l'Agonia Di Papà Goriot

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Anastasie, Delphine! Voglio vederle. Mandatele a prendere con i gendarmi, con la forza! La giustizia è dalla mia parte, tutto è dalla mia parte, la natura, il codice civile. Protesto. La patria perirà, se i padri sono calpestati. È chiaro. La società, il mondo si reggono sulla paternità, tutto crolla se i figli non amano i padri. Oh! Vederle, sentirle, qualunque cosa mi dicano, basterà che senta la loro voce perché si calmino i miei dolori. Delphine soprattutto. Ma quando saranno qui, glielo dica di non guardarmi con freddezza, come al solito. Ah! Mio buon amico, signor Eugène, lei non sa che cosa vuol dire vedere l'oro dello sguardo cambiato all'improvviso in un grigio plumbeo. Dal giorno in cui i loro occhi non mi hanno più scaldato con i loro raggi, è sempre stato inverno qui; ho avuto solo dispiaceri da ingoiare, e li ho ingoiati! Ho vissuto per essere umiliato, insultato. Le amo tanto che mandavo giù tutti gli affronti con cui mi facevano pagare qualche piccola gioia meschina e avvilente. Un padre nascondersi per vedere le proprie figlie! Ho dato a loro la mia vita, ma loro non mi daranno neanche un'ora oggi. Ho sete, ho fame, il cuore mi brucia, non verranno a dare refrigerio alla mia agonia, perché io muoio, lo sento. Possibile che non sappiano cosa vuol dire calpestare il cadavere del padre! C'è un Dio in cielo, ci vendica nostro malgrado, noi padri! Oh! Verranno! Venite, mie dilette, venite ancora a baciarmi, un ultimo bacio, il viatico di vostro padre, che pregherà Dio per voi, che gli dirà che siete state delle brave figliole, che difenderà la vostra causa. Dopo tutto, siete innocenti. Sono innocenti, amico mio. Lo dica a tutti, che nessuno abbia a rimproverarle per me. È tutta colpa mia, io le ho abituate a calpestarmi. Mi piaceva. È una cosa che non riguarda nessuno, né la giustizia umana, né la giustizia divina. Dio sarebbe ingiusto se le condannasse per causa mia. Non ho saputo comportarmi bene, ho fatto la sciocchezza di abdicare ai miei diritti. Mi sarei degradato per loro! Che ci vuol fare! L'indole migliore, le anime più belle si sarebbero lasciate corrompere da una simile indulgenza paterna. Sono un miserabile e vengo giustamente punito. Io solo sono responsabile delle sregolatezze delle mie figliole, io che le ho viziate. Oggi vogliono il piacere, come un tempo volevano le caramelle. Ho sempre permesso che i loro capricci giovanili fossero soddisfatti. A quindici anni avevano la carrozza. Tutto si è piegato al loro volere. Solo io sono colpevole, ma colpevole per amore. La loro voce m'allargava il cuore. Le sento, vengono! Oh, sì! Verranno. La legge esige che si vada a trovare il padre morente, la legge è dalla mia parte. In fondo non costerà che una corsa e la pagherò io. Glielo scriva che ho dei milioni da lasciare! Parola d'onore. Andrò a fabbricare la pasta italiana a Odessa. So come fare. Con il mio progetto, si potranno guadagnare milioni! Non ci ha pensato nessuno. È roba che non si guasterà a trasportarla come il grano o la farina. Eh, eh, l'amido? Sarà un affare di milioni! Lei non dirà bugie, dica pure dei milioni, e anche se dovessero venire per avidità, preferisco che mi s'inganni, ma almeno le vedrò. Voglio le mie figliole! Le ho fatte io! Sono mie!», disse drizzandosi sul letto. Eugène vide così una testa dai capelli bianchi e scarmigliati e un'espressione che minacciava il peggio. «Via», disse Eugène, «si rimetta giù, mio buon papà Goriot, ora scriverò. Appena Bianchon sarà di ritorno, andrò io, se loro non vengono». «Se loro non vengono?», ripeté il vecchio singhiozzando. «Ma io sarò morto, morto in un impeto di rabbia, di rabbia. La rabbia mi sopraffà. In questo momento vedo tutta quanta la mia vita. Sono un credulone! Loro non mi amano, non mi hanno mai amato! È chiaro. Se non sono venute, non verranno. Più tarderanno, più difficilmente si decideranno a darmi questa gioia. Le conosco. Non sono mai riuscite a intuire niente dei miei affanni, dei miei dolori, dei miei bisogni, non intuiranno neanche la mia morte. E neanche hanno mai saputo cosa fosse la mia tenerezza. Sì, mi rendo conto, l'abitudine di strapparmi le viscere ha tolto ogni valore a tutto quello che facevo. Se avessero chiesto che mi cavassi gli occhi, avrei detto: "Cavatemeli!" Sono troppo stupido. Credono che tutti i padri siano come il loro. Bisogna sempre farsi valere. I loro figli mi vendicheranno. Ma è nel loro interesse venire qui. Le avverta che così compromettono la loro agonia. Compiono tutti i delitti in uno solo. Su, vada, glielo dica che non venire è un parricidio! Ne hanno già commessi abbastanza perché non debbano aggiungere anche questo. Gridi con me: "Ehi, Nasie! Ehi, Delphine! Venite da vostro padre che è stato tanto buono con voi e che soffre!" Niente, nessuno. Allora morirò come un cane? Ecco la mia ricompensa: l'abbandono. Sono delle infami, delle scellerate, le aborro, le maledico; la notte mi alzerò dalla bara per maledirle di nuovo, perché Generated by ABC Amber LIT Converter, http://www.processtext.com/abclit.html

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Un brano di papà Goriot di Balzac

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  • Anastasie, Delphine! Voglio vederle. Mandatele a prendere con i gendarmi, con la forza! La giustizia dalla mia parte, tutto dalla mia parte, la natura, il codice civile. Protesto. La patria perir, se i padrisono calpestati. chiaro. La societ, il mondo si reggono sulla paternit, tutto crolla se i figli non amano ipadri. Oh! Vederle, sentirle, qualunque cosa mi dicano, baster che senta la loro voce perch si calmino imiei dolori. Delphine soprattutto. Ma quando saranno qui, glielo dica di non guardarmi con freddezza,come al solito. Ah! Mio buon amico, signor Eugne, lei non sa che cosa vuol dire vedere l'oro dellosguardo cambiato all'improvviso in un grigio plumbeo. Dal giorno in cui i loro occhi non mi hanno piscaldato con i loro raggi, sempre stato inverno qui; ho avuto solo dispiaceri da ingoiare, e li ho ingoiati!Ho vissuto per essere umiliato, insultato. Le amo tanto che mandavo gi tutti gli affronti con cui mifacevano pagare qualche piccola gioia meschina e avvilente. Un padre nascondersi per vedere le propriefiglie! Ho dato a loro la mia vita, ma loro non mi daranno neanche un'ora oggi. Ho sete, ho fame, il cuoremi brucia, non verranno a dare refrigerio alla mia agonia, perch io muoio, lo sento. Possibile che nonsappiano cosa vuol dire calpestare il cadavere del padre! C' un Dio in cielo, ci vendica nostro malgrado,noi padri! Oh! Verranno! Venite, mie dilette, venite ancora a baciarmi, un ultimo bacio, il viatico di vostropadre, che pregher Dio per voi, che gli dir che siete state delle brave figliole, che difender la vostracausa. Dopo tutto, siete innocenti. Sono innocenti, amico mio. Lo dica a tutti, che nessuno abbia arimproverarle per me. tutta colpa mia, io le ho abituate a calpestarmi. Mi piaceva. una cosa che nonriguarda nessuno, n la giustizia umana, n la giustizia divina. Dio sarebbe ingiusto se le condannasse percausa mia. Non ho saputo comportarmi bene, ho fatto la sciocchezza di abdicare ai miei diritti. Mi sareidegradato per loro! Che ci vuol fare! L'indole migliore, le anime pi belle si sarebbero lasciatecorrompere da una simile indulgenza paterna. Sono un miserabile e vengo giustamente punito. Io solosono responsabile delle sregolatezze delle mie figliole, io che le ho viziate. Oggi vogliono il piacere, comeun tempo volevano le caramelle. Ho sempre permesso che i loro capricci giovanili fossero soddisfatti. Aquindici anni avevano la carrozza. Tutto si piegato al loro volere. Solo io sono colpevole, ma colpevoleper amore. La loro voce m'allargava il cuore. Le sento, vengono! Oh, s! Verranno. La legge esige che sivada a trovare il padre morente, la legge dalla mia parte. In fondo non coster che una corsa e lapagher io. Glielo scriva che ho dei milioni da lasciare! Parola d'onore. Andr a fabbricare la pastaitaliana a Odessa. So come fare. Con il mio progetto, si potranno guadagnare milioni! Non ci ha pensatonessuno. roba che non si guaster a trasportarla come il grano o la farina. Eh, eh, l'amido? Sar unaffare di milioni! Lei non dir bugie, dica pure dei milioni, e anche se dovessero venire per avidit,preferisco che mi s'inganni, ma almeno le vedr. Voglio le mie figliole! Le ho fatte io! Sono mie!, dissedrizzandosi sul letto. Eugne vide cos una testa dai capelli bianchi e scarmigliati e un'espressione cheminacciava il peggio.

    Via, disse Eugne, si rimetta gi, mio buon pap Goriot, ora scriver. Appena Bianchon sardi ritorno, andr io, se loro non vengono.

    Se loro non vengono?, ripet il vecchio singhiozzando. Ma io sar morto, morto in un impetodi rabbia, di rabbia. La rabbia mi sopraff. In questo momento vedo tutta quanta la mia vita. Sono uncredulone! Loro non mi amano, non mi hanno mai amato! chiaro. Se non sono venute, non verranno.Pi tarderanno, pi difficilmente si decideranno a darmi questa gioia. Le conosco. Non sono mai riuscitea intuire niente dei miei affanni, dei miei dolori, dei miei bisogni, non intuiranno neanche la mia morte. Eneanche hanno mai saputo cosa fosse la mia tenerezza. S, mi rendo conto, l'abitudine di strapparmi leviscere ha tolto ogni valore a tutto quello che facevo. Se avessero chiesto che mi cavassi gli occhi, avreidetto: "Cavatemeli!" Sono troppo stupido. Credono che tutti i padri siano come il loro. Bisogna semprefarsi valere. I loro figli mi vendicheranno. Ma nel loro interesse venire qui. Le avverta che coscompromettono la loro agonia. Compiono tutti i delitti in uno solo. Su, vada, glielo dica che non venire un parricidio! Ne hanno gi commessi abbastanza perch non debbano aggiungere anche questo. Gridicon me: "Ehi, Nasie! Ehi, Delphine! Venite da vostro padre che stato tanto buono con voi e chesoffre!" Niente, nessuno. Allora morir come un cane? Ecco la mia ricompensa: l'abbandono. Sono delleinfami, delle scellerate, le aborro, le maledico; la notte mi alzer dalla bara per maledirle di nuovo, perch

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  • in fin dei conti, amici miei, ho forse torto? Loro si comportano davvero male! Eh? Che sto dicendo? Nonmi ha avvertito che Delphine qui? la migliore delle due. Lei s che mio figlio, Eugne! L'ami, siacome un padre per lei. L'altra tanto infelice. E i loro patrimoni! Ah, mio Dio! Sto spirando, soffrodavvero troppo. Tagliatemi la testa, lasciatemi soltanto il cuore.

    Christophe, vada a cercare Bianchon, esclam Eugne spaventato dal tono che assumevano ilamenti e le grida del vecchio, e torni con un cabriolet.

    Vado a cercare le sue figliole, mio buon pap Goriot, e gliele porter qui.

    Con la forza, con la forza! Chiami le guardie, l'esercito, tutto! Tutto!, disse lanciando a Eugneun ultimo sguardo rischiarato dalla coscienza. Dica al governo, al procuratore del re, che me le portino,lo voglio!.

    Ma le ha maledette!.

    Chi l'ha detto?, rispose il vecchio stupito. Lei lo sa bene che le amo, le adoro! Guarir, se levedo... Vada, mio buon vicino, mio caro figliolo, vada, buono, lei; la vorrei ringraziare, ma non ho altroda offrirle che la benedizione di un morente! Ah! Vorrei vedere almeno Delphine per dirle di sdebitarminei suoi confronti. Se l'altra non pu, mi porti almeno lei. Le dica che non l'amer pi se non vuol venire.L'ama tanto che verr. Datemi da bere, mi bruciano le viscere. Mettetemi qualcosa sulla testa. La manodelle mie figliole mi salverebbe, lo sento... Mio Dio! Chi rifar la loro ricchezza, se me ne vado? Voglioandare a Odessa per loro, a Odessa, a fabbricare la pasta.

    Beva questo, disse Eugne sollevando il moribondo e sostenendolo con il braccio sinistromentre con l'altro teneva una tazza piena di tisana.

    Deve amare suo padre e sua madre, lei!, disse il vecchio stringendo nelle sue mani tremanti lamano di Eugne. Lo capisce che morir senza vederle, le mie figliole? Aver sempre sete e non bere mai,ecco come ho vissuto da dieci anni... I miei due generi hanno ucciso le mie figlie. S, non ho pi avutofiglie da quando si sono sposate. Padri, fate votare alle Camere una legge sul matrimonio! Insomma, nonmaritate le figlie se le amate. Il genero uno scellerato che guasta tutto in una figlia, insudicia tutto! Bastacon i matrimoni! Ci tolgono le figlie e quando moriamo non le abbiamo pi. Fate una legge sulla morte deipadri. spaventoso! Vendetta! Sono i miei generi che non le lasciano venire! Uccideteli! A morte quelRestaud, a morte l'alsaziano, sono i miei assassini! La morte o le mie figliole! Ah! finita, muoio senza diloro! Loro! Nasie, Fifine, su, venite! Il vostro pap se ne va....

    Mio buon pap Goriot, si calmi, su, resti tranquillo, non si agiti, non pensi a nulla.

    Non vederle, questa l'agonia!.

    Le vedr.

    vero?, grid il vecchio smarrito. Oh, vederle! Le vedr, sentir la loro voce. Morircontento. Ebbene, s! Non chiedo pi di vivere, non ci tenevo pi, le mie pene erano sempre pi grandi.Ma vederle, toccare i loro vestiti, ah! solo i loro vestiti, non poi molto; ma che almeno senta qualcosa diloro! Mi faccia toccare i capelli... elli....

    Cadde con la testa sul guanciale come se avesse ricevuto una mazzata. Le mani annasparonosulla coperta come per toccare i capelli delle figlie.

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  • Le benedico, disse in un ultimo sforzo, benedico.

    Di colpo si accasci. In quel momento entr Bianchon.

    Ho incontrato Christophe, disse, ti porter una carrozza. Poi guard il malato, gli sollev aforza le palpebre e i due studenti videro uno sguardo appannato e spento. Non si riprender, disseBianchon, non credo. Prese il polso, lo tast e appoggi la mano sul cuore del buon uomo.

    La macchina funziona ancora, ma nel suo stato un guaio, sarebbe meglio che morisse!.

    Penso anch'io, annu Rastignac.

    Ma che cos'hai? Sei pallido come un morto.

    Amico mio, ho ascoltato finora grida e lamenti. Ma c' un Dio! Oh, s! C' un Dio e ci hapreparato un mondo migliore, o la nostra terra non ha senso. Se tutto non fosse stato cos tragico, miscioglierei in lacrime, ma ho il cuore e lo stomaco stretti in una morsa.

    Di' un po', ci vorranno molte cose; dove prenderemo i soldi?.

    Rastignac tir fuori l'orologio.

    Tieni, impegnalo subito. Non mi voglio fermare lungo la strada per non perdere un minuto, e stoaspettando Christophe. Non ho un centesimo, al ritorno si dovr pagare il cocchiere.

    Rastignac si precipit per le scale e usc per andare in rue Helder dalla signora de Restaud. Viafacendo, la sua immaginazione, colpita dal tremendo spettacolo di cui era stato testimone, rinfocol la suaindignazione. Quando giunse nell'anticamera e chiese della signora de Restaud, gli risposero che non erapossibile vederla.

    Ma io vengo da parte di suo padre che sta morendo, disse al cameriere.

    Signore, abbiamo ricevuto dal conte ordini severissimi.

    Se il signor de Restaud in casa, gli dica in che stato si trova suo suocero e lo avverta che devoparlargli immediatamente.

    Eugne attese a lungo.

    Forse in questo momento sta morendo, pensava.

    Il cameriere lo fece entrare nel primo salotto dove il signor de Restaud lo ricevette in piedi,davanti a un caminetto spento, senza farlo accomodare.

    Signor conte, gli disse Rastignac, suo suocero sta spirando in questo momento in un bucoinfame, senza un soldo per comprare la legna; letteralmente in punto di morte e chiede di vedere suafiglia....

    Signore, gli rispose freddamente il conte de Restaud, lei ha potuto rendersi conto che nonnutro molta tenerezza per il signor Goriot. Ha nuociuto al carattere della signora de Restaud, stato ladisgrazia della mia vita e vedo in lui il nemico della mia pace. Che muoia o che viva, mi del tutto

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