L'alfabeto con le emozioni - Secondo Circolo Città di ... · PDF fileL’alfabeto...

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L L a a l l f f a a b b e e t t o o c c o o n n l l e e e e m m o o z z i i o o n n i i Percorso svolto dalla classe I Scuola primaria di Userna A.S. 2011/2012 Insegnante Federica Baldelli DESTINATARI I bambini della classe prima. AMBITO Lingua italiana, arte e immagine. PREMESSA Goleman definisce l’intelligenza emotiva come “la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui e di saperle indirizzare nella direzione più favorevole e vantaggiosa”. Essa è considerata come una meta-capacità ovvero una capacità che ci permette di usarne altre più complesse. Un buon sviluppo dell’intelligenza emotiva permette di adattarci meglio all’ambiente, di conoscere meglio noi stessi e gli altri. L’intelligenza emotiva è composta da cinque abilità (da cui ne derivano poi molte altre ad esse strettamente collegate): la consapevolezza emotiva, il controllo emotivo, la motivazione, l’empatia e le competenze sociali. Lavorare su queste abilità, favorendone lo sviluppo, vuol dire relazionarci positivamente con gli altri e interagire in modo costruttivo con le persone. Con questo percorso, parallelo all’apprendimento della lettoscrittura, ho voluto semplicemente stimolare la conoscenza reciproca, il confronto, l’ascolto, la comunicazione e l’empatia tra i bambini. Attraverso conversazioni, attività di gioco, lettura e rappresentazione grafica di alcune emozioni, ho provato a guidarli a comprendere i loro vissuti e a vivere sentimenti di fiducia, di confidenza reciproca e di rispetto per gli altri, al fine di star bene insieme. Essere in grado di sentire e gestire le emozioni (ovvero sviluppare una buona intelligenza emotiva), imparare a relazionarsi in modo positivo con gli altri, significa porre le basi per essere degli adulti sereni, con un equilibrio che permette di affrontare tutte le situazioni, anche le più difficili. Alla base di tutte le problematiche che possono manifestarsi in età adolescenziale e adulta vi è l’incapacità di gestire le emozioni primarie (RABBIA, PAURA, PIACERE E DOLORE); diviene importante, quindi un’educazione che dia strumenti validi per comprendere e gestire ciò che ci accade senza che gli eventi prendano il sopravvento. La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con ciò che ci accade” A. Huxley. FINALITÀ I bambini, attraverso conversazioni, attività di gioco, letture, video e immagini sono guidati a conoscere, accogliere e comprendere le proprie emozioni e quelle dei propri compagni. METODOLOGIA Attività di gruppo, di coppia ed individuali.

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Percorso svolto dalla classe I Scuola primaria di Userna A.S. 2011/2012 Insegnante Federica Baldelli

DESTINATARI I bambini della classe prima. AMBITO Lingua italiana, arte e immagine. PREMESSA Goleman definisce l’intelligenza emotiva come “la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui e di saperle indirizzare nella direzione più favorevole e vantaggiosa”. Essa è considerata come una meta-capacità ovvero una capacità che ci permette di usarne altre più complesse. Un buon sviluppo dell’intelligenza emotiva permette di adattarci meglio all’ambiente, di conoscere meglio noi stessi e gli altri. L’intelligenza emotiva è composta da cinque abilità (da cui ne derivano poi molte altre ad esse strettamente collegate): la consapevolezza emotiva, il controllo emotivo, la motivazione, l’empatia e le competenze sociali. Lavorare su queste abilità, favorendone lo sviluppo, vuol dire relazionarci positivamente con gli altri e interagire in modo costruttivo con le persone.

Con questo percorso, parallelo all’apprendimento della lettoscrittura, ho voluto semplicemente stimolare la conoscenza reciproca, il confronto, l’ascolto, la comunicazione e l’empatia tra i bambini. Attraverso conversazioni, attività di gioco, lettura e rappresentazione grafica di alcune emozioni, ho provato a guidarli a comprendere i loro vissuti e a vivere sentimenti di fiducia, di confidenza reciproca e di rispetto per gli altri, al fine di star bene insieme. Essere in grado di sentire e gestire le emozioni (ovvero sviluppare una buona intelligenza emotiva), imparare a relazionarsi in modo positivo con gli altri, significa porre le basi per essere degli adulti sereni, con un equilibrio che permette di affrontare tutte le situazioni, anche le più difficili. Alla base di tutte le problematiche che possono manifestarsi in età adolescenziale e adulta vi è l’incapacità di gestire le emozioni primarie (RABBIA, PAURA, PIACERE E DOLORE); diviene importante, quindi un’educazione che dia strumenti validi per comprendere e gestire ciò che ci accade senza che gli eventi prendano il sopravvento. “La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che facciamo con ciò che ci accade” A. Huxley. FINALITÀ I bambini, attraverso conversazioni, attività di gioco, letture, video e immagini sono guidati a conoscere, accogliere e comprendere le proprie emozioni e quelle dei propri compagni.

METODOLOGIA Attività di gruppo, di coppia ed individuali.

DIARIO DI BORDO Poiché le attività sono state svolte fin dai primi giorni dell’anno scolastico, i bambini hanno utilizzato gli strumenti espressivi a loro disposizione cioè il disegno e la comunicazione verbale giungendo, via via che venivano acquisite le abilità di lettura e di scrittura, ad una produzione di brevi testi e filastrocche. L’attività è partita dalla conoscenza delle vocali, i cui fonemi sono stati associati a suoni che i bambini stessi hanno riconosciuto appartenenti a delle emozioni. A come... una bella risata. (= GIOIA) E come... il sorriso. (= GIOIA) I come... il pianto di un capriccio. (= RABBIA) O come... lo stupore, la sorpresa. (= STUPORE) U come... la paura. (= PAURA) Per ogni emozione è stata dettata una filastrocca (risorsa web) che i bambini hanno scritto sul quaderno, poi sono stati fatti dei disegni (utilizzati per i cartelloni) che rappresentavano l’espressione dei loro volti nell’atto di pronunciare la vocale scelta; infine sono stati registrati nella classe i suoni che rappresentavano i grafemi. Tutto è stato documentato in una presentazione in PowerPoint.

Le quattro emozioni

LA PAURALA PAURALA PAURALA PAURA – LA FELICITA’– LA RABBIALA RABBIALA RABBIALA RABBIA – LO LO LO LO STUPORESTUPORESTUPORESTUPORE Alla fine di ottobre, la festa di Halloween, ci ha offerto lo spunto per affrontare la prima delle quattro emozioni scelte:

la PAURAPAURAPAURAPAURA.

I bambini hanno rappresentato in forma grafico-pittorica le loro paure (mostri, vampiri, ragni, ladri, fantasmi, streghe, abbandono, buio...) le quali sono state affrontate inizialmente con la lettura, da parte dell’insegnante, di storie e favole nelle quali i protagonisti si trovano nelle stesse situazioni dei bambini ma, o con l’ironia o con la ragione, risolvono le situazioni descritte. Poi, dopo aver discusso in classe quali di queste paure erano veramente tali e quali no, i bambini sono stati invitati a scrivere segretamente in un fogliettino la loro paura e a metterlo dentro una busta nera che, una volta piena, sarebbe volata via, durante le vacanze di Natale, insieme alle loro paure (quello che mi ha colpito, è che mi chiedevano continuamente un fogliettino nuovo su cui scrivere). Infatti, poi, sarebbe arrivato il momento della felicità. La busta che fa “sparire le paure”

Alcuni disegni dei bambini

La seconda emozione affrontata è stata la

FELICITA’ .

Nel mese di gennaio, dopo il periodo di vacanza, di gioia e di pieno di momenti lieti, ai bambini è stato chiesto di rappresentare graficamente un momento in cui si sono sentiti felici, discutendone insieme alla classe. Dopo aver letto storie con situazioni allegre e comiche, mentre si festeggiava il Carnevale, è stato chiesto loro di compilare a casa una tabella (risorsa web) con le dieci cose che preferivano fare di più. In classe, successivamente, sono stati confrontati i dati raccolti e ogni bambino, ascoltando gli altri, doveva trovare quello o quelli che avevano la stessa cosa preferita la primo posto e quello o quelli che avevano almeno tre cose preferite in comune. È stata una ricerca di affinità. Come conclusione del percorso, è stata svolta una riflessione collettiva, verbalizzata, con il contributo di tutta la classe, sul quaderno.

Alcuni disegni ”felici” dei bambini

Nel mese di marzo abbiamo deciso di affrontare la RABBIARABBIARABBIARABBIA. Per affrontare l’argomento ho preparato una serie di slides, mostrate alla LIM, contenenti foto che ritraevano bambini, bambine e adulti con atteggiamenti di rabbia e ho detto loro di osservarli con attenzione ponendo l’attenzione sull’espressione dei volti, degli occhi, delle sopracciglia, sulla postura del corpo. I bambini hanno inizialmente riso molto per le espressioni facciali dei personaggi e per i loro atteggiamenti, poi hanno voluto riguardarle qualche giorno dopo e in ognuna di loro hanno trovato delle somiglianze con i compagni, con le maestre, con i genitori. Ad una terza visione nei giorni successivi, sempre richiesta da loro, i bambini hanno fatto delle ipotesi, in maniera spontanea, sul perché i personaggi erano arrabbiati, quasi proiettando se stessi nelle immagini. Allora ne abbiamo discusso insieme per analizzare questo elemento disturbatore: ho chiesto loro quand’è che si sentono arrabbiati e ho trascritto le risposte che abbiamo visualizzato in un cartellone. Il primo step, come per qualsiasi altra emozione è quindi quello di aiutare i bambini ad usare le parole per parlare della rabbia e per descrivere cosa accade quando ci si arrabbia (facendo attenzione al fatto che noi educatori, per primi, dovremmo dimostrare di essere capaci di applicare su noi stessi gli insegnamenti che si impartiscono). Infine ho letto in classe una storia “Il drago di Mattia” (presa dal libro di Monica Rebuffo “5

percorsi di crescita psicologica” –

Erickson 2005) della quale hanno disegnato due fasi: il drago della rabbia e la trasformazione del drago.

Alcuni disegni “rabbiosi” dei bambini e la successiva trasformazione

Ho concluso l’anno scolastico parlando dello STUPORESTUPORESTUPORESTUPORE, della sorpresa. In questo modo è stato analizzato tutto il percorso delle emozioni nelle vocali. Lo stupore è una caratteristica fondamentale dello studio perché è la molla della conoscenza, è la spinta propulsiva del lavoro di comprensione e di memoria. “È la meraviglia, più che il dubbio, la fonte della conoscenza”. A. J. Heschel Ho strutturato il percorso riallacciandomi alla programmazione dell’insegnante di religione, che ha fatto riflettere i bambini sull’emozione della loro nascita, attraverso la simulazione di questa esperienza e con la visione di immagini sulla natura che, come gli umani, nasce, cresce, si trasforma. Io ho realizzato una presentazione con delle amazing photos che riguardano persone, animali, piante, cose e le ho proposte con l’ausilio della LIM, senza anticipare nulla. A differenza della rabbia, che era inequivocabilmente nei volti dei personaggi, ho voluto provocare in loro la sorpresa nel vedere immagini incredibili e, alla fine della visione, ho chiesto qual era l’emozione che avevano provato. Inoltre, insieme alla collega di classe, abbiamo proposto la visione del film MICROCOSMOS IL POPOLO DELL’ERBA che mostra la vita di formiche, lumache, coccinelle, api, bruchi, ragni, scarabei, cavallette e farfalle di un prato come fosse una giungla (le riprese sull'infinitamente piccolo aprono le porte su un mondo fantastico e stupefacente). Poi, in classe, abbiamo parlato insieme di questo stato d’animo che, essendo un’emozione breve, è sempre seguita da un’altra emozione, ma possiamo sempre riconoscerla sul volto di una persona osservandone la mimica del volto. Infine ho chiesto ai bambini quando hanno provato stupore; essi hanno scritto le proprie risposte sul quaderno e le abbiamo anche visualizzate su un cartellone appeso nella classe. i Giunti alla fine dell’anno, i bambini hanno realizzato collettivamente un Alfabeto delle emozioni associando ad ogni lettera conosciuta un’emozione o uno stato d’animo; infine abbiamo usato la similitudine per cercare di descrivere la paura, la felicità, al rabbia e lo stupore producendo una presentazione in PowerPoint Le emozioni sono come… che abbiamo pubblicato nel sito del nostro Circolo.