La Voce d'Italia - La donna ha le stesse opportunità dell'uomo?
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2 CRONACHE NOSTRE mercoledì 1 aprile 2009 |
La donna ha le stesseopportunità dell’uomo?
La ministro per gli Affari della donna, una giornalista italiana e una venezolana e un’avvocatessaitalo-venezolana opinano sull’eguaglianza fra uomo e donna nel lavoro e nella politica
CARACAS – Le pari op-portunità sono ancoramolto lontane. Sono sta-ti tanti i passi avanti fattinegli ultimi 30 anni. Mafra uomo e donna, sia inItalia che in Venezuela,non si è raggiunta la pa-rità. Quali le misure legi-slative efficaci da attua-re? E come deve porsi ladonna nella societàd’oggi?“Per la donna negli anni’70 il matrimonio erauna svolta nella vita –sostiene Carolina JaimeBranjer, ingegnere e gior-nalista venezolana -.Moltissime donne smet-tevano di lavorare quan-do si sposavano. Facen-do un paragone con gliuomini, oggi inVenezuela le donne lau-reate hanno sicuramen-te maggiori opportunitàrispetto a 30 anni fa. In-vece, per le donne menoabbienti le condizioninon sono cambiate mol-to”.Non è d’accordo la mi-nistro per gli Affari delladonna María León cheha affermato: “Prima del1999 la lotta per l’egua-glianza dei due sessi erauna lotta portata avantiesclusivamente dalleelite, invece, oggi è unabattaglia che tocca tuttele classi sociali ed ha por-tato finalmente la don-na ad essere visibile nel-la storia e nella società”.Dall’Italia, Maria RosaTomasello, giornalistadel quotidiano abruzzese“Il Centro”, oltre a con-fermare che le pari op-portunità in generalenon sono state raggiun-te, specifica che “se inmolte attività professio-nali, come l’avvocaturae la magistratura, si puòparlare di parità, in altrisettori si è molto indie-tro. Questo è il caso in-fatti del giornalismo incui le direttrici dei gior-nali si contano sulla
punta delle dita. Le don-ne inoltre, in genere,vengono retribuite me-diamente meno dei col-leghi maschi di pari gra-do in diversi settori”.Teresina Giustiniano, in-vece, avvocato che hastudiato e vissuto in Ita-lia e da 20 anni esercitain Venezuela, non è d’ac-cordo sull’obiettivo delraggiungimento dell’‘uguaglianza’ fra uomoe donna.“Siamo per natura diver-si – spiega con enfasi -.Le donne non devonocercare di essere ugualiagli uomini per ottenerele stesse opportunità. InItalia, spesso le donneche si sono battute peraffermare i propri dirittihanno sacrificato la pro-pria dolcezza, la bellezzae lo spirito materno. Af-fermarsi come donnanon significa disprezza-re l’uomo. Questo nonsuccede in Venezuela, maspesso, invece, si vede inItalia”.Riguardo alle pari oppor-tunità nel campo del la-voro, sostiene con deci-sione che “ancora oggi èdifficile trovare in Italiadelle donne nei posti di-rigenziali: c’è una grossadiscriminazione che qui,invece, è minore”.Invece secondo CarolinaJaime, in Venezuela vi èancora una grande dif-ferenza nel far carrierafra i due generi. Inoltre,“le barriere da oltrepas-sare per accedere a ruolimanageriali dipendonodalle diseguaglianze nel-l’accesso all’istruzione”.L’accesso a scuole ed uni-versità per le donnevenezolane è stato mol-to più difficile per decen-ni.“Negli ultimi 30 anni –dice la scrittrice insigni-ta con il titolo Cavalieredell’ordine al merito del-la Repubblica italiana -è stato costantemente in
ascesa il numero di don-ne in posti di dirigenzain Venezuela. Oggi cisono molte donne-caponelle grandi imprese chehanno gli stessi stipendidegli uomini. Discrimi-natoria è però l’attualelegislazione sul lavoroche permette all’impresadi licenziare un’impiega-ta che risulti in cinta, in-serendo una clausola nelcontratto che la obbligaalla rinuncia del posto incaso di gravidanza”.Da sottolineare che allafine “spesso sono le stes-se donne che nel campodel lavoro sono maschi-liste e scelgono degli uo-mini per i posti di re-sponsabilità”.A conferma delle grossediseguaglianze fra i duegeneri che persistono inItalia, Tomasello affermache “secondo una recen-te indagine della Con-fcooperative, per esem-pio, in Abruzzo cresce ilnumero di donne occu-pate nelle imprese coope-rative, ma a guidarlesono sempre prevalente-mente gli uomini: su 400solo 75 sono le donne-capo”.Passiamo al campo dellapolitica. Giustiniano,che ha vissuto metà del-la vita in Italia e metà inVenezuela, sostiene chela presenza delle donneitaliane e venezolane èaumentata in manierarilevante e che ciò è av-venuto anche grazie almeccanismo delle quote.La ministro venezolanaLeón sostiene che l’impo-sizione, voluta dal gover-no di Chávez, della quo-ta femminile del 50% edell’obbligo dell’alter-nanza nelle liste è statoun gran successo per lapartecipazione delle don-ne in politica. Jaime, in-vece, puntualizza che inVenezuela “la politica èancora un ‘affare di uo-mini’ e che da un lato sele quote hanno funzio-nato, dall’altro bisognadomandarsi perché avolte –tristemente- nonci sono donne per occu-pare il 50% delle poltro-ne stabilite per legge”.La giornalista italiana,in passato contraria allequote femminili poichéviste come “uno stru-mento che faceva delledonne una riserva india-na”, ammette oggi chesicuramente hanno fun-zionato. “Gli uomini ten-dono a conservare le pro-
prie poltrone e i propriprivilegi: senza le quoteè difficile rompere le bar-riere”. Non si ha quindila stessa partecipazionedei due generi in politi-ca, non a causa di un’in-competenza della don-na, ma per la strutturadel sistema vigente chenon permette alla don-na di essere eletta o desi-gnata come l’uomo. Laminor presenza in poli-tica della donna è anchedovuta al fatto che nonle interessa, poiché repu-ta altri settori ben piùconcreti e portatori difrutti.I dati parlano. Per esem-pio, “durante le ultimeelezioni amministrativedi Pescara del 2008 – dice
Barbara Meo Evoli
invece, sento di aver im-parato da questo paese e– come parte dellevenezolane - non pensoche abbia senso oggi l’8marzo, poiché è comeaccettare la discrimina-zione fra uomo e don-na”.“A livello dirigenziale, inVenezuela – concludeCarolina Jaime - ci sonoancora tanti uomini chevogliono affermare lapropria mascolinità. Maormai le donne econo-micamente indipenden-ti non accettano più gliatteggiamenti maschilistie non si lasciano tratta-re come degli oggetti didesiderio”.“La femminilità non èun concetto assoluto –
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Maria Rosa - il numerodelle donne candidateera 163 su 733, cioè il22%: una cifra ridicolaconsiderato il fatto chele donne sono oltre il50% della popolazioneitaliana. Ricordiamo chea livello nazionale il Par-tito democratico avevaschierato il 50% di don-ne, mentre il centrode-stra il 30%, poiché se-condo il Premier il Paesenon era ancora prontoper il 50%”.Rispetto all’atteggiamen-to che dovrebbe assume-re la donna che lotta perla parità, l’avvocatoitalo-venezolano sostie-ne che “le italiane do-vrebbero riacquistare lapropria femminilità chespesso hanno sacrificatoper imitare l’uomo e cer-care di essere loro pari.Spesso italiani e italianetendono ad arrivare inVenezuela con la menta-lità del colonizzatore, io,
opina Tomasello –. InItalia non penso che nénel privato, né nel pub-blico le donne afferma-te ed impegnate abbianoassunto atteggiamentimaschili. Sicuramente sel’uomo non aiuta incasa, e oltre al lavoro, cisi prende cura dei figli edei genitori anziani, nonrimane molto tempo alladonna per mettersi inguepiere!”.Le donne sono state in-visibili per 25 secoli distoria. Adesso non più.L’importante è che ledonne ne siano consape-voli e continuino a bat-tersi per ottenere le stes-se opportunità e gli stes-si diritti dell’[email protected]