La vegetazione forestale dei Monti Alburni, nel Parco ... · questi attributi uno specifico livello...
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Fitosociologia vol. 47 (2): 17-55, 2010
La vegetazione forestale dei Monti Alburni, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (Campania): analisi fitosociologica e significato fitogeografico
L. Rosati1, G. Filibeck2, A. De Lorenzis3, El. Lattanzi3, F. Surbera3, S. Fascetti1 & C. Blasi3
1 Dipartimento di Biologia, Difesa e Biotecnologie Agro-forestali, Università degli Studi della Basilicata, Viale dell’Ateneo Lucano 10, 85100 Potenza, Italia; e-mail: [email protected]; [email protected] Dipartimento di Ecologia e Sviluppo Economico Sostenibile, Università degli Studi della Tuscia, Largo dell’Università s.n.c., 01100 Viterbo, Italia; e-mail: [email protected] (autore per corrispondenza).3 Dipartimento di Biologia Vegetale, Università degli Studi La Sapienza, Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma, Italia; e-mail: [email protected].
Abstract The forest vegetation of the Alburni Mts. (Cilento N. P., Campania, Southern Italy): syntaxonomy and phytogeography. This paper presents a phytosociological study of the forest vegetation of Monti Alburni, a limestone mountain range included in the Cilento National Park (Campania, southern Italy). The maximum elevation of the study area is 1,742 m. The study area shows a high proportion of forest-covered land, and a low pressure from human settlements. Fagus sylvatica woods are the most common land-cover-type; from the syntaxonomical point of view, they belong to Anemono apenninae-Fagetum (southern Italian thermophilous beech forests), although the relevés from the higher belt may be included in Ranunculo brutii-Fagetum (=Campanulo trichocalycinae-Fagetum, southern Italian beech forests of higher altitudes); both associations belong to the S-Italian/S-Balkanic alliance Geranio versicoloris-Fagion. Other common forest types of the Alburni landscape include: Quercus cerris forests (Lathyro digitati-Quercetum cerris of Teucrio siculi-Quercion cerridis); Ostrya carpinifolia woods (Seslerio autumnalis-Aceretum obtusati of Carpinion orientalis); and Castanea sativa coppice woods (partly belonging to Teucrio siculi-Quercion cerridis and partly to Geranio versicoloris-Fagion). Some more forest types do exist in the study area, although with limited extension: Quercus ilex woods, partly akin to Festuco exaltatae-Quercetum ilicis and partly assigned to a new association here described (Melitto albidae-Quercetum ilicis), a Campanian vicariant of the C-Italian montane mesophilous holm-oak woods (both associations belong to Fraxino orni-Quercion ilicis); Quercus virgiliana woods, assigned to a new association, Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae; Carpinus orientalis woods, referred to a facies of the Ostrya-woods; Populus tremula successional woods, assigned to the new association Holco-Populetum tremulae; other secondary woods are dominated by Pyrus pyraster and Acer campestre, and the new association Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri is here described; finally, fragments of Alnus cordata woods exist in abandoned fields, syntaxonomically incertae sedis. Many of the studied forest types show a high environmental quality and host rare or endangered species. The finding of some important species that are new for the area is presented (Campanula trichocalycina, Corallorhiza trifida, Epipactis cfr. purpurata). The phytogeographical position of the Alburni range is also discussed, based on the chorological significance of the forest flora found in the relevés and of the forest syntaxa found in the study area: the Alburni Mts. clearly belong to a Southern Thyrrenian phytogeographical unit, although they might be near to the border with a C-Thyrrenian unit.
Key words: Carpinion orientalis, floristic regions, Fraxino orni-Quercion ilicis, Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae, Teucrio siculi-Quercion cerridis, vegetation classification.
RiassuntoViene presentato uno studio fitosociologico della vegetazione forestale dei Monti Alburni, un complesso montuoso calcareo (quota massima 1.742 m) compreso nel Parco Nazionale del Cilento e caratterizzato da una notevole estensione della copertura forestale che appare spesso in buono stato di conservazione, con formazioni molto mature, di elevata qualità naturalistica. Le faggete sono il tipo fisionomico maggiormente esteso: dal punto di vista fitosociologico, per gran parte sono riferibili all’Anemono apenninae-Fagetum (faggete termofile dell’Italia meridionale); alle quote maggiori, si riscontrano aspetti impoveriti del Ranunculo brutii-Fagetum (=Campanulo trichocalycinae-Fagetum; faggete microterme dell’Italia meridionale). Entrambe le tipologie di faggeta appartengono all’alleanza S-Appenninica/S-Balcanica Geranio versicoloris-Fagion. Altre fisionomie estese su vaste superfici sono le cerrete riconducibili al Lathyro digitati-Quercetum cerris (Teucrio siculi-Quercion cerridis), gli ostrieti (Seslerio autumnalis-Aceretum obtusati galietosum laevigati, appartenenti al Festuco exaltatae-Ostryenion, suballeanza meridionale del Carpinion orientalis) e i castagneti cedui (alcuni dei quali mostrano una composizione floristica afferente al Teucrio siculi-Quercion cerridis, altri presentano invece il corteggio del Geranio versicoloris-Fagion). Formazioni minori per estensione, ma con una peculiare composizione floristica, includono: le leccete (in parte affini al Festuco exaltatae-Quercetum ilicis, mentre quelle delle quote maggiori sono descritte hoc loco come Melitto albidae-Quercetum ilicis, vicariante delle leccete mesofile dell’Italia centrale; in entrambi i casi l’alleanza è Fraxino orni-Quercion ilicis); i boschi di roverella, con composizione molto diversificata rispetto alle analoghe comunità del centro Italia (Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae ass. nova); i boschi a carpino orientale, che presentano lo stesso corteggio degli ostrieti e sono da considerare una facies selvicolturale del Seslerio-Aceretum; i preboschi a pioppo tremolo, con flora riconducibile al Teucrio-Quercion cerridis, per i quali descriviamo la nuova associazione Holco-Populetum tremulae; i caratteristici preboschi a Pyrus pyraster e Acer campestre, con sottobosco mesofilo a Ilex aquifolium ed Euonymus latifolius e corteggio del Geranio-Fagion (qui descritti come Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri ass. nova). Meno diffusi rispetto al Cilento flyschoide sono invece i boschi ad Alnus cordata, la cui posizione sintassonomica deve essere ulteriormente approfondita. Viene inoltre segnalato il ritrovamento di alcune specie nuove per l’area di studio (Campanula trichocalycina, Corallorhiza trifida, Epipactis cfr. purpurata). Vengono infine discussi, nel presente lavoro, posizione e significato fitogeografico del massiccio degli Alburni, sulla base della flora rinvenuta nelle comunità forestali: essa mostra una forte componente sud-appenninica, che differenzia queste comunità da quelle fisionomicamente analoghe dell’Appennino centrale e le accomuna invece alle foreste dei rilievi lucani e calabresi, sottolineando come gli Alburni appartengano ancora chiaramente ad un phytochorion da individuarsi nella parte meridionale del versante tirrenico della Penisola, del quale sono da chiarire la delimitazione e i rapporti nei confronti dell’unità fitogeografica del Tirreno centrale.
Parole chiave: Carpinion orientalis, classificazione della vegetazione, Fraxino orni-Quercion ilicis, Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae, regionalizzazione fitogeografica, Teucrio siculi-Quercion cerridis.
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Introduzione
Il vasto territorio della regione cilentana, oggi in gran parte compresa nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, presenta una notevole diversità litologica, fisiografica e bioclimatica che – unitamente alla sua peculiare posizione biogeografica – ha determinato la presenza di una flora assai ricca e interessante. Numerosi, anche se non esaustivi, sono stati finora gli studi floristici, culminati nel catalogo floristico di Moggi (2002); per aggiornamenti successivi si vedano i lavori di De Natale (2004), Rosati et al. (2006) e Motti & Salerno (2006).
Più rari e generalmente relativi ad aree ristrette sono stati invece gli studi fitosociologici (un elenco completo fino al 2002 è contenuto nel lavoro di Moggi sopra citato). Solo recentemente sono stati pubblicati studi vegetazionali riguardanti ampie aree del Parco (Corbetta et al., 2004; Rosati et al., 2005; Blasi et al., 2006): anche a seguito di tali lavori, comunque, lo studio fitosociologico dell’area protetta è ben lungi dall’essere completo. In particolare, un’estesa area ancora scarsamente nota risulta essere quella della dorsale calcarea dei Monti Alburni, situata al margine settentrionale del Parco. Il presente lavoro si propone pertanto di contribuire alla conoscenza della vegetazione forestale di tale settore, che presenta una elevata percentuale di superficie boschiva, spesso ben conservata, articolata in tipi fisionomici molto diversificati fra loro e di forte interesse biogeografico.
Area di studio
Il massiccio degli Alburni si trova in provincia di Salerno (fig. 1) e si eleva dai 200 m della piana del Sele fino alla quota massima di 1742 m (Monte Alburno). Di forma grosso modo rettangolare, consta di una struttura monoclinalica orientata in direzione NW-SE e delimitata da versanti molto acclivi sul lato NE e meno inclinati sul lato SW.
Come confine dell’area di studio è stato fissato l’insieme di strade provinciali pedemontane che circondano il massiccio.
I versanti bordieri della struttura montuosa sono impostati su importanti faglie a prevalente movimento verticale e in parte trascorrente (Santo, 1996; Berardi et al., 1996). La litologia è dominata dai calcari di piattaforma di età giurassico-cretacica (unità Alburno-Cervati). Lungo il perimetro del massiccio e sull’altopiano sommitale si conservano numerosi affioramenti di terreni terziari, costituiti soprattutto da
formazioni terrigene in facies di flysch essenzialmente di natura arenaceo-pelitica (Santo, 1996). Altri affioramenti di natura terrigena sono da ricondursi a coltri appenniniche di provenienza interna (Liguridi s. l.) (Berardi et al., 1996). Questi ultimi litotipi risultano poco estesi perché quasi interamente rimossi dai processi erosivi. L’altopiano è interessato da notevoli fenomeni carsici, e in generale nell’intero massiccio l’idrografia superficiale è scarsissima.
Dal punto di vista bioclimatico i Monti Alburni rientrano prevalentemente nella regione Temperata; la regione Mediterranea è presente solo alla base del massiccio, nel quadrante meridionale. I termotipi sono compresi tra il mesomediterraneo e il supratemperato superiore, con ombrotipi da subumido a iperumido (Rosati, 2003). Data l’assenza di stazioni termopluviometriche all’interno dell’area di studio, le unità fitoclimatiche sono state cartografate tramite spazializzazione, in funzione della quota, dei parametri mensili di temperatura e precipitazioni relativi alle stazioni circostanti, utilizzando il metodo delle regressioni locali (Blasi et al., 2007). I principali parametri bioclimatici e i diagrammi termopluviometrici delle stazioni prossime al massiccio degli Alburni sono mostrati in tab.1 e in fig. 2
Dati e metodi
Prima di procedere al lavoro di campo, le unità ambientali dei M. Alburni sono state individuate e cartografate in scala 1:50.000 (fig. 3), secondo la metodologia proposta in Blasi et al. (2000; 2004b). Questi Autori hanno proposto un metodo di classificazione gerarchica divisiva del paesaggio adeguato alla specificità del territorio italiano; il processo si basa sull’integrazione di dati climatici, litologici e morfologici, individuando per ognuno di questi attributi uno specifico livello di organizzazione ambientale (rispettivamente regioni, sistemi e sottosistemi di paesaggio). Le unità ambientali vengono definite per ulteriore suddivisione dei sottosistemi sulla base dei piani fitoclimatici, arrivando così ad individuare degli ambiti territoriali omogenei per fattori fisici, e pertanto caratterizzati ciascuno, alla scala adottata, da un unico tipo di vegetazione potenziale prevalente.
Sempre nella fase preparatoria, al fine di garantire la rappresentatività della distribuzione dei rilievi fitosociologici sul territorio, è stata redatta una carta della copertura del suolo e delle fisionomie
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Fig. 1 - Localizzazione e orografia del territorio dei M.ti Alburni.
Fig. 2 - Diagrammi ombrotermici delle stazioni limitrofe al massiccio dei M.ti Alburni.
vegetazionali (fig. 4) mediante fotointerpretazione di ortofoto digitali in b/n del 1999 e successive verifiche sul campo.
Successivamente sono stati eseguiti 189 rilievi secondo il metodo fitosociologico (Braun-Blanquet,
1964; Mueller Dombois & Ellenberg, 1974), collocati in modo da essere rappresentativi sia delle differenti fisionomie presenti, sia, per quanto possibile, anche delle variazioni di parametri fisiografici quali esposizione, inclinazione e quota all’interno di una
Stazioni termopluviometriche P Pest Tmed Io Ios2 It Unità fitoclimatica
Contursi (97 m) 1094,96 100,20 15,17 6,02 1,36 286,00mesomediterraneo inferiore
umido
Vallo (521 m) 1270,20 137,05 13,56 1,92 1,92 260,70meso(sub)temperato inferiore
umido
Polla (444 m) 991,18 100,04 12,66 6,53 1,53 242,90mesomediterraneo superiore
umido
Stazioni termopluviometriche
(i dati termici sono derivati con
regressioni locali in funzione della
quota)
P Pest Tmed Io Ios2 It Unità fitoclimatica
Albanella (359 m) 932,20 60,20 15,36 4,96 0,75 329,00mesomediterraneo inferiore
umido
Bellosguardo (536 m) 966,80 90,70 13,78 5,84 1,29 269,00mesomediterraneo superiore
umido
S. Angelo a Fasanella (557 m) 1557,40 99,70 13,56 9,57 1,39 262,00mesomediterraneo superiore
umido
Castelluccio cosentino (459 m) 1045,70 143,20 12,998 5,97 1,91 242,00meso(sub)temperato superiore
umido
Tab. 1 - Dati bioclimatici delle stazioni termopluviometriche e pluviometriche limitrofe al massiccio degli Alburni. P= precipitazioni totali; P est = precipitazioni estive; Tmed = temperatura media annua; Io = indice ombrotermico, Ios2 = indice ombrotermico estivo, It indice di termicità. Gli indici bioclimatici sono stati calcolati secondo Rivas-Martìnez (2004); periodo di osservazione 1975-1995.
stessa fisionomia forestale.La determinazione dei campioni è stata basata
prevalentemente su Pignatti (1982) (per le Orchidaceae la determinazione ha seguito Grünanger, 2001). La nomenclatura delle specie1 segue Pignatti (1982) (ad eccezione di Festuca exaltata C. Presl. e del gen. Aristolochia, per il quale cfr. Nardi, 1984 ).
L’attribuzione delle specie ai syntaxa segue principalmente Blasi et al. (2004a) e i lavori ivi citati.La matrice di 189 rilievi per 366 specie è stata analizzata tramite cluster analysis mediante la funzione “Modified Twinspan classification”, disponibile nel software JUICE (Tichy, 2002), che esegue una classificazione di tipo divisivo combinando il classico algoritmo di TWINSPAN (Hill, 1979) con una analisi dell’eterogeneità dei clusters preliminare a ciascuna suddivisione della matrice successiva alla prima (Roleček et al. 2009). Come misura dell’ eterogeneità dei clusters è stata utilizzata l’inerzia totale, come suggerito da Roleček et al. (l. c.) con valore limite per l’ulteriore suddivisione del cluster pari 0,3 e stabilendo tre livelli di soglia per le “pseudospecie” pari a 0-5-25% del valore di copertura. Il dendrogramma risultante da quest’ultima classificazione è mostrato in fig. 5. Con l’ausilio di tale elaborazione la matrice dei dati è stata suddivisa in tabelle fitosociologiche.
Non vengono riportati in dettaglio in questo lavoro
1Le specie Lamium flexuosum e Lamiastrum galeobdolon sono state accorpate nelle tabelle e nelle elaborazioni a causa dell’estrema difficoltà nel distinguere i frequenti esemplari sterili.
i dati fitosociologici degli ostrieti e boschi misti dell’area di studio già presentati nel lavoro di Blasi et al. (2006).
Struttura del paesaggio
Nel territorio in studio sono state individuate 2 regioni di paesaggio (mediterranea e temperata), 3 sistemi e 6 sottosistemi di paesaggio, articolati in 11 unità ambientali (tab. 2 e fig. 3). L’unità con la maggiore estensione (oltre 7.000 ha) è quella definita “sistema carbonatico-altopiani e rilievi sommitali-orizzonte supratemperato inferiore umido/iperumido”. Nell’ambito di questo lavoro non è stata inclusa nel rilevamento fitosociologico l’unità ambientale dei rilievi carbonatici a bioclima semi-continentale essendo quasi priva di copertura forestale e interessando solo marginalmente l’area dei Monti Alburni.
Il paesaggio dei Monti Alburni è dominato da forme di uso del suolo di tipo forestale (fig. 4). Le coperture forestali occupano infatti quasi l’80% dell’area in studio. Il tipo fisionomico più diffuso è rappresentato dalle faggete, che da sole coprono circa 1/3 dell’area, seguite dalle cerrete e dai castagneti cedui. La vegetazione erbacea di sostituzione è dominata, sui versanti carbonatici, da praterie xeriche a Bromus erectus, e sui substrati argillosi da praterie mesofile con Brachypodium rupestre o Cynosurus cristatus.
A causa della particolare costituzione litologica e morfologica del massiccio, e della scarsità di acque superficiali, le aree agricole all’interno dell’area di
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Fig. 3 - Carta delle Unità ambientali dei M.ti Alburni.
Fig. 4 - Carta della copertura del suolo e delle fisionomie vegetazionali dei M.ti Alburni.
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Fig. 5 - Classificazione ottenuta tramite la funzione “Modified Twinspan classification” (total inertia; pseudospecies cut level 0-5-25; min. dissimilarity 0.3). A: Quercetea ilicis; B: Querco-Fagetea; B1 Fagetalia sylvaticae; B2: Quercetalia pubescenti-petraeae (include anche i boschi secondari a Pyrus pyraster ricondotti al Geranio-Fagion sylvaticae). 1: Festuco-Quercetum ilicis; 2: Melitto-Quercetum ilicis; 3: Anemono-Fagetum var. ad Alnus cordata; 4: Anemono-Fagetum; 5: Ranunculo-Fagetum; 6: Pyro pyrastri-Quercetum vrgilianae; 7: Holco-Populetum tremulae e aggr. ad Alnus cordata; 8: Lathyro-Quercetum cerridis; 9: Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri; 10: aggr. a Castanea sativa, e facies a Carpinus orientalis del Seslerio-Aceretum.
UNITA' AMBIENTALE %
Regione mediterranea
U. a. dei rilievi collinari mesomediterranei umidi 3,6
Regione temperata
U. a. dei rilievi collinari mesotemperati umidi 0,5
U. a. delle depressioni morfostrutturali mesotemperate umide 3,3
U. a. delle depressioni morfostrutturali supratemperate inferiori umide/iperumide 0,9
U. a. dei versanti bordieri carbonatici mesotemperati umidi 23,8
U. a. dei versanti bordieri carbonatici supratemperati inferiori umidi/iperumidi 11,2
U. a. dei versanti bordieri carbonatici supratemperati superiori umidi/iperumidi 3,5
U. a. degli altopiani e dei rilievi sommitali carbonatici mesotemperati inferiori umidi 17,6
U. a. degli altopiani e dei rilievi sommitali carbonatici supratemperati inferiori umidi/iperumidi 33,2
U. a. degli altopiani e dei rilievi sommitali carbonatici supratemperati superiori umidi/iperumidi 1,6
U. a. dei rilievi collinari carbonatici mesotemperati semicontinentali subumidi 0,8
Tab. 2 - Unità ambientali e copertura percentuale nell’area di studio.
studio coprono appena il 3%, mentre sono del tutto assenti i centri abitati. Questi ultimi sono disposti a corona al piede della catena montuosa, in prossimità del contatto litologico con i substrati argilloso-marnosi o con le coperture quaternarie, dove riaffiorano le falde acquifere. Le aree agricole erano però, in passato, maggiormente estese: sono tuttora leggibili, fra la vegetazione in rapida evoluzione, i segni di un pregresso uso agricolo di gran parte delle depressioni
carsiche e morfo-strutturali, oggi in gran parte abbandonate o adibite al pascolo del bestiame brado.
Analisi fitosociologica della vegetazione forestale
Il dendrogramma risultante dalla cluster analysys (fig. 5) mostra una prima divisione che separa le cenosi appartenenti alle classi Quercetea ilicis (A) e Querco-
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Fagetea (B). All’interno del cluster A i due gruppi successivi corrispondono a due tipologie diverse di cenosi a dominanza di Quercus ilex, rispettivamente a carattere relativamente termofilo e mesofilo. All’interno del cluster B, invece, le successive suddivisioni possono essere, sostanzialmente, interpretate a livello di ordine: Fagetalia sylvaticae (B1) e Quercetalia pubescenti-petraeae (B2). A livello di alleanza i clusters del gruppo B1 possono essere ricondotti all’alleanza Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae mentre quelli del gruppo B2 sono da riferire alle alleanze Teucrio siculi-Quercion cerridis e Carpinion orientalis, ad eccezione delle cenosi a Pyrus pyraster e dei castagneti maggiormente mesofili che si è ritenuto più opportuno riferire al Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae, sulla base dei risultati di una cluster analysys di tipo agglomerativo (UPGMA, similarity ratio, non mostrata qui) e di una più approfondita disamina del significato fitosociologico del corteggio floristico. Infine, le ulteriori suddivisioni dei clusters mostrati in fig. 5 sono state interpretate a livello di associazione, di facies o di aggruppamento. Le comunità così individuate vengono di seguito descritte, partendo dalle cenosi più microterme e terminando con le più termofile.
Faggete microterme (tab. 3)Ranunculo bRutii-Fagetum sylvaticae Bonin 1967 (=campanulo tRichocalycinae-Fagetum Gentile 1970)
Unità ambientale prevalente: regione temperata, rilievi e altopiani carbonatici, prevalentemente nel piano supratemperato superiore.
Quota: tra 1.400 e 1.700 m.Struttura, specie dominanti e specie frequenti:
fustaie e cedui, con strato arboreo formato quasi esclusivamente da Fagus sylvatica; sporadicamente si rilevano Salix caprea e Acer lobelii. Tra le specie più frequenti o abbondanti nello strato erbaceo vi sono Galium odoratum, Viola reichenbachiana, Rubus hirtus, Solidago viragurea, Adenostyles australis, Lathyrus venetus.
Inquadramento sintassonomico: i rilievi mostrati nella parte destra di tab. 3 si caratterizzano per la presenza di alcune entità microterme quali Orthilia secunda, Adenostyles australis, Calamintha grandiflora, Sorbus aucuparia, si differenziano dalle faggete, descritte di seguito, per un impoverimento nelle specie di Anemono-Fagetum e per l’assenza di numerose altre specie comuni nelle faggete termofile (Ilex aquifolium, Quercus cerris, Alnus cordata, Hedera helix, ecc.). Possono essere considerati in gran parte come un aspetto impoverito del Ranunculo brutii-Fagetum
sylvaticae [nome che, secondo Di Pietro et al. (2004), sarebbe un sinonimo sintassonomico, prevalente per la regola di priorità, rispetto al più usato e noto Campanulo trichocalycinae-Fagetum], sebbene i rilievi situati alle quote inferiori costituiscano di frequente forme di transizione con l’Anemono-Fagetum. L’associazione Ranunculo brutii-Fagetum sylvaticae, descritta per le faggete microterme dell’Appennino meridionale, è già nota nell’ambito del comprensorio cilentano per il M. Sacro (Rosati et al., 2005) e per il M. Cervati (Corbetta et al., 2004), ed è stata rinvenuta anche sui vicini M.ti Picentini (Cantiani, 1984; Vita et al., 1999); questi ultimi costituiscono probabilmente il limite settentrionale dell’associazione.
Note floristiche: l’assenza di Ranunculus brutius e di Campanula trichocalycina nella tabella dei rilievi può essere ricondotta all’estrema rarità di queste specie sugli Alburni. In particolare, Campanula trichocalycina, presente in altri settori del Cilento e sui M. Picentini, fu segnalata sugli Alburni nel 1796 da Briganti e da allora non è stata più ritrovata nel massiccio (Moggi, 1955) fino a recenti esplorazioni (Rosati, oss. pers.), successive alla fase di esecuzione dei rilievi fitosociologici presentati in questo lavoro e finalizzate all’individuazione delle foreste vetuste del Parco del Cilento. Sempre sotto il profilo floristico, da segnalare anche il ritrovamento nelle faggete microterme degli Alburni di Corallorhiza trifida, orchidea rarissima nell’Appennino centro-meridionale (Grünanger, 2001), che non era finora nota per il comprensorio cilentano (Moggi, 2002).
Faggete termoFile (tab. 3)anemono apenninae-Fagetum (Gentile 1970) Brullo 1983
Unità ambientale prevalente: regione temperata, rilievi e altopiani carbonatici, piano supratemperato inferiore da umido a iperumido.
Quota: prevalentemente tra 1.000 e 1.400 m. Nei versanti ad esposizione meridionale le faggete termofile possono ritrovarsi anche a quote superiori rispetto a quelle indicate; viceversa, aspetti di faggeta microterma, descritti precedentemente, possono essere frequenti a quote inferiori su versanti settentrionali o all’interno di ampie e profonde doline o polje con marcati fenomeni di inversione termica.
Struttura, specie dominanti e specie frequenti: fustaie e cedui, con strato arboreo formato quasi esclusivamente da Fagus sylvatica, raramente accompagnato da specie quali Acer obtusatum, Salix caprea, Alnus cordata, Quercus cerris. Un
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1130
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1050
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1150
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1280
1140
1320
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1350
1360
1330
1350
1100
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1440
1400
1510
1540
1560
1560
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26
secondo strato arboreo, con coperture molto basse, può essere formato da Acer lobelii, Taxus baccata (prevalentemente su affioramenti rocciosi al margine di doline e inghiottitoi) e Ilex aquifolium, oltre che dalla rinnovazione del faggio. In alcune località (Costa dei Patrelli, Bosco di Corleto) a tale strato (ril. 177) partecipa anche Abies alba [si veda Rovelli (1995) per un quadro dettagliato sulla presenza dell’abete bianco nel P.N. del Cilento e Di Pietro & Fascetti (2005) per ulteriori rilievi di faggeta con abete bianco degli Alburni e per un esauriente quadro sintassonomico di tali cenosi nell’Appennino meridionale]. Lo strato erbaceo, generalmente con scarse coperture complessive, presenta tra le specie più abbondanti Rubus hirtus, Galium odoratum, Cardamine bulbifera, Daphne laureola; altre specie molto frequenti, ma con coperture minori, includono Neottia nidus-avis, Viola reichenbachiana, Epipactis helleborine, Lathyrus venetus, Sanicula europaea, Festuca heterophylla.
Inquadramento sintassonomico: la presenza di specie biogeograficamente significative quali Doronicum orientale, Geranium versicolor, Acer lobelii, Festuca exaltata), conduce facilmente ad inquadrare queste comunità nell’alleanza Geranio versicoloris-Fagion, definita da Gentile (1970) per inquadrare le faggete dell’Appennino meridionale, e recentemente riconosciuta da vari Autori anche per le faggete dei Balcani meridionali (cfr. ad es. Bergmeier & Dimopoulos, 2001; Čarni et al., 2009).
A livello di associazione, i rilievi nella parte sinistra della Tab. 3 sono chiaramente riconducibili alle faggete termofile meridionali dell’Anemono apenninae-Fagetum (=Aquifolio-Fagetum nom. illeg.) (cfr. Di Pietro et al., 2004), di cui sono frequentemente presenti le differenziali Lathyrus venetus, Ilex aquifolium, Melica uniflora e, più raramente, Potentilla micrantha, Euphorbia amygdaloides, Allium pendulinum; sono presenti anche altre specie guida di faggete termofile quali Hedera helix e Daphne laureola. I primi quattro rilievi evidenziano una variante ad Alnus cordata frequente alle quote inferiori in situazioni di impluvio o nelle aree marginali della faggeta.
Note floristiche: In un tratto di faggeta a carattere particolarmente mesofilo (ril. 99) è stata rinvenuta una Epipactis probabilmente riconducibile a E. purpurata, da indagare ulteriormente in quanto costituirebbe la prima segnalazione per la regione Campania (cfr. Grünanger, 2001; Conti et al., 2005).
boschi di populus tRemula (tab. 4)holco mollis-populetum tRemulae ass. nova
Unità ambientali prevalenti: regione temperata, rilievi e altopiani carbonatici, dal piano mesotemperato superiore al supratemperato inferiore, ma localizzati in doline, impluvi, terrazzamenti abbandonati ecc.
Quota: 800-1000 m.Struttura, specie dominanti e specie frequenti: lembi
boschivi di modesta estensione (di solito inferiore a 1 ettaro) e recente formazione, in quanto si tratta di cenosi secondarie che colonizzano margini di bosco, terrazzamenti o doline precedentemente coltivate in ambiente fresco e umido. Lo strato arboreo è dominato da Populus tremula, che può essere accompagnato da Quercus cerris, Quercus virgiliana, Castanea sativa. Nel sottobosco sono frequenti Pyrus pyraster e Crataegus monogyna. Lo strato erbaceo è generalmente invaso da Pteridium aquilinum; abbondanti Rubus canescens, Brachypodium sylvaticum, Fragaria vesca, Geum urbanum; frequenti Festuca heterophylla, Holcus mollis, Clinopodium vulgare, Aristolochia lutea.
Inquadramento sintassonomico: nella composizione floristica è rilevante sia il contributo delle specie provenienti dalle confinanti cerrete, sia il contingente di specie erbacee eliofile provenienti dagli ambienti prativi grazie allo scarso ombreggiamento determinato dal pioppo tremolo. L’ordine di riferimento può essere individuato nei Quercetalia pubescenti-petraeae, le cui specie caratteristiche sono ben rappresentate; non mancano anche alcune specie differenziali del Teucrio siculi-Quercion cerridis e dello Ptilostemo-Quercenion cerridis, cui del resto va riferita la tappa matura della serie cui queste formazioni di prebosco vanno ricondotte. I rilievi da noi effettuati non sono quindi inquadrabili nello schema proposto da Taffetani (2000) per le formazioni a P. tremula dell’Italia centrale (suball. Aceri obtusati-Populenion tremulae, nell’alleanza Corylo-Populion tremulae dei Fagetalia sylvaticae), per la mancanza tanto della combinazione specifica proposta per la sottoalleanza, quanto di un contingente significativo di Fagetalia.
I rilevi da noi riportati in tab. 4 possono dunque essere ricondotti al contesto dei Quercetalia pubescenti-petraeae, riferiti alla alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis e individuati come ass. nova denominata Holco mollis-Populetum tremulae (typus rel. 220 in tab. 4). Come combinazione diagnostica di specie si identificano, insieme alla dominante Populus tremula: Aristolochia lutea e Achillea ligustica, specie proprie delle cerrete del Teucrio-Quercion cerridis (la seconda in particolare dello Ptilostemo-Quercenion); Holcus mollis, specie eliofila (pertanto legata alla scarsa copertura dei pioppeti), meso-igrofila
27
(trattandosi di suoli a maggiore ritenzione idrica e a matrice residuale o colluviale) e blandamente acidofila (legata quindi alla decarbonatazione di questi suoli di conche carsiche) (cfr. Rameau et al., 1989).
Tuttavia, frammenti di pioppeto (non rilevati in questo studio) esistono sugli Alburni anche in contesti più mesofili, a quote maggiori, in contatto con il margine inferiore della faggeta; in tali formazioni si può osservare anche la presenza di Betula pendula accompagnata da numerose specie dei Fagetalia e del Geranio versicoloris-Fagion. Sulla base di tali osservazioni, nonchè di nostri dati inediti relativi ad altri settori del Cilento (cfr. anche un rilievo di pioppeto ricco in specie di Fagetalia riportato in Corbetta et al., 2004, per il M. Motola), si può ritenere che le formazioni a Populus tremula degli Alburni e del Cilento in generale possano essere schematicamente suddivise in due tipologie: una che dal punto di vista dinamico appartiene alla serie della cerreta (Holco mollis-Populetum tremulae), e che è riconducibile ai Quercetalia pubescenti-petraeae sotto il profilo sintassonomico; e un’altra, da indagare ulteriormente, dinamicamente legata alla faggeta, e probabilmente da inquadrare nei Fagetalia sylvaticae.
boscaglie di alnus coRData (tab. 5)aggr. ad alnus coRData
Unità ambientali prevalenti: regione temperata, rilievi e altopiani carbonatici, dal mesotemperato superiore al supratemperato inferiore. Nell’area di studio, probabilmente a causa della natura prevalentemente carbonatica del substrato, i boschi di Alnus cordata non sono così estesi come sui rilievi arenacei del Cilento (cfr. Rosati et al., 2005), nonostante la specie sia ampiamente diffusa sul massiccio, in particolare nella fascia submontana. Popolamenti a dominanza di A. cordata si rinvengono in modo frammentario nel settore sud-occidentale dell’altopiano, al contatto con faggete, cerrete submontane o all’interno di doline, spesso su terrazzamenti o ex coltivi abbandonati, occupando una superficie complessiva di alcune centinaia di ettari.
Quota: tra 700 e 1000 m.Struttura, specie dominanti e specie frequenti: si
presentano quasi sempre come boschi piuttosto aperti, non molto estesi e molto disturbati dal pascolo. Lo strato arboreo è costituito prevalentemente da Alnus cordata e vi si possono trovare anche Fagus sylvatica e Acer obtusatum; alle quote inferiori Castanea sativa, Quercus cerris e Juglans regia. Lo strato arboreo dominato presenta frequentemente Pyrus
28
Tab. 4 - Boschi di Populus tremula, Holco mollis-Populetum tremulae ass. nova
N. rilievo 219 220* 227 218
Altitudine (m) 900 855 900 900
Esposizione sse - - -
Inclinazione (°) <5 - - -
Copertura totale (%) 100 100 100 100
Superficie rilevata (m²) 180 100 200 180
Holco mollis-Populetum tremulae ass. nova
Populus tremula L. 5 5 5 5
Holcus mollis L. + + + 2
Aristolochia lutea Desf. + + . +
Achillea ligustica All. . r + .
Teucrio siculi-Quercion cerridis e Ptilostemo-Quercenion cerridis
Crepis leontodontoides All. + . + .
Digitalis micrantha Roth + . . +
Poa sylvicola Guss. . 1 1 .
Echinops siculus Strobl . . + .
Ptilostemon strictus (Ten.) Greuter . . . +
Quercetalia pubescenti-petraeae
Quercus cerris L. 2 1 2 1
Quercus virgiliana Ten. 2 . 2 1
Anemone apennina L. . . + +
Scutellaria columnae All. . r . .
Ostrya carpinifolia Scop. . . + .
Viola alba Besser . . . +
Malus sylvestris Miller . . . 1
Fagetalia sylvaticae e Geranio versicoloris-Fagion
Geranium robertianum L. + . + .
Galium odoratum (L.) Scop. + . . .
Alnus cordata (Loisel.) Desf. . 1 . .
Acer lobelii Ten. . + . .
Viola reichenbachiana Jordan Ex Boreau . . + .
Calamintha grandiflora (L.) Moench . . + .
Querco-Fagetea
Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. 1 3 3 2
Geum urbanum L. 1 1 + 1
Fragaria vesca L. + 3 1 +
Clematis vitalba L. + 2 1 1
Castanea sativa Miller 1 + 1 2
Pyrus pyraster Burgsd. 2 + 1 .
Festuca heterophylla Lam. + . + +
Chaerophyllum temulum L. + . + +
Hedera helix L. 1 . . +
Symphytum tuberosum L. . + + .
Lathyrus sylvestris L. . . + +
Silene latifolia Poiret . . + +
Rosa arvensis Hudson 2 . . .
Aremonia agrimonoides (L.) DC. . + . .
Bromus ramosus Hudson . . . r
Rubus hirtus W. Et K. . . . 4
Rhamno-Prunetea
Crataegus monogyna Jacq. 2 1 . 1
Prunus spinosa L. . . . +
Altre
Pteridium aquilinum (L.) Kuhn 4 4 4 4
Clinopodium vulgare L. 1 + + 2
Agrimonia eupatoria L. + + + .
Rubus canescens DC. 1 3 2 .
Dactylis glomerata L. 1 + 1 .
Brachypodium rupestre (Host) R. Et S. 3 . . 2
Asphodeline liburnica (Scop.) Rchb. + . + .
Vicia sp. + . + .
Hypericum perforatum L. + . + .
Anthriscus nemorosa (Bieb.) Sprengel . + + .
Trifolium pratense L. . + 1 .
Origanum vulgare L. . + + .
Rosa sp. . 1 . 1
Silene alba (Miller) Krause . + + .
Astragalus glycyphyllos L. . + + .
Galium album Miller . . + 1
Bryonia dioica Jacq. . . + +
Tab. 5 - Boscaglie a dominanza di Alnus cordata
N. rilievo 138 221 225
Altitudine (m) 1270 900 890
Esposizione - sw -
Inclinazione (°) 0 <5 0
Copertura totale (%) 90 100 100
Superficie rilevata (m²) 200 180 120
Aggr. ad Alnus cordata
Alnus cordata (Loisel.) Desf. 3 5 4
Pteridium aquilinum (L.) Kuhn 1 3 +
Stachys sylvatica L. + + .
Alliaria petiolata (Bieb.) Cavara et Grande + . +
Chaerophyllum temulum L. . + 1
Rubus canescens DC. . 2 3
Bryonia dioica Jacq. . 1 +
Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. . + 3
Quercetalia pubescenti-petraeae
Pyrus pyraster Burgsd. 1 . +
Acer obtusatum W. et K. 2 . +
Quercus cerris L. . + 2
Clinopodium vulgare L. . + +
Quercus virgiliana Ten. . + 1
Malus sylvestris Miller . 1 1
Aristolochia lutea Desf. + . .
Viola alba Besser + . .
Lilium bulbiferum L. + . .
Anthriscus nemorosa (Bieb.) Sprengel + . .
Digitalis micrantha Roth . + .
Silene viridiflora L. . + .
Acer campestre L. . . +
Poa sylvicola Guss. . . 1
Sorbus domestica L. . . 1
Fraxinus ornus L. . . +
Carpinus orientalis Miller . . +
Fagetalia sylvaticae
Doronicum orientale Hoffm. + . .
Viola reichenbachiana Jordan Ex Boreau + . .
Fagus sylvatica L. 3 . .
Polygonatum multiflorum (L.) All. + . .
Veronica chamaedrys L. + . .
Mycelis muralis (L.) Dum. + . .
Aremonia agrimonoides (L.) DC. + . .
Primula vulgaris Hudson + . .
Lapsana communis L. . . +
Moehringia trinervia (L.) Clairv. . . +
Lathyrus venetus (Miller) Wohlf. . . r
Carpinus betulus L. . . 1
Querco-Fagetea
Geum urbanum L. + + 1
Fragaria vesca L. + + 1
Anemone apennina L. 1 + +
Symphytum tuberosum L. 1 + +
Geranium robertianum L. + + +
Crataegus monogyna Jacq. 1 2 .
Castanea sativa Miller . 2 3
Clematis vitalba L. . 2 2
Festuca heterophylla Lam. + . .
Cardamine bulbifera L. 1 . .
Rubus hirtus W. Et K. + . .
Rosa arvensis Hudson . 1 .
Prunus spinosa L. . 1 .
Ajuga reptans L. . + .
Hypericum perfoliatum L. . . +
Altre
Juglans regia L. . 2 2
Urtica dioica L. . 1 +
Asphodelus microcarpus Salzm. et VIV. . + +
Rubus ulmifolius Schott . 1 +
pyraster e Acer campestre. Nello strato arbustivo le specie più frequenti sono Crataegus monogyna e Prunus spinosa. Le specie che dominano lo strato erbaceo sono Pteridium aquilinum e Rubus canescens, abbondanti in tutti i rilievi; sono inoltre frequenti Anemone apennina, Fragaria vesca, Geum urbanum, Symphytum tuberosum, Geranium robertianum, Urtica dioica, Chaerophyllum temulum, Bryonia dioica e Brachypodium sylvaticum.
Inquadramento sintassonomico: l’unica associazione finora proposta in letteratura per cenosi ad Alnus cordata non ripariali è l’Asperulo taurinae-Alnetum cordatae (Bonin et al., 1977), associazione inquadrata nell’alleanza Geranio versicoloris-Fagion dei Fagetalia sylvaticae. Rispetto ad essa, la vegetazione da noi rilevata sembra distinguersi, oltre che per l’assenza di Asperula taurina, per il maggior contributo di specie nitrofile o legate ai margini delle cenosi boschive. La presenza di queste entità sottolinea che si tratta di ambienti disturbati e in evoluzione, tuttavia le specie nitrofile possono essere correlate anche all’azione azotofissatrice dell’ontano.
Comunque, dei rilievi in tab. 5 il primo è riferibile all’ordine Fagetalia sylvaticae ed è quello con le maggiori affinità per il sopra citato Asperulo-Alnetum; i restanti rilievi, di inquadramento più problematico, possono essere riferiti ai Quercetalia pubescenti-petraeae; la presenza di Poa sylvicola, Silene viridiflora e Digitalis micrantha potrebbe evidenziare una certa affinità per l’alleanza Teucrio siculi-Quercion cerridis. Questi dati suggeriscono la necessità di un maggiore approfondimento conoscitivo a livello cenologico sulla variabilità dei popolamenti ad Alnus cordata dell’Italia meridionale.
Prebosco a pyRus pyRasteR e aceR campestRe (tab. 6)geRanio veRsicoloRis-pyRetum pyRastRi ass. nova
Unità ambientali: affioramenti argillosi, spesso con piccole risorgenze di acqua, nel contesto dell’altopiano carbonatico nel piano supratemperato inferiore.
Quota: tra 1000 e 1250 m circa. Struttura, specie dominanti e specie frequenti:
formazioni di modesta estensione (poche decine di ettari in totale) legate alle lenti di argilla, con strato arboreo alto circa 8 m e costituito prevalentemente da Pyrus pyraster e Acer campestre, talora con Malus sylvestris. Strato arbustivo dominato da Crataegus oxyacantha; caratteristica la presenza di Euonymus latifolius (interessante anche perchè rara o assente nelle restanti cenosi forestali degli Alburni), localmente abbondante anche se non presente in tutti i rilievi. Nello strato erbaceo, hanno le maggiori
29
Tab. 6 - Prebosco a Pyrus pyraster e Acer campestre: Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri ass. nova
N. rilievo 48 87 88 245 246* 110 244 287
Altitudine (m) 1020 1200 1200 1150 1240 1220 1200 1140
Esposizione dm ssw ssw nnw nw sw s s
Inclinazione (°) 5 6 6 5 5 8 <5 30
Copertura totale (%) 90 95 90 95 98 80 98 98
Superficie rilevata (m�) 60 100 150 350 250 160 250 150
Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri ass. nova
Pyrus pyraster Burgsd. 5 3 1 3 4 2 2 5
Acer campestre L. . 3 5 4 3 3 5 .
Ilex aquifolium L. . + + 1 + 1 + +
Geranium versicolor L. . . + . + + . +
Euonymus latifolius (L.) Miller . 2 1 . 1 . . .
Geranio versicoloris-Fagion
Aremonia agrimonoides (L.) DC. + + 1 + 1 1 1 1
Melica uniflora Retz. . + + + + + 1 .
Daphne laureola L. + + + + + + . +
Anemone apennina L. + . + . . + . .
Lathyrus venetus (miller) Wohlf. . + . . . + + .
Doronicum orientale Hoffm. . . . + . . . .
Lamium flexuosum Ten.+ Lamiastrum galeobdolon Crantz . . . . . . + .
Fagetalia sylvaticae
Sanicula europaea L. + + + 1 + + + .
Polygonatum multiflorum (L.) All. + + + + + + 1 .
Ranunculus lanuginosus L. 1 1 2 2 1 + 1 +
Primula vulgaris Hudson 1 2 2 1 1 2 2 2
Geranium robertianum L. + + + + 1 + + 2
Thalictrum aquilegifolium L. . + + + + . + +
Pulmonaria apennina Cristof. & Puppi . + + . . + + 2
Moehringia trinervia (L.) Clairv. + . . + . + + .
Arum maculatum L. . + r . + r . .
Milium effusum L. . + . + . + r .
Fagus sylvatica L. . . + . . 2 . +
Ranunculus ficaria L. 1 . . . . 2 . .
Ornithogalum pyrenaicum L. . r . . . . + .
Asperula taurina L. . + . . . . + .
Silene latifolia Poiret . . . . r . . +
Cardamine bulbifera L. . . . . . + r .
Scilla bifolia L. + . . . . . . .
Hesperis matronalis L. . + . . . . . .
Aquilegia vulgaris L. . + . . . . . .
Epipactis helleborine (L.) Crantz . . . r . . . .
Galium odoratum (L.) Scop. . . . + . . . .
Dryopteris filix-mas (L.) Schott . . . . . + . .
Polystichum setiferum (forsskal) Woynar . . . . . + . .
Taxus baccata L. . . . . . + . .
Myosotis sylvatica Hoffm. . . . . . + . .
Doronicum columnae Ten. . . . . . . + .
Euphorbia dulcis L. . . . . . . . +
Quercetalia pubescenti-petraeae
Festuca heterophylla Lam. . + 1 + . + + 2
Asperula laevigata L. . + + + . r + +
Chaerophyllum temulum L. . + . . + . + +
Viola alba Besser . . . + 2 + 1 1
Lilium bulbiferum L. . . . r . r + +
Luzula forsteri (Sm.) DC. + + . + . . . .
Potentilla micrantha Ramond . + . . . + + .
Crepis leontodontoides All. . . . . . r + +
Oenanthe pimpinelloides L. . + + . . . . .
Viola suavis Bieb. . 2 1 . . . . .
Quercus cerris L. . . . . . 2 . +
Aristolochia lutea . . r . . . . +
Poa sylvicola Guss. . . . . . + 1 .
Acer obtusatum W. et K. . . . 1 . . . .
Vicia sepium L. . . . . . . + .
30
Querco-Fagetea
Crataegus oxyacantha L. 2 2 1 2 2 3 2 .
Hedera helix L. + 3 1 + + 1 + +
Rubus hirtus W. et K. . 1 2 2 2 1 1 1
Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. . 1 1 1 + + 1 1
Symphytum tuberosum L. . + + + + + + +
Malus sylvestris Miller 2 1 . 1 1 1 . .
Viola reichenbachiana Jordan ex Boreau . . + . + + + 1
Rosa arvensis Hudson r . . + 1 . + .
Fragaria vesca L. . + + . . + + 1
Carex sylvatica Hudson . + 2 . . + + .
Geum urbanum L. . . + r . + + +
Ajuga reptans L. . . . + + + + +
Hypericum perfoliatum L. . r . r r . . .
Stachys sylvatica L. . r . . + . . .
Campanula trachelium L. . . . r . . . .
Veronica chamaedrys L. . . . . . + . .
Clematis vitalba L. . . . . . . + .
Euphorbia amygdaloides L. . . . . . . . 1
Rhamno-Prunetea
Crataegus monogyna Jacq. . . . + 1 . 1 3
Rosa squarrosa (a. Rau) Boreau . 2 1 . . . . +
Prunus spinosa L. . 1 . 1 . . . .
Euonymus europaeus L. . . . 2 . . . .
Altre
Galium aparine L. . + + . + + + .
Trifolium pratense L. . + + + . . + +
Pteridium aquilinum (L.) Kuhn . . . + + + + 3
Prunella vulgaris L. + . . + + . . +
Vicia grandiflora Scop. . + + + + . . .
Veronica serpyllifolia L. . . + + + + . .
Poa nemoralis L. . + 1 . 1 . . .
Cruciata laevipes Opiz . + + . . . . +
Anthriscus nemorosa (bieb.) Sprengel . . + + . + . .
Rumex conglomeratus Murray . . . . r + + .
Bellis perennis L. + . . . . + . .
Geranium molle L. . . . + . . 1 .
Dactylis glomerata L. . . . + . . . +
Astragalus glycyphyllos L. . . . . . . + +
31
coperture Ranunculus lanuginosus, Primula vulgaris e Rubus hirtus. Tra le specie più frequenti vi sono Aremonia agrimonoides, Polygonatum multiflorum, Sanicula europaea. È possibile che queste cenosi si siano originate da nuclei posti al margine di terreni un tempo messi a coltura.
Inquadramento sintassonomico: la flora è chiaramente dominata dalle specie delle circostanti faggete mentre il contributo dei Quercetalia pubescenti-petraeae è abbastanza limitato: si ritiene pertanto di ricondurre queste formazioni all’alleanza Geranio versicoloris-Fagion. Si tratta di formazioni secondarie da ricondurre dunque alla serie della faggeta termofila. Per i peculiari caratteri fisionomici e floristici, e l’assenza di riferimenti sintassonomici per questo tipo di cenosi nell’ambito dell’Appennino centro-meridionale, è possibile, a nostro avviso, individuare una nuova associazione di prebosco nell’ambito dei Fagetalia sylvaticae denominata Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri ass. nova (typus ril. 246 in tab. 6). Come combinazione caratteristica
di specie vengono individuate (oltre alle fisionomiche Pyrus pyraster e Acer campestre): Ilex aquifolium, che in Appennino meridionale è legata prevalentemente ai boschi a carattere oceanico; Geranium versicolor, sotto il profilo ecologico entità legata alle faggete e sotto il profilo biogeografico specie anfiadriatica che in Italia è pressoché esclusiva dell’Appennino meridionale; Euonymus latifolius, specie arbustiva a carattere mesofilo e sciafilo, legata a suoli profondi su substrati carbonatici o su argille di decarbonatazione (Rameau et al., 1989), generalmente rara sul territorio italiano, dove si riscontra soprattutto in ambienti di forra o in boschi eutrofici.
I siti sono piuttosto disturbati dal pascolo bovino ed equino, che frequenta in modo preferenziale queste formazioni, forse a causa delle risorgenze di acqua che caratterizzano gli affioramenti argillosi su cui esse sorgono. Particolarmente danneggiati dal bestiame appaiono gli individui di Ilex aquifolium, mentre si osserva l’ingresso di specie quali Pteridium aquilinum, Trifolium pratense, Galium aparine.
32
ostrieti e boschi misti (tab. 3 in blasi et al., 2006)sesleRio autumnalis-aceRetum obtusati Corbetta & Ubaldi in Corbetta et al. 2004 galietosum laevigati Blasi, Filibeck & Rosati 2006
Unità ambientali prevalenti: regione temperata, versanti bordieri del massiccio carbonatico, dal piano mesotemperato al supratemperato inferiore.
Quota: 600-1100 mStruttura, specie dominanti e specie frequenti: boschi
cedui, piuttosto estesi (superficie complessiva intorno ai 1500 ettari), di solito nettamente dominati da Ostrya carpinifolia, con importante contributo fisionomico di Acer obtusatum e spesso anche di Fraxinus ornus. Possono essere presenti Quercus cerris, Fagus sylvatica e più raramente Tilia platyphyllos. Frequente Sorbus torminalis, più raro Sorbus aria.
Interessante la presenza, anche se limitata solo a poche stazioni con fisionomia ricca di differenti specie arboree, di Acer platanoides. Questa specie, assai rara nell’Italia meridionale, era nota per i vicini Monti Picentini (Rovelli, 1997) e per il Pollino (Bernardo, 1997), ma fino al rinvenimento da parte nostra sui Monti Alburni (cfr. Rosati et al., 2006) non era mai stata segnalata nel comprensorio del Cilento, che formava quindi una lacuna nell’areale, come osservato da Moggi (2002).
Lo strato erbaceo è spesso dominato, con coperture molto elevate, da Sesleria autumnalis; altre specie che talora raggiungono coperture abbastanza elevate sono Festuca exaltata, Rubus hirtus, Festuca heterophylla, Luzula sieberi s.l.2 Fra le specie più frequenti vi sono: Aremonia agrimonoides, Anemone apennina, Lathyrus venetus, Daphne laureola, Lilium bulbiferum, Campanula trachelium, Euphorbia amygdaloides.
Inquadramento sintassonomico: gli ostrieti degli Alburni sono già stati discussi sotto il profilo sintassonomico nel lavoro di Blasi et al. (2006), sugli ostrieti dell’Italia meridionale, cui rimandiamo per i dettagli e per la tabella dei rilievi. Qui rimarchiamo che nonostante la presenza di un ampio contributo di specie dei Fagetalia sylvaticae con elevate frequenze (es. Euphorbia amygdaloides, Primula vulgaris, Melica uniflora, Neottia nidus-avis, Fagus sylvatica, Mycelis muralis, Sanicula europaea), la netta dominanza
²Indichiamo con questo binomio una entità del gruppo L. sieberi / L. sylvatica/L. sicula [all’interno del quale la delimitazione e la nomenclatura dei taxa è controversa sia in generale sia nel caso particolare del comprensorio Cilentano (cfr. Moggi, 2002; Anzalone & Lattanzi, 2005)], la cui esatta identità sugli Alburni è da approfondire [forse è da ricondursi a L. sicula Parl., cfr. Conti et al. (2005)].
di specie fortemente diagnostiche dei Quercetalia pubescenti-petraeae porta a riferire le formazioni in esame a quest’ultimo ordine, nell’alleanza Carpinion orientalis. All’interno di essa, Blasi et al. (2006) hanno introdotto la suballeanza Festuco exaltatae-Ostryenion, relativa agli ostrieti e ai boschi misti degli orizzonti mesotemperato e supratemperato – di tipo oceanico – nel settore tirrenico della parte meridionale della Penisola [recentemente il syntaxon è stato utilizzato anche sul versante adriatico, per le comunità ad Ostrya carpinifolia del promontorio del Gargano (Biondi et al., 2008)]. Specie differenziali di questo syntaxon, rispetto alle altre suballeanze del Carpinion orientalis, sono Festuca exaltata, Melittis albida, Doronicum orientale, Alnus cordata, Vinca major e Vinca minor; tranne l’ultima, tutte queste entità si rinvengono anche negli ostrieti dei Monti Alburni. A livello di associazione, Corbetta et al. (2004) hanno descritto sugli ostrieti del M. Cervati (sempre nel comprensorio del Cilento) l’associazione Seslerio autumnalis-Aceretum obtusati, alla quale i nostri rilievi vanno certamente riferiti per la chiara corrispondenza floristica e fisionomica. Il Seslerio-Aceretum era stato attribuito dai suoi Autori all’alleanza Melittio-Quercion frainetto, ma Blasi et al. (2004a) hanno illustrato le ragioni per cui questa alleanza non può essere riconosciuta in Italia, e successivamente (Blasi et al., 2006) l’associazione è stata utilizzata invece come typus del sopra citato Festuco-Ostryenion nell’ambito del Carpinion orientalis.
Secondo la revisione di Blasi et al. (2006), alle differenziali dell’associazione proposte da Corbetta et al. (2004) [Sesleria autumnalis, Aristolochia lutea (sub A. pallida), Lilium bulbiferum ssp. croceum e Cnidium silaifolium] devono aggiungersi Quercus cerris, Ptilostemon strictus, Epipactis helleborine, Silene italica. Inoltre, a causa del maggior contributo di specie di Fagetalia presente negli ostrieti degli Alburni rispetto a quelli del M. Cervati, Blasi et al. (2006) hanno proposto per i primi la subassociazione galietosum laevigati, differenziata in particolare da Cardamine bulbifera, Galium laevigatum, Moehringia trinervia, Pulmonaria apennina, Rumex alpestris.
boscaglie a dominanza di caRpinus oRientalis (tab. 7)sesleRio autumnalis-aceRetum obtusati Corbetta & Ubaldi in Corbetta et al. 2004 Facies a caRpinus oRientalis
Unità ambientali: regione temperata, prevalentemente versanti bordieri del massiccio carbonatico, piano mesotemperato. Il popolamento di maggiore estensione, molto caratteristico e sviluppato
33
Tab. 7 - Boschi a Carpinus orientalis: Seslerio autumnalis-Aceretum obtusati
N. rilievo 102 6 100 101
Altitudine (m) 680 800 580 580
Esposizione n n ne n
Inclinazione (°) 25 25 30 30
Copertura totale (%) 95 98 95 90
Superficie rilevata (m�) 120 60 120 200
Facies a Carpinus orientalis
Carpinus orientalis Miller 3 4 4 4
Festuco-Ostryenion e Seslerio-Aceretum obtusati
Sesleria autumnalis (Scop.) Schultz 2 . 1 1
Melittis albida Guss. + . + +
Vinca major L. + . + +
Festuca exaltata C. Presl. + . . 2
Lamium flexuosum Ten. + Lamiastrum galeobdolon Crantz + + . .
Physospermum verticillatum (W. et K.) Vis. + + . .
Carpinion orientalis
Coronilla emerus L. 1 1 + 1
Ostrya carpinifolia Scop. 2 1 1 .
Acer obtusatum W. et K. r 2 1 .
Lilium bulbiferum L. . . + +
Campanula persicifolia L. + . . .
Polypodium vulgare L. . + . .
Arabis turrita L. . . + .
Sanicula europaea L. . . . +
Quercetalia pubescenti-petraeae
Fraxinus ornus L. 3 3 3 3
Quercus cerris L. + + + +
Luzula forsteri (Sm.) Dc. 1 . + +
Teucrium siculum Rafin. + . + +
Cornus mas L. 1 . 2 2
Stachys officinalis (L.) Trevisan + . + +
Helleborus foetidus L. + + . .
Viola alba Besser + . + .
Buglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston + . . +
Cytisus sessilifolius L. 1 . . +
Anemone apennina L. . + + .
Scutellaria columnae All. . . . +
Ptilostemon strictus (Ten.) Greuter r . . .
Oenanthe pimpinelloides L. + . . .
Hypericum montanum L. r . . .
Lathyrus jordani (Ten.) Ces. Pass. Et Gib. + . . .
Trifolium patulum Tausch + . . .
Silene viridiflora L. . . . r
Fagetalia sylvaticae
Euphorbia amygdaloides L. + + + +
Aremonia agrimonoides (L.) DC. + + + +
Melica uniflora Retz. + + + +
Mercurialis perennis L. + + . +
Viola reichenbachiana Jordan Ex Boreau . + + +
Allium pendulinum Ten. + + . .
Luzula sieberi Tausch 1 + . .
Primula vulgaris Hudson + + . .
Cephalanthera longifolia (Hudson) r . . r
Neottia nidus-avis (L.)L.c.rich r . . .
Ornithogalum pyrenaicum L. r . . .
Polygonatum multiflorum (L.) All. . + . .
Ranunculus lanuginosus L. . + . .
Pulmonaria apennina Cristof. & Puppi . + . .
Cardamine bulbifera L. . r . .
Doronicum columnae Ten. . + . .
Corydalis cava (L.) Schweigg. et Koerte . + . .
Arisarum proboscideum (L.) Savi . + . .
Doronicum orientale Hoffm. . . . 1
Ilex aquifolium L. . . . 1
Aquilegia vulgaris L. . . . +
Stachys sylvatica L. . . . +
Solidago virgaurea L. . . . +
Querco-Fagetea
Hedera helix L. 2 + 2 2
Lonicera caprifolium L. + 1 1 1
Tamus communis L. 1 + . +
Potentilla micrantha Ramond + . + +
Lathyrus venetus (Miller) Wohlf. + + . +
Ajuga reptans L. + . + +
Campanula trachelium L. + . . +
Symphytum tuberosum L. + 1 . .
Festuca heterophylla Lam. + + . .
Daphne laureola L. . + . +
Fragaria vesca L. . + . +
Hieracium gr. murorum . . + +
Clematis vitalba L. . + . .
Veronica chamaedrys L. . + . .
Rubus hirtus W. et K. . + . .
Castanea sativa Miller . + . .
Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. . . . +
Corylus avellana L. . . . 1
Rhamno-Prunetea
Crataegus monogyna Jacq. . 1 1 1
Euonymus europaeus L. . . + +
Cornus sanguinea L. . 2 . .
Quercetea ilicis
Asplenium onopteris L. + . 2 1
Asparagus acutifolius L. . . 1 +
Cyclamen repandum S. et S. . + . .
Rubia peregrina L. . . r .
Altre
Ruscus aculeatus L. 2 1 3 3
Asplenium trichomanes L. + + + +
Galium lucidum All. + . . +
Stellaria media (L.) Vill. . + r .
su alcune centinaia di ettari, si trova a monte dell’abitato di Castelcivita.
Quota: 600-800 metriStruttura, specie dominanti e specie frequenti: cedui
di estensione abbastanza circoscritta e di altezza non superiore a 6-8 m, dominati dal carpino orientale. Lo strato arboreo è costituito da Carpinus orientalis e Fraxinus ornus, con il contributo di Ostrya carpinifolia e Acer obtusatum; abbondante nel sottobosco Cornus mas. Nello strato erbaceo prevalgono Ruscus aculeatus, Sesleria autumnalis, Hedera helix, Lonicera caprifolium; frequenti Aremonia agrimonoides, Euphorbia amygdaloides, Melica uniflora.
Inquadramento sintassonomico: nonostante la fisionomia molto caratteristica, presentano una composizione floristica non significativamente distinta rispetto alle formazioni ad Ostrya carpinifolia sopra descritte; sono pertanto da considerarsi una facies a carpino orientale, susseguente alle intense ceduazioni, degli aspetti più termofili del Seslerio-Aceretum.
34
cerrete (tab. 8)lathyRo Digitati-QueRcetum ceRRiDis Bonin & Gamisans 1976
Unità ambientali prevalenti: regione temperata, dal piano mesotemperato al supratemperato inferiore, su depositi argilloso-marnosi, ma anche su versanti e altopiani carbonatici laddove siano presenti suoli profondi legati all’accumulo di materiale colluviale.
Quota: prevalentemente tra 400 e 1000 m. I boschi di cerro che occupano le superfici più estese sono presenti sui versanti esposti ad ovest dove si distribuiscono in una fascia compresa tra i 400 e i 600 m di altitudine, mentre nel settore sud-est degli Alburni si trovano ad altitudini comprese tra gli 800 e i 1000 m.
Struttura, specie dominanti e specie frequenti: complessivamente estesi per circa 2000 ettari, sono costituiti prevalentemente da fustaie nelle proprietà comunali e da cedui matricinati in quelle private. Presentano elevata ricchezza floristica (fino a 76 specie per rilievo). Nello strato arboreo accanto a Quercus cerris sono presenti anche Acer obtusatum, Fraxinus ornus, Sorbus domestica e Quercus virgiliana s.l. Lo strato arbustivo è formato da Crataegus monogyna, Pyrus pyraster, Malus sylvestris, Rosa arvensis. Sono inoltre presenti Ruscus aculeatus, Euonymus europaeus e Carpinus orientalis. Tra le specie dello strato erbaceo sono frequenti Geum urbanum, Luzula forsteri, Fragaria vesca, Teucrium siculum, Dactylis glomerata, Poa sylvicola, Aristolochia lutea, Brachypodium sylvaticum, Ptilostemon strictus, Festuca heterophylla, Lathyrus venetus, ecc. Specie meno frequenti, ma piuttosto abbondanti quando presenti, sono: Melittis albida, Melica uniflora, Lonicera caprifolium, Hedera helix, Rubus hirtus, ecc.Inquadramento sintassonomico: Risulta predominante il contingente di specie riferibili ai Quercetalia pubescenti-petraeae. Per l’inquadramento al livello di alleanza si è fatto riferimento a quanto proposto da Blasi et al. (2004a) nella revisione di questo ordine nella Penisola. Vengono dunque inquadrate nel Teucrio siculi-Quercion cerridis e nella suballeanza dell’Italia meridionale Ptilostemo-Quercenion cerridis. È possibile differenziare un aspetto di queste cerrete (parte destra della tabella), rinvenuto prevalentemente a quote inferiori (< 600m) e alla base dei versanti, che si caratterizza per la presenza sia di specie a carattere termofilo come Carpinus orientalis, Quercus virgiliana, Asparagus acutifolius e Cytisus villosus sia di specie frequenti in habitat ad elevata umidità edafica quali Vinca major, Festuca exaltata, Arisarum proboscideum. Gli aspetti posti a quote maggiori si caratterizzano, invece, oltre che per l’assenza di
queste specie, per la presenza di entità relativamente più mesofile (Asperula levigata, Doronicum orientale) o indicatrici di maggiore acidità del suolo (Lathyrus jordanii, Helleborus bocconei, Genista tinctoria, Achillea ligustica).
A livello di associazione, il riferimento più prossimo è l’associazione Lathyro digitati-Quercetum cerridis descritta per l’Appennino lucano, nonostante nei nostri rilievi si noti l’assenza o la rarità di alcune specie di elevato significato biogeografico [Heptaptera angustifolia (endemismo lucano, non raggiunge il Cilento), Lathyrus digitatus (raro sugli Alburni, non rinvenuto nei rilievi), L. grandiflorus (rarissimo sugli Alburni), Trifolium patulum, ecc.]. La bassa frequenza di Alnus cordata, Festuca exaltata, Erica arborea e l’esiguità del contingente di specie dei Fagetalia non consentono di ricondurre con chiarezza le cerrete degli Alburni alla subass. festucetosum drymeiae descritta per i substrati flyschoidi del Cilento (Rosati et al., 2005). Per un più preciso inquadramento si rimanda a successivi approfondimenti e lavori di revisione a scala regionale in corso di preparazione.
castagneti (tab. 9)ptilostemo-QueRcenion ceRRiDis Bonin & Gamisans 1977; geRanio veRsicoloRis-Fagion Gentile 1970
Unità ambientali: prevalentemente al pedemonte dei versanti bordieri (piano mesotemperato); anche nel piano supratemperato dei versanti stessi, nonché nel piano mesotemperato dell’altipiano carsico all’interno di doline o impluvi su suoli colluviali.
Quota: tra i 400 ed i 1.000 m. Occupano una fascia altitudinale di potenziale pertinenza di boschi misti, cerrete o, in rari casi, faggete. Si trovano prevalentemente sui versanti esposti a NNE in corrispondenza degli abitati di Petina e Sicignano dove maggiore è la componente di origine piroclastica nei suoli.
Struttura, specie dominanti e specie frequenti: sono complessivamente piuttosto estesi (circa 2.000 ha); sono presenti sia come castagneti cedui che da frutto. Questi ultimi, ubicati soprattutto in prossimità dei centri abitati, per la loro struttura fortemente antropizzata non sono stati rilevati in questo lavoro.
Nei cedui, lo strato arboreo, nettamente dominato da Castanea sativa, vede la frequente partecipazione di Acer obtusatum; possono inoltre essere presenti Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia, Quercus cerris; le prime due divengono più abbondanti, a scapito del castagno, in presenza di affioramenti rocciosi e linee di espluvio. Più rara la presenza di Tilia platyphyllos, mentre a quote maggiori partecipa localmente Fagus
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Tab. 9 - Boschi a dominanza di Castanea sativa
N. rilievo267 265 281 280 268 262 62 63 64 242 285 286 243 259 260 261 263 94 65 93
Altitudine (m)520 540 860 800 700 770 890 810 880 780 740 780 850 920 940 950 780 1225 1050 dm
Esposizionene ne s w e se ne n n ne ne ne nne nne ne ne e sse n se
Inclinazione (°)35 20 10 5 15 30 25 20 20 - 30 20 45 25 - 20 25 20 35 5
Copertura totale (%)95 100 98 98 98 85 90 95 90 100 98 98 98 100 95 98 98 98 98 98
Superficie rilevata (m�)300 300 300 200 400 200 150 150 170 250 300 350 400 100 200 300 250 100 120 150
Castanea sativa Miller 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 5 4 5 5 5 5
Teucrio siculi-Quercion cerridis e Ptilostemo-Quercenion cerridis
Teucrium siculum Rafin. + . + + . 1 + + . + + . + . + . . . . .
Digitalis micrantha Roth . . . . + + . . . + + + + . + + + . . +
Cytisus villosus Pourret + . . . + 1 + . . + . . . 1 . + + . . .
Silene latifolia Poiret . . + + + + . . . + . . + . . . . . + .
Aristolochia lutea Desf: . + + + . . . . . + . . . . . . + + . .
Poa sylvicola Guss. . 1 + 1 + . . . . + . . . . . . + . . .
Malus sylvestris Miller 1 . 1 1 + . . . + . . + . . . . . . . .
Ptilostemon strictus (Ten.) Greuter . . + . . + . . . . + r + . . . . . . .
Sedum cepaea L. + . . . . . . . . + r r . . . . . . . +
Silene italica (L.) Pers. . . . . + . . . . . . + . . . + + . . .
Oenanthe pimpinelloides L. . . + . . . . + . . . . . . . . . . . .
Genista tinctoria L. . . . . . . 1 . . . . + . . . . . . . .
Lavatera thuringiaca L. . . . . . . . . . . . + . . + . . . . .
Crepis leontodontoides All. . . . . + . . . . . . . . . . . . . . .
Trifolium patulum Tausch . . . . . . . + . . . . . . . . . . . .
Stachys officinalis (L.) Trevisan . . . . . . . . . . . . . . 1 . . . . .
Capinion orientalis
Acer obtusatum W. et K. 1 . 1 1 . 2 2 2 1 3 1 2 3 1 2 2 . . 2 +
Ostrya carpinifolia Scop. . . 1 . . 2 1 1 . 1 . + 1 2 1 2 . . . .
Cnidium silaifolium (Jacq.) Simonkai . . . . . . + + + . + 1 + + + + . . . .
Lilium bulbiferum L. . . . + . + + . + . + . + . + + . + . .
Arabis turrita L. . . . . . + . . . r . . + r . + . . . .
Carpinus orientalis Miller . . . . . . 1 . . 1 1 + 1 . . . . . . .
Quercetalia pubescenti-petraeae
Fraxinus ornus L. 1 + 1 + r 1 1 2 + + r + . . r 1 + . 3 .
Lonicera caprifolium L. . . + + . . 1 2 1 + 1 1 1 2 2 2 . + 1 .
Luzula forsteri (Sm.) Dc. + . + + + + . . . 1 1 + + . + + + . . .
Viola alba Besser . + . . + + + + . + + + + . . + + + . .
Scutellaria columnae All. . . . + . + + + + 1 + + + + 1 + . . . .
Helleborus foetidus L. + + . . . + . . . + + + + . + + + . . +
Quercus cerris L. + + r r + 2 1 . . . . + . . . . . . . +
Pyrus pyraster Burgsd. . . 1 1 . . . 1 . + + + . . . . 1 . . +
Sorbus domestica L. . . 1 r r . + . + + . + . . . . . . 1 .
Acer campestre L. . + 1 1 . r . . . 1 + . . . . . . . . +
Buglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston . . + + . 1 . 1 + . . + . . + . . . . .
Stachys sylvatica L. . + . . 1 . . . . 1 + . . + . . + . . .
Calamintha sylvatica Bromf. . . . . + . . . . + . . . + + 1 + . . .
Cephalanthera damasonium (miller) Druce . . . . r . + r . . . . . . . . . . . .
Sorbus torminalis (L.) Crantz . . . . . . 1 . + . . . . . . . . . . .
Hypericum montanum L. . . . r . . r . . . . . . . . . . . . .
Cornus mas L. . . . . . . . . . . 1 1 . . . . . . . .
Sesleria autumnalis (Scop.) Schultz . . . . . . . 1 . . . . . . . . . . . .
Viola suavis Bieb. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . +
Coronilla emerus L. 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae
Geranium versicolor L. + 2 . . + . + + 1 + 1 1 . + + + 1 . + +
Lamium flexuosum Ten. + Lamiastrum galeobdolon
Crantz . 1 . . . . + . + + + + + + . . + . . +
Melittis albida Guss. . . . . . + + + + + + + + . . . . + r .
Ranunculus lanuginosus L. . . . . . . . + + + + . + . 1 + . . . 1
Alnus cordata (Loisel.) Desf. . . 1 . . . 1 . . + . . 1 2 2 . . . 1 .
Festuca exaltata C. Presl. . . . . . + 2 1 + . + . . . . 2 . . 2 .
Acer lobelii Ten. . . . . . . . + r . . . . 1 . 1 . 3 3 .
Anemone apennina L. . . . . . . + + + + . . . . . . + . . .
Doronicum orientale Hoffm. . . . . . . + . . . . . . . . . . . . .
Fagetalia sylvaticae
Tamus communis L. 1 1 + + + 2 + + + + . + + + + + + 1 . 1
Primula vulgaris Hudson . + . . . . r . 1 + + + 1 + + 1 + + + +
aspetti termofili aspetti mesofili
40
Aremonia agrimonoides (L.) Dc. . . . + . + + + + . + + . + + + + . + +
Pulmonaria apennina Cristof: & Puppi . r . . . . + + + + + + . + + + + + + .
Polygonatum multiflorum (L.) All. . . . . . r . + . r + + r + 1 + + + . .
Galium laevigatum L. . . . . . . 1 1 + . + . + + 1 2 + + + .
Moehringia trinervia (L.) Clairv. . . . . . . + + + + . + + + + + + . r .
Epipactis helleborine (L.) Crantz . . . . . . r . . + . r + + + + . + . +
Arisarum proboscideum (L.) Savi + + . . + . . . . 1 + + . . + . + . . .
Sanicula europaea L. . . + + . . . . . + . . . . + + + . r +
Euonymus latifolius (L.) Miller . . . . . . + + + . + . + . . . . . + .
Mycelis muralis (L.) Dum. . . . + + . . . . + + . . + + + + . . .
Calamintha grandiflora (L.) Moench . . . . . . + . . . + + + + + 1 . + . .
Geranium robertianum L. . . . . . . . . . + 1 + + 1 1 + + . . .
Luzula sieberi Tausch . . . . . . 2 2 2 . + . + . . + . + . .
Tilia platyphyllos Scop. . . . . . 1 r + . . 1 . . . . 1 + . . .
Neottia nidus-avis (L.)L.c.rich . . . . . . r . r . . r . . r + . + . .
Fagus sylvatica L. . . . . . . 2 . . . . . . 1 2 2 . . 2 .
Ilex aquifolium L. . . . . . . . 1 2 . . . 1 . . . . . 1 .
Polystichum setiferum (Forsskal) Woynar . . . . . . . . r . + + + . . . + . . .
Cephalanthera rubra (L.) L.c. Rich. . . r . + . . . . r . . . . . . . . . .
Allium pendulinum Ten. . . . . . . r r + . . . . . . . . . . .
Ornithogalum pyrenaicum L. . . . . . . . r . . . r . . . . . . . +
Galium odoratum (L.) Scop. . . . . . . . . 1 . . . . 2 . . . . + .
Aquilegia vulgaris L. . . . . . 1 . . . . + . . . . . . . . .
Saxifraga rotundifolia L. . . . . . . . . . . + . + . . . . . . .
Acer pseudoplatanus L. . . . . . . . . . . . . . 1 . . 1 . . .
Athyrium filix-foemina (L.) Roth + . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz . . + . . . . . . . . . . . . . . . . .
Dryopteris filix-mas (L.) Schott . . . . . . . . + . . . . . . . . . . .
Actaea spicata L. . . . . . . . . 1 . . . . . . . . . . .
Mercurialis perennis L. . . . . . . . . . . . . + . . . . . . .
Sorbus aucuparia L. . . . . . . . . . . . . . + . . . . . .
Ulmus glabra Hudson . . . . . . . . . . . . . . 1 . . . . .
Asperula taurina L. . . . . . . . . . . . . . . . . + . . .
Querco-Fagetea
Viola reichenbachiana Jordan Ex Boreau + + + + + . + + + + + + + + + + + + + +
Rubus hirtus W. et K. 1 + + + 1 + + 2 2 2 1 1 1 3 3 2 + 1 2 2
Lathyrus venetus (Miller) Wohlf. + + 1 2 2 . 1 1 1 1 1 + 1 + 2 1 . + + +
Daphne laureola L. + + + + + + + . . + + + + + + + + + . +
Hedera helix L. 2 + . + 1 + + + . . 1 1 1 + . 1 + + + +
Campanula trachelium L. + + + + + + + + + . + + + . . + + + + .
Euphorbia amygdaloides L. + + . . + + + + + + + + + + + + . + . +
Melica uniflora Retz. + + . . . . 1 + + + 1 + 1 + + + . . . +
Potentilla micrantha Ramond . + . . + + r + + + + . . . + + . . + +
Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. + + 1 1 1 2 . . . 1 + 1 . . . + + . . .
Geum urbanum L. + . + 1 . . . . . + + + . . + . r . . r
Veronica chamaedrys L. + . . . . . + + + + + . + . . . . . r .
Fragaria vesca L. . . + + . 1 . + . + . + + . . . . . + .
Clematis vitalba L. . . 2 1 + + . . . . . + + + + + . . . .
Ajuga reptans L. . + . + + . + . . . + + . . . + . . . +
Rosa arvensis Hudson . . . + . . + + . + . 1 . r 1 . . . . +
Chaerophyllum temulum L. + . + 1 + . . . . . + . + + . . . . . .
Symphytum tuberosum L. . . + + . . . . . + + + + . . . + . . .
Festuca heterophylla Lam. . . . . . . + + . . + + + . . + . . . +
Cephalanthera longifolia (Hudson) . . + + . + . r . . . . . . r . + . . .
Lapsana communis L. + . . . . . . . r r r + . . . . . . . .
Cardamine bulbifera L. . . . . . . + + + . . . + . + . . . . .
Hieracium gr. murorum . . . . . . + 1 + . . . + . . . . . . .
Corylus avellana L. . . . . . . . . . . . 2 . 2 1 . 3 . . .
Solidago virgaurea L. + . . . + . . . . . . . . . . . r . . .
Hepatica nobilis Miller . . . . . . r + + . . . . . . . . . . .
Carpinus betulus L. . . . . . 1 . 1 1 . . . . . . . . . . .
Poa nemoralis L. . . . . . . . . + . + . + . . . . . . .
Bromus ramosus Hudson . . . . . . . . . 1 1 1 . . . . . . . .
Cyclamen hederifolium Aiton . . . . . . r . . . . . . . . r . . . .
Sorbus aria (L.) Crantz . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 .
Rhamno-Prunetea
Crataegus monogyna Jacq. . 1 2 1 + 1 . 1 . . + 1 . . + . 1 . . .
Cornus sanguinea L. 2 . + . + . . . . + . + . . . . . + . .
Prunus spinosa L. + 1 + 1 . . . . . . . . . . . . . . . .
Euonymus europaeus L. + + . . . . . . . . + r . . . . . . . .
Rubus ulmifolius Schott 1 . . . 2 . . . . . . + . . . . . . . .
Rosa squarrosa . . . . . + . . . . 1 . . . . . . . . .
Ligustrum vulgare L. . . . . . . . . . . + . . . . . . . . .
Altre
Pteridium aquilinum (L.) Kuhn . . + + + . . r . + + . . 1 2 1 + + . +
Vinca major L. . . . . . . + + . + 1 + + . . . 1 + . .
Dactylis glomerata L. . . + . . . . + . + . + + . . . . . . .
Clinopodium vulgare L. . . . + + . + . . + . + . . . . . . . .
Campanula rapunculus L. + r + . . + . . . . . . . . . . . . . .
Ruscus aculeatus L. 1 2 . . + . . . . . + . . . . . . . . .
Rumex conglomeratus Murray . + . . . . . . . + r . . . + . . . . .
41
Leopoldia comosa (L.) Parl. . . + + r + . . . . . . . . . . . . . .
Trifolium pratense L. . . . r + + . . . + . . . . . . . . . .
Asplenium onopteris L. + + . . . + . . . . . . . . . . . . r .
Arctium nemorosum Lej. et Court. . + + . . . . . . . + . . . . . r . . .
Geranium sanguineum L. . . + + . + . . . . . . . . . . . . . .
Astragalus glycyphyllos L. . . + + . . . . . . . . . . . . + . . .
Convolvulus arvensis L. . . . . . . . . . + + + . . . . . . . .
Asplenium trichomanes L. . . . . . . . . . . + . + . . . + . . .
Juglans regia L. 2 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Asparagus acutifolius L. . + . . . + . . . . . . . . . . . . . .
Quercus ilex L. . r . . . + . . . . . . . . . . . . . .
Rumex amplexicaulis Lapeyr. . . + + . . . . . . . . . . . . . . . .
Silene alba (Miller) Krause . . + + . . . . . . . . . . . . . . . .
Holcus mollis L. . . . + . . . . . + . . . . . . . . . .
Prunella vulgaris L. . . . + . . . . . . . . . . . . + . . .
Galium aparine L. . . . r . . . . . . . . . + . . . . . .
Vicia cracca L. . . . . . + . . . . . . + . . . . . . .
Scrophularia nodosa L. . . . . . . . . . . . . . + . . . . + .
Circaea lutetiana L. . . . . . . . . . . . . . . 1 . + . . .
sylvatica. Lo strato arbustivo può essere costituito da Crataegus monogyna, Carpinus orientalis, Pyrus pyraster, Malus sylvestris, più raramente sono stati rilevati Acer campestre, Carpinus betulus, Euonymus latifolius, Acer lobelii, Ilex aquifolium. Lo strato erbaceo presenta tra le specie più frequenti Rubus hirtus (anche con elevate coperture), Lathyrus venetus, Tamus communis, Viola reichenbachiana, Campanula trachelium, Euphorbia amygdaloides, Luzula forsteri, Pulmonaria apennina, Daphne laureola; Festuca exaltata e Luzula sieberi s.l. sono meno frequenti ma possono localmente raggiungere elevate coperture. Frequenti sono le specie indicatrici di condizioni eutrofiche (es. Circaea lutetiana) o a carattere nitrofilo (Stachys sylvatica).
Inquadramento sintassonomico: come accade anche altrove, questi castagneti conservano nello strato erbaceo gran parte del corteggio floristico delle formazioni forestali naturali alle quali sono stati sostituiti. I rilievi che formano il gruppo di sinistra nella tabella presentano una flora più termofila, e possono essere ricondotti, per il corteggio floristico, a cenosi di cerreta tipiche dell’Italia meridionale (suballeanza Ptilostemo-Quercenion del Teucrio siculi-Quercion cerridis). I restanti si caratterizzano per il cospicuo contingente dei Fagetalia sylvaticae, cosicchè si possono riferire all’alleanza Geranio versicoloris-Fagion. Complessivamente, la flora dei diversi aspetti di castagneto ceduo rilevati sui M.ti Alburni denota una chiara connotazione fitogeografica dell’Appennino meridionale con la presenza di numerose specie assenti nelle analoghe comunità dell’Appennino centrale e settentrionale.
boschi a dominanza di QueRcus viRgiliana (tab. 10)pyRo pyRastRi-QueRcetum viRgilianae ass. novaUnità ambientali: prevalentemente nel piano
mesotemperato dell’altopiano carbonatico; anche nei piani mesotemperato e meso(sub)mediterraneo dei versanti carbonatici.
Quota: versanti con esposizioni meridionali a quote comprese tra i 600 e i 900 m.
Struttura, specie dominanti e specie frequenti: boschi cedui, con una superficie complessiva di oltre 1000 ettari. Nello strato arboreo, alto in media 8-10 m, domina Quercus virgiliana, cui si accompagnano Fraxinus ornus e Quercus cerris; lo strato arboreo dominato, alto mediamente 6 m, è caratterizzato da Acer campestre, Sorbus domestica e Carpinus orientalis; le specie più importanti dello strato arbustivo sono Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Pyrus pyraster, Malus sylvestris, Euonymus europaeus, Ligustrum vulgare, Spartium junceum e Ulmus minor. Nello strato erbaceo si rinvengono frequentemente Asparagus acutifolius, Brachypodium rupestre, Buglossoides purpureocaerulea, Dactylis glomerata, Luzula forsteri, Viola alba, Silene italica, ecc.
Inquadramento sintassonomico: sono da inquadrare nell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae, e, a livello di alleanza, nel Carpinion orientalis in particolare nella suballeanza Lauro-Quercenion per la presenza delle differenziali Asparagus acutifolius, Clematis flammula, Coronilla emerus. Da notare, tuttavia, la rilevante presenza di diversi elementi del Teucrio siculi-Quercion cerridis caratterizzanti le cerrete presenti sui suoli maggiormente profondi ed evoluti del complesso montuso. L’intenso disturbo a cui sono soggette queste comunità (incendi, pascolo e ceduazione a turni ravvicinati) determina una alterazione della componente floristica nemorale, fattore che ha sempre reso problematico l’inquadramento a livello di associazione di queste cenosi appenniniche, peraltro poco indagate nell’Appennino meridionale. Tuttavia
42
Tab. 10 - Boschi a dominanza di Quercus virgiliana: Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae ass.nova
N. rilievo270 271 279 7 49 50 282 *284 277 278 269
Altitudine (m)800 720 700 840 630 540 780 740 640 640 500
Esposizionene sse s w - - s - sw sw se
Inclinazione (°)15 0 5 15 0 0 2 0 25 10 15
Copertura totale (%)100 100 95 90 85 75 100 95 100 100 95
Superficie rilevata (m�)130 200 150 70 80 90 150 250 180 400 200
Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae ass. nova
Pyrus pyraster Burgsd. + . 1 + 2 . 1 1 1 + .
Ptilostemon strictus (Ten.) Greuter . + . 1 . . + + + + .
Crepis leontodontoides All. + + . + + + . . . + .
Oenanthe pimpinelloides L. + . . . 1 + . 1 . + .
Asphodeline liburnica (Scop.) Rchb. 2 + . + . . . r . + .
Lauro-Quercenion pubescentis
Asparagus acutifolius L. + + + . + + + + + + +
Clematis flammula L. . . . . . + . + 1 1 .
Coronilla emerus L. . . . . . . . . 1 + .
Cyclamen repandum S. et S. . . . + . . . . . . .
Pistacia terebinthus L. . . . . . . . . . . 1
Carpinion orientalis
Silene italica (L.) Pers. + + . . + + + + . + .
Arabis turrita L. + + r r + + . . . . .
Acer monspessulanum L. . . 2 . + . 1 1 . . .
Carpinus orientalis Miller . . . 2 . . 3 . 1 . .
Sesleria autumnalis (Scop.) Schultz . . . . . . 1 . + . .
Lilium bulbiferum L. . . + . . . . . . . .
Bromus ramosus Hudson . . . . . . + . . . .
Campanula persicifolia L. . . . . . . . . . r .
Quercetalia pubescenti-petraeae
Quercus virgiliana Ten. 2 3 2 4 4 4 4 4 5 5 5
Fraxinus ornus L. 2 1 3 2 . 1 3 1 3 2 3
Tamus communis L. + 1 + . + + + . 1 1 +
Quercus cerris L. 2 3 2 3 1 1 1 2 . . .
Buglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston . . + + 1 1 + + + 2 .
Luzula forsteri (Sm.) DC. + + + + + . . + . . +
Viola alba Besser + + + + . . + + . 1 .
Malus sylvestris Miller . + . . 1 1 1 1 . 1 .
Chaerophyllum temulum L. + + . + . + + . . + .
Calamintha sylvatica Bromf. + + . . . + . . . + +
Sorbus domestica L. 1 . . . + 1 . . + 2 .
Clinopodium vulgare L. . + + . . + + + . . .
Sedum cepaea L. + + . . . . r . + . .
Poa sylvicola Guss. + 1 . . . . + + . . .
Echinops siculus Strobl + . . . . . . + . + .
Aristolochia lutea Desf: + + . + . . . . . . .
Stachys officinalis (L.) Trevisan . . . . + . . + . + .
Scutellaria columnae All. . . . . . + . . + + .
Asperula laevigata L. + . . . . + . . . . .
Achillea ligustica All. + . . . . . . + . . .
Silene latifolia Poiret . + . . . . . . . + .
Cornus mas L. . . 1 . . . . + . . .
Teucrium siculum Rafin. . . . . . . + . . + .
Helleborus foetidus L. + . . . . . . . . . .
Anemone apennina L. . . . + . . . . . . .
Aristolochia rotunda L. . . . . + . . . . . .
Silene viridiflora L. . . . . r . . . . . .
Lathyrus jordani (Ten.) Ces. Pass. et Gib. . . . . . . . + . . .
Genista tinctoria L. . . . . . . . + . . .
Sp. dai Fagetalia sylvaticae
Aremonia agrimonoides (L.) DC. + + . . + . . + . . .
Ranunculus lanuginosus L. r + . + . . . . . . .
Lamium flexuosum Ten. + Lamiastrum galeobdolon Crantz + + . + . . . . . . .
Primula vulgaris Hudson . + . . . . . . . + .
Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz r . . . . . . . . . .
Cephalanthera longifolia (Hudson) r . . . . . . . . . .
Epipactis helleborine (L.) Crantz . . . . . . . . . r .
Querco-Fagetea
Geum urbanum L. + + + + + + + + . + .
Hedera helix L. + . + . . . + 1 1 + 2
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le cenosi da noi rilevate presentano una peculiare caratterizzazione floristica, ecologica e fitogeografica che le differenzia dalle analoghe associazioni descritte per i substrati carbonatici dell’Appennino. La mancanza di un contingente significativo di specie sempreverdi mediterranee differenzia le comunità degli Alburni da associazioni quali il Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis s.l. e il Cyclamino hederifolii-Quercetum virgilianae; la complessiva composizione floristica e la mancanza delle caratteristiche di continentalità nel bioclima le differenziano dal centro-appenninico Cytiso-Quercetum pubescentis (cfr. Blasi et al., 1982). Possono dunque essere riconosciute come una nuova
associazione denominata Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae (typus ril. 284 in tab. 10). Come combinazione diagnostica si possono individuare le specie: Ptilostemon strictus e Crepis leontodontoides, trasgressive dalle cerrete del Teucrio-Quercion cerridis; Oenanthe pimpinelloides, indicatrice di umidità edafica e anch’essa generalmente legata al sottobosco delle cerrete; Pyrus pyraster, legnosa eliofila e subacidofila, frequente in cerrete e boschi misti; Asphodeline liburnica, specie transadriatica che nella Penisola è presente quasi esclusivamente nelle regioni meridionali, generalmente legata a praterie xeriche ma che – in seguito ad eventi di disturbo
Ruscus aculeatus L. . + 3 . . . 2 + 1 + 2
Acer campestre L. 1 . . . 1 1 1 . . 1 1
Lathyrus sylvestris L. . + . . + 1 . + . + .
Clematis vitalba L. + . 2 . + . 1 . + + .
Rosa arvensis Hudson 1 . + . 1 . + . . . .
Lonicera caprifolium L. . . 1 . + . 1 + . . .
Melica uniflora Retz. . . . + + + . . . . .
Ulmus minor Miller . . . . . + . . 1 2 1
Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv. . . . . . . + . . 1 1
Fragaria vesca L. + + . . . . . . . . .
Festuca heterophylla Lam. . . . + . . + . . . .
Ajuga reptans L. r . . . . . . . . . .
Euphorbia amygdaloides L. + . . . . . . . . . .
Potentilla micrantha Ramond . . + . . . . . . . .
Rubus hirtus W. et K. . . . + . . . . . . .
Lathyrus venetus (L.) Bernh. . . . + . . . . . . .
Castanea sativa Miller . . . . r . . . . . .
Hieracium murorum . . . . . + . . . . .
Symphytum tuberosum L. . . . . . . . + . . .
Poa nemoralis L. . . . . . . . . . + .
Sp. dai Rhamno-Prunetea
Crataegus monogyna Jacq. + + 2 3 3 2 2 3 1 2 1
Prunus spinosa L. . + 2 . 3 2 2 2 1 1 1
Rubus ulmifolius Schott . 2 . . + + 1 + 2 2 .
Spartium junceum L. . 1 . . + 1 . + . . 1
Euonymus europaeus L. . . 2 . + . 1 + + + .
Ligustrum vulgare L. . . 2 . . . + . 2 + 1
Cornus sanguinea L. r 2 . . . . . . . . .
Sp. dai Quercetea ilicis
Asplenium onopteris L. . + . . . . . + . . +
Quercus ilex L. . . . . . . . . 1 . .
Rubia peregrina L. . . . . . . . . . + .
Altre
Brachypodium rupestre (Host) R. et S. + 2 . . 2 2 + 2 1 2 1
Dactylis glomerata L. + 2 . . 1 + . 1 2 1 +
Carex divulsa Stokes + 1 . . . + . + . 1 +
Carex flacca Schreber . . . + + + . 1 . 2 2
Leopoldia comosa (L.) Parl. r + . . + + . . . + .
Silene vulgaris (Moench) Garcke . + . . . . + + + + .
Trifolium pratense L. + + . . + . . + . . .
Geranium sanguineum L. + . . + . . . . + + .
Euphorbia characias L. . + + . . . . . . + +
Galium lucidum All. . . . r . . . + + + .
Cruciata laevipes Opiz + + . . + . . . . . .
Asphodelus microcarpus Salzm. et Viv. . + . 1 . . . . . r .
Agrimonia eupatoria L. + . . . . . . . . + .
Origanum vulgare L. + + . . . . . . . . .
Festuca circummediterranea Patzke . 1 . . + . . . . . .
Lolium perenne L. . + . . . . . + . . .
Cynosurus echinatus L. . + . . . . . + . . .
Rosa sp. . . . 2 . 1 . . . . .
Polygala nicaeensis Risso . . . . r + . . . . .
Ranunculus bulbosus L. . . . . 1 + . . . . .
Lathyrus aphaca L. . . . . + + . . . . .
Medicago lupulina L. . . . . . + . . . + .
Rosa corimbifera Borkh. . . . . . . . . . 2 1
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intrinseci al paesaggio culturale cui fanno capo queste cenosi, tra le più antropizzate tipologie boschive del massiccio – tende a permanere a lungo dopo il recupero della copertura forestale, anche perchè avvantaggiata dall’elevata rocciosità e dal substrato carbonatico caratteristico di queste comunità. I ril. 270, 271 e 279 si discostano dal resto della tabella per lo scarso contingente di specie del Lauro-Quercenion, per la presenza di alcune specie dei Fagetalia sylvaticae e per il maggiore contributo fisionomico del cerro: possono quindi essere considerati come aspetti leggermente più mesofili, di transizione verso le cerrete dello Ptilostemo-Quercenion.
leccete (tab. 11)melitto albiDae-QueRcetum ilicis ass. nova; Festuco exaltatae-QueRcetum ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003
Unità ambientali: versanti bordieri dell’altopiano carbonatico, nel piano mesotemperato e in minor misura nel mesomediterraneo; principalmente nel settore nord-ovest. Alle quote maggiori si trovano prevalentemente in ambito di espluvio, alternandosi con i boschi a dominanza di Ostrya carpinifolia che occupano gli impluvi.
Quota: tra i 450 e i 900 m circa. Struttura, specie dominanti e specie frequenti:
boschi cedui dominati da Quercus ilex, costantemente accompagnato da Fraxinus ornus. Sono estesi complessivamente su circa 300 ettari. Si distinguono due tipi di comunità.
La prima (parte sinistra della tabella), ubicata a quote maggiori, presenta nello strato arboreo il contributo fisionomico, spesso importante, di Ostrya carpinifolia e Acer obtusatum; lo strato arbustivo non è ben sviluppato; al suolo, raggiungono elevate coperture Festuca exaltata e Sesleria autumnalis. Altre specie molto frequenti sono Asplenium onopteris, Ruscus aculeatus, Viola alba, Anemone apennina, Tamus communis. Complessivamente, questi rilievi presentano una ricchezza di specie piuttosto elevata. Il secondo tipo di comunità (parte destra della tabella), ubicata alle quote inferiori, non presenta mai Acer obtusatum e Ostrya carpinifolia nello strato arboreo; nel sottobosco raggiungono elevate coperture Phillyrea latifolia e Smilax aspera; nello strato erbaceo è assente Sesleria autumnalis ed è Ruscus aculeatus ad avere un maggiore ruolo fisionomico, mentre Festuca exaltata è presente ma con frequenza e copertura minori rispetto al primo gruppo. Frequenti Tamus communis e Asparagus acutifolius. La ricchezza floristica è inferiore rispetto al primo gruppo.
Inquadramento sintassonomico: il primo gruppo si caratterizza poiché alla dominanza di Quercus ilex si associa una composizione floristica pressoché priva di specie strettamente caratteristiche dei Quercetalia ilicis; viceversa dominano le specie dei Quercetalia pubescenti-petraeae con un’interessante presenza di alcuni elementi dei Fagetalia sylvaticae. In effetti, queste leccete di quote elevate degli Alburni si presentano interdigitate con le formazioni a carpino nero del Festuco-Ostryenion prima descritte. Analoghe leccete mesofile e basifile, ricche in specie dei Quercetalia pubescenti-petraeae e dei Fagetalia sylvaticae, sono state descritte nell’Appennino centrale come Cephalanthero-Quercetum ilicis (Biondi et al., 2003); tuttavia, le cenosi degli Alburni se ne differenziano per la pressoché totale assenza di specie sclerofille sempreverdi, per l’assenza delle specie caratteristiche di associazione (Cephalanthera longifolia, Hepatica nobilis, Melittis melissophyllum), per la presenza e abbondanza di Sesleria autumnalis (specie considerata differenziale del balcanico Ostryo carpinifoliae-Quercetum ilicis rispetto al Cephalanthero-Quercetum ilicis) ed infine per la presenza di specie a distribuzione meridionale quali Melittis albida e Festuca exaltata. Le comunità in esame presentano una certa affinità ecologica e floristica con quelle del Teucrio siculi-Quercetum ilicis, vale a dire con le leccete montane della Calabria meridionale e della Sicilia, che tuttavia sono comunità calcifughe, con elementi acidofili (es. Pulicaria odora, Erica arborea) (cfr. ad es. Biondi et al., 2003). Possono essere dunque identificate come syntaxon autonomo denominato Melitto albidae-Quercetum ilicis ass. nova (typus ril. 213 in tab 11), da interpretarsi come vicariante biogeografica rispetto al Cephalanthero-Quercetum ed edafica rispetto al Teucrio siculi-Quercetum ilicis. Come combinazione differenziale proponiamo: Sesleria autumnalis, Luzula sieberi s.l., Melittis albida e Neottia nidus-avis, specie che complessivamente evidenziano sia il carattere biogeograficamente meridionale che quello ecologicamente submontano della comunità. Un aspetto impoverito di questa associazione, probabilmente da imputare ad un più intenso disturbo, può essere individuato nei rilievi della parte centrale della tab. 11.
Il secondo gruppo di rilievi in tab. 11 è, invece, privo dell’intero contingente di specie dei Fagetalia sylvaticae e anche il contributo dei Quercetalia pubescenti-petraeae è scarsissimo; vi sono ben rappresentate, al contrario, le specie di Quercetea ilicis e dei syntaxa subordinati. La relativa rarità dei taxa maggiormente termofili come Myrtus communis
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e Viburnum tinus (frequenti in associazioni di lecceta più termofile come ad es. il Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis) unitamente alla presenza – seppur non molto frequente – di Festuca exaltata, possono accostare questi rilievi, in attesa di ulteriori indagini, alla composizione floristica del Festuco exaltatae-Quercetum, associazione descritta per alcune località dell’Italia meridionale (Biondi et al., 2003).
Considerazioni fitogeografiche
La flora che compone le cenosi forestali degli Alburni mostra una forte componente sud-appenninica, che differenzia fortemente queste comunità da quelle, analoghe per fisionomia, dell’Appennino centrale e le accomuna invece alle foreste dei rilievi lucani e calabresi.
Si tratta di specie endemiche della parte meridionale della Penisola, oppure di specie che, pur avendo un areale esteso a regioni extra-italiane, nel nostro Paese sono limitate al Mezzogiorno; in alcuni casi, gli Alburni si trovano ad essere prossimi al limite settentrionale di distribuzione di questi taxa. Si devono sottolineare, tra le altre:
- Festuca exaltata: specie endemica dell’Italia meridionale, molto frequente e caratteristica nel sottobosco di vari tipi di formazioni forestali – dalle leccete alle faggete – dell’Italia meridionale fino alla Campania (si vedano ad es.: Mazzoleni & Ricciardi, 1995; Mingo & Mazzoleni, 1997; Blasi et al., 2006), diviene rarissima in Abruzzo e Lazio (Conti, 1998; Anzalone, 1998) e manca del tutto in Appennino settentrionale (Conti et al., 2005). Sugli Alburni è frequente e abbondante soprattutto nelle leccete e negli ostrieti; presente con una certa frequenza anche nelle faggete e nelle cerrete.
- Melittis albida: entità a disgiunzione transadriatica, che in Italia non risale più a nord degli Abruzzi (Conti et al., 2005), dove è poco comune (Conti, 1998), mentre è comunissima nel sottobosco di fitocenosi forestali di vario tipo dalla Sicilia alla Campania. Sugli Alburni è frequentissima negli ostrieti e nelle cerrete, presente anche nelle leccete.
- Doronicum orientale: anch’essa specie ad areale disgiunto transadriatico, è comune nelle faggete dell’Appennino meridionale e raggiunge il suo limite settentrionale nel Lazio
meridionale, dov’è molto raro (Anzalone, 1996; Conti et al., 2005). Sugli Alburni si rinviene nelle faggete e nelle cerrete.
- Asphodeline liburnica: specie transadriatica, rarissima in Italia centrale (cfr. Anzalone, 1998; Conti, 2005), mentre è localmente frequente in ambienti aperti della parte meridionale della Penisola: sugli Alburni è relativamente diffusa in alcune praterie, ma entra anche a far parte della peculiare compagine dei boschi di roverella.
- Alnus cordata: albero endemico dell’Italia meridionale e della Corsica (pertanto con una singolare disgiunzione, molto simile però a quella di Pinus laricio; l’areale delle due specie potrebbe perciò mantenere traccia di connessioni Terziarie fra l’Arco Calabro e la Corsica e dei successivi eventi di vicarianza – cfr. Blasi et al., 2005), sugli Alburni si trova prossimo al suo limite settentrionale di distribuzione nell’Appennino (individuabile nella Campania centrale; a sud raggiunge l’Aspromonte, cfr. Brullo et al., 2001).
- Acer lobelii: trattato da Pignatti (1982) come endemita a livello di specie, oggi interpretato generalmente come Acer cappadocicum subsp. lobelii (cfr. Conti et al., 2005), quindi come sottospecie endemica di una specie SE-Europea; in ogni caso, in Italia è frequente solo in Calabria, Basilicata, Campania e Molise; manca in Sicilia; è eccezionale nel Lazio e raro in Abruzzo, dove raggiunge il suo limite settentrionale nella Penisola (Gallozzi & Lattanzi, 1997; Conti, 1998; Conti et al., 2005; Fascetti & Navazio, 2007). Sugli Alburni si riscontra soprattutto nelle faggete.
- Campanula trichocalycina: endemita dell’Appennino meridionale [in passato (es. Pignatti, 1982; Bergmeier & Dimopoulos, 2001) interpretata come specie transadriatica, ma si veda la ridefinizione di Lakusic & Conti (2004)], presente solo in Calabria, Basilicata e Campania (Conti et al., 2005), dove è pressoché esclusiva del sottobosco delle faggete più alte in quota (es. Gentile, 1970; Pignatti, 1982; Di Pietro et al., 2004); sugli Alburni è prossima al suo limite settentrionale (cresce anche sui vicini M.ti Picentini) ed è rarissima: come detto precedententemente, non era stata più ritrovata sul massiccio dal 1796 (Moggi, 1955; Moggi, 2001), finchè
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non è stata da noi recentemente rinvenuta in una piccola popolazione in faggeta, durante ricerche successive all’esecuzione dei rilievi fitosociologici.
- Euphorbia corallioides: endemita dell’Italia meridionale tirrenica, legata ai boschi eutrofici (Pignatti, 1982), raggiunge a nord il Lazio e il Molise (Conti et al., 2005). Sugli Alburni si ritrova nelle cerrete.
- Lathyrus jordanii: endemita dell’Appennino meridionale ha il suo limite settentrionale attualmente noto in Campania (Conti et al., 2005); nel massiccio degli Alburni è abbastanza frequente nel sottobosco delle cerrete. Secondo Greuter et al. (1989) (sub L. niger ssp. jordanii) presenterebbe anche popolazioni in Corsica; cfr. quanto detto sopra a proposito di Alnus cordata.
Si deve inoltre sottolineare che, rispetto alle formazioni dei settori più interni dell’Appennino lucano, i boschi della fascia tirrenica campano-calabra (quindi anche l’intero comprensorio cilentano e di conseguenza il massiccio degli Alburni) sono privi di alcune specie biogeograficamente interessanti, quali Lathyrus digitatus, Heptaptera angustifolia, Huetia cynapioides (cfr. Rosati et al., 2005).
Vi sono infine alcuni rari casi, nell’ambito della flora forestale del massiccio, di specie che hanno il loro baricentro nell’Europa media o settentrionale e che nella regione cilentana si avvicinano al limite meridionale del proprio areale; si tratta principalmente di:
- Acer platanoides: albero europeo-caucasico, abbastanza comune sui rilievi dell’Italia settentrionale, che scendendo verso sud lungo la penisola mostra presenze sempre più rarefatte: sporadico nel Lazio (Anzalone, 1996), in Campania era noto solo per i M.ti Picentini (Moraldo et al., 1982); le altre località note dell’Appennino meridionale sono la Val d’Agri in Basilicata (Fascetti et al., 2005; Fascetti & Navazio, 2007), il versante lucano del Pollino (Rovelli, 1997) e quello calabrese dello stesso massiccio (Bernardo, 1997). Il nostro ritrovamento della specie in alcuni rilievi di boschi misti degli Alburni (Rosati et al., 2006) si inserisce nella frammentata distribuzione di questo albero al suo limite meridionale.
- Betula pendula: proprio nel complesso picentino-cilentano questa specie presenta sia l’area di maggior presenza nell’ambito
dell’Appennino centro-meridionale (Agostini, 1981; cfr. anche Fascetti & Navazio, 2007), sia le popolazioni più a sud della Penisola finora note: infatti, un’antica segnalazione per l’Aspromonte non è mai stata riconfermata (Agostini, 1981; Plini & Tondi, 1989; cfr. Conti et al., 2005), cosicché le uniche località meridionali sono quelle siciliane sul M. Etna [in alcuni Autori sub B. aetnensis (es. Pignatti, 1982), taxon però di dubbia validità (cfr. ad es. Agostini, 1981; Conti et al., 2005)]. Sugli Alburni è presente in comunità di prebosco, ad esempio in quelle a dominanza di pioppo tremolo.
- Corallorhiza trifida: orchidea a corotipo circumboreale, sciafila, diffusa soprattutto nelle regioni climatiche boreale e temperata, diviene rara in Europa meridionale (Buttler, 1991); in Italia è più diffusa sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale, e diviene rarissima nell’Appennino centro-meridionale (Grünanger, 2001); non era nota per il comprensorio cilentano (Moggi, 2002), finché non è stata da noi rinvenuta sugli Alburni in alcuni rilievi in faggeta.
La forte componente meridionale del pool floristico si riflette sulla composizione delle cenosi dell’area studiata, e di conseguenza sulla loro posizione nel sistema sintassonomico. Infatti, la composizione floristica delle cerrete rimanda chiaramente alla sottoalleanza endemica del Mezzogiorno Ptilostemo-Quercenion cerridis (Blasi et al., 2004a); gli ostrieti e boschi misti costituiscono l’associazione individuata come tipo della sottoalleanza endemica dell’Appennino meridionale Festuco exaltatae-Ostryenion (Blasi et al., 2006), vicariante del Laburno-Ostryenion dell’Italia settentrionale e centrale; mentre le faggete presentano la caratteristica flora dell’alleanza transadriatica – ma in Italia esclusiva dell’Appennino meridionale – Geranio versicoloris-Fagion (Gentile, 1970; Bergmeier & Dimopoulos, 2001; Di Pietro et al., 2004). Autonome a livello di associazione, e indubbiamente peculiari sotto il profilo biogeografico, si presentano altre tipologie forestali dei Monti Alburni: i boschi di Q. virgiliana, pur afferenti alla sottoalleanza Lauro-Quercenion, diffusa su tutta la Penisola, vanno individuati in una nuova associazione Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae, per la peculiare composizione floristica, ricca tra l’altro di affinità con i boschi dello Ptilostemo-Quercenion; le leccete, riferibili all’alleanza transadriatica Fraxino-Quercion ilicis (Biondi et al., 2003), a livello di associazione
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possono essere in parte interpretate come affini al Festuco exaltatae-Quercetum ilicis, un syntaxon endemico dell’Appennino meridionale (Biondi et al., 2003), in parte riferite alla nuova associazione Melitto albidae-Quercetum ilicis, caratterizzata da elementi dei boschi mesofili meridionali del Festuco-Ostryenion; anche i preboschi a pioppo tremolo e quelli a perastro sono stati attribuiti ad associazioni nuove non solo per le singolari condizioni ambientali denunciate da struttura e composizione floristica, ma anche per la netta componente meridionale di quest’ultima.
D’altronde, analisi quantitative, seppur preliminari, sui pattern fitogeografici della Penisola, basate sulla flora delle 20 regioni amministrative (Filibeck et al., 2005; Blasi et al., in stampa), hanno mostrato che, se la discontinuità gerarchicamente più alta è fra il cluster delle regioni alpine e il resto d’Italia, nell’ambito dell’Italia peninsulare la maggior parte della variabilità è spiegata dall’asse N-S: in particolare, differenti modalità di esplorazione multivariata della struttura dei dati hanno sempre mantenuto una distinzione fra un pacchetto di regioni centrali (Lazio-Umbria-Marche-Abruzzo-Molise) e uno meridionale (Campania-Basilicata-Puglia-Calabria), confermando quindi quella discontinuità, coincidente all’incirca col confine amministrativo laziale-campano, riscontrabile nella distribuzione di numerosi syntaxa (di tipo forestale e non solo).
Conclusioni
I Monti Alburni presentano una elevatissima superficie ancora coperta da vegetazione forestale; spesso si tratta di formazioni molto mature, di elevata qualità strutturale e naturalistica; ciò consente a queste cenosi, peraltro, di ospitare specie legnose che nell’Appennino meridionale sopravvivono generalmente solo in formazioni poco disturbate (cfr. ad es. Fascetti & Navazio, 2007), quali Acer platanoides, Abies alba, Taxus baccata, ecc. Particolarmente ben conservati – e di conseguenza molto interessanti sia sotto il profilo cenologico che floristico – sono alcuni tratti di faggeta, che è anche la tipologia di copertura del suolo prevalente per superficie nel massiccio. Altre formazioni di notevole estensione sono le cerrete, i castagneti cedui e gli ostrieti; le prime presentano anche interessanti popolamenti a fustaia ben sviluppata.
Questo settore del Cilento, pertanto, si conferma ad elevata naturalità, come molte altre aree del Parco Nazionale (cfr. Blasi et al., 2001).
Anche sotto il profilo della biodiversità, il presente
lavoro sottolinea ancora una volta la grande diversità floristica e cenologica dei vasti territori compresi nell’area protetta cilentana (cfr. ad es.: Blasi et al., 2001; Moggi, 2002; Rosati et al., 2005).
Sotto l’aspetto cenologico, infatti, è innanzitutto da sottolineare l’interesse di numerose comunità peculiari rinvenute per la prima volta sugli Alburni, cui nel presente lavoro è stata data descrizione formalizzata mediante l’istituzione di nuove associazioni. E va qui ricordato come in un precedente lavoro (Blasi et al., 2006) proprio gli Alburni abbiano fornito il punto di riferimento principale per la definizione di una sottoalleanza endemica dell’Italia meridionale (Festuco exaltatae-Ostryenion) nell’ambito del Carpinion orientalis. Restano, peraltro, da indagare maggiormente – mediante studi di campo in aree limitrofe o analoghe – alcune formazioni forestali frammentarie e/o degradate come le ontanete e le boscaglie a carpino nero, o le boscaglie miste termofile di tipo “orientale” presenti al di fuori dell’area di studio alla base del versante interno del massiccio.
Inoltre, è da rilevare come i Monti Alburni presentino al loro interno un’elevata ricchezza di tipologie di cenosi differenti; ciò è collegato all’elevata eterogeneità potenziale, come evidenziato dal processo di classificazione del paesaggio, preliminare alla fase di indagine fitosociologica. L’eterogeneità paesaggistica interna al massiccio alburno è a controllo principalmente geomorfologico ed altimetrico, a causa della sostanziale uniformità litologica della catena.
Essa, però, è a sua volta solo un elemento della eterogeneità di ordine superiore propria dell’intero comprensorio cilentano: a questa scala, infatti, subentra anche il contributo delle forti differenze litologiche fra i vari massicci che compongono il Parco. Si tratta di un chiaro esempio della struttura “nested” e “scale-dependent” dell’eterogeneità del paesaggio (Blasi et al., 2000). Tanto l’eterogeneità potenziale interna al massiccio che quella propria dell’intero Parco trovano riscontro nello studio fitosociologico dell’eterogeneità reale della vegetazione forestale, come è evidente confrontando le comunità rinvenute nel presente lavoro con quelle studiate da Rosati et al. (2005) nella parte flyschoide del Cilento.
Ampliando ulteriormente l’area di osservazione, oltre ai fattori fisici diviene rilevante, come sorgente di eterogeneità, anche il fattore biogeografico (pool di specie a disposizione per ragioni storiche) (cfr. Turner et al., 2001): questo diviene evidente quando si confronta la composizione floristica delle cenosi forestali indagate con quella delle comunità, analoghe per fisionomia e ambiente fisico, del non lontano
Appennino laziale-abruzzese. Ciò sottolinea come gli Alburni appartengano ancora chiaramente ad un phytochorion da individuarsi nella parte meridionale del versante tirrenico della Penisola: tale unità, già delineata da Giacomini & Fenaroli (1957), che la definirono come settore campano-calabro (cfr. anche Blasi et al., 2005), è stata poi confermata nella sua
autonomia rispetto all’Italia centrale da recenti analisi su base quantitativa (Filibeck et al., 2005; Blasi et al., in stampa), ed è meritevole di essere meglio studiata e delimitata sia nei confronti dell’unità fitogeografica del versante tirrenico centrale, sia nei confronti della provincia adriatica, sia, infine, nei suo rapporti con la penetrazione, lungo la dorsale appenninica, della regione medioeuropea.
Schema sintassonomico
QUERCETEA ILICIS Br.-Bl. ex A. & O. Bolòs 1950QueRcetalia ilicis Br. Bl. ex Molinier 1934
Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 Festuco exaltatae-Quercetum ilicis Biondi, Casavecchia & Gigante 2003 Melitto albidae-Quercetum ilicis ass. nova hoc locoQUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937 Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski, Sokolowski & Wallisch 1928 Geranio versicoloris-Fagion sylvaticae Gentile 1970 Doronico orientalis-Fagenion sylvaticae (Ubaldi et al. ex Ubaldi 1995) Di Pietro, Izco & Blasi 2004
Anemono apenninae-Fagetum sylvaticae (Gentile 1970) Brullo 1983Geranio versicoloris-Pyretum pyrastri ass. nova hoc locoAsperulo taurinae-Alnetum cordatae Bonin 1977 in Bonin, Briane & Gamisans 1977aggr. a Castanea sativa p.p.
Lamio flexuosi-Fagenion sylvaticae Gentile 1970 Ranunculo brutii-Fagetum sylvaticae Bonin 1967
QueRcetalia pubescenti-petRaeae Klika 1933 corr. aggr. ad Alnus cordata.
Teucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi 1988 Ptilostemo stricti-Quercenion cerridis Bonin & Gamisans 1977 Lathyro digitati-Quercetum cerridis Bonin & Gamisans 1977 Holco mollis-Populetum tremulae ass. nova hoc loco aggr. a Castanea sativa p.p. Carpinion orientalis Horvat 1958 Festuco exaltatae-Ostryenion carpinifoliae Blasi, Filibeck & Rosati 2006 Seslerio autumnalis-Aceretum obtusati Corbetta & Ubaldi in Corbetta et al. 2004 galietosum laevigati Blasi, Filibeck & Rosati 2006 facies a Carpinus orientalis Lauro nobilis-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995 Pyro pyrastri-Quercetum virgilianae ass. nova hoc loco
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Altri syntaxa citati nel testo
Aceri obtusati-Populenion tremulae Taffetani 2000; Aquifolio-Fagetum Gentile 1970 nom. illeg.; Asperulo taurinae-Alnetum cordatae Bonin in Bonin, Briane &
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Gamisans 1977; Campanulo trichocalycinae-Fagetum Gentile 1970; Cephalanthero longifoliae-Quercetum ilicis Biondi & Venanzoni ex Biondi et al. 2002; Corylo-Populion tremulae (Br.-Bl. ex O. Bolos 1973) Riv.-Mart. & Costa 1998; Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis Biondi et al. 2003; Cyclamino hederifolii-Quercetum virgilianae Biondi et al. 2004; Cytiso-Quercetum pubescentis Blasi et al. 1982; Laburno anagyroidis-Ostryenion (Ubaldi, 1995) Blasi, Di Pietro & Filesi 2004; Melittio-Quercion frainetto Barbero & Quezel 1976; Ostryo carpinifoliae-Quercetum ilicis (Horvatic 1958) Trinajstic (1965) 1974; Rhamno-Prunetea Rivas Goday & B. Carb. 1961; Roso-Quercetum pubescentis Biondi 1986; Teucrio siculi-Quercetum ilicis Gentile 1969 em. Brullo & Marcenò 1984.
Appendice 1. Specie sporadiche
Tab. 3: ril. 132: Asphodelus albus Miller (+); Rosa sp. (+); ril. 187: Anthriscus nemorosa (Bieb.) Sprengel (+); Cynosurus echinatus L. (+); ril. 86: Stellaria media (L.) Vill. (r); ril. 188: Oenanthe pimpinelloides L. (r); Limodorum abortivum (L.) Swartz (r); ril. 177: Astragalus glycyphyllos L. (r); Vicia grandiflora Scop. (+); Carex divulsa Stokes (+); ril. 206: Arabis sagittata (Bertol.) Dc. (r); ril. 124: Carex flacca Schreber (+); ril. 256: Silene vulgaris (Moench) Garcke (2); ril. 197 Anthoxanthum odoratum L. (+).Tab. 4: ril. 219: Geranium sanguineum L. (+); Asphodelus microcarpus Salzm. Et Viv. (+); Arabis sagittata (Bertol.) DC. (r); Teucrium chamaedrys L. (r); Phleum ambiguum Ten. (+); Scabiosa holosericea Bertol. (r); ril. 220: Asphodeline lutea (L.) Rchb. (+); ril. 227: Silene italica (L.) Pers. (+); Medicago lupulina L. (+); Rosa canina L. (+); Koeleria splendens Presl (+); Carex contigua Hoppe (+); Prunella vulgaris L. (+); Lolium perenne L. (+); ril. 218: Galium aparine L. (+); Poa annua L. (1).Tab. 5: ril. 138: Stellaria media (L.) Vill. (+); Cyclamen hederifolium Aiton (r); Rosa sp. (1); Delphinium fissum W. et K. (+); Narcisus sp. (+); Poa trivialis L. (+); ril. 221: Brachypodium rupestre (Host) R. et S. (1); Convolvulus arvensis L. (+); Galium aparine L. (+); Epilobium tetragonum L. (+); Centaurium erythraea Rafn (+); Luzula campestris (L.) DC. (+); Silene alba (Miller) Krause (+); Prunus avium L. (1); ril. 225: Cruciata laevipes Opiz (+); Agrimonia eupatoria L. (+); Silene latifolia Poiret (+); Origanum vulgare L. (+); Leopoldia comosa (L.) Parl. (r); Carex divulsa Stokes (+); Rosa corimbifera Borkh. (+).Tab. 6: ril. 48: Stellaria media (L.) Vill. (+); Arum italicum Miller (+); ril. 87: Rubus canescens DC. (1); Rumex sanguineus L. (r); Dactylorhiza maculata (L.) Soo’ (r); Geranium lucidum L. (+); Urtica dioica L. (+); ril. 88: Lathyrus hirsutus L. (+); Lychnis coronaria (L.) Desr. (r);
Veronica officinalis L. (+); ril. 245: Poa compressa L. (1); ril. 246: Carex divulsa Stokes (+); ril. 110: Rosa canina L. (1); Orchis morio L. (r); Clinopodium vulgare L. (+); ril. 244: Agrimonia eupatoria L. (+); Rosa sp. (1); Alliaria petiolata (Bieb.) Cavara et Grande (r); Delphinium fissum W. Et K. (r); ril. 287: Hypericum perforatum L. (+); Lapsana communis L. (+); Ophioglossum vulgatum L. (+); Torilis arvensis (Huds.) Link (+). Tab. 7: ril. 102: Dactylis glomerata L. (+); Arabis sagittata (Bertol.) DC. (r); Dactylorhiza maculata (r); ril. 6: Linaria purpurea (L.) Miller (+); Galium album Miller (r); ril. 101: Rosa sp. (+); Clinopodium vulgare L. (+). Tab. 8: ril. 52: Viola tricolor L. (+); Bellis sylvestris Cyr. (+); ril. 54: Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm. (+); Trifolium campestre Schreber (+); ril. 85: Geranium lucidum L. (+); Polygala monspeliaca L. (r); ril. 57: Vicia lutea L. (1); ril. 234: Cynosurus cristatus L. (+); ril. 216: Lolium perenne L. (+); ril. 230: Campanula persicifolia L. (+); ril. 226: Asphodeline lutea (L.) Rchb. (+); Rosa sempervirens L. (+); Vicia cracca L. (+); ril. 106: Limodorum abortivum (L.) Swartz (r); Lamium album L. (1); Ophrys apifera Hudson (r); Vicia sativa L. (r); Rumex sanguineus L. (r); ril. 107: Cystopteris fragilis (L.) Bernh. (r); ril. 109: Carex depauperata Good. (+); Vicia grandiflora Scop. (+); Linaria purpurea (L.) Miller (+); Centaurium erythraea Rafn (+); ril. 239: Clematis flammula L. (+); ril. 240: Campanula rapunculus L. (r); ril. 241: Cardamine impatiens L. (+); ril. 273: Ulmus minor Miller (2); ril. 272: Juglans regia L. (1); Holcus lanatus L. (+); Euphorbia characias L. (+); Dianthus ferrugineum L. (+); Galium album Miller (+); Festuca circummediterranea Patzke (1). Tab. 9: ril.265: Urtica dioica L. (1); Robinia pseudacacia (1); ril.281: Rosa sp. (1); Luzula campestris (L.) Dc. (+); Elaeoselinum asclepium (L.) Bertol. (+); ril.280: Asphodelus microcarpus Salzm. et Viv. (+); Filipendula vulgaris Moench (+); ril.268: Holcus lanatus L. (+); Centaurium erythraea Rafn (r); Stellaria media (L.) Vill. (+); ril.262: Lathyrus sylvestris L. (+); Silene vulgaris (Moench) Garcke (+); Dactylorhiza maculata (L.) Soo’ (A. Rau) Boreau (r); Iberis umbellata L. (1); Hypericum perforatum L. (r); Bryonia dioica Jacq. (+); Brachypodium rupestre (Host) R. Et S. (+); ril.62: Vicia sepium L. (+); Polypodium vulgare L. (r); ril.242: Alliaria petiolata (Bieb.) Cavara et Grande (+); Cardamine impatiens L. (+); ril.285: Silene trinervia Seb. et Mauri (+); ril.286: Origanum vulgare L. (+); Carex sylvatica Hudson (+); Vicia sp. (r); ril.243: Agrostis stolonifera L. (1); Linaria purpurea (L.) Miller (+); ril.260: Agrimonia eupatoria L. (+); Veronica montana L. (+); Epilobium tetragonum L. (+); ril.65: Myosotis ramosissima Rochel in Schultes (+); Prunus avium L. (+); ril.93: Rumex sanguineus L. (+); Arum italicum Miller (+); Doronicum columnae Ten. (+).
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Tab. 10: ril. 270: Rubus canescens DC. (1); ril. 271: Convolvulus arvensis L. (+); Poa trivialis L. (+); Hypericum perfoliatum L. (+); Briza media L. (+); Carex distachya Desf. (+); ril. 279: Allium flavum L. (+); Arctium nemorosum Lej. et Court. (+); Filipendula vulgaris Moench (+); Bryonia dioica Jacq. (+); Stachys sylvatica L. (+); ril. 7: Geranium purpureum Vill. (+); Ornithogalum exscapum Ten. (+); Asplenium trichomanes L. (+); Ceterach officinarum DC. (+); ril. 49: Lychnis coronaria (L.) Desr. (+); Galium album Miller (+); Poa compressa L. (+); Stellaria media (L.) Vill. (+); ril. 50: Potentilla hirta L. (+); Carduus pycnocephalus L. (+); Sherardia arvensis L. (+); Stachys heraclea All. (+); Elaeoselinum asclepium (L.) Bertol. (+); ril. 284: Teucrium chamaedrys L. (+); Centaurea jacea L. (+); Foeniculum vulgare Miller (+); Melica ciliata L. (+); Cynosurus cristatus L. (+); Rosa obtusifolia Desv. (1); ril. 277: Carex sylvatica Hudson (+); Phleum ambiguum Ten. (+); Stipa bromoides (L.) Doerfl. (1); ril. 278: Psoralea bituminosa L. (1) ril. 269: Campanula rapunculus L. (+). Tab. 11: ril.2, Chelidonium majus L. (+), Rubus ulmifolius Schott (+); ril.214, Rosa sp. (+); ril 31, Dactylis glomerata L. (+); ril.32, Elaeoselinum asclepium (L.) Bertol. (r), Solidago virgaurea L. (+); ril.14, Genista tinctoria L. (+).
Appendice 2. Date, località e coordinate dei rilievi
Le coordinate (dove disponibili) sono espresse nel sistema UTM, ED 1950, fuso 33.
Tab. 3 – Ril.: 74, 29/05/2003, Grotta dell’acqua, 4482500, 534400; 75, 29/05/2003, Varco dello Schiavo, 4482300, 534700; 77, 29/05/2003, Frusci, 4482300, 535300; 86, 10/06/2002, V. Pantano; 98, 29/06/2002, Serra dell’Abete; 99, 29/06/2002, Serra dell’Abete; 112, 03/06/2003, La Siepe, 4489900, 523400; 120, 05/06/2003, Fenestrelle, 4486600, 526600; 124, 05/06/2003, Bosco d’Ottati, 4486700, 527900; 125, 05/06/2003, Rif. Panormo, 4486100, 525900; 132, 06/06/2003, Savuco, 4485600, 523900; 133, 07/06/2003, Savuco, 4486200, 523800; 136, 07/06/2003, P. Manzerra, 4486900, 522900; 168, 11/06/2003, Serra Nicola, 4481200, 535700; 175, 12/06/2003, P.zziCerabona, 4480800, 536300; 176, 12/06/2003, C.ta Pratelli, 4481100, 536700; 177, 12/06/2003, C.ta Pratelli, 4480300, 537400; 185, 14/06/2003, C. del Monte, 4478300, 536300; 186, 14/06/2003, P.zza del Ceraso, 4478200, 537300; 187, 14/06/2003, Ruscignolo, 4477600, 537300; 188, 14/06/2003, Serra Nicola, 4477400, 537300; 189, 19/06/2002, Mad. Grazie-C. Aresta; 191, 16/06/2003, P.zzi Varroncelli, 4486600, 525500; 193, 16/06/2003, Fenestrelle-V. dell’Arena, 4487100, 526300; 197, 16/06/2003, Vacc. dell’Arena, 4487800, 526800; 206, 18/06/2003, G.tta Bovi-C. d’Amore, 4490200, 522200;
209, 18/06/2003, Campo d’Amore, 4489500, 521900; 210, 18/06/2003, Campo d’Amore, 4489400, 521900; 211, 18/06/2003, Campo d’Amore, 4489100, 522100; 212, 18/06/2003, Palombella, 4489000, 522100; 252, 29/06/2003, Timpone Panariello, 4488100, 522600; 256, 29/06/2003, T. Palombella, 4488900, 522700; 257, 29/06/2003, C. d’Amore-T. Palombella, 4489100, 522700; 258, 29/06/2003, T. Palombella, 4488900, 522500.
Tab. 4 – Ril.: 218, 24/06/2003, Sibille, 4484900, 521700; 219, 24/06/2003, P.zzi Laugemini, 4484900, 521700; 220, 24/06/2003, Campiglio, 4484900, 521500; 227, 24/06/2003, Campiglio, 4484600, 521500.
Tab. 5 – Ril.: 138, 07/06/2003, G.tte Malacera, 4487900 ,522100; 221, 24/06/2003, Campiglio, 4485100, 521300; 225, 24/06/2003, Campiglio, 4484500, 521400.
Tab. 6 – Ril.: 48, 17/05/2003, Spina dell’Ausino, 4483200, 533800; 87, 19/06/2002, Str. per M.te Panormo; 88, 19/06/2002, Str. per M.te Panormo; 110, 02/06/2003, Serra Carpineto, 4484600, 531000; 244, 28/06/2003, La Pila, 4485000, 531800; 245, 28/06/2003, Il Figliolo, 4485300, 531600; 246, 28/06/2003, Il Figliolo, 4485300, 531600; 287, 05/07/2006, Campo di Cerabona, 4481100, 536600.
Tab. 7 – Ril.: 6, 09/05/2003, Bosco Macchitello, 4482900, 523000; 100, 31/05/2003, Rupe rossa, 4483000, 520900; 101, 31/05/2003, Rupe rossa, 4482800, 521100; 102, 31/05/2003, Canale Castelcivita, 4482800, 521700.
Tab. 8 – Ril.: 51, 18/05/2003, il Macchione, 4486800, 518200; 52, 19/05/2003, Costa del Monte, 4478900, 534000; 53, 19/05/2003, Costa del Monte, 4479000, 534000; 54, 19/05/2003, Costa del Monte, 4478900, 533900; 55, 19/05/2003, Costa del Monte, 4478900, 533800; 57, 19/05/2003, Timpa della Donna, 4478700, 533900; 59, 19/05/2003, Timpa della Donna, 4478600, 534000; 60, 19/05/2003, Timpa della Donna, 4478600, 534200; 84, 20/06/2002, Costa del Monte, 4478800, 534000; 85, 20/06/2002, Timpa Carbone, 4477700, 535700; 103, 31/05/2003, Timpa Turrisiello, 4483900, 522300; 106, 01/06/2003, Gammariello, 4491600, 521400; 107, 01/06/2003, Gammariello, 4491500, 521300; 109, 01/06/2003, Facolacqua, 4487000, 518200; 157, 10/06/2003, C. Muserra, 4485200, 534000; 216, 24/06/2003, P.zzi Laugemini, 4484300, 522000; 224, 24/06/2003, Campiglio, 4484800, 522300; 226, 24/06/2003, Campiglio, 4484500, 521300; 230, 25/06/2003, Cavano, 4478400, 532900; 233, 25/06/2003, C.ta Carcare, 4476600, 534200; 234, 25/06/2003, C.ta Carcare, 4476600, 534100; 235, 25/06/2003, Imbrustaglie, 4476600, 534400; 239,
54
27/06/2003, Facolacqua, 4487300, 518200; 240, 27/06/2003, Facolacqua, 4487300, 518400; 241, 27/06/2003, Selva, 4485900, 517800; 272, 02/07/2003, La Difesa, 4477900, 540900; 273, 02/07/2003, La Difesa, 4477900, 541100; 274, 02/07/2003, La Difesa, 4478000, 541200; 275, 02/07/2003, La Difesa, 4477800, 541200; 276, 02/07/2003, Il Trono, 4477500, 531800. Tab. 9 – Ril.: 62, 27/05/2003, Perrotti, 4486400, 531000; 63, 28/05/2003, Pianomorti, 4489500, 525300; 64, 28/05/2003, Pianomorti, 4489600, 525000; 65, 28/05/2003, Serroncelli, 4489100, 525300; 93, 26/06/2002, Petina; 94, 26/06/2002, Petina, 4485500, 531100; 242, 27/06/2003, Pantofrancese, 4485700, 532600; 243, 27/06/2003, Castagne della terra, 4485300, 533000; 259, 30/06/2003, Lago d’Orso, 4487900, 528400; 260, 30/06/2003, Lago d’Orso, 4487800, 528500; 261, 30/06/2003, Lago d’Orso, 4487800, 528400; 262, 30/06/2003, Paoliello, 4484300, 534900; 263, 30/06/2003, Paoliello, 4483900, 534900; 265, 01/07/2003, C. Parisi, 4481600, 540600; 267, 01/07/2003, Mezzanella, 4479500, 540100; 268, 01/07/2003, C.ta Masturso, 4479100, 540100; 280, 04/07/2003, C.ta della Melosa, 4480100, 531900; 281, 04/07/2003, C.ta della Melosa, 4480000, 532000; 285, 05/07/2003, Perrotti, 4486600, 531200; 286, 05/07/2003, Perrotti, 4486700, 532000.
Tab. 10 – Ril.: 7, 10/05/2003, Timpa Turrisiello, 4484500, 520900; 49, 17/05/2003, Casone Bardileo, 4479500, 528400; 50, 17/05/2003, Casone Bardileo, 4479100, 528500; 269, 01/07/2003, Cammarino, 4476600, 542400; 270, 01/07/2003, Castello, 4477600, 539400; 271, 01/07/2003, Verlama, 4477400, 540100; 277, 02/07/2003, Il Trono, 4477300, 531700; 278, 02/07/2003, Il Trono, 4477200, 531700; 279, 04/07/2003, La Valle, 4479700, 530700; 282, 04/07/2003, La Valle, 4479700, 531100; 284, 04/07/2003, Timpa Don Giovanni, 4480500, 530100.
Tab. 11 – Ril.: 2, 08/05/2003, Grotte S. Elia, 4489000, 519700; 3, 08/05/2003, Costa delle Felci, 4488600, 519200; 4, 08/05/2003, Costa delle Felci, 4488600, 519500; 8, 10/05/2003, Costa Mortellina, 4483700, 518400; 9, 10/05/2003, Costa Mortellina, 4483800, 518400; 10, 10/05/2003, Costa Mortellina, 4484300, 518500; 12, 11/05/2003, Facolacqua, 4486900, 518800; 13, 11/05/2003, Timpone Colagrosso, 4486800, 518800; 14, 11/05/2003, Agnone del Caprio, 4486600, 518700; 15, 11/05/2003, Agnone del Caprio/Sella, 4486100, 518300; 16, 11/05/2003, Selva Annunziata, 4485900, 518300; 17, 12/05/2003, L’Annunziata, 4485500, 518000; 18, 12/05/2003, Castagna, 4485100, 518800; 19, 12/05/2003, Lafraso, 4484900, 518200; 20, 12/05/2003, Lafraso, 4484800, 518300; 21, 12/05/2003, S. Sebastiano, 4484800, 518300; 22, 12/05/2003, S. Elia, 4484500, 518400; 26, 14/05/2003, Grotte S. Elia, 4489100, 519900; 27, 14/05/2003, Faggio Fuso, 4489000, 520000; 28, 14/05/2003, Faggio Fuso, 4489100, 520000; 29, 14/05/2003, Faggio Fuso, 4489300, 520200; 30, 15/05/2003, Costa delle Felci, 4488100, 518900; 31, 15/05/2003, Costa delle Felci, 4488200, 519000; 32, 15/05/2003, Costa delle Felci, 4488300, 519100; 96, 28/06/2002, Grotte S. Elia; 97, 28/06/2002, Grotte S. Elia, 4482000, 519900; 104, 31/05/2003, Annunziata, 4485400, 518000; 213, 19/06/2003, Grotte S. Elia, 4489000, 520100; 214, 19/06/2003, Grotte S. Elia, 4489000, 519700.
Ringraziamenti
Gli Autori sono grati ai dott. Daniela di Fazio, Annamaria Di Bello, Eva Del Vico e Marco Iocchi per l’aiuto prestato durante le fasi di rilevamento, alla Sig.ra Edda Lattanzi per il supporto nella determinazione dei campioni, ed alla dr.ssa Daniela Gigante e al Prof. Edoardo Biondi per l’accurata revisione del lavoro.
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