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L’Italia di nuovo protagonista nella cooperazione internazionale per lo sviluppo. Alleanza delle Cooperative Italiane Audizione informale nell'ambito dell'esame dei disegni di legge n. 1326, 211, 558 e 1309 recanti la riforma della cooperazione allo sviluppo Commissione Affari esteri Senato della Repubblica marzo 2014 Il Contributo di Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI) Confederazione Cooperative Italiane (Confcooperative) Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue (Legacoop)

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L’Italia di nuovo protagonista nella cooperazione internazionale per lo sviluppo. Alleanza delle Cooperative Italiane

Audizione informale nell'ambito dell'esame dei disegni di legge n. 1326, 211, 558 e 1309 recanti la riforma della

cooperazione allo sviluppo

Commissione Affari esteri Senato della Repubblica

marzo 2014

Il Contributo di

Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI) Confederazione Cooperative Italiane (Confcooperative) Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue (Legacoop)

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Sommario

1. L’Alleanza delle Cooperative Italiane e la cooperazione internazionale per lo sviluppo.

2. Una visione comune: le cooperative per un’Italia di nuovo protagonista nella cooperazione interna-zionale per lo sviluppo.

3. Proposte di emendamenti al testo base, Ddl 1326

Appendice

A. Presentazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

B. Presentazione di AGCI e dell’attività internazionale

C. Presentazione di Confcooperative e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo.

D. Presentazione del Credito Cooperativo e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo.

E. Presentazione di Legacoop e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo.

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1. L’Alleanza delle Cooperative Italiane e la cooperazione internazionale per lo sviluppo.

Le Organizzazioni che costituiscono l’Alleanza delle Cooperative Italiane - AGCI, Confcooperative e Legacoop - nell’impostare il proprio impegno a favore di un modello di sviluppo economico in-clusivo, partecipato e democratico, hanno da sempre avuto attenzione per il panorama internaziona-le, aderendo convintamente sin dalle rispettive fondazioni, all’International Cooperative Alliance -ICA-, istituzione globale del movimento cooperativo. Un impegno riconosciuto dal Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon, che nel 2012, alla ce-rimonia di apertura dell’Anno Internazionale delle Cooperative, ne ha rilevato le caratteristiche pe-culiari, dichiarando che “le cooperative ricordano alla Comunità Internazionale che è possibile perseguire sia efficienza economica che responsabilità sociale”. Le imprese cooperative, radicate nel territorio, centrate sulla persona più che sul profitto, volte al soddisfacimento dei bisogni dei soci e degli utenti, favoriscono in tutto il mondo uno sviluppo uma-no sostenibile, la coesione socio-economica e la crescita inclusiva. Le imprese cooperative contribuiscono in modo decisivo al raggiungimento dell’occupazione digni-tosa e della sicurezza alimentare anche in territori particolarmente poveri e afflitti da malattie en-demiche; inoltre, essendo fondate sulla partecipazione attiva dei soci, sono uno strumento essenzia-le per l’empowerment delle persone, soprattutto delle donne e dei giovani. Le organizzazioni cooperative da sempre prestano particolare attenzione alla formazione dei propri soci e, in molte comunità rappresentano una risorsa essenziale per l’istruzione di adulti e per il so-stentamento delle scuole delle comunità. In molti territori dei PVS, specialmente in Africa, il modello cooperativo è stato uno strumento per la riconciliazione post-conflitto. Le cooperative italiane, autonomamente o attraverso le loro Organizzazioni di rappresentanza, sono attivamente impegnate nella cooperazione internazionale per lo sviluppo e caratterizzano il loro contributo ai progetti abbinando il loro specifico expertise tecnico e settoriale all’experience delle ONG e di altre Istituzioni pubbliche e private in questo settore. Recentemente, per dare a conoscere le iniziative che le cooperative associate hanno sempre realiz-zato nel campo della cooperazione internazionale per lo sviluppo a fianco delle numerose ONG ita-liane ed europee, le organizzazioni dell’Alleanza hanno redatto, con il concorso di altre dieci Orga-nizzazioni cooperative europee, un Compendio che raccoglie una prima mappatura dei progetti in questo settore e presenta il contributo delle cooperative alla lotta contro la povertà per uno sviluppo economico e sociale sostenibile. Il dato emerso evidenzia che dal 2008 a oggi, durante e nonostante la crisi, un numero rappresenta-tivo delle cooperative dell’Alleanza ha realizzato oltre 130 progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo, con alcune buone pratiche nei settori della sicurezza alimentare (filiere agricoltura e pesca - Mediterraneo, Africa e America Latina), del credito cooperativo (America Latina, Africa Occidentale), dei servizi di salute e welfare (Est Europa e Balcani), dell’emergenza umanitaria (Haiti e Sri Lanka), del turismo responsabile e del commercio equo e solidale: la dimensione finan-ziaria di questi progetti rappresenta un segnale importante alla lotta contro la povertà, cui, nel pe-riodo di riferimento, si è contribuito con oltre 59 milioni di Euro.

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La caratterizzazione dei progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo portati avanti dalle associate all’Alleanza delle Cooperative Italiane consiste essenzialmente ne: • I valori e i principi cooperativi1: solidarietà, democrazia, eguaglianza, equità. Ciò che motiva le cooperative anche in questo scenario è la ricerca di nuovi spazi di business soli-dale, ossia la strutturazione di relazioni volte alla diffusione della cultura e del modello di sviluppo centrato sull’impresa cooperativa, contribuendo al rafforzamento del settore privato (specialmente dei movimenti cooperativi dei Paesi partner) e allo sviluppo locale nei PVS; • La resilienza e la capacità di costruire partenariati per lo sviluppo del territorio. I progetti sono per la maggior parte auto-finanziati o finanziati a valere sulla rete di relazioni che le cooperative instaurano nel territorio in cui si radicano, svolgendo un importante ruolo economico e sociale sulla base del principio di sussidiarietà; • L’articolazione della rappresentanza in una rete mondiale. L’International Cooperative Alliance -ICA-, nostra istituzione a livello globale, fondata nel 1895, rappresenta 267 organizzazioni di 96 Paesi del mondo, che rappresentano oltre 1 miliardo di soci e sono fonte di lavoro ed inclusione sociale per 100 milioni di persone; • L’efficacia dell’intervento. Le cooperative promuovono e gestiscono azioni che realizzano la sintesi tra principi solidaristici e know-how tecnico con obiettivi finali di creazione d’impiego, sviluppo economico locale da attività d’impresa ed empowerment delle persone coinvolte. Le attività sono declinate in chiave di assisten-za tecnica, formazione, capacity e institutional building con organizzazioni estere pubbliche e pri-vate interessate al modello cooperativo italiano, cui sempre più spesso viene chiesto di mettere a di-sposizione un’esperienza multisettoriale consolidata per favorire possibili scambi di esperienze e applicazioni su processi di sviluppo locale; • L’inclusione finanziaria, leva strategica della cooperazione per lo sviluppo sostenibile. Il tema della gestione diretta dei flussi di risparmio e credito da parte delle comunità locali è una le-va che può rivelarsi assai potente per dare reali prospettive di crescita e progresso sostenibile ai paesi in via di sviluppo (PVS), ricchissimi di risorse naturali che spesso però finiscono nelle mani dei Paesi del Nord, delle società multinazionali, delle grandi banche d’affari. Il movimento coopera-tivo ritiene che sia fondamentale riuscire ad invertire i flussi della ricchezza, mantenendo sul territo-rio la ricchezza (ed il risparmio) che quello stesso territorio è in grado di produrre. Lo strumento è rappresentato dalle casse di credito comunitarie, le casse cooperative, la finanza po-polare: banche locali a favore della promozione e del sostegno dell’imprenditorialità in una logica di auto-aiuto e di sviluppo auto-centrato. Un modello di successo consolidato in Europa, che può essere proposto ad ogni latitudine. 1 “Dichiarazione sull’identità cooperativa”, International Cooperative Alliance – www.ica.coop

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2. Una visione comune: le cooperative per un’Italia di nuovo protagonista nella cooperazione internazionale per lo sviluppo.

Da anni si avverte in Italia la necessità di una riforma legislativa riguardante la legge 49/1987: il te-sto originale della legge, moderno ed estremamente completo per il periodo storico in cui venne promulgato, è stato progressivamente modificato nel tempo in modo da renderlo conforme a nuove normative, necessità organizzative della DGCS-MAE e per far fronte a situazioni contingenti e di emergenza con i quali l’umanità si è dovuta misurare negli anni. Il risultato è che oggi, per la nor-mativa di riferimento, a causa dei cambiamenti storici intercorsi (Unione Europea, caduta del Muro di Berlino), di iniziative globali in materia (Obiettivi della Dichiarazione del Millennio ONU, della Conferenza Rio+20, dell’Agenda for Change europea) e delle possibilità di partecipazione demo-cratica multistakeholder grazie alle nuove ICT, il Paese si trova di fronte a un impianto legislativo arretrato e disarticolato. Il concetto e la cultura stessa di “cooperazione allo sviluppo”, legata a una divisione geografica nord/sud del mondo quali poli di produzione della ricchezza, oppure a una caratterizzazione ideolo-gica est/ovest non risponde più all’immaginario collettivo e, soprattutto, non riesce più a contenere i nuovi parametri d’azione che contraddistinguono l’impegno internazionale dell’Italia. L’analisi di tutti gli articolati presi in esame conferma quanto sopra. Nello specifico, l’Alleanza delle Cooperative Italiane, riconoscendo l’importanza dell'impostazione bipartisan del tentativo di riforma avviato nel 2008 e riproposto nel 2012 dai Senatori Mantica e Tonini, sfociato in un testo unificato approvato da questa Spettabile 3° Commissione del Senato della Repubblica nella precedente Legislatura, guardando ai Ddl n. 1326, 211, 558 e 1309: • CONDIVIDE il “cambio di paradigma” culturale comune ai Ddl in questione, secondo il quale

la cooperazione internazionale per lo sviluppo dev’essere concepita a partire dall’armonizzazione e dalla coerenza delle politiche dell’intero “sistema Paese” Italia e articola-ta, quindi, attraverso azioni e interventi volti a favorire lo sviluppo economico e sociale dei Pae-si partner nel rispetto della dignità della persona umana, così come previsto dai trattati, dalle convenzioni e dagli indirizzi delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea;

• RITIENE che lo Stato, pur mantenendo i propri impegni per un progressivo riallineamento dei

finanziamenti dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) così come indicato dal Documento di Economia e finanza approvato in data il 18 aprile 2012, possa passare da un ruolo di unico finan-ziatore dell’APS a una funzione di “articolatore di sistema” delle buone pratiche esistenti in que-sto settore e possa altresì attivarsi per diventare moltiplicatore dell’efficacia delle diverse fonti di finanziamento degli interventi, secondo un principio di sussidiarietà;

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• SUGGERISCE che, per rendere concreto questo cambio di paradigma, l’assetto normativo di

una moderna e rinnovata Cooperazione internazionale per lo sviluppo dovrebbe prevedere che: - la Cooperazione allo sviluppo sia parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia

e, di conseguenza, che la responsabilità politica della Cooperazione internazionale per lo svi-luppo debba essere attribuita al Ministro degli Affari Esteri;

- il Ministro degli Esteri possa eventualmente affidarne delega a un Vice Ministro; - le politiche in materia in capo ai diversi Ministeri e alle amministrazioni dello Stato, siano ar-

monizzate attraverso la costituzione di un Coordinamento interministeriale; - sia istituito e istituzionalizzato un Organismo di consultazione permanente con gli attori della

Cooperazione internazionale per lo sviluppo; - si armonizzino le varie fonti di finanziamento e che, laddove queste non possano confluire in

un unico Fondo che comporterebbe oneri aggiuntivi per lo Stato, siano rese conoscibili attra-verso un allegato specifico alla Legge di Stabilità;

- sia rispettato l’incremento progressivo delle risorse destinate alla cooperazione internazionale per lo sviluppo, previsto dal Documento di Economia e approvato il 18 aprile 2012;

- sia dato corso all’ampliamento dell’utilizzo dei crediti concessionali a valere sul Fondo rotati-vo ad esso ascritti, così come previsto da Delibera CIPE (n. 56/2013) del 2 agosto 2013;

- sia istituita un’Agenzia dedicata al funzionamento operativo, che gestisca i finanziamenti alle iniziative dei soggetti della Cooperazione internazionale per lo sviluppo secondo procedure comparative pubbliche sulla stregua di quanto realizza l’Unione Europea.

• PROPONE che, considerata la tradizione italiana in questo settore e la nuova molteplicità di attori riconosciuti tali dal nuovo paradigma, i principi che dovrebbero ispirare le politiche di cooperazione internazionale per lo sviluppo dovrebbero essere:

- l’interdipendenza (previsto negli articolati); - il partenariato (previsto negli articolati); - la sussidiarietà (previsto negli articolati); - la mutualità: sintesi tra presa in carico responsabile (ownership, previsto negli articolati) delle

iniziative per conto dei destinatari dei Paesi partner e conseguente mutuo beneficio tra le parti. • ACCOGLIE con favore il riconoscimento portato da tutti i Ddl alle cooperative quali attori

della cooperazione internazionale per lo sviluppo, così come peraltro ad esse si sono riferite l’ILO2, l’Unione Europea con due Comunicazioni della Commissione3 e l’ONU, sia con la Ri-soluzione che ha proclamato il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative4, sia nella recente Dichiarazione conclusiva della Conferenza Rio+205;

2 “Promotion of Cooperatives Recommendation”, n° 193/2002 3 “Increasing the Impact of EU Development Policy: an Agenda for change” (COM 637/2011) e “The roots of democ-racy and sustainable development: Europe’s engagement with Civil Society in external relations” (COM 492/2012) 4 “Cooperatives in Social Development” (A/RES/64/136 -2009) 5 “The future we want” (A/RES/66/288 - 2012)

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• RIBADISCE che le cooperative, nel rispetto del principio mutualistico che le ispira e nello svolgere la

propria funzione economica e sociale di sussidiarietà, a differenza di come ci si riferisce ad esse nella Relazione al Ddl 558 – Romano ed altri - non sono tuttavia direttamente assimilabili ai soggetti privati profit;

• SOTTOLINEA che il credito cooperativo costituisce un’alternativa e un modello nel settore della fi-

nanza per sviluppo: esso rappresenta una leva per l’inclusione economica e sociale per ampi settori di popolazione in situazione di difficoltà o povertà, soprattutto poiché si basa sulla conoscenza diretta dei propri clienti, promuove relazioni di fiducia e modelli di sviluppo che bandiscono eventuali speculazio-ni finanziarie.

Per procedere con urgenza così come da necessità manifestata nelle relazioni a tutti i Ddl in esame, l’Alleanza delle Cooperative Italiane accoglie con favore la volontà di questa Spettabile Commis-sione, (decisione del Consiglio di Presidenza comunicata dal Presidente Casini nella seduta dello scorso 11 marzo 2014) di assumere il Ddl 1326 come testo base, al quale propone alcuni emenda-menti, come segue.

3. Proposte di emendamenti

Sulla base di quanto esposto si propongono i seguenti emendamenti al testo base:

(1326) - Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo

Assegnato in sede REFERENTE

Relatore: TONINI

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CAPO I

PRINCÌPI FONDAMENTALI E FINALITÀ

Art. 1.

(Oggetto e finalità)

1. La cooperazione internazionale per lo sviluppo, di seguito denominata «cooperazione allo sviluppo», è parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia. Essa si ispira ai princìpi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fonda- mentali dell’Unione europea. La sua azione, conformemente al principio dell’articolo 11 della Costituzione, con-tribuisce alla promozione della pace e della giustizia e mira a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli fondate sui princìpi di interdipendenza e par-tenariato.

2. La cooperazione allo sviluppo, nel riconoscere la centralità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria, persegue, in conformità coi programmi e con le strategie internazionali defi-niti dalle Nazioni Unite, dalle altre Organizzazioni internazionali e dall’Unione europea, gli obiettivi fondamentali volti a:

a) ridurre la povertà e le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e promuovere uno sviluppo sostenibile;

b) tutelare e affermare i diritti umani, la dignità dell’individuo e i princìpi di democrazia e dello Stato di diritto;

c) prevenire i conflitti, sostenere i processi di pacifi-cazione, di riconciliazione, di stabilizzazione post-conflitto, di consolida mento e rafforzamento delle istituzioni democratiche.

3. L’aiuto umanitario è attuato secondo i princìpi del diritto internazionale in materia, in particolare quelli di imparzialità, neutralità e non discriminazione e mi-ra a fornire assistenza, soccorso e protezione alle po-polazioni di Paesi in via di sviluppo, vittime di cata-strofi naturali o provocate dall’uomo.

4. L’Italia promuove la sensibilizzazione di tutti i cit-tadini ai temi ed alle finalità dello sviluppo.

CAPO I

PRINCÌPI FONDAMENTALI E FINALITÀ

Art. 1.

(Oggetto e finalità)

1. La cooperazione internazionale per lo sviluppo, di seguito denominata «cooperazione allo sviluppo», è parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia. Essa si ispira ai princìpi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fonda- mentali dell’Unione europea. La sua azione, conformemente al principio dell’articolo 11 della Costituzione, con-tribuisce alla promozione della pace e della giustizia e mira a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli fondate sui princìpi di interdipendenza, par-tenariato, mutualità e sussidiarietà.

2. La cooperazione allo sviluppo, nel riconoscere la centralità della persona umana, nella sua dimensione individuale e comunitaria, persegue, in conformità coi programmi e con le strategie internazionali defi-niti dalle Nazioni Unite, dalle altre Organizzazioni internazionali e dall’Unione europea, gli obiettivi fondamentali volti a:

a) ridurre la povertà e le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e promuovere uno sviluppo sostenibile;

b) tutelare e affermare i diritti umani, la dignità dell’individuo e i princìpi di democrazia e dello Stato di diritto;

c) prevenire i conflitti, sostenere i processi di pacifi-cazione, di riconciliazione, di stabilizzazione post-conflitto, di consolida mento e rafforzamento delle istituzioni democratiche;

d) favorire meccanismi finanziari inclusivi, fon-dati sul lavoro dignitoso, l’economia reale, il pro-tagonismo delle persone e delle loro comunità, in grado di invertire i flussi della ricchezza e del-le risorse naturali, mantenendoli sul territorio ed evitando speculazioni internazionali.

[…]

Testo Ddl Emendamenti proposti

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Art. 15.

(Conferenza nazionale

per la cooperazione allo sviluppo)

1. Con decreto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, da adottare entro novan-ta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituita una Conferenza nazionale per la cooperazione allo sviluppo, composta dai principali soggetti pubblici e privati, profit e non profit della cooperazione internazionale allo sviluppo, ivi inclusi rappresentanti dei Ministeri coinvolti, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, de-gli enti locali, delle principali reti di organizzazioni della società civile di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario. La partecipazione alla Conferenza non dà luogo a compensi né rimborsi spese comun-que de- nominati.

2. La Conferenza nazionale, strumento permanente di partecipazione, consultazione e proposta, si riunisce su convocazione del Ministro degli affari esteri e del-la cooperazione internazionale o del vice ministro de- legato per la cooperazione allo sviluppo, per esprime-re pareri sulle materie attinenti la cooperazione allo sviluppo ed in particolare sulla coerenza delle scelte politiche, sulle strategie, sulle linee di indirizzo, sulla programmazione, sulle forme di intervento, sulla loro efficacia, sulla valutazione.

Art. 15.

(Conferenza nazionale

per la cooperazione allo sviluppo)

1. Con decreto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, da adottare entro novan-ta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituita una Conferenza nazionale per la cooperazione allo sviluppo, composta dai principali soggetti pubblici e privati, profit e non profit della cooperazione internazionale allo sviluppo, ivi inclusi rappresentanti dei Ministeri coinvolti, delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, de-gli enti locali, delle principali reti di organizzazioni della società civile di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario. La partecipazione alla Conferenza non dà luogo a compensi né rimborsi spese comun-que de- nominati.

2. La Conferenza nazionale, strumento permanente di partecipazione, consultazione e proposta, si riunisce su convocazione del Ministro degli affari esteri e del-la cooperazione internazionale o del vice ministro de- legato per la cooperazione allo sviluppo, per esprime-re pareri sulle materie attinenti la cooperazione allo sviluppo ed in particolare sulla coerenza delle scelte politiche, sulle strategie, sulle linee di indirizzo, sulla programmazione, sulle forme di intervento, sulla loro efficacia, sulla valutazione.

3. La Conferenza nazionale propone, a cadenza biennale, l’organizzazione di un Forum della Cooperazione allo sviluppo, appuntamento pe-riodico di incontro, dibattito e orientamento da realizzare con il massimo coinvolgimento delle istituzioni, dei soggetti della cooperazione e dei cittadini italiani.

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CAPO IV

AGENZIA PER LA COOPERAZIONE ALLO SVI-LUPPO E DIREZIONE GENE- RALE PER LA

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

Art. 16.

(Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo)

1. Per l’attuazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo sulla base dei criteri di efficacia, eco-nomicità, unitarietà e trasparenza è istituita l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, di seguito denominata «Agenzia», con personalità giuridica di diritto pubblico, sottoposta al potere di indirizzo e vi-gilanza del Ministro degli affari esteri e della coope-razione internazionale.

2. L’Agenzia opera sulla base di direttive emanate dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in attuazione degli indirizzi generali in materia di APS stabiliti dal CICS. Salvo diversa disposizione della presente legge, il direttore del- l’Agenzia propone al Comitato congiunto di cui all’articolo 20 le iniziative da approvare e lo informa di quelle sulle quali dispone autonomamente ai sensi del comma 6 del presente articolo.

3. L’Agenzia svolge, nel quadro delle indicazioni fornite dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS), le attività̀ a carattere tecnico-operativo connesse alle fasi di istruttoria, formula-zione, finanziamento, gestione e controllo delle ini-ziative di cooperazione di cui alla presente legge. Per la realizzazione delle singole iniziative, l’Agenzia opera direttamente o attraverso partner internazionali o soggetti di cui al capo V, selezionati mediante pro-cedure comparative in linea con la normativa vigente.

[…]

CAPO IV

AGENZIA PER LA COOPERAZIONE ALLO SVI-LUPPO E DIREZIONE GENE- RALE PER LA

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

Art. 16.

(Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo)

1. Per l’attuazione degli interventi di cooperazione allo sviluppo sulla base dei criteri di efficacia, eco-nomicità, unitarietà e trasparenza è istituita l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, di seguito denominata «Agenzia», con personalità giuridica di diritto pubblico, sottoposta al potere di indirizzo e vi-gilanza del Ministro degli affari esteri e della coope-razione internazionale.

2. L’Agenzia opera sulla base di direttive emanate dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, in attuazione degli indirizzi generali in materia di APS stabiliti dal CICS. Salvo diversa disposizione della presente legge, il direttore dell’Agenzia propone al Comitato congiunto di cui all’articolo 20 le iniziative da approvare e lo informa di quelle sulle quali dispone autonomamente ai sensi del comma 6 del presente articolo.

3. L’Agenzia svolge, nel quadro delle indicazioni fornite dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS), le attività̀ a carattere tecnico-operativo connesse alle fasi di istruttoria, formula-zione, finanziamento, gestione e controllo delle ini-ziative di cooperazione di cui alla presente legge. Per la realizzazione delle singole iniziative, l’Agenzia opera direttamente o attraverso partner internazionali o soggetti di cui al capo V, selezionati mediante pro-cedure comparative in linea con la normativa vigente. Nel caso di iniziative proposte dai soggetti con finalità di lucro di cui all’art. 26, l’Agenzia, con l’obiettivo di armonizzare tale contributo, richie-de a tali soggetti di stipulare, con i destinatari dell’intervento nei Paesi partner, comuni codici di comportamento etico, trasparenza, concorren-zialità e responsabilità sociale.

[…]

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Art. 24.

(Organizzazioni della società civile ed altri soggetti senza finalità di lucro)

1. La cooperazione allo sviluppo promuove la par-tecipazione alla cooperazione allo sviluppo delle organizzazioni della società civile e di altri soggetti senza finalità di lucro, sulla base del principio di sussidiarietà. 2. Sono soggetti della cooperazione allo sviluppo le organizzazioni della società civile e gli altri sog-getti senza finalità di lucro di seguito elencati: a) organizzazioni non governative (ONG) specia-

lizzate nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario;

b) organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) statutariamente finalizzate alla soli-darietà internazionale;

c) organizzazioni di commercio equo e solidale, della finanza etica e del microcredito che nel proprio statuto prevedano come finalità priori-taria la cooperazione internazionale allo svi-luppo;

d) le organizzazioni e comunità di cittadini immi-grati che dimostrino di mantenere con le comu-nità dei Paesi di origine rapporti di cooperazio-ne e sostegno allo sviluppo o che collaborino con soggetti provvisti dei requisiti di cui al pre-sente articolo e attivi nei Paesi coinvolti;

e) le imprese cooperative e sociali, le organizza-zioni sindacali dei lavoratori, le fondazioni e, in generale, gli enti legalmente riconosciuti o altri soggetti del terzo settore che non perseguano finalità di lucro, qualora i loro statuti preveda-no la cooperazione allo sviluppo tra i fini isti-tuzionali.

[…]

Art. 24.

(Organizzazioni della società civile ed altri soggetti senza finalità di lucro)

1. La cooperazione allo sviluppo promuove la par-tecipazione alla cooperazione allo sviluppo delle organizzazioni della società civile e di altri soggetti senza finalità di lucro, sulla base del principio di sussidiarietà. 2. Sono soggetti della cooperazione allo sviluppo le organizzazioni della società civile e gli altri sog-getti senza finalità di lucro di seguito elencati: a) organizzazioni non governative (ONG) specia-

lizzate nella cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario;

b) organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) statutariamente finalizzate alla soli-darietà internazionale;

c) organizzazioni di commercio equo e solidale, della finanza etica e del microcredito che nel proprio statuto prevedano come finalità priori-taria la cooperazione internazionale allo svi-luppo;

d) le organizzazioni e comunità di cittadini immi-grati che dimostrino di mantenere con le comu-nità dei Paesi di origine rapporti di cooperazio-ne e sostegno allo sviluppo o che collaborino con soggetti provvisti dei requisiti di cui al pre-sente articolo e attivi nei Paesi coinvolti;

e) le imprese cooperative e sociali, le organizza-zioni sindacali dei lavoratori, le fondazioni e, in generale, gli enti legalmente riconosciuti o altri soggetti del terzo settore che, in coerenza con i rispettivi quadri normativi, non perseguano fi-nalità di lucro, qualora i loro statuti prevedano la cooperazione allo sviluppo tra i fini istitu-zionali.

[…]

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Appendice

A. Presentazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

B. Presentazione di AGCI e dell’attività internazionale

C. Presentazione di Confcooperative e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo

D. Presentazione del Credito Cooperativo e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo

E. Presentazione di Legacoop e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo

A. Presentazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

Nata nel gennaio 2011 l’Alleanza delle Cooperative Italiane è il coordinamento costituito da Agci, Con-fcooperative e Legacoop. Nasce per coordinare la rappresentanza della cooperazione nei confronti del Governo, del Parlamento, delle istituzioni europee e delle parti sociali. L’obiettivo è quello di dar vita ad una rappresentanza unitaria della cooperazione italiana.

È stata preceduta, negli anni, da molte esperienze concrete. Già nel 1990 le tre centrali hanno scelto un modello comune di relazioni industriali, da cui nascono 15 CCNL e vari organismi bilaterali.

Altre iniziative comuni: 1) Cooperfidi Italia che ha unificato nove dei confidi della cooperazione e ga-rantisce oggi finanziamenti per oltre 200 milioni di euro; 2) i tre fondi di previdenza complementare ne-goziale (Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop) che vedono 117.000 mila iscritti per un patrimonio com-plessivo in gestione di oltre 1 miliardo di euro; 3) Fon.Coop il fondo di formazione continua con inter-venti formativi che hanno arricchito e realizzato le competenze dei lavoratori e dei soci di cooperativa (13.600 imprese, 630.000 lavoratori); 4) CFI, una società finanziaria che ha come obiettivo la partecipa-zione temporanea al capitale di rischio delle cooperative; 5) i fondi integrativi sanitari negoziali (Coo-persalute, Filcoop agricolo e Fasiv) che contano 110.000 iscritti; 6) Coopform l’ente bilaterale per la sa-lute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’Alleanza si esprime attraverso un presidente e due copresidenti (Maurizio Gardini, presidente di Con-fcooperative e Rosario Altieri, presidente di Agci).

L’Alleanza ha, inoltre, istituito un Comitato operativo (composto dai direttori di Agci Filippo Turi, di Legacoop Giancarlo Ferrari e dal segretario generale di Confcooperative Vincenzo Mannino che ne è il coordinatore).

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I NUMERI DELL’ALLEANZA DELLE COOPERATIVE

Le cooperative Italiane incidono sul PIL per circa l’8%, presentano una patrimonializzazione aggregata di oltre 52 miliardi di euro e un capitale sociale aggregato di oltre 6 miliardi di euro.

L’Alleanza delle Cooperative, associa 43.000 imprese e rappresenta circa il 90% del movimento coope-rativo italiano con:

- 1.200.000 persone occupate; - 140 miliardi di euro di fatturato;

- oltre 12.000.000 di soci.

Alcuni esempi settoriali delle imprese aderenti all’Alleanza delle Cooperative:

• l’agroalimentare realizza una produzione Made in Italy di 35 miliardi di euro. una posizione di leadership nell’agroalimentare per la produzione: - del 70% di uova e pollame;

- del 58% di vino; - del 43% del settore lattiero caseario

- del 40% del settore ortofrutticolo

• le Banche di Credito Cooperativo rappresentano il 13,4% degli sportelli bancari del Paese e han-no una raccolta diretta di 157 miliardi di euro;

• la cooperazione di distribuzione e del consumo al dettaglio rappresenta il 34% del mercato, fattu-ra 28 miliardi di euro e associa oltre 8 milioni di persone.

• la cooperazione sociale con 355.000 persone occupate eroga servizi sociosanitari a 7.000.000 di persone. E in dieci anni l’occupazione è cresciuta del 115% nel welfare

Nelle cooperative il 52,8% delle persone occupate sono donne e rappresentano il 25% della governance delle cooperative.

Nelle cooperative gli stranieri occupati sono 290.000.

Un italiano su cinque è socio di cooperativa.

Uno su tre acquista nelle cooperative.

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L’Alleanza Cooperative, per rappresentare al meglio le esigenze dei singoli comparti è attiva con i coor-dinamenti settoriali: Abitazione: 4.700cooperative, 600.000 soci, 2.200 persone occupate, un fatturato di circa un 1,8 miliardi di euro Agroalimentare: con 5.100 cooperative, 720.000 soci produttori e 94.000 occupati. Il fatturato comples-sivo è di 35 miliardi di euro. Consumo: COOP è marchio leader nella gdo italiana: una quota di mercato del 18,5%, un fatturato di oltre 13 miliardi di euro, 1.470 strutture di vendita, 56.000 addetti. Ma COOP è anche una rete di impre-se che appartiene a 7 milioni e 900.000 soci. Il settore consumo racchiude, tra l’altro, importanti esempi di organizzazione cooperativa sui territori come il SAIT il consorzio delle cooperative di consumo tren-tine. Dettaglio: con 8.000 punti vendita, 70.000 persone occupate, una quota di penetrazione mercato: 17,4%. Giro di affari di 20 miliardi. CONAD, Sigma, Crai, Coal le sigle più rappresentative del settore. Pesca: con oltre 1500 cooperative, più di 20.000 soci, oltre 1 miliardo di euro di fatturato rappresenta l’80% della base produttiva a livello nazionale. Produzione e Lavoro: 2.200 imprese cooperative, un fatturato di oltre 14 miliardi di Euro e una occupa-zione consolidata di circa 50.000 lavoratori, 30.000 dei quali soci. Servizi e utilities: 7.000 cooperative, 290.000 soci, 430.000 persone occupate, con un fatturato aggrega-to di oltre 16 miliardi di Euro. Sociale: 9.000 tra cooperative sociali e consorzi, 355mila persone occupate (di cui 41mila svantaggiate e la metà disabili). Sono 7 milioni le persone assistite, 9 miliardi di euro il fatturato. Numeri che fanno dell’Alleanza delle Cooperative Sociali oltre il 90% della cooperazione impegnata nel welfare Turismo e Sport, Cultura, Media e Comunicazione: le cooperative attive in questi settori danno lavoro a oltre 25.000 persone.

La sede è il Palazzo della Cooperazione di Via Torino n. 146 (Roma). L’indirizzo web dell’Alleanza è www.alleanzacooperative.it

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B. Presentazione di AGCI - Associazione Generale Cooperative italiane

AGCI L’AGCI, Associazione Generale delle Cooperative Italiane, nasce a Roma nell’ottobre 1952 ed ottiene, ai sensi e per gli effetti del D.L.C.P.S. n. 1577 del 14/12/1947, ufficiale riconoscimento giuridico con Decreto del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 14/12/1961, pubblicato sulla Gazzetta Uf-ficiale del 22 febbraio 1962, n. 48. L’AGCI è frutto dell’iniziativa di un gruppo di sodalizi di ispirazione repubblicana, liberale e socialde-mocratica, che si distacca dalla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, per dar vita, così come era precedentemente avvenuto per i cooperatori cattolici, ad una nuova Centrale cooperativa. A riprova degli ideali che sono alla base delle sue origini, l’AGCI può vantare, quale suo primo Presi-dente, una delle espressioni più alte dei valori laici e libertari: Meuccio Ruini. L’AGCI è, quindi, per storia, ma anche per consistenza, una delle tre maggiori Associazioni Nazionali di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo: si tratta di un’Organizzazione senza fini di lucro, libera ed indipendente che, fedele agli ideali mazziniani ed in ar-monia con i valori fondanti individuati dall’International Co-operative Alliance (ICA), promuove la dif-fusione, il consolidamento, l’integrazione e lo sviluppo del Movimento stesso, nel rispetto dei princìpi di democrazia e di mutualità, nonché nell’interesse generale dell’economia del Paese. La Struttura Organizzativa L’AGCI ha la propria sede centrale in Roma ed una organizzazione articolata, sull’intero territorio na-zionale, in 19 rappresentanze regionali, 8 provinciali, 5 interprovinciali ed in 35 delegazioni territoriali. Vi sono, inoltre, 8 Associazioni settoriali di categoria, di cui fanno parte tutti gli enti che, indipendente-mente dall’area geografica di appartenenza, esercitano la medesima attività economica o attività connes-se ed affini: - AGCI Abitazione: è l’organismo di settore al quale aderiscono tutte le cooperative di abitazione e/o

loro Consorzi iscritti all’Associazione. - AGCI Agr.It.Al: opera su tutto il territorio nazionale attraverso due Dipartimenti - specializzati nel

comparto della pesca e dell’agricoltura – e riunisce anche le cooperative aderenti attive nel settore del consumo.

- AGCI Credito e Finanza: raggruppa Banca AGCI S.p.A., le Banche di Credito Cooperativo, le Ban-che Popolari, General Fond SpA, le cooperative ed i Consorzi Garanzia fidi, G.F.C. – Gruppo Finanza Cooperativa, Cifap ed altre imprese che esercitano attività finanziaria, come le Società di Mutuo Soc-corso.

- AGCI Culturalia: è l’organizzazione di rappresentanza delle cooperative aderenti all’Associazione operanti nei settori della cultura e dello spettacolo, del turismo e dei beni culturali ed ambientali, dello sport e del tempo libero.

- AGCI Editoria: è l’associazione nazionale delle cooperative editoriali, giornalistiche e della comuni-cazione.

- AGCI Produzione e Lavoro: è l’organismo di settore che riunisce le cooperative dei settori manifattu-riero, costruzioni (edilizia abitativa, industriale e stradale), impiantistica, opifici metalmeccanici e tut-to quanto sia riconducibile alla produzione di beni.

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- AGCI Servizi di Lavoro: è l’associazione di settore cui fanno capo le cooperative di movimentazione merci, logistica e facchinaggio; autotrasporto di cose e persone, taxi ed autonoleggio; globalservice, manutenzione, pulizia, igiene e sanificazione; servizi socio-sanitari; servizi di consulenza e progetta-zione per imprese; vigilanza e portierato; turismo e ristorazione.

- AGCI Solidarietà: è l’associazione di settore che si occupa della promozione, della rappresentanza e dell’assistenza nei confronti delle cooperative sociali aderenti.

Nel 2010, l’AGCI ha ottenuto l’iscrizione alla prima classe dell’Albo nazionale degli enti di Servizio ci-vile, con la conseguente abilitazione a presentare, in corrispondenza della pubblicazione degli appositi bandi da parte dell’UNSC, progetti da realizzare presso le proprie sedi di attuazione accreditate, distri-buite sull’intero territorio del Paese. L’Associazione aderisce inoltre ad importanti Organismi europei ed internazionali di rappresentanza della Cooperazione (Cecop, Cogeca, Cecodhas, Cicopa, Cooperatives Europe, ICA), nei quali contri-buisce, con propri esponenti, alla tutela ed alla promozione delle società cooperative nei diversi ambiti territoriali e settoriali, attraverso programmi e progetti di sviluppo, iniziative di studio e di approfondi-mento, di assistenza e consultazione, di concorso all’elaborazione degli indirizzi legislativi, economici e sociali che interessano il Movimento cooperativo. In particolare, nel Board dell’International Co-operative Alliance, è stato eletto un dirigente AGCI, che vi rappresenta la Cooperazione italiana. Attualmente sono associate ad AGCI oltre 8.000 cooperative, con circa 470.000 soci, 105.000 occupati ed un fatturato pari a più di 8 miliardi di euro. COMPITI E FINALITÀ Nell’ambito delle sue finalità generali e dei suoi compiti istituzionali, l’Associazione – svincolata da condizionamenti partitici ed animata dall’intento di valorizzare il lavoro e l’impegno civile dei coopera-tori – si occupa, per conto delle cooperative aderenti, della gestione di attività di informazione, di consu-lenza sulle problematiche fiscali, legislative e del lavoro, di tutela e di scambio, di collegamento strate-gico tra le imprese, di servizio, di coordinamento politico/organizzativo, di diffusione della coscienza e della conoscenza cooperativa, di formazione tecnica e professionale dei cooperatori: tutto ciò, anche at-traverso la costruzione di proficui rapporti con gli omologhi settori delle altre Organizzazioni, con le rappresentanze sindacali, con le Istituzioni e con le strutture amministrative pubbliche. L’AGCI è firmataria di 14 CCNL, di 1 Accordo per la gestione dei servizi ai beni culturali e di 1 Proto-collo sul facchinaggio. L’Associazione segue costantemente gli sviluppi delle normative italiane, europee ed internazionali di interesse per le imprese in generale e per le società cooperative in particolare; svolge un’azione di in-formazione e di aggiornamento nei confronti dei soci, prevalentemente tramite gli strumenti della rasse-gna stampa quotidiana e delle circolari elaborate dall’Ufficio studi/legislativo e relazioni industriali; fornisce consulenze sulle problematiche afferenti alla vita societaria degli iscritti; assume funzioni di in-terlocuzione e stimolo nei confronti delle competenti Autorità, specie con riferimento alla Direzione ge-nerale per le Piccole e Medie Imprese e gli Enti cooperativi presso il Ministero dello Sviluppo Econo-mico. L’AGCI è inoltre competente ad espletare la vigilanza sulle cooperative aderenti, finalizzata a verificare, in particolare, attraverso la revisione, annuale o biennale, il possesso dei requisiti mutualisti-ci.L’Associazione assiste altresì le proprie associate anche negli ambiti delle relazioni industriali, della promozione di nuove cooperative, della tutela della privacy, della sicurezza sul lavoro e della formazio-ne. L’AGCI è cofondatore e gestore di strumenti di bilateralità attraverso i quali, nel rispetto delle norme contrattuali stipulate con i rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, eroga servizi alle imprese aderenti ad essa ed ai richiamati enti bilaterali. Infine, l’Associazione fornisce alle imprese iscritte servizi nell’ambito del credito, della formazione e della progettazione.

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Nel 2011, l’AGCI ha dato vita, insieme a Confcooperative e Legacoop, all’Alleanza delle Cooperative Italiane, coordinamento stabile tra le tre maggiori Organizzazioni cooperative del Paese. STRUTTURE COLLEGATE L’AGCI Nazionale dispone di specifiche strutture collegate, costituite al fine di fornire alle imprese as-sociate un supporto qualificato e professionalmente valido negli ambiti di particolare rilevanza per lo sviluppo di una sana ed efficiente imprenditorialità cooperativa. Tra queste ricordiamo: - BANCA AGCI S.p.A. Autorizzata all’esercizio dell’attività creditizia con provvedimento dell’Autorità di vigilanza del 28 mar-zo 2007, Banca AGCI SpA è un Istituto di credito che opera prevalentemente con le piccole e medie im-prese, quale strumento per il supporto, il consolidamento e lo sviluppo delle cooperative aderenti all’Associazione, nonché dei soci e dipendenti delle stesse. - CONSEF Costituito nel 2009, il Consorzio Nazionale Servizi Finanziari si propone di mettere in rete e far funzio-nare in modo sinergico le strutture, operanti nel settore del credito, di cui AGCI dispone, al fine di: offri-re servizi finanziari efficienti, efficaci e di qualità alle cooperative aderenti all’Associazione; indirizzare le stesse verso la capitalizzazione e la costruzione di idonei strumenti di finanza di sistema; consentire il superamento delle difficoltà di accesso al mercato del credito, l’accelerazione dei processi di concentra-zione ed integrazione, il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e manageriali. - GENERAL FOND S.p.A. Costituita nel 1993, la società gestisce, senza scopo di lucro, il Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti all’Associazione e dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione. La Società opera nella promozione e nel finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti all'innovazione tecnologica, all'incremento dell'oc-cupazione ed allo sviluppo del Mezzogiorno.

- GFC – GRUPPO FINANZA COOPERATIVA Costituito nel 2012 per l’erogazione del credito alle cooperative dell'AGCI, GFC opera a livello naziona-le e svolge attività finanziaria sia nei confronti della cooperazione, sia delle Piccole e Medie Imprese. - CONSORZIO NAZIONALE MEUCCIO RUINI Costituito in forma di società cooperativa consortile nel 2009, quale Ente di emanazione dell’AGCI, do-verosamente intitolato al primo Presidente dell’Associazione, vero e proprio Padre della Patria, il Con-sorzio Nazionale Meuccio Ruini per la formazione, i servizi al lavoro e l’innovazione tecnologica si propone, in via prioritaria, di: partecipare, direttamente o attraverso le imprese associate, alle opportuni-tà di finanziamento, in tema di formazione, provenienti da risorse pubbliche regionali, nazionali, comu-nitarie ed internazionali; promuovere forme innovative di progettazione della formazione e dei servizi al lavoro; favorire la crescita qualitativa, professionale e delle competenze, per l’adeguamento strutturale e la modernizzazione del tessuto di imprese associate aderenti all’AGCI.

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C. Presentazione di Confcooperative e dei progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo

Confederazione Cooperative italiane

I numeri Confcooperative (Confederazione Cooperative Italiane), presieduta da Maurizio Gardini, è la principale organizzazione di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del movimento cooperativo italiano per numero di imprese 20.000, per occupati 550.000, per fatturato aggregato 66,7 miliardi di euro. I soci rappresentati sono 3.105.000.

Le relazioni internazionali Confcooperative presta grande attenzione allo sviluppo delle relazioni con i movimenti cooperativi de-gli altri Paesi. Promuove la crescita del movimento cooperativo e delle cooperative nei Paesi in via di sviluppo e di recente ordinamento democratico. È associata all’Alleanza Cooperativa Internazionale, a Cooperatives Europe e ai diversi organismi settoriali e di rappresentanza verso la Commissione Euro-pea.

La storia

Nata nel 1919, Confcooperative richiama all’articolo 1 dello Statuto la dottrina sociale della Chiesa e l’enciclica Rerum novarum di Papa Leone XIII del 1891 che ne ispirano l’azione improntata ai valori di solidarietà economica e sociale, di sussidiarietà, di libertà e di partecipazione, di pluralismo e di demo-crazia economica.

Il ruolo istituzionale Confcooperative difende e promuove il ruolo delle cooperative, ne sostiene lo sviluppo, ne inco-raggia i processi di integrazione e di crescita dimensionale, di capitalizzazione e di patrimonializza-zione, di innovazione e di formazione. Passaggi, questi, obbligati perché le cooperative possano continuare a svolgere la propria missione mutualistica e possano strutturarsi e attrezzarsi per soste-nere i processi di internazionalizzazione. Per dare maggiore incisività a questa azione Confcoopera-tive ha dato vita nel gennaio 2011 all’Alleanza delle Cooperative Italiane con Legacoop e Agci.

L’organizzazione

Confcooperative è presente su tutto il territorio nazionale con 22 Unioni regionali, 81 unioni pro-vinciali e 7 unioni interprovinciali. Confcooperative è presente a Bruxelles con una propria sede di rappresentanza e operativa.

Confcooperative è organizzata in 9 Federazioni nazionali che operano nei settori: abitazione; agroalimentare; consumo e distribuzione; credito; cultura turismo sport; pesca; produzione lavoro e servizi; sanità e solidarietà sociale.

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Confcooperative vanta una presenza tradizionalmente forte nell’agroalimentare, con punte di eccellenza costituite da aziende leader che rappresentano circa il 50% della produzione agroalimentare Made in Ita-ly. Fondamentale il ruolo del credito con le Bcc (Banche di Credito Cooperativo) che hanno mantenuto uno strettissimo rapporto con il territorio di riferimento. Le cooperative sociosanitarie da anni stanno ri-disegnando il sistema di Welfare con 230.000 persone occupate erogano servizi sociosanitari e di welfa-re a 7.000.000 di cittadini (anziani, bambini, minori, persone svantaggiate). Si registra una presenza sta-bile e forte nei settori della produzione lavoro, della pesca, della cultura e dell’istruzione, del turismo e dello sport.

Strutture operative e di servizio

Confcooperative ha strutturato un’articolata rete di strutture e di società per erogare servizi vitali alle cooperative aderenti: - FONDOSVILUPPO: il Fondo Mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. - COOPERFIDI ITALIA: è stata costituita dalle tre centrali cooperative (Agci, Confcooperative, Lega-

coop) e fornisce garanzie collettive dei fidi. - ELABORA: è la società di consulenza del sistema confederale, eroga servizi specializzati per le ade-

renti. - UNICAF: è il Centro autorizzato di assistenza fiscale nazionale, punto di riferimento nazionale per la

rete dei Centri Servizi. - UNICAA: è la rete nazionale di assistenza agricola. - FEDAGRIRETE: è la rete strutturata di servizi agricoli per le cooperative e i soci del sistema Conf-

cooperative. - UNISERVUS: è la rete nazionale di sportelli che eroga servizi di patronato, assistenza e tutela in ma-

teria di pensioni, famiglia, immigrazione, servizi fiscali. Eroga servizi di patronato. - Camera Arbitrale della Cooperazione: è l’organo promosso da Confcooperative per la risoluzione

delle controversie sorte tra soci o tra soci e cooperative. - Assimoco: è il gruppo assicurativo del movimento cooperativo. A Confcooperative aderiscono anche

Cattolica Assicurazioni e BCC Assicurazione. - COOPERMONDO: è l’associazione promossa da Confcooperative per la cooperazione internazionale

allo sviluppo.

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Progetti di Cooperazione Internazionale per lo sviluppo

Nel 2007 Confcooperative ha dato vita a Coopermondo, la propria struttura dedicata alle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo: concepita per comporre e rendere organici i contributi che le cooperative hanno sempre apportato alla cooperazione allo sviluppo italiana e agire con proprio experti-se al fianco delle numerose ONG tradizionali, Coopermondo opera quindi producendo mutui benefici per: - le popolazioni ed i territori esteri, attraverso i propri progetti diretti;

- i suoi soci e tutte le strutture di Confcooperative vocate alla cooperazione internazionale: ciò avviene attraverso la facilitazione dell’accesso a informazioni, bandi e opportunità di finanziamento per attivi-tà che queste svolgono poi autonomamente.

Coopermondo è un’agenzia specializzata del sistema Confcooperative che opera per favorire, attraverso la raccolta di fondi dedicati e la gestione di progetti di cooperazione internazionale, la crescita e la svi-luppo del modello cooperativo quale soggetto economico e sociale in grado di generare processi di svi-luppo endogeno sostenibili, democratici e partecipativi, contribuendo alla crescita dei Paesi in via di svi-luppo e al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite.

Confcooperative, attraverso Coopermondo, ha raccolto in una pubblicazione6 il contributo delle coope-rative alla cooperazione allo sviluppo nel periodo 2008-2012: un contributo fatto di 90 progetti, con al-cune buone pratiche nei settori della sicurezza alimentare (filiere agricoltura e pesca - Mediterraneo, Africa), del credito cooperativo (America Latina, Africa Occidentale), dei servizi di salute e welfare (Est Europa e Balcani), dell’emergenza umanitaria (Haiti e Sri Lanka), del turismo responsabile e del com-mercio equo e solidale; la dimensione finanziaria di questi progetti rappresenta un segnale importante circa l’impegno di Confcooperative nella lotta contro la povertà, cui, nel periodo di riferimento, le coo-perative hanno contribuito mobilitando e gestendo oltre 43 milioni di Euro

6 “Le imprese cooperative stanno costruendo un mondo migliore - Atlante dei progetti e dei processi di mutualità internazionale per uno svi-luppo sostenibile” , Coopermondo - Confcooperative, aprile 2013

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Progetti direttamente gestiti da Coopermondo. 1. “Contrasto al traffico di minori attraverso l’avvio di forme di auto impresa” – Benin. Il progetto ha durata triennale (2011- 2014) e si pone come obiettivo la promozione del modello coope-rativo quale strumento economico - sociale di emancipazione dallo sfruttamento. L’iniziativa si sviluppa in partnership con l’Istituto Salesiano Figlie di Maria Ausiliatrice, da anni ope-rante nel Paese per contrastare il traffico e lo sfruttamento dei minori, i cosiddetti bambini “vidomegon”, prevenendone il rischio sociale, accogliendoli presso strutture dedicate, favorendone il reinserimento in società e l’apprendimento di una professione qualificante. Le attività implementate sono di due tipi: - sociale: i destinatari sono bambine ed adolescenti; le azioni sviluppate prevedono la protezione da

abusi e sfruttamento fisico e socio-economico e la copertura dell’intero ciclo d’istruzione; - professionale e imprenditoriale: i destinatari sono gruppi di donne delle aree rurali del Paese; le azio-

ni sviluppate sono workshops, avvio al lavoro, eventi di formazione sul modello cooperativo, micro-credito, incubatori d’impresa cooperativa.

2. “Formazione di base ed avanzata di agricoltori del Port Loko District” – Sierra Leone. Il progetto ha durata triennale (2012- 2015) e si pone l’obiettivo di incrementare la produttività agricola, aumentare le opportunità di lavoro e migliorare le condizioni di vita della popolazione residente del Di-stretto di Port Loko contribuendo allo sviluppo rurale del Paese. Il progetto si articola in 3 fasi: - formazione professionale di gruppi di agricoltori e alfabetizzazione dei familiari di questi per la loro

inclusione nella gestione economica familiare; - sviluppo rurale: messa a coltura di nuovi terreni con adeguate fonti idriche e di un vivaio, e avvio del-

le coltivazioni sperimentali e didattiche; - assistenza tecnica cooperativa con funzione di sostenibilità.

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3. “Centro di formazione in acquacoltura nel Distretto di Bo” – Sierra Leone.

Il progetto ha durata triennale (2013- 2016) e si pone l’obiettivo di avviare un Centro per la formazione e l’allevamento di specie ittiche (acquacoltura), aumentare le opportunità di lavoro e migliorare le con-dizioni di vita della popolazione residente del Distretto di Bo, contribuendo alla sicurezza alimentare delle popolazioni coinvolte. Le attività si articolano secondo le seguenti componenti: - costruzione di vasche per l’allevamento integrato di specie ittiche (tilapia); - avvio di un Centro di produzione e formazione per l’acquacoltura con start - up del ciclo produttivo e

consolidamento delle conoscenze di settore; - formazione e rafforzamento delle capacità tecniche per la gestione del Centro di Formazione e alfabe-

tizzazione dei familiari di questi per la loro inclusione nella gestione economica familiare; - 4. “Sistemi di finanziamento dell’agricoltura per la sicurezza e la sovranità alimentare” – Togo. Si tratta di un programma pluriennale regolato da un Accordo di cooperazione sottoscritto con i partner togolesi (FECECAV, URCLEC, CTOP) e strutturato in una componente finanziaria (sostegno e raffor-zamento delle due Istituzioni di micro finanza partner), una componente agricola (sostegno alla princi-pale organizzazione agricola nazionale) e una componente culturale. Il programma si propone di contribuire alla sicurezza e alla sovranità alimentare del Togo attraverso lo scambio di esperienze e competenze tra il movimento cooperativo italiano e le organizzazioni togolesi. Il 1° triennio (2012-2015) sviluppa interventi nel settore agricolo (supporto per lo sviluppo dell’imprenditoria cooperativa nel mondo rurale in relazione ad alcune delle principali filiere agricole e per il rafforzamento istituzionale della Confederazione contadina nazionale - CTOP), finanziario (con-cessione di un finanziamento di 1.850.000 euro a favore di due Istituzioni di micro finanza togolesi per facilitare l’accesso al credito da parte del mondo rurale e per promuovere gli investimenti in agricoltura) e socio-culturale (scambi di esperienze per favorire una migliore conoscenza reciproca tra il mondo cooperativo italiano e togolese e per una sensibilizzazione dell’opinione pubblica). Tra i risultati finora ottenuti vi è stato il finanziamento di 50 progetti presentati da organizzazioni agri-cole, che hanno toccato 1.739 beneficiari diretti e la creazione di 147 nuove cooperative.

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D. Presentazione del Credito Cooperativo e dei progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo.

Federcasse è la Federazione di Confcooperative che associa e rappresenta a livello le Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Raffeisen. Le BCC sono banche caratterizzate da una formula imprenditoriale specifica, un codice genetico costi-tuito da tre molecole fortemente interrelate: quella della cooperazione, quella della mutualità, quella del localismo. Che si traducono in una formula imprenditoriale originale che combina gli elementi dell’impresa cooperativa con quelli delle banche di territorio: - impresa a proprietà diffusa - orientamento alla sostenibilità - legame totale e permanente con il territorio Per la loro peculiarità, in 130 anni di storia, le BCC si sono rese protagoniste e propulsori di numerose iniziative, che hanno origine e finalità nella “scelta di costruire il bene comune”, espressa nell’articolo 2 del loro Statuto:

[…]la Società si ispira ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione pri-vata. Essa ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle opera-zioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l'educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sosteni-bile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. E’ altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Coo-perativo e a rendere effettivi forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale.

L’impegno delle BCC è, infatti, da sempre, quello di tradurre l’obiettivo del perseguimento di un inte-resse reciproco in esperienze concrete. In quest’ottica vanno lette le tante esperienze realizzate e dirette a sostenere i diversi soggetti - soci, clienti, imprese, famiglie, associazioni, ecc. - che vivono e operano nel territorio di riferimento delle BCC. Come anche in territori lontani. Perché la reciprocità è un meto-do che funziona a tutte le latitudini. I numeri del Credito Cooperativo in Italia A dicembre 2013 erano 385 le BCC (pari al 56,2 per cento del totale delle banche operanti in Italia), con 4.454 sportelli (pari al 14 per cento del sistema bancario). Le BCC-CR sono presenti in 101 province e in 2.710 comuni (in 573 comuni sono l’unica presenza bancaria). Il numero dei soci è pari a 1.173.668 unità, con un incremento del 3,4 per cento su base d’anno. Gli impieghi lordi a clientela delle BCC ammontano a dicembre 2013 a 136 miliardi di euro. La quota di mercato delle BCC-CR è pari al 7,2 per cento. La quota di mercato della categoria nei finanziamenti alle imprese è pari a dicembre 2013 al 9,8%.

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In relazione ai settori di destinazione del credito, le BCC presentano un’incidenza percentuale degli impieghi a famiglie produttrici e consumatrici significativamente superiore al sistema bancario (rispet-tivamente 12,4 per cento e 5,2 per cento per le famiglie produttrici e 31,6 per cento e 26,9 per cento per le famiglie consumatrici). La quota di mercato delle BCC-CR nel settore delle famiglie produttrici è del 17,7 per cento, mentre nel settore delle famiglie consumatrici è pari all’8,7 per cento. Il microcredito delle BCC Le Banche di Credito Cooperativo-Casse Rurali nascono 130 anni fa per coloro che, non avendo garan-zie reali da offrire, non accedevano ai tradizionali circuiti finanziari. Riuscirono a valorizzare la garan-zia offerta dalla conoscenza personale e dall’appartenenza alla comunità e ad allargare l’inclusione. Oggi, la funzione di educazione al risparmio e promozione del credito per l’inclusione sociale, parte in-tegrante del DNA delle Casse Rurali (poi divenute BCC), ha trovato nuova declinazione anche attra-verso le specifiche attività di microcredito. Con tale termine si intendono prestiti di piccolo importo (di norma inferiori a 25.000 euro), rivolti a soggetti – persone e microimprese – considerati «non bancabili», rispetto ai quali l’accesso al credito acquista il valore di strumento di inclusione sociale e l’autoimprenditorialità – che il credito rende pos-sibile – diviene strumento di autopromozione sociale. Un’altra rilevante accezione del microcredito riguarda la sua funzione in chiave antiusura. Per le BCC, fondamentalmente, il microcredito è uno tra gli strumenti disponibili per sentirsi parte in-tegrante e attiva di una comunità. Una recente mappatura condotta da Federcasse ha evidenziato che il 67 per cento delle BCC promuove programmi di microcredito, in Italia o all’estero. In particolare sono 159 le BCC che hanno preso parte ad almeno un progetto di microcredito fuori dal nostro Paese.

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1. Il progetto “Microfinanza Campesina in Ecuador” del Credito Cooperativo

Basato su elementi quali reciprocità, partecipazione, scambio di risorse, formazione, il progetto “Mi-crofinanza Campesina” del Credito Cooperativo italiano in Ecuador costituisce un’iniziativa di suc-cesso, riconosciuta a livello internazionale come un nuovo modello di cooperazione per combattere la povertà nei paesi in via di sviluppo. Il Progetto, attivo dal 2002, è basato sulla collaborazione diretta tra Federcasse, a nome del Credito Cooperativo italiano, e Codesarrollo (istituto finanziario privato che appoggia lo sviluppo locale e inte-grale della popolazione marginale dell’Ecuador, attraverso l’offerta di prodotti e servizi di qualità e del rafforzamento delle cooperative di base (EFL - Estructuras Financieras Locales) e degli altri attori dell’economia popolare e solidale) sancita da un Accordo di cooperazione culturale e finanziaria sigla-to nel 2002 e rinnovato nel 2012. Codesarrollo – che dal marzo 2014 è diventata una banca nella forma di società per azioni, assumendo la denominazione di “banCodesarrollo SA” - è una emanazione diretta del Fepp, il Fondo Ecuatoriano Popolorum Progressio, nato negli anni ’70 del secolo scorso su ispirazione della Conferenza Episcopale del Paese Latino Americano. Tutto il sistema della locale cooperazione di credito è fortemente caratte-rizzato da una profonda impronta valoriale, sostenuta anche dalla presenza capillare dei tanti missionari salesiani (moltissimi italiani) presenti fin nei centri rurali più lontani. Attraverso il progetto “Microfinanza Campesina” ad oggi oltre 220 Banche di Credito Cooperativo hanno messo a disposizione di Codesarrollo un plafond di quasi 40 milioni di dollari per finanziamenti a condizioni agevolate a beneficio di oltre 150 mila famiglie di contadini e delle attività a queste colle-gate. I finanziamenti vengono generalmente erogati in pool coordinati dalle Federazioni Locali delle BCC. Ad ogni pool è assegnata una precisa destinazione; il recente pool delle BCC della Federazione Puglia e Basilicata, ad esempio, è destinato alla promozione delle energie rinnovabili. Il pool delle BCC venete all’acquisto e legalizzazione delle terre da parte dei campesinos, ecc. Ed ancora, le risorse erogate dalle BCC siciliane servono a sostenere progetti di commercializzazione ed esportazione di prodotti agroalimentari di qualità. Attraverso questa nuova linea di credito si voglio-no aiutare le famiglie campesine ad ottenere quei requisiti di commerciabilità necessari ad accedere ai mercati nazionali ed internazionali legati al commercio equo e solidale. Altri pool sono poi legati allo sviluppo dei territori delle zone di confine dell’Ecuador (Friuli Venezia Giulia), all’imprenditorialità familiare (Marche), giovanile (Toscana) e femminile (Emila Romagna), a favore degli indigeni che po-polano le foreste amazzoniche dell’Ecuador (Bolzano), alla costruzione di nuove case (Piemonte). I finanziamenti erogati sviluppano importanti moltiplicatori sociali, ampliando le possibilità di credito per le circa 150 mila famiglie assistite dal FEPP e da Codesarrollo. In particolare, si può stimare che i pool delle BCC-CR negli ultimi cinque anni hanno permesso ad oltre 12.000 donne ecuadoriane di ri-cevere prestiti per un totale di oltre 45 milioni di dollari, hanno favorito nelle piccole comunità la co-struzione di oltre 2.000 nuove case e la ristrutturazione di altre 1.800, hanno facilitato l’acquisto di 5.400 ettari di terra (per un valore totale di oltre 12 milioni di dollari) e la legalizzazione comunitaria di quasi 90.000 ettari. (In appendice un quadro dei finanziamenti erogati a favore di Codesarrollo).

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Altre risorse a tasso agevolato sono state messe a disposizione del FEPP, raggiungendo nel tempo un totale di circa 5 milioni di dollari, che sono serviti per la costruzione delle sedi di alcune casse rurali, per l’acquisto di certificati di partecipazione al capitale di Codesarrollo, per il rafforzamento delle im-prese che fanno parte delle imprese che fanno parte del Gruppo Sociale Fondo Ecuadoriano Populorum Progressio. Il programma, oggi il più importante progetto di sviluppo realizzato in Ecuador con fondi privati, è di-ventato un “caso di scuola” per chi vuole conoscere la tecnica e le caratteristiche del microcredito. Grazie anche a questo importante programma, che ha sensibilizzato negli anni gran parte del mondo economico ed istituzionale locale, nella nuova legislazione bancaria, nonché nella nuova Costituzione della Repubblica dell’Ecuador, hanno trovato riconoscimento formale, per la prima volta, i sistemi bancari locali cooperativi (“finanzas populares”). Nel corso degli anni, a favore del Progetto sono stati definiti altri sotto programmi che hanno visto coinvolto, con diverse modalità, l’intero sistema del Credito Cooperativo italiano. Qui di seguito ne elenchiamo alcuni: - Il sostegno alla capitalizzazione Nella fase iniziale del progetto, molte BCC ed enti del Credito Cooperativo hanno erogato finanzia-menti a fondo perduto a sostegno della capitalizzazione di Codesarrollo ed hanno attivato campagne di raccolta fondi presso dipendenti, soci e clienti, in particolare attraverso la formula innovativa che per-metteva di diventare “Azionista di donazione”: le azioni acquistate sono state inserite permanentemente nel capitale di Codesarrollo senza dare diritto a rimborso o dividendi. In totale è stato donato per la capitalizzazione di Codesarrollo circa 1 milione di dollari. Il Credito Cooperativo ha inoltre contribuito al processo di capitalizzazione attraverso una partecipa-zione diretta nel capitale di Codesarrollo da parte della Fondazione Tertio Millennio – Onlus (742 mila dollari), di Cassa Padana (500 mila dollari), della Cassa Rurale di Bolzano (165 mila dollari). - La “Capitalizzazione di Codesarrollo e delle cooperative di base 2009–2012” Il Progetto “Capitalizzazione di Codesarrollo e delle cooperative di base”, concluso di recente e promos-so dalla Fondazione Tertio Millennio - Onlus, si è proposto di raccogliere la somma di 1 milione di eu-ro destinato per il 50% (raccolto dalle società del Gruppo Bancario Iccrea) alla capitalizzazione diretta di Codesarrollo e per il restante 50% (raccolto Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e loro Fede-razioni territoriali) alla capitalizzazione di un centinaio di cooperative di base (EFL=Estructuras Finan-cieras Locales) secondo un preciso piano regolamentare. Hanno aderito al Progetto, a regime, 35 BCC/CR/Federazioni locali chiamate ciascuna a versare la somma di 6 mila euro. Le somme raccolte sono ammontate a € 241.000 (circa 320 mila dollari). Questa iniziativa si è rivelata di particolare importanza nell’ambito del citato percorso di trasformazione di Codesarrollo da cooperativa in Società per azioni, ai sensi della legislazione ecuadoriana. Un proces-so concluso, come detto, nel marzo 2014. - La componente agricola Nel periodo 2006-2009 il Credito Cooperativo, attraverso ancora la Fondazione Tertio Millennio – On-lus ha sostenuto il “Programma Agricolo Triennale del FEPP nelle province di Manabì, Bolìvar e Chimborazo” che, attraverso assistenza tecnica e formazione, ha favorito l’incremento della produttività in modo da garantire un’autosufficienza alimentare e un surplus vendibile sui mercati. Il progetto prevedeva la diffusione di “Fincas integrales” (le fincas sono appezzamenti di terreno di di-mensione variabile da uno a cinquanta ettari), ossia di sistemi integrali di produzione che permettano la massima ottimizzazione delle risorse disponibili attraverso la combinazione di diverse componenti: una produzione agricola diversificata, l’allevamento di piccoli animali, l’utilizzo di sistemi semplici di irri-gazione e la conservazione delle risorse naturali.

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- Il Convenio de Apoyo Financiero Nel dicembre 2005, Codesarrollo firmò con la Banca Inter-americana di Sviluppo (BID) un accordo di cooperazione tecnica denominato "Programma di rafforzamento di Codesarrollo", per offrire credito di secondo livello (Credifinanciero) alle casse rurali (o Entità Finanziarie Rurali-EFL). L’obiettivo generale è stato di rafforzare lo sviluppo e la sostenibilità delle casse rurali, come strategia per potenziare l’accesso dei settori rurali e urbani marginali ai servizi finanziari. Nel quadro di tale accordo, Federcasse ed Iccrea Holding - tramite il “Convenio de Apoyo Financiero” - si sono impegnate a partecipare al progetto finanziando in particolare l’assunzione del direttore del pro-getto, di un consulente in comunicazione e marketing e di un responsabile generale per le EFL. Il Credi-to Cooperativo ha fornito inoltre assistenza tecnica e strategica. - La componente “Formazione” Nel maggio 2003, la Fondazione Tertio Millennio – Onlus sottoscrisse con il Fepp un accordo per il so-stegno di un “Piano di Formazione triennale” per giovani da impiegare presso le Casse Rurali dell’Ecuador. L’obiettivo, pienamente raggiunto, è stato quello di sostenere finanziariamente il pro-gramma di formazione professionale definito dal Fepp a favore di circa 300 giovani delle comunità rura-li da inserire nel sistema nascente delle banche cooperative ecuadoriane, con l’obiettivo di diffondere la cultura della cooperazione e della solidarietà economica. Sono stati messi a disposizione del progetto 150 mila euro (214 mila dollari). - La componente “rimesse” dei lavoratori ecuadoriani Nel gennaio 2007 il Credito Cooperativo, attraverso l’Istituto centrale ICCREA Banca, siglò con Code-sarrollo un accordo per favorire l’inoltro delle “rimesse” degli lavoratori ecuadoriani residenti in Italia. Per arrivare all’accordo, ICCREA Banca ha svolto un intenso lavoro propedeutico finalizzato a dotare Codesarrollo delle infrastrutture, tecnologiche e non, necessarie a garantire una professionale gestione dei regolamenti internazionali e, quindi, dei flussi relativi alle rimesse.

- La componete gemellaggi e adozioni a distanza Una nuova formula di sostegno a Codesarrollo, parte di quella logica di reciprocità che permea tutto il progetto, è quella dei “gemellaggi” tra BCC e piccole banche di villaggio ecuadoriane. In questo modo, oltre a stimolare donazioni delle BCC per la costruzione o ampliamento delle sedi delle cooperative dell’Ecuador, per l’acquisto di attrezzature e mezzi di trasporto, per la formazione dei dipendenti, si permette lo scambio di esperienze e professionalità e un’assistenza tecnica ‘a distanza’. Da ultimo, an-cora su iniziativa della Fondazione Tertio Millennio, sono stati attivati due progetti di adozione a distan-za (non di singoli bambini ma di intere piccole comunità) da parte di altrettante BCC italiane. - La componente Convegni Ecuador-Italia Per conoscere meglio la realtà delle Casse Rurali ecuadoriane e per verificare sul campo lo stato di avanzamento del progetto “Microfinanza Campesina”, dal 2001 (con cadenza generalmente annuale) viene organizzato un viaggio in Ecuador; vi prendono parte ogni volta circa 50 rappresentati del Credito Cooperativo. Momento principale di ogni ‘missione’ è caratterizzato da un convegno, organizzato da Codesarrollo e dal FEPP, cui partecipano dirigenti di associazioni campesine, indigene ed afroecuato-riane provenienti da tutte le regione dell’Ecuador, in rappresentanza di organizzazioni non governative e dei governi locali. I temi degli ultimi convegni:

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• 2002 Far crescere le banche locali costruendo alleanze • 2003 Costi più bassi e tempi più brevi per le Finanze Popolari dell’Ecuador • 2004 Finanze Popolari per un’economia campesina di benessere • 2005 Finanze Popolari e sviluppo locale • 2007 Rimesse e commercio internazionale per stimolare lo sviluppo locale • 2008 Quale finanza per uno sviluppo partecipato in America Latina? • 2009 Finanze Popolari e agricoltura familiare • 2010 Dare credito alla speranza, dare speranza al credito. I 40 anni del FEPP • 2012 Donne e giovani: forza nuova delle cooperative

Una nuova missione verrà realizzata tra settembre e ottobre 2014.

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TOTALE POOL DI FINANZIAMENTO DEL CREDITO COOPERATIVO ITALIANO A FAVORE DI CODESARROLLO (maggio 2002 - gennaio 2012)

Bcc/Federazione Locale o Banca di se-condo livello erogante

Anno del finanziamento

Finalizzazione Finanziati Debito Residuo

Ultima rata

BCC CASSA PADANA 2002 220.000,00 Rientrato BCC CARUGATE 2002 100.000,00 Rientrato BCC CENTRO PADANA 2002 200.000,00 Rientrato BCC CREDITO TREVIGIANO 2003 50.000,00 Rientrato FEDERAZIONE COOPERATIVE RAIFFEISEN 2004 700.000,00 Rientrato FED. EMILIA ROMAGNA 2003 700.000,00 Rientrato FED. TOSCANA 2004 1.490.000,00 Rientrato BCC ALTA VALTROMPIA 2003 10.000,00 Rientrato BCC BRESCIANE E MANTOVANE 2003 1.200.000,00 Rientrato BCC BERGAMO E CREMONA 2003 1.050.000,00 Rientrato FED. FRIULI VENEZIA GIULIA 2004 615.000,00 Rientrato 15/06/2007 FED. MARCHE 2005 250.000,00 Rientrato 22/10/2007 ICCREA BANCA 2005 3.000.000,00 Rientrato 16/11/2007 FED. LAZIO UMBRIA SARDEGNA 2006 1.000.000,00 Rientrato 10/08/2009 FED. PIEMONTE VALLE D'AOSTA LIGURIA 2006 1.000.000,00 Rientrato 31/10/2009 FED. EMILIA ROMAGNA 2007 per le donne 1.600.000,00 Rientrato 02/02/2011

CASSA CENTRALE BOLZANO 2007 territori indigeni, legalizzazion terre 2.000.000,00 Rientrato 30/09/2011

FED. VENETO 2006 acquisto della terra 2.015.000,00 805.000,00 15/04/2012 FED. TOSCANA 2007 giovani 3.300.000,00 1.650.000,00 15/05/2013 FED. FRIULI VENEZIA GIULIA 2009 territori di confine 1.000.000,00 666.000,00 06/11/2012 FED. LOMBARDIA 2010 micro imprese 3.245.000,00 2.596.000,00 02/02/2015 FED. MARCHE 2010 imprese familiari 1.000.000,00 800.000,00 31/03/2015

FED. SICILIA 2011 commercializzazio-ne 2.000.000,00 2.000.000,00 02/05/2016

FED. LAZIO UMBRIA SARDEGNA 2011 fondo credito nuove succursali 1.545.000,00 1.545.000,00 01/08/2016

ICCREA BANCA 2011 fondo di liquidità 3.000.000,00 3.000.000,00 31/12/2016 FED. PIEMONTE VALLE D'AOSTA LIGURIA 2012

costruzione case dei campesinos 1.500.000,00 1.500.000,00 25/01/2016

TOTALE 33.790.000,00 11.562.000,00

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2. Progetto per la costituzione di una rete di “Casse di Credito Cooperative” in Argentina

Il Progetto Argentina del Credito Cooperativo italiano nasce nel 2005 come iniziativa istituzionale e si pone oggi l’obiettivo di sostenere la società civile argentina per ricostruire un sistema di casse coopera-tive locali attraverso attività di formazione ed assistenza tecnica. Storia del progetto A seguito di una lunga e complessa vicenda storica che ha visto sostanzialmente scomparire negli anni l’esperienza della cooperazione di credito in Argentina, il Banco Centrale (BCRA) e il movimento cooperativo argentino hanno promosso e sostenuto una riforma della legge bancaria che prevede il rico-noscimento delle cajas de credito cooperativas (di seguito CCC) come entità finanziarie a tutti gli effet-ti. Nel dicembre 2006 viene approvata all’unanimità dal Parlamento la nuova legge 26.173 che delinea il quadro normativo entro il quale si andrà a ricostituire l’esperienza della cooperazione di credito argen-tina. Nella lunga fase di elaborazione della riforma, il BCRA e gli esponenti del mondo cooperativo ar-gentino hanno avviato fin dal 2005 un rapporto di collaborazione con le istituzioni italiane, in particola-re con la Banca d’Italia per la lunga esperienza in materia di vigilanza bancaria, il Sistema del Credito Cooperativo per la consolidata tradizione e l’Università di Bologna, per essere una delle più importanti istituzioni accademiche del mondo e per la presenza a Buenos Aires di una sua sede distaccata. In linea generale, l’impianto regolamentare ottenuto con la riforma sembra definire un modello di banca cooperativa simile a quelle delle BCC italiane e definitivamente locale, espressione della comunità di riferimento soprattutto grazie all’adesione delle associazioni di categoria, delle cooperative, delle pro-fessionalità e delle imprese locali. La scelta del modello italiano da parte dell’Argentina si è basata sui profondi legami culturali tra i due paesi (il 40% circa della popolazione argentina ha origini italiane) e sulla fattibilità di un adeguamento del sistema di credito cooperativo italiano alla realtà argentina. Nel mese di novembre 2007, il BCRA, intenzionato a promuovere attivamente la costituzione di casse cooperative per favorire la bancarizzazione del Paese, ha organizzato un seminario internazionale desti-nato a funzionari del BCRA e ai futuri esponenti delle CCC. Al Seminario hanno partecipato rappresen-tanti della Banca d’Italia, di Federcasse, di Cassa Padana e docenti dell’Università di Bologna. Contemporaneamente, la Direzione per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri italiano insieme ad otto Regioni Italiane ha elaborato un programma di cooperazione decentrata (il FOSEL), mi-rato a promuovere lo sviluppo locale e la crescita del settore delle piccole e medie imprese argentine at-traverso la formazione, l’innovazione tecnologica e la nascita delle CCC. Sviluppo del progetto A conclusione della missione in Argentina del novembre 2007, si è delineata una collaborazione strut-turata Italia-Argentina improntata a fornire assistenza tecnica al Banco Centrale e alle organizzazioni cooperative argentine nella fase di sviluppo delle nuove cajas de credito cooperativas. Le linee guida su cui si sviluppa il progetto di collaborazione con le controparti argentine, sono fondamentalmente le se-guenti:

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1) Analisi della normativa argentina per comprendere gli ambiti di operatività delle casse, il loro assetto societario e di governance.

2) Definizione degli aspetti organizzativi delle casse e delle strutture di supporto 3) Sviluppo di attività formative a favore dei dirigenti e degli addetti delle future casse con il coin-

volgimento di alcune BCC italiane e Federazioni locali al fine di favorire forme di tutoraggio e di assistenza tecnica alle cajas.

4) Sostegno tecnico e istituzionale allo sviluppo di un’organizzazione a network con strutture di se-condo e terzo livello (federazioni locali, federazione nazionale, istituto centrale).

Non avendo in Argentina un unico interlocutore ma un gruppo di soggetti diversi che spazia dalle istitu-zioni bancarie e governative al comparto imprenditoriale, il Credito Cooperativo italiano ha ritenuto op-portuno dare vita ad un organismo di coordinamento che potesse fare da ponte tra l’Italia e l’Argentina. Nel 2009 nasce, così, il CIACC – Centro Internazionale di Assistenza al Credito Cooperativo –, un’associazione non-profit con sede legale a Roma e ufficio a Buenos Aires che funge da braccio opera-tivo per la realizzazione delle attività del Credito Cooperativo italiano in Argentina. Come stabilito all’Art. 2 dello Statuto, lo scopo del CIACC è quello di “promuovere azioni che favori-scano la diffusione della finanza solidale e la crescita del movimento del credito cooperativo, in quanto strumenti di sviluppo delle comunità che mettono al centro la persona, in un’ottica di solidarietà e parte-cipazione democratica. L’Associazione costituisce il punto di coordinamento per ogni iniziativa del Credito Cooperativo italiano in Argentina.” Il CIACC persegue il suo obiettivo svolgendo attività secondo tre principali aree di intervento (Art. 3 dello Statuto):

A. Rappresentanza istituzionale per il collegamento tra le istituzioni italiane – del Credito Coopera-tivo, governative e non - e quelle argentine.

B. Supporto alle Cajas de Credito Cooperativas. C. Sviluppo dei rapporti commerciali tra Italia ed Argentina.

Oggi aderiscono al CIACC 21 soci: 14 BCC, 5 Federazioni Locali di BCC, Federcasse ed Iccrea Banca. Il Consiglio di Amministrazione è composto da 11 persone più il Revisore dei Conti. Il CIACC ha un Presidente, nella persona del dott. Nicola Di Santo (Presidente della BCC Credito Trevigiano) e due Vi-ce Presidenti. Le attività del CIACC vengono coordinate da Federcasse con il supporto tecnico-logistico di un consulente italo-argentino che presta servizio presso l’Ufficio del CIACC a Buenos Aires. Stato di avanzamento del progetto Dopo il lancio della Ley 26.173, in Argentina si sono venuti a costituire diversi Comitati Promotori di CCC. Otto di questi hanno completato il business plan, predisposto tutta la documentazione necessaria ai fini dell’autorizzazione e presentato anche la domanda di autorizzazione al BCRA già a partire dal 2009. Elenco Comitati Promotori di CCC che hanno già presentato domanda di autorizzazione:

1. CCC Paraná (Provincia di Entre Ríos) 2. CCC Mendoza (Provincia di Mendoza) 3. CCC Mendosur (Provincia di Mendoza) 4. CCC Cainguas (Provincia di Misiones) 5. CCC San Ignacio (Provincia di Misiones) 6. CCC Tandil (Provincia di Buenos Aires) 7. CCC Sindicato Luz y Fuerza (Città di Buenos Aires) 8. CCC Carcarañá (Provincia di Santa Fe)

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Elenco dei Comitati Promotori di CCC quasi pronti a presentare al BCRA:

1. CCC Jujuy (Provincia di Jujuy) 2. CCC Luján (Provincia di Buenos Aires) 3. CCC General Pico (Provincia di La Pampa) 4. CCC Rosario (Provincia di Santa Fe) 5. CCC Devoto (Provincia di Córdoba) 6. CCC Villa Elisa (Provincia di Entre Ríos) 7. CCC Gualeguaychù (Provincia di Entre Ríos)

Alcuni dei progetti di CCC presentati al BCRA si trovano in una fase abbastanza avanzata del processo di autorizzazione, avendo già passato con successo tutta la fase di supervisione tecnica del BCRA. Attività svolte dal CIACC 1. Assistenza e consulenza alle istituzioni argentine (BCRA, INAES, FACC) in tema di normativa, si-stema dei controlli, organizzazione della rete, organizzazione e funzionamento del Credito Cooperativo italiano nel suo sistema federativo e imprenditoriale anche attraverso l’organizzazione di viaggi di stu-dio in Italia di delegazioni istituzionali argentine (2007-2009). 2. Assistenza tecnica e formazione a favore dei Comitati Promotori delle costituende cajas con la parte-cipazione diretta di BCC, Federazioni Locali ed enti centrali del Credito Cooperativo (Federcasse ed Ic-crea) attraverso:

❑ Lezioni al Corso di Alta Formazione organizzato da BCRA ed INAES presso l’Università di Bologna a Buenos Aires e l’Università di Cordoba (2008).

❑ Visite di esperti del Credito Cooperativo italiano ai Comitati Promotori di CCC (2007-2011). ❑ Stage di alcuni giovani cooperatori argentini presso le BCC (2007-2011). ❑ Organizzazione di viaggi studio in Italia presso le strutture del Credito Cooperativo italiano a

favore di cooperatori argentini e dei soci fondatori dei Comitati Promotori di CCC (2009-2011). 3. Attività di promozione della cooperazione di credito e di sensibilizzazione delle comunità e delle isti-tuzioni politiche locali attraverso la partecipazione di rappresentanti del CIACC a convegni ed eventi organizzati in Argentina. 4. Collaborazione a progetti di cooperazione internazionale promossi da altri soggetti istituzionali italia-ni come:

❑ Programma di cooperazione decentrata FOSEL (Formazione per lo Sviluppo Locale) pro-mosso dal Ministero degli Esteri italiano insieme ad otto Regioni Italiane (di cui la Puglia è ca-pofila) nell’ambito del quale il CIACC è stato incaricato a svolgere le attività di formazione ed assistenza relativa alla componente “credito cooperativo” a favore sia dei funzionari Provinciali argentini sia dei Comitati Promotori di CCC. Le attività sono state svolte attraverso tre missio-ni di esperti del Credito Cooperativo italiano in Argentina ed una missione di quattro funziona-ri provinciali argentini in Italia.

❑ Progetto Argentina co-finanziato da Confcooperative, Legacoop, Istituto per il Commercio Estero italiano finalizzato alla promozione degli scambi commerciali tra cooperative italiane e cooperative argentine. All’interno del progetto il CIACC è stato incaricato di realizzare un’ “Analisi sulle esigenze finanziare delle imprese italiane ed argentine nell’ambito degli scambi commerciali tra Italia ed Argentina”. L’indagine è stata avviata nel 2010 e conclusa nel 2011.

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5. Assistenza per la costituzione di una struttura centrale di secondo livello come previsto dalla Legge 26.173 che obbliga le CCC a costituire entro 5 anni una Federazione di CCC. In questo modo sarà pos-sibile far nascere in Argentina un sistema a rete simile a quello del Credito Cooperativo italiano consen-tendo alle CCC di crescere fin da subito in maniera solida e competitiva beneficiando delle economie di scala. In tal senso, il CIACC organizza mensilmente presso il suo ufficio di Buenos Aires incontri tra i rappresentanti dei Comitati Promotori di CCC già costituiti finalizzati a creare cooperazione e collabo-razione tra essi. 6. Promozione degli scambi commerciali attraverso l’avvio di contatti con la Camera di Commercio ita-liana a Buenos Aires e con l’Ufficio dell’ICE di Buenos Aires e la partecipazione ad incontri in Italia con delegazioni imprenditoriali argentine accompagnate dalla Camera di Commercio italiana di Buenos Aires.

7. Sigla dell’accordo durante la Commissione Mista Italia-Argentina Un riconoscimento pubblico al lavoro svolto finora dal CIACC è arrivato a marzo 2011 con l’invito da parte del Ministero degli Esteri italiano a partecipare alla delegazione ufficiale italiana guidata dall’ex-Sottosegretario agli Esteri Vincenzo Scotti nell’ambito della Commissione Mista Italia-Argentina, ria-perta su richiesta italiana dopo dieci anni di interruzione. Nell’ambito della Commissione Mista, il 1 aprile 2011 alla presenza dell’ex Ministro degli Esteri italiano Frattini ed il Ministro degli Esteri argen-tino Timerman, è stato siglato un accordo quadro tra il CIACC ed il Rappresentante dei Comitati Pro-motori di CCC che formalizza e ufficializza l’impegno di collaborazione reciproca avviato già da tempo.

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3. Altri progetti di BCC Il Progetto Palestina Il progetto di far nascere forme di credito cooperativo in Terra Santa nasce nel 2009 e vede attualmente impegnate Cassa Padana insieme alla Banca di Credito Cooperativo dell’Adda e del Cremasco e alla Federazione Raiffeisen di Bolzano con l’obiettivo di portare un aiuto concreto alla popolazione di que-sta terra, così gravemente provata da conflitti che hanno radicalizzato situazioni già problematiche. Negli ultimi decenni si sono infatti accentuate situazioni di povertà ed esclusione sociale costringendo molti cristiani ad emigrare. L’obiettivo che si prefigge il progetto è dunque, di costituire cooperative di credito locali, basate su un modello di cooperazione che sorga dalle stesse comunità che possano segna-re una svolta positiva per questa popolazione e offrire motivi di speranza per uno sviluppo solidale in Terra Santa. Il progetto contempla dunque l’emanazione da parte dell’autorità locale di una specifica normativa che consenta la nascita e l’operatività di banche di credito cooperativo in loco. A supporto del progetto si sta inoltre lavorando per l’attivazione di comitati promotori locali in collegamento con le realtà vive del territorio (es. Nunziatura, Custodia di terra Santa, patriarcato Latino, parrocchie, universi-tà, associazioni d’impresa e cooperatori locali). Le best practices del Credito Cooperativo nell’ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo si concretizzano anche in una molteplicità di iniziative tese alla realizzazioni di strutture socio-sanitarie e ricreative e alla costituzioni di cooperative agricole nei Paesi africani. Di seguito alcune esperienze: Le BCC Lombarde hanno promosso la realizzazione di strutture ospedaliere in Burundi (Africa), soste-nendo l’iniziativa Pro-Africa del Cardinale Ersilio Tonini, il cui obiettivo è stato quello di fornire il Bu-rundi delle strutture basilari per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e favorire la nascita di un mercato del lavoro. Grazie al sostegno finanziario delle BCC, è stato ristrutturato l’ospedale di Ngozi, rendendolo anche una struttura adeguata all’insegnamento. BCC della Valtrompia ha sostenuto la nascita di una cooperativa ortofrutticola di donne in Burkina Faso nell’ambito del progetto “Oggi a te domani a me” promosso dall’associazione “L’altro Paese” in Burki-na Faso (Africa). Si tratta della costituzione della cooperativa “Wend Kuuni” formata da 81 donne per l’avviamento di un’attività ortofrutticola su un’area di 6 ettari dotata di otto pozzi con pompe a pedale per l’irrigazione. Sono stati recintati 2 ettari di terra dove è stato costruito un magazzino. È stato trivella-to un pozzo per l’acqua potabile. BCC di Pistoia consolidando il rapporto esistente con l’Etiopia ha finanziato un progetto portato avanti dalle suore di Madre Teresa di Calcutta in un quartiere di Adis Abeba. L’iniziativa ha coinvolto centi-naia di bambini e ragazzi positivi al virus dell’Hiv, impegnati in progetti di laboratori artistici come il modellamento della ceramica e la stampa su tessuti. Il finanziamento ha consentito la costruzione di un centro pedagogico-laboratorio artistico e di una biblioteca dotati entrambi di materiale video e di film. La Banca del Centroveneto Credito Cooperativo Longare dal 1991 sostiene attraverso l’adozione a di-stanza 19 bambini (uno per filiale), in India. Emil Banca ha donato al Cefa duecento “Piatti del buon ricordo” da mettere in vendita per finanziare le attività della Onlus nel Sud Sudan.

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E. Presentazione di Legacoop e di alcuni progetti di cooperazione internazionale per lo sviluppo

Fondata nel 1886, Legacoop, Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, è la più antica delle organiz-zazioni cooperative italiane. Legacoop opera per promuovere lo sviluppo della cooperazione e della mutualità, dei rapporti economi-ci e solidaristici delle cooperative aderenti, e per favorire la diffusione dei princìpi e dei valori coopera-tivi. A Legacoop aderiscono circa 15.000 cooperative - attive in tutte le regioni e in tutti i settori produt-tivi- con oltre 8 milioni e 998 mila soci, più di 492.000 occupati ed un fatturato aggregato di oltre €78 miliardi. Le imprese cooperative associate a Legacoop sono presenti in posizione di eccellenza in settori come la distribuzione commerciale, le costruzioni, l’agro-alimentare, i servizi, le attività manifatturiere. Le coo-perative aderenti a Legacoop hanno anche dato vita ad importanti società operanti nei settori assicurati-vo, finanziario, creditizio. Legacoop -la cui struttura associativa si articola in autonome Associazioni di Settore, in Legacoop Re-gionali e Provinciali- svolge funzioni di rappresentanza, assistenza e tutela ed è competente ad esercita-re la vigilanza sulle cooperative aderenti; garantisce il coordinamento e l’indirizzo delle strategie e delle politiche; stabilisce e gestisce i rapporti con il governo, i due rami del Parlamento, i Ministeri e le Commissioni Parlamentari competenti, le forze politiche, economiche e sociali. A Legacoop fanno capo le relazioni internazionali del movimento cooperativo aderente, i rapporti con le istituzioni dell’Unione Europea e la gestione delle relazioni industriali della cooperazione, anche con funzioni di assistenza ai vari settori. Particolare attenzione ed impegno vengono dedicati alla promozione di nuove imprese cooperative e al-lo sviluppo di quelle esistenti. Legacoop aderisce all’Alleanza Cooperativa Internazionale (International Cooperative Alliance), organizzazione mondiale di rappresentanza delle cooperative e all’ organizza-zione regionale ICA della cooperazione europea, Cooperatives Europe. Tra i compiti istituzionali di Legacoop si ricorda l’impegno alla diffusione internazionale della cooperazione, particolarmente nei paesi con bassi livelli di sviluppo.

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RELAZIONI INTERNAZIONALI, COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

L’impegno di LEGACOOP e delle sue associate

“La ricca esperienza dei movimenti cooperativi ha tanto da offrire a un mondo che va oltre le sole rela-zioni di produzione e commercio, e copre il tema basilare dei rapporti tra gli esseri umani di tutto il globo. Non si tratta tanto di estendere l’aiuto internazionale o l’assistenza economica, quanto piuttosto di riconoscere l’interdipendenza fondamentale dei popoli attraverso e al di là dei confini nazionali. E si tratta, infine, di riflettere in modo chiaro, realistico e fattivo sulle relazioni tra individui e istituzioni. Il futuro del mondo può dipendere da questo”. (A. Sen)

L’attività di cooperazione allo sviluppo e di solidarietà sono strettamente legate ai valori e ai principi cui il movimento cooperativo si ispira e la cui promozione guarda ad un sviluppo socio-economico sosteni-bile per tutti, uomini e donne, presenti e future generazioni. L’impegno di Legacoop a livello interna-zionale permea tutta la sua storia, generazioni di cooperatori che, nel corso degli anni, hanno contribui-to al rafforzamento dell’esperienza cooperativa in molte aree del mondo. L’attività di Legacoop, si basa su alcuni semplici concetti: promuovere il cooperativismo e l’autosviluppo, mettendo a disposizione una vasta esperienza multisettoriale; svolgere un ruolo proattivo all’interno degli organismi internazionali ed europei di rappresentanza collaborando con istituzioni ed organizzazioni locali affinché si promuova uno sviluppo centrato sulle persone ed i loro bisogni; favorire il trasferimento di know how associativo ed organizzativo e lo scambio tra organizzazioni ed imprese cooperative appartenenti a contesti cultura-li, sociali ed economici diversi. L’attività di Legacoop s’inserisce all’interno della rete globale coopera-tiva e dei programmi delle istituzioni sovranazionali, nazionali e locali. Con le cooperative aderenti, le strutture regionali e territoriali, le associazioni nazionali di settore, Legacoop è impegnata in progetti te-si a rafforzare il tessuto cooperativo in tante aree del mondo, a rispondere alle emergenze umanitarie, a promuovere l’empowerment dei gruppi svantaggiati, a contribuire alla costruzione di opportunità di svi-luppo più equo e solidale. In questo percorso, Legacoop collabora attivamente con molti partners: le or-ganizzazioni di tanti Paesi, gli attori della società civile, le istituzioni (locali, nazionali e sovranazionali), le organizzazioni non governative, le università, le agenzie di sviluppo ecc.

Su un campione di 41 progetti realizzati nel periodo 2008-2012, con molte buone pratiche nei settori della sicurezza alimentare (filiere agricoltura e pesca - Mediterraneo, Africa e America Latina), del cre-dito cooperativo (America Latina, Africa Occidentale), dei servizi di salute e welfare (Est Europa e Bal-cani), dell’emergenza umanitaria (Haiti e Sri Lanka), del turismo responsabile e del commercio equo e solidale: l’impegno di Legacoop e delle sue strutture imprese associate è stato di oltre 15 milioni.

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1. PER HAITI (2010-2012)

Il progetto “Legacoop per Haiti”, nato all’indomani del terribile terremoto che distrusse l’isola il 12 gennaio 2010, è stato realizzato grazie ai generosi contributi delle cooperative, soci e dipendenti Lega-coop che risposero alla campagna di raccolta fondi lanciata dalla Presidenza Nazionale. Subito dopo il terremoto, alcune cooperative si impegnarono direttamente nel fornire soccorsi umanitari alla popola-zione locale. Nel frattempo furono identificati i partner per la realizzazione del progetto, ovvero le ONG GVC, OXFAM ITALIA e Medici Senza Frontiere, organizzazioni di consolidata esperienza che già operavano ad Haiti prima del terremoto e con le quali Legacoop e molte delle sue associate hanno rap-porti di costante collaborazione. La finalità del progetto era, da un lato, con GVC ed OXFAM ITALIA, di sostenere i piccoli produttori rurali, attraverso il rafforzamento dell’esperienza cooperativa agricola; dall’altro, di contribuire al progetto di Medici Senza Frontiere per la costruzione di un ospedale mobile che avrebbe offerto assistenza sanitaria alla popolazione di Tabarre, nella periferia di Port-au-Prince. Nel progetto realizzato in collaborazione con GVC e con l’organizzazione locale per lo sviluppo dei contadini, ODPP, a Vialet, ci siamo impegnati a ridurre la vulnerabilità e l’insicurezza alimentare delle famiglie con donne come capofamiglia. I beneficiari diretti sono stati circa 1.700, quelli indiretti oltre 80.000. È stato costruito un centro di trasformazione agricolo polifunzionale, pienamente funzionante ed equipaggiato; sono state avviate attività di formazione per le donne e di capacity building per il persona-le della stessa organizzazione locale, sono state promosse iniziative generatrici di reddito.A Les Cayes, con Oxfam Italia e RECOCAS, rete che raggruppa 10 cooperative agricole del dipartimento a sud dell’isola, sono state rimesse in produzione 1.100 parcelle agricole e 5 di piccolo allevamento; è stato riattivato un sistema di commercializzazione dei prodotti in loco; sono stati realizzati corsi di formazio-ne di carattere agronomico per circa 300 produttori di caffè e interventi formativi specifici sui temi di gestione organizzativa della cooperativa, leadership, gestione delle responsabilità di direzione e control-lo, tenuti in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Cooperative di Haiti. Infine, a febbraio 2012, a Tabarre, area industriale nella zona est della capitale Port-au-Prince, Medici Senza Frontiere ha ultimato la costruzione del centro NAP KENBE (SPERANZA in creolo), come risorsa aggiuntiva per gli haitiani che necessitano di cure mediche gratuite. Composto da 268 unità modulari, l’ospedale ha 108 posti letto. Il centro di riferimento per le urgenze chirurgiche, ortopediche e viscerali di Tabarre fornisce cure traumatologiche di emergenza e chirurgia addominale, in grado di effettuare 150 interventi al mese. Il contributo Legacoop ha permesso la costruzione di un’unità modulare dedicata a sala risve-glio post-operatoria.

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2. Coop e la solidarietà.

La realizzazione di progetti di solidarietà, nasce dall'impegno di Coop per la tutela delle realtà con mag-giore disagio sociale e dalla volontà di soccorrere le categorie più deboli e svantaggiate. La maggior parte dei progetti messi in campo sono il risultato dell'impegno e della collaborazione con molteplici associazioni che operano nel settore. Le solidarietà sul territorio nazionale, in Coop, si realiz-za attraverso iniziative locali, delle singole cooperative,e nazionali che vedono il coinvolgimento di tutto il sistema. Le aree di maggiore interesse riguardano principalmente l'impegno sociale contro le discri-minazioni, la promozione della cultura dell'accoglienza e dell' integrazione e la relazione e dialogo fra i generi, ma anche il sostegno alle popolazioni di territori colpiti da calamità naturali, come è stato per il terremoto in Emilia. Nel 2012 il contributo di Coop in attività di solidarietà locale è stato pari a 2,7 mi-lioni di euro. I progetti di solidarietà internazionale, invece, consistono principalmente in iniziative a sostegno dell’auto-sviluppo economico e sociale delle comunità di aree svantaggiate del pianeta ba-sate sul modello cooperativo e finalizzate alla creazione di un’occupazione stabile, allo sviluppo di pro-duzioni, alimentari e non, secondo i principi del commercio equo e solidale e allo sviluppo di imprese autogestite nel rispetto dell’ambiente. Tali progetti si realizzano in partnership con istituzioni, associa-zioni umanitarie internazionali e organizzazioni non governative operanti sul campo. Negli ultimi anni sono state costruite scuole, scavati pozzi per l’acqua, inaugurate sale parto, incentivate le produzioni di prodotti autoctoni come il caffè, il cacao, il miele, il cotone per l’abbigliamento e sostenuti migliaia di bambini con le adozioni a distanza (8.075 bambini nel 2012). I contributi per la realizzazione di tali atti-vità (circa 3,5 milioni di euro nel 2012) possono provenire dal collezionamento punti dei soci (per il quale le Cooperative provvedono ad una valorizzazione ulteriore di circa il 30%); dalla devoluzione in-dividuale della quota del ristorno; dal contributo diretto deliberato dai Consigli d’Amministrazione o di Sorveglianza delle Cooperative; dalla raccolta fondi realizzata presso il punto di vendita o attraverso le iniziative sociali organizzate dai soci. Tra le azioni più recenti realizzate da Coop anche nell’ambito de-gli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite si annovera la campagna triennale “Stop World Pover-ty–Cooperazione e Solidarietà” lanciata nel 2007: 11 progetti di cooperazione internazionale scelti da un Comitato di Valutazione esterno (composto da esperti provenienti dal mondo accademico e da rap-presentanti del Forum del Terzo Settore) fra gli oltre 60 presentati da Ong e associazioni realizzati in al-trettanti Paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia. I progetti hanno riguardato alcune filiere, non solo alimentari, e hanno avuto origine da iniziative già in essere e fortemente legate alle tipicità e peculiarità produttive dei territori e delle comunità interessate. Le filiere coinvolte sono state: trasforma-zione di frutta amazzonica; produzione di miele; produzione di olii essenziali; produzione scarpe per il tempo libero; produzione caffè arabica e robusta; produzioni orticole; produzione di mango; essiccazio-ne della frutta; the verde e nero. Le risorse destinate da Coop per l’attuazione dei progetti sono state pari a 1.404.000 euro. Coop, inoltre, promuove nei punti di vendita il Commercio Equo e Solidale, con i prodotti a marchio Solidal, la linea di prodotti a marchio Coop, nata nel 1995, realizzata secondo princi-pi coerenti con i criteri del commercio equo-solidale. Tutti i prodotti (attualmente la linea vanta 242 re-ferenze spaziando dalle banane al caffè, dai biscotti allo zucchero al comparto no food con un giro d’affari di oltre 27 milioni di euro e un trend positivo prossimo a un +15%) hanno il marchio di certifi-cazione Fairtrade gestito in Italia dal Consorzio Fairtrade Transfair Italia che garantisce il pagamento di un prezzo equo e stabile alle organizzazioni di produttori del sud del mondo e assicura un margine di

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guadagno aggiuntivo da investire in progetti di sviluppo a favore delle comunità come la costruzione di scuole, ospedali, corsi di formazione e borse di studio per i figli dei produttori. Alla linea Solidal appar-tengono anche prodotti provenienti da specifici progetti promossi da Coop con il supporto di organizza-zioni esterne no-profit che patrocinano tali processi e concorrono a garantirne la correttezza. Tra gli ul-timi progetti più significativi realizzati nel 2013 il varo della nuova linea di tè Solidal Coop. Coop è la prima insegna in Italia ad avere convertito una propria linea da filiera convenzionale a filiera certificata Fairtrade e biologica. Sette tipologie di tè tutte provenienti dalla zona dei monti Nilgiri, nell’India del sud, dichiarati parco nazionale dal governo indiano; si tratta di tè d’alta montagna e che vengono colti-vati a più di 2000 metri di altitudine. L’altitudine è infatti un pregio: rallenta la crescita della pianta e permette quindi di attrarre maggiormente gli aromi che poi caratterizzeranno l’infusione. Inoltre, il mi-cro clima tipico dei monti Nilgiri, che alterna pioggia, freddo e nebbia a raggi di sole, aumenta la perce-zione fruttata e floreale dell’infuso. I tè sono raccolti tutto l’anno e nei mesi invernali, grazie a tempera-ture più rigide, l’aroma floreale diventa ancora più intenso e ricco. Come in tutti i progetti Solidal, dietro il prodotto c’è una bella storia da raccontare che questa volta ha come protagonista una comunità in lar-ga parte femminile e le sue famiglie, le scuole, i bambini. La maggioranza dei 1200 lavoratori impiegati nella compagnia United Nilgiri Tea Estates sono infatti donne che vivono nei villaggi interni alle tenute. Con la porzione dei ricavi ottenuti in virtù dell’adesione a Fairtrade si garantisce in prima istanza l’educazione per i bambini compreso l’acquisto di autobus per portarli a scuola: più del 60% degli iscrit-ti sono bambine e ragazze ed è un record positivo in una situazione sociale molto difficile dove l’emancipazione della donna è ancora un’eccezione. Inoltre i proventi del commercio equo e solidale ga-rantiscono l’assistenza sociale per i dipendenti, oltre a interventi migliorativi nelle abitazioni e nell’ospedale che dispone di un laboratorio e di 70 posti letto a vantaggio non solo dei dipendenti, ma di tutti gli abitanti della zona che qui possono sottoporsi alle analisi di base. E ancora nel 2013 è avvenuto il rilancio delle rose Solidal in arrivo dal Kenia questa volta offerte in un bouquet di fiori misti, italiani e africani. Anche in questo caso una prima volta: lo stesso bouquet unisce infatti la varietà stagionale delle produzioni italiane con la costanza dell’offerta delle rose africane e si crea così idealmente un pon-te solidale tra i 1200 lavoratori –in prevalenza donne- della keniota Ravine Roses e i 135 produttori e soci di Flora Toscana. La nuova idea nasce dal successo confermato dalle rose Solidal pur in un com-parto in crisi (un record di vendita già nel 2012 e superato nel 2013 con oltre 1,9 milioni di euro): queste vendite hanno generato tutti i contraccolpi positivi propri del commercio equo. In particolare sono stati attivati interventi di accesso facilitato al credito, l’assicurazione sanitaria integrativa, il miglioramento di strutture scolastiche già esistenti nella comunità e la creazione di un asilo, oltre alla costruzione di una discarica sicura. Nel Natale 2013 è arrivata sugli scaffali la nuova borsa per la spesa in cotone Solidal. La materia prima arriva in questo caso dall’India centro-orientale dove migliaia di famiglie contadine coltivano il cotone in modo efficiente e sostenibile secondo i criteri del commercio equo e solidale. Il raccolto viene poi trasformato in filato e tessuto e nella fabbrica Tuscany Kerala Garment di Ma-daplathuruth diventa uno shopper solidal. La fabbrica è nata grazie a un progetto di solidarietà supporta-to da Coop in collaborazione con le suore francescane di S.Elisabetta di Firenze presenti da tempo in In-dia e impegnate in azioni di aiuto verso le famiglie più povere, le donne e i bambini di strada.

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3. Building the Capacity of Early Childhood Sector in East Jerusalem - Cooperativa sociale CADIAI.

Il progetto è parte di un più ampio disegno di cooperazione con la Palestina e in particolare con l’ECRC. Si inserisce in un percorso avviato già da alcuni anni e che ha dato vita alla creazione a Gerusalemme est di un polo educativo per la prima infanzia, un polo di riferimento metodologico e contenutistico sulle tematiche e le attività educative per la prima infanzia per l’area circostante e per tutta la West. Il polo educativo è diventato operativo nell’anno scolastico 2006-07. L’obiettivo era quello di potenziarlo, ren-dendolo a tutti gli effetti quel prodotto di eccellenza di cui ha in nuce tutte le potenzialità, in termini di contenuti educativi, di ristrutturazione ed uso dello spazio, di capacità di gestione della struttura, del coinvolgimento della comunità. Si tratta di rendere fruibile alle realtà educative palestinesi sparse sul territorio l’esperienza consolidata da un lato, e dall’altro di elevare lo standard dei settori ancora meno elaborati e sperimentati. Si tratta perciò di lavorare su più piani, con più interlocutori, e su contenuti di-versificati. Innanzitutto, com’è ovvio, la formazione continua delle insegnanti, coniugando costantemen-te teoria e prassi. In secondo luogo il lavoro con la comunità e con i genitori in particolare. La presenza dei genitori nelle decisioni che riguardano la scuola è da noi ormai routine, e d’altra parte, il lavorare in stretto contatto tra genitori, insegnanti e bambini si è rivelato uno strumento importante in grado di ga-rantire, negli anni, risultati positivi. In Palestina questo dato non è dato per scontato ovunque. Tenuto conto della particolare situazione di conflitto in cui versano Gerusalemme e i Territori Occupati, uno speciale programma sarà dedicato alla riabilitazione psico-sociale dei bambini traumatizzati dal conflit-to, fornendo alle insegnanti strumenti di intervento e di lavoro attraverso l’approccio psicologico, socia-le, cognitivo ed emotivo. Il polo educativo svolgerà altresì un ruolo di consulenza e di guida nell’organizzazione dello spazio degli asili, nei processi di ristrutturazione e di adeguamento dell’ambiente alle linee pedagogiche. Queste attività e questo percorso vedranno la partecipazione attiva e centrale della cooperativa sociale italiana CADIAI, con cui l’ECRC condivide filosofia e pratica peda-gogica. Si prevede inoltre la collaborazione con il Comune di Bologna sia per l’informazione e valoriz-zazione sul territorio delle attività realizzate sia per facilitare il coinvolgimento di nidi e scuole per l’infanzia bolognesi. Altre collaborazioni sono previste sia con soggetti italiani che operano in Palestina, con cui già sono sanciti rapporti di partnership in progetti nello stesso settore sia con altre ong palestine-si impegnate in campo educativo e nella promozione e difesa dei diritti dei bambini.

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4. I.S.E.C. - IMPROVE SEAFOOD EXPORT CONDITIONS

Realizzato tra il 2010 e il 2011, il progetto aveva come obiettivo generale quello di apportare il proprio contributo per lo sviluppo delle condizioni igienico-sanitarie necessarie per l’esportazione di prodotti it-tici della Repubblica Dominicana verso l’Unione Europea. Beneficiari diretti sono stati le PMI dominicane del settore pesca e acquacoltura, l’Autorità Competente, le Organizzazioni Intermediarie, mentre quelli finali sono gli operatori del settore pesca e acquacoltura del paese, (c.a 11.000 persone attive nel settore), i consumatori locali ed europei di prodotti ittici prove-nienti dalla Repubblica Dominicana. Un’ispezione realizzata nel 2009 dal Food and Veterinary Office (FVO) dell’Unione Europea aveva ri-levato che il sistema dominicano di controlli sui prodotti ittici non era in grado di garantire standard equivalenti a quelli richiesti nell’Unione Europea. Il progetto I.S.E.C. ha supportato quindi gli attori del settore ittico del paese (Consejo Dominicano de Pesca y Acuicultura- CODOPESCA, le Organizzazioni Intermedie e le PMI) nel raggiungere le condi-zioni igienico-sanitarie richieste per poter esportare verso l’UE. In particolare l’Assistenza Tecnica degli esperti di Lega Pesca/Haliéus, provenienti dal mondo delle cooperative di settore, ha permesso a CODOPESCA ed al Ministero dell’agricoltura dominicano di av-viare il processo di revisione delle norme nazionali sulla sicurezza alimentare e sui relativi controlli, in modo da adattarle agli standard europei. Inoltre circa 45 PMI di pesca e acquacoltura hanno beneficiato di una formazione mirata sugli aspetti igienico sanitari (HACCP, pacchetto igiene, etc) al fine di migliorare la qualità del prodotto offerto sia ai consumatori esteri che nazionali. Il business-matching tra imprese di settore italiane e dominicane e l’accordo di partenariato strategico siglato tra la CODOPESCA e Lega Pesca hanno assicurato l’effettivo impatto del progetto e la sua so-stenibilità futura.