse di jazz. No, è un romanzo poliziesco, si intitola «Almost blues» perché uno dei protagonisti, che è cieco, è un appassionato di musica jazz. Ah! Quasi quasi lo regalo a mio padre, lui ama i gialli! Tu potresti comprarti questo, guarda, è una delle più belle storie d'amore che abbia mai letto. Fa' vedere ... «Non ti muovere» ... ah, sì, sì, ne ho sentito parlare, è la storia di un padre che immagina di parlare con la figlia prima che lei muoia. No, la figlia non muore. Comunque sì, lui le parla mentre lei è in coma e le racconta della donna che ha segretamente amato. Ah, va bene. Lo prendo. E senti, un altro autore italiano che potresti consigliarmi? Ammaniti lo conosci? No, veramente no. Mai sentito. Ho letto un suo libro che mi è piaciuto molto, si chiama «Ti prendo e ti porto via». E di che parla? Sono due storie d'amore che in qualche modo si incrociano in un immaginario paesino italiano. È divertente e allo stesso tempo triste. Track 18: Listen to the story. C’era una volta un Re e una Regina, disperati perché non avevano figlioli. E la Regina diceva: Perché non posso fare figli, così come il melo fa le mele? Ora successe che alla Regina invece di nascerle un figlio le nacque una mela. Era una mela così bella e colorata come non se n’erano mai viste. E il Re la mise in un vassoio d’oro sul suo terrazzo. In faccia a questo Re ce ne stava un altro, e quest’altro Re, un giorno che stava affacciato alla finestra, vide sul terrazzo del Re di fronte una bella ragazza bianca

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e rossa come una mela che si lavava e pettinava al sole. Lui rimase a guardare a bocca aperta, perché mai aveva visto una ragazza così bella. Ma la ragazza appena s’accorse d’esser guardata, corse al vassoio, entrò nella mela e sparì. Il Re ne era rimasto innamorato. Pensa e ripensa, va a bussare al palazzo di fronte, e chiede della Regina: Maestà, – le dice, – avrei da chiederle un favore. – Volentieri, Maestà; tra vicini se si può essere utili ...– dice la Regina. – Vorrei quella bella mela che avete sul terrazzo. – Ma che dite, Maestà? Ma non sapete che io sono la madre di quella mela, e che ho sospirato tanto perché mi nascesse? Ma il Re tanto disse, tanto insistette, che non gli si poté dir di no per mantenere l’amicizia tra vicini. Così lui si portò la mela in camera sua. Le preparava tutto per lavarsi e pettinarsi, e la ragazza ogni mattina usciva, e si lavava e pettinava e lui la stava a guardare. Altro non faceva, la ragazza non mangiava, non parlava. Solo si lavava e pettinava e poi tornava nella mela. Quel Re abitava con una matrigna, la quale, a vederlo sempre chiuso in camera, cominciò a insospettirsi:– Pagherei a sapere perché mio figlio se ne sta sempre nascosto! Venne l’ordine di guerra e il Re dovette partire. Gli piangeva il cuore, di lasciare la sua mela! Chiamò il suo servitore più fedele e gli disse:– Ti lascio la chiave di camera mia. Bada che non entri nessuno. Prepara tutti i giorni l’acqua e il pettine alla ragazza della mela, e fa’ che non le manchi niente. Guarda che poi lei mi racconta tutto.– (Non era vero, la ragazza non diceva una parola, ma lui al servitore disse così).– Sta’ attento che se le fosse torto un capello durante la mia assenza, ne va della tua testa. – Non dubiti, Maestà, farò del mio meglio. Appena il Re fu partito, la Regina matrigna si diede da fare per entrare nella sua stanza. Fece mettere dell’oppio nel vino del servitore e quando s’addormentò gli rubò la chiave. Apre, e fruga tutta la stanza, e più fru- gava meno trovava. C’era solo quella bella mela in una fruttiera d’oro. – Non può essere altro che questa mela la sua fissazione! Si sa che le Regine alla cintola portano sempre uno stiletto. Prese lo stiletto, e si mise a trafiggere la mela. Da ogni trafittura usciva un rivolo di sangue. La Regina matrigna si mise paura, scappò, e rimise la chiave in tasca al servitore addormentato. Quando il servitore si svegliò, non si raccapezzava di cosa gli era successo. Corse nella camera del Re e la trovò allagata di sangue.– Povero me! Cosa devo fare?– e scappò. Andò da sua zia, che era una fata e aveva tutte le polverine magiche. La zia gli diede una polverina magica che andava bene per le mele incantate e un’altra che andava bene per le ragazze stregate e le mescolò insieme. Il servitore tornò dalla mela e le posò un po’ di polverina su tutte le trafitture. La mela si spaccò e ne uscì fuori la ragazza tutta bendata e incerottata. Tornò il Re e la ragazza per la prima volta parlò e disse:– Senti, la tua matrigna m’ha preso a stilettate, ma il tuo servitore mi ha curata. Ho diciotto anni e sono uscita dall’incantesimo. Se mi vuoi sarò tua sposa. E il Re:– Perbacco, se ti voglio! Fu fatta la festa con gran gioia dei due palazzi vicini. Mancava solo la matrigna che scappò e nessuno ne seppe più niente. Track 19: Listen to the dialog. Papà, hai letto questo articolo sui nonni? No. Oggi non l'ho ancora letto il giornale. Perché? Che dice? Dice che, nonostante i nonni oggi abbiano meno nipoti, non sono più così disponibili come una volta. Mah, guarda, a me sinceramente questi studi convincono poco. Io non credo proprio che i nonni siano meno disponibili, anzi! Sì, però non puoi negare che il ruolo dei nonni sia cambiato. E infatti non lo nego. Però certo non è cambiato in questo senso. Che vuoi dire? Voglio dire che secondo me è proprio il contrario. Se prima i nonni facevano solo i nonni, oggi fanno i nonni e i genitori. Hmmm ... Ad esser veramente cambiato invece è proprio il ruolo dei genitori. Sono stressati, troppo impegnati ... non hanno più l'energia per stare dietro ai bambini. Sì, però questo è anche colpa delle politiche familiari dello Stato che non sostiene per niente chi ha famiglia. Sì, indubbiamente. Però secondo me è proprio cambiato in generale il concetto e il bisogno di famiglia. La gente si sposa tardi se si sposa; fa i figli tardi se li fa; si separa con più facilità ... Track 20: Listen to the interview. Senta, Lei è sposata? Sì. E ha figli? Due, un maschio e una femmina. Mm. Quanti anni hanno? La femmina dieci anni, il maschio otto. Mm. E Lei lavora o è … casalinga? Io lavoro. Sono impiegata alle Ferrovie dello Stato. Mm. Come riesce a organizzare il lavoro e la famiglia? Beh, adesso che i ragazzi sono un po’ grandini, abbastanza bene, nel senso che la scuola è quasi sempre con un orario lungo e siccome io faccio un orario ridotto fino alle quattordici e solo due volte alla settimana esco alle cinque del pomeriggio, allora ce la faccio ad andare io a riprendere i bambini. Nei due pomeriggi in cui non ce

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la faccio, mando mio suocero, oppure c’è una ragazza che mi fa questo piacere. E … però quando erano più piccoli è stato terribile … Mm. … perché non ci sono molti asili nido e sono molto cari, soprattutto quello. Anche quelli pubblici sono cari. Mm. Mm. E l’organizzazione in casa? I lavori di casa? Suo marito Le dà una mano o deve far tutto da sola? No, no. Mi dà una mano per fortuna, perché altrimenti non ce la faremmo! No, è bravo, fa tante cose, spolvera, pulisce i bagni, passa l’aspirapolvere … Mm. … sì. Ma Lei pensa che sia una rarità in Italia o è abbastanza … comune? No. Credo che oggi sia abbastanza comune, perché tutte le … le, quasi tutte le mogli lavorano, anche perché per le necessità economiche della famiglia non si può fare diversamente. E quindi si ci … si arriva a questa divisione dei compiti che è molto importante, ecco, perché se un uomo non capisce che deve dare una mano alla moglie, il matrimonio non va avanti, eh. Mm. E secondo Lei lo Stato aiuta le famiglie in qualche modo? Ci sono delle politiche a favore della famiglia o no? Mm … Mah, secondo me ci sono più discorsi che politiche a favore della famiglia … (In che senso?) … perché appunto le strutture sono poche, le scuole quando i bambini sono poi molto piccoli, l’asilo nido, la scuola materna non sono mai sufficienti. Le domande sono sempre superiori alla capienza, per cui si deve ricorrere o ai nonni o alle baby sitter a pagamento o appunto agli asili nido privati eccetera. Poi le scuole … anche le scuole a tempo pieno spesso sono … non sono ben organizzate, cioè il tempo dei bambini non è utilizzato in maniera corretta. Spesso la parte che si riferisce al pomeriggio viene usata più come un doposcuola, fare i compiti della mattina e non altre attività come si dovrebbe. Mm. Mm. Mm. OK, La ringrazio. Prego. Track 21: Listen to the dialog. Allora, Gianni, ti sbrighi? Siamo già in ritardo! Ma se non è neanche mezzogiorno! Beh, vuoi che comincino a mangiare senza di noi? Magari cominciassero senza di noi! Così salteremmo qualche portata! Guarda che non sei mica obbligato a mangiare tutto! No, certo! Siamo un po' ironici questa mattina, o sbaglio? No, no, per carità! Che c'è che non va? Non ti va di venire? No, è solo che pensavo che per una volta avremmo festeggiato in maniera diversa! Sì? E come? Beh, mi avevi promesso che saremmo andati a sciare. Sì, ma non quest'anno! E poi, dai, lo sai che io ci tengo a festeggiare in famiglia! Sì, sì, va bene, va bene, ... però magari questa volta ce ne andiamo dopo pranzo, eh! Ma dai, non possiamo andarcene dopo pranzo. Sembra brutto! Beh, calcolando che il pranzo dura almeno fino alle cinque, a me non sembra poi così brutto! Sì, però dai, poi si gioca a tombola, si mangia il panettone ... Track 22: Listen to the interview. Senti, tu come ti chiami? Paola. Paola, Paola. Quanti anni hai? Quasi cinquanta. Quasi cinquanta. Oggi vogliamo parlare di feste. Mm, ti ritieni una persona festaiola? Una persona a cui piace festeggiare? Abbastanza … Abbastanza. … soprattutto mi piace stare insieme agli amici. Che tipo di feste ti piacciono? Quando festeggi che cosa fai di solito? Mah, di solito le nostre feste sono soprattutto gastronomiche e facciamo quelle che si chiamano le “unioni di pentola”, ovvero ognuno porta qualcosa e … e finisce che mangiamo come pazzi, una cosa terribile! Però ci piace anche ascoltare musica, ballare, fare qualche gioco di società e così insomma. Mm. C’è una festa di cui ti ricordi che ti è piaciuta particolarmente? Eh, rischio di sembrare molto romantica, è la festa in cui ho conosciuto mio marito. Finivo diciotto anni. Eh, veramente un bel ricordo! Mm. Fra l’altro in quella festa c’è stata un’amica mia che ha conosciuto il suo attuale marito … Ah … … quindi abbiamo fatto proprio tutto da amici. Ho capito. Senti, che rapporto hai invece con le feste tradizionali? Tipo Natale, Pasqua … Mah, passato il periodo della … dell’età molto giovane in cui si contesta(no) i genitori, gli zii, i parenti eccetera, devo dire che ora mi piacciono le feste molto tradizionali, anche perché con gli anni scopri che quello che conta nella vita sono gli affetti, stare insieme alle persone che hanno significato qualcosa per te nella vita. E quindi adoro fare le feste insieme ai miei parenti. Mm. E il tuo compleanno invece di solito come lo festeggi? Ah! Ovviamente con una festa! Fai sempre una festa? Sempre da quando avevo diciotto anni! Oramai è una tradizione, per cui tutti si aspettano di essere invitati e finisce sempre in una megafesta. Quindi io non è che poi mi faccia un gran regalo di compleanno perché ... ... in realtà, in realità non festeggi ... … mi stanco moltissimo, però mi fa piacere riunire tutti gli amici nella stessa occasione. Mm. E se potessi organizzare una megafesta, come l’hai chiamata tu? Se avessi a disposizione dei soldi, che tipo di festa pensi che faresti? Penso,

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mi piacerebbe una festa in costume a tema, all’aperto, possibilmente con dei bei barbecue accesi, fare sopra delle grigliate e poi musica e … così, sì, una bella festa a tema. Mm. OK, grazie. Prego, ciao. Track 23: Listen to the interview. Senti, tu come ti chiami? Io Ettore. E quanti anni hai? Ventinove. Ti volevo chiedere delle cose a proposito di … di feste. Se ti piace festeggiare, che tipo di feste ti piacciono … Ah. … mm, c’è una festa di cui ti ricordi particolarmente, che ti è rimastan impressa? Ehm. Beh, devo dire, io sono molto festaiolo. Purtroppo. Come purtroppo? Purtroppo sì, perché aspettiamo di finire di lavorare durante la settimana per il weekend e impostarlo proprio sul discorso festa. Ho la fortuna di avere un gruppo di ragazzi che fra l’altro abbiamo anche un sito Internet dove ci colleghiamo con altre persone d’Italia e facciamo queste grosse feste organizzate bene, con musica, da bere e tutto e devo dire anche, ci dà anche molta soddisfazione. Quindi sono un gran festaiolo, … Mm. … mi piace molto. L’ultima festa che mi sono … diciamo la più bella, la più bella stranamente è stata la più tranquilla. La più tranquilla perché eravamo … avevamo affittato questa casa all’interno del … di un enorme campo, va bene?, una casa un po’ sperduta, nella campagna toscana, e niente, c’era un sacco di gente, persone tranquillissime, però con la musica molto soft, sai?, (que)sta campagna rurale, le persone … e devo dire è stata una delle più belle per l’atmosfera, no?, per la cosa respirata. C’erano anche delle bellissime ragazze. OK. Senti, quindi se sei un festaiolo avrai sicuramente dei problemi con le feste tradizionali o no? Come le festeggi di solito? Mm, sì purtroppo sai Natale, Pasqua, sono cose che ormai non … non concepisci più, perché cioè devi andare a mangiare con i genitori, la zia, la nonna, invece senti che, capito?, sei trasportato verso altre cose. Però lo fai. Di solito il Natale lo fai coi tuoi … Il pranzo … Sì, lo faccio. Sì, sì purtroppo lo faccio. No, lo faccio perché alla fine, dai … Mm. Se potessi organizzare una festa, mettiamo. A parte che già lo fai, organizzi delle feste, ma, faresti adesso qualcosa di particolare? Non so, supponi hai a disposizione un bel po’ di soldi per organizzare una festa. Mah, guarda, potessi organizzare una festa, organizzerei una festa un po’ come le facevano nel … nel Settecento a Venezia, no?, … Mm. … quindi piene di vestiti, trine ... Con le maschere. … maschere, in un bel palazzo magari anche veneziano. OK, ottima idea. Sì, molto bella … trasgressiva anche al punto giusto. Grazie. Prego. Ciao. Track 24: Listen to the dialog. Ah, buongiorno! Che c’è? Non hai sentito la sveglia stamattina? Guarda, lascia perdere che sono nero! È dalle sette che sto in macchina! Però! E com’è che ci hai messo così tanto? C’era un incidente? No, è che il centro era chiuso, così ho dovuto fare un giro lunghissimo. Eh ... capita, se si va a lavorare con la macchina! Sì, però ieri al TG non hanno detto nulla, perché insomma, se l'avessi saputo, sarei venuto in metropolitana! A parte il fatto che al TG regionale l'hanno detto, non capisco perché continui a venire in macchina quando potresti benissimo prendere i mezzi pubblici! Beh, perché preferisco stare comodamente seduto piuttosto che pigiato come una sardina in metropolitana! Sì, però se prendessi la metro, arriveresti innanzitutto meno stressato e poi contribuiresti a diminuire lo smog ... Mah, non sarà certo la mia macchina a far la differenza! Beh, guarda, se tutti la pensassero come te, anziché chiuderlo una volta alla settimana, bisognerebbe chiuderlo tutti i giorni il centro! Track 25: Listen to the interview. Quando si dice una boccata d’aria, una boccata d’aria buona naturalmente, quali sono i posti migliori, se non ad esempio il mare o la montagna? Ma ora è anche possibile in città. Però, attenzione, non quella che possiamo respirare all’esterno. L’inquinamento, purtroppo, è quello che è. E di necessità quindi si fa virtù e allora nascono anche– noi li definiamo così –“i bar dell’aria”. In realtà si chiamano Oxibar. E che cosa sono di preciso? Ce lo dice Davide Fragonese …. Fregonese, amministratore delegato di una catena di bar salutisti. Buonasera. Buonasera a Lei e buonasera a tutti i radioascoltatori. Insomma, è abbastanza singolare questa cosa. Bisogna praticamente chiudersi in un locale pubblico per poter respirare? Mah, di fatto l’idea parte dalla filosofia salutista della catena Jungle & Juice, che è la prima catena italiana di bar salutisti. Noi intendiamo salutismo a 360 gradi, quindi non solo nell’… nell’offerta alimentare, ma anche a questo punto in quella gassosa, mi passi il

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termine … Certo. … e quindi a questo punto abbiamo pensato di aggiungere ulteriori servizi ai nostri clienti, i quali potranno gustare un frullato o un centrifugato molto salutista e però al contempo respirare dell’aria pura. Ahimè, devo dire che, come Lei ha giustamente sottolineato, una città come Milano, ma non solo, ultimamente sta vivendo dei momenti polverosi, oserei dire in termini di aria pura. E quindi abbiamo pensato che questa proposta potesse essere in linea con le necessità dei clienti metropolitani. Senta, diciamo subito. Quanto costa una boccata d’aria buona? Costa poco. Direi che al momento noi non abbiamo ancora definito un prezzo, ma sicuramente 10-12 minuti, che sono il tempo previsto per la completa riossigenazione dei polmoni, non costeranno più di 10 euro. Senta, proviamo a fare un piccolo percorso in concreto. In pratica si entra in un … in uno di questi locali e che cosa succede? Mah, è molto semplice. Il nostro cliente, entrando nel Jungle & Juice-caffè, potrà avere l’opzione, o di accedere direttamente alla postazione Oxi, dove potrà consumare, tra virgolette ovviamente, la sua boccata d’aria, oppure potrà prenotare, eventualmente anche via e-mail, la sua sessione e magari esisteranno alcune formule per le quali il cliente potrà scegliere a menù non solo il gusto del cocktail salutista che vorrà assaporare, ma anche il gusto che andrà ad aromatizzare la sua boccata di ossigeno. Quindi lui salirà al secondo piano del nostro locale, potrà accomodarsi tranquillamente in questo piccolo corner rilassante e salutista e consumare la sua boccata. Senta, io qui ho una scheda e leggo dei nomi abbastanza suggestivi per quanto riguarda questi cocktail, ad esempio energizzante, creativo, euforizzante, rilassante, equilibrante. Quali sono le basi? A base di che cosa sono? Mah, sono tutte sostanze naturali. Anzi ci tengo a specificare che non si tratta assolutamente di un trattamento medicale o farmaceutico. E quindi non ci sono assolutamente controindicazioni. Sono semplicemente degli aromi a base naturale, che possono essere miscelati all’ossigeno purificato al 97%, e quindi creare, così, questa … questo … questo particolare feeling profumato nel momento nel quale il cliente va a … ad assaporare la sua sessione di aria pura. E sicuramente è una cosa molto curiosa, ma fa anche riflettere molto. Noi La ringraziamo. Buona serata. Grazie a voi e vi aspettiamo tutti al nostro Jungle & Juice-Oxibar. Arrivederci. Arrivederci. Track 26: Listen to the dialog. Senti, Lucia, hai visto «Panorama», per caso? Hmmm, sì, l'ho buttato via ... Ma possibile che devi buttar via sempre tutto? Scusa, pensavo che l'avessi letto. E infatti l'avevo letto. Solo che c'era un articolo che volevo conservare. Mi dispiace. Se vuoi provo a chiedere a mio padre. Credo che ogni tanto lo compri anche lui. No, lascia stare, provo a cercarlo su Internet. Però, per favore, la prossima volta, prima di buttar via qualcosa, preferirei che me lo chiedessi. D'accordo! Anche il vaso cinese che ci ha regalato mia zia, che fine ha fatto? L'hai buttato via immagino! No, quello no. L'ho solo portato in cantina! E la maglietta della Roma, hai eliminato anche quella? Perché non la trovo più! Beh, pensavo che non ti servisse più ... era tutta scolorita ormai ... Non lo so, guarda, penso che la tua sia una mania. Perché in fondo non è che io sia poi così disordinato ... Sì, lo so, è solo che volevo mettere un po' in ordine ... Però scusa, una cosa è mettere in ordine e un'altra è buttar via! E poi, anche questa cosa di mettere sempre tutto a posto. Se tu metti sempre in ordine le mie cose, io poi non le trovo più! Track 27: Listen to the dialog. Sonia, hai sentito che Livio ha perso il lavoro? Ah. E come mai? Mah, da quanto ho capito ha avuto problemi col capo. Beh, con il suo carattere la cosa non mi stupisce più di tanto. Sì, però questa volta non è colpa sua. Hmmm ... Sì! Tu pensa che il capo, da un giorno all’altro, gli ha detto che avrebbe dovuto cambiare sede, che sarebbe dovuto andare a lavorare a Latina. E lui che gli ha detto? Eh, gli ha detto che la cosa lo stupiva molto perché lui lì si trovava bene e pensava che anche loro fossero contenti di lui ... E il capo? E il capo gli ha detto o accettava o doveva mettersi a cercare un altro lavoro ... Track 28: Listen to the dialog. Hai saputo che Catia e Francesca non si parlano più? Non si parlano più? E da quando, scusa? Le ho incontrate insieme una settimana fa! Eh! È successo sabato. Ma come, erano tanto amiche! Sembra

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che abbiano litigato di brutto. E perché? Mah, in realtà per una banalità. Catia le ha chiesto se le prestava qualcosa per il matrimonio di Daniela e Francesca le ha risposto che perlomeno per il matrimonio di un’amica qualcosa se la sarebbe pure potuta comprare. E lei se l’è presa? Beh, tu la conosci Francesca. A volte ha un modo di dire le cose ... Sì, però insomma, dai, da qui a non parlarsi più ... Track 29: Listen to the dialog. Valeria, hai sentito che Pierpaolo e Giulia si sono lasciati? Beh, finalmente! Non ho mai capito come facessero a stare insieme quei due! Perché dici così, scusa? Dai! Si capiva che non stavano più bene. Lui si faceva gli affari suoi, usciva tutte le sere da solo, ultimamente non andavano neanche più in vacanza insieme! E beh, che c’entra? Se a loro stava bene così. I rapporti non sono mica tutti uguali! Sì, però, dai, si vedeva che lei non era contenta. Mah, non lo so, comunque pare che lei gli abbia detto di trovarsi subito un’altra casa … Ha fatto bene! E poi, guarda, lo sai che ti dico? Per me è meglio così, perché un tipo come Pierpaolo è meglio perderlo che trovarlo ... Track 30: Listen to the dialog. Enrico, hai saputo che Carlo è stato assunto alla Rai? Chi? Carlo, quello che prima abitava con Romina. Carlo? Mi sa che io non l’ho mai conosciuto … Ma sì che l’hai conosciuto! È alto, coi capelli ricci … Mah, sì, può essere che l’ho visto un paio di volte ... non mi ricordo ... Comunque sia, ieri l’ho incontrato e mi ha detto che forse mi dà una mano per farmi fare un praticantato alla Rai. E tu ci credi? E perché non dovrei? Mah ... Mi ha detto anche che ha uno zio che lavora per una radio e che eventualmente avrebbe chiesto anche a lui. Mm, bene. Track 31: Listen to the story. Buongiorno a tutti. Benvenuti a Torino. Dunque, il mio nome è Alessandra,sono la vostra guida per oggi. Prima di cominciare con il tour vero e proprio, vi spiegherò in generale quello che vedremo. Dunque, il giro durerà sei ore circa, con una pausa caffè e una pausa per il pranzo. Dunque, per iniziare, devo dire molte persone, quando pensano a Torino, pensano subito alla Fiat e si immaginano una città grigia, fredda, chiusa. Ma Torino non è solo questo, non è solo la città della Fiat e spero che oggi con questo giro possiate rendervene conto da soli. Negli ultimi dieci anni la città è cambiata molto, sono nati moltissimi locali, alcune zone sono state rivalutate, per esempio il centro storico che oggi è una delle zone più “vive” e frequentate. Il turismo è stato incentivato e sono state promosse tante altre iniziative, come il Festival del Cinema, che si svolge ogni anno nel mese di novembre, e il Salone del Libro che si tiene nel mese di maggio. Bene. Allora il nostro giro comincerà con Piazza Castello. Piazza Castello è, insieme a Piazza Vittorio Veneto e Piazza S. Carlo, una delle piazze principali di Torino. Al suo centro sorge Palazzo Madama, una costruzione particolare perché per metà ricorda una rocca con tanto di torri, mentre l’altra facciata è in stile barocco. Accanto a Palazzo Madama si trova Palazzo Reale che è stata residenza ufficiale della dinastia sabauda fino al 1865. Venne edificato nel 1646 e terminato dopo 14 anni. Alla realizzazione di questa grandiosa reggia furono chiamati i maggiori architetti ed artisti dell’epoca. Attualmente sono aperti al pubblico i primi due piani del palazzo. Al 1° si trovano le sale di rappresentanza, mentre al 2° piano si trovano gli appartamenti privati del re e della regina. Attaccato a Palazzo Reale si trova il Duomo, l’unico edificio religioso rinascimentale della città. È stato fatto costruire da Domenico della Rovere nel 1491 e presenta una facciata molto semplice in marmo bianco. Fino al 1997 il Duomo custodiva la Sacra Sindone, ma nella notte dell’11 aprile 1997 uno spaventoso incendio ha distrutto l’intera cappella. La sacra reliquia è però stata messa in salvo e verrà riposta nel Duomo dopo i restauri della cappella. Dopo questa interessante visita faremo una pausa in uno dei locali storici di Torino, conosciuto dai Torinesi come il “bicerìn”. Qui Cavour si recava a gustare questa particolare bevanda calda a base di caffè, cioccolata e panna liquida. Poi continueremo il giro con la visita di due musei molto importanti per Torino: il Museo Egizio e il Museo Nazionale del Cinema. Dunque, il Museo Egizio è stato voluto da Carlo Felice di Savoia nel 1824 ed è da sempre ospitato nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze. La nostra visita si svolgerà su tre livelli, pianoterra, piano interrato e 1° piano. Al pianoterra è collocata la

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grande raccolta di statue, alcune veramente imponenti e diventate simbolo del museo, come le due sfingi e il gruppo che rappresenta il faraone Ramses II sul trono tra la regina Nefertari e l’erede. Al piano interrato sono state ricreate delle tombe del periodo feudale. Il resto delle collezioni è esposto al 1° piano ed è diviso in sezioni. Dunque, la sezione della scrittura, della tessitura, della religione e la sezione sicuramente più affascinante degli arredi funerari che ospita sarcofaghi e mummie. Dopo questo ritorno in un passato lontanissimo faremo un salto nel 19° secolo, in un ambiente molto più frivolo e magico, il mondo del cinema. L’ultima tappa del nostro tour sarà infatti il Museo Nazionale del Cinema, ospitato in quello che è il simbolo di Torino, la Mole Antonelliana. L’edificio deve il suo nome all’architetto Alessandro Antonelli e in origine era stata destinata a divenire la sinagoga della comunità ebraica torinese. I lavori di realizzazione iniziarono nel 1863, ma vennero completati solo nel 1889. La Mole è alta 167 metri circa e per questo si può vedere da ogni parte della città. Al suo interno si trova una delle più ricche e particolari esposizioni di cinema. Allora, questo è in linea di massima il nostro giro. Mi raccomando, se avete delle domande o delle richieste particolari, non esitate a farmele. Grazie.