L’Aula sull’acqua di Pro Natura · Vetterli nell’Aula sull’acqua (foto: Pro Natura Ticino /...

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ticino No. 1, agosto 2004 L’Aula sull’acqua di Pro Natura

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L’Aula sull’acqua di Pro Natura

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2 EDITORIALE

Proiettati nel futuro

Alberto Spinelli, presidente di Pro Natura

Ticino (foto: Flavio Del Fante).

Nata nel 1960, Pro Natura Ticinopubblica per la prima volta un bolletti-no sociale tutto suo e voi lo stringeteora nelle vostre mani. Dopo un lungoperiodo di gestazione, di ripensamentie di discussioni, il bollettino è natosull’onda dell’entusiasmo di due inau-gurazioni, temi principali di questoprimo numero.Dopo anni di abbandono ed un’oculataristrutturazione, abbiamo restituitoall’uso pubblico la Casa del pescatorenella nostra riserva di Muzzano (v.pag. 3–7) e, grazie alla collaborazionecon il Comune di Onsernone, abbiamopotuto inaugurare la mostra sulla riser-va forestale a Comologno (pagine12–13). Si tratta di capisaldi d’attività che ciimpegneranno per diversi anni e non cifaranno certamente mancare il lavoro.Se la Casa del pescatore, ora Aulasull’acqua, sarà il perno del nostro im-pegno per riavvicinare alla natural’uomo ed in particolare i giovani, lamostra di Comologno e la riserva fore-stale potrebbero essere il primo tassel-lo di un nuovo parco nazionale. Nel2000 Pro Natura lanciò la nuova cam-pagna per stimolare la creazione di un

secondo parco nazionale, dopo che giàil primo era sorto di sua iniziativa, ri-spettivamente era stato all’origine del-la fondazione stessa di Pro Natura.Cambiano i tempi e oggi un progettodella portata di un parco nazionale puòessere realizzato solo attraverso lacooperazione di molti attori diversi, trai quali la popolazione locale assumeun ruolo fondamentale. In questo sen-so siamo felici della collaborazioneistauratasi con il Comune di Onserno-ne, condizione indispensabile per lacreazione della riserva forestale e dellasua mostra.Anche l’Aula sull’acqua è frutto diun’ampia collaborazione, ed un contri-buto decisivo l’hanno fornito il Canto-ne e i comuni affacciati sul Lago diMuzzano che con noi partecipano allagestione della riserva (v. pag. 8–9).

La collaborazione con la popolazionee gli enti pubblici ci porterà lontano.Essa è infatti il presupposto indispen-sabile per realizzare il nostro obietti-vo: riconciliare l’uomo con la naturaproteggendo gli habitat e le specie.

Alberto Spinelli, presidente

ImpressumBollettino trimestrale della Sezione Ticino di Pro NaturaAllegato alla Rivista nazionale di ProNaturaEditrice:Pro Natura TicinoSegreteria:Vl. Stazione 10, c.p. 23176500 BellinzonaTel. 091 835 57 67Fax 091 835 57 66E-Mail: [email protected]: 65-787107-0Redattore responsabile:Luca VetterliProduzione e stampa:AZ, AarauTiratura:3000Foto di copertina:La Casa del pescatore/Aula sull’acquacostruita sopra l’emissario, ora rinatu-rato, del lago di Muzzano. Foto: ProNatura Ticino/Davide Conconi.

IndiceAperta l’Aula sull’acqua: intervista all’Arch. Karim Notari 3L’Aula sull’acqua consegnata ai giovani 7Muzzano: il ripristino di ambienti umidi 8Fondo di prevenzione per la protezione dal lupo 10I casi giuridici del 2003–04 11Mostra sulla Riserva forestale dell’Onsernone 12Notizie in breve 14La pagina dei giovani: uscite autunnali 15

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In quest’intervista, Karim No-tari, architetto incaricato dellaristrutturazione, racconta comeha dialogato con la casa, comesi è lasciato ispirare da essa ecome, con tocco felice, l’ha tras-formata restituendola alla me-moria dei vecchi, consegnando-la al contempo ai giovani che desiderano immergersi nella na-tura.

Aperta l’Aula sull’acquaDomanda di Luca Vetterli: Karim, disolito costruisci case nuove e non riat-ti quelle vecchie: cosa ti ha convintoin questo caso ad accettare l’incaricodi Pro Natura?Riposta di Karim Notari: all’inizio hopensato ad altra cosa: che c’è da farela Casa del pescatore! Ho subito im-maginato qualcosa di nuovo e mi haentusiasmato l’idea di costruire nellago una palafitta leggera, smontabile,in legno. Ero «partito» e una sola notteaveva già dato forma all’idea.

D.: ?!R.: Poi ho visto il luogo e ho capitoche era particolare; che valeva la penaconservarlo. In Ticino le case sull’ac-qua si contano sulle dita di due mani.In un altro caso avrei forse fatto un tet-to piatto e avrei messo un canneto o ungiardino sopra per rendere alla terraquello che le fondamenta le hanno tol-to. Qui no. C’era già tutto e non pote-vo fare meglio. E’ una casa unica ecosì ho accettato di lasciarla.

D.: Beh gli interventi, anche grandi,non sono mancati: come hai vissuto latensione tra il vecchio e il nuovo? Trala poesia di una linea irregolare e lasobrietà di una linea nuova, tesa?R.: Ho potuto mantenere la muratura ele finestre. Se tocchi le finestre, sestrappi i serramenti, ti devi subitochiedere se ingrandire le aperture. Non

l’ho fatto ma ho tenuto l’osso, e così èstato tutto semplice. Tutte le parti nuove hanno linee diritte,tese. Ho evidenziato queste parti e leho rese indipendenti. La più importan-te è la soletta intermedia, appesa aimuri con delle viti. Le nuove travi nonentrano nei muri, umidi, che avevanofatto marcire le vecchie, ma sono indi-pendenti. Ho dovuto rifare il tetto, eanche lui, l’ho reso formalmente indi-

Karim Notari (sinistra), intervistato da Luca

Vetterli nell’Aula sull’acqua (foto: Pro Natura

Ticino / Davide Conconi).

«A volte vorrei poter radere al suolo tutto. Non qui però e

ne sono stato appagato.»

Appartenente a Pro Natura sindal 1945 la Casa del pescatore aMuzzano riapre ora in vestenuova e con nuovo nome: l’Aulasull’acqua. Fa così rivivere lamagia d’un tempo e d’un luogoche da sempre chiama al dialo-go due mondi: le opposte rive sucui poggia la casa; la terra el’acqua, e ora anche il nuovo e ilvecchio, i giovani e la natura.

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D.: Cosa esprimeva la casa prima ecosa ora?R.: Difficile, [pausa]… prima esprime-va l’abbandono. Malgrado la portafosse aperta non ci andava mai nessu-no, tranne forse due o tre ragazzi chevenivano a fumare. Durante il cantierec’è stata un’esplosione di interesse;dopo, se la porta era stata lasciataaperta, trovavo sempre qualcuno den-tro.

D.: Come suggerisci gli usi nuovi?R.: Importante, come detto, è non mi-metizzare l’intervento, ma farlo vede-re, farlo parlare. Come ho fatto con lapensilina, l’elemento determinante chedialoga con l’esterno, che va a cercareil sole, come una volta lo faceva la me-ridiana. E che protegge dalla pioggia.Ma è cambiato il linguaggio che oggiè tecnologico. Dietro alla pensilina sta

un impianto tecnicamente impressio-nante. Un impianto a scopo didattico.Avremmo potuto accontentarci dell’acqua fredda. Ma con il pannello ter-mico . . .

D.: Il pannello? Nel nostro comitato lochiamiamo scherzosamente la sdraioblu…. . . con il pannello appoggiato allapensilina produciamo l’acqua calda econ le cellule fotovoltaiche anche lacorrente elettrica per la casa.

D.: Per restare all’esterno: perché ilsentiero tra la casa e il sentiero pub-blico è dritto come una I?R.: [Ride]. Devo raccontarti un aned-doto. Un pomeriggio sono arrivato ec’erano ancora qui tutti gli operai dellasistemazione esterna. Avevano appenafinito di allineare le piode lungo unpercorso a banana. Alla mia domanda«cosa state facendo» mi hanno rispo-sto «che è più naturalistico (!) così».Ho fatto una gran risata poi ho provatoa spiegare. Accanto alla banana si ve-

pendente. Prima era a pancia, le travimarcite. Ora anche lui è teso. E’ nuovoe lo si vede.

D.: Cos’ha di diverso?R.: Tutto. La travatura è rifatta e homesso l’isolazione. Prima non era ne-cessaria e non c’era. Ho usato sololegname indigeno – del Muotathal nelcanton Svitto – e lana di legno. E’ unisolante prodotto a bassa temperaturache usa poca energia. Non una quan-tità bestiale come la lana di pietra. Tut-to è pensato in termini ecologici, pro-duzione e smaltimento compresi. Epoi c’è il tetto in fibrocemento ondula-to. Ho fatto togliere i coppi, in granparte inutilizzabili, e che oltretuttocomplicherebbero la manutenzione;non si deve nascondere il lavoro fatto,sarebbe un errore.

Energia dal soleDa un punto di vista energetico laCasa del pescatore è autonoma. Lacorrente elettrica, disponibile a220 Volt per qualsiasi uso, vieneprodotta dai pannelli fotovoltaicisopra l’entrata e accumulata in ap-posite batterie; l’acqua calda è pro-dotta dal pannello solare termico e,quando è in uso, dalla cucina a le-gna al primo piano; i locali sonoscaldabili con il camino al piano-terra il cui preciso tiraggio permet-te di ridurre il consumo il legna.

L’Aula sull’acqua con il lago di Muzzano sullo

sfondo. Pannello solare termico davanti alla

legnaia, cellule fotovoltaiche sopra. L’into-

naco della casa originaria (in mezzo) è stato

completato con i metodi tradizionali, quello

della costruzione a sinistra, aggiunta più tardi,

è stato rifatto in color grigio per rendere più

leggibile la storia dell’edificio (foto: Pro Natura

Ticino / Davide Conconi).

«Bisogna proteggere la naturama non mimetizzare il lavoro

umano; questa cosa è più fortedi me. La via è il dialogo.»

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falegname perché c’era molto lavoroin legno.

D.: Mi ha colpito la magnifica portadi casa. Perché in olmo?R.: Perché ci sono gli olmi qua. Ho unrapporto d’amicizia con il falegname.Lui negli alberi vede le sezioni nel le-gno, i mobili già fatti. Secondo lui nonbisogna tagliare gli alberi per fare pu-lizia ma per il legno. Aveva alcuni assidi un olmo tagliato trent’anni fa. Sta-gionati ma tutti neri. Ha rifatto unaporta stupenda, tutta naturale e l’hatrattata solo con l’olio di lino. Avreipotuto alzare la porta [ride] così Davi-de non dovrebbe più piegarsi perentrare ma come con le finestre ho vo-luto mantenere i serramenti anche qui(Davide Conconi, segretario, ha cura-to e coordinato i lavori per Pro Natu-ra; è alto quasi 1 metro e 90).

D.: A bruciapelo: che colore esprime-rebbe, meglio di ogni altro, l’essenzadell’Aula sull’acqua?

deva la traccia d’erba calpestata di chiandava alla casa. A forma rettilineaovviamente; perché allungarsi il cam-mino? Ma non hanno voluto capire emi hanno dato addosso. Allora misono imposto: «la domanda di costru-zione la prevede dritta, dobbiamo farlacosì»… [risate], e così l’hanno rifatta.

D.: Cosa ti ha dato la casa come ar-chitetto?R.: Il rapporto con le ristrutturazioniper me, di solito, è difficile. A voltevorrei poter radere al suolo tutto. Nonqui però e ne sono stato appagato; hoapprofondito il rapporto con gli arti-giani, ho capito meglio il materiale eho anche imparato a improvvisare.

D.: Rapporto con gli artigiani?R.: Sì, mi avete [Pro Natura] dato lapossibilità di lavorare con la gente enon con i soldi. E ve ne sono ricono-scente. La pressione del minor costocon gli artigiani uccide l’entusiasmo.Ero contentissimo: ho cominciato dal

Materiali ecologiciLa ristrutturazione della casa èstata eseguita con particolare at-tenzione ai materiali, alla loro pro-venienza e alla loro lavorazione.Sono stati impiegati solamente ma-teriali naturali, in particolare illegno massiccio, e si è badato a ri-durre al minimo l’impatto ambien-tale della loro produzione, della lavorazione e del loro futuro smal-timento. Si sono quindi prediletti imateriali locali (riduzione dei tras-porti) o di origine perlomeno sviz-zera o italiana. Il granito ad esem-pio proviene dalla Valle Maggia. Imateriali sono stati lasciati allostato naturale o trattati il menopossibile e con prodotti naturali,ad esempio l’olio di lino per pro-teggere il legno. Non si sono usatecolle, solventi e prodotti analoghiproblematici per l’ambiente; per ilavori di lattoniere si è ricorsoall’acciaio, per evitare le emissio-ni, problematiche, di rame.

Percorso rettilineo verso la casa: «Perché

allungarsi il cammino?» La botola a sinistra in

basso è l’acceso ad un vecchio pozzo caduto

in disuso (foto: Pro Natura Ticino/Davide

Conconi).

Karim Notari spiega la storia della porta di casa in olmo massiccio

(foto: Pro Natura Ticino/Davide Conconi).

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questa cosa è più forte di me. La via èil dialogo. Ho scoperto la possibilità didialogo tra architettura e ambiente davoi, da Pro Natura.

D.: Un’ultima domanda: cosa Pro Na-tura dovrebbe fare, secondo te, dellaCasa del pescatore?R.: Esattamente quello che dice (os-servazione di Davide, che ci sta facen-do le foto: «Risposta di politico»). [Ri-sate]…Sì, farne un’aula sull’acqua.

Come committenti mi avete dato le in-dicazioni perfette. Ho sposato l’idea.Ho fatto un oblò nel pavimento e da lìsi vede scorrere l’acqua. E’ l’ombelicodella casa; mette in risalto che è unacostruzione coraggiosa, sopra l’acqua.Prima non la si vedeva. Poi c’è il fuo-co! Al pianoterra ho messo un grandecamino, in mezzo al muro, tutto teso esimmetrico. Il piano è un camino solocon le panche attorno.Qui c’è tutto: acqua, terra e fuoco. Na-tura. E adesso anche la possibilità diavvicinare la gente a questa realtà…Grazie Karim!

(Intervista di Luca Vetterli)

R.: [Esita]… Se avessi potuto le avreidato un colore. Ma non qui. L’ossocomprende tanti strati e l’intonaco èuno di questi. Ho voluto lasciarlocom’era. Sul modellino l’avrei fattarossa, tutta rossa. La casa è un oggettoparticolare, unico; il rosso lo sottoli-nea. Mi piace anche molto il blu cobal-to. Ma non qui, fa il verso all’acqua.

D.: Cos’è Pro Natura per te?R.: [Riflette]… Pro Natura mi ha stuz-zicato moltissimo... Abbiamo potutofare un bel lavoro assieme. Mi ha fattopiacere che apprezzate l’architettura; ildialogo è stato bellissimo, anche allafesta finale della cena con voi e gli ar-tigiani. Bisogna proteggere la naturama non mimetizzare il lavoro umano;

Il camino al centro del muro e l’oblò sul

pavimento attraverso il quale si può scorgere

l’acqua dell’emissario del Lago di Muzzano

che scorre via sotto (foto: Pro Natura Ticino /

Davide Conconi).

«Importante. . . è non mimetizzare l’intervento, ma farlo vedere, farlo parlare.»

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L’UOMO NELLA NATURA 7

«Un luogo per riconoscere sé stessi»In occasione dell’inaugurazionedell’Aula sull’acqua, l’ispettorescolastico, Gian Piero Bianchi si èespresso sul miglior modo per avvi-cinarsi al paesaggio, che è con lospirito del bambino, «con animoingenuo, innocuo, senza desideriodi dominare la natura, ma di co-noscerla, come si conosce un nuovoamico». «Sono sicuro», ha prose-guito Bianchi, «che con questo spi-rito, i nostri bimbi, i nostri giovani,gli anziani sapranno apprezzarequesto sito ed entrare in armoniacon i suoi colori che variano al va-riare della luce del giorno, dellestagioni, con queste forme arroton-date, modellate dai ghiacciai intempi remoti, con i suoi suoni, conquesta pace.Un luogo prima di tutto da godereper riconoscere meglio se stessi…»

Con festosa cerimonia l’Aula sull’acqua è stata consegnata ai giova-ni e alla popolazione il 24 aprile scorso. Ai giovani offre l’occasione dituffarsi nella natura, alla popolazione di riappropriarsi d’un luogo lun-gamente evitato. L’Aula intende coinvolgere i fruitori in un rapportoemotivo ancor più che cognitivo con la natura, e vuole lasciarsi gui-dare dallo spirito e dal simbolismo del luogo. Un luogo che getta unponte tra sponde opposte, un luogo quindi di dialogo e d’incontro.

All’inaugurazione dell’Aula sull’ac-qua l’ispettore scolastico Bianchi (v.riquadro) ha citato un’anziana signora,che si è detta felice che il luogo fossetornato com’era un tempo lontanoquand’era bambina, aperto e accessi-bile. Che la popolazione potesse riap-propriarsi di un luogo dove la prote-zione attiva della natura è acquisita, enon lo considerasse più estraneo, erauno degli obiettivi della ristrutturazio-ne della casa e della sistemazioneesterna (v. pagina 8). In particolareperò L’Aula sull’acqua vuole avvi-cinare i giovani, alla natura, sia in am-bito scolastico che nel tempo libero.

Sede delle guardie della naturaIl Cantone ha dato un cospicuo soste-gno alla riattazione, chiedendo al con-

tempo che la struttura divenga sededelle guardie della natura del Lugane-se. Avrà la stessa funzione anche per igiovani di Pro Natura che nell’Aulasull’acqua trovano finalmente un pun-to fisso di riferimento, equipaggiatoper le loro attività nella natura.L’Aula è infine a disposizione dellescuole dei quattro comuni affacciatisul laghetto che hanno tutti dato uncontributo alla ristrutturazione.Su richiesta Pro Natura la mette a di-sposizione anche ad altre scuole e agruppi per attività nella natura o qualeluogo d’incontro. Un primo program-ma d’attività e d’utilizzazione saràpronto per l’apertura del nuovo annoscolastico.

Luca Vetterli/Davide Conconi

L’Aula sull’acquaconsegnata ai giovani

Lo sguardo sul

fondale: chi per

prima vede passare

il pesce? (Foto:

Giuliana Manetti)

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8 PROTEZIONE ATTIVA

Gli interventi di sistemazione e di ge-stione delle zone umide, affidatiall’Ufficio di consulenza ecologica Oi-kos 2000 (Giuliano Greco), non si li-mitano a creare le condizioni per il ri-torno di specie autoctone scomparse ola diffusione di specie comunque raree minacciate. Essi vogliono pure fa-vorire la fruizione del pubblico, most-rare cioè la ricchezza della natura, sen-za arrecarle disturbo. Si suddividonoin interventi unici o rari, come lo sca-vo degli stagni, e in misure ricorrenti,in particolare il taglio delle piante in-festanti e lo sfalcio, su superfici alter-ne, del canneto. Queste misure si im-pongono perché molte specienecessitano di ambienti aperti e moltoluminosi, i rettili ad esempio perscaldarsi al sole.

La rinaturazione dell’emissarioFino alla primavera scorsa il trattodell’emissario tra la Casa del Pescato-re e il piccolo ponte a valle, 25 metricirca, era rettilineo e in parte chiusotra due muri. Questa struttura servivaun tempo alla cattura delle anguille

Muzzano: il ripristinodi ambienti umidiQuasi un terzo degli investimenti quinquennali di 650 000 franchi,previsti per la protezione del laghetto di Muzzano e delle sue rive, so-no riservati al ripristino e alla cura di zone umide. Quest’anno sonostati realizzati due importanti interventi: la rinaturazione di un trattodell’emissario e il ripristino degli stagni sotto l’abitato di Muzzano.Altri seguiranno. La colonizzazione con piante indigene viene pro-mossa attivamente, mentre per gli animali, in particolare anfibi e ret-tili, si attende il loro ritorno spontaneo.L’emissario del Lago di Muzzano, rinaturato

nel 2004, visto dall’Aula sull’acqua (foto: Pro

Natura Ticino / Davide Conconi).

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che risalivano dal Lago di Lugano aquello di Muzzano. Per questo scopola chiusa sotto la Casa del pescatore,ora tolta, veniva abbassata temporane-amente per prosciugare l’emissario.Da alcuni anni i muri e gli arginidell’emissario avevano cominciato acedere ostacolando il libero deflussodelle acque. Favorendolo, la rinatura-zione serve pertanto anche alla sicu-rezza idraulica.Oggi il tratto rinaturato (v. immagine)segue una forma leggermente sinuosa.Gli argini sono stati consolidati contronchi d’albero e si sono piantate di-verse specie autoctone come i salici, lacanna palustre e il giaggiolo. Gli inter-venti sono stati interamente finanziatidal Cantone. E’ sorprendente come inpoco tempo siano già apparse numero-se specie di libellule!

vigorirlo e a frenare l’interramento. Losi esegue su superfici alterne per man-tenere sempre una parte delle canne inpiedi. Esse rappresentano difatti unimportante ambiente per l’avifauna, adesempio per la cannaiola.

Il ripristino degli stagniSotto l’abitato di Muzzano, presso lariva del laghetto, si trovavano in passa-to alcuni stagni che in seguito ad unamancata manutenzione, si sono inter-rati. Ne hanno sofferto gli anfibi, dellecui otto specie, presenti un tempo, nonresta, oggi, che il rospo comune. Orasi vuol favorire il ritorno di queste spe-cie, di cui a livello nazionale il 95%sono rare, minacciate o addiritturascomparse. Sono stati ricostituiti due tipi diversi distagni. Quelli destinati agli anfibi sonocompletamente separati dal lago perprevenire la predazione delle uova daparte dei pesci; quelli previsti per fa-vorire la frega dei pesci comunicanoinvece con il lago.Per evitare o rinviare il più possibileun nuovo interramento degli stagni, laloro vegetazione verrà periodicamentetagliata e asportata.

Il taglio della vegetazione Il taglio della vegetazione è il tipo digestione più ricorrente. Si rende ne-cessario per evitare l’invasione di spe-cie estranee, ad esempio il bambù, e lacrescita eccessiva di specie autoctoneche limitano la diversità, come i rovi.Infine il taglio del canneto serve a rin-

La natrice tassellataNell’ambito delle indagini sulla Li-sta Rossa dei rettili, è stata recente-mente rinvenuta a Muzzano anchela Natrice tassellata, una specie ingrave pericolo, autoctona in Sviz-zera solo a Sud delle Alpi. Per lasua conservazione il nostro Canto-ne assume un ruolo di rilevanza eu-ropea. Il rinvenimento sorprendepoiché la Natrice predilige le acquelimpide in cui caccia i pesci a vistaper nutrirsene. Essa necessita diluoghi soleggiati e caldi e quindinon ricoperti da fitta vegetazione,densa lungo le rive.

La Natrice tassellata di Muzzano, in tipica

posa di difesa, finge la morte (foto: Marco

Nembrini).

Stagni ripristinati nella primavera del 2004 (foto: Oikos 2000 / Giuliano Greco).

Cannaiola a Muzzano (foto: Mauro Luraschi).

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16 dicembre 2003: una brutta sorpresaattende un allevatore di capre di Osco(Leventina), recatosi su un maggengosopra il paese a foraggiare i suoi ani-mali. Presso la stalla trova infatti unacapra predata da un grosso canide.Due giorni dopo nuovo attacco: questavolta vengono uccise e parzialmenteconsumate due capre, altri due capivengono ritrovati feriti e due capremancano all’appello. I rilevamenti deiguardiacaccia (impronte, modalità del-la predazione e sterco) fanno nascereil sospetto che possa trattarsi di unlupo, ma le analisi genetiche non ries-cono a confermarlo. L’allevatore, ge-store di un’azienda a tempo pieno, è

però molto preoccupato e mi contattaper verificare quali possibilità ci sonoper proteggere i suoi animali, al ritor-no primaverile sui pascoli. Ma il pre-datore non ci concede tregua: il 27gennaio 2004, dopo l’uscita quotidia-na a pochi passi dal paese, una giova-ne capra dello stesso gregge non rien-tra: viene ritrovata due giorni dopo,anch’essa uccisa e parzialmente con-sumata. Questa volta lo sterco raccoltoè quello giusto e le analisi geneticheconfermano i dubbi: un lupo maschioproveniente dalla popolazione franco-italiana si aggira in Leventina. Fino agiugno ha predato almeno una quindi-cina di capi di bestiame domestico, al-trettanti cervi e un capriolo.6 febbraio: nuovo incontro a Osco,questa volta anche con il responsabiledella prevenzione a livello svizzero,Daniel Mettler, che presenta le possi-bilità di sostegno da parte della Confe-derazione. I fondi federali sono tutta-via in gran parte già impegnati. Cosafare? Come far fronte anche alle legit-time richieste di altri allevatori dellaregione? Il tempo stringe e ottenere unaiuto dal Cantone richiede tempilunghi. Ci rivolgiamo allora a Pro Na-tura e WWF Ticino, che in pochi gior-ni ci mettono a disposizione un Fondod’urgenza di 9000 franchi, per finanzi-are misure di protezione dei greggi. IlFondo è utilizzato in primo luogo perl’acquisto di recinzioni elettriche (ri-partizione: allevatori 28%, Confedera-zione 36%, Fondo 36%). Gli aiuti, sia tecnici che finanziari,sembrano finora dare i loro frutti: nelgregge colpito sono stati introdotti duecani da protezione di razza abruzzeseai quali le capre si sono abituate in po-chi giorni; anche i timori degli altri al-levatori riguardo alla presenza di que-sti cani sembrano nel frattempo essersiplacati e a Osco il lupo, fino all’iniziodi luglio, non ha più colpito.

Chiara Solari

10 PROTEZIONE ATTIVA

Con il sostegno della Confederazione e del

Fondo di pronto intervento di Pro Natura e del

WWF, cani e recinti proteggono ora alcuni

greggi della Leventina dal lupo (foto: Chiara

Solari).

Cane pastore sorveglia il gregge

(foto: Kathrin Rudolf).

Protezione delle greggidal lupo in Ticino

Nell’attesa che il Cantone so-stenga maggiormente gli agri-coltori nella prevenzione controil lupo, Pro Natura Ticino e ilWWF hanno istituito un fondo dipronto intervento a loro favore:la parola a Chiara Solari, alleva-trice e coordinatrice in Ticinodella protezione delle greggi.

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Nel 2003 Pro Natura ha presentato treopposizioni o ricorsi; quattro sono icasi tuttora pendenti, quattro i ricorsievasi: essi sono stati tutti accolti.

Niente case torri a LocarnoSi è finalmente conclusa, per decisio-ne del Dipartimento federale di Leuen-berger la lunga vicenda delle 5 casetorri volute dalla città di Locarno. Già

Graziano Papa, presidente della sezio-ne fino al 2001, aveva contestatoquell’insulto alla natura e al paesag-gio. Il progetto prevedeva un estesodissodamento che avrebbe irrimedia-bilmente sfregiato il paesaggio del del-ta. Ora il pericolo è sventato.

Bosco prevale sull’ulivetoPure concluso è il caso dell’ ulivetosopra Gandria, anche lui già affrontatoda Graziano Papa poiché avrebbesacrificato un bosco protetto. Si stannoora valutando ubicazioni alternative,meno conflittuali con il bosco.

Alt alla strada Carasso – BalticoIl Consiglio di Stato aveva accolto in-tegralmente il ricorso di Pro Naturacontro la costruzione di questa strada«forestale» a Bellinzona, evitando cosìlo sperpero di almeno 4 milioni difranchi di sussidi. Il caso tuttavia è sta-to riaperto dalla controparte con un ri-corso al Tribunale amministrativo.

Delta del Ticino presto liberoSi avvicina il momento in cui il deltadel Ticino tornerà finalmente libero edinamico. La data prevista per allon-tanare definitivamente il Silos Ticino èil 1. gennaio 2006. Autorità e tribunalicoinvolti hanno finora confermato sen-za eccezioni né riserve il principiodell’allontanamento. Statuendo su unricorso di Pro Natura, il Tribunale del-la pianificazione ha dichiarato inam-missibili ulteriori dragaggi alla focedel Ticino. Inoltre il Tribunale d’ap-pello ha respinto il ricorso del SilosTicino contro la disdetta pronunciataper la fine del 2005.

DE JURE – DE FACTO 11

I casi giuridiciAll’Assemblea annuale del 12 giugno scorso a Muzzano, il presiden-te Alberto Spinelli ha tracciato un bilancio lusinghiero dell’attività diPro Natura. Egli ha pure affrontato il tema scottante dei ricorsi. Ri-soltisi tutti, nel 2003 e finora nel 2004, a favore della natura e del pa-esaggio, a dimostrazione dell’importanza del diritto di ricorso delleassociazioni per la protezione della natura.

Due scorci del delta del Ticino: solo un fiume

dinamico può nuovamente formare degli

isolotti di sabbia, una situazione ancora

troppo rara di fronte alle Bolle di Magadino

per via dei dragaggi

(foto: Fondazione Bolle /Nicola Patocchi).

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Allestita nella vecchia posta di Como-logno, la mostra funge anche da localed’accoglienza per i visitatori della ri-serva, di cui spiega motivi, contenuti estoria. Insieme alla riserva, istituita dalComune di Onsernone e dal Cantonecon l’ausilio di Pro Natura, la mostrafa parte di un’offerta che potrà forseestendersi un giorno a quella di unnuovo parco nazionale. Offerta chevuole coniugare la protezione della na-tura con lo sviluppo regionale attraver-so la promozione di un turismo escur-sionistico improntato ai valoriculturali e naturali della regione.

Un ponte tra due mondiLa mostra tuttavia non vuole limitarsia questo legame, oggi parzialmenteacquisito tra economia e ambiente, magettare un ponte, tanto arduo quantopromettente, tra due mondi che doposecoli di deriva paiono oggi più chemai estraniati: la natura fisica, esterio-re, presa in prestito dai nostri antenatie che dovremmo cedere in buono statoai nostri figli, e la natura simbolica, in-teriore, altrettanto bisognosa di cure.Cure necessarie già solo per evitareche bisogni interiori si esprimano inmodo distruttivo per l’ambiente.Nell’antichità i due mondi erano an-cora uniti e accessibili con lo stessolinguaggio. Magistralmente DanteAlighieri scrive in modo, che lui stes-so definisce polisenso, esortando tutta-via il lettore a voler comprendere anzi-tutto la portata simbolica: «O voich’avete gl’intelletti sani», così Dante,«mirate la dottrina che s’asconde / sot-to il velame de li versi strani» (Inf. IX,61-63). La foresta che prelude all’ac-

cesso dell’Inferno dantesco non èquella che vediamo guardando fuoridalla finestra: per scorgerla dobbiamoinvece guardare dentro di noi.

«Foresta – specchio dell’anima»E’ il titolo dell’ultimo pannello dell’e-sposizione che ritrae in termini moder-ni la foresta in cui si ritrova Dante. Unluogo di trasformazioni ed eventi stra-ordinari come li incontriamo univer-salmente in fiabe, miti, poesie e sogni;il terreno dove s’incontrano il nostroio e la nostra natura profonda, l’animae l’ignoto. Stupenda metafora peresprimere la nostra realtà interiore, laforesta dantesca è talvolta più imperio-sa della giungla più impenetrabile checonosciamo nel mondo fisico, ma cheoggi tendiamo a trascurare. Al riguar-do non fa eccezione nemmeno la pro-tezione della natura, che tuttavia and-rebbe affrontata non più come fattomeramente esteriore, ma in modo checoinvolga anche l’uomo nel suo pro-fondo.Come il libro «Viaggiare alla scopertadell’acqua» (edito da Pro Natura Tici-no e Armando Dadò nel 2003) anchela mostra sulla riserva forestaledell’Onsernone vuole incoraggiarel’attitudine che tiene conto di entram-be le dimensioni della foresta e dellanatura in genere, quella interiore quan-to quella esteriore, e che promuove unfecondo dialogo tra le due.E’ questa la foresta sacra, dai numero-si risvolti, del XXI Secolo!

Luca Vetterli

12 CON GLI ALTRI

La foresta sacradel XXI SecoloHa aperto i battenti in giugno a Comologno la mostra sulla Riservaforestale dell’Onsernone. Frutto della cooperazione tra Pro Natura eil Comune di Onsernone, essa vuole avvicinare l’uomo alla foresta.Non però a quella esteriore soltanto, bensì anche a quella simbolica,interiore. I versi introduttivi dell’Inferno di Dante («mi ritrovai per unaselva oscura») offrono lo spunto per un approccio alla foresta e allanatura dai risvolti profondi, di cui la mostra vuol farsi portavoce.

Visitate la riserva!Palazzo Gamboni a Comologno èun piccolo albergo di proprietà pa-triziale che accanto a stanze mo-derne offre agli ospiti anche localimantenuti nello stato originariodel XVIII Secolo. Per favorire la vi-sita dell’Alta Valle Onsernone edella riserva forestale nel 2004,l’albergo offre ai membri di ProNatura, che pernottano almeno duevolte di seguito (presentare la tes-sera di socio), uno sconto del 10%(2 notti), risp. del 15% (tre e piùnotti) e del 20% (bambini sotto i 14anni). Telefono: 091 780 60 09.www.palazzogamboni.ch

Roberto Buffi, artefice della Riserva forestale

(sullo sfondo), ne spiega i contenuti in

occasione dell’inaugurazione dell’esposizione

(foto: Pro Natura/Alberto Spinelli).

Scorcio sul locale dell’esposizione con il

picchio nero, la mascotte della riserva

(foto: Flavio Del Fante).

Page 13: L’Aula sull’acqua di Pro Natura · Vetterli nell’Aula sull’acqua (foto: Pro Natura Ticino / Davide Conconi). «A volte vorrei poter radere al suolo tutto. Non qui però e

CON GLI ALTRI 13

Piccola guida

Vita notturna nella foresta (acquarello di

Flavio Del Fante/Milvia Römer tratto

dall’esposizione).

Con l’apertura della mostra, Pro Natura ha pure lanciato un prospetto escursioni-stico che intende invogliare i visitatori a guardarsi la riserva da vicino, sul posto.«La Riserva» scrive il prospetto, «è un mondo magico che invita alla scoperta.Alla scoperta del bosco, dell’albero maestoso e di sé stessi. Un mondo di silenzio,interrotto solo a sprazzi dal fruscio dell’acqua o del vento o dal canto e dal martel-lio del picchio nero, la mascotte della Riserva».Il prospetto propone un percorso nel bosco che si snoda su 4 punti ed è disponibi-le gratuitamente nel locale dell’esposizione a Comologno o presso Pro Natura (incaso di ordinazione allegare una busta indirizzata e affrancata).

Page 14: L’Aula sull’acqua di Pro Natura · Vetterli nell’Aula sull’acqua (foto: Pro Natura Ticino / Davide Conconi). «A volte vorrei poter radere al suolo tutto. Non qui però e

Ripartono:i parchiDopo la battuta d’arresto imposta dalConsiglio federale in febbraio, i parchinazionali ripartono. Il Parlamento fe-derale se ne occuperà a partire dallasessione d’autunno. I due progetti tici-nesi sono attualmente i più avanzati estanno per affrontare, tra mille diffi-coltà finanziarie, la progettazione verae propria. I parchi hanno ottenuto uninsperato sostegno politico da parte di328 sindaci di comuni svizzeri che atal proposito hanno firmato una peti-zione della CIPRA, la Commissioneinternazionale per la protezione delleAlpi, sezione Svizzera, e di altre orga-nizzazioni legate al territorio alpino.Nel Locarnese un’azione analoga a li-vello locale ha ottenuto l’assenso di 49sindaci della Regione su 50!

Cambiano:i deflussiLe Commissioni delle due camere fe-derali sull’ambiente, la pianificazione,l’energia e le comunicazioni si chine-ranno in settembre su una propostache intende indebolire i vincoli sui de-flussi minimi. Vincoli che Pro Naturaritiene però già oggi troppo blandi eche peraltro spesso non sono ancoraapplicati: In Ticino, ad esempio, 88prese su 119 non rilasciano alcun de-flusso! Le Commissioni affronterannoperò anche il problema della variazio-ne repentina dei deflussi che hanno unimpatto devastante e finora sottova-lutato sugli ecosistemi d’acqua cor-rente.

Ingombrano:gli inertiPro Natura ha partecipato con altre as-sociazioni ambientaliste nazionali auna riunione di conciliazione con Alp-Transit in merito al progetto del Cene-ri. Le associazioni avevano presentatoun’opposizione per ottenere diversimiglioramenti. Molti sembrano ora

possibili, non però il ridimensio-namento della discarica di inerti pro-venienti dalla galleria del Ceneri a Si-girino, che invade ambienti pregiati. Siprospetta invece una soluzione per ilcorridoio faunistico di importanza na-zionale attraverso la Valle del Vedeg-gio. Il passaggio della selvagginagrossa, ostacolato dalle infrastruttureesistenti e dalla prevista discarica, ver-rà nuovamente reso possibile a valle diSigirino.

Avanza:il cementoIl Comune di Intragna vorrebbe disso-dare 26 mila metri quadrati di boscoper ingrandire la zona edificabile e co-struire la strada per Pila lungo il per-corso più devastante per il paesaggiotra tutti quelli discussi finora. Pro Na-tura ha presentato un’opposizione uni-tamente al WWF e alla Fondazionesvizzera per la tutela del paesaggio.

Ululano:le motoslitteIl Dipartimento delle istituzioni haaperto una consultazione su un nuovoregolamento per l’impiego delle mo-toslitte. In diverse zone (Bedretto,Nara, Lucomagno) il loro abuso rap-presenta un drammatico problema perla fauna, che non di rado paga l’infer-nale disturbo con la fuga e la morte inseguito a sfinimento.Purtroppo la proposta di regolamentoprevede un uso assai permissivo dellemotoslitte, che si estenderebbe addirit-tura alle strade generalmente chiuse altraffico. I Comuni potrebbero esten-derne ulteriormente l’impiego.Pro Natura ha preso posizione chie-dendo una miglior protezione dellespecie e un maggior rispetto del silen-zio delle montagne.

14 IN BREVE

A quando deflussi sufficienti? Nella foto (di

Südostprint AG / Nay) si vede il Reno a

Sumtvig messo completamente in secca dallo

sfruttamento idroelettrico.

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I funghialla BreggiaNeria Roemer vi condurrà alla sco-perta dei funghi delle Gole della Breg-gia. Grazie al fiume che per millenniha scavato un profondo solco nellamontagna, oggi possiamo ammiraregli strati rocciosi calcarei che celano le tracce di 100 milioni di anni di vita.L’occasione è propizia anche per os-servare la grande varietà di ambientipresenti nel Parco delle Gole dellaBreggia ma il nostro interesse sarà ri-volto anzitutto ai veri protagonistidell’autunno: i funghi.L’escursione, aperta a tutti i giovani,avrà luogo solo in caso di bel tempo.Data: 16 ottobreIscrizione: per iscritto entro il 1.10.Costi: Fr. 5.– (da versare ai monitori ilgiorno stesso).Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

I coloridell’autunnoChantal Staehli vi farà scoprire i se-greti dei colori dell’autunno.In autunno le fronde degli alberi cimeravigliano con la loro esplosione dicolori. Prima di cadere le foglie cam-biano tinta, e a dipendenza della spe-cie e anche delle condizioni climatichesi colorano molto intensamente. Comemai tutto questo? E come funziona?L’escursione, tenterà di rispondereproprio a queste domande e promettefantastiche scoperte nei nostri boschiautunnali.L’escursione, aperta a tutti i giovani,avrà luogo solo in caso di bel tempo.Data: 6 novembreIscrizione: per iscritto entro il 20.10.Costi: Fr. 5.– (da versare ai monitori ilgiorno stesso).Agli iscritti sarà data conferma e ver-ranno fornite indicazioni sui luoghi,gli orari e il materiale da prendere.

ZERO-SEDICI 15

La Bat NightUna caccia al tesorotutta specialeSabato 11 settembre il Centro Prote-zione Chirotteri Ticino in collabora-zione con Pro Natura Ticino e il WWForganizza una caccia al PipTesoro. Sisvolgerà alla Fattoria Ramello a Con-tone e nei suoi dintorni e i pipistrellisaranno i protagonisti di numerosepostazioni della caccia.Le partenze per la caccia si sussegui-ranno dalle 14.00 alle 16.30. Un’av-ventura per tutta la famiglia! Informa-zioni allo 091 872 25 15 (telefonare almartedì).

Talloncino d’iscrizione

Mi iscrivo all’escursione al Parco della Breggia ■■ sui colori dell’autunno ■■

Nome: Cognome:

Figlio di: Nato il:

Via: NAP e luogo:

Telefono E-Mail:

Allergie, malattie particolari:

Ritrovo, rientro:Locarno ■■ Bellinzona ■■ Biasca ■■ Lugano ■■ Mendrisio ■■

Membro di Pro Natura: Sì ■■ No ■■ Conferma per E-Mail? Sì ■■ No ■■

Data: Firma di un genitore:

Attenzione: l’assicurazione è a carico dei partecipanti www.pronatura.ch/tiRispedire a Giovani + Natura, Pro Natura Ticino, c.p. 2317, 6500 Bellinzona.

Uscite autunnalidi Giovani + Natura

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La farfalla Lycaeides argyrognomon è una

specie minacciata prioritaria. Pro Natura

Ticino ha promosso un progetto per definire

le misure concrete di protezione. Maggiori

ragguagli sul prossimo numero della rivista

(foto: Foto Swiss Butterfly Conservation –

E. Wermeille).