Lacco Ameno Il Museo di Santa Restituta racconta secoli di ... · te". Il complesso sacro ci...

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8 La Rassegna d'Ischia 4/1997 Lacco Ameno Il Museo di Santa Restituta racconta secoli di storia Don Pietro Monti ha recentemente pubblicato una guida degli Scavi e del Museo di Santa Restituta che è un vero e proprio "itinerario storico- archeologico, alla scoperta della ba- silica paleocristiana e del quartiere industriale di vasai di Pithecusa, la più antica colonia greca in Occiden- te". Il complesso sacro ci conduce agli albori del Cristianesimo e si col- lega con la civiltà greco-romana. Il Museo, al quale si accede dal cortile della Chiesa, occupa un’area di circa 1500 mq distinta in due pia- ni. Il piano superiore comprende tre sale con l’esposizione di suppellettili, ex voto d’argento, dipinti, paramenti sacri, pastori da presepio, reliquiari, croci processionali, messali, statui- ne del Sette/Ottocento napoletano, ceramiche medievali. L’area archeologica sottostante è suddivisa in quattro settori: 1) area greco-arcaico-ellenistica; 2) area paleocristiana; 3) area espositiva; 4) cimitero cristiano sub divo. I settore Superata la scala di accesso che porta al piano inferiore, si ha una parziale visione sullo scavo: è la zona industriale greca con impianti di fornaci, officine per la lavorazione dell’argilla, vaschette di decanta- zione, databili tra il VII-II s. a. C. Si vedono in una prima capanna maci- ne di pietra “a pagnotta” (esemplari simili si trovano nel Museo di Lipari), altre a forma quadrata e cilindrica, trituranti a giro di 360 gradi. Nella seconda capanna un telaio vertica- le, modellato su figura riportata sulle Kythos del pittore di Amasis, pesi di telaio e attrezzi per tessitura. Verso destra, nel profondo dello scavo si può ammirare la fornace circolare (VII sec. a. C.), ed accanto, più in alto, i resti di altra fornace più grande con camera di combustione a doppio corridoio, incassata nel banco della montagna, adibita per la cottura di pithoi e materiali dipinti (VI sec. a. C.). Nelle varie vetrine sono esposti: ceramica, pentolame, olle, coppe a fasce lineari, staffe di piombo, anfo- re africane per il commercio del ga- rum (impasto di interiora di pesce), corredi funebri di tombe romane, coppe a fungo, lucerne, lacrimatoi, testa marmorea di schiavo, lucerne con immagini impresse, boccalini a parete ondulata, ceramica aretina dal colore rosso-corallo con nu- merosi bolli, ceramica campana C, ampi piatti e coppe, provenienti dalle fabbriche di Cartaromana (antico vil- laggio romano scomparso nel fondo marino chiamato Aenaria - I sec. a. C.). Costeggiando il muro si vedono anforoni usati per la sepoltura dei bambini e un’area sepolcrale riser- vata ai bambini (IV-VI sec. d. C.). II settore Risalendo si entra in un cuniculum con una tomba ad arcosoli (V sec. d. C.); si sbuca nella navata destra della basilica paleocristiana, dove appaiono mura in opera reticulata, visibili sul fondo; altri sepolcri inta- gliati sul pavimento romano e un altarino di pietra locale che protegge un’urna con reliquie di S. Restituta. Nella zona antistante compaiono sepolcri pagani e medievali. Superato l’arco, si entra nella na- vata centrale della basilica; in alto si vedono i pilastri di tufo; in fondo il Lacco Ameno - Scavi e Museo di S. Restituta: sepolture in anfore per i bambini (continua a pagina 10)

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8 La Rassegna d'Ischia 4/1997

Lacco Ameno

Il Museo di Santa Restitutaracconta secoli di storia

Don Pietro Monti ha recentemente pubblicato una guida degli Scavi e del Museo di Santa Restituta che è un vero e proprio "itinerario storico-archeologico, alla scoperta della ba-silica paleocristiana e del quartiere industriale di vasai di Pithecusa, la più antica colonia greca in Occiden-te". Il complesso sacro ci conduce agli albori del Cristianesimo e si col-lega con la civiltà greco-romana. Il Museo, al quale si accede dal cortile della Chiesa, occupa un’area di circa 1500 mq distinta in due pia-ni. Il piano superiore comprende tre sale con l’esposizione di suppellettili, ex voto d’argento, dipinti, paramenti sacri, pastori da presepio, reliquiari, croci processionali, messali, statui-ne del Sette/Ottocento napoletano, ceramiche medievali. L’area archeologica sottostante è suddivisa in quattro settori: 1) area greco-arcaico-ellenistica; 2) area paleocristiana;

3) area espositiva; 4) cimitero cristiano sub divo.

I settore

Superata la scala di accesso che porta al piano inferiore, si ha una parziale visione sullo scavo: è la zona industriale greca con impianti di fornaci, officine per la lavorazione dell’argilla, vaschette di decanta-zione, databili tra il VII-II s. a. C. Si vedono in una prima capanna maci-ne di pietra “a pagnotta” (esemplari simili si trovano nel Museo di Lipari), altre a forma quadrata e cilindrica, trituranti a giro di 360 gradi. Nella seconda capanna un telaio vertica-le, modellato su figura riportata sulle Kythos del pittore di Amasis, pesi di telaio e attrezzi per tessitura. Verso destra, nel profondo dello scavo si può ammirare la fornace circolare (VII sec. a. C.), ed accanto, più in alto, i resti di altra fornace più grande con camera di combustione

a doppio corridoio, incassata nel banco della montagna, adibita per la cottura di pithoi e materiali dipinti (VI sec. a. C.). Nelle varie vetrine sono esposti: ceramica, pentolame, olle, coppe a fasce lineari, staffe di piombo, anfo-re africane per il commercio del ga-rum (impasto di interiora di pesce), corredi funebri di tombe romane, coppe a fungo, lucerne, lacrimatoi, testa marmorea di schiavo, lucerne con immagini impresse, boccalini a parete ondulata, ceramica aretina dal colore rosso-corallo con nu-merosi bolli, ceramica campana C, ampi piatti e coppe, provenienti dalle fabbriche di Cartaromana (antico vil-laggio romano scomparso nel fondo marino chiamato Aenaria - I sec. a. C.). Costeggiando il muro si vedono anforoni usati per la sepoltura dei bambini e un’area sepolcrale riser-vata ai bambini (IV-VI sec. d. C.).

II settore

Risalendo si entra in un cuniculum con una tomba ad arcosoli (V sec. d. C.); si sbuca nella navata destra della basilica paleocristiana, dove appaiono mura in opera reticulata, visibili sul fondo; altri sepolcri inta-gliati sul pavimento romano e un altarino di pietra locale che protegge un’urna con reliquie di S. Restituta. Nella zona antistante compaiono sepolcri pagani e medievali. Superato l’arco, si entra nella na-vata centrale della basilica; in alto si vedono i pilastri di tufo; in fondo il

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Nel novembre dell'anno 1950, quando venne rimosso il vecchio pavimento maiolicato (1711), posto nell’an-tica chiesetta di S. Restituta, sotto si trovò un altro pavimento a piastrelle maiolicate incastonate tra mattoni grezzi (1470); si continuò a scavare e venne alla luce un altro pavimento di battuto; ancora più sotto, un pavimento romano ad opus cementicium e tre sepolcri a cassa del tardo-romano. Il rettore della chiesa, don Pietro Monti, “con volontà realizzatrice non priva di ardimento”, prese la decisione di esplorare tutta l’area della chiesetta in maniera sistematica, coadiuvato dal geom. Mario Caccioppoli e poi dall’arch. C. H. Gunther. Le campagne degli scavi ebbero lo svolgimento cronologico seguente:

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Lacco Ameno Scavi e Museo di S. Restituta

Come avvennero gli scavi

1) Interno del Santuario: sepolcri paleocristiani sovrapposti ad altri di età romana

2) Interno del Santuario: inizio dello scavo sotto il pavimento della Chiesa

3) Don Pietro Monti con Peppino Simonelli durante lavori di sistema-zione.

- novembre 1950/maggio 1952: area della chiesa piccola; - ottobre 1967/marzo 1968: area antistante la chiesa grande; - febbraio 1970/aprile 1970: sistemazione, inaugurazione e apertura al pubblico del Museo e Scavi (24 aprile 1970); - novembre1973/ottobre 1974: area sottostante la nuova casa comunale, lato destro della chiesa; - marzo 1993/dicembre 1994: due saggi nello scavo sotto le sale del Santuario.

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sedile per il presbiterium; sul piano calpestio si levano tombe romane a cassa di marmo, con copertura spiovente a tegoli; nell’angolo della navata sinistra si vede una croce gammata in rosso (crittogramma del nome di Cristo) e, più avanti, un ingresso che immette nella sala del Battistero per immersione. Sul lato destro, fra le tombe, si osserva una fornace ellenistica a forma quadrata, sottoposta al piano cimiteriale.

III settore

Ampia sala sotterranea sistemata

esposti e le relative didascalie è possibile svolgere un monologo con i reperti che parlano e lasciano il visitatore naufragare nella storia più antica. Nelle vetrine si succedono materiali geologici, fossili, schiume di lave vulcaniche, forme litoidi di idoli, di fallici, ossidiana, raschiatoi, selci; ceramica del neolitico e due vasi globulari dell’eneolitico; coppe e scodelloni lavorati a stecca di colo-

re rossastro (età del bronzo); ciotole, scodelle, bordi, fondi, anse a nastro con decorazioni corrispondenti alla facies protoappenninica; ricostru-zione di un fornello e di un telaio preistorico; frammenti di kothylai, tipo Aetos 666, skyphoi, ariballoy, piatto fenicio, frammenti di ceramica euboica importata; corredo di tomba (IV sec. a. C.), fra cui spicca una hydria baccellata a vernice nera;

Lacco Ameno - Scavi e Museo di S. Restituta: La Croce gammata, VI s. d. C.

Lacco Ameno - Scavi e Museo di S. Restituta: sepolcro in anfora per bambini

Lacco Ameno - Scavi e Museo di S. Restituta: cimitero cristiano, strato superiore con sepolture terragne e "a cappuccina" (V-VI s. d. C.)

(segue da pagina 8)

a museo: raccoglie i segni della presenza e della vita dei primi co-loni greci. Seguendo i vari materiali

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vastità della corrente artistica locale: statuette, busti fittili femminili, eros, calchi, matrici locali di età elleni-stica; louteria costruiti sul posto.

IV settore

Cimitero cristiano sub divo. Attorno all’area cimiteriale si ammirano i numerosi sepolcri che si sovrappongono su di un triplice piano. Strato superiore: tombe terragne rettangolari, fabbricate sul posto al momento della

scavi archeologici. Lacco Ameno fu base di approdo della prima colonia greca in Occidente fin dal 780 a. C.; in età romana rappresentava il centro più importante dell’isola d’Ischia, com’è stato attestato da ruderi di villette,

sepoltura, costruite con muretti e ricoperte con tegole di scarto (VI-VIII sec. d. C.). Strato medio: sepolcri “a cappuccina” per i grandi, composti con undici tegoli; “a enkytrismoi” in anfore per i bambini (V sec. d. C.). Strato inferiore: “a cappuccina” del tipo greco-romano (IV sec. d. C.) e “a cassa” con soli tegoli.

Il complesso sacro ha una continuità storica che ci conduce agli albori del Cristianesimo e si rannoda con le civiltà greca e romana, come hanno dimostrato gli

La Chiesabagni termali, tempio dedicato ad numina, sepolcri insigni, ceramiche di lusso; fu base portuale per i col-legamenti marittimi con Pozzuoli e Neapolis.

Prima chiesa - Fin dal III s. d. C. fu centro dell’unità ecclesiale dell’isola; qui si trovano vestigia della prima basilica paleocristiana, del battistero per immersione, del cimitero cristiano, e i primitivi segni di croce. Durante l’invasione vanda-lica nell’Africa del Nord, occupata da Genserico (431), una “turba maxima clericorum” fugge in Campania re-cando con sé le cose più care; porta-no nella basilica di Lacco Ameno (“in loco qui dicitur Eraclius”) le reliquie e il culto di S. Restituta di Cartagine. Durante il pontificato di S. Gregorio Magno (598-605) il complesso sacro dedicato alla martire si arricchisce di beni terrieri, fino al punto che si costituisce un patrimonio, “la terra episcopatui s. sedis” o terra “Beati Petri”, simile ai tanti altri patrimoni terrieri istituiti da papa S. Gregorio Magno in Italia (598-605).

Seconda chiesa - Agli inizi del sec. IX la basilica paleocristiana fu distrutta a seguito dei drammatici eventi dello sbarco dei Mauri, che dal 18 al 21 agosto dell’812 occu-parono l’Insula major. Le reliquie di S. Restituta sono traslate nella ba-silica costantiniana di Napoli (845). Soltanto verso la fine del Mille, il

Lacco Ameno - Basilica di S. Restituta

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conte Marino fa costruire sulle ro-vine della prima basilica “at vicum” un horatorium ha nobo fundamine had onorem ipsius Christi virginis et martiris restitute e ne affida la cura spirituale ai monaci benedettini, re-sidenti sul monte Cementara (oggi Cimmiento), in Lacco Ameno.

Terza chiesa - Con l’accentuarsi degli sbarchi saraceni che colpiva-no, a sorpresa, e quasi senza scam-po, le popolazioni costiere, l’horato-rium viene ampliato. Il 1374 mons. Bartolomeo Bussolaro, vescovo d’Ischia, provvede alla costruzione di un muro difensivo intorno alle possessiones... et frabricare fecit domunculas cum clausuris sanctae

l’ampia volta e l’imponente facciata riecheggiante un tardo barocco. Il nuovo tempio fu dedicato a S. Maria del Carmine la cui immagine troneggia da una tavola di Decio Tramontano (1560), e che si venera ancora oggi.

Quinta chiesa - A seguito del si-sma del 1883 la chiesa fu lesionata nella volta e, per la munificenza del cardinale Guglielmo Sanfelice, arci-vescovo di Napoli, e di Mons. Gen-naro Portanova, vescovo d’Ischia, fu ristrutturata e allungata di un’altra campata. Per motivi precauzionali l’ing. Filippo Botta fece abbattere la volta e sostituirla con un sistema ligneo, alla beneventana, coperta con tegole marsigliesi; il soffitto a cassettoni poggia su 24 coppie di colonne e capitelli corinzi di legno; l’interno è scandito in dieci cappel-le. Oggi emerge una chiesa lignea decorata, incastonata nella struttura muraria di quella del Settecento.Questo nuovo tempio, con grande festa, fu inaugurato il 1886, come si legge sulla lapide marmorea posta sul lato destro entrando in chiesa.

restitute. Verso questo nuovo tempio sacro a S. Restituta si muovono an-nualmente pellegrinaggi dai villaggi dell’isola d’Ischia. In un documento del 1382 si legge: “Ali X de julio 22 galee de Provenza con li stendardi dello Duca (Luigi II d’Angiò, nominato erede del regno della regina Giovanna) andaro ad Ischia et fo ventura che tutta Ischia era andata (per la perdonan-za) a Santa Restituta et pigliaro lo Burgo”. Il 1470 la struttura del tempio di S. Restituta risulta ampliata e distinta in due corpi intercomunicanti “in suis edificibus, structuris et ornamentis”; e vi troviamo come rettore P. Pacifico da Sorrento, nominato con bolla di Sisto IV (25-2-1483). Il 13 gennaio 1590 Mons. Fabio Polverino, vescovo d’Ischia, assegna il complesso sacro di Santa Restituta con gli annessi terreni ai Padri Car-melitani di Napoli, obbligandoli ad erigere un monastero e una torre per rifugio dei religiosi e fedeli, in caso di incursioni nemiche. Di queste strutture, eseguite dal P. Simone De Bernardis, oggi resta soltanto la torre.

Quarta chiesa - Verso l’ultimo decennio del 1600, il priore p. Andrea Buo-nocore, edificò, sul lato sinistro, occupando una delle due chiesette interco-municanti, una chiesa più grande “da tutti universalmente applaudita”, per

Lacco Ameno - Basilica di S. Restituta: Dipinto che rappresenta S. Restituta sospesa per i capelli ad un palo

Lacco Ameno - Basilica di S. Restituta: Dipinto che rappresenta S. Restituta flagellata