La Vita di Teresa Neumann

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Teresa Neumann ITALIANO

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Teresa Neumann Una grande mistica del nostro tempo LA VITA TERESA NEUMANN: INFANZIA E GIOVINEZZA Teresa Neumann nacque a Konnersreuth, un paesino della Baviera nord-orientale ch e contava all'epoca meno di mille abitanti, l'8 aprile 1898, un venerd santo. La casa natale di Teresa si trova proprio sulla piazza principale, di fronte alla c hiesa. Konnersreuth un paese agricolo, posto in zona leggermente collinare alle pendici del Fichtelgebirge: intorno ha prati e campi, pi lontano boschi. Alla fin e del secolo e negli anni precedenti la prima guerra mondiale il paese era molto povero; tuttavia la maggior parte degli abitanti viveva in casette di propriet e possedeva un fazzoletto di terra, coltivato in genere dalle donne. Gli uomini, per guadagnare qualcosa, lavoravano nelle fabbriche di cristallo e porcellana no n lontano da Konnersreuth o nelle cave di pietra. La famiglia di Teresa era pove ra come la maggior parte delle famiglie del paese: il padre Ferdinand era sarto, la madre Anna, quando le cure della numerosa famiglia lo consentivano, lavorava a giornata nei campi. Teresa era la prima degli undici figli di Ferdinand e Ann a, nati fra il 1898 e il 1912; essendo la maggiore, cominci ben presto a occupars i dei fratellini e a sostituire presso di loro la mamma quando questa era assent e per lavorare. Nonostante la povert e le privazioni, nella famiglia Neumann regn ava una grande armonia e i bambini crebbero in un'atmosfera serena e affettuosa. Quanto fosse povera la famiglia risulta evidente da questo episodio narrato da Teresa stessa al dottor Gerlich: finite le scuole primarie, Teresa fu mandata a servizio presso la famiglia di un contadino e qui vide la padrona di casa condir e la minestra di pane col burro. Credette che l'avesse fatto per errore e tornat a a casa raccont la cosa alla mamma; la quale per le spieg che la minestra di pane deve essere condita col burro, ma lei non l'aveva mai potuto fare perch non potev a permetterselo. Esort per la figlia a non dirlo a nessuno, per non far vergognare troppo i genitori! Anche l'episodio seguente fu narrato da Teresa a Gerlich, ch e lo riporta nel suo libro: quando il sarto Ferdinand aveva finito di confeziona re un abito, affidava a uno dei figli l'incarico di portarlo al cliente, e spess o al bambino veniva data una piccola mancia. Questa per non veniva spesa subito, bens conservata e nascosta in uno sportellino della macchina da cucire del padre. Quando in casa non c'erano pi soldi, cosa che capitava abbastanza spesso, tutta la famiglia si riuniva solennemente intorno a quella piccola cassaforte: il gruz zoletto veniva prelevato e utilizzato per le immediate necessit. I bambini erano orgogliosi di contribuire in questo modo al mnage familiare. Il cibo abituale del la famiglia Neumann, come del resto degli altri abitanti della zona, erano le pa tate. Nonostante il povero nutrimento, Teresa e i fratelli crebbero sani e forti . Raggiunsero infatti tutti un'et avanzata, meno Engelbert (nato nel 1901), che m or di malattia ad appena quattro anni. Ferdinand (nato nel 1911) e Agnes (nata ne l 1909) sono ancora vivi. La famiglia di Teresa era cattolica: gente pia e devot a, che frequentava regolarmente la chiesa e si accostava spesso ai sacramenti. I bambini ricevettero un'educazione cristiana e il padre teneva moltissimo che in chiesa fossero attenti e rispettosi: se qualcuno di loro chiacchierava durante le funzioni, a casa doveva inginocchiarsi per terra e recitare il rosario. Teres a da adulta raccontava, sorridendo, che le sue sorelle Anna e Ottilia erano spes so incappate in questa punizione, mentre lei e Maria l'avevano sempre evitata. T eresa fu sin da piccola sempre attiva e piena di vita. Da bambina la sua occupaz ione preferita era guardare libri illustrati e coltivare le piante e i fiori: un amore che l'accompagn sempre e le procur grandi gioie. Lavorava volentieri anche in casa, puliva le stanze e lavava la biancheria per sollevare la mamma da quest e fatiche. A scuola studiava volentieri: la frequent dal 1904 al 1911 e assolse l 'obbligo scolastico con buoni voti. Non mostr, da bambina, una devozione superior e agli altri membri della famiglia, che come abbiamo visto erano religiosi ma al ieni da qualunque forma di bigotteria; si sa per che partecipava volentieri alle

lezioni di religione e usava scrivere su quaderni i propri pensieri e le proprie riflessioni in materia. Purtroppo di questi scritti nulla si conservato: nel 19 27 la casa dei genitori fu ristrutturata e molte vecchie cose, tra cui i quadern i di scuola dei bambini, furono bruciate. Ben presto Teresa cominci a contribuire al bilancio familiare andando a servizio: gi nell'ultimo semestre di scuola lavo rava nel pomeriggio in un podere distante un quarto d'ora da Konnersreuth. E a 1 4 anni, nel 1912, fu messa a servizio in una grande tenuta adiacente al paese, d i propriet di un certo Max Neumann; l'anno dopo trov lavoro nella medesima fattori a anche la sorella Maria, di 13 anni, e durante la guerra anche Anna. Il lavoro era duro, perch la tenuta era grande e con molto bestiame, ma Teresa era robusta e amava i lavori dei campi, gli animali e tutto ci che aveva a che fare con la na tura. Aveva un carattere energico e indipendente, e niente la spaventava. Anche Teresa, come le sue sorelle, ebbe dei corteggiatori, ma lei non prest mai loro at tenzione: i suoi progetti erano ben diversi. Fin da ragazzina infatti cominci a c oltivare in cuore il desiderio di farsi suora missionaria e di andare in Africa non appena il suo aiuto in casa non fosse pi stato indispensabile, e a questo sco po prese i primi contatti con le missionarie benedettine di Tutzing. Le cose per dovevano andare diversamente. L'incidente del 10 marzo 1918 Sull'episodio, che per molti aspetti segn il destino di Teresa, cos ha raccontato il fratello Ferdinand: Nel 1914 scoppi la guerra e nostro padre fu richiamato all e armi. Prima di partire si fece promettere solennemente da Resl che finch lui no n fosse tornato a casa lei non sarebbe entrata in convento, ma sarebbe rimasta c on la madre e i fratelli. Resl naturalmente promise, pur continuando a coltivare dentro di s il desiderio della vita monacale. Alla fattoria il lavoro cresceva s empre pi, perch uno dopo l'altro tutti gli uomini furono richiamati e Teresa era s empre pi impegnata. Appena poteva per correva a casa e si occupava anche di noi. Q uesto dur fino al 1918, quando ci fu l'incidente.... Un incidente evidentemente vo luto dal destino. Racconta infatti ancora Ferdinand Neumann: In quel mese di mar zo del 1918 successe qualcosa che a me personalmente ha sempre fatto una grande impressione, ma che finora non stato fatto notare da nessuno: cio il rapporto pre ciso, immediato e concreto fra il ritorno di nostro padre e l'incidente di Resl, che pose fine alle sue speranze di farsi suora. Pap torn dalla guerra la sera del 9 marzo e l'incidente avvenne la mattina dopo, il 10 marzo! Teresa non ebbe nep pure il tempo di tornare sui suoi progetti. Evidentemente il suo destino non era quello.... L'incidente avvenne cos: la mattina di quel 10 marzo scoppi un incendio molto violento nella fattoria vicina a quella in cui Teresa lavorava. Col suo c arattere spontaneo e generoso, Resl fu tra i primi ad accorrere in aiuto: in pie di su una panca afferrava i secchi d'acqua che le venivano allungati, li solleva va e li passava a un'altra persona pi in alto. A un certo punto avvenne l'irrepar abile: per lo sforzo Resl si procur una slogatura alla spina dorsale. Come fu con statato in seguito, c'era stato uno spostamento della seconda e terza vertebra l ombare con conseguente compressione del midollo, il che provoc subito intorpidime nto alle gambe e mancanza di equilibrio. L per l nessuno si allarm in maniera parti colare e Teresa stessa pens a un colpo della strega particolarmente violento. Tor n a casa da sola e rimase in riposo per un paio di giorni; poi riprese, con grand e fatica, la solita vita. Seguirono alcune cadute rovinose dovute all'intorpidim ento alle gambe, che peggiorarono ulteriormente la situazione, finch per l'aument are dei dolori e il crescente senso di intorpidimento Resl dovette mettersi a le tto. Ma non servi, perch la malattia continu a peggiorare: si presentarono crampi spaventosi che addirittura la facevano svenire, difficolt a inghiottire, disturbi alla vista e graduale incapacit a muoversi. Resl fu curata come meglio si pot, fu anche ricoverata per alcune settimane all'ospedale di Waldsassen, a qualche chi lometro da Konnersreuth, ma senza alcun risultato. Nel marzo del 1919, a un anno esatto di distanza dall'incidente, Resl era completamente paralizzata alle gamb e e priva della vista. La cecit era sopravvenuta dopo un'ennesima caduta, questa volta dalla sedia dove era stata messa a sedere mentre le rifacevano il letto: a veva battuto la testa violentemente contro la porta, era sopravvenuto un crampo

spaventoso e lei aveva perso i sensi. Era poi rimasta vari giorni in stato di in coscienza, e quando aveva finalmente riaperto gli occhi non ci vedeva pi. Raccont a ancora Ferdinand Neumann: I miei riuscirono a trovare un oculista, cosa a quel tempo non facile, il quale dopo aver visitato Resl dichiar che il nervo ottico e ra lesionato e non esistevano medicine per migliorare la situazione. Mia sorella , che fino a quel momento aveva sperato di guarire e di tornare a lavorare, dove tte perdere ogni speranza. Anni dopo, nei colloqui che avevamo quando la portavo a fare quelle passeggiate in macchina che tanto le piacevano, mi confid che avev a impiegato due anni ad accettare quello che le era capitato, a dire si alla mal attia. Noi fratelli comunque l'abbiamo sempre vista rassegnata e paziente: la so fferenza era divenuta il suo pane quotidiano e lei l'accettava come l'aveva acce ttata Ges. Pregava molto e traeva grande conforto dalla comunione che il parroco padre Naber le portava ogni giorno. In particolare era devota a santa Teresa di Lisieux, di cui aveva un'immaginetta che pap le aveva portato dalla Francia duran te la guerra. Oltre che dalla cecit e dall'infermit, Resl era tormentata da piaghe da decubito, atroci dolori di testa, crampi spaventosi. La gamba sinistra era r attrappita e il piede completamente girato verso destra . Oltre alle grandi soffe renze fisiche, Teresa era tormentata dall'idea di essere di peso alla famiglia: non solo non lavorava e non guadagnava pi, ma doveva essere costantemente assisti ta. I genitori e i fratelli sopportarono per sempre tutto con grande coraggio e r assegnazione e fecero il possibile per alleviare la condizione di Resl, sia stan dole molto vicino che procurandole tutte le cure mediche che riuscirono a trovar e. La malattia di Teresa dur complessivamente sette anni: la guarigione fu progre ssiva - prima fu liberata dalla cecit e poi dalla paralisi - e miracolosa. La guarigione dalla cecit Teresa Neumann rimase cieca quattro anni e guari improvvisamente il 29 aprile 19 23, giorno della beatificazione di santa Teresa di Lisieux. E ancora Ferdinand Ne umann che racconta: Il 29 aprile era domenica. Teresa aveva avuto il giorno prim a gravi disturbi di stomaco e nostro padre si era svegliato presto per andare a Neustadt da un terapeuta a prendere un certo t di erbe che gi altre volte le aveva fatto bene. Alle sei, quando and a salutare Resl, lei era ancora cieca e non lo vide. Poi mia sorella dormi ancora un poco: raccont poi di aver avuto la sensazio ne che mentre dormiva succedesse qualcosa al suo guanciale, "come se graffiasse" . Si svegli alle sei e mezzo e pot vedersi le mani, la camicia da notte, il letto. Alz gli occhi verso la stanza, vedeva ogni cosa. Allora prese il bastone e lo ba tt sul pavimento, come usava fare per chiamare i familiari quando aveva bisogno: voleva chiamare la mamma. Arriv invece nostra sorella Crescenzia, e Teresa in un primo momento non la riconobbe, perch in quattro anni era molto cresciuta. Teresa le disse di chiamare subito la mamma. Appena arriv, Teresa le grid che vedeva! La mamma in un primo momento non le credette, pens che non si sentisse bene, ma Ter esa insisteva. Allora la mamma prese dal davanzale della finestra un vaso di fio ri bianchi e glielo mostr, e Teresa fece un commento preciso; poi le mostr dei fio ri rossi, e Teresa descrisse anche quelli. La mamma allora ci chiam tutti, e Tere sa ci parl e ci riconobbe, uno dopo l'altro. La vista le era ritornata! Piangemmo insieme di gioia!. Il giorno dopo il dottor Seid visit Teresa, ma non trov alcuna s piegazione del fatto. Teresa e tutti noi , racconta ancora Ferdinand Neumann, att ribuimmo il miracolo alla piccola Teresa di Ges Bambino . Teresa stessa, in una le ttera che il 27 maggio 1923 scrisse alla sua amica signorina Simson, che era sta ta maestra a Konnersreuth, descrisse la propria guarigione dalla cecit. Cara sign orina Simson, Salve! Cos vorrei gridarle con immensa gioia! Pensi un po': con l'i ntercessione della beata Teresa, il Signore mi ha ridonato la vista. Che felicit! ... Sabato 28 aprile vedevo ancora buio davanti agli occhi, come nei trascorsi q uattro anni; domenica mattina, 29 aprile, aprii un po' gli occhi, ma li sentivo pesanti per gli ultimi tormenti allo stomaco. Ero davvero molto spossata; a un c erto momento aprii gli occhi e... credetti di sognare: vedevo tutto distintament e. Bussai alla mamma che accorse temendo che avessi ripreso il vomito sanguigno, invece mi ud esclamare felice: Mamma, ci vedo! . Lei credette che vaneggiassi e p er sincerarsi pose un vaso di fiori bianchi davanti a me. Oh, che bei fiori bian

chi! , dissi io, a maggio li porteremo in chiesa alla Madonna . Immagini un po', c ara signorina, la gioia di quella domenica. Il sabato era stato tutto nero, come sempre, e la domenica vedevo tutto e bene. Ringrazio sempre, e assieme a Dio mi lle volte la piccola Teresa. Nessuno l'avrebbe creduto, e io meno degli altri, c he allo stato in cui mi trovavo avrei recuperato la vista. Un anno fa il dottor Seid disse a una mia zia: Per gli occhi non c e pi alcuna speranza, dovrebbe succe dere un miracolo per farli risanare. Sabato, 28 aprile, il medico era di nuovo qu i, quando un crampo mi tir il piede sinistro fin sotto il ginocchio destro. Ancor a una volta lui disse: Non c' pi nulla da fare. Stavo quasi per arrabbiarmi. I medic i vedono nell'avvenire tanto poco quanto noi. Questo riservato solo a Dio, per i l nostro meglio, e noi dobbiamo abbandonarci con gioia alla Provvidenza divina. Che il buon Dio faccia di me quello che vuole. Se mi far guarire, sar contenta, e se mi far soffrire per altri cinquant'anni alle gambe, fa lo stesso. Se mi vuol t ogliere di nuovo la vista, affar suo; se mi facesse morire sarebbe la mia pi gran gioia. Ho spesso tanta nostalgia del paradiso, ma forse dovr salire ancora molti gradini della Via crucis... Con la vista, Teresa aveva riacquistato la possibil it di leggere e di ammirare la natura, grande gioia per lei. Gli altri guai per er ano rimasti. I due anni che seguirono furono colmi di sofferenze, cristianamente accettate. Da una lettera che Teresa scrisse a una sua amica, che era stata sua compagna di scuola e con la quale aveva progettato di andare nelle missioni, po ssiamo renderci conto del modo in cui Teresa accettava le pene che quotidianamen te la tormentavano: Cara sorella, non va troppo male, anche se le sofferenze occ upano gran parte del mio tempo. Questa ormai la mia professione. Non mi stato co ncesso di operare nelle missioni all'estero, conquistando anime al mio diletto S alvatore, ma posso farlo qui, a casa mia. Fa lo stesso, vero, il posto dove si o pera; siamo dovunque a casa nostra finch non giungeremo alla nostra vera dimora v erso la quale aneliamo con nostalgia! . La guarigione dalla paralisi Venne il giorno della santificazione della piccola Teresa di Lisieux, 17 maggio 1925. Dal Diario di padre Naber ricaviamo la descrizione di quanto avvenne: Quel giorno fui chiamato presso l'ammalata perch non si sapeva che cosa avesse. La tr ovai con gli occhi fissi e rivolti verso qualcosa davanti a lei, le mani tese ne lla stessa direzione, il volto radioso; faceva cenni di assenso con la testa, co me se stesse parlando con qualcuno. Improvvisamente si mise a sedere, cosa che p er sei anni e mezzo non era riuscita a fare. Quando quello stato straordinario s par, le chiesi dove fosse stata. Invece di rispondere, lei dichiar con sorprendent e sicurezza che ora poteva alzarsi e camminare. La madre guard stupita il piede s inistro che da circa nove mesi era rattrappito e girato verso il destro: ora era di nuovo normale come l'altro. Subito la malata si alz e sorretta dal padre camm in per la stanza per mezz'ora. Alla mia rinnovata domanda dove fosse stata, racco nt che all'improvviso, mentre pregava, le era apparsa davanti agli occhi una luce e una voce straordinariamente amichevole le aveva chiesto se volesse guarire; l ei aveva risposto che per lei tutto andava bene, guarire, restare malata, morire , come voleva Dio. Al che la voce aveva replicato che oggi avrebbe avuto una pic cola gioia, si sarebbe alzata e avrebbe camminato. Per avrebbe dovuto soffrire an cora molto e nessun medico avrebbe potuto curarla. Non doveva comunque disperare : "Io ti ho aiutata finora e ti aiuter anche in avvenire". La voce parl ancora del significato del dolore e concluse: "Io ho scritto: Si salvano pi anime coi patim enti che con le prediche pi brillanti" . (Vedi la sesta lettera di santa Teresa di Ges Bambino ai missionari). Da allora le due vertebre, che prima erano distorte e compresse, tornarono in posizione naturale, i crampi e la paralisi sparirono e la malata pot camminare appoggiandosi al bastone e a una persona... L'opera fu c ompletata qualche mese dopo: Il 30 settembre, anniversario della morte di santa Teresa , leggiamo ancora nel Diario del parroco, la meravigliosa luce apparve di nuovo e la stessa voce disse all'ammalata che Dio voleva che ora camminasse senz a aiuto. E cos fu . Ancora una volta Teresa descrisse in una lettera a un' amica s uora la grande esperienza della guarigione. La lettera datata 16 giugno 1925, un mese dopo il recupero dell'uso delle gambe: Cara amica, voglio raccontare anche

a te la grande, immeritata grazia che stata concessa il 17 maggio. Pensa, cara amica, che ora posso sedere e camminare. Non so lontanamente descriverti come mi sento: tutto il mondo mi sembra nuovo... Sai, non sono mica guarita del tutto; anche la voce mi aveva detto che avrei sofferto ancora molto, ma questo mi ralle gra perch senza dolori e patimenti non so pi immaginare la vita. Ma i dolori pi gra ndi, quelli alla spina dorsale, sono scomparsi completamente. Il punto leso sta bene, le vertebre sono tutte a posto, grazie a Dio. Ti voglio raccontare breveme nte con e successo. Il 17 maggio, giorno della canonizzazione della piccola sant a Teresa, stavo nel pomeriggio sola soletta nella mia stanza, immersa nella devo zione del mese di maggio. Recitavo appunto il rosario quando d'improvviso si fec e una gran luce davanti a me. Non posso descriverti quel chiarore. Al primo mome nto mi spaventai, tanto che gettai due forti grida che furono udite persino dai miei cari, da basso. Ma quando vennero su, non li vidi n li udii. Per non avevo pi u il crampo. I miei cari s'accorsero subito che avevo un altro aspetto. Vennero le sorelle Arzberg e mia sorella Anna, e poi andarono a chiamare il signor parro co. Egli racconta che, appena entrato dalla porta, comprese in quale stato mi tr ovassi: non somigliavo pi a me, n sapevo chi fosse presente. Ma ci che accadeva den tro di me lo ricordo come fosse ora. Quando vidi la luce, sentii una voce dolcis sima che incominci a chiacchierare. Mi chiese se volessi guarire. Risposi che per me andava bene tutto: vivere o morire, essere sana o malata. Tutto ci che vuole il Signore va bene per me, tanto lui sa ci che per il meglio. Allora la voce diss e: Ti farebbe piacere se potessi badare a te stessa? , ed io: Tutto mi fa piacere . La voce disse ancora: Perch sei cos sottomessa, come piace al Signore, ora avrai anche tu una piccola gioia. Ma dovrai soffrire ancora molto e a lungo: nessun m edico ti potr aiutare. Io ti sono stata sempre vicina e continuer ad esserlo. E or a puoi metterti a sedere. Prova, via, io ti aiuter . E qualcosa mi afferr alla mano destra e mi aiut a sedere. Ma nello stesso istante ebbi un dolore tremendo nel p unto leso della spina dorsale, tanto che mi dovetti sdraiare di nuovo. La voce c ontinu a parlare ancora e ancora, ma ora diceva soltanto cose che riguardavano il mio intimo. Parl molto e insistentemente delle sofferenze, ma questo non intendo rivelarlo. Solo al mio confessore narrai tutto, per obbedienza. La voce aggiuns e ancora una frase riguardo ai patimenti: Questo l'ho gi scritto tempo fa. Da quel la frase il mio confessore riconobbe che la voce apparteneva a santa Teresa, per ch la trov nei suoi scritti, ma solo il luned seguente. La voce parl ancora di cose spirituali e poi disse: Adesso puoi alzarti e camminare . Di nuovo sentii afferra re la mia mano e sedetti. Poi la voce disse ancora qualche cosa e d'improvviso l a luce spar. Solo in quel momento vidi e udii i miei cari... Si, cara amica, le m ie vertebre ora sono diritte e cos anche la gamba, solo un po' pi corta. Come abbi a fatto a raddrizzarsi, non lo ricordo affatto, ma la mia cara mamma e le revere nde suore videro, durante quell'ora, che a poco a poco la gamba si stendeva, men tre prima era ancora tutta rattrappita. Qualche giorno dopo venne il dottor Seid i e rimase stupefatto. Egli mi visit a fondo e constat che la lesione al midollo s pinale era del tutto guarita. Per proprio del tutto sana non lo sono, sai; quelle sofferenze che dipendono dal sangue sono rimaste. Se la santissima volont di Dio avesse disposto che guarissi completamente, la voce me l'avrebbe detto. Gi cos so no molto felice: senza patimenti non vorrei vivere. Ora i miei cari non hanno pi tanto da fare intorno a me... anzi, ora che c' la raccolta del fieno sono io che lavo i piatti e che rassetto le stanze da basso. Poi vado a passeggiare nel bel mondo di Dio e tutto mi sembra nuovo. Quant' buono il Signore con noi peccatori! Quante gioie d al mondo! Io mi rallegravo gi tanto quando mi portavate i fiori e o ra, pensa, posso raccoglierli da me... Con la guarigione dalla paralisi alle gam be i miracoli non erano per finiti. Il 13 novembre di quello stesso anno Teresa N eumann ebbe un violento attacco di appendicite acuta con febbre altissima. Il me dico curante, dottor Seid, ravvis la necessit di un'immediata operazione, da farsi nel vicino ospedale di Waldsassen. Poich la madre di Teresa piangeva disperatamen te, la malata chiese al parroco padre Naber se potesse posare una reliquia di sa nta Teresa di Lisieux sulla parte dolente e implorare il suo aiuto. Il parroco n on trov nulla da obiettare e Teresa allora fece posare la reliquia sull'addome so fferente e preg: Santa Teresa! Tu puoi aiutarmi! L'hai gi fatto tante volte! Non l o chiedo per me, ma sent un po' cosa sta combinando la mamma! Padre Naber, che fu

presente tutto il tempo, cos descrisse il fatto nel suo Diario: La malata si con torceva nel letto come un verme, mentre i presenti pregavano santa Teresa. All'i mprovviso si volt verso qualcosa, apr gli occhi, il viso le divenne radioso, alz le mani e le tese verso qualcuno davanti a s, disse alcune volte: "Si", e poi si dr izz. Premette alcune volte sulla parte ammalata chiedendo: "Veramente?". Io doman dai allora se fosse apparsa di nuovo santa Teresa e la risposta fu: "Si, e ha de tto che devo andare subito in chiesa a ringraziare Dio. Mamma, portami un vestit o!". Si vest e andammo in chiesa, tra lo stupore di tutta la gente del paese. Ogn i dolore era passato. Durante la notte tutto il pus fu espulso per via naturale, solo le croste provocate dalla febbre sulle sue labbra durarono otto giorni. Ol tre a sentire la voce, Teresa aveva visto questa volta anche una mano, bianca e sottile. La voce aveva detto: "La tua completa sottomissione e la tua gioia nel sopportare i dolori mi rallegrano. Affinch il mondo riconosca che questo un avven imento straordinario, non occorre che ti operi; ma va' subito, subito, a lodare il Signore e a ringraziarlo. Tu dovrai soffrire ancora molto, ma non temere null a, neppure i patimenti interiori. Solo cos potrai contribuire alla salvezza delle anime. Dovrai sempre di pi rinunciare al tuo io, ma resta sempre cos, candidament e innocente.... La strada di Teresa Neumann era segnata: visioni soprannaturali e sofferenze caratterizzeranno d'ora in poi la sua esistenza. Le stigmate Tra il 1923 e la fine del 1925 Teresa aveva miracolosamente recuperato la vista e la mobilit. A partire dall'inizio del 1926 si verific una serie di fatti pi strao rdinari ancora, se possibile: l'impressione delle stigmate, l'inizio del digiuno che doveva protrarsi per ben trentasei anni, fino alla morte, e il presentarsi di quelle visioni relative ai fatti biblici, alla vita di Ges, della Madonna e de i santi che dovevano anch'esse accompagnare, con ritmo praticamente quotidiano, la vita della Resl, come Teresa Neumann veniva comunemente chiamata da amici e f amiliari. Nel febbraio del 1926 Resl fu colta da malessere ed estrema debolezza, per cui dovette mettersi a letto dove rimase pi di un mese, fino a Pasqua. La no tte fra gioved 4 marzo e venerd, mentre era a letto tranquillamente e non pensava a niente di particolare, ebbe all'improvviso la visione di Ges in ginocchio nell' orto degli ulivi e lo sent pregare; vide anche i discepoli addormentati. Dentro d i s prov uno slancio d'amore e compassione per il Redentore: in quel momento lui l a guard fisso e Teresa sent nella zona del cuore un dolore cos intenso che credette di morire. Quando si riprese, la zona era coperta di sangue e sul lato sinistro si era aperta una ferita che continu a sanguinare fino al giorno dopo. Teresa ri usc a nasconderla a tutti, occultandola con bende. Alla sorella che dormiva con l ei, disse di essersi bruciata. Una settimana dopo, alla stessa ora, Teresa vide ancora Ges nell'orto degli ulivi e in seguito anche la flagellazione. La settiman a seguente assistette all'imposizione della corona di spine. Ogni volta la ferit a al cuore sanguinava copiosamente fino al giorno dopo. Il venerd della Passione, 26 marzo, Teresa vide Ges portare la croce e cadere sotto il suo peso e quando s i riprese dallo stato d'estasi, sulla sua mano sinistra si era aperta una ferita sanguinante che non fu possibile nascondere. Quando la madre le chiese come si fosse fatta male, Teresa dovette rispondere che la ferita si era formata da sola . La notte fra gioved e venerd santo (10 e 2 aprile) Teresa vide per la prima volt a tutta la Via crucis, dall'orto degli ulivi fino al Golgota e alla, morte in cr oce, e sulla mano destra e sui piedi si aprirono altre ferite. Fu chiamato allor a padre Naber, che accorse con un altro sacerdote: Giaceva come una martire , scr isse il prelato nel suo Diario, con gli occhi pieni di sangue, due strisce di sa ngue sulle guance, pallida come una moribonda. Fino alle tre, ora della morte de l Salvatore, soffr le pene spaventose della morte. Poi si calm. La visione delle st igmate commosse profondamente il sacerdote, come aveva turbato e sconvolto i gen itori e i fratelli di Teresa. Mi ci volle parecchio tempo prima che ritrovassi l a mia calma interiore , scrisse ancora padre Naber nel suo Diario. Domenica 4 apr ile, giorno di Pasqua, Teresa vide il Salvatore risorto, si sent molto meglio e p ot alzarsi dal letto. E bene sapere che Teresa Neumann non sapeva nulla delle stig mate e non le aveva affatto desiderate. Come ebbe a dire in seguito, un tale des

iderio le sarebbe apparso una peccaminosa presunzione . La notizia delle stigmate si diffuse molto rapidamente, con le conseguenze che ognuno pu immaginare. Resl non riusciva ad abituarsi all'idea che la gente venisse a sapere che aveva quell e ferite , racconta il fratello Ferdinand. Temeva di essere presa per pazza, di e ssere ritenuta una mistificatrice, un'isterica. Di carattere era riservatissima e avrebbe preferito che le ferite non si vedessero: se proprio era desiderio del Signore che lei le avesse, che fossero soltanto per lei. In seguito per cap che e rano invece destinate soprattutto alla gente, che erano un segno divino per tutt i. Anche in seguito, quando si venne a sapere che non mangiava n beveva pi, ebbe a dirmi in molte occasioni che avrebbe preferito essere come gli altri, visto che quel fatto attirava su di lei una curiosit morbosa. Per evitarla nei limiti del possibile, Teresa us sempre guanti corti senza dita e maniche lunghe che coprivan o quasi completamente le mani. E quando usciva dal paese, per non farsi riconosc ere, invece di portare in testa il fazzoletto bianco che le era abituale, si ves tiva tutta di nero come le vecchie contadine. Per il resto per accett sempre volen tieri ogni cosa inviata dal Salvatore, comprese le terribili sofferenze del vene rd, che continuarono fino alla morte . All'inizio comunque la famiglia Neumann esi t a credere all'origine soprannaturale delle ferite e cerc di farle cicatrizzare p rima con mezzi empirici e casalinghi, poi con l'aiuto del medico. Leggiamo dal D iario del pastore Naber: Alcuni giorni dopo Pasqua venne il medico, dottor Seid, ed esamin le ferite. In precedenza si era tentato di far guarire le ferite con me todi casalinghi, per la malata non era riuscita a sopportarli. Anche l'unguento o rdinato dal medico fu messo due volte sulle ferite, ma non fece bene. Io allora ordino a Teresa di applicare ancora una volta il medicamento, per non doverci po i sentir rimproverare di non aver usato a sufficienza i rimedi naturali. Consegu enza della rinnovata applicazione sono gonfiori alle mani, ai piedi e al fianco e forti dolori. Quando togliamo l'unguento, i dolori cessano. Il 16 aprile il me dico torna e fascia personalmente le ferite; subito per si presentano gonfiore e dolori. Io allora consento alla malata di fare quello che ritiene sia meglio. Le fasciature messe dal medico vengono tolte, le ferite sanguinano ma non fanno pi male. Teresa si trova in grande imbarazzo a causa delle prescrizioni mediche e c hiede consiglio alla piccola santa Teresa. Subito dopo l'invocazione alla santa, si accorge che le bende di lino che erano state poste a protezione delle ferite si allentavano: subito dopo smisero di sanguinare e si asciugarono. Da sabato 1 7 aprile a gioved 22 aprile le ferite rstarono chiuse. Quella sera alle dieci Tere sa era a letto e leggeva, quando le si ripresentarono davanti agli occhi le visi oni del gioved santo; le ferite ripresero a sanguinare e a dolere, cosa che fecer o anche il venerd. Sabato la situazione era di nuovo come la settimana precedente e le ferite erano chiuse. La settimana dopo successe la stessa cosa.... Questa s ituazione si ripet fino alla morte di Teresa: le sue stigmate dolevano continuame nte, ma sanguinavano soltanto durante la visione della Passione. Familiari e med ico rimasero alquanto stupiti da quelle ferite che, se medicate, producevano atr oci dolori e se invece lasciate stare non si infiammavano n si infettavano. E da allora in poi rinunciarono completamente a curarle. Nel novembre di quello stess o anno 1926, tra il 18 e il 19 (gioved, venerd), mentre Teresa aveva la visione de ll'incoronazione di spine, apparvero per la prima volta tre macchie di sangue ne l fazzoletto bianco che usava portare in testa. Quando il fazzoletto fu tolto, i capelli risultarono imbevuti di sangue e tutta la testa era assai dolorante. La settimana successiva le macchie di sangue salirono a otto, e tali rimasero. Le stigmate di Teresa Neumann furono oggetto di molti controlli medici, da parte an che di padre Agostino Gemelli che nel 1928 si rec a Konnersreuth come medico e co me commissario di papa Pio XI. Padre Gemelli si era fatto sacerdote dopo la laur ea in medicina ed era docente all'Universit Cattolica di Milano, di cui era anche rettore. Dopo aver visitato la stigmatizzata, egli dichiar: Avendo visitato con la massima attenzione Teresa Neumann, dichiaro che non c' assolutamente nessuna t raccia di isterismo e, naturalmente, che le sue condizioni non sono scientificam ente spiegabili . In seguito padre Gemelli fece rapporto al pontefice, il quale i mpart la sua benedizione a lui e a Teresa Neumann, la quale avvert chiaramente que lla benedizione e lo disse a padre Naber. Il documento con la benedizione aposto lica giunse a Konnersreuth alcune settimane dopo.

Il digiuno Alle stigmate intanto si aggiunse il digiuno. Da molto tempo, cio fin da quando s i era ammalata, Teresa aveva mostrato un sempre pi scarso bisogno di nutrimento. A partire dal 1922, anche a causa della paralisi che le bloccava i muscoli della deglutizione, si era nutrita soltanto di alimenti liquidi. Poi gradualmente, da l 1926 in poi, non aveva pi sentito neppure la necessit di questi. Tuttavia, per c ompiacere la madre che comprensibilmente se ne preoccupava molto, accettava di i ngoiare ogni giorno un paio di cucchiai di latte o succo di frutta, che per in ge nere rimetteva subito. A partire dal Natale 1926 Teresa prov una totale ripugnanz a per cibi e bevande e smise completamente di nutrirsi. Soltanto dopo la comunio ne quotidiana prendeva alcune gocce d'acqua per inghiottire meglio l'ostia; padr e Naber tuttavia testimonia che dal settembre 1927 non ci fu pi bisogno neppure d i quella. Da allora, per quasi trentasei anni, Teresa visse senza mangiare n bere : la comunione era il suo unico, indispensabile nutrimento. Padre Naber, che le diede la comunione ogni giorno fino alla morte, ha annotato nel suo Diario che T eresa affermava di vivere del Salvatore . E aggiunge: In lei si compie alla lette ra la parola di Dio: "La mia carne vero cibo e il mio sangue vera bevanda" Dell' autenticit del digiuno totale di Teresa Neumann non lecito dubitare. Dice Ferdina nd Neumann: In una famiglia numerosa come la nostra non sarebbe mai stato possib ile simulare una cosa del genere. A che scopo poi? Teresa rifuggiva da ogni noto riet e la curiosit che, suo malgrado, la gente aveva per lei soprattutto per quest a faccenda del digiuno le dava molto fastidio. Inoltre Konnersreuth un piccolo p aese e tutti partecipavano molto da vicino a quello che capitava a mia sorella. Teresa non avrebbe mai potuto nutrirsi di nascosto, per trentasei anni di seguit o: ce ne saremmo accorti! In pi mia sorella ha vissuto a pi riprese per settimane intere a casa del professor Wutz, il famoso orientalista che era anche sacerdote , a Eichsttt, e anche l fu constatato che il suo digiuno era totale.... Come abbiam o accennato in precedenza, a Konnersreuth vivono ancora molte persone che hanno conosciuto bene Teresa e hanno partecipato direttamente alla sua vita mistica, c onstatando di persona, con comprensibile stupore, i fenomeni straordinari di cui la loro compaesana era protagonista. Tutti concordemente descrivono Teresa come una donna di grande semplicit e disponibilit, di carattere allegro, gioviale, ape rta al dialogo, innamorata della natura e di quello che chiamava il bel mondo di Dio. A titolo di esempio riporto le parole di Max Dietz, 83 anni, contadino, par ente di Teresa (suo fratello il marito di Agnes, l'unica sorella superstite di T eresa, oggi molto anziana): Mio fratello e io siamo praticamente cresciuti insie me alla famiglia Neumann e abbiamo assistito ad ogni cosa. Ricordo i tentativi p er far mangiare Teresa: ci provavamo tutti, senza risultato. Sembrava che avesse la gola chiusa. Neppure con la cannuccia le andava gi niente! Hanno sospettato i nganni, frodi, ma sono tutte calunnie. Per trentasei anni, vivendo in una famigl ia numerosissima e sempre piena di amici e conoscenti, ed essendo per di pi sempr e al centro dell'interesse e della curiosit di tutti, Teresa non ha mangiato n eli minato mai nulla: come avrebbe potuto fingere e fare ogni cosa di nascosto? Noi tutti l'abbiamo vista soffrire nel letto, per anni, cieca e paralizzata. Quando all'improvviso guari, pensammo tutti subito a un miracolo: che altro avremmo pot uto pensare? E anche il digiuno e le stigmate furono miracoli. Teresa ci ha abit uato ai miracoli! . Le stigmate e il digiuno di Teresa Neumann, che venivano ad a ggiungersi alle sue guarigioni miracolose di ci gi avevano tanto parlato i giornal i, attirarono sempre pi l'attenzione generale. Si mosse ufficialmente anche la Ch iesa, e pi esattamente la curia di Ratisbona da cui dipende Konnersreuth, e ordin un rigorosissimo controllo che fu eseguito nel luglio 1927 in casa Neumann, su p recisa richiesta del padre di Teresa. Johannes Steiner, che segu per quarant'anni il caso di Teresa Neumann, cos descrive i fatti nel suo libro: Nel luglio 1927, con la sua approvazione e su iniziativa della curia di Ratisbona, Teresa fu sott oposta ad una minuziosa e rigorosa sorveglianza di una commissione medica e di q uattro suore di Mallensdorf. La curia aveva preventivamente interrogato alcuni e sperti per sapere per quanto tempo una persona pu, normalmente, vivere senza pren dere cibo e bevanda. L'esito di questa indagine stabil un periodo massimo di undi

ci giorni, specialmente riguardo al bere. Su questo indice si decise di protrarr e la vigilanza per quindici giorni. A due a due le suore, sotto giuramento, osse rvarono incessantemente Teresa durante quei quindici giorni secondo le istruzion i ecclesiastiche e mediche. E stata misurata l'acqua per sciacquarsi la bocca; so no state controllate tutte le secrezioni. Furono prese fotografie delle stigmate sanguinanti e il sangue stesso fu esaminato. Venne persino sottoposta, senza ch iederle il permesso, a visite molto penose di cui per dieci anni lei si vergogn d i parlare, perfino con i genitori. Nel corso di tali accertamenti fu fatto, dura nte lo stato di estasi del venerd, un esperimento di abbacinamento con una lampad a ad arco di cinquemila watt, dirigendo un raggio luminoso sui suoi occhi spalan cati. Se Teresa si fosse trovata in condizioni di sensibilit normale, questo espe rimento avrebbe potuto provocare disturbi visivi molto gravi, specialmente a lei che gi era stata affetta da cecit. Invece non si mosse, n batt ciglio, e ci dimostra che nello stato di contemplazione visionaria era insensibile ad ogni impression e esterna. Nei quindici giorni non fu constatata la minima immissione di aliment i. Il peso, che all'inizio dell'esame era di 55 kg, scese durante le sofferenze del venerd a 51 kg la prima volta e a 52,5 la seconda, e alla fine dell'esame rit orn al livello iniziale malgrado l'assoluto digiuno. Il peso medio di Teresa Neum ann, nel corso degli anni seguenti, non mai diminuito, anzi con l'et e per predis posizione ereditaria piuttosto aumentato. Ha sempre perduto peso nei venerd (fino a 4 kg), ma lo ha recuperato regolarmente nel corso della settimana. Un organis mo normale non sopporterebbe, a lungo andare e senza sostentamento, cos continue variazioni di peso senza registrare notevoli disturbi.... La curia di Ratisbona s i dichiar pienamente soddisfatta dell'esito del controllo. Nel suo bollettino del 4 ottobre 1927 pubblic infatti quanto segue: L'esteso, esauriente rapporto dell' ufficiale sanitario dottor Seid e il testo scritto di proprio pugno dal docente u niversitario professor Ewald, nonch i due gruppi di diari delle quattro suore ci convincono che un osservazione effettuata in un ospedale o in una clinica, come all'inizio era stato auspicato ma non fu possibile effettuare, non avrebbero pot uto dare risultati migliori. Firmato: Scheglmann, vicario generale. Whrl, segreta rio . Negli anni seguenti tuttavia furono fatte pressioni a Teresa perch ripetesse il controllo del digiuno. A un secondo esame tuttavia non si arriv mai, perch i v escovi non furono d'accordo nella richiesta di un secondo esame che veniva da pa rte dei medici e dei politici. Inoltre il padre di Teresa, dopo aver appreso cer ti particolari del primo controllo, si oppose assolutamente a che ne venisse com piuto un secondo. Egli stesso lo espresse chiaramente in una lettera al vescovo di Ratisbona, monsignor Michael Buchberger: la lettera datata 10 marzo 1937. Rev .mo signor vescovo, in questi giorni ho appreso da mia figlia una cosa che cambi a radicalmente il mio atteggiamento riguardo a un rinnovato esame clinico. Duran te l'osservazione ordinata dal suo predecessore, il professor Ewald, senza che i o lo sapessi e senza il permesso di mia figlia, l'ha visitata in rapporto alla s ua verginit. Mia figlia, non essendo nelle condizioni di potersi opporre, ha dovu to subire l'affronto senza protestare, ma il professor Ewald non doveva mai farl o senza il suo consenso. In tutti questi anni lei non mi ha mai parlato del fatt o, perch si vergognava... E inaudito e vergognoso sotto ogni aspetto che da parte della curia, sotto il titolo di osservazione del mancato nutrimento , si concedan o pieni poteri a un medico, e per di pi a un medico protestante, poteri che gli c onsentono di trattare e visitare una ragazza illibata come una prostituta alla s ezione di polizia. Con ci ogni discorso intorno a nuovi esami medici definitivame nte chiuso... Stigmate e digiuno non autorizzano in alcun modo a tale incredibil e impudenza, che non si oserebbe imporre a un essere normale. Ad ogni buon conto , a me non capiter di certo mai pi che si abusi della fiducia della mia famiglia i n modo cos vergognoso, visto che neanche gli ordini del vescovado garantiscono pr otezione alcuna. Con reverenza. FERDJNAND NEUMANN Nella sua opposizione netta e precisa Ferdinand Neumann fu confortato dal sosteg no dei vescovi: monsignor Michael Rackl, vescovo di Eichsttt, lo esort a non aderi re per nessuna ragione a un nuovo esame; e il cardinale Preysing di Berlino, che era stato in precedenza vescovo di Eichsttt e conosceva quindi molto bene la sit uazione, afferm pubblicamente: Mi rallegro molto che il padre abbia una testa cos

dura. E ovvio che un medico non crederebbe ai risultati dell'altro, n una clinica all'altra . Johannes Steiner riferisce nel suo libro che papa Pio XI avrebbe dett o al cardinale Schuster con riferimento a Teresa Neumann e al problema di un ult eriore controllo: Lasciatemi in pace quella creatura!. Steiner aggiunge poi, a tit olo personale, che il padre di Teresa aveva detto a pi riprese: Per conto mio pos sono mettere Teresa in una cassa di vetro e osservarla quanto vogliono, ma non p ermetter mai che si facciano esperimenti su di lei . Egli temeva infatti che se la figlia fosse stata ricoverata in clinica per accertamenti relativi al digiuno l e cose sarebbero andate come la prima volta; in pi probabilmente avrebbero tentat o di nutrirla con sonde o avrebbero fatto esperimenti sulle stigmate. Questi ult imi timori erano stati espressi a Ferdinand Neumann da amici medici ed erano pie namente giustificati, anche perch durante il terzo Reich nessuno sapeva cosa pote sse capitare in una clinica. Teresa fu quindi lasciata in pace. Nel suo Diario p adre Naber racconta di averle chiesto, mentre si trovava in stato di estasi, che cosa si poteva sperare da un nuovo esame, e lei aveva fls'posto: Se il Salvator e si fosse riproposto di ricavare da un nuovo esame qualche cosa in suo onore e che fosse utile alla salvezza della gente, avrebbe da tempo gi portato a termine la faccenda! . Resta da aggiungere, per completare il quadro relativo al digiuno di Teresa Neumann, che tale digiuno ebbe un'importante conferma indiretta: duran te il terzo Reich Teresa fu cancellata dalle liste annonarie e dall'inizio della guerra fino alla riforma monetaria del 1948 non ebbe la tessera alimentare. Le fu concessa invece una doppia razione di detersivi per lavare la biancheria che ogni venerd inondava di sangue. Teresa Neumann, la sua famiglia e i suoi amici fu rono sempre nettamente contrari al nazismo, e non ne fecero certo mistero; ci non ostante non ebbero fastidi di alcun genere. Hitler ebbe, a quanto pare, rispetto di lei e la parola d'ordine nei suoi confronti era: Konnersreuth non si tocca! . A proposito del digiuno di trentasei anni di Teresa Neumann, il gesuita dottor Carl Strter, che fu incaricato dal vescovo di Ratisbona monsignor Rudolf Graber d i studiare la vita della stigmatizzata di Konnersreuth e di raccogliere material e in vista di una possibile beatificazione, afferma: Il significato del digiuno d i Teresa Neumann stato quello di dimostrare agli uomini di tutto il mondo il val ore dell'eucarestia, far capire che Cristo veramente presente sotto la specie de l pane e che attraverso l'eucarestia pu conservare anche la vita fisica . Seconda parte LE VISIONI Dal momento in cui ricevette le stigmate fino alla morte, Teresa Neumann ebbe nu merosissime visioni in cui vedeva Ges, i vari episodi della sua vita, i suoi mira coli, le sue prediche, la morte in croce, la risurrezione, l'ascensione al cielo . Vedeva anche la vita della Madonna, degli apostoli e dei santi, fatti biblici, episodi narrati negli Atti degli Apostoli. Durante le visioni Teresa era comple tamente staccata dal mondo circostante e non reagiva a nessuno stimolo: era tota lmente immersa in quello che vedeva, che si rifletteva con grande espressivit sul suo volto. Le fotografie che le sono state scattate dal fratello Ferdinand ment re davanti al suo occhio interiore passavano le visioni documentano con estrema chiarezza i diversi stati d'animo: gioia, dolore, preoccupazione, sofferenza, st upore e cos via. Teresa non assisteva ai fatti biblici soltanto con lo sguardo, m a con tutta se stessa: udiva quello che veniva detto (come vedremo, sentiva ed e ra in grado di ripetere anche parole e frasi in lingue che allo stato normale no n conosceva), percepiva gli odori (per esempio quelli dei balsami), avvertiva se nsazioni di caldo e di freddo, soffriva nel corpo le sofferenze di Ges. Subito do po la visione, e anche tra una visione e l'altra, Teresa entrava in uno stato ch e fu definito di quiete soprannaturale, durante il quale si sentiva gioiosamente u nita al Salvatore. Raramente Teresa Neumann parlava di Dio o di Ges Cristo: per l ei c'era soltanto il Salvatore, col quale per tutta la vita ebbe un rapporto di totale fiducia e confidenza. Durante lo stato di quiete soprannaturale , Teresa po teva essere interrogata su quanto aveva visto e lo riferiva dettagliatamente; e

anche su problemi religiosi e filosofici e su questioni personali riguardanti i presenti. Le risposte e le spiegazioni che dava mentre si trovava in questa cond izione superavano di gran lunga le sue conoscenze abituali; inoltre si esprimeva in tedesco corretto invece che in dialetto e dava prova di abilit chiaroveggenti e di uno straordinario potere di penetrazione nell'animo altrui. Capitava quind i sovente che rispondesse a qualche domanda prima che la persona interessata la formulasse e che accennasse, senza mai esprimere alcun biasimo o critica, a epis odi della vita passata di chi le stava davanti, allo scopo di sollecitarne la co nfidenza. Tornata allo stato normale, Teresa non ricordava nulla di quanto aveva detto. Conosciamo ogni cosa perch padre Naber, Fritz Gerlich e altri hanno preso accuratamente nota di tutto; inoltre il fratello Ferdinand riusc fin dagli anni Trenta a registrare su disco quanto Teresa diceva a proposito di ci che vedeva in stato di estasi. Le visioni pi famose e impressionanti sono quelle della passion e e morte di Ges, che si ripetevano ogni venerd ad eccezione dei tempi liturgici g audiosi o di particolari feste religiose che cadevano di venerd; in questi casi, abbastanza rari, a Teresa erano risparmiate le abituali sofferenze. Le visioni d el venerd si distinguevano infatti dalle altre anche perch Teresa soffriva moltiss imo nel fisico e nello spirito: riviveva nel corpo e nell'anima l'ultimo giorno di Ges. E stato calcolato che questo avvenne almeno settecento volte. Per quello c he riguarda invece le altre visioni, quelle relative alla vita della Madonna e d ei santi e agli episodi biblici, esse coglievano Teresa improvvisamente, in qual unque momento della giornata. Di colpo ella veniva colta dalla visione e traspor tata altrove: ci poteva capitare mentre stava cucendo, quando era in giardino, du rante un colloquio con i familiari o i visitatori, in macchina col fratello Ferd inand. Teresa diventava allora del tutto insensibile agli stimoli esterni, non s i accorgeva pi di quanto avveniva intorno a lei, che era completamente concentrat a su quanto le veniva mostrato. Si trover nella terza parte di questo libro la de scrizione di un certo numero di visioni. Concentriamoci per fin d'ora sulle visio ni del venerd, che erano del tutto particolari. Ogni volta Teresa vedeva pi o meno la stessa cosa, cio le veniva mostrata in quarantacinque quadri la passione del Redentore, dalla preghiera nell'orto degli ulivi al Golgota. Le visioni comincia vano la notte fra il gioved e il venerd e terminavano il venerd, nell'ora della mor te di Ges. Come teologi, orientalisti ed esperti ebbero modo di constatare, quest e visioni corrispondevano alla realt storica, anche nei suoi aspetti meno noti. Q uando Teresa Neumann cominci ad avere le visioni, era una giovane contadina con b en poche letture al suo attivo. Ci si sarebbe dovuti di conseguenza aspettare ch e fosse influenzata per esempio dai quadri della Via Crucis della chiesa parrocc hiale del paese, le uniche raffigurazioni di questo evento che conoscesse; invec e ci non avvenne affatto, n per l'ambiente, n per l'abbigliamento, n per il modo di agire dei personaggi coinvolti. Al dottor Fritz Gerlich che una volta le chiese se ci fosse somiglianza tra ci che vedeva e i quadri che erano in chiesa, lei ris pose subito: Oh, no, dottore, non, c niente di simile! . Ci che le veniva mostrato n ello stato visionario corrispondeva invece perfettamente al paesaggio di Gerusal emme, che Teresa non aveva mai visto, agli arredamenti e agli abiti dell'epoca, su cui certamente non aveva fatto alcuno studio storico. Appena aveva inizio la contemplazione di Ges nell'orto degli ulivi, Teresa cominciava a sanguinare dalle stigmate del costato, delle mani, dei piedi e della fronte; lacrime di sangue l e sgorgavano inoltre dagli occhi. Mentre assisteva al trasporto della croce, la spalla le si gonfiava e si tumefaceva. Chi ha potuto assistere a questa visione, ne ha riportato l'immagine di un martire perfetto e impressionante, ma pur semp re nobile, commovente e composto , scrive nel suo libro Johannes Steiner, che seg ui Teresa per quarant'anni. Si vedevano le mani muoversi intorno alla fronte, co me per allontanare le spine, le dita delle mani contrarsi nello spasimo doloroso dei chiodi della crocifissione, la lingua che cercava di umettare le labbra ria rse.... Le varie scene duravano ognuna da due a cinque minuti e venivano interrot te dallo stato di quiete in cui Teresa raccontava ci che aveva visto. Diceva anch e che in quei momenti il Signore le ridava forza. Le visioni si interrompevano v erso le due di notte, l'ora in cui Ges fu messo in prigione prima di comparire da vanti a Pilato, e riprendevano la mattina dopo. Particolarmente impressionante e ra la visione della flagellazione, durante la quale le si aprivano ferite sul pe

tto e sulla schiena. Racconta il fratello Ferdinand: Teresa ogni volta assisteva alle visioni come se fosse stata una persona dell'epoca che partecipa a qualcos a di terribile e crudele, continuando a sperare fino alla fine che Ges in qualche modo venisse liberato. Per esempio quando assisteva al bacio di Giuda, credeva davvero che fosse amichevole e sorrideva; soltanto in un secondo momento la sua espressione si tramutava in orrore. Ogni volta la visione rappresentava quindi p er lei una terribile angoscia sia fisica che morale. A queste passioni hanno ass istito migliaia di persone, che venivano da tutte le parti della Germania e anch e dall'estero e sfilavano in silenzio davanti al letto di Teresa che soffriva e sanguinava. Qualcuno di noi fratelli era sempre presente: abbiamo assistito a sc ene di estrema commozione, a conversioni, a sfoghi di pianto. Io sono stato pres ente decine di volte, ma non mi ci sono mai abituato: era veramente uno spettaco lo che strappava il cuore! . Il contenuto delle visioni della passione era sempre uguale, come stato detto; talora le varie fasi si allungavano o si accorciavano , per le scene che venivano viste erano sempre le seguenti: 1) Il Salvatore in st rada con dieci apostoli; mancano Pietro e Giovanni che sono stati mandati avanti . Sono le dieci e mezzo di sera. 2) Il Salvatore viene introdotto da un uomo buo no in una bella e grande sala dove imbandita un'a tavola. Gli apostoli sono ora dodici, ci sono anche Pietro e Giovanni. 3) Si finisce di preparare la sala e la mensa. Non ci sono sedie, ma sedili a schienale obliquo, piatti scuri, niente f orchette ma certi strumenti simili a ganci. Il Salvatore ha un grosso coltello. Il fuoco acceso. Entra un uomo che porta frasche verdi e un agnello pasquale all o spiedo. Il Salvatore segna la porta col sangue dell'agnello e ne getta anche n el fuoco. 4) Visione breve, con l'inizio della cena. 5) Il Salvatore si muove pe r la sala con gli apostoli. Tutti cantano, anche il Salvatore canta con voce chi ara . Quando le chiedono se abbia sentito qualcosa, Teresa dice che le parole del canto erano Alleluja, Eloim, Adonai . 6) Il Salvatore lava i piedi agli apostoli . Pietro non vorrebbe farseli lavare, ma il Salvatore lo convince. 7) Il Salvato re benedice il pane e il vino. Teresa assume un'espressione di rispetto e rivolg e lo sguardo verso l'alto. Ges parla dicendo qualcosa di grande e d a ognuno un pe zzo di pane. Dice poi una cosa che fa alzare e uscire in fretta quello con i cap elli rossi . Ges parla ancora e d il vino agli apostoli. 8) Gli apostoli parlano tr a loro. Il Salvatore si alza e prega. Quando si siede di nuovo, Giovanni gli app oggia la testa sulla spalla sinistra. Alcuni degli apostoli sono ora seduti, alt ri in piedi. Poi il Salvatore esce dalla porta. 9) Il Salvatore e gli apostoli s i dirigono verso il monte degli ulivi. Teresa li segue con lo sguardo. 10) Il Sa lvatore attraversa un piccolo ponte e va verso un orto. Qui c' una casa piccola e una pi grande. Otto degli apostoli si fermano qui. Ges prosegue con gli altri tre . 11) Il Salvatore prega inginocchiato nell'orto e poi torna verso i tre (prima preghiera). Teresa ha le lacrime agli occhi. 12) Seconda preghiera del Salvatore . Di nuovo va dai tre e li trova addormentati. Dagli occhi di Teresa escono le p rime gocce di sangue. 13) Il Salvatore prega per la terza volta e suda sangue. V iene un angelo e lo consola. Ges torna dai tre e li sveglia. Essi erano il giovan e, uno pi vecchio e un altro pi vecchio . Teresa ha ormai strisce di sangue sulle g uance, le gocce cominciano a cadere sulla camicia da notte; la ferita al cuore i nizia a sanguinare. 14) Arrivano uomini con fiaccole. Davanti a tutti quello che era scappato quando il Salvatore gli aveva dato il pane . 15) Scontro fra gli ap ostoli e Giuda. Gli apostoli gridano: Machada, machada (cosa succede?); poi rico noscono Giuda e urlano: Ganapa, magera (mascalzone, una spada!). Pietro estrae l a spada e colpisce. (Da questo momento ella chiamer Pietro il mozzaorecchi 3) Gli uomini gridano che vogliono Ges di Nazareth, e il Salvatore risponde: Ana (Sono io). 16) Teresa sorride: ha scambiato il bacio di Giuda per un segno di amicizia . Subito dopo per la sua espressione diviene di orrore. Comincia a lamentare dolo ri alle mani. Il Salvatore risana l'orecchio del ferito (Malco) e subito dopo vi ene legato. La stigmata della mano sinistra di Teresa comincia a sanguinare. 17) Il Salvatore viene condotto via. E stanco e assetato. Gli uomini hanno tentato d i catturare Marco, ma lui fuggito lasciando loro la sua tunica. 18) Hanno gettat o il Salvatore nell'acqua, lui ha bevuto l'acqua sporca (del torrente Cedron). A nche la stigmata della mano destra e quelle dei piedi cominciano a sanguinare. 1 9) Il corteo passa per un sobborgo di poveri, che hanno piet del Salvatore, si in

ginocchiano sulla strada e lo invocano. Poi vorrebbero seguire il corteo, ma ven gono respinti. Il Salvatore, che scalzo, viene condotto al centro della citt, per strade sassose, fino a una grande casa con cortile interno, dove acceso un fuoc o. 20) Giovanni e Pietro osservano i fatti da una certa distanza. Arriva un uomo anziano con una lung barba (Anna). 21) Il Salvatore davanti a quest'uomo, ma da principio non gli parla. Infine gli d una risposta orgogliosa. Allora uno gli d un o schiaffo. Teresa geme per il dolore alla ferita al cuore. 22) Il Salvatore vie ne deriso. Le stigmate alle mani sanguinano di nuovo. Anna scrive qualcosa su un rotolo, lo infila nella cintura del Salvatore e lo fa portar via. 23) Il Salvat ore viene condotto davanti a un altro uomo dalla veste scintillante, qualcosa su lla testa che assomiglia a piccoli corni e una strana cosa sul petto. Teresa indi ca con le mani strisce che scendono obliquamente verso il petto. Si tratta dello stemma (ephod) del pontefice, su cui sono indicati i nomi delle dodici trib di I sraele. 24) Fuoco nel cortile. Il mozzaorecchi viene interrogato, ma nega di conos cere il Salvatore. Teresa sente cantare il gallo. 25) L'uomo con i cornetti, cio i l sommo pontefice, si strappa la veste. La taglia con un coltello e poi la strap pa. Caifa si strappa la veste in segno di condanna. Alcuni si sono espressi cont ro la condanna, ma non servito a niente . Il Salvatore viene di nuovo deriso. Gli mettono un mantello bruno, in testa una corona di paglia e da tutte le parti gl i sputano addosso. Pietro, interrogato da una donna, nega ancora di conoscere Ge s. Di nuovo canta il gallo. In quello stesso momento il Salvatore gli passa davan ti, lo guarda addolorato ma buono , e poi si allontana piangendo. 26) Il Salvator e viene condotto in un buco scuro, freddo , a cui si arriva attraverso un corrido io stretto e basso, che bisogna percorrere piegati. Il carcere una cella stretta in cui possono stare al massimo due persone. L resta fino al mattino dopo. La ge nte se ne va, anche Giovanni raggiunge la Madre e le altre donne. Che sofferenza per la Madre! . Ella viene poi condotta in una casa nelle vicinanze. A questo pu nto, verso le due di notte, le visioni si interrompevano. Il tutto era durato ci rca due ore. Durante le visioni Teresa stava seduta diritta sul letto. Nelle pau se tra una visione e l'altra si appoggiava al guanciale e dava spiegazioni su qu anto aveva visto. Dopo l'ultima visione subentrava uno stato di pace, durante il quale diceva che il Salvatore le ridava forza. Fino al mattino dopo Teresa ripo sava. Nel momento in cui riprendevano le visioni, il sangue che era uscito dagli occhi e dalle stigmate era secco. 27) Al mattino i sacerdoti e il loro seguito portano Ges davanti a Pilato. Si fermano davanti alla scalinata del palazzo, Pila to esce e si fa portare una specie di canap, su cui si mette a sedere. Teresa sen te che Pilato non prova odio per Ges, ma vorrebbe essere giusto. Dice per che dove tte cedere al volere della gente . Pilato, saputo che Ges della Galilea, lo manda da Erode, che a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Prima per lo fa lavare, perch pieno di sangue e di sputi. Davanti a Erode il Salvatore si comporta con molto o rgoglio e non risponde alle sue domande. Tuttavia Erode, anche se irato, non fa niente contro di lui, ma lo rimanda a Pilato. 28) Ges viene ricondotto da Pilato. Teresa intanto vede la moglie di Pilato mandare al marito un messaggio che lo i nvita a non impicciarsi di quel giusto . Pilato molto inquieto. 29) Il Salvatore e il corteo che lo accompagna arrivano da Pilato, il quale non affatto contento di rivederli. Di nuovo interroga Ges, e Teresa nota che Pilato l'unico al quale i l Salvatore risponde . Pilato cerca nuovamente di salvarlo, ma la folla che si ri unita continua a gridare: Schelappo (crocifiggilo). Allora Pilato manda a prende re il brigante Barabba e grida qualcosa alla folla. Tutti gridano: Barabba. Pilato allora d un ordine e Ges viene condotto via. 30) Teresa guarda terrorizzata e vol ge il capo a destra e a sinistra: assiste alla flagellazione. Il Salvatore viene spogliato, le mani gli vengono legate e la corda fissata alla colonna. Il Salva tore ha il volto verso la colonna e le braccia cos tirate verso lalto che tocca te rra appena con le dita dei piedi. Poi tre gruppi composti ognuno da due uomini u briachi cominciano a flagellarlo. Quando vedono che tutte le parti raggiungibili del corpo sono gonfie e tumefatte, lo voltano e lo flagellano anteriormente. Du rante la flagellazione sul petto e sulle spalle di Teresa si aprono delle ferite che macchiano di sangue la camicia. Finita la flagellazione, il Salvatore cos sf inito che non riesce neppure a chinarsi per raccogliere le proprie vesti. Per sc herno il ragazzetto gliele fa volare lontano con un calcio. Teresa furiosa contr

o questo ragazzo ed esprime vivacemente la sua collera. 31) La corona di spine. Questa corona non consiste, come abitualmente si pensa, in semplici rami spinosi intrecciati, ma simile alle corone orientali, che sono chiuse nella parte super iore: i copricapo dei patriarchi della Chiesa ortodossa hanno tuttora questa for ma. Teresa la descriveva come una specie di cesto, con molte spine lunghe e appu ntite, che i servitori conficcavano in testa a Ges aiutandosi anche con bastoni p er non ferirsi . (Interessante notare che recenti studi sulla Sindone hanno porta to a scoprire che la corona di spine era in realt una specie di mitra fatta di un intreccio di rovi) 32) Pilato si fa condurre il Salvatore, che ha la corona di spine sulla testa, un lacero mantello rosso sulle spalle, sta curvo e trema. Pil ato lo guarda con evidente piet. Tra la folla Teresa vede anche la Madre e Giovan ni. La folla continua a gridare: Schelappo . 33) Pilato si fa portare una ciotola e si fa versare acqua sulle mani. Viene pronunciata la condanna a morte di Ges. Le proteste vengono soffocate dalle grida della folla. Vengono portati i legni p er la croce: Teresa in un primo momento crede che sia legna da costruzione. Due pezzi corti e uno pi lungo: la croce non ancora stata montata e i legni sono lega ti insieme. Teresa nota che devono essere stati squadrati da tempo, infatti gli angoli sono smussati per le intemperie. I legni vengono gettati sulle spalle del Salvatore, che cominciano a sanguinare. Anche la spalla destra di Teresa cominc ia a macchiarsi di sangue. 34) Ges cammina verso il Calvario. Cade sotto la croce e viene rialzato violentemente. 35) Lungo il cammino Ges vede sua madre insieme a Giovanni e ad alcune donne. Teresa lo sente chiamare Immi (mia madre). Uno dei r agazzacci che accompagnano i carnefici, accorgendosi che si tratta della madre d i Ges, per scherno le mostra due chiodi di crocifissione. Maria sviene e viene so rretta da Giovanni. 36) Uno straniero viene sollecitato a portare la croce di Ge s. Teresa gli fa cenno con la mano sinistra, come a sollecitarlo ad aiutare il Sa lvatore. 37) Quest'uomo un greco, si chiama Simone di Cirene. Ha un bastone sott o il braccio ed in compagnia di due ragazzi, uno pi grande e uno pi piccolo. Si er ano avvicinati per vedere cosa stava succedendo. Quando gli ordinano di portare la croce, l'uomo si ribella e rifiuta di farlo. Dato che gli aguzzini vogliono c ostringerlo, lui protesta energicamente e cos facendo provoca la seconda caduta d el Salvatore, il quale rialzandosi si volta verso di lui e lo guarda con uno sgu ardo divino che tronca ogni sua resistenza. Simone afferra la croce, sollevando completamente del suo peso il Salvatore. Teresa assiste a tutto questo camminand o accanto a Ges. 38) Si avvicina una donna con una fanciulla che porta una brocca d'acqua. Res la riconosce: la stessa che un tempo si era avvicinata di nascosto al Salvatore e gli aveva toccato la veste, guarendo dalla sua emorragia. Commoss a, vedendo il volto coperto di sudore e di sangue del Salvatore, gli porge il su o scialle e lui se lo preme contro il viso, la cui impronta vi resta impressa. 3 9) Il corteo arriva alla porta della citt. 40) Donne e bambini sostano sulla stra da e guardano piangendo il passaggio del Salvatore. I soldati li respingono. 41) Il Salvatore inciampa e cade. 42) Gli aguzzini gridano: Kum (alzati), e afferra no il Salvatore per le spalle per farlo rialzare: temono che muoia prima di veni r crocifisso. 43) Il corteo arriva al luogo della crocifissione sul monte Calvar io. Qui si ferma. Il Salvatore viene condotto in una vecchia tomba mezza dirocca ta. 44) I tre pezzi della croce vengono messi insieme. 45) Il Salvatore viene di steso per prova sulla croce: vengono segnate le posizioni della testa, delle man i, dei piedi e della vita. Poi lo fanno alzare (Teresa dice che da solo non ci s arebbe mai riuscito) e lo riportano nella tomba. Teresa lo vede seduto, ancora v estito e tremante: in stato normale Teresa osserv che era logico che tremasse, vi sto che la stagione era ancora indietro e lui aveva la febbre per le molte ferit e. Dopo questa visione, che avveniva in genere verso le undici del mattino, c'er a sempre una pausa di circa unora, durante la quale Teresa giaceva in posizione d i abbandono e riprendeva forza. In varie occasioni ebbe a dire che durante quell 'ora i carnefici preparavano la croce. Verso le dodici Teresa si mette di colpo a sedere sul letto, con le mani tese in avanti: per tre quarti d'ora assister all a crocifissione. Il Salvatore viene condotto accanto alla croce; gli strappano i vestiti appiccicati al corpo dal sangue, cos che tutte le ferite si riaprono e r icominciano a sanguinare. Resta nudo, e ha il volto pieno di tristezza per l'aff ronto. Presa da piet, una donna gli porge uno scialle e lui se lo avvolge con gra

titudine intorno alla vita. Gli aguzzini lo spingono sulla croce e lo legano all a cintola. Poi gli legano anche le braccia alla croce e infilano i chiodi, attra verso la mano, nel foro gi praticato in precedenza nel legno. Siccome a sinistra il foro troppo distante, con una corda tirano il braccio fino a slogare la spall a. Teresa sussulta a ogni colpo di martello e dalle stigmate esce sangue fresco. Si procede poi all'inchiodatura dei piedi: anche le gambe vengono legate alla c roce, i piedi sovrapposti e inchiodati con un lungo chiodo. Viene quindi attacca ta la scritta col nome e poi la croce viene innalzata e conficcata in una fossa, gi preparata. Teresa sussulta per lo spasimo e vede il Salvatore piegare il capo e svenire per qualche momento. Siccome la fossa non risulta sufficientemente pr ofonda, i carnefici tolgono la croce, scavano ancora un po' e poi la rimettono a posto, meno violentemente di prima. Per tener salda la croce, riempiono la foss a di terra, pietre e cunei di legno. Teresa, su richiesta, ebbe occasione di pre cisare che il Salvatore era stato crocifisso con le spalle alla citt; le croci de i due ladroni erano un po' pi avanti, disposte obliquamente. Teresa tiene ora cos tantemente lo sguardo rivolto verso l'alto, sente le parole di perdono di Ges, le grida di scherno della folla. Il suo sguardo si posa con grande piet anche sulla Madre, che sta ai piedi della croce sorretta da Giovanni. Accanto a lei Maria M addalena, con le vesti imbrattate di sangue. Il cielo si oscura e il Salvatore s i sente abbandonato. Mormora: Ebi, Ebi, lam sabaktani (Mio Dio, mio Dio, perch mi hai abbandonato?). E il momento pi difficile della sua esistenza. Ferdinand Neuman n ha registrato queste parole della sorella: Al Salvatore pareva che il Padre no n ne volesse pi sapere di lui, e per me stato come se il Salvatore non ne volesse pi sapere di me. Nella febbre e nell'arsura Teresa sente il Salvatore pronunciare la parola As-che (ho sete), termine insolito di cui si dir in seguito, alla fine di questo capitolo. Al Salvatore viene allungata la spugna con acqua e aceto, l ui ne beve, poi esclama: Salem kulechi (tutto compiuto). E poco dopo: Abba, beja dach afkedh ruchi (Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito). La terra tr ema, la rupe si spacca, il Salvatore china la testa e spira. In quello stesso mo mento Teresa si abbandona riversa sui guanciali. La bocca le resta semichiusa, i l volto cereo: a giudizio dei numerosissimi testimoni, sembra veramente una mort a. Le visioni della passione erano quasi sempre queste. Il venerd santo e in qual che altra rara occasione Teresa vedeva per anche altre cose: la morte dei ladroni , la deposizione dalla croce, la sepoltura del Salvatore. Johannes Steiner rifer isce che nel 1947, mentre era nello stato normale, Teresa spieg che i due bracci della croce non erano paralleli a terra, bens piantati obliquamente nel palo cent rale. Steiner allora fece uno schizzo (quello qui riportato) che Teresa giudic pi o meno esatto. Disse per che la croce era molto pi bassa, tanto che la Madre e Gio vanni, che stavano accanto alla croce, arrivavano con la testa quasi all'altezza del petto del Salvatore. Dopo la visione della passione, Teresa cadeva in un so nno profondo. Il sabato solitamente si era del tutto rimessa. Soltanto il sabato santo continuava a dormire, e a fatica i parenti riuscivano a muoverla per lava rla. Si riprendeva la mattina di Pasqua, di buon'ora, con la visione della risur rezione. Appariva allora felicissima, piena di gioia e non si stancava di ripete re a padre Naber, che era sempre presente, di non dimenticare di dire alla gente , nel suo sermone pasquale, che il Salvatore buono . Vediamo ora qualche altro el emento di grande interesse. stato osservato pi volte che, durante le visioni, le stigmate di Teresa Neumann si aprivano e cominciavano a sanguinare. A queste san guinazioni ebbero modo di assistere, in pi occasioni, dei medici, tra cui il prof essor G. Ewald, docente a Erlangen; dopo aver analizzato le piaghe insieme ad al cuni colleghi, egli scrisse: La prima apparizione delle lacrime di sangue all'in izio dell'estasi fu osservata anche dal collega Seid e dal medico legale Molitori . Furono fatti immediati prelievi, che furono analizzati al microscopio: la pres enza di sangue fu constatata senz'ombra di dubbio... Una simile sanguinazione no n potrebbe essere provocata artificialmente, in quanto rimarrebbero cicatrici ev identi alle congiuntive. Ogni ferita provocata si chiuderebbe da sola prima di p oter provocare una tale sanguinazione, anche se si trattasse di ferite ampie, ch e per non potrebbero mai passare inosservate. Lo stesso vale anche per la ferita nella regione del cuore e per il sangue che esce dalla testa. L'inizio spontaneo delle sanguinazioni stato osservato con certezza da parecchi medici, anche con

la lente d'ingrandimento . Nessun dubbio quindi sull'autenticit delle stigmate e d elle sanguinazioni spontanee durante le visioni. Un altro elemento notevole rapp resentato dal fatto che durante le visioni Teresa Neumann parlava in lingue che allo stato normale non conosceva: si parla in questo caso di xenoglossia, cio del la capacit di parlare, in uno stato alterato di coscienza, lingue straniere non a pprese. Teresa pronunci frasi in latino quando ripeteva le frasi dei soldati roma ni, in portoghese quando assisteva a scene della vita di sant'Antonio di Padova, in francese per Bernadette di Lourdes, in aramaico per quello che riguarda la v ita di Ges. Superfluo ripetere che Teresa Neumann conosceva soltanto il tedesco, anzi abitualmente si espflmeva nel dialetto del suo paese. Alle sue visioni ebbe ro modo di assistere eminenti orientalisti, fra cui il professor Wutz di Eichsttt , docente di esegesi biblica, il professor Wesseley di Vienna e il professor Joh annes Bauer, docente di teologia semitica all'Universit di Halle. Le frasi in ara maico pronunciate dalla Neumann durante le estasi furono molto numerose. Alcune le abbiamo gi citate in precedenza, altre sono per esempio queste: Johudaje: giud ei; Schiama Rabbuni: io ti saluto, o Maestro (parole pronunciate da Giuda nell'o rto degli ulivi); Abba, shobok la'hon: Padre, perdona loro (parole di Ges sulla c roce); Amen Amarna lach bjani atte emmi b'padesa: in verit ti dico che oggi sarai con me in paradiso (parole di Ges al buon ladrone). stato osservato che queste e spressioni esistono gi stampate in libri e dizionari, e quindi potrebbe essere ip otizzabile che Teresa Neumann, che possedeva facolt chiaroveggenti, in qualche mo do le captasse. Il fenomeno della lettura in libri chiusi noto in parapsicologia e certi sensitivi hanno dimostrato di esserne capaci. Oppure si potrebbe anche ipotizzare che Teresa Neumann captasse tali conoscenze direttamente dalla mente degli orientalisti presenti. Va notato per che in certi casi le parole pronunciat e in aramaico stupivano gli stessi esperti, che se ne sarebbero attese altre. Pe r esempio una volta, mentre aveva la visione di Ges in croce, Teresa pronunci la p arola as-che!, che significa ho sete . Tutti gli esperti presenti furono d'accordo nel ritenere che il vocabolo da usarsi per esprimere tale necessit sarebbe dovuto essere sachena! . Il dottor Punder ebbe anzi a dire: Ma da dove, dunque, Teresa avr rilevato l'inattesa quanto corretta parola as-che? E questo un enigma che ness una forma di suggestione pu risolvere Un altro orientalista presente, il professo r Wesseley, rimase anch'egli sorpreso da questa parola e da un'altra frase pronu nciata da Teresa e ignorata dagli esperti presenti: Rimane inesplicabile , afferm, come mai Teresa abbia potuto pronunciare una sentenza fino ad ora non conosciut a dagli orientalisti che l'ascoltavano, e che essa abbia potuto usare una parola aramaica inattesa da loro stessi, per quanto assolutamente corretta. Il presume re che la fanciulla abbia potuto leggere un pensiero che non si concretizz mai ne l cervello del professor Wutz e di tutti gli altri, risulta pura insulsaggine . I n un'altra occasione il professor Wutz stava trascrivendo quanto Teresa diceva, quando, non comprendendo una frase, interruppe la veggente dicendole: Teresa, ci non e possibile. Le parole che dite non sono in aramaico . La Neumann rispose: Ho ripetuto le parole che mi hanno detto . Il professor Wutz rimase nella convinzio ne che la frase fosse sbagliata, e tornato a casa consult diversi testi in aramai co, fino a quando in uno dei pi antichi dizionari di questa lingua trov la stessa frase che Teresa aveva pronunciato. C' anche da rilevare che le parole in aramaic o non si leggono come sono scritte, e di conseguenza anche se Teresa fosse riusc ita a leggerle in libri lontani, come avrebbe potuto pronunciarle in maniera esa tta? L'ipotesi pi logica quindi che durante lo stato mistico Teresa avesse la pos sibilit di superare le barriere spaziali e temporali, trasferendosi indietro nel tempo e percependo quanto effettivamente si era verificato quasi duemila anni pr ima. FENOMENI STRAORDINARI NELLA VITA DI TERESA NEUMANN La vita di Teresa Neumann fu piena di fenomeni straordinari e miracolosi. Delle guarigioni, della stigmatizzazione, del digiuno e delle visioni abbiamo gi detto; c e pero una lunghissima serie di altri fenomeni che deve essere riferita, perc h altrimenti il quadro della vita di questa mistica non sarebbe completo. Si trat ta difatti rari ed eccezionali: comunione mistica, chiaroveggenza e telepatia, l

evitazione, bilocazione, rapporti con le anime dei trapassati, riconoscimento di reliquie e oggetti consacrati; senza contare le innumerevoli conversioni e i ri torni alla fede avvenuti grazie a lei. Vediamo dunque, almeno in parte, gli altr i eventi straordinari della vita di Teresa Neumann. Comunione mistica Come abbiamo visto, Teresa viveva, per sua stessa ammissione, del Salvatore e ne avvertiva dentro di s la presenza. Quando l'ostia consacrata si dissolveva dentr o di lei (fu dimostrato dai medici che occorreva un giorno intero), Teresa veniv a colta da una infinita nostalgia di Ges, che la tormentava fino alla comunione s uccessiva. Quando il sacerdote le porgeva l'ostia, lei entrava in stato di estas i e vedeva Ges stesso (nelle sembianze di bambino nel periodo natalizio) venire v erso di lei per darle la comunione. Ci era gi avvenuto quando Teresa, da bambina, aveva fatto la Prima Comunione. L'ha raccontato lei stessa con queste parole: Al la mia Prima Comunione, quando il sacerdote mi porse l'ostia, non vidi il sacerd ote, ma Ges bambino trasfigurato; non pensai per che fosse qualcosa di insolito, a nzi credetti che tutti avessero quella stessa visione. Padre Ebel, il parroco, n ot il mio atteggiamento durante la santa comunione, lo attribu a distrazione e il giorno dopo mi rimprover e mi pun davanti a tutti gli altri bambini. Dalla mia Pri ma Comnione (primavera del 1909) si dest in me l'amore per il Salvatore nel sacram ento e il desiderio di comunioni frequenti. Il parroco Ebel non consentiva per a noi bambini di comunicarci pi di quattro volte l'anno e ci invitava ad essere pre senti al sacramento e a fare la comunione spirituale. In queste occasioni, mentr e ero inginocchiata sul mio banco, capit due o tre volte, o forse pi, che la santa ostia venisse dal tabernacolo verso di me, si posasse sulla mia lingua dopo che io avevo aperto la bocca, cos che io potevo godere della comunione. Una volta la mia amica Theres Dhla fu testimone di tutto il fatto e si meravigli che a lei non capitasse. Nel settembre 1909 divenne parroco padre Naber, che consent a noi bam bini di comunicarci pi spesso.... Capitava spesso che l'ostia entrasse in Teresa s enza bisogno di essere inghiottita: appena le veniva posata sulla lingua spariva immediatamente. Il fatto fu constatato innumerevoli volte da padre Naber e da a ltri sacerdoti e laici che ebbero occasione di essere presenti. Il dottor Fritz Gerlich, protestante, direttore di un importante quotidiano di Monaco, che and a Konnersreuth convinto che il caso di Teresa Neumann fosse una mistificazione e r imase invece tanto colpito da ci che vide da convertirsi al cattolicesimo, descri ve in questo modo la comunione di Teresa: Quando padre Naber apparve col ciborio all'angolo dell'altare, Teresa entr in estasi e dimostr un incontenibile desiderio di andare incontro al Salvatore; ne era per impedita dall'inginocchiatoio. Il su o volto era raggiante, gli occhi lucenti, le mani tese in avanti, il corpo quasi sospeso. Il parroco mi fece cenno di inginocchiarmi accanto a lei, in modo da p oter vedere la sua bocca. Il sacerdote pos l'ostia sulla punta della lingua di Te resa e si ritrasse... D'improvviso l'ostia scomparve: la bocca era ancora aperta come all'inizio e non c' era stato alcun movimento di deglutizione... Aggiungo che ero ben preparato a guardare e la chiesa era ben illuminata. Capit anche in pi occasioni che Teresa, in assenza del sacerdote e per il gran desiderio di accogl iere in s il Salvatore, ricevesse l'ostia consacrata direttamente: la particola c io andava dal tabernacolo da sola verso di lei, come era avvenuto anche quando er a ragazzina, placando cos la sua nostalgia e mettendola in uno stato di estasi. E cco due testimonianze a questo proposito, una del pastore Naber e l'altra del fr atello Ferdinand. Scrive il parroco nel suo Diario l'8 novembre 1932: Questa mat tina sono stato a confessare a Waldsassen e al mio ritorno, verso le undici, ven uta Teresa per la comunione: ne aveva un infinito desiderio. Andai con lei in sa grestia, indossai la stola e feci per andare verso l'altare. Quando le passai da vanti (lei era seduta su una sedia) notai che era gi in stato di estasi, come le accade dopo la comunione. Alla mia domanda, rispose che la sua nostalgia del Sal vatore era cos grande che il suo cuore aveva cessato di battere. Per impedire che morisse, il Salvatore stesso era sceso dal tabernacolo ed era andato da Teresa senza bisogno del sacerdote. Potei allora rendermi conto con quanta rapidit Teres a sarebbe potuta morire. In stato normale Teresa ricordava soltanto di essere sv

enuta e di avere improvvisamente visto il Salvatore davanti a s . Ferdinand Neuman n racconta quest'altro episodio: Quando facevo il ginnasio e abitavo presso il p rofessor Wutz, gli servivo la Messa nella sua cappella privata. Un giorno, come al solito, preparai l'ostia grande per il sacerdote e tre piccole destinate a mi a sorella Ottilia (che era governante di Wutz), a mio fratello Hans e a me. Quan do il professore distribu la comunione, c'erano soltanto due ostie piccole. Pensa mmo che la terza fosse caduta e ci affannammo a cercarla, ma invano. Io ero cert o di averne preparate tre e anche il professor Wutz ricordava bene di averne con sacrate tre. Qualche ora dopo telefon Resl da Konnersreuth e disse che quella mat tina, essendo assente il parroco, per la sua struggente nostalgia del Salvatore aveva avuto la grazia di assistere alla nostra Messa ad Eichsttt, e immediatament e dopo il "Domine, non sum dignus"l'ostia era entrata in lei. Per dimostrare che era stata presente nello stato visionario, ci descrisse con precisione l'addobb o dell'altare. Rimanemmo molto sorpresi, ma ci sentimmo liberati dalla preoccupa zione che provavamo per l'ostia smarrita . Nel libro che ha dedicato a Konnersreu th, il cappellano Fahsel racconta un altro caso del genere: Non molto tempo dopo fui io stesso testimone di un simile fenomeno. Il venerd 26 giugno 1931, verso l e 10.30, Teresa era venuta alla casa parrocchiale. Aveva l'aspetto terribilmente abbattuto e si sentiva debole. Sapemmo che poco prima aveva sofferto per un mor ibondo. Preg il parroco di amministrarle la comunione, che aveva ricevuto per l'u ltima volta il giorno precedente. L'accompagnammo subito in sagrestia... e vacil lando Teresa si rec alla sua sedia posta dietro l'altare. Il parroco mi preg allor a di amministrarle la comunione. Io acconsentii e ci recammo ambedue all'altare. Quando mi avvicinai a Teresa ed elevai l'ostia per recitare le ultime preghiere , notai con stupore ch'ella non si voltava n si protendeva verso di me, bens riman eva seduta tranquilla, rivolta verso la parte posteriore del tabernacolo. Le bra ccia erano incrociate sul petto, la bocca e gli occhi erano chiusi: stava nella stessa posizione che soleva prendere ogni volta dopo la comunione. Meravigliato guardai il parroco, ma lui mi fece un gesto energico come per impedirmi di avvic inarmi. Io per non capii e pensai: forse aspetta che le spezzi una piccola partic ola dell'ostia. In quel periodo infatti allo stato normale non era in grado di i nghiottire un'ostia intera. In quello stesso momento per notai un movimento nella sua persona. Si volt verso di me con gli occhi aperti, alz un tantino il capo e a pri la bocca: sulla sua lingua era posata un'ostfa, bianca e chiara. Allora capi i che aveva gi ricevuto il santissimo sacramento. Lasciai ricadere nella pisside l'ostia che tenevo tra le dita e ritornai all'altare, accompagnato dal parroco . Nel 1963 questo fatto stato confermato da padre Naber. Ancora con le parole di p adre Naber la descrizione dell'ultima comunione di Teresa Neumann, poco prima di morire, il 18 settembre 1962. Ricordo l'ultima comunione della Resl. Mi aveva p regato di venire a portargliela a mezzogiorno, ma alle undici mi mand a chiamare dicendo che desiderava comunicarsi allora. Gliel'ho portata subito e l'ho trovat a molto debole. Rivolta a Maria (la sorella), chiese di portarle un poco d'acqua , sentendosi la bocca troppo arsa. Dal 1927 non aveva piu preso neanche una gocc ia d'acqua e rimanemmo molto stupiti a sentircela chiedere. Malgrado ci n Maria n i o avemmo la percezione della fine, perch gi tante volte era stata in condizioni al trettanto pietose. Presi un cucchiaio con qualche goccia d'acqua e posai la part icola santa sulla punta, portandola alla sua bocca. Ma appena mi avvicinai col c ucchiaio, l'ostia spar senza che lei l'inghiottisse... Fino alla fine dunque la c omunione di Teresa Neumann present carattenstiche di eccezionalit, osservate e con statate da numerosi testimoni attendibili e degni di fede. Un 'esperienza giovanile: salvata da un toro Il fatto che segue avvenne quando Teresa aveva dodici anni e fu narrato da Teres a stessa molti anni dopo, sotto giuramento, a una commissione incaricata dal ves covo di Eichsttt di indagare sulle prime esperienze straordinarie della veggente. Era il 1953 e la commissione era costituita da docenti universitari che erano a nche sacerdoti. Ecco dunque il fatto, con le parole stesse di Teresa: Un altro f atto sorprendente mi capit durante il mio settimo anno di scuola, quando custodiv o il bestiame nel podere Fockelfeld. Un pomeriggio durante il mio lavoro recitav

o il rosario quando un operaio mi aggred, mi tapp la bocca col suo fazzoletto spor co e puzzolente, mi leg le mani col suo grembiule, mi gett a terra e mi alz la gonn a. In quel momento arriv al galoppo il toro che faceva parte del bestiame e cacci l'operaio con le corna. Poi venne anche verso di me, ma non mi fece alcun male, come io invece temevo: aspett con pazienza che mi liberassi le mani e la bocca, p oi chin la testa verso di me, che me ne stavo li tremante e priva di forze. Io mi aggrappai alle sue corna e lui mi sollev lentamente. Attese poi che mi riprendes si dallo spavento, appoggiata a lui . Un episodio, questo, che ricorda molto da v icino altri fatti straordinari con animali vissuti dai santi: in particolare da san Francesco e sant'Antonio. Telepatia, chiaroveggenza, precognizione Teresa Neumann aveva uno straordinario potere di penetrazione nell'animo altrui: quando parlava a tu per tu con qualcuno entrava in stato estatico e gli leggeva veramente nell'anima. Oggi parleremmo di telepatia e chiaroveggenza. In seguito Teresa ricordava ben poco di quello che gli aveva detto. Il fratello Ferdinand racconta per esempio questo episodio di cui fu diretto testimone: Molta gente ve niva da lei e ne riceveva consigli senza che lei, come persona, se ne rendesse c onto. Dopo infatti non ricordava. La prima volta che me ne resi conto fu questa: lavoravo fuori Konnersreuth e un giorno tornai a casa portando con me un colleg a, un buon cattolico che voleva parlare con Teresa. Lei quel giorno aveva poco t empo e disse che poteva dedicargli soltanto pochi minuti. Invece non uscivano pi dalla stanza in cui si erano ritirati. Dopo quasi unora lui usc in lacrime, profon damente scosso. Sulla via del ritorno mi disse che Resl gli aveva parlato di tut ta la sua vita, detto cose sconvolgenti, privatissime, dato consigli. La cosa mi interess tanto che quando la volta successiva tornai a casa chiesi a mia sorella cosa gli avesse detto in tutto quel tempo, e lei disse che avevano parlato semp re di coltivazione di rose perch lui ne era appassionato ed era molto esperto. No n conservava alcun ricordo di altri argomenti di conversazione. In seguito mi re si conto che ogni volta che aveva colloqui privati con qualcuno succedeva la ste ssa cosa: non capitava mai che lei ne fosse consapevole, era come se qualcuno pa rlasse per lei! . L'arcivescovo Joseph Teodorowicz di Salisburgo, che a Teresa Ne umann ha dedicato studi approfonditi, cita molti episodi a proposito di questo d ono di conoscenza di Teresa: Io stesso ho assistito al seguente episodio: nella camera di Resl c'erano solo poche persone. Lei era nello stato di visione estati ca (era venerd mattina verso le 9). D'improvviso cominci a lamentarsi. Padre Naber le chiese cosa fosse successo e lei rispose ad alta voce: "Qui dentro c' un rinn egato che ha tradito il Salvatore". "Sar vero?" pensai tra me. "Chi lo potr dimost rare?". E il mio accompagnatore, il vescovo Lisowski, mi sussurr sorridendo e sche rzoso: "Qui non mi sento al sicuro. Ognuno di noi pu finire per fare una figuracc ia! ". Nello stesso istante si avvicin un sacerdote e conferm le parole della Resl , assicurandoci che un sacerdote che aveva gettato la talare e che era venuto co n lui a Konnersreuth era uscito poco prima dalla camera. Perfino la miscredenza mascherata da buona fede riconosciuta da Teresa! . Un altro episodio, sempre cita to dall'arcivescovo Teodorowicz: Una suora di Marienbad, avendo saputo che mi re cavo a Konnersreuth, mi preg di consegnare a Teresa Neumann una lettera. Io non c onoscevo la suora e ignoravo il contenuto della lettera. La consegnai a Teresa, mentre era nello stato di rapimento, e al solo tatto lei conobbe subito il conte nuto; anzi sapeva molto di pi di chi avesse letto la lettera stessa, perch aveva c apito ci che era celato nell'anima della scrivente. Spieg che si trattava di una p ersona degna di compassione, sintetizzando in queste parole la vita spirituale d i quella suora. Naturalmente volli scoprire se ci fosse vero e appena tornato a c asa chiesi alla suora il contenuto della lettera. Lei mi disse di aver solo chie sto a Teresa di pregare per lei, perch voleva prepararsi bene agli esercizi spiri tuali. Alle mie insistenze, e solo dopo che le ebbi riferito le parole di Teresa , fin per ammettere: "E proprio cos! Ho delle dure lotte interiori e mi trovo appun to nella situazione spirituale individuata da Teresa!". E si decise a parlarmene diffusamente . Un altro episodio tratto dal Diario di padre Naber: La scorsa set timana sono andato per una faccenda urgente a Berlino. Ci andavo malvolentieri,

ma Teresa, nello stato estatico, mi aveva predetto che sarei tornato soddisfatto , come infatti del tutto inaspettatamente avvenne. Per due volte, in stato di ra pimento, ella segu la mia Messa a Berlino. Al mio ritorno me la raccont. Bench non conoscesse la chiesa nella quale avevo celebrato n da illustrazioni n da descrizio ni, mi parl con estrema precisione della sua grandezza, dell'arredamento, e in pa rticolare dell'addobbo del