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LAMIA Tramandano Livio, Virgilio e Servio che nel Cermalo, parte occidentale del Palatino, era il Lupercale, grotta sacra a Fauno o Pan <<che difende dai lupi>>. Secondo la tradizione latina Evandro non avrebbe costruito un tempio a Pan ma istituito le feste Lupercali in suo onore 1 . E’ in questo antro che abitava ed abita Lamia, la sibilla, uno dei tanti nomi attribuiti alla Lupa romana. Nel caso di specie lamia ha un duplice significato, da un lato è una contrazione di latomia 2 , che per l’appunto significa antro, spelonca, dal verbo latino lateo, dall’altro si riferisce ad un personaggio che lecca, dal verbo latino lambere passato nello spagnolo come lamer. In epoca medievale era conosciuta come langue d’oil o langue d’oc, cioè lingua di lio, leone, e lingua d’oca, di [r]oca o della Rocca, che langue nell’antro (Antrodoco). L’antro era conosciuto in epoca imperiale romana come Saltus Lamianus ed anche come Villa Magna Variana, come si può evincere rispettivamente dalle iscrizioni ritrovate in Tunisia, una presso Oued Medjerda Valley e l’altra presso Henchir-Mettich (Testour). In quest’ultima si fa menzione di un “fundus Villae Magnae Varianae id est Mappalia Siga” 3 . 1 Gli Stromati, M. Rizzi, Ed. Paoline, pag. 118 (su Google Libri), nota 35, cap. 21, par. 109. 2 <<La latomia (pronuncia latomìa o, alla latina, latòmia) deriva dal latino lātomĭae che a sua volta deriva dal greco latomíai composto da lâs, pietra, e tomíai da témnein, tagliare. Nell'antichità greco-romana erano cave di pietra o di marmo usate per incarcerare schiavi, prigionieri di guerra o delinquenti in genere. Oggi il termine, per estensione, può significare "carcere", specialmente se sotterraneo e tenebroso>> (brano tratto da Wikipedia, vece latomia). 3 Le mapalia (mapalium) erano capanne, tende con una copertura a volta, che i nomadi africani portavano seco sui loro carri; ed anche villaggi formati di queste capanne (Dizionario Latino-Italiano, Campanini/Carboni, Partavia – vedi la descrizione di Publius Vergilius Maro, Georgicorum Libri Quatuor, pag. 302, John Martin, 1819, su Google Libri). Tuttavia, nel contesto cartografico crittato La Grande Villa Variana ed i Mappalia Siga sono nomi cifrati delle Piramidi egizie (X e ), chiamate con definizione figurata siga, cioè sega, per via della loro somiglianza ai denti di una sega. Tale circostanza può essere evinta anche dai termini della lingua araba As-Sa'iqa, al-Saika o Saeqa. Con essi però si ci si riferiva in origine non alle Piramidi bensì alla potente energia dalle stesse prodotta: tuoni, saette e tempeste (gli antichi Egizi già erano in possesso della moderna tecnologia per le manipolazioni meteorologiche). Nel contesto strettamente religioso musulmano la seca o sica (sicarii) era uno dei nomi dell’arma da taglio usata dai musulmani per la macellazione degli Agnelli di Dio (lo stesso Gesù era chiamato ironicamente Agnello di Dio). Sica e le sue varianti linguistiche è imparentata etimologicamente con il latino siccare (uccidere o bruciare), zucca (taglio della testa), zecca (arabo sekkah nel senso di solco o taglio), con l’ebraico zadek (sadico) e con l’arabo suq o souq (nei casi di macellazione rituale preceduta dallo stupro). L’iscrizione lapidea, risalente al periodo dell’Imperatore Traiano, contiene una serie di disposizioni giuridiche riguardanti l’utilizzo dell’ager romanus nelle colonie tunisine. I fondi disciplinati dalle norme, Villa Magna Variana e Mappalia Siga, sono così chiamati perché fondi della sica, cioè sottratti dai Romani ai sicarii, e fondi di bari, appartenuti ai berberi (Numidae o nomadi). Le popolazioni musulmane tunisine dell’epoca sono considerate sicarii (da sica) e berberi (da barbar, bari bari, latinizzato in varus e varianus), cioè epigoni della sica e del beri egizio, cioè del tiber o tibar. La zona in cui ricadono i territori si trova all’interno di una complessa mappa crittata, contenente altri toponimi che sembrano ricondurre a Roma e al vicino Altopiano delle Rocche, dove dovrebbe trovarsi la vera “Grande Villa” risalente all’epoca dei Faraoni. Il toponimo latino Carthago o Karthago, greco Καρχηδών, Karkhēdōn, arabo ΝΎѧѧρήϗ , Qarṭāj, berbero Kartajen, ebraico ,קרתגוKartago deriva dal fenicio ְ ְ שַ דַ חְ ְ רַ Qart-ḥadašt, che significa «Città nuova» intesa come "Nuova Tiro” o “Nuovo Egitto”. Circa il tenore dell’iscrizione, che ricalca la Lex Manciana, vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Lex_Manciana

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LAMIA

Tramandano Livio, Virgilio e Servio che nel Cermalo, parte occidentale del Palatino, era il

Lupercale, grotta sacra a Fauno o Pan <<che difende dai lupi>>.

Secondo la tradizione latina Evandro non avrebbe costruito un tempio a Pan ma istituito le feste

Lupercali in suo onore1.

E’ in questo antro che abitava ed abita Lamia, la sibilla, uno dei tanti nomi attribuiti alla Lupa

romana.

Nel caso di specie lamia ha un duplice significato, da un lato è una contrazione di latomia2, che per

l’appunto significa antro, spelonca, dal verbo latino lateo, dall’altro si riferisce ad un personaggio

che lecca, dal verbo latino lambere passato nello spagnolo come lamer.

In epoca medievale era conosciuta come langue d’oil o langue d’oc, cioè lingua di lio, leone, e

lingua d’oca, di [r]oca o della Rocca, che langue nell’antro (Antrodoco).

L’antro era conosciuto in epoca imperiale romana come Saltus Lamianus ed anche come Villa

Magna Variana, come si può evincere rispettivamente dalle iscrizioni ritrovate in Tunisia, una

presso Oued Medjerda Valley e l’altra presso Henchir-Mettich (Testour).

In quest’ultima si fa menzione di un “fundus Villae Magnae Varianae id est Mappalia Siga”3.

1 Gli Stromati, M. Rizzi, Ed. Paoline, pag. 118 (su Google Libri), nota 35, cap. 21, par. 109.2 <<La latomia (pronuncia latomìa o, alla latina, latòmia) deriva dal latino lātomĭae che a sua volta deriva dal grecolatomíai composto da lâs, pietra, e tomíai da témnein, tagliare. Nell'antichità greco-romana erano cave di pietra o dimarmo usate per incarcerare schiavi, prigionieri di guerra o delinquenti in genere. Oggi il termine, per estensione, puòsignificare "carcere", specialmente se sotterraneo e tenebroso>> (brano tratto da Wikipedia, vece latomia).3 Le mapalia (mapalium) erano capanne, tende con una copertura a volta, che i nomadi africani portavano seco sui lorocarri; ed anche villaggi formati di queste capanne (Dizionario Latino-Italiano, Campanini/Carboni, Partavia – vedi ladescrizione di Publius Vergilius Maro, Georgicorum Libri Quatuor, pag. 302, John Martin, 1819, su Google Libri).Tuttavia, nel contesto cartografico crittato La Grande Villa Variana ed i Mappalia Siga sono nomi cifrati delle Piramidi

egizie (X e), chiamate con definizione figurata siga, cioè sega, per via della loro somiglianza ai denti di una sega.Tale circostanza può essere evinta anche dai termini della lingua araba As-Sa'iqa, al-Saika o Saeqa.Con essi però si ci si riferiva in origine non alle Piramidi bensì alla potente energia dalle stesse prodotta: tuoni, saette etempeste (gli antichi Egizi già erano in possesso della moderna tecnologia per le manipolazioni meteorologiche).Nel contesto strettamente religioso musulmano la seca o sica (sicarii) era uno dei nomi dell’arma da taglio usata daimusulmani per la macellazione degli Agnelli di Dio (lo stesso Gesù era chiamato ironicamente Agnello di Dio).Sica e le sue varianti linguistiche è imparentata etimologicamente con il latino siccare (uccidere o bruciare), zucca(taglio della testa), zecca (arabo sekkah nel senso di solco o taglio), con l’ebraico zadek (sadico) e con l’arabo suq osouq (nei casi di macellazione rituale preceduta dallo stupro).L’iscrizione lapidea, risalente al periodo dell’Imperatore Traiano, contiene una serie di disposizioni giuridicheriguardanti l’utilizzo dell’ager romanus nelle colonie tunisine.I fondi disciplinati dalle norme, Villa Magna Variana e Mappalia Siga, sono così chiamati perché fondi della sica,cioè sottratti dai Romani ai sicarii, e fondi di bari, appartenuti ai berberi (Numidae o nomadi).Le popolazioni musulmane tunisine dell’epoca sono considerate sicarii (da sica) e berberi (da barbar, bari bari,latinizzato in varus e varianus), cioè epigoni della sica e del beri egizio, cioè del tiber o tibar.La zona in cui ricadono i territori si trova all’interno di una complessa mappa crittata, contenente altri toponimi chesembrano ricondurre a Roma e al vicino Altopiano delle Rocche, dove dovrebbe trovarsi la vera “Grande Villa”risalente all’epoca dei Faraoni.Il toponimo latino Carthago o Karthago, greco Καρχηδών, Karkhēdōn, arabo ΝΎѧѧѧρήϗ, Qarṭāj, berbero Kartajen, ebraico,Qart-ḥadašt ,ַקְרְּת ַחַדְשּתְ Kartago deriva dal fenicio ,קרתגו che significa «Città nuova» intesa come "Nuova Tiro” o“Nuovo Egitto”.Circa il tenore dell’iscrizione, che ricalca la Lex Manciana, vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Lex_Manciana

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Il salto lamiano è una metafora della gola o, in spagnolo, garganta.

Infatti, dato che la lingua “lame” ed è per questo motivo la “lamia”, dietro la lingua, oltre il palato,

c’è il salto lamiano, cioè il budello che dalla bocca, cioè l’entrata, conduce allo stomaco, cioè la

latomia.

Lamianus può essere letto anche come la[to]mia anus, espressione in cui anus è la stretta apertura

che porta alla latomia, dove giace da secoli Lamia o Lupa.

La Villa Magna Varianae, cioè la Grande Villa di Varo, è la terribile residenza del Barone o

Verrone nella Navis, crittogramma di Avis (N) e di Avellus4.

Si tratta di nave, perché per varo si intende il varo5, cioè la cerimonia di inaugurazione della nave.

Varo, varonis in latino è l’equivalente di barone in italiano (warrior in inglese) ed entrambi derivano

da una radice indoeuropea war o var, che significa guerra.

Varo o Varro sarebbe guerriero, quindi si potrebbe dire guerriero àvaro, nel senso di spietato, avaro

di pietà.

Da varro deriva verro, in latino verris, -is, maiale, cioè il guerriero visto dal punto di vista

dell’ebreo vittima.

Egli è la stessa (Santa) Veronica6, cioè Yoshua di Nazareth, in quanto dopo la sua cattura da varo e

verro fu trasformato in veronica, cioè scrofa o donna rosa ebrea.

Beffardamente è detto anche dagli ebrei guerriero (varone, barone) delle evas o aves ebree.

La Villa Magna7 di Varo è anche la Grande Casa del Baro, cioè di Yoshua di Nazareth, definito

baro in quanto aveva barato con i Romani (è definito anche Il Traditore) ed in quanto è in barone,

cioè in una grande bara o sepolcro8.

4 Su www.etimo.it l’etimo di avello – diminutivo di avis,-is - è ricondotto a lavellum o labellum, quindi a labium e alambere, al greco lapein, da cui i termini inglesi lap e lip.Dato che lambere in latino significa lambire e lamer (leccare), la parola inglese lamb, agnello, dovrebbe proprio riferirsia Lamia che “lame”, cioè all’Agnus Dei che “lecca”, impazzendo nel sepolcro.In realtà, l’Agnello in argomento, per evidenti ragion cronologiche, dovrebbe essere un precursore di Cristo, un Joshuache lo ha preceduto e al quale Gesù ed i suoi Discepoli si richiamavano.5 Il varo è l'evento con cui lo scafo di una nave in costruzione in un cantiere navale entra in acqua per la prima volta.Viene fatta scivolare in acqua da una vara (to give birth to a young sheep e, in metafora, to a young ship).Il termine deriva da varicare ed esprime un concetto analogo al verbo divaricare.La chiglia della nave apre e separa le acque analogamente ad una persona che divarica le gambe.Sull’Altopiano delle Rocche le zampe divaricate dell’aquila convergono su Rovere.Varicare a sua volta viene da variare, cioè cambiare posizione o via.Ma è probabile anche che il latino varicare venga da baricare o barcare, cioè iniziare la navigazione della barca o nave.6 Il Velo della Veronica è una reliquia cristiana.<<Consiste in un panno di lino, in origine possesso di Santa Veronica, nel quale è impresso un volto che si ritieneessere quello di Gesù>> (vedi le voci Veronica e Velo della Veronica su Wikipedia).7 Villamagna è diventato il toponimo di un paese in provincia di Chieti, il cui antico abitato rispecchia in manierapressoché fedele la forma dell’originaria Rocca di Mezzo.Il paese si trova perfettamente allineato con il lato nordovest delle tre Piramidi di Giza (Keope, Kefren e Micerino).Tuttavia, il toponimo Villa Magna sembra riferirsi specificamente alla Piramide di Keope, essendo questa la PiramideMagna.8 Eloquente è a tal proposito il toponimo Santa Maria in Baro.

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La Grande Casa del Baro è la Mappalia Siga Map Ali Siga.

Tale espressione significa che bisogna seguire le mappe delle Ali, cioè le indicazioni che si ricavano

dalle Piramidi egizie, paragonate ad ali di aquila o ai denti di una sega (seca).

Dato che le ali sono al tempo stesso una cresta di gallo, seguendo le indicazioni mappali si perviene

al sepolcro nascosto di Cristo9, ubicato a L’Aquila, non l’attuale città capoluogo abruzzese, bensì

l’Altopiano delle Rocche che, visto dall’alto, ha la forma approssimativa di un’aquila con ali e

zampe distese.

L’ipotesi è che la Camera segreta ed ipogea sia sotto il Monte Cermalo, in latino Mons Cermalus,

un colle dell’Altopiano da cui in epoca remotissima prese il nome l’omonimo colle situato nella

parte occidentale del Palatino.

L’antro tra le Rocche abruzzesi dove tuttora sarebbe celato il sepolcro fu chiamato Lupercale, grotta

sacra ai Romani.

In esso dovrebbe risiedere da tempo immemorabile Lupercus (conosciuto anche come Lupa

Capitolina), vale a dire Lu Puercus o Lu Porcus.

Il Monte Cermalus è la versione latina del Monte Carmelo.

Sarebbe il Monte Carmelus, vale a dire il Monte Camelus o Camel, chiamato dai Palestinesi Gamla

o Gamala, e sarebbe il vero Nazaret.

Il nome Carmelus è parola composta da 10, che in greco significa testa, capo, e malus, che in

latino significa melo, oppure da e malum, che invece significa mela o pomo.

L’equiparazione del Malum, melo, al Malvagio (in spagnolo malo, in inglese male) è nata nella

cultura ebraica per rammentare il lunghissimo periodo di schiavitù degli ebrei prima presso gli

antichi Egizi e poi presso i musulmani.

Il malum, cioè il frutto del melus, nel linguaggio crittato ebraico rappresenta il maschio di capra,

becco, montone o ariete, cioè dell’uomo romano ed arabo-musulmano che sadicamente “becca”

cioè infilza l’ebreo per fargli versare il sangue (o-vino – sottinteso rosso - metafora di sangue).

Il Monte Camel dovrebbe essere Rovere dato che il paese sorge su di un colle a forma di gobba di

cammello ed è lì sotto che dovrebbe essere il Malum.

9 In greco Cristo può essere oltre che Χριστός (unto dal Signore, Messia) anche Χρηστός, virtuoso, buono, utile, epiteto ironico attribuitogli dagli ebrei.Crestòs significa anche Gallo dei Romani, definizione riferibile sia al personaggio Gesù sia al “gaol” o “jail” degli ebreisotto l’Impero romano.10 Il termine è una variante contratta di è l’equivalente di caput, mentre significa cuore ().Derivano da una radice indoeuropea keres.Nella mitologia è la dea della morte, le Kere sono dee funeste identificate con le Erinni.

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Il Capro Espiatorio nel Pentalfa (Altopiano delle Rocche), stilizzato -a destra- in forma di mela (Malum) o goccia (God)

La mela (malum) rappresenta il capro o caper, cioè il maschio (in inglese male) della pecora, detto

anche becco.

La pecora è l’ebreo (gli ebrei sono definiti gregge di Israele), il becco, caprone o montone è il suo

nemico, cioè Yoshua (yo shoa), diventato a sua volta capro espiatorio, innocuo agnello di dio e

vittima eterna (Ostia Eterna).

Egli è agnello nel senso ermetico di abbacchio, cioè di a-becco, dal becco e propugnatore del becco

(il becco è la Piramide Nazista per gli ebrei).

Il significato metaforico della mela è espresso, data la somiglianza, anche dalla goccia, in latino

guta, in spagnolo gota, parola assunta in età remota come nome di Dio, Got, e passata nella lingua

inglese moderna come God11.

Infatti, il contrario di God è Dog, che nel linguaggio criptato ebraico significa “cane persecutore

degli ebrei” e quindi Malum.

God e Dog non sono altro che due dei numerosi appellativi del medesimo personaggio chiamato

Lupercus, il cui vero significato non è Lupo o Lupa, bensì Lu Porcus, Il Porco (Nazista).

11 Il Papa che presiedette allo scioglimento dell’Ordine Templare nella prima metà del 1300, Clemente V (1305-1314),si fece chiamare emblematicamente Bertrand de Got, quasi certamente un soprannome adottato in riferimento a Berardoo Bernardo di Dio, in seguito diventato per evirazione Berna.L’Ordine Templare, con sede centrale ed effettiva, ma segreta, a Rocca di Mezzo, dovrebbe essere l’Ordine ermetico edincognito che custodisce il sepolcro di Yoshua, il Dio-Padrone degli ebrei (Il Pastore del Gregge di Israele).

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Villamagna (CH) e Rocca di Mezzo (AQ)

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Barrington Atlas of the Greek and Roman World – Princeton University

Saltus Lamianus e Mappalia Siga

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