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Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1comma 2, DCBMilano Semestrale d’informazione sociale de L’Albero della Vita Progetti d’Amore per i Bambini Anno 11 - n. 1 - giugno 2009 - Autoriz. Tribunale di Milano n. 106 del 21/02/2006 - Stampe periodiche ® Insieme a lei, siamo 365 giorni l’anno vicino ai bambini, in Italia e nel mondo Insieme a lei, siamo 365 giorni l’anno vicino ai bambini, in Italia e nel mondo IN QUESTO NUMERO L’accoglienza Progettare per lo sviluppo La favola di Pollicino è realtà Diventare “Portavoce dei diritti dei Bambini” Il programma di Sostegno a Distanza

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Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1comma 2, DCBMilano

Semestrale d’informazione sociale de

L’Albero della VitaProgetti d’Amore per i Bambini

Anno 11 - n. 1 - giugno 2009 - Autoriz. Tribunale di Milano n. 106 del 21/02/2006 - Stampe periodiche®

Insieme a lei, siamo 365 giornil’anno vicino ai bambini,in Italia e nel mondo

Insieme a lei, siamo 365 giornil’anno vicino ai bambini,in Italia e nel mondo

IN QUESTO NUMERO

• L’accoglienza• Progettare per lo sviluppo• La favola di Pollicino è realtà• Diventare “Portavoce deidiritti dei Bambini”

• Il programma di Sostegno a Distanza

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L’Albero della Vita e laPedagogia per il TerzoMillennio

L’Albero della Vita ha im-postato i propri program-mi sociali in Italia cercan-do di realizzare interventiefficienti ed efficaci, se-condo un modello di qua-lità, applicando una meto-dologia che assicuri pro-getti mirati alla tipologia didisagio, alle fasce di etàdei bambini/ragazzi, allecondizioni di ambiente,

contesto e circostanze.Gli interventi sul disagio infantile si stanno sviluppando inItalia e all’estero, incentrando l’impegno, lì dove esistonochiare necessità anche nell’emergenza: sulla qualità del-l’accoglienza, sullo sviluppo e la crescita dei bambini/ra-gazzi e, quando possibile, delle famiglie e comunità.L’operato di L’Albero della Vita ha come caratteristica fon-dante, la scelta fatta sin dalla sua origine della visione ap-portata da Pedagogia per il Terzo Millennio® (PTM) pro-mossa da Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e lacomunicazione.

La PTM ha origine da una ricerca svoltasi nell’ultimo de-cennio che ha evidenziato la necessità di studiare le poten-zialità dell’uomo per poterle sviluppare, accrescere ed evol-vere.L’Albero della Vita nella sua opera di accoglienza, assisten-za ed educazione applica tali idee utilizzandole nel suo im-pegno quotidiano di normalizzazione e ripristino dei traumipsicoaffettivi subiti dai suoi utenti.Questa linea pedagogica guida l’operato di L’Albero della

Vita verso l’eccellenza, verso quei comportamenti proattiviche se ben gestiti consentono ad ogni uomo che ne vienein contatto, di aumentare il potere di sollecitare la capacitàe la voglia di diventare modello: esprimere ogni talento, svi-luppando e accrescendo tutte le qualità encomiabili, pre-senti in se stesso, anche solo in potenza.L’eccellenza alla quale ci si riferisce non vuole avere un si-gnificato elitario, ma indicare un modello a tendere in gradodi costruire la migliore efficienza ed efficacia nel processoeducativo. Educazione intesa nel suo senso etimologicocome capacità di ex-ducere ogni potenzialità, nella certez-za che ogni uomo sia e debba sentirsi un educatore capacedi estrarre da se e dagli altri il meglio.

L’educazione all’eccellenza è soprattutto rivolta a tutto ilpersonale di L’Albero della vita, che grazie alla formazionepermanente offerta ai suoi educatori, accresce ogni giornola sua capacità di lavorare sul ripristino psicoaffettivo deisuoi utenti, in attesa che un altro adulto si prenda carico diloro intervenendo con un processo educativo a lungo ter-mine. Tale formazione pedagogica permette agli educatoridi essere incisivi nel proprio operato sociale, di aver sempreuna linea guida di comportamento e di sapere in ogni istan-te le idee teorico/pratiche alle quali affidarsi per l’azionequotidiana in comunità.

L’Albero della Vita ha come obiettivo principale i bambini, iminorenni affidati ai suoi servizi e progetti verso cui siassume la prima e fondamentale responsabilità connatura-ta alla propria mission: “sciogliere i nodi” e operare quelprocesso di sviluppo che consenta di restituire alla societàun bambino risanato oggi, grazie ad un intervento mirato at-tento e consapevole, per offrire alla società un uomo mi-gliore domani.

di Antonella Selvaggio, psicologa psicoterapeuta econsigliere di amministrazione de L’Albero della Vita.

• Cure, affetto, attenzione e professionalità per cominciare una vitaserena.

• Dalla comunità a una nuova famiglia: un percorso impegnativoverso la serenità.

• Sensibilità e competenza: così gli educatori aiutano i bambini a crescere.• Fermarsi subito, per sentirsi bene come a casa.• Il dono più prezioso per un bambino è il ritorno del sorriso.

L’accoglienza 3/5

• Interventi a tutto campo per dare un futuro ai bambini nei paesi in viadi sviluppo.

• In Perù i nuovi progetti danno già ottimi risultati.• Ora in India è nato un “Albero”.

Progettare per lo sviluppo 6/7

• 5x1000.• Portavoce dei diritti dei bambini.• Sostegno a Distanza.

Come aiutarci 8

DIRETTORE RESPONSABILE:Fulvia Degl’Innocenti

REDAZIONE:Ivano AbbruzziAntonio BancoraAnnalisa CegliaMarco De MilatoAlberto LauriniSamanta MonaiDaniela RuggiDaniela RuiniIlaria Zambaldo

GRAFICA E IMPAGINAZIONE:I.D.M.C. srl

STAMPA:Ottavio Capriolo S.p.A.

Per richiederela presentepubblicazionetelefonare al numero:02 90751517

Nessuno può riscuoterecontributi in nome e perconto de L’Albero della Vitase non espressamenteautorizzato.

Chi ricevesse sollecitazioniin tal senso è pregatodi informarci.

Chi desidera organizzareiniziative per noi è pregatodi mettersi in contattotelefonandoal n. 02 90751517

L’Albero della VitaProgetti d’Amore per i Bambini

FondazioneL’Albero della Vita - onlus

Sede nazionale:Via L. il Moro 6/APalazzo Pacinotti

Milano 3 City20080 Basiglio - MItel 02 90751517fax 02 90751464

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Conto Corrente Postale32474264

IBAN: IT57 H 05584 342100000 0000 2566

Funziona a pieno regime ilprogetto “Un Nido per Pollicino”:quando una favola diventa realtà

Ogni anno in Italia nascono 19.000 bambini prema-turi, il cui peso non supera i 1.500 grammi (molti nonraggiungono nemmeno i 1.000 grammi!). Tante leconseguenze di queste nascite che non arrivano atermine: malattie respiratorie e cardiovascolari, infe-zioni di vario genere, retinopatie, ipoglicemie, possi-bili danni a livello neurologico. E questi bambini, pic-cini come il Pollicino della famosissima favola, sonocostretti a vivere a lungo in ospedale, in culle termi-che, spesso intubati per aiutare la respirazione, lon-tani dal calore e dalle coccole di mamma e papà. Lafavola di Pollicino ha un lieto fine, come finisce beneanche questo brutto periodo della vita dei piccoliprematuri, grazie al programma che L’Albero dellaVita ha attivato (e che si chiama proprio “Un Nidoper Pollicino”!) per sostenere 7 grandi Ospedalisu tutto il territorio nazionale (a Torino, Milano,Firenze, Roma, Bari, Napoli, Palermo).Tre le finalità: miglio-rare la dotazionestrumentale neces-saria alla diagnosiprecoce e alla tera-pia delle patologiedei neonati prematu-ri; sostenere progettidi ricerca volti a mi-gliorare la qualitàdelle cure; assisterei genitori attraversoun sostegno psico-logico e la formazio-ne del personaleospedaliero sulvalore dell’aiuto aifamiliari. �

EDITORIALE

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L’ACCOGLIENZA

«I bambini che arrivanonelle nostre strutture di ac-coglienza o per i quali civiene richiesto di trovareuna famiglia affidatariahanno subito un doppiotrauma: da un lato quelloderivato da genitori che perdiversi motivi non sono statiin grado di dare loro ciò dicui avevano non solo dirit-to, ma anche bisogno (af-fetto, stabilità, cure, n.d.r.);dall’altro l’essere sradicatidal contesto familiare e tro-varsi spaesati, lontani daipropri riferimenti, i soli co-nosciuti sia pure inappro-priati e fonte di sofferenza.Questi bambini hannopaura, sono spaventatiperché non sanno quelloche li attende». Così spiega

la dottoressa AnnalisaCeglia, psicologa e consu-lente alla FondazioneL’Albero della Vita.

I bambini maltrattati sonovittime di ansia e paure.Le emozioni e i comporta-menti dei minori maltrattati,abusati, abbandonati sonola conseguenza di vissutidifficili, tragici, spesso inim-maginabili. «Sono bambiniarrabbiati – prosegue ladottoressa Ceglia - vittimedi ansie e paure alle qualinon sanno dare un nome;con atteggiamenti da“adulti”, apparentementespavaldi, perché hannodovuto imparare a cavarse-la da soli; cognitivamentearretrati non perché stupi-

di, ma perché è mancatoloro lo sviluppo affettivopropedeutico a quello co-gnitivo regolare».

L’amore come terapia.Saranno proprio gli opera-tori della FondazioneL’Albero della Vita ad offrirel’amore, le cure, la sicurez-za, la professionalità ne-cessari per cominciare avivere una vita serena etranquilla. L’affetto e la pre-senza costante sono la te-rapia che aiuta questi bam-bini a capire come si puòamare ed essere amati, chesi può mangiare regolar-mente ed essere curatiquando ci si ammala, averedei giochi per divertirsi maanche frequentare la

scuola, con i suoi compiti ele sue regole. Così, pianpiano, avviene il cambia-mento: con fatica si indivi-duano riferimenti diversi enuovi approcci alla vita, siimpara a comprendere chesi può trovare la felicità inun modo nuovo, che pernoi è normale ma che perquesti bambini era scono-sciuto. Le loro resistenzeiniziali lentamente si sciol-gono, col tempo anche lasofferenza si attenua fino ascomparire: è un “rinasce-re” grazie all’accoglienza ri-cevuta, amorevole e sicura.È la possibilità, la certezzadi uscire da una terribilespirale di violenza e di ab-bandono per diventareadulti migliori. �

Cure, affetto, attenzionee professionalità percominciare una vita serena

Cure, affetto, attenzionee professionalità percominciare una vita serena

Diamo ai bambiniallontanati dallafamiglia un futuro

migliore

Sono 25.000 i minori che, permotivi diversi, sono stati allonta-nati dalla famiglia*. Motivi chevanno dai maltrattamenti fisici,inflitti con minore o maggiore vio-lenza, ai maltrattamenti psicolo-gici (incutere terrore con minacce,isolamento dal resto del mondo,rifiuto e disistima); dall’incuriapar-ziale o totale fino agli abusi ses-suali, che troppo spesso avven-gono fra le mura domestiche nelsilenzio da parte degli altri parenti.Le conseguenze dei maltratta-menti - fisici o psicologici, maspesso abbinati – sono evidenti e,se non eliminate al più presto conle cure e l’affetto, quasi sempre ir-reversibili. I danni maggiori si regi-strano nella sfera psicologica: losviluppo intellettuale e cognitivo èmolto rallentato o totalmente inibi-to; il comportamento è aggressivoe asociale; la sfiducia nei confron-ti di se stesso e degli altri è altissi-ma quanto l’insicurezza, l’ansia, idisturbi del sonno e dell’alimenta-zione che possono sfociare incomportamenti autolesionisti.Identiche le conseguenze provo-cate dall’incuria, cioè la graveomissione di cure e di attenzioneverso il bambino: dalle carenzenella pulizia e nel cibo, fino allamancata assistenza sanitaria, al-l’abbandono scolastico. Diversi,invece, gli effetti degli abusi ses-suali, che vanno dai sensi di colpaalle crisi di collera e di vergogna;dal terrore del rapporto intimo allaprostituzione; dai propositi suicidialla tendenza a compiere a propriavolta, da adulti, abusi sessuali suiminori.L’allontanamento temporaneo odefinitivo dal contesto familiaree l’accoglienza in ambientisicuri e ricchi di affetto possonoaiutare questi bambini a supera-re i loro problemi e a vivere unavita migliore.

Diverse e gravi cause richiedono l’allontanamento di molti minori dalla famiglia e l’inserimento in nuovi contesti

*Pertutelarel’identitàdeibambiniinomielefotografienonrappresentanonecessariamenteibimbidescrittineltesto.

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L’ACCOGLIENZA

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«Dalla nascita de L’Albero dellaVita nel 1997 ad oggi la nostraéquipe psico-pedagogica hamesso a punto un modello diintervento che si basa sullastretta integrazione fra duemo-dalità:- la prima accoglienza deibambini in una strutturaspecializzata;

- il loro ritorno in un contestofamiliare.

Questo modello rappresental’elaborazione dei vissuti che leéquipe multidisciplinari deL’Albero della Vita hanno rac-colto dai tanti casi seguiti».Le parole di Ivano Abbruzzi, di-rigente dell’Area Progettazionede L’Albero della Vita, spieganocon chiarezza l’origine e il per-corso di un modello di inter-vento ormai collaudato, chenel tempo ha prodotto ottimi ri-sultati.Il primo passo è l’accoglien-za del bambino in una strut-

tura educativa residenzialespecializzata. Nei momentiimmediatamente successivi al-l’allontanamento dal suo con-testo abituale, il bambino habisogno di uno “spazioneutro” in grado di aiutarlo asuperare gli effetti delle condi-zioni difficili e traumatiche pre-cedenti: il confronto con coe-tanei dal vissuto simile al suo el’affettuosa competenza deglieducatori sono l’aiuto migliore.E’ questo il momento della va-lutazione e delle scelte per ilsuo futuro. Il passo successi-vo, compiuto dall’ équipe dellaComunità insieme ai ServiziSociali e al Tribunale per iMinorenni, va verso l’inseri-mento in un contesto fami-liare di permanenza, sia essoil ritorno alla famiglia d’origine,

l’ingresso in una famiglia affi-dataria o, in alcuni casi, l’ado-zione. Tre direzioni verso lequali L’Albero della Vita dasempre lavora con attenzione,cercando di rafforzare la suaazione in materia di affido fa-miliare, la strada più percorri-bile nel contesto italiano perevitare lunghe permanenze instrutture alternative. Si cercanopotenziali famiglie affidatarie,curandone attentamente la se-lezione, l’orientamento, la for-mazione. Attraverso colloquipsicologici, visite domiciliari euna rete telefonica diretta cheoffre un prezioso supporto, 50famiglie stanno già vivendo lameravigliosa avventura:hanno aperto le porte dellapropria casa a un bambino indifficoltà! �

Dalla comunità a una nuova famiglia:un percorso impegnativo verso la serenità

Il nostro modello d’intervento deriva dalla pluriennale esperienza vissuta accanto ai bambini

L’allontanamento di un bambi-no dalla propria famiglia avvie-ne, nei casi più gravi, con un in-tervento delle forze dell’ordine,che vanno a prenderlo diretta-mente a scuola per evitare chei genitori possano accanirsicontro di lui o, addirittura, farloscomparire. In altri casi, menodifficili, il minore può entrare incomunità con la collaborazionedella famiglia, che vede questasoluzione come un temporaneoaiuto per risolvere molti proble-mi. Si tratta comunque esempre di un’esperienza trau-matica per ogni bambino co-stretto a viverla, superabilesoltanto quando le persone chesi occuperanno di lui saprannooffrirgli non solo valide compe-tenze professionali, ma so-prattutto capacità umane diaccoglienza, relazione, sensi-bilità, ascolto.Proprio su questi temi fonda-mentali si basa la formazionedegli operatori de L’Albero dellaVita, che segue le linee della“Pedagogia per il TerzoMillennio”, un sistema organiz-zato di principi pedagogici e

strumenti pratici ben sintetizza-ti nell’espressione “crescereper far crescere”. «Nella rela-zione educativa con i bambinigli adulti trasmettono ciò cheessi stessi sentono. Gli educa-tori, perciò, devono essere at-tenti osservatori e studiosi di sestessi, delle proprie parole edemozioni, dei propri gesti emeccanismi interiori: un lavoromolto delicato, che offre infiniteopportunità di crescita perso-nale», afferma Ilaria Zambaldo,

responsabile pedagogica deL’Albero della Vita. I bambinisono sempre – e ancora di piùse traumatizzati – estremamen-te sensibili all’ambiente e allepersone che li circondano. Iminori di ogni età accolti nellenostre strutture devono trovarequello di cui hanno bisogno perpoter usufruire di tutte le possi-bilità che permetteranno loro dirisanare le loro ferite, ristrut-turare il loro intimo, dimenti-care un passato difficile. �

Sensibilità e competenza: cosìgli educatori aiutanoi bambini a crescere

Superare il trauma dell’allontanamento dalla famiglia

ADESSO LUCA*, ELENA* E TANTI

ALTRI BAMBINI COME LORO

NON HANNO PIÙ PAURA DEL BUIO

È una storia come tante altre, commovente ed emo-zionante, quella che ci racconta Samanta Monai, co-ordinatrice ed educatrice presso la nostra Comunità“La Bussola”: «Tutto ha inizio con un annuncio: arri-vano due nuovi bimbi. Nell’équipe c’è fermento, emo-zione, attesa: come saranno, che cosa diranno, checosa si aspettano da noi, ma, soprattutto, che diffe-renza possiamo fare noi nella loro vita? Sappiamo solopochi dati sulla loro storia di trascuratezza e di abban-dono, solo due nomi: Luca* ed Elena*, due fratellini di9 e 12 anni. La nostra casa e i nostri cuori si prepara-no a riceverli: si pulisce la cameretta, si preparano igiochi, si pensa a come accogliere due nuovi ospitinel nostro nido per farli diventare poco a poco partedi esso. Gli altri bimbi avvertono il senso di attesa,fanno mille domande: anche in loro cresce la voglia diaccogliere e condividere. Finalmente arrivano, timidi,con gli occhi intimoriti e la valigia stretta fra le mani. Eincontrano una realtà bellissima: dormire in unacamera nuova e pulita, lavarsi e mangiare ogni giorno,andare a scuola; ma, soprattutto, avere sempre qual-cuno che è presente per loro, qualcuno che li conso-la ogni notte dopo un brutto sogno…! Luca* non saandare in bici, si vergogna e spesso non riesce a gio-care con gli altri; Elena* nel buio vede cose brutte, chela fanno piangere.Lentamente, circondatida affetto e compren-sione, i due fratellini siaprono, si confidano,raccontano ciò chehanno vissuto e co-minciano a domandaredel loro futuro, dell’af-fido familiare che li at-tende. Ora Luca* edElena* sono bambiniche chiedono e otten-gono baci e carezze,vanno a scuola ehanno nuovi amici. Enon hanno più pauradel buio!” �

Sulle pareti della Comunità “La Bussola”abbiamo disegnato un bellissimoarcobaleno, simbolo di serenità.

*Pertutelarel’identitàdeibambiniinomielefotografienonrappresentanonecessariamenteibimbidescrittineltesto.

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L’ACCOGLIENZA

“Domu Mia - Attilio Mazzella” è lastruttura nata in Sardegna per acco-gliere adolescenti di entrambi i sessia rischio di marginalità e devianzasociale. Al loro arrivo i ragazzi appa-iono feriti, spaesati, impauriti, nonsanno cosa li attende, ma chiedonoserenità e sicurezza. Ecco perché laprima visita avviene sempre con lemedesime, collaudate caratteristi-che: il ragazzo, accompagnato dal-l’assistente sociale, arriva solitamen-te al mattino, quando gli altri ospitisono a scuola e “Domu Mia - AttilioMazzella” è a sua totale disposizio-ne. Il coordinatore della struttura loaccoglie con affettuoso calore, chia-mandolo subito per nome, comel’amico più caro. Alberto Laurini,coordinatore di «Domu Mia - AttilioMazzella”, racconta: “Gli si mostratutta la casa, lo si fa entrare nellecamere da letto, spiegandogli cheuna di quelle sarà la sua, se decideràdi rimanere con noi. Poi si girano glispazi comuni: al primo piano il saloneper studiare, leggere e giocare; alpiano terra la sala da pranzo decora-ta con i murales realizzati dai nostriospiti, la cucina dove le cuoche pre-

parano gustosi pranzetti, la salettacon giochi da tavolo e il computer.Nella dépendance sono ospitate lebiciclette, è stata allestita una picco-la officina, ci sono un biliardino, un ri-postiglio per gli attrezzi usati nell’ortoe una piccola sala musica insonoriz-zata grazie al lavoro dei ragazzi edegli educatori.La passeggiata all’esterno si snoda frai giardini, l’orto, che rappresentaun’attività vera e propria, e il campoda calcetto in erba sintetica e illumi-nato. Durante tutto il percorso, internoed esterno, l’accompagnatore con-tinua a chiacchierare con il bambi-no, sottolineando tutte le qualità diquello che sta vedendo e spiegan-dogli bene ogni cosa. L’effetto diquesta accoglienza è positivo: i ra-gazzi si sentono subito benvoluti,accettati, resi partecipi di un insie-me fatto di bellezza, cura, amore epassione. E succede molto spessoquello che è accaduto pochi mesi fa:due fratellini, 13 anni lui, 11 lei, hannochiesto più volte a me e alla loro assi-stente sociale se potevano restare dasubito, “tanto le nostre cose poi ce lemandano qui!». �

Fermarsi subito,per sentirsi benecome a casa

La visita iniziale dell’intera strutturae l’affettuosa accoglienza convincono a restare

Tutti coloro che a L’Albero della Vitalavorano per aiutare i bambini conser-vano nel cuore un tesoro fatto diesperienze emozionanti e di cresci-ta personale. Ilaria Zambaldo, re-sponsabile pedagogica de L’Alberodella Vita, racconta: «Sono moltissimii bambini che ho accolto, incontrato,amato e poi salutato. Ognuno di loroha lasciato un ricordo speciale, ha re-galato grandi soddisfazioni e tante oc-casioni di riflessione e di crescita inte-riore. Un segno davvero profondo loha lasciato la piccola S., arrivata d’ur-genza a “Zerotre” quando aveva solocinque mesi: noi che l’accoglievamoabbiamo dovuto “dar fondo” a tutte lenostre risorse per mostrarci saldi,sereni, rassicuranti! S. era appenastata dimessa dall’ospedale dopol’ennesima degenza, con una diagno-si che non lasciava molte speranze:SBS - Sindrome del Bambino Scosso,provocata dai numerosi maltrattamen-ti subiti. Era una bimba bellissima, condue grandi occhi azzurri pieni solo diinfinita diffidenza; quando la prende-vamo in braccio, si irrigidiva e si rivol-tava verso l’esterno come per fuggire;dormiva a tratti e quando si svegliava,

improvvisamente, spalancava gliocchi come per controllare tuttoquello che succedeva intorno a lei; ilsuo pianto era afono, benché nonfosse muta. I medici prospettaronouno sviluppo con probabili handicapneurologici e motori.Pian piano gli educatori, con infinitadelicatezza, sono riusciti a dare a S. fi-ducia negli adulti e, fra coccole, attivi-tà stimolanti e fisioterapia, S. è miglio-rata con incredibile velocità. Dopotutte le necessarie verifiche con i geni-tori, riconosciuti responsabili dei mal-trattamenti e dei danni subiti dallabambina, il Tribunale per i Minorenniha emesso un decreto di adottabilità.E, poco prima del suo primo comple-anno, abbiamo vissuto quel momentocosì emozionante e commovente perun educatore da premiare tutti glisforzi: il primo incontro con i suoi ge-nitori adottivi, una mamma e un papàamorevoli e tenerissimi, che da anniaspettavano di sentirsi chiamarecosì!”. La storia di S. è una tra letante de L’Albero della Vita: una vitanuova e felice grazie a chi l’ha ac-colta, accudita, “ricostruita”quando tutto sembrava perduto. �

Il dono più prezioso perun bambino è il ritornodel sorriso

Emozioni, ricordi, soddisfazioni costituisconoun “bagaglio” insostituibile per ogni educatore

A Lecce una “Rondine” ha costruito un nido accoglienteper le mamme in difficoltàUna recente indagine (Istat 2007) ha accertato che in Italia le madri sole sono oltre 1.700.000, il 35% dellaquali ha a carico uno o più figli minorenni. Si tratta di donne giovani, quasi sempre separate o divorziate, dallivello culturale non troppo elevato, che lavorano a tempo pieno e non hanno sostegni da parte della loro fami-glia. A Lecce, come in altre città, questi piccoli nuclei familiari raramente trovano risposte adeguate alle loro ne-cessità. Così, nel novembre scorso, L’Albero della Vita ha promosso il “Programma Rondine”, che prevedel’avvio di una struttura d’accoglienza e l’attivazione di una rete di mamme-amiche volontarie. È stato affittato eristrutturato un appartamento che potrà ospitare 3 nuclei mamma-bambino (tre camere da letto, tre bagni, unacucina, un soggiorno e uno studio per gli operatori) e offrire una situazione di vita a livello familiare, per con-sentire la dovuta serenità a queste madri lungo un percorso di crescita e di reinserimento sociale compiuto in-sieme alla nostra équipe socio-educativa. Sono state anche individuate 15 mamme volontarie che partecipe-ranno al “Programma Mammamica”: dopo un corso di formazione, potranno assistere e sostenere non solole ospiti della nostra struttura, ma anche altre future madri in situazioni di disagio. �

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PROGETTAREPER LO SVILUPPO

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“Sostenere il Terzo Mondo”:tutti ne parlano, ma che cosasignifica nella realtà quotidia-na? Ecco la spiegazione diAntonio Bancora, responsabi-le progetti internazionali dellaFondazione “L’Albero dellaVita”: «L’aiuto ai Paesi piùpoveri è una priorità elencatanelle agende di politica inter-nazionale di tutte le nazioni delcosiddetto “Nord del mondo”.Le sofferenze dei Paesi delTerzo Mondo sono ben notenei Paesi industrializzati. Matroppo spesso i governi fati-cano a dedicare le risorseumane e finanziarie necessa-rie. Così la cooperazione inter-nazionale promuove progettidi sviluppo per garantire allepopolazioni povere condi-zioni di vita dignitose, unacrescita socio-economicasostenibile e un’equa ridi-stribuzione della ricchezza».

La Fondazione L’Albero dellaVita ha sviluppato diversi pro-getti in aiuto alle popolazionipiù povere, in particolare inIndia e Perù, puntando so-prattutto sullo sviluppo pro-mosso su tre livelli: il bambi-no, la famiglia, la comunitàdi appartenenza. La sorte diogni bambino, infatti, è stret-tamente legata al contesto divita: i progetti di sviluppo del-l’intera collettività devonoperciò affrontare con coeren-za ed efficacia sia le cause,sia gli effetti della povertà.

I programmidi scolarizzazione.L’inserimento scolastico offrel’opportunità di una vita ade-guata ai bisogni infantili e unfuturo dignitoso nel mondodel lavoro e nella società.Inoltre i bambini inseriti neiprogrammi di scolarizzazione

ricevono almeno un pastoquotidiano regolare e un sup-porto sanitario attraversocontrolli preventivi e interventiad hoc.

L’aiuto alle famiglie.In alcuni Paesi le condizioni dipovertà e di emarginazione dimoltissime famiglie sono as-solutamente drammatiche,prive come sono di ogni dirit-to. La Fondazione “L’Alberodella Vita” concentra i suoi in-terventi sulle famiglie deibambini che partecipano aiprogrammi di scolarizzazioneaffinchè il sostegno offerto siaglobale e positivo. Si va dagliincentivi per avviare attivitàche producono un reddito allasensibilizzazione sui dirittifondamentali dei bambini (so-prattutto l’istruzione), fino al-l’aiuto per una crescita cultu-rale e sociale che porti alla di-

gnità e all’integrazione.

Lo svilupposocio-economicodella comunità.Rappresenta il contesto divita in cui troppo spesso ven-gono negati i diritti fondamen-tali per ogni essere umano.Sia che si tratti di una zonarurale, di uno slum o di una re-gione sottosviluppata, i diver-si progetti della Fondazione“L’Albero della Vita” voglionoportare allo sviluppo socio-economico e culturale dell’in-tera comunità. Per questovengono create strutture eoccasioni che aiutano a cre-scere, garantendo il sostegnoadeguato per godere dei mi-glioramenti sociali portati eassicurando ai bambini il ri-spetto dei loro diritti. Perchésono loro che, domani, forme-ranno la nuova società �

«Dal 2005 la FondazioneL’Albero della Vita, attraverso ilprogramma “Sostegno aDistanza - un legame d’amore”,ha attivato progetti d’interventonei Paesi del Sud del Mondo peraiutare i bambini in condizioni dipovertà ed esclusione sociale.Questi progetti affrontano so-prattutto la piaga del lavoro mi-norile e il tema della scolarizza-zione, in sintonia con i“Development MillenniumGoals” (Obiettivi di Sviluppo peril Millennio) stabiliti dall’ONU nel2000, uno dei quali è, appunto, ilraggiungimento entro il 2015dell’istruzione primaria universa-le, cioè per tutti i bambini delmondo».Così Ivano Abbruzzi,Responsabile Progetti deL’Albero della Vita, spiega il forteimpegno della Fondazione inalcuni Paesi del mondo, dove sivogliono raggiungere, entro iprossimi sei anni, traguardi checonsentano a un’infanziapovera, disagiata, spesso umi-liata e maltrattata, di vivere final-mente una vita migliore, di af-frontare il futuro con serenità. Sel’eliminazione della povertàestrema e della fame è il primofra gli otto “Obiettivi diSviluppo” stabiliti dall’ONU,l’istruzione elementare universa-le è il secondo, a dimostrazionedel fatto che, come tutti noi bensappiamo, frequentare la scuolanon significa semplicemente im-parare a leggere e scrivere: vuoldire soprattutto vivere insieme aicoetanei in un ambiente adattoe tutelato, lontano dalla strada eda situazioni di estremo degra-do, lontano da chi recluta bam-bini per sfruttarli sottoponendolia faticosi lavori non pagati o,peggio, per inserirli nel giro dellaprostituzione minorile.E vuol dire anche coinvolgere lafamiglia e l’intera comunità diappartenenza in uno svilupposocio-economico e culturaleche assicuri ai bambini di oggi,gli adulti di domani, il rispettodei diritti fondamentali per ogniessere umano.

I nostri progetti all’estero partono dalla scolarizzazione infantile e raggiungono la famiglia e l’intera comunità

Interventi a tuttocampo per dare

un futuro ai bambininei paesi in via

di sviluppo

Interventi a tuttocampo per dare

un futuro ai bambininei paesi in via

di sviluppo

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7www.alberodellavita.org

PROGETTAREPER LO SVILUPPO

Un Paese vastissimo, il Perù, carat-terizzato da enormi contrasti sociali:da un lato le ricchezze prodotte dalsottosuolo e dalle attrazioni turisti-che in mano a una piccola élite, dal-l’altro la miseria e l’emarginazione diun popolo che, per più del 50%, vivesotto la soglia di povertà, in condi-zioni igieniche e sanitarie critiche,che colpiscono le famiglie delle peri-ferie cittadine come delle zone ruraliisolate nell’interno.Da poco più di un anno laFondazione L’Albero della Vita è pre-sente in due zone del Paese assolu-tamente diverse, ma con problemimolto simili. Antonio Bancora, re-sponsabile progetti internazionali,spiega: «Paraìso Alto, Edén delManantial e gli altri vastissimi inse-diamenti nella zona di El Paraìso, allaperiferia di Lima, sono formati da fa-miglie che vivono in condizioni di po-vertà spesso estrema, alcune dellequali immigrate dalla costa setten-trionale o dalle Ande meridionali persfuggire alla miseria, alla violenza, alterrorismo del passato. Nella zonanon esistono strade, servizi igienici osanitari, fognature e nemmenoacqua potabile. Le abitazioni sonofatiscenti e superaffollate, le malattiesi diffondono con grande rapidità. Lescuole sono solo tre e il livello cultu-rale è molto basso, l’analfabetismo eil lavoro minorile coinvolgono ungrande numero di minori.Il progetto di sviluppo avviato nel2008 sostiene circa 200 bambini(maschi e femmine, da 6 a 14 anni),le loro famiglie e, indirettamente,l’intera Comunità. Due gli obiettiviprimari: la tutela dei diritti deiminori a partire dall’eliminazione delloro lavoro e la creazione di speci-fici programmi di scolarizzazione.Tra i tanti risultati raggiunti si registraun aumento della scolarizzazione euna notevole diminuzione degli ab-bandoni scolastici, un generale mi-glioramento della salute e dell’ali-mentazione, una maggiore sensibili-tà dei genitori nei confronti delle ne-cessità dei figli. Si è anche lavoratomolto per sostenere le famiglie so-cialmente e finanziariamente».

In Amazzonia, nella regione diLoreto sussistono le stesse situazio-ni di povertà e di degrado. «Il bassis-simo livello educativo e culturaledegli abitanti – prosegue AntonioBancora - non ha mai consentitouna gestione corretta delle risorsenaturali e delle attività produttive taleda permettere un progresso dellacomunità. Le condizioni di vita sonomolto precarie, esiste un problemadi malnutrizione gravissimo, che col-pisce soprattutto i bambini. A tuttoquesto va aggiunta la quasi totaleperdita di valori e di identità, che au-

menta di molto il degrado e la po-vertà. Qui seguiamo 200 minori (da0 a 14 anni), 40 famiglie, 15 donnein gravidanza e, naturalmente, l’in-tera comunità. A livello sanitario èstato attivato un programma, pre-venzione e cura della salute soprat-tutto verso le future mamme e ibambini il cui stato nutrizionale èstato migliorato dal pasto comple-mentare previsto dal progetto.L’installazione di 2 sistemi per la po-tabilizzazione dell’acqua ha notevol-mente diminuito le malattie parassi-tarie e le infezioni intestinali della po-polazione, soprattutto quella infanti-le. Gli orti biologici, l’allevamento delpollame, la formazione e l’assistenzatecnica sulla semina e sull’alleva-mento stesso danno la possibilità diuna migliore gestione delle risorsenaturali. Inoltre, la FondazionePatrizio Paoletti ha realizzato nellascuola una classe di informatica checonsentirà alla comunità un miglioreaccesso al mondo moderno». �

Gandhi aveva detto: «Il mezzo puòessere paragonato a un seme, il fine aun albero. E tramezzo e fine vi è esat-tamente lo stesso inviolabile nessoche c’è fra seme e albero». Da alcunianni la Fondazione L’Albero della Vitaha fatto sue queste parole, deciden-do inizialmente di investire nell’edu-cazione dei più giovani e ora pun-tando a uno sviluppo sostenibile siaper le famiglie, sia per l’intera co-munità di appartenenza dei bambinisostenuti. E, come affermaMarco deMilato, rappresentante in India dellaFondazione “L’Albero della Vita” «il

seme è stato gettato e l’albero staprendendo vita!».I programmi avviati dallaFondazione nella regione del WestBengal sono diversi, ma tutti volti aun unico scopo: migliorare le con-dizioni di vita della popolazione.Dal 2005 L’Albero della Vita è im-pegnata al St. Paul Centre diDhupguri, nel distretto diJalpaiguri, con progetti educativi esocio-sanitari a favore di bambinisvantaggiati, in collaborazione coni Missionari Padri Carmelitani.Grazie al supporto dei generosi do-natori, nel 2008 è stato ultimato ilsecondo piano dell’edificio scola-stico, che può ora ospitare fino a1.000 bambini, diventando uncentro modello per il loro sviluppoe quello delle famiglie. Presso lastessa scuola verrà presto realizza-to un Progetto Agricolo che inter-verrà sulla sicurezza alimentare at-traverso l’agricoltura e l’allevamen-to eco-sostenibili.

È prevista anche la formazione per40 operatori agricoli, per promuove-re l’utilizzo di tecnologie appropria-te. In molte altre zone dell’India,nell’ambito di un concetto di svilup-po sostenibile, si vogliono emanci-pare e rendere indipendenti le fa-miglie dei bambini sostenuti attra-verso attività che producano un red-dito tale da permettere di sostenereautonomamente le spese necessa-rie per i servizi di base. In particola-re, nelle aree urbane e semirurali diCalcutta verrà realizzato unProgramma di Microcredito a be-neficio di 150 donne, colpite dal-l’esclusione sociale. «Questo inter-vento di microfinanza a favore delledonne avrà ripercussioni positivesull’intera famiglia, soprattutto perquanto riguarda l’educazione deifigli - spiega de Milato - perché con-sentirà alle stesse di avviare unapropria iniziativa imprenditoriale e diprocurarsi così i mezzi necessari al-trimenti reperibili solo ricorrendoagli usurai».Nell’ambito delle attività a favoredei giovani disoccupati usciti dalpercorso scolastico previste dalProgramma di Sviluppo delleCapacità Professionali al St. PaulCentre di Dhupguri, verrà realizza-to un centro di sartoria, e nellavicina Dumka, uno di formazionetecnica. In entrambi i casi i corsiprevisti saranno accompagnati dalezioni di inglese e di informatica etirocinii, che offriranno ai ragazzi lapossibilità di trovare lavoro senzadover emigrare verso le grandi me-tropoli. Nello stesso Programmasono stati avviati progetti a favoredei minori, per prevenire l’abban-dono scolastico. Il ProgrammaSanitario, infine, vuole avviarecampagne di prevenzione, disensibilizzazione e di formazio-ne di operatori sanitari; la costru-zione di fonti di acqua potabile edi servizi igienici nelle scuole; levisite mediche a domicilio per ledonne in gravidanza e per i neona-ti, allo scopo di ridurre il tasso dimortalità infantile ancora troppoelevato. �

Ora in India è natoun “Albero”

In Perù i nuovi progettidanno già ottimi risultati

India

Perù

Dalla periferia di Lima all’Amazzonia la nostra lottacontro la povertà e l’emarginazione

I nostri progetti avviati in diverse zone puntanoa un unico obiettivo: migliorare la qualità di vita

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COME AIUTARCI

Ogni contributo è importanteper aiutare i bambini in difficoltà!

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Diventa “Portavoce dei diritti dei Bambini”.Dedicare ai bambini le proprie capacità e un po' del propriotempo è un impegno che dà grandi soddisfazioni!

Nello sviluppo dei Progettipromossi da L'Albero dellaVita un ruolo di fondamentaleimportanza viene svolto daiVolontari “Portavoce deiBambini”. Essi ci sostengono

e ci aiutano concretamente amigliorare il nostro interventoumanitario, promuovendo connoi le attività di sensibilizza-zione. Collaborando anchecon lo staff operativo nella ge-stione dei servizi quotidiani eoccupandosi dei piccoli ospiticon affetto.Numerosi sostenitori hannomanifestato il loro entusiasmonel partecipare in prima per-sona ai nostri progetti.Per diventare un Volontario

Portavoce dei Bambini conL'Albero della Vita bastaavere disponibilità ditempo, buona volontà eun'età compresa fra i 18 e i70 anni. La domanda per di-ventare “Portavoce” puòessere fatta compilando ilmodulo on-line direttamentesul sito de L’ Albero della Vita.I “Portavoce” potranno ancheaderire ai Comitati regionaliche sono in realizzazionenelle principali città.

Per richiedere informazioni sulle iniziative legate al ruolo dei volontari e deiportavoce, dopo aver compilato il modulo on-line, contattare il coordinamentovolontariato de L’Albero della Vita. Gli orari sono:Dal lunedì al venerdì dalle 14:00 alle 17:30.Telefono coordinamento volontari: 02 92276212E-mail: [email protected]

La legge n. 266 del 23 dicembre 2005 prevede il mec-canismo del “5 per mille”: i contribuenti (persone fi-siche) possono destinare una parte delle impostesui redditi prodotti nel 2008, e dichiarati nel 2009, afavore di Onlus autorizzate dall’Agenzia delle Entrate.La Fondazione L’Albero della Vita onlus è una di queste.Per devolvere il 5 per mille alla Fondazione L’Alberodella Vita onlus deve semplicemente firmare e indicareil codice fiscale 04504550965 nell’apposito spazio.

Il 5 per mille non è un versamentoaggiuntivo e non determinamaggiori imposte da pagare.

Oggi può aiutarci anchedestinando il 5 per mill ...5xmille

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... e non costa nulla!

Il programma SAD - Sostegno a Distanza de L’Alberodella Vita ha l’obiettivo di garantire istruzione, alimen-tazione e cure mediche a bambini in età scolare inquei Paesi dove il diritto all’istruzione è spesso con-dizionato dalla povertà. Il SAD è un progetto a lungotermine perché si propone di seguire il bambino per tuttoil suo percorso scolastico, garantendogli i diritti fonda-mentali che altrimenti gli sarebbero negati. Per evitare lapiaga del lavoro minorile che coinvolge milioni di bambi-ni e permettere a questi piccoli di studiare, occorre darealle loro famiglie e all’intera comunità la possibilità di svi-lupparsi. Per questo, obiettivi complementari dell’azionedi sostegno sono:supporto economico alla famiglia perché possamandare i figli a scuola, alla comunità di appartenen-za con la creazione delle infrastrutture necessarie afavorire l’assistenza sanitaria a tutti i suoi abitanti, per

permettere di crescere in un ambiente sano. Spesso ilsostegno a distanza viene anche chiamato “adozione adistanza”, generando talvolta dei malintesi. La relazioneche si crea tra sostenitore e bambino si basa sulla soli-darietà e non presuppone in nessun modo il trasferi-mento del bambino nel paese dove vive il sostenitore, etanto meno nella sua famiglia, come invece avviene perl’adozione. I bambini beneficiari del progetto di sostegnopossono essere orfani di uno o entrambi i genitori oppurevivere in una famiglia disagiata. Garantendo un contribu-to periodico annuale, il sostenitore permette al bambi-no di poter vivere nel suo Paese di origine e di vederrispettato il suo diritto all’educazione e all’istruzione.

Per ulteriori informazioni: tel. 02 90751517email [email protected]

sito internet www.alberodellavita.org

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Se desideri ricevere materiale informativo sul Sostegno a Distanza con la cartellina di un bambino, compila questo modulo in stampatello leggibile e spediscilo in busta chiusaa: Fondazione L’Albero della Vita onlus - Via L. il Moro 6/A - Palazzo Pacinotti - Milano 3 City - 20080 Basiglio - (MI) o invialo via fax al numero 02 90751464.

Garanzia di riservatezza - Informativa ai sensi dell’art.13 d.lgs 196/2003 . I dati saranno trattati, anche elettronicamente, da Fondazione L’Albero della Vita Onlus – titolare del trattamento – Via L. il Moro 6/a, Palazzo Pacinotti Milano 3 City 20080 Basiglio(MI) per l’invio del materiale informativo richiesto. Tutti i dati, ad eccezione della professione, sono indispensabili per il predetto fine ed il loro mancato conferimento non permetterà di inviare il materiale in oggetto. Previo consenso, i dati saranno trattati al finedi inviare materiale informativo su altre iniziative e progetti, per campagne di raccolta di fondi e sondaggi. Responsabile del trattamento è: Ottavio Capriolo Spa – Via G. di Vittorio 6, 20090 Caleppio di Settala (MI). Gli incaricati del trattamento per i predetti finisono gli addetti a gestire i rapporti con i sostenitori effettivi e potenziali, ai sistemi informativi, al call center, all’organizzazione campagne di raccolta fondi, alla preparazione ed invio materiale informativo. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, si possono esercita-re i relativi diritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco dei responsabili del trattamento.

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1-05bis/09

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