LAB Vallo di Diano 16-04-13 Colaizzo

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1 PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1 Il nuovo scenario della Programmazione Europa 2020 e le implicazioni organizzative per i Sistemi Territoriali di Sviluppo Raffaele Colaizzo Sant’Arsenio, 16 aprile 2013

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Intervento di Raffaele Colaizzo in occasione del LAB Governance e organizzazione di un Sistema Territoriale di Sviluppo (STS) del 16-04-13 organizzato da FormezPA all’interno della Linea A.2 del progetto Capacity SUD

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PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMAASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico

5.1

Il nuovo scenario della Programmazione Europa 2020 e le implicazioni organizzative per i Sistemi Territoriali di Sviluppo

Raffaele ColaizzoSant’Arsenio, 16 aprile 2013

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Quattro “novità” per il 2014 - 2020

Approccio comune dei fondi

Le politiche per la coesione (FESR, FSE e FC), lo sviluppo rurale (FEASR) e il settore marittimo e della pesca (FEAMP) condividono un Quadro Strategico Comune orientato ai risultati, alla verifica dei progressi e all'armonizzazione delle regole.

Concentrazione tematica

Le priorità delle politiche di coesione 2014 – 2020 sono concentrate su undici obiettivi tematici, interconnessi con la Strategia di Europa 2020 ed orientate alla crescita intelligente, alla crescita sostenibile ed alla crescita inclusiva

Approccio territoriale rafforzato

Le nuove politiche di coesione propongono un rafforzato approccio territoriale, da promuovere attraverso l’estensione dello sviluppo locale partecipativo, il ricorso ad Investimenti Territoriali Integrati, la conferma dell’importanza dello sviluppo urbano

CondizionalitàLa proposta di Regolamento richiede a Stati Membri e Regioni di soddisfare delle condizionalità ex ante (requisiti) per poter accedere ai fondi ed assegna ai Programmi una riserva di efficienza e di efficacia in base a delle condizionalità ex post.

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Gli obiettivi di Europa 2020

OccupazioneInnalzamento al 75% del tasso di occupazione (per la fascia di età compresa tra 20 e 64 anni)

R&S / innovazioneAumento degli investimenti in ricerca e sviluppo ed innovazione al 3% del PIL dell'UE (pubblico e privato insieme)

Cambiamenti climatici /energia

(i) Riduzione delle emissioni di gas serra del 20% (o persino del 30%, se le condizioni lo permettono) rispetto al 1990; (ii) 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili; (iii) Aumento del 20% dell'efficienza energetica.

Istruzione(i) Riduzione degli abbandoni scolastici al di sotto del 10%; (ii) Aumento al 40% dei 30-34enni con un'istruzione universitaria

Povertà / emarginazioneAlmeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione in meno

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La proposta di bilancio dell’Unione 2014 - 2020

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La struttura della propostadi Regolamento Recante Disposizioni Comuni (RRDC)

Disposizioni Comuni(Parte II RRDC)

Contiene le disposizioni comuni che si applicano a tutti gli strumenti strutturali compresi nel QSC. Si riferisce a FESR, FSE, FC, FEASR e FEAMP (Fondi del QSC). Identifica i principi generali del sostegno, gli elementi comuni di pianificazione e programmazione strategica (tra cui un elenco di obiettivi tematici comuni basato sulla strategia Europa 2020) e disposizioni sul QSC a livello di Unione e sui contratti di partenariato da concludere con ciascuno Stato membro.

Disposizioni specifichesu FESR, FSE e FC(Parte III RRDC)

La parte II contiene disposizioni specifiche relative al FESR, al FSE e al FC. Esse riguardano la missione e gli obiettivi della politica di coesione, il quadro finanziario, le modalità di programmazione e rendicontazione, i grandi progetti e i piani d'azione comuni. La parte II stabilisce i requisiti dei sistemi di gestione e di controllo nell'ambito della politica di coesione ed elabora le modalità di controllo e gestione finanziaria.

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I documenti chiave

Quadro Strategico Comune(artt. 10-12 RRDC)

Definisce gli elementi per una direzione strategica chiara del processo di programmazione e per il coordinamento settoriale e territoriale degli interventi dell'Unione nel quadro dei Fondi del QSC e delle altre politiche, in linea con gli obiettivi della strategia Europa 2020.

Accordo dipartenariato

(artt. 13–15 RRDC)

Trasferisce le disposizioni del QSC nel contesto nazionale e stabilisce gli impegni per raggiungere gli obiettivi dell’Unione attraverso la programmazione dei Fondi del QSC. Viene preparato dallo Stato Membro con la partecipazione dei partner in base al sistema della governance a più livelli

Programma(artt. 23–27 RRDC)

Definisce le priorità, gli obiettivi specifici e le dotazioni finanziarie dei Fondi del QSC e il corrispondente cofinanziamento nazionale. Comprende le modalità per garantire l’attuazione coordinata dei Fondi del QSC

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Obiettivi tematici (art. 9 RRDC)

① Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione

② Migliorare l'accesso alle TIC, nonché il loro impiego e qualità

③ Promuovere la competitività delle PMI, l'agricoltura (FEASR) e la pesca e acquacoltura (FEAMP)

④ Sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori

⑤ Promuovere l'adatta-mento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi

⑥ Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse

⑦ Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infra-strutture di rete

⑧ Promuovere l'occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori

⑨ Promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà

⑩ Investire nelle competenze, nell'istru-zione e nell'apprendi-mento permanente

⑪ Rafforzare la capacità istituzionale e promuo-vere un'amministrazione pubblica efficiente

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I fondiObiettivi

(art. 81 RRDC)Copertura territoriale

(art. 82 RRDC)

Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione negli Stati membri e nelle regioni, con il sostegno di tutti i Fondi

Cooperazione territoriale europea, con il sostegno del FESR.

Regioni meno sviluppate, il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell'UE a 27

Regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra il 75% e il 90% della media del PIL dell'UE a 27

Regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al 90% della media del PIL dell'UE a 27.

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Concentrazione tematica FESR(art. 4 della Proposta di Regolamento FESR)

1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione

2. Tecnologie Informazione e Comunicazione

3. Competitività

4. Economia a basse emissioni di carbonio

5. Adattamento al cambiamento climatico

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse

7. Sistemi di trasporto sostenibile

8. Occupazione e lavoro

9. Inclusione sociale

10. Competenze, istruzione, apprendimento

11. Capacità istituzionale

RS e RiT: almeno 80%RmS: almeno 50%

RS e RiT: almeno 20%RmS: almeno 6%

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Concentrazione tematica FSE(art. 4 della Proposta di Regolamento FSE)

1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione

2. Tecnologie Informazione e Comunicazione

3. Competitività

4. Economia a basse emissioni di carbonio

5. Adattamento al cambiamento climatico

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse

7. Sistemi di trasporto sostenibile

8. Occupazione e lavoro

9. Inclusione sociale e lotta alla povertà

10. Competenze, istruzione, apprendimento

11. Capacità istituzionale

SM: almeno 20%

RS: almeno 80% prioritàRiT: almeno 70%

prioritàRmS: almeno 60%

priorità

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Il Quadro Strategico ComuneAllegato I RRDC e Atto Delegato

Obiettivi tematici

Obiettivi fondamentali (quantificati) dei Fondi

Azioni fondamentali di ciascun Fondo

Principi generali di attuazione

Complementarità e coordinamento

Quadro Strategico Comune

Il QSC stabilisce i principali settori di intervento, definisce i mezzi per garantire la coerenza con le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione, i meccanismi di coordinamento tra i Fondi del QSC e con altre politiche e altri strumenti pertinenti dell'Unione, i principi orizzontali e gli obiettivi strategici trasversali, le modalità per affrontare le sfide territoriali cui rispondere, azioni indicative di elevato valore aggiunto europeo e i principi corrispondenti per la loro realizzazione e le priorità

Specificità territoriali delle Azioni

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Contenuti dell’Accordo di PartenariatoModalità per garantire l’allineamento con la strategia dell'Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva (analisi delle disparità e delle esigenze di sviluppo, sintesi valutazioni ex ante, obiettivi strategici, principi orizzontali, elenco dei PO)Approccio integrato allo sviluppo territoriale sostenuto dai Fondi del QSC, che stabilisce i meccanismi di coordinamento a livello nazionale e regionale nonché le modalità dell’approccio integrato per lo sviluppo territoriale

Approccio integrato per rispondere ai bisogni specifici delle aree geografiche particolarmente colpite dalla povertà o dei gruppi di destinatari a più alto rischio di discriminazione o esclusione

Modalità per garantire un’esecuzione efficace, che specifichi il quadro dei risultati attesi, l'adempimento delle condizionalità ex ante, la verifica dell'addizionalità, le azioni intraprese per associare il partenariato

Modalità per garantire l’attuazione efficiente dei Fondi del QSC, tra cui valutazioni sulle azioni necessarie di capacity building, riduzione degli oneri amministrativi per i beneficiari, modalità per lo scambio di dati

(a)

(b)

(c)

(d)

(e)

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Contenuti dei Programmi Operativi

Strategia per il contributo del programma operativo al raggiungimento della strategia complessiva dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusivaPer ciascun asse prioritario: obiettivi, indicatori, azioni, gruppi di destinatari e territori specifici, azioni da realizzare, categorie di intervento

Approccio integrato allo sviluppo territoriale definito nel CdP, con l’identificazione dei meccanismi di coordinamento, delle strategie territoriali, delle azioni interregionaliApproccio integrato definito nel CdP per rispondere alle esigenze specifiche delle zone geografiche particolarmente colpite dalla povertà o dei gruppi bersaglio a più alto rischioModalità per garantire un'esecuzione efficace, che specifichi il quadro dei risultati attesi, l'adempimento delle condizionalità ex ante, le azioni intraprese per associare i partner

(a)

(b)

(c)

(d)

(e)

Modalità per garantire l'esecuzione efficiente dei Fondi, tra cui l'impiego dell'assistenza tecnica, le azioni su capacity building e oneri amministrativi, l'elenco dei grandi progetti

(f)

Piano di finanziamento

Disposizioni di attuazione

(g)

(h)

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70,7421,6%

0,920,3%

163,5650,0% 55,42

16,9% 36,4711,1%

Regioni meno sviluppate Regioni in transizione Regioni più sviluppate

Fondo di coesione Regioni ultraperiferiche

Risorse finanziarie (art. 84 RRDC)

Le risorse globali dei Fondi sono pari a 338,994 miliardi di euro. All'Obiettivo “Investimenti” sono assegnati 327,116 miliardi (96,50%), all'Obiettivo CTE 11,878 miliardi (3,50%)

Distribuzione delle risorse dell'Obiettivo “Investimenti”

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1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione

1. Incremento della qualità e della diffusione delle attività di innovazione nelle imprese

2. Sviluppo dei comparti del terziario in grado di agire da leva di innovazione degli altri settori

3. Aumento dell’occupazione di alta qualificazione tecnico-scien-tifica nelle imprese

4. Rafforzamento del sistema innovativo regionale (collaborazione fra imprese e strutture di ricerca pubblica, etc.)

5. Aumento delle specializzazioni innovative ad alto valore aggiunto (es. spin off, start up innovative, capitale di rischio)

6. Promozione di nuovi mercati per l’innovazione

2. Tecnologie Informazione e Comunicazione

1. Riduzione dei divari digitali nei territori e diffusione di connettività in banda larga e ultra larga

2. Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali della PA (scuola, sanità e giustizia)

3. Potenziamento della domanda di ICT dei cittadini (utilizzo dei servizi on line, inclusione digitale, partecipazione in rete)

4. Diffusione di Open data e del riuso del dato pubblico 5. Rafforzamento del settore ICT e diffusione delle ICT

nelle imprese

Azioni previste dall’Accordo di Partenariato (bozza)

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3. Competitività

1. Sviluppo di comparti e filiere ad alto potenziale di crescita o con effetto trainante su altri settori produttivi

2. Rilancio della propensione agli investimenti del sistema produttivo

3. Sviluppo occupazionale e produttivo in aree territoriali colpite da crisi diffusa delle attività produttive

4. Crescita dei sistemi produttivi territoriali, anche attraverso innovazione e industrializzazione derivanti da R&S

5. Incremento del livello di internazionalizzazione dei sistemi produttivi e degli investimenti esteri (IDE)

6. Aumento delle risorse umane altamente qualificate e delle competenze manageriali nelle imprese

7. Nascita di nuove imprese, crescita dimensionale delle micro e piccole imprese, consolidamento strutturale delle PMI

8. Miglioramento dell’accesso al credito

4. Economia a basse emissioni di carbonio

1. Migliorare l’efficienza energetica e promuovere l’energia intelligente

2. Migliorare lo sfruttamento sostenibile delle bioenergie3. Aumentare la mobilità sostenibile nelle aree urbane 4. Consolidare la filiera produttiva della Clean Economy

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5. Adattamento al cambiamento climatico

1. Prevenzione e mitigazione dei rischi e adattamento al cambiamento climatico

2. Prevenzione e mitigazione dei cambiamenti climatici e del rischio di desertificazione

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse

1. Servizi ambientali per i cittadini (rifiuti, risorse idriche)2. Risosrse naturali (biodiversità, servizi ecosistemici,

fruizione)3. Asset culturali (patrimonio e ICC)4. Sistema turistico (capacità di attrazione delle destinazioni

turistiche)

7. Sistemi di trasporto sostenibile

1. Potenziamento dell’offerta ferroviaria e qualificazione del servizio

2. Competitività del sistema portuale e interportuale3. Miglioramento dei collegamenti multimodali con i

principali nodi urbani e logistici (stazioni, stazioni AV, porti, interporti e aeroporti)

4. Integrazione modale e qualificazione delle imprese logistiche

5. Connessioni tra ambiti territoriali contigui anche transfrontaliere

6. Sistema aeroportuale e cielo unico europeoAzioni di sistema: governance e territorialità

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8. Occupazione e lavoro

1. Aumentare l'occupazione giovanile e favorire la transizione dei giovani nel MdL, con particolare attenzione ai NEET

2. Aumentare la partecipazione e l’occupazione femminile3. Occupazione dei lavoratori anziani e invecchiamento attivo4. Rafforzare e qualificare l’inserimento lavorativo degli

immigrati5. Ridurre la disoccupazione di lunga durata6. Permanenza al lavoro e ricollocazione dei lavoratori

coinvolti in situazioni di crisi7. Migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi per il lavoro8. Migliorare le basi informative, statistiche ed

amministrative del mercato del lavoro garantendone l’interoperabilità

9. Ridurre il lavoro sommerso

9. Inclusione sociale

1. Riduzione della povertà e dell’esclusione sociale2. Occupabilità e partecipazione al mercato del lavoro delle

persone maggiormente vulnerabili e a rischio di discriminazione

3. Servizi di cura socio-educativi rivolti ai bambini4. Servizi di cura rivolti a persone con limitazioni

dell’autonomia5. Potenziamento della rete infrastrutturale e dell’offerta di

servizi sanitari e sociosanitari territoriali6. Accessibilità ai servizi nelle aree rurali e interne

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9. Inclusione sociale (segue)

7. Rafforzamento/migliore caratterizzazione delle figure professionali che operano nelle politiche sociali

8. Riduzione del numero di famiglie in condizione di disagio abitativo

9. Istruzione, condizioni di salute e partecipazione sociale e lavorativa delle popolazioni Rom, Sinte e Camminanti

10. Riduzione della marginalità estrema (senza dimora)

11. Attività economiche (profit e no-profit) a contenuto sociale

12. Attività di agricoltura sociale13. Legalità nelle aree ad alta esclusione sociale14. Miglioramento del tessuto urbano nelle aree a basso tasso

di legalità

9. Inclusione sociale (Obiettivi complementari)

1. Incremento della partecipazione al mercato del lavoro e dell’occupazione delle persone con disabilità (Ob. 8)

2. Incremento dei livelli di istruzione scolastica e universitaria delle persone con disabilità (Ob. 10)

3. Programmazione, monitoraggio e valutazione delle prestazioni sociali (Ob. 11)

4. Collaborazione in rete tra le diverse filiere amministrative (servizi sociali, servizi per l’impiego, etc.)

5. Efficienza della amministrazione della giustizia

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10. Competenze, istruzione, apprendimento

1. Riduzione del fallimento formativo precoce e della dispersione scolastica e formativa

2. Miglioramento delle competenze chiave degli allievi3. Innalzamento del livello di istruzione della popolazione

adulta con particolare riguardo per le fasce di istruzione meno elevate

4. Miglioramento dell’offerta formativa ed educativa per migliorare la mobilità, l’inserimento / reinserimento lavorativo e le competenze

5. Innalzamento dei livelli di competenze, di partecipazione e di successo formativo nell’istruzione universitaria e/o equivalente

6. Qualificazione dell’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale, attraverso l’intensificazione dei rapporti scuola – formazione – impresa e lo sviluppo di poli tecnico-professionali

7. Sicurezza, efficientamento energetico e attrattività degli ambienti scolastici

8. Diffusione della società della conoscenza nel mondo della scuola e della formazione e adozione di approcci didattici innovativi

9. Miglioramento delle capacità di auto-diagnosi, auto-valutazione e valutazione delle scuole e di innovare la didattica adattandola ai contesti

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11. Capacità istituzionale

1. Rafforzamento della capacità di programmazione, monitoraggio e valutazione delle prestazioni sociali, anche mediante la funzionalità del sistema informativo dei servizi sociali

2. Sviluppo e rafforzamento della collaborazione in rete tra le diverse filiere amministrative con particolare riferimento ai servizi sociali, ai servizi per l’impiego, ai servizi per la tutela della salute, alle scuole

3. Potenziare l’efficienza della amministrazione della giustizia4. Rafforzamento della capacità di programmazione,

monitoraggio e valutazione delle prestazioni sociali, anche mediante la piena realizzazione del sistema informativo dei servizi sociali

5. Sviluppo e rafforzamento della collaborazione in rete tra le diverse filiere amministrative con particolare riferimento ai servizi sociali, ai servizi per l’impiego, ai servizi per la tutela della salute, alle Scuole

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Integrazione e territorio nei Fondi

Commissione Europea (2012), Investimenti Territoriali Integrati, Scheda Informativa scaricabile da: http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/proposals_2014_2020_en.cfm

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Strumenti di integrazione

Obiettivo di coesione

territoriale

Approccio di policy integrato,

territoriale, multidimensionale

Sviluppo Locale Partecipativo

Investimenti Territoriali Integrati

Applicazione di una singola metodologia di SLOP per tutti i Fondi e le regioni

Estensione approccio LEADER

S t r u m e n t i d i i n t e g r a z i o n eFondiFondi

del QSC

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Lo sviluppo locale partecipativo(artt. 28 – 31 RRDC)

Commissione Europea (2012), Sviluppo locale di tipo partecipativo, Scheda Informativa scaricabile da: http://ec.europa.eu/regional_policy/what/future/proposals_2014_2020_en.cfm

Gruppi di Azione Localecomposti da rappresentanti locali pubblici e privati, in cui néil settore pubblico, néun singolo gruppo di interesse ha più del 49% dei diritti di voto (art. 28 c. 1 lettera b)

Strategie territoriali di sviluppo locale integrate e multisettoriali (art. 28 c. 1 lettera c)

Concentrazione su territori sub-regionali specifici (art. 28 c. 1 lettera a)

Bisogni e potenzialità locali, innovazionenel contesto locale, istituzione di una rete, cooperazione(art. 28 c. 1 lettera d)

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Elementi chiave dello SLOP

Strategia di SLO

Le strategie di SLO, che devono includere tutti gli elementi di cui all'art. 29 della PdRG, sono selezionate da un comitato istituito dall’AdG dei programmi. La selezione e l'approvazione di tutte le strategie di SLO vanno completate entro il 31.12.2015 (art. 29 c. 3 e c. 4)

Strategia di SLO e Contratto di Partenariato

Gli Stati membri dovranno specificare nel contratto di partenariato in che modo intendono sostenere lo SLOP e indicare i programmi e le aree in cui sarà possibile utilizzarlo. Questo tipo di sviluppo è facoltativo per il FESR, il FSE e il FEAMP, ma è obbligatorio per il FEASR.

Integrazione traFondi del QSC

I Fondi del QSC contribuiscono allo sviluppo locale in modo coerente e coordinato (art. 28 c. 2).

MultisettorialitàLo SLO sostenuto dai Fondi del QSC è realizzato nell'ambito di una o più priorità del programma (art. 28 c. 5).

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Elementi chiave dello SLOP (segue)

Rilevanza del ruolo dei GAL

I gruppi di azione locale elaborano e attuano le strategie di sviluppo locale (art. 30 c. 1), svolgendo anche importanti compiti di coordinamento e gestione (art. 30 c. 3)

Incentivi

Per i PO dove un intero asse prioritario viene attuato tramite lo SLOP, il tasso massimo di cofinanziamento del FESR e/o del FSE a livello di ciascun asse prioritario sarà aumentato di 10 punti percentuali. Nel caso del FEASR, in base alle circostanze, il tasso massimo di cofinanziamento per lo SLOP può andare dall'80 % al 90 %, mentre per il FEAMP è pari al 75 %

Costi preparatori e gestionali

I Fondi finanziano anche azioni preparatorie e costi di gestione e animazione della strategia di sviluppo locale (art. 31). Nel caso delle strategie plurifondo, sarà possibile finanziare i costi di esercizio e l'organizzazione della strategia di sviluppo locale tramite un unico fondo (il Fondo Lead)

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Contenuti della Strategia di Sviluppo Locale(a) Definizione del territorio e della popolazione

interessati dalla strategia

(b) Analisi delle esigenze di sviluppo e delle potenzialità del territorio, compresa un'analisi dei punti di forza, delle carenze, delle opportunità e dei rischi

(c) Descrizione della strategia e dei suoi obiettivi, illustrazione del carattere integrato e innovativo della strategia e gerarchia di obiettivi, con indicazione di obiettivi precisi e misurabili per le realizzazioni e i risultati. La strategia deve essere coerente con i programmi pertinenti di tutti i Fondi del QSC interessati

(d) Descrizione del processo di associazione della comunità all'elaborazione della strategia

(e) Piano d'azione che traduca gli obiettivi in azioni concrete

(f) Descrizione delle modalità di gestione e sorveglianza della strategia, che dimostri la capacità del gruppo di azione locale di attuarla, e una descrizione delle modalità specifiche di valutazione

(g) Piano di finanziamento della strategia, compresa la dotazione prevista a titolo di ciascun Fondo del QSC

Le strategie di sviluppo locale sono selezionate da un comitato istituito a tale scopo dalle autorità di gestione dei programmi.

La selezione e l'approvazione di tutte le strategie di sviluppo locale sono completate entro il 31 dicembre 2015.

La decisione dell'autorità di gestione che approva una strategia di sviluppo locale stabilisce la dotazione a titolo di ciascun Fondo del QSC. Definisce inoltre i ruoli delle autorità responsabili dell'esecuzione dei programmi in questione per tutti i compiti attuativi connessi alla strategia.

È conferito alla Commissione il potere di adottare atti delegati a norma dell'articolo 142 riguardanti la definizione del territorio e della popolazione interessati dalla strategia

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Investimenti Territoriali Integrati (art. 99 RRDC)

Commissione Europea (2012), Investimenti Territoriali Integrati, Scheda Informativa.

Se una strategia di sviluppo territoriale richiede un approccio integrato che comporti investimenti nell'ambito di più assi prioritari di uno o più PO, l'azione è eseguita sotto forma di Investimento Territoriale Integrato.

I PO interessati individuano gli ITI previsti e stabiliscono la dotazione finanziaria indicativa di ciascun asse prioritario destinata agli ITI.

Lo Stato membro o l'AdG può designare uno o più organismi intermedi, compresi enti locali, organismi di sviluppo regionale o organizzazioni non governative, cui delegare la gestione e l'attuazione di un ITI.

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Elementi chiave degli ITI

Dominioterritoriale

Qualsiasi area geografica con caratteristiche territoriali particolari può essere oggetto di un ITI, da quartieri urbani specifici con svantaggi a livello urbano, metropolitano, urbano-rurale, sub-regionale o interregionale.

Applicabilità alle Reti

Un ITI può offrire iniziative integrate in unità con caratteristiche simili all'interno di una regione, anche se distanti dal punto di vista geografico (ad esempio, una rete di città di piccole o medie dimensioni). Non è obbligatorio che un ITI copra l'intero territorio di un'unità amministrativa.

Applicabilità nella CTE

Gli ITI possono essere realizzati nell'ambito della Cooperazione Territoriale Europea (CTE), ad esempio per implementare una strategia integrata per lo sviluppo urbano in città transfrontaliere.

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Elementi chiave degli ITI (segue)

FinalitàGli ITI dovranno contribuire agli obiettivi tematici dei rispettivi assi prioritari dei programmi operativi partecipanti, nonché agli obiettivi di sviluppo della strategia territoriale.

Integrazione degli interventi

Gli ITI possono essere finanziati dal FESR e dal FSE ma non è obbligatorio combinare tutti i fondi in ciascun ITI. È auspicabile che l'ITI combini il FESR e il FSE per collegare i piccoli investimenti alle infrastrutture fisiche. Ciò è particolarmente importante nello sviluppo urbano sostenibile. Negli ITI possono essere attuati strumenti finanziari

Governance

L'AdG del PO ha la responsabilità ultima della gestione e dell'implementazione delle operazioni di un ITI. Tuttavia, può designare organismi intermediari, inclusi autorità locali, organismi di sviluppo regionale oppure organizzazioni non governative per adempiere ad alcune o a tutte le attività di gestione e implementazione.

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ITI e SLOPSLOP

(artt. 28 - 31 RRDC)ITI

(art. 99 RRDC)

È un approccio strettamente dal basso verso l'alto. Il gruppo di azione locale stabilisce il contenuto della strategia di sviluppo locale e le operazioni soggette a finanziamento.

Gli ITI possono essere costruiti dall'alto verso il basso, dal basso verso l'alto o con una combinazione dei due approcci.

Lo sviluppo locale partecipativo può essere la componente di una strategia urbana integrata implementata mediante un ITI

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Le città nel 2014 - 2020Sviluppo Urbano Sostenibile

(art. 7 Reg. FESR)Piattaforma Sviluppo Urbano

(art. 8 Reg. FESR)

Il FESR sostiene, nell’ambito dei PO, lo sviluppo urbano sostenibile attraverso azioni integrate. Ciascuno SM stabilisce nel proprio contratto di partenariato un elenco di città in cui devono essere realizzate queste azioni e la loro dotazione annua indicativa.

Almeno il 5 % delle risorse del FESR per ciascuno Stato membro è investito in azioni integrate mediante gli ITI, attraverso una delega di gestione e attuazione conferita alle città.

La Commissione istituisce una Piattaforma per lo sviluppo urbano per promuovere lo sviluppo di capacità, la creazione di reti tra città e lo scambio di esperienze sulla politica urbana a livello dell’Unione nei settori attinenti alle priorità d’investimento del FESR e allo sviluppo urbano sostenibile.

Partecipano alla Piattaforma un massimo di 300 città, con un massimo di 20 città per ciascuno Stato membro.

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Orientamenti per le Città nella bozza di AdP

1.

Aumentare la responsabilità delle amministrazioni comunali “importanti” nel progettare ed attuare la politica di coesione, attraverso modelli di organizzazione e strumenti operativi che consentano una ampia delega.

2. Permettere alle città, costruendo programmi plurifondo, di utilizzare in modo diretto non solo il FESR ma anche il FSE

3.Costituire modelli e pratiche che garantiscano il coordinamento e lo scambio tra l’amministrazione comunale ed i numerosi altri soggetti responsabili di investimenti con risorse aggiuntive localizzati nelle città.

4.

Potenziare il ruolo delle Città metropolitane. Si considera l’ipotesi di un Programma nazionale per le città metropolitane per il periodo 2014-2020 e la costruzione nei Programmi a titolarità delle Regioni di spazi per le città medie titolari di importanti funzioni urbane.

5.Valorizzare e diffondere le proposte di città impegnate in strategie di qualità per la crescita e per la sostenibilità, garantendo loro spazio nei programmi regionali

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Orientamenti per le Aree Interne

Obiettivi generali

• Mettere in sicurezza il territorio (prevenendo fenomeni quali alluvioni e erosioni del suolo).

• Promuovere la diversità naturale e culturale presente in queste aree.

• Valorizzarne le risorse potenziali sotto utilizzate e innescare processi di crescita.

Elementi strategici

• Progettare e agire e nei luoghi ma definire una forte strategia nazionale

• Sfruttare la programmazione comunitaria in materia di aree interne per coniugare azioni di sviluppo locale e una gestione associata dei servizi

• Approfittare della costruzione di una strategia per le aree interne per introdurre politiche ordinarie per la scuola, la salute e la mobilità

• Assegnare i fondi ricorrendo soprattutto ad una pianificazione territoriale unitaria – e in un secondo momento, e se necessario ai bandi.

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Opzioni attuative

Ipotesi minimalista

La strategia per le aree interne viene attuata dalle Regioni attraverso i Programmi operativi regionali, stabilendo precise condizionalità su servizi associati, azione ordinaria e pianificazione

Ipotesi riformista

Comprende quella ”minimalista” ma vi aggiunge il lancio di alcuni progetti pilota che operano secondo una metodologia nazionale gestita e partecipata a livello locale dai presidi territoriali – Comuni, associazioni di Comuni, etc. I progetti saranno costruiti attraverso strumenti negoziali quali, ad esempio, gli APQ – o la definizione di un Community Led Local Development – che, tema per tema, vedranno fortemente coinvolte le Amministrazioni più rilevanti e interessate

Ipotesi “di attacco”

Comprende le prime due ipotesi ma prevede una “confederazione” di progetti pilota, con la costruzione di una piattaforma di conoscenze e competenze. I progetti potranno essere finanziati dalla politica regionale (POR), agricola, di sviluppo rurale (PSR), con il FSC, ma anche da finanziamenti ordinari di settore.

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Due aspetti innovativi del RRDC

Programmi Operativi (art. 87 – 88)

Un Programma Operativo può essere cofinanziato da FESR e FSE. I singoli Assi sono monofondo ma vale una clausola di flessibilità del 5% dell'importo dell'Asse

Piano d'Azione Comune (artt. 93 -98)

Un piano d'azione comune è un intervento definito in relazione alle realizzazioni e ai risultati che conseguirà. Comprende un gruppo di progetti, escluse le infrastrutture, realizzati sotto la responsabilità del beneficiario, nell'ambito di uno o più PO. Le realizzazioni e i risultati del Piano sono convenuti fra lo Stato membro e la Commissione. Il beneficiario è un organismo di diritto pubblico. Il sostegno pubblico è pari ad almeno 10 milioni di euro. È oggetto di decisione comunitaria.

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Il Position Paper della Commissione

Le sfide principali

Il position paper discute le criticità della situazione italiana in riferimento agli obiettivi della Strategia Europa 2020, agli squilibri macroeconomici e di bilancio, alle disparità regionali interne. Vengono identificate quattro aree critiche a cui corrispondono altrettante priorità di finanziamento (v. punto successivo)

Le priorità di finanziamento (funding priorities)

Sono identificate quattro priorità (slide 5), che raggruppano Obiettivi Tematici (slide 6). Per ciascuna priorità vengono identificate sub-priorità e obiettivi specifici (appendice B).

Fattori di successo

Sono identificate 15 condizionalità ex ante critiche da trattare con particolare attenzione nel caso italiano. Viene richiamato il rilievo dell’Accordo di Partenariato per la definizione della strategia dello sviluppo territoriale integrato.

Priorità per la Cooperazione Territoriale Europea

Vengono brevemente identificate delle priorità per i programmi di CTE transfrontalieri e transnazionali, oltre che per la politica marittima

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Appendice A – Programmazione ed attuazione efficaci

Sono individuate delle regole (slides 7 e 8) per aumentare le probabilità di successo della programmazione ed attuazione degli interventi

Appendice B – Fabbisogni di finanziamento ed obiettivi tematici

Viene ricostruito un quadro strategico basato su Funding Priorities, Obiettivi tematici, Assi Prioritari e Obiettivi Specifici (slides 9-12). Per ciascun obiettivo si identifica una tempistica per alcune condizionalità ex ante e si danno raccomandazioni per la programmazione

Appendice C – Oneri amministrativi

Vengono identificate delle linee di azione per migliorare l’azione amministrativa e partenariale (slide 13)

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Priorità di finanziamento ed obiettivi tematiciAmbiente

imprenditoriale innovativo

Infrastrutture e gestione

risorse naturali

Lavoro, inclusione,

capitale umano

Efficienza PA

1. Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione ■ 1

2. Tecnologie Informazione e Comunicazione ■ 2 ■ 2 ■ 2

3. Competitività ■ 3

4. Economia a basse emissioni di carbonio ■ 4

5. Adattamento al cambiamento climatico ■ 5

6. Ambiente ed uso efficiente delle risorse ■ 3

7. Sistemi di trasporto sostenibile ■ 1

8. Occupazione e lavoro ■ 1

9. Inclusione sociale ■ 2

10. Competenze, istruzione, apprendimento ■ 3

11. Capacità istituzionale ■ 1

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Fattori di successo (1/2)

• Fare un maggiore ricorso ai programmi nazionali, ritenuti più efficienti dei programmi regionali

• Eliminare le aree di sovrapposizione fra Programmi (es. sui trasporti)

• Semplificare i sistemi di gestione e controllo, anche eliminando intermediari inefficienti, e cancellare i programmi interregionali

• Eliminare interventi di minore efficacia o pertinenza, ad esempio relativi ad eventi e marketing territoriale, strade e autostrade, cattura delle risorse ittiche

• Strutturare programmi focalizzati sul rispetto delle coerenze amministrative, delle condizioni locali e delle strategie comunitarie

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Fattori di successo (2/2)

• Assicurare l’efficienza delle verifiche gestionali, la stabilità del personale delle strutture amministrative delle autorità di gestione e controllo, l’effettiva indipendenza dei controllori

• Sviluppare un’adeguata progettazione delle operazioni

• Garantire l’indipendenza e la congruità delle dotazioni delle Autorità di Audit

• Assicurare il pieno coordinamento delle politiche attraverso l’implementazione di quadri strategici e di piano, coordinamento, chiara ripartizione delle responsabilità

• Garantire l’integrazione sul territorio attraverso lo sviluppo locale partecipativo e gli investimenti territoriali integrati

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Orientamenti per l’attuazione dei fondi

• Progetti di dimensione più consistente

• Indicazioni chiare ed uniformi ai beneficiari

• Chiara definizione ex ante di metodi e strumenti per il coordinamento e la complementarità degli interventi

• Semplificazione e informazione per ridurre i costi amministrativi degli organi preposti alla gestione dei programmi e dei beneficiari

• Maggiore coinvolgimento delle parti interessate in rappresentanza della società civile

• Adeguamento dei sistemi di monitoraggio e valutazione all’orientamento dei nuovi programmi alla performance e ai risultati.

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Il documento “Metodi e Obiettivi”Le sette innovazioni

Risultati attesi

Nella programmazione operativa, gli obiettivi stabiliti saranno definiti sotto forma di risultati attesi che si intende attuare in termini di qualità di vita delle persone e/o di opportunità delle imprese.

Azioni

I programmi operativi faranno seguire alla indicazione dei risultati attesi quella delle azioni con cui conseguirli. I programmi operativi conterranno indicazioni non generiche, ma circostanziate delle azioni che si intendono finanziare. All’approvazione dei programmi operativi non seguirà l’avvio di un confronto su “cosa effettivamente fare” ma l’attuazione delle decisioni già assunte.

Tempi previsti e sorvegliati

I PO assoceranno a ogni azione i suoi tempi previsti di attuazione. Tali tempi saranno tradotti in previsioni novennali dei flussi di pagamento. A questo sistema previsivo corrisponderà un forte sistema centrale di sorveglianza, rendendo sistematiche le “campagne dei sopralluoghi” realizzate nel 2012 dall’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici

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Apertura

Sarà garantita trasparenza e apertura delle informazioni che quelle innovazioni producono; e rafforzamento delle possibilità di mobilitazione dei soggetti interessati e del partenariato. Per quanto riguarda la trasparenza e l’apertura, le informazioni verranno rese disponibili secondo formati unificati nazionali

Partenariato mobilitato

Al principio europeo del partenariato sarà data vera attuazione, sia estendendolo alla fase discendente della programmazione (al disegno dei bandi in primo luogo), sia coinvolgendo nella “valutazione pubblica aperta”, oltre alle parti economiche e sociali, tutti i soggetti potenzialmente influenzati.

Valutazione di impatto

Sarà data centralità e impulso alla valutazione di impatto, ossia alla valutazione del se, in quale misura ed eventualmente per quali soggetti, le azioni adottate abbiano effettivamente effetti per la qualità di vita delle persone e/o le opportunità delle imprese.

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Forte presidio nazionale

Sarà consolidata la natura non-contrattabile delle “regole del gioco” che saranno approvate nell’Accordo di partenariato (una volta concluso il confronto aperto da questo documento). Verranno lanciate da parte nazionale azioni di co-progettazione strategica territoriale in aree selezionate sulla base dei prototipi già avviati con il Piano Azione Coesione. Si rafforzerà il presidio assicurato dal DPS, trasformandone l’organizzazione (Agenzia).

Sarà inoltre valutata la possibilità che il centro assuma più ampi ruoli di gestione dei programmi operativi.

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Le tre opzioni strategiche

Cittadinanza e industria nel Mezzogiorno

La strategia combatte i due deficit essenziali della cittadinanza (dalla sicurezza personale, alla legalità, alla giustizia, all’istruzione, alla qualità dell’aria e dell’acqua, al trasporto pubblico, alla cura di infanzia e anziani, alla rete digitale) e della attività produttiva privata, in primo luogo manifatturiera, ma anche agricola, commerciale e di servizi del welfare.

Città

La programmazione dei Fondi comunitari considererà le città come “città funzionali”; distinguerà tra grandi città/aree metropolitane, città medie e sistemi di piccoli comuni; punterà sulla “rete delle grandi città metropolitane” per rafforzare la competitività dell’Europa; rafforzerà la cooperazione e co-decisione tra diversi livelli di governo.

Aree Interne

Questa opzione mira a tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti affidandogliene la cura, promuovere la diversità naturale e culturale e il policentrismo aprendo all’esterno, rilanciare lo sviluppo e il lavoro attraverso l’uso di risorse potenziali male utilizzate.

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Struttura della bozza di AdP

Obiettivi tematici

Linee di indirizzo strategico

Risultati attesiIndicatori

quantificabili

Azioni Sub - AzioniFondi del QSC

interessati

Aspetti territoriali

Strategiaper le città

Strategia per le Aree Interne

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Milestones della programmazione

[1]Adozione (UE) RDDC e QSC Entro tre mesi

[2]Trasmissione

CdP e PO (SMCE)

Entro tre mesi

[3]Osservazioni (CE) a CdP e

POEntro sei

mesi da [2]

[4]Decisione

(CE) su CdP e PO Entro fine 2015

[5]Selezione e

approvazione SSL

Entro 2 anni da [4] o fine

2016

[6]Adempimento condizionalità

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