L'adozione del cloud computing da parte delle aziende ... · L’evoluzione del mercato del cloud 3...
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Oltre la nuvola per superare la crisi.
L'adozione del cloud computing da parte delle aziende: nuovi
servizi, competitività e modelli di business
Roundtable I-Com
5 febbraio 2013
Roma, Via del Quirinale 26
Agenda
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Il mercato del cloud
Investimenti in tecnologia
Reti
Sicurezza e privacy
Competenze
L’evoluzione del mercato del cloud
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Alcuni numeri take-away sul mercato del cloud:
In termini di investimenti, secondo IDC questi sono arrivati a 40 miliardi di dollari e dovrebbero raggiungere i 100 miliardi di dollari nel 2016.
Secondo IDC, I ricavi generati da applicazioni cloud sono stati pari a 22,9 miliardi di dollari nel 2011, con la previsione di arrivare a 67,3 miliardi nel 2016.
In termini di ricavi sul lato server, nel 2010 secondo le stime di IDC, sono stati generati 4 miliardi, di cui 1,5 per private cloud e 2,5 miliardi per public cloud. Sempre secondo queste stime i ricavi dovrebbero crescere fino a 9,6 miliardi nel 2015 e a 11 miliardi di dollari nel 2016 con un CAGR del 16,6%.
Secondo le stime di Gartner, il mercato PaaS è passato da 0,9 a 1,2 miliardi di dollari tra il 2011 ed il 2012, ed arriverà a 2,9 miliardi nel 2016.
La Commissione Europea ha stimato una crescita fino a 250 miliardi di euro per il 2020.
Cisco sostiene che il traffico da Cloud rappresenterà i 2/3 dell’intero volume di traffico internet, a fronte dell’attuale 39%.
Le tipologie di cloud computing
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Generalmente, nel cloud computing si distingue tra 3 diversi modelli:
• IaaS – Infrastructure as a Service, nei quali avviene l’utilizzo di hardware in remoto, attraverso virtual machines storage su server, firewall, etc. L’utilizzo dell’infrastruttura viene attivato solo al momento della richiesta da parte dell’utente.
• PaaS – Platform as a Service, nei quali il provider mette a disposizione la rete, i server ed altri servizi all’impresa (utente) la quale li può utilizzare per sviluppare le sue applicazioni,
• SaaS - Software as a Service nei quali l’utente non controlla né la piattaforma né l’infrastruttura, ma accede esclusivamente al software attraverso un client
Più recentemente sono stati definiti altri due modelli: - Naas – Network as a service - Caas – Communication as a service
Questi modelli sono stati accettati anche in sede ITU.
L’evoluzione dei modelli
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La crescita della spesa in in cloud in base ai dati IDC, sarà piuttsoto omogenea per i 3 modelli. Il SaaS continuerà ad essere prevalente, per superare i 50 miliardi di dollari, anche se lo IaaS crescerà con un ritmo maggiore.
L’evoluzione del mercato del cloud in Italia
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Secondo i dati BeanTech/Dell in Italia le aziende che usano sistemi cloud sono pari al 23,5%, con il 17,2% che utilizza modelli SaaS, il 16% che utilizza sistemi IaaS ed il 9% che utilizza sistemi PaaS. Sempre secondo questi dati, grazie al cloud sono possibili risparmi per le aziende italiane pari a 450 milioni di euro entro il 2015, con la possibilità di arrivare anche ad 1 miliardo di euro, se si adottassero le best practice degli altri Paesi
Opportunità e rischi del cloud
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Opportunità
Rischi
Maggiori risparmi
Scalabilità
Affidabilità
Flessibilità
Misurabilità dei costi
Investimenti
Reti
Sicurezza
Privacy
Competenze
Agenda
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Mercato del cloud
Investimenti in tecnologia
Reti
Sicurezza e privacy
Competenze
Gli investimenti ICT in Italia
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12.104 11.273 10.830 10.632
16.250 14.823 14.408 13.790
28.354
26.096 25.238
24.422
-
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
2008 2009 2010 2011
IT
TLC
Totale ICT
Gli investimenti in ITC nei 6 settori censiti da Assinform, vale a dire Banche, Assicurazioni, Utility, TLC media, Distribuzione&Servizi, Viaggi&Trasporti, risultano in calo negli ultimi anni, con un decremento
pari a quasi il 5% medio annuo. Tale calo riguarda sia le TLC (Cagr -4,2%) sia, in misura più accentuata, l’IT (-5,3%).
Dati Assinform
Lo sviluppo del cloud in alcuni settori
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• Per quanto riguarda le banche, il cloud ha ancora una bassa priorità ed intensità negli investimenti. Prevale il private cloud (IaaS e PaaS), ma con progetti limitati ad ambiti ristretti.
• Nelle assicurazioni, il cloud è preso in considerazione, anche se non ci sono progetti di particolare rilievo. Anche qui prevale il private cloud (IaaS). Tra i maggiori fattori vi sono la riduzione dei costi, la scalabilità e flessibilità, la standardizzazione delle funzionalità.
• Per il settore dell’industria il cloud era nel 2011 ancora basso come priorità negli investimenti IT. Tuttavia sta diventando sempre più un ambito di interesse, sia per le PMI, che dalle grandi imprese (in particolare SaaS)
• Nel settore della distribuzione, sebbene ancora sotto-utilizzato, si sta valutando l’impiego del cloud su larga scala sia SaaS per applicazioni di automazione, per la gestione di siti per eventi o stagionali, per campagne marketing, sia IaaS per lo storage o per ambienti di test e sviluppo.
• Nelle utility, il cloud si sta rilevando particolarmente efficace per abilitare, integrare ed interfacciare i processi relazione on il cliente (CRM)
• Il settore dei trasporti denota una discreta attenzione alla tematica cloud, indicato come priorità dal 43% delle imprese.
Lo spostamento degli investimenti
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Il cloud sta diventando una realtà sempre più importante per le aziende. Esiste un trend che consiste nel spostare gli investimenti dall’acquisto di server fisici a quello di server virtuali. Sempre secondo le stime IDC, in 2 anni il cloud (private + public) avrebbe raggiunto circa il 50% della spesa in ICT delle imprese, a discapito della spesa “tradizionale” e dell’outsourcing.
Agenda
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Mercato del cloud
Investimenti in tecnologia
Reti
Sicurezza e privacy
Competenze
Connessioni broadband, l’Italia resta indietro
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Fonte: EUROSTAT 2011
Italia fanalino di coda per velocità di connessione
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Velocità delle connessioni broadband per il 2011
Fonte: Elaborazione su I-Com su dati Digital Agenda Scoreboard 2011
Lo stato complessivo della banda
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F
onte: E
labora
zione I-C
om su
da
ti OE
CD
Broa
dba
nd S
tatistic
Paesi 2011 2012
Svezia 8,8 9,3 ↑
Danimarca 7,1 7,4 ↑
Olanda 6,7 7,1 ↑
Finlandia 6,7 7,0 ↑
Germania 6,5 6,5 -
Regno Unito 6,3 6,5 ↑
Belgio 6,0 6,0 -
Francia 5,8 6,0 ↑
Austria 5,4 5,3 ↓
Estonia 5,2 5,3 ↑
Irlanda 5,3 5,2 ↓
Portogallo 5,1 5,2 ↑
Polonia 5,2 4,9 ↓
Slovenia 4,9 4,9 -
Repubblica Ceca 5,0 4,8 ↓
Malta 4,9 4,8 ↓
Ungheria 4,5 4,5 -
Italia 4,5 4,5 -
Slovacchia 4,4 4,5 ↑
Lussemburgo 3,9 4,0 ↑
Spagna 4,0 4,0 -
Romania 3,4 3,3 ↓
Lituania 3,3 3,2 ↓
Grecia 3,6 3,2 ↓
Lettonia 3,1 3,0 ↓
Cipro 2,9 2,8 ↓
Bulgaria 2,7 2,6 ↓
Valore medio di riferimento 5,0 5,0
L’Indice IBI l’I-Com Broadband Index (IBI), sintetizza il grado di sviluppo dei mercati nazionali delle telecomunicazioni, fisse e mobili, dei Paesi aderenti all’Unione Europea. Misura lo sviluppo dei mercati delle telecomunicazioni dell’UE 27 nello sviluppo delle nuove tecnologie sia dal punto di vista dell’offerta delle infrastrutture e delle reti, sia da quello della competitività dei mercati, che nelle capacità di attrarre la domanda. L’Italia registra un indice di 4,5 (stabile), risultato della compensazione di prezzi di connessione sempre più competitivi, ed un generalizzato rallentamento dello sviluppo, rispetto ai ritmi europei, degli altri fattori considerati.
Agenda
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Investimenti in tecnologia
Reti
Sicurezza e privacy
Competenze
Sicurezza e Privacy-i requisiti di una cloud
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L’affidamento dei propri dati ad un sistema remoto, di cui non si conosce la struttura interna, la dislocazione fisica ed il personale di manutenzione, fa perdere agli utenti il controllo diretto dei propri dati generando incertezza e diffidenza. I requisiti di una cloud sicura dovrebbero essere :
La nomina del provider dei servizi cloud come “responsabile del trattamento”, che quindi avrà la responsabilità di preservare la riservatezza, l'integrità e la disponibilità dei dati.
il controllo e l'identificazione degli accessi al servizio, anche tramite cifratura dei dati
La possibilità di monitorare e verificare la sicurezza dei dati sensibili
effettuare back up, storage e ridondanza dei server per assicurare la business continuity ed il disaster recovery.
rinforzare la sicurezza e l’accesso con l’utilizzo di protocolli sicuri, come https ed SSL (secure sockets layer),
una appropriata gestione degli eventi, per avere sempre sotto controllo la propria cloud e quindi permettere di intervenire tempestivamente in caso di eventi anomali
Sicurezza e Privacy –trasferimento dei dati in altri paesi
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Secondo quanto stabilito dalla direttiva del ‘96, la circolazione dei dati negli stati Ue è libera, principio recepito anche dal Codice della Privacy, e che consente di non opporre nessun limite al trasferimento dei dati da parte del fornitore in diversi server.
La normativa stabilisce l’estensione di libertà per stati extra Ue che garantiscono lo stesso livello di protezione, come Svizzera Canada Argentina e Israele, e Usa per i fornitori che aderiscono al Safe Harbor.
Il trasferimento extra Ue è consentito solo nei casi in cui il garante individui la sussistenza delle garanzie necessarie, o previa richiesta del titolare dei dati
Sicurezza e Privacy –l’evoluzione normativa
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All’inizio del 2012, è stata annunciata in sede europea, dalla commissaria Neelie Kroes la bozza di una normativa ad hoc per il cloud computing, volta a incentivarne lo sviluppo con un quadro regolamentare armonizzato a livello europeo, affrontando le questioni dell’interoperabilità, della standardizzazione, della portabilità dei dati e del furto d’identità.
Per ora i governi nazionali europei, si stanno limitando ad agire sulla
normativa relativa alla privacy prescindendo dal campo applicativo cloud e del suo accesso.
Complementarmente numerosi sono i «vademecum» emanati tra gli altri da: Garante della Privacy, l’ISACA , Cloud security alliance
Agenda
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Investimenti in tecnologia
Reti
Sicurezza e privacy
Competenze
I nuovi mestieri del cloud
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Cloud specialist. Professionista specializzato nel disegno, engineering e troubleshooting dell’ambiente Cloud. Collabora con i project manager per assicurare che le best practice aziendali siano correttamente applicate.
Cloud Computing Architect. Presiede architettura, disegno e implementazione delle soluzioni Cloud. Fornisce idee e proposte per aumentare il livello di efficienza complessivo aziendale.
Cloud System Engineer. Lavora nell’engineering team e si occupa principalmente della transizione dei servizi IT verso il Cloud.
Cloud Software Developer. Deve avere conoscenza delle principali piattaforme Cloud e sviluppare applicazioni in grado di influenzare direttamente la crescita dell’azienda per costruire la nuova generazione di software aziendali.
Cloud Infrastructure Architect, si occupa della valutazione e implementazione dell’infrastruttura
Cloud Alliance Manager. E’ responsabile delle partnership con i service provider.
Ci sono le opportunità, ma mancano le competenze
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La domanda di competenze determinata dal cloud è in netto aumento. Secondo un recente studio Microsoft / IDC la richiesta di questo tipo di profili aumenterà con un tasso medio del 26%, e raggiungerà i 7 milioni. Ciò rappresenta una crescita molto più rapida dell’intero comparto IT, i cui occupati crescono dell’1,2% negli USA e del 4% annuo in Europa.
Tuttavia, molte posizioni non sono state coperte a causa della mancanza di competenze sulla materia.
Occorre un ripensamento delle modalità di formazione. Molte aziende optano per il «fai da te», ma ciò rischia di creare competenze troppo circoscritte e poco condivisibili.
Si segnalano alcune iniziative come Microsoft Virtual Academy
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Grazie!