L'Amicod del Popolo

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N. 20 del 31 Maggio 2009 Esce il Venerdì - Euro 1,00 Anno 54 C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento 6 Celebrata la festa dell’Accoglienza Centro storico: crolla un’altro edificio 2 di A.M. Italkali: la regione acquisisce le quote 4 4 Museo Archeologico: in mostra le opere di Gunther Stilling di Giuseppe Ingaglio di Salvatore Pezzino di LdP VITA ECCLESIALE PROVINCIA CULTURA CITTA’ Il Presidente ha parlato Della visita del Presidente Napolitano ad Agrigento i me- dia locali hanno colto la brevi- tà; un “Bliz” è stata definita, qualcuno si aspettava un mes- saggio di speranza, qualche altro che il Presidente si pro- nunciasse in maniera esplicita sulla situazione economica e sociale della nostra terra. Pri- ma della visita, da questo stes- so posto, vi invitavo a leggere il percorso del Presidente in Sicilia come un unicum, e non può essere letto diversamente; come un filo rosso che passa dall’Aula bunker di Palermo, da via D’Amelio, da Gibellina fino alla tomba di Sciascia. Il Presidente ha parlato. E come! «Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono - ha det- to all’Ucciardone - autentici eroi della causa della legalità, della convivenza civile, della difesa dello Stato democrati- co… Eroi - ha aggiunto - che consentono all’Italia di pen- sarsi come una grande nazio- ne unita, capace di resistere e reagire alle pressioni e intimi- dazioni». Occorre, perciò, puntare «sulla qualità della politica, sul prestigio delle istituzioni democratiche, sull’efficienza e la trasparenza». Ciò richiede «un clima di rispetto, in ogni circostanza, degli equilibri co- stituzionali da parte di coloro che sono chiamati a osservar- li». Parole chiare, precise… so- prattutto per chi ha compiti istituzionali e che da noi, pro- prio da parte loro, il rispetto della legalità sembra oggetto di una sottovalutazione. Parole che se attuate e tra- dotte in scelte da parte di tutti fondano la convivenza civile. Perchè ad Agrigento manca l’acqua? Perchè non abbiamo strade adeguate? Perchè i no- stri giovani partono in cerca di una vita migliore che qui non trovano? Perchè i diritti sono barattati come favori? Perchè, perchè, perchè... l’elenco lo conosciamo a me- moria ed è invariato da alme- no quarant’anni. Ma è anche vero che la gente della nostra terra deve essere capace di essere protagonista. I primi che potranno risolvere i problemi che ci attanagliano siamo noi uomini e donne del Sud. A noi oggi viene chiesto di assumere le nostre responsabi- lità e in tal senso il Presidente ha parlato chiaro. Il sonno del- la politica, intesa anche come partecipazione di tutti alla cosa pubblica, non è un lusso che la nostra terra può ancora permettersi. Carmelo Petrone P arafrasando la fa- mosa canzone dei Righeira possiamo rias- sumere quella che è la situazione venutasi a creare o meglio che, ci auguriamo si avvia a conclusione, relativa- mente allo scarico delle acque nere delle zone della città non provviste di sistema depurati- vo. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Girgentiacque, Giuseppe Giuffrida, ha invi- tato la stampa presso il molo del porticciolo di San Leone per presentarci l’inizio dei lavori al pennello dei Padri Vocazionisti. Un intervento ritardato, come ha sottolineato lo stesso A.D., durante la conferenza stampa, a causa della solita burocrazia che, ad Agrigento, arriva a svilire anche chi possiede la pazienza di Giob- be; l’ultima necessaria autorizzazione dei vari enti interessati alla sistemazione del pennello è pervenuta il 18 maggio, da quella data si sono cominciati a predisporre gli interventi logistici per poter cominciare a lavorare su l’ormai fa- moso pennello il 25 maggio. Se il tempo sarà benigno ed il mare lo permetterà la fine dei la- vori dovrebbe aversi entro metà luglio. Che san Calogero faccia questa grazia! Ma la conferenza stampa è ser- vita anche a comprendere quale sia la situazione dei pennelli a mare che interessano la nostra zona co- stiera e quali saranno gli interventi che verranno realizzati per evitare la spiacevole situazione verificatasi lo scorso anno. A parlare degli interventi è stato l’ingegnere Carlino il quale ha spiegato che verrà messo in disuso il pennello ubicato preso lo stabilimen- to P.S. tutte le acqua nere della zona attraverso pompe di sollevamento ed utilizzando la con- dotta che avrebbe dovuto far confluire queste nel depuratore del Villaggio Peruzzo Marilisa Della Monica continua a pag. 2 Lombardo azzera la Giunta e riparte con una nuova squadra GOVERNO REGIONALE verso la nuova squadra di Governo Giuffrida spiega e bacchetta Zambuto per una «scarsa conoscenza dei fatti» L’Estate sta arrivando e un anno se ne va Foto: la sistemazione dei pennelli a mare a San Leone Il presidente Napolitano ricorda l’amico Leonardo RACALMUTO Fondazione Sciascia foto Macaluso Raffaele Lombar- do azzera e riparte con una nuova squadra. Un giorno prima del- l’annuncio da parte del Governatore della Sicilia, Roberto Di Mauro “offe- so” dalle dichiarazioni di Nino Bosco, minaccia le dimissioni da assessore regionale. Come a dire “almeno faccio la mia bel- la uscita” . Ci prendono in giro o cosa? Come se non bastasse essere vittime del malgoverno, adesso usano su di noi lo spec- chietto per le allodole. E se lo sbarramento del quattro per cento spaventa, si ricorre alla maggiore visibilità con la crisi di governo regionale. E lo spec- chietto piace anche a Berlusco- ni che si candida, alle prossime europee, in tutte e cinque le circoscrizioni. Così come al- cuni Ministri. Un imbroglio consumato ai danni degli elet- tori, che per legge quelli che saranno eletti, ministri o presi- dente del Consiglio, dovranno immediatamente dimettersi. Dobbiamo dare il voto per il parlamento europeo a chi si sa già che non potrà accettare. E’ un teatrino consumato a fronte di una popolazione che secon- do il recente rapporto dell’Istat viaggia verso la povertà. Più di una famiglia italiana su cin- que fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Dentro a questo 22,2% della popolazione, pari a 5.394.068 famiglie sono “circa 2 milioni e mezzo (10,4% del totale) quelle che segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e risultano poten- zialmente vulnerabili soprat- tutto a causa di forti vincoli di bilancio. Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella mag- gioranza dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700 euro. Un mi- lione e 330mila famiglie (5,5%) incontra invece difficoltà nel fronteggiare alcune spese. La maggioranza di queste famiglie si è trovata almeno una volta nel corso del 2007 senza soldi per pagare le spese alimentari, i vestiti, le spese mediche e quel- le per i trasporti. Franco Pullara continua a pag. 2 foto Macaluso Il Presidente della Repub- blica, Giorgio Napolitano, accogliendo l’invito rivoltogli dalla Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, si è recato, lo scorso fine setti- mana a rendere omaggio alla tomba del suo amico e com- pagno di partito, Leonardo Sciascia. La visita cade nel ventesi- mo anniversario dalla data della morte dello scrittore racalmutese ed il presidente Napolitano, anche se stanco e provato, dopo il tour de force dei due giorni istitu- zionali che lo hanno visto recarsi da Pa- lermo a Gibellina per poi raggiunge- re Agrigento è stato sempre disponibile e sorridente con la popolazione che lo atten- deva.

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L'Amico del Popolo, edizione del 31 maggio 2009

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N. 20 del 31 Maggio 2009Esce il Venerdì - Euro 1,00

Anno 54

C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento

C.da San Benedetto - tel. 0922 405901 Zona Industriale - Agrigento

6

Celebrata la festa

dell’Accoglienza

Centro storico: crolla un’altro

edificio

2di A.M.

Italkali: la regione acquisisce

le quote

44

Museo Archeologico: in mostra le opere di

Gunther Stilling

di Giuseppe Ingaglio di Salvatore Pezzino di LdP

Vita ecclesialeProVinciaculturacitta’Il Presidente ha parlatoDella visita del Presidente

Napolitano ad Agrigento i me-dia locali hanno colto la brevi-tà; un “Bliz” è stata definita, qualcuno si aspettava un mes-saggio di speranza, qualche altro che il Presidente si pro-nunciasse in maniera esplicita sulla situazione economica e sociale della nostra terra. Pri-ma della visita, da questo stes-so posto, vi invitavo a leggere il percorso del Presidente in Sicilia come un unicum, e non può essere letto diversamente; come un filo rosso che passa dall’Aula bunker di Palermo, da via D’Amelio, da Gibellina fino alla tomba di Sciascia.

Il Presidente ha parlato. E come! «Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono - ha det-to all’Ucciardone - autentici eroi della causa della legalità, della convivenza civile, della difesa dello Stato democrati-co… Eroi - ha aggiunto - che consentono all’Italia di pen-sarsi come una grande nazio-ne unita, capace di resistere e reagire alle pressioni e intimi-dazioni».

Occorre, perciò, puntare «sulla qualità della politica, sul prestigio delle istituzioni democratiche, sull’efficienza e la trasparenza». Ciò richiede «un clima di rispetto, in ogni circostanza, degli equilibri co-stituzionali da parte di coloro che sono chiamati a osservar-li».

Parole chiare, precise… so-prattutto per chi ha compiti istituzionali e che da noi, pro-prio da parte loro, il rispetto della legalità sembra oggetto di una sottovalutazione.

Parole che se attuate e tra-dotte in scelte da parte di tutti fondano la convivenza civile. Perchè ad Agrigento manca l’acqua? Perchè non abbiamo strade adeguate? Perchè i no-stri giovani partono in cerca di una vita migliore che qui non trovano? Perchè i diritti sono barattati come favori?

Perchè, perchè, perchè... l’elenco lo conosciamo a me-moria ed è invariato da alme-no quarant’anni.

Ma è anche vero che la gente della nostra terra deve essere capace di essere protagonista. I primi che potranno risolvere i problemi che ci attanagliano siamo noi uomini e donne del Sud. A noi oggi viene chiesto di assumere le nostre responsabi-lità e in tal senso il Presidente ha parlato chiaro. Il sonno del-la politica, intesa anche come partecipazione di tutti alla cosa pubblica, non è un lusso che la nostra terra può ancora permettersi.

Carmelo Petrone

Parafrasando la fa-mosa canzone dei

Righeira possiamo rias-sumere quella che è la situazione venutasi a creare o meglio che, ci auguriamo si avvia a conclusione, relativa-mente allo scarico delle acque nere delle zone

della città non provviste di sistema depurati-vo. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Girgentiacque, Giuseppe Giuffrida, ha invi-tato la stampa presso il molo del porticciolo di San Leone per presentarci l’inizio dei lavori al pennello dei Padri Vocazionisti. Un intervento ritardato, come ha sottolineato lo stesso A.D., durante la conferenza stampa, a causa della solita burocrazia che, ad Agrigento, arriva a svilire anche chi possiede la pazienza di Giob-be; l’ultima necessaria autorizzazione dei vari enti interessati alla sistemazione del pennello è pervenuta il 18 maggio, da quella data si sono cominciati a predisporre gli interventi logistici per poter cominciare a lavorare su l’ormai fa-moso pennello il 25 maggio. Se il tempo sarà benigno ed il mare lo permetterà la fine dei la-vori dovrebbe aversi entro metà luglio.

Che san Calogero faccia questa grazia!

Ma la conferenza stampa è ser-vita anche a comprendere quale sia la situazione dei pennelli a mare che interessano la nostra zona co-stiera e quali saranno gli interventi che verranno realizzati per evitare la spiacevole situazione verificatasi lo scorso anno.

A parlare degli interventi è stato l’ingegnere Carlino il quale ha spiegato che verrà messo in disuso il pennello ubicato preso lo stabilimen-to P.S. tutte le acqua nere della zona attraverso pompe di sollevamento ed utilizzando la con-dotta che avrebbe dovuto far confluire queste nel depuratore del Villaggio Peruzzo

Marilisa Della Monicacontinua a pag. 2

lombardo azzera la Giunta e riparte con una nuova squadra

GoVerno reGionale verso la nuova squadra di Governo

Giuffrida spiega e bacchetta

Zambuto per una «scarsa conoscenza

dei fatti»

l’estate sta arrivando e un anno se ne va

Foto: la sistemazione dei pennelli a mare a San Leone

il presidente napolitano ricorda l’amico leonardo

racalmuto Fondazione Sciascia

foto Macaluso

Raffaele Lombar-do azzera e riparte con una n u o v a squadra. Un giorno prima del-l’annuncio

da parte del Governatore della Sicilia, Roberto Di Mauro “offe-so” dalle dichiarazioni di Nino Bosco, minaccia le dimissioni da assessore regionale. Come a dire “almeno faccio la mia bel-la uscita”. Ci prendono in giro o cosa? Come se non bastasse essere vittime del malgoverno, adesso usano su di noi lo spec-chietto per le allodole. E se lo sbarramento del quattro per cento spaventa, si ricorre alla

maggiore visibilità con la crisi di governo regionale. E lo spec-chietto piace anche a Berlusco-ni che si candida, alle prossime europee, in tutte e cinque le circoscrizioni. Così come al-cuni Ministri. Un imbroglio consumato ai danni degli elet-tori, che per legge quelli che saranno eletti, ministri o presi-dente del Consiglio, dovranno immediatamente dimettersi. Dobbiamo dare il voto per il parlamento europeo a chi si sa già che non potrà accettare. E’ un teatrino consumato a fronte di una popolazione che secon-do il recente rapporto dell’Istat viaggia verso la povertà. Più di una famiglia italiana su cin-que fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Dentro a questo 22,2% della popolazione, pari a

5.394.068 famiglie sono “circa 2 milioni e mezzo (10,4% del totale) quelle che segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e risultano poten-zialmente vulnerabili soprat-tutto a causa di forti vincoli di bilancio. Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella mag-gioranza dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700 euro. Un mi-lione e 330mila famiglie (5,5%) incontra invece difficoltà nel fronteggiare alcune spese. La maggioranza di queste famiglie si è trovata almeno una volta nel corso del 2007 senza soldi per pagare le spese alimentari, i vestiti, le spese mediche e quel-le per i trasporti.

Franco Pullaracontinua a pag. 2

foto Macaluso

Il Presidente della Repub-blica, Giorgio Napolitano, accogliendo l’invito rivoltogli dalla Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto, si è recato, lo scorso fine setti-mana a rendere omaggio alla tomba del suo amico e com-pagno di partito, Leonardo Sciascia.

La visita cade nel ventesi-mo anniversario dalla data della morte dello scrittore racalmutese ed il presidente Napolitano, anche se stanco e provato, dopo il tour de

f o r c e dei due g i o r n i i s t i t u -zionali che lo h a n n o v i s t o recarsi da Pa-lermo a Gibellina per poi raggiunge-re Agrigento è stato sempre disponibile e sorridente con la popolazione che lo atten-deva.

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� L’Amico del Popolo31 Maggio 2009CittàIn Breve Pennelli a mare e acque conferenza stampa di Girgenti Aque

a ciascuno il suo palazzo di citta’ Rispetteremo il patto di stabilità

Si susseguono le riunioni del sindaco Mar-co Zambuto con i dirigenti del Comune per definire il bilancio di previsione e portarlo al-l’esame del Consiglio. Negli ultimi giorni sono state esplorate tutte le pieghe del bilancio dello scorso anno allo scopo di trovare tutti i residui disponibili ed utilizzare così tutte le risorse per evitare la sforatura del patto di stabilità. Durante un’altra riunione si è visto quali sono le esigenze di ciascun settore per varare un bi-lancio che sia rispettoso del patto ma anche in grado di soddisfare le esigenze della città

via delle toRRi Sgorga acqua dal muro

Come una fontanella l’acqua ha comincia-to ad uscire invadendo la strada. Gli operai della Girgenti acque avevano effettuato dei rilievi dalla strada Discesa Empedocle ma evi-dentemente non hanno risolto il “giallo” della fuoriuscita dell’acqua. Intanto tra i cittadini e i residenti della zona cresce la paura che il muraglione possa crollare all’improvviso. Un’ipotesi ritenuta assurda, ha risposto alcune settimane fa l’amministrazione comunale di Agrigento. Oltre ad una serie di crepe e fissu-re di varia dimensione, in alcuni punti però il muro appare rigonfio.

aSSeSSoRato SolidaRieta’ iniziativa pro abruzzo

Anche il Comune di Agrigento ha intra-preso in modo concreto un’iniziativa a favore delle popolazioni terremotate. In particolare, l’Assessorato alla Solidarietà Sociale ha di-sposto, di concerto con il sindaco Zambuto, un intervento finalizzato di aiuto economico. L’aiuto consisterà nel finanziare l’affitto per sei mesi di un container attrezzato, in cui trasfe-rire gli uffici dei Servizi Sociali del capoluogo Abruzzese, ospitati attualmente in alcune ten-de.

inquinamento amianto raccolto ed abbandonato

Solo grazie alla segnalazione di alcuni abi-tanti della zona Maddalusa si è riusciti a sco-prire un fatto davvero increscioso. La ditta specializzata nel settore incaricata dal comune per la raccolta di questo materiale altamente inquinante, dopo averlo raccolto ed impac-chettato lo ha abbandonato nella bretella che dalla SS per Porto Empedocle permette di raggiungere alcuni alberghi, situati nella zona oltre che la spiaggia di Maddalusa. Sbalordita l’assessore Passarello la quale accerterà subito perchè quei sacchi siano stati lasciati lì. Forse la ditta attende di recuperarli per farli pesare come accade al termine della bonifica.

la Settimana di Eugenio Cairone

SE NAPOLITANO RITORNASSE...Chissà quando il Presidente della Repubblica potrà

tornare ad Agrigento. Napolitano, da noi è arrivato in forma strettamen-

te privata solo per trascorrervi la notte. Perché a Ra-calmuto, forse, era impossibile ospitarlo in questo senso.

Ed essendo privata, la visita del Presidente non avrebbe potuto avere quello che tutti ci aspettavamo. Ma il saluto a chi ha atteso l’auto presidenziale sotto il cocente sole di questi giorni, questo si che si poteva concedere.

Il cerimoniale ne avrebbe risentito? Ricordiamo con piacere l’arrivo all’eliporto di San

Leone di Carlo Azeglio Ciampi e signora. Donna Franca è stata di una simpatia unica nel salutare col braccio alzato le persone sul lungomare.

Forse perché eravamo, per cosi dire, abituati, e poi perché siamo gente a cui piace il calore umano, non

per niente siamo ospitali al massimo, sarà per questo che sabato sera siamo rimasti maluccio.

Non offesi, ma delusi. Perché avremmo voluto ricambiare con grande af-

fetto il saluto che non c’è stato. I racalmutesi sono stati più fortunati degli agrigen-

tini ammesso che di fortuna si può parlare. Quel che si vorrebbe almeno sapere è cosa si saranno detti, nei pochi minuti concessi, il Presidente e le autorità che ha incontrato poco prima di lasciare Agrigento, a co-minciare dal sindaco Marco Zambuto.

Di sicuro è mancato il tempo necessario per dire al Presidente della Repubblica che qui da noi il destino è davvero brutto e l’emigrazione è l’unica via possi-bile per i nostri ragazzi. Si è vero, questo conta sicu-ramente più che un saluto mancato. L’invito al Capo dello Stato, dovrebbe essere di ritornare tra noi e di dedicarci una giornata intera per comprendere ap-pieno il grido d’allarme.

Siamo un popolo senza speranza, adagiati su certezze fasulle. Non ci domandiamomai cosa sarà domani della nostra terra e dei nostri figli.

La leggenda del “Dio Padre e la Si-cilia”, raccontata nell’articolo “Sicilia: Diamante di Dio?” sul numero ? di questo settimanale, così fa parlare Dio Padre: L’ho voluta bella e ricca per ciò che ha sul suolo e nelle viscere. Ora sta agli uomini saper approfittare di tante ricchezze, che sono uscite dal mio dia-mante. Ma gli uomini non hanno sa-puto approfittarsi di tanto bene, presi quali sono dall’inettitudine.

Se oggi ritornasse Dante Alighieri e riscrivesse La Divina Commedia certamente sarebbe costretto a cam-biare molte cose nel suo racconto. Gli agrigentini ignavi, ma furbastri, Dante li collocherebbe non più alle falde del monte Purgatorio, ma nella parte più

profonda dell’Inferno, ove il fuoco è più gagliardo. La motivazione? Perché l’agrigentino è doppiamente colpe-vole. Non produce quanto dovrebbe, anche se ha molto lavoro da fare, e per svolgere il suo dovere, molto spes-so chiede “un aiutino”. Con questo agire immorale la “Sicilia bedda e ric-ca” non può aspettarsi nulla di buono per il bene dei suoi abitanti. Ma già le conseguenze di questa mancanza di valori si fa sentire fortemente. Alligna la prepotenza e l’arroganza, i giovani laureati e diplomati, per non avere calpestata la loro dignità, sradicano le loro radici, offrendo il loro lavoro e ar-ricchendo popoli che, per questi gio-vani, non hanno speso nulla, mentre noi, che abbiamo investito tanto per questi, diventiamo sempre più poveri.

Da noi tutto sta morendo. Le attivi-tà produttive, pastifici, mulini, salato

attività portuale, artigianato, stanno scomparendo. La stessa agricoltura ha perduto il suo ruolo fondamentale. La Sicilia, granaio d’Italia, adesso impor-ta grano.

Non sono poche le famiglie che vi-vono nella tristezza. I nipoti vengono goduti in fotografia ed i figli ritorna-no poco se non raramente. Da noi la delusione, la tristezza, molto spesso è anche Povertà con la P grande gran-de. I vecchi non sognano più, non progettano più. Quando non si sogna non c’è speranza.

Peccato, non siamo stati bravi a sfruttare il bene che Dio ha elargito alla nostra terra!

Giuseppe Russo

agrigento La difficoltà a comprendere le risorse possedute

quando i doni non vengono apprezzati

nell’attesa di una soluzione continua a sgretolarsi

centro Storico un altro edificio crollato

Un milione e 500mila famiglie (6,3%) denunciano inoltre, oltre a seri problemi di bilancio e di spesa quotidiana, più alti rischi di arretrati nel pagamento delle spese dell’affitto e delle bollette, nonché maggiori limitazioni nella possibilità di riscaldare adeguatamente la casa e nella dotazione di beni durevoli. Dieci milioni di famiglie (41,5%) mostrano infine livelli inesistenti o minimi di disagio economi-co. Si tratta di famiglie con redditi alti e medio-alti, più diffuse nel Nord del paese. Circa 8 milioni e 800mila (36,3%) vivono in condizioni di relativo benessere. Si trat-ta prevalentemente di famiglie formate da adulti e anziani a reddito medio e di altre più giovani a reddito medio e medio-alto,

che hanno come problema quasi esclusi-vo il rimborso del mutuo”.

E su questo terremoto hanno il corag-gio di mettere in campo strategie politi-che per rafforzare i singoli partiti. Come se dal Capo del Governo all’ultimo con-sigliere comunale, non avessero netta la percezione del malessere della gente. Anzi si cerca di buttare un oceano d’ac-qua sulle preoccupazioni dei cittadini, che con pochi euro in tasca devono fare più rinunce che scelte. Raffaele Lombardo, la sua nuova squadra, il Governo centrale e l’opposizione a tutti i livelli rischiano di tradire le loro stesse promesse e di perde-re credibilità.

Franco Pullara

continua dalla prima

(continua dalla prima) A par-lare degli interventi è stato l’in-gegnere Carlino il quale ha spie-gato che verrà messo in disuso il pennello ubicato preso lo stabi-limento P.S. tutte le acqua nere della zona attraverso pompe di sollevamento ed utilizzando la condotta che avrebbe dovuto far confluire queste nel depuratore del Villaggio Peruzzo saranno pompate presso il pennello dei Padri Vocazionisti (difronte Ho-tel Dioscuri), qui saranno sca-ricate a 2.800 metri dalla costa, contro gli attuali 900 metri, e nei 100 metri finali saranno colloca-ti dei diffusori a becco d’anatra che permetteranno lo scarico in diversi punti su questi vi sarà un cuscino d’acqua di 18 metri. In particolare il pennello per evita-re che venga danneggiato da reti o altro sarà provvisto di ancorot-ti tranciareti e di una boa autoa-limentata radio rilevabile.

Ma l’incontro è stato anche l’occasione per chiarire la qua-lità e la provenienza delle acque distribuite dalla Girgentiacque. Giuffrida ha sottolineato come

per il momento non si acquisti acqua da Siciliacque non una questione di insolvenza nei ri-guardi della “padrona delle ac-que in Sicilia” ma bensì perché, in questo momento si stanno utilizzando risorse sorgive del Voltano che, negli anni passa-ti, venivano disperse o gettate a mare, queste acque adesso ven-gono miscelate con quelle del dissalatore di Porto Empedocle che, vengono comunque pagate, sia se utilizzate sia se gettate in mare.

In quanto alla vicenda dell’ac-qua “gialla” distribuita nei giorni scorsi Giuffrida ha spiegato che l’alterazione della qualità delle acque è stato dovuto ad un mal-funzionamento del dissalatore di Porto Empedocle e che appena si ci è resi conto del problema e del pericolo si è sospesa l’erogazione di quell’acqua fino al ritorno alla normalità.

Ma l’amministratore delegato ha voluto anche “tirare le orec-chie” al sindaco Zambuto per le dichiarazioni rese alla stampa lo-cale negli ultimi giorni. “Avremo

gradito – ha sottolinea-to Giuffrida – che il sin-daco prima di fare de-terminate dichiarazioni avesse avuto la cortesia di chiamarci e di sapere realmente quale fosse la situazione ed oggi mi corre l’obbligo per il ruolo da me rivestito smentire le sue dichia-razioni. Alla società che rappresento possono essere date sicuramen-te delle colpe, quando le ha, ma non in maniera superficiale e gratuita. Attendiamo ancora che il sindaco ci dia l’autorizzazio-ne per l’utilizzo dei serbatoi del Villaggio Mosè che permette-rebbero di migliorare i servizi e la distribuzione in quelle zone. Girgentiacque sta facendo il possibile, certi iter che avrebbe-ro reso più facili molte cose non siamo riusciti a definirli per col-pa di tutti e di nessuno.

Questo – ha continuato Giuf-frida – non è un j’accuse ma non è giusto che a Girgenti acque vengano imputate le inefficienze

del passato del comune di Agri-gento. Siamo aperti – ha conclu-so Giuffrida – a tutti confronti possibili ma non disponibili ad avere addebitate delle responsa-bilità che non abbiamo soprat-tutto quando chi parla lo fa con una conoscenza superficiale dei fatti. Il comportamento del sin-daco sarà giustificato dall’ansia in cui l’apparire è più importan-te dell’essere e che, spesso, fa rilasciare delle dichiarazioni per l’immagine trascurando la veri-tà.”

Come dire: a ciascuno il suo!Marilisa Della Monica

nonna concetta compie 108 anni

Il prossimo 4 Giugno la Sig.ra Concetta La Rocca, sposata Fera, raggiungerà la veneranda età di 108 anni. Era infatti il 4 Giugno del 1901 quando la Sig.ra Concetta venne al mondo.

I cinque figli unitamente ai 7 nipoti e 6 pro-nipoti e al parroco don Antonio Nicastro stan-no organizzando una festa ed una celebrazione Eucaristica giorno 2 giugno alle ore 11 presso la parrocchia Santa Maria degli Angeli.

La nostra redazione si unisce alla gioia della famiglia per il traguardo centenario.

Sembra proprio che nell’attesa che qualcosa si muova per il Centro Storico questo lentamente comincia ad autodistruggersi, come se si fosse stancato di attendere quello che tanti anni è sempre promesso ma mai rea-lizzato: un suo rilancio. Alcune settimane fa il comune aveva disposto la transenna tura di uno stabile in via Orfane, alcuni mesi addietro era stato demolito un altro stabile fatiscente e, questa settimana, un altro crollo, que-sta volta non nella zona Cattedrale ma bensì nell’antica Piazza Ravanusella, centro nevralgico della vita cittadina in un passato ormai lontano. Per for-tuna nessun ferito o morto, soltanto tanta paura per i coraggiosi abitanti di quella zona. Ma se da una parte vi è l’incuria dei proprietari i quali invece di ristrutturare un immobile fatiscente senza agevolazioni o sgravi fiscali pre-

feriscono lasciarlo “morire” lenta-mente, si aggiun-ge la mancanza di volontà di tutti quegli enti preposti alla salvaguardia del patrimonio della città del quale si interessano soltanto a parole non mettendo in atto quanto sempre promes-so e decantato. Ci auguriamo che quello di Piazza Ravanusella sia l’ultimo crollo e che presto possa attuarsi la ricostruzione di un pezzo del nostro passato cittadino.

A.M.

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Cultura �L’Amico del Popolo31 Maggio 2009

appunti Il Museo Archeologico

Regionale ospita la mo-stra dello scultore tedesco Gunther Stilling che espo-ne una collezione di circa 50 opere. All’esterno del Museo 12 sculture bron-zee, le altre realizzate in alluminio e marmo si tro-vano nelle sale interne. La mostra di Stilling ha come tema la centralità dell’uo-mo e le forme umane. Vi-sitabile dalle ore 9 alle 19.

Al Palacongressi del Villaggio Mosè di Agri-gento è possibile visitare la mostra fotografica “Pic-coli sguardi”, una collezio-ne di scatti realizzati dagli alunni dei circoli didattici della città dei templi. Vi-sitabile tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.

Presso il centro espo-sitivo della Camera di Commercio in via Atenea ad Agrigento è allestita una mostra di bilance an-tiche. In vetrina le bilance del secolo scorse seque-strate dall’ufficio metrico dell’ente perchè non a norma. La mostra, intito-lata, “Peso dunque sono - Strumenti di misura del secolo scorso”, è visitabi-le ogni giorno dalle ore 9 alle ore 13.

Visitabile tutti i giorni il Museo della Cattedrale in mostra quadri, arredi sacri e reliquari.

museo archeologico s. Nicola ��In�mostra�le�sculture�di�Gunther�Stilling

akrai gea - akragas“É apparsa la grazia di Dio che

porta la salvezza a tutti gli uomini”La Lettera a Tito

Prima di analizzare il secondo scritto a Timoteo prendia-mo in considerazione quanto Paolo indirizza a Tito, un col-laboratore di cui sappiamo poco e che Paolo invita a guidare la comunità formatasi nell’isola di Creta. Nei tre brevi capi-toli di cui si compone il testo ritornano i temi dominanti del-le lettere pastorali: l’attenzione ai falsi dottori e alle dottrine fuorvianti, l’invito alla comunione ecclesiale, il ricentramen-to in Cristo per cogliere la portata universale della salvezza, l’organizzazione della comunità…

Qui vogliamo sottolineare il passaggio con cui l’apostolo chiude il secondo capitolo: «É apparsa la grazia di Dio, che porta la salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata spe-ranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone» (2,11-14).

Mi sembra che, con la sintesi di un testamento, Paolo vo-glia abbracciare gli aspetti salienti del vivere cristiano: innan-zitutto la rinnovata meraviglia per l’epifania (la manifestazio-ne) dell’amore di Dio. In Cristo Gesù, il Padre fa irruzione nella storia e la rinnova avvolgendola di amore, anzi con il Figlio che è l’Amato e con lo Spirito che l’amore sempre rin-nova.

Questo grido di gioia, destinato a rompere ogni sordità, è all’origine di ogni riflessione; è dalla scoperta che Dio ci ama in modo infinito (Paul Ricoeur amava definire Dio più che l’Onnipotente l’Onniamante!) che tutto muove e tutto si ri-genera. Questa inaspettata novità ci spinge a rivalutare ogni cosa e ciascuna ad orientare in Dio.

Così, il movimento di conversione nasce spontaneo e si caratterizza dal distacco e dal rinnegamento del male e delle sue concupiscenze: il cristiano non può confondere l’oro con il fango o la luce con le tenebre.

Illuminato dall’Amore che salva certamente andrà alla ricerca della luce evitando tutto ciò che non riscalda. La sincerità di questo movimento, che siamo soliti chiamare conversione, spingerà il credente a vivere orientandosi verso l’essenziale: la sobrietà nel rapporto con le cose, la giustizia nel rapporto con gli altri, la pietà nel rapporto con Dio.

Immersi come siamo tra mille cose la sobrietà ci insegna a scegliere solo ciò che serve, ciò che è utile mantenendo un atteggiamento di necessario distacco, servendoci delle cose del mondo senza lasciarci asservire da esse; il rapporto con gli altri sarà vissuto all’insegna della giustizia che, secondo l’accezione biblica è molto di più del rendere a ciascuno il suo; è amore che si dona a tal punto da rendere giusto l’altro; nel legame con Dio la pietà denota l’intimità e la passione profonda di una relazione da cui si riceve vita.

La ricchezza di questo bagaglio spirituale consente al cre-dente di volgere lo sguardo verso la pienezza, il momento in cui Dio sarà tutto in tutti, di camminare nell’attesa della bea-ta speranza, della Patria in cui a tutti è stato preparato un po-sto. Dalla grazia che è apparsa si procede verso la gloria che deve ancora manifestarsi pienamente passando attraverso la rinuncia al peccato e l’impegno per una vita santa. Proprio così: il cammino di ogni cristiano si snoda tra la grazia e la gloria! Tutto ciò che ci sta in mezzo – lotta, fatica, fallimento, gioia – serve a tornare con più forza alla prima e a volgere lo sguardo in modo più convinto verso la seconda.

La Chiesa è chiamata ad esprimersi come una comunità con radici profonde (la grazia) e con prospettive grandi (la gloria). Ecco come Dio ci vuole. Ecco a cosa ci chiama. L’an-no dell’ascolto e la preparazione dell’assemblea diocesana (il prossimo 20 Giugno) ci portino a riscoprire la nostra spina dorsale: è apparsa la grazia di Dio e tutti siamo chiamati ad attendere la gloria futura. Dentro questo orizzonte di senso varrà la pena faticare, anche come chiesa, per esprimere me-glio ciò che siamo.

Un anno con Paoloa cura di Baldo Reina

È stata inaugurata sabato 23 maggio, presso il Museo Ar-

cheologico regionale San Nicola di Agrigento, la mostra che lo scultore tedesco, di origine iugo-slava, Gunther Stilling ha dedica-to agli eroi della classicità.

L’estetica classica, riletta dalla poetica del classicismo post-mo-derno, è rivissuta e riproposta nei bronzi e nei (pochi) marmi con i temi delle teste di eroi greci e del-le mani in diverse posizioni: sono mete e luoghi a cui l’uomo per-

viene dopo un percorso di ricerca per tentare di collocare la propria esistenza nelle trame della storia, dove l’eroicità trova ancora, pu-rificata dal mito, un linguaggio nuovo ed inusitato.

La mostra, che rimarrà fino al prossimo 13 dicembre e che sarà accompagnata, nel mese di set-tembre, da un’altra rassegna alle-stita presso la Galleria “Dietro le Quinte” di Catania ma con opere di dimensioni più piccole.

Le due mostre intendono esse-re un omaggio all’artista ma anche al luogo dell’esposizione, come lo stesso Gunther ha dichiarato nel corso di un’intervista.

«Da tempo il mio lavoro ar-tistico - ha dichiarato Stilling - è oggetto di attenzione anche in Italia, tanto che ho ricevuto dal Direttore del Museo Archeologi-co, Giuseppe Castellana, l’invito ad organizzare una mostra nel

Museo di Agrigento. Qui circa settanta delle mie scultu-re verranno esposte in una sugge-stiva cornice creata dal-l’arte antica e dall’architet-tura greco-romana. Nel-l’antica città di Akragas sono stati eretti i noti templi. Uno di questi era il secon-do più grande al mondo nell’epo-ca dorica. La città era popolata da oltre duecentomila abitanti e solo la sua enorme potenza economi-ca rese possibile l’edificazione di templi di tali dimensioni e qua-lità artistica. Uno di questi, dopo 2500 anni, si trova in uno stato

di conservazione quasi perfetto, tanto che l’UNESCO ha ricono-sciuto la Valle dei Templi come Patrimonio mondiale dell’Uma-nità. […] Questa mostra mi offre l’opportunità di presentare le mie opere ad un pubblico internazio-nale in un prestigioso contesto di elevato livello culturale».

Giuseppe Ingaglio

specialità: giornalista!stage �L’Agesci�AG2�nella�redazione�del�nostro�settimanale

É stata scoperta a Porto Em-pedocle, alla presenza dello scrittore Andrea Camilleri, la statua bronzea raffigurante il commissario Montalbano (vedi foto), personaggio nato pro-prio dalla penna dello scrittore empedoclino. La statua, rea-lizzata dallo scultore Giuseppe Agnello, è stata collocata su un marciapiede della via principale della città marinara, via Roma, con una mano appoggiata ad un lampione.

Baffuto, con una folta capi-gliatura e la fronte solcata da vistose rughe, la statua non ri-corda nemmeno lontanamente

l’attore Luca Zingaretti che impersona il commissario in Tv, ma bensì è l’immagine del vero commissario Montalba-no, quello che Camilleri rac-conta nei suoi libri e che ha una certa somiglianza con il regista, sceneggiatore Pietro Germi. Sempre il 23 maggio è nata ufficialmente la fon-dazione Andrea Camilleri, che avrà come sede la casa natale dello scrittore, l quale ha ceduto al Comune la nuda proprietà della sua casa di fami-glia riservandone l’usufrutto alla Fondazione, di cui costituirà la sede. Il consiglio d’amministra-

zione è formato dalla figlia dello scrittore, Andreina Camilleri, dall’editore Antonio Sellerio e dal sindaco di Porto Empedocle.

Nasce la fondazione “andrea camilleri”

Nelle scorse settimane, la squadriglia Pipistrelli del Gruppo Scout Agrigento 2,

reparto “Antares” composto dal capo Alfonso Rotulo, il vice Marco Bellia, Luca Malarbì, Elia Civiltà, Settimio Proietto, Giorgio Accurso Tagano, Gabriele Terrasi e Gerlando Falzone, hanno partecipato ad uno stage di giornalismo tenuto dal direttore del nostro settimanale presso la sede di via Duomo. I ragazzi, si sono resi con-to di come sia complesso e soprattut-to impegnativo, riuscire a creare ogni settimana quello che sarà il “prodot-

to” finale destinato ai lettori. Come si scrive un’articolo, le tecniche base del

cronista, come si impagina un giornale alcuni degli argomenti che la squadriglia ha potuto approfondire. Il penultimo in-contro ha visto alcuni ragazzi protagoni-sti, infatti hanno creato una pagina “Spe-ciale” (vedi foto) impaginata da loro e che parla del loro gruppo scout.

A conclusione degli incontri la visita presso la Tipografia Sarcuto dove il setti-manale viene stampato per assistere alla stampa. La squadriglia Pipistrelli adesso metterà in pratica quanto appreso duran-te gli incontri con la creazione del foglio informativo delle loro attività.

arte e cultura��In�margine�al�nostro�servizio�sull’artista�Paul�Fryer

Nel n. 17 del nostro settima-nale abbiamo pubblicato un ser-vizio sulla installazione scultorea di Paul Fryer, nella quale l’artista ha proposto e rappresentato un “Cristo morto” del tutto fuori da ogni riscontro storico ed icono-grafico, cioè non deposto dalla croce ma addirittura abbandona-to su una sedia elettrica. L’opera è stata esposta nella Cattedrale di Gap, durante la passata Settima-na Santa, per esplicito volere di S. E. Mons. Jean-Michel Di Fal-co-Leandri al fine di un’autentica “santa provocazione” per scuote-re i fedeli. Il nostro collaboratore, Nuccio Mula, ha inviato a Mons. Di Falco ed a Paul Fryer una copia del nostro settimanale. Nell’attesa di un promesso riscontro dell’ar-tista, ha già ricevuto la risposta di Mons. Di Falco che, con benevola disponibilità, ha allegato un mes-

saggio ai nostri lettori e una foto in cui sfoglia attentamen-te “L’Amico del Popolo”.

Già Vescovo Ausiliare di Parigi, il 18 novembre 2003 é nominato Vescovo della Diocesi di Gap e d’Embrun, suffraganea dell’Arcidiocesi di Marsiglia. Scrittore di succes-so, da sempre in prima linea nella fede e nel sociale, mons. Di Falco - Leandri è un gran-de comunicatore, punto di ri-ferimento dei giovani, ha fir-mato molti libri di saggistica religiosa; e lo scrittore Charles Castrier gli ha dedicato una biografia dallo splendido titolo: “Padre Di Falco: l’Addetto Stam-pa di Dio”.

«I lettori de “L’Amico del Po-polo” - scrive mons. Di Falco - hanno la grande fortuna d’avere a loro disposizione giornali così

ben documentati e presentati che permettono loro d’essere ben in-formati sulla vita della Chiesa. Af-fido al Signore tutte le intenzioni di preghiera dei lettori. Cristo ri-sorto li benedica e li protegga».

LdP

mons. Jean-michel Di Falco ci scrive

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� L’Amico del Popolo31 Maggio 2009Provincia

Un altro passo in avanti verso la totale liquidazione del-

l’Ente minerario siciliano, da dieci anni sotto gestione commissariale, è stato compiuto dalla Giunta di governo: è stata infatti autorizzata la cessione alla Regione della quo-ta dell’ Italkali detenuta dallo stes-so EMS.

Con questa decisione, la Regio-ne acquisisce le quote con l’inten-zione di avviare il rilancio della società, che opera in un settore, quello dei sali potassici, nel qua-le la Sicilia è stata a lungo leader mondiale. Ora la Regione deve de-cidere i modi e i tempi di gestione delle quote societarie e l’eventuale collocazione sul mercato per la in-dividuazione dell’eventuale socio privato.

Un rilancio che può trovare ali-mento in un piano industriale che prevede già l’avvio dell’estrazione della kainite contenuta nei sali del-la miniera di Realmonte da utiliz-zare nella produzione di concimi per le colture biologiche.

La storia dell’azienda è lunga quasi 30 anni. L’Italkali - Società italiana Sali Alcalini - è stata costi-tuita nel 1980 con il compito spe-cifico di assumere la gestione degli

impianti di produzione del solfato di potassio al fine di rimediare alle insufficienze imprenditoriali della società proprietaria che ne aveva compromesso l’efficienza tecnica ed i risultati economici.

Nella nuova società sono con-fluite le esperienze di tutte le atti-vità minerarie del comparto che dal principio del 1900 avevano via via realizzato una dimensione industriale della coltivazione dei giacimenti siciliani di sali.

All’inizio degli anni settanta tutte le concessionarie in esercizio erano state accorpate nella Sams - Società azionaria miniere salgem-ma - la quale si era poi associata l’EMS - Ente minerario siciliano - istituito dalla Regione Siciliana quale unico titolare nell’isola della ricerca e della coltivazione dei sali alcalini.

La società mista prende il nome Emsams ed acquisisce la conces-sione mineraria di Realmonte, Racalmuto e Petralia che l’Ente ha conferito per ottenere la quota di capitale sociale (51%) prescritta dalla legge regionale lasciando il 49% agli operatori privati.

Nel 1983 Emsams viene incor-porata nell’ltalkali spa.

Per effetto della legisla-zione regionale di tutela dell’ambiente, la produ-zione dei sali di potassio è cessata nel 1992 quando aveva raggiunto il massi-mo livello di efficienza e di reddito.

L’attività prosegue quindi nel comparto del salgemma con l’esercizio delle miniere di Realmon-te, Racalmuto e Petralia.

Con la legge della Re-gione siciliana n. 5 del 10 gennaio 1999 l’Ente minerario siciliano viene soppresso e gli altri azionisti decidono di continuare l’attività mentre il liquidatore del-l’ente minerario avvia le procedure di dismissione della sua partecipa-zione.

L’Italkali rifornisce la maggior quota del mercato nazionale di cloruro di sodio.

La recente delibera della giunta supera la decennale gestione com-missariale, caratterizzata anche da cinque tentativi di vendita non andati a buon fine e, la Regione Siciliana, riprende la titolarità del-le strategie aziendali da attuare e concordare con i soci privati.

Oggi ci sono le condizioni per sperare che la Regione consenta lo sfruttamento delle risorse mi-nerarie siciliane anche attraverso l’estrazione della kainite dal giaci-mento di Realmonte e la sua tra-sformazione e commercializzazio-ne. Il progetto di estrazione della kainite contenuta nei Sali della miniera di Realmonte, infatti, può essere una risposta sia pure par-ziale alla grave crisi occupazionale dell’agrigentino attraverso l’inve-stimento di alcuni milioni di euro per la creazione di 300 nuovi posti di lavoro ed il rilancio economico della provincia insieme alle altre aree minerarie della Sicilia.

Salvatore Pezzino

Brevi provinciaLa Regione acquisisce le quoteReaLmonte Miniera Italkali

Provincia Scuola e posti a perdere

Nelle scuole della provincia di Agri-gento si perderanno 516 posti di lavoro a seguito del dimensio-namento degli istituti esistenti sul territorio, come stabilito da una circolare ministeriale che risale allo scorso 3 aprile. Si avranno 143 posti in meno nella scuola primaria, 136 nella scuola se-condaria di primo grado, 137 in meno in quella se-condaria di secondo grado e 100 posti in meno tra il personale Ata. Il presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi si è messo subito all’opera nella speranza di poter correre ai ripari con la collaborazione di tutti coloro che alla vicenda sono interessati. Ha indetto lo scorso 25 maggio una riunione alla quale ha invitato il provveditore, tutti i dirigenti scolastici delle scuole esistenti nel territorio della provincia ed i rappre-sentanti del personale Ata per studiare le soluzioni più idonee per fare in modo che questo dimensiona-mento non abbia delle conseguenze così disastrose

San giovanni di dio Manenti si è dimesso

Si è dimesso il direttore generale dell’azienda sani-tario del San Giovanni di Dio, Giancarlo Manenti il quale ha rassegnato le dimissioni dall’incarico nelle mani dell’assessore regionale alla sanità, Massimo Russo. Manenti aveva assunto l’incarico nel maggio del 2005. Il manager la settimana scorsa era stato condannato per abuso d’ufficio dalla prima sezione del Tribunale di Palermo.

Porto eMPedocle Protocollo per la nuova caserma cc

E’ stato firmato un Protocollo d’intesa fra il Comune e l’Ar-ma dei Carabinieri per la nuova caserma che verrà realizzata a spese della “Moncada Energy” come tangi-

bile impegno per la Legalità. Alla firma del Proto-collo erano presenti, il sindaco Firetto, il prefetto, Umberto Postiglione, il colonnello dei Carabinieri Mario Di Iulio, e l’imprenditore Salvatore Moncada della “Moncada Energy”. In sostanza il Comune di Porto Empedocle metterà a disposizione l’edificio fatiscente che sorge in piazza Donegani, nell’ex area Montedison (restituita al Comune dall’agenzia del Demanio) per la trasformazione in caserma dei Ca-rabinieri. La “Moncada Energy”, il cui edificio sorge proprio accanto all’ingresso dell’area produttiva, si è quindi offerto di effettuare i lavori di ristrutturazione e di sistemazione del fabbricato. Entro il prossimo 25 Giugno verranno poi resi noti i tempi di attuazione e le modalità dell’operazione.

La salute del cittadinoRibeRa “A cuore aperto” l’incontro annuale

Rubrica a cura dell’Avv. Adele Falcetta

L’ANGOLO DEL CONSUMATORE

Negli ultimi mesi ricevo a casa continue telefonate a ca-rattere promozionale, da parte di operatori telefonici (uno in particolare). Peraltro, gli operatori sono insistenti. Non c’è modo di difendersi da questa continua pressione? (I.M., Agrigento)

Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto sull’argomento, di recente, con un provvedimento pubblicato sul-la Gazzetta Ufficiale del 20 marzo 2009. In detto provvedimen-to è stabilito, tra l’altro, che gli operatori che telefoneranno agli abbonati dovranno ad ogni contatto specificare per quale società chiamano e ricordare agli interessati i loro diritti. Ma soprattut-to dovranno registrare immediatamente l’eventuale contrarietà dell’abbonato ad essere nuovamente contattato. L’utente che non intende essere più disturbato avrà il diritto di conoscere l’identifi-

cativo dell’operatore al quale ha comunicato la sua volontà. Quin-di, ricevendo una telefonata promozionale, sarà utile dichiarare chiaramente all’operatore la propria contrarietà a ricevere ulterio-ri contatti, e ricordargli che ha l’obbligo di registrare tale volontà, come stabilito dal Garante. Poi occorrerà chiedere all’operatore gli estremi identificativi della società per la quale sta effettuando la telefonata. Infine, sarà utile inviare alla Società, rivolgendola all’attenzione del Titolare del trattamento dei dati personali, una raccomandata a.r., specificando che si desidera che i propri dati personali non vengano utilizzati a fini di invio di materiale pub-blicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale; e che, in mancanza, si procederà legalmente mediante ricorso all’Autorità Giudiziaria o allo stesso Garante.

Per ulteriori chiarimenti o per informazioni rivolgersi a:Avv. Adele Falcetta, via S. Francesco n. 15 - 92100 Agrigentoe-mail: [email protected] - tel./fax 0922 556222 - Cell. 338 3971821

Caro direttore,il Commissario dello Stato dr. Alberto Di Pace ha impugnato l’art. 77 (comma 2 e 3) relativo alla ero-gazione di contributi destinati per l’anno 2009 a favo-re di 253 tra enti, associazioni, accademie, centri studi, istituti, fondazioni, cori, unioni, operatori, osservatori, missioni, comitati ecc. L’assessore provinciale Castellino, di Palma di Montechia-ro, direbbe che si tratta di una cultura ad usum delphi-ni e chiederebbe a gran voce di conoscere i benefici che tali contributi apporteranno al territorio agrigentino e siciliano. Dei soggetti beneficiari, che sono presenti nella tabella di riferimento del bilancio della regione, diversi appartengono alla nostra provincia. Alcuni di essi sono conosciuti e ben noti alla comunità, per le attività cul-turali già svolte e promosse sul territorio. Quello che più ci ha sorpreso dalla lettura del numeroso elenco è sta-ta la presenza di numerosi beneficiari, del tutto nuovi e fuori dagli occhi attenti degli operatori agrigentini e che sfuggono al quadro di riferimento istituzionale. Di tutto e di più tra le smagliature della politica siciliana. Tutto questo ci dimostra che senza un sostegno certo da parte di un politico di riferimento, per gli operatori diventa più difficile entrare nella programmazione sociale, artistica e culturale della regione. Fuori dalle grazie di Eugenio D’Orsi, del suo delfino Stefano Castellino, di Raffaele Lombardo e della giunta regionale non c’è spazio per nessun operatore. Si tratta di un cerchio chiuso dentro il quale regnano i privilegi della lottizzazione politica. Per mettere fine a questo andazzo non è sufficiente la meritoria attività del Dr. Alberto Di Pace. A nostro avvi-so bisogna che l’Assemblea Regionale Siciliana approvi unici criteri che siano rivolti a tutti i siciliani, compresi gli operatori. Occorre all’uopo la definizione di un bando generale, con l’indicazione dei requisiti essenziali. Infine occorre nominare una commissione di esperti, fuori dai giochi della politica, con il compito di valutare i proget-ti, che dovranno essere accompagnati dallo statuto, dai bilanci relativi alle attività svolte, dal programma da realizzare, dal piano di spesa con le entrate e le uscite. Sulla base delle regole e dei criteri sarà disposto il finan-ziamento della regione. Bisogna, infine, vedere, analiz-zare ed attenzionare gli altri contributi concessi da parte di altri enti pubblici.

Paolo Cilona

Caro Paolo, il tuo ragionamento non fa una grinza. Non solo la Regione, ma anche la Provincia regionale, il Co-mune ed ogni altro Ente pubblico che eroga denaro di tutti deve stabilire criteri certi e trasparenti a cui fare rife-rimento per la sponsorizzarione di eventi o manifestazio-ni. Alcuni criteri sono stabiliti altri devono essere ancora definiti e a quelli che tu elenchi se ne possono aggungere altri ancora come il perseguimento di interessi pubblici o l’esclusione della richiesta laddove ci sia conflitto di inte-resse tra attività pubblica e privata, il conseguimento di un risparmio di spesa o il controllo effettivo di quanto dichiarato. Una cosa è certa: chi eroga soldi pubblici non può farlo senza seguire criteri di legalità e trasparenza!Cordialmente.

Carmelo Petrone

L’associazione “A cuore aperto”, diret-ta dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo, ha promosso, a Ribera, un incontro per por-tare un contributo di idee e per discutere di sanità, di riforma e soprattutto di sa-lute dei cittadini. Per tale evento sono stati chiamati a relazionare l’arcivescovo di Agrigento mons. Fran-cesco Montenegro, il dott. Giuseppe Pe-coraro, direttore generale del Policlinico “Martino” di Messina, il vescovo della diocesi di Iringa (Tanzania) mons. Tar-cisio Mgalelakumtwa e il prof. Giovanni Ruvolo, direttore del dipartimento di cardiochirurgia del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e della cattedra di cardiochirurgia presso l’Università di Palermo.

Dopo i saluti a parlare di sanità è sta-to l’arcivescovo mons. Montenegro che, come responsabile Cesi per la pastorale sanitaria, ha sviluppato il tema de “La chiesa promotrice della salute dei cit-tadini”, soffermandosi soprattutto sulla questione della sofferenza non solo fisi-ca, ma anche morale del malato, auspi-cando il recupero del senso della soffe-renza tramite l’aiuto ai fratelli e gettando un’ancora per gli immigrati e per quanti hanno necessità di essere umanamente e cristianamente accolti .

Il dott. Giuseppe Pecoraro, ha parlato della recente riforma sanitaria regionale.

Il dirigente medico ha sottolineato che la riforma può giudi-carsi buona, soltanto se considerata come un punto di partenza per un più efficiente servizio sanitario.

Il prof. Giovanni Ruvolo, ha esposto agli ospiti, la dilata-zione dell’aorta to-racica, l’importanza

della diagnosi precoce, di una patologia asintomatica e della necessità della ve-rifica attraverso un semplice elettrocar-diogramma.

Margherita La Rocca, volontaria del-l’associazione “A cuore aperto” e pro-motrice del progetto “Un cuore per Ipo-golo” in Tanzania, ha parlato della sua esperienza in Africa e delle iniziative già realizzate e in corso di attuazione nel-la diocesi dove sono presenti parroci e missionari agrigentini e, da alcuni anni, anche volontari e medici che hanno of-ferto assistenza e creato infrastrutture sanitarie.

Ha concluso la riunione, mons. Tar-cisio Mgalelakumtwa, vescovo di Iringa, il quale ha descritto la situazione sa-nitaria nella sua diocesi, lo sforzo forte della Chiesa per migliorare la sanità con la creazione di dispensari, ricoveri, am-bulatori ed ospedali e soprattutto con un progetto di formazione sanitaria per cento giovani tra medici e paramedici da avviare nelle strutture presenti.

Enzo Minio

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�L’Amico del Popolo31 Maggio 2009

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� L’Amico del Popolo31 Maggio 2009Vita Ecclesiale

“Sapore di lacrime e di umanità”

Ci avviamo alla conclusione del nostro racconto sulle vicende della vita seminarista, negli anni prima, durante e dopo la guerra (anni 30–60), e ci sembra particolarmente significativo fare riferi-mento ad alcuni pensieri, riflessioni, sentimenti e propositi di chi in que-gli anni (29–6–1947) raggiungeva “la meta” ed è rimasto modello di comportamento per tutti quelli che lo hanno cono-sciuto.

Nel mettere ordine tra le mie carte, ho ritrovato una sua lettera autografa, scritta appena un mese dopo la sua ordinazione: ho riletto, meditato, rivis-suto quei tormentosi anni di morte e risurrezione che gli permisero di raggiungere la vetta e abbracciarsi al Cro-cifisso:

“Cammarata, 27–7–47.Carissimo Pirrera, con piacere ho ricevuto e letto la

tua lettera che mi ha trasportato nel tuo clima, nel nostro clima, di un mese fa. Vuoi sapere cosa ho provato. Non so dirtelo con parole precise. Ho avuto la sensazione di chi, giungendo alla vetta di una montagna, si volta e guarda la via percorsa. Le soste, i dubbi, i propositi di tornare in-dietro lo riempiono di orgoglio legittimo perché ha tutto superato per uno scopo superiore. Il mio sacerdozio ha un sapore di lacrime e di umanità. Non ho passeggiato ma mi sono inerpicato. Ho respirato l’aria delle vette e delle paludi. Ho visto il pantano e la luce del sole. Posso ora ri-petere con Bacone di essermi – gratia Dei mecum – fatta la mia via. Il ventinove giugno scorso ho creduto di aver finalmente raggiunto la sintesi di me stesso. Il sacerdozio solo poteva essere e può dare uno scopo alla mia vita. Hai ragione: non è adatto al matrimonio chi non è attratto minimamente da un ideale superiore. Il paganesimo è impegnarsi, migliorarsi, arricchirsi. Il Cristianesimo è tut-to questo con in più: darsi per redimere.

Ho trovato la soluzione. Ti ripeto: sono di Dio per gli uomini. Tutto quello che non sarà questo, sarà contro di me. Ogni mattina celebro con trepidazione e timore, ma insieme con sicurezza e coscienza di me stesso. Mi sento finalmente qualcuno. Che importa anche se da sacerdote rimarrò nell’oscurità? Sarò nessuno? Sull’altare mi sen-to al centro del mondo. Mi pare che tutti gli uomini tor-mentati dall’amore e dall’odio si volgano a me per aiuto. Mi sento loro ambasciatore, mi par d’essere legato di Dio verso di loro. Che importa esser nessuno? Basta poter dir Messa. Per questo non mi sono interessato e preoccupato della mia destinazione. Andrò dovunque sperando di po-terci vivere in Grazia.

Ad altri ho scritto le solite frasi, con te ho voluto aprirmi sinceramente. Perché, alla fine, voglio darti non un consi-glio ma, permettilo al mio sacerdozio, un ammonimento: il cristianesimo non è la sua teologia, ma la sua ascetica. Con tutte le nostre conoscenze teologiche, dobbiamo con-fessare, purtroppo, di non essere cristiani. Non perché sia difficile esserlo. Non è difficile amare, umiliarsi, ubbidire. È molto difficile non averne vergogna.

Grazie degli auguri e della tua gentilezza. Se ti venisse in mente di scrivermi qualche altra volta, fammi un giro d’orizzonte sulla nuova situazione del Seminario. Ti rin-grazio di cuore per il dono e più per il pensiero. Che folla di idee e di timori che, slanci e domande, scuotano l’ani-ma nella prostrazione. Ondate di pianto soffocano. Come è grande e tremendo, noi uomini di un giorno, donarsi per sempre. Come e grande e tremendo, noi uomini dell’io, donarsi a tutti e per tutti. Se dovessi dirti che ho tremato, non farei retorica. Si, ho tremato, benchè non avessi esita-to. È proprio dell’amore la durata infinita. Ma è proprio dell’uomo la stanchezza. Poco fa leggevo nella Compieta – forse l’ora liturgica che più commuove – queste parole: Tu autem in nobis es Domine…ne derelinguas nos. Cordialmente, aff. mo Sac. Domenico De Gregorio.”

Mi si chiede, da affezionati lettori, nonché da per-sone dirette spiritualmente (a suo tempo) da Mons. De Gregorio, perché la vita in Seminario abbia ar-recato tanta sofferenza a un Sacerdote così mite e generoso. La risposta – che ci sembra esauriente – la si può trovare nel quinto volume della Storia della Chiesa Agrigentina, a pag. 563 e segg. Queste pagine, con dovute riflessioni, possono essere rilet-te nel nostro libro Preti così. Per venire in possesso dei relativi volumi, rivolgersi alla Direzione della Biblioteca Lucchesiana, Via Duomo, Agrigento, e al Sac. Stefano Pirrera, Via Cicerone, 12, Agrigento.

Anni verdi in Seminarioa cura di Stefano Pirrera

Celebrata la festa dell’Ascolto e dell’AccoglienzaCAritAs e Miur-usp

Si è celebrata, lunedì 25 maggio, presso il Teatro Pirandello di Agrigento la prima

“Festa dell’Ascolto e dell’Accoglienza” promos-sa dalla Caritas Diocesana di Agrigento in col-laborazione con il MIUR-USP e con il Comune di Agrigento.

In una società in cui i valori dell’ascolto e dell’accoglienza sono sempre meno praticati gli enti promotori hanno voluto ribadirne, coin-volgendo soprattutto gli studenti delle scuole della Provincia di Agrigento, la forza e la neces-sità. L’opera di sensibilizzazione nei confronti degli studenti si è posta l’obiettivo di riflettere sui temi del dialogo e dell’accoglienza. Diversi studenti, guidati dai docenti, sono stati coin-volti nella riflessione e nel Concorso indetto per l’occasione. Numerosi sono stati gli elabo-rati prodotti nell’ambito delle diverse sezioni: letterarie, grafiche, pittoriche e multimendiale.

Una commissione ha proceduto alla valu-tazione degli stessi e Lunedì, tra testimonin-ze, filmati e musiche, sono state premieta per le arti figurative e tecniche varie: il II° Circolo didattico “Don Bosco” classe IIA, L’Istituto Comprensivo “Iveges” di Sciacca, Classe IIG, l’IPIA “E.Fermi” di Agrigento Classe V A; per la sezione letteraria ha ricevuto un ricono-scimento l’Isituto Comprensivo “Roncalli” di Grotte classe IV C; per la sezione multimediale sono saliti sul palco del Piradello per ricevere il premio - che per tutti consisteva in una targa ricordo ed in una busta contenete un buono libri - L’Istituto Comprensivo “E. De Amicis” di Caltabellotta classe II C, il Liceo Scientifico “MAdre Teresa di Calcutta” Classe I A.

La festa - dopo i saluti delle autorità presenti, il sindaco Marzo Zambuto, del provveditore agli studi Antonio Gruttadauria e dell’arcivescovo, Francesco Mon-tenegro e dei promotori per la Caritas Francesca Battaglia e per il MIUR-USP Ste-fania Ierna - è iniziata con la proiezione di un video “Migranti” tratto dal libro fotografico di Angelo Pitrone e tra una premiazione e l’altra i presenti hanno potuto ascoltare la testimo-ninza di Bioukan Sanae, una ragazza figlia di immigrati adesso pienamente integrata nel no-stro territorio e quella di Marawi Gebregergis immigrato fuggito dall’Etiopia per motivi di guerra, che, per arrivare da noi, ha attraversato a piedi il deserto del Saarah, scontato 6 mesi di carcere in Libia ed infine su un barcone è ap-prodato sulle coste siciliane a Pozzallo.

La festa si è conclusa con i ritmi africani dei gruppi “West coast sings” e “African Djambei Drums” che hanno letteralmente fatto ballare grandi e piccoli al ritmo dei tamburi. La mani-festazione è stata presentata da Daniela Monta-na e ha visto la collaborazione anche del nostro settimanale e di Telepace. Il nostro direttore in margine alla manifestazione da noi avvicinato ha così commentanto l’incontro: “E’ stata una

bella Festa che ha convolto nella riflessione e nella elaborazione di lavori i ragazzi ma molto lavoro resta da fare in questa direzione. La real-tà anche ad Agrigento, che ne dicano i nostri governanti, racconta già di una realtà multiet-nica, quello che bisogna far comprendere è che etnie e culture non sono ingredienti di un miscuglio in cui ogni componente finisce per perdere la sua specificità. La diversità culturale può diventare occasione di reciproco arricchi-mento nella misura in cui chi sceglie di abitare in un Paese diverso da quello di origine deve accettarne, ad esempio, il sistema giuridico, il modo di concepire la convivenza, il lavoro e l’istruzione, che si sono consolidati nel tempo e rispetto ai quali sono necessarie lealtà e condi-visione. La sfida è certo ardua ma irrinunciabi-le, e dal suo esito dipendono le sorti della civiltà cristiana, e questa sfida passa indubbiamente anche attraverso la scuola”.

LdP

“ S a n Calòggiru è un gran Santu…”: così inizia il rosario in dialetto

siciliano che gli abitanti di Calta-bellotta recitano durante il lungo percorso che li conduce dal loro paese al monte San Calogero di Sciacca.

Un appuntamento tradizio-nale, che si ripete ogni anno, la notte prima dell’Ascensione. Un percorso in discesa e in salita, fra

strade di campagna ed al buio, con diversi fedeli scalzi, icone di una fede semplice ma radicata, di devozione che spera di essere esaudita, di fede che chiede di es-sere alimentata.

Ma cosa può spingere qual-cuno a lasciare la propria casa, il proprio letto, il proprio paese alle undici e mezza di sera e cammi-nare nel buio delle stradine di campagna, per giungere all’alba alla meta agognata? L’amore, non può essere altro che l’amore verso il Santo, verso Gesù Cristo e Ma-ria, invocati costantemente nella

preghiera che accompagna il per-corso. Il gruppetto di Caltabellot-ta è un prezioso resto di una fede tradizionale che una volta era par-tecipata da centinaia di persone che lentamente volge al termine perchè manca il ricambio genera-zionale.

Tanti gli appuntamenti che il popolo di Sicilia realizza in ono-re del santo Eremita. Il martedì dopo Pentecoste, i fedeli di Sciac-ca partiranno, all’alba, dalla chiesa Madre per recarsi al santuario sul monte San Calogero; il 18 giugno, festa liturgica in onore del Santo,

in diversi luoghi di Sicilia (Cal-tavuturo, Cesarò, Naro, Petralia Sottana, San Salvatore di Fitalia, Sciacca), a cui si accompagnano tante espressioni di fede e di fol-clore; nelle prime due domeniche di luglio, quando la comunità agrigentina manifesterà la sua particolare devozione che, però, non deve perdere il suo substrato di fede cristiana. Questi ed altri aspetti, pur nella loro diversità di colore, ci riconducono ad una figura unica di san Calogero di Sicilia.

Giuseppe Verde

A piedi da Caltabellotta a sciacca festA di sAn CAlogero

È “il patrimonio di conoscen-ze e di esperienza garantito

dalle persone che lavorano” la “base realistica da cui ripartire” per uscire dalla crisi. Aprendo il 25 maggio l’assemblea dei vescovi italiani, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha parlato della crisi economica da cui l’Ita-lia è “duramente provata”, e che produce “una comprensibile ansia volta a scrutare i segni di uscita dal tunnel”. Nonostante le “previ-sioni quasi rasserenanti, che tutti naturalmente vorrebbero vedere confermate”, per la Cei questo è “il momento in cui la crisi tocca in modo più diretto, quasi cruento, la realtà ordinaria delle famiglie”, per le quali serve “un fisco più equo”. La crisi, in altre parole, per i vescovi italiani “sta producendo i suoi effetti più deleteri sull’anello più debole della nostra popola-zione”. “Dalla crisi in corso – ha affermato il presidente della Cei – dobbiamo uscire non con una svalutazione del lavoro, identifi-cato come circostanza casuale e fortuita, ma con la riscoperta del legame imprescindibile dell’uomo con il lavoro”. È in questa prospet-tiva che si colloca la Colletta na-zionale che il 31 maggio si svolge-rà in tutte le parrocchie per “dare vita a un Fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà”.

La Chiesa non fa selezioni.

“Non si può assolutizzare una situazione di povertà a discapito delle altre; ma non si può nemme-no distinguere tra vita degna e vita non degna”. Con queste parole il card. Bagnasco ha spiegato come “rispetto alle diverse stazioni della Via Crucis che l’uomo oggi affron-ta, la Chiesa non fa selezioni”. “La sua iniziativa – ha però precisato – non ha mai come scopo una qualche egemonia, non usa l’idea-le della fede in vista di un potere”, ma “per una società veramente umana”. “Non c’è contraddizione”, dunque, “tra mettersi il grembiule per servire le situazioni più espo-ste alla povertà e rivolgere ai re-sponsabili della democrazia un ri-spettoso invito affinché in materia di fine vita non si autorizzi la pri-vazione dell’acqua e del nutrimen-to vitale a chi è in stato vegetativo. È una questione di coerenza”.

Con o senza Dio cambia tut-to. “Se accettassimo l’idea di un cattolicesimo inteso come religio-ne civile, o come «agenzia uma-nitaria», priveremmo la comunità umana di un apporto fondamen-tale e originale in ordine alla edi-ficazione della stessa città dell’uo-mo. Saremmo più poveri noi e sarebbe più povera la società”. Ne è convinto il card. Bagnasco, che ha annunciato un’iniziativa che, nella forma di un convegno in-ternazionale sul tema «Dio oggi»,

è stata “messa in cantiere” per il mese di dicembre dal Comitato per il progetto culturale, presiedu-to dal card. Ruini. Significativo il sottotitolo, citazione di Miguel De Unamuno: “Con Dio o senza Dio cambia tutto”.

Le sfide dell’immigrazione. “Guai a sottovalutare i segnali di allarme che qua e là si sono re-gistrati nel nostro Paese”. Lo ha detto il card. Bagnasco, secondo il quale la “risposta” al fenomeno migratorio “non può essere sol-tanto di ordine pubblico”, ma con-siste nel garantire “i meccanismi di una convivenza che, a partire dall’identità secolare del nostro popolo, diventa capace di incon-trare altre identità, di contagiarsi positivamente secondo modelli interculturali, pur senza cedere ad una logica relativistica”. Riferendo-si al ddl sulla sicurezza, Bagnasco ha citato la “controversa prassi dei respingimenti”, auspicando per l’Italia “una strategia più ampia e articolata” e la necessità di seguire “la via della cooperazione interna-zionale”, che “deve diventare un caposaldo trasversale della politica italiana ed anche europea”.

Educare “al domani”. “Educare uomini e donne che

faranno l’Italia e l’Europa di do-mani”. È l’impegno assunto dalla Chiesa italiana per rispondere all’“allarme serissimo” in atto sul

fronte educativo. “Alla luce delle esperienze non tutte positive degli ultimi anni, va costruita l’Euro-pa dei cittadini e dei popoli, non quella delle burocrazie”, ha detto il cardinale alla vigilia del voto: “Un’Europa che può tornare ad essere un ideale luminoso solo se si farà attenta alle coscienze e alle culture, se sa essere generosa al-l’esterno perché fedele e creativa rispetto alle proprie radici”. “L’edu-cazione è molto più che istruzio-ne”, ha sottolineato il presidente della Cei riferendosi al tema cen-trale dell’assemblea. Da parte sua la Chiesa intende “riprendere e intensificare” la sua “straordinaria stagione formativo-educativa” de-gli ultimi 60 anni, “mai dismessa”, collocandosi così su “una linea di servizio che probabilmente inter-cetterà l’attesa di molte famiglie, a prescindere dalla frequenza o meno ai sacramenti”.

Sir

Questione di coerenzaAsseMbleA Cei Prolusione del Card.Bagnasco

Page 7: L'Amicod del Popolo

Vita Ecclesiale �L’Amico del Popolo31 Maggio 2009

Anche quest’anno il Se-minario Arcivescovile di Agrigento apre le porte a quanti, sabato 30 maggio, alle 21, vorranno partecipa-re alla Veglia di Pentecoste. “In ascolto dello Spirito” è il tema scelto per questo che, per la Diocesi, è stato l’an-no dell’Ascolto. Il momento di preghiera, che inizierà nell’atrio del Seminario e

terminerà sul sagrato della Cattedrale, sarà segnato, ol-tre ovviamente all’invocazio-ne allo Spirito Santo, dai tre simboli che saranno propo-sti nei tre momenti in cui si articolerà la Veglia: la Parola di Dio, segno dello Spirito che, incarnandosi nel grem-bo della Vergine Maria, fa sì che il Verbo sia annunziato agli uomini; il Cero pasqua-

le, simbolo di Cristo risorto che illumina il suo popolo; l’Acqua, memoria del Batte-simo, segno della nascita a nuova vita per ogni cristiano. Il cristiano, illuminato dal-la Luce di Cristo e formato dalla Parola, diventa sorgen-te di acqua zampillante per tutti gli uomini. Presiederà la celebrazione l’Arcivescovo, mons. Montenegro.

a cura di Gino FaragonePENTECOSTE

Lo Spirito: guida alla verità

«O Signore,

perché

non mi prendi

per mano?»

la Parola

Qualche giorno fa, un confra-tello presbitero mi esprimeva la sua profonda amarezza nel con-statare che i nostri fedeli cristiani conoscono davvero poco lo Spi-rito Santo. “Mi sembrava di rivi-vere – aggiungeva – l’esperienza di San Paolo ad Efeso narrata negli Atti degli Apostoli, quando chiede ad alcuni cristiani se ave-vano ricevuto lo Spirito Santo, e si sente rispondere: «Non abbia-mo neanche sentito dire che esi-sta uno Spirito santo» (19,1ss). Una risposta ed una esperienza che potrebbero essere confer-mate da tanti altri presbiteri. Ri-flettiamo nella solennità odier-na sul testo del vangelo, che è composto da due delle cinque promesse dello Spirito Paraclito, che Gesù rivolge ai suoi discepo-li durante l’ultima cena, secondo

il racconto giovanneo (15,26-27; 16,12-15).

«Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede da Padre, egli darà testimonian-za di me». In questa promessa si insiste sul ruolo della testi-monianza. Il contesto è quello dell’odio del mondo: “Se hanno perseguitato me, perseguiteran-no anche voi” (15,20). Quegli uomini che hanno deciso di eli-minare Gesù , faranno di tutto per eliminare anche i suoi disce-poli. Anzi alcuni, comportando-si così, riterranno di compiere un’azione buona: “Chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio” (16,2). Un’accusa assai dura nei confronti di quelle istituzioni, anche religiose, che opprimono l’uomo: chi ucci-

de un uomo, non può avere la pretesa di conoscere Gesù o il Padre. Alla tristezza dunque del distacco per la dipartita di Gesù, si aggiunge anche la paura per l’atteggiamento degli uomini, che si oppongono al vangelo. In questo contesto, lo Spirito si presenta nel ruolo di “difensore” di Gesù e dei cristiani. Renderà questa testimonianza all’interno della comunità, cautelandola della verità del suo messaggio e confermando l’esperienza dei suoi membri.

«Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità…Egli mi glorificherà, per-ché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». L’intervento dello Spirito deve aiutare i di-scepoli a comprendere meglio le parole e i gesti di Gesù, alla luce

del Primo Testamento e anche di quei fatti che in un primo mo-mento avrebbero fatto disperde-re i discepoli, scandalizzati e im-pauriti, come la morte del loro Maestro. Gesù aveva comuni-cato già ai suoi discepoli ciò che aveva udito dal Padre (15,15), ma essi ora non sono nelle con-dizioni di poter comprendere la portata e la profondità del suo messaggio. Non possono sapere della sua morte e del suo signi-ficato salvifico. Gesù ripetuta-mente aveva insegnato a vivere da uomini liberi, da uomini veri. Aveva percorso le strade polve-rose della Palestina per comu-nicare il vero volto di Dio Padre, un Dio che vuole la salvezza di tutti gli uomini, non un nemico degli uomini, da temere dunque. Questa sua predicazione aveva

trovato una dura opposizione nelle autorità politiche e reli-giose, ma aveva trovato anche cuori generosi disposti a seguir-lo nonostante l’incomprensio-ne del progetto. Compito dello Spirito sarà sostenere i discepoli nella testimonianza della verità, confortarli e appoggiarli nell’an-nuncio del vangelo, guidarli alla piena comprensione del mes-saggio di Gesù. Egli non dovrà comunicare dottrine nuove, ma facilitare la piena comprensione del Verbo, in modo particolare quel messaggio, che non è fatto solo di parole, ma di gesti che esprimono chiaramente l’amo-re di Dio. Aiuterà la comunità a vivere il tempo presente come tempo ultimo e a gioire della pace che il Figlio lascia ai suoi discepoli.

intervista �con il vescovo di Iringa in visita ad Agrigento

Collaborazione �non �assistenza

Agenda dell’Arcivescovosabato 30 maggio

21.00 Agrigento - Seminario Presiede la veglia di Pentecoste in Seminario

martedì 2 giugno

19.00 Agrigento - Prefettura Partecipa al ricevimento presso il Palazzo di gerverno in occasione della festa della Repubblica

mercoledì 3 giugno

10.00 Messina Si reca a Messina per la festa della Madonna della Lettera.

sabato 6 giugno

18.30 Canicattì - parr. Redentore Incontra la comunità ecclesiale

domenica 7 giugno

10.30 San Giovanni G. - Matrice Partecipa alla cerimonia in occasione dei lavori di restauro della Chiesa Madre di San Giovanni Gemini

9-10 giugno

Linosa e Lampedusa Incontra le comunità ecclesiali delle isole di Linosa e Lampedusa

Giovedì 21 maggio, Mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, Vescovo di Iringa

(Tanzania), ha fatto visita all’Arcivescovo di Agrigento, Mons. Montenegro, con cui si è intrattenuto parlando del servizio dei missio-nari agrigentini nella Parrocchia di Ismani. All’incontro erano presenti anche don Luigi Mazzocchio, direttore del Centro Missiona-rio della nostra Diocesi, e Francesco Piscopo, amministratore di Ismani.

«La mia visita ad Agrigento – ha dichiara-to Mons. Tarcisius - è dovuta al gemellaggio che le nostre diocesi hanno creato negli anni ‘70, dando vita ad uno scambio intraeccle-siale per il quale Agrigento ha mandato suoi sacerdoti ad Ismani. Sono già venuto due volte, ai tempi di Mons. Ferraro, ma è la pri-ma dall’insediamento di Mons. Montenegro: sono venuto proprio a salutarlo e conoscerlo. Abbiamo avuto uno scambio di vedute molto illuminante».

Avete parlato del futuro di Ismani?

Abbiamo realizzato che questo è stato un tempo pieno di esperienze positive per en-trambe le diocesi. Agrigento ha sperimentato l’aria della missione, mentre Iringa è cresciu-ta guardando alla sorella più anziana. Siamo concordi nel ritenere che, in un rapporto di gemellaggio tra Chiese, entrambe debbano dare e ricevere reciprocamente. Non assi-stenzialismo, ma collaborazione.

Qual è stato il frutto di questa collabo-razione?

Se da un lato il servizio ministeriale agri-gentino ad Ismani ha dei risvolti assai prezio-si per noi, dall’altro, la presenza dei sacerdoti agrigentini è stata motivo di arricchimento anche per Agrigento, in cui ci sono anche tan-ti laici impegnati che si recano ad Ismani per gustare la vita della missione e che noi siamo lieti di accogliere.

Cosa vede per il futuro? Quali sono le emergenze attuali di Iringa?

Avremmo bisogno che ci aiutaste nella for-mazione e nell’assistenza sanitaria per i più poveri. Sarebbe bello, poi, se da Agrigento potesse venire un architetto o un ingegnere che ci aiutasse nella progettazione di strut-ture sicure per scuole, ospedali o chiese. Po-tremmo pensare a dei progetti da realizzare insieme, mantenendoci in dialogo sempre costante.

Come è avvertita la presenza agrigenti-na nella sua Diocesi?

C’è una grande familiarità e pro-fonda riconoscen-za. La parrocchia di Ismani è un esempio per tante altre. Diversi miei sacerdoti si sono formati ad Agri-gento e sentono la vostra diocesi un po’ come la loro, anche adesso che sono tor-nati a servire la Chiesa di Iringa. Confidiamo che la nostra collaborazione possa protrarsi ancora a lungo.

Quanto tempo si fermerà in Italia?Sono in Italia dal 17 aprile e tornerò ad Irin-

ga il 28 maggio. Ho girato il Paese per incon-trare le associazioni e i Vescovi che sostengo-no da anni progetti e missioni nella diocesi a me affidata. Menfi, Agrigento, Sciacca, Mon-tevago, Catania, Nicosia, Palermo, sono solo alcune delle realtà ecclesiali siciliane con cui siamo gemellati da anni e che incontrerò in questi giorni”. La permanenza siciliana di Mons. Ngalalekumtwa è stata curata dalla ONLUS “Giuseppe Carlino” di Sciacca, che sostiene la Parrocchia di Nyabula attraverso la costruzione di una Scuola secondaria e la realizzazione di progetti che sostengono la cultura come fattore di promozione sociale.

Valerio Landri

veglia �di �Pentecoste

CamPobello �di �liCata Convegno UCIIM

la �parola... �e/è �carità

ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE • Esigenze del Culto 341.000,00• Esercizio cura delle anime 517.500,00• Formazione del Clero 95.000,00• Catechesi ed Ed. Cristiana 7.500.00• Contr. prom. sost. Economico 2.500,00• Contributo alla CESi 19.495,45• Iniziative Pluriennali 25.807,88

Totale Assegnazioni 1.008.803,33

INTERVENTI CARITATIVI• Distribuzioni persone bisognose 71.000,00• Opere Caritative Diocesane 108.000,00• Opere Caritative parrocchieli 114.050,00• Opere Caritative altri Enti 43.500,00• Altre Assegnazioni ed erog. 195.924,48• Iniziative Pluriennali 25.464,70

Totale Assegnazioni 557.939,18

Dalle sopraddette somme pervenute in Diocesi, per l’An-no 2008 hanno beneficiato, per esigenze diverse, i seguenti Enti: *AGRIGENTO: Parrocchie: Madonna Catena Villa-seta - Cattedrale – Madonna di Fatima - S. Gregorio – S. G. Battista – S. Teresa– S. Lorenzo Monserrato – S. Cuore - Altri Enti: Curia – Volontariato Penitenziario– Assisten-za Carceraria – Associazione a Servizio di ogni Povertà – Seminario – Caritas Diocesana – Centro per la Bioetica - Biblioteca Lucchesiana – C.A.V. Figlie della Carità Az. Osped. - Volontariato Disabili - Oratorio Luce Nuova Villa-seta- Porte Aperte *ARAGONA: C.A.V.- Volontariato Vin-cenziano *BURGIO: S.Antonio Abate * CAMPOBELLO DI LICATA: Parr. B.M.V. Lourdes - Matrice *CANICATTI’: S. Biagio – Ass. SS. Redentore *CASTELTERMINI: Madon-na del Carmelo - Caritas cittadina *CATTOLICA: Parr. S. Spirito *CIANCIANA: Chiesa Madre *FAVARA: Ss. Pietro e Paolo – Collegio di Maria - Matrice– Casa Accoglienza “Papa Giovanni” – Itria - Francescani *GROTTE: S. Vene-ra - *LAMPEDUSA: S. Gerlando *LINOSA: S. Gerlando *LICATA: Parr. Sette Spade - S. Barbara – CAV - B.M.V. Monserrato – Caritas Cittadina – Centro 3P *MENFI: Parr. S. Michele *MONTALLEGRO: S. Leonardo * PALMA DI MONTECHIARO: Parr. Trasfigurazione *PORTO EM-PEDOCLE: Parr. Santa Croce – Matrice *RACALMUTO: Com. Incontro - Oasi Sacra Famiglia *RAFFADALI: Matrice *RAVANUSA: Parr. Sacra Famiglia *RIBERA: Caritas Citta-dina *SCIACCA: Caritas Interp. *SICULIANA: Matrice *S. ELISABETTA: Matrice *S. MARGHERITA BELICE: Matri-ce *VILLAFRANCA SICULA: Parr. B.M.V. Catena.

L’economo diocesano can. Calogero Castronovo

arcidiocesi �di �agrigentoerogazioni �delle �somme �derivanti �dall’8xmille �dell’irPeF �per �il �2008

“Annunciare è già carità; carità è già annun-ciare”: con queste parole, Mons. Francesco Montenegro, ha dato avvio al Convegno sezio-nale UCIIM di Campobello di Licata-Ravanu-sa, sabato 16 maggio.

É stata una “sosta” gioiosa, riflessiva e for-mativa questa possibilità che l’UCIIM (asso-ciazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori) ha dato a vari parteci-panti al convegno. Al tavolo dei relatori, oltre all’arcivescovo, l’ins. Melina Intorre, presidente sezionale dell’UCIIM, il prof. Riccardo Scuderi, presidente provinciale dell’UCIIM di Agrigen-to e moderatore del convegno, don Vincenzo

Avanzato, con-sulente ecclesia-stico dell’UCIIM di Campobello-Ravanusa e la prof. Angela Falletta, consigliere centrale del-l’UCIIM.

«La carità - ha detto l’arcivescovo nel suo in-tervento - è il cuore del vangelo. Essa non può essere delegata ad alcuni! L’Eucaristia è il gesto della tenerezza, dell’amore, dell’essere Padre che si prende cura dei figli perche li ama. Se vo-gliamo amare dobbiamo amare come Gesù».

Piera Accascio

Sabato 23 maggio, nella Par-rocchia San Nicola - Fon-tanelle, ad Agrigento, don Luigi Mazzocchio, Diretto-re dell’Ufficio Missionario Diocesano, al termine della Celebrazione eucaristica ha conferito il mandato mis-sionario a Lina Russo, che trascorrerà ad Ismani, in Tanzania, i prossimi mesi. Lina, che l’anno scorso si era fermata in Africa per tre mesi, quest’anno resterà fino al mese di ottobre. Attorno a lei si sono stretti i parrocchiani e i volontari dell’Ufficio Missionario.

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� L’Amico del Popolo31 Maggio 2009Promo Amico

L’Ato GE.S.A. AG2 spa, sensibile alla tutela del

contesto ambientale e ter-ritoriale in cui è inserita, è impegnata, in stretta colla-borazione con i comuni soci, nell’affrontare la problematica relativa alla gestione dei rifiuti.

Al fine di salvaguardare, valorizzare e promuovere il territorio, migliorare la qualità della vita dei cittadini e ren-dere maggiormente efficace il servizio di raccolta diffe-renziata già avviato in diversi comuni, l’Ato GE.S.A.AG2 spa ha deciso di portare avanti e promuovere l’iniziativa del “Compostaggio domestico”.

Dando seguito alla Circola-re del 14/09/07, prot.n. 26198 dell’Agenzia Regionale Rifiu-ti e Acque (pubblicata sulla GURS n.45 del 21/09/07), gli uffici tecnici della GESA han-no redatto il progetto relativo alla diffusione della pratica del compostaggio domestico.

Detto Progetto si ispira alle prescrizioni della normativa ambientale vigente, secon-do cui la gestione dei rifiuti deve conformarsi ai principi di cooperazione e responsa-bilizzazione di tutti i soggetti coinvolti nel consumo, pro-duzione e impiego dei beni da cui originano i rifiuti.

Il Progetto, incentivando il riutilizzo degli scarti orga-nici da cucina e da giardino, attraverso la pratica del com-postaggio domestico, mira a diffondere comportamenti virtuosi e una coscienza am-bientale maggiormente sen-sibile, attraverso la distribu-zione, presso i nuclei familiari selezionati dai rispettivi comu-ni di appartenenza, della dota-zione strumentale, costituita da una compostiera (di 300 o 800 litri), una biopattumiera e una guida al compostaggio, necessaria per realizzare la pratica del compostaggio nel proprio orto o giardino.

La fornitura è stata finanzia-ta con i fondi POR 2000/2006 a seguito di decreto di finan-ziamento n.214 del 26/06/08 dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque di Palermo.

Ma cos’è il compostaggio domestico?

Il compostaggio domestico è un processo naturale, utile a ricavare del buon terriccio dagli scarti organici della cuci-na e del giardino. In Italia ogni abitante produce circa 1 Kg di rifiuti solidi urbani al giorno. Di conseguenza, in media, una famiglia di quattro perso-ne ne produce in un anno cir-ca una tonnellata e mezza.

Prevedendo, infatti, un re-cupero diretto di materiali organici di scarto all’inter-no dell’economia familiare, il compostaggio domestico intercetta materiali valoriz-zabili prima ancora della loro consegna al sistema di raccol-ta, sottraendoli al computo complessivo dei rifiuti gestiti (in forma differenziata e non). Sotto questo profilo, è impor-tante rimarcare il fatto che il compostaggio domestico va definito come quella modalità di intervento di riduzione al-

l’origine dei rifiuti.Il compostaggio domestico

consente, quindi, di rispar-miare non solo sul conferi-mento (come nel caso della raccolta differenziata), ma anche sulla raccolta dei rifiuti, proprio per il fatto che l’attivi-tà viene integralmente gestita nell’ambito dell’unità familiare coinvolta.

Le utenze domestiche (an-che i condomini) che utilizza-no il compostaggio in modo corretto possono usufruire di una riduzione tassa sui rifiuti.

Le domande di riduzio-ne devono essere presentate al Servizio Tributi dell’ATO AG2 o del proprio comune di appartenenza, utilizzando la modulistica appositamente predisposta.

Gli utenti interessati, do-vranno sottoscrivere una con-venzione in cui si richiede tale riduzione e ci si impegna a praticare in modo continuati-vo il compostaggio domestico della frazione organica dei ri-fiuti prodotti.

Dagli uffici della GESA è stato predisposta l’integrazio-ne ai regolamenti comunali sulla tassa dei rifiuti, nonché gli schemi di convenzione per le utenze domestiche e non domestiche che attualmente sono in fase di approvazione da parte dei consigli comu-nali dei comuni soci dell’ATO AG2. La riduzione della tassa rifiuti è praticabile da parte dell’Amministrazione Comu-nale ai sensi dell’art. 67 del D. Lgs. 507/93 ed è prevista nel D. Lgs. 22/97 all’art. 49 al punto 10 come modificato dal D.lgs. 152/06. Tale riduzione si giustifica tecnicamente ed economicamente per le eleva-te quantità di rifiuti che ven-gono auto/smaltiti dagli utenti che praticano questa tecnica.

ADOTTA UNA COMPOSTIERA

GUIDAal COMPOSTAGGIO DOMESTICOCOSA INSERIRE NELLA COMPOSTIERA:

Iniziativa dell’ATO GE.S.A.AG2

Nella foto la Guida al compostaggio distribuita agli utenti dell’ATO AG2