L'accordo di Parigi sul clima - COP21

1
L’accordo di Parigi - COP21 _ dicembre 2015 Un fatto storico Dopo vent’anni di logoranti trattive, il 12 dicembre abbiamo assistito a un momento storico che determinerà il futuro delle prossime generazioni. Per la prima volta, infatti, i leader di 195 paesi si sono impegnati congiuntamente a contenere il cambiamento climatico, tramite il rispetto dei piani di contribuzione nazionale, e a porre le basi per la transizione dell’economia globale verso un modello più sostenibile. L’accordo rafforza il sistema delle Nazioni Unite la cui credibilità, dopo tanti accordi falliti, era a rischio. D’altra parte, una sfida mondiale non poteva prescindere da un impegno condiviso e ambizioso. A questo scopo, le parole di Mandela, già citate dal Presidente della Conferenza, sono particolarmente significative: “Nessuno di noi agendo da solo può raggiungere il successo, il successo è portato da tutte le nostre mani riunite”. I negoziatori sono riusciti a superare e ricucire le distanze e le differenze fra paesi sviluppati, in via di sviluppo e meno sviluppati. Il conflitto Nord-Sud era stato, infatti, determinante nel fallimento della Conferenza di Copenaghen, la cui conclusione è stata dominata da una profonda e amara delusione. Al contrario, i rappresentanti presenti a Parigi sono stati protagonisti di lunghi applausi, frutto di un accordo che lancia un messaggio di vita, particolarmente importante se raffrontato all’orrore e al senso di morte che ha pervaso la stessa città a novembre 2015. I dettagli L’accordo raggiunto sancisce l’impegno dell’intera comunità globale a contenere l’aumento della temperatura globale entro la soglia limite di 1,5°, obiettivo molto più ambizioso rispetto ai precedentemente previsti 2°. Il testo finale pone, poi, le basi per un modello economico, a partire dal 2050, non più dipendente dai combustibili fossili, particolarmente inquinanti e principale fonte di energia per giganti economici come Cina e India. Il superamento dei dissidi fra le parti è stato possibile, anche grazie all’istituzione di un fondo Nord-Sud per la lotta al cambiamento climatico. Il fondo, che sosterrà la battaglia al riscaldamento globale nei paesi in via di sviluppo, sarà dotato annualmente di una cifra di 100 miliardi di dollari. La cifra al momento stipulata sarà, in realtà, la base per un obiettivo finanziario ancora più ambizioso. La convenzione sarà, infatti, dotata della dinamicità necessaria per rispondere al mutamento delle condizioni ambientali tramite un meccanismo di revisione quinquennale. Lo stesso permetterà, quindi, un confronto sui risultati raggiunti e, qualora le evidenze scientifiche lo richiedano, un eventuale innalzamento del livello di ambizione. L’accordo, molto importante per la definizione degli obiettivi e per gli strumenti materiali forniti alle nazioni più povere, è vincolante ma non prevede misure sanzionatorie nel caso i singoli target nazionali non siano rispettati. La mancanza di pene risponde, in parte, alla necessità dell’amministrazione Obama di evitare l’approvazione del Senato, a maggioranza repubblicana, necessaria per un trattato provvisto di strumenti di esecuzione forzata. L’Unione Europea alla Conferenza di Parigi In questo contesto, l’UE ha giocato un ruolo di primissimo piano, ottenendo una grande vittoria diplomatica e favorendo l’inserimento della proprie priorità, come la clausola di revisione quinquennale, nel testo finale. Il conseguimento degli obiettivi è stato raggiunto grazie, anche, al fronte unico costituito assieme a 79 paesi delle aree africana, caraibica e del pacifico. . www.alessiamosca.it - [email protected]

description

Dopo 20 anni di trattative il 12 dicembre abbiamo assistito a un evento storico che interesserà il futuro nostro e delle prossime generazioni.

Transcript of L'accordo di Parigi sul clima - COP21

Page 1: L'accordo di Parigi sul clima - COP21

L’accordo di Parigi - COP21 _ dicembre 2015

Un fatto storicoDopo vent’anni di logoranti trattive, il 12 dicembre abbiamo assistito a un momento storico che determinerà il futuro delle prossime generazioni. Per la prima volta, infatti, i leader di 195 paesi si sono impegnati congiuntamente a contenere il cambiamento climatico, tramite il rispetto dei piani di contribuzione nazionale, e a porre le basi per la transizione dell’economia globale verso un modello più sostenibile. L’accordo ra�orza il sistema delle Nazioni Unite la cui credibilità, dopo tanti accordi falliti, era a rischio. D’altra parte, una s�da mondiale non poteva prescindere da un impegno condiviso e ambizioso. A questo scopo, le parole di Mandela, già citate dal Presidente della Conferenza, sono particolarmente signi�cative: “Nessuno di noi agendo da solo può raggiungere il successo, il successo è portato da tutte le nostre mani riunite”.I negoziatori sono riusciti a superare e ricucire le distanze e le di�erenze fra paesi sviluppati, in via di sviluppo e meno sviluppati. Il con�itto Nord-Sud era stato, infatti, determinante nel fallimento della Conferenza di Copenaghen, la cui conclusione è stata dominata da una profonda e amara delusione. Al contrario, i rappresentanti presenti a Parigi sono stati protagonisti di lunghi applausi, frutto di un accordo che lancia un messaggio di vita, particolarmente importante se ra�rontato all’orrore e al senso di morte che ha pervaso la stessa città a novembre 2015.

I dettagliL’accordo raggiunto sancisce l’impegno dell’intera comunità globale a contenere l’aumento della temperatura globale entro la soglia limite di 1,5°, obiettivo molto più ambizioso rispetto ai precedentemente previsti 2°. Il testo �nale pone, poi, le basi per un modello economico, a partire dal 2050, non più dipendente dai combustibili fossili, particolarmente inquinanti e principale fonte di energia per giganti economici come Cina e India. Il superamento dei dissidi fra le parti è stato possibile, anche grazie all’istituzione di un fondo Nord-Sud per la lotta al cambiamento climatico. Il fondo, che sosterrà la battaglia al riscaldamento globale nei paesi in via di sviluppo, sarà dotato annualmente di una cifra di 100 miliardi di dollari. La cifra al momento stipulata sarà, in realtà, la base per un obiettivo �nanziario ancora più ambizioso. La convenzione sarà, infatti, dotata della dinamicità necessaria per rispondere al mutamento delle condizioni ambientali tramite un meccanismo di revisione quinquennale. Lo stesso permetterà, quindi, un confronto sui risultati raggiunti e, qualora le evidenze scienti�che lo richiedano, un eventuale innalzamento del livello di ambizione. L’accordo, molto importante per la de�nizione degli obiettivi e per gli strumenti materiali forniti alle nazioni più povere, è vincolante ma non prevede misure sanzionatorie nel caso i singoli target nazionali non siano rispettati. La mancanza di pene risponde, in parte, alla necessità dell’amministrazione Obama di evitare l’approvazione del Senato, a maggioranza repubblicana, necessaria per un trattato provvisto di strumenti di esecuzione forzata.

L’Unione Europea alla Conferenza di ParigiIn questo contesto, l’UE ha giocato un ruolo di primissimo piano, ottenendo una grande vittoria diplomatica e favorendo l’inserimento della proprie priorità, come la clausola di revisione quinquennale, nel testo �nale. Il conseguimento degli obiettivi è stato raggiunto grazie, anche, al fronte unico costituito assieme a 79 paesi delle aree africana, caraibica e del paci�co. .

www

.ales

siam

osca

.it -

email

@ales

siam

osca

.it