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GIAMPIERO FOSSI

LASTRA A SIGNA, AUTUNNO 2002

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COMUNE DI LASTRA A SIGNA ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO

la Villa di Enrico Caruso

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BELLOSGUARDO

g ndice

Presentazione a cura dell’Assessore alla Culturadel Comune di Lastra a Signa

Introduzione

Un po’ di storia

• Il contesto storico.• Il “locus amenus” dell’abate Alessandro Pucci.• Bellosguardo fra ‘600 e ‘700: da parco rinascimentale a struttura barocca.• Verso un ruolo sempre più marginale: Villa Bellosguardo fra ‘700 e ‘800.• Gli anni di Caruso.• Gli ultimi anni.

Il polo museale di Villa Bellosguardo

La villa• La facciata e la struttura.• L’ingresso e le sale interne.• La sala del biliardo.• La cappella gentilizia.• La terrazza.

Il giardino e il parco.• Il giardino all’italiana.• Pianta del Parco.• Le essenze.• I gruppi statuari.• Le fontane.

La fattoria.• Il museo della fattoria: la raccolta Lazzeri

e gli antichi oggetti della fattoria di Bellosguardo.• La fattoria degli animali.

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BELLOSGUARDO

La biblioteca botanica.• Struttura e attività della biblioteca.

L’Associazione Villa Carusoe le sue attività

• Caruso Chamber Music.• Il concorso pianistico internazionale

“Muzio Clementi”.• Sogno di una notte d’estate.• Le grandi mostre e gli eventi.• L’Arte contemporanea e d’avanguardia. • I corsi di formazione.• Il Cinema Teatro Moderno.• Villa Bellosguardo un ponte

di collegamento con il mondo.• Uno spazio aperto,

proprietà dei cittadini di Lastra a Signa,a servizio di tutta l’Area Metropolitana.

• La “City Ligths” di Lawrence Ferlinghetti.

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La presente pubblicazione ha uno scopo essen-zialmente didattico e vuole essere un agilestrumento da utilizzarsi per la visita e la cono-scenza di una delle più importanti residenzestoriche del nostro territorio.I cittadini di Lastra a Signa e i numerosi visita-tori, anche stranieri, che affluiscono aBellosguardo potranno velocemente farsi un’i-dea delle opportunità che offre la visita dellavilla e del parco scelti da Enrico Caruso comedimora preferita.L’aria che si respira entrando nel parco di VillaBellosguardo è carica di intensi profumi impre-gnati di storia, d’arte, di musica, di poesia, chequi si sono incrociati con l’essenza del durolavoro della muratura, della pietra e della terra. Gli abitanti delle Signe possono oggi ritrovarel’emozione di entrare in un luogo importante,reso caro dalla presenza di Caruso, celebrato inmolte storie che i più anziani raccontano. Il canto del grande tenore napoletano si senti-va sino a Ponte a Signa e faceva interrompere,per la sua bellezza, il lavoro dei campi dei con-

tadini delle Selve. La leggenda degli “Zitti” edegli animali di pietra del parco, lo spirito filan-tropico che animava Caruso in aiuto dei conta-dini più poveri, l’ampliamento della Villa volutoproprio per dare lavoro ad oltre trecento disoc-cupati della nostra zona, sono storie che alungo si sono tramandate di padre in figlio eche i cancelli chiusi, sigillo di una forte deca-denza e di una progressiva rovina, hanno neltempo fatto quasi dimenticare.Dal 1995 Villa Bellosguardo è proprietà dei cit-tadini di Lastra a Signa e viene offerta ai visi-tatori di ogni nazione come eccellente luogo daconoscere e come grande contenitore di eventiartistici di qualità.La Villa, il Giardino e il Parco hanno goduto inquesti anni di precisi interventi di restauro checostituiscono la base per una più complessivaristrutturazione finalizzata ad una sempre mag-giore pubblica fruibilità.Con questa piccola opera speriamo di contri-buire a rafforzare la conoscenza ed il senso diappropriazione verso un bene così prezioso.

Lastra a Signa, 14 novembre 2002 Giampiero Fossi

g ntroduzione

Monumento dedicato a Enrico Caruso da parte degli artisti e degli artigiani che lavorarono all’ampliamento della Villa.In primo piano uno “Zitto”

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\ l contesto storico

h N PO’ DI STORIA

Il Rinascimento, che in Firenze e nel suo con-tado vedrà la sua massima espressione,segnerà marcatamente tutto il territorio diLastra a Signa con un dirompente fiorire di for-tificazioni, ville, centri d’arte e di cultura. Personaggi come Agnolo Pandolfini, FilippoBrunelleschi, Leon Battista Alberti, GalileoGalilei e molti altri abiteranno a lungo palazzi,ville e canoniche di Lastra a Signa inserendoquesto territorio in un grande movimento cul-turale che ne disegnerà splendidamente il pae-saggio e i modi di vita.Le cinte murarie della Lastra e di Malmantileche, insieme allo Spedale di S. Antonio, richia-

mano l’opera di Brunelleschi si uniscono agliinterventi architettonici di Leon BattistaAlberti nella Chiesa di S. Martino di cui era ret-tore, all’interno di un percorso ideale costella-to da altre preziosissime testimonianze rina-scimentali. L’avvento al potere dei Medici e l’i-nizio di un periodo di relativa pace permise amolti personaggi di un certo rilievo la costru-zione della propria dimora all’esterno dellemura cittadine.Ben presto le colline di Lastra a Signa videro lanascita di numerose ville e residenze di campa-gna che ancora oggi ne caratterizzano l’aspetto.La Villa Pandolfini a Ponte a Signa, la Villadelle Selve, progettata da Baccio D’Agnolo eda Bartolomeo Ammannati, e, soprattutto,Villa Bellosguardo rappresenteranno magnifi-camente l’ideale abitativo dell’epoca riuscen-do, ancora oggi, a mostrare l’essenza di unpensiero filosofico la cui conoscenza è dove-rosa per una migliore comprensione dellanostra storia.

Cammello. Scultura in pietra serena fatta scolpire a Romolo Del Tadda dall’abate Alessandro Pucci. Fine XVI secolo

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Contrariamente a quanto affermato da unavoce di popolo che attribuiva a Caruso il nomedi Bellosguardo dato all’antica Villa Pucci èprovato che sin da epoche molto antiche quelpunto preciso della collina delle Selve venivachiamato con quello stesso nome in virtù dellosplendido panorama che da lì si poteva osser-vare. Ancora oggi la vista che si gode dallavilla suscita forti emozioni con la veduta del-l’intera piana di Firenze e del Monte Albano.

In questo luogo, immerso nel verde, a cavallofra la boscaglia e i campi coltivati, l’abateAlessandro Pucci fece progettare quella chedoveva essere molto più di una semplice resi-denza di campagna.Nel 1541 il nobile ecclesiastico fiorentino rice-vette in eredità dalla madre LaudomiaGuicciardini, figlia del più celebre Francesco, ilterreno, il bosco e delle costruzioni nella zonadi Bellosguardo che per quasi trenta anni furo-

\ l “locus amenus”dell’abate Alessandro Pucci

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Tigre. Scultura in pietra serena di Bastiano Pettirossi. 1621

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no usati soltanto per le rendite che da questi sipotevano ricavare.Tale situazione era dovuta soprattutto alladisgrazia in cui era caduta la famiglia Puccidopo le congiure organizzate, prima dal padree in seguito dal fratello di Alessandro, contro iMedici. Pandolfo Pucci ed il figlio Orazio, unavolta scoperti, furono impiccati ad una finestradel Bargello ed i loro beni completamente con-fiscati. Soltanto l’abilità diplomatica e la famadi uomo di indubbia cultura che circondava lafigura di Alessandro permisero all’abate Puccidi tornare in possesso dei beni sequestrati aipropri familiari. Godendo della stima dei gran-duchi Francesco I e Ferdinando I e della colla-borazione con gli stessi papi Clemente VIII eLeone XI Alessandro Pucci riuscì a riscattarecompletamente il nome della sua famiglia: lacostruzione della Villa e del Parco di Lastra aSigna potevano a ragione rappresentare il sim-bolo di una rinnovata potenza.In questa realizzazione la profonda cultura e lamodernità che avevano contraddistinto il suopensiero poterono essere messe in atto con-cretamente. Scrive Sara Bonavoglia nel suo“Mecenati e artisti in villa” che l’abate Puccivoleva “... creare per sé e per i suoi illustri

ospiti un ritiro paradisiaco di pace e di bellez-za adatto alla meditazione religiosa ma anchealle brame di meraviglie di cui ardeva lasocietà cortigiana.”Per realizzare questo progetto furono ingaggia-ti artisti di grande livello: l’architetto GiovanniAntonio Dosio progettò la villa, NiccolòPericoli, detto “Il Tribolo”, disegnò il giardino,ad artisti come Naldini e Balducci, furono affi-dati gli affreschi che ornavano sia la facciatache l’interno della villa. Il giardino e il parcodovevano comunque rappresentare uno degliaspetti che maggiormente si legavano alla filo-sofia dell’abate Pucci: creare all’interno delgiardino un bestiario sia naturale che di pietrain grado di riproporre l’allegoria della pax natu-rae dell’eden. Oltre ai numerosi animali selva-tici e domestici, presenti un po’ ovunque, furo-no collocate nel parco numerose sculture,opera di artisti come Romolo Del Tadda eFrancesco Moraldi che, dipinte e collocate inzone suggestive, fra cespugli e alberi, doveva-no rappresentare animali vivi. In questo “luogodi meraviglie” furono organizzati incontri e rice-vimenti ma Alessandro Pucci poté godere perpoco tempo di quanto aveva ideato: morirà,ucciso da uno squilibrato, nell’agosto del 1601.

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U ellosguardo fra ‘600 e ‘700:da parco rinascimentale a struttura barocca

Dopo la morte di Alessandro la villa e il parcorestarono proprietà di un altro ramo della fami-glia Pucci che iniziò la trasformazione del“luogo paradisiaco” ideato dall’abate in unapiù concreta villa fattoria che ben presto rice-vette un’impostazione di stampo barocco. Laconsistenza del patrimonio nei primi anni delSeicento era rappresentato da “… una casada signore, quattro poderi con le loro abitazio-ni, numerosi boschi, le cave della Golfolina eun’osteria al Porto di Sotto (La Lisca) a metàcon la famiglia Pandolfini”Niccolò Pucci acquisì ulteriori fondi e tra-sformò molti terreni incolti in poderi moderna-mente attrezzati. A fianco della villa fu costrui-ta, sacrificando parte del giardino, una palazzi-na da adibirsi a fattoria inserendo così il com-plesso di Bellosguardo in una più generale ten-denza che vedeva molte nobili famiglie fioren-tine trasformare a fini economicamente piùvantaggiosi le loro residenze di campagna.

Dal punto di vista artistico comunque la villaebbe un ulteriore sviluppo con una nuova siste-mazione del giardino che fu arricchito con sta-tue di animali scolpite da artisti famosi comeFerruccio Del Tadda e Sebastiano Pettirossi.Qualche decennio dopo un altro Pucci, OrazioRuberto, dette l’incarico, prima all’architettoCiaccheri poi a Giovan Battista Foggini, di rior-ganizzare il parco monumentale della villasecondo gli schemi del giardino tardo barocco.A Foggini fu dato incarico di costruire fontane,balaustre, scale oltre a numerose sculture consoggetti mitologici affidate all’opera degliscultori fiorentini Francesco Andreozzi eIsidoro Franchi. L’interno della villa nel frat-tempo si era arricchito di dipinti e arredi digran pregio mentre le essenze presenti nelgiardino e nel parco erano sempre più prezio-se e ricercate con agrumi piantati in terra,ragnaie e suggestive scenografie formate daalberi d’alto fusto.

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La fine del XVIII secolo metteva in crisi inToscana il concetto di villa di campagna cheaveva ispirato le ultime trasformazioni di VillaPucci ed il suo ruolo di fattoria andò gradata-mente a prendere il sopravvento sugli aspettipiù propriamente residenziali. In questo conte-sto Roberto, proprietario della villa sino al 1802,effettuò interventi di sperimentazione sulle col-tivazioni e ristrutturazioni legate ad una moder-nizzazione dell’agricoltura all’interno della suafattoria. Fedelissimo di Pietro Leopoldo e dellesue riforme, nonché vice presidentedell’Accademia dei Georgofili, Roberto portòproduttività alla sua fattoria cercando di istrui-re professionalmente il proprio fattore e i con-tadini che lavoravano nei suoi poderi. Dal puntodi vista artistico, durante la sua gestione, nonpromosse alcun intervento di rilievo e lo stessogiardino perse progressivamente il suo splen-dore. Uno dei momenti più tristi per la villa siebbe comunque con suo figlio Emilio che, ormaidistaccato dalla passione per questa antica pro-prietà della famiglia Pucci, volle applicare allastruttura e alle attività agricole che vi si svolge-vano la filosofia del massimo risparmio per ilmaggior profitto. I contadini, considerati comenemici, venivano intimoriti e vessati portando inun ambiente sino ad allora molto apertoun‘immagine carica di autoritarismo lontanadalle volontà formative del padre. In breve furo-no eliminate tutte le cose che non davanoimmediato profitto ed i lavori di restauro, cicli-camente necessari in una villa comeBellosguardo, furono effettuati solo nei casi di

massima urgenza. Il prezioso agrumeto fu sra-dicato perché il suo mantenimento costavatroppo e aspetti importanti del parco furonocompletamente trascurati. Gli interventi nellavilla, effettuati dopo la morte di Emilio furonofinalizzati a renderla idonea per affitti tempora-nei e, nonostante fossero affidati ad un archi-tetto di prestigio come Baccani, lo stesso delcampanile di Santa Croce, la impoverironofacendole perdere progressivamente il suoruolo e snaturandone completamente l’origina-ria funzione. Gli affreschi cinquecenteschi furo-no eliminati durante la risistemazione dei solai,

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i erso un ruolo sempre più marginale:Villa Bellosguardo fra ‘700 e ‘800

Il belvedere nei primi anni del ‘900in un dipinto di M. Perrish

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UN PO’ DI STORIA

Una grande svolta che avrebbe portato VillaBellosguardo al suo assetto attuale si verificònel 1906 quando fu acquistata da Enrico Caruso.Conquistato dallo splendido panorama e dallapace di questi luoghi il grande tenore napoleta-no elesse l’antica villa lastrigiana a sua resi-denza principale in Italia. Durante le pause dalle

la facciata fu imbiancata a calce e i soffittiaffrescati furono sostituiti da coperture piùsemplici.L’interesse degli ultimi Pucci verso quella cheper secoli era stata una delle più prestigioseproprietà era completamente venuto a manca-re cosicché Villa Bellosguardo attraversò unperiodo di relativo abbandono durante il qualeanche molte sculture andarono perdute. Soltanto l’acquisto da parte della famigliaCampi di Dovadola, nel 1858, rimise un po’d’ordine in una struttura che ormai si stavadiroccando.

Durante la proprietà dei Campi, a parte qual-che leggero intervento di ripristino, non furonoeffettuati lavori di rilievo e, all’inizio del nuovosecolo, tutto il complesso della vecchia VillaPucci era di nuovo ridotto al rango di residenzadi campagna senza pretese di rilievo.Di questo periodo è interessante la splendidaraccolta di foto che la famiglia Campi fece farealla villa e al parco. Queste immagini, oltre arappresentare uno dei documenti fotograficipiù antichi del territorio delle Signe, mostrano,con grande precisione, com’era VillaBellosguardo prima delle ristrutturazioni ope-

sue trionfali esibizioni nei più prestigiosi teatridel mondo, tornava sempre a Lastra a Signadove, oltre a riposarsi in quella che a ragionepoteva definirsi una vera oasi di pace, era riu-scito a stabilire rapporti di stima e amicizia conla popolazione del posto. Ancora oggi si ricor-dano gli episodi di generosità dimostrata da

Z li anni di Caruso

Balaustra del belvedere di G.B. Foggini. 1694

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Gli eredi di Caruso lasciarono Bellosguardonegli anni Venti e vendettero l’intera proprietàa Giuseppe De Micheli, un imprenditore chesentiva in pieno il valore storico ed affettivodella villa e che durante la sua gestione siadoperò per il mantenimento e la riorganizza-zione di quanto aveva acquistato. Anche senon sempre gli interventi furono in buona lineacon l’impostazione data da Caruso alla villa, sipuò dire che tutto l’ambiente fu seguito concura. L’adattamento a nuove esigenze stravol-se la vecchia organizzazione data al parco e al

giardino eliminando le varie scenografie chene costituivano un elemento di specificità.Sotto il Belvedere fu allestito un cimitero percani e molti spazi furono riorganizzati seguen-do più che l’estetica esigenze di carattereesclusivamente pratico. Dopo la fine dellagestione De Micheli, nel 1976, la villa fuacquistata da una finanziaria senese conintenti puramente speculativi. Ad un crescen-te abbandono si unì la perdita dei mobili edelle opere d’arte che nei secoli avevanoarricchito la villa: tutto quanto poteva essere

Caruso verso i contadini delle Selve o le seratepassate nel centro della Lastra presso la tratto-ria Sanesi. Quando Caruso cantava, sembra chesi sentisse anche dall’altra sponda dell’Arno,tutti i contadini della campagna circostante lasua villa interrompevano il lavoro in segno dirispetto e per ascoltare la bellezza della suavoce. E fu proprio la generosità verso il popolodel suo paese adottivo che lo spinse ad avviareil restauro e l’ampliamento della villa. Pochianni dopo il 1910 una grande crisi economicacolpì il settore della paglia, che in quei tempiera l’attività prevalente di tutto il territorio delleSigne, portando miseria e disoccupazione ovun-que. Il Sindaco e molti cittadini si rivolsero aCaruso per avere aiuto e lui ordinò l’ingrandi-mento della sua villa dando lavoro ad oltre tre-cento operai. Per ringraziarlo, alla fine dei lavo-ri, fu costruita una colonna in pietra serena conla dedica di chi aveva lavorato per lui.

L’architetto Rodolfo Sabatini ebbe l’incarico diriprogettare la villa con una concezione che nevalorizzasse le particolari qualità scenografiche:con un grande porticato venivano di fatto uniti idue corpi della villa e della fattoria in un insie-me di grande effetto. L’eleganza della nuovastruttura veniva sottolineata da un portico cen-trale che, sormontato da un orologio, si aprivasul giardino all’italiana e sulla parte meridiona-le del parco. A Giuseppe Santelli e alla sua bot-tega furono commissionate opere in pietra enumerose sculture che andavano ad aggiunger-si al ricco patrimonio scultoreo ordinato dai vec-chi Pucci. Interventi murari e di falegnameria,opera degli artigiani delle Signe, resero la villanuovamente come un luogo di vera meravigliacui la presenza di Caruso dava ulteriore splen-dore. In questa residenza Caruso sarebbe vissu-to, non senza qualche dispiacere, sino al 1921,anno della sua morte.

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Z li ultimi anni

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asportato fu venduto in un’asta memorabile inoccasione della quale il territorio di Lastra aSigna dovette assistere impotente alla spolia-zione di uno dei suoi principali luoghi dellamemoria. Dopo questo abbandono la villacominciò a diroccarsi e lo stesso giardino sitrasformò in una specie di foresta intricatacon pezzi di balaustre e statue che si affaccia-vano nella macchia. Negli anni Ottanta l’inte-ro complesso fu acquistato dai Gucci chesembravano interessati a fare di Bellosguardoun centro importante per la promozione dellaloro casa di mode. Gravi problemi costrinserogli imprenditori fiorentini a cambiare strategiedi promozione e, dopo pochi anni, la villa era

nuovamente in vendita, in preda a possibilispeculazioni o comunque ad interventi che neifatti l’avrebbero tolta al godimento dei cittadi-ni di Lastra a Signa. Per questi motivi, nel1995, l’Amministrazione Comunale decise diacquistare direttamente villa, giardino e parcounitamente a tutti gli annessi agricoli untempo della fattoria di Bellosguardo. Questascelta, coraggiosa ed in controtendenza per unpiccolo comune, in un momento in cui molteamministrazioni si trovano costrette a svende-re il proprio patrimonio immobiliare per esi-genze di cassa, ha reso tutti i cittadini diLastra a Signa proprietari del “luogo di mera-viglie” voluto da Alessandro Pucci e tanto

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La sala da pranzo ai tempi di Enrico Caruso

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_ a facciata e la struttura

Oggi, dopo circa sette anni di proprietà pub-blica, Villa Bellosguardo costituisce uno deiluoghi di maggiore interesse turistico del ter-ritorio di Lastra a Signa. Al fine di facilitare lavisita di tutto il complesso museale è statapredisposta una specifica segnaletica. Conquesto intervento è stata operata una veramusealizzazione sia della villa che del parco: ilvisitatore infatti potrà liberamente accedereai vari spazi seguendo le indicazioni presentinei numerosi pannelli didascalici e nelle tar-ghette identificative.Sono stati predisposti tre percorsi che si occu-

pano specificamente della villa e del parcoosservati sia dal punto di vista storico artisti-co che da quello botanico. Viene favorito cosìun modo di visitare e conoscere questoambiente senza l’aiuto di una guida e senza lecostrizioni di percorsi obbligatori lasciandoampia libertà di visita e di conoscenza a chi,anche senza motivi di studio, vuole semplice-mente godersi le emozioni che la villa diCaruso può ancora dare. I visitatori più esi-genti possono comunque usufruire di un servi-zio di visite guidate su prenotazione operativosu ognuno dei percorsi previsti.

L’arco con l’orologio ed il portico appaionoquasi all’improvviso di fronte a chi arriva allasommità del colle passando dal Belvedere.Dall’ampio piazzale, come fosse un grandescenario, appare l’immagine completa dell’in-tero complesso monumentale con i volumiuguali della villa e della fattoria uniti dal lungoportico fatto costruire da Caruso.L’antica Villa Pucci aveva dimensioni abba-stanza contenute secondo le esigenze tipichedi un religioso, come l’abate Alessandro Pucci,che aveva rivolto le sue attenzioni soprattuttoal parco. La stessa fattoria, costruita circa un

secolo dopo, rappresentava un qualcosa a sestante con una struttura molto diversa dallavilla. L’architetto Rodolfo Sabatini, su indica-zione di Caruso, ingrandì il corpo della fattoriadandole le stesse dimensioni e rendendolasimmetrica alla villa. Un grande portico, sor-montato da una balaustra in pietra serena,aveva il compito di unire i due corpi di fabbricafacendone una struttura unica.Al centro del portico un arco con orologio siapre sulla suggestiva visione del giardino all’i-taliana della villa contornato dalle colline diMalmantile.

_ A VILLA

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c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

La facciata di Villa Pucci di Giovanni Antonio Dosio. 1587

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LA VILLA

malattia lo tenesse lontano dalla scultura. QuiCaruso aveva fatto mettere un pianoforte.Numerose stanze, oggi adibite a funzioni espo-sitive, si aprono ai lati di un corridoio che portaad un grande salone con soffitto e pavimentoin legno dal quale è possibile accedere allaterrazza del piano nobile affacciata sul giardi-no all’italiana e sulla parte meridionale delparco. Questa era la sala preferita da Caruso

ed il luogo dove solitamente siesercitava nel canto. Dalle fine-stre la sua voce raggiungeva iborghi più lontani ed obbligavachi la sentiva a far silenzio e adinterrompere ogni attività che lapotesse disturbare. Il piano terreno, al quale si acce-de scendendo una grande scali-nata, ricalca praticamente lastruttura del piano superiore conun salone utilizzato ancora oggicome sala da pranzo. Nelle partinon accessibili della villa si tro-vano le cucine e, nascosta, lacassaforte, ormai vuota, doveCaruso conservava le sue prezio-se collezioni di monete ed orologiantichi. Le soffitte, attualmentein restauro, sono completamenteabitabili ed hanno come destina-zione il ruolo di foresteria da uti-lizzare per gli ospiti del Comunedi Lastra a Signa.

_ ‘ingresso e le sale interne

Una scalinata in pietra serena conduce diretta-mente al primo piano della villa dove un gran-de portone, sormontato dallo stemma dei DeMicheli, riconoscibile anche dal motto “Più inalto e più oltre”, immette in una prima sala,caratterizzata da colonne ed architetture inpietra serena alla realizzazione delle qualisembra abbia messo mano, oltre a GiuseppeSantelli, il giovane Egisto Ferroni prima che la

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c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

Scalinata interna in pietra serena

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LA VILLA

Il lungo corridoio che unisce la villa alla fattoriaè suddiviso in diversi locali: all’interno dellospazio più grande Caruso aveva fatto allestire lasua sala da biliardo con giochi e arredi che ogginon esistono più. Sulla parete di sinistra siaprono degli sportelli in vetro dove sembrafosse conservato il prezioso presepe napoletanodel Settecento, di cui oggi si sono perse le trac-ce, composto da circa ottocento pezzi e prove-niente dalla reggia di Napoli dei Borboni, acqui-stato e conservato con cura dal grande tenore. Attualmente la sala, piuttosto allungata, èdominata da un grande camino e da strutture

in legno che sembrano dividere lo spazio indue parti.In questo luogo si celebrano i matrimoni e sisvolgono conferenze e concerti. Davanti allaporta di ingresso è possibile ammirare un gran-de plastico con la villa e il parco diBellosguardo riprodotti in perfetta scala.Le sagome con le foto a grandezza naturale diCaruso danno una forte caratterizzazione aduno dei luoghi più utilizzati della villa sottoli-neando il valore di quegli ambienti ai numero-si musicisti e cantanti che in quella sala espri-mono la loro arte.

_ a sala del biliardo

La sala del biliardo predisposta per una cerimonia

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LA VILLA

Fatta costruire da Enrico Caruso nell’ala sini-stra del lungo porticato che unisce la villa allafattoria, la cappella ha perso attualmente ognicaratterizzazione religiosa ed è adesso sededella Biblioteca Botanica Amatoriale. Soltantoil soffitto, commissionato dal conte GiuseppeDe Micheli al pittore Arcangeli negli anni ’50,conserva un’immagine sacra e precisamenteuna Madonna in gloria. La vecchia cappellagentilizia viene utilizzata come sede dellaBiblioteca Botanica Amatoriale ed è arredatacon mobili di un certo pregio.Fra gli arredi vi sono alcuni pezzi, oggi restau-rati, costruiti dalla ditta Fagioli nei primidecenni del secolo scorso. Volumi, riviste,stampe e piante di vario genere danno al visi-tatore, oltre ad ottimi strumenti di studio, unagradevolezza non comune. Negli spazi adia-centi si trovano le altre strutture della biblio-teca botanica con un salotto botanico ed ungiardino di inverno.

_ a cappella gentilizia

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La sala di consultazione della Biblioteca Botanica Amatorialeospitata nei locali della ex cappella gentilizia

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Quando nel 1996 si tenne nella Villa, appenaacquistata dal Comune, uno degli incontri delG7 ai numerosi ospiti internazionali fu offertoun cocktail sul lungo terrazzo centrale dellavilla. Al crepuscolo l’immagine del parco, con ilpanorama della città e la splendida visione aquasi 360 gradi in un grande arco che dalleprime colline del Chianti arrivava alla Catena

appenninica, rappresentarono per molti unodei momenti di maggior suggestione della lorovisita.Al centro del portico, sopra la volta che per-mette l’accesso al giardino, si trova un orolo-gio il cui meccanismo può ancora oggi essereosservato in una piccola stanza situata nelcentro del terrazzo.

_ a terrazza

LA VILLA

La struttura che ospita il meccanismo dell’orologio di Bellosguardoal centro della lunga terrazza che unisce i due corpi della villa

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Apollo.Scultura in malta risalenteal periodo dei De Micheli

c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

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IL GIARDINO E IL PARCO

\ l giardino all’italiana

Il visitatore che arriva per la prima volta aBellosguardo resta colpito dall’imponenzadella villa e in particolare dalle suggestioni cheil parco e il giardino riescono a infondere. Ilparterre, costruito sugli schemi del “giardinoall’italiana” dal Tribolo su indicazione dell’aba-te Alessandro Pucci, è adorno di agrumi e diessenze arboree. Insieme al parco, esso èoggetto di un itinerario botanico artisticosegnalato da una recente cartellazione.Sculture e colonnati in pietra serena fanno dacornice ai vasi di limone ed alle siepi il cuidisegno fu fatto riorganizzare a suo tempo dal

Conte De Micheli. Al centro del giardino, pro-prio davanti al grande arco di entrata, è stataposta una fontana con tipico gioco d’acqua.Recentemente la Biblioteca BotanicaAmatoriale ha arricchito questi spazi propo-nendo un percorso di lettura, ancora in struttu-razione e dedicato in primis a cultivar pregiatedi camelie provenienti dai Vivai Molendi.Il parco rappresenta una delle parti più inte-ressanti di questo complesso monumentale, inquanto mantiene ancora oggi gran parte dellasua struttura cinquecentesca con flora lussu-reggiante e reperti scultorei.

\ L GIARDINO E IL PARCO

Il giardino all’italiana situato al centro dei diversi corpi della villa

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c ianta del parco

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IL GIARDINO E IL PARCO

1 Ingresso principale2 Parcheggio3 Gruppo scultoreo del viale

d’ingresso: Atena, Calliope,Doride, Apollo

4 Gruppo scultoreo del pratonesemicircolare anteriore: Diana,Apollo e allegoria delle stagioni

5 Villa6 Sala del biliardo7 Cappella gentilizia

Biblioteca Botanica Amatoriale8 Fattoria9 Museo della Fattoria10 Giardino all’italiana11 Balaustrata di Ferdinando Ruggeri12 Gruppi statuari a soggetto agreste13 Tigre14 Fontana del Tritone15 Fontana del Nettuno 16 La Fattoria degli animali17 Fontana con divinità fluviale18 Cammello19 Belvedere con gruppi statuari

del XVII secolo: Pan, Bacco,Venere e una Ninfa

20 Limonaia21 Serre22 Ingresso posteriore23 Vasche esterne24 Servizi igienici25 Bar

_ EGENDA

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IL GIARDINO E IL PARCO

_ e essenze

La ricca vegetazione presente nel parco diVilla Bellosguardo è caratterizzata dallo strati-ficarsi di più interventi oltre naturalmente alleimmissioni che, specialmente nei momenti dimaggiore abbandono, si sono infiltrate fraquanto predisposto dai vari architetti. Il parcodella villa non è e non vuole essere un ortobotanico ma conserva al suo interno moltissi-me tipologie della flora toscana. Fra gli alberiad alto fusto cipressi, cerri, lecci e pini costi-tuiscono scenografie di un certo effetto chedanno caratteristiche del tutto particolari aglioltre sei ettari del parco. Nella prima metà delsecolo scorso il conte De Micheli, seguendo lasua passione per l’Africa, arricchì la villa connumerose piante tropicali di cui non è rimastaoggi quasi traccia. Anche gli agrumi e le pian-te da fiore sono presenti con le disposizioniancora legate ai disegni dell’antico cabreo.Per il mantenimento e lo sviluppo del giardinofurono a suo tempo attrezzati diversi ambientiancora oggi presenti all’interno del parco: fraquesti una limonaia, una grande serra e dei“letti caldi”. Durante la manifestazione “I giardini diCaruso”, di consuetudine l’ultima domenica dimarzo, in occasione della Festa dellaPrimavera la villa e il parco si animano dieventi e di mostre intorno ai fiori, con affluen-za di pubblico e dei migliori espositori.

c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

Gli “Zitti” ovvero il dio Pan che intima il silenzio ad unfauno. Opera di Anton Francesco Andreozzi e IsidoroFranchi. 1694

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IL GIARDINO E IL PARCO

\ gruppi statuari

Tutto il parco è popolato di figure in pietra diogni genere: dalle raffigurazioni di animalirimaste del periodo dei Pucci alle sculture didivinità tributate direttamente dalla mitologiacon una particolare attenzione a scene e perso-naggi ricordati nelle Odi di Orazio. Molte diqueste immagini sono riunite in gruppi tematiciche danno precisi caratteri alle diverse parti delparco. Il primo gruppo nel quale il visitatore siimbatte, nel viale di ingresso, è costituito dallefigure di Atena, Calliope, Doride e Apollo chefurono realizzate da Anton Francesco Andreozzie Isidoro Franchi verso la fine del Seicento. Ilgruppo di statue più famoso comunque è sicu-ramente quello del Belvedere dove sono posi-zionati i famosi “Zitti” e la colonna costruitadagli artigiani delle Signe in onore di EnricoCaruso. Il nome di Zitti veniva attribuito daicontadini delle Selve a queste statue per lapresenza di una figura che intima ilsilenzio con un dito sulla bocca: Carusole avrebbe fatte costruire apposta perfar rispettare la pace nel parco mentrelui stava cantando. In verità anche que-ste sculture risalgono alla fine delSeicento e lo “Zitto” è il dio Pan conaccanto un giovane satiro che, per que-sto ordine, smette di suonare il flauto.Sempre degli stessi artisti le altre scul-ture raffiguranti Venere con Eros, unaninfa con accanto un piccolo satiro eBacco con una tigre ai suoi piedi.Nel parterre, davanti alla facciata della

villa, sono state posizionate, dal conte DeMicheli, due sculture in pietra calcarea raffigu-ranti Diana e Apollo; sul bordo della boscagliaci sono invece le rappresentazioni, in malta,della primavera e dell’estate risalenti al perio-do di Caruso. Sulla base delle sculture vi sono, come iscrizio-ni, frasi tratte dalla Metamorfosi di Ovidio.Dello stesso periodo sono un gran numero dipiccole statue in pietra, alte circa un metro emezzo, che rappresentano soggetti vari comestagioni, divinità e soprattutto contadine ripre-se nell’atto di portare oggetti: queste statuefurono commissionate da Enrico Caruso.Le sculture presenti in maggior numero raffigu-rano animali di ogni tipo come, tigri, cani, cam-melli, pantere ed orsi che, inseriti nella vegeta-zione, componevano il “Locus amenus” dell’a-bate Alessandro Pucci.

Fontana del Nettuno. Scultura in malta eseguitada Giuseppe Santelli agli inizi del XX secolo

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_ e fontane

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IL GIARDINO E IL PARCO

Gli effetti più indesiderati del tempo si notanosoprattutto sulle fontane che, da elegantearredo d’arte, rischiano di trasformarsi in seve-re testimoni di degrado. Le fontane diBellosguardo necessitano infatti di prontiinterventi di restauro per tornare ad esseregradevoli elementi capaci, con la loro presen-za, di dare ulteriore atmosfera ad un ambientedi sogno come quello del parco di Villa Caruso.La fontana più grande è composta da una gran-de vasca ottagonale custodita dalla massicciafigura di una divinità fluviale, opera in pietraserena degli scultori secenteschi Franchi eAndreozzi.Dall’arco centrale del portico, procedendoverso meridione, incontriamo le altre tre fonta-ne presenti nella villa. La prima è costituita dauna piccola vaschetta sopraelevata che fa daelemento centrale del giardino all’italianasituato fra le due ali della villa. Più a sud lafontana del tritone, sempre di Franchi eAndreozzi, situata in una posizione centralearricchita da una imponente balaustra e daelementi in malta raffiguranti la riproduzione,in grandi dimensioni del vaso Medici.Nella parte più bassa del parco, al confine conla campagna e quasi a guardia della parte piùnobile della Villa, è stata collocata la fontanadel Nettuno, opera di Giuseppe Santelli, costi-tuita da una grande vasca, incassata nella sca-linata, e da una scultura in malta alta oltre duemetri e mezzo.

c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

Fontana con divinità fluviale. Opera in pietra serenadi Anton Francesco Andreozzi e Isidoro Franchi. 1689

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LA FATTORIA

Villa Bellosguardo ha fra le sue caratteristichepiù particolari il fatto che nel suo corpo è inse-rita anche la fattoria mischiando così elementilegati al mondo contadino con le strutture piùproprie di una residenza padronale. Questoinserimento fu voluto proprio da Caruso chedette incarico all’architetto Sabatini di riorga-nizzare i volumi presenti a Bellosguardo in ununico grande edificio. Se dall’esterno può risul-tare difficile distinguere fra le due ali la fattoriadalla parte destinata a residenza, internamentele funzionalità erano ben distinte e le attività dimagazzino e di cantina occupavano gran partedegli spazi fatti ingrandire da Enrico Caruso.Attualmente questo è lo spazio che necessita

dei maggiori interventi di restauro anche sespazi significativi sono oggi già occupati da saleespositive e da ambienti utilizzati sia per l’ospi-talità che per attività legate a corsi di formazio-ne. Grandi saloni ed un’alta terrazza copertacostituiscono luoghi in cui è evidente la possibi-lità di nuovi sviluppi e di nuove attività.

La fattoria alloggia un museo dedicato allaciviltà contadina ed al mondo che gravitava,soprattutto nel secolo passato, intorno adambienti con queste tipologie. La parte più pre-ziosa di questo è disposta nelle due sale untempo destinate a cantine e contiene gli ogget-ti della “Raccolta Lazzeri”, precedentementeospitata a Firenze nella sede del Consorzio delChianti.A chi entra nella prima sala appaiono subito deimacchinari, ancora funzionanti, utilizzati per l’im-bottigliamento del vino e per la spremitura delleolive, che danno l’idea di essere ancora in fun-zione. Nella grande cantina invece una quantitàincredibile di oggetti è stata ordinatamente dis-posta in bacheche che raccolgono, oltre a stru-mentazioni varie, elementi in grado di offrireprecisi percorsi conoscitivi su attività e modi di

_ A FATTORIA

\ l museo della fattoria: la “Raccolta Lazzeri”e gli antichi oggetti della fattoria di Bellosguardo

Uno scorcio della sala centrale del Museo

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LA FATTORIA

_ a fattoria degli animali

Oltre a quelle legate all’agricoltura, nellenostre fattorie esistevano molte attivitàinerenti l’allevamento con l’utilizzo di unavasta gamma di animali: il museo dellafattoria si compone di una significativa

vita ormai quasi scomparsi. Interessanti sono leraccolte di vecchie macchine irroratrici e dioggetti correlati con le attività di produzione delvino.Oggetti di vita quotidiana come preti, trabicco-li, veggioli riportano, nel ricordo dei visitatori,immagini di un passato non troppo remoto vis-suto anche da generazioni più recenti. Solo unapiccola parte della “Raccolta Lazzeri” è oggi

esposta: la maggior parte degli oggetti, fra cuiuna preziosa collezione di macchine da scrivere,è immagazzinata nelle vecchie tinaie e vieneutilizzata per mostre tematiche a rotazione.Altri materiali di un certo interesse, che appar-tenevano alla fattoria della Villa al momentodell’acquisto da parte del Comune, come il vec-chio trattore o il ponteggio per potare le piante,sono disposti all’interno del parco e costituisco-no, insieme alla limonaia e alle serre, un ulte-

sezione composta da animali vivi ospitati ingrandi recinti situati a ridosso del muro di cintameridionale del parco. I primi animali sono statiscelti fra quelli delle razze tipiche toscanemolte delle quali in via di estinzione: strana-mente mentre gli animali selvatici godono diuna certa protezione le razze domesticheautoctone sono lasciate a loro stesse ed alla

buona volontà di qualche allevatore che, tra-scurando le leggi di mercato, continua adallevare animali che hanno resa inferio-re rispetto ad altri di provenienza este-

ra. In un ambiente molto bello, ai margi-

c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

Un carro carico di fiaschi in partenza da Bellosguardo agli inizi del ‘900

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ni del bosco ed in mezzo ad una grande uliveta,si trovano i recinti, curati dall’associazioneA.L.C.E., che ospitano, oltre a diverse razze dicavalli, la cinta senese, il ciuco dell’Amiata, lebufale della Maremma, i buoi di razza Chianina. La fattoria degli animali offre dunque la pos-sibilità di vedere alcuni rari esemplari, frutto

di sapienti selezioni operate nei secoli dagliallevatori toscani, che con certi interventipotrebbero fungere da stimolo all’incrementodelle razze offrendo la possibilità di utilizzodelle stesse, se non sui consueti filoni, suquello del recupero delle radici culturali edella biodiversità.

LA BIBLIOTECA BOTANICA AMATORIALE

La villa, che sin dalle origini della sua storia haavuto come elementi di maggior pregio il giar-dino, il parco e la campagna, si presenta comeluogo naturale per la conoscenza e il godimen-to di fiori, erbe, arbusti ed alberi che qui inmaniera copiosa sono presenti.Un approccio più approfondito alle essenze del

parco è oggi possibile per la presenza dellaBiblioteca Botanica Amatoriale. Per opera del-l’Archivio Storico del Frutto e del Fiore di Firenzenella cappella gentilizia che si apre sul giardinoall’italiana, in una superficie distesa ed ampia,è stata organizzata una sala di consultazione,una saletta di lettura ed un giardino d’inverno.

_ A BIBLIOTECA BOTANICA AMATORIALE

Alcuni animali della fattoria

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La struttura della Biblioteca Botanica ha carat-teristiche chiaramente tematiche e si articolain cinque sezioni:1. Letteratura antica e fonti di riferimento, da

Erodoto all’Alto Medioevo.2. Erbari.3. Illustrazioni botaniche dal ‘600 all’800 e illu-

stratori contemporanei italiani e stranieri.4. Letteratura officinale.5. Narrativa “…intorno ai giardini”.La collaborazione di due corrispondenti per laflora tropicale e di tre lettori per la lingua: fran-cese, inglese e spagnola rende questa struttu-

ra uno strumento importante per gli studiosi egli appassionati del settore. I percorsi didascalici o le lezioni monotemati-che vengono proposte per lo più la domenicapomeriggio. Corsi specifici e lezioni particolari si sono suc-cedute negli spazi della biblioteca per tutto il2001 e il 2002 dando evidenza a cultivar anti-chi e quasi dimenticati, come la celosia argen-tea o cultivar tropicali come l’agapanto o lajacaranda del luglio ultimo scorso. Sono pro-gettualmente in calendario visite ed attivitàper le classi elementari e medie.

f truttura e attivitàdella biblioteca

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BELLOSGUARDO

c OLO MUSEALE DI VILLA BELLOSGUARDO

Particolare di una mostra di frutti antichi allestita presso la Biblioteca Botanica

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L’acquisto della villa da parte dell’Amministra-zione Comunale ha rappresentato, come si èdetto, una svolta profondamente positiva inuna situazione che vedeva uno degli immobilipiù prestigiosi di Lastra a Signa avviarsi sullastrada della rovina e dello smembramento spe-culativo.Con la spesa relativamente modesta di Lit.3.700.000.000 i cittadini di Lastra a Signa sonooggi proprietari di un bene dal valore stimabi-le in diverse decine di miliardi e, più precisa-mente, tralasciando ogni considerazione ditipo storico-affettivo, di 7000 mq. di superficiecoperta, di 8 ettari di parco monumentale, di19 ettari di terreno agricolo e boschivo.Per la gestione di un patrimonio così importan-te, carico di bellezze e potenzialità,l’Amministrazione Comunale ha dato vita adun’apposita associazione finalizzata all’orga-nizzazione di eventi e manifestazioni tali damantenere alta la qualità di quanto program-mato nella Villa.

Associazioni e rappresentanti della SocietàCivile e delle attività produttive compongonola base sociale di questa Associazione. Il suoConsiglio Direttivo ha come presidente il sin-daco pro tempore. Lo scopo prioritariodell’Associazione è quello di promuovere, atutti i livelli, attività di studio, documentazionee divulgazione in campo artistico e culturale eprincipalmente nel campo della musica e dellalirica.Oltre alla preparazione ed alla gestione dimostre e eventi, l’Associazione cura tutti gliinterventi di piccola manutenzione, di riordinoe di conservazione. Insieme all’Amministra-zione Comunale è già in essere una forte con-certazione tesa a individuare funzioni peculiarisempre più prestigiose e sempre più legatealle esigenze vive dei cittadini di Lastra aSigna. Oggi possiamo affermare che quantoproposto a Bellosguardo rappresenta un ele-mento fondamentale per la vita culturale del-l’intera Area Fiorentina.

_Ë ASSOCIAZIONE VILLA CARUSOE LE SUE ATTVITÀ

A S S O C I A Z I O N EV I L L A C A R U S O

®

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Il tenore Andrea Bocelli che a VillaBellosguardo ha registrato il CD“Viaggio italiano”

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Dalla primavera del 2000 Villa Bellosguardoospita una importante rassegna di concerti dimusica da camera che in onore del grande teno-re prende il nome di “Caruso Chamber Music”.Ormai da tre anni, sotto la direzione artisticadi Gabriella Dolfi, nelle stesse sale che peranni sono state il luogo più amato da Carusoper esercitarsi nel canto, artisti di livello

internazionale rendono Lastra a Signa uno deiluoghi musicali di maggior prestigio dellanostra provincia.Memorabile il concerto di apertura dell’edizio-ne del 2002 con un concerto pianistico diPietro De Maria, eseguito in onore e alla pre-senza di una pianista del livello di Maria Tipo.Durante un concerto in cui faceva da voce reci-

tante, l’attrice PamelaVilloresi, dopo aver fattoaprire tutte le finestre,fece spengere ogni illumi-nazione artificiale perdare al salone la luce di unbellissimo crepuscolo chedagli alberi del parco fil-trava, con il suo carico disuggestioni, arricchendol’esibizione artistica diulteriore poesia.Da ricordare, fra i tanti, iconcerti di Marzio Conti,Andrea Nannoni, GregorioNardi oltre alle quattroserate dedicate a Giu-seppe Verdi nel centenariodella morte. Per conclude-re è interessante ricordarel’esibizione, negli stessiluoghi utilizzati dal piùfamoso progenitore, deltenore Riccardo Caruso.

V aruso Chamber Music

L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

Il Sindaco Carlo Moscardinipremia Maria Tipo durante l’a-pertura del Caruso ChamberMusic edizione 2002

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

\ l concorso pianistico internazionale“Muzio Clementi”

Dopo una lunga tradizione legata direttamen-te ai teatri della città di Firenze il prestigiosoconcorso pianistico “Muzio Clementi” èapprodato a Lastra a Signa. Questo evento,nel 2001, alla presenza del maestro Abbado,ha segnato la riapertura del rinnovato CinemaTeatro Moderno inaugurando una stagionericca di iniziative musicali.Il concorso Muzio Clementi, dedicato ad uncelebre musicista dei primi decennidell’Ottocento, famoso, oltre che per le sueopere, per una didattica musicale ancora oggiutilizzata, per le esercitazioni, dai pianisti ditutto il mondo, fu istituito a Firenze da AldoReggioli. Quest’iniziativa, finalizzata a farconoscere le opere del Maestro iniziando igiovani pianisti verso attività concertistiche,

ebbe inizio nel 1972, in occasione del 140°anniversario della morte e 220° anniversariodella nascita di Muzio Clementi. La cerimoniafinale si tenne a Firenze nel Salone deiDucento di Palazzo Vecchio. Sotto la direzioneartistica di Sara Bartolucci e RodolfoAlessandrini attualmente il concorso ha lasua sede presso Villa Bellosguardo con il con-certo finale e le premiazioni che si tengono alTeatro Moderno. La gara è riservata ai giova-ni pianisti solisti, al di sotto dei ventitre anni,provenienti dai paesi della ComunitàEuropea.Dal 2002 il “Muzio Clementi” si è arricchitocon l’istituzione del “Gradus ad MusicumCertamen”, un concorso pianistico riservato aiminori di quattordici anni

Il maestro Abbado durante la XXIV edizione del concorso Muzio Clementi

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Se la primavera si caratterizza con impegnati-vi concerti di musica da camera, l’estate, eprincipalmente il mese di luglio, fa vivere allavilla la sua stagione forse più ricreativa, coniniziative destinate, pur nel mantenimento diuna qualità di livello, ad un pubblico più vasto.Le notti di Villa Bellosguardo offrono infattioltre al clima fresco della collina e ai profumiprovenienti dalle essenze del vicino parco,una serie di spettacoli di musica etnica e daballo, mostre di livello e serate dedicate alcaffè concerto. Dagli spettacoli di Gospel alle esibizioni diFlamenco o Tango Argentino viene offerta l’op-

portunità di godere, in uno scenario unicoaffacciato sul giardino all’italiana, di momentiestremamente gradevoli carichi anche divalenza culturale. Come in molte altre occasio-ni sono state predisposte specifiche cene atema curate dalla società “Le Caravelle”. Inquesto periodo si succedono anche gli incontridella Biblioteca Botanica Amatoriale con argo-menti spesso collegati al resto della program-mazione della villa. Nel mese di agosto del2002 si è tenuta una memorabile rappresenta-zione teatrale: Lucia Poli ha interpretato,davanti ad un pubblico attentissimo, “Il fanta-sma di Canterville” di Oscar Wilde.

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

f ogno di una notte d’estate

La Banda do Pelò di Salvador Bahia in “Sincretismo do Bonfim” durante il Festival Brasiliano

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Lucia Poli che ha interpretato“Il fantasma di Canterville”con il suo gruppo

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

_ e grandi mostree gli eventi

Gli spazi interni della villa e soprattutto i salonidel piano superiore vengono spesso utilizzatiper mostre di vario genere che spaziano dall’e-sposizione, personale e collettiva, di artisti disicuro valore ad allestimenti con finalità stori-che o documentarie. Il prestigio e la grande ver-satilità del luogo permettono la creazione dipercorsi ottimali in cui inserire le varie operecon effetti alquanto suggestivi. Ogni interventosi presta anche ad essere completato da unaserie di iniziative collaterali come concerti, con-

ferenze, cene, che possono dare alla mostra ilcarattere di un vero evento in cui le varie artipossono integrarsi fra loro per fornire al visita-tore una visione più completa sugli argomentiaffrontati.Nel campo documentario la mostra dedicata adOdoardo Spadaro ed alla Firenze degli anniVenti “Sull’Arno d’argento sotto un manto distelle”, con la cura di Luca Giannelli, ha costi-tuito un momento in cui alle varie esposizioni diacquerelli e di foto storiche si sono uniti i cap-

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pelli di quell’epoca provenienti dal Museo dellaPaglia. Nell’occasione sono stati utilizzatianche cappelli di prestigiose ditte operantinelle Signe, alcuni dei quali prodotti per il film“Un tè con Mussolini” di Franco Zeffirelli. Laproiezione del film, una sfilata con i cappelliesposti e concerti lirici con musiche da operet-ta e di Odoardo Spadaro hanno completato l’i-niziativa che prevedeva, per meglio entrarenello spirito della Firenze di quegli anni, ladegustazione di piatti tipici della cucina di quel

periodo. Altre manifestazioni di cui è doverosofare menzione sono quelle legate alla cono-scenza di importanti realtà internazionali comeil Messico o il Brasile rispettivamente con“Oaxaca: ponte culturale - arte, storia e saporidel Messico”, del settembre 2001, e“Brasileirando”, dell’estate 2002. Un ultimoricordo va alla mostra dedicata a GiuseppeVerdi nel centenario della morte con pitture,spartiti ed ambientazioni perfettamente inte-grate con i concerti che si sono svolti nella villa.

L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

A sinistra: Un particolare della mostra dedicata aOdoardo Spadaro nell’autunno del 2002

Sotto: Spettacolo danzante in occasione delfestival brasiliano “Brasileirando” estate 2002

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

_Ë Arte contemporaneae d’avanguardia

La classicità del luogo e la ricchezza di memo-rie storiche che emergono da ogni pietra e daogni albero del parco potrebbero spingereverso una musealità statica e conservativa lon-tana dallo spirito di crescita progressiva che neisecoli ha caratterizzato la vita di Bellosguardo.La strada intrapresa dall’AmministrazioneComunale e dall’Associazione Villa Caruso sidirige invece verso direzioni più aperte, anchese di più difficile comprensione, finalizzate allacreazione di un “museo vivo” che cresce e si tra-sforma in continuazione senza il timore di veni-re contaminato dalle “invasioni” che mostre diarte contemporanea ed allestimenti d’avan-guardia possono produrre alla sua immagine.In questo contesto ben si inseriscono le diversemostre collettive di pittura e scultura come “Imaestri dell’Accademia”, preparata in collabo-razione con l’Accademia di Belle Arti di Brerache ha visto la presenza di maestri ed allievi di

molte accademie italiane. Visitatissima è statala mostra “… come un angelo da collezione”con dipinti, sculture e poesie dedicate a PattyPravo da parte di artisti provenienti da ogniparte d’Italia. Da ricordare fra le mostre perso-nali “Fragili equilibri” di Piero Tredici e “Antichimiti greci: Donne uniche ed eroi qualunque” diLuca Viviani. La più grande contaminazione,composta da allestimenti artistici d’avanguar-dia, che hanno invaso completamente ogniangolo del parco, del giardino e della villa,resta comunque “L’essenza dello sguardo” conopere prodotte a Bellosguardo, dopo averci vis-suto e averne respirato l’aria, da quattordiciartisti coordinati da Alessandra Scappini. Altriinterventi di successo legati all’arte contempo-ranea si sono svolti nel luglio 2002 con lamostra “Forme in contaminazione” arricchitada quadri viventi e performance teatrali curateda studenti del DAMS di Bologna.

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Allestimento plastico di Stefano Innocentidurante la rassegna di arte ambientale

“L’essenza dello sguardo”

A sinistra: Ulisse.Immagini dalla mostra di Luca Viviani

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

\ corsi di formazione

Già pochi mesi dopo l’acquisto a Villa Carusoveniva attribuita una nuova vocazione con ilruolo di sede di specifici corsi di formazione.Gli ampi saloni e le numerose stanze, immersein un ambiente che si distingue per la pace edil silenzio, offrono infatti uno spazio ideale perlo studio e le attività formative. Corsi di forma-zione si sono succeduti con successo da quel-lo per guida ambientale equestre a quelli perolivicoltori, per costumisti di scena o per scal-pellino. Il corso che ha avuto maggior risonan-za è stato comunque quello per “Custodi delpaesaggio” organizzato fra il 1998 e il 2000con il patrocinio della Comunità Europea. Conl’obiettivo di recuperare le risorse umane perrecuperare l’ambiente ed i beni culturali, diver-si giovani provenienti da esperienze di carceree di marginalizzazione sono stati preparati adattività manuali connesse all’agricoltura inmodo da poter offrire loro opportuni e qualifi-cati sbocchi professionali. Nell’ambito dell’amministrazione localel’Università di Siena ha tenuto un corso perfunzionari e dirigenti pubblici seguito da un

altro corso della Scuola di PubblicaAmministrazione Locale. E’ in corso di perfe-zionamento una convenzione con la cattedradi disegno e rilievo della Facoltà diArchitettura di Firenze che terrà a VillaBellosguardo uno dei suoi seminari il cui pro-dotto finale consisterà nel completo rilievodella villa e del parco.Nelle sale di villa Caruso non possono manca-re chiaramente i corsi collegati alla musicacome il seminario di flauto dolce e fisarmonicao il Corso superiore di perfezionamento dicanto, arpa, chitarra, violino, violoncello, flau-to, clarinetto e saxofono.Anche attività che si tengono in altre sedi svol-gono i loro saggi finali nella villa consacrataalla musica da Enrico Caruso. Così avviene perla scuola di pianoforte di Sonia Colivicchi, perVersilia Danza e per altre importanti realtà delnostro territorio. Oltre al già menzionato “MuzioClementi”, concorsi musicali e saggi, comequello nazionale per giovani arpiste e quellodell’Ateneo Musicale Fiorentino, si succedonosempre con grande successo di pubblico.

A destra: Manifesto del progetto di formazione europeo “I Custodi del Paesaggio”

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

\ l Cinema Teatro Moderno

siccio intervento che l’ha adeguata alle attualinorme per la sicurezza nei locali pubblici. Ilfrontone, in omaggio alla sua storia cinemato-grafica, è decorato da un grande affresco raffi-gurante protagonisti e immagini della storiadel cinema, quest’opera è stata dipinta daSilvano Campeggi, il realizzatore di manifesti elocandine dei film più famosi a partire daglianni Cinquanta.La programmazione di prima visione è statanegli anni affiancata da rassegne di film d’essaicurate da Gianna Bandini e da “Cinemusique”.In quest’ultima rassegna vecchi films del cine-ma muto vengono accompagnati da musicistiche suonano dal vivo. Per la presentazione didiversi film registi ed artisti sono stati presenti

In un periodo di generalizzata crisi del cinemadove le grandi multisale sembrano avere con-quistato una sorta di monopolio, la riaperturadel Cinema Teatro Moderno ha rappresentatoper l’Amministrazione Comunale e perl’Associazione Villa Caruso una sfida estrema-mente impegnativa carica di incognite. Lavolontà di fornire Lastra a Signa di un cinemada prima visione con programmazioni di qua-lità arricchite dalla presenza di importanti sta-gioni teatrali ha obbligato ad un interventomassiccio finalizzato al mantenimento di unalto livello culturale pur nell’ambito di un’ocu-lata gestione finanziaria. La storia del teatroha origini antiche in Lastra a Signa e moltiancora oggi ricordano gli spettacoli che si svol-gevano nel locale di piazza Garibaldi o nelTeatro “La Fenice” all’interno dello Spedale diS. Antonio. La stessa Accademia dell’Unione,che costruirà a fine ‘800 il Teatro “ErnestoRossi” a Signa, aveva la sua sede in un palaz-zo della Lastra. Il CinemaModerno, nato neldopoguerra senzagrandissime ambi-zioni, in una zonaricca di locali digrande richiamo, èoggi l’unico spaziodelle Signe dove èancora possibileun’organica program-mazione teatrale e cine-matografica.La struttura del “Moderno” da alcuni mesi ria-perta al pubblico, è stata oggetto di un mas-

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

alle varie proiezioni come Mario Monicelli,Wilma Labate o Francesca Comencini. A livelloteatrale, con la rassegna “Fuoricentro”, sotto ladirezione artistica di Manola Nifosì e SergioAguirre, Lastra a Signa è entrata nei circuitiregionali del teatro.

In occasione del Forum Sociale Europeo è statoospitato un dibattito sull’acqua con la parteci-pazione di Roberto Petrella dell’Università diBruxelles.

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L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

i illa Bellosguardo:un ponte di collegamento con il mondo

Enrico Caruso durante i suoi soggiorni aBellosguardo si è sentito profondamente legatoalla gente e alla vita di Lastra a Signa ma la suastoria personale, e soprattutto la sua arte, lohanno portato a non avere confini rendendo ilsuo nome famoso ovunque. La voce di Caruso èancora amata in ogni parte del mondo e daquando la proprietà della villa è diventata pub-blica, richieste e proposte di vario genere arri-vano incessantemente al Comune e alla segre-teria dell’Associazione. La pronta messa adisposizione per il G7 del 1996 ha spalancato le

porte a convegni, riunioni e seminari di studioper i quali l’ambiente è ricercatissimo soprattut-to da istituzioni ed enti stranieri.Negli ultimi anni sono stati ospitati numerosigruppi internazionali che hanno dato vita amanifestazioni di prestigio come, nel lugliodel 2000 quando diversi gruppi di musicistihanno soggiornato contemporaneamente aBellosguardo, come “Ars Longa Early MusicEnsemble” di Cuba e l’Università di Musica diCincinnati, dando vita a numerosi eventi musi-cali. Altri gruppi hanno soggiornato nella villa

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in occasione delle manifestazioni culturalidedicate al Messico e all’America Latina.Recentemente, con la manifestazione“Brasileirando”, la villa si è arricchita di pre-senze molto stimolanti che, oltre a produrrebuona musica e pezzi teatrali capaci di attira-re l’attenzione di un folto pubblico, hanno pro-posto stage sulle percussioni, sulla danzapopolare brasiliana e sul teatro sui trampoli.In questo contesto le tematiche del“Movimento dos sem terra” e, più in generale,del Forum Sociale di Porto Alegre hanno avuto

pieno sviluppo lanciando un dibattito semprepiù attento alla realtà internazionale. Non possiamo dimenticare l’ospitalità offertaogni anno ai bambini della RepubblicaSaharawi o l’accoglienza ad un gruppo di dele-gati francesi impegnati nel Forum SocialeEuropeo.Dall’accoglienza ai delegati istituzionali del G7alle iniziative legate al Social Forum Europeodi Firenze, Bellosguardo offre un’immagine digrande apertura e si mostra come una portache apre Lastra a Signa al resto del mondo.

L’ASSOCIAZIONE VILLA CARUSO E LE SUE ATTIVITÀ

Il grande prato semicircolare sul lato anterioredella villa con le sculture di Diana e Apollo

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h no spazio aperto, proprietà dei cittadini di Lastraa Signa, a servizio di tutta l’Area Metropolitana

Villa Bellosguardo è un bene a disposizione ditutto il mondo ma è soprattutto una proprietàdei cittadini di Lastra a Signa che la possonoutilizzare per tutte le funzioni per cui questastruttura è indicata. Feste e manifestazioni difine anno scolastico hanno trovato spesso ospi-talità nel parco e nei saloni allo stesso modo incui prestigiose associazioni del territorio, come

Lyons e Rotary, hanno qui svolto i loro incontriculturali. Per le scuole del territorio in partico-lare sono stati predisposti itinerari e visitedidattiche nella villa mentre, presso il CinemaModerno, sono state organizzate numeroseproiezioni. Una menzione va fatta alle variescuole di musica che per i loro saggi finalihanno scelto la villa, come luogo in cui fareesibire i propri allievi. L’Associazione Pro Lastraorganizza ogni anno il prestigioso premioCaruso che ha portato nelle sale e nel parco diBellosguardo alcuni dei cantanti più famosidella lirica come Mario Del Monaco, GiuseppeDi Stefano, Fedora Barbieri, Renata Tebaldi oGino Bechi.In una grande sala del piano terra, da quest’an-no, è possibile anche la celebrazione di matri-moni. In tali occasioni, oltre ad un servizio dicatering, viene offerta agli sposi la possibilità diusare villa e giardino per sottolineare, con fotoe riprese, l’importanza di un evento che si svol-ge in uno spazio carico di fascino ed ispiratoredi forti sentimenti. Infine, anche volendo trala-sciare mostre, concerti e iniziative, rimane dasottolineare il ruolo di parco pubblico cheBellosguardo riveste offrendo atmosfere sugge-stive a ogni visitatore. Bellosguardo è uno spa-zio da vivere e sentire proprio, godendo appie-no della sua essenza con quello stesso spirito eimmergendosi nella stessa aria che hannorespirato Alessandro Pucci ed Enrico Caruso.

I ragazzi della Repubblica Saharawi ospitati a Bellosguardonel 2002, in compagnia degli anziani del Centro Sociale.

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4 agosto 2002: la festa della liberazione di Lastra a Signa a Villa Bellosguardo

1996. Presentazione del Vertice Europeo di Firenze

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_ a “City Lights”di Lawrence Ferlinghetti

Lawrence Ferlinghetti in visita a Bellosguardoha definito questo centro di cultura come illuogo ideale per la creazione di un centro studie di documentazione sulla “Beat generation”.Poeta e scrittore ma anche libraio ed editorecon la leggendaria casa editrice californianaCity Ligths Books da lui fondata, Ferlinghetti èstato il centro propulsore di quelle idee cheattraverso espressioni artistiche d’avanguar-dia hanno alimentato l’impegno pacifista, eco-logista e anticonsumista delle filosofie hippyculminato nella cultura degli anni Settanta ela cui onda lunga ricompare nelle tematichedell’attuale movimento new global. City Ligthsha pubblicato negli anni quasi tutti gli autori

beat da Gregory Corso a Burroghs, Kerouac eAllen Ginsberg, ed è stato il centro di speri-mentazione di molte culture alternative. Il pro-getto di Bellosguardo che si concretizzerebbein un archivio ed una biblioteca specializzataha subito suscitato l’interesse e la disponibi-lità alla collaborazione di personaggi di spiccoa livello internazionale quali Peter Gabriel edEdgar Morin. Il Comune di Lastra a Signa sem-pre sensibile alle tematiche delle culturealternative e ritenendo preziosa questa oppor-tunità ha attivato un fattivo rapporto con laRegione Toscana che, attraverso il suoPresidente, si è detta disponibile a finanziareil progetto.

“Misurazione permanente” di Vittorio Cavallini

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