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PROVINCIA DEL MEDIO CAMPIDANO Assessorato all’Ambiente Appunti sul territorio 5 Domenico Ruiu Egidio Trainito la montagna

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PROVINCIA DELMEDIOCAMPIDANO

Assessoratoall’Ambiente

Appuntisulterritorio

5Domenico RuiuEgidio Trainito

lamontagna

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La crescente consapevolezza dell’importanza della conservazionedella natura ha generato nuove curiosità, in particolar modo in etàscolare. Dall’esigenza di fornire nuovi strumenti e informazioniaggiornate e accessibili nasce il progetto “Appunti sul territorio”.Infatti, le azioni di sensibilizzazione ed educazione ambientale sonofinalità primarie nelle strategie, a differenti scale, di conservazionedella natura.Il progetto “Appunti sul territorio” della Provincia del MedioCampidano si prefigge di contribuire alla conoscenza degli habitatpiù rilevanti, utilizzando le specie carismatiche per far comprenderel’importanza della conservazione della Biodiversità.

L’Assessore all’Ambientedella Provincia del Medio CampidanoGiuseppe De Fanti

Questa pubblicazione rientra quale supporto didattico all’interno deiprogrammi di Educazione Ambientale del Nodo Provinciale IN.F.E.A.del Medio Campidano.

Collana “Appunti sul territorio” - Vol. 5© Provincia del Medio Campidano© per testi e immagini: D. Ruiu, E. TrainitoIdeazione: D. Ruiu, E. TrainitoGrafica: Egidio TrainitoTesti: D. Ruiu, E. TrainitoFoto:D. Ruiu, E.Trainito; Le foto di pag 2-3, 4 e 6 in alto sono di Renato Botzu,la foto di pag 7 in basso è di Salvatore Colomo, la foto di pag 12 in alto è diMauro DonedduCoordinamento editoriale: Egidio TrainitoDicembre 2008

Appunti sul Medio Campidano

“Sono fortunati coloro che hanno imparato a vedere, fra le cose selvag-ge della natura, qualcosa da amare, qualcosa di cui meravigliarsi...”

Hugh B. Cott, 1940

In copertina,la cascata di

Muru Mannusul Monte

Linas.

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La provincia del Medio Campidano ècaratterizzata dall’ampia piana delCampidano che separa la zona più pro-priamente montuosa ad occidente,comprendente il massiccio del MonteLinas e la catena del Monte Arcuentu,dai rilievi della Marmilla, dove la Giararaggiunge la massima elevazione.Rilievi minori si trovano nella parte ori-entale del territorio, ma solo il colle sulquale sorge il nuraghe Genna Maria aVillanovaforru supera la quota di 400m sul livello del mare.La zona montuosa occidentale cor-risponde anche all’area mineraria dellaprovincia.Alcuni Siti di Importanza Comunitaria(SIC) ricadono proprio su areemontane.

Essi sono: il SIC Monte Arcuentu e RioPiscinas, ricadente nei territori deicomuni di Arbus, Guspini eGonnosfanadiga; il SIC Monte Linas –Marganai, che ricade nei comuni diVillacidro, Gonnosfanadiga e Arbus; ilSIC Monte Mannu – Monte Ladu, rica-dente nel territorio del comune diSerrenti; il SIC Giara di Gesturi, rica-dente nei comuni di Gesturi, Tuili, Setzue Generi.Si tratta dunque di territori di grandepregio che ospitano flora e fauna dinotevole importanza, spesso ende-miche.Il territorio della Giara è già statodescritto nel Quaderno 3 di questa col-lana.

Il territorio montano

Il territorio montano della Provincia del Medio Campidanocomprende ben 4 Siti d’Importanza Comunitaria

In alto, Lapanoramicada Punta SanMichele delMarganaiabbraccia

tuttoil massicciodel Monte

Linas.

In basso, ilcontroluce

mette in risal-to il caratteri-stico profilo

delle creste delMonte

Arcuentu

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Monte Linas

Il Monte Linas è il massiccio montuosopiù importante della Sardegna sud-occidentale. Le cime più alte sonoPunta Perda de sa Mesa, (1.236 m), lavetta più alta della Sardegna meri-dionale, Monte Lisone (1.082 m), laPunta di San Miali (1.062 m) ePuntaMagusu (1.023 m).Il complesso montuoso si trova all’in-terno del SIC Monte Linas Marganaiche occupa un’area complessiva di oltre15.000 ettari.

Le zone più elevate della montagnahanno profili morbidi risultato dei pro-cessi erosivi avvenuti nel periodo ercini-co, mentre i versanti si presentano ripi-di e solcati da profonde incisioni. Ilmonte è ricco d’acqua e di sorgenti elungo le valli scorrono torrenti che ten-dono al prosciugamento nel peridoestivo. È proprio l’azione continua del-l’acqua che ha formato le profondegole, le guglie e i canaloni che contrad-distinguono il paesaggio delle pendici.

Il Monte Linas è il massiccio montuoso più importante dellaSardegna sud-occidentale e raggiunge 1236 m di altezza s.l.m.

In alto, l’in-confondibileprofilo delrilievo diMuruMannu.In basso, lacascata e l’al-veo del rioPiscin’e Irgasche forma unampio e spet-tacolareanfiteatro.

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Formazioni sedimentarie metamorfosate risalenti fino a500 milioni d’anni fa hanno subìto l’intrusione del granito

avvenuta circa 300 milioni d’anni fa

Il paesaggio geologico prevalente delMonte Linas è costituito da formazionisedimentarie metamorfosate, chehanno subito cioè profonde trasfor-mazioni a causa delle pressioni e delcalore al quale sono state sottopostedopo la loro deposizione.Esse risalgono a diversi periodi compre-si tra il Cambriano e Devoniano. Si trat-ta di ere geologiche che vanno da 500 a345 milioni d’anni fa. È particolare ilfatto che le formazioni più antiche sitrovano accavallate a quelle più recen-ti, del periodo Ordoviciano, Siluriano e

Devoniano. A quest’ultimo periodorisalgono gli scisti neri che in alcunelocalità contengono fossili di graptoliti.Fossili di crinoidi e molluschi bivalvisono invece contenuti nei calcari nonsilicizzati.Sulle formazioni sedimentarie meta-morfosate è avvenuta l’intrusione delgranito nella fase finale del periodoercinico, circa 300 milioni d’anni fa. Sitratta più propriamente di leucograniti(con una percentuale di quarzo inferi-ore al 40%), contenenti minerali comestagno e molibdeno.

Rocce antichissime

Un torrenteha scavato e

levigato lerocce del

Monte Linas:la ricchezza

d’acqua el’abbondanza

di cascatesono una

caratteristicadel Monte.

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Una flora particolare

Delle oltre 450 specie conosciute per il Monte Linas una qua-rantina sono endemismi e 6 di essi sono esclusivamente sardi

Un aspetto particolare della vege-tazione del Monte Linas è dato dallapresenza di rimboschimenti di pinodomestico, di cui alcuni molto impo-nenti, come quello che sovrasta l'abita-to di Villacidro. Per contro, nelle forrepiù alte, si trovano diversi tratti di lec-ceta antichissima, spesso ricoperta datrame di edera e di vitalba. Nei versantia nord, al leccio si uniscono l'agrifoglio,l'acero minore e il tasso. La macchia ècostituita dal lentisco, dal corbezzolo,dalle eriche e dal mirto, abbondantesoprattutto nei fondovalle. La garigamontana ospita importanti endemis-

mi, come Helichrysum montelinasa-num, Sesleria insularis, Ophrys holoseri-ca, una rara e delicata orchidea,Brassicainsularis, Allium parciflorum e Genistacorsica. Nelle sommità spoglie abbon-dano i pulvini di Genista sulcitana, diSantolina insularis e di Thymus erba-barona, insieme alle praterie della bellaArmeria sulcitana. I numerosi corsi d'ac-qua che percorrono la montagna sonoricoperti da fitte formazioni di ontani,salici, oleandri e agnocasti che, nellaanse piè riparate, proteggono una felceimponente,Osmunda regalis, nonché lararaMentha requienii.

In alto,paleoendemi-

smo delMonte Linas,Helichrysummontelinasa-

num.

In basso, unlembo diforestadi leccio

nella zonasommitaledel monte.

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La fauna

Monte Linas è abitato da una ricca fauna nella quale fanno spic-co soprattutto alcuni anfibi endemici come l’auprotto sardo, il

geotritone dell’Iglesiente e il discoglosso.

Nel massiccio del Monte Linas nidifi-cano regolarmente una coppia di aquilareale, alcune coppie di falco pellegrino,numerose poiane, gheppi, sparvieri eanche il raro astore sardo. Inoltre è par-ticolarmente interessante la presenza diuna piccola colonia di falco grillaio. Nelpassato erano sicuramente presentitutte le specie di avvoltoi sardi (grifone,avvoltoio monaco e avvoltoio degliagnelli), di cui è auspicabile e possibileuna futura reintroduzione. Un temposullamontagna vivevano anche il daino,il cervo sardo e il muflone. Le ultime duespecie sono state reintrodotte negli

anni ottanta del secolo scorso in unampio recinto nella zona di AcquaPicinna. In seguito ad un danneggia-mento subito dalla recinzione, gli ani-mali sono tornati in libertà; attual-mente sulla montagna vivono alcunecentinaia dimufloni e almeno duecentocervi. Il bosco e la macchia ospitanocinghiali, volpi, martore, rari gatti sel-vatici e il topo quercino. Gli anfibi piùimportanti sono l'euprotto sardo, ilgeotritone dell'Iglesiente e il discoglos-so sardo. Nei torrenti del Linas, sino agliultimi decenni del Novecento, era anco-ra presente il gambero di fiume.

In alto,un’aquila

reale sorvolale vette del

Monte Linas.

In basso,il discoglossosardo è più

comuneal di sottodei 500 m

di altitudine

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Le attività umane

Il Monte Linas da sempre rappresenta una risorsa per la pre-senza di minerali, per la sua copertura forestale e per le aree

di pascolo che offre.

Le zonesommitali

delMonte Linassono spesso

avvoltedalle nubi

di condensa.

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Sulle pendici del Monte Linas siconoscono due zone di estrazione dellagalena e della molibdenite. Cronachedell’Ottocento riportano di siti attivi inepoca romana con tracce di fonderie,masulMonte l’attivitàestrattivanonhamaiconosciuto lo sviluppo industriale.Intorno agli anni ‘70 del secolo scorso furinvenutounaffioramentodimagnetite,di notevole purezza, ma troppo esiguoper uno sfruttamento intensivo.

Fino alla metà del secolo scorso fu prati-cata la raccolta della legna per le neces-sità delle miniere e per alimentare lemolte carbonaie dislocate sulle pendicidel monte, di cui si rinvengono ancoraoggi le tracce. L’azione di disboscamentoha notevolmente depauperato la coper-tura arborea delMonte.Oggi l’attività più diffusa sul Monte è lariforestazione e secondariamente il pas-colo.

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Le attività umane

Probabilmente il nome del Monte Linas deriva da linna, legna, ad indi-care il suo patrimonio boschivo, duramente intaccato per la produzione

del carbone e per rifornire di legname le miniere

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Monte Arcuentu

La cima più alta della catena del monte Arcuenturaggiunge 784 m s.l.m.: altri due rilievi, monte

Maiori e punta Pubusinu, superano i 700 m

In alto, untipico filonebasalticolungo le pen-dici delMonte.In basso, icaratteristicirilievi rocciosiformano cre-ste dall’aspet-to aspro.

Il complesso montuoso del monteArcuentu, compreso nei territori comu-nali di Arbus, Gonnosfanadiga eGuspini, si estende per oltre 50 kmq.Comprende 11 rilievi che superano 200metri di altitudine e si estende indirezione nord-ovest sud-est.Si tratta di rilievi relativamente giovani:infatti, la loro origine risale alla prolun-gata attività vulcanica che interessò la

regione attorno a 20-25miloni d’anni faquando avvenne il basculamento delblocco sardo corso. Corsica e Sardegnache erano a contatto con le attualicoste spagnole si spostarono fino a rag-giungere la posizione attuale. Questoenorme rivolgimento non portò soloripetute manifestazioni vulcaniche,maanche variazioni del rapporto terra-mare.

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Aspre rocce vulcaniche

Le forme del monte evidenziano la suaorigine vulcanica. Le rocce sono costi-tuite da basalti, rioliti, andesiti e gabbri:esse si presentano sottoforma di breccevulcaniche parzialmente stratificate,oppure con basalti cementati da tufo ocon colate basaltiche che in alcuni casidenunciano il rapido raffreddamentocon la caratteristica fratturazionecolonnare.

I processi erosivi hanno esposto i mate-riali più duri dando al Monte le carat-teristiche forme appuntite e svettantidei rilievi, impostati su ripidi pendii.L’azione dell’acqua, che scende dallependici del monte con numerosi piccolirii, ha scavato profonde incisioni sullerocce più deboli, formando dirupi cheterminano con caratteristici coni dideiezione.

Le forme frastagliate dei rilievi della catena dell’Arcuentu sonoil risultato dell’attività vulcanica che le ha generate e dei proces-

si erosivi che hanno smantellato i materiali più deboli.

In alto, lavetta delMonteArcuentu èun domo vul-canico conpareti altefino a 100 m.In basso, letipiche formespigolose efrastagliate.

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La parte più alta della montagna èinteramente ricoperta da una fitta lec-ceta dal portamento fortementeinfluenzato dalla violenza del maes-trale, che ha imposto alle piante la tipi-ca inclinazione a bandiera. I costonisono ricoperti da una fitta macchia,anch'essa letteralmente pettinata nelversante occidentale, costituita preva-lentemente dal lentisco e dalla fillirea,

spesso inframezzate da coriacei olivas-tri. La macchia, inoltre, è ricca di diverseginestre, tra cui la corsa e la sulcitana, edi pungenti ginestroni. Una nota aparte meritano le orchidee, frugali edeleganti, diffuse in tutta l'area connumerose specie diverse (Anacamptislongicornu, Himantoglossum rober-tianum, Ophrys apifera, Ophrys eleono-rae e altre).

La flora

La vegetazione del Monte Arcuentu è forte-mente condizionata dall’azione del vento

Sono ben 19le specie diorchidea

conosciuteper il Monte

Arcuentu:in alto,

Ophrys apife-ra, sotto,

Spiranthesspiralis eOphrysmorisii

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Gli ampi spazi aperti che caratterizzanole pendici della montagna ospitano lapernice e la lepre sarda.Abbondano i ret-tili di piccole dimensioni,predati regolar-mente dal gheppio e dalla poiana. Lamacchia offre cibo e riparo a cinghiale,volpe emartora. Il cervo sardo è presentein tutta la fascia pedemontana. Nel

bosco troviamo diverse specie di uccellisilvani (pettirosso, cince, fringuelli), il pic-chio rosso maggiore e lo sparviero. Diparticolare importanza sono le nidifi-cazioni del falco pellegrino e di una cop-pia di aquila reale. Tra i rettili è da evi-denziare la presenza della rara e bellalucertola di Bedriaga.

La fauna

L’area del Monte Arcuentu è stata in passato uno dei territori tipi-ci dell’aquila del Bonelli, della quale però mancano avvistamenti

recenti e tanto meno tracce di attività riproduttiva

In alto, unmaschio difringuello.In basso,anche losparvierofrequentale pozze perdissetarsi

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L’eremita dell’Arcuentu

In alto laroccasommitaledel Monte.In basso, duedelle scultureche segnanola Via Crucische percorre ilMonte.

Fra Lorenzo è un frate francescano delConvento Fra Ignazio da Laconi diCagliari. Ha superato da poco gli ottantaanni ed è una di quelle persone chetrasmettono serenità e un forte senso disantità. Nel suo personale percorso versola “perfetta letizia”hanno avuto un ruoloimportante le lunghe giornate trascorseda eremita in cima al monte Arcuentu,un mese all'anno per quasi trent'anni.Una rustica capanna senza branda esenza tavolo per dimora, un'altra per ilraccoglimento con un Cristo di rame su

di uno scarno altare. Poi tanta Bibbia dameditare, tanti salmi, tanto digiuno,tanta preghiera, ma anche dolce letiziaper il magnifico paesaggio, i tramontistruggenti, le piante e le roccedaaccarez-zare, il vento da ascoltare. Una solitudinetotale, interrotta saltuariamente daquanti salivano sin lassù, seguendo lestazioni della Via Crucis che segnanol'aspro sentiero, per pregare con lui. E chelo guardavano commossi mentreaccarezzava le lucertole o sussurrava aipettirossi posati sulle suemani.

La Via Crucis e l’eremitaggio di Fra Lorenzo aggiun-gono alla suggestione del Monte un’aura di sacralità

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Le attività umane

Le pendici del Monte mostrano unbassissimo livello di antropizzazione eil territorio è utilizzato quasi esclusi-vamente per le attività di pascolo dipochi allevatori.In tempi recenti, anche in conseguenzadei risultati di un progetto LIFE e del-l’attività del GAL Monte Linas, si sonostrutturati alcuni percorsi escursionisti-ci e hanno avviato l’attività alcuni agri-turismo .

Si tratta di attività che tendono a valo-rizzare l’importanza paesaggistica enaturalistica del Monte.Alle pendici del Monte, sul versantenord-orientale, vi è una vera e propriaisola amministrativa. Infatti la piccolafrazione di Pardu Atzei appartiene alcomune di Gonnosfanadiga,ma non haalcun punto di contatto con il suo terri-torio, essendo completamente circon-data da quelli di Arbus e Guspini.

Oltre alla pastorizia, di recente si sono insediateattività di agriturismo che favoriscono una fruizione

consapevole dell’ambiente montano

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OSSERVARE E RISPETTARE10 regole d’oro

1. La biodiversità o diversità delle forme bio-logiche è patrimonio del pianeta e deveessere conservata in quanto tale.2. Il benessere umano e la qualità della vitasono obiettivi prioritari che non possonoprescindere dal benessere dell’intero piane-ta e dalla conservazione della biodiversità.3. La natura, della quale fa pienamenteparte l’uomo, deve essere “tutelata” dallasua azione, perché egli ha la capacità didanneggiare, alterare e distruggere l’am-biente, le sue risorse e i suoi equilibri, ren-dendolo più povero e inospitale per sé e perle altre specie di viventi.4. Rispetta l’ambiente, la gente che ci vive e icoltivi: non dimenticare che i sentieri spessoaffiancano o attraversano proprietà private;ricordati di richiudere sempre i cancelli.5. Raccogli sempre i tuoi rifiuti, senza maiabbandonarli lungo il percorso, né tanto

meno nasconderli o appendere sacchetti diplastica agli alberi.6. Evita rumori molesti e schiamazzi,soprattutto quando ti muovi in ambientinaturali dove la presenza dell’uomo è occa-sionale.7. Non accendere fuochi e segnala pronta-mente eventuali incendi .8. Evita di danneggiare le piante e non rac-cogliere mai la flora protetta; non rac-cogliere né danneggiare i funghi che nonconosci e quelli velenosi.9. Se incontri animali selvatici, nonmolestarli e non dare loro cibo. Non soffer-marti in prossimità di tane e nidi, non farvolare gli uccelli in cova.10. Se incontri situazioni di degrado del-l’ambiente o di minaccia a specie animali ovegetali, segnalale agli organismi compe-tenti.

Provincia del Medio CampidanoAssessorato all’Ambiente

Via Paganini 22, 09025 Sanluri Tel. 0709356400 fax 0709356494www.provincia.mediocampidano.it

ARBUS

GONNOSFANADIGA

GUSPINIPABILLONIS

SANLURI

SAMASSI

SERRAMANNA

SERRENTI

FURTEISEGARIU

SARDARA

GONNOSFANADIGA

VILLACIDRO

S.GAVINOMONREALE

COLLINASLUNAMATRONA

VILLAMAR

SIDDI

VILLANOVAFORRU

PAULIARBAREIVILLANOVAFRANCA

USSARAMANNATURRI

LAS PLASSASBARUMINITUILI

GESTURISETZU

GENURI