Lambiente 12015 7

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Driving Innovation in Municipal Wastewater L’AMBIENTE 7,906+0*6 ;,*50*6:*0,5;0-0*6 +0 *<3;<9( (4)0,5;(3, 76:;, 0;(30(5, :7( :7,+0A065, 05 ())65(4,5;6 76:;(3, +3 *65= 05 3 5 (9; *644( +*) 403(56 (556 ??00 7LYPVKPJV KP PUMVYTHaPVUL YHJJVTHUKH[V KHSSH *HTLYH ,\YVWLH WLY SH *VVWLYHaPVUL LK PUJLU[P]V HS 7HYSHTLU[V .09:( 1 GENNAIO - FEBBRAIO 2015

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Rifiuti, acque, strumentazione in campo ambientale

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  • Driving Innovation in Municipal Wastewater

    LAMBIENTE7,906+0*6;,*50*6:*0,5;0-0*6+0*

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  • LAMBIENTE SOMMARIO

    Driving Innovation

    in Municipal Wastewater

    LAMBIENTE7,906+0*6;,*50*6:*0,5;0-0*6+0*

  • +++ New: Hall organization is based on the water cycle ++++++ New: FLOOD MANAGEMENT BERLIN +++

    +++ New: Expanded well boring and drilling technology segments ++++++ New: Congress integrated into the trade fair halls +++

    +++ New: Admission to the trade fair includes congress participation +++

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  • Editoriale

    Zombie, smartphone e realt oggettive

    il direttore responsabile

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    Il mio precedente editoriale, in chiusura del trascorso 2014, aveva il seguente titolo: La specie umana, un futuro da zombie?. Non si tratta pi di fanta-scienza in divenire realt, bens di un segnale premonitore di come il destino delluomo si stia inevitabilmente incamminando su tale percorso evolutivo. Un percorso che, purtroppo per noi, destinato a diventate unautostrada con un inizio che data dallorigine della specie ma con un termine che appare sempre pi ravvicinato, forse non quanticabile in termini temporali, ma che nondime-no noi tutti sentiamo non lontano.

    E lo avvertiamo non lontano perch molti assiomi del passato, tab se si vuole, sono caduti miseramente in polvere nel proseguo dei secoli che hanno carat-terizzato levoluzione umana.In particolare, il percorso evolutivo della nostra specie, esploso in misura stupefacente negli ultimi cento anni con andamento esponenziale, peraltro annullando molte credenze che apparivano inamovibili e destinate ad accom-pagnare luomo sino alla ne, ha registrato una imprevedibile rivoluzione co-pernicana. La ricerca scientica, e le sue strabilianti applicazioni, hanno inferto un colpo denitivo ai dogmi del teismo nelle cui varie forme ci si rifugiava in cerca di un abbraccio protettivo. La spiegazione della natura dei fenomeni naturali ha reso inutile, ed anche fuori luogo, il perdurare dei misticismi vari acquisiti sin dalla nascita e sovente imposti come obbligo di vita.

    Uno dei Comandamenti delle Tavole di Mos Io sono il signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me ha costituito un assioma che solo da relativa-mente pochi decenni ha visto incrinati nelle masse popolari i fondamenti su cui poggia; il suo dettato impositivo ed implica laccettazione passiva di un quid sconosciuto senza il diritto di verica. I personaggi che nel lontanissimo passato umano coniarono tali ardite costruzioni teologiche e le loro leggi furo-no dei Grandi e possono considerarsi i precursori dellordinato vivere sociale: Mos, Ges, Confucio, Maometto meritano tutta la gratitudine e lammirazione dei popoli cui hanno elargito il loro messaggio di coesione e dignit sociale.

    Chi scrive queste riessioni si considera intellettualmente un agnostico, e ri-tengo lo rimarr sino al termine del suo iter di vita. Lo , e lo sar giacch sua convinzione che n la scienza n le sue meravigliose derivazioni tecnologiche riusciranno a risolvere il divario ormai molto esile che le separa dal concetto astratto di divinit. A suo personalissimo avviso le due posizioni mentali riesco-no incompatibili luna allaltra sino al limite loro consentito. La prima risulta una costruzione mirabile per conoscenza e fattibilit, che ri-specchia, peraltro, realt oggettive di nostra appartenenza; la seconda delinea il concetto astratto di dogma, da accettare o riutare a priori; ossia lincognita nelle sue impenetrabili nebbie metasiche.

    A questo punto si vorrebbe che siffatte realt/non realt potessero trovare il loro punto di incontro in un dualismo che consenta ad entrambe di coesistere in simbiosi armonica. Il che purtroppo non risulta possibile: per quanto fantasti-co il cammino evolutivo della scienza non risolver mai il quid dellUniverso nel suo essere e relativa evoluzione. Ogni teoria in proposito potr rivelarsi sempre e comunque unipotesi; per quanto affascinante non sfuggir ad ulte-riori interrogativi. Per contro, il dogma non consente veriche n speculazioni intellettuali: e resta una posizione esclusiva di accettazione o riuto.La specie umana, come le altre, costituisce una delle variabili che compon-gono il complesso mondo conosciuto e sottoposto ad evoluzione continua. Variabile dominante, che per rischia di restare vittima delle sorprendenti va-riazioni di cui lei stessa si resa artece.

    La realt, il senso di vita quotidiana, rischiano di sfuggire alla percezione delluomo di oggi. La tecnologia elettronica ha causato le pi profonde modi-cazioni al comportamento di ognuno di noi. Le comunicazioni si effettuano in tempo reale quale che sia la distanza che intercorre fra le persone. Questo bello, meraviglioso? Per un verso, certamente, giacch risulta espressione di completezza, sicurezza, compiacimento ed appagamento. Per un altro, lal-lentamento delle relazioni personali si dimostra disarmante ed inevitabile. Il rischio di perdere la nostra personalit, di non sapere pi comunicare tra noi se non con i supporti elettronici anche a distanza molto ravvicinata non solo reale bens segno premonitore della nostra vulnerabilit soprattutto futura. Ai tempi odierni, qualora si abbia ventura di salire su un trasporto pubblico anche affollato, sette persone su dieci, di qualsiasi et, tengono gli occhi incollati a ci che io mi diletto di denire lo specchietto, ossia lo smartphone: dentro tale aggeggio possibile introdurre di tutto, di utile ma anche di superuo. Per ci dona una sensazione di sicurezza, di protezione dal malessere strisciante denito come solitudine.

    Viene spontaneo il seguente interrogativo: Se gi oggi il moltissimo di cui siamo possessori non riesce a lenire la solitudine ed il vuoto che ci assalgono, quale futuro ci verr riservato? Quali le prospettive? Saremo ancora noi gli arteci dellevoluzione dei pianeta oppure tale nostro ruolo si avvier fatalmen-te, molto rapidamente, alla conclusione? C da temere un non certamente allettante futuro da zombie? Tale rischio, purtroppo, altissimo. Il rischio che il futuro sufcientemente prossimo riuscir esclusivo appannaggio dellintelli-genza articiale, scaturita a sua volta dallintelletto umano, non appartiene pi alla fantascienza, bens alle ipotesi possibili.Per la nostra specie sussistono due pericoli estremi: la perdita dellidentit, lestinzione nel tempo a causa di quanto ha creato essa stessa.

  • Analisi e valutazione della sicurezza idraulica nelle trasformazioni urbanistiche3\PNP-HUPaaP,*6(*8
  • lAmbiente

    1/2015 7

    c = (2,6 + n) [h]

    E sempre opportuno vericare che tale valore critico, non si discosti troppo dal tempo di corrivazione (Tc = tempo di accesso alla rete di drenaggio + tempo di rete). Onde:

    c = p0 S n 1

    '1

    '1

    )'(

    n

    n

    w

    aj [L/s]

    ew = [m]

    dove p0 un parametro che dipende dalle unit di misure richieste e dal tipo di bacino (per bacini di modeste dimensioni, vale 2.168; G. Becciu et Al., 2013), w [m] il volume specico dinvaso, [ 1] il coefciente di deusso, S [ha] larea del bacino scolante, a [m/hn] ed n [n. p.], i parametri, ragguagliati, della curva di pioggia. Per quan-to riguarda la stima del volume dei piccoli invasi, w0, si usano valori unitari dellordine di w0 = 15 m

    3/haIMP, da applicare alla sola parte di bacino impermeabile dellarea del bacino:

    W0 = w0 S IMP [m3]

    Per il volume invasato dalla rete, Wr, si considera, invece, l80 % della somma dei volumi massimi dei collettori a monte:

    Wr = 0,80 S L [m3]

    ovvero, in mancanza di dati sulla rete di drenaggio, questultimo pu essere stimato secondo la seguente relazione (mod. G. Iannelli1, 1969):

    Wr = 0,80 (0,005 r S 0,227) S 104 [m3]

    dove:n (adimensionale) lesponente della curva di possibilit pluviome-trica;S [ha] larea del bacino di drenaggio;0,005 m3/m2 volume dei piccoli invasi;r (adimensionale) il coefciente di G. Cotecchia (G. Iannelli2, 1969), che assume i seguenti valori:0,27 per territori a forte pendenza;0,29 per territori a media pendenza;0,33 per territori a debole pendenza.L [m] la massima lunghezza della rete di drenaggio (AA.VV., 1997) # 19,10 (100 S)0,548.Valutazione dei volumi di invasi compensativiCome misura di mitigazione e compenso, si provvede ad invasare la differenza dei volumi, fra stato di progetto (pRVt RperaP) e stato di fatto (ante RperaP). I volumi di invaso, da realizzare, per garantire linvarianza idraulica, nelle superci soggette a trasformazione an-tropica, si possono ricavare con differenti metodologie, ognuna delle

    quali specica, per determinati casi. La letteratura riporta vari metodi di calcolo, nel seguito, fra questi, viene descritto quello adottato ossia il metodo dellinvaso.

    Metodo dellinvasoEsaminando la trasformazione, aIuVVi-deuVVi, secondo il modello concettuale dellinvaso, il coefciente udometrico pu essere calcola-to nel seguente modo (A. Pistocchi ed Al., 2004):

    u = [L/(s ha)]

    In cui p0 un parametro dipendente dalle unit di misura richieste e dal tipo di bacino (generalmente, per piccoli bacini, vale 2530; C. Datei et Al. 1996), a ed n sono i parametri della curva di possibilit pluviometrica, rappresenta il coefciente di deusso e w il volume di invaso specico. Volendo mantenere costante il coefciente udo-metrico (invarianza idraulica), al variare del coefciente di deusso, indotto dalla trasformazione urbanistica ossia delle caratteristiche idrauliche delle superci drenanti, per valutare i volumi di invaso, in grado di modulare il picco di piena, si pu scrivere (A. Pistocchi, 2001):

    w = w0 [m3/ha]

    dove : w0 = volume specico di invaso, prima della trasformazione delluso del suolo;0 = coefciente di deusso specico, prima della trasformazione delluso del suolo; n = esponente, ragguagliato, della curva di pioggia, di durata inferio-re allora (dal momento che i tempi di corrivazione attesi dalle aree, tutte di modeste estensioni, sono inferiori allora);0 = volume specico di invaso per supercie impermeabilizzata;I = percentuale di supercie impermeabilizzata;P = percentuale di supercie che non viene ViJnicativaPente modi-cata, sistemata o regolarizzata, totalmente inalterata, indipendente-mente dalla permeabilit o meno della sua supercie (I + P = 100 %).

    Per la determinazione delle componenti di w0, le indicazioni di lettera-tura porgono, 50 m3/ha nel caso di fognature, in ambito urbano, com-prendente i soli invasi di supercie e quelli corrispondenti alle caditoie e similari (C. Datei et Al., 1997). Il Centro di Studi sui Deussi Urbani, con sede presso il Politecnico di Milano, ha suggerito di calcolare il volume dei piccoli invasi, in ragione di 15 m3/ha di area impermeabi-lizzata (A. Paoletti, 1996). Il volume totale, espresso dalla relazione:

    W = w S [m3]

    a servizio del territorio di nuova urbanizzazione, essendo S larea di trasformazione, pu essere realizzato sia sotto forma di rete di dre-naggio (i cui collettori, per, andranno sovrastimati, rispetto alle pra-

    w wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww ========= wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww0000000000000000000000000 [mm[mmmmm[mmmmmm[mmmmmmm[m[mmmm[m[m[mmmm[m[m[mmmmmmm[[m[mmm[mmmmm[mm[m[m333333333333/h/h/h/h//h/h/h/h/h/h/h/hhh/hhh/hhhhhh/hhhhhh/h///hhhhhh/hh/ a]a]a]aaaaaaa]a]aaaa]aaa]]a]aaaaa]aaa]]aaaaaaaaa]aa]]aa]]aaa]]]]]]

  • 1/20158

    tiche ordinarie), sia sotto forma di vasche dinvaso ovvero laghetti (a seconda delle esigenze architettonico-urbanistiche).

    Azioni compensative e di mitigazionePer quanto riguarda il principio dellinvarianza idraulica, in linea ge-nerale, le misure compensative sono da individuarsi nella predisposi-zione di volumi di invaso che consentano la laminazione delle piene. Nellarea in trasformazione territoriale, pertanto, andranno predispo-sti dei volumi che devono essere riempiti, man mano che si verica deusso dallarea stessa, fornendo un dispositivo che ha rilevanza, a livello di bacino, per la riduzione delle piene, nel corpo recettore. Lobiettivo dellinvarianza idraulica, richiede una trasformazione du-so, attraverso opportune azioni compensative, nei limiti del modello adottato, per i calcoli dei volumi, gli oneri del consumo della risorsa territoriale, costituita dalla capacit di un bacino di regolare le piene e, quindi, di mantenere le condizioni di sicurezza idraulica, del terri-torio, nel tempo. Prima di entrare nel merito della specica tecnica di calcolo, si introduce una classicazione degli interventi, di trasforma-zione superciale, che consente di denire, qualitativamente, le soglie dimensionali, in base alle quali applicare considerazioni differenziate, in relazione alleffetto atteso dallintervento (mod. M. G. Marziliano et Al., 2008) .

    Calcolazioni (esemplificazioni)Ad esemplicazione di quanto teoricamente esposto, si riporta, di seguito, lapplicazione del calcolo della realizzazione di un in-vaso di compensazione dellimpermeabilizzazione, afferente un intervento di trasformazione urbanistica, interessante una super-cie totale pari a S = 3,54 ha > 1 ha. Nel caso in esame (essendo S 10 ha), ci si trova nella situazio-ne di signicativa impermeabilizzazione potenziale (CL3), che comporta, oltre alla normale verica, con il metodo convenziona-le [w = w0 (/0)(1/(1-n))-15 I w0 P], anche unulteriore valuta-zione, considerando, su un tempo di ritorno idrologico di 10 anni, una durata di pioggia di 2 ore.

    Calcolo del volume dinvasoPer il calcolo del volume dinvaso, si applica la seguente formula:

    w = w0 [m]

    nella quale: w0 = 50 m

    3/ha;0 = 15 m3/ha;0 = coefciente di deusso, prima della trasformazione (ante RperaP); = coefciente di deusso, dopo la trasformazione (pRVt Rpe-raP);n = esponente della curva di pioggia;I = percentuale di area trasformata; P = percentuale di area non trasformata (p. inalterata).

    Per la valutazione dei coefcienti di deusso, e 0, si fatto riferimento alle seguenti espressioni:

    0 = 0,80 IMP0 + 0,20 PER0 = 0,80 IMP0 + 0,20 (1 IMP0)e = 0,80 IMP + 0,20 PER = 0,80 IMP + 0,20 (1 IMP)

    nelle quali: IMP0 = frazione dellarea totale, da ritenersi impermeabile, prima della trasformazione;IMP = frazione dellarea totale, da ritenersi impermeabile, dopo la trasformazione;Per0= frazione dellarea totale, da ritenersi permeabile, prima del-la trasformazione;Per = frazione dellarea totale, da ritenersi permeabile, dopo la trasformazione.

    Si precisa che la frazione P, si riferisce, esclusivamente, alla per-centuale di area che non viene signicativamente modicata, re-golarizzata o sistemata, totalmente inalterata, indipendentemen-te dalla permeabilit o meno della sua supercie.

    Ubicazione cartografica dellarea di intervento Nel caso specico, si prendono in esame le caratteristiche idrau-liche di terreni agricoli siti nellagglomerato urbano del Comune di

    Classe Intervento Definizione

    CL1 Trascurabile impermeabilizzazione potenziale

    Intervento su superfici di estensione inferiore a 0,1 ha.

    CL2 Modesta impermeabilizzazione potenziale

    Intervento su superfici comprese fra 0,1 e 1 ha.

    CL3 Significativa impermeabilizzazione potenziale

    Intervento su superfici comprese fra 1 e 10 ha; interventi su superfici di estensione oltre 10 ha con grado di impermeabilizzazione IMP 0,3.

    CL4 Marcata impermeabilizzazione Intervento su superfici superiori a 10 ha con grado di impermeabilizzazione IMP ! 0,3.

    Tabella 2 Classificazione degli interventi di trasformazione superficiale ai fini dellinnovazione idraulica.

    Tabella 3 Suddivisione degli interventi da intraprendere ai fini dellinnovazione idraulica.

    Per ciascuna classe di invarianza idraulica, si riportano in tabella, quindi, le azioni da intraprendere:

    Classe GLQWHUYHQWR Descrizione CL1 Superfici 0,1 ha Adottare buoni criteri costruttivi per ridurre le superfici

    impermeabili, quali le superfici dei parcheggi (tetti verdi, eccetera).

    CL2 Superfici comprese fra 0,1 e 10 ha

    Oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione delle piene opportuno che le luci di efflusso non eccedano le dimensioni di un tubo di diametro di 200 mm e che i tiranti idrici ammessi nellinvaso non eccedano 1 metro.

    CL3 Superfici comprese fra 1 e 10 ha; IMP 0,3

    Oltre al dimensionamento dei volumi compensativi cui affidare funzioni di laminazione, opportuno che i tiranti idrici ammessi nellinvaso e le luci di efflusso siano correttamente dimensionati, in modo da garantire la conservazione della portata massima defluente dallarea in trasformazione ai valori precedenti limpermeabilizzazione.

    CL4 Superfici ! 10 ha; IMP ! 0,3 E richiesta la presentazione di studio idraulico di dettaglio, molto approfondito

    Scienza & Inquinamento

    w wwwwwwwwww ww = wwwwwwwwwwwwwwwwwww00000000000000000000000000000000000000000000 [mm[m[mmmm[m[mmm[mm[[m[m[mmmmmm[mmm[[ ]]]]]]]]]]]

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    Bari. La zona caratterizzata dalla seguente curva di possibilit pluviometrica (stazione pluviometrica di Bari Osservatorio; Baci-no delle Murge), con Tr = 5 anni:

    h = 35 t 0,40 per t < 1he

    h = 35 t 0,20 per t > 1 h

    Situazioni idrauliche ante e post operam Lintervento in progetto, oggetto dinvarianza, riguarda la realiz-zazione di un insediamento residenziale. Nel rispetto degli obiet-tivi dellinvarianza idraulica, che impone a chi effettua trasforma-zioni di uso del suolo, la realizzazione di azioni compensative e di mitigazione, al ne di mantenere inalterata la capacit di un bacino di regolare le piene, si considerata, come supercie idraulicamente esposta, quella territoriale, oggetto dintervento urbanistico, destensione pari a 3,54 ha.

    Nel caso specico, per la trasformazione antropica, in oggetto, avremo:

    Per lo stato di fatto iniziale (situazione idraulica ante operam):

    0= 0,80 0 + 0,20 ( 1 0) = 0,20 = 0,80 (20.408/35.408) + 0,2 (1 20.408/35.408) = 0,55

    e le percentuali di area, trasformata e non trasformata, pari a:I = 32.808/35.408 = 0,93 percentuale di area trasformata;P = 2.600/35408 = 0,07 percentuale di area inalterata;I + P = 1,00 (100 %).

    Quindi il volume minimo dinvaso, per ogni ettaro di supercie (i. specico), interessata idraulicamente dallintervento di trasfor-mazione urbanistica, verr calcolato come segue:

    w = 50 (0,55/0,20)1/(10,40) 15 0,93 50 0,07 = 252,44 m3/ha

    Considerando che larea interessata dallintervento, ha una su-percie di 3,54 ha, si ottiene un volume dinvaso, per il dimensio-namento della vasca di laminazione, pari a:

    W = 252,44 m3/ha 3,5408 ha = 893,84 m3

    Come volume dinvaso, quindi, possibile computare, allinterno del suddetto volume di laminazione anche l80 % del volume, costituito dalla rete fognaria, posta a monte della vasca di lami-nazione:

    Wr = 0,80 163 m3 = 129,60 m3

    A tale scopo si ritiene opportuno maggiorare leggermente il dia-metro della rete fognaria (D = 0,700 m), afnch sia possibile ridurre il dimensionamento della vasca di laminazione. Se si con-sidera di ridurre il volume, sopra calcolato, derivante dallintera rete fognaria di adduzione, corrispondente a ca. 130 m3, si ottie-ne un volume, residuo dinvaso, pari a:

    W = 893,84 129,60 = 764,24 m3

    Pertanto la vasca di laminazione dovr essere dimensionata per contenere almeno 764,24 m3 di acqua. Si prevede, di conse-guenza, una vasca di laminazione di 765 m3 dacqua, con bocca defusso tassata.

    Dimensionamento e verifica della strozzatura (bocca tassata)Le ipotesi di lavoro prevedono lutilizzo di una tubazione circo-lare, a sezione chiusa, di diametro da calcolare, posta al fondo della vasca dinvaso. Tale bocca tassata, dovr essere dimensio-nata adeguatamente, afnch la portata ammissibile, efuente al corpo ricettore, non risulti superiore a quella specica (coefcien-

    Superficie

    reale U. M.

    Coefficiente di assorbimento

    Superficie equivalente

    U.M.

    Terreno agricolo 35.408 m2 0,00 0 m2

    Aree impermeabili 0 m2 1,00 0 m2 Totale 35.408 m2 0 m2

    Supercie impermeabile equivalente ante trasformazione = 0 m2 (IMP0 = 0);Supercie permeabile equivalente ante trasformazione = 35.408 m2 (PER0 = 1).

    Per lo stato di progetto (situazione idraulica post operam):

    lAmbiente

    Supercie impermeabile equivalente post trasformazione = 20.408 m2 (IMP = 0,58 > 0,3);Supercie permeabile equivalente post trasformazione = 15.000 m2 (PER = 0,42);

    Supercie oggetto di signicative trasformazioni (35.408 2600) = 32.808 m2

    Pertanto i coefcienti di deusso risulteranno, rispettivamente, pari a:

    Superficie reale

    U.M.

    Coefficiente di assorbimento

    Superficie equivalente

    U.M.

    Lotti edificabili 12.500 m2 0,50 () 6.250 m2

    Strade, marciapiedi, piste ciclabili e parcheggi (pavimentazioni impermeabili)

    14.158 m2 1,00 14.158 m2

    Verde (area a parco) 6.150 m2 0,00 0 m2 TTeerrrreennoo nnoonn ooggggeettttoo ddii ssiiggnniiffiiccaattiivvee ttrraassffoorrmmaazziioonnii (vasca di laminazione)

    22..660000 m2 0,00 0 m2

    Totale 35.408 m2 20.408 m2 () Il coefficiente di assorbimento utilizzato per i lotti edificabili, tiene conto della percentuale del lotto che,

    verosimilmente, sar destinata a verde condominiale (aiuole) o comunque, avr un certo grado di permeabilit.

  • Scienza & Inquinamento

    1/201510

    te udometrico u), ante RperaP, stimata pari a 20 L/(s ha). Inol-tre, al ne di evitare possibili intasamenti, della bocca tassata, in uscita, stato posto un limite massimo del diametro del tubo, pari a 20 cm. Con le formule a seguire, valide per condotte circolari, una volta ssato il battente massimo, sopra lasse della condotta di immissione, al ricettore nale, si determina il diametro della bocca tassata, che impedisce il deusso nel ricettore di valle, dellacqua daccumulo, in modo eccessivamente veloce (vu < 5 m/s). La formula, utilizzata, per il calcolo del diametro della bocca tassata (luce a Eattente idraulicR, a spigolo vivo), la seguente D. Citrini et Al., 1987):

    Qamm = (2 g h)0,5 [m3/s]

    onde, imposto:

    Qamm = Qagr = u S = 0,020 m3/(s ha) 3,5408 ha

    = 0,07082 [m3/s]

    derivano, la sezione del condotto:

    = [m2]

    ed il suo diametro:

    Du = [m]dove: = 0,82 (adimensionale), il coefciente di efusso dallimboc-catura Venturi (E. Scimeni, 1964);g = 9,81 m/s2 laccelerazione di gravit, sulla supercie terre-stre;h = 1,20 m il tirante idrico, ssato sopra la mezzeria della sezio-ne del condotto dimmissione.

    La portata uscente, con la condotta adottata (DN = 150 mm), quindi, risulta di:

    Qu = 0,82 0,01767 (2 9,81 1,20)0,5

    = 0,07031 m3/s < 0,07082 m3/s

    La velocit massima, invece, risulta di:

    vu = 0,07031/0,01767 = 3,98 m/s < 5,00 m/s

    Per la vasca dinvaso, pertanto, si prevedono le seguenti dimen-sioni geometriche utili:

    25,25 m 25,25 m 1,20 m = 765,08 m3 765 m3

    Verifica della volumetria, per piogge con tempo di ritorno di 10 anni e durata di 2 oreIl volume di invaso, di compensazione dellimpermeabilizzazione effettuata (formula del W), avendo un valore di:

    W = 893,84 m3 > V = 433,32 m3

    , ampiamente, vericato.

    Parametri Valori U.M. Portata ammissibile 0,07082 m3/s Battente massimo sulla bocca tassata 1,20 m Sezione massima del condotto 0,01778 m2

    DN massimo condotto 0,151 m DN adottato per il condotto 0,150 m Sezione del condotto adottato 0,01767 m2

    Parametri Valori U.M. Superficie territoriale (St) 3,5408 ha Tempo di ritorno idrologico (Tr) 10 anni Coefficiente della curva di pioggia (a) 40 mm/hn

    Esponente della curva di pioggia (n) 0,20 Durata della pioggia (tp) 2 h Coefficiente di deflusso post operam () 0,55 Altezza dacqua piovuta in tp (h = a tpn) 48,25 mm Volume dacqua piovuto in tp (Vp = h St) 1.708,27 m3

    Volume effluente in tp (Ve = Vp ) 939,55 m3 Portata effluente dalla strozzatura adottata (Qu) 0,07031 m3/s Volume scaricato nel ricettore in tp (VU = Qu tp) 506,23 m3

    Volume da laminare ('V = Ve Vu) 433,32 m3

  • Scienza & InquinamentoBibliografia

    [1] C. Datei, L. Natale (1996): Le reti idrauliche, Manuale di Ingegneria Civile, Ed. =anichelli ESAC, Bologna;[2] C. Datei, L. Da Deppo, P. Saladin (1997): 6iVtePaziRne dei cRrVi dacqua, Ed. Cortina, Padova;[3] A. Paoletti (1996): 6iVtePi di IRJnatura e drenaJJiR urEanR, Ed. CUSL, Milano;[4] AA.VV. (1997): 6iVtePi di IRJnatura 0anuale di prRJettaziR-ne, Centro Studi Deussi Urbani, Ed. +oepli, Milano;[5] U. Puppini (1932): &ReIcienti udRPetrici per Jenerica Vcala di deuVVR, Lingegnere, n. 4, Ed. E. F., Roma;[6] E. Scimeni (1964): &RPpendiR di idraulica, Ed. CEDAM, Padova;[7] G. Becciu, A. Paoletti (2013: )RndaPenti di cRVtruziRni idrau-liche, Ed. UTET, Torino;[8] M. G. Marziliano, P. Secondini (2008): Le reti idrRJrache

    urEane, Ed. Alinea, Firenze;[9] G. Iannelli1 (1969): &RnVideraziRni per leVtenViRne delle pRVViEilitj di applicaziRne del PetRdR dellinvaVR nel calcRlR del-le IRJnature pluviali, Ingegneria Sanitaria, n. 5, Ed. IPI, Milano;[10] G. Iannelli2 (1969): 8na VePplicaziRne del PetRdR del vR-luPe dinvaVR per il calcRlR delle IRJnature pluviali, Ingegneria Sanitaria, n. 4, Ed. IPI, Milano;[11] A. Pistocchi, O. =ani (2004): Linvarianza idraulica delle tra-VIRrPaziRni urEaniVtiche il PetRdR dell$utRritj dei Eacini reJiR-nali rRPaJnRli, Atti del ;;I; Convegno di Idraulica e Costruzioni idrauliche, Trento;[12] E. J. Gumbel (1957): 6tatiVticV RI e[trePeV &RluPEia 8ni-verVit\ 3reVV 1eZ

  • AGRO-FARMACEUTICOABOCAALIMENTARE | AGRO-ALIMENTARECONSORZIO TUTELA GRANA PADANOLAVAZZAMARENCO VINI Viticoltori in StreviPERFETTI VAN MELLEPODERE ARGO Agriturismo BiologicoARREDAMENTONATUZZI GROUPSCAVOLINISITLANDVENETA CUCINEASSICURAZIONIEUROP ASSISTANCE ITALIAGLOBAL ASSICURAZIONIGRUPPO ASSIMOCOASSOCIAZIONI | FONDAZIONI AICA ASSOCIAZIONE ITALIANA

    PER LINFORMATICA ED IL CALCOLOAUTOMATICO

    AVIS COMUNALE DI MILANOCONFARTIGIANATO IMPRESE VARESECONFINDUSTRIA UMBRIAFONDAZIONE ENASARCOFONDAZIONE MEDIOLANUM ONLUSFONDAZIONE PROGETTO ARCA ONLUSFONDAZIONE SVILUPPO COMPETENZEAUTOBMW ITALIAMOCAUTO GROUPBANCHEBANCA MEDIOLANUMCASSA DI RISPARMIO DI ASTIFEDERLUSGRUPPO CREDITO VALTELLINESEICCREA BANCAIMPRESAING BANK N.V. SUCCURSALE DI MILANORCI BANQUE SUCCURSALE ITALIANAVENETO BANCABENI DI LARGO CONSUMOARTSANA GROUPFATER CAMERE DI COMMERCIOCAMERA DI COMMERCIO DI ANCONACAMERA DI COMMERCIO DI TREVISOCARTAIPI ASEPTIC PACKAGING SYSTEMSTECNOCARTACHIMICO | FARMACEUTICO | COSMESIA.MENARINIABBVIEALPAANGELINIASTELLAS PHARMABASF the chemical companyBECTON DICKINSONBIOFUTURA PHARMABRISTOL MYERS SQUIBBCIP4CLARIANTFINE FOODS & PHARMACEUTICALSGRUPPO BOERO

    KEDRION BIOPHARMALERBOLARIO LODINOVARTIS FARMANOVARTIS VACCINESROQUETTE ITALIASANDOZSANOFISIADSOL GROUP gas tecnici, medicinali e homecareUNIVARZAMBONZOBELE GROUPCOMMERCIO | GRANDE DISTRIBUZIONEBIANCHI CUSCINETTIMETRO ITALIA CASH AND CARRYNSK ITALIACOMPONENTI AUTOAPOLLOCOOPERATIVA VOLOENTIERIDELPHI AUTOMOTIVE SYSTEMSDELPHI CONNECTION SYSTEMSMAGNETI MARELLI PowertrainMECCANOTECNICA UMBRATIBERINAWEBASTOEDITORIAABRUZZO MAGAZINEAGENDA DEL GIORNALISTABUSINESSCOMMUNITY.ITDEA EDIZIONI RIVISTA ECODM&C MAGAZINEECCELLERE BUSINESS COMMUNITYEDIFORUM: Daily Media, Daily Net,

    Mediaforum, NetforumGUERINI E ASSOCIATIGUERINI NEXTGRUPPO MAGGIOLIHARVARD BUSINESS REVIEW ITALIALAMBIENTE GIRSAMAGAZINE QUALITAMARIO MODICA EDITORE: Spot and WebMEDIA KEYMETHODOMONDOLIBEROPROMOTION MAGAZINEPUBLITEC: Costruire Stampi,

    Deformazione, InMotion, Soluzioni di Assemblaggio&Meccatronica,Applicazioni Laser, NewsMec, Elemento Tubo

    RIVISTA IL PERITO INDUSTRIALETECNA EDITRICE: L&M Leadership

    & Management, ICT SecurityTVN MEDIA GROUP: Pubblicit Italia,

    Pubblicit Italia Today, AdV Strategiedi Comunicazione

    V+ idee e strumenti per vendere di pi e meglioELETTRODOMESTICIBERTAZZONI

    BITRON INDUSTRIEELETTROTECNICA ROLDFABERINDESIT COMPANYTVSELETTROMECCANICO | MAT. ELETTRICOABB - ABB SACE DivisionANSALDO ENERGIABTICINOWEIDMLLERELETTRONICO | ELETTROTECNICOCELLULARLINEVISHAY SEMICONDUCTOR ITALIANAENTI DI CERTIFICAZIONECERTIQUALITYSGS ITALIAENTI CULTURALI E DI FORMAZIONECENTODIECI - MEDIOLANUM CORPORATE

    UNIVERSITYI.I.S. ISTITUTO PACIOLIENTI PUBBLICIAVEPAAZIENDA SANITARIA TO3 REGIONE PIEMONTECOMUNE DI SEGRATECOMUNE DI SETTIMO MILANESECOMUNE SESTO FIORENTINO - Servizio EducativoCONSIGLIO REGIONALE DEL VENETOCONSORZIO ZAI INTERPORTO

    QUADRANTE EUROPAENAC ENTE NAZIONALE

    PER LAVIAZIONE CIVILEFOTO | CINE-OTTICA E COMPONENTIBARBERINI lenti solari in vetroDE RIGO VISIONLUXOTTICAMARCOLIN EYEWEARGOMMA | PLASTICAGALLAZZIGIATGRUPPO PIRELLIMICHELIN ITALIANAGRANDI INFRASTRUTTURE | MAT. COSTRUZIONEASTALDICOOP.COSTRUZIONIIMPIANTISTICA | INGEGNERIA | PROGETTAZIONECOMAUECOSPRAY TECHNOLOGIESGEICO LENDEROCMEINFORMATION TECHNOLOGYGMSL software scienticoRICOH ITALIA XEROXMECCANICOAGRATI GROUP Fastening SystemsALSTOMARISTON THERMO riscaldamento dellacqua e degli ambientiEMERSON PROCESS MANAGEMENT

    FAIST COMPONENTI we think globalFINCANTIERIFRANDENTGEA PROCOMACGRUPPO ATURIAIGV GROUPI.M.M. HYDRAULICSINGERSOLL RAND AIRINNSE CILINDRILOMBARDINIMETAL WORK componentiper automazione pneumaticaMONDIALMOTOVARIOMUSTAD tecnologia delle vitiNARDIROBUR SCM GROUP tecnologie per il legnoSLIMPATOSTIVANESSAZUCCHETTI RUBINETTERIAMETALLURGICOFIAMMLAMINAZIONE SOTTILE GROUPPETROLIFERO | ENERGETICOAPI RAFFINERIA DI ANCONAEDISON ENERGIAGE OIL & GASKUWAIT PETROLEUM ITALIASERVIZI DI PUBBLICA UTILITAACEAETRAGELSIA energia elettrica e gasGRUPPO HERASERVIZI VARICOOPSERVICE S.Coop.p.AEDENREDICM INDUSTRIALTHE FOOL The Digital Reputation CompanyWARRANT GROUPTELECOMUNICAZIONISPARKLETELECOM ITALIATESSILE | CALZATURIEROA.TESTONIBATA - vendita calzature e accessori dal 1894BERTO E.G. INDUSTRIA TESSILETRASPORTO MERCI - PERSONEAIRGESTA.N.M. AZIENDA NAPOLETANA MOBILITCARONTE & TOURISTCTM CAGLIARIGESTIONE TRASPORTI METROPOLITANIGRANDI NAVI VELOCIHERMES ITALIAMERIDIANA MAINTENANCESDA EXPRESS COURIERTURISMO | ALBERGHI | RISTORAZIONECENTRO CONGRESSI VILLE PONTICIR FOOD

  • Atlete II: lavatrici in prova nei laboratori di IMQ 0480Z[P[\[V0[HSPHUVKLS4HYJOPVKP8\HSP[nTR['PTXP[

    Analisi e Strumentazione

    1/201514

    #

    Figura 1 - Ing. Stefano Ferrari, Responsabile Laboratorio elet-trodomestici dellIstituto Italiano del Marchio di Qualit IMQ.

    La sorveglianza del mercato essenziale per garantire agli operatori economici pari opportunit e concorrenza leale e ai consumatori la veridicit delle caratteristiche dichiarate dei prodotti. In generale, la sorveglianza del mercato unattivit svolta dalle Autorit nazionali nominate per questo scopo da ogni Stato Membro. Tuttavia, negli ultimi anni la Commissione Europea ha promosso una serie di azioni dirette e indirette a supporto della sorveglianza del mercato, co-nanziando una serie di progetti per valutare tra laltro la conformit dei principali elettrodomestici ai requisiti di etichettatura ed ecodesign in tutta lUE. Fra questi progetti, Atlete I e Atlete II sono iniziative sostenute nellambito del programma Intelligent Energy Europe della Commis-sione Europea che partono dalla convinzione che le etichette ener-getiche e i requisiti per la progettazione eco-compatibile sono driver fondamentali per la trasformazione del mercato delle applicazioni -nali, in quanto orientano la scelta dei consumatori verso apparecchi pi efcienti e favoriscono il progressivo smaltimento di quelli meno

    efcienti. Al momento dellacquisto, i consumatori devono essere sicuri che i prodotti presenti sul mercato siano conformi alle disposi-zioni legislative.

    In particolare, il progetto Atlete II (Appliance Testing for Washing Ma-chines Energy Label & Ecodesign Evaluation), partito nel mese di maggio 2012 e terminato a ottobre 2014, ha vericato la conformit di 50 modelli di lavatrici a tutti i requisiti applicabili di ecodesign e alletichettatura energetica. I partner del progetto sono: ISIS - Institute of Studies for the Integration of Systems, Italia,

    coordinatore del progetto, CECED - European Committee of Domestic Equipment Manu-

    facturers, EU, ENEA - Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, lEnergia e

    lo Sviluppo Economico Sostenibile, Italia, SEVEn - The Energy Efciency Center, Repubblica Ceca, ADEME - French Environment and Energy Management Agen-

    cy, Francia, ECOS - European Environmental Citizens Organisation for

    Standardisation, EU, AEA - Austrian Energy Agency, Austria, Universit di Bonn, Germania, SEA - Swedish Energy Agency, Svezia, ECEEE - European Council for an Energy Efcient Economy,

    EU, ICRT - International Consumer Research Testing, EU.

    Vericando la conformit dei requisiti delle etichette energetiche del-le lavatrici e le caratteristiche tecniche degli apparecchi, compresa la loro efcienza energetica e le prestazioni funzionali, il progetto Atlete II si posto quindi come supporto allautorit di vigilanza nazionale fornendo una dettagliata guida metodologica per lo svolgimento dei loro compiti in modo efcace ed economicamente efciente.Ne parliamo con ling. Stefano Ferrari, Responsabile Laboratorio elettrodomestici dellIstituto Italiano del Marchio di Qualit IMQ, uni-co laboratorio di prova italiano ad aver partecipato al progetto.

    Come avvenuta la selezione di IMQ come unico laboratorio di prova italiano del progetto?La scelta di IMQ avvenuta a seguito di un processo di selezione afdabile e trasparente. Innanzitutto, una prima selezione dei labora-tori papabili stata fatta grazie a un mix di criteri knock out e di un sistema a punti. Successivamente, abbiamo compilato un questio-

  • 1/2015 15

    lAmbiente

    Figura 2 - Laboratorio IMQ di prova prestazioni lavatrici.

    nario contenente domande sullesperienza e la capacit di prova del laboratorio, sulleventuale accreditamento per le prove degli elettro-domestici o a determinati standard come EN 17025, sulla strumen-tazione disponibile, la frequenza di calibrazione, ecc.Lo step successivo ha visto unulteriore selezione dei laboratori che in precedenza avevano superato i criteri knock out sulla base dellofferta economica inviata e di una visita da parte di due esperti incaricati dal progetto Atlete II che hanno intervistato il responsabile del laboratorio.Alla ne del processo, IMQ risultato lunico laboratorio di prova italiano a essere selezionato per partecipare al progetto assieme ad altri cinque laboratori europei (CTTN, Intertek, LCOE, SLG e VDE).

    Come sono stati scelti i 50 modelli di lavatrice da testare?I modelli sono stati selezionati fra quelli presenti sul mercato comu-nitario in modo da rappresentare sia i grandi produttori e sia, almeno in parte, quelli con limitate quote di mercato. I modelli scelti sono tutti best seller, criterio di scelta che si confermato come il pi adeguato in caso di verica pan-europea della conformit, in quanto garantisce che i prodotti vericati coprano tutti i produttori e i marchi presenti allinterno del Mercato comunitario. Il focus solo sui modelli pi efcienti (quelli di classe energetica A++ o A+++), invece, non sarebbe stato un buon criterio da seguire, dato che questi prodot-ti, solitamente, sono gi nel mirino dei concorrenti, hanno una forte visibilit ma una quota di mercato parecchio limitata. I modelli best seller, invece, hanno un maggiore impatto sul mercato e unelevata pressione commerciale.

    Quali sono i parametri delle lavatrici che avete testato?I parametri che abbiamo sottoposto a verica nei nostri laboratori sono: x il consumo di energia; x il consumo di acqua; x lefcienza di lavaggio; x lefcienza di centrifugazione; x la velocit della centrifuga; x la capacit di carico;x il consumo in modalit spento e in modalit standby;x i requisiti minimi di eco design;x i requisiti specici di prodotto;x le informazioni obbligatorie.

    Al termine delle prove, i risultati sono stati immediatamente comu-nicati ai singoli produttori responsabili per ciascun modello e alle autorit di sorveglianza del mercato dei paesi in cui queste lavatrici erano disponibili per la vendita, e sono stati inne resi disponibili pubblicamente durante la conferenza nale del progetto Atlete II nel corso di giugno 2014.

    Quali prove avete effettuato? Con quali macchinari e strumenti?Innanzitutto, abbiamo ispezionato la documentazione di ogni model-lo per vericare la presenza delletichetta, della scheda prodotto, del libretto di istruzioni, di tutte le informazioni sullapparecchio e delle dichiarazioni richieste.

    Successivamente, siamo passati alle prove in laboratorio secondo lo standard per i parametri misurabili (EN 60456: 2011) e abbiamo raccolto i relativi risultati in un report sviluppato ad hoc.Siamo cos passati allesame sico delle macchine per il controllo della corretta identicazione dei programmi standard.Inne, la verica dei requisiti generici dellecodesign. In questo caso, abbiamo vericato sia i requisiti generici per le lavatrici domestiche (presenza e identicazione del ciclo a 20 C e identicazione dei programmi standard sul frontalino) e sia le informazioni presenti nel libretto di istruzioni (indicazione dei programmi standard e loro carat-teristiche, consumo nelle modalit off e left-on, raccomandazioni sulluso dei detersivi, informazioni indicative sui vari programmi di lavaggio come la durata, il contenuto di umidit, il consumo di acqua ed energia).

    Quali risultati avete ottenuto?I principali risultati emersi sono: x 100% di conformit delle dichiarazioni relative alla classe di ef-

    cienza energetica e al consumo di energia delletichetta ener-getica;

    x 92% di conformit globale per le prestazioni funzionali e i relativi parametri;

    x 84% di conformit globale delle informazioni riportate sulla scheda di prodotto (per letichettatura energetica) e sul libretto di istruzioni (per la direttiva ecodesign);

    x 64% di conformit allidenticazione dei programmi standard sulle singole macchine;

    x 38% di conformit per le informazioni da riportare obbligatoria-mente sul libretto istruzioni;

    x 30% di conformit considerando tutti i singoli parametri.

  • Analisi e Strumentazione#

    1/201516

    Che ne hanno fatto i prodotti risultati non conformi?Per quanto riguarda i modelli che non hanno superato lintero pro-cesso di verica, alcuni di questi non sono risultati conformi ad al-meno uno dei parametri tecnici; per altri non sono state fornite tutte le informazioni obbligatorie che il consumatore deve ricevere prima di deciderne lacquisto, o non sono state presentate nel formato ri-chiesto. In tutti questi casi i risultati delle veriche sono stati imme-diatamente comunicati alle autorit di sorveglianza del mercato dei paesi in cui i prodotti erano disponibili. Una parte dei modelli sono stati resi conformi dai rispettivi produttori con delle speciche azioni correttive volontarie.

    In generale quali sono le sue considerazioni sui risultati del pro-getto Atlete e, oltre a questo, a che punto siamo con le etichette energetiche?I risultati emersi da Atlete II testimoniano la conformit delle lavatrici alletichettatura energetica comunitaria e ai requisiti di eco design. Il progetto Atlete II dimostra anche i fondamentali beneci derivanti dalla verica della conformit dei prodotti a livello pan-europeo e limportanza del supporto economico da parte della Commissione Europea. Occorre anche sottolineare un altro aspetto: limportanza delle modalit di applicazione delle direttive. Mi spiego meglio. Tra le non conformit segnalate molte erano da imputare non tanto ad aspetti specici ma a requisiti pi generali e di tipo formale. Cito il caso di unetichetta energetica trovata non conforme per lincom-pletezza dei dati riportati sulla label. Unincompletezza in realt da

    attribuire alla necessit di dover utilizzare il cirillico, una lingua dai numerosi caratteri, impossibile da utilizzare per esteso in uno spazio ridotto. Da qui limportanza, da parte delle norme, di saper interpre-tare in maniera corretta ma nello stesso tempo essibile e pratica le direttive.Unaltra osservazione riguarda lapproccio olistico al prodotto. Il progetto Atlete ci ha permesso anche di fare attenzione a non con-centrarci esclusivamente sugli aspetti di efcienza energetica, ma di analizzare il prodotto sotto tutti i punti di vista. Faccio un esempio. Se una lavatrice dimostra di avere unaltissima efcienza energetica, ma poi, per un lavaggio, richiede una durata di gran lunga superiore alla media, il rischio la perdita di praticit per il consumatore. O ancora: se la fase di lavaggio dimostra di necessitare un consumo ridotto di acqua, sono poi certo che il risciacquo sar comunque completo? Domande che i normatori si stanno ponendo: e infatti i Comitati tecnici a livello internazionale stanno lavorando per inserire nelle future edizioni della Normativa anche aspetti riguardanti lef-cacia del risciacquo.Circa le etichette energetiche in generale, un percorso in continua evoluzione. Tra le novit segnalo lobbligatoriet di rendere visibile letichetta energetica anche sui prodotti venduti on line (Regolamen-to 518/2014). Lestensione, in un futuro prossimo, (adesso non sono ancora pubblicati) del Regolamento relativo alle etichette energeti-che anche ai prodotti professionali come, ad esempio, macchine da caff, banchi refrigerati e cos via. Inne, lestensione delletichetta anche ad altri elettrodomestici quali i forni elettrici e le cappe.

    LItalia capola in Europa di un network deccellenzaLItalia guida la certicazione europea degli impianti che trattano i riuti elettronici (RAEE). Ecodom, Ecolight, ERP Italia, RAEcycle e Remedia, cinque consorzi che gestiscono complessivamente oltre l80% dei RAEE prodotti in Italia, hanno aderito al progetto Weelabex per la creazione di regole e standard omogenei in tutta Europa nella gestione e trattamento dei riuti elettroniciA distanza di un anno, sono 82 gli impianti in Europa che hanno avviato il processo di certicazione; di questi, il 30% (24 impianti) riguarda strutture italiane. Il processo di accreditamento secondo gli standard Weeelabex lungo e complesso: al momento hanno ottenuto la certicazione 30 impianti,10 italiani.

    Weeelabex (acronimo di WEEE LABoratory of E;cellence, ovvero Laboratorio di eccellenza dei RAEE) stato ideato dal WEEE Forum in collaborazione con i principali stakeholder della liera RAEE ed co-nanziato dalla UE nellambito del programma Life+. Il progetto ha il duplice obiettivo di mettere a punto nuovi standard di qualit per la raccolta, il trasporto e il trattamento delle varie tipologie di RAEE, oltre a individuare e realizzare una modalit uniforme e strutturata di verica del rispetto di questi standard in tutti i Paesi europei, attraverso auditors qualicati e opportunamente formati.Il processo di audit, che in Italia ha mosso i primi passi nellaprile dello scorso anno attraverso lavvio delliter presso lor-ganismo internazionale no-prot Weelabex Organisation, sta portando il nostro Paese ad essere la nazione europea con il maggior numero di impianti accreditati Weeelabex, fornendo un grande esempio a livello internazionale a tutti i soggetti impegnati nella gestione dei 5AEEGli audit italiani svolti tra la seconda met del 2014 e linizio del 2015 hanno interessato prevalentemente i ussi di trattamen-to dei RAEE pericolosi, ovvero i riuti elettronici appartenenti ai raggruppamenti R1 (frigoriferi e congelatori) ed R3 (televisori e monitor): complessivamente sono stati auditati 31 ussi. Per quanto riguarda il trattamento di R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni) ed R4 (piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo), sono stati auditati 15 ussi.

    www.weeelabex.org

  • Sulla base della felice esperienza della 14esima edizione che si tenuta nel 2013 e ha visto la partecipazione di oltre 700 delegati provenienti da tutto il mondo, il Sardinia 2015 si preannuncia EQOGNGXGPVQRKKORQTVCPVGFGNNCPPQPGNECORQFGNNCIGUVKQPGUQUVGPKDKNGFGKTKWVKGFGNNQUECTKEQcontrollato. Il programma si articoler in otto sessioni parallele dedicate alla presentazione contributi orali, sva-riati workshop e una sessione poster. Prima dellinizio del Simposio si svolgeranno alcuni corsi di aggiornamento organizzati dallIWWG.

    Il termine per linvio degli abstract per il Simposio Sardinia WHEKCNOGPVGUECFWVQKNGli autori che non avessero inviato il proprio abstract entro la data preposta, ma fossero interessati a farlo ora, possono ancora inviare il proprio contributo utilizzando lapposito form online e faremo del PQUVTQOGINKQCHPEJXGPICKPENWUQPGNRTQEGUUQFKTGXKUKQPGGUGNG\KQPGCVVWCNOGPVGKPEQTUQTutti i lavori che verranno presentati durante il Sardinia 2015 saranno inclusi nel volume e nel cd degli Atti del Simposio (con un ISSN e ISBN dedicato). Un considerevole numero di lavori inoltre UCTUGNG\KQPCVQFCN%QOKVCVQ5EKGPVKEQFGN5KORQUKQUWNNCDCUGFGNNCSWCNKVUEKGPVKECGFGNNKP-novativit dei contenuti presentati, per la procedura di peer-review e pubblicazione su Waste Ma-PCIGOGPVNCTKXKUVCUEKGPVKECEQPKNRKCNVQ+(PGNUGVVQTGRWDDNKECVCFC'NUGXKGT

    NN%QOKVCVQ5EKGPVKEQFGN5CTFKPKCRTQOWQXGNKPXKQFKCDUVTCEVRGTQTICPK\\CTGWPCUGTKGFKUGUUKQPKdedicate principalmente alle aziende, da inserire allinterno del Programma del Simposio. .CDUVTCEVFGXGGUUGTGRTGUGPVCVQKPHQTOCVQ2&(RCIKPGGURGFKVQXKCGOCKNCRCRGTU"UCTFK-niasymposium.it entro e non oltre il 31 marzo 2015. Per ulteriori dettagli sulle Industrial Session e per conoscere tutte le opportunit riservate alle aziende si RTGICFKKPXKCTGWPCOCKNCKPHQ"UCTFKPKCU[ORQUKWOKVQFKXKUKtare il sito www.sardiniasymposium.it

    '7419#ST'UTNXKC$GCVQ2GNNGITKPQ2CFQXC+Tt fKPHQ"GWTQYCUVGKVYYYGWTQYCUVGKV

    Informazioni sempre aggiornate sono disponibili sul sito: www.sardiniasymposium.it

    IWWG . International Waste Working Group

    7PKXGTUKVFK2CFQXC+TTongji 7PKXGTUKV[%0TGEJPKECN7PKXGTUKV[QH&GPOCTM&-(WMWQMC7PKXGTUKV[,27PKXGTUKV[QH%GPVTCN(NQTKFC75*CODWTI7PKXGTUKV[QHTGEJPQNQI[&'

    organizzato da:

    con il supportoscientico di:

    PRESENTAZIONE

    LATE ABSTRACT

    CALL FOR WORKSHOP

    1TICPK\\CTGWPYQTMUJQRCN5CTFKPKCQHHTGNQRRQTtu-PKVFKGUUGTGRTQVCIQPKUVCFKWPGXGPVQUEKGPVKEQKPVGTPC-zionale, unincomparabile occasione per discutere il pro-prio progetto e le proprie opinioni davanti a un pubblico di professionisti di altissimo livello. Le proposte dei workshop saranno focalizzate su temi attuali e in continua evoluzione TKIWCTFCPVKNCIGUVKQPGFGKTKWVKRTQIGVVKFKTKEGTECKPEQTUQKPPQXC\KQPGUEKGPVKECGVGEPQNQIKECFGNUGVVQTGLe proposte dei workshop devono essere inviate in forma-VQ2&(CRCRGTU"UCTFKPKCU[ORQUKWOKV entro il 15 marzo 2015 e dovranno includere le seguenti informazioni:1TICPK\\CVQTGK TKVQNQFGNYQTMUJQR$TGXGFGUETK\KQPG1DKGVVKXQ7PCRCIKPCFGNFKUEQTUQKPVTQFWVVKXQ7na lista di speaker disposti a prendere parte al workshop con un DTGXGKPVGTXGPVQ0WOGTQOCUUKOQFKRCTVGEKRCPVKPer ulteriori informazioni si prega di contattare la Segreteria 1rganizzativa allindirizzo [email protected]

    15 SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLA GESTIONE DEI RIFIUTI E SULLO SCARICO CONTROLLATO

    sardinia_2015Forte Village _ S. Margherita di Pula (Cagliari)5 _ 9 ottobre 2015

    SEGRETERIAORGANIZZATIVA

    CALL FOR COMPANIES

  • Gestione di un impianto a fanghi attivi mediante controllo dei parametri ORP e OD.7PL[YV+PMVUaV0UNLNULYLJOPTPJV,THPS!WKPMVUaV'NTHPSJVT

    Analisi e Strumentazione

    1/201518

    #

    AbstractThe wastewater treatment management requires knowledge about hydraulics, mechanics, biology and analytic issues. Monitoring the performance and the parameters on a plant, it needs a proper sampling method which results suitable for the scale and the layout complexity.Through the support of a cloud system, it is possible to con-trol the process in order to improve the efuent quality, focus-ing on the monitoring strategy, by increasing the sampling frequency and the data type.Below it is represented a study case in which we tried to apply a management protocol directly on real scale plant, continuously monitoring processes parameters .The whole project introduces an Oxidation - Reduction Po-tential parameter (ORP) that is a cheap and reliable way to increase the number and the grouping of the parameters used to improve the general performance. The trial aims to reduce the energy, the chemicals and the environmental im-pact due to accurate management of them.The ORP parameter reveals the importance of including ef-fortless analytic factor able to determine the right condition to enrich the information about the dynamic progress, within the biological system where are delimited by biological reac-tion and the red-ox conversion.

    La gestione dei presidi di depurazione rappresenta una ma-teria complessa che presuppone la conoscenza di elementi didraulica, elettromeccanici, di processo e microbiologici. Le potenzialit di un sistema cloud di monitoraggio e con-trollo, a servizio di un impianto di trattamento, si riconoscono nella disponibilit di una raccolta analitica capillare in assetto dinamico, che permette di elaborare con maggior precisione gli input acquisiti. Inoltre, si semplica la procedura dinter-vento, funzione del modello di gestione, riducendo il numero di sopralluoghi in-situ soprattutto a livello di ordinaria manu-tenzione e gestione. Con questo articolo e attraverso la presentazione di un case-study, si vuole enfatizzare la funzionalit di una sperimenta-zione supportata da un sistema di misura e controllo on-line, in grado di identicare con maggior precisione lintervento da eseguire attraverso unelaborazione pi dettagliata, generata da una valutazione su un data-set di pi ampia estensione.Lapproccio seguito con la sperimentazione di seguito pre-sentata, integra la metodologia a servizio dellingegneria di

    processo capace di coniugare aspetti di sostenibilit ambien-tale ad esigenze produttive ed economiche, con laiuto degli strumenti delle nuove tecnologie a servizio dellInformation and Communications Technology (ICT). La predisposizione di uno studio nalizzato allidenticazio-ne della fenomenologia che regola i meccanismi di reazione, attraverso lelaborazione dei dati raccolti e la ricerca di corre-lazioni, ha permesso di incrementare la qualit delliniziativa in virt del fatto che la prima applicazione pratica si concre-tizzata su un impianto a grande scala, a servizio quindi di un agglomerato urbano reale. Lacquisizione dei dati su un impianto reale ha facilitato li-denticazione dei fenomeni, con maggiore efcacia rispetto ad un approccio relegato ad unimpiantistica su scala pilota in quanto, spesso, lincremento di scala ostacola la riprodu-cibilit del protocollo di gestione e il metodo dindagine. In pi, la manipolazione di un insieme di dati ha introdotto una nuova metodica di calcolo con lobiettivo di identicare inter-venti reali (spegnimento o accensione sofante, apertura o chiusura pompe di ricircolo, ecc.) attraverso la valutazione delle combinazioni parametriche al variare delle condizio-ni esterne (eventi meteorologici, avaria di strumentazione, cattiva ricezione segnale, ecc.). Liniziativa vede anche lin-troduzione di un parametro chimico-sico (il potenziale di ossido-riduzione: ORP) nellinsieme delle misure, al ne di ricercare possibili impieghi come risposta allottimizzazione strategica di processo. La scelta di avvalersi di un parametro quale lORP deriva da una serie di considerazioni di natura tecnico-economica: bassi costi, afdabilit della misura, consolidamento della tecnologia di misura e semplicit da interfacciare ad un si-stema di controllo opensource. La nalit di introdurre una proposta innovativa punta a rag-giungere elevati livelli di ottimizzazione complessiva in ter-mini di efcienza di rimozione degli inquinanti, con limitata domanda di risorse (energia elettrica, aria e reagenti), pro-muovendo una politica di sostenibilit ambientale tanto im-portante nella manipolazione del processo, quanto delicata nelle discussioni ambientali recenti.

    Premessa teoricaIl monitoraggio basato sullo studio analitico tradizionale, quindi, attraverso la caratterizzazione di un campione pun-tuale, rappresenta un limite tecnico nella conoscenza delle

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    lAmbiente

    condizioni locali dinamiche: sono trascurati elementi pecu-liari dellesercizio dellimpianto in costante assetto variabile (distribuzione dei carichi lungo la giornata, eventi meteorici, variabilit stagionale, modica dellassetto urbano di riferi-mento, ricezione di scarichi anomali, ecc.).Attraverso il monitoraggio intensivo, mirato ad incrementar-ne il numero di parametri di processo e la frequenza di ac-quisizione, si descrive il trend specico con maggiore livello di dettaglio. Tale prassi rappresenta gi una soluzione inno-vativa, nalizzata al raggiungimento di obiettivi di qualit in linea con i vincoli normativi che disciplinano il livello di conta-minazione consentito in uscita. Il metodo di gestione associato al monitoraggio intensivo, invece, rappresenta il legame logico in grado di completare un approccio innovativo che miri ad ottimizzare limpianto, conseguentemente alle informazioni acquisite, elaborate, trasmesse e gestite a distanza. In unottica generalizzata quello che sintende eseguire ri-chiama la realizzazione di uno strumento ad alto contenuto tecnologico di facile fruizione per la consultazione di data-set, come punto di partenza per le trattazioni attinenti la con-cezione smart-city, ma soprattutto uno strumento di supporto alle decisioni per la gestione ottimizzata, come elemento di sostegno per decretare la messa in essere di concrete at-tuazioni. Limpianto, oggetto dello studio, rappresenta un tradizionale presidio di trattamento a fanghi attivi con pre-denitricazione e ossidazione articolato su due linee, come la tipologia di layout diffusa maggiormente sul territorio nazionale.Nel lavoro di sperimentazione si intervenuti, in primo luo-go, nella stabilizzazione del processo biologico attraverso la modica della logica intrinseca allalgoritmo, passando da un proporzionale puro ad un proporzionale derivativo. In secon-do luogo, stato introdotto un parametro chimico-sico poco diffuso (ORP), come elemento aggiuntivo, utile per integrare i parametri di processo funzionali ad un controllo maggior-mente spinto. Lidea di impiegare sonde REDOX per la misura del poten-ziale di ossido riduzione (ORP), inserita nel contesto strin-gente di conseguire obiettivi di ottimizzazione, deriva dalle-sigenza di avviare un percorso di studio e ricerca impron-tato sullidenticazione di elementi di facile determinazione analitica, in grado di fornire correlazioni causa-effetto con la fenomenologia presente negli impianti di trattamento.La sperimentazione condotta sullimpianto oggetto, si foca-lizza sulla capacit di captare beneci gestionali con lintro-duzione di un noto parametro chimico-sico, ma inutilizzato nel trattamento dei reui: il potenziale di ossido-riduzione. Da qualche tempo i tentativi di conciliare questi due elementi in ununica applicazione hanno trovato riscontro nella tipologia impiantistica con funzionamento a cicli discontinui, a diffe-renza del presente lavoro che si pregge lintento di proporre una tecnica gestionale su unarchitettura a funzionamento continuo.

    Il caso reale

    Layout di processoLimpianto oggetto dello studio serve un agglomerato urbano di tipo costiero ed ha una potenzialit complessiva di 18.000 A.E. Esso dimensionato per rimuovere gli inquinanti conforme-mente ai limiti normativi previsti per lo scarico in corpo idrico recettore (Tab.4 Allegato V- del D. Lgs. 152/06). Considerando gli obiettivi dello studio in oggetto, interamente concentrati nella valutazione puntuale del processo biologico limitatamente alla matrice liquida, si delimiter la descrizione delle speciche nella linea acque, escludendo per semplicit le fasi che prevedono ulteriori trattamenti nei confronti delle matrici solide facenti parte della cosiddetta linea fanghi.

    Il layout - come mostrato in Figura 1 - del tipo Ludzack- Et-tinger modicato con comparto di denitricazione a valle del reattore aerobico. Esso si compone delle seguenti sezioni:x grigliatura,x sollevamento iniziale,x dissabbiatore a sezione circolare, x vasca di equalizzazione a sezione quadrata, x due vasche di sedimentazione primaria, x sollevamento intermedio costituito da tre pompe Pn= 6,7

    kW (H= 18 m, Q= 287 m3/h) di cui due alimentano, rispet-tivamente, le due linee del comparto biologico e la terza a soccorso delle due,

    x vasca di sedimentazione secondaria che riceve i fanghi biologici prodotti dalle reazioni di ossidazione-denitrica-zione.

    Il comparto biologico si ripartisce su due linee di proces-so, in cui stata riscontrata una differenza dimensionale e di congurazione sul bacino di denitricazione: la linea I pre-senta un volume del reattore anossico pari a 544 m3, mentre la linea II un volume netto di 672 m3.

    Figura 1 Schema a blocchi impianto depurativo.

  • Strumentazione di campoCon lintegrazione strumentale sullimpianto, si resa neces-saria linstallazione delle sonde redox per entrambe le linee del processo, su due punti rappresentativi delle condizioni opera-tive, tipicamente ottenibili nei due ambienti del sistema biologi-co: denitricazione e nitricazione. Ladozione di ulteriori sistemi di misura in questa fase ha reso evidente la necessit di usufruire di una campagna di monito-raggio sugli assorbimenti energetici, a favore dei motori elettrici annessi alle apparecchiature elettromeccaniche, soprattutto, in riferimento al consumo elettrico dei compressori di aria, re-sponsabili della fornitura di aria per il mantenimento dei livelli di ossigenazione. Per monitorare gli assorbimenti energetici dei compressori, stato realizzato un apposito cablaggio con lacquisizione delle potenze assorbite da ciascuna sofante, congurando il segnale 4-20 mA in uscita dal relativo inverter, ed elaborare il consumo puntuale di ciascunapparecchiatura (primaria e di riserva) operante nella rispettiva linea biologica. In denitiva, considerando le integrazioni elettro-strumentali, il sistema di acquisizione risulta cos costituito: x portata in ingresso allimpianto (Qin),x portate di ripartizione sollevate dalla stazione di sollevato

    intermedio (Qin, 1, Qin, 2),x ossigeno disciolto nei comparti aerobici delle due linee

    (OD1, OD2),x potenziale di ossido-riduzione: o redox 1,in = ingresso denitricazione linea I,o redox 1,out = uscita ossidazione linea II,o redox 2,in = ingresso denitricazione linea II, o redox 2,out = uscita ossidazione linea II,x energia totalmente assorbita dallimpianto,x energia assorbita dalle apparecchiature di fornitura aria: o INV1 e INV2 = sofanti regolate da inverter a servizio della

    prima linea con funzionamento alternato, o INV3 e INV4 = sofanti regolate da inverter, a servizio della

    seconda linea a funzionamento alternato.

    La strumentazione di misura installata in campo collegata ad un PLC il quale attraverso un router GPRS connesso in VPN con il server e trasmette tutti i parametri di processo e automa-zione al centro di controllo, congurato per espletare le funzioni di supporto alle decisioni attraverso il monitoraggio real-time del processo.

    La sperimentazione REDOX

    Richiami teorici e applicabilitIl potenziale di ossidazione rappresenta una misura indiretta dellattivit degli elettroni, implicati nelle trasformazioni di ossi-do-riduzione negli ambienti di reazione. La degradazione di materia organica appartiene alla categoria dei processi ossido-riduttivi nella quale sindividua una correla-zione tra ORP e attivit biologica. Lo studio dei parametri ORP e OD rappresenta una valutazione

    funzionale al monitoraggio e al controllo dei processi biologici, in virt della loro natura esplicativa dello stato di avanzamento del processo ossido-riduttivo (Ndegwa P.M., 2007). In passato si ipotizzava dellORP come la risposta alle infor-mazioni rimediabili nelle condizioni in regime di sovraccarico o sottocarico ed eventualmente sovra-aerazione o decit di ae-razione. Al di sotto delle normali condizioni di carico, lORP nei processi di nitricazione si attesta allinterno di un range tipico delle condizioni ossidative (ORourke J.J., 1963). Una pi recente trattazione, invece, attesta che nei processi biologici di rimozione degli inquinanti, il valore dellORP riette le variazioni di OD, le concentrazioni di substrato organico, lat-tivit dei microrganismi e le cinetiche di reazione. (Comolli P., 1994) (Goncharuk V. V., 2010).Inoltre un team di ricerca spagnolo avanza lipotesi dellimpor-tanza dellinibizione o la limitata efcienza nella correlabilit diretta, legata alla presenza di un rapporto COD/TKN diverso da quello ottimale o dalla presenza di alcuni elementi tossici nellafuente, seppur in tracce (Martin de la Vega P.T., 2012). In accordo con le sperimentazioni recenti operate dai diversi team di ricerca, si pu formulare lipotesi di escludere la regola-zione diretta del comparto biologico mediante interfacciamen-to diretto degli organi di misura (sonde redox) con gli attuatori (inverter).A seguito di ci stato introdotto un nuovo parametro neces-sario per integrare le informazioni conseguite con il data-set a base ORP, cio il cosiddetto OUR (oxygen uptake rate). Con buona approssimazione tale parametro relazionabile alle seguenti applicazioni:x stima dei parametri cinetici e stechiometrici,x ottenimento dei dati necessari per impostare un bilancio di

    massa nelle componenti organiche ed azotate,x valutazione dellattivit dei fanghi in termini di tasso di utiliz-

    zazione del substrato esogeno ed endogeno.

    Si tratta di un parametro valutabile durante la fase di spegni-mento delle sofanti, mediante una metodologia dinamica che integra i fondamenti microbiologici dellattivit respiratoria alle reali esigenze del ciclo biologico (Martin de la Vega P.T., 2012).La determinazione dellOUR in seguito allo stop di azionamen-to, passa attraverso la seguente espressione:

    dove:qO2 = tasso di assorbimento specico di ossigeno [mol O2 kg-1 s-1] Cx = concentrazione di biomassa [kg m

    -3]OUR = tasso di assorbimento di ossigeno [mol O2 kg

    -1s-1]

    LOUR calcolato dalla pendenza del graco costruito interfac-ciando la concentrazione di OD in diminuzione durante linter-ruzione del sistema di aerazione con il tempo (vedi Figura 2).La concentrazione di biomassa in quel punto permette di corre-

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  • lare i parametri di processo per svincolare la dipendenza dagli effetti uidodinamici di scambio gas-liquido. Lesigenza di riuscire a correlare lOUR in assetto dinamico, fornirebbe indicazioni utili alla riformulazione del usso di O2 da insufare e di conseguenza al protocollo di gestione dettato dalla concentrazione di OD.

    Regolazione comparto biologico con sistema ORP OD La denizione del nuovo algoritmo nasce da una correlazione dei dati rilevati in campo adeguatamente captati e trasferiti al centro di calcolo. Si sottolinea che il metodo di correlazione stato accompagnato da valutazioni che hanno incluso appro-fondimenti tematici attraverso lo studio delle variazioni di carico organico ed idraulico.La metodologia seguita nasce aggregando le informazioni ge-nerate dal sistema di acquisizione attraverso una logica dettata dalle assunzioni ottenute da studi di ricerca simili e disposti da altrettanti team di ricerca. Lintenzione di questo elaborato non pretende di eliminare len-tit del fenomeno celato dietro una gestione incontrollata, ma mira alla riduzione della stessa introducendo una prospettiva gestionale di diversa natura: il codice di calcolo il risultato di una valutazione della capacit biologica del sistema di tratta-mento, studiando i fenomeni che questo impianto presenta ri-spetto ad altri impianti, matrici di reui diverse e collocazioni geograche altrettanto differenti.

    La regolazione del processo attraverso limpiego dellORP, si prepone di governare gli interventi di somministrazione di ossi-geno, limitando il numero e la durata ai soli eventi di necessit siologica dei microrganismi, abbandonando un metodo basato sulla somministrazione di aria con intervalli di funzionamento temporizzati. Linverter a servizio delle elettropompe stato designato come attuatore unico per la fornitura di aria, poich la variazione del-la frequenza consente di mantenere, in maniera omogenea la concentrazione interna al sistema reagente: la rapidit di inter-vento e la garanzia di risultato hanno contribuito a confermare tale scelta.Nel nuovo metodo il parametro di set-point non sso, ma pu subire modiche di alcuni punti decimali come indicato dalle os-servazioni sul sistema durante il normale funzionamento.Con limplementazione del nuovo algoritmo sintroduce un arre-sto forzato alle sofanti, per comprendere in maniera dinamica

    za della retta, che indica la rapidit di assorbimento di ossigeno durante ladempimento delle funzioni vitali, cio maggiore lin-clinazione della retta, maggiore lattivit respiratoria del siste-ma biologico e, quindi, maggiore deve essere la fornitura di aria. Lautomazione proposta in questa fase racchiude i seguenti fon-damenti, relativamente al comparto aerobico del reattore biolo-gico, come ipotesi confermate per la messa in atto del nuovo algoritmo:x il valore del parametro ORP rilevato sotto un regime di

    somministrazione non apporta informazioni fruibili in modo assoluto, in quanto la misura inciata dal quantitativo di aria insufato e quindi dallossigeno (noto agente fortemen-te ossidante);

    x la molteplice variabilit del sistema non permette di identi-care i fattori determinanti nel costruire il prolo temporale del parametro ORP, per cui, eliminando il grado di dipen-denza dallossigeno, si riduce leffetto aleatorio del proces-so di regolazione;

    x in termini di OUR, minore la pendenza (vedi Figura 2) tanto meno accentuato il fabbisogno di ossigeno; quindi, si sfavorisce unattivit respiratoria della ora batterica. Al contrario, maggiore la pendenza, maggiore lassorbi-mento di ossigeno, quindi maggiore deve essere lintegra-zione di aria (Ruano M. V., 2012);

    x in regime di ossidazione-nitricazione, non sono afdabili valori puntuali del redox ai ni di decretarne interventi di re-golazione correttiva, ma risultano migliori gli intervalli chiusi pi o meno ristretti (Myers M., 2006).

    Figura 2 Esempio di elaborazione DO vs t.

    Figura 3 - Andamento ORP nelle linee di processo I (rossa) e II (blu), in seguito ad un mese di monitoraggio.

    le condizioni e lo stato di vita del siste-ma biologico in termini di consumo net-to di ossigeno a sofanti spente; quin-di, per calcolare in maniera dinamica lassetto del parametro OUR. Nella breve fase di spegnimento (al max. cinque minuti, per agevolare re-pentinamente il ripristino di set-point prestabilito) si determiner la penden-

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  • Nel comparto di denitricazione, invece, il compito di una sonda redox aiuterebbe a comprendere alcuni elementi pe-culiari del ciclo di rimozione dellazoto. E bene non dimenti-care come la variabilit delle condizioni alla quale soggetto ciascun impianto non permette di generalizzare le assunzioni delineate dalla campagna di monitoraggio seguita. Levolu-zione del processo con il tempo, la stagionalit e lusura della strumentazione sono alcuni dei fattori che comportano una modica dinamica allassetto di regolazione. In merito allimplementazione di un nuovo algoritmo con il pa-rametro ORP, si assumono come input di riferimento i dati raccolti in un intervallo di tempo limitato, cos come mostrato in Figura 3 integrando le indicazioni del gestore in termini di problematiche riscontrate nella corretta riduzione dei nitrati nello stesso periodo.

    Si evince dal graco di Figura 3 come il parametro ORP de-scrive un andamento ciclico, con la quasi totalit dei picchi superiori, soprattutto in corrispondenza di una fascia oraria di alcune ore. Il picco superiore compreso in una fascia tra 50 mV e +50 mV. Il superamento del limite superiore, nel nostro caso stato interpretato come anomalia nella corrente interna di ricircolo, dove si riscontra un quantitativo di ossigeno disciolto supe-riore a quello atteso accentuato dallassenza di un selettore anossico.In virt della sito-specicit di ciascun impianto, impensa-bile adottare un algoritmo con il redox che sia utile in senso generalizzato, o che si adatti per tutto il periodo di vita dellim-pianto; ma come anticipato, esso deve essere sottoposto a continua sintonizzazione, parallelamente allinterpretazione dei nuovi dati generati. (Cola E., 2010).La proposta denitiva valida per un periodo strettamente le-gato alla stagionalit, in quanto limpianto caratterizzato da un duplice grado di funzionamento, in virt del periodo estivo che richiama un tessuto urbano differente. Nel ragionamento dellalgoritmo si considera un range ottima-le di funzionamento variabile sia nellambiente anossico che in quello aerobico.

    Gli interventi rilevanti sono governati da un superamento della soglia superiore nel range anossico, con la risposta di incremento del set-point di ossigeno, viceversa un supera-mento della soglia inferiore nellambiente anossico comporta lo stop della sofante. 'urante il tempo di arresto dellinsufazione, avviene il cal-colo dinamico della pendenza della retta O' vs. t con il ne di decretare il ripristino o la modica del set-point ssato, at-traverso una variazione del valore o una conferma del pre-cedente.

    Conclusioni e prospettive In merito allobiettivo di questo studio, stata indagata la possibilit di coadiuvare un approccio tecnologico al moni-

    toraggio ed alla telegestione, con uno studio sullapplicabilit della misura del potenziale redox, quale indicatore dellattivit della biomassa, nel comparto biologico di un impianto a scala reale. La ricerca di informazioni sullo stato di attivit della biomassa in correlazione con altri parametri oggetto del monitoraggio intensivo, ha costituito il focus dello studio di ricerca. E im-portante sottolineare quanto uno studio simile, nelle condi-zioni auspicate, possa dare risultati confortanti in termini di ottimizzazione del processo. Lapproccio seguito riconosce la fondamentale sito-specicit di ciascun impianto, scartando la pretesa generalizzata di ri-solvere le criticit che riguardano i depurativi, adottando una metodica valida per la totalit dei siti. Linnovazione celata nel metodo di monitoraggio segue una prassi sperimentale eseguita su presidi reali e non su scala pilota poco rappre-sentativi delle effettive condizioni di processo, inoltre lintensi-cazione del monitoraggio fornisce maggiore corrispondenza con la natura dinamica del sistema, irraggiungibile con cam-pionamenti puntuali. Lintenzione alla base dellesperienza menzionata cerca ri-sposte in una prospettiva gestionale fondata sul monitoraggio differenziato e di facile determinazione, attraverso strumenta-zione consolidata dal punto di vista tecnologico e con inciden-za economica ridotta. I risultati riscontrati in un periodo di osservazione limitato, sono confortanti soprattutto in chiave di continuit dello studio per periodi stagionali diversi e pi lunghi, in aggiunta ad una completa sperimentazione estesa ai momenti di maggiore cri-ticit ai quali limpianto sottoposto (estate per usso di turisti che raddoppia, di fatto, lincidenza del carico organico e sta-gioni con maggiore presenza di eventi meteorologici, quindi con incrementi delle portate idrauliche). In termini numerici, si vericata una maggiore stabilizzazio-ne della concentrazione di ossigeno in vasca, spesso proble-matica con un algoritmo fondato sul sistema sonda-sofante tendenzialmente pi instabile. Non esclusa a questo punto limplementazione di ulteriori sfaccettature di sperimentazio-ne che vedono alla base della modica la variazione del valo-re di set-point in base alle esigenze di carico.Le attivit alla base di questa esperienza, hanno permesso di avviare un percorso di integrazione tra la scienza dellauto-mazione con lingegneria di processo industriale. Seppur po-chi siano i risultati impiegabili in maniera diffusa, sincentiva con questa pubblicazione una nuova metodologia, in grado di affrontare la gestione ottimizzata degli impianti di trattamento attraverso lincremento delle performance e con la riduzione degli input sici ed energetici. Lintroduzione di un nuovo metodo dindagine su scala reale, rappresenta un punto di partenza per la realizzazione di uno strumento tecnologico in grado di supportare le decisioni in campo, con un effetto immediato sulla manipolazione dei pa-rametri attraverso la lettura e linterpretazione delle condizioni locali.

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  • Bibliografia[1] &ola E., %. 3. (). ,nnovazione tecnologica e automatis-mi di processo per le migliori pratiche di gestione degli impianti: casi reali nella Provincia Autonoma di Trento. Ecomondo Atti , pp. 1004-1011, Rimini.[2] &omolli P. (14). Possibilitj di applicazione della misura del potenziale redox come parametro di controllo nei processi di nitricazione-denitricazione - Teoria e primi risultati. ,ngeg-neria Ambientale , vol. XXIII, n.1 pp 37-50.[3] Goncharuk V. V., V. B. (2010). The use of redox potential in water treatment processes . Phisical Chemistry of Water Treat-ment Process , Vol. 32 n. 1 pp. 1-9.[4] Martin de la Vega P.T., E. M. (2012). New contributions to the ORP & 'O time prole characterization to improve bio-logical nutrient removal. Bioresource Technology Volume 114- Pages 160-167.

    [5] Myers M., L. M. (2006). The use of oxidation-reduction po-tential as a means of controlling efuent ammonia concentra-tion in an extended controlling efuent ammonia concentration in an extended aeration activated sludge system. Water Envi-roment , 5901-5911.[6] Ndegwa P.M., L. W. (2007). Potential strategies for process control and monitoring of stabilization of dairy wastewaters in batch aerobic treatments systems. Process Biochemistry 42(9): 1272-1278.[7] ORourke J.J., H. T. (1963). Variation in ORP in an activated sludge plant with industrial waste industrial waste load. Indus-trial Water Wastes 8, 15-21.[8] XRuano M. V., J. R. (2012). An advanced control strategy for biological nutrient removal in continuous systems based on pH and ORP sensors. Chemical Engineering Journal , pp. 212-221.

    lAmbiente

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    Anche le email inquinanoChe il web giocasse ormai un ruolo rilevante nel bilancio globale delle emissioni prodotte sul nostro Pianeta, si sapeva gi da un po. Quello che ancora, forse, non era chiaro proprio a tutti il quanto lutilizzo, a volte incontrollato, della posta elet-tronica possa incidere sul consumo di energia e, di conseguenza, su inquinamento e emissione di gas a effetto serra.

    Ademe lAgenzia francese che si occupa di ambiente ed energia ha voluto cos indagare quant limpronta ambientale di una delle pratiche web pi diffuse al mondo: linvio di posta elettronica. Il dato che emerge davvero sorprendente, quanto al-larmante. Si calcola infatti che una mail da 1megabyte emette circa 19 g. di CO2, tenendo conto sia del consumo energetico del pc che di quello dei server coinvolti nel trafco. Volendo esemplicare il concetto, sarebbe come dire che, per unazienda con 100 dipendenti che inviano in media 33 messaggi di posta al giorno, per circa 220 giorni allanno, si producano allincirca 13,6 tonnellate di CO2, equivalenti, ad esempio, a 13 viaggi andata e ritorno da Parigi a New York. In poche parole, internet inquina, proprio come un volo intercontinentale o un viaggio in auto. Solo che, se per la maggioranza di noi chiaro che andando in auto si bruciano combustibili che poi inquinano laria, il concetto che mandare una innocua mail posso inquinare lambiente risulta sicuramente meno chiaro e difcile da comprendere con immediatezza.

    In realt, ogni volta che scriviamo sul web, lasciamo una sorta di impronta ambientale: questo succede perch prima di raggiungere i vari destinatari, le nostre mail vengono copiate, pi o meno 10 volte, dai vari server che hanno poi il compito di trasmetterle allindirizzo di posta digitato: in pratica tutti questi passaggi richiedono lutilizzo di energia elettrica e quindi producono emissioni di CO2. Per questo, Tessa Gelisio ambientalista e blogger di Ecocentrica.tv, storico volto di Pianeta Mare ha pensato di porre lattenzione su questa pratica diffusa e sui pericoli per lambiente derivati da un uso improprio della posta elettronica grazie ad un vademecum lanciato sul suo blog ecocentrica.tv. Tessa Gelisio ha realizzato una sorta di vademecum delleco-mail, con consigli molto pratici per evitare di inquinare con linvio di mail non sempre utili e, spesso, inopportune. Qualche regola, insomma, per rendere come afferma Tessa - la nostra mailbox un posto migliore (http://ecocentrica.tv).

    Ecco allora, qualche pratico consiglio di Tessa Gelisio per usare lemail nel modo corretto.

    1. Pensare prima di scrivere

    2. Rileggere prima di spedire

    3. Evitare i CC inutili

    4. Usare le mailing list con intelligenza

    5. Evitare le mail non conclusive

    6. Svuotare la mailbox

    7. Ricordare lallegato

  • La disciplina dei centri di raccolta)LYUHYKV:LYH(97(3HaPV,THPS!ILYUHYKVZLYH'HYWHSHaPVP[

    Legislazione

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    Il DM Ambiente 8 aprile 2008 reca la Disciplina dei centri di rac-colta dei riuti urbani raccolti in modo differenziato - Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D. Lgs. 1522006. I riuti speciali puntual-mente elencati nel relativo allegato, sono assimilati agli urbani solo ai ni del conferimento nel centro di raccolta. Ad oggi continuano ad essere assimilati agli urbani anche i riuti di cui allart. 2 lettera g) del DPR 254/2003 ed i riuti di cui al punto 1.1.1 della Delibera-zione CIPE 27 luglio del 1984.

    I centri di raccoltaIl D. Lgs. 152/2006 allart. 183 comma 1 lettera mm) denisce cen-tro di raccolta area presidiata ed allestita, senza nuovi o maggiori oneri a carico della nanza pubblica, per lattivitj di raccolta me-diante raggruppamento differenziato dei riuti urbani per frazioni omogenee conferiti dai detentori per il trasporto agli impianti di re-cupero e trattamento. La disciplina dei centri di raccolta q data con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza unicata, di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281Il DM Ambiente 8 aprile 2008 reca la Disciplina dei centri di rac-colta dei riuti urbani raccolti in modo differenziato - Articolo 183, comma 1, lettera cc) del D. Lgs. 1522006, che per vizio di forma stato successivamente modicato dal DM 13 maggio 2009.La Sentenza n 1690 della Cassazione Penale Sezione III del 14 gennaio 2013, precisa : evidente che, a seguito dellintroduzione nel D. Lgs n. 152 del 2006 della denizione di centro di raccolta, non puz pi essere seguito lorientamento che attribuiva in passato alle ecopiazzole la qualica di centri di stoccaggio di riuti sog-getti al corrispondente regime autorizzatorio, poichp tali aree sono ora normativamente individuate, ma q altrettanto evidente che, una volta determinata la nozione di centro di raccolta, la soggezione alla relativa disciplina introdotta con i decreti ministeriali di cui si q detto in precedenza deve ritenersi riservata esclusivamente a quelle aree che presentino caratteristiche corrispondenti a quel-le indicate nel D. Lgs n. 152 del 2006, articolo 183, lettera mm. Deve conseguentemente escludersi che, al di fuori dellipotesi con-templata dal legislatore, la predisposizione di aree attrezzate per il conferimento di riuti astrattamente riconducibili ad un generico concetto di ecopiazzola o isola ecologica possa ritenersi sottrat-ta alla disciplina generale sui riuti, poich lintervento del legisla-tore ha ormai denitivamente delimitato tale nozione prevedendo, peraltro, un regime autorizzatorio e gestionale che, come si q visto, consente il conferimento ai centri di raccolta di unampia gamma di riuti in maniera controllata. In tutti i casi in cui non vi sia corrispon-denza con quanto indicato dal legislatore dovrj procedersi ad una valutazione dellattivitj posta in essere secondo i principi generali in materia di riuti.

    Larticolo 2 del succitato decreto precisa che la realizzazione dei centri di raccolta eseguita in conformit con la normativa vigen-te in materia urbanistica ed edilizia ed il Comune territorialmente competente ne d comunicazione alla Regione e alla Provincia (ladeguamento degli impianti esistenti, ai sensi del comma 7 del succitato articolo, doveva avvenire entro 6 mesi dalla pubblicazione del DM su Gazzetta Ufciale); i centri di raccolta devono essere al-lestiti e gestiti in conformit a quanto riportato in allegato 1 al DM in parola; il soggetto che gestisce il centro deve essere iscritto allAlbo nazionale gestori ambientali di cui allart. 212 del D. Lgs. 152/2006 nella categoria 1 Raccolta e trasporto dei riuti urbani di cui allart. 8 del DM Ambiente n 406 del 28 aprile 1998.

    I rifiuti assimilati agli urbaniAllo stato si hanno tre categorie di riuti speciali assimilati agli ur-bani:x i riuti di cui di cui al punto 4.2 dellAllegato I al DM 8 aprile

    2008, assimilati ope legis e possono essere anche pericolosi;x i riuti di cui al punto 1.1.1 della Deliberazione CIPE 27 luglio

    del 1984;x i riuti di cui allart. 2 lettera g) del DPR 254/2003 (1).

    I riuti contemplati nella Deliberazione del CIPE e dal DPR 254/2003, necessitano di un regolamento comunale e sono solo non pericolosi.Si ricorda inoltre che ai sensi dellart. 198 comma 1 del D. Lgs. 152/2006 .. i Comuni continuano la gestione dei riuti urbani e dei riuti assimilati avviati allo smaltimento in regime di privativa nelle forme di cui al larticolo 113, comma 5, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267

    Compete al comune, ai sensi dellart. 198 comma 2 lett. g) lassi-milazione, per qualit e quantit, dei riuti speciali non pericolosi ai riuti urbani, secondo i criteri di cui allarticolo 195, comma 2, lettera e), ferme restando le denizioni di cui allarticolo 184, comma 2, lettere c) e d).Larticolo 195, al comma 2, pone in capo alle competenze dello Sta-to e) la determinazione dei criteri qualitativi e quali-quantitativi per lassimilazione, ai ni della raccolta e dello smaltimento, dei riuti speciali e dei riuti urbani. Con decreto del Ministro dellambiente e della tutela del territorio e del mare e del mare, dintesa con il Mini-stro dello sviluppo economico, sono deniti, entro novanta giorni, i criteri per lassimilabilitj ai riuti urbani.A tuttoggi non essendo stati emanati i succitati criteri, larticolo 265 (Disposizioni transitorie) del D. Lgs. 152/2006 precisa che Le vi-genti norme regolamentari e tecniche che disciplinano la raccolta, il trasporto il recupero e lo smaltimento dei riuti restano in vigore

  • lAmbiente

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    sino alladozione delle corrispondenti speciche norme adottate in attuazione della parte quarta del presente decreto. Al ne di assi-curare che non vi sia alcuna soluzione di continuitj nel passaggio dalla preesistente normativa a quella prevista dalla parte quarta del presente decreto, le Pubbliche amministrazioni, nellesercizio delle rispettive competenze, adeguano la previgente normativa di attuazione alla disciplina contenuta nella parte quarta del presente decreto, nel rispetto di quanto stabilito dallarticolo 264, comma 1, lettera i). Ogni riferimento ai riuti tossici e nocivi continua ad inten-dersi riferito ai riuti pericolosi.

    Rimane tuttora in vigore la Deliberazione 27 luglio del 1984 Dispo-sizioni per la prima applicazione dell articolo 4 del DPR 10 settem-bre 1982, n. 915, concernente lo smaltimento dei riuti che al punto 1.1 detta i Criteri generali per l assimilabilitj dei riuti speciali ai riuti urbani di cui al punto 1.1.1, fermo restando che lassimilabilit di natura tecnologica e tali criteri sono rivolti a permettere, senza maggiori rischi per la salute delluomo e/o per lambiente, lo smalti-mento di riuti speciali in impianti aventi le caratteristiche minimali stabilite in funzione dello smaltimento, nei medesimi, di riuti urbani; inoltre, come precisato alla lett. c) del punto 1.1.1 nel caso in cui i riuti speciali sopraindicati siano stati contaminati da sostanze o preparati classicati pericolosi ai sensi della normativa vigente in materia di etichettatura (legge 29 maggio 1974, n. 256, decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1981, n. 927, e succes-sive modiche ed integrazioni) o da policlorodibenzodiossine eo policlorodibenzofurani, non possono essere ammessi in discariche di cui al punto 4.2.2. se preventivamente non sottoposti ad adeguati trattamenti di bonica.Nel caso in cui per i riuti di cui al punto 1.1.1 della succitata delibe-ra non vi sia stata alcuna disciplina comunale, gli stessi sono riuti speciali e sono sottoposti al relativo regime.Nel caso in cui per i riuti di cui al punto 1.1.1 della succitata delibe-ra sia stata emanata la relativa disciplina comunale di assimilazio-ne, tutti i riuti assimilati sono soggetti al diritto di privativa da parte del comune e possono essere conferiti esclusivamente al comune, nelle forme di cui allarticolo 113 comma 5 del D. Lgs. 267/2000. Tale assimilazione deve essere effettuata sia qualitativamente che quantitativamente, questultimo aspetto sar stabilito caso per caso da ciascun Comune in funzione della capacit dei suoi sistemi di trasporto e smaltimento, come peraltro ribadito dalla sentenza n 9631/2012 dalla Sezione tributaria della Corte di Cassazione, la quale precisa che un regolamento comunale che prevede una mera elencazione delle sostanze assimilabili, indicandole nominati-vamente e senza alcuna specicazione dei relativi limiti quantitativi, di conseguenza deve essere ritenuto illegittimo. Questo perch limpatto igienico ed ambientale di un materiale di scarto non pu essere correttamente valutato, nel rispetto della de-libera CIPE 27 luglio 1984, se non tenendo conto anche della sua quantitj.

    I rifiuti conferibili presso i centri di raccoltaLe tipologie di riuti che possono essere conferite presso i centri di raccolta sono elencate al punto 4.2 dellAllegato I al DM 8 Aprile 2008.

    Le 32 tipologie di riuto sono assimilate ai riuti urbani ai soli ni del conferimento presso i centri di raccolta; la tipologia di riuti di cui al punto 32 dellallegato I al DM in parola costituita da riuti assimilati ai riuti urbani sulla base dei regolamenti comunali, fer-mo restando il disposto di cui allart. 195, comma 2, lettera e) del decreto legislativo 1522006 e smi.Per alcune tipologie di riuto indicate al punto 4.2 viene puntualiz-zato che le stesse possono provenire esclusivamente da utenze domestiche, per esempio:x il punto 25 relativo a batterie ed accumulatori di cui alle

    voci 160601 160602 160603 provenienti da utenze dome-stiche) (codice CER 200133);

    x il punto 32, prima voce, relativo a toner per stampa esauriti diversi da quelli di cui alla voce 080317 (provenienti da uten-ze domestiche) (codice CER 080318);

    x Il punto 32, quarta voce, relativo a pneumatici fuori uso (solo se conferiti da utenze domestiche) (codice CER 160103);

    x il punto 32, sesta voce, relativo a componenti rimossi da apparecchiature fuori uso diversi da quelli di cui alla voce 16 02 15 (limitatamente ai toner e cartucce di stampa prove-nient