L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale...

11
Fincantieri-Stx: Questo matrimonio s’ha da fare Era il 27 settembre 2017 quando a Lione, nel corso di un vertice franco-italiano, venne firmato l’accordo Fincantieri-Stx (oggi tornati a chiamarsi Chantiers de l’Atlantique). Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010 #09 del 18 gennaio 2019 L’Editoriale di Rocco Palombella Cari lavoratori, dopo la breve pausa natalizia, con rigorosa puntualità Fabbrica società riparte insieme a tutta l’attività del 2019. L’inizio di questo nuovo anno si presenta con alcune questioni già note e aperte da diverso tempo, a cui si aggiungono altri temi che si sono manifestati in questi giorni con una certa forza. PRIMO PIANO Istat: Crolla la produzione industriale Cgil Cisl Uil scendono in piazza MètaSalute: nuovo Cda Morti sul lavoro: un 2018 da dimenticare Alstom Siemens: a che punto siamo? ArcelorMittal: Incontro il 30 gennaio Fca: torna l’ombra dell’ecotassa Leonardo: verso il contratto integrativo

Transcript of L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale...

Page 1: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Fincantieri-Stx:Questo matrimonios’ha da fare

Era il 27 settembre 2017 quando a Lione, nel corso di un verticefranco-italiano, venne firmatol’accordo Fincantieri-Stx (oggi tornati a chiamarsi Chantiers de l’Atlantique).

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019

L’Editorialedi Rocco Palombella

Cari lavoratori,

dopo la breve pausa natalizia, con

rigorosa puntualità Fabbrica

società riparte insieme a tutta

l’attività del 2019. L’inizio di questo

nuovo anno si presenta con alcune

questioni già note e aperte da

diverso tempo, a cui si aggiungono

altri temi che si sono manifestati in

questi giorni con una certa forza.

PRIMO PIANO

Istat: Crolla la produzioneindustriale

Cgil Cisl Uil scendono in piazza

MètaSalute: nuovo Cda

Morti sul lavoro: un2018 da dimenticare

Alstom Siemens: a che punto siamo?

ArcelorMittal: Incontro il 30 gennaio

Fca: torna l’ombradell’ecotassa

Leonardo: verso ilcontratto integrativo

Page 2: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Cari lavoratori,dopo la breve pausa natalizia, con rigorosapuntualità Fabbrica società riparte insiemea tutta l’attività del 2019. L’inizio di questonuovo anno si presenta con alcune que-stioni già note e aperte da diverso tempo, acui si aggiungono altri temi che si sono ma-nifestati in questi giorni con una certa forza.Intanto, mentre andiamo online si sta con-cludendo il Consiglio nazionale della Uil,dove sono stato eletto a far parte della Se-greteria confederale. Questo nuovo incariconon può che essere un onore per me, so-prattutto in una fase così importante e im-pegnativa per la difesa dei diritti e lasalvaguardia dei livelli occupazionali nel no-stro Paese. Quello che mi sento di dire è che comunque con-tinuerò a guidare la categoria con la stessa determinazionedi sempre e sono certo che a trarre beneficio da questonuovo incarico sarà tutta la nostra grande Organizzazione.Tornando ai nostri temi, il primo dato che mi sento di com-mentare è quello relativo all’andamento dell’industria,come ha fotografato l’Istat la scorsa settimana, e in partico-lare il crollo del settore dell’auto che ha fatto registrare undato negativo del 19,4% su base annuale. Un dato preoccu-pante se si pensa che il settore in questi anni di crisi ha fattoda traino alla nostra economia contribuendo al manteni-mento e alla leggera crescita del Pil.Non siamo ancora in grado di valutare cosa provocheràsulla produzione di auto in Italia il provvedimento che il go-verno intende adottare per quanto riguarda il bonus-malus,tuttavia il primo effetto negativo lo abbiamo già visto: l’addi Fca, Mike Manley, ha annunciato da Detroit la necessitàdi modificare il piano degli investimenti 2019-2021, che ciera stato presentato a Mirafiori a fine novembre, e che avevasostanzialmente riconfermato quello del 1° giugno con Ser-gio Marchionne.Questo provvedimento che il governo ha annunciato, indi-pendentemente dagli effetti concreti, un primo risultatonegativo lo ha quindi ottenuto: quello di mettere in allarmetutto il mondo dell’automotive e della componentistica inItalia e aprire un’incognita sulla trattativa del rinnovo per ilCcsl di Fca, Cnhi e Ferrari che stava continuando spedita-mente, anche con risultati importanti.Ovviamente noi non ci fermeremo, da un lato coinvolge-remo il governo nel rendere il piano di incentivazione com-patibile con quello che è il sistema industriale italiano e suitempi legati alla produzione delle nuove auto elettriche, edall’altro richiameremo Fca al rispetto degli impegni as-sunti e ad aprire un confronto per capire il reale impattoche questi provvedimenti possono avere sul settore produt-tivo delle auto in Italia.

In questi primi giorni del 2019 abbiamo giàmesso in moto la nostra macchina orga-nizzativa facendo un’analisi delle priorità.È già in programma una riunione della Se-greteria nazionale e, a seguire, il Comitatoesecutivo previsto per il 22 gennaio. Ilprimo step sarà proprio quello di fare unbilancio sulla trattativa del rinnovo del Ccsldi Fca Cnhi e Ferrari e un’analisi di tutte levertenze aperte che meritano una rapidaconclusione. Monitoriamo costantemente anche le vi-cende delle fusioni Alstom-Siemens e Fin-cantieri-Stx, in attesa di un pareredell’Antitrust europeo. Del resto non è la

prima volta che la Vestager viene coinvolta in giudizi cheriguardano le imprese che operano nel mercato italiano, loabbiamo già visto per quanto riguarda Arcelor Mittal nellapartita che ha portato all’acquisizione dell’Ilva e che ha co-stretto il gruppo franco-indiano a cedere alcuni impianti inEuropa. Ancora una volta il rischio è quello di rallentare iprocessi di integrazione di grandi aziende che possonodare impulso al mercato europeo. Il 2019 sarà l’anno del varo della piattaforma integrativa perquanto riguarda il Gruppo Leonardo, ma sarà anche l’annodei rinnovi contrattuali. Presto inizieremo a fare un bilanciosullo stato di applicazione del Contratto Nazionale di La-voro dei metalmeccanici, in scadenza a fine anno, e soprat-tutto lanceremo una discussione sui contenuti della nuovapiattaforma. A tal proposito calendarizzeremo incontri re-gionali con le nostre strutture, a partire dai primi di feb-braio, per iniziare questa discussione che contiamo diconcludere aprendo anche un confronto con Fim e Fiom,entro il mese di giugno. Tra i contratti nazionali da rinno-vare quest’anno ci sono anche quello degli artigiani equello di Confimi. Per quanto riguarda la gestione dell’accordo dell’ex-Ilva,oggi Arcelor Mittal, stipulato il 6 settembre scorso al Mise,è stato scongiurato il primo sciopero nei confronti di AM eil 30 gennaio si terrà un incontro presso la sede di Confin-dustria, a Roma, per un’ulteriore verifica su temi che atten-gono esclusivamente alla dialettica azienda-sindacati. Insomma, è iniziato un altro anno importante e impegna-tivo, che porta con sé nuove sfide e vertenze che possonoridisegnare il sistema industriale nel nostro Paese. La Uilmcontinuerà le sue battaglie sempre e comunque nell’inte-resse dei lavoratori, con caparbietà e determinazione.Non mancheremo di aggiornarvi attraverso tutti i nostristrumenti di comunicazione.

Buona lettura

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 2 di 11

L’Editorialedi Rocco Palombella

Page 3: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Era il 27 settembre 2017 quando a Lione, nel corso di un ver-tice franco-italiano, venne firmato l’accordo Fincantieri-Stx(oggi tornati a chiamarsi Chantiers de l’Atlantique). L’ami-cizia tra Parigi e Roma arrivava dopo non poche difficoltàe sembrava aver imboccato la strada giusta: la nuova so-cietà era al 50% francese e al 50% italiana, ma la Francia siimpegnava a prestare all’Italia l’1% decisivo per ottenere ilcontrollo operativo. Tuttavia, il destino dell’alleanza è oranelle mani della Commissione europea, chiamata a pro-nunciarsi su eventuali danni alla concorrenza su segnala-zione delle autorità antitrust di Francia e Germania.

I RISCHI“Questa situazione ci preoccupa”, ha dichiarato nei giorniscorsi il Segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.“L’Antitrust europeo non è nuovo alle prese di posizionecontro le imprese a danno dell’Italia, lo abbiamo già vistoper quanto riguarda Arcelor Mittal nella partita che ha por-tato all’acquisizione dell’Ilva e che ha costretto il gruppofranco-indiano a cedere alcuni impianti in Europa”, ha ri-cordato il leader dei metalmeccanici della Uil. “Non c’èdubbio che questo processo rallenterà tutta l’operazioneche doveva portare all’integrazione tra Fincantieri ed Stx e,se ci saranno problemi, a farne le spese sarà proprio il mer-cato europeo”. A favore dell’intesa si sono alzate molte voci,una fra tutte quella del ministro francese dell’Economia,Bruno Le Maire, che a margine della cerimonia di augurialla stampa a Parigi, ha detto di credere ancora nell’opera-zione e auspicato che si vada “fino in fondo”. Nel ricordare

che siamo di fronte a una procedura di routine, forse so-vrainterpretata da alcuni, Le Maire ha aggiunto che “prose-guire questo progetto è molto importante” e di non avereparticolari preoccupazioni. Il ministro francese ha mostratomolto interesse anche per un’altra vicenda, la fusione traAlstom e Siemens, anche quella al vaglio dell’Antitrust eu-ropeo.

IL PIANOMa cosa prevede il piano dell’unione Fincantieri-Chantiersde l’Atlantique? La conquista del primato europeo nella co-struzione di navi militari e civili, tra cui la più grande naveda crociera costruita in Italia, la Msc Seashore, presentata aMonfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele-mento essenziale della nuova Fincantieri.I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi-coltà il progetto annunciato a febbraio 2018. “Per il mo-mento la freddezza lungo l’asse Roma-Parigi non stapesando sullo sviluppo dei progetti”, aveva detto Bono nelcorso di una intervista su Class Cnbc. Sottolineando, però,che “la politica ha dei tempi che non sono quelli dell’indu-stria, noi viaggiamo con decisioni immediate e realizzazioniin un arco temporale lungo, mentre la politica ragiona superiodi più brevi. Quello che vale oggi, domattina può darsisia diverso”.

L’ATTESAIn attesa del parere dell’Antitrust, che a questo punto di-venta un atto dovuto, il lavoro delle due diplomazie è con-tinuo, al di là delle divergenze. Il filo diretto tra il presidenteMacron e il presidente Mattarella, da un lato, e il premierConte, dall’altro, cerca di tenere tutto in equilibrio. Nel frat-tempo però gli Chantiers del l’Atlantique sono tornati alcento per cento in mano alla Francia, che secondo la ta-bella di marcia avrebbe dovuto invece cedere le quote aFincantieri. La pausa di Bruxelles durerà almeno sei mesi ei leader sindacali francesi sono già pronti all’eventualità diriaprire lo spazio delle controproposte. Eppure, una voltatanto gli interessi sembrano coincidere: il cantiere franceseè troppo piccolo per sopravvivere da solo, tanto è vero cheprima era finito nel gruppo sud-coreano Stx e, dopo il suofallimento, solo Fincantieri aveva manifestato interesse a ri-levarlo; Fincantieri potrebbe sopravvivere anche senza iChantiers de l’Atlantique, ma continuerebbe a essere de-bole nel segmento delle super-navi e alla fine ci rimette-rebbe tutta l’Europa, perdendo l’occasione di presidiare ilmercato internazionale con un campione europeo in gradodi offrire tutta la tipologia delle navi da crociera, esatta-mente come fa Airbus nei velivoli passeggeri.

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 3 di 11

Fincantieri-Stx: Questo matrimonio s’ha da fare

PRIMO PIANO

Page 4: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 4 di 11

Quando a settembre del 2017 fu annunciato il progetto difusione della multinazionale francese Alstom e delle attivitàdi Siemens Mobility, società del colosso tedesco che si oc-cupa di sistemi ferroviari, il presidente francese Macron, al-lora appena eletto e forte di un notevole consensoelettorale, e la cancelliera tedesca Merkel mostrarono pub-blicamente il loro sostegno all’operazione. Nessunoavrebbe scommesso su una bocciatura dell’operazione cheattualmente è nella fase di verifica finale con l’Autorità An-titrust europea.

I DUBBI DELLA VESTAGEROggi, 17 gennaio 2019, dopo aver letto l’intervista su Il Sole24 Ore a Margrethe Vestager, commissaria europea allaconcorrenza, probabilmente pochi scommetterebberocontro una bocciatura del progetto. Aggiungiamo a questoche addirittura l’Autorità Antitrust tedesca ha sollevatodubbi sulla fusione e le probabilità che il progetto sia ap-provato anche se accompagnato da un piano di cessioni afavore dei concorrenti risultano in fortissimo ribasso.Per i circa 3mila dipendenti di Alstom in Italia in fondo nonè una cattiva notizia: le preoccupazioni che il Sindacato ita-liano aveva manifestato fin dall’inizio, in particolare dopoaver letto nel comunicato dei due gruppi che rendeva pub-blica la fusione che per i siti francesi e tedeschi non ci sa-rebbero stati problemi occupazionali, noi e il resto diEuropa abbiamo temuto di essere quelli a cui avrebberopresentato il conto. Del resto, le fusioni sono quasi semprerealizzate per razionalizzare e per concentrare catalogoprodotti e attività produttive.

IL PENDOLINOLe preoccupazioni poi nell’ultimo mese erano anche au-mentate, dopo che le due Aziende nei colloqui con la Com-

missione europea aveva pro-posto di cedere le attivitàPendolino, oltre ad attivitàspecifiche in alcuni paesi eu-ropei e su alcune tecnologiedel settore Segnalamento.La cessione delle attività Pen-dolino, infatti avrebbe signifi-cato da un lato perdere untreno che è simbolo del no-stro Paese e dello stabili-mento di Savigliano inparticolare, ma dall’altro si-gnificava separare le attività,

le attrezzature, gli impianti e le persone che ci lavorano,tracciando una demarcazione incomprensibile, quasi inna-turale, almeno per i siti di Savigliano e di Nola, per poi affi-darli a chissà chi?La divisione avrebbe quindi indebolito dal punto di vista in-dustriale sia la parte che rimaneva nella futura società, siala parte ceduta e avrebbe esposto in prospettiva i lavoratoria problemi industriali e occupazionali rilevanti.Per la verità, le preoccupazioni si sono ridimensionate dopoche la stessa Commissione europea aveva comunicato siapur informalmente alle Aziende che la cessione delle attivitàdel Pendolino non erano ritenute adeguate per autorizzarela fusione per ragioni tecnico produttive e per la difficoltà neltrovare un acquirente interessato e capace a portare avantiprogettazione e produzione di quel treno, svolta a Saviglianoe le manutenzioni delle flotte ETR600, ETR610 ed ETR675che si svolgono a Roma San Lorenzo, a Nola e a Venezia.

LA CAUTELA È D’OBBLIGO Dunque, tutto è bene quel che finisce bene? Su questopunto ci andrei cauto. Da un lato infatti non è ancora pub-blico il parere della Commissione europea e sempre daigiornali leggiamo che i governi di Francia e Germania sonoattenti alla questione e fanno pressioni che magari potreb-bero spostare qualcosa.Dall’altra parte e in termini più complessivi la vicenda po-trebbe diventare un pericoloso “precedente”, magari da ap-plicarsi ad altre vicende presenti e future, limitando così lacapacità dell’Europa di creare e sostenere aziende che pos-sano competere sul piano mondiale con le aziende cinesi,giapponesi e statunitensi. Una politica per la concorrenzaeccessiva e miope potrebbe bloccare le fusioni in Europa erendere in prospettiva le imprese così deboli da essere faciliprede di aziende extraeuropee.

Alstom Siemens: a che punto siamo?di Luca Colonna

Page 5: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 5 di 11

Dopo qualche giornata di tensione che avrebbe dovutodare luogo a uno sciopero (poi revocato), il 30 gennaio i sin-dacati di Fim Fiom Uilm, Usb e Ugl incontreranno Mittalnella sede di Confindustria, a Roma, per fare il punto dellasituazione sulla prima fase di gestione della nuova pro-prietà, il rispetto dell’accordo siglato al Mise il 6 settembrescorso, ma anche sul piano industriale e ambientale.

SCIOPERO REVOCATOArcelorMittal, dopo l’incontro nello stabilimento di Tarantodei giorni scorsi, ha evitato così il primo sciopero, previstoper il 14 gennaio, trovando un’intesa con le rsu, a eccezionedell’Usb che ha minacciato di denunciare l’azienda per“comportamento antisindacale”. Lo sciopero è stato, infatti,revocato in seguito alle rassicurazioni aziendali in meritoagli organici e alla possibilità che i lavoratori temporanea-mente spostati, per motivi legati alle esigenze di produ-zione, rientrino al più presto nei reparti di provenienza.L’appuntamento di fine mese servirà a chiarire proprio que-sti aspetti, soprattutto in vista del fatto che mancano circa200 unità al target di 8.200 dipendenti fissato per lo stabi-limento di Taranto.

I PUNTI SOLLEVATI DAL SINDACATOLe organizzazioni sindacali spingeranno in particolare sutre elementi significativi – come hanno scritto in una nota– e cioè, “il processo di ricollocazione di manodopera saràmonitorato e condiviso; gli assunti di ArcelorMittal a Ta-ranto saranno, a organizzazione conclusa, 8.200 così come

scritto nell’accordo di settembre al Mise; i lavoratori even-tualmente ricollocati in altri settori, una volta cessate le esi-genze dello spostamento torneranno dov’erano, avendoacquisito nel frattempo anche un nuovo bagaglio di quali-ficazione professionale”.

I RETROSCENALe incomprensioni dei giorni scorsi, che avevano portato isindacati a proclamare uno sciopero di 24 ore a Taranto,erano scaturite dalla decisione presa arbitrariamente da Ar-celorMittal di trasferire una cinquantina di lavoratori delleacciaierie: 14-15, per un periodo di tre-quattro mesi, alle ma-nutenzioni (che è un settore della fabbrica che necessita diun rinforzo visti gli obiettivi aziendali di fare decollare laproduzione a 6 milioni di tonnellate nel 2019) e gli altri, masolo sino a febbraio, sempre all’interno dell’acciaieria. Tuttisarebbero stati formati sulle nuove mansioni. Ma vedendosiproclamare il primo sciopero, l’azienda ha subito manife-stato la disponibilità a un incontro e a cercare una solu-zione. “Le nostre richieste sono state accolte”, hacommentato Antonio Talò, Segretario Uilm Taranto. “Ad Ar-celorMittal abbiamo detto che la polifunzionalità che lorovogliono introdurre a noi non sta bene in quel modo. Se cisono problemi impiantistici o fermate produttive possiamoparlarne come abbiamo sempre fatto, la nostra disponibi-lità a cercare soluzioni appropriate c’è e la riconfermiamo,ma, appunto, dobbiamo discuterne insieme e insieme tro-vare la soluzione. Non può passare il criterio che l’aziendaprende i lavoratori e li trasferisce come meglio crede”.

ArcelorMittal: Incontro il 30 gennaio

Page 6: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

È un periodo intenso sul fronte dell’automotive, e in parti-colare di Fca. Da una parte, infatti, la trattativa con per il rin-novo del Contratto specifico di Lavoro (che interessa ancheCnhI e Ferrari) sta entrando nel vivo e, nelle giornate del 9e del 10 gennaio, sono stati illustrati da parte sindacale al-cuni punti specifici della piattaforma; dall’altra, l’ammini-stratore delegato Mike Manley annuncia a Detroit cheintende cambiare il piano degli investimenti in Italia acausa dell’Ecotassa. Una notizia non del tutto inaspettata,su cui i sindacati non hanno tardato a farsi sentire.

NON CEDEREMO“Comprendiamo le motivazioni di Fca, ma noi non siamodisposti a rimettere in discussione il piano industriale checi è stato presentato a Mirafiori e che prevedere 5 miliardidi investimenti dal 2019 al 2021. Quel che è certo è che fa-remo tutto il possibile per evitare che ciò accada”. Sono leparole con le quali il Segretario generale della Uilm, RoccoPalombella, ha tempestivamente commentato la notizia.“Non possono essere i lavoratori a pagare le scelte del no-stro governo, al quale abbiamo già più volte sollevato laquestione chiedendo di rivedere il provvedimento”, conti-nua Palombella. “Il governo deve sapere che le sue azionihanno una ricaduta concreta su 260mila lavoratori impie-gati non solo in Fca, ma in moltissime altre imprese dell’au-tomotive. Il settore – aggiunge – negli anni ha contribuitoin maniera significativa al Pil del Paese e il recente crolloregistrato dall’Istat dimostra come la politica non possa nontenerne conto. Siamo pronti a fare la nostra parte per tute-lare tutti i lavoratori”.Da parte sua, Manley in una intervista apparsa su la Repub-blica del 15 gennaio, a firma di Paolo Griseri, afferma: “L’eco-tassa cambia lo scenario del mercato. Non bloccheremo ilpiano degli investimenti, ma lo modificheremo in base alprovvedimento”. È la prima volta che l’ad parla con lastampa nostrana e sembra aver scelto con cura gli argo-menti. In particolare, Manley sottolinea l’importanza delmercato italiano: “È il nostro più grande mercato d’Europa.Soprattutto è il luogo delle nostre radici, una storia lungapiù di un secolo”.

SUL FRONTE DEL CCSLFatta questa parentesi, che ci sembrava importante, tor-niamo al rinnovo del Ccsl che, come dicevamo, è entratonel vivo soprattutto sui punti relativi al welfare aziendale,all’inquadramento professionale, alla verifica e alla crescitadella professionalità, alla formazione professionale, al dirittoallo studio, alla salute e all’organizzazione del lavoro, agliistituti e incrementi retributivi. “Come normalmente ac-cade stiamo riscontrando alcune disponibilità – ci spiegaGianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile delsettore auto – ad esempio, relativamente all’aumento delcontributo sulla previdenza integrativa, e alcune chiusure,che speriamo di riuscire a superare almeno in parte rag-giungendo un punto ragionevole di mediazione”.

WELFARE E ALTRI TEMISui temi relativi al welfare aziendale c’è una disponibilità aincrementare il contributo a carico dell’azienda sulla previ-denza integrativa del +0,3%, mentre sulla sanità integrativauna proposta rispetto alla richiesta di ridurre il costo a ca-rico del lavoratore sarà fornita al prossimo incontro previstoper il 24 gennaio. Altro aspetto affrontato nella trattativa diquesti giorni riguarda i temi relativi alla formazione profes-sionale e al diritto allo studio per i lavoratori studenti. Anchein questo caso l’azienda, pur valutando positivamente al-cuni aspetti di miglioramento degli istituti contrattuali, si èriservata nel prossimo incontro di predisporre una propostain materia.

INQUADRAMENTO PROFESSIONALESui temi dell’inquadramento professionale le diverse so-cietà hanno presentato proposte differenziate. Nello speci-fico, per Cnhi è stato proposto un mantenimento degliattuali gruppi presenti nel Ccsl e il superamento delle fasce.Un’operazione che in termini sostanziali semplifica il si-stema e non crea particolari cambiamenti; per Fca la dire-zione aziendale ha evidenziato la propria intenzione direndere strutturale il sistema sperimentale adottato per gliassunti dopo il 5.7.15, differenziando la proposta per i dipen-denti assunti già in forza prima del 5.7.15 e dagli altri. Aiprimi introdurrebbe il sistema a 4 fasce con un meccani-smo di garanzia per evitare situazioni di peggioramento,per gli altri la proposta è quella delle 3 fasce. Verrebbe poiintrodotto un sistema di misurazione della professionalitàper misurare e valorizzare le competenze professionali. “Neiprossimi incontri del 24 e 25 gennaio – dice Ficco – dovremoaffrontare nel dettaglio l’argomento e provare a scioglierei nodi più importanti della parte normativa; poi natural-mente resta il tema cruciale degli aumenti retributivi”. “Ledifficoltà da superare non sono poche – conclude Ficco –ma entrambe le parti stanno dimostrando una chiara vo-lontà di arrivare a un rinnovo tempestivo. Questo ci fa spe-rare che alla fine riusciremo a raggiungere un accordopositivo, che ci consenta di dare il giusto riconoscimento ailavoratori e di apprestare gli strumenti utili ad affrontare iprossimi quattro anni di sfide industriali”.

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 6 di 11

Fca: torna l’ombra dell’ecotassa

Page 7: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Saranno circa 30mila, dei complessivi 45mila dislocati intutto il mondo, i lavoratori di Leonardo interessati al rinnovodel Contratto Integrativo Aziendale di cui Fim Fiom e Uilmsi apprestano, nelle prossime settimane, a presentare lapiattaforma rivendicativa. Un Contratto integrativo azien-dale firmato il 6 febbraio 2016, a valle del processo di fu-sione delle ex Società di Finmeccanica confluite nella “OneCompany” , mantenendo i trattamenti economici e norma-tivi preesistenti con l’impegno fra le parti di procedere, neltempo, con la loro l’armonizzazione.

ARMONIZZAZIONEArmonizzazione mai ultimata per l’avvicendamento deivertici aziendali avvenuto nel maggio 2017 con il subentro,nella posizione di amministratore delegato, di AlessandroProfumo al posto di Mauro Moretti e la sostituzione di Do-menico Braccialarghe con Simonetta Iarlori nella respon-sabilità delle Risorse Umane; una armonizzazione nonimplementata anche per l’enorme differenza fra i tratta-menti derivanti da storie contrattuali legate alle diverse ti-pologie di prodotto o servizio delle ex Società ma ancheper la diversità dei contesti sociali in cui sono presenti i la-voratori dei 48 siti italiani del gruppo aerospaziale. Bastipensare che il sito di Venegono festeggia quest’anno icento anni dal suo insediamento rispetto a quello di Ca-meri che ha avviato la produzione appena nell’anno 2013.

SCELTE STRATEGICHEUn rinnovo dell’integrativo che si avvia in una fase in cui Leo-nardo ha da poco compiuto una serie di scelte strategiche

che in parte hanno ridefinito sia l’organizzazione delle atti-vità in Divisioni compiuta con la One Company (comequella della recente reintegrazione delle ex Selex) sia quelladei perimetri delle stesse attività, con l’acquisizione di Vitro-ciset e l’intesa con Fincantieri attraverso “Orizzonte SistemiNavali”. Novità importanti che necessariamente richiedono,preliminarmente all’apertura del tavolo negoziale, una veri-fica del Piano Industriale Leonardo 2018-2022 presentato loscorso gennaio ai sindacati nella sede di Nerviano dallostesso Alessandro Profumo. Una verifica da effettuare ancheper il mutato scenario geopolitico e di mercato, in continuaevoluzione e con riflessi e ripercussioni tutte da accertarenei prossimi mesi a partire dalla imminente Brexit, per lapresenza di siti Leonardo nel Regno Unito, ma anche per irapporti fra il governo italiano e quello francese in virtù dellealleanze industriali esistenti fra i due Paesi come quella perlo Spazio, con Thales , o come quella del consorzio ATR perla produzione dei velivoli regionali, con Airbus.

IL CONTESTOUn rinnovo, infine, che ricade in un momento storico e inun contesto politico non favorevole alle aziende del settoredella Difesa per le annunciate ulteriori riduzioni di risorseda destinare al settore. Dopo aver effettuato una serie di in-contri di coordinamento con le RSU delle singole Divisionie le strutture territoriali sono emersi due temi da affrontare“prioritariamente”: le Relazioni Sindacali” e la valorizzazionedelle “Professionalità”. C’è innanzitutto la necessità di aprireuna discussione per definire un nuovo sistema di relazionisindacali che sia veramente in grado di poter individuaresoluzioni alle diverse necessità aziendali e al tempo stessomigliorare il sistema di tutele e le condizioni economichedei lavoratori, in particolare a livello di sito.

DECENTRAMENTO DECISIONALECome Uilm abbiamo più volte evidenziato, sia negli incontria livello centrale (Corporate) sia a livello locale(Divisione/Sito) tutti i limiti dell’attuale sistema: sono ormainumerose le questioni (inerenti gli orari di lavoro o l’orga-nizzazione del lavoro, solo per citare qualche esempio) sol-levate nei diversi siti e che attendono una risposta. Occorre,quindi, un vero “decentramento decisionale” per poter su-perare le necessità che possono sorgere nei luoghi di lavoroin cui avvengono le trasformazioni dei modelli organizzatividella produzione o dei servizi al cliente.E infine, un adeguato riconoscimento dell’elevato livelloprofessionale e di competenze dei lavoratori di Leonardodeve necessariamente trovare una piena valorizzazione.

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 7 di 11

Leonardo: verso il contratto integrativodi Bruno Cantonetti e Guglielmo Gambardella

Page 8: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 8 di 11

L’Istat tira le somme: segno meno per l’Italia nella produ-zione manifatturiera nei primi 11 mesi del 2018. Un calo con-giunturale tendenzialmente in linea con gli altri Paesieuropei, ma che preannuncia un 2019 molto difficile perl’industria italiana, soprattutto se si considera che gli indi-catori qualitativi del mese di dicembre lasciano intravedereun ulteriore peggioramento. In Italia, la produzione indu-striale ha registrato un calo del 3,7% nei primi undici mesidel 2018 rispetto allo stesso periodo 2017 e un calo dell’1,6%nel solo mese di novembre rispetto ad ottobre.

INDUSTRIA EUROPEAAnche nel resto d’Europa la produzione industriale ha re-gistrato segno meno, lasciando presagire un forte contrac-colpo per l’intera economia comunitaria. Nel solo mese dinovembre il calo registrato in Germania è stato dell’1,9% suottobre, in Spagna dell’1,5% e dell’1,3% in Francia. Calomeno avvertito in Gran Bretagna dove l’asticella si è fer-mata allo 0,4%. Nel terzo trimestre del 2018 l’Italia ha regi-strato un Pil negativo dello 0,1% e la Germania dello 0,2%.Due trimestri consecutivi di contrazione equivalgono pergli analisti alla cosiddetta “recessione tecnica”.

L’INDUSTRIA MANIFATTURIERASecondo le stime dell’osservatorio Intesa Sanpaolo, in tuttal’Italia i distretti industriali conterebbero all’incirca 153 areed’insediamento, molto spesso principali fonti di benesseredi intere comunità locali. Per queste particolari aree geo-grafiche un forte calo dell’industria manifatturiera potrebbecomportare un indebolimento della coesione sociale e ter-ritoriale, ma non solo. I vantaggi della produzione indu-striale italiana vanno a beneficio dell’intera economia delPaese: basti pensare che il 96% del valore esportato dall’Ita-lia è infatti ancora oggi determinato da beni manufatti euna crisi industriale minerebbe quindi l’equilibrio dei conticon l’estero, poiché la capacità di finanziare gli acquisti dibeni e servizi importati è quasi interamente riconducibileall’export manifatturiero. Rilanciare l’industria italiana signi-fica quindi garantire un futuro sostenibile al Paese, ossia piùposti di lavoro qualificati, retribuzioni più alte e maggiore

resilienza dei territori. Tutti fattori che contribuiscono a mi-gliorare il clima di fiducia dei cittadini nelle istituzioni de-mocratiche, oltre che a salvaguardare la sostenibilità dellefinanze pubbliche.

LA CRISI DELL’AUTODato ancor più sconcertante è quello relativo all’industriadell’auto, che nei primi 11 mesi del 2018 ha registrato unvertiginoso calo del 19,4% rispetto al 2017. La notizia èstata prontamente rimarcata dal Segretario generale dellaUilm, Rocco Palombella: “E’ evidente che il trend negativoper l’Italia è particolarmente pesante, visto che negli ul-timi anni c’era stata una leggera ripresa non paragonabilea quella degli altri Paesi europei. Particolarmente allar-mante il dato sull’industria dell’auto che ha fatto registrareun calo del 19,4% su base annuale. Questo è la confermache il settore, e in particolare Fca e CnhI, ha un peso moltoimportante per il Paese. A maggior ragione i decreti at-tuativi del governo in merito all’Ecobonus potrebbero de-terminare in positivo o in negativo l’andamento dellanostra economia”.

PIU’ INVESTIMENTIPer il Segretario generale della Uilm non ci sono dubbi: inquesto particolare momento di crisi per l’industria italiana(e quindi per il Paese) è fondamentale “una seria politica diinvestimenti in infrastrutture e di sostegno all’economia ealla competitività delle imprese”. Per la Uilm, infatti, nonpuò esserci un’industria competitiva se l’Italia non investein nuove infrastrutture poiché ammodernare e ampliare leinfrastrutture esistenti significa dotare imprese e cittadinidi vie di trasporto, di comunicazione e di approvvigiona-mento energetico più efficienti e più efficienti che accre-scono la produttività del sistema-Paese. Dello stesso avvisopare essere il ministro del Lavoro e dello Sviluppo econo-mico Luigi Di Maio: “Il crollo della produzione industriale èun crollo che vediamo a livello europeo, perché l’economiamondiale si sta trasformando: c’è la guerra dei dazi e l’Italiaha investito pochissimo nelle nuove tecnologie negli ultimi10 anni”. Il ministro Di Maio ha inoltre sottolineato comel’esecutivo stia “cercando di colmare il ‘gap’, con un mi-liardo sul venture capital per le start-up innovative”, nonchécon altre misure come l’ampia della diffusione della bandalarga. Sulla stessa scia, anche il ministro dell’Interno MatteoSalvini, che ribadendo la prontezza dell’Italia a una even-tuale nuova crisi economica, dichiara: “Faremo il contrariorispetto agli ultimi governi. Gli ultimi governi da Monti aRenzi avevano una situazione economica positiva e hannotagliato, noi con una situazione internazionale negativa in-vece mettiamo più soldi nelle tasche degli italiani, è l’unicacosa intelligente da fare”.

Istat: Crolla la produzione industrialedi Giuseppe Danza

Page 9: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Il prossimo 9 febbraio Cgil Cisl e Uil scendono in piazza perrilanciare le giuste rivendicazioni nei confronti della politica,attraverso un’iniziativa che farà della partecipazione attiva eresponsabile il suo messaggio più significativo. L’appunta-mento è in Piazza del Popolo, a Roma, e sarà preceduta daun corteo. La decisione è stata presa in maniera unanime daitre Segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlane Carmelo Barbagallo. “Noi facciamo sindacato, stiamo al me-rito delle questioni: non vogliamo cambiare il governo, machiediamo che il governo cambi la sua politica economica.Non tutti i provvedimenti adottati vanno nella direzione dellosviluppo del Paese. Le nostre proposte sono chiare e mettonoal centro il valore del lavoro”, ha detto Barbagallo commen-tando l’iniziativa.

DALLE ASSAMBLEE ALLA PIAZZANei mesi di novembre e dicembre Cigl Cisl e Uil hanno in-contrato migliaia di delegati e fatte centinaia di assembleeche hanno espresso con chiarezza l’insoddisfazione rappre-sentata dalle misure contenute nella legge di stabilità finan-ziaria presentata e approvata dal governo. Nello stessotempo, sempre nel mese di dicembre, i segretari generalihanno incontrato il premier, Giuseppe Conte, rappresentan-dogli le priorità e le richieste presenti nella piattaforma uni-

taria, in cui si rilancia una visione diversa di crescita del Paesepoggiata sul lavoro, sugli investimenti pubblici e privati (a par-tire dalle infrastrutture), su un fisco più giusto ed equo, sullarivalutazione delle pensioni e sulla valorizzazione degli assistrategici per la tenuta sociale del Paese a partire dal welfare,dalla sanità, dall’istruzione, dalla Pubblica Amministrazionee dal rinnovo dei contratti pubblici.

UN CONFRONTO SERIOLa mobilitazione è indetta, quindi, contro la manovra e persollecitare un confronto serio e di merito con il governo. “Cgil,Cisl, Uil – si legge in una nota unitaria – valutano positiva-mente il percorso di mobilitazione svoltosi negli scorsi mesia sostegno della piattaforma unitaria e il consenso di migliaiadi lavoratori, pensionati e giovani alle proposte delle tre siglesindacali è stato pressoché unanime. Il documento era statoconsegnato al presidente del Consiglio che si era impegnatoa dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capi-toli indicati dal sindacato”. Da qui il lancio dell’iniziativa, dallaquale ci si aspetta una risposta forte e chiara. “La manifesta-zione sarà a sostegno di questi cambiamenti. Il governo, al-lora, ci convochi subito e inizi con noi un confronto serio eserrato su questi capitoli fondamentali per l’economia delPaese”, conclude Barbagallo.

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 9 di 11

Cgil Cisl Uil scendono in piazza

Page 10: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 10 di 11

l 16 gennaio 2019 si è insediato il nuovo Cda di mètaSalute,inizia dunque un nuovo ciclo per il Fondo di AssistenzaSanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria metal-meccanica e dell’installazione di impianti e per i lavoratoridel comparto orafo e argentiero. Al presidente uscente,Roberto Toigo, è subentrato Silvano Simone Bettini. Ilnuovo Cda, nel quale sono stati eletti per la Uilm RobertoToigo e Giacomo Tinti, è già al lavoro per continuare unpercorso che ha segnato sicuramente una importanteevoluzione del Fondo e che poggia su solide fondamenta.

GRANDI CAMBIAMENTISono stati anni in cui il Fondo ha subìto profondi cambia-menti. L’adesione obbligatoria dal 1° ottobre 2017 ha incisosugli strumenti di gestione, sulle attività e sui canali di co-municazione con la platea di iscritti. Per questo motivo “ilprimo grande passo è stato quello di portare totalmentein house la gestione amministrativa delle anagrafiche edella contribuzione”, spiega Roberto Toigo. Il passaggio hareso necessaria l’ideazione di una piattaforma softwareprogettata ad hoc capace si soddisfare quanto previstodall’art. 16 del CCNL e dal Regolamento del Fondo. Il 1° ot-tobre è anche la data che segna l’attivazione della coper-tura sanitaria per 1.038.776 lavoratori, a fronte dei 110milaiscritti alla vigilia dell’adesione obbligatoria. Analoga evo-luzione si è avuta per le aziende, che sono passate da7.599 a 36.374 al 31 dicembre 2018. Numeri importanti.Inoltre, gli aderenti al Fondo hanno potuto inserire i fami-liari fiscalmente a carico, con la possibilità di attivare, pa-gando una piccolo quota, polizze sanitarie anche deifamiliari non fiscalmente a carico tramite finestre tempo-rali specifiche.

I PIANI SANITARIL’offerta sanitaria di mètaSalute è stata declinata in settepiani sanitari che hanno permesso alle aziende di avereun’ampia scelta su quelli da applicare ai propri dipendentiin base a necessità e ad esperienze precedenti. “Una va-rietà di offerte che non ha eguali nel panorama nazionale”,

dice Toigo. “Aspetti che, nel bilancio del lavoro svolto finoa oggi dagli organi uscenti, sono da valorizzare e sottoli-neare con forza”.Per quanto riguarda le prestazioni sanitarie, dal 2017 mè-taSalute le eroga avvalendosi della Compagnia Assicura-tiva RBM e del suo network di strutture convenzionate suterritorio nazionale, Previmedical.I numeri parlano da soli: al 30 novembre 2018 le presta-zioni erogate sono oltre 2 milioni e 200mila, per un totaledi importi pagati pari a circa 141,3 milioni di euro. Il nu-mero di beneficiari delle prestazioni si attesta a 561.689persone, il 31,8% del totale degli iscritti al Fondo.

NUOVO METODO DI PRENOTAZIONE“Stiamo già lavorando a un nuovo metodo di prenotazione– spiega Toigo – che, da febbraio, renderà più snella e age-vole la procedura”. Il Consiglio uscente ha deliberato, inol-tre, l’avvio di una customer satisfaction sull’intera plateadel Fondo: lavoratori, aziende e strutture Previmedical.L’obiettivo è quello di comprendere in modo diretto ipunti di forza e di debolezza dell’attività svolta, con loscopo di migliorare sempre di più lo strumento.

NUOVA SEDE E ACCADEMYI cambiamenti, che hanno accompagnato l’evoluzionedegli ultimi mesi del Fondo, hanno riguardato anche il po-tenziamento dei canali di comunicazione, tramite l’attiva-zione di due distinti numeri verdi, ma anchel’organizzazione interna del Fondo e l’inaugurazione diuna nuova sede più ampia e confacente alle necessità dimètaSalute, che ha permesso di calendarizzare e acco-gliere un alto numero di partecipanti al progetto mètaSa-lute Accademy, l’attività formativa settimanale rivolta alleaziende e ai rappresentanti sindacali.

VOTAZIONIIl 2018 è stato anche l’anno delle elezioni per il rinnovodell’Assemblea dei Delegati. La lista Fim, Fiom, Uilm ha in-cassato il 91,08% dei voti. Un risultato importante chesegna il passo per il futuro e che deve essere da stimolo afare sempre di più e meglio.

MètaSalute: nuovo Cdadi Roberto Toigo

Page 11: L’Editoriale - Uilm...Monfalcone. La joint venture sarà naturalmente un ele - mento essenziale della nuova Fincantieri. I tempi lunghi hanno più volte rischiato di mettere in diffi

Non c’è tregua alcuna, i lavoratori continuano a morire.Sono già 15 i morti sul lavoro da inizio anno e, solo nei giornidi festa sono morte purtroppo 5 persone: un operatore eco-logico, un addetto all’agricoltura e tre autotrasportatori. Untrend che resta sulla scia dell’anno che ci siamo appena la-sciati alle spalle. Nel 2018, stando al rapporto dell’Inail in-fatti, è stato registrato un aumento di infortuni mortali sullavoro del 9,9%, rispetto al 2017. Sono ben 1.046 le denuncepervenute durante i primi 11 mesi del 2018, contro le 952presentate l’anno precedente. Una non trascurabile diffe-renza di 94 casi, dunque, che però trova forse spiegazionivalide in alcune considerazioni. Vediamo quali.

INCIDENTI PLURIMIOsservando singolarmente i mesi che vanno da gennaio anovembre 2018 è impossibile non notare una distribuzioneabbastanza impari dei decessi denunciati. Il mese di agosto2018 è stato, infatti, è stato caratterizzato da una concen-trazione anomala o, quantomeno, particolare di incidentimortali. Ciò si ricollega alla seconda, importante, conside-razione: gran parte degli incidenti avvenuti durante il mesedi agosto sono incidenti plurimi, nei quali, quindi, sonostate coinvolte più persone. Impossibile non ricordare, adesempio, il catastrofico caso del crollo del ponte Morandi aGenova, che da solo ha contribuito con la considerevolecifra di 15 decessi. A questi vanno aggiunti i 16 bracciantimorti in totale negli incidenti stradali di Lesina e Foggia. Ingenerale, dunque, agosto si è distinto per un numero deci-samente alto di decessi in incidenti plurimi: ben 37 vittimein un solo mese, contro le 42 totali del periodo tra gennaioe novembre. Incidenti plurimi che sono, comunque, in au-mento rispetto al 2017: nel 2018 sono stati registrati ben 23casi del genere, costati la vita a 80 persone, contro i 42 de-cessi registrati nei 15 incidenti plurimi avvenuti l’anno pre-cedente. A quelle di agosto vanno, infatti, aggiunte le duevittime di una fuga di gas ad Arezzo, le quattro vittime diuna frana a Isola di Capo Rizzuto, i sette decessi avvenuti intotale in tre incidenti stradali tra Lazio e Lombardia e i dueoperai precipitati nel vuoto durante dei lavori di ristruttu-razione a Taranto.

STRANIERI A LAVOROGli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sultotale, a causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimianni: lavori pericolosi che gli italiani in passato non volevanofare, ma che ora svolgono pur di poter lavorare, quasi sem-pre precari costretti a svolgere lavori pericolosi. E’ sconvol-gente l’età delle vittime di infortuni: perdono la vitamoltissimi giovani sotto i venti e trent’anni, ma soprattuttoin tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hannodai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade) sonoil 27% sul totale, una percentuale impressionante.Il precariato diffuso, leggi come Fornero e Jobs act, hannocontribuito a far morire molti lavoratori in più. Il precariatouccide tantissimi giovani e meno giovani e l’articolo 18, abo-

lito dal Governo Renzi con la complicità della parte più re-triva degli industriali, ha fatto aumentare le morti sul lavoro,soprattutto tra i giovani assunti. Nel report le regioni conpiù morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la Cam-pania e l’Emilia-Romagna. Le province con più morti suiluoghi di lavoro (escluso itinere) sono quelle di Salerno con20 morti, Torino con 19 morti, una città che ha avuto unadelle tragedie più grandi sul lavoro, quella della Thyssen-Krupp dove il 6 dicembre 2007 morirono 7 lavoratori (arsivivi). Seguono la provincia di Verona con 18 morti sui luoghidi lavoro, Napoli con 17. Si chiamava Ugo Panzanella l’ul-timo morto per infortunio del 2018, un meccanico di 75anni. Era rimasto gravemente ustionato il 4 novembre: stavatagliando con un frullino una vecchia cisterna che è esplosaed è morto dopo quasi due mesi di sofferenze all’ospedaleGrandi Ustionati di Cesena, il 30 dicembre.

IN ITINEREIl 2018 è proprio un anno da dimenticare: i casi di morte sulposto di lavoro, anche al netto degli incidenti plurimi, sonoin aumento: si parla di 720 morti contro i 694 del 2017, paria un aumento del 3,7%. Stesso discorso, se non peggiore,per gli incidenti avvenuti in itinere, ovvero quelli occorsi du-rante il tragitto per recarsi al lavoro: 326 i casi registrati du-rante il 2018, corrispondenti a un aumento del 26,4%.L’aumento, in entrambi i casi, interessa parimenti Nord eSud Italia, mentre resta stabile il Centro.

OLTRE I NUMERIAl di là di ogni considerazione, dunque, ciò che il 2018 ci la-scia in eredità è l’immagine di un Paese che ha, probabil-mente, ancora molto da lavorare in materia di sicurezza sullavoro. Ciò che possiamo auspicare è che il nuovo annoporti con sé una maggior consapevolezza dei datori di la-voro e, talvolta, anche dei lavoratori stessi: le norme, in molticasi, esistono già e tutto ciò che c’è da fare, come spesso ri-cordiamo su queste pagine, è abituarsi a rispettarle ade-guatamente. A ciò, ovviamente, va aggiunta, da parte delleistituzioni, la volontà di valutare attentamente i rischi primadel verificarsi di eventi funesti e irrimediabili come quellodel ponte Morandi. Non resta che sperare, dunque, di poterraccontare, sul finire di questo 2019 appena iniziato, di untrend che abbia finalmente invertito la propria direzione.

Periodico di informazione quindicinale della Uilm nazionale - Direttore politico: Rocco Palombella - Direttore responsabile: Rosa Pugliese

Redazione: Corso Trieste, 36 00198 Roma - Iscrizione presso la Cancelleria del Tribunale civile di Roma n°413/2010 del 21 ottobre 2010

#09 del 18 gennaio 2019 pag. 11 di 11

Morti sul lavoro: un 2018 da dimenticaredi Andrea Farinazzo