L’alunno iperattivo in classe Testimonianze Aspetti ... · classe terza primaria ma ha già...

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L’alunno iperattivo in classe Aspetti emotivo-relazionali Dr.ssa Simona Bernardini [email protected] Testimonianze La nostra vita è diventata un inferno da quando il nostro piccolo va a scuola... Quest’anno è stato promosso alla classe terza primaria ma ha già cambiato due scuole da quando era in prima. Le insegnanti non hanno accettato la diagnosi di adhd fatta dallo psicologo per cui hanno continuato a bollarci come inadeguati e a chiamare il nostro bambino “teppista”... Naturalmente non provano neppure a mettere in atto le strategie consigliate per la gestione in classe di un bambino iperattivo intervenendo con la forza per arginare i comportamenti tipici del disturbo e "massacrandolo verbalmente" a tal punto che nell'ambiente scolastico ormai è una furia, aggressivo e tagliato fuori da ogni attività … Genitori di un bambino iperattivo Testimonianze In classe non si può lavorare serenamente, bisogna sempre interrompere l’attività in corso, perché Mattia disturba in continuazione. Spesso è in giro per la classe e frequentemente se la prende con qualche altro alunno facendo dispetti o lanciando qualche oggetto. A volte aggredisce altri bambini con pugni o calci senza alcuna ragione. Durante la lezione interviene in continuazione con commenti che non c’entrano niente con l’argomento o fa il buffone per attirare su di sé l’attenzione. Più di una volta ha rivolto insulti e parolacce anche all ’ insegnante e molti genitori hanno cominciato a protestare, manifestando l ’ intenzione di trasferire in un’altra scuola i propri figli. I genitori di Mattia tendono a giustificare il figlio dicendo che tante volte sono gli altri che lo provocano o che lo accusano ingiustamente. Un’insegnante di 4^ classe primaria Introduzione Il crescente interesse per il disturbo da deficit d’attenzione/iperattività è da ricercare in tre ordini di fattori: l’elevata incidenza del disturbo, la compresenza di numerosi altri disturbi (comorbilità) la probabilità di prognosi infausta. Diventa molto importante valutare l’esatta natura dei sintomi e la presenza di eventuali diagnosi associate, soprattutto ai fini di una migliore pianificazione terapeutica.

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L’alunno iperattivo in classe

Aspetti emotivo-relazionaliDr.ssa Simona Bernardini

[email protected]

TestimonianzeLa nostra vita è diventata un inferno da quando il nostro piccolo va a scuola... Quest’anno è stato promosso alla classe terza primaria ma ha già cambiato due scuole da quando era in prima. Le insegnanti non hanno accettato la diagnosi di adhd fatta dallo psicologo per cui hanno continuato a bollarci come inadeguati e a chiamare il nostro bambino “teppista”... Naturalmente non provano neppure a mettere in atto le strategie consigliate per la gestione in classe di un bambino iperattivo intervenendo con la forza per arginare i comportamenti tipici del disturbo e "massacrandolo verbalmente" a tal punto che nell'ambiente scolastico ormai è una furia, aggressivo e tagliato fuori da ogni attività …

Genitori di un bambino iperattivo

TestimonianzeIn classe non si può lavorare serenamente, bisogna sempre interrompere l’attività in corso, perché Mattia disturba in continuazione. Spesso è in giro per la classe e frequentemente se la prende con qualche altro alunno facendo dispetti o lanciando qualche oggetto. A volte aggredisce altri bambini con pugni o calci senza alcuna ragione. Durante la lezione interviene in continuazione con commenti che non c’entrano niente con l’argomento o fa il buffone per attirare su di sé l’attenzione. Più di una volta ha rivolto insulti e parolacce anche all ’ insegnante e molti genitori hanno cominciato a protestare, manifestando l ’ intenzione di trasferire in un’altra scuola i propri figli. I genitori di Mattia tendono a giustificare il figlio dicendo che tante volte sono gli altri che lo provocano o che lo accusano ingiustamente.

Un’insegnante di 4^ classe primaria

Introduzione• Il crescente interesse per il disturbo da deficit

d’attenzione/iperattività è da ricercare in tre ordini di

fattori:

– l’elevata incidenza del disturbo,

– la compresenza di numerosi altri disturbi (comorbilità)

– la probabilità di prognosi infausta.

• Diventa molto importante valutare l’esatta natura dei

sintomi e la presenza di eventuali diagnosi associate,

soprattutto ai fini di una migliore pianificazione

terapeutica.

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L’iperattività a prima vista

Il problema si manifesta con un'evidente difficoltà del

bambino a mantenere l'attenzione e la concentrazione

per un periodo di tempo sufficientemente prolungato, ai

fini di un apprendimento adeguato (malgrado di solito

abbia buone capacità intellettive).

Si possono inoltre riscontrare aspetti di iperattività e

impulsività, con difficoltà di autocontrollo in ambito

sociale e nelle relazioni interpersonali.

SINTOMI ESSENZIALI

�Livello di inattenzione e/o iperattività-impulsività

�Comportamenti anomali caratterizzati da difficoltà a concentrarsi ed autocontrollarsi

�Stili cognitivi caratterizzati da impulsività, intesa come tendenza ad agire prima di riflettere

�Scarsa tolleranza alla frustrazione e difficoltà a differire le gratificazioni (il bisogno di avere tutto e subito)

�Tendenza a violare le regole

DisattenzioneDisattenzione

� Non riesce a prestare attenzione o commette errori di

distrazione nei compiti scolastici o in altre attività.

� Non riesce a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle

attività di gioco.

� Non sembra ascoltare quando gli si parla.

� Non segue le istruzioni e non porta a termine le attività.

� Evita gli impegni che richiedono sforzo mentale

protratto.

� Perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività.

� È facilmente distratto da stimoli estranei.

� È sbadato nelle attività quotidiane.

IperattivitIperattivitàà

�Muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla

sedia.

�Lascia il suo posto a sedere.

�Scorazza e salta dovunque in modo eccessivo.

�Ha difficoltà a giocare e a dedicarsi ad attività divertenti in

modo tranquillo.

�È “sotto pressione” ed agisce come se fosse

“motorizzato”.

�Parla troppo.

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ImpulsivitImpulsivitàà

�“Spara le risposte prima che le domande siano state

completate”.

�Ha difficoltà ad attendere il proprio turno.

�Interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti.

SINTOMI ESSENZIALI

• devono essere più gravi di quelli rilevati in altri bambini della stessa età

• devono essere più gravi di quelli rilevati in altri bambini dello stesso livello di sviluppo

• devono essere presenti in diversi contesti • (per es. famiglia, scuola)

• si modificano con l’età, ma possono durare per tutta la vita

• devono creare gravi problemi nella vita quotidiana

Effetti dell’ADHDSfera familiareSfera familiare

• I bambini con queste caratteristiche sono alla continua ricerca di attenzione, dimenticano facilmente le richieste, perdono costantemente le loro cose, sono disorganizzati e sempre in movimento. A volte mangiano e dormono poco, possono presentare forme allergiche e sensibilitàalla luce e ai suoni.

• Hanno difficoltà ad andare d’accordo con fratelli e sorelle e con i coetanei, si sentono frustrati con facilità e si oppongono ai cambiamenti delle loro abitudini.

• Gli interventi più efficaci nel migliorare la serenitàfamiliare sono basati sull’acquisizione e il miglioramento delle abilità sociali da un lato e sulla modificazione del comportamento dall’altro.

Sfera scolasticaSfera scolasticaSi evidenziano spesso difficoltà di apprendimento deficit di memoria a breve termine, difficoltà di linguaggio, di lettura, ortografia, calcolo, problemi di elaborazione delle informazioni visive e uditive (funzionamento inefficace del sistema nervoso centrale) Le informazioni verbali “entrano da un orecchio ed escono dall’altro” errori di copiatura ed omissioni delle ultime sillabe di una parola e delle ultime parole di una frase durante la lettura. L’uso di espressioni verbali e scritte molto semplici.La comprensione del linguaggio avviene in modo corretto, ma la capacità di espressione non è ottimale. Difficoltà nella produzione del discorso sono tipiche di bambini in età prescolare, mentre i disturbi del linguaggio sono evidenti in bambini in età scolare. Sono spesso presenti problemi di coordinazione, come nell’equilibrio, postura, lanciare, calciare, afferrare, allacciare le scarpe, abbottonarsi, scrivere e disegnare. Queste difficoltàrichiedono un costante esercizio quotidiano per essere contrastate.

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Sfera socialeSfera socialebambini spesso poco abili socialmente. La scarsa padronanza delle regole esplicite ed implicite della comunicazione impedisce la corretta interpretazione dei messaggi non verbali. Farsi degli amici e mantenere con loro delle relazioni soddisfacenti diventa spesso difficile.La scarsa tolleranza alle frustrazioni è il motivo che spiega il frequente comportamento capriccioso e la facilità con cui il bambino mette il broncio. Sono spesso presenti inflessibilità ed incapacità di adattarsi ai cambiamentiIn questi bambini i problemi di autostima sono influenzati sia da fattori primari sia secondari.

INTERVENTIINTERVENTILe ricerche compiute in questo ambito dimostrano che la forma di intervento più efficace deve agire su più fronti e può comprendere:�Consulenza e sostegno ai genitori�Terapia del comportamento�Consulenza alla scuola su strategie comportamentali�Training di abilità sociali�Interventi CBT per incrementare l’autostima�Interventi di potenziamento dell’apprendimento

ADHD in età scolare

• Più frequente la prima diagnosi • Possibile riduzione della iperattività• Maggiore evidenza di sintomi cognitivi • (disattenzione, impulsività) • Difficoltà scolastiche • Evitamento di compiti cognitivi prolungati • Comportamento oppositivo-provocatorio

DECORSO DEL DISTURBOPsicopatologia dello sviluppo

Bambini di scuola elementare (6-12 anni)• Distraibilità• Irrequietezza• Comportamento impulsivo e dirompente• Problemi associati ed implicazioni

• Disturbi specifici di apprendimento• Bassa autonomia• Ripetizione di classi• Rifiuto da parte dei compagni-coetanei• Rapporti familiari difficili

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DECORSO DEL DISTURBOPsicopatologia dello sviluppo

ADOLESCENTI (13-17 anni)

• Difficoltà nella pianificazione e organizzazione• Inattenzione persistente

• Riduzione dell’irrequietezza motoria• Problemi associati

• Comportamento aggressivo, antisociale e

delinquenziali• Abuso di alcool e droghe• Problemi emotivi

ADHD in adolescenza

• 35%: superamento dei sintomi, prestazioni scolastiche

talvolta inferiori ai controlli

• 45-50%: permanenza della sindrome, attenuazione della

componente iperattiva, disturbo attentivo (difficoltà

scolastiche, di organizzazione della vita quotidiana),

compromissione emotiva (depressivo-ansiosa) e sociale,

instabilità nelle scelte scolastiche o relazionali, condotte

pericolose.

• 15-20%: permanenza della sindrome, disturbi

comportamentali e di adattamento sociale.

Sintomi nucleari•Inattenzione •Iperattività•Impulsività

+Comorbidità psichiatricaDisturbi comportamntali (disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo della condotta) Disturbi d’ansia e dell’umore

Compromissione funzionale Bassa autostima Incidenti e traumiFumo/abuso di sostanze

Difficoltà scolastiche Difficoltà lavorative Casa Stress familiare Conflitti familiari Relazioni sociali Relazioni con coetanei Deficit di socializzazione Difficoltà relazionali

COMORBIDITÀMolto frequenti (più del 50%)

• Disturbo oppositivo • Disturbi specifici dell’apprendimento

Frequenti (fino al 40%)• Disturbi d’ansia • Disturbo evolutivo della coordinazione • Disturbi del sonno • Enuresi

Encopresi • Disturbo della condottaMeno frequenti (fino al 20%)

• Tic • Depressione • BalbuzieRari

• Disturbi dello spettro autistico

Circa l’80% dei pazienti presentano almeno una comorbidità e circa il 60% dei pazienti presenta almeno due comorbidità

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Prognosi

• ADHD + Comorbidità = Prognosi peggiore

• Ansia sociale = maggior rischio disturbi dell’Umore e dipendenza da sostanze

• Disturbo Oppositivo Provocatorio = maggior rischio Disturbo Antisociale

ATTRIBUZIONI ERRATE SUI BAMBINI CON ADHD

• Decidono deliberatamente di non voler lavorare

• Fanno solo ciò che piace a loro, quando si impegnano

riescono come gli altri

• Sono così perchè i loro genitori non li seguono a

sufficienza

• Meritano di essere puniti per insegnare loro a calmarsi

• Sono cattivi perché non seguono le regole del

comportamento e reagiscono negativamente ai compagni

• A volte si comportano in quel modo solo per attirare

l’attenzione della classe.....

• Il bambino con disturbo da deficit d’attenzione/iperattivitàsolitamente NON è un violento.

• Solo nel caso in cui il disturbo è associato a disturbo oppositivo provocatorio o a disturbo della condotta possono aversi manifestazioni di aggressività e violenza

Sebbene non esista una cura per lSebbene non esista una cura per l’’ADHD ADHD esistono tecniche comportamentaliesistono tecniche comportamentali

che possono essere di grande beneficio che possono essere di grande beneficio per il bambino e migliorare per il bambino e migliorare

notevolmente notevolmente la situazione in famiglia e a scuolala situazione in famiglia e a scuola

Si può curare l’iperattività?

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PANORAMICASettori problematici del trattamento

Richiede un intervento multimodale

Bambino

Famiglia

Scuola

Coetanei

Inattenzione

Iperattività

Impulsività

Disturbi associati

Deficit funzionale

Problemi genitoriali, mancanza di controllo, problemi relazionali

Carico per la famiglia, problemi di salute mentale dei genitori

Difficoltà di apprendimento e insuccesso scolastico

Rapporto negativo insegnante studente

Relazioni interpersonali negative con i coetanei

PANORAMICAInterventi

Sul paziente

Psicoeducazione

Psicofarmacoterapia

Terapia cognitivo-comportamentale

Psicoeducazione

Parent training

Psicoeducazione

Interventi comportamentali

Sui genitori

Sulla scuola

OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE

L’ADHD può non essere L’ADHD peggioraosservabile particolarmente• In situazioni altamente • in situazioni non strutturate

strutturate • Durante attività rispettive

• In situazioni nuove • In situazioni noiose

• Quando il paziente è • In presenza di molte distrazioni

impegnato in attività • Con sorveglianza minima

interessanti • Quando si richiede

• Quando il paziente viene attenzione sostenuta o

seguito individualmente sforzo mentale

• In un contesto controllato • Durante attività al

e sorvegliato proprio ritmo

• Quando vengono elargite

frequenti ricompense

E’ importante l’osservazione in contesti diversi

LL’’osservazione dei bambini mentre giocanoosservazione dei bambini mentre giocano tra loro o sono impegnati in attività quotidiane di gruppo, facilita la distinzione tra:

- bambini iperattivi- bambini che presentano aggressività- bambini che presentano entrambe le caratteristiche

Osservare i bambini in classeOsservare i bambini in classe o durante la mensa offre informazioni:

- sul comportamento del soggetto stesso- sulla modalità di comportamento dell’insegnante

Si possono organizzare osservazioni guidate

La scelta dei comportamenti da osservare sarà strettamente legata alle mete educative che ci si prefigge di raggiungere

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INTERVENTI CON IL BAMBINO ADHD BASATI SULLA

EDUCAZIONE RAZIONALE-EMOTIVA

Attraverso lAttraverso l’’utilizzo di procedure mutuate dalla utilizzo di procedure mutuate dalla REBT, ci si pone la finalitREBT, ci si pone la finalitàà di aiutare il bambino nella di aiutare il bambino nella gestione dei sintomi secondari e dei disturbi gestione dei sintomi secondari e dei disturbi associati allassociati all’’ADHD ADHD

ORGINI DELL’EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA

L’educazione razionale emotiva (ERE) èun’estensione in ambito educativo di quei principi

e di quei metodi che sono stati applicati con successo nell’ambito di quella prassi

psicoterapeutica denominata

Terapia Comportamentale Razionale Emotiva(REBT = Rational Emotive Behavior Therapy)

ideata da Albert Ellis

Un modello dUn modello d’’intervento di educazione socio affettiva intervento di educazione socio affettiva che si che si èè ormai ampiamente diffuso anche nel nostro ormai ampiamente diffuso anche nel nostro Paese Paese èè ll’’Educazione Razionale Emotiva (ERE)Educazione Razionale Emotiva (ERE)

LL’’accostamento dei due termini accostamento dei due termini ““razionalerazionale”” ed ed ““emotivaemotiva”” indica il superamento del dualismo indica il superamento del dualismo mentemente--emozioni e lemozioni e l’’adesione a un modello olistico adesione a un modello olistico che vede la dimensione emotiva e la dimensione che vede la dimensione emotiva e la dimensione cognitiva strettamente interdipendenti e influenzatesi cognitiva strettamente interdipendenti e influenzatesi a vicenda.a vicenda.

Facendo ricorso alla propria capacitFacendo ricorso alla propria capacitàà di pensare in di pensare in modo razionale diventa possibile prevenire e modo razionale diventa possibile prevenire e superare le difficoltsuperare le difficoltàà di natura emozionaledi natura emozionale

EREERECaratteristiche dell’ERE

�Ha carattere preventivo

�E’ un intervento di matrice cognitivo comportamentale

�Si basa su un metodo scientifico

�Mira a far acquisire abilità metacognitive

�Ha la finalità di aiutare le persone a rendere le emozioni più funzionali (non di eliminare dalla loro vita tutte le emozioni spiacevoli!!!)

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Assunto di base della terapia comportamentale razionale emotiva

(REBT):

Non sono gli eventi di per sé a creare sofferenza emotiva, ma il significato che diamo a tali eventi

Il nostro modo di reagire emotivamente ed il nostro comportamento non sono determinati dagli eventi

ma da come percepiamo ed interpretiamo tali eventi

MODELLO ABC

AAAvversità

BB

Convinzioni

CCConseguenze

Emotive\comportamentali

AAAvversità

CCConseguenzeEmotive\comportamentali

ABC EsempioLisa assorta nei propri pensieri, stà giocherellando

con una matita la mamma la rimprovera dicendole che non stà mai attenta e si distrae sempre! Per questo a scuola prende brutti voti!

Lisa si arrabbia e risponde alla mamma “non è colpa mia se la matematica è così noiosa ! Io non la sopporto! “

ABCA Lisa viene rimproverata dalla mamma per la sua

disattenzione durante lo svolgimento dei compiti di matematica

C Si arrabbia e risponde alla mammaB E’ insopportabile stare fermi e attenti durante le

spiegazioni matematica !

Anche se alcune emozioni possono essere state Anche se alcune emozioni possono essere state scatenate da scatenate da eventieventi\\situazionisituazioni esterne o da condizioni esterne o da condizioni fisichefisiche\\eventieventi interni, il loro perdurare e il loro interni, il loro perdurare e il loro intensificarsi intensificarsi èè influenzato dai pensieri che linfluenzato dai pensieri che l’’individuo individuo ha circa quella situazioneha circa quella situazione

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�� LL’’apprendimento apprendimento èè influenzato dalle condizioni influenzato dalle condizioni emotiveemotive

�� Le emozioni influenzano i rapporti Le emozioni influenzano i rapporti interpersonaliinterpersonali

�� Le reazioni emotive piLe reazioni emotive piùù frequenti diventano frequenti diventano modalitmodalitàà di risposta abitualidi risposta abituali

�� Emozioni adeguate facilitano il superamento di Emozioni adeguate facilitano il superamento di situazioni difficilisituazioni difficili

OCCUPARSI DELLE EMOZIONI OCCUPARSI DELLE EMOZIONI

PERCHEPERCHE’…’…Il laboratorio delle emozioniIl laboratorio delle emozioniIl laboratorio delle emozioniIl laboratorio delle emozioni

Come mi sento oggi

OBIETTIVI CON ALUNNI PIU’PICCOLI

Espandere il vocabolario emotivo

Identificare in modo corretto le emozioniDistinguere le emozioni utili da quelle dannose

Differenziare le emozioni dai pensieriIndividuare il dialogo interno

Collegare il dialogo interno alle emozioniApprendere un repertorio di pensieri utili

OBIETTIVI CON ALUNNI PIU’GRANDI

Identificare in modo corretto le emozioni

Distinguere le emozioni utili da quelle dannose

Differenziare le emozioni dai pensieri

Riconoscere i principali virus mentali

Imparare ad attaccare i virus mentali

Imparare un repertorio di pensieri utili

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RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA

E’ il processo attraverso cui l’individuo impara a trasformare quei modi di pensare che portano a reazioni emotive disfunzionali sostituendoli con pensieri costruttivi

Esempi contrapposti di convinzioni irrazionali e razionali sulle relazioni interpersonali

Convinzioni

irrazionali

• Io devo piacere a tutti; se a qualcuno non piaccio significa che non valgo niente.

• Un amico è qualcuno che fa sempre quello che voglio io.

• Gli altri sono cattivi; se la prendono tutti con me

Convinzioni razionali

• Io valgo anche se a qualcuno non piace ciò che faccio

• Si può essere amici anche quando non si vuole fare le stesse cose

• Alcuni sono gentili con me; altri invece a volte si comportano male

“Ho sbagliato maposso migliorare”“Non è indispensabile essere sempre apprezzati”

Accettazione di se stessiDeterminazione a migliorare

“Non ce la farò mai”“Non sopporto essere rifiutato”“Se non piaccio agli altri non valgo niente”

Bassa autostimaSconforto

L’AUTOACCETTAZIONEStrategie scolastiche per aiutare

l’alunno con ADHD

• Per ridurre gli effetti che i sintomi del ADHD hanno sul rendimento scolastico e sui risultati, si rende necessario il ricorso a particolari accorgimenti educativi.

• Sistemazione dell’aula• Organizzazione della classe• Modifiche del curriculum• Strategie per migliorare la performance• Strategie per gestire il comportamento• Strategie per migliorare le abilità sociali\ autostima• Collaborazione dell’insegnante e dei genitori

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CIRCOLO VIZIOSO DELL’AUTOSTIMA

INSUCCESSO

RIDUZIONE DELL’IMPEGNO

BASSA ASPETTATIVADI RIUSCITA

BASSA AUTOSTIMA

• In questi bambini i problemi di autostima (divario tra SSéé IdealeIdealee SSéé percepitopercepito) sono influenzati sia da fattori primari sia secondari.

• Inizialmente non sviluppano un appropriato concetto di sé ed hanno difficoltà di relazione con i familiari e con i coetanei.

• La successiva mancanza di successi scolastici, sportivi e sociali peggiora le difficoltà iniziali del bambino aumentando il rischio di essere facilmente influenzato dagli altri durante l’adolescenza. Il farsi guidare e trascinare dal gruppo dei coetanei aumenta la probabilità di trovarsi in situazioni problematiche. Sentimenti di inadeguatezza, ansia e depressione sono, pertanto, conseguenze possibili.

• L’ADHD, se non trattato, può creare problemi rilevanti nell’autostima. I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, mettendoli in grado di aumentare la loro efficacia (Tu non sei il tuo comportamentoTu non sei il tuo comportamento)

• La costanza, l’impegno e il tempo unitamente a interventi terapeutici validi che agiscono su tutti gli aspetti del problema permettono a questi bambini di spezzare il circolo vizioso di frustrazione ed insuccesso e di aumentare considerevolmente abilità personali e autostima.

Strategie per migliorare l’autostima

1.Ricorrere all’incoraggiamento positivo

- Descrivere il comportamento positivo dell’alunno- Comunicare apprezzamento per quel comportamento

2. Evidenziare anche i piccoli insuccessi

3. Fornire feedback sulla prestazione invece che esprimere giudizi sulla persona

4. Dare all’alunno la possibilità di mostrare le sue potenzialità nelle attività in cui riesce bene

Le abilità sociali e l’amicizia• Il comportamento distruttivo di un bambino con ADHD

spesso provoca nei suoi compagni modi di reagire che peggiorano la situazione. Da un lato, i compagni possono premiare smorfie e versacci con sorrisi e risatine. Dall’altro, possono anche manifestare ritorsioni contro le molestie o l’irruenza del bambino con ADHD. In altre parole, questo bambino si fa una cattiva reputazione fra i suoi compagni.

• L’utilizzo di programmi a premi di gruppo possono risultare efficaci nel contrattaccare l’attenzione dei pari rispetto al comportamento problematico di un bambino con ADHD. Alcuni studi mostrano tuttavia che i compagni possono intervenire direttamente per aiutarlo a sviluppare comportamenti positivi

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Come aiutare l’alunno con ADHD ad andare d’accordo coi compagni

• insegnare all’alunno a considerare il punto di vista degli altri (non è necessario che lo impari a sue spese).

• Fornire modelli di comportamento. Mostrare all’alunno esempi di comportamenti sociali corretti, facendogli osservare i diversi modi in cui è possibile interagire con gli altri in particolari situazioni.

• Rinforzare spesso il comportamento prosociale. L’insegnante dovrebbe creare delle situazioni che consentano agli alunni di aiutarsi reciprocamente, di collaborare, di condividere

• Aiutare l’alunno ad esercitarsi a far pratica di comportamenti prosociali e ad intraprendere attivitàsociali (dopo che gli sono stati forniti diversi esempi e spiegazioni riguardo ai diversi modi in cui è possibile interagire in varie situazioni)

Strategie per favorire un buon rapporto coi compagni

• Affrontare le difficoltà interpersonali dell’alunno cercando di capire perché il suo comportamento disturba gli altri e fornire suggerimenti su come gli possa risolvere il problema.

• Selezionare un alunno che possa fare da partner all’alunno con ADHD in momenti cooperativi, attività non strutturate e situazioni di transizione.

• Evitare di chiedere ai compagni di classe di capire l’alunno ADHD e di diventare terapeutici nei suoi confronti.

• Fare in modo che vi siano momenti di discussione in classe per presentare, esemplificare e simulare appropriate abilitàsociali

• Predisporre speciali adattamenti per l’alunno ADHD ma cercare di evitare situazioni in cui l’alunno appaia troppo privilegiato.

• Facilitare la soluzione di problemi che possono sorgere tra alunni, senza assumere il ruolo di arbitro o giudice.

Migliorare le abilità interpersonali

• Prescolari: approccio direttivo (analisi funzionale e rinforzatori)

• Scolari Potenziamento abilià sociali di base (distorta percezione degli eventi sociali e attribuzione di intenti ostili errata)

• Insegnare:• Aspetti non verbali della comunicazione • Autoistruzioni (“Pensa ad alta voce” Di Pietro, 1992)• Riconoscere le emozioni• Come unirsi al gruppo• Come fare e rifiutare le richieste

Lo stile di comunicazione che l’individuo può assumere èrappresentabile come un continuum alle cui estremitàtroviamo,da un lato i comportamenti che caratterizzano il modo di interagire inibito o remissivo, dall’altro i comportamenti che caratterizzano il modo di interagire aggressivo. Lo stile assertivo occupa la parte centrale del continuum

L’assertività indica uno stile di comportamento attraverso il quale l’individuo riesce ad affermare se stesso nei rapporti

interpersonali superando la remissività ed ottenendo il conseguimento dei propri obiettivi senza far ricorso

all’aggressività

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IL CONCETTO DI ASSERTIVITA’

Interagire assertivamente significa esporre il proprio punto di vista e affermare i propri

diritti personali esprimendo pensieri, sensazioni ed opinioni in modo:

• ONESTO• DIRETTO• APPROPRIATO

Collera, ostilità.

Umiliazione e disprezzo per gli

altri.

Mortificazione della dignità degli

altri.

Emozioni e cognizioni prive di insicurezza

e ansia.

Attenta considerazione degli altri.

Fiducia in sée negli altri.

Scelte autonome.Dignità propria e altrui.

Frustrazione, ansia, senso di colpa,

inibizione.

Timore di violazione del mondo interiore.

E’ attenta solo a sé.Prevarica gli altri.

Utilizza metodi coercitivi e distruttivi

Potere personale e sociale

E’ attenta a sé e agli altri.

Non è condizionata dagli altri.

Utilizza metodi motivanti e gratificanti.

Successo personale e con gli altri.

E’ attenta solo agli altri.

E’ condizionata e influenzata dagli altri.

Subisce.

Non si oppone.

Ha un’elevata ansia sociale.

Benevolenza degli altri ed evitamento

del conflitto

Assertività

• L’ assertività è una filosofia di vita

• Essa ci consente di vivere esercitando i nostri diritti in modo naturale e senza provare disagio,

• riconoscendo agli altri la reciprocità di questo assunto.

• L’ assertività è il punto di equilibrio tra un comportamento passivo e un comportamento aggressivo

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Comportamento assertivo

• Il comportamento assertivo è quello di chi considera importanti le proprie esigenze , diritti bisogni e desideri e cerca di soddisfarli

• Ma… fa in modo che i suoi bisogni intacchino il meno possibile i bisogni e diritti degli altri

• La persona che si comporta in modo assertivo non èsempre pacata e sorridente o… diplomatica

• Ma cerca di equilibrare a seconda delle circostanze aggressività e passività

LE TRE “C” DELLA COMUNICAZIONE ASSERTIVA• Chiara• Concisa• Convincente

Comportamenti assertivi

• Rispettare gli altri, i loro diritti e opinioni• Non permettere agli altri di essere aggressivi

nei nostri confronti… non subirli• Essere disponibili a modificare le nostre opinioni• Non esigere che gli altri si comportino come noi

vorremmo• Evitare di essere possessivi nei confronti di chi ci

circonda• Evitare di giudicare gli altri• Richiedere il rispetto come educatori

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Esempi dicomunicazione assertiva

“quando finirai il compito potrai giocare”

“vedo che in questo momento sei proprio furioso, parliamo di quello che è successo, mi interessa capire”

“gli insulti sono contro le regole della classe. Smettila di usarli o dovrai subirne le conseguenze”

“non ti permetto di insultarmi,Va bene esprimere i tuoi sentimenti ma non va bene dire ciò che hai detto”

Gli insegnanti e i genitori che ricorrono a tale modalità sono sicuri di sé e riescono ad esprimere le proprie idee, necessitàe desideri in maniera chiara e diretta, sono rispettosi dei diritti e delle esigenze altrui. Rinforzano il rispetto delle regole e i comportamenti adeguati permettendo al bambino di pensare e agire in modo autonomo e di essere responsabile delle proprie azioni e conseguenze. L’ insegnante funge da modello positivo

PASSIVO AGGRESSIVO ASSERTIVO

Contatto oculare Evasivo Fisso Alternato

Volume e tono voce

Basso o cantilenante Stridente, sarcastico

Espressivo, enfatizzante

Gestualità Gesti nervosi Gesti “a taglio” Denotanti sicurezza, circolari

Fluidità verbale Esitante, molte pause Concitata o deliberatamente

lenta

Chiara, senza intoppi

Prossemica Distanza lunga Distanza troppo corta

Rilassata

Timing Perde le occasioni Interrompe spesso Appropriato

Diritti Se li fa calpestare Calpesta quelli altrui

Li afferma

Comunicazione Riceve una via

Affermo e non ascolto

Fornisce una via

Ascolto e non affermo

Fornisce e sollecita due vie

Affermo e ascolto

Stima Si sottovaluta Si sopravvaluta Autostima corretta

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DIRITTI E REGOLE DELLA CLASSE

I membri della comunità scolastica devono sviluppare un sistema di valori che

• li aiuti a relazionarsi secondo modalità costruttive• Rispettare le regole (stabilite in modo propositivo)• Assunzione di responsabilità personali (infrazione della

regola = penalità)DECALOGO DI CONVIVENZA CIVILE

• Soluzione dei conflitti• Comunicazione assertiva• Incolumità fisica (ricreazione\entrata uscita dalla classe)• Libertà di movimento (spostamenti autorizzati)• Ottimizzazione degli apprendimenti (necessità di limitare i

comportamenti disturbanti che verranno sanzionati)

GESTIONE DEI CONFLITTI METODO D-E-S-C

Offrire delle conseguenze gratificanti per il cambiamento di comportamento

�CONSEGUENZE

Evidenziare il cambiamento di comportamento che si desidera ottenere dall’interlocutore

�SPECIFICARE

Dire all’interlocutore come ci si sente riguardo al suo comportamento

�ESPRIMERE

Indicare qual è il comportamento indesiderabile dell’interlocutore

�DESCRIVERE

FORMULARE CRITICHE COSTRUTTIVE (il metodo DESC)

Offrire delle conseguenze gratificanti per il cambiamento di comportamento

�CONSEGUENZE

Evidenziare il cambiamento di comportamento che si desidera ottenere dall’interlocutore�SPECIFICARE

Dire all’interlocutore come ci si sente riguardo al suo comportamento

�ESPRIMERE

Indicare qual è il comportamento indesiderabile dell’interlocutore e le sue ricadute pratiche�DESCRIVERE

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Esempio METODO D-E-S-C

“In questo modo troveremo più costruttiva la discussione e sarà più facile arrivare ad un accordo”

�CONSEGUENZE

“Sarebbe bene che ci dessimo un tempo stabilito per prendere la parola e che lo rispettassimo”

�SPECIFICARE

“Quando fai così mi sento svalutata come se la mia opinione non contasse nulla”

�ESPRIMERE

“Mi hai interrotto ancora prima che finissi di parlare”

�DESCRIVERE

NEGOZIAZIONE

CIRCLE TIME

• Tutti i membri della classe si riuniscono per discutere di un argomento o di un problema proposto da uno o più alunni o dall’insegnante.

Obiettivi • favorire la conoscenza reciproca la comunicazione e la

cooperazione fra tutti i membri del gruppo classe • creare un clima sereno di reciproco rispetto in cui ognuno

soddisfi il proprio bisogno sia di appartenenza che di individualità.

• Imparare a discutere assieme rispettando i turni comunicativi e le idee altrui comunicando in modo assertivo le proprie divergenze di opinioni

• Risolvere in modo efficace eventuali conflitti analizzando il problema e trovando assieme tutte le possibili soluzioni

Rapporti tra insegnanti e genitori• Programmate una riunione all’inizio dell’anno scolastico nella

quale discutete i vari argomenti con i genitori dell’alunno con ADHD, consentendo loro di chiarire le loro aspettative e descrivendo le vostre personali esperienze, le risorse e la disponibilità di tempo.

• Programmare incontri con i genitori per esaminare i progressi effettuati e cercare di definire le aree da trattare

• Fornire ai genitori i risultati di routine, attraverso un quaderno dove sono riportati i lavori non finiti, gli sforzi effettuati e i livelli del comportamento.

• Risolvere i problemi con la collaborazione dei genitori per mezzo della loro esperienza negli anni scolastici precedenti e nella gestione a casa del bambino.

• Fornire un resoconto ai genitori, su richiesta, di eventuali notizie circa i benefici e/o gli effetti collaterali di terapie psicologiche o farmacologiche.

• Far sì che i contatti tra insegnanti e genitori siano un momento di collaborazione reciproca in un clima di distensione e partecipazione.

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Mantenere i risultati positivi e generalizzarli ad altre situazioni

• Malgrado il sostanziale successo dei metodi comportamentali nella scuola, esiste il pericolo che i risultati ottenuti col bambino non si mantengano a lungo (Barkley, 1995)

• Una soluzione utile è quella di attenuare gradualmente l’utilizzo di metodi comportamentali, ad esempio riducendo la frequenza del rinforzo (da premi giornalieri a settimanali) e sostituendo premi più naturali come la lode.

• Ridurre gradualmente i contesti nei quale i programma di modificazione del comportamento è applicato. In questo caso l’alunno non può mai essere abbastanza certo di quando o dove il programma sarà usato, ed apprende che il sistema migliore è quello di continuare a comportarsi in modo adeguato.

• I programmi comportamentali vanno mantenuti a lungo e tranne brevi periodi di sospensione, è bene attenersi ad essi anche nel passaggio da una classe all’altra e da una scuola all’altra fino al termine della scuola media.

GESTIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA

PRINCIPIO FONDAMENTALEPRINCIPIO FONDAMENTALE

Iniziare con i metodi meno intrusivi e poi procedere con Iniziare con i metodi meno intrusivi e poi procedere con metodiche gradualmente pimetodiche gradualmente piùù incisive.incisive.Gran parte delle difficoltGran parte delle difficoltàà che gli alunni incontrano in ambito che gli alunni incontrano in ambito relazionale sono dovute ad una scarsa abilitrelazionale sono dovute ad una scarsa abilitàà nel controllare le nel controllare le proprie azioni. Esistono alcuni semplici principi che se proprie azioni. Esistono alcuni semplici principi che se correttamente applicati saranno molto sia per migliorare il correttamente applicati saranno molto sia per migliorare il comportamento dellcomportamento dell’’alunno, sia per perfezionare lo stile alunno, sia per perfezionare lo stile delldell’’insegnante.insegnante.Le Le procedureprocedure che si sono rivelate che si sono rivelate pipiùù efficaciefficaci sono quelle che sono quelle che derivano della derivano della teoria dell’apprendimento sociale, i cui principi , i cui principi di base possono essere cosdi base possono essere cosìì sintetizzati:sintetizzati:��La maggior parte dei comportamenti sono appresiLa maggior parte dei comportamenti sono appresi��La maggior parte dei comportamenti possono essere La maggior parte dei comportamenti possono essere modificati dalle conseguenze positive negative o neutremodificati dalle conseguenze positive negative o neutre

ABC dei programmi di modificazione del comportamento

Sequenza di tre comportamenti:

A: evento antecedente (imput)

- Regole- Aspettative- Comunicazioni- Pensieri

B: Comportamento:Qualcosa che può essere osservato misurati e può

essere modificatoIl comportamento NON è ciò che il bambino non fa

C: Conseguenze reazioni al comportamento

• Premi (rinforzi)- Rinforzi positivi (assegnare una conseguenza positiva)- Rinforzi negativi (rimuovere una conseguenza negativa)• Punizioni• Assegnare una conseguenza negativa• Rimuovere una conseguenza positiva

A B CStimolo Risposta Stimolo

Antecedente Comportamentale Conseguente

“per favore chiudi l’alunno chiude subito “sono contenta che tu

Il libro di testo” il libro abbia chiuso il libro

appena te l’ho chiesto

Bravo!”

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L’utilizzo del RINFORZOSe un bambino subito dopo aver avuto un determinato

comportamento viene premiato, aumenta considerevolmente la probabilità che egli si comporti nuovamente nello stesso modo. Quella specifica azione/comportamento diventerà piùfrequente.. Quando si parla di conseguenze piacevoli di un comportamento si intendono diversi tipi di rinforzi:

� rinforzi tangibili: sono per esempio piccoli regali � rinforzi sociali: come ricevere attenzione, incoraggiamenti,

complimenti� rinforzi dinamici: consistono nell’avere accesso ad attività

gratificanti o a qualche particolare privilegio come conseguenza del proprio comportamento adeguato

� rinforzi simbolici: sono ad esempio bollini premio o gettoni che una volta accumulati vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche rinforzo dinamici

� auto-rinforzi: sono quelli che una persona concede a se stessa, come il lodarsi, l’auto-approvazione, il senso di soddisfazione e di successo personale.

• Affinché agiscono sul comportamento le conseguenze devono essere il più possibile immediate

• Il rinforzo positivo per i comportamenti adeguati è da usare più spesso di quanto venga usata la punizione per i comportamenti indesiderabili

• La punizione dei comportamenti indesiderabili dovrebbe essere usata con parsimonia

Una strategia di modificazione del comportamento avràmaggiori probabilità di risultare efficace se vengono rispettate dall’insegnante queste tre regole di base:

1. Ricompensare spesso il comportamento adeguato quando è poco frequente, ricompensare di tanto in tanto quando diventa più frequente.

2. Fare attenzione a non rinforzare accidentalmente il comportamento indesiderabile.

3. Usare la punizione per i comportamenti negativi, ma farne un uso sporadico ed evitare punizioni troppo dure.

Interventi basati sulle conseguenze +Interventi basati sulle conseguenze +

Identificare i rinforzi +Individuare tramite un’attenta osservazione dell’alunno

quali conseguenze sono veramente rinforzanti per il bambino ossia quali conseguenze possono determinare n incremento del comportamento desiderato

OBIETTIVO portare il b\o a rinforzarsi da solo per un comportamento adeguato

ATTENZIONE A NON…• Offrire esagerate ricompense per ottenere un grande

miglioramento• Rinforzare un comportamento prima che sia avvenuto• Promettere ricompense per far cessare un

comportamento indesiderato

Interventi basati sulle conseguenze negative

Da utilizzare quando il comportamento inappropriato produce un’immediata conseguenza positiva

Il comportamento inappropriato è potenzialmente pericoloso

1) Ignorare pianificato2) Rimproverare3) Conseguenze logiche4) Costo della risposta

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IN SINTESI….Come gestire i comportamenti problematici

degli alunni• Ignorare il comportamento problematico e rivolgere

l’attenzione ai comportamenti positivi degli altri• Rinforzare i comportamenti appropriati e ridurre al

minimo i rimproveri• Rivolgere richiese che fungono da diversivo• Ricorrere ad affermazioni empatiche• Formulare richieste con fermezza• Ricordare all’alunno le regole della classe• Dar messaggi in prima persona• Chiedere “che cosa” invece di “perch锕 Posticipare la soluzione del problema• Fornire gratificazioni tangibili• Utilizzare le penalità• Conseguenze logiche• Time out

BIBLIOGRAFIA

Di Pietro M. (1992), L'educazione razionale-emotiva, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson.

Di Pietro M. (1997), Lo stress dell’insegnante,Trento, Edizioni Centro Studi Erickson

Di Pietro M.; Bassi E.; Filoramo G. (2001), L’alunno iperattivo in classe, Trento, Edizioni Centro Studi Erickson

Di Pietro M. (2007), I problemi emotivi e comportamentali degli alunni, Edizioni Carlo