L'acquiescenza al provvedimento amministrativo · PDF fileportamenti concludenti, agli accordi...
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INDICE-SOMMARIO
Premessa introduttiva e piano dell’opera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XI
CAPITOLO I
LO STATO DELLA GIURISPRUDENZA E DELLA DOTTRINAIN MERITO ALL’ACQUIESCENZA AL PROVVEDIMENTO
1. Esame dei diversi orientamenti della giurisprudenza in merito alla nozionedi acquiescenza al provvedimento amministrativo — difficoltà riscontratedai giudici amministrativi di definire i contorni ed i contenuti generali dellafigura — tendenza diffusa della giurisprudenza ad assimilare l’istituto allarinuncia all’impugnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
2. La disciplina giuridica dell’acquiescenza secondo l’interpretazione giuri-sprudenziale: sub a) i presupposti di fatto e di diritto per l’applicazionedell’istituto; sub b) i connotati ed i requisiti “intrinseci” del comporta-mento acquiescente — analisi della casistica relativa; sub c) considerazioniconclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3. Gli orientamenti più risalenti della dottrina: l’interpretazione “proces-suale” dell’acquiescenza come rinuncia all’impugnazione e quella “sostan-ziale” dello stesso istituto quale atto di accettazione del provvedimentoamministrativo — i tentativi della dottrina amministrativa di distinguerel’acquiescenza al provvedimento dall’acquiescenza alla sentenza . . . . . . 20
4. Le evoluzioni recenti della dottrina civile ed amministrativa — critica allaconcezione dell’acquiescenza come atto negoziale — qualificazione del-l’istituto come mero fatto obiettivo ed inquadramento del fenomeno nellatematica della buona fede e dell’affidamento . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
5. Esame della tradizionale concezione del contratto e dei più recenti orien-tamenti dottrinali in materia: critica e superamento del “dogma dellavolontà” nell’attuale nozione del negozio giuridico. . . . . . . . . . . . . . 34
6. Segue. Esame degli orientamenti della dottrina civilista in merito ai com-portamenti concludenti, agli accordi taciti ed al silenzio significativo . . . 46
7. Adesione alle tesi dottrinali più recenti che affermano il carattere fattualeed obiettivo della fattispecie — premesse metodologiche e sistematiche perla successiva trattazione: distinzione dell’acquiescenza espressa da quellatacita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
CAPITOLO II
L’ACQUIESCENZA ESPRESSA AL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO
1. Esame delle concezioni dottrinali che sono state elaborate in passatosull’acquiescenza espressa al provvedimento amministrativo, in particolaredelle teorie c.d. sostanzialistiche; considerazioni critiche e premesse peruna differente ricostruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
2. I problemi qualificatori dell’acquiescenza calati nell’attuale contesto giuri-dico: rassegna delle più recenti evoluzioni normative e dei risultati rag-giunti sino ad oggi dall’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale ri-guardo ai concetti di provvedimento amministrativo, interesse legittimo erapporto tra pubblica amministrazione e cittadino . . . . . . . . . . . . . . 65
3. Riflessi delle recenti teorie riguardanti il sistema ed il moderno concetto diamministrazione in senso oggettivo sulla nozione di acquiescenza espressaal provvedimento; possibilità di configurare l’istituto in questione comeeffetto giuridico generato da un atto di accettazione dell’assetto datodall’amministrazione agli interessi coinvolti nell’esercizio del potere. . . . 80
4. Inquadramento dogmatico dell’atto di acquiescenza espressa nella catego-ria delle promesse unilaterali — qualificazione giuridica dello stesso attocome promessa con la quale il soggetto interessato si impegna a rispettaree a conformarsi alla determinazione concreta assunta nei suoi confrontidall’amministrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84
5. Distinzione tra acquiescenza e rinuncia — analisi dei diversi profili teoricigenerali degli atti rinunciativi e degli atti produttivi di acquiescenza . . . 89
6. Segue. Distinzione tra acquiescenza e rinuncia all’interesse legittimo: esamepreliminare delle posizioni dottrinali che sostengono la irrinunciabilitàdell’interesse legittimo — critica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
7. Segue. Esame della tesi che equipara la rinuncia all’interesse legittimoall’acquiescenza: critica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99
8. Segue. Analisi delle differenze tra rinuncia all’interesse legittimo ed acquie-scenza al provvedimento amministrativo; esame della disciplina giuridicadell’acquiescenza e risoluzione di alcune questioni relative al regime appli-cativo dell’istituto: in particolare ammissibilità di un’acquiescenza preven-tiva rispetto alla formale adozione del provvedimento . . . . . . . . . . . . 103
9. Segue. Distinzione teorica e pratica tra acquiescenza e rinuncia all’impu-gnazione; risoluzione di altre questioni concernenti il regime applicativodel primo istituto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110
10. Segue. Configurabilità dell’acquiescenza anche dopo la proposizione delricorso giurisdizionale; differenze tra acquiescenza e rinuncia agli atti delgiudizio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113
11. Segue. Ammissibilità del ricorso incidentale dopo l’acquiescenza. . . . . . 11812. Esame del recente orientamento dottrinale che si richiama all’istituto
dell’acquiescenza per risolvere il problema della c.d. pregiudiziale ammi-nistrativa, ai fini dell’accesso alla tutela risarcitoria nei confronti dell’am-ministrazione: critica al suddetto indirizzo interpretativo e differenziazionedell’acquiescenza rispetto all’inoppugnabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
13. Considerazioni conclusive; premesse metodologiche e sistematiche per ilprosieguo della trattazione: necessità di un esame preliminare dei principi
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della buona fede e dell’affidamento nel diritto pubblico per il successivostudio dell’ipotesi applicativa rappresentata dall’acquiescenza tacita alprovvedimento amministrativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131
CAPITOLO III
LA BUONA FEDE E LA TUTELA DELL’AFFIDAMENTONEL DIRITTO PUBBLICO
1. Rassegna delle posizioni dottrinali meno recenti che consideravano ilprincipio di buona fede incompatibile con le peculiarità proprie dell’ordi-namento pubblicistico: analisi critica delle suddette posizioni alla luce dellepiù recenti evoluzioni del sistema giuridico . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136
2. L’applicazione del principio di buona fede e dell’affidamento nella giuri-sprudenza amministrativa; esame della casistica relativa, integrata da al-cune ipotesi applicative desunte, in via interpretativa, dalla dottrina: sub a)i poteri di autotutela della pubblica amministrazione; sub b) gli autolimiti;sub c) altre fattispecie applicative della buona fede in materia di urbani-stica, concessioni, appalti pubblici e responsabilità della pubblica ammi-nistrazione; sub d) il funzionariato di fatto; sub e) la buona fede comecriterio di interpretazione degli atti amministrativi . . . . . . . . . . . . . . 150
3. L’applicazione del principio di buona fede nel diritto tributario: sub a) latutela dell’affidamento del contribuente in riferimento alle norme fiscaliretroattive; sub b) la tutela dell’affidamento del contribuente in relazionealle circolari interpretative adottate dall’amministrazione finanziaria. . . . 172
4. Il principio di tutela dell’affidamento nell’ordinamento comunitario edincidenza del suo riconoscimento a livello europeo sull’ordinamento pub-blico nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186
5. Il fondamento giuridico e costituzionale dei principi di buona fede e tuteladell’affidamento: esame dei diversi orientamenti dottrinali e giurispruden-ziali ed individuazione del fondamento nell’art. 97 della Costituzione. . . 194
6. Esame delle teorie civilistiche che distinguono la buona fede oggettiva dallabuona fede soggettiva ed analisi delle eventuali ricadute sull’applicazionedel principio di buona fede nel diritto amministrativo: critica alla suddettadistinzione, accoglimento della concezione “unitaria” e conseguente affer-mazione dell’irrilevanza giuridica della c.d. buona fede soggettiva . . . . . 202
7. Il principio di buona fede nell’elaborazione della dottrina amministrativa:analisi dell’evoluzione e dei diversi orientamenti; individuazione dei limitiapplicativi dell’istituto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 214
CAPITOLO IV
L’AFFIDAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONENEI COMPORTAMENTI DEL PRIVATO: L’ACQUIESCENZA TACITA
AL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO
1. Esame e risoluzione in senso positivo della questione concernente l’appli-cabilità del principio di buona fede al cittadino coinvolto nell’esercizio di
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un potere pubblico: riferibilità di affidamenti in capo all’amministrazionee rilevanza di siffatti stati di fiducia nell’ambito dei rapporti pubblicistici. 225
2. Segue. Cenni sulla natura e sul significato che attualmente riveste lapartecipazione del privato al procedimento amministrativo: ricostruzionedi tale partecipazione non solo come istituto di garanzia e cooperazione,ma anche come fonte di responsabilità per il cittadino; esistenza di unospecifico obbligo per i partecipanti al procedimento di comportarsi cor-rettamente con l’amministrazione e nel rispetto degli affidamenti in questasuscitati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 230
3. Analisi degli effetti prodotti dagli affidamenti generati dal cittadino nellapubblica amministrazione e delle fattispecie in cui è configurabile un’ac-quiescenza “tacita od implicita” al provvedimento amministrativo . . . . . 244
4. Segue. L’affidamento dell’amministrazione circa l’intenzione dell’interes-sato di non contestare la fattispecie definita con provvedimento: esame delfenomeno generato dalla stipulazione di accordi procedimentali ex art. 11della legge n. 241/1990 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 260
5. Osservazioni conclusive in merito al regime dell’acquiescenza tacita odimplicita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273
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