La viabilità nella Lunigiana medievale

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La viabilità Storia degli Insediamenti Enrica Salvatori - a.a. 2013-2014 - Pisa

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Lezione di storia degli Insediamenti tardo antichi e medievali dedicata alla viabilità nella Lunigiana medievale

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La viabilità!

Storia degli Insediamenti !Enrica Salvatori - a.a. 2013-2014 - Pisa

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Continuità / Discontinuità

In passato il raccordo tra preistoria, antichità e medioevo è stato individuato, in Lunigiana e nella Liguria di Levante, in due importanti strutture: le strade e le pievi.

In sostanza da un lato si datavano alcuni percorsi appenninici all’età del Bronzo e si presumeva la loro persistenza, pressoché stabile, in età antica e poi nel tempo fino alla creazione delle carrozzabili per veicoli a motore;

dall’altro lato si riteneva l’ambito di pertinenza della pieve come erede prima del vicus ligure e poi del pagus romano.

Oggi per entrambe le questioni il discorso si è fatto molto più sfumato e denso di punti critici.

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Continuità / Discontinuità!Le strade sono indubbiamente strutture di lunga durata e i Romani hanno

spesso utilizzato i percorsi protostorici per ricostruire o riadattare le proprie strade Tuttavia questo fenomeno non è stato una costante e non è provato che la

presenza di una pieve, se attestata nel pieno medioevo, provi automaticamente il passaggio presso la struttura stessa di un percorso antichissimo. !Anche quando la direttrice è attestata, si ha l’impressione che più che stabili

assi di percorrenza si trattasse - nel Medioevo - di una rete di mulattiere e sentieri di diversa rilevanza, per lo più noti agli abitanti e ai signori locali e ricchi di diramazioni e di percorsi alternativi, su cui non è assolutamente corretto proporre alcuna ipotesi di continuità d’uso per un periodo così ampio come quello che separa la preistoria al medioevo.

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Via Aemilia ScauriStrada fatta costruire dal censore Marco Emilio Scauro nel 109 a.C. (dopo la

deduzione della colonia di Luni 177 a.C.) !Secondo Strabone la via raggiungeva Vada Sabatia (Vado Ligure SV)partendo

da Luna (Luni). Non costituiva la prosecuzione della Via Aurelia, che si fermava a Pisa, ma integrava i collegamenti viari terrestri tra Roma e le Gallie verso la Liguria di levante e di ponente. !Riguardo al percorso tra Luni e Genova si hanno solo alcuni punti di passaggio

obbligato in ambito montano, ma non esistono (a parte nelle stesse Luni e Genova), tracce di strade carreggiabili databili all’età romana: di conseguenza è estremamente probabile che il percorso fosse costituito quasi esclusivamente da mulattiere, che non hanno lasciato tracce facilmente identificabili e ancor meno databili.

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Via Clodia Nova

183 a.C. fatta dal console M. Claudio Marcello, partiva da Lucca, risaliva la media e alta valle del Serchio, fino a Piazza al Serchio, da dove proseguiva verso nord e verso Luni, valicando probabilmente il passo di Tea.!

Dalla toponomastica attuale si riconosce solo il primo tratto dalla porta settentrionale di Lucca in direzione di: Sesto Moriano (sextum), Valdottavo (octavum) e Diecimo (decimum).

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Via Scauri/Aurelia 2

56 a.C. il figlio del censore Marco Emilio Scauro (anch'egli di nome Marco Emilio Scauro), pretore, creò il collegamento tra Lucca e Luni, che collegava Lucca a Camaiore (Campus Major) via Ripafratta e a Massa, seguendo un percorso collinare. !

Chiamata spesso per errore Via Scauri o Via Aurelia

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Tabula Peutingeriana

copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell’Impero!

probabilmente basata sulla carta del mondo preparata da Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C. - 12 a.C.), forse finalizzata ad illustrare la rete viaria pubblica dotata di stazioni di posta, riordinata da Augusto e dopo la sua morte incisa nel marmo e posta sotto la Porticus Vipsaniæ, lungo la Via Flaminia.

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Tabula PeutingerianaPars IV!

Segmentum IV; Rappresentazione

delle zone Apuane; indicate le colonie di Pisa,

Lucca, Luni; il tratto Pisa-Luni

non è ancora collegato.!

www.hs-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost03/Tabula/tab_pe04.html

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DubbiFossis Papirianis: ablativo di stazionamento, zona non facilmente valicabile, probabilmente perché paludosa; zona Versilia-lago di Massaciuccoli!!Ad Taberna Frigida: nel 1950 rinvenimento, nell’area antistante l’attuale chiesa, di tre selciati romani sovrapposti, fondazioni murarie e frammenti di lapidi romane e medioevali. L’ospedale medievale serviva di appoggio all’unico ponte che attraversava il fiume Frigido è ricordato per la prima volta nel 1191!!Boron: luogo ignoto, per alcuni il Passo del Bracco!!Foro Clodi: da non confondersi con Forum Clodii (lago di Bracciano); da alcuni identificato con Fivizzano

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Ad Taberna Frigida

Fossis Papirianis

Luni

Foro Clodi?

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Fonti successive!Cosmographia dell’anonimo Ravennate, fonte di età bizantina (VII sec.) Ripresa dalla Geographia di Guido (da Pisa) nel XII secolo. !Registrano registra le modifiche alla rete romana nella tarda antichità !Nella Geographia di Guido la sequenza è le seguente: Pisa, Fossis Paparianis, Tuberna Frigida, Lune, Pulion (Pullion), Vigola (Bigola), Rubra, Cornelia (Cornelium), Cebula, Munecia (Vulnecia), Boron, Rexum (Bexum), Turres, Statine (Stacile), Appennina. !!J. Schnetz, Itineraria Romana, Volumen Alterum, Ravennatis Cosmographia et Guidonis Geographica, Leipzig 1940

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Molte incertezze

Lune (Luni) Pullion Bibola —> Bibola Rubra —-> Terrarossa? Cornelia —> Cornia (Zignago) ? Cebula —> Ceula-Levanto? Vulnecia Boron Bexum Turres —>Torresana, Borgo Val di Taro? Stacile Apennina —> Passo delle Cento Croci ?

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La Francigena

Detta Francigena, Francisca, Francesca o Romea

Un fascio di vie che conducevano dall'Europa centrale (Francia) a Roma

Fine X: Sigerico, arcivescovo di Canterbury, di ritorno da Roma dove ha ricevuto il Pallio descrive le 79 tappe del suo itinerario di ritorno: XXVI Luca; XXVII Campmaior; XXVIII Luna; XXIX Scte Stephane; XXX Aguilla; XXXI Puntremel; XXXII Scte Benedicte (Montelungo);

1152-1153 Itinerario di Nikulás da Munkathvera dall’Islanda alla Terra Santa: poi viene Luni [..] e a Luni ci si collega con gli itinerari dalla Spagna e di Santiago di Compostella [..] Cè una giornata di cammino da Luni a Lucca

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!Fidenza

Borgo Val di Taro Crucis markaðr (?)

Frackaskáli (?) Pontremoli

Mariogilldi (?) Santo Stefano di Magra

Marioborg (?) Luni

Kjóformunt (?) Lucca

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CaratteristichePrime attestazioni in un contesto di pellegrinaggio!

ma anche in un periodo storico di rinascita dei mercati, delle città, dei circuiti di scambio marittimi e terrestri!

Fascio di percorsi diversi che però in Lunigiana si restringe in un asse principale con diverse vie minori che dai crinali si congiungono al fondovalle!

Poli: Passo della Cisa/Monte Bardone; Pontremoli; Aulla; Santo Stefano; Sarzana / Luni

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Il Labirinto di Pontremoli (XII?)

Lastra di arenaria di circa 83x60 cm., labirinto sovrastato da due figure umane a cavallo non speculari, quella di destra ha infatti un prolungamento trapezoidale sotto la pancia del cavallo, e un’entità apparentemente alata dietro le spalle.

A sinistra del labirinto c’è un Ouroboro, a destra c’è invece una forma indistinta. In basso, una scritta recita “Sic currite ut comprehendatis” (Paolo, prima lettera ai Corinzi) probabile aggiunta posteriore come IHS, nel centro del labirinto stesso.

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Tracce

Ospedali!

Chiese e monasteri!

Attestazioni dirette nei documenti: diplomi (Federico I e Federico II), trattati, cronache!

Pedaggi

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Federico IL'imperatore è a Pontremoli nel 1160, programma un trasferimento da

Parma a Sarzana nella primavera del 1164 e attraversa il passo, anche se con difficoltà, nel settembre 1167.

Presenza estremamente gravida di conseguenze per tutte le potenze locali che qui avevano un controllo diretto sulla Francigena: il vescovo di Luni, i signori Malaspina e da Vezzano, i comuni di Pontremoli e Sarzana ricevono concessioni e conferme di grande portata, mai prima registrate nella storia della regione.

Tra 1154 e 1185, infatti, è concentrata la maggior parte dei diplomi imperiali relativi alla Lunigiana, 8 contro i 13 complessivi emanati tra l’inizio del secolo XI e la metà del Duecento

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Federico I1° febbraio del 1167 Federico concede ai pontremolesi le regalie per il

territorio che circondava l'abitato e soprattutto la riscossione del pedaggio. In cambio l'imperatore richiede il pagamento periodico di 50 lire, da sostituirsi esclusivamente per l'anno in corso con la fornitura di cento uomini per quattro mesi, in sostegno alla sua spedizione romana.

Chiaro il tentativo di spostare, su un fronte favorevole all'impero, un comune che è invece alleato da sempre con l'ostile Piacenza,

Sette mesi più tardi quando, con un esercito decimato dalla febbre, deve passare la Cisa, e si trova il passo sbarrato proprio dai Pontremolesi.

Avvicinandosi alla località che si chiama Pontremoli e avendo disposto di transitare per il suo suburbio, i Pontremolesi non gli permisero assolutamente di passare per la loro terra. L'imperatore, non potendo passare di lì contro la loro volontà a causa della morfologia dei luoghi e perché i suoi erano pochi, rasati e infermi, essendo già transitato da questa parte del castello che si chiama Malnido (Villafranca), volse verso il mare, affrettando il viaggio per la terra del marchese Opizzo Malaspina, sotto la guida del marchese stesso (De rebus Laudensibus)

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Federico I e il vescovo1162: disegno di creare un comitatus di Luni 1183 elevazione a comes del prelato lunense Federico gli conferisce e gli conferma il comitatum lunensem cum omni

integritate honoris sui, il ripatico dei porti di Luni e di Ameglia e il pedaggio sulla via Francigena secundum quod habere consuevit.

1185 conferma: et nominatim civitatem Lunensem cum fossati et suburbiis et suburbanis suis, cum ripa et theloneo atque mercato, banno et pedagio, iusticia atque guidatico a Lavello et per totam terram et episcopatui eidem et ecclesie attinentem, et plateam que est inter murum civitatis et mare, et edificium quod circulum vocatur atque arenam.

Il dato relativo al pedaggio e al guidatico è inserito in un discorso prettamente urbano. La frase per totam terram et episcopatui eidem et ecclesie attinentem non si riferisce all'intera diocesi-contea, ma al distretto della pieve urbana e ai vari possedimenti e diritti acquisiti fino ad allora dal vescovo, dentro o fuori l'ambito diocesano.

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Altri pedaggi

1163 i Sarzanesi ottengono l’esenzione dal pagamento del ripatico, che spetta al prelato lunense;

1164 Opizzo Malaspina riceve la conferma di tutti i suoi possedimenti tra cui il pedaggio che riscuote presso Villafranca;

1167 Pontremoli conquista le regalie e il pedaggio entro il suo distretto; 1175 Guglielmo Bianco dei signori di Vezzano ottiene il diritto di

esigere un pedaggio di 12 denari imperiali per soma e 6 per fardello nel borgo di S. Stefano o in qualunque altro punto da Sarzana a S. Stefano a sua scelta.

Altre “potenze” interessate: Genova, Lucca, Pisa

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Dalla “rapina” alle “volte”

1167 Annales Placentini Gibellini, Federico I torna a nord e passa in Lunigiana chiedendo aiuto a Obizzo Malaspina

Interea descendit super eos (l’esercito di Federico) pluvia que appellatur bazobo mense Augusti. Unde magna copia exercitus imperatoris infirmata obiit. Imperator autem cum illis qui supervixerunt motis castris per Tusciam et montaneas Placentie cum marchione Malaspina Papiam accessit. Cum autem imperator per montaneas marchionis transierat videndo eas tam aspera et erectas, dixit ipsi marchioni, quomodo vivebat in illis partibus ubi nil fertilitatis esse videbatur. Marchio autem respondit ei, quod vivebat et se fovebat de voltis

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Dalla “rapina” alle “volte”Pertz: ipotesi voltis = raptibus, radice comune a quella del francese voleur, ladro

Volpe: signori lunigianesi, «tutti quanti, grandi e mezzani, usi alla rapina, come all’esercizio di un diritto, certo come a mezzo di vita»

Formentini: voltis = volte mercantili, magazzini

Salvatori: voltis da vultaticum o volutaticum, una tassa che originariamente veniva richiesta ai carri di passaggio sulla vie pubbliche e che in questo contesto viene da Opizzo utilizzata come sinonimo di “pedaggio”

Oggetti di privilegio, compravendita, prestito, scambio: le tasse sul transito delle mercanzie, raccolte in numerosi punti della

ragnatela stradale lunigianese, sono indubbiamente uno dei motori economici più importanti e ambiti della zona.

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Luoghi della politicaIl controllo di una via di comunicazione significa anche avere la possibilità

di disturbare i traffici e quindi di operare un ricatto, economico o politico. 1132, Lotario III ca Lucca: Ordiniamo inoltre che i mercanti che percorrono

la strada da Luni a Lucca non possano essere impediti da alcuno o condotti verso altra destinazione o distratti dal tragitto, ma che debbano arrivare fino a Lucca in sicurezza e senza impedimento alcuno

1153, trattato tra Genova e Pontremoli. Genova si impegna a preservare la sicurezza delle comunicazioni tra la costa e la cittadina appenninica costringendo alcuni domini della Liguria orientale a giurare il rispetto dei viandanti.

1162 L’imperatore Federico Barbarossa chiede un analogo impegno al vescovo di Luni, al marchese Obizzo Malaspina e ai conti di Lavagna nei confronti dei Pisani, a cui assicura la tutela delle persone e delle mercanzie in transito nei rispettivi distretti.

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Politica ed economia

Le forze signorili lunigianesi così come i borghi e le quasi città e infine il vescovo appaiono tutti fortemente impegnati a ottenere un controllo delle vie di comunicazione, che si traduce

nell’esazione dei dazi nell’esercizio della violenza/ordine

ricatto/ritorsione; blocco esercizio della giustizia (vescovo)

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Strade e castelli

1197 Bernardino di Guido da Erberia, futuro podestà dei Bianchi, giura al vescovo di Luni Gualtiero di non violare più la strada e di non farla violare da persona soggetta, né offendere alcun chierico o converso o pellegrino o mercante, nell’avere e nella persona.

Nel medesimo atto Bernardino promette anche di non impedire al prelato di elevare castelli e rocche da Carrara in su e dai monti al mare.

!Quale relazione tra l’incastellamento e il controllo della strada?

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BibliografiaTiziano Mannoni, ‘Insediamenti e viabilità tra Magra e Vara in base ai dati archeologici’, Quaderni del centro studi lunensi, II (1977), pp. 35–42.!

Fabio Baroni, ‘Viabilità di montagna e politica stradale nel medioevo in Lunigiana, Garfagnana e Appennino emiliano’, in ‘Viabilità di montagna e politica stradale nel medioevo in Lunigiana, Garfagnana e Appennino emiliano’, L’abbazia di Linari tra Lunigiana ed Emilia. Atti del convegno (Felina, 2000) pp. 13–21.!

Enrica Salvatori, ‘La Francigena nella Lunigiana medievale: una strada da percorrere?’, in Roberto Greci, ed., Studi sull’Emilia occidentale nel Medioevo (CLUEB: Bologna, 2001) pp. 177–203.!

Enrica Salvatori, ‘Presenze ospedaliere in Lunigiana’, in ‘Presenze ospedaliere in Lunigiana’, Riviera di Levante tra Emilia e Toscana: un crocevia per l’ordine di San Giovanni. Atti del convegno (Istituto Internazionale di Studi Liguri: Genova, 2001) pp. 189–222.!

Enrica Salvatori, ‘Tra malandrini e caravanserragli: l’economia della Lunigiana medievale alla luce di alcune recenti pubblicazioni’, Bollettino Storico Pisano, LXX (2001), pp. 311–322.