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Plan Plan Plan Plann n n dla cuntreda de Urtijëi dla cuntreda de Urtijëi dla cuntreda de Urtijëi dla cuntreda de Urtijëi Landschaftsplan Landschaftsplan Landschaftsplan Landschaftsplan St. Ulrich St. Ulrich St. Ulrich St. Ulrich Piano paesaggistico Piano paesaggistico Piano paesaggistico Piano paesaggistico di Ortisei di Ortisei di Ortisei di Ortisei Beschluss der Landesregierung Nr. 2232 vom 7.09.2009 Delibera della Giunta Provinciale n. 2232 del 7/09/2009 LANDSCHAFTSPLANUNG PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA

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LandschaftsplanLandschaftsplanLandschaftsplanLandschaftsplan St. Ulrich St. Ulrich St. Ulrich St. Ulrich

Piano paesaggisticoPiano paesaggisticoPiano paesaggisticoPiano paesaggistico di Ortisei di Ortisei di Ortisei di Ortisei

Beschluss der Landesregierung Nr. 2232 vom 7.09.2009

Delibera della Giunta Provinciale n. 2232 del 7/09/2009

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Planverfasser / Redattore del piano: Dr. KONRAD STOCKNER Tel.: 0471-417739 Amt für Landschaftsökologie / Ufficio Ecologia del paesaggio www.provinz.bz.it/natur

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Relazione illustrativa 1. Punto di partenza ed obiettivi 2

2. Descrizione del territorio 3

3. Misure di tutela 5

Zone di interesse paesaggistico ....................................................................................5 Zone di rispetto paesaggistiche.....................................................................................7 Zona di tutela paesaggistica Monte Pic .........................................................................9 Monumenti naturali......................................................................................................11 Giardini e parchi ..........................................................................................................12 Elementi strutturali paesaggistici .................................................................................13 Tutela degli alberi e verde urbano ...............................................................................14 Zone di tutela archeologica .........................................................................................14 Nuova delimitazione del Parco naturale Puez-Odle.....................................................15

4. Sviluppo e cura del paesaggio 16

I vincoli paesaggistici non bastano ..............................................................................16 Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune .......................................................16 Partecipazione dei cittadini e informazione..................................................................16 Misure di promozione ..................................................................................................16 Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige..............................................................17

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1. Punto di partenza ed obiettivi Il piano paesaggistico del Comune di Ortisei è stato approvato con D.P.G.P. 20 ottobre 1994, n. 332/28/1. L’elaborazione del piano è quindi avvenuta circa 15 anni fa. Dato che nel frattempo si sono fortemente modificate le disposizioni generali, i criteri di pianifica-zione, il piano urbanistico comunale, non-ché le esigenze della tutela ambientale e del paesaggio è sembrato urgente rielabo-rare il piano, seguendo anche i desideri del Comune. Inoltre, con l’approvazione del piano di set-tore LEROP, “Linee guida natura e pae-saggio in Alto Adige”, sono state stabilite nuove strategie d’attuazione per la conser-vazione e lo sviluppo ecologico del pae-saggio altoatesino. Un particolare impulso per la rielaborazione del piano paesaggi-stico è rappresentato dalla contemporanea rielaborazione del piano urbanistico comu-nale. Vincoli I vincoli paesaggistici vengono in parte alquanto modificati rispetto al piano pae-saggistico del 1994, sia per quanto riguarda i confini che per le norme di tutela. Con l’individuazione delle singole zone umide, dei prati e pascoli alberati nonché la determinazione di disposizioni di tutela per una serie di elementi paesaggistici, come i cespugli di campo ed i corsi d’acqua, la tutela degli habitat dovrebbe trovare mag-giore riconoscimento nel piano paesagg-stico rielaborato. Il piano paesaggistico rie-laborato contiene alcune novità anche rispetto alle zone di tutela paesaggistica. La categoria di tutela Paesaggio di particolare tutela nel frattempo non viene più applicata nella pianificazione paesaggistica. Tali aree tutelate nel nuovo piano vengono tras-formate con alcune modifiche dei loro confini in zone di rispetto le cui norme di tutela vengono definite ex novo. Nelle zone di rispetto vige un divieto assoluto di costru-zione; però non sussiste l’obbligo generale

da parte dell’autorità provinciale per la tutela del paesaggio di autorizzare i progetti. Come già stabilito nell’articolo 6 della legge provinciale del 25 luglio 1970, n. 16 sono escluse dai vincoli paesaggistici le zone abitative e produttive fornite di piano di attuazione approvato. A causa di varie modifiche al piano urbanistico comunale ed alla sua ultima rielaborazione, le zone per insediamenti ed infrastrutture sono sotto-poste ad essenziali cambiamenti. Il piano paesaggistico rielaborato dovrebbe tenere conto di questa situazione. Il piano paesag-gistico del Comune di Ortisei non interessa l’intero territorio comunale. La zona alpestre e boschiva della Rasciesa al di sopra del Troi Paiàn nonché le pareti rocciose della Seceda, ad eccezione tali aree in cui si trovano infrastrutture sciistiche, fanno parte del Parco Naturale Puez-Odle e pertanto non rientrano in questa proposta di vincolo. Sviluppo e cura paesaggistica Nel piano paesaggistico rielaborato è com-pletamente nuovo il settore dello sviluppo e della cura del paesaggio. Oggi fanno parte di un rapporto sostenibile con la natura ed il paesaggio non solo i vincoli, ma anche la cura di preziosi paesaggi coltivati nonché misure di rivitalizzazione per aree paesaggi-stiche impoverite. Assume un’importanza centrale l’accettazione di nuove tendenze degli sviluppi paesaggistici locali. Con l’ausilio di linee guida per il paesaggio o di piani di sviluppo del paesaggio comunali possono essere denunciati sviluppi negativi e fissate misure atte a contrastarli. Ma è importante anche riconoscere e rafforzare tendenze positive. Le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige analizzano profon-damente la situazione paesaggistica dell’Alto Adige, propongono numerose mi-sure atte a pilotare lo sviluppo paesaggi-stico e rappresentano una base importante per il lavoro di tutela paesaggistica nel Comune.

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2. Descrizione del territorio Il territorio comunale di Ortisei si estende unicamente sul versante orografico destro della Val Gardena dal punto in cui essa - a circa 1.200 m di quota - improvvisamente si allarga dopo la zona della frana di Pontives. Il rio Gardena fa da confine al territorio comunale di Castelrotto che si estende sul versante orografico opposto, mentre le pen-dici scoscese delle Torwände lo dividono da Laion. Al centro di Ortisei confluisce nella Val Gardena la splendida Val d’Anna che nasce orograficamente poco sotto al Passo di Brogles. L’altezza sul mare oscilla tra i 1.130 m ed i 2.500 m e praticamente tutto il territorio è compreso nell’anfiteatro dei cri-nali della Rasciesa di fuori e di dentro, della Seceda e del Monte Pic. Il clima corrisponde a quello delle Alpi Meridionali con una temperatura annua media di 5,5°C e precipitazioni che ad Ortisei raggiungono i 768 mm medii annui. Tali precipitazioni cadono in gran parte in inverno sotto forma di neve, sicché il numero dei giorni con almeno 1 cm di neve è ad Ortisei di 93 giorni/anno. L’esposizione dei pendii gioca un ruolo fondamentale nelle differenze termiche. Dal punto di vista geologico tutto l’altopiano della Rasciesa è formato da porfido quarzi-fero di Bolzano, roccia di origine vulcanica. Bellissime formazioni di arenaria della Val Gardena si hanno soprattutto nella valle del rio Cùecenes e a Pincan (Val d’Anna). Sulle arenarie della Val Gardena incombono gli strapiombi del Balest e del Gran Roa, composti prevalentemente da strati di Werfen e Bellerophon. Osservando le pareti rocciose del Seceda si può riconoscere la sequenza degli strati geologici tipica delle Dolomiti orientali: dagli strati di Bellerophon e di Werfen, alla dolomia del Serla, agli strati del Buchenstein, di Wengen e di San Cassiano sino alla Dolomia dello Sciliar più in alto. La maggior parte di queste strati-

ficazioni si possono osservare anche sul Monte Pic. Nella parte centrale ed alle quote inferiori la roccia madre è coperta per lo più da materiale morenico. Le sopracitate differenze termiche a secondo l’esposizione dei pendii divengono evidenti sopratutto nella vegetazione. Così sui terreni asciutti, acidi e perfettamente esposti a sud della Rasciesa i boschi di pini silvestri, associati ad erica, uva ursina, mirtilli neri e rossi, si spingono fino a 1.900 m di quota, dove vengono sostituiti dai pini cembri che qui coprono una superficie di parecchi kmq. Su questi versanti si hanno anche molti larici. Sui versanti esposti a nord od ovest si hanno invece boschi di abete rosso a cui si mescolano cembri a partire dai 1.600 m - 1.800 m di quota. La zona a cespugli nani è stata distrutta nel tempo dall’economia alpestre e se ne hanno ormai pochi resti. Nell’ambito della Rasciesa si tratta anzitutto di ginepereti ed rhodo-dendro-vaccinieti, nell’area dolomitica si trova anche spesso il pino mugo. Sulle malghe della Rasciesa domina il cervino (Nardus stricta), sul Monte Pic e sulla Seceda invece le specie più frequenti sono quelle dei tappeti erbosi calcarei e delle associazioni delle zone rocciose. Il Rio Gardena ed il Rio di S. Anna sono costeggiati da ontani bianchi (Alnus incana). Il quadro paesaggistico-insediativo del comune è caratterizzato prima di tutto dalla vasta conca ove si accentra l‘insediamento principale: Ortisei, maggior centro della Val Gardena e sede comunale. Qui si è con-centrato lo sviluppo edilizio della storia recente, con un rilevante incremento di popolazione negli ultimi decenni ed un’alta quota di seconde case. Lo sviluppo urbano ha toccato spesso zone intatte di paesaggio agrario e le zone di espansione sono state individuate in alcuni casi secondo criteri

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poco organici (a ovest di Ortisei per esempio). Ma accanto alla località centrale, che sta ancora espandendosi, il territorio comunale presenta aree di indubbio inte-resse paesaggistico, che hanno subito nel tempo pochissime trasformazioni. Incredibil-mente ad Ortisei - rinomato ed attrezzato centro turistico con una consolidata tradizione turistica - esistono ancora oggi angoli di paesaggio agrario che presentano antiche architetture contadine, rimaste quasi invariate da secoli. Il fondovalle di Ortisei, così come avviene in tutta la Val Gardena, è fortemente edificato e urbanizzato. Il comu-ne tuttavia è il meno caratterizzato da infra-strutture sciistiche fra tutte le località di questa valle dolomitica. L’insediamento originario della zona è alto-medioevale. Come tutte le valli e gli alto-piani circostanti, questo territorio venne dis-boscato e colonizzato da popolazioni di origine reto-romana nel Medioevo. La loro lingua – l’attuale ladino - si è conservata nella Provincia di Bolzano solo in Val Gardena e in Val Badia, ma in tutto il Sudtirolo moltissimi toponimi conservano memoria del reto-romano. Del periodo storico precedente si ha in Val Gardena una quantità di ritrovamenti archeologici che pur nella loro importanza, non dimostrano una sicura continuità storica negli insediamenti tra la preistoria ed il Medioevo. È il caso dei siti dell’età del bronzo, scoperti sempre a quote molto alte (intorno ai 2.000 m), o dei ritrovamenti del Col de Flam, tra i più importanti dell’età del ferro in tutto il Sudtirolo. Della storia più recente (l’ultimo millennio) si hanno invece e proprio nel territorio comunale di Ortisei, testimonianze eccezionali di cultura materiale nell’archi-tettura contadina.

A due passi dalla stazione intermedia della funivia della Seceda, si trova l’Urhof” Fëur che nella sua elementare tipologia si rifà a modelli sicuramente medioevali o addirittura precedenti. Molti altri masi “romanici“, dei quali parecchi sotto tutela dei beni culturali, rivelano nelle piante, nei prospetti, nei materiali costruttivi, nella tecnologia un’età di 4 o 5 secoli, ma si rifanno nella loro concezione a modelli archetipici anteriori. La conservazione di queste eccezionali architetture è importantissima, proprio per-ché le case sono le uniche sicure testimo-nianze di una storia, di un passato, di una cultura materiale ormai cancellate in tutte le sue altre manifestazioni. Inoltre molte di queste costruzioni si trovano al centro di paesaggi (come a Vico di Sopra e a S. Giacomo) non ancora compromessi dallo sviluppo edilizio e turistico, caratte-rizzati da una grande varietà di elementi strutturali paesaggistici (sentieri, strade lastricate, muri a secco, siepi, steccati, ruscelli, masi, prati, pascoli, arativi e boschi) e da una particolare armonia tra natura ed opera dell’uomo.

Costamula, un dei più belli esempi di architettura contadina secolare nel Comune di Ortisei.

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3. Misure di tutela Zone di interesse paesaggistico L’intero territorio comunale escluse le zone abitative e produttive fornite di piano di attuazione approvato ai sensi dell’articolo 6, comma 3 della legge provinciale n. 16/1970 viene definito come zona di interesse paesaggistico. Sono quindi comprese in tale categoria di tutela anche tutte le zone d’insediamenti e di infrastrutture non fornite di piano d’attuazione. In generale, per garantire a queste superfici uno sviluppo sostenibile sono sufficienti gli strumenti urbanistici nonché la legislazione vigente in materia forestale. L’autorizzazione di tutela paesaggistica, di regola, viene concessa dal sindaco. Di particolare importanza sono i terreni agricoli . Con i masi caratteristici, edificati secondo tipiche tecniche di costruzione locali, sono una componente importante della tipologia paesaggistica esistente. Rappresentano un paesaggio modificato per mano dell’uomo nel corso del tempo e sono espressione della tradizione storico-culturale della zona. L’individuazione come zona di interesse paesaggistico persegue l’obiettivo di garantire – senza limitare l’attività agricola – un inserimento armonico delle costruzioni ammesse ed un loro adattamento alla struttura paesaggistica ed insediativa esistente. Altri importanti ambiti di interesse pae-saggistico sono il bosco , i prati e pascoli alberati , le zone umide , il verde alpino, i pascoli , le zone rocciose nonché le acque . Sono di particolare importanza dal punto di vista della tutela paesaggistica ed ambientale, sia come fattore determinante per la protezione ed il microclima, sia per-ché formano un habitat ideale per tutta una serie di specie animali tipiche e sono parte integrante fondamentale della struttura della

zona, del suo equilibrio ecologico e della sua funzione ricreativa. Le formazioni boschive coprono una grande parte del territorio comunale. L’uti-lizzo dei boschi è sufficientemente regola-mentato dalla legge forestale e viene controllato dal corpo forestale; in più le aree boschive collocate in aree ripide assumono una funzione protettiva importante. I boschi rivestono notevole importanza ecologica, dato che, in un ambiente con un’urbanizza-zione crescente costituiscono delle superfici di compensazione naturale che rappresen-tano delle aree di ritiro per la fauna ed of-frono anche agli uomini possibilità di svago e ricreazione. In questo senso nella gestio-ne forestale bisognerá favorire un’elevata varietà compositiva sia nello strato arboreo che in quello erbaceo-arbustivo. Sopra la fascia boschiva si estende la zona di verde alpino . Mentre nella fascia alpina le comunità prative e arbustive sono chiara-mente d’origine naturale, nella fascia mon-tana e subalpina prati a sfalcio e pascoli, che arricchiscono il quadro paesaggistico e contribuiscono con una propria vegetazione e fauna all’aumento della diversità ecolo-gica, sono da ricondurre alle secolari attività dell’uomo. A seguito dell’intensificazione nella gestione delle malghe e dei prati a sfalcio e ad interventi di razionalizzazione, oggi, questa ricchezza ecologica risulta minacciata. In genere nei punti più favore-voli, con interventi di bonifica e concima-zione, viene intensificata la gestione, men-tre le superfici meno favorevoli vengono spesso abbandonate. La conseguenza è per lo più la perdita delle praterie ad utilizzo estensivo come i prati magri o quelli da strame, molto attrattivi sotto l’aspetto pae-saggistico e dall’alto valore ecologico.

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Anche le zone a pascolo delle medie e basse quote rientrano in questa categoria: molte superfici a pascolo purtroppo sono state eliminate negli ultimi decenni a causa di intensificazione oppure abbandono della gestione. Proprio per questo è importante il preservare delle restanti superfici pascolive. Situate in mezzo a zone agricole intensa-mente utilizzate esse offrono un ultimo rifugio per una serie di animali e piante (tra gli uccelli per esempio dopo la scomparsa delle zona a pascolo le specie che nidificano al suolo hanno problemi a trovare idonei luoghi da cova). Anche se l’utilizzo della regione rocciosa è molto ridotto, queste aree danno una forte impronta al paesaggio. Le cime delle montagne, i dirupi e le pareti delle gole, le formazioni geologiche nonché i conoidi detritici sono spesso visibili da lontano e caratterizzano il quadro paesaggistico della nostra provincia. Anche se apparentemente ostili a qualsiasi forma di vita, albergano spesso habitat naturali intatti ed interes-santi. Al posto di una grande ricchezza specifica ospitano una serie di specialisti che si sono adattati alle difficili condizioni di vita nelle crepe delle rocce o sulle falde detritiche. Le acque caratterizzano in vari modi il quadro paesaggistico e costituiscono un arricchimento ecologico per le aree circo-stanti. Torrenti, fiumi e fossi attraversano i boschi e strutturano il paesaggio culturale, arricchendo l’ambiente con la vegetazione riparia. Laghi, laghetti e stagni offrono pre-ziose nicchie ecologiche e rappresentano spesso gioielli paesaggistici, molto ambiti come mete per la ricreazione e le attività di tempo libero. In questo senso le superficie acquatiche assumono un’alta rilevanza eco-logico-paesaggistica, nella quale la qualità dell’acqua, la conformazione e il percorso dell’alveo nonchè il suo inserimento nel paesaggio rivestono una particolare importanza.

Anche le superfici definite a livello carto-grafico come prati e pascoli alberati rientrano nella categoria Zone di interesse paesaggistico. Nel comune di Ortisei non si contano zone prative più estese di larice. Sia nelle stazioni alpine, che singolarmente anche nelle stazioni mediane, si incontrano aree piccole, prati e pascoli, con rade presenze di varie specie arboree. Vanno menzionati i pascoli alberati relativamente estesi nella Val de Cuca, dove nell’ambito del ripristino dell’area pascoliva deve essere fatta attenzione particolare alla salvaguardia dei larici presenti.

Di particolare pregio paesaggistico si presentano i prati alpestri di Furnes con una alberatura rada di cembri e altre conifere. La rada presenza di alberi non comporta solo un arricchimento per il quadro pae-saggistico, variandolo, ma protegge questi terreni anche dall’inaridimento: migliora il microclima riparandolo dai venti, impedisce la dispersione della neve, chiude con l’apparato radicale profondo degli alberi il ciclo delle sostanze nutritive e filtra un po’ i raggi del sole. Ne conseguono migliori con-dizioni di crescita per l’erba. Fondamentalmente l’utilizzazione forestale deve essere limitata alla crescita naturale e si deve provvedere alla rinnovazione degli alberi. Laddove si denota una certa prepon-deranza dell’ abete rosso, questo dovrebbe essere tagliato più degli altri alberi. Infatti, l’abete rosso può soppiantare le altre specie arboree e provocare oltre ad un’unifor-mazione del quadro paesaggistico anche

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danni considerevoli all’utilizzazione agricola. Come albero a radici superficiali influisce su un’area piuttosto estesa sulla crescita dell’erba, perde aghi più difficilmente de-componibili e produce più ombra. Si deve rinunciare ad asportare le ceppaie, in quanto il rilievo mosso del terreno è una caratteristica di queste superfici alberate e proprio i punti con i ceppi sono interessanti per la rinnovazione degli alberi. Anche le zone umide sono segnate nella cartografia. Mentre nelle stazioni più basse mancano completamente i siti umidi e alle stazioni medie ne sono presenti solo alcuni, oltre che piccole aree residue, sul piano alpino si trovano ancora diverse zone paludose, anch’esse comunque di limitata estensione. Le zone umide rivestono molteplici funzioni di ecologia paesaggistica. Esse arricchi-scono il paesaggio, ma rappresentano soprattutto degli habitat preziosissimi per molte specie vegetali ed animali minacciate. Va citata anche la loro importanza per l’equilibrio idrico grazie alla loro funzione di serbatoio. Per questo motivo tutte le zone umide, anche se non sono appositamente vincolate come biotopo o monumento naturale, sono degne di essere conservate e non possono essere prosciugate. Due luoghi di interesse storico-paesaggistico - il Plan Cianacëi ed il Plan Campestrin – sono appositamente segnati nelle norme di attuazione e sottoposti ad un divieto di rimboschimento. Le due radure si trovano nelle immediate vicinanze del Troi Paiàn, nel bosco della Rasciesa. Essi sono noti anticamente come luoghi di mercato e quindi tutelati per il loro valore storico.

Il Plan Cianacëi si trova direttamente lungo il Troi Paiàn; il suo valore storico risale alla sua funzione antica come luogo di mercato. Zone di rispetto paesaggistiche Con l’individuazione di zone di rispetto si persegue l’obiettivo di conservare nel miglior modo possibile i settori particolar-mente caratteristici e preziosi per il quadro paesaggistico ed insediativo del Comune di Ortisei. Si tratta dei dintorni di edifici di grande valore storico-culturale che carat-terizzano il paesaggio, di strutture del pae-saggio particolarmente in vista o di estese zone di prati verdi completamente intatti attorno agli insediamenti, da cui si può godere una bellissima vista e la cui intatta tipologia rappresenta un elemento prezioso della struttura paesaggistica ed insediativa esistente. Anche se, generalmente, negli ultimi decen-ni l’attività edilizia fu molto vivace, tali aree verdi molto importanti per il quadro pae-saggistico in gran parte sono rimaste intatte e inedificate, anche grazie al fatto che fin dal 1994 sono vincolate come paesaggio di particolare tutela. Queste zone di tutela paesaggistica già esistenti vengono quindi inserite, con alcune correzioni di confine, nel piano paesaggistico rielaborato quali zone di rispetto.

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Le zone di rispetto comprendono le seguenti aree: - Il versante esposto a sud in località

Vico di Fuori , che con le sue architetture rurali, con i suoi campi separati da siepi, filari di alberi (soprattutto frassini e betulle)‚ muretti a secco e steccati in legno, rappresenta una area agricola montana caratteristica e ben conservata vicino al centro di Ortisei. La zona è anche molto esposta e risulta quindi tanto più degno di tutela.

Vico di Fuori: questo paesaggio agrario intatto e caratterizzato da una grande varietà di elementi strutturali merita una particolare tutela.

- Il piano paesaggistico di Ortisei com-

prende oggi un Paesaggio di particolare tutela nella località Vico di Sopra (le aree prative che si estendono fra il Gran Pùent fino a Nudrëi e Costamula dove sono conservati alcuni degli esempi più significativi della caratteristica archi-tettura rurale gardenese) e un’altro in località S. Giacomo (le ampie, dolci distese prative attorno al paesino di S. Giacomo, insieme alla chiesa omonima risalente al 13. secolo). Con la revisione del piano paesaggistico queste due aree di tutela saranno inse-rite, quali zone di rispetto, notevolmente ampliate e collegate fra loro. La prima delle due aree di tutela viene estesa a quella parte di Vico di Sopra situata sotto il Gran Pùent , che, nonostante le singole abitazioni presenti, sorte accanto ai masi, è riuscita a conservare un pae-saggio colturale relativamente intatto.

I prati al di sotto del Gran Pùent molto esposti ed altrettanto degni di tutela vengono inseriti ex novo nella zona di rispetto paesaggistica.

Questa zona di rispetto comprende inoltre quasi interamente la Val d’Anna e il Col de Flam, che rappresentano le principali aree ricreative nelle immediate vicinanze di Ortisei. Si tratta di due aree paesaggistiche e ricreative ben conser-vate ai piedi delle pareti rocciose del Balest, considerate di particolare bellez-za paesaggistica e di interesse per il loro potenziale ricreativo, grazie alla posi-zione tranquilla. In questo contesto è doveroso sottolineare come le interes-santi aggregazioni boschive presenti in loco si debbano considerare di parti-colare pregio ecologico-paesaggistico. Contrariamente alle zone boschive circo-stanti, qui si possono incontrare molte varietà di latifoglie (frassini, tigli, betulle, ontani, pioppi, aceri, sorbi degli uccella-tori e persino faggi), la cui presenza valorizza in modo significativo il quadro paesaggistico. Infine questa zona di rispetto sarà collegata a quella di S. Giacomo attraverso un corridoio boschi-vo che porta fino a Ortisei.

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Nonostante la presenza di alcuni nuovi edifici sparsi nei campi, la zona di S. Giacomo si presenta tutt’ora come un paseaggio di particolare pregio e di importanza sovracomunale; con l’individuazione come zona di rispetto vanno impedite ulteriori dispersioni edilizie.

Attraverso l’individuazione come zone di rispetto queste superfici dovrebbero essere possibilmente risparmiate da un’eccessiva opera d’edificazione e d’allacciamento di cavi. Nelle zone di rispetto vige un divieto assoluto di costruzione di nuovi edifici all’aperto. A differenza del piano paesaggistico pre-cedente, per i progetti di fabbricati o per le opere ammesse, non è più previsto un obbligo generale di autorizzazione paesaggistica rilasciato dall’autorità pro-vinciale competente. In queste zone di tutela paesaggistica, la coltivazione dei campi (inclusi i cambi col-turali) non è sottoposta ad ulteriori limita-zioni ed anche i lavori di miglioria, la costruzione di strade ed altro non sono vietati, per cui restano valide le relative disposizioni di legge. Le aree di tutela proposte sono in gran parte preziosi fondi coltivati, per cui questa misura protettiva è molto importante per l’agricoltura. Effettivamente, l’edificazione e disgregazione di queste aree coltivate rap-presenterebbe una perdita inestimabile per l’agricoltura. Attraverso l’individuazione di queste aree quale zona di rispetto viene sottolineata la priorità dell’utilizzazione agri-cola rispetto ad altri tipi di utilizzazione.

Zona di tutela paesaggistica Monte Pic L’attuale piano paesaggistico comprende due zone molto estese poste sotto tutela paesaggistica, vale a dire la zona “Rasciesa- Seceda” e la “Val d’Anna- Col de Flam – Monte Pic”. Nel frattempo, con decreto del Presidente della Giunta Provinciale 13 ottobre 1999, n. 400/28.3, è stato ampliato il Parco naturale Puez-Odle. Questo ampliamento, fatta eccezione per alcune limitate zone marginali, nelle quali sono presenti impianti di risalita e/o piste da sci, corrisponde all’area di tutela “Rasciesa-Seceda”. Per quanto concerne le superfici rimanenti, si tratta solo di piccoli comprensori caratte-rizzati ancora da infrastrutture sciistiche, per i quali non si giustifica il mantenimento dell’area di tutela paesaggistica. Resta confermata la seconda area di tutela del Monte Pic, con esclusione comunque della maggior parte della Val d’Anna e del Col de Flam (entrambi riconosciuti ora quali zone di rispetto). Nell’area di tutela rientra inoltre la stessa cima del Monte Pic, la Val de Cuca, le pareti rocciose del Gran Roa e del Balest (affioramenti geologici di parti-colare interesse, dove è possibile osservare la stratigrafia rocciosa tipica delle Dolomiti), la parte più interna della Val d’Anna e gli alpeggi di Sourasass. Il piano comprende ora anche il territorio boschivo che si estende fra l’alpeggio citato e S. Giacomo. Si completa così la zona di tutela paesaggi-stica Monte Pic, che comprende parti quasi uguali dei territori comunali di Ortisei e Santa Cristina. La zona è accessibile solo attraverso qual-che sentiero escursionistico. Fino ad oggi è rimasta completamente priva di impianti di risalita e di piste da sci. Il Monte Pic, con le sue superfici boschive e alpine, continua quindi a rappresentare una zona di riposo unica ed integra nel mezzo della Val Gardena fortemente turisticizzata. L’espe-rienza paesaggistica che si può godere sulle alpi idilliache presso il Monte Pic viene incrementata dal panorama dolomitico visi-bile da tutti i lati; saltano agli occhi soprattutto i gruppi del Sasso Lungo, del

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gruppo Sella e delle Odle. Il Monte Pic stesso, alto 2.363 m, è considerato un ottimo punto panoramico, essendo situato al centro della Val Gardena. Il Monte Pic, con i suoi intatti paesaggi natu-rali e coltivati, appare pronto per essere inserito nel parco naturale. La zona è però separata dal parco naturale Puez-Odle dalla zona sciistica Seceda-Furnes interessata da impianti di risalita e piste da sci, la quale non è assolutamente adatta ad essere individuata come parco naturale. Il Monte Pic è quindi separato dal parco naturale e non vi può essere inglobato. Con l’individua-

zione come zona di tutela paesaggistica, per la quale vigono disposizioni di tutela simili a quelle valide per il parco naturale, viene sottolineato l’importanza del Monte Pic come zona di riposo in mezzo alla Val Gardena fortemente turisticizzata. È vietata la realizzazione di impianti di risalita e di piste da sci nonché di servizi ricettivi e di ristoro. Con ciò si vuole garantire che questa zona continui a mantenere il suo carattere e possa assolvere alla sua fun-zione di polo di riposo come compensa-zione alla Seceda che subisce molto la pressione del turismo.

Nel cuore della zona di tutela paesaggistica Monte Pic si trova la Gran Roa, una parete rocciosa imponente che mette allo scoperto la stratificazione basale delle Dolomiti.

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Monumenti naturali Gran parte dei monumenti naturali, già contenuti nel piano paesaggistico del 1994, viene riconfermata. Si tratta di una serie di alberi singoli, che per la loro grandezza, forma ed età risaltano in modo particolare nel quadro paesaggi-stico. Tra questi assolutamente eccezionale è un abete rosso secolare al limite del bosco sopra a Pozz . Inoltre ci sono due frassini nell’abitato di Ortisei che meri-tano la tutela particolare come monumenti naturali. Anche un pino silvestre vicino al Cafè Solaria si evidenzia particolarmente nel paesaggio. Il margine di bosco presso Solaria e Sobosch, ricco di bellissimi esem-plari di pino silvestre, presenta un elevato valore ricreativo.

Un pino silvestre protetto come monumento naturale si trova al margine superiore del abitato di Ortisei, una zona ricreativa importante nei pressi delle zone residenziali. Come monumento naturale vengono inoltre riconfermate l‘impressionante gola rocciosa scavata nel porfido dal Rio Cùecenes e la

corrispondente cascata del Gran Pùent , nonché le tre conformazioni geologiche incomparibili sotto il Monte Pic e la Seceda: la parete rocciosa del Balest, la Gran Roa e la parete rocciosa della Seceda .

Un particolare fenomeno naturale è rappre-sentato dalla gola del Gran Pùent scavata nel porfido, ove si trova anche una bellissima cascata. Infine sono sottoposte al vincolo di monu-mento naturale anche le due zone umide del Palusc Col Cianacëi . Si tratta di una zona umida su substrato minerale e l’acqua deriva dal pendio. Si trovano dei cuscinetti di sfagni in parte ben sviluppati, sui quali crescono pini montani, abeti rossi e cirmoli nani. Purtroppo le zone umide presentano dei danni notevoli, causati dal calpestio del bestiame al pascolo. Il pascolo non viene vietato nell’area del monumento naturale. Nei monumenti naturali però sussiste fonda-mentalmente la possibilità per i proprietari terrieri che rinunciano volontàriamente al pascolo sulle loro superfici o su parti di esse di ottenere una compensazione finanziaria, in forma di un premio incentivante per la cura ed il mantenimento del paesaggio. Le

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spese per la recinzione delle superfici su cui si rinuncia al pascolo vengono assunte dall’Amministrazione provinciale.

La più grande e più importante zona umida all’interno del territorio comunale di Ortisei è il Palusc Col Cianacëi. Il salice piangente presso la pensione Ladinia a Ortisei, anch’esso protetto come monumento naturale, è stato fortemente danneggiato a causa delle condizioni meteorologiche avverse e quindi non può più essere inserito nel nuovo piano pae-saggistico. Il vincolo di monumento naturale infine viene abolito anche per tre faggi e due tigli lungo la strada per S. Giacomo . L’intero parco al di sopra del centro di Ortisei nel piano paesaggistico rielaborato viene individuato come “giardino e parco”, in cui sono compresi anche i sunnominati esemplari arborei, essendo quindi non più necessaria l’aggiuntiva individuazione di essi come monumenti naturali. Giardini e parchi All’interno delle zone edificate di Ortisei già oggi sono presenti due aree individuate come giardini e parchi. Si tratta delle aree verdi nei pressi delle Ville Martiner e Belvedere – pregevoli esempi architettonici di fine Ottocento. Questi spazi meritano di

essere conservati in quanto cunei residui di verde in un territorio ad alta densità insediativa. Inoltre queste zone verdi, con i due edifici citati, costituiscono un interes-sante insieme di particolare pregio per la località.

La Villa Martiner - costruita all’inizio del secolo scorso - assieme al suo verde circostante salta molto agli occhi nel quadro insediativo del abitato di Ortisei. A poca distanza dal centro abitato, sopra la strada che porta a S. Giacomo, si trova il parco più importante di Ortisei, situato su una costa scoscesa rivolta a sud. Nonostante l’aspetto ripido del territorio, nel parco è possibile effettuare comode passeggiate percorrendo i sentieri che seguono la china in dolci serpentine. La zona panoramica che sovrasta il centro abitato consente di ammirare a 360 gradi i bellissimi scorci su Ortisei e le zone limi-trofe. L’area verde colpisce per la presenza di boschi di latifoglie. Non è inusuale incontrare anche bellissimi esemplari di pioppo, olmo, quercia (un’assoluta rarità per la Val Gardena), tiglio e faggio (tre faggi e due tigli sono inseriti nell’attuale piano paesaggistico quali monumenti naturali; la decisione di imporre all’intero patrimonio arboreo il vincolo di tutela come giardino e parco, rende possibile l’abolizione del vincolo monumento naturale per tali alberi).

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Il parco sul Col de Flam con i suoi bellissimi alberi di latifoglie è di una importanza eccezionale per tutta la Val Gardena. I boschi della Val Gardena e in tutto il settore dolomitico nord-occidentale sono caratterizzati per lo più da aghifoglie; per-tanto una tale concentrazione di latifoglie, anche se messe a dimora dall’uomo, è considerata di particolare interesse. Il fatto che il parco sia anche il punto di partenza per numerose escursioni (al Col de Flam, in Val d’Anna, a S. Giacomo, per S. Cristina superando il Troi Paiàn, al Monte Pic ed infine al Seceda) contribuisce ad accre-scerne ulteriormente l’importanza e il valore. Elementi strutturali paesaggi-stici Tutte le vie lastricate (ed i resti di esse anche se non sono registrati nella carto-grafia) ed altri sentieri di interesse storico-paesaggistico , i muri a secco , ma anche gli argini in pietrame , i cespuglieti ed i boschetti sono tutelati, perché abbelli-scono il paesaggio coltivato ed offrono un habitat ad un gran numero di specie animali e vegetali. Alcune vie risaltano in modo particolare per la loro rilevanza storico-culturale e paesaggistica. Si tratta dello storico sentiero “Poststeig“ tra Laion ed Ortisei, il quale prima della costruzione della strada di fondovalle rivestiva una notevole impor-tanza ed inoltre del legendario “Troi Paiàn“, il cui tracciato segnato nella parte carto-

grafica, è stato ricavato da fonti storiche. Inoltre sono state registrate nelle carte due vie lastricate (la via che parte dal Cafè Solaria e porta nel bosco della Rasciesa fino a poco sotto del Troi Paiàn e la via sopra il maso Nudrëi).

Una vecchia via lastricata, ancora ben mante-nuta, parte dal Cafè Solaria e porta nel bosco della Rasciesa. I fossi di bonifica e i corsi dei torrenti , dal punto di vista della tutela naturale, rivestono una particolare importanza come habitat acquatici. Rappresentano importanti corridoi naturali. Soprattutto nelle zone più forte-mente antropizzate la loro funzione ecolo-gica è comunque in gran parte danneggiata in modo rilevante (a causa della cementi-ficazione, il restringimento, il raddrizzamen-to, l’inquinamento idrico e le derivazioni d’acqua) e con ciò anche una flora e una fauna che sono legate a queste stazioni. Per gli anfibi, ma anche per altre specie animali in pericolo di estinzione, questi fossi possono rappresentare dei rifugi preziosis-simi. Da non trascurare, infine, gli uccelli acquatici, che soprattutto durante il periodo della nidificazione e della cova sono molto sensibili ai disturbi. E’ importante anche la

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presenza di una vegetazione ripariale intatta e spontanea che è parte integrante di qualsiasi corso d’acqua. Per questi motivi tutti i corsi d’acqua ed i fossi di bonifica – anche se si tratta di brevi tratti che non compaiono nella cartografia – non possono essere interrati o incanalati. Spesso i recinti rappresentano degli ele-menti importanti del paesaggio culturale modellato dall’uomo. È comunque impor-tante utilizzare forme di recinzioni tipiche del luogo e rinunciare al filo spinato. Altrimenti le recinzioni vengono percepite come elementi di disturbo nel paesaggio. Tutela degli alberi e verde urbano Al patrimonio arboreo ed, in generale, al verde delle zone abitate spettano funzioni molto importanti. Lo spazio occupato dagli insediamenti umani aumenta continuamente e di conseguenza si accresce la necessità di lasciare alla natura il suo spazio anche in tali aree. Le aree verdi rappresentano un habitat naturale per numerose specie vege-tali e animali e contribuiscono quindi alla conservazione della biodiversità. Altre fun-zioni importanti del verde sono la protezione dal vento e dai rumori, nonché il conteni-mento del livello di inquinamento (polvere e sostanze nocive). Ogni macchia di verde urbano rappresenta anche terreno non impermeabilizzato e quindi contribuisce a salvaguardare il livello della falda freatica ed a diminuire il deflusso superficiale dell’acqua piovana. Anche l’abitato viene caratterizzato decisamente dal verde esi-stente, ed in particolare gli alberi ad alto fusto saltano agli occhi. Il verde nelle zone abitate, in generale, influenza in modo sostanziale la qualità della vita dell’uomo ivi residente, tra i cui bisogni c’è anche un certo contatto con la natura. Si deve sottolineare in questa occasione il valore degli alberi da frutto sparsi . I vecchi peri e meli, nell’ambito del paese o presso masi singoli, rappresentano elementi pregevoli del paesaggio coltivato e rive-stono una grande importanza paesaggi-stica. Sono testimonianza di un antico modo

di praticare la frutticoltura e in molti casi vi sono fra loro magnifici esemplari, che non risaltano tanto per la loro grandezza, quanto per la loro età, per i tronchi nodosi e la fitta ramificazione. I fiori e frutti sugli alberi sottolineano la loro importanza per il pae-saggio. Infine, non può essere dimenticata la produzione della frutta (trattandosi di una produzione biologica), che si può avere con cure colturali relativamente limitate. I noci che pure sono rilevanti da un punto di vista paesaggistico si trovano quasi esclu-sivamente presso singole costruzioni, dove assumono la funzione di alberi della casa. A Ortisei si trovano solo pochi singoli noci ancora e precisamente alle quote più basse del territorio comunale che, dal punto di vista altimetrico, rappresentano già il confine superiore di diffusione di questa specie arborea. Anche per questo motivo, i noci a Ortisei sono quindi da considerare particolarmente degni di tutela. Per tali motivi il verde è da trattare con la necessaria precauzione. L’autorizzazione al taglio di alberi all’interno del centro edificato è rilasciato dal sindaco (ai sensi della legge provinciale per la tutela del paesaggio l.p. 16/1970 e del relativo regolamento di esecuzione), mentre quella relativa agli alberi al di fuori del centro edificato è rilasciata dall’autorità forestale (ai sensi dell’ordinamento forestale l.p. 21/1996). Per migliorare ulteriormente le attività di tutela degli alberi e di gestione del verde, soprat-tutto in ambito insediativo, il comune può stabilire delle regolamentazioni più severe (regolamenti comunali del verde, apposite disposizioni nel regolamento edilizio comu-nale). Zone di tutela archeologica Le zone di tutela archeologica vengono registrate a livello cartografico secondo le indicazioni della Ripartizione beni culturali, cui competono anche le autorizzazioni di scavo. Con il piano paesaggistico rielabo-rato le aree di tutela già individuate sul Col de Flam e presso la chiesa di S. Giacomo vengono confermate e ottengono una nuova delimitazione. La zona del Col de Flam viene anche notevolmente ampliata e si estende ora fino alla zona urbanizzata di

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Ortisei. Vengono comunque inserite nel piano anche tre nuove zone archeologiche: il Col de Murena in mezzo all’abitato di Ortisei, un area presso La Vila a S. Giacomo ed il Stetteneck nella Val d’Anna. Nelle zone sunnominate sono stati effettuati reperti archeologici di vari periodi storici, dalla preistoria fino all’età moderna. I reperti più importanti provengono dalla protostoria e dal medioevo. Al centro dei reperti medievali sta il Stetteneck, dove si trovava l’omonimo castello (ulteriori informa-zioni sulle zone archeologiche: Ufficio Beni archeologici, ArchaeoBrowser).

Nuova delimitazione del Parco naturale Puez-Odle Il parco naturale Puez-Odle è stato individuato nel 1977 (D.P.G.P. 31 ottobre 1977, n. 29/V/LS) e nel 1999 è stato amplia-to anche su parti del territorio comunale di Ortisei (D.P.G.P. 13 ottobre 1999, n. 400/28.3). Con la rielaborazione del piano paesaggistico del Comune di Ortisei il confine del parco naturale viene inserito nella documentazione cartografica più recente, utilizzata per la predisposizione del piano e viene adattato meglio alle linee di confine già presenti nel paesaggio (sentieri, rii, margini di bosco e di piste da sci).

Quella parte della Seceda e della zona alpestre di Furnes non interessata da infrastrutture sciistiche ricade nel Parco naturale Puez-Odle.

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4. Sviluppo e cura del paesaggio I vincoli paesaggistici non bastano Il presente piano rappresenta quasi esclu-sivamente uno strumento di tutela per singole zone e per certe specie animali e vegetali, per oggetti naturali e culturali ecc. Ma non basta solo tutelare. Il paesaggio è sottoposto ad uno continuo sviluppo che va pilotato. Soprattutto gli ambiti della cura e della valorizzazione del paesaggio (elimina-zione di deficit di ecologia del paesaggio, rinaturazioni) hanno bisogno di ulteriori strumenti. Ciò riguarda sia il paesaggio col-tivato, che l’area insediativa. Sono queste misure di tutela attiva del paesaggio, per le quali è particolarmente richiesta l’iniziativa delle autorità locali o degli agricoltori ed ha poco senso che queste misure vengano disposte dall’alto (come formalmente acca-de nel caso delle misure di tutela). Progetto di sviluppo paesaggi-stico per il Comune L’elaborazione delle linee guida natura e paesaggio o del progetto di sviluppo pae-saggistico rende possibile la partecipazione attiva del Comune allo sviluppo pae-saggistico. Anche l’inventario paesaggistico, il regolamento del verde urbano, il piano di gestione del verde per le aree insediative o il programma per la gestione del paesaggio culturale contribuiscono ad un migliora-mento del lavoro di tutela della natura e del paesaggio all’interno del Comune. Infine, essendo state ampliate le competenze decisorie del Comune, nelle amministrazioni locali è richiesta una maggiore competenza tecnica. Per la tutela della natura e del paesaggio il Comune rappresenta un ambito di attività molto interessante: da una parte vi si formano importanti decisioni definitive e preliminari su tutti i progetti, dall’altra lo stretto contatto con la popola-

zione facilita l’accettazione dei progetti da parte della popolazione stessa. Partecipazione dei cittadini e informazione Per la realizzazione di misure di cura del paesaggio è molto importante la parte-cipazione dei cittadini. Uno sviluppo soste-nibile del paesaggio può riuscire solo se le misure previste vengono sorrette dalla popolazione. Perciò è importante che, sia nella predisposizione che nella realizza-zione di un piano paesaggistico vengano coinvolti, anche tramite gruppi di lavoro, tutti i fruitori del territorio, al fine di eliminare possibili conflitti di utilizzo. Nell’ambito della tutela della natura è importante anche l’informazione generale e le delucidazioni, dato che l’uomo rispetta e tutela solo ciò che conosce!

Importanti aree d’interazione fra gli utilizzatori del territorio e la tutela del paesaggio (fonte: Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige) Misure di promozione Un ulteriore strumento per la cura del paesaggio è rappresentato dalle misure di promozione. La Provincia autonoma di Bolzano, tramite il regolamento CE 1698/2005, elargisce premi per la cura del paesaggio a favore di un’agricoltura ecocompatibile . Così esistono premi per la

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lavorazione e la cura di prati di montagna ricchi di specie, di prati magri, di prati alberati di larici, di castagneti, per i cespugli nonchè per la rinuncia al pascolo nelle torbiere e nei boschi ripariali, a condizione che essi sono individuati come biotopo o come monumento naturale. In collabora-zione con l’autorità forestale, il Comune può intervenire, affinché ci si avvalga in modo maggiore di questi incentivi. Inoltre, sono previsti anche contributi per la conservazione e la cura di elementi paesaggistici, quali i tetti in scandole e in paglia, i recinti tradizionali, i muri a secco nonché ulteriori testimonianze di architettura contadina. Rientrano in questo ambito altre misure di tutela del paesaggio (ad es. l’eliminazione di recinti di ferro, la posa sotterranea degli impianti a cielo aperto, la creazione di stagni di anfibi, la rinaturazione dei corsi d’acqua precedentemente regi-mentati ecc.) nonché progetti di didattica ecologica. Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige Le Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige – il piano di settore LEROP nell’ambito della natura e del paesaggio – contengono direttive generali e strategie di attuazione per la salvaguardia a lungo termine del paesaggio altoatesino quale spazio naturale, di vita ed economico. La sola autorità di tutela del paesaggio non riesce a raggiungere questo obiettivo. Si deve riuscire a coinvolgere in questo compito tutti i settori che fruiscono del pae-saggio (agricoltura, attività forestale, idro-logia, turismo, tempo libero e ricreazione, urbanistica). Suddetto piano analizza ampiamente i punti di contatto fra i vari fruitori del paesaggio, i possibili potenziali di conflitto come anche gli interessi comuni. Inoltre, nelle linee guida natura e paesaggio in Alto Adige sono rappresentati gli stru-menti e le strategie di tutela della natura e del paesaggio.

Il piano di settore fornisce anche una rappresentazione del paesaggio altoatesino in varie fasce paesaggistiche; per ciascuna di esse ne vengono descritti l’importanza per la tutela della natura, i rispettivi problemi e conflitti, le finalità di utilizzo, le finalità di tutela risp. di rappresentazione e le misure necessarie. Perciò, per il lavoro quotidiano di tutela della natura e del paesaggio all’interno dei comuni, proprio questa parte del piano di settore può rappresentare un ausilio interessante.

Secondo le Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige il territorio comunale di Ortisei va attribuito a quattro fasce paesaggistiche. In seguito vengono elencate queste quattro fasce con le misure di gestione previste dal piano di settore, tese verso un’attiva tutela del paesaggio:

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a) Fascia paesaggistica – Insedia-menti

Provvedimenti:

• evitare la dispersione degli insediamenti; • realizzazione corretta delle case (integrazione

nel paesaggio e negli insiemi esistenti, scelta del materiale, utilizzo dell’ acqua piovana, evitare di sigillare il terreno, infiltrazione delle acque piovane ecc.);

• mantenimento e creazione di aree verdi (fra cui anche rinverdimenti di tetti e facciate) e cura del verde secondo criteri di naturalità;

• mantenimento degli elementi ecologici degli insediamenti e loro collegamento con il territorio circostante attraverso siepi, viali ecc.,

• piani ecologici di attuazione e di recupero, • predisposizione di piani di gestione del verde; • elaborazione di un regolamento del verde

urbano; • sviluppo della rete di percorsi pedonali e delle

piste ciclabili; • creazione di zone ricreative attraenti.

b) Fascia paesaggistica – Zone

agricole di montagna Provvedimenti:

• mantenimento delle forme colturali tradizionali e adattamento graduale della concentrazione del bestiame;

• riduzione del grado di intensità tramite incentivi con premi per il mantenimento e la cura del paesaggio;

• sovvenzioni per il mantenimento e la cura di elementi paesaggistici (siepi, muri a secco, argini in pietrame, siepi, ecc.);

• eliminazione degli incentivi per modifiche del terreno, eliminazione di elementi strutturali rilevanti per il paesaggio, prosciugamento di siti umidi, irrigazione di siti aridi;

• verifica degli incentivi alla costruzione di allacciamenti viari;

• disciplina del pascolo boschivo in base alle caratteristiche dei siti;

• tutela idrica (sistemazione ecologica dei rii, rivitalizzazione, regolamento sull’utilizzo del liquame, zone di tutela idrica ecc.);

• determinazione paesaggisticamente com-patibile della capacità ricettiva delle strutture turistiche;

• predisposizione di inventari paesaggistici e di piani per la valorizzazione del paesaggio rurale.

c) Fascia paesaggistica – Bosco Provvedimenti:

• mantenimento delle associazioni di bosco come obiettivo generale e individuazione di zone di tutela per boschi rappresentativi;

• estromissione di zone sensibili per la tutela di specie minacciate (ad es. rapaci);

• gestione seminaturalistica; • determinazione di provvedimenti di mante-

nimento e cura dei margini boschivi (incen-tivi);

• mantenimento delle forme tradizionali di utilizzo molteplice del bosco (ad es. pascolo boschivo);

• determinazione del corretto fabbisogno di strade forestali con rispettiva salvaguardia dell’ambiente;

• determinazione ed attuazione dei piani di abbattimento degli ungulati e abbandono della pratica di foraggiamento degli ungulati;

• limitazione dell’ampliamento di zone sciistiche e limitato impiego di cannoni da neve.

d) Fascia paesaggistica – Ambiente

alpino ed alte quote Provvedimenti:

• mantenimento dell’alpeggio tradizionale con un adattamento graduale delle intensità d’uti-lizzo (adeguamento della densità dei capi di bestiame);

• gestione dell’utilizzo tramite un sistema di incentivi all’agricoltura orientato verso l’aspet-to ecologico;

• eliminazione degli incentivi alle modifiche paesaggistiche ed alle opere di prosciuga-mento;

• predisposizione di inventari paesaggistici e di piani per la valorizzazione del paesaggio rurale;

• mantenimento e rigenerazione di ampie tor-biere, tutela di tutte le torbiere esistenti e delle loro associazioni vegetali generatrici di mate-riale torboso;

• limitazione dell’ampliamento di zone sciistiche e dell’impiego di cannoni da neve;

• utilizzo del bene idrico pubblico risp. regola-zione idrica secondo criteri ecologici (ad es. misure di sicurezza di ingegneria biologica);

• regolazione mirata del flusso dei visitatori (costruzione di sentieri su tronchi d’albero attraverso le torbiere, recinzione di settori cri-tici, individuazione di idonei percorsi equestri, individuazione di zone di rispetto per la fauna selvatica).

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