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Laboratorio Montessori Competenze relazionali nella formazione degli educatori A cura di Furio Pesci

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Laboratorio Montessori

Competenze relazionalinella formazione degli educatori

A cura di Furio Pesci

@ Laboratorio MontessoriRoma - agosto 2015

ISBN 9788899209018

Contenuti

La psicologia positiva e l'educazione – di Furio PesciUn modo di essere – di Laura Aiello e Fathia SoufiL'arte di aiutare secondo la teoria di Robert Carkhuff – di Ilenia RamadoriGenitori efficaci. La teoria di Thomas Gordon – di Fathia SoufiLa comunicazione interpersonale nella teoria di Herbert Franta – di Andrea CardacciaAscolto attivo. La teoria di Colasanti e Mastromarino – di Luca PerroneAtteggiamenti dell'educatore – di Angela LauriaIl cooperative learning – di Gioia ConversiEducare insegnando. La teoria di Mario Comoglio – di Elisabetta di NapoliDirigere la scuola. La teoria di Thomas Sergiovanni – di Ester RuggieroL'animazione di gruppo nella teoria di Klaus Vopel – di Francesca R. Falcinelli

La psicologia positiva e l'educazionedi Furio Pesci

(1)

Le virtù nell'opera diM. Seligman e C. Peterson

Character Strenghts and Virtues

Oxford University Press

Riflessioni iniziali

Una domanda seria: cosa può dire la psicologia sulla felicità umana?

Una constatazione: la psicologia si è concentrata prevalentemente sul problema della patologia mentale.

Una prospettiva: costruire una classificazione della “eccellenza” e del benessere accanto a quella dei disturbi mentali (DSM).

Componenti della felicità

- Piacere

- Impegno

- Significato

Le Virtù

Saggezza e Conoscenza

Coraggio / Fortezza

Umanità

Giustizia

Temperanza

Trascendenza

Caratteristiche delle virtù (I)Contribuiscono alla realizzazione di una vita

buona per se stessi e per gli altri

Consentono di superare le avversità della vita

Producono risultati desiderabili (ma sono ricercate per se stesse, in quanto tali, anche in

mancanza di benefici concreti)

La loro diffusione tra gli individui arricchisce l'insieme e non è oggetto di rivalità e contese

Sono tratti individuali evidenti nel comportamento, nel pensiero, nei sentimenti,

nelle azioni

Caratteristiche delle virtù (II)

Sono oggetto di consenso nel confronto tra individui

Possono presentarsi in forme di “eccellenza” in alcuni individui

Possono risultare deboli o del tutto assenti in alcuni individui

Sono oggetto di specifica attenzione da parte delle istituzioni sociali

L'educazione e il sostegno alla loro pratica sono fini sociali rilevanti

Saggezza: capacità (cognitiva) di acquisizione e uso delle conoscenze

Coraggio/Fortezza: capacità (emotiva) che sviluppa l'esercizio della volontà per raggiungere obiettivi nonostante ostacoli e resistenze esterne ed interne

Umanità: capacità (interpersonale) di orientamento e cura nei confronti degli altri

Giustizia: capacità di vita civile che sta alla base di una sana vita di comunità

Temperanza: protezione contro gli eccessi

Trascendenza: capacità di stabilire connessioni con una realtà più grande e di cogliere il senso di questa realtà nella sua grandezza

Saggezza

Creatività (originalità, semplicità aperta a nuove influenze)

Curiosità (interesse, ricerca del nuovo, apertura a nuove esperienze)

Apertura mentale (giudizio, pensiero critico)

Amore della conoscenza

Percezione delle prospettive

Creatività

Le persone creative danno vita e corpo a idee nuove riconosciute nella loro originalità dagli altri

Queste nuove idee sono anche riconosciute per la loro positività, per il beneficio che recano alla vita della persona creativa stessa e/o di chi le è vicino

In questo senso la creatività è qualcosa di molto più diffuso e “quotidiano” della “genialità” comunemente intesa ed il suo valore sociale ne costituisce l'elemento determinante

Curiosità, interesse, ricerca del nuovo

Rappresentano il desiderio di conoscere, diffuso in tutte le persone, anche se in vario grado

Esperienze quotidiane:

- essere assorbiti da un film interessante

- leggere un libro senza rendersi conto del tempo che passa

- osservare il volo degli uccelli

- essere consapevoli della varietà dei sentimenti e delle consuetudini umane

Apertura di mente

Essere disposti a cambiare idea, se le proprie si rivelano fallaci, e a non considerare questa disposizione una debolezza

Essere disposti a considerare evidenze che non si accordano con le proprie convinzioni

Essere disposti a rivedere le proprie posizioni

Non credere che la prima impressione sia la miglior guida del giudizio

Non rifiutare a priori ciò che contraddice le proprie convinzioni

Amore del sapereImplica l'interesse continuo ad apprendere nuove

abilità, a soddisfare la curiosità, costruire più approfondite conoscenze o ad acquisirne di nuove

Chi ne è dotato

- è convinto che imparare sia un'esperienza piacevole

- si cura più di fare un buon lavoro che di trarne un vantaggio

- si impegna a fondo in ciò in vista dell'obiettivo

- riconosce i propri limiti attuali e si prepara a superarli.

Percezione delle prospettive

Rappresenta un livello superiore di conoscenza, di giudizio e della capacità di dare consiglio

Mette in grado di definire questioni e situazioni difficili sulla condotta e sul senso della vita

Implica sia razionalità sia sentimento

Amplia l'orizzonte del giudizio

Facilita la considerazione dei bisogni altrui

Facilita la considerazione dei propri limiti

Sollecita la riflessione sulla propria adeguatezza

Coraggio (Fortezza)

Valore

Persistenza (perseveranza, industriosità)

Integrità (autenticità, onestà)

Vitalità (entusiasmo, vigore, energia)

ValoreSi manifesta liberamente, senza coercizione

Implica la comprensione del rischio (non è temerarietà) e delle conseguenze

Il valore autentico affronta rischi autentici, si coglie in presenza della vulnerabilità, del rischio, del danno che possono implicare le azioni “valorose”

Il dominio della paura (non la mancanza di paura) è una caratteristica del valore

Il valore implica la capacità di valutare le azioni e il loro corso.

Perseveranza

È la volontaria continuazione di un agire orientato ad un fine nonostante ostacoli e difficoltà.

La perseveranza autentica si manifesta nello sforzo di fronte ad ostacoli autentici (non quando l'agire si colloca in un contesto favorevole o attraente)

Si tratta di un agire concreto e non solo di pensieri o intenzioni

Non è da confondere con l'insistenza su proprie convinzioni o modi di fare, che non caratterizza le persone autenticamente perseveranti

IntegritàEssere autentici e onesti con se stessi,

riconoscere i propri sentimenti, intenzioni, obiettivi

L'uomo integro

- preferisce essere se stesso alla “popolarità”

- farsi guidare dal proprio codice di valori

- non apprezza coloro che vogliono sembrare diversi o migliori di quello che sono

- mette in pratica ciò in cui crede

è sensibile ai bisogni degli altri,anche al costo della disapprovazione altrui

VitalitàSi fonda sull'esperienza soggettiva della propria

energia

Chi prova questa esperienza

- si sente “vivo” e vitale

- si sente dotato di spirito ed energia

- difficilmente prova sconforto o scoraggiamento

Questa energia è completamente diversa dalla pura e semplice “agitazione” e dal nervosismo, anche nelle loro forme, accettate socialmente, dell'efficienza fine a se stessa e senza riguardo al beneficio per gli altri.

Un modo di essereUn modo di essere

La teoria diLa teoria di

Carl R. RogersCarl R. Rogers

Laura AielloLaura Aiello

““Credo di sapere perché mi piaccia così tantoCredo di sapere perché mi piaccia così tanto

ascoltare qualcuno. ascoltare qualcuno.

E’ stato grazie all’ascolto delle persone E’ stato grazie all’ascolto delle persone

che ho imparato tutto ciò che so che ho imparato tutto ciò che so

circa gli individui, la personalità, le relazioni interpersonali... circa gli individui, la personalità, le relazioni interpersonali...

Dietro tutte le comunicazioni personali Dietro tutte le comunicazioni personali

che realmente ascolto che realmente ascolto

sembrano esserci delle ordinate leggi psicologiche,sembrano esserci delle ordinate leggi psicologiche,

aspetti dello stesso ordine che troviamo nell’universo aspetti dello stesso ordine che troviamo nell’universo

inteso come un tutto. inteso come un tutto.

(Rogers). (Rogers).

La gioia di ascoltareLa gioia di ascoltare

il pensiero di Rogers non è il pensiero di Rogers non è soltantosoltanto::

unauna teoria teoria e una e una tecnica psicologica nell’ambito della tecnica psicologica nell’ambito della relazione d’aiutorelazione d’aiuto (*)(*)

quanto quanto piuttostopiuttosto::

una una visione della natura umanavisione della natura umana, una , una filosofia dell’uomofilosofia dell’uomo

ogni persona è un mondo a sé stante, un mistero da scoprire individualmente, un ogni persona è un mondo a sé stante, un mistero da scoprire individualmente, un

organismo singoloorganismo singolo

poiché però questo microcosmo individuale vive in un contesto:poiché però questo microcosmo individuale vive in un contesto: partecipa armonicamente del macrocosmo che lo comprende, l’universo, partecipa armonicamente del macrocosmo che lo comprende, l’universo,

di cui condivide le leggi essenzialidi cui condivide le leggi essenziali

per conoscere l’uno non si può prescindere dall’altroper conoscere l’uno non si può prescindere dall’altro

conosciutone uno sappiamo qualcosa anche dell’altro.conosciutone uno sappiamo qualcosa anche dell’altro.

(*) (*) quella in cui, tra due soggetti, uno promuove la crescita dell’altro (come tra terapeuta e cliente, quella in cui, tra due soggetti, uno promuove la crescita dell’altro (come tra terapeuta e cliente,

insegnante e studente, genitore e figlio, ecc…)insegnante e studente, genitore e figlio, ecc…)

La tendenza attualizzanteLa tendenza attualizzante

l’uomo ha in sé una forza, un’energia, diretta allo sviluppo delle capacità utili al suo l’uomo ha in sé una forza, un’energia, diretta allo sviluppo delle capacità utili al suo

mantenimento, al suo arricchimento e alla sua riproduzione: questa energia è la mantenimento, al suo arricchimento e alla sua riproduzione: questa energia è la

tendenza attualizzantetendenza attualizzante. .

oltre ad essere una spinta vitale, innata in tutti gli organismi viventi, è anche il principio oltre ad essere una spinta vitale, innata in tutti gli organismi viventi, è anche il principio

dinamico dell’evoluzione dell’uomo, della specie, della natura; e, in quanto tale, è dinamico dell’evoluzione dell’uomo, della specie, della natura; e, in quanto tale, è

correlata alla correlata alla tendenza formativa dell’universotendenza formativa dell’universo. .

negli uomini, questa fondamentale tendenza dell’organismo ad attuare le proprie negli uomini, questa fondamentale tendenza dell’organismo ad attuare le proprie

potenzialità, costituisce anche la possibilità di:potenzialità, costituisce anche la possibilità di:

conoscersi conoscersi

comprendersicomprendersi

essere i migliori esperti di se stessi essere i migliori esperti di se stessi

e quindi, se serve, modificare il proprio concetto di sé, gli atteggiamenti di base e e quindi, se serve, modificare il proprio concetto di sé, gli atteggiamenti di base e

gli orientamenti comportamentali.gli orientamenti comportamentali.

La teoria dello sviluppoLa teoria dello sviluppo

della personalitàdella personalità

alla nascita, il bambino:alla nascita, il bambino:

ppercepisce la sua esperienza come se fosse la realtà, la sua esperienza è per lui la ercepisce la sua esperienza come se fosse la realtà, la sua esperienza è per lui la

sua realtàsua realtà

cconsidera positive le esperienze che percepisce favorevoli al suo mantenimento onsidera positive le esperienze che percepisce favorevoli al suo mantenimento

e al suo accrescimentoe al suo accrescimento

cconsidera negative le esperienze che vanno nella direzione contrariaonsidera negative le esperienze che vanno nella direzione contraria

cerca le esperienze che percepisce come positive ed evita quelle che percepisce cerca le esperienze che percepisce come positive ed evita quelle che percepisce

come negativecome negative

ppossiede una tendenza ad attualizzare le potenzialità del suo organismo ossiede una tendenza ad attualizzare le potenzialità del suo organismo

praticamente:praticamente:

egli è un organismo autonomo quanto al riconoscimento dei suoi bisogni e alla egli è un organismo autonomo quanto al riconoscimento dei suoi bisogni e alla

valutazione dei modi per soddisfarlivalutazione dei modi per soddisfarli

può crescere e svilupparsi armonicamente.può crescere e svilupparsi armonicamente.

ma se:ma se:

gli viene imposto uno stile di pensiero, una modalità di essere rigida, che non gli viene imposto uno stile di pensiero, una modalità di essere rigida, che non

gli appartiene, il bambino crea delle difese, e la sua evoluzione naturale viene in gli appartiene, il bambino crea delle difese, e la sua evoluzione naturale viene in

qualche modo bloccata, deviata. qualche modo bloccata, deviata.

L’incongruenzaL’incongruenzaprimissimi tempi di vitaprimissimi tempi di vita

il bambino riconosce organicamente i propri bisogni primari e valuta il modo di soddisfarli: il bambino riconosce organicamente i propri bisogni primari e valuta il modo di soddisfarli:

è quindi sicuro, ha fiducia in sé e nelle proprie capacità di determinarsiè quindi sicuro, ha fiducia in sé e nelle proprie capacità di determinarsi

successivamentesuccessivamente

compare la necessità di considerazione positiva (bisogno di amore, stima, affetto, protezione):compare la necessità di considerazione positiva (bisogno di amore, stima, affetto, protezione):

l’individuo si adopera per stimolare negli altri la considerazione di cui ha bisognol’individuo si adopera per stimolare negli altri la considerazione di cui ha bisogno

rischiorischio

questo può indurlo a dare maggiore importanza all’ascolto delle richieste degli questo può indurlo a dare maggiore importanza all’ascolto delle richieste degli altri (reali o presunte), anziché alle proprie, diffidando quindi delle proprie altri (reali o presunte), anziché alle proprie, diffidando quindi delle proprie percezioni e dei propri sentimenti; si genera insicurezza, fragilitàpercezioni e dei propri sentimenti; si genera insicurezza, fragilità

conseguenzaconseguenza

negando a se stesso il bisogno che ha suscitato quei comportamenti, il suo negando a se stesso il bisogno che ha suscitato quei comportamenti, il suo sviluppo risulta fuorviato, se non addirittura bloccato; la persona smette di sviluppo risulta fuorviato, se non addirittura bloccato; la persona smette di essere un organismo autonomo e di percepirsi come tale:essere un organismo autonomo e di percepirsi come tale:

si costruisce una ”facciata” che risponda alle aspettative e alle valutazioni si costruisce una ”facciata” che risponda alle aspettative e alle valutazioni esterneesterne

finchéfinché

l’immagine costruita “dal di fuori” risulta stretta, insufficiente, non corretta perché diversa da l’immagine costruita “dal di fuori” risulta stretta, insufficiente, non corretta perché diversa da quella percepita “dal di dentro” e quindi quella percepita “dal di dentro” e quindi incongruenteincongruente: si sentirà il bisogno di riconnettersi al : si sentirà il bisogno di riconnettersi al proprio sé senza sapere come farlo. proprio sé senza sapere come farlo.

mama

la terapia centrata sulla persona aiuta a riappropriarsi dell’io interiore e a sentirsi la terapia centrata sulla persona aiuta a riappropriarsi dell’io interiore e a sentirsi congruenticongruenti

La terapiaLa terapia

centrata sulla personacentrata sulla personaOgni individuo possiede le capacità di:Ogni individuo possiede le capacità di:

conoscersiconoscersi

modificarsimodificarsi

assumersi la responsabilità di realizzare i propri intendimenti nel rispetto del suo sé assumersi la responsabilità di realizzare i propri intendimenti nel rispetto del suo sé

(autenticamente)(autenticamente)

e quindi di:e quindi di:

divenire un organismo pienamente funzionantedivenire un organismo pienamente funzionante

Può però trovarsi in una situazione di malessere se nel corso della vita ha sviluppato Può però trovarsi in una situazione di malessere se nel corso della vita ha sviluppato

comportamenti incongruenti con la propria natura intimacomportamenti incongruenti con la propria natura intima

Il terapeuta :Il terapeuta :

favorisce lo sviluppo della persona = favorisce lo sviluppo della persona =

le consente di modificare in modo costruttivo le consente di modificare in modo costruttivo

quei comportamentiquei comportamenti non autenticinon autentici

creando nella relazione una situazione adatta, un “clima facilitante”, presupposto fondamentale creando nella relazione una situazione adatta, un “clima facilitante”, presupposto fondamentale

della terapiadella terapia

non dirige la terapianon dirige la terapia, non modella la persona secondo una tecnica, non risolve il problema , non modella la persona secondo una tecnica, non risolve il problema

mama promuove la crescita dell’individuo: lui solo, infatti, dall’interno della propria esperienza, promuove la crescita dell’individuo: lui solo, infatti, dall’interno della propria esperienza,

può sapere dove risieda l’incongruenzapuò sapere dove risieda l’incongruenza

Il terapeutaIl terapeuta Nella relazione terapeutica, la figura centrale è quella del Nella relazione terapeutica, la figura centrale è quella del cliente (*)cliente (*): :

egli, infatti, è in grado di realizzare in modo costruttivo il proprio progetto esistenziale. egli, infatti, è in grado di realizzare in modo costruttivo il proprio progetto esistenziale.

Il Il terapeutaterapeuta funge da risuonatore: funge da risuonatore:

come uno specchio, riflette e rimanda i significati che il cliente sperimenta e che egli, invece, è come uno specchio, riflette e rimanda i significati che il cliente sperimenta e che egli, invece, è in grado di percepire empaticamentein grado di percepire empaticamente

La terapia libera soltanto capacità già presenti in modo latente.La terapia libera soltanto capacità già presenti in modo latente.

Occorre però creare quelle condizioni favorevoli per Occorre però creare quelle condizioni favorevoli per

“ “una comunicazione valida ed un cambiamento costruttivo della personalità” una comunicazione valida ed un cambiamento costruttivo della personalità” (Rogers)(Rogers)

che più che dall’addestramento professionale, dipendono dai seguenti atteggiamenti del che più che dall’addestramento professionale, dipendono dai seguenti atteggiamenti del terapeuta:terapeuta:

ascolto attivo ascolto attivo oo comprensione empatica comprensione empatica autenticità autenticità oo congruenza congruenza o o genuinitàgenuinità accettazione positivaaccettazione positiva incondizionataincondizionata

(*) il termine cliente sottolinea il rifiuto di una patologia, e quindi di un paziente (non c’è un esperto alle cui cure affidarsi (*) il termine cliente sottolinea il rifiuto di una patologia, e quindi di un paziente (non c’è un esperto alle cui cure affidarsi

passivamente e che dall’esterno dice che cosa fare e come)passivamente e che dall’esterno dice che cosa fare e come)

Caratteristiche Caratteristiche

delladella

relazione terapeutica 1relazione terapeutica 1

1 ascolto attivo ascolto attivo oo

comprensione empaticacomprensione empatica

sapersi mettere in ascolto reale sapersi mettere in ascolto reale

dell’altrodell’altro

senza preconcetti né pregiudizisenza preconcetti né pregiudizi

riuscire ad entrare nel suo sistema riuscire ad entrare nel suo sistema

di riferimento interioredi riferimento interiore

percepire anche il non detto: percepire anche il non detto:

sensazioni, sentimentisensazioni, sentimenti

accogliere e comprendere i suoi accogliere e comprendere i suoi

significati significati

comunicare questa comprensionecomunicare questa comprensione

senza identificazione, come se si senza identificazione, come se si

trattasse di una persona sola ma con trattasse di una persona sola ma con

la consapevolezza di essere due la consapevolezza di essere due

entità distinteentità distinte

Caratteristiche Caratteristiche

delladella

relazione terapeutica 2relazione terapeutica 2

2 congruenza congruenza oo genuinità genuinità oo

autenticitàautenticità contatto intimo e profondo con ciò contatto intimo e profondo con ciò

che si prova realmenteche si prova realmente

non ignorare i propri sentimentinon ignorare i propri sentimenti

lasciarli venir fuorilasciarli venir fuori

comunicarlicomunicarli

non assumere atteggiamenti di non assumere atteggiamenti di

facciatafacciata

vivere nel rispetto del proprio modo vivere nel rispetto del proprio modo

di esseredi essere

essere se stessiessere se stessi

Caratteristiche Caratteristiche

delladella

relazione terapeutica 3relazione terapeutica 3

3 accettazione positiva accettazione positiva

incondizionataincondizionata

consentire ad un’altra persona di consentire ad un’altra persona di

essere se stessaessere se stessa

lasciare che sia e si esprima per lasciare che sia e si esprima per

quello che èquello che è

comunicarsicomunicarsi

non assumere atteggiamenti di non assumere atteggiamenti di

facciatafacciata

offrirle la certezza di essere offrirle la certezza di essere

comunque apprezzata, accolta, non comunque apprezzata, accolta, non

giudicatagiudicata

rispettarne la congruenzarispettarne la congruenza

Qual è il “modo di essere”Qual è il “modo di essere”

proposto da Rogers?proposto da Rogers?

Il Il modo di esseremodo di essere che restituisce all’individuo il senso della sua esistenza, del suo “essere umano”, che restituisce all’individuo il senso della sua esistenza, del suo “essere umano”, secondo Rogers, è quello:secondo Rogers, è quello:

centrato sulla personacentrato sulla persona

==

che: che: la rispetta nella sua molteplicità di aspetti la rispetta nella sua molteplicità di aspetti garantendole (anche nella relazione terapeutica):garantendole (anche nella relazione terapeutica):

la tranquillità di poter essere compresa profondamentela tranquillità di poter essere compresa profondamentela possibilità di essere congruente, autenticala possibilità di essere congruente, autenticala sicurezza di poter essere accettata positivamente, sempre e senza condizionila sicurezza di poter essere accettata positivamente, sempre e senza condizioni

rassicurandola di non essere sola, ma “contattabile” e quindi rassicurandola di non essere sola, ma “contattabile” e quindi una persona capace di dare e ricevereuna persona capace di dare e ricevereamoreamore

Occorre però:Occorre però: essere aperti e disponibiliessere aperti e disponibili rischiare se stessi come personerischiare se stessi come persone avvicinarsi all’altro senza etichette già pronteavvicinarsi all’altro senza etichette già pronte non reificare l’essere umano = non reificare l’essere umano =

non ridurre la complessità e la ricchezza della sua vita alla dimensione degli oggettinon ridurre la complessità e la ricchezza della sua vita alla dimensione degli oggetti restituirgli la sua particolaritàrestituirgli la sua particolarità

EsperireEsperire

L’atteggiamento empatico consente L’atteggiamento empatico consente

al terapeuta di:al terapeuta di: entrare nel mondo percettivo del clienteentrare nel mondo percettivo del cliente

contattare la realtà che questi sperimentacontattare la realtà che questi sperimenta

coglierne i diversi significati e sentimenti che vi fluiscono, di qualunque natura essi sianocoglierne i diversi significati e sentimenti che vi fluiscono, di qualunque natura essi siano

(negativi, positivi, sani o meno)(negativi, positivi, sani o meno)

tentarne una comunicazione. tentarne una comunicazione.

al cliente di:al cliente di: sentirsi accolto, compresosentirsi accolto, compreso

mettersi in ascolto della propria interioritàmettersi in ascolto della propria interiorità

esplorare visceralmente il esplorare visceralmente il flusso di esperienze sperimetate e percepite a livello psicofisiologicoflusso di esperienze sperimetate e percepite a livello psicofisiologico

==

il proprio il proprio esperireesperire

descrivere consapevolmente tale esperienzadescrivere consapevolmente tale esperienza

accettarlaaccettarla

procedere oltreprocedere oltre

L’isolamento:L’isolamento:

un circolo viziosoun circolo vizioso Il senso di solitudine può trasformarsi Il senso di solitudine può trasformarsi

in senso di isolamento esistenziale:in senso di isolamento esistenziale:

da se stessida se stessi - quando si crea - quando si crea incongruenza tra il proprio sé incongruenza tra il proprio sé interiore, autentico ma passibile interiore, autentico ma passibile d’incomprensione e non accettazione d’incomprensione e non accettazione da parte degli altri, e la “facciata” da parte degli altri, e la “facciata” facilmente amabile perché facilmente amabile perché corrisponde alle aspettative esterne, corrisponde alle aspettative esterne, ma non perfettamente combaciante ma non perfettamente combaciante con il flusso interno di sensazioni e con il flusso interno di sensazioni e sentimenti percepitisentimenti percepiti

dagli altridagli altri – lo spazio vuoto, tra – lo spazio vuoto, tra l’immagine percepita all’interno e l’immagine percepita all’interno e quella comunicata o vissuta quella comunicata o vissuta all’esterno, evidenzia l’assenza di una all’esterno, evidenzia l’assenza di una relazione in cui sia possibile relazione in cui sia possibile comunicare realmente se stessi e, comunicare realmente se stessi e, isolandolo, allontana il singolo isolandolo, allontana il singolo individuo dal genere umano nella sua individuo dal genere umano nella sua totalitàtotalità

incomunicabilità

alienazione

incongruenza

Il circolo virtuosoIl circolo virtuosol’alienazione può nascere da una sorta di l’alienazione può nascere da una sorta di circolo circolo

viziosovizioso::

incapaci di contattare autenticamente il incapaci di contattare autenticamente il proprio mondo interiore e di portare a livello proprio mondo interiore e di portare a livello cosciente questa esperienza, di saperla leggere cosciente questa esperienza, di saperla leggere consapevolmente, si arriva a pensare di non consapevolmente, si arriva a pensare di non poterla comunicare più a nessuno in modo poterla comunicare più a nessuno in modo congruente, neppure a se stessi, smarrendo la congruente, neppure a se stessi, smarrendo la sicurezza di poter essere compresi e accettati sicurezza di poter essere compresi e accettati senza giudiziosenza giudizio

sperimentare un clima empatico che inverte la sperimentare un clima empatico che inverte la tendenza negativa, invece, costituisce la tendenza negativa, invece, costituisce la premessa fondamentale per il cambiamento, per premessa fondamentale per il cambiamento, per l’avvio di un l’avvio di un nuovonuovo circolo virtuoso. circolo virtuoso.

infatti:infatti: il contatto con l’esterno, prima assente, viene il contatto con l’esterno, prima assente, viene

ristabilito in una comunicazione attenta, ristabilito in una comunicazione attenta, sensibile, partecipata sensibile, partecipata

sentirsi avvicinati, non giudicati e apprezzati, sentirsi avvicinati, non giudicati e apprezzati, restituisce libertà e autonomia: di essere restituisce libertà e autonomia: di essere persone in grado di sperimentare i propri persone in grado di sperimentare i propri sentimenti senza lottare contro la propria sentimenti senza lottare contro la propria natura, di sentirsi comunque degni di curanatura, di sentirsi comunque degni di cura

questo sguardo nuovo su se stessi, aperto e questo sguardo nuovo su se stessi, aperto e disponibile, consente di attivare le proprie disponibile, consente di attivare le proprie risorse interne, grazie alle quali modificare risorse interne, grazie alle quali modificare comportamenti inefficienticomportamenti inefficienti

accettazioneincondizionata

si attivano risorse interne =

possibilità di cambiarecomportamenti inefficienti

comunicazione empatica

Dalla terapia all’apprendimentoDalla terapia all’apprendimento L’atteggiamento empatico risulta efficace, al di là del rapporto terapeutico, nei più disparati contesti educativi. In L’atteggiamento empatico risulta efficace, al di là del rapporto terapeutico, nei più disparati contesti educativi. In

un’aula scolastica, ad esempio, l’apprendimento degli studenti migliora se gli insegnanti dimostrano di essere in ascolto e un’aula scolastica, ad esempio, l’apprendimento degli studenti migliora se gli insegnanti dimostrano di essere in ascolto e

partecipi:partecipi:

delle esperienze scolastiche dei ragazzidelle esperienze scolastiche dei ragazzi

del significato che questi vi attribuiscono del significato che questi vi attribuiscono

del come e quanto tali esperienze corrispondano alle esigenze della loro esistenzadel come e quanto tali esperienze corrispondano alle esigenze della loro esistenza

Occorre che educatori ed insegnantiOccorre che educatori ed insegnanti

siano consapevoli dell’importanza di un approccio centrato sulla persona, siano consapevoli dell’importanza di un approccio centrato sulla persona,

che stimoli la naturale curiosità degli studenti, che stimoli la naturale curiosità degli studenti,

riportando lo studio alla dimensione della motivazione e dell’interesse personaleriportando lo studio alla dimensione della motivazione e dell’interesse personale . .

Senza costrizioni e imposizioni esteriori:Senza costrizioni e imposizioni esteriori:

il sapere - è l’appagamento di un desiderioil sapere - è l’appagamento di un desiderio

le capacità individuali degli studenti - sono funzionali a tale processo, rafforzano autostima e fiducia in se stessile capacità individuali degli studenti - sono funzionali a tale processo, rafforzano autostima e fiducia in se stessi

gli insegnanti - diventano facilitatori dell’apprendimento, mettendo a disposizione esperienze e conoscenze personaligli insegnanti - diventano facilitatori dell’apprendimento, mettendo a disposizione esperienze e conoscenze personali

apprendere - è più semplice e affascinanteapprendere - è più semplice e affascinante

ConseguenzeConseguenze::

maggiore rispondenza tra interesse e conoscenzamaggiore rispondenza tra interesse e conoscenza

i ragazzi si aiutano e cooperano, anziché competere i ragazzi si aiutano e cooperano, anziché competere

muta la concezione stessa dell’educazionemuta la concezione stessa dell’educazione

““effetto rivoluzionario”: implicazioni anche amministrative, sociali, politiche effetto rivoluzionario”: implicazioni anche amministrative, sociali, politiche

si sfrutta il naturale potenziale umano di cambiamento, anziché condizionamenti coercitivisi sfrutta il naturale potenziale umano di cambiamento, anziché condizionamenti coercitivi

Il “kit” RogersIl “kit” Rogers Proviamo a riassumere il pensiero di Carl R. Rogers. Proviamo a riassumere il pensiero di Carl R. Rogers.

Parole-chiaveParole-chiave

ascoltoascolto Rivolto alla propria interiorità, percepita nella totalità di Rivolto alla propria interiorità, percepita nella totalità di

organismo fisico, sentimentale, intellettuale, spirituale; e organismo fisico, sentimentale, intellettuale, spirituale; e nella stessa ottica, al mondo interiore dell’altronella stessa ottica, al mondo interiore dell’altro

libertàlibertà di apprezzare la persona che si è e prendersene cura; di di apprezzare la persona che si è e prendersene cura; di

rispettare i propri bisogni psicologici; nell’essere capaci rispettare i propri bisogni psicologici; nell’essere capaci di chiedere aiuto; vivendo nel rispetto della propria di chiedere aiuto; vivendo nel rispetto della propria interiorità, consentendo lo stesso a coloro con cui siamo interiorità, consentendo lo stesso a coloro con cui siamo in relazione; nell’attivare i sentimentiin relazione; nell’attivare i sentimenti

fiduciafiducia nella possibilità di poter essere se stessi; nella capacità nella possibilità di poter essere se stessi; nella capacità

propria e dell’altro di mettersi in contatto, di cambiare; propria e dell’altro di mettersi in contatto, di cambiare; nella vita, nel processo vitale che è insito nell’universo, nella vita, nel processo vitale che è insito nell’universo, dal più piccolo organismo alle stelledal più piccolo organismo alle stelle

rischiorischio di accettare l’intimità - nell’ascolto, nella congruenza e di accettare l’intimità - nell’ascolto, nella congruenza e

nell’accettazione di sé e degli altri; di essere aperti alle nell’accettazione di sé e degli altri; di essere aperti alle nuove idee, prendendole in considerazione senza nuove idee, prendendole in considerazione senza escluderle a priori, mettendo in discussione le certezze; escluderle a priori, mettendo in discussione le certezze; di condividere con gli altri le responsabilità delle attività di condividere con gli altri le responsabilità delle attività che si svolgono insiemeche si svolgono insieme

consapevolezzaconsapevolezza della soddisfazione nell’essere accettati e capiti; della della soddisfazione nell’essere accettati e capiti; della

necessità di particolari qualità attitudinali nella necessità di particolari qualità attitudinali nella relazione con gli altri, per consentire loro di poter relazione con gli altri, per consentire loro di poter cambiare; dell’importanza di “essere presenti”, del “qui e cambiare; dell’importanza di “essere presenti”, del “qui e ora” che percepiamo interiormente, nonché nelle ora” che percepiamo interiormente, nonché nelle situazioni e con le persone; della facilità con cui le situazioni e con le persone; della facilità con cui le aspettative, all’interno di un rapporto, diventano aspettative, all’interno di un rapporto, diventano esigenze imposte; delle sensazioni o degli stati d’animo esigenze imposte; delle sensazioni o degli stati d’animo negativinegativi

responsabilitàresponsabilità di essere se stessi; d’impegnarsi; di essere attivi, creatividi essere se stessi; d’impegnarsi; di essere attivi, creativi

ascolto

responsabilità

consapevolezza

rischio

fiducia

libertà

persona totale

Le relazioni interpersonaliLe relazioni interpersonali

e la formazione di comunitàe la formazione di comunità Secondo la filosofia centrata sulla persona di Rogers:Secondo la filosofia centrata sulla persona di Rogers:

ogni individuo è una personalità pienamente funzionanteogni individuo è una personalità pienamente funzionante

= =

capace di autorealizzarsi capace di autorealizzarsi

Infatti, in un ambiente favorevole, empatico, è possibile modificare quei comportamenti inefficaci per il Infatti, in un ambiente favorevole, empatico, è possibile modificare quei comportamenti inefficaci per il raggiungimento di una crescita congruente. raggiungimento di una crescita congruente.

Anche nelle esperienze con i gruppi d’incontro, frequentati da molte persone contemporaneamente, Anche nelle esperienze con i gruppi d’incontro, frequentati da molte persone contemporaneamente, Rogers trasferisce e verifica le acquisizioni maturate durante gli incontri individuali della relazione Rogers trasferisce e verifica le acquisizioni maturate durante gli incontri individuali della relazione terapeutica più tradizionalmente intesa.terapeutica più tradizionalmente intesa.

Lo scopo, negli incontri di gruppo, è primariamente:Lo scopo, negli incontri di gruppo, è primariamente: facilitare la comunicazione e la crescita personale dei partecipantifacilitare la comunicazione e la crescita personale dei partecipanti vivere l’esperienza di essere se stessi in un contesto ampio, seppur “protetto”vivere l’esperienza di essere se stessi in un contesto ampio, seppur “protetto” costruire una comunità, anche se temporanea.costruire una comunità, anche se temporanea.

La valenza creatrice delle relazioni interpersonali può essere applicata in qualsiasi situazione o La valenza creatrice delle relazioni interpersonali può essere applicata in qualsiasi situazione o contesto che veda coinvolte delle persone: familiare, pedagogico, sociale. contesto che veda coinvolte delle persone: familiare, pedagogico, sociale.

La La costituzione di una comunitàcostituzione di una comunità ne rappresenta un esempio, ne rappresenta un esempio, mama il il senso di appartenenzasenso di appartenenza ad ad una comunità non è un dato di fatto: esso costituisce piuttosto il punto di arrivo, una comunità non è un dato di fatto: esso costituisce piuttosto il punto di arrivo, è un risultatoè un risultato, una , una conseguenza del percorso compiuto. Formare una comunità è un processo complesso, il cui compimento conseguenza del percorso compiuto. Formare una comunità è un processo complesso, il cui compimento passa attraverso una serie di fasi ben precise.passa attraverso una serie di fasi ben precise.

Esperienze con i gruppi: Esperienze con i gruppi:

apprendimentiapprendimentiMolteplici e variegate le acquisizioni, per lo stesso Rogers, maturate nei laboratori e con i Molteplici e variegate le acquisizioni, per lo stesso Rogers, maturate nei laboratori e con i

gruppi d’incontro.gruppi d’incontro.

sul sul piano personalepiano personale:: saper chiedere aiuto quando se ne sente il bisognosaper chiedere aiuto quando se ne sente il bisogno esprimere i propri sentimenti e le proprie fragilitàesprimere i propri sentimenti e le proprie fragilità rispettare i propri bisogni psicologicirispettare i propri bisogni psicologici assumersi la sola responsabilità di essere se stesso, forte dell’accettazione del gruppo d’aiutoassumersi la sola responsabilità di essere se stesso, forte dell’accettazione del gruppo d’aiuto

sul sul piano professionalepiano professionale:: condividere tutte le responsabilità della conduzione dei laboratori con il suo staffcondividere tutte le responsabilità della conduzione dei laboratori con il suo staff correre rischi che da soli difficilmente sarebbero affrontatecorrere rischi che da soli difficilmente sarebbero affrontate importanza e necessità di un approccio centrato sulla persona e di qualità come empatia, importanza e necessità di un approccio centrato sulla persona e di qualità come empatia,

congruenza, accettazione senza giudiziocongruenza, accettazione senza giudizio preparare più se stessi per il ruolo di facilitatori che non programmi predefiniti da svolgere preparare più se stessi per il ruolo di facilitatori che non programmi predefiniti da svolgere

con il gruppocon il gruppo

Come lo staff conduce il gruppoCome lo staff conduce il gruppo Incontri di laboratorio con i gruppi = sessioni di lavoro che possono durare pochi giorni o svariate settimane (a

volte anche in modo residenziale); i partecipanti sono differenti per età, genere, professione, cultura, provenienza geografica, credo politico o religioso.

Le acquisizioni maturate in ambito più specificamente terapeutico di:

modificare consapevolmente quei comportamenti che non consentono

di autodirezionare la propria esistenza,

permettendo così di realizzare capacità e intendimenti personali

possono facilmente essere trasposte ad altri contesti

La responsabilità della conduzione dei laboratori è condivisa dall’intero staff, che si connota come un gruppo di sostegno reciproco per tutti coloro che ne fanno parte:

il numero dei membri è piuttosto ridotto e si mantiene abbastanza costante nel corso del tempo

tutti si conoscono e collaborano già da molto tempo (ma ciascuno sviluppa anche lavori ed iniziative separatamente dagli altri)

nei giorni precedenti le sessioni di lavoro, lo staff trascorre molto tempo insieme

e si concentra non tanto nell’organizzare materiali e progetti, nel tentativo di impostare e schematizzare un programma, una “scaletta” (come erroneamente pensato all’inizio di queste esperienze), quanto semplicemente: nell’essere se stessi, fino al punto in cui ciascuno è in grado di arrivare

=

aprire, per quanto possibile, i canali percettivi

mantenere sveglia la sensibilità

allenarsi al contatto:

con se stessi - e quindi con la propria interiorità e con le sue esigenze, con gli aspetti ancora inesplorati delle proprie vite, con le difficoltà personali e relazionali

e con gli altri – e quindi, sperimentare la fiducia del lasciarsi andare e aprirsi

Verificare in prima persona, direttamente, questa possibilità nell’ambito dello staff, consentirà poi di attuarla all’interno del gruppo con maggiore familiarità e consapevolezza.

Il ruolo dello staffIl ruolo dello staff Nelle sessioni di lavoro con i gruppi, la presenza di uno staff e la sua azione di facilitazione risulta preziosa.

Specialmente all’inizio, infatti, il senso di comunità e l’assunzione del proprio potere personale possono non essere evidenti per i partecipanti: occorre un tempo, variabile e non prevedibile, di costruzione e di apprendimento

si delinea il ruolo dello staff: facilitatore di tale apprendimento:

ciascuno dei membri ha già sviluppato su di sé e con i compagni di lavoro,

all’interno del piccolo gruppo dello staff, la disposizione all’ascolto attivo, empatico

possono improntare alla stessa sensibilità e attenzione anche il gruppo più grande

del laboratorio

quest’ultimo viene contagiato dal desiderio di ascoltare che lo staff mostra

nei suoi confronti, offrendo ad ogni partecipante la libertà di essere accettato

per quello che è, senza giudizio né manipolazione

ascoltare tutti (anche i controcorrente, i fuori moda, i timidi, le posizioni assurde)

dare a tutti la risposta richiesta, ogni qualvolta il gruppo si dimentichi di farlo

o non ne sia in grado

essere a disposizione, disponibili anche ad addentrarsi nelle zone d’ombra dell’esistenza.

Via via che si costruisce il senso di comunità: conduzione e responsabilità sono condivise. Non interessa più che vi sia un leader, qualcuno che assuma la direzione del gruppo, in modo permanente e imposto.

Quando le persone sono avvicinate con questa apertura, esse dimostrano notevoli capacità nel guardare alle proprie esperienze esistenziali e nel modificare, se necessario, comportamenti incongruenti.

Formazione di una comunità: fasi caratteristicheFormazione di una comunità: fasi caratteristiche

Il processo di trasformazione di un gruppo qualsiasi, di un insieme variegato di individui, in Il processo di trasformazione di un gruppo qualsiasi, di un insieme variegato di individui, in una comunità presenta alcuni tratti caratteristiciuna comunità presenta alcuni tratti caratteristici

specialmente all’inizio:specialmente all’inizio: l’assenza di un leader, della direzione dello staff, di un programma ben precisol’assenza di un leader, della direzione dello staff, di un programma ben preciso la poca familiarità dei più a prestare ascolto, a cooperarela poca familiarità dei più a prestare ascolto, a cooperare

genera sfiducia, disagio, disorientamento, tensioni, ansiagenera sfiducia, disagio, disorientamento, tensioni, ansia si sviluppa:si sviluppa:

una tendenza ad agire senza consapevolezzauna tendenza ad agire senza consapevolezza a voler fare qualsiasi cosa pur di superare lo spaesamento provocato dall’ignoto e dall’incertezza a voler fare qualsiasi cosa pur di superare lo spaesamento provocato dall’ignoto e dall’incertezza

della situazione della situazione si vorrebbe una soluzione immediata a tutti i problemi, meglio se proveniente da risoluzioni si vorrebbe una soluzione immediata a tutti i problemi, meglio se proveniente da risoluzioni

esterne, da qualcuno “esperto”esterne, da qualcuno “esperto”

progressivamenteprogressivamente l’atteggiamento di facilitazione adottato dallo staff “dissipa le nubi” e impronta il lavoro alla l’atteggiamento di facilitazione adottato dallo staff “dissipa le nubi” e impronta il lavoro alla

comprensione e al rispetto reciprocicomprensione e al rispetto reciproci il laboratorio diviene l’occasione per affrontare i propri bisogni personali ed ogni persona vi il laboratorio diviene l’occasione per affrontare i propri bisogni personali ed ogni persona vi

partecipa attivamente partecipa attivamente il luogo dove si valutano idee, giudizi, scelte e decisioni viene trasferito o individuato il luogo dove si valutano idee, giudizi, scelte e decisioni viene trasferito o individuato

all’interno e non all’esterno della personaall’interno e non all’esterno della persona ognuno può sperimentare la diversità, costituita dall’essere se stessiognuno può sperimentare la diversità, costituita dall’essere se stessi Paradossalmente: proprio su questa consapevolezza personale sembra fondarsi l’unità di Paradossalmente: proprio su questa consapevolezza personale sembra fondarsi l’unità di

coscienza fra i partecipanti coscienza fra i partecipanti si apprende, anche se è acquisizione faticosa, a considerare bisogni e desideri di ognunosi apprende, anche se è acquisizione faticosa, a considerare bisogni e desideri di ognuno

ciascun gruppo possiede una sorta di sua propria saggezzaciascun gruppo possiede una sorta di sua propria saggezza

che gli consente di raggiungere i risultati possibili nel tempo a disposizioneche gli consente di raggiungere i risultati possibili nel tempo a disposizione

L’apprendimento L’apprendimento

della persona totaledella persona totale

Principale problema rilevato nell’educazione = scissione operata nella persona da educarePrincipale problema rilevato nell’educazione = scissione operata nella persona da educare da una parte:da una parte: mente, intelletto mente, intelletto dall’altra:dall’altra: mondo affettivo, sentimenti, corporeità mondo affettivo, sentimenti, corporeità

e, generalmente, solo i primi sono coinvolti nell’apprendimento e, generalmente, solo i primi sono coinvolti nell’apprendimento ma:ma:

riunire aspetto cognitivo ed esperenzialeriunire aspetto cognitivo ed esperenziale nella consapevolezza dello studente, restituirgli la sua unità psicofisica di nella consapevolezza dello studente, restituirgli la sua unità psicofisica di persona totale, è possibile e persino più proficuo; infatti se la conoscenza è collegata a:persona totale, è possibile e persino più proficuo; infatti se la conoscenza è collegata a:

esperienza esistenzialeesperienza esistenziale vissutivissuti esigenze personali di crescita e maturazioneesigenze personali di crescita e maturazione interessi interessi motivazioni interiorimotivazioni interiori

il sapere si integra alla vita e si ritrova l’entusiasmo di conoscere il sapere si integra alla vita e si ritrova l’entusiasmo di conoscere

occorre però riappropriarsi della responsabilità di:occorre però riappropriarsi della responsabilità di: essere soggetti attivi dell’apprendimentoessere soggetti attivi dell’apprendimento promuovere nuove situazioni in cui impararepromuovere nuove situazioni in cui imparare partecipare alla propria formazionepartecipare alla propria formazione

e quindi restituire allo studente la sua centralità durante l’intero percorso educativo; a lui spetta :e quindi restituire allo studente la sua centralità durante l’intero percorso educativo; a lui spetta : capire quali programmi lo interessano,capire quali programmi lo interessano, scoprire quali argomenti studiare o approfondirescoprire quali argomenti studiare o approfondirevalutare la significatività del suo apprendimentovalutare la significatività del suo apprendimento

L’educazione centrata sulla persona, rispettandone le istanze, si addice maggiormente alla natura L’educazione centrata sulla persona, rispettandone le istanze, si addice maggiormente alla natura dell’essere umanodell’essere umano

Modelli di educazione a confrontoModelli di educazione a confronto TradizionaleTradizionale

1 gli insegnanti detengono il sapere e lo gli insegnanti detengono il sapere e lo

insegnano: insegnano:

rappresentano il potere, l’autorità, gli studenti rappresentano il potere, l’autorità, gli studenti

obbedisconoobbediscono

2 è importante che cosa si impara: è importante che cosa si impara:

c’è una lezione “preconfezionata” detta in c’è una lezione “preconfezionata” detta in

classe, già pronta su un apposito libro; classe, già pronta su un apposito libro;

l’insegnamento viene concepito dall’alto, parte l’insegnamento viene concepito dall’alto, parte

dall’esterno di chi apprendedall’esterno di chi apprende

3 s’impone una disciplina, mantenuta con la s’impone una disciplina, mantenuta con la

paura o la minaccia:paura o la minaccia:

spesso vi è un clima di terrore, che crea ansia e spesso vi è un clima di terrore, che crea ansia e

sfiduciasfiducia

4 si evita il cambiamento, fa paura; si eliminano si evita il cambiamento, fa paura; si eliminano

o si evitano le condizioni che lo implicanoo si evitano le condizioni che lo implicano

5 gli studenti non interferiscono nella politica gli studenti non interferiscono nella politica

educativa, sono passivi destinatari:educativa, sono passivi destinatari:

non c’è posto per persone totali ma solo per non c’è posto per persone totali ma solo per

menti da forgiarementi da forgiare

6 è orientata al risultato; un esaminatore valuta è orientata al risultato; un esaminatore valuta

se e quanto è stato recepito oggettivamente se e quanto è stato recepito oggettivamente

dallo studente, quanto abbia imparato in dallo studente, quanto abbia imparato in

relazione ai programmi previstirelazione ai programmi previsti

UmanisticaUmanistica

1 l’insegnante è congruente, comprensivo e l’insegnante è congruente, comprensivo e

rispettoso del mondo privato dello studenterispettoso del mondo privato dello studente

la responsabilità dell’apprendimento è condivisa la responsabilità dell’apprendimento è condivisa

con gli studenti e, se possibile, anche con tutti gli con gli studenti e, se possibile, anche con tutti gli

altri membri della collettività (scolastica o altri membri della collettività (scolastica o

accademica e sociale)accademica e sociale)

2 è importante imparare ad imparare:è importante imparare ad imparare:

apprendimento significativo, che prevede il fare, apprendimento significativo, che prevede il fare,

un’esperienza diretta; nasce per interesse e un’esperienza diretta; nasce per interesse e

curiosità, spontaneamente; c’è una motivazione curiosità, spontaneamente; c’è una motivazione

interiore, l’individuo è coinvolto come persona interiore, l’individuo è coinvolto come persona

totale; la direzione è autodefinita, lo sviluppo dei totale; la direzione è autodefinita, lo sviluppo dei

programmi è autonomoprogrammi è autonomo

3 la responsabilità è personale, l’autodisciplina è la responsabilità è personale, l’autodisciplina è

una naturale conseguenza; il clima facilitante, una naturale conseguenza; il clima facilitante,

sviluppa autostima e fiducia in se stessi; è più sviluppa autostima e fiducia in se stessi; è più

agevole cooperareagevole cooperare

4 constatata l’inevitabilità del cambiamento, constatata l’inevitabilità del cambiamento,

s’impara a contemplarlo, a saperlo attuares’impara a contemplarlo, a saperlo attuare

5 lo studente è parte attiva della politica educativalo studente è parte attiva della politica educativa

6 è orientata al processo; lo studente si autovaluta, è orientata al processo; lo studente si autovaluta,

verifica se l’apprendimento è significativo, verifica se l’apprendimento è significativo,

integrato alla propria esperienzaintegrato alla propria esperienza

Un modo di essere

Carl Rogers

Fathia Soufi

Introduzione

“Io ho tendenza ad imparare dalle esperienze più intense e più piccole che illuminano i diversi aspetti di quello che sto facendo.” (C. Rogers)

“Io ho tendenza ad imparare dalle esperienze più intense e più piccole che illuminano i diversi aspetti di quello che sto facendo.” (C. Rogers)

• Carl Rogers, psicologo clinico americano, ha promosso lo sviluppo dell’individuo nelle sue terapie elaborando un “approccio centrato sulla persona”.

• Inoltre ha reso la psicologia autonoma e scientifica.

• Carl Rogers, psicologo clinico americano, ha promosso lo sviluppo dell’individuo nelle sue terapie elaborando un “approccio centrato sulla persona”.

• Inoltre ha reso la psicologia autonoma e scientifica.

• L’approccio centrato sulla persona cerca di dare l’opportunità ad altri di esprimere il proprio modo di essere totale e sincero.

• Il modo di essere di ognuno di noi è l’espressione delle nostre risorse di autocomprensione ed è quello che ci concede di modificare i nostri comportamenti, se riconosciamo la base dei nostri valori all’interno di noi stessi.

L’autenticità• L’essere autentico è un

processo positivo quando l’esperienza del momento è consapevole, accettata dall’individuo e viene espressa attraverso la comunicazione.

• “Trovo molto gratificante quando posso essere vero, quando posso sentirmi in contatto con qualcosa che procede in me” (C. Rogers)

• “Trovo molto gratificante quando posso essere vero, quando posso sentirmi in contatto con qualcosa che procede in me” (C. Rogers)

• Esperienza Consapevolezza Comunicazione Congruenza→ → →

• L’autenticità genera benessere perché stimola l’interlocutore ad essere più trasparente nel suo modo di essere e a diventare autentico a sua volta.

• La congruenza è il cardine per la convivenza in un clima autentico.

• Esperienza Consapevolezza Comunicazione Congruenza→ → →

• L’autenticità genera benessere perché stimola l’interlocutore ad essere più trasparente nel suo modo di essere e a diventare autentico a sua volta.

• La congruenza è il cardine per la convivenza in un clima autentico.

La fiducia in sè

• La fiducia in sè è il punto di partenza per qualsiasi relazione costruttiva. Nell’assenza di fiducia non si può parlare di un vero e proprio rapporto benefico in un clima autentico.

• “Sento che non posso fare molto per gli altri fino a che non scopro me stessa” (una paziente di C. Rogers)

• La fiducia in se è intesa come la comprensione di se stessi, quindi come l’accettazione di qualsiasi sentimento senza reprimerlo o occultarlo.

• Accettazione Comprensione Fiducia Congruenza→ → →

• La fiducia in se è intesa come la comprensione di se stessi, quindi come l’accettazione di qualsiasi sentimento senza reprimerlo o occultarlo.

• Accettazione Comprensione Fiducia Congruenza→ → →

• Quando una persona ha fiducia in se è evidente che può decidere il valore delle sue esperienze senza l’influenza esterna.

• Quando una persona ha fiducia in se è evidente che può decidere il valore delle sue esperienze senza l’influenza esterna.

L’apprezzamento• L’apprezzamento è

riconosciuto come una delle qualità che meglio promuove la crescita dell’individuo.

• L’apprezzamento comporta delle conseguenze benefiche sul comportamento di chi riceve questa approvazione

• “Quando sono apprezzato, fiorisco e mi espando, sono una persona interessante”

(C.Rogers)

• Con l’apprezzamento la persona:

• Accetta il proprio sè• Prende cura di sè• Si costruisce una sua

identità• Promuove la propria

crescita• Favorisce la propria

creatività

• Con l’apprezzamento la persona:

• Accetta il proprio sè• Prende cura di sè• Si costruisce una sua

identità• Promuove la propria

crescita• Favorisce la propria

creatività

L’interagire

• Le relazioni interpersonali sono l’essenza dell’apprendimento. Interagendo, l’individuo viene a conoscenza di ogni aspetto di se stesso e dei suoi sentimenti e arricchisce le sue esperienze in modo costruttivo.

● Interazione comprensione di sè attraverso l’altro→

● Interazione → partecipazione gratificante

• Le relazioni interpersonali sono l’essenza dell’apprendimento. Interagendo, l’individuo viene a conoscenza di ogni aspetto di se stesso e dei suoi sentimenti e arricchisce le sue esperienze in modo costruttivo.

● Interazione comprensione di sè attraverso l’altro→

● Interazione → partecipazione gratificante

Tuttavia, l’interagire con un altro deve avere un ritmo ben definito:

• apertura e espressione • assimilazione• flusso e cambiamento• rischio e angoscia

Tuttavia, l’interagire con un altro deve avere un ritmo ben definito:

• apertura e espressione • assimilazione• flusso e cambiamento• rischio e angoscia

La consapevolezza• La conoscenza o consapevolezza

riguarda essenzialmente l’accettazione in maniera integrale e completa di un qualsiasi sentimento sperimentato intimamente o espresso in modo manifesto.

• Il “flusso evoluzionistico” è il continuum degli aspetti del Sé più profondi di un individuo con la sua tendenza all’evoluzione.

• Il “flusso evoluzionistico” è il continuum degli aspetti del Sé più profondi di un individuo con la sua tendenza all’evoluzione.

●L’ accettazione del sentimento sperimentato →La conoscenza del Sé

● La conoscenza del Sé o la consapevolezza è benefica e comunica con lo spirito altrui.

●L’ accettazione del sentimento sperimentato →La conoscenza del Sé

● La conoscenza del Sé o la consapevolezza è benefica e comunica con lo spirito altrui.

L’esperire• L’esperire si definisce come lo

sperimentare il proprio Sé conscio razionale unito al Sé profondo emotivo.

• L’esperire è la base per la crescita dell’individuo; rinunciare al Sé profondo provoca solitudine.

• Il “flusso dell’esperire” continuo si muove all’interno dell’individuo e si accorda con le esperienze che possono maturare ulteriormente.

• Il “flusso dell’esperire” continuo si muove all’interno dell’individuo e si accorda con le esperienze che possono maturare ulteriormente.

• Comprendere il proprio flusso dell’esperire significa rischiare e desiderare di essere una persona indipendente, agendo sulla base dei propri valori.

• L’empatia o la sensibilità di qualcuno favorisce il “flusso dell’esperire”, e chi ne beneficia può effettivamente sentirsi valorizzato e prendere cura di sè.

• Comprendere il proprio flusso dell’esperire significa rischiare e desiderare di essere una persona indipendente, agendo sulla base dei propri valori.

• L’empatia o la sensibilità di qualcuno favorisce il “flusso dell’esperire”, e chi ne beneficia può effettivamente sentirsi valorizzato e prendere cura di sè.

L’integralità

• La nostra tendenza è di attribuire una valutazione chiaramente superiore all’aspetto razionale rispetto a quello emozionale.

• L’integralità è l’unione e il giusto collegamento dell’elemento “affettivo-esperenziale”con quello cognitivo portati alla consapevolezza.

• La nostra tendenza è di attribuire una valutazione chiaramente superiore all’aspetto razionale rispetto a quello emozionale.

• L’integralità è l’unione e il giusto collegamento dell’elemento “affettivo-esperenziale”con quello cognitivo portati alla consapevolezza.

● Il profitto scolastico

● L’interesse creativo e produttività

● La fiducia in sè

● Il miglioramento delle competenze

● L’atmosfera positiva

• Chi educa ha il compito di coinvolgere tutta la persona prendendo in considerazione l’elemento cognitivo e quello “affettivo-esperienzale”.

• Alcune ricerche scientifiche hanno riscontrato effetti positivi su questi atteggiamenti.

La libertà di agire come essere totale

• “L’uomo perfetto… non interferisce nella vita degli esseri verso la loro libertà”. (Buber, 1957)

• Per libertà di agire come essere totale si intende la libertà d’azione dell’uomo nelle sue scelte personali.

• Soltanto l’approccio umanistico favorisce la libertà dell’individuo, perché considera i valori umani ed evita l’autoritarismo.

• Soltanto l’approccio umanistico favorisce la libertà dell’individuo, perché considera i valori umani ed evita l’autoritarismo.

“Se evito di comandare agli uomini, essi agiscono da soli [...]

se evito di impormi sugli uomini, essi diventano se stessi.” (Friedman)

“Se evito di comandare agli uomini, essi agiscono da soli [...]

se evito di impormi sugli uomini, essi diventano se stessi.” (Friedman)

• Questa massima ci fa

riflettere; la libertà promuove l’autoeducazione. Il contrario causa la diseducazione.

La realtà interna• La realtà interna che noi

conosciamo è il mondo come lo percepiamo e come lo sperimentiamo nel momento presente .

• Un mondo ideale sarebbe quello dove ognuno di noi accettasse il fatto che esistono diverse realtà quante sono le persone.

• Un mondo ideale sarebbe quello dove ognuno di noi accettasse il fatto che esistono diverse realtà quante sono le persone.

Nell’educazione questo approccio dimostrerebbe concretamente

la sua efficacia.

• Anche se questo metodo costa tante perplessità e scelte complesse, prenderlo in considerazione sembra essere un modo efficace per orientarci verso la nostra crescita.

• Anche se questo metodo costa tante perplessità e scelte complesse, prenderlo in considerazione sembra essere un modo efficace per orientarci verso la nostra crescita.

L’empatia• Con empatia, o sensibilità, intendiamo il grado di percezione

di un ascoltatore accurato e la facoltà di rimandare all’altro una risposta appropriata rispetto a ciò che è stato compreso.

• Essere empatico significa percepire ciò che prova l’altro.

• Con empatia, o sensibilità, intendiamo il grado di percezione di un ascoltatore accurato e la facoltà di rimandare all’altro una risposta appropriata rispetto a ciò che è stato compreso.

• Essere empatico significa percepire ciò che prova l’altro.

L’empatia:

- Dissolve l’alienazione

- Stimola l’accettazione di sè (la persona è apprezzata)

- L’assenza di giudizio favorisce l’autostima

L’empatia:

- Dissolve l’alienazione

- Stimola l’accettazione di sè (la persona è apprezzata)

- L’assenza di giudizio favorisce l’autostima

• Secondo alcune ricerche scientifiche l’empatia è la prima qualità del terapista.

• L’essere empatico è un processo naturale, ma può essere sviluppato tramite l’esperienza e l’insegnamento.

La tendenza attualizzante

• Capire l’individuo vuol dire comprenderlo nella sua interezza; su questa base si fonda la tendenza all’evoluzione della persona.

• La tendenza attualizzante è la natura stessa della vita ed è presente finché l’organismo è vivo.

• La tendenza attualizzante è la natura stessa della vita ed è presente finché l’organismo è vivo.

• Ogni organismo vivente sul pianeta possiede la propria tendenza attualizzante; si tratta del flusso sottile che tende alla realizzazione costruttiva.

• Nell’individuo la tendenza attualizzante si afferma con la necessità di conoscere il proprio Sé per mezzo del gioco e dell’esplorazione. Rappresenta anche un indicatore per colui che vuole aiutare.

• Nell’individuo la tendenza attualizzante si afferma con la necessità di conoscere il proprio Sé per mezzo del gioco e dell’esplorazione. Rappresenta anche un indicatore per colui che vuole aiutare.

L’approccio centrato sulla persona• L’approccio centrato sulla persona si basa sulla fiducia nelle

capacità dell’uomo.

• L’approccio centrato sulla persona si basa sulla fiducia nelle capacità dell’uomo.

Il clima favorevole è fatto di:

• Autenticità

• Accettazione

• Comprensione empatica

Il clima favorevole è fatto di:

• Autenticità

• Accettazione

• Comprensione empatica

• L’A.P.C. facilita l’autocomprensione e la realizzazione dell’individuo che utilizza le proprie risorse in un clima favorevole.

• Nelle nostre società si è affermato un atteggiamento da parte dell’uomo che valorizza maggiormente i diritti umani iniziandoci all’autodeterminazione. Rogers ci incoraggia a procedere ad un’educazione più centrata sulla persona.

• Nelle nostre società si è affermato un atteggiamento da parte dell’uomo che valorizza maggiormente i diritti umani iniziandoci all’autodeterminazione. Rogers ci incoraggia a procedere ad un’educazione più centrata sulla persona.

La tecnica non direttiva

• Rogers ha elaborato la tecnica non direttiva come una “filosofia della vita e delle relazioni umane” , che lascia spazio libero ai rapporti umani.

• Nella tecnica non direttiva chi ascolta crede nelle capacità di chi vuole essere aiutato.

• Rogers ha elaborato la tecnica non direttiva come una “filosofia della vita e delle relazioni umane” , che lascia spazio libero ai rapporti umani.

• Nella tecnica non direttiva chi ascolta crede nelle capacità di chi vuole essere aiutato.

• La tecnica non direttiva nell’educazione:

questo approccio si rivela efficace dove il principio è la fiducia. L’insegnante instaura un clima favorevole per la crescita del discente.

• Senza fiducia non c’è successo sociale ovvero riconoscimento delle proprie capacità. L’assenzdi fiducia rappresenta un pericolo per l’autostima dell’allievo.

• Senza fiducia non c’è successo sociale ovvero riconoscimento delle proprie capacità. L’assenzadi fiducia rappresenta un pericolo per l’autostima dell’allievo.

L’ascolto

• Per Rogers l’ascolto è “assoluto”. Qui la proposta è di ascoltare tutta quanta la persona (“parole, pensieri, intenzioni”); persino il tono della voce è un valido indicatore di comprensione.

• Ascoltare genera benessere, gioia profonda e contribuisce allo sviluppo della persona.

• “E’ stato grazie all’ascolto delle persone che ho imparato tutto sugli individui”. (C. Rogers)

• Con l’ascolto la persona si sente una componente essenziale nell’universo.

• Con l’ascolto la persona si sente una componente essenziale nell’universo.

• Anche se l’ascolto si presenta come un duro esercizio, rimane una qualità straordinaria e generatrice di grande sollievo e benessere.

• Anche se l’ascolto si presenta come un duro esercizio, rimane una qualità straordinaria e generatrice di grande sollievo e benessere.

I giovani

• Rogers crede nei giovani perché rappresentano una forza rigeneratrice e positiva:

• I giovani ci educano con la loro genuinità.

• I rapporti sono più abbordabili, meno rigidi e meno sulla difensiva.

• I giovani saranno gli innovatori di un approccio più umanistico, perché considerano le persone nella loro totalità.

• Rogers crede nei giovani perché rappresentano una forza rigeneratrice e positiva:

• I giovani ci educano con la loro genuinità.

• I rapporti sono più abbordabili, meno rigidi e meno sulla difensiva.

• I giovani saranno gli innovatori di un approccio più umanistico, perché considerano le persone nella loro totalità.

Le caratteristiche della loro personalità sono:

• apertura• desiderio di autenticità e

di totalità• continua trasformazione• dedizione sincera• atteggiamento positivo

verso la natura• fiducia nel Sé profondo

emotivo• aspirazione alla spiritualità

Le caratteristiche della loro personalità sono:

• apertura• desiderio di autenticità e

di totalità• continua trasformazione• dedizione sincera• atteggiamento positivo

verso la natura• fiducia nel Sé profondo

emotivo• aspirazione alla spiritualità

La funzione del terapista

• La funzione del terapista è uno scambio a partire dai valori umani. Il cliente è un essere fragile e richiede aiuto, perciò il terapista creerà un clima favorevole.

• Il terapista da l’impulso e sarà il promotore della crescita personale rispettando “l’unità dell’affettivo-esperienziale con il cognitivo”.

• Gli atteggiamenti del terapista saranno pertinenti al contesto.

• L’empatia e l’autenticità sono fondamentali e si acquisiscono con l’esperienza.

• L’ascolto, l’autocritica e il non giudicare ugualmente importanti.

• L’approccio umanistico del terapista permette al cliente di autocomprendersi ed avere fiducia in se stesso.

• Gli atteggiamenti del terapista saranno pertinenti al contesto.

• L’empatia e l’autenticità sono fondamentali e si acquisiscono con l’esperienza.

• L’ascolto, l’autocritica e il non giudicare ugualmente importanti.

• L’approccio umanistico del terapista permette al cliente di autocomprendersi ed avere fiducia in se stesso.

Le sfide delle professioni di aiutoRogers ha collaborato 40 anni

con diverse organizzazioni in campo educativo. Ha reso la psicologia clinica scientifica e l’ha liberata dall’autorità della psichiatria.

• Il fondamento della psicologia contemporanea è l’A. C. P., la volontà di portare il cliente alla realizzazione costruttiva attraverso le proprie risorse.

• Il fondamento della psicologia contemporanea è l’A. C. P., la volontà di portare il cliente alla realizzazione costruttiva attraverso le proprie risorse.

• Le qualità necessarie alla professione d’aiuto dipendono dall’esperienza e dalla conoscenza. Questi requisiti devono rispettare l’integralità dell’uomo:

• Comprensione dell’uomo nella sua totalità.

• Apporto di idee innovatrici.

• Cooperazione con gli altri.

• Sostegno alle comunità di minoranze.

• Le qualità necessarie alla professione d’aiuto dipendono dall’esperienza e dalla conoscenza. Questi requisiti devono rispettare l’integralità dell’uomo:

• Comprensione dell’uomo nella sua totalità.

• Apporto di idee innovatrici.

• Cooperazione con gli altri.

• Sostegno alle comunità di minoranze.

L’educazione del futuro

• Un bambino che può esprimersi è autentico, comunicativo, sensibile e curioso. Per il suo sviluppo queste qualità dovranno essere orientate nel rispetto delle sue tendenze.

• Un bambino che può esprimersi è autentico, comunicativo, sensibile e curioso. Per il suo sviluppo queste qualità dovranno essere orientate nel rispetto delle sue tendenze.

• L’educazione, secondo Rogers è orientata sull’interesse dell’uomo, ovvero su un approccio centrato sulla persona in un contesto familiare e positivo.

L’educazione del futuro vuole:

• Un clima di fiducia che promuova la curiosità e l’apprendimento

• Una cooperazione reciproca

• Stimolare l’autostima

• L’introspezione e la fiducia neivalori personali

L’educazione del futuro vuole:

• Un clima di fiducia che promuova la curiosità e l’apprendimento

• Una cooperazione reciproca

• Stimolare l’autostima

• L’introspezione e la fiducia nei valori personali

La comunità• In un gruppo le persone parlano spontaneamente ed

esprimono i propri sentimenti. Chi prende la parola tocca inconsciamente l’insieme del gruppo.

• Da questo risulta che le persone trovano un senso di sollievo, sentono conforto, e si identificano nella storia dell’altro.

• Da questo risulta che le persone trovano un senso di sollievo, sentono conforto, e si identificano nella storia dell’altro.

• Ognuno si esprime individualmente rispettando gli altri. Gradualmente l’ego diminuisce, l’individuo procede ad un’analisi interiore per risolvere i suoi problemi.

• Ognuno si esprime individualmente rispettando gli altri. Gradualmente l’ego diminuisce, l’individuo procede ad un’analisi interiore per risolvere i suoi problemi.

• L’esperienza dei vari sentimenti nella comunità è un processo naturale. Anche se l’individuo sente la sofferenza del cambiamento e si perde, accetta comunque questa rivoluzione perché sa che ci saranno delle prospettive positive.

• L’esperienza dei vari sentimenti nella comunità è un processo naturale. Anche se l’individuo sente la sofferenza del cambiamento e si perde, accetta comunque questa rivoluzione perché sa che ci saranno delle prospettive positive.

L’arte di aiutareL’arte di aiutare

secondo la teoria secondo la teoria

di Robert Carkhuffdi Robert Carkhuff

Ilenia RamadoriIlenia RamadoriTutti noi – nessuno escluso – siamo nati con le potenzialità per crescere. Tutti noi – nessuno escluso – siamo nati con le potenzialità per crescere.

Se impariamo a mettere in pratica questo potenziale, vivremo una vita di Se impariamo a mettere in pratica questo potenziale, vivremo una vita di intensità e di pienezza indicibili. Riusciremo a sviluppare delle risposte di intensità e di pienezza indicibili. Riusciremo a sviluppare delle risposte di crescita che ci permetteranno di andare ovunque e di fare qualsiasi cosa. crescita che ci permetteranno di andare ovunque e di fare qualsiasi cosa.

Se non impariamo a concretizzare questo potenziale, la nostra vita sarà Se non impariamo a concretizzare questo potenziale, la nostra vita sarà infelice ed inutile. infelice ed inutile.

R. Carkhuff R. Carkhuff

RELAZIONE D’AIUTO: RELAZIONE D’AIUTO:

CARATTERI GENERALI E TERMINOLOGIACARATTERI GENERALI E TERMINOLOGIA

La La Relazione di aiutoRelazione di aiuto ( (helpinghelping) consiste ) consiste in un processo attraverso il quale un in un processo attraverso il quale un “operatore” (generalmente detto “operatore” (generalmente detto helperhelper), ), con le sue abilità empatiche e con con le sue abilità empatiche e con l’impiego di programmi specifici, stimola l’impiego di programmi specifici, stimola e migliora le qualità interpersonali di un e migliora le qualità interpersonali di un “utente” (“utente” (helpeehelpee) in difficoltà.) in difficoltà.

La La Relazione di aiutoRelazione di aiuto permette la crescita permette la crescita dell’individuo e lo sviluppo delle sue dell’individuo e lo sviluppo delle sue risorse umane: risorse umane: risorse fisiche, risorse risorse fisiche, risorse emotive, risorse intellettuali.emotive, risorse intellettuali.

Helper Helper eded helpee helpee collaborano ed collaborano ed interagiscono tra loro creando un “filo interagiscono tra loro creando un “filo conduttore”, ossia la giusta sintonia conduttore”, ossia la giusta sintonia propria di una propria di una Relazione di aiutoRelazione di aiuto efficace. efficace.

Riciclare: -esplorazione

-comprensione-azione

Riciclare: -esplorazione

-comprensione-azione

FeedbackFeedback

-Fissare obiettivi-Programmare

-Fissare scadenze/Rinforzi/Passi

-Fissare obiettivi-Programmare

-Fissare scadenze/Rinforzi/Passi

Azione/

Iniziare

Azione/

Iniziare

-Coinvolgere-Prestare attenzione

-Rispondere-Personalizzare

-Coinvolgere-Prestare attenzione

-Rispondere-Personalizzare

Insight Insight

terminologiaterminologia

NASCITA ED EVOLUZIONE DELLE NASCITA ED EVOLUZIONE DELLE

RELAZIONI D’AIUTORELAZIONI D’AIUTO

La necessità dell’aiuto professionale (La necessità dell’aiuto professionale (helping professionshelping professions) nasce negli anni ) nasce negli anni Sessanta, a seguito della nuova fase di crescita produttiva nei paesi a forte Sessanta, a seguito della nuova fase di crescita produttiva nei paesi a forte industrializzazione.industrializzazione.

La conseguente espansione economica provoca un’eccessiva ricerca del benessere, La conseguente espansione economica provoca un’eccessiva ricerca del benessere, causando spostamenti di massa verso centri urbani di maggior sviluppo, la nascita causando spostamenti di massa verso centri urbani di maggior sviluppo, la nascita di metropoli sovrappopolate e caotiche, la fusione ed il confronto con razze ed etnie di metropoli sovrappopolate e caotiche, la fusione ed il confronto con razze ed etnie diverse, l’esigenza di mobilità.diverse, l’esigenza di mobilità.

La nuova epoca di benessere apparente modifica il modo di vivere degli individui La nuova epoca di benessere apparente modifica il modo di vivere degli individui all’interno della società, contribuendo alla fragilità ed alla vulnerabilità dell’essere all’interno della società, contribuendo alla fragilità ed alla vulnerabilità dell’essere umano.umano.

A tali cambiamenti sociali si adeguano anche gli A tali cambiamenti sociali si adeguano anche gli approcci di aiutoapprocci di aiuto che assumono che assumono un aspetto più scientifico e tecnico dovendo risolvere problemi ed esigenze diverse, un aspetto più scientifico e tecnico dovendo risolvere problemi ed esigenze diverse, sino ad allora sconosciute.sino ad allora sconosciute.

TRAININGTRAINING PROFESSIONALE PROFESSIONALE

Training: Training: periodo di tempo attraverso il periodo di tempo attraverso il quale le persone si specializzano in varie quale le persone si specializzano in varie attività professionali, completando e attività professionali, completando e perfezionando le proprie capacità e perfezionando le proprie capacità e competenze.competenze.

Le Le Relazioni di aiutoRelazioni di aiuto svolte da svolte da helpershelpers addestrati attraverso sistemi di addestrati attraverso sistemi di training, training,

assicurano la crescita e lo sviluppo degli assicurano la crescita e lo sviluppo degli helpees.helpees. L’ L’helper,helper, migliorando se stesso, migliorando se stesso, migliora le qualità di coloro con i quali migliora le qualità di coloro con i quali interagisce.interagisce.

Inizialmente adottato per i soli specialisti Inizialmente adottato per i soli specialisti dell’aiuto, oggi dell’aiuto, oggi il Trainingil Training viene esteso viene esteso anche in ambito sociale, considerato anche in ambito sociale, considerato metodo educativo efficace ed aperto a tutti. metodo educativo efficace ed aperto a tutti. Ampliare il campo di esecuzione dei Ampliare il campo di esecuzione dei sistemi di sistemi di TrainingTraining, addestrando , addestrando direttamente i beneficiari al benessere direttamente i beneficiari al benessere interiore e alla serenità dello spirito.interiore e alla serenità dello spirito.

Perfezionamento e completamento delle abilità di

aiuto dell’helper

Interazione con gli helpee e

lorocrescita personale

Migliore qualitàd’interazionecon gli altri

individui

Benesseresociale

BURNING OUT SYNDROMEBURNING OUT SYNDROME

Burning out syndrome: Burning out syndrome: Sindrome del “Sindrome del “bruciarsi dentrobruciarsi dentro”. Fenomeno di crisi ”. Fenomeno di crisi osservato a partire dagli anni Settanta e caratterizzato dal crollo motivazionale osservato a partire dagli anni Settanta e caratterizzato dal crollo motivazionale degli degli operatori di aiutooperatori di aiuto, con conseguente abbandono professionale. , con conseguente abbandono professionale.

Cause del Cause del burning out syndromeburning out syndrome::

1.1. Carenze tecniche di base degli operatori.Carenze tecniche di base degli operatori.2.2. Complessità dei compiti da svolgere.Complessità dei compiti da svolgere.3.3. Senso di impotenza e sfiducia dovuto agli insuccessi accumulati durante Senso di impotenza e sfiducia dovuto agli insuccessi accumulati durante

l’attività svolta. (rinuncia di responsabilità).l’attività svolta. (rinuncia di responsabilità).

Al fine di consentire, in modo adeguato, lo svolgimento della propria attività Al fine di consentire, in modo adeguato, lo svolgimento della propria attività professionale, sono stati introdotti programmi di orientamento - detti di professionale, sono stati introdotti programmi di orientamento - detti di “rinforzo” - a sostegno dell’operatore. “rinforzo” - a sostegno dell’operatore.

Robert Carkhuff introduce un metodo nuovo, appositamente studiato per guidare Robert Carkhuff introduce un metodo nuovo, appositamente studiato per guidare gli operatori durante le varie fasi del processo relazionale, facilitando il ruolo del gli operatori durante le varie fasi del processo relazionale, facilitando il ruolo del terapeuta.terapeuta.

COUNSELINGCOUNSELING e PSICOTERAPIA: e PSICOTERAPIA:

ANALOGIE E DIFFERENZEANALOGIE E DIFFERENZE

CounselingCounseling: tecnica specializzata di : tecnica specializzata di consulenza, nel senso più ampio del consulenza, nel senso più ampio del termine. Strategia di aiuto scientifica termine. Strategia di aiuto scientifica ed avanzata. ed avanzata.

Tecnica completa: offre un aiuto sia Tecnica completa: offre un aiuto sia psicologico, che sociale. Adottata psicologico, che sociale. Adottata anche per terapie di gruppo.anche per terapie di gruppo.

Caratteristiche: Caratteristiche: comprensione, libertà comprensione, libertà di decisione, determinazione e di decisione, determinazione e coerenza, comunicazione, empatia e coerenza, comunicazione, empatia e disponibilità. disponibilità.

Processo attraverso il quale i vuoti Processo attraverso il quale i vuoti caratteriali di un individuo vengono caratteriali di un individuo vengono colmati dalle competenze colmati dalle competenze dell’operatore (dell’operatore (counselorcounselor).).

PsicoterapiaPsicoterapia: tecnica utilizzata per la : tecnica utilizzata per la cura di patologie riguardanti cura di patologie riguardanti disfunzioni della personalità.disfunzioni della personalità.

La psicoterapia fornisce un La psicoterapia fornisce un modello modello base,base, dal punto di vista relazionale, dal punto di vista relazionale, dal quale avviare tecniche dal quale avviare tecniche psicoterapeutiche più specifiche. psicoterapeutiche più specifiche.

CONTRIBUTO TECNICO DI CONTRIBUTO TECNICO DI R. CARKHUFFR. CARKHUFF

ALLA RELAZIONE DI AIUTOALLA RELAZIONE DI AIUTO

Robert Carkhuffha integrato ed esteso

l’approccio terapeuticoRogersiano, integrando

le seguenti caratteristicheal modello d’aiuto:

Confronto: l’helpee deve confrontarsi con se stessoe valutare le sue incoerenzecomportamentali.Immediatezza: abilità dell’helper di comunicare in mododiretto e sincero.

Bipolare: specifico per i processi di relazioneriguardanti helper ed helpee. Sequenziale: spiega, fase dopofase, i vari passaggi che helper

ed helpee devono compiere insieme.

Bifasico: composto da unafase discendente (rispondere/

personalizzare) e da una fase ascendente (iniziare).Sincretico: aperto ad eventualimodifiche e variazioni.

L’APPROCCIO CENTRATO SULLA PERSONA:L’APPROCCIO CENTRATO SULLA PERSONA:

DA CARL ROGERS A ROBERT CARKHUFFDA CARL ROGERS A ROBERT CARKHUFF

Carl Rogers indirizza i suoi studi verso una dottrina psicologica sensibile ed Carl Rogers indirizza i suoi studi verso una dottrina psicologica sensibile ed empatica. Considera requisito fondamentale la semplicità con la quale devono empatica. Considera requisito fondamentale la semplicità con la quale devono svolgersi i rapporti interpersonali. Il suo approccio tende ad essere una filosofia svolgersi i rapporti interpersonali. Il suo approccio tende ad essere una filosofia anziché una scienza psicologica.anziché una scienza psicologica.

Robert Carkhuff perfeziona e standardizza l’approccio rogersiano, per poter gestire Robert Carkhuff perfeziona e standardizza l’approccio rogersiano, per poter gestire al meglio le relazioni umane. Introduce innovazioni scientifiche e modifica le al meglio le relazioni umane. Introduce innovazioni scientifiche e modifica le procedure standard della Relazione di Aiuto.procedure standard della Relazione di Aiuto.

Il metodo Carkhuff, introdotto agli inizi degli anni Sessanta, si applica al Il metodo Carkhuff, introdotto agli inizi degli anni Sessanta, si applica al complesso delle problematiche legate alla gestione delle risorse umane e alla complesso delle problematiche legate alla gestione delle risorse umane e alla conseguente crescita formativa di coloro che partecipano alla relazione. Ha conseguente crescita formativa di coloro che partecipano alla relazione. Ha capacità di adeguarsi alle necessità ed ai bisogni sociali. È aperto ad ogni capacità di adeguarsi alle necessità ed ai bisogni sociali. È aperto ad ogni prospettiva di utilizzo in ambito scolastico, comunitario, familiare. Idoneo sia per prospettiva di utilizzo in ambito scolastico, comunitario, familiare. Idoneo sia per terapie individuali che di gruppo.terapie individuali che di gruppo.

LE FASI DELL’AIUTO: LE FASI DELL’AIUTO:

CARATTERI GENERALICARATTERI GENERALI

Coinvolgimento e prestare attenzioneCoinvolgimento e prestare attenzione: caratteristiche della fase “pre-aiuto”. : caratteristiche della fase “pre-aiuto”. Consiste nell’abilità dell’Consiste nell’abilità dell’helperhelper di coinvolgere l’ di coinvolgere l’helpeehelpee all’interno della Relazione all’interno della Relazione di Aiuto. La partecipazione attiva di quest’ultimo, unitamente all’impegno di Aiuto. La partecipazione attiva di quest’ultimo, unitamente all’impegno dedicato, permette la realizzazione degli obiettivi programmati. È importante non dedicato, permette la realizzazione degli obiettivi programmati. È importante non trascurare l’approccio “fisico” con il proprio cliente; l’trascurare l’approccio “fisico” con il proprio cliente; l’helperhelper deve assumere una deve assumere una posizione di ascolto rispetto all’posizione di ascolto rispetto all’helpeehelpee, evidenziata anche dalla postura., evidenziata anche dalla postura.

RispondereRispondere: consiste nel “riformulare” oggettivamente l’esperienza dell’: consiste nel “riformulare” oggettivamente l’esperienza dell’helpeehelpee, , attraverso l’ascolto particolarmente attento dell’attraverso l’ascolto particolarmente attento dell’helper. helper. Questa fase conduce Questa fase conduce l’l’helpeehelpee verso una propria verso una propria autoesplorazione,autoesplorazione, permettendo di chiarire, in se stesso, permettendo di chiarire, in se stesso, eventuali disagi.eventuali disagi.

PersonalizzarePersonalizzare: è l’abilità dell’: è l’abilità dell’helperhelper di rendere propria l’esperienza dell’ di rendere propria l’esperienza dell’helpee, helpee,

immedesimandosi nell’immedesimandosi nell’helpeehelpee stesso. stesso. IniziareIniziare: consiste nell’avvio del programma di azione. Concretezza e specificità : consiste nell’avvio del programma di azione. Concretezza e specificità

sono le abilità fondamentali dell’sono le abilità fondamentali dell’helperhelper per una buona riuscita di questa particolare per una buona riuscita di questa particolare fase. Attraverso l’azione vengono prodotti dei fase. Attraverso l’azione vengono prodotti dei feedbackfeedback (le fasi di aiuto vengono (le fasi di aiuto vengono nuovamente elaborate)nuovamente elaborate),, stimolando una più ampia esplorazione dell’ stimolando una più ampia esplorazione dell’helpeehelpee..

IL CONTRIBUTO DELL’IL CONTRIBUTO DELL’HELPEEHELPEE

Il ruolo dell’Il ruolo dell’helpee,helpee, in ambito di Relazione di Aiuto, è quello di elaborare, in ambito di Relazione di Aiuto, è quello di elaborare, stimolato dall’stimolato dall’helperhelper, particolari informazioni che non riesce ad elaborare da , particolari informazioni che non riesce ad elaborare da solo. Tale compito avviene attraverso diversi passaggi, di seguito elencati, che solo. Tale compito avviene attraverso diversi passaggi, di seguito elencati, che stanno ad indicare il livello di prestazione raggiunto dall’stanno ad indicare il livello di prestazione raggiunto dall’helpeehelpee::

1.1. CoinvolgimentoCoinvolgimento: voler condividere il proprio vissuto personale con altre persone. : voler condividere il proprio vissuto personale con altre persone. Prendere consapevolezza delle proprie difficoltà ed affrontarle, sempre con Prendere consapevolezza delle proprie difficoltà ed affrontarle, sempre con l’aiuto dell’l’aiuto dell’helperhelper. .

2.2. ComprensioneComprensione: è dovuta soltanto ad un’: è dovuta soltanto ad un’autoesplorazioneautoesplorazione. Comprendere, . Comprendere, appunto, la propria situazione ed agire per trovare una possibile soluzione.appunto, la propria situazione ed agire per trovare una possibile soluzione.

3.3. AgireAgire: vengono adottati programmi specifici di azione, personalizzati per : vengono adottati programmi specifici di azione, personalizzati per ciascun cliente.ciascun cliente.

4.4. FeedbackFeedback: completa il processo relazionale. Attraverso l’azione vengono : completa il processo relazionale. Attraverso l’azione vengono “riciclate” tutte le informazioni utili e riproposte come nuovi “riciclate” tutte le informazioni utili e riproposte come nuovi inputinput all’ all’helpeehelpee, , permettendogli una maggior permettendogli una maggior autoesporazioneautoesporazione..

IL CONTRIBUTO DELL’IL CONTRIBUTO DELL’HELPERHELPER

Il ruolo dell’Il ruolo dell’helperhelper, in ambito di Relazione di Aiuto, è quello di facilitare i , in ambito di Relazione di Aiuto, è quello di facilitare i processi relazionali dell’processi relazionali dell’helpeehelpee, attraverso l’utilizzo delle proprie abilità , attraverso l’utilizzo delle proprie abilità interpersonali, come di seguito specificato:interpersonali, come di seguito specificato:

1.1. Abilità “prestare attenzione”Abilità “prestare attenzione”: fase “pre-aiuto”. Permette il coinvolgimento : fase “pre-aiuto”. Permette il coinvolgimento dell’dell’helpeehelpee all’interno del processo. In questa fase vengono evidenziate le abilità all’interno del processo. In questa fase vengono evidenziate le abilità di ascolto e di osservazione, tipiche di un di ascolto e di osservazione, tipiche di un helperhelper efficace. efficace.

2.2. Abilità “rispondere”Abilità “rispondere”: consiste nell’aiutare l’: consiste nell’aiutare l’helpeehelpee a comprendere i propri a comprendere i propri problemi. Vi sono tre diversi livelli di risposta, sul problemi. Vi sono tre diversi livelli di risposta, sul contenutocontenuto, sui , sui sentimentisentimenti e e sul sul significatosignificato..

3.3. Abilità “personalizzare/interiorizzare”Abilità “personalizzare/interiorizzare”: fare assumere coscienza all’: fare assumere coscienza all’helpeehelpee della della propria esperienza. Affidargli un senso di responsabilità riguardo la situazione propria esperienza. Affidargli un senso di responsabilità riguardo la situazione da risolvere. Anche in questo caso si hanno tre livelli di personalizzazione, sul da risolvere. Anche in questo caso si hanno tre livelli di personalizzazione, sul significatosignificato, sui , sui problemiproblemi e sugli e sugli obiettiviobiettivi..

4.4. Abilità “azione”Abilità “azione”: fase principale del processo di aiuto. Definizione dei : fase principale del processo di aiuto. Definizione dei programmi e degli obiettivi da raggiungere. Stabilire modalità e tempistiche per programmi e degli obiettivi da raggiungere. Stabilire modalità e tempistiche per eseguire l’intero percorso. Vi sono tre livelli di azione: studio dei eseguire l’intero percorso. Vi sono tre livelli di azione: studio dei compiticompiti, , fissare fissare scadenzescadenze, stabilire , stabilire rinforzirinforzi..

5.5. Feedback: Feedback: permettono all’permettono all’helperhelper di verificare se l’intero processo di azione di verificare se l’intero processo di azione viene eseguito in modo correttoviene eseguito in modo corretto..

PRE AIUTO: PRE AIUTO:

PRESTARE ATTENZIONEPRESTARE ATTENZIONE→COINVOLGIMENTO→COINVOLGIMENTO

La fase “prestare attenzione” richiede La fase “prestare attenzione” richiede una specifica preparazione. Per l’una specifica preparazione. Per l’helperhelper è necessario è necessario prepararsi all’attenzione prepararsi all’attenzione al al fine di rendere proprie le esperienze fine di rendere proprie le esperienze dell’dell’helpee helpee e conquistare la sua e conquistare la sua fiduciafiducia.. Ciò avviene attraverso i seguenti Ciò avviene attraverso i seguenti passaggi:passaggi:

1.1. SettingSetting adeguato: curare la disposizione adeguato: curare la disposizione degli oggetti, dei mobili, operare in degli oggetti, dei mobili, operare in ambienti luminosi, accoglienti, puliti e ambienti luminosi, accoglienti, puliti e ordinati.ordinati.

2.2. Prestare attenzione alla persona: Prestare attenzione alla persona: posizionarsi di fronte all’utente, posizionarsi di fronte all’utente, guardare negli occhi, giusta inclinazione guardare negli occhi, giusta inclinazione del busto, concentrazione e sicurezza.del busto, concentrazione e sicurezza.

3.3. Osservare: individuare aspetti e/o Osservare: individuare aspetti e/o informazioni che l’informazioni che l’helpeehelpee non riesce ad non riesce ad esprimere verbalmente, ma con gesti e esprimere verbalmente, ma con gesti e comportamenti.comportamenti.

4.4. Ascoltare: cogliere messaggi espliciti Ascoltare: cogliere messaggi espliciti dell’helpee, apprendere il significato dell’helpee, apprendere il significato della sua esperienza.della sua esperienza.

Setting adeguato

Prestare attenzionealla

persona

Osservare

Ascoltare

Fiducia

Ilenia RamadoriIlenia Ramadori

RISPONDERERISPONDERE→ESPLORAZIONE→ESPLORAZIONE

Grazie alla capacitàdi attenzione, ascolto eattraverso l’utilizzo di

“domande chiave”, l’helper

riesce a penetrare nellapersonalità dell’helpee e

permettere l’autoesplorazione dello stesso.

Rispondere al contenuto: cogliere le informazioni significative e concreteattraverso un dialogo

composto dalle domande, CHI?, CHE COSA?,

PERCHÈ?,COME?, QUANDO?, DOVE?.

Rispondere al sentimento: comprensione dei vari stati

emozionali dell’helpee.

L’helper, attraverso la “domanda dell’empatia”

(SE IO FOSSI AL SUO POSTOCOME MI COMPORTEREI?)si immedesima nell’helpee.

Rispondere al significato:i concetti espressi nel

contenuto sono utili a dareun significato “razionale”

al sentimento.

Ilenia RamadoriIlenia Ramadori

PERSONALIZZAREPERSONALIZZARE→COMPRENSIONE→COMPRENSIONE

Con il processo di Personalizzazione attuato

dall’helper,

l’helpee assume un nuovo senso di responsabilità, prende

coscienza dei propri limiti,assegna un significato

alla propria esperienza.

Personalizzare il significato:l’helper deve individuare,

attraverso il dialogo con l’helpee,

le tematiche ricorrenti che richiamano particolare importanza e attenzione.

Personalizzare i problemi:l’helpee riconosce e

interiorizza i propri limiti. Percepisce se stesso come

causa principale dei propri problemi. Con l’helper si

impegna a stabilire gli obiettivida realizzare in fase di “azione”

.

Personalizzare gli obiettivi:individuato e compreso il

problema, vengono fissati gliobiettivi da raggiungere,

valutando le risorse interioridell’helpee.

INIZIAREINIZIARE→AZIONE→AZIONE

Definire gli obiettiviDefinire gli obiettivi: vengono decisi dallo stesso : vengono decisi dallo stesso helpeehelpee attraverso una stima delle attraverso una stima delle proprie energie e risorse interiori. In questa fase viene decisa, inoltre, la proprie energie e risorse interiori. In questa fase viene decisa, inoltre, la partecipazione di eventuali terze persone, il luogo in cui viene svolto il programma partecipazione di eventuali terze persone, il luogo in cui viene svolto il programma e le tempistiche da rispettare per la definizione dello stesso.e le tempistiche da rispettare per la definizione dello stesso.

Elaborare i programmiElaborare i programmi: percorrere, passo dopo passo, il programma stabilito : percorrere, passo dopo passo, il programma stabilito rispettando il percorso prefissato, sino al raggiungimento del risultato finale.rispettando il percorso prefissato, sino al raggiungimento del risultato finale.

Fissare le scadenzeFissare le scadenze: programmare i tempi di inizio e di conclusione, per arrivare al : programmare i tempi di inizio e di conclusione, per arrivare al passo finale. passo finale.

Individuare i rinforziIndividuare i rinforzi: sono “premi” che spettano all’: sono “premi” che spettano all’helpeehelpee. Consistono in . Consistono in gratificazioni immediate - sostegno di un parente, un amico o qualsiasi altro gratificazioni immediate - sostegno di un parente, un amico o qualsiasi altro desiderio espresso dall’desiderio espresso dall’helpeehelpee - che consentono un supporto motivazionale per - che consentono un supporto motivazionale per proseguire nel percorso stabilito. È necessario decidere rinforzi appropriati ed proseguire nel percorso stabilito. È necessario decidere rinforzi appropriati ed adeguati al programma.adeguati al programma.

Individuare i passiIndividuare i passi: i vari passaggi, da una fase all’altra, vengono studiati : i vari passaggi, da una fase all’altra, vengono studiati dall’dall’helperhelper con la collaborazione dell’ con la collaborazione dell’helpeehelpee, valutando le risorse fisiche, emotive , valutando le risorse fisiche, emotive ed intellettuali di quest’ultimo.ed intellettuali di quest’ultimo.

““RICICLARE” IL PROCESSO DI AIUTORICICLARE” IL PROCESSO DI AIUTO

Con il termine Con il termine “riciclare”“riciclare” si intende perfezionare, attraverso la continua si intende perfezionare, attraverso la continua ripetizione delle varie fasi (ripetizione delle varie fasi (feedbackfeedback), il processo di aiuto. Agevolare ), il processo di aiuto. Agevolare l’esplorazione, la comprensione e permettere la crescita interiore dell’individuo, l’esplorazione, la comprensione e permettere la crescita interiore dell’individuo, con lo sviluppo delle sue risorse umane (con lo sviluppo delle sue risorse umane (fisiche, emotive, intellettualifisiche, emotive, intellettuali). La fase ). La fase del “riciclare” è composta da tre sottofasi:del “riciclare” è composta da tre sottofasi:

1.1. ““Riciclare” l’esplorazioneRiciclare” l’esplorazione: continua formulazione di risposte da parte : continua formulazione di risposte da parte dell’dell’helperhelper, al fine di consentire una maggiore esplorazione all’, al fine di consentire una maggiore esplorazione all’helpeehelpee..

2.2. ““Riciclare” la comprensioneRiciclare” la comprensione: personalizzare, ulteriormente, l’esperienza : personalizzare, ulteriormente, l’esperienza dell’dell’helpeehelpee, per permettergli una più ampia comprensione di se stesso., per permettergli una più ampia comprensione di se stesso.

3.3. ““Riciclare” l’azioneRiciclare” l’azione: adottare programmi di azione più efficaci. Delineare : adottare programmi di azione più efficaci. Delineare ulteriori obiettivi e definire nuovi percorsi per conseguirli.ulteriori obiettivi e definire nuovi percorsi per conseguirli.

Genitori efficaciGenitori efficaci

La teoria di THOMAS GORDON

Fathia Soufi

Il parent effectiveness training (P.E.T.)

• “L’ Effectiveness Training Associates” fu creato nel 1962 da uno psicologo clinico per proporre programmi di training rivolti a genitori, insegnanti ed educatori.

• Thomas Gordon si è ispirato alla teoria di C. Rogers, “l’approccio centrato sulla persona”, che si rivela come un approccio umanistico.

• Thomas Gordon si è ispirato alla teoria di C. Rogers, “l’approccio centrato sulla persona”, che si rivela come un approccio umanistico.

• Il libro presenta il metodo P.E.T. applicato in un contesto reale dai genitori che lo hanno adottato per imparare le abilità e i comportamenti pratici del genitore efficace.

• Il P.E.T. non condanna i genitori; al contrario li sostiene nella dura impresa di guidare i propri figli verso l’autoresponsabilità e nel gestire i propri conflitti a casa.

• Il P.E.T. non condanna i genitori; al contrario li sostiene nella dura impresa di guidare i propri figli verso l’autoresponsabilità e nel gestire i propri conflitti a casa.

L’essere genitore

• Essere genitore non vuol dire dimenticare se stesso e recitare una parte che non riflette le proprie emozioni.

• Con i figli i genitori non sono capaci di essere se stessi e trascurano i loro bisogni personali.

• Con i figli i genitori non sono capaci di essere se stessi e trascurano i loro bisogni personali.

• I figli apprezzano di più i genitori che esprimono le loro qualità di umanità e di integrità.

• Il genitore deve vivere pienamente la sua esistenza e deve essere un modello coerente.

• Anche i genitori sono esseri umani e hanno anche loro dei limiti, non possono concedere tutto ai figli in modo assoluto.

• I figli hanno i loro problemi, che non sono quelli dei genitori. Il genitore li aiuterà a responsabilizzarsi e a trovare le giuste soluzioni.

• Anche i genitori sono esseri umani e hanno anche loro dei limiti, non possono concedere tutto ai figli in modo assoluto.

• I figli hanno i loro problemi, che non sono quelli dei genitori. Il genitore li aiuterà a responsabilizzarsi e a trovare le giuste soluzioni.

I conflitti

• I conflitti sono presenti in tutte le famiglie e disturbano i genitori perchè non sanno come gestire la lite in famiglia in modo costruttivo.

• I conflitti sono presenti in tutte le famiglie e disturbano i genitori perchè non sanno come gestire la lite in famiglia in modo costruttivo.

• Il conflitto nasce quando ognuno vuole soddisfare il proprio interesse. La controversia è un momento di verità perché, a seconda di come sarà risolta, determinerà l’entità futura del rapporto.

• Per controllare i figli la soluzione ordinaria è il ricorso all’autorità. Alcuni figli rifiutano questo approccio e sfidano i genitori mettendosi in contrasto con loro.

• Per controllare i figli la soluzione ordinaria è il ricorso all’autorità. Alcuni figli rifiutano questo approccio e sfidano i genitori mettendosi in contrasto con loro.

Il metodo I e il metodo II

• Il metodo I e II sono due modi per esprimere il potere sia da parte del figlio che da parte del genitore. L’applicazione avviene quando l’uno sente la necessità di soddisfare i propri bisogni a discapito dell’altro.

• Il metodo I e II sono due modi per esprimere il potere sia da parte del figlio che da parte del genitore. L’applicazione avviene quando l’uno sente la necessità di soddisfare i propri bisogni a discapito dell’altro.

• metodo I, vince il genitore con la severità

• metodo II, vince il figlio poiché il genitore cede con indulgenza.

• Molti genitori accettano questi due approcci relazionandosi con i figli con indulgenza, con autorità o permissivismo. In realtà si tratta soltanto di una lotta per il potere che sminuisce uno dei due. Sono due metodi inefficaci e dannosi per il rapporto.

• Molti genitori accettano questi due approcci relazionandosi con i figli con indulgenza, con autorità o permissivismo. In realtà si tratta soltanto di una lotta per il potere che sminuisce uno dei due. Sono due metodi inefficaci e dannosi per il rapporto.

L’inefficacia del metodo I

• In un conflitto, il metodo I è l’approccio in cui il genitore vince con l’autorità decidendo quale sarà la soluzione e non tenendo conto dell’opinione del figlio.

• In un conflitto, il metodo I è l’approccio in cui il genitore vince con l’autorità decidendo quale sarà la soluzione e non tenendo conto dell’opinione del figlio.

Il figlio:

• non riesce a far valere le proprie idee

• non ha nessuna opportunità per autodisciplinarsi e per responsabilizzarsi

• di fronte alla prepotenza dei genitori non esprime il suo parere e non coopera

• Si sente vittima di una ingiustizia e diventa ostile verso i genitori

Il figlio:

• non riesce a far valere le proprie idee

• non ha nessuna opportunità per autodisciplinarsi e per responsabilizzarsi

• di fronte alla prepotenza dei genitori non esprime il suo parere e non coopera

• Si sente vittima di una ingiustizia e diventa ostile verso i genitori

• Anche se l’applicazione del metodo I sembra efficace e facile da mettere in pratica sul momento, implica invece impegno e tempo, deteriora il rapporto e va contro lo sviluppo del figlio.

L’inefficacia del metodo II

• Il metodo II si applica quando il figlio vince a discapito del genitore, considerando soltanto i propri bisogni e senza valutare il peso della sua richiesta.

• Il metodo II si applica quando il figlio vince a discapito del genitore, considerando soltanto i propri bisogni e senza valutare il peso della sua richiesta.

• Questo atteggiamento è dovuto alla mancanza di autorità dei genitori e genera un opportunismo senza limiti. I figli diventano intrattabili e insopportabili per se stessi e per i genitori.

Gli effetti del metodo II nuociono ai figli:• diventano egocentrici ed esigenti• non sanno relazionarsi con i coetanei e non sono amati• hanno un carattere difficile• non si prestano all’altro e non collaborano con nessuno

Gli effetti del metodo II nuociono ai figli:• diventano egocentrici ed esigenti• non sanno relazionarsi con i coetanei e non sono amati• hanno un carattere difficile• non si prestano all’altro e non collaborano con nessuno

Il linguaggio dell’accettazione

• L’approvazione altrui rimanda un’ immagine positiva della nostra personalità perché viene accettata naturalmente.

“ L’accettazione è come il terreno fertile che permette a un seme minuscolo di trasformarsi nel bel fiore che può diventare.”

L’accettazione è la base per un sano rapporto fra genitori e figli, perché si presenta come un atto di generosità, di approvazione e di amore. Soltanto i nobili sentimenti aiutano la crescita.

L’accettazione è la base per un sano rapporto fra genitori e figli, perché si presenta come un atto di generosità, di approvazione e di amore. Soltanto i nobili sentimenti aiutano la crescita.

…così i figli:

• hanno fiducia in sè e esprimono le loro emozioni

• si riduce paura e sospetto

• acquisiscono autocontrollo e risolvono da sè i propri problemi

…così i figli:

• hanno fiducia in sè e esprimono le loro emozioni

• si riduce paura e sospetto

• acquisiscono autocontrollo e risolvono da sè i propri problemi

Il rapporto tra genitore e figlio• Il punto essenziale dell’opera di Gordon è legato ai rapporti

fra genitori e figli. Per ottimizzarli l’autore suggerisce di mettere in una posizione elevata i valori e i sentimenti del figlio.

• I genitori insegnano più le abilità per il successo o a difendersi che nobili sentimenti come la bontà e l’onestà, facendo ricorso all’autorità o al permissivismo. In realtà loro credono di agire per il bene dei figli ed ignorano altre vie più adeguate.

• I genitori insegnano più le abilità per il successo o a difendersi che nobili sentimenti come la bontà e l’onestà, facendo ricorso all’autorità o al permissivismo. In realtà loro credono di agire per il bene dei figli ed ignorano altre vie più adeguate.

IL rimedio:

• i genitori, posti di fronte alle proprie difficoltà, sono in genere disposti ad accogliere suggerimenti.

• Gordon propone una filosofia basata sui valori umani e sulla comunicazione aperta, senza stereotipi, pregiudizi e superficialità.

IL rimedio:

• i genitori, posti di fronte alle proprie difficoltà, sono in genere disposti ad accogliere suggerimenti.

• Gordon propone una filosofia basata sui valori umani e sulla comunicazione aperta, senza stereotipi, pregiudizi e superficialità.

Il linguaggio non verbale

• Possiamo comunicare in diversi modi, con le parole, con i gesti, con l’espressione dei sentimenti o con l’essere “passivo”. Nel testo l’autore parla del linguaggio del corpo (espressione del viso e postura) e dell’ ascolto passivo.

• Il linguaggio non verbale possiede una notevole forza espressiva.

• Ascoltare senza dire nulla o stare in silenzio è “ascolto passivo” , stimola il figlio che percepisce l’amore del genitore e lo rende capace di individuare i suoi problemi e di trovare le soluzioni da sè.

• Ascoltare senza dire nulla o stare in silenzio è “ascolto passivo” , stimola il figlio che percepisce l’amore del genitore e lo rende capace di individuare i suoi problemi e di trovare le soluzioni da sè.

• Il non intervenire nelle attività del figlio o il non ostacolare l’espressione dei suoi sentimenti trasmette l’approvazione del genitore al figlio.

• Il non intervenire nelle attività del figlio o il non ostacolare l’espressione dei suoi sentimenti trasmette l’approvazione del genitore al figlio.

L’ascolto attivo• L’ascolto attivo si presenta come il migliore stimolo in una

conversazione e come un fattore positivo per chi vi è coinvolto.

• La sua particolarità è che l’ascoltatore deve essere in grado di percepire con accuratezza e decodificare il messaggio inviato dall’interlocutore, per poi rimandarne la conferma. Nel “feedback” devono sparire i giudizi personali ed essere rispettati l’integralità e la responsabilità del problema.

• La sua particolarità è che l’ascoltatore deve essere in grado di percepire con accuratezza e decodificare il messaggio inviato dall’interlocutore, per poi rimandarne la conferma. Nel “feedback” devono sparire i giudizi personali ed essere rispettati l’integralità e la responsabilità del problema.

• Nel rapporto genitore/figlio l’ascolto attivo illumina ed aiuta il figlio perché:

• ha coscienza dei suoi sentimenti e trova le soluzioni ai propri problemi;

• è autonomo e responsabile;

• crea intimità con il genitore;

• rispetta i valori dei genitori.

• Nel rapporto genitore/figlio l’ascolto attivo illumina ed aiuta il figlio perché:

• ha coscienza dei suoi sentimenti e trova le soluzioni ai propri problemi;

• è autonomo e responsabile;

• crea intimità con il genitore;

• rispetta i valori dei genitori.

Un modo errato per interagire

• Un modo errato di interagire si verifica quando viviamo un profondo disagio perché siamo giudicati, accusati o umiliati. Qui Gordon parla di un “messaggio di disapprovazione”.

• E’ frequente nei rapporti genitori/figli, perché sono inconsapevoli delle conseguenze. L’autostima del figlio è danneggiata, aumentano le sue paure, l’io si sgretola e perde la sua identità.

• Un modo errato di interagire si verifica quando viviamo un profondo disagio perché siamo giudicati, accusati o umiliati. Qui Gordon parla di un “messaggio di disapprovazione”.

• E’ frequente nei rapporti genitori/figli, perché sono inconsapevoli delle conseguenze. L’autostima del figlio è danneggiata, aumentano le sue paure, l’io si sgretola e perde la sua identità.

• Un altro caso è quando il genitore suggerisce delle soluzioni ad un problema del figlio reprimendo la sua proposta. Anche se l’intenzione è buona, i genitori sono capaci di scombussolare lo sviluppo dei figli inconsapevolmente. E di conseguenza i figli:

• mostrano resistenza ai suggerimenti e

• non hanno fiducia nelle proprie capacità

• Un altro caso è quando il genitore suggerisce delle soluzioni ad un problema del figlio reprimendo la sua proposta. Anche se l’intenzione è buona, i genitori sono capaci di scombussolare lo sviluppo dei figli inconsapevolmente. E di conseguenza i figli:

• mostrano resistenza ai suggerimenti e

• non hanno fiducia nelle proprie capacità

I messaggi in prima persona

• Di solito i genitori sono incapaci di fare del male ai figli intenzionalmente. Il P.E.T. (Parent Effectiveness Training) si rivolge a genitori che cercano di cambiare i propri atteggiamenti per migliorare i rapporti con i figli.

• Una proposta è “il messaggio in prima persona” che si presenta come il migliore modo per comunicare con i figli.

• Di solito i genitori sono incapaci di fare del male ai figli intenzionalmente. Il P.E.T. (Parent Effectiveness Training) si rivolge a genitori che cercano di cambiare i propri atteggiamenti per migliorare i rapporti con i figli.

• Una proposta è “il messaggio in prima persona” che si presenta come il migliore modo per comunicare con i figli.

Il messaggio in 2a persona: L’esempio della rabbia

• Il messaggio in 2ª persona è diretto al figlio in un contesto in cui il genitore vuole mettere a disagio il figlio a seguito di un atteggiamento inaccettabile.

• E’ un metodo d’accusa, non trasmette nulla del genitore, e non è educativo. Il figlio si sente male perchè gli viene detto soltanto che ha sbagliato e lo si punisce senza spiegazioni.

• La rabbia è tipica del messaggio in 2ª persona. E’ rivolta quasi sempre all’altro: essere arrabbiato significa “tu mi hai fatto arrabbiare”. Non trasmette positività ma ammonisce e colpevolizza.

• La rabbia è tipica del messaggio in 2ª persona. E’ rivolta quasi sempre all’altro: essere arrabbiato significa “tu mi hai fatto arrabbiare”. Non trasmette positività ma ammonisce e colpevolizza.

• I genitori ne fanno uso pensando che influisca positivamente sul comportamento del figlio.

• Secondo l’autore i motivi reali della rabbia sono dentro di noi, dipendono dalla nostra scontentezza.

• I genitori ne fanno uso pensando che influisca positivamente sul comportamento del figlio.

• Secondo l’autore i motivi reali della rabbia sono dentro di noi, dipendono dalla nostra scontentezza.

Modificare l’ambiente per migliorare il comportamento

• Tutti gli elementi inerenti alla crescita del figlio hanno un loro valore. L’ambiente circostante è una condizione che può favorire lo sviluppo del figlio.

• Curare e modificare l’ambiente per adattarlo ai figli è positivo, perché lo diverte e si sente apprezzato, dato che i suoi bisogni sono stati rispettati.

Gli atteggiamenti efficaci sono:

☻ concedere uno spazio libero;

☻ semplificare l’ambiente in uno spazio agevolato in cui i figli possano agire liberamente;

☻ rendere sicuro l’ambiente;

☻ informare e pianificare il cambiamento insieme.

Gli atteggiamenti efficaci sono:

☻ concedere uno spazio libero;

☻ semplificare l’ambiente in uno spazio agevolato in cui i figli possano agire liberamente;

☻ rendere sicuro l’ambiente;

☻ informare e pianificare il cambiamento insieme.

Un metodo senza perdenti: il metodo III• IL metodo III è un

approccio moderato e pacifico che implica la risoluzione dei conflitti. E’ una via di mezzo fra colui che vince e colui che perde (metodo I e II).

• IL metodo III è un approccio moderato e pacifico che implica la risoluzione dei conflitti. E’ una via di mezzo fra colui che vince e colui che perde (metodo I e II).

• Le sue caratteristiche sono positive perché:

• la risoluzione dei conflitti entusiasma i figli, l’accordo definitivo coincide con i loro propositi;

• durante il processo l’attenzione è assicurata finché viene identificata la fonte del conflitto e fino alla sua risoluzione finale (problem solving);

• i figli percepiscono l’apprezzamento e la fiducia dei genitori e diventano responsabili.

• Di solito il conflitto nasce perché le parti sono insoddisfatte. Il metodo propone un compromesso che accontenterebbe entrambe le parti, senza perdenti.

• Di solito il conflitto nasce perché le parti sono insoddisfatte. Il metodo propone un compromesso che accontenterebbe entrambe le parti, senza perdenti.

L’applicazione del metodo III

• L’uso del metodo “senza perdenti” non è facile. Una vera motivazione stimola il processo. E’ un approccio progressivo e molto più pacifico dei metodi in cui c’è un perdente e un vincitore.

• I genitori sono favorevoli a questo metodo poiché vogliono pacificare i rapporti con i figli.

Il metodo si struttura in sei fasi:

♦ identificare e definire il problema assieme al figlio;

♦ ascoltare ogni proposta del figlio senza giudicare;

♦ valutare le proposte da entrambe le parti;

♦ scegliere la soluzione migliore;

♦ programmare ed attuare la soluzione finale;

♦ verificare i risultati e assicurarsi della soddisfazione generale.

Il metodo si struttura in sei fasi:

♦ identificare e definire il problema assieme al figlio;

♦ ascoltare ogni proposta del figlio senza giudicare;

♦ valutare le proposte da entrambe le parti;

♦ scegliere la soluzione migliore;

♦ programmare ed attuare la soluzione finale;

♦ verificare i risultati e assicurarsi della soddisfazione generale.

Come evitare che i figli licenzino i genitori

• Alla lunga, i genitori sono disapprovati e screditati dai figli che interrompono ogni legame con loro.

• Il conflitto o “licenziamento” si innesca poiché i valori personali sono in contrasto.

• Attraverso discorsi ripetitivi e inefficaci i genitori provano a modificare i figli negando le loro qualità.

• Alla lunga, i genitori sono disapprovati e screditati dai figli che interrompono ogni legame con loro.

• Il conflitto o “licenziamento” si innesca poiché i valori personali sono in contrasto.

• Attraverso discorsi ripetitivi e inefficaci i genitori provano a modificare i figli negando le loro qualità.

• I genitori rifiutano l’idea che il loro giudizio sui figli possa essere dovuto a una percezione molto personale che si scontra con i valori del figlio (es. la lunghezza dei capelli).

• Però i valori sono importanti perchè edificano la personalità . Così quando il figlio si sente trattato ingiustamente e vede la sua libertà in pericolo intraprende una lotta con i propri genitori.

I genitori possono trasmettere valori

• Il primo valore che possono trasmettere i genitori è quello della libertà. E’ un valore per cui tutti lottano.

• Rispettare i diritti “civili” dei figli significa aver riguardo della loro libertà e considerarli delle persone adulte in grado di vivere la propria vita.

• Il modo migliore per trasmettere i valori è quello di proporsi come un esempio autentico e coerente, riproducendo personalmente quello che si vorrebbe insegnare.

• Il modo migliore per trasmettere i valori è quello di proporsi come un esempio autentico e coerente, riproducendo personalmente quello che si vorrebbe insegnare.

• Al contrario quando i genitori costringono i figli a conformarsi alle loro opinioni o non rispecchiano i propri principi, i figli perdono fiducia gradualmente e dubitano del loro carisma.

• Al contrario quando i genitori costringono i figli a conformarsi alle loro opinioni o non rispecchiano i propri principi, i figli perdono fiducia gradualmente e dubitano del loro carisma.

I genitori possono modificare se stessi

• Migliorare i propri comportamenti è possibile ed è utile perché il figlio si rende conto che possono sbagliare anche i genitori.

• Migliorare i propri comportamenti è possibile ed è utile perché il figlio si rende conto che possono sbagliare anche i genitori.

• Anche se sono improduttivi, pochi sono coloro che cambiano i propri comportamenti di fronte ai figli. Tuttavia sono ben disposti quando sono circondati da altri adulti.

• Anche se sono improduttivi, pochi sono coloro che cambiano i propri comportamenti di fronte ai figli. Tuttavia sono ben disposti quando sono circondati da altri adulti.

• Un presupposto che rientra nella disposizione alla trasformazione di se stessi è il fatto che il grado di accettazione degli altri è correlato con la nostra autostima. Chi accetta se stesso accetta gli altri.

• Infine l’ultima caratteristica utile per modificare se stessi, è la capacità di percepire il figlio come un’entità separata e diversa da sè.

Un genitore efficace: qualche suggerimento

• Un genitore efficace è se stesso, manifesterà i suoi veri sentimenti con i suoi difetti e limiti;

• accetta se stesso poiché ha considerazione di sé, e crede nelle sue capacità;

• emotivamente ha delle solide basi e la sua felicità non dipende soltanto dal figlio;

• cambia i suoi atteggiamenti ed accetta quelli del figlio;

• asseconda la crescita del figlio;

• ascolta e comunica con tolleranza ed empatia;

• rispetta l’intimità e la privacy del figlio;

• non è né troppo autoritario né troppo indulgente;

• responsabilizza il figlio e rispetta i suoi bisogni;

• è un modello coerente.

I bravi genitori amano i propri figli

• Un genitore efficace è se stesso, manifesterà i suoi veri sentimenti con i suoi difetti e limiti;

• accetta se stesso poiché ha considerazione di sé, e crede nelle sue capacità;

• emotivamente ha delle solide basi e la sua felicità non dipende soltanto dal figlio;

• cambia i suoi atteggiamenti ed accetta quelli del figlio;

• asseconda la crescita del figlio;

• ascolta e comunica con tolleranza ed empatia;

• rispetta l’intimità e la privacy del figlio;

• non è né troppo autoritario né troppo indulgente;

• responsabilizza il figlio e rispetta i suoi bisogni;

• è un modello coerente.

I bravi genitori amano i propri figli

La comunicazione La comunicazione interpersonaleinterpersonale

nella teoria di Herbert Frantanella teoria di Herbert Franta

di Andrea Cardacciadi Andrea Cardaccia

Come possiamo realizzare una comunicazione Come possiamo realizzare una comunicazione pragmatica (psicologicamente efficace) ?pragmatica (psicologicamente efficace) ?

• Spesso ci troviamo a lottare con barriere di tipo sociale, Spesso ci troviamo a lottare con barriere di tipo sociale, intrapsichico e con disturbi comunicativi che rendono intrapsichico e con disturbi comunicativi che rendono impossibile la realizzazione di un atteggiamento impossibile la realizzazione di un atteggiamento comunicativo positivo.comunicativo positivo.

• L’attività del training di gruppo attraverso le sue tre fasi L’attività del training di gruppo attraverso le sue tre fasi (discriminazione percettiva, sensibilizzazione e iniziazione (discriminazione percettiva, sensibilizzazione e iniziazione comportamentale) può darci la possibilità di superare tali comportamentale) può darci la possibilità di superare tali ostacoli relazionali e indirizzarci alla realizzazione di una ostacoli relazionali e indirizzarci alla realizzazione di una comunicazione pragmatica.comunicazione pragmatica.

• Blancard-Hersey mostrano che la modificazione del Blancard-Hersey mostrano che la modificazione del comportamento relazionale è un processo che richiederà comportamento relazionale è un processo che richiederà molto tempo e che le difficoltà maggiori si incontreranno molto tempo e che le difficoltà maggiori si incontreranno nel promuovere un cambiamento negli atteggiamenti nel promuovere un cambiamento negli atteggiamenti comunicativi concreti adottati dai partecipanti.comunicativi concreti adottati dai partecipanti.

Le barriere comunicative.Le barriere comunicative.

• La funzione principale del training risulta quella di riuscire a far La funzione principale del training risulta quella di riuscire a far prendere coscienza ai partecipanti degli atteggiamenti comunicativi prendere coscienza ai partecipanti degli atteggiamenti comunicativi da loro adottati nel processo relazionale. da loro adottati nel processo relazionale.

• Spesso, quando sorgono disturbi nella comunicazione, difficilmente Spesso, quando sorgono disturbi nella comunicazione, difficilmente attribuiamo tali inconvenienti ad una nostra responsabilità, mentre attribuiamo tali inconvenienti ad una nostra responsabilità, mentre saremo sicuramente più portati ad attribuire le cause a fattori saremo sicuramente più portati ad attribuire le cause a fattori esterni al nostro comportamento che non possiamo regolare.esterni al nostro comportamento che non possiamo regolare.

• Il trainer ha il compito di informare, sensibilizzare e far prendere Il trainer ha il compito di informare, sensibilizzare e far prendere coscienza ai partecipanti delle disfunzioni che possono emergere coscienza ai partecipanti delle disfunzioni che possono emergere nella comunicazione.nella comunicazione.

• Il trainer dovrà necessariamente evitare la formulazione di Il trainer dovrà necessariamente evitare la formulazione di rimproveri, accuse e interpretazioni sugli atteggiamenti dei rimproveri, accuse e interpretazioni sugli atteggiamenti dei partecipanti.partecipanti.

• La comunicazione sotto forma di feedback risulta la più efficace e La comunicazione sotto forma di feedback risulta la più efficace e rispettosa anche perché fa si che il ricevente inizi a comunicare nella rispettosa anche perché fa si che il ricevente inizi a comunicare nella stessa maniera anche con gli altri membri. stessa maniera anche con gli altri membri.

Cosa intendiamo per percezione?Cosa intendiamo per percezione?

• La percezione è uno di quei fattori che incide in maniera La percezione è uno di quei fattori che incide in maniera determinante sulla nostra comunicazione.determinante sulla nostra comunicazione.

• Soreno – Bodaken la definiscono come una sintesi tra stimoli esterni Soreno – Bodaken la definiscono come una sintesi tra stimoli esterni ed esperienza soggettiva e non come una semplice fotografia della ed esperienza soggettiva e non come una semplice fotografia della realtà.realtà.

• Petterman e Janke sottolineano ancor di più l’elemento soggettivo Petterman e Janke sottolineano ancor di più l’elemento soggettivo della percezione, osservando che il nostro mondo non è costituito della percezione, osservando che il nostro mondo non è costituito della verità delle cose, ma dalle nostre prospettive sulle cose e che della verità delle cose, ma dalle nostre prospettive sulle cose e che ogni uomo vive in un suo mondo personale ed unico di significati.ogni uomo vive in un suo mondo personale ed unico di significati.

• La percezione nell’interazione, tende a darci un’immagine della La percezione nell’interazione, tende a darci un’immagine della nostra condizione e della posizione della persona con cui stiamo nostra condizione e della posizione della persona con cui stiamo comunicando e quindi ci porterà ad avviare un vero e proprio comunicando e quindi ci porterà ad avviare un vero e proprio processo di auto ed etero-percezione che ci guiderà nella scelta processo di auto ed etero-percezione che ci guiderà nella scelta degli atteggiamenti da adottare e nel proseguimento del contatto degli atteggiamenti da adottare e nel proseguimento del contatto con l’altro. con l’altro.

• Per la realizzazione di una comunicazione di tipo pragmatico il Per la realizzazione di una comunicazione di tipo pragmatico il trainer dovrà illustrare ai partecipanti quali sono i fattori soggettivi e trainer dovrà illustrare ai partecipanti quali sono i fattori soggettivi e gli stimoli che possono influire di più sulla percezione soggettiva per gli stimoli che possono influire di più sulla percezione soggettiva per creare in seguito situazioni semistrutturate all’interno delle quali i creare in seguito situazioni semistrutturate all’interno delle quali i trainee prenderanno coscienza della loro opera percettiva.trainee prenderanno coscienza della loro opera percettiva.

Fattori che influiscono sulla percezioneFattori che influiscono sulla percezione

• Alcuni stimoli esterni possono influenzare la nostra attività percettiva e, Alcuni stimoli esterni possono influenzare la nostra attività percettiva e, come ci fa notare Krech, noi siamo particolarmente colpiti da quegli stimoli come ci fa notare Krech, noi siamo particolarmente colpiti da quegli stimoli che ci vengono ripresentati con una certa frequenza (slogan) e anche da che ci vengono ripresentati con una certa frequenza (slogan) e anche da quelli, che al contrario, differiscono dalla nostra familiarità e dal nostro quelli, che al contrario, differiscono dalla nostra familiarità e dal nostro livello di adattamento allo stimolo stesso.livello di adattamento allo stimolo stesso.

• Roacher afferma che l’uomo in differenti momenti della sua vita tende a Roacher afferma che l’uomo in differenti momenti della sua vita tende a selezionare da un insieme di atteggiamenti, bisogni, valori e interessi quelli selezionare da un insieme di atteggiamenti, bisogni, valori e interessi quelli che hanno un maggior significato per lui mentre il resto rimane che hanno un maggior significato per lui mentre il resto rimane semplicemente “consaputo”.semplicemente “consaputo”.

• Nella nostra attività percettiva siamo guidati da un sistema d’orientamentoNella nostra attività percettiva siamo guidati da un sistema d’orientamento strutturato da fattori cognitivi, emozionali e qualità comportamentali ben strutturato da fattori cognitivi, emozionali e qualità comportamentali ben saldati tra di loro.saldati tra di loro.

• I pregiudizi e gli stereotipi sono prodotti dell’opinione pubblica o del gruppo I pregiudizi e gli stereotipi sono prodotti dell’opinione pubblica o del gruppo d’appartenenza che tendono a distorcere la nostra percezione soggettiva e i d’appartenenza che tendono a distorcere la nostra percezione soggettiva e i nostri atteggiamenti.nostri atteggiamenti.

• In contrapposizione troviamo il sé che rappresenta un principio attivo, con In contrapposizione troviamo il sé che rappresenta un principio attivo, con la funzione di screditare-squalificare e quindi respingere quelle informazioni la funzione di screditare-squalificare e quindi respingere quelle informazioni che non concordano con il proprio concetto di sé e nel contempo di far che non concordano con il proprio concetto di sé e nel contempo di far proprie tutte quelle che si sposano con gli atteggiamenti dell’Io. proprie tutte quelle che si sposano con gli atteggiamenti dell’Io.

Strutture mentali insieme a fattori motivazionali ed emozionali Strutture mentali insieme a fattori motivazionali ed emozionali tendono ad influenzare la nostra percezione.tendono ad influenzare la nostra percezione.

• Gli studi condotti dalla psicologia differenziale hanno Gli studi condotti dalla psicologia differenziale hanno messo in evidenza che lo sviluppo mentale incide sulla messo in evidenza che lo sviluppo mentale incide sulla selezione e sulla capacità organizzativa della percezione.selezione e sulla capacità organizzativa della percezione.

• Gli studi sulle strutture mentali e sulla personalità Gli studi sulle strutture mentali e sulla personalità condotti da Witkin e Gordon hanno evidenziato condotti da Witkin e Gordon hanno evidenziato determinati stili cognitivi che rappresentano strutture determinati stili cognitivi che rappresentano strutture mentali costanti in ogni uomo e che influenzano mentali costanti in ogni uomo e che influenzano l’organizzazione e la selezione percettiva.l’organizzazione e la selezione percettiva.

• Heckausen ha mostrato come gli elementi soggettivi Heckausen ha mostrato come gli elementi soggettivi della realtà individuo-ambiente influiscono sul nostro della realtà individuo-ambiente influiscono sul nostro

sistema motivazionale.sistema motivazionale. • Stati emozionali differenti influiscono più o meno Stati emozionali differenti influiscono più o meno

positivamente sulla nostra percezione. positivamente sulla nostra percezione.

L’alienazione.L’alienazione.

• Situazioni di alienazione tendono a manifestarsi con sempre Situazioni di alienazione tendono a manifestarsi con sempre maggiore frequenza nella società contemporanea. maggiore frequenza nella società contemporanea.

• Il soggetto alienato è fondamentalmente incapace di relazionarsi in Il soggetto alienato è fondamentalmente incapace di relazionarsi in modo autonomo e spontaneo con il suo gruppo di riferimento.modo autonomo e spontaneo con il suo gruppo di riferimento.

• Secondo gli studi sociologici portati avanti da Seeman (1959) il Secondo gli studi sociologici portati avanti da Seeman (1959) il soggetto alienato sperimenta l’assenza di significati della vita, soggetto alienato sperimenta l’assenza di significati della vita, isolamento, mancanza di potere e situazioni di anomia.isolamento, mancanza di potere e situazioni di anomia.

• Disturbi psicotici e nevrotici possono ugualmente portare a stati di Disturbi psicotici e nevrotici possono ugualmente portare a stati di alienazione e rappresentano una barriera ancor più difficile da alienazione e rappresentano una barriera ancor più difficile da abbattere.abbattere.

• Per superare tali situazioni risulta necessario che il trainer sia capace Per superare tali situazioni risulta necessario che il trainer sia capace di promuovere una comunicazione paritaria, congruente e genuina di promuovere una comunicazione paritaria, congruente e genuina tra i membri del gruppo.tra i membri del gruppo.

Qualità processuali negative nella dimensione di controllo, nella dimensione emozionale e nella realizzazione di un contatto fiducioso.

• La mancata realizzazione di una comunicazione pragmatica avviene La mancata realizzazione di una comunicazione pragmatica avviene nel momento in cui chi comunica lo fa in modo autoritario nel momento in cui chi comunica lo fa in modo autoritario emettendo ordini, comandi e avvisi.emettendo ordini, comandi e avvisi.

• Controproducenti per la realizzazione di una piattaforma educativa Controproducenti per la realizzazione di una piattaforma educativa nel senso del Noi, sono anche tutti quei comportamenti competitivi nel senso del Noi, sono anche tutti quei comportamenti competitivi che non fanno altro che creare relazioni anomale all’interno del che non fanno altro che creare relazioni anomale all’interno del gruppo.gruppo.

• Per Shostrom la tendenza al dominio da parte di un soggetto può Per Shostrom la tendenza al dominio da parte di un soggetto può avvenire anche in maniera latente e sotto questa ottica tende a avvenire anche in maniera latente e sotto questa ottica tende a differenziare nella sua analisi vari tipi di manipolatori.differenziare nella sua analisi vari tipi di manipolatori.

• Per evitare l’insorgere di atteggiamenti difensivi nei partners, che Per evitare l’insorgere di atteggiamenti difensivi nei partners, che possono così intralciare la fluidità del contesto relazionale, risulta possono così intralciare la fluidità del contesto relazionale, risulta consigliabile concordare in gruppo le competenze reciproche e fare consigliabile concordare in gruppo le competenze reciproche e fare in modo che nell’interazione vengano sempre confermate le qualità in modo che nell’interazione vengano sempre confermate le qualità processuali della fiducia e del rispetto. processuali della fiducia e del rispetto.

• Per quanto riguarda l’aspetto emozionale nell’interazione è evidente che la Per quanto riguarda l’aspetto emozionale nell’interazione è evidente che la comunicazione volta a svalutare ed a sminuire chi si ha di fronte non può comunicazione volta a svalutare ed a sminuire chi si ha di fronte non può far altro che indebolire il concetto di sé del ricevente del nostro atto far altro che indebolire il concetto di sé del ricevente del nostro atto comunicativo.comunicativo.

• La mancata comunicazione empatica, (dogmatizzare, interpretare e La mancata comunicazione empatica, (dogmatizzare, interpretare e moralizzare intorno ai comportamenti degli altri) può mettere inoltre il moralizzare intorno ai comportamenti degli altri) può mettere inoltre il ricevente di tali messaggi in una situazione difensiva che ostacolerà il ricevente di tali messaggi in una situazione difensiva che ostacolerà il proseguimento della comunicazione.proseguimento della comunicazione.

• Secondo Hovland e Giffin un clima di fiducia rappresenta un enorme Secondo Hovland e Giffin un clima di fiducia rappresenta un enorme incentivo e un’ottima garanzia per l’interazione, ma allo stesso tempo, come incentivo e un’ottima garanzia per l’interazione, ma allo stesso tempo, come mostrano Millar e Rogers, questa appare come un’arma a doppio taglio per mostrano Millar e Rogers, questa appare come un’arma a doppio taglio per il fatto che alcuni soggetti potrebbero sfruttare tale situazione per fini il fatto che alcuni soggetti potrebbero sfruttare tale situazione per fini esclusivamente opportunistici.esclusivamente opportunistici.

• Il clima di sfiducia nasce nel momento in cui si percepisce competitività Il clima di sfiducia nasce nel momento in cui si percepisce competitività all’interno del gruppo, ma non è raro che tale atteggiamento molte volte all’interno del gruppo, ma non è raro che tale atteggiamento molte volte nasca anche dal consiglio di qualcuno (es. un genitore, un amico).nasca anche dal consiglio di qualcuno (es. un genitore, un amico).

• Per far si che il soggetto si apra nei nostri confronti risulta necessario Per far si che il soggetto si apra nei nostri confronti risulta necessario spingerlo ad autopresentarsi e per riuscire in questo obiettivo è spingerlo ad autopresentarsi e per riuscire in questo obiettivo è indispensabile adottare un atteggiamento genuino e congruente nei suoi indispensabile adottare un atteggiamento genuino e congruente nei suoi confronti. confronti.

Introduzione alle competenze comunicative Introduzione alle competenze comunicative

• L’ascolto apparentemente potrebbe sembrare come una pratica semplice da realizzare, ma in realtà richiede un insieme di accorgimenti e di competenze che si rendono essenziali in un sistema socio-culturale come il nostro, dove la pratica sociale di un buon ascolto critico risulta quanto mai necessaria per il crescere del numero di persone che si trovano a vivere in condizioni disagiate e di solitudine e per la selezione e la critica del maggiore numero d’informazioni che ci arrivano dai mass-media.

• L’ascolto empatico deve dimostrare un vivo interesse per la condizione di chi ci sta comunicando qualcosa e deve spingerlo ad una sempre maggiore autoesplorazione dei suoi stati emozionali.

• Per far si che l’ascolto avvenga positivamente risulta necessario che la persona in ascolto abbia capito le intenzioni comunicative dell’emittente e che sia conscio della sua disponibilità e possibilità in quel dato momento.

• Habermas e Searle pongono l’accento su due forme comunicative essenziali: la comunicazione rappresentativa e la comunicazione regolativa.

• Attraverso la prima i partners mirano a mostrarci gli stati emozionali che vengono vissuti da loro nell’interazione mentre, tramite la seconda, questi esprimono le definizioni delle relazioni nel rapporto comunicativo.

Comunicazione non verbale.Comunicazione non verbale.

• Nonostante sia ancora piuttosto accesa la discussione sulla loro Nonostante sia ancora piuttosto accesa la discussione sulla loro interpretazione e sulla loro validità, negli ultimi anni, grazie anche all’utilizzo interpretazione e sulla loro validità, negli ultimi anni, grazie anche all’utilizzo delle nuove tecnologie (videotape), si è arrivati a comprendere che nella delle nuove tecnologie (videotape), si è arrivati a comprendere che nella comunicazione non verbale passa una grande quantità di informazioni.comunicazione non verbale passa una grande quantità di informazioni.

• Tramite i gesti che accompagnano il discorso di un individuo possiamo Tramite i gesti che accompagnano il discorso di un individuo possiamo capire meglio il messaggio e le sue intenzioni e tramite gli aspetti capire meglio il messaggio e le sue intenzioni e tramite gli aspetti paralinguistici (tono della voce, ritmo del parlato, variazione paralinguistici (tono della voce, ritmo del parlato, variazione dell’intonazione, pause) possiamo comprendere meglio gli stati emozionali dell’intonazione, pause) possiamo comprendere meglio gli stati emozionali che sta vivendo in quel momento lo stesso individuo.che sta vivendo in quel momento lo stesso individuo.

• Alcuni esempi: Le persone appartenenti ad uno stesso status sociale Alcuni esempi: Le persone appartenenti ad uno stesso status sociale tendono a stare più vicine quando comunicano rispetto a quelle che tendono a stare più vicine quando comunicano rispetto a quelle che appartengono a status sociali differenti; due persone che nutrono una appartengono a status sociali differenti; due persone che nutrono una simpatia reciproca tendono a rimanere più vicine nella comunicazione.simpatia reciproca tendono a rimanere più vicine nella comunicazione.

• L’espressione facciale del partner in interazione può essere una buona L’espressione facciale del partner in interazione può essere una buona fonte d’informazione per la regolazione della comunicazione, ed in questo fonte d’informazione per la regolazione della comunicazione, ed in questo senso Exline e Winters notarono ad esempio che, quando si realizza un senso Exline e Winters notarono ad esempio che, quando si realizza un comportamento di accettazione incondizionata, il partner in interazione comportamento di accettazione incondizionata, il partner in interazione segue l’altro con gli occhi, mentre quando l’uno assume una guida direttiva, segue l’altro con gli occhi, mentre quando l’uno assume una guida direttiva, il secondo tende generalmente a distogliere lo sguardo. il secondo tende generalmente a distogliere lo sguardo.

L’ascolto empatico.L’ascolto empatico.

• Come ci fanno notare Villard e Whipple, se veramente vogliamo realizzare Come ci fanno notare Villard e Whipple, se veramente vogliamo realizzare una piattaforma comunicativa positiva, dovremo essere capaci di una piattaforma comunicativa positiva, dovremo essere capaci di sperimentare empaticamente l’altro, oltre che sperimentare noi stessi alla sperimentare empaticamente l’altro, oltre che sperimentare noi stessi alla presenza dell’altro.presenza dell’altro.

• Per realizzare un ascolto empatico il recettore deve cercare di “sentire”, più Per realizzare un ascolto empatico il recettore deve cercare di “sentire”, più che “capire” i messaggi nel modo in cui li sperimenta la persona che ce li che “capire” i messaggi nel modo in cui li sperimenta la persona che ce li comunica; risulta consigliabile non fissarsi degli scopi ma rimanere aperti e comunica; risulta consigliabile non fissarsi degli scopi ma rimanere aperti e liberi ai messaggi degli altri.liberi ai messaggi degli altri.

• L’ascolto empatico vero e proprio si concretizza nel momento in cui il L’ascolto empatico vero e proprio si concretizza nel momento in cui il ricevente della comunicazione entra in contatto con gli schemi mentali, le ricevente della comunicazione entra in contatto con gli schemi mentali, le intenzioni e le esperienze del comunicatore e, quindi, riesce a penetrarne la intenzioni e le esperienze del comunicatore e, quindi, riesce a penetrarne la sua personalità.sua personalità.

• Per la realizzazione di tale comportamento è necessaria la massima Per la realizzazione di tale comportamento è necessaria la massima attenzione da parte dell’ascoltatore che deve spesso superare la noiosità e attenzione da parte dell’ascoltatore che deve spesso superare la noiosità e la complessità dei messaggi che gli vengono comunicati.la complessità dei messaggi che gli vengono comunicati.

• Se realizzato, l’ascolto empatico ci offre la possibilità di instaurare con Se realizzato, l’ascolto empatico ci offre la possibilità di instaurare con l’emittente un rapporto contraddistinto da una stima e da un rispetto l’emittente un rapporto contraddistinto da una stima e da un rispetto reciproco che tenderà a farlo aprire sempre di più nei nostri confronti.reciproco che tenderà a farlo aprire sempre di più nei nostri confronti.

Comportamenti di supporto.Comportamenti di supporto.

• Colui che ci sta comunicando qualcosa ha bisogno di sentirsi Colui che ci sta comunicando qualcosa ha bisogno di sentirsi compreso ed ascoltato e, in questo senso, l’ascoltatore deve compreso ed ascoltato e, in questo senso, l’ascoltatore deve adottare una serie di accorgimenti e di comportamenti verbali e non adottare una serie di accorgimenti e di comportamenti verbali e non verbali volti a rassicurare l’emittente e ad incoraggiarlo verso un verbali volti a rassicurare l’emittente e ad incoraggiarlo verso un approfondimento delle tematiche da lui affrontate.approfondimento delle tematiche da lui affrontate.

• Particolarmente efficaci si dimostrano le tecniche di riformulazione Particolarmente efficaci si dimostrano le tecniche di riformulazione che consistono “nel ridire a nel ridare all’emittente”, con le sue o che consistono “nel ridire a nel ridare all’emittente”, con le sue o con altre parole, la sua comunicazione facendo in modo che esso si con altre parole, la sua comunicazione facendo in modo che esso si senta appunto compreso, seguito e rispettato.senta appunto compreso, seguito e rispettato.

• La riformulazione (che solitamente viene preceduta da espressioni La riformulazione (che solitamente viene preceduta da espressioni del tipo: ”ho capito bene..”, “mi corregga se mi sbaglio..”, “mi pare del tipo: ”ho capito bene..”, “mi corregga se mi sbaglio..”, “mi pare di capire da quanto dice che..”) può essere di due tipi in base agli di capire da quanto dice che..”) può essere di due tipi in base agli obbiettivi che si vogliono ottenere: la riformulazione dei contenuti e obbiettivi che si vogliono ottenere: la riformulazione dei contenuti e la verbalizzazione o comunicazione empatica degli stati emozionali. la verbalizzazione o comunicazione empatica degli stati emozionali.

• La riformulazione dei contenuti tende principalmente ad assicurare La riformulazione dei contenuti tende principalmente ad assicurare che la comunicazione prosegua al riparo da facili fraintendimenti, che la comunicazione prosegua al riparo da facili fraintendimenti, distorsioni o selezioni percettive.distorsioni o selezioni percettive.

• La verbalizzazione ha invece come obiettivo quello di valutare lo La verbalizzazione ha invece come obiettivo quello di valutare lo stato emozionale dell’individuo.stato emozionale dell’individuo.

• Tramite la tecnica della verbalizzazione l’ascoltatore riesce ad Tramite la tecnica della verbalizzazione l’ascoltatore riesce ad entrare a contatto con la particolare esperienza che gli viene entrare a contatto con la particolare esperienza che gli viene esposta dall’emittente e, quindi, deve avere la capacità di vedere il esposta dall’emittente e, quindi, deve avere la capacità di vedere il mondo dagli occhi dell’emittente senza rimanerne coinvolto.mondo dagli occhi dell’emittente senza rimanerne coinvolto.

• L’ascoltatore dovrà tenere sempre ben distinto l’aspetto L’ascoltatore dovrà tenere sempre ben distinto l’aspetto contenutistico dall’aspetto emozionale della comunicazione contenutistico dall’aspetto emozionale della comunicazione dell’emittente e dopo aver colto le qualità di quest’ultima, dovrà fare dell’emittente e dopo aver colto le qualità di quest’ultima, dovrà fare in modo di valutarne l’intensità, il contenuto e il tema portante.in modo di valutarne l’intensità, il contenuto e il tema portante.

• La verbalizzazione deve essere chiara, concisa e può essere La verbalizzazione deve essere chiara, concisa e può essere strutturata attraverso l’uso di tre strumenti o “manipolatori strutturata attraverso l’uso di tre strumenti o “manipolatori linguistici”:il sinonimo, l’antinomia e l’optativo.linguistici”:il sinonimo, l’antinomia e l’optativo.

Come realizzare una comunicazione efficace?Come realizzare una comunicazione efficace?

• L’atto comunicativo ideale risulta quello che viene formulato in maniera L’atto comunicativo ideale risulta quello che viene formulato in maniera chiara, semplice, ordinata e che nel contempo riesce a stimolare l’attenzione chiara, semplice, ordinata e che nel contempo riesce a stimolare l’attenzione dell’ascoltatore senza venir meno alle sue esigenze e senza ledere la sua dell’ascoltatore senza venir meno alle sue esigenze e senza ledere la sua particolare situazione.particolare situazione.

• La realizzazione di tale comunicazione richiede il possesso da parte La realizzazione di tale comunicazione richiede il possesso da parte dell’emittente di una serie di qualità processuali, le quali molte volte dell’emittente di una serie di qualità processuali, le quali molte volte vengono a mancare, ma allo stesso tempo possono essere acquisite tramite vengono a mancare, ma allo stesso tempo possono essere acquisite tramite la partecipazione ad una attività di training.la partecipazione ad una attività di training.

• La comunicazione orale risulta migliore quando l’atto comunicativo viene La comunicazione orale risulta migliore quando l’atto comunicativo viene formulato seguendo le indicazioni esposte nel primo punto.formulato seguendo le indicazioni esposte nel primo punto.

• Un atto comunicativo semplice si realizza nel momento in cui un messaggio Un atto comunicativo semplice si realizza nel momento in cui un messaggio diventa rappresentativo della realtà e viene espresso in maniera diventa rappresentativo della realtà e viene espresso in maniera sintatticamente chiara, anche se, a volte è necessario ridurre il numero di sintatticamente chiara, anche se, a volte è necessario ridurre il numero di parole difficili e sostituirle magari con altre meno difficili (anche meno parole difficili e sostituirle magari con altre meno difficili (anche meno appropriate) ma che diano una visione chiara di ciò che si intende appropriate) ma che diano una visione chiara di ciò che si intende comunicare. comunicare.

• Per la realizzazione di una buona comunicazione bisogna tener in Per la realizzazione di una buona comunicazione bisogna tener in conto anche le particolarità dell’ascoltatore (età, sesso, cultura, conto anche le particolarità dell’ascoltatore (età, sesso, cultura, status sociale) e gli eventuali stati emozionali che il nostro status sociale) e gli eventuali stati emozionali che il nostro messaggio può provocare su di lui (aspetto connotativo).messaggio può provocare su di lui (aspetto connotativo).

• Quando si comunica qualcosa bisognerebbe inoltre tener sempre Quando si comunica qualcosa bisognerebbe inoltre tener sempre presente gli obbiettivi che intendiamo raggiungere e, soprattutto, presente gli obbiettivi che intendiamo raggiungere e, soprattutto, quando dobbiamo mettere in piedi un discorso abbastanza ampio quando dobbiamo mettere in piedi un discorso abbastanza ampio sarebbe consigliabile pianificare il nostro atto (free-forward).sarebbe consigliabile pianificare il nostro atto (free-forward).

• Il free – forward (concetto derivato dalla cibernetica) non garantisce Il free – forward (concetto derivato dalla cibernetica) non garantisce la risoluzione di tutti i problemi ma aumenta la probabilità la risoluzione di tutti i problemi ma aumenta la probabilità dell’emittente di conseguire gli scopi della sua comunicazione.dell’emittente di conseguire gli scopi della sua comunicazione.

• Tra l’altro chi comunica dovrebbe fare in modo di stimolare Tra l’altro chi comunica dovrebbe fare in modo di stimolare l’interesse degli ascoltatori, seguire un ordine cronologico l’interesse degli ascoltatori, seguire un ordine cronologico nell’esposizione dei contenuti, evidenziare i topici (punti chiave del nell’esposizione dei contenuti, evidenziare i topici (punti chiave del discorso) attraverso atti verbali e non verbali e fornire, nella fase discorso) attraverso atti verbali e non verbali e fornire, nella fase finale del discorso, indicazioni generali o chiedere agli ascoltatori di finale del discorso, indicazioni generali o chiedere agli ascoltatori di porre eventuali domande di chiarificazione. porre eventuali domande di chiarificazione.

• Per l’efficacia del discorso, infine, appare fondamentale non Per l’efficacia del discorso, infine, appare fondamentale non sovraccaricarlo di troppi contenuti. sovraccaricarlo di troppi contenuti.

La cura dell’aspetto relazionaleLa cura dell’aspetto relazionale

• Per la realizzazione di un buon contatto relazionale l’emittente Per la realizzazione di un buon contatto relazionale l’emittente dovrebbe evitare in qualsiasi situazione di adottare comportamenti dovrebbe evitare in qualsiasi situazione di adottare comportamenti volti ad interpretare e a valutare l’agire degli altri.volti ad interpretare e a valutare l’agire degli altri.

• Anche l’assunzione di atteggiamenti autoritari può apportare gravi Anche l’assunzione di atteggiamenti autoritari può apportare gravi disturbi alla comunicazione oltre che creare negli ascoltatori stati di disturbi alla comunicazione oltre che creare negli ascoltatori stati di ansia, rabbia e frustrazione.ansia, rabbia e frustrazione.

• Affrontare e risolvere i problemi collettivamente insieme Affrontare e risolvere i problemi collettivamente insieme all’assunzione delle tecniche di verbalizzazione e dell’ascolto all’assunzione delle tecniche di verbalizzazione e dell’ascolto empatico porterà gli ascoltatori, secondo la legge degli affetti empatico porterà gli ascoltatori, secondo la legge degli affetti reciproci, a comportarsi nella stessa maniera con l’emittente e con reciproci, a comportarsi nella stessa maniera con l’emittente e con gli altri individui.gli altri individui.

• Inoltre, comunicare in modo trasparente e congruente tenderà a Inoltre, comunicare in modo trasparente e congruente tenderà a rafforzare la fiducia nei propri confronti.rafforzare la fiducia nei propri confronti.

Comunicazione descrittivaComunicazione descrittiva

• La comunicazione descrittiva ha la funzione di mostrarci la realtà così come La comunicazione descrittiva ha la funzione di mostrarci la realtà così come essa ci viene presentata, è una comunicazione non valutativa (descrizione essa ci viene presentata, è una comunicazione non valutativa (descrizione fenomenologica della realtà) e ci offre la possibilità di conoscere i fenomeni fenomenologica della realtà) e ci offre la possibilità di conoscere i fenomeni dalla loro origine, nel loro modo di manifestarsi e nelle loro conseguenze, dalla loro origine, nel loro modo di manifestarsi e nelle loro conseguenze, dandoci la possibilità concreta di metterci in contatto con le nostre dandoci la possibilità concreta di metterci in contatto con le nostre emozioni. emozioni.

• La comunicazione ci fornisce informazioni obbiettive senza voler La comunicazione ci fornisce informazioni obbiettive senza voler dogmatizzare o interpretare la realtà e ci offre la possibilità di osservare dogmatizzare o interpretare la realtà e ci offre la possibilità di osservare fenomeni reali “non contaminati”, lasciando parlare le “cose stesse” senza fenomeni reali “non contaminati”, lasciando parlare le “cose stesse” senza tenere presente il conosciuto, il dato per scontato e la logica.tenere presente il conosciuto, il dato per scontato e la logica.

• Questo tipo di comunicazione, denominata da Habermas “constatativa”, ci Questo tipo di comunicazione, denominata da Habermas “constatativa”, ci consente fondamentalmente di osservare la realtà da più punti di vista e ci consente fondamentalmente di osservare la realtà da più punti di vista e ci dona la possibilità di trarre da essa conclusioni (mai definitive), significati dona la possibilità di trarre da essa conclusioni (mai definitive), significati diversi e ci permette di comunicare e descrivere tali fenomeni attraverso diversi e ci permette di comunicare e descrivere tali fenomeni attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice, non astratto e più vicino alla realtà. l’utilizzo di un linguaggio semplice, non astratto e più vicino alla realtà.

Comunicazione rappresentativaComunicazione rappresentativa

• Con questo tipo di comunicazione l’individuo si mostra a noi nella sua Con questo tipo di comunicazione l’individuo si mostra a noi nella sua interezza emozionale, evidenziandoci le sue paure, i suoi sentimenti, le sue interezza emozionale, evidenziandoci le sue paure, i suoi sentimenti, le sue gioie senza nascondersi dietro ad una maschera, ma assumendo un gioie senza nascondersi dietro ad una maschera, ma assumendo un comportamento altamente congruente e trasparente.comportamento altamente congruente e trasparente.

• Comunicando e comportandosi in questa maniera i singoli individui danno Comunicando e comportandosi in questa maniera i singoli individui danno vita ad una vera e propria “piattaforma educativa nel senso del Noi”, vita ad una vera e propria “piattaforma educativa nel senso del Noi”, all’interno della quale nascono rapporti autentici e significativi contraddistinti all’interno della quale nascono rapporti autentici e significativi contraddistinti da un alto grado di fiducia reciproca.da un alto grado di fiducia reciproca.

• Per la creazione di un contesto relazionale ottimale è necessario mostrare, Per la creazione di un contesto relazionale ottimale è necessario mostrare, senza reticenze, i propri sentimenti; nel caso questo non dovesse avvenire senza reticenze, i propri sentimenti; nel caso questo non dovesse avvenire le persone inizierebbero a sentire nascere in se stesse sentimenti di ansia, le persone inizierebbero a sentire nascere in se stesse sentimenti di ansia, angoscia e mancanza di senso della vita.angoscia e mancanza di senso della vita.

• Per la realizzazione di una comunicazione rappresentativa è necessario fare Per la realizzazione di una comunicazione rappresentativa è necessario fare riferimento alla dimensione personale della propria esperienza, riferimento alla dimensione personale della propria esperienza, assumendosene la totale responsabilità (assumendosene la totale responsabilità (io come portatore d’esperienzeio come portatore d’esperienze). ).

I feedback (informazione di ritorno).I feedback (informazione di ritorno).

• Il contatto tra due partners diventa ancor più significativo quando Il contatto tra due partners diventa ancor più significativo quando chi emette un messaggio viene informato dal ricevente sugli effetti chi emette un messaggio viene informato dal ricevente sugli effetti che quella comunicazione ha avuto su di lui.che quella comunicazione ha avuto su di lui.

• Il feed-back nasce come uno strumento di chiarificazione, ma allo Il feed-back nasce come uno strumento di chiarificazione, ma allo stesso tempo dona una maggiore significatività alle dinamiche stesso tempo dona una maggiore significatività alle dinamiche interazionali tendendo ad allargare la zona conoscitiva nel campo interazionali tendendo ad allargare la zona conoscitiva nel campo fenomenologico.fenomenologico.

• Il feedback è una tecnica comunicativa molto utile per il fatto che Il feedback è una tecnica comunicativa molto utile per il fatto che rappresenta una comunicazione di tipo non direttivo e rappresenta una comunicazione di tipo non direttivo e autopresentativo che esula dal fornire valutazioni e interpretazioni e autopresentativo che esula dal fornire valutazioni e interpretazioni e che nel contempo mira esclusivamente ad esporre a chi ha emesso che nel contempo mira esclusivamente ad esporre a chi ha emesso il messaggio gli effetti che il suo atto comunicativo ha provocato su il messaggio gli effetti che il suo atto comunicativo ha provocato su di noi.di noi.

Comunicazione regolativa.Comunicazione regolativa.

• Le norme tendono ad influenzare le dinamiche relazionali di un Le norme tendono ad influenzare le dinamiche relazionali di un gruppo e, come sostenevano Vopel e Kirsten queste definiscono chi-gruppo e, come sostenevano Vopel e Kirsten queste definiscono chi-come-che cosa-quando-se-in che maniera si possa comunicare. come-che cosa-quando-se-in che maniera si possa comunicare.

• La norma deve necessariamente essere:La norma deve necessariamente essere:

• Umana: tiene presenti le possibilità concrete degli individui e la loro Umana: tiene presenti le possibilità concrete degli individui e la loro dignità.dignità.

• Flessibile: collettivamente rivisitabile, modificabile e aggiornabile.Flessibile: collettivamente rivisitabile, modificabile e aggiornabile.

• Esplicita: pienamente consapevole e conosciuta da tutti.Esplicita: pienamente consapevole e conosciuta da tutti.

• Costruttiva: positiva sia per il singolo membro che per la dinamica Costruttiva: positiva sia per il singolo membro che per la dinamica dell’intero gruppo. dell’intero gruppo.

• Rispettosa: in equilibrio tra i diritti e i bisogni dell’individuo e quelli Rispettosa: in equilibrio tra i diritti e i bisogni dell’individuo e quelli del gruppo.del gruppo.

Ascolto attivo

La teoria di Colasanti e Mastromarino

Luca Perrone

Facoltà di Filosofia

Corso di Laurea in Scienze dell’educazione

Esercitazione anno 2005-2006

Docente: Prof. F. Pesci

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Il comportamento di ascolto Secondo alcuni studi statistici, l’80% della veglia è

utilizzato nei processi di comunicazione; nell’ambito di tali processi, come si vede dal grafico, è stato rilevato che la maggior parte del tempo viene dedicata all'ascolto

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

L’ascolto quindi, paradossalmente, è l’abilità

comunicativa che viene appresa per prima e

quella più utilizzata, pur non ricevendo alcuna

forma di insegnamento, a differenza dello

scrivere, del leggere e del parlare.

Il comportamento di ascolto

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Ascolto attivo

Nella definizione di Ascolto Attivo rientrano tutte

quelle strategie attive attraverso le quali possiamo

migliorare il contatto e la sintonia con l'altro/a e

ottenere da lui/lei ulteriori utili informazioni per

comprenderlo meglio.

L’Ascolto Attivo punta anche a migliorare il contatto

con l'altro, a farlo sentire ascoltato, manifestando il

proprio interesse per quanto dice, esprimendo segnali

di intesa su ciò che dice.

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Ascolto attivo

L’Ascolto Attivo è capace di restituire

all’interlocutore, come in uno specchio, i

contenuti – cognitivi ed emotivi – della

sua comunicazione, mediante segnali e

rimandi verbali che dimostrano la

comprensione di quanto ha espresso.

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Aspetti teorici

L’ascolto può essere definito come un insieme di atti percettivi attraverso i quali entriamo volontariamente o meno in contatto con una fonte comunicativa.

I processi coinvolti nell’ascolto sono i seguenti: Ricezione del messaggio (processo non

manifesto) ; Elaborazione del messaggio (processo non

manifesto) ; Risposta al messaggio, verbale o non verbale

(processo manifesto).

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Aspetti teorici

MESSAGGIO del

CLIENTE

(manifesto)

RICEZIONE

(latente)

ELABORAZIONE

(latente)

RISPOSTA del

CONSULENTE

(manifesto)

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Ricezione del messaggio

La corretta ricezione del messaggio

presuppone, da parte dell’ascoltatore:

la capacità e intenzionalità di aprirsi alla fonte

comunicativa,

l’impegno a comprendere il messaggio nel

significato dell’emittente (attenzione non

strutturata).

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Elaborazione del messaggio

Dopo essere stato recepito, il messaggio deve essere elaborato e decodificato nelle diverse dimensioni comunicative:

dimensione oggettivo-constatativa (contenuto) : tale dimensione riguarda l’oggetto della comunicazione (di cosa sta parlando?)

dimensione dell’autorivelazione (autopresentazione): si riferisce al modo in cui il cliente si presenta nella comunicazione ( cosa mi dice di sé?)

dimensione di appello: rappresenta l’insieme delle richieste che fa il cliente nella comunicazione (cosa chiede? cosa vuole raggiungere?)

dimensione di relazione : si riferisce al rapporto consulente-cliente e alla percezione che ha il cliente dell’altro (sei una persona così...stiamo comunicando in questo modo).

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Risposta al messaggio

L’operatore, una volta recepito ed elaborato correttamente il messaggio del cliente, deve rispondere al messaggio attraverso forme di supporto verbale che sostengano e approfondiscano la comunicazione (finalizzate all’autocomprensione).

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Le forme di supporto verbale

Le forme di supporto verbale sono divisibili in:

Forme verbali non direttive (chiarificazione,

parafrasi, verbalizzazione, sommario);

Forme verbali attive o semi-direttive

(domande esplorative, confronto, interpretazione,

dare informazioni)

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Forme verbali non direttive

La chiarificazione: quando non si è certi del significato che ha

espresso il cliente.

La parafrasi: per restituire al cliente la sua comunicazione,

riformulando con parole proprie il contenuto del messaggio.

La verbalizzazione : focalizzazione sull’esperienza emozionale che è

racchiusa nel messaggio del cliente e che si “realizza” solo se

l’operatore è capace di “sentire” l’emozione del cliente.

Il sommario: risposta che riformula e unisce più parti del

messaggio, che possono avere sia contenuti cognitivi che emotivi.

Ascolto attivo: il comportamento di ascolto

Forme verbali semi direttive

Domande esplorative - vengono formulate allo scopo di approfondire aspetti che vengono ritenuti essenziali per la comprensione del problema.

Confronto - l’operatore mette in risalto comportamenti non coerenti del cliente, ed ha l’obiettivo di farlo riflettere su di essi per valutarne le conseguenze.

L’interpretazione - quando si presenta al cliente un’ipotesi relativa ai suoi comportamenti.

Dare informazioni - nel trasmettere dati o fatti relativi a esperienze, situazioni o persone allo scopo di offrire un’alternativa al cliente, consentendogli di valutare le conseguenze di una eventuale scelta.

Ascolto attivo: la comunicazione non verbale

La comunicazione non verbale

La comunicazione non verbale (CNV) consente di cogliere gli aspetti non espressi attraverso il sistema verbale nell’ambito del colloquio.

Nel passato si tendeva ad attribuire alla CNV (inflessioni, intonazione, gestualità, postura, espressioni facciali) una funzione sostitutiva della comunicazione verbale, mentre ora si ritiene che il linguaggio comprenda tutte queste modalità comunicative in un unico sistema integrato verbale-nonverbale.

Ascolto attivo: la comunicazione non verbale

La comunicazione non verbale

Le parole rappresentano solo una piccolissima fetta della comunicazione, che, dunque, si alimenta in gran parte di cose non dette, di posture, di tatto, di toni di voce e gestualità.

Ascolto attivo: la comunicazione non verbale

Le modalità della CNV

I movimenti (occhi, bocca, espressioni facciali, testa, spalle, braccia e mani, totalità del corpo)

Il paralinguaggio (livello e tono, fluidità nel discorso)

Prossemica (distanza, posizione nella stanza, contatto)

Elementi ambiente e tempo.

HERBERT FRANTAHERBERT FRANTA

ATTEGGIAMENTI ATTEGGIAMENTI

DELL’EDUCATOREDELL’EDUCATORE

TEORIA E TRAINING PER LA PRASSI EDUCATIVATEORIA E TRAINING PER LA PRASSI EDUCATIVA

Angela LauriaAngela Lauria

1. COMUNICAZIONE EDUCATIVA- 1. COMUNICAZIONE EDUCATIVA-

TerminologiaTerminologia

COMUNICAZIONE

PEDAGOGICA: processo

complesso in cui si possono

distinguere due dimensioni

interdipendenti:

→ aspetti contenutistici (temi

riguardanti l’apprendimento,

obiettivi educativi)

→ aspetti relazionali (fenomeni

legati al rapporto interpersonale).

Atmosfera

pedagogica

Interazione

educativa

Interazione

Sociale

Atto

pedagogico

Piattaforma

comunicativa

Situazione

comune

Contatto

educativo

Relazione

pedagogica

Rapporto

educativo

PROCESSO

EDUCATIVO

1. COMUNICAZIONE EDUCATIVA- 1. COMUNICAZIONE EDUCATIVA-

TerminologiaTerminologia ALTRE DEFINIZIONI:

MOLLENHAUER (1972) → ogni azione educativa è una comunicazione di

simboli; → all’interno della comunicazione distingue il contenuto, le intenzioni,

la realizzazione.

WUNDERLICH e MAAS (1972) → la comunicazione è la formazione di

relazioni reciproche che costituiscono la piattaforma della comprensione.

In ambito educativo ≈ hanno valenza → gli aspetti contenutistici e impegno

dei partners in interazione;→ le relazioni positive; → esperienza emozionale

(clima e atmosfera umana nell’interazione educativa).

PEDAGOGIA COLLETTIVISTA e PEDAGOGIA DELL’EMANCIPAZIONE

COMUNICAZIONE EDUCATIVA

Ha una funzione importante per una buona riuscita della vita sociale

2. COMUNICAZIONE EDUCATIVA2. COMUNICAZIONE EDUCATIVA

Lo studio Lo studio

COMUNICAZIONE RELAZIONALE E RAPPORTO EDUCATIVO: COMUNICAZIONE RELAZIONALE E RAPPORTO EDUCATIVO: fenomeno pedagogico fondamentale.

STUDIO:STUDIO: SOCRATE e PLATONE:SOCRATE e PLATONE: il compito educativo si può realizzare nel momento in cui si stabilisce un

rapporto tra educatore e giovane. ROUSSEAU:ROUSSEAU: l’educazione deve basarsi sul principio della natura:

L’uomo si deve formare conducendo una vita libera dalle costrizioni della società; L’educatore deve evitare interventi direttivi e influssi sfavorevoli.

HERBART: HERBART: nel rapporto educativo l’educando deve stabilire un contatto diretto con la realtà. PESTALOZZI:PESTALOZZI: la relazione educativa ha valenza nell’educazione familiare. DON BOSCO: DON BOSCO: tre sono i principi strutturanti il rapporto educativo:

1.1. Religione;Religione;

2.2. Ragione;Ragione;

3.3. Amore.Amore. MAKARENKO: MAKARENKO: collettivo ↔ medium dell’educazione. NOHL: NOHL: pedagogia fondata sulle scienze dello spirito

La relazione dell’educatore verso l’educando è

il fondamento di ogni pedagogia.

3. LO STILE EDUCATIVO3. LO STILE EDUCATIVO

STILE EDUCATIVO:STILE EDUCATIVO: modo di procedere dell’educatore per giungere al fine

del suo compito educativo.

WEBER: WEBER: … gli stili educativi sono delle possibilità dipendenti le une dalle

altre, del comportamento educativo, e sono caratterizzati dalle pratiche

educative …

SPRANGERSPRANGER→ Tipi di stile educativo: 1. aperto/ isolato al mondo; 2. libero/

coercitivo; 3. anticipativo/ conforme allo sviluppo; 4. uniforme/ individualizzato.

RICERCHE E STUDI DA DIVERSI PUNTI DI VISTA:

Prospettiva socio- psicologica → LEWIN: capire i processi psichici che

vengono causati nei bambini e giovani dalle varie tipologie di stile educativo.

Ricerche psico- pedagogiche → ANDERSON ↔ stile d’insegnamento

dominante e socio- integrativo.

4. L’INTERAZIONE EDUCATIVA4. L’INTERAZIONE EDUCATIVA

I vari aspetti dell’interazione educativa servono per avviare le relazioni I vari aspetti dell’interazione educativa servono per avviare le relazioni

interpersonali.interpersonali.

5 linee evolutive:5 linee evolutive:

1.1. PRIMA LINEA EVOLUTIVA:PRIMA LINEA EVOLUTIVA: estensione della dimensione relazionale; si

studiano le singole unità comunicative nei sottosistemi all’interno della

famiglia e dei diversi gruppi sociali.

2. SECONDA LINEA EVOLUTIVA: pluridimensionalità dei fattori che

determinano l’instaurazione di un rapporto significativo in ambito

educativo.

3. TERZA LINEA EVOLUTIVA: livelli in base ai quali studiare l’interazione

educativa.

4. QUARTA LINEA EVOLUTIVA: approccio transazionale.

5.5. QUINTA LINEA EVOLUTIVA:QUINTA LINEA EVOLUTIVA: interpretare la comunicazione interpersonale

secondo una tassonomia pedagogicamente fondante.

5. COMPORTAMENTO RELAZIONALE 5. COMPORTAMENTO RELAZIONALE

DELL’EDUCATOREDELL’EDUCATORE

L’instaurazione di relazioni interpersonali è un fattore fondamentale nel

modo di interagire dell’educatore.

COMPORTAMENTO RELAZIONALE DELL’EDUCATORE ↔ 4

TEMATICHE:

1. Il lavoro delle singole unità e delle qualità processuali caratterizzanti

l’interagire stesso;

2. Gli aspetti che mettono in evidenza le differenze da un punto di vista

individuale del comportamento;

3. Presenza di variabili specifiche e interdipendenti le une dalle altre nel

comportamento dell’educatore con determinati comportamenti degli

educandi;

4. La modifica del comportamento.

“CLIMA DEL NOI”: si viene a creare quando si verificano i comportamenti

di empatia, collaborazione, cooperazione, contatto amichevole, supporto;

gli altri - l’altro si percepisce come simile.

6. L’ATTUAZIONE DEGLI 6. L’ATTUAZIONE DEGLI

ATTEGGIAMENTI EDUCATIVIATTEGGIAMENTI EDUCATIVI

COMPORTAMENTO RELAZIONALE DELL’EDUCATORECOMPORTAMENTO RELAZIONALE DELL’EDUCATORE secondo la CLASSIFICAZIONE NOMOTETICA: CLASSIFICAZIONE NOMOTETICA: si sottolinea il modo con cui gli educatori interagiscono con gli educandi.

COMPORTAMENTO RELAZIONALE DELL’EDUCATORE COMPORTAMENTO RELAZIONALE DELL’EDUCATORE secondo la RIDUZIONE RIDUZIONE NOMOTETICA: NOMOTETICA: capire i fattori dai quali dipendono il comportamento e le differenze individuali.

ASPETTO DELLA VARIANZA INDIVIDUALE ASPETTO DELLA VARIANZA INDIVIDUALE ↔ ↔ struttura della personalità dell’educatore e della sfera psichica …

Atteggiamenti di fondoAtteggiamenti di fondo

VALORIVALORI

Orientamenti e normative degli educatoriOrientamenti e normative degli educatori UNITA’ RELAZIONALe DEL COMPORTAMENTO DEGLI EDUCATORI TRATTATA UNITA’ RELAZIONALe DEL COMPORTAMENTO DEGLI EDUCATORI TRATTATA

in funzione della PIATTAFORMA NEL SENSO DEL “NOI”____ considerare tre in funzione della PIATTAFORMA NEL SENSO DEL “NOI”____ considerare tre dimensioni:dimensioni:

1.1. Dimensione di controllo (C);Dimensione di controllo (C);

2.2. Dimensione emozionale (E);Dimensione emozionale (E);

3.3. Dimensione di congruenza- trasparenza- autenticità (A). Dimensione di congruenza- trasparenza- autenticità (A).

7. LA DIMENSIONE DI CONTROLLO 7. LA DIMENSIONE DI CONTROLLO

( C )( C )

Nell’interazione educativa è necessario regolare le varie competenze e i vari comportamenti che si stabiliscono tra educatori e fanciulli.

Interazione dal punto di vista strutturale- organizzativo si creano relazioni autorevoli tra educatori e ragazzi.

Le relazioni autorevoli risultano dalle competenze di guida dell’educatore e della corrispondenza degli educandi.

Modalità di realizzazione dell’interazione degli educatori ≈ si classificano in base: - al grado;

- alla forma;

- all’intensità del ruolo di guida;

- secondo stili educativi precisi: 1. autoritario, 2. laissez- faire;

3. autorevole.

8. LA GUIDA AUTORITARIA O 8. LA GUIDA AUTORITARIA O

DOMINANTEDOMINANTE

GUIDA AUTORITARIA O DOMINANTE (controllo e dominanza):GUIDA AUTORITARIA O DOMINANTE (controllo e dominanza): Limita e costringe il comportamento degli allievi;Limita e costringe il comportamento degli allievi; Dominanza e controllo esercitati in riferimento a :Dominanza e controllo esercitati in riferimento a :1.1. Dimensione organizzativa- normativaDimensione organizzativa- normativa (presentazione delle norme in modo rigido e invito alla loro osservanza;

superiorità dell’educatore; esigere il rispetto. Il fanciullo è sottomesso alle imposizioni dell’educatore);

2.2. Dimensione della gestione dell’attivitàDimensione della gestione dell’attività (Il fanciullo viene escluso dalla cogestione e dalla corresponsabilità;

l’educatore non fornisce informazioni che possono essere rilevanti per i fanciulli).

CONSEGUENZE NEGATIVE:CONSEGUENZE NEGATIVE: Impedisce relazioni reversibili nell’interazione; Impulso negativo sulla formazione della personalità del ragazzo, sullo sviluppo psico-

sociale, sulla formazione dei fanciulli; Il ragazzo non si sente considerato come persona poiché non ha libertà sufficiente.

ASPETTI POSITIVI:ASPETTI POSITIVI: In alcuni casi è efficace e necessaria → situazioni di apprendimento; Mantiene ordine e disciplina.

PEDAGOGIA ANTIAUTORITARIA in opposizione a GUIDA AUTORITARIA:PEDAGOGIA ANTIAUTORITARIA in opposizione a GUIDA AUTORITARIA: Abolire le forme di determinazione; Importante il principio di crescita spontanea ed autonoma del fanciullo.

9. LA GUIDA AUTOREVOLE9. LA GUIDA AUTOREVOLE GUIDA AUTOREVOLE:GUIDA AUTOREVOLE: l’educatore interagisce nel momento in cui gli allievi

riconoscono in lui competenze oggettive e normative, o notano i suoi interventi

orientativi e regolativi.

Scopo: far arrivare gli allievi ad assumere determinati comportamenti - l’educatore deve

far leva su un’esigenza oggettiva, aiutando gli allievi ad essere i protagonisti della loro

vita.

Interpretazione della guida autorevole - la dimensione di controllo deve sottostare

a questi principi:

Sintesi dialettica: integrazione delle diverse polarità della realtà pedagogica;

Superiorità dell’educatore: l’educatore deve possedere una certa superiorità per

stabilire una relazione autorevole con il fanciullo;

Essere protagonista: il fanciullo deve sentirsi protagonista del suo agire;

Dialogicità: tutti i membri dell’interazione devono mettere in vista la loro totalità e

individualità;

Contesto sociale: risalto delle diverse vicissitudini sociali, culturali e politiche;

Criterio dello sviluppo psichico dell’educando.

REALIZZAZIONE DELLA GUIDA AUTOREVOLE, da considerare:

1. Personalità dell’educatore;

2. Organizzazione del contesto educativo.

10. GUIDA IN FUNZIONE 10. GUIDA IN FUNZIONE

DELL’ORIENTAMENTODELL’ORIENTAMENTO

L’educatore deve facilitare il giovane ad assumere un orientamento

significativo verso i contenuti della sua vita e cercar di far sviluppare interessi

e strutture psichiche per le scelte future.

Forme di guida idonee:

Interventi verbali direttivi (istruire, persuadere, ammonire);

Condizionamenti di vario genere (proposte, rinforzi);

Atteggiamenti passivi per lasciare libertà nella decisione;

Orientamento proattivo: scoperta e sperimentazione delle scelte.

Modi di guida inappropriati: processi di condizionamento.

11. LA COMUNICAZIONE DIALOGALE11. LA COMUNICAZIONE DIALOGALE

COMUNICAZIONE DIALOGALE:COMUNICAZIONE DIALOGALE: I singoli membri dell’interazione si sentono

in grado di intervenire in modo libero e creativo.

Tipo di comunicazione che assume precise forme di realizzazione

L’educatore adotta diversi comportamenti di guida, a seconda che si tratti di

facilitare l’orientamento dei ragazzi verso i diversi contenuti della vita, o di

aiutarli nello scoprire il loro mondo nel suo significato, o di sostenerli nella

ricerca del loro progetto di vita.

12. GUIDA REGOLATIVA12. GUIDA REGOLATIVA

In ogni organizzazione sociale si osservano una serie di regole o norme, le quali stabiliscono i ruoli e i rapporti tra i vari membri, garantendo relazioni significative.

DIMENSIONE REGOLATIVADIMENSIONE REGOLATIVA

La funzione degli educatori ha un duplice aspetto:

1. Prevenzione e

2. Correzione del

Comportamento di trasgressione

Prevenzione : al fine di facilitare lo sviluppo di atteggiamenti positivi verso la disciplina, sviluppando una certa acquisizione di un livello di autodisciplina nell’osservanza delle regole → formulazione delle norme flessibile.

Trasgressione delle regole concordate: l’educatore deve adottare una comunicazione verbale di tipo socio- integrativo; stimolando nei ragazzi:

1. impegno volontario;

• Autocontrollo;

• Autonomia del comportamento.

13. DIMENSIONE “E”13. DIMENSIONE “E”

Atteggiamento emozionaleAtteggiamento emozionale

Dimensione fondamentale nelle ricerche sulla comunicazione umana e sull’interazione educativa.

Vengono utilizzati vari termini per definire tale dimensione: Rispetto- calore umano- considerazione; Calore emozionale/ ostilità; Amore/ ostilità; Amore/ rifiuto; Atteggiamento amorevole.

Varie denominazioni per quanto riguarda il rapporto che si instaura tra educatore e ragazzo: Amore pedagogico; Intimità; Legami affettivi; Atteggiamento amorevole; Considerazione positiva; Attaccamento emozionale; Appartenere/ essere uniti.

14. DIMENSIONE “E”- Gli studi14. DIMENSIONE “E”- Gli studi

DIMENSIONE EDIMENSIONE E: analizza l’aspetto socio- affettivo nella relazione tra educatore e ragazzo; vengono esaminati il tipo e la forma del contatto che l’educatore stabilisce con i ragazzi.

STUDI e RICERCHE:STUDI e RICERCHE: KLEIN (1975)- WINNICOTT (1956,1965): quando tra il bambino e la madre si stabilisce un clima socio-

affettivo , allora lo sviluppo avviene in modo normale;

SULLIVAN (1953): relazioni di intimità importanti per lo sviluppo dell’identità del bambino;

SPITZ (1945, 1946) – BOWLBY (1963, 1969): età infantile → il bambino ha bisogno d’intimità.

La necessità di relazioni socio- affettive positive per lo sviluppo di un individuo è messa in evidenza dalle ricerche sulla socializzazione.

Processi attivati nell’interazione del comportamento socio- affettivo dell’educatore. IPOTESI:

1. Stati emozionali- atteggiamenti dell’educatore → sentimenti e reazioni emozionali nei bambini;

2. Valorizzazione / non valorizzazione dell’educatore: è in relazione ai processi di autoesplorazione;

3. Ansia, insicurezza del bambino → desensibilizzazione attraverso atteggiamenti positivi dell’educatore;

4. Atteggiamenti dimensione E → usati nell’interazione come interventi rinforzanti del comportamento del bambino;

5. Il bambino che si sente accettato- stimato risponde con atteggiamenti e comportamenti simili.

15. REALIZZAZIONE 15. REALIZZAZIONE

DELL’ATTEGGIAMENTO SOCIO- DELL’ATTEGGIAMENTO SOCIO-

AFFETTIVOAFFETTIVONon è facile per un educatore riuscire a stabilire un rapporto o un legame socio- affettivo

positivo.

Affinché l’educatore riesca a realizzare un atteggiamento socio- affettivo, deve avere delle qualità precise:

Buona funzionalità psichica;

Possedere atteggiamenti affettivi positivi ed adeguati;

Competenze comunicative;

Maturazione psichica;

Condizioni sociali favorevoli.

Maturazione psichica (Modello di Heat, 1977): esistono due classi di dimensioni che valutano la maturità psichica:

1. Quelle contenutistiche (molteplici sfere della personalità);

2. Quelle formali.

Non maturazione psichica: fattori che incidono negativamente sulla realizzazione del comportamento socio- affettivo degli educatori.

Caratteristiche dell’educatore con scarsa funzionalità psichica: Personalità narcisistica ed egocentrica;

Senso di superiorità;

Basso concetto di sé;

Stati ansiosi;

Non riesce ad entrare in contatto col proprio vissuto;

Tensione emozionale.

16. DIMENSIONE DI TRASPARENZA- 16. DIMENSIONE DI TRASPARENZA-

CONGRUENZA- AUTENTICITA’ (A)CONGRUENZA- AUTENTICITA’ (A)

• RELAZIONI INTERPERSONALI RELAZIONI INTERPERSONALI sono facilitate quando le persone in comunicazione sono facilitate quando le persone in comunicazione

interagiscono in modo trasparente, congruente ed autentico.interagiscono in modo trasparente, congruente ed autentico.

• L’educatore facilita un comportamento relazionale significativo se realizza una guida L’educatore facilita un comportamento relazionale significativo se realizza una guida autorevole, contatti socio- affettivi positivi, ma soprattutto se con i ragazzi stabilisce un autorevole, contatti socio- affettivi positivi, ma soprattutto se con i ragazzi stabilisce un rapporto caratterizzato da trasparenza, congruenza e autenticità.rapporto caratterizzato da trasparenza, congruenza e autenticità.

• La realizzazione del comportamento trasparente, congruente e autentico è legata a La realizzazione del comportamento trasparente, congruente e autentico è legata a fattori personali e sociali dell’interazione educativa da parte dell’educatore:fattori personali e sociali dell’interazione educativa da parte dell’educatore:

CONDIZIONI DI NATURA PERSONALE (personalità dell’educatore):CONDIZIONI DI NATURA PERSONALE (personalità dell’educatore):

- simbolizzare le proprie esperienze;- simbolizzare le proprie esperienze;

- fiducia e apertura spontanea;- fiducia e apertura spontanea;

- sentirsi responsabili verso se stessi e verso la altre persone in interazione.- sentirsi responsabili verso se stessi e verso la altre persone in interazione. FATTORI SOCIALI: FATTORI SOCIALI:

- gli educatori sperimentano un’atmosfera favorevole e realizzano un interagire trasparente, congruente - gli educatori sperimentano un’atmosfera favorevole e realizzano un interagire trasparente, congruente e autentico quando i diversi spazi educativi permettono l’instaurarsi di modalità relazionali proprie dei e autentico quando i diversi spazi educativi permettono l’instaurarsi di modalità relazionali proprie dei sistemi aperti;sistemi aperti;

- quando negli spazi educativi esiste un positivo clima socio- affettivo, gli educatori si sentono - quando negli spazi educativi esiste un positivo clima socio- affettivo, gli educatori si sentono incoraggiati ad essere se stessi e possono contare sulla fiducia e sulla comprensione dei ragazzi.incoraggiati ad essere se stessi e possono contare sulla fiducia e sulla comprensione dei ragazzi.

17. IL TRAINING17. IL TRAINING

TRAINING: TRAINING: consente agli educatori di esaminare in modo sistematico i propri atteggiamenti e di

procedere ad una loro eventuale modifica;

Nello stabilire un significativo rapporto educativo, gli educatori, a volte, si

sentono insicuri …

Le insicurezze sono collegate a vari fattori: Condanna dei comportamenti antiautoritari e repressivi nei confronti degli allievi;

Condizioni essenziali per la formazione della personalità sono le relazioni affettive e gli atteggiamenti di

accettazione incondizionata che gli adulti nutrono rispetto ai fanciulli;

Relazioni di ruolo, comportamenti non trasparenti = barriere comunicative.

L’educatore cerca chiarimento, verifica dell’operato e degli strumenti per migliorare il comportamento

relazionale.

17.2. IL TRAINING17.2. IL TRAINING

TRAINING DI GRUPPO AGENTETRAINING DI GRUPPO AGENTE

A tre livelli:

1. Cognitivo

2. Emozionale

3. Comportamentale

SVOLGIMENTO: min. 18 ore; 6 incontri a cadenza settimanale.

PROCEDURA DEL TRAINING: Lavori di gruppo (6- 10 persone); Lavori in assemblea.

LUOGO DEL TRAINING: Né l’abitazione né il posto di lavoro dei partecipanti.

STRUMENTI: Videoregistratore; Materiale interattivo.

18. OBIETTIVI DEL TRAINING18. OBIETTIVI DEL TRAINING

Acquisire conoscenze teoriche sul comportamento relazionale in riferimento

alle tre dimensioni (A; C; E);

Qualificare o modificare i comportamenti relazionali nelle tre dimensioni (A; C;

E);

Facilitare la realizzazione di appropriati comportamenti relazionali nelle

concrete situazioni educative

19. I 19. I PARTNERSPARTNERS NEL TRAINING NEL TRAINING

• TRAINERTRAINER::

Deve disporre di conoscenze ed esperienze sul comportamento relazionale in

una situazione educativa;

Deve possedere le competenze per svolgere il ruolo di facilitatore all’interno

del gruppo;

Abilità di promuovere positive relazioni di tipo socio- affettivo e socio-

operativo.

• EDUCATORI:EDUCATORI:

L’andamento del training dipende in gran parte da essi;

Sono partners nel lavoro di gruppo; devono essere aperti a trattare i problemi

dell’interazione educativa.

Il cooperative learning

Gioia Conversi

Cooperative Learning: è un metodo che, istruendo, educa alla responsabilità

individuale e alla capacità di relazione con gli altri;

vi è un’ interdipendenza positiva tra gli studenti del gruppo

al fine di conseguire un apprendimento efficace.

Ciò è favorito da un ambiente e da un clima di interazione

che crea e rinforza fiducia, rispetto e aiuto reciproci.

Poiché è necessario affrontare problemi e prendere

decisioni, bisogna che i membri del gruppo siano dotati di

una competenza sociale, utile a tale riguardo.

Apprendimento mediato dai compagni:l’insegnante non è l’unica né la principale risorsa; tra insegnante e studente vi è un coinvolgimento di risorse che arricchiscono la possibilità e l’individualizzazione dell’apprendimento.

Interdipendenza positiva: condizione

all’interno della quale ogni membro del gruppo,

agisce e si comporta in modo collaborativo.

• Soggettiva: quando ogni membro sa di dover

coordinare i propri sforzi con gli sforzi degli altri per

conseguire un risultato.

• Oggettiva: quando per conseguire un obiettivo, la

dipendenza da altri è necessaria o fondamentale.

Interazione promozionale faccia a

faccia

• Aiuto reciproco

• Scambio di informazioni

• Feedback reciproco

• Fiducia reciproca

• Stimolazione reciproca per una più alta qualità del

compito che bisogna fare

• Accettazione di una influenza reciproca

• Motivazione per il bene comune

• Ansia e stress moderati

Competenze sociali: come

insegnarle?

• I fase: aiutare gli studenti a scoprire la necessità del

possesso e dell’uso di una specifica abilità sociale.

• II fase: aiutare gli studenti a capire in che cosa consiste

l’abilità sociale che si chiede loro di applicare.

• III fase: organizzare e preparare situazioni per

esercitarsi nell’abilità.

• IV fase: assicurarsi che gli studenti riflettano e rivedano

l’uso che hanno fatto dell’abilità.

• V fase: assicurarsi che gli studenti perseverino

nell’esercizio dell’abilità appresa.

Quali abilità sociali insegnare?

• La conoscenza delle abilità comunicative.

• La capacità di diagnosticare il livello

collaborativo posseduto dagli allievi

• La capacità di proporre interventi educativi

che prevedano la definizione di obiettivi

comportamentali, l’esercizio di modelli di

comportamento e il loro costante controllo

fino a che non siano stati appresi.

Abilità comunicative: processo di

conoscenza reciproca

• I FASE: incontro tra i due partner attraverso scambi

visivi o comunque mai verbali.

• II FASE: la fase dell’esplorazione è il momento in cui si

tentano i primi scambi comunicativi in forma verbale per

sondare l’intenzione del partner a corrispondere ai propri

messaggi di disponibilità.

• III FASE: la fase dell’approfondimento dove la

conoscenza reciproca può raggiungere livelli molto

profondi per la possibilità di comunicare e condividere

argomenti intimi e personali.

Domande aperte e scelta dell’argomento

di conversazione

• Domande aperte: si utilizzano per avviare una conversazione e mantenerla al livello desiderato; il problema è trasmettere un messaggio di disponibilità personale all’apertura, controllando il rischio di un possibile rifiuto dell’altro. Esse consentono un’ampia gamma di risposte possibili e la continuazione della conversazione con una parafrasi.

• L’argomento: esso differisce non solo per il grado di complessità, ma anche per il livello di coinvolgimento personale che richiede a colui che lo affronta. Una possibile classificazione degli argomenti: il fatto, il concetto, la preferenza, l’opinione e l’esperienza.

Saper esprimere sensazioni ed emozioni

• Saper nominare correttamente un’emozione.

• Saperla esprimere con il giusto livello di intensità

e ricchezza.

• Saper esprimere costruttivamente una reazione

positiva/negativa.

• Saper esprimere il proprio apprezzamento.

Essere assertivi:

• E’ una caratteristica propria di coloro che sono

capaci di riconoscere e rispettare le opinioni e i

bisogni degli altri, ma anche, nello stesso tempo,

di esprimere il proprio disaccordo quando non li

condividono, di aver cura delle esigenze

personali e di affermarle qualora fossero

calpestate. Sanno come essere se stessi, come

raggiungere gli obiettivi che si propongono e

come difendersi da richieste fastidiose e

inaccettabili.

Esprimere con il linguaggio del corpo

l’accettazione o il rifiuto dell’altro

• Posizioni e/o movimenti del corpo intero o parti

di esso.

• Fenomeni paralinguistici (cambiamenti del tono

della voce, silenzi, pause …).

• Collocazione nello spazio.

• Distanza interpersonale.

Saper chiedere e dare aiuto: importante è il contesto

relazionale all’interno del quale la richiesta stessa viene fatta e il tipo di

richiesta con la quale si induce una particolare risposta di aiuto.

• Richiesta e risposta di aiuto emotivo-psicologico: si colloca in un contesto di fiducia, di amicizia e di intimità con coloro ai quali è rivolta. Essa si esprime mediante la comunicazione diretta o indiretta di uno stato di disagio, che a volte può non avere un’origine precisa, e/o essere difficilmente definibile. La forma diretta di richiesta indica il motivo che causa il disagio, mentre la forma indiretta si limita alla sua manifestazione. Risposta adeguata: ascolto attivo o atteggiamento di empatia.

• Richiesta e risposta di aiuto per l’apprendimento: ciò implica l’esigenza di migliorare il proprio apprendimento; vi è la consapevolezza di ogni membro circa gli effetti dell’ impegno personale sul gruppo. Questo tipo di richiesta implica due situazioni distinte di aiuto: la richiesta e risposta di aiuto per superare difficoltà occasionali di apprendimento e la richiesta e risposta di aiuto per migliorare la qualità dell’apprendimento. Nella prima situazione occorre l’aiuto di un compagno, nella seconda porre delle domande.

Comunicare nel gruppo

• Etero-centrarsi: tradurre e modellare il messaggio che si vuole esprimere per facilitare la comprensione di esso.

• Concisione: dipende dalla valutazione che la persona che comunica fa sulle conoscenze previe possedute da colui che ascolta.

• Persuasione: convincere qualcuno di quello che si pensa. Per far ciò bisogna essere visti come una figura autorevole, degna di fiducia e credibile.

• Riflessione e rispetto degli altri: questa abilità richiede di comprendere ciò che gli altri dicono e di integrare gli interventi.

Concetto di leadership distribuita: azioni

orientate verso il compito e al mantenimento di un

buon clima di gruppo.

• Fornire informazioni ed opinioni

• Richiedere informazioni ed opinioni

• Orientare verso il compito e attribuire ruoli

• Riassumere sequenze di interventi

• Stimolare con nuove prospettive

• Controllare la comprensione

• Incoraggiare la partecipazione

• Facilitare la comunicazione

• Intervenire allentando le tensioni

• Osservare il processo

• Risolvere i problemi interpersonali

• Mostrare accettazione ed elargire riconoscimenti

Concetto di leadership distribuita in

classe

• Sul piano teorico si ispira ai principi

dell’interdipendenza positiva e della

distribuzione di responsabilità; a livello pratico

offre interventi, sia di miglioramento complessivo

delle abilità di lavoro di gruppo sia della loro

istruzione e controllo. Tale insegnamento può

essere attuato in diversi modi, pur nel contesto

generale dell’istruzione diretta delle abilità

sociali.

Negoziazione del conflitto

• Essere disponibile a discutere ciò che determina il conflitto.

• Saper identificare bisogni, scopi e che cosa si vuole dall’altro.

• Saper confrontarsi discutendo sul problema, ma non sulla persona.

• Saper comprendere la prospettiva dell’altro.

• Inventare soluzioni di vantaggio reciproco.

• Proporre soluzioni coerenti con gli interessi e i bisogni di ognuno.

• Trovare un accordo “totalmente” soddisfacente per tutti e due.

Soluzioni di problemi

• Saper procedere “insieme” coordinando le risorse disponibili nelle varie fasi della ricerca di soluzioni ai singoli problemi.

• Saper definire insieme il problema: disporre di un ricco repertorio di strategie per definire il problema; constatare che le difficoltà del problema non sono superiori alle risorse del gruppo.

• Saper inventare soluzioni alternative: disporre di un ricco repertorio di strategie per inventare soluzioni alternative.

Prendere decisioni

• Saper procedere “insieme” coordinando le risorse

disponibili nelle varie fasi del processo di decisione.

• Saper valutare l’alternativa migliore: saper evitare

“errori” di decisione; disporre di un ricco repertorio di

strategie decisionali.

• Saper pianificare la realizzazione dell’alternativa

migliore: saper coordinare obiettivi e soluzioni; saper

prevedere gli ostacoli; saper rimuovere le cause degli

ostacoli e predisporre i piani di intervento particolare per

i singoli ostacoli.

Piano di applicazione e controllo della

decisione presa

• Definire gli obiettivi finali e intermedi

• Generare un elenco di ostacoli potenziali

• Identificare la natura specifica e il grado di

rischio di ciascuno ostacolo

• Ricerca delle possibili cause di ciascun ostacolo

• Sviluppare piani particolari per gli ostacoli che

presentano un livello di rischio elevato

• Calcolare le risorse e il clima cooperativo del

gruppo

EDUCARE INSEGNANDO

La teoria di

Mario Comoglio

Elisabetta Di Napoli

COOPERATIVE LEARNING

• È un metodo didattico.

• Cerca di migliorare l’apprendimento scolastico educando al lavoro di gruppo.

• Tende a creare un contesto educativo responsabile, collaborativo e non competitivo.

• Necessita di fattori quali: l’interdipendenza positiva, l’interazione promozionale faccia a faccia, le abilità sociali, la revisione e la responsabilità.

INTERDIPENDENZA POSITIVA

• È la caratteristica più significativa del Cooperative Learning.

• Promuove la cooperazione tra i membri di un gruppo.

• Si basa sulla convinzione che solo attraverso la collaborazione si può verificare il successo personale e quello del gruppo.

DIAPOSITIVA 1/3

TIPI DI INTERDIPENDENZA POSITIVA

OGGETTIVA

SOGGETTIVA

La dipendenza da altri è necessaria per raggiungere un obiettivo, anche perché la natura del compito è superiore alle possibilità di ciascuno

I membri del gruppo sono consapevoli di dover unire le proprie conoscenze e i propri sforzi con quelli degli altri per raggiungere lo scopo prefissato.

DIAPOSITIVA 2/3

MODALITA’ DI INTERDIPENDENZA POSITIVA

• Interdipendenza positiva di SCOPO si ha quando i membri di un gruppo lavorano insieme per raggiungere un risultato e/o uno scopo comune.

• Interdipendenza positiva di RICOMPENSA si ha quando i membri di un gruppo lavorano insieme per uno scopo per il quale otterranno alla fine un riconoscimento o una ricompensa.

DIAPOSITIVA 3/3

INTERAZIONE PROMOZIONALE FACCIA A FACCIA

• Consiste in tutti quei comportamenti che incoraggiano e sostengono i membri del gruppo nel raggiungere gli scopi comuni.

• Promuove il lavoro di gruppo e si riferisce ad un atteggiamento reciproco di amicizia, apprezzamento, accettazione, disponibilità all’impegno, …

• Necessita di attenzione costante verso il compito comune e aumento del piacere di lavorare insieme.

ABILITA’ SOCIALI• Sono tutti quei comportamenti che permettono ad una

persona di iniziare, sviluppare, mantenere ed affrontare in modo efficace una buona relazione con gli altri e un buon inserimento nell’ambiente che lo circonda.

• Sono necessarie affinché tra i membri di un gruppo possa instaurarsi una corretta relazione.

• Su queste abilità incidono il background socio-culturale dei ragazzi, il loro livello scolastico, le abilità che già si posseggono, … Un ruolo decisivo è quello dell’insegnante che deve aiutare gli studenti a capire l’importanza dell'effettiva disponibilità e dell’utilizzo di ogni abilità.

• Esistono alcune categorie di abilità sociali: saper comunicare, saper distribuire la leadership, saper gestire i conflitti, saper risolvere i problemi e prendere decisioni.

1) ABILITA’ COMUNICATIVA

Consiste nel portare avanti una comunicazione o conversazione verbale

È organizzata in una serie di fasi:• Incontro tra i soggetti• Primi scambi verbali(fase di esplorazione)• Fase conclusiva di approfondimento

N.B.:- Prevede la scelta della forma dell’interazione verbale (domande aperte/chiuse; fatti/opinioni/…)-Per renderla efficace è necessario ascoltare con attenzione e partecipazione, dimostrare apprezzamento e rispetto, …

DIAPOSITIVA 1/3

COMPORTAMENTI IN UNA INTERAZIONE VERBALE

• AGGRESSIVO è tipico di coloro che nelle situazioni sociali criticano o umiliano, mettono gli interlocutori a disagio, cercano di prevaricare l’altro.

• NON ASSERTIVO detto anche passivo quando la persona tende ad annullare i propri bisogni ed esigenze per privilegiare quelli degli altri.

• ASSERTIVO tipico di coloro che sono capaci di rispettare le opinioni e/o i bisogni degli altri ed esprimere al tempo stesso il proprio parere.

DIAPOSITIVA 2/3

IL COMPORTAMENTO ASSERTIVO

• Sembra quello più efficace.

• Le persone assertive sono capaci di difendere i propri bisogni ed esprimere le proprie sensazioni senza violarequelli degli altri.

• ABILITA’ INDISPENSABILI: saper riconoscere la situazione in cui ci si trova, saper quindi scegliere il comportamento più adatto da adottare, saperlo esprimere nei modi appropriati.

DIAPOSITIVA 3/3

2) L’ABILITA’ DI LEADERSHIP DISTRIBUITA

• Prevede il riconoscimento all’interno dei gruppi del LEADER, ovvero quella persona che ha una posizione di rilievo rispetto agli altri, un ruolo-chiave nella classe e/o nel piccolo gruppo

• Per individuare i probabili leader spesso ci si basa sui risultati dei test sociometrici, che consistono nel domandare quali sono le persone con cui si preferisce lavorare, interagire, …

• UTILE PERCHÉ: può stimolare la responsabilità individuale, distribuendo i compiti e le responsabilità tra tutti i membri; può educare all’interdipendenza positiva di ruoli, sottolineando l’importanza di tutti i ruoli assegnati, focalizzando l’attenzione sulla cooperazione e non sulla dipendenza dal leader.

DIAPOSITIVA 1/2

TEORIE DELLA LEADERSHIP• La teoria dei tratti si basa sull’identificazione dei

tratti che caratterizzano i leader efficaci.• La teoria degli stili di leadership si basa sui possibili

stili di leadership. Ne sono stati riscontrati principalmente tre: autoritario quando si tende ad imporre un alto controllo sulle attività; liberale contraddistinto da un atteggiamento di scarsa presenza e forte disinteresse; democratico che pare essere il più efficace perché produce un’alta soddisfazione tra i membri.

• La teoria motivazionale che analizza l’influenza del comportamento del leader sulla motivazione del gruppo.

DIAPOSITIVA 2/2

3) RISOLVERE UN CONFLITTO

• È necessario riconoscere la natura del conflitto, anche nelle sue origini e scegliere le strategie più efficaci di soluzione del conflitto.

• Esistono vari modi per risolvere un conflitto:

1. Rinunciare ad affermare il proprio punto di vista.

2. Imporre il proprio punto di vista. 3. Trovare una soluzione soddisfacente per tutti

(negoziazione del conflitto). strategia migliore.

DIAPOSITIVA 1/3

NEGOZIAZIONE DEL CONFLITTO

• È un procedimento molto complesso che consente alle persone coinvolte di trovare un accordo soddisfacente.

• COSA FARE ascoltare in modo attivo, con attenzione, con interesse, esprimere sensazioni, controllare la rabbia ed evitare di dare giudizi, cercare di avere una mente aperta a nuove idee.

• COSA NON FARE cedere alla rabbia, pretendere di avere sempre l’ultima parola, non ascoltare attentamente.

DIAPOSITIVA 2/3

LEADERSHIP DISTRIBUITA

NEGOZIAZIONEDEL

CONFLITTO

È un rapporto che consiste nella capacità dei membri di assumere al momento giusto ruoli che incrementino l’efficacia e la produttività del gruppo, mantenendo un clima generale di soddisfazione e piacere, potenziando così l’impegno di tutti a raggiungere gli obiettivi prefissati.

DIAPOSITIVA 3/3

4) L’ABILITA’ DI SOLUZIONE DI PROBLEMI

• È una competenza collaborativa fondata sulle risorse di tutti i membri del gruppo che portano alla risoluzione di problemi non risolvibili da un solo individuo.

• Dipende da fattori INTERNI: esperienza, conoscenze, motivazione, … ed ESTERNI: struttura, complessità, trasparenza delle soluzioni, aspettative, …

• Comporta la presa di decisioni.DIAPOSITIVA 1/2

FASI PER RISOLVERE UN PROBLEMA

1. Avere desiderio di migliorare la situazione.2. Identificare e definire il problema riconoscere il

problema attraverso le 6 domande (chi?, che cosa?, perché?, dove?, quando?, come?) e riconoscere la tipologia del problema (problemi ben definiti, mal definiti e complessi).

3. Ricercare le strategie che portano alla soluzione del problema scomporre il problema nelle sue componenti principali, valutarle e scegliere la più adatta. Considerare i vantaggi e gli svantaggi di ogni soluzione, gli ostacoli e le risorse a disposizione.

4. Applicare la soluzione scelta.DIAPOSITIVA 2/2

RESPONSABILITA’

INDIVIDUALE• Essenziale per l’efficacia del lavoro cooperativo.• Implica una condizione di interdipendenza positiva.

REVISIONE DELGRUPPO

• È un processo in cui si analizza il lavoro svolto dal gruppo • Per stabilire se le attività svolte sono state funzionali allo scopo prefissato

APPRENDIMENTO COOPERATIVO

• Consiste nel dividere la classe in piccoli gruppi.• Il lavoro assegnato deve essere svolto in collaborazione,

dove tutti devono apportare il proprio contributo. • Dovrebbe contenere un’intensa partecipazione di tutti,

l’incoraggiamento nei momenti difficili, fornire aiuto nei momenti necessari e una comune soddisfazione nel caso di esito positivo.

• Il fattore più importante è l’interdipendenza positiva, perché infatti gli studenti del gruppo hanno un obiettivo raggiungibile solo con la cooperazione, l’impegno e la fatica di tutti.

APPRENDIMENTO COMPETITIVO

• Ha l’obiettivo di individuare chi è il migliore.• In esso i partecipanti si devono distribuire in modo da

non disturbarsi e non collaborare, e si concluderà con una graduatoria dove il migliore riceverà un riconoscimento.

• Prevede un’interdipendenza negativa i soggetti sono interdipendenti tra loro perché tutti tendono a raggiungere lo stesso obiettivo, però non tutti lo raggiungeranno.

• Situazioni competitive sono tutte quelle caratterizzate da una sorta di gara che prevede, come risultato finale, una graduatoria o una classifica.

APPRENDIMENTO INDIVIDUALISTICO

• Ha l’obiettivo di scoprire cosa ciascuno è capace di fare da solo.

• Non vuole fare confronti o assegnare meriti, non prevede nessuna collaborazione tra i partecipanti.

• Vi è un’assenza di interdipendenza i soggetti non sono né in competizione con gli altri, né stabiliscono con essi una collaborazione, perché devono raggiungere da soli un proprio obiettivo.

Dirigere la Scuola,

comunità che apprende,

secondo la teoria

di Thomas Sergiovannii

Ester Ruggiero

Prospettive sul lavoro del dirigente

scolasticoI dirigenti scolastici efficaci

hanno la responsabilità:

di pianificare,

di organizzare,

di condurre e di controllare.

Queste funzioni rappresentano i

compiti del dirigente scolastico

efficace nella comunità come scuola

•Facilitando lo sviluppo, l’articolazione, l’implementazione e la gestione di una

visione dell’apprendimento •Difendendo, coltivando e sostenendo una cultura scolastica e programmi di

istruzione che conducano all’apprendimento degli studenti e alla crescita

professionale del personale docente•Assicurando la gestione dell’organizzazione, le operazioni e le risorse per un

ambiente di apprendimento efficace, efficiente e sicuro•Collaborando con le famiglie e con i membri della comunità•Comprendendo contesti più ampi a livello politico, sociale, economico, legale e

culturale

Limiti della teoria tradizionale

della gestione

La teoria tradizionale della gestione è adatta a situazioni pratiche:

• caratterizzate da condizioni lineari e non lineari

stabili, connessioni di gestione

strette caratterizzate da

semplicità, chiarezza, ordine e

prevedibilità

esempi sono: preparare l’orario

degli autobus, acquistare libri

in queste condizioni ogni decisione

presa in risposta al tempo-base cambia

queste condizioni in modo tale che le

decisioni successive prese nel tempo-

base non vanno più bene

• che possono essere

fortemente strutturate

e connesse, senza

causare effetti

dannosi non previsti.

• In cui esiste il bisogno di attivare un

livello meccanico di competenza e di

prestazione

La nuova teoria e organizzazione

per la dirigenza scolastica

Qualsiasi decisione si prenda sul

processo di organizzazione, la

nuova teoria suggerisce che

dovrebbe riflettere i seguenti principi

fondamentali

Il principio di

cooperazione

Il principio di abilità

Il principio

dell’empowerment

Il principio di

responsabilità

Il principio di

accountability

Il principio di

significatività

Le forze della leadershipForza tecnica I dirigenti scolastici assumono il ruolo di tecnici della gestione e

sono esperti nel manipolare strategie e situazioni per garantire

la migliore efficacia e assicurare che la scuola sarà gestita in

modo adeguato

Forza umana I dirigenti scolastici che assumono tale forza rappresentano

il ruolo di tecnico in modo umano, capace di esaltare le

relazioni e le competenze interpersonali e le tecniche

strumentali di motivazione.

Forza educativa Il potere della leadership che deriva dalla conoscenza esperta

su questioni relative all’educazione e all’istruzione

Forza simbolica Il potere della leadership che deriva dal focalizzare l’attenzione

degli altri su questioni di importanza per la scuola

Forza culturale Il potere che la leadership trae dalla costruzione di una cultura

unica nella scuola e fa riferimento agli aspetti culturali della sua

identità

La cultura della scuola

• La cultura serve da bussola per orientare le persone in una direzione comune

• offre un insieme di norme che definiscono ciò che le persone dovrebbero realizzare

• culture forti e funzionali sono definite naturali

• poiché nascono spontaneamente e sono alimentate e costruite dalla leadership

Le fasi della leadershipLa leadership è esercitata quando persone con motivazioni e scopi specifici e

comuni mobilitano risorse in modo da suscitare e soddisfare le motivazioni dei

“followers”.

1. leadership come baratto: riuscire a partire scambiando bisogni e interessi

umani che permettano la soddisfazione di obiettivi indipendenti, ma collegati

in senso organizzativo

2. leadership come costruzione: cavarsela in qualche modo attivando il

potenziale umano, soddisfacendo bisogni di ordine superiore, elevando

aspettative sia del leader che dei followers in modo da motivare livelli

superiori d’impegno e di prestazione

3. leadership come unione: cercare un passaggio trasformazionale

stimolando una consapevolezza che elevi i fini e gli scopi organizzativi a

livello di alleanza condivisa e che unisca il leader e i followers in un impegno

morale.

4. Leadership come legame: promuovere l’autogestione trasformando i

miglioramenti in routine così che diventino una seconda natura; inoltre,

provvedendo ai bisogni della scuola, offrendo un servizio e custodendo

valori e collegando le persone a una struttura di idee che guidi l’agire

Le caratteristiche delle scuole di

successo

• Sono centrate sugli studenti• Offrono ricchi programmi scolastici• Offrono una forma di istruzione che promuove l’apprendimento dello studente• Hanno un clima scolastico positivo• Promuovono l’interazione collegiale• Promuovono una estensiva formazione del personale• Praticano la leadership condivisa• Promuovono il processo di soluzione di problemi creativi• Coinvolgono genitori e comunità locale

Il ruolo degli standardLo standard descrive un livello specifico, desiderabile o esemplare di una prestazione

indipendentemente dal fatto che possa o non possa essere raggiunto in un dato

momento

Scopo della standardizzazione delle prove di valutazione

Assicurare che tutti gli studenti siano valutati in condizioni di uniformità in

modo che l’interpretazione della loro prestazione sia comparabile e non

influenzata da condizioni differenti

Gli standard stratificati:

1. Standard uniformi

2. Standard focalizzati e variati in aree chiave del curricolo

3. Standard focalizzati e variati in aree dell’apprendimento sociale ed

emotivo

4. Standard della scuola in aree non curricolari

5. Standard dell’insegnante in aree specifiche

Modelli di sviluppo dell’insegnante

Modelli di training

Applicabili quando gli insegnanti non sanno qualcosa o

sentono il bisogno di migliorare le loro abilità in qualche area

Modelli di sviluppo professionale

Forniscono agli insegnanti un ambiente ricco e dotato di materiali di

insegnamento, di strumenti multimediali, di libri e di altro

Modelli di rinnovamento

Creazione di una comunità che si prende cura dei suoi

membri, incoraggiando gli insegnanti a riflettere e a

impegnarsi nella conversazione e nel discorso

Focalizzazione della supervisione e

concezione del supervisore

La supervisione :

rappresenta la padronanza di metodi di istruzione e di specifiche abilità,

come, ad esempio, porre buone domande, come applicare strategie di

insegnamento, come strutturare la classe per l’apprendimento

Il supervisore :

è concepito come esperto tecnico e maestro che si occupa dello sviluppo delle

abilità e dell’uso efficiente delle risorse della classe e traduce la teoria della

ricerca in regole tecniche per le applicazioni nelle classi.

Motivazione, impegno e lavoro degli

insegnanti

Nelle scuole di successo, gli insegnanti sono lavoratori più impegnati e tenaci, più

fedeli alla scuola e più soddisfatti del loro lavoro

gli insegnanti considerano la loro vita lavorativa significativa, finalizzata, sensata e

lo stesso lavoro come degno di essere svolto e importante

Hackman e Oldman

Tre stati psicologici rappresentano il nucleo centrale della teoria e determinano

la motivazione al lavoro e la soddisfazione lavorativa di una persona:

•Conoscenza dei risultati •Responsabilità dell’esperienza •Significatività dell’esperienza

L'animazione di grupponella teoria di K. Vopel

Francesca Romana Falcinelli

3

Il gioco d’interazione …

È definito come : “ un intervento dell’animatore (o di un partecipante) nella situazione attuale del gruppo, che struttura per un tempo determinato l’attività dei partecipanti mediante specifiche regole di gioco, al fine di raggiungere una meta precisa di apprendimento.” .

4

Gioco: gioia nelle scoperta e nella sperimentazione.

Interazione : contatto dei partecipanti con gli altri e con se stessi.

5

Principali elementi per la classificazione dei giochi d’interazione:

La “focalizzazione”

Il “livello di intervento”

L’ “energia”

La “durata” del gioco.

Gli “strumenti”.

Il “grado di strutturazione”

Il “numero dei

partecipanti”

La “concezione

antropologica”

Le “tecniche psicologiche”

Il “momento adatto”

• Riguarda la situazione

sociale del gruppo.

• Inerente all’ambito

di azione di un gioco

d’interazione.

• Investita dai partecipanti nel

gioco d’interazione.

• Da cui derivano i

singoli giochi

d’interazione.

•Per comprendere i processi

psicologici che permettono il

funzionamento dei giochi

d’interazione.

•A seconda del livello di sviluppo

del gruppo.

6

Le quattro tappe nel lavoro con i giochi di interazione: (compiti dell’animatore)

Tappa1: Analisi dellasituazione di gruppo.

Tappa2: Introduzione del gioco di interazione.

Tappa3: Fase di sperimentazione. Tappa4: Valutazione/Approfondimento.

Quali modi di comportamento vedo ora nel gruppo?

Informare i partecipanti sugli obiettivi del gioco di interazione.

Dare eventualmente ulteriori istruzioni.

Facilitare il processo di riflessione sulle esperienze di gruppo.

Quali processi interni corrispondono a questi modi di comportamento?

Chiarire indicazioni sul procedimento, ossia su come si svolge il gioco d’interazione.

Controllare che le regole del gioco siano rispettate.

Invitare i partecipanti a comunicare le proprie esperienze.

Quali conseguenze ha il comportamento osservato per la presente situazione e per lo sviluppo del gruppo?

Chiarire che lo scopo del gioco non è quello di valutare le capacità dei partecipanti, per evitare che questi ultimi si sentano giudicati.

Osservare attentamente i partecipanti, difatti non dovrebbe partecipare al gioco. Con qualche eccezione: nella fase iniziale la sua partecipazione può diminuire l’imbarazzo dei partecipanti.

Stimolare i partecipanti a collegare le esperienze di gruppo, con la prassi di vita quotidiana.

Quale fine deve avere il mio intervento?

Adottare uno stile di conduzione non direttivo

Offrire aiuto per comprendere le esperienze.

Quale tecnica psicologica deve impiegare un gioco d’interazione?

Accentuare la libera volontà del partecipante che non deve sentirsi obbligato a partecipare.

Quale energia richiede il gioco d’interazione?

7

ATTIVA ATTIVA PARTECIPAZIONE.PARTECIPAZIONE. OBIETTIVI OBIETTIVI

CHIARI ED CHIARI ED ESITI ESITI

APERTI.APERTI.FEEDBACK.FEEDBACK.

COMPETIZIONE/COMPETIZIONE/COOPERAZIONE.COOPERAZIONE.

INTERAZIONE.INTERAZIONE. COESIONE COESIONE DI GRUPPO.DI GRUPPO.RUOLO RUOLO

DELL’ANIMATORE.DELL’ANIMATORE.

INCANTAMENTO.INCANTAMENTO.(meraviglia)

EQUILIBRATA EQUILIBRATA PARTECIPAZIONE.PARTECIPAZIONE.

8

Il primo degli elementi che rafforza la motivazione dei membri del gruppo è la loro partecipazione attiva, con la quale esercitano un’influenza sul loro processo di apprendimento.

Di fondamentale importanza è il feedback, ossia il “messaggio di ritorno” che ogni partecipante riceve in seguito ad una sua azione o ad un suo comportamento.

Il ruolo dell’animatore è quello di ritirarsi nella fase di sperimentazione del gioco con il fine di mostrare ai partecipanti la loro autonomia e competenza decisionale.

9

La motivazione dei partecipanti deriva anche dalla competizione presente in alcuni giochi, sempre volta al miglioramento del gruppo e alla cooperazione. Quest’ultima è basata su un equilibrata partecipazione di tutti i membri del gruppo.

È inoltre importante che i partecipanti abbiano un sentimento di meraviglia nei confronti delle scoperte su se stessi e sul mondo, ottenute attraverso la sperimentazione dei giochi d’interazione.

10

La coesione di gruppo è ottenuta dalla sperimentazione dei giochi d’interazione e consiste nella “consapevolezza […] di appartenere al gruppo come […] persona”.

Grande importanza è affidata alla consapevolezza nei partecipanti degli obiettivi di un gioco d’interazione .

Gli esiti dei giochi d’interazione sono aperti, con il fine di stimolare la creatività e la libera iniziativa dei partecipanti.

11

Presupposti per l’apprendimento in un gruppo d’interazione.

Consistono nelle attese con cui i soggetti sono arrivati in un gruppo d’interazione .

Un esempio di presupposti favorevoli all’apprendimento:

” Il partecipante è del tutto consapevole che la sua capacità di percezione non è completamente sviluppata, che egli non comprende sempre completamente le proprie emozioni e che occasionalmente ha anche difficoltà di comunicazione. Egli inoltre ha l’impressione di avere nella vita quotidiana troppo poche occasioni per una comunicazione sincera. Per quanto riguarda il gruppo di interazione, egli suppone che gli offra una buona chance all’apprendimento nei campi in cui ha constatato deficit, cioè per una sincera comunicazione e per una più grande sensibilità nei confronti delle proprie e altrui emozioni, bisogni, ecc.”.

12

Alcuni obiettivi ….

Sensibilizzazione della capacità di percezione.Espressione funzionale dei sentimenti.Smantellamento di stereotipi di ruolo.Accettazione di sé.Accettazione degli altri.Sincerità interpersonale.

13

Percezione delle proprie emozioni: rende i partecipanti in grado di orientare le proprie scelte.Espressione diretta dei sentimenti: essenziale nel processo di sviluppo della personalità. Sincerità: nella rappresentazione di sé.Feedback: il partecipante è il ricevente di una comunicazione altrui e l’accettazione di quest’ultima, può notevolmente accrescere la sua autostima.Acquisizione di un quadro di riferimento cognitivo: L’animatore deve prestare attenzione a conferire giusta importanza alla rielaborazione cognitiva delle esperienze emotive svolte in gruppo dai partecipanti.

14

Vicinanza intensa, con il fine di sperimentare il senso d’appartenenza ad un gruppo.Poter dare. Sentirsi in grado di aiutare qualcuno ci rende favorevoli al cambio di comportamento.Apprendere ascoltando e vivendo con trasporto emotivo le esperienze degli altri partecipanti.La scoperta di somiglianze tra le proprie esperienze, anche difficili, e quelle di altri permette ai partecipanti di occuparsi in modo meno difensivo dei propri problemi.Attività scelte liberamente. Un partecipante deve decidere liberamente “il momento, il modo e la misura” della propria azione nel gruppo.Modello d’apprendimento. Considerare l’animatore come un modello può dare il coraggio ai partecipanti di cambiare in un determinato modo.Ottimismo. Sperimentazione di un nuovo comportamento.

15

Condizioni per l’apprendimento in un gruppo d’interazione.

L’analisi di queste condizioni è fondamentale per valutare le reali possibilità d’apprendimento d’ogni singolo partecipante e per poterlo aiutare.

In un gruppo d’interazione è necessario, per garantire l’apprendimento, che ogni partecipante abbia una rappresentazione “circa un giusto e adeguato comportamento in un concreto sistema sociale”, quest’ultima non è imposta ma è condivisa dalla maggioranza dei componenti del gruppo. Le “norme di gruppo” rappresentano in tal modo un “contratto silenzioso” che ha il fine di riconoscere e controllare i comportamenti indesiderati e di incrementare la collaborazione tra i partecipanti. Le principali “norme di gruppo” riguardano la libertà dei partecipanti di stabilire il proprio impegno nel gruppo, di esporsi nella misura che desiderano e l’appartenenza condivisa del partecipante al gruppo.Ulteriori “condizioni di apprendimento in connessione con la struttura sociale del gruppo” sono: la creazione di un “clima di gruppo” in cui si miri alla coesione e all’”armonia” tra i partecipanti, e lo “status dei partecipanti”. (Appartenenza,Influenza,Stima).

16

Le “quattro funzioni fondamentali” dell’animatore.

1“Stimolazioe

dell’emotività”.

“Espressione

della

valorizzazione

interpersonale

”.

3. “Offerta di

spiegazioni”.

“Strutturazione”.

17

Con l’espressione “stimolazione dell’emotività” s’intende “un comportamento dell’animatore mediante il quale egli esprime le proprie sensazioni, atteggiamenti e punti di vista, e provoca ed entra in confronto con i partecipanti”, ossia un comportamento con il quale l’animatore mostra “come e cosa anche un partecipante nel gruppo può fare”. Questo comportamento dell’animatore ha come vantaggio l’acquisizione di uno stile di conduzione personale, che lo rende una figura carismatica. Lo svantaggio è legato all’eccessiva centralità dell’animatore che può trascurare il “potenziale del gruppo”.

18

“L’espressione della valorizzazione interpersonale “, “si esprime come un prendere le parti o protezione nei confronti dei partecipanti mediante manifestazioni di sentimenti amichevoli e con gesti di simpatia, sostegno, riconoscimento e incoraggiamento”.

Gli animatori che adottano questo comportamento esprimono la propria stima per i partecipanti e sono, così, percepiti come generosi e amichevoli e rispondendo ad uno dei bisogni fondamentali dei membri del gruppo, ossia essere stimati.

19

Con “offerta di spiegazioni” s’intende la proposta da parte dell’animatore ai partecipanti di una “rete concettuale riguardo ai processi di sviluppo della personalità, dell’apprendimento all’interazione, allo sviluppo del gruppo, e così via”. Per essere efficace, utilizzando questo approccio, è opportuno che l’animatore ponga in equilibrio l’analisi del comportamento individuale e di quello del gruppo.

20

Con il termine “strutturazione” Vopel si riferisce al “comportamento dell’animatore che pone limiti, propone o definisce regole del gioco, e stabilisce norme che riguardano gli obiettivi di gruppo, lo stile di lavoro, la successione delle diverse attività e così via.”.

Gli animatori che hanno questa funzione nel gruppo, sono percepiti come una “specie di registi” in quanto stimolano i partecipanti più “tramite proposte che tramite la propria dimostrazione”.

21

Conoscenze dell’animatore efficace

“dinamica di gruppo”. Acquisite con una formazione

rapportata al gruppo e con lo studio di una letteratura

specialistica.

“psicodinamica individuale”. Con il fine di riconoscere le

reazioni di paura nel gruppo e, per poter evitare che

danneggino l’apprendimento dei partecipanti.

Sperimentare come partecipante le tecniche che in

seguito si vorranno proporre in un gruppo di interazione.

Conoscenze specifiche adatte agli obiettivi specifici del

22

La preparazione dell’animatore.La preparazione dell’animatore, è uno degli elementi in grado di influenzare l’efficacia della sua opera. È importante, infatti, che l’animatore svolga “un’accurata diagnosi della propria persona e del suo ruolo, una diagnosi del gruppo, delle sue aspettative e disponibilità all’apprendimento, e una diagnosi dell’intera situazione di apprendimento.”.

Prima di passare alla progettazione delle attività da svolgere nel gruppo egli deve porsi quattro domande:•“Chi sono io nei confronti di questo gruppo?”.

•“Chi c’è nel gruppo?”.

•“Quali sono i miei obiettivi?”.

•“Quale vocabolario posso usare?”.Avanti

23

Questa domanda definisce il ruolo dell’animatore nel gruppo La funzione di questa domanda è quella di aiutare l’animatore a stabilire se i partecipanti sono disponibili ai cambiamenti personali e ad accettare processi d’apprendimento.È importante che un animatore abbia ben chiari gli obiettivi che vuole conseguire, utilizzando un certo tipo di gioco di interazione. Per stabilire gli obiettivi l’animatore deve confrontarsi con i partecipanti che possono proporre modifiche e suggerimenti. Nella comunicazione con i partecipanti è importante utilizzare parole e concetti facilmente comprensibili, ma frequentemente questo non avviene. Una particolare difficoltà deriva dall’uso di termini tecnici.

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Principali atteggiamenti dell’animatore efficaceL’”impegno” e l’”interesse” nei confronti d’ogni membro del gruppo, anche se, in ogni caso, deve evitare di prender partito per qualcuno di loro. La “sensibilità”, che dipende dall’”interesse” e dalla “Tolleranza” dell’animatore, che è la capacità di accettare i diversi punti di vista dei partecipanti senza prendere la parte di qualche partecipante.“Contatto con il processo di gruppo”. Un buon animatore deve conoscere le fasi di sviluppo del gruppo per poter operare in accordo con queste.“Arte e tecnica”. La personalità dell’animatore ha due aspetti: uno artistico - infatti, egli usa la capacità d’immedesimazione e il suo carisma - e uno tecnico, di confidenza teorica con i concetti di dinamica di gruppo ecc.“Comportamento partecipativo”, volto ad accordare autonomia ai partecipanti. “Disponibilità di adeguamento”. L’animatore è d’aiuto al gruppo, se adatta il suo stile di lavoro ai partecipanti senza rinunciare alla sua personalità e ai propri bisogni.

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I compiti dell’animatore:

“Promuovere la coesione del gruppo”.“Riassunto per temi”.“Promuovere l’interazione all’interno del gruppo”“Risolvere conflitti”.“Diagnosi della situazione psicosociale”“Promuovere la tolleranza”“Tener conto delle resistenze personali”“Un adeguato dosaggio di paura”“Strutturazione del processo di apprendimento”.

“Ascoltare”.“Bloccare appelli di cambiamento”.“Dare sostegno e protezione”.“Integrare coloro che stanno zitti”.“Porre domande”.“Aiuto nell’apprendimento cognitivo”.“Far iniziare il transfert”.“Confronto”.“Espressione di affetto e tenerezza”.“Muoversi”

Centrati sul gruppo: Centrati sui partecipanti:

26

L’animatore, non solo deve garantire l’apprendimento e lo sviluppo della personalità del singolo, ma deve anche aiutare il gruppo a creare le condizioni sociali che favoriscono l’apprendimento e il raggiungimento dei suoi obiettivi.

27

Gli ambiti e gli stadi di sviluppo del gruppo.

Gli ambiti in cui si sviluppa ogni gruppo sono essenzialmente due: quello del “lavoro” che intende compiere e quello “della sua struttura sociale”. Per “struttura sociale” s’ intende “l’insieme delle relazioni interpersonali”, e Vopel evidenzia che proprio quest’aspetto dello sviluppo è frequentemente trascurato. L’autore traccia un modello ideale di sviluppo dei partecipanti in entrambi gli ambiti sopra descritti; esso si riferisce ad un gruppo appena costituito, che si propone di lavorare per un periodo abbastanza lungo, e che ha per compito di “richiedere alcune decisioni autonome da parte dei suoi membri riguardo alle attività specifiche”.

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ORIENTAMENTO: All’inizio c’è un generale stato d’incertezza nei partecipanti. Solo con un po’ di tempo sono in grado di allentare le proprie tensioni.Contemporaneamen-te si mettono d’accordo sul compito gruppo.

CONFRONTO E CONFLITTO:Dal momento in cui i partecipanti si conoscono meglio, reagiscono in modo critico, ricercando il proprio posto nell’ambito della struttura sociale. Il clima di gruppo è molto più realistico, in quanto si è più liberi di esprimere i propri sentimenti, anche di rabbia.

CONSENSO, COLLABORAZIONE E COMPROMESSO: A questo punto emergono molti altri sentimenti e, per esempio,si prova stima nei confronti degli altri partecipanti e appartenenza al gruppo.“La comunicazione si fa più aperta”. È un passo avanti il fatto che si possa esprimere il proprio parere, ma è un passo indietro la “crescente discrepanza fra i sentimenti reali e un comportamento sociale troppo gentile”.

INTEGRAZIONE DEI BISOGNI PERSONALI E DELLE ESIGENZE DEL COMPITO DI GRUPPO.Il gruppo in questo stadio cerca “nuove alternative per lavorare in modo più efficace”.L’energia del gruppo è concentrata sul lavoro.I partecipanti devono decidere come collegare la soddisfazione dei propri bisogni con uno “svolgimento produttivo del compito”.

PRIMO STADIO.

SECONDO STADIO.

TERZO STADIO.

QUARTO STADIO.

Lo sviluppo del gruppo

Modello ideale-tipico

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Crisi di crescita in un gruppo.

” ogni crisi è una manifestazione della vitalità del gruppo e una chance per un’ulteriore crescita.”.

L’animatore efficace deve, essere “fortemente convinto che un gruppo può svilupparsi in modo produttivo e vivo solo a patto che i più elementari bisogni umani siano rispettati, perché nessuno venga sfruttato e ciascuno possa sviluppare il suo potenziale innato quanto più possibile.”.

30

“Problemi speciali d’interazione nei gruppi”

“Orientamento dei partecipanti verso l’esterno”. Sono i partecipanti che accettano la concezione per la quale “il mondo reale si trova al di fuori del nostro sé”, e che quindi credono di ricevere nozioni e informazioni certe solo da “specialisti” o da un’”autorità”. Si sentono a loro agio in gruppi strutturati in modo rigido. “Determinazione perfezionistica dell’obiettivo”. Con una tale determinazione perfezionistica s’intende la riflessione dei partecipanti sugli obiettivi del gruppo che parte da “standard esterni” piuttosto che dalle “possibilità interne del gruppo”. Lo sviluppo della cooperazione è messo in secondo piano rispetto al raggiungimento dell’obiettivo. “Sistema di feedback carente”. È la situazione in cui: “Non si esprime né critica né lode” .“Percezione selettiva”. La percezione individuale degli stimoli esterni è influenzata dalla nostra “socializzazione”. “Troppa o poca apertura”. Si crea un’interruzione nella comunicazione e quindi nell’interazione. Avanti

31

Cosa può fare l’animatore?

Può esporre altri punti di vista. Questo deve accadere con cautela per non far insorgere opposizione e insicurezza. Deve far sì che i partecipanti investano energie “in una struttura sociale e funzionale”.Deve indirizzare il gruppo verso un cambiamento. Deve far sì che i partecipanti “rendano i loro filtri percettivi più permeabili”.Per sfruttare adeguatamente le risorse del gruppo, ogni partecipante deve essere aiutato a comunicare.

32

Il “contatto comunicativo”.

È di fondamentale importanza che in un gruppo d’interazione sia stabilito un “contatto comunicativo” attraverso la “percezione sensitiva” (toccare, sentire e vedere) e il “comportamento espressivo” (linguaggio parlato, linguaggio del corpo, ecc.), che insieme costituiscono le “primarie funzioni di contatto”.

33

La “percezione sensitiva” :

Il tatto, che rappresenta il modo più semplice di comunicare e che è rilevatore del clima sociale: più si lavora in maniera formale e meno i contatti fisici saranno concessi.La vista, che è la “funzione percettiva” maggiormente adoperata.L’udito, nel manuale inteso come “ascolto “ dell’altro e “limitazione momentanea del proprio agire”. Errori d’ascolto più comuni sono: l’alterazione dei messaggi formulati in maniera non eloquente, l’ascoltare solo ciò che si vuole secondo la corrispondenza con il nostro punto di vista o con il “filtro della cultura del gruppo”, ecc.

34

Il “comportamento espressivo” :Del linguaggio parlato è importante descrivere le sue “due dimensioni: quella del contenuto (linguaggio) e quella del suono (voce)”. La difficoltà nel linguaggio sono i diversi significati che possono essere attribuiti agli stessi “simboli linguistici”, che possono ingenerare fraintendimenti. La voce “orchestra e interpreta il nostro discorso: il timbro della voce, l’altezza del suono, il volume, il modo di usare il respiro, il ritmo dell’articolazione, la risonanza, la velocità nel parlare[…] dice parecchio di chi parla, a volte più che non il contenuto del messaggio”.Il linguaggio del corpo ossia “l’espressione del nostro volto, il modo in cui mettiamo le mani, il portamento del corpo, la posizione nell’ambiente, la distanza dagli altri partecipanti[…] invia messaggi a quelli che ci stanno intorno”.

35

Comportamenti di disturbo: I comportamenti di disturbo in un gruppo da parte di singoli partecipanti, di diversi membri del gruppo o del gruppo intero, sono volti a cercare di impedire lo svolgimento del compito e l’interazione tra i partecipanti. L’autore elenca alcune ragioni che stanno alla base di questi comportamenti di resistenza con cui il partecipante (o il gruppo intero, ecc.) cerca:

“di evitare lo svolgimento del compito di gruppo”.“di non far mettere in questione il suo abituale concetto di

sé”.“di respingere richieste sociali”.“di proteggere la sua individualità”.“di evitare nuovi punti di vista o sentimenti spiacevoli”.“di manipolare altre persone portandole indirettamente a

soddisfare desideri suoi che non esprime chiaramente”.

36

Assiomi e regole per gruppi di interazione.

Quando un animatore inizia il suo lavoro con un gruppo d’interazione, deve specificare i presupposti filosofico-antropologici che stanno alla base del suo lavoro, offrire informazioni sul metodo d’apprendimento che utilizza, e inoltre deve presentare gli “assiomi” e le “regole fondamentali per gruppi di interazione”.

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Assioma1. “Ciascuno è responsabile per sé e per gli altri partecipanti”.Assioma2.“La vicinanza precede la sincerità”.Assioma3.“L’animatore sostiene i partecipanti”.Assioma4.“L’interazione viene prima della produzione”.

“Assiomi per gruppi di interazione”.

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“Regole fondamentali per gruppi di interazione”

Le regole fondamentali per gruppi di interazione, riguardano gli aspetti dell’interazione in tutti i gruppi” in modo tale che ogni animatore possa scegliere “quali regole fondamentali egli vuole che stiano particolarmente a cuore ai partecipanti del suo gruppo”. L’animatore deve preoccuparsi che tutte le regole siano chiare e conosciute dai partecipanti, ma soprattutto egli deve far sì che siano assorbite gradualmente e che siano “prese a cuore” dai partecipanti.

39

“Possibilità nel lavoro con giochi di

interazione”. I principali vantaggi nel lavoro con giochi

d’interazione, riguardano la loro capacità di:Motivare all’apprendimento.Stimolare la partecipazione di tutti i membri del gruppo (non solo di quelli “dominanti”).Favorire il mutamento dei comportamenti che creano disagio al partecipante.Far esercitare ai partecipanti determinate “abilità psicosociali”. “Favorire lo sviluppo della personalità dei partecipanti”.Facilitare lo sviluppo della coesione di gruppo.Liberare i partecipanti da alcuni “meccanismi di difesa”.Sviluppare nei partecipanti le abilità critiche nei confronti “dei meccanismi di apprendimento utilizzati”.Essere applicabili in gruppi numerosi.

40

Limiti nel lavoro con giochi di interazione. I “possibili pericoli”, avvengono soprattutto:

Quando l’animatore non possiede una conoscenza teorica adeguata. “Quando l’animatore non è consapevole dei motivi per cui utilizza i giochi di interazione.”.Quando manca, nelle esperienze di gruppo, il “riferimento alla vita quotidiana”.Quando manca un approfondimento o un’analisi delle esperienze di gruppo.Quando l’animatore non accetta il confronto con i partecipanti sul proprio comportamento.Quando l’animatore non fa conoscere ai partecipanti gli obiettivi dei giochi d’interazione.Quando l’animatore usa i giochi d’interazione inducendo i partecipanti a comportamenti di finta spontaneità.Quando i partecipanti sono costretti a partecipare alle attività di gruppo.Quando un animatore non analizza correttamente il grado di sviluppo di un gruppo, e quindi propone esercizi che offrono un eccessivo o un insufficiente stimolo.