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Bollettino di informazione della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo Mezzate – Peschiera Borromeo (MI) Pro-manoscripto www.parrocchiamezzate.it N°57 – Giugno 2017 La Campana La Campana La Campana

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Bollettino di informazione della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo Mezzate – Peschiera Borromeo (MI) Pro-manoscripto

www.parrocchiamezzate.it

N°57 – Giugno 2017

La CampanaLa CampanaLa Campana

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2 EDITORIALE

La gioia condivisa Un tesoro in vasi di creta

Gioia del Vangelo

La parola “gioia” è forse la più importante nella Evangelii Gaudium, che la cita 59 volte! Perché Francesco apre la sua le"era parlando della gioia di vivere e amare Gesù Cristo? Perché il peccato, qualsiasi peccato, porta tristezza, pes-simismo, depressione e conduce alla morte. Gesù Cristo, che morendo in Croce e risorgen-do, ci ha libera* dai nostri pecca*, ci dà la gioia di vivere. Ecco la grande verità che sperimen-*amo nella nostra vita: quando sono in pace

con Dio e con il prossimo sono felice e conten-

to, quando ho peccato sono triste, preoccupa-to, scontroso e scontento. Gioia della comunità

Perché ritrovarsi, stare insieme, perché preferi-re la vita comunitaria alla solitudine? Perché insieme “si divide il dolore e si mol'plica la

gioia”. Questa è la forza della comunità cris*a-na, che raccolta a"orno al Signore e sulla sua Parola crea nuove amicizie e nuove vicinanze, per un sostegno e un aiuto reciproco. Le cele-brazioni comuni, i sacramen* celebra* in que-ste ul*me se/mane, il gruppo famiglie, l’orato-rio es*vo, le occasioni di condivisione, la festa patronale, i ri*ri… ci fanno scoprire la bellezza di camminare insieme: non sprechiamo questa perla preziosa. Per il prossimo anno quale sarà il dono di ciascuno di noi per la nostra comuni-tà? Come vorrò essere corresponsabile?

La gioia della vocazione

Ricordare il cammino della propria vita, come per me i ven* anni di sacerdozio, non significa fare bilanci, ma fermarsi per ringraziare dei do-ni che il Signore ci ha fa"o, e chiedere scusa per quando non si è corrisposto con generosità alla sua chiamata. “Abbiamo un tesoro in vasi

di creta” ricorda san Paolo nella le"era ai Co-rinzi, facciamo in modo di far risplendere da-van* a tu/ il tesoro vero, che è il Vangelo, sen-za me"ere noi stessi o le nostre a/vità e opere in primo piano, ma ricordandoci che è il Signo-re che ci chiama ad essere operai nella sua vi-gna.

Con affe�o,

Don Luca

Bollettino di informazione della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo - Giugno 2017

La Campana

Redazione

Don Luca Fumagalli

Carla Paola Arcaini

Impaginazione e grafica

Agnese Bisanzio

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Papa Francesco in visita a Milano «Il cristiano non vive mai come un rassegnato!»

3 LA VISITA DEL PAPA Piazza Duomo

Ore 7:00: prendiamo posto in piazza Duomo, dopo un veloce controllo delle forze dell'ordi-ne, in a"esa di Papa Francesco. Con gioia vari gruppi, in diversi pun* della piazza, riempiono l'a"esa iniziando la liturgia delle lodi ma"u*-ne. Salmi le/ e can* di lode si alternano in una condivisa preghiera di ringraziamento. Mentre il sole inizia a salire e far capolino fra le guglie della Ca"edrale, can* di preghiera invadono il centro della ci"à fino all'arrivo del Pontefice. Puntuale sulla tabella di marcia, poco dopo le 10:00, arriva Papa Francesco che entra nel Duomo per incontrare gli ordini religiosi. È qui che risponde a tre domane rispe/vamente di un presbitero, un diacono e una suora. Inizia specificando che è solito parlare “a brac-cio”, ma che in questa occasione ha preferito preparare le risposte. Nonostante questo le parole del Pontefice risultano spontanee, né mielose, né di rimprovero, ma anzi incorag-gian*, for*, che ricordano la missione che Dio ha affidato all'intera Chiesa, ad ogni ordine ec-clesias*co e a ciascuno di noi. Ogni ordine con il proprio carisma, tu/ uni* nel servizio da offrire a coloro che cercano in Dio una risposta profonda alla sofferenza. L'uomo, senza il messaggio evangelico della buona no*zia, sperimenta che tu"o ciò che gli viene offerto non riesce a portarlo alla felicità e non è in grado di sperimentare la gratuità dell'amore per se e per ognuno. Con Gesù Cri-sto morto e risorto viceversa la vita reca in se il profumo dell'eternità alla quale tu/ siamo chiam*. Papa Francesco termina questo incontro ri-spondendo alla religiosa consacrata che pre-senta la realtà sempre più difficoltosa del con-vento, dovuta principalmente alle poche nuo-ve vocazioni. Il Pontefice parla con tenerezza di vero pasto-

re e, dando coraggio a lei e all'intero ordine di appartenenza, riprende le parole di nostro Si-gnore Gesù Cristo “Voi siete il sale della ter-

ra”(Mt.5,13). Aggiunge inoltre che il sale serve in minima dose per dar sapore e dice anche “non ho mai visto un pizzaiolo me�ere mezzo

chilo di lievito in poca farina, ma esa�amente

il contrario”. Infine le risponde “sarete poche e diciamo che è vero, invecchierete, si anche questo, vi rassegnerete? Questo no! Il cris*a-no non vive mai come un rassegnato, questa parola non dovrebbe essere in nessun cris*a-no”. Ul*mato il colloquio all'interno della Ca"edra-le, verso le 11:00, Papa Francesco recita la preghiera dell'angelus nella piazza gremita e saluta tu/ i presen* con ripetu* giri in papa-mobile. Tu/ noi iniziamo a defluire verso le nostre ca-se conten* di aver ricevuto una parola concre-ta e di conforto dal Sommo Pontefice. Un messaggio che richiama alla conversione quo-*diana, ad essere sale e lievito nei luoghi che frequen*amo tu/ i giorni: al lavoro, a scuola, in famiglia, negli ospedali, ecc... conten* e sempre in a"esa dello Sposo. Inizierà quella no"e l'ora legale e quindi meno tempo per dormire ma questo non ci preoccu-pa, ciò che abbiamo gustato nella ma/nata è stato un vero riposo. O�s

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4 LA VISITA DEL PAPA Accoglienza all’Aeroporto di Linate

«A Milan si riceve con il coeur in man» Il racconto di Daniela, la “nostra” ROL per la giornata del 25 marzo 2017

Così Papa Francesco la domenica successiva alla visita, durante l'Angelus in piazza San Pie-tro ha ringraziato i milanesi che gli hanno riser-vato un accoglienza che ricordava nel calore il popolo sudamericano. Una grande organizzazione, a par*re dai primi di se"embre ha permesso di vivere al meglio l'incontro con Papa Francesco lo scorso 25 marzo 2017. Un sito dedicato (www.papamilano2017), la ricerca dei ROL (i responsabili organizza*vi lo-cali), la ricerca dei volontari, dei coris* per ani-mare la grande celebrazione eucaris*ca e na-turalmente l'imponente sistema di sicurezza in un periodo purtroppo così sogge"o a rischio a"enta*. L’organizzazione della visita del Santo Padre a Milano è stata volutamente decentrata: la Dio-cesi ha cercato un responsabile organizza*vo per ogni parrocchia, così come era stato già fa"o in occasione del VII Incontro Mondiale

delle Famiglie nel 2012. I ROL, precedentemen-te istrui* dalla Diocesi, hanno avuto un ruolo chiave e fondamentale per la buona riuscita dell’evento. I Responsabili Locali in conta"o costante con la Diocesi a"raverso mail e appli-cazioni installate sui telefonini, hanno avuto la possibilità di seguire in "live streaming" la visi-ta di Papa Francesco, hanno avuto informazio-ni de"agliate sul programma, sono sta* in con-ta"o con l'ufficio stampa, con gli sponsor per l'acquisto di stendardi e striscioni, con la Poli-zia Locale per conoscere la situazione della via-bilità dei mezzi di trasporto e avere l'indicazio-ne di tu/ i divie* di ingresso e circolazione in tu"o il Comune di Monza, dei percorsi delle nave"e, delle linee di trasporto pubblico e dei bus gran turismo noleggia*, dei parcheggi au-torizza* per bici e bus, dei percorsi pedonali consen**. Conseguita la nomina a ROL dal nostro parro-co, mi sono così preoccupata di realizzare

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quanto necessario per facilitare la partecipa-zione dei parrocchiani alla Santa Messa, prov-vedendo alla raccolta delle iscrizioni oltre che alla scelta dei mezzi di trasporto. E finalmente il giorno è arrivato ed ho avuto anche il dono, come un numerosissimo gruppo di dipenden* dell'aeroporto, di essere invitata da un'amica ad accogliere Papa Francesco al suo arrivo a Linate. Levataccia alle 4.30 del ma/no per essere in aeroporto alle 5,15 e so"oporsi con tu"a cal-ma ai consue* controlli passeggeri ed accedere alle aree di imbarco. Dopo una lauta colazione, offertaci dall'orga-nizzazione dell'aeroporto, alle ore 7,00 siamo sta* trasporta* con i bus che effe"uano il ser-vizio trasporto passeggeri a bordo dei velivoli nell'area dedicata per l'occasione, ove abbia-mo a"eso Papa Francesco, avvol* da una neb-bia tu"'altro che primaverile. All'arrivo del Papa la nebbia, però ha comincia-to a dissolversi per lasciare il palco a Papa Francesco che dopo il saluto ai ver*ci delle is*-tuzioni, ha iniziato la sua visita non senza aver dato l'ennesima prova della sua disponibilità: ovvero esaudire la curiosa richiesta di Don Fa-brizio, cappellano dell'aeroporto di Linate, che non potendo seguire il Papa nei vari appunta-men* per ques*oni di "servizio liturgico" ha chiesto al Santo Padre di poter scambiare lo zucche"o nuovo che si era fa"o inviare dalla sartoria va*cana con quello indossato da Fran-cesco per res*turgli l'originale al termine della visita pastorale. Ormai è risaputo Papa Bergoglio ha trasforma-to un an*co gesto di devozione riservato a po-chi, in un gesto quasi popolare. «E' un’usanza

che risale almeno a Pio XII (pontefice dal 1939

al 1958), - ha spiegato Lorenzo Gammarel-li, uno dei *tolari della pres*giosa sartoria ec-clesias*ca romana - e dopo di lui lo hanno

fa�o tu, i papi. Un tempo, però, bisogna-

va chiedere il permesso al segretario personale

del pontefice; con Francesco è tu�o più sempli-

ce: lui è sempre tra la gente».

Richiesta esaudita e suggellata per i posteri da un selfie col Pontefice e da una foto con il ci-melio ricevuto in custodia insieme agli scout ed alcuni di noi presen*! E' iniziata in questo modo la lunghissima gior-nata milanese di Papa Bergoglio! Ovunque una distesa umana ad accoglierlo fino alla grande Messa al parco di Monza trasformato per un giorno in una ca"edrale a cielo aperto con ol-tre un milione di persone. Spero che per ognuno di voi l'incontro col San-to Padre sia stato momento di grande ricchez-za e che tu"o sia andato per il meglio!

Daniela Sanna

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Sabato 25 marzo lo stadio era traboccante di ragazzi in festa per accogliere il Papa e noi adul* eravamo felici di tanto entusiasmo. I can-*, le coreografie e le tes*monianze, tra cui quella di Giacomo Pore/ che raccontava della sua esperienza in oratorio, mantenevano desta la nostra a"esa. Ed eccolo arrivare, preannunciato dal volo di un elico"ero, il cuore a mille… Poi le sue parole, semplici ma vere, ha iniziato rispondendo alla domanda di Davide: “A te, quando avevi la nostra età, che cosa * ha aiuta-to a far crescere l’amicizia con Gesù?” “Queste tre cose vi faranno crescere nell’amicizia con Gesù: parlare con i nonni, giocare con gli amici e andare in parrocchia e in oratorio. E la pre-ghiera è il filo che unisce le tre cose…” Ad una coppia di genitori si è rivolto così: “Vi invito a ricordare quali sono state le persone che hanno lasciato un’impronta nella vostra fede, che vi hanno aiutato a credere: il padre, la madre, i nonni, una catechista, una zia, il parroco, un vicino, chissà… I nostri figli ci guar-dano con*nuamente... I bambini conoscono le nostre gioie, le nostre tristezze e preoccupazio-ni. Sono furbissimi… Abbiate cura di loro, ab-biate cura del loro cuore, della loro gioia, della loro speranza. La fede è una delle migliori ere-dità che avete ricevuto dai vostri genitori. Mo-strare loro come la fede ci aiuta ad andare avan*, ad affrontare tan* drammi che abbia-mo, non con un a"eggiamento pessimista, ma fiducioso, questa è la migliore tes*monianza che possiamo dare loro… Quello che si semina nella memoria, nel cuore, rimane per sempre… Giocare con i figli, “perdere tempo” con i figli è anche trasme"ere la fede. E’ la gratuità di Dio… E un’ul*ma cosa: trame"ere la fede con l’educazione nella solidarietà, nelle opere di

misericordia… Non c’è solidarietà senza festa, perché quando uno è solidale, è gioioso e tra-sme"e la gioia.” Al termine è intervenuta una catechista: “Lei ci ha insegnato che per educare un giovane oc-corre un villaggio…” “Consiglierei un’educazio-ne basata sul pensare-sen*re-fare, cioè un’e-ducazione con l’intelle"o, con il cuore e con le mani. Deve essere armonica, l’educazione. Mai educare soltanto con le nozioni, anche il cuore deve crescere, e il fare, il modo di comportarsi nella vita.” Una parola per tu/: mi porto nel cuore una gra*tudine immensa per la presenza tra noi di questa persona speciale, che alla sua età non si è risparmiato in una giornata veramente impe-gna*va; sempre pronto ad ascoltare, a rispon-dere, a sorridere con un’energia che miracolo-samente lo ricaricava ad ogni incontro. La visita del Papa nella nostra Milano ha rinvi-gorito il desiderio di stare accanto a Gesù ogni giorno; ci ha lasciato, non solo l’emozione di una giornata indimen*cabile, ma la possibilità di rivivere in ogni istante l’abbraccio misericor-dioso del Padre.

Maria Angela Mosconi

6 LA VISITA DEL PAPA Stadio S. Siro

Papa Francesco con i Cresimandi «La fede è una delle migliori eredità che avete ricevuto dai vostri genitori»

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Una giornata importantissima Ludovica e la sua mamma ci raccontano le loro emozioni

Vi voglio raccontare di una cosa per me spe-cialissima. Era un giorno come tu/ gli altri ma era speciale per quella cosa che è accaduta di pomeriggio. Ero emozionan*ssima, felicissima, eravamo allo stadio San Siro e stavamo aspe"ando una Persona che non potremmo magari vedere più a Milano! Io ero lì! Ad aspe"are la Persona più speciale del mondo e dal vivo! Ero ultra gioiosa, super super felice era un giorno importante… Era il giorno in cui arriva-va Papa Francesco a Milano, una cosa che fino ad oggi non era mai successa! Stranamente mi sen*vo più fortunata che mai, poter vedere il Papa, ma ci rendiamo conto? Ero in compagnia delle mie amiche e di mia mamma, quando è entrato mi sen*vo persa dall’emozione! Dopo, mentre il Papa parlava, mi sono accorta anche che è molto simpa*co! Ora sono felice e lo sarò sempre perché so di aver colto un’occasione importante e speciale.

Ludovica Gen�le

Io sinceramente non ho mica ben capito se l’invito di Mariangela a fermare le emozioni di questa giornata favolosa, sul pullman, al ritor-no, bagna* fradici di pioggia, fosse rivolto solo

ai Ragazzi o anche a noi Genitori partecipan-*… L’ho comunque trovato irresis*bile ed ec-comi qui! Ho la piena consapevolezza che ho potuto partecipare e condividere questo evento unico solo grazie a Dio! Già! Perché deve aver per forza mescolato ben bene le sue carte per far sì che lì ci fossi anch’io! Che dire, non sono certo una Cresimanda… Io a San Siro c’ero già stata, per Vasco, per il Liga, ma per Papa Francesco mai! Né mai ho provato, nella sua semplicità, emo-zioni così for*, una gioia così grande e un con-forto così avvolgente. Appena si è seduto, do-po il giro dello Stadio sulla Papa mobile, ho trovato il suo viso arrabbiato, severo, ho pen-sato fosse la stanchezza per via della lunga giornata… Ma poi, ha iniziato a parlare e il suo volto si è illuminato, le sue parole hanno scaldato i cuori di tu/, grandi e piccini, ed erano parole sem-plici, di vita vissuta, nessuno slogan, nessuna ricercatezza, la vita semplice per come sempli-ce è il suo dono che spesso si fa fa*ca a com-prendere cercando, in ricami superflui un ar-ricchimento a qualcosa che è già completo… Di questa giornata fuori dal tempo, sospesa tra il cielo e la terra, ricorderò tu"o, mia figlia come me, il suo sorriso e la sua gioia, le altre mamme, gli altri bimbi, tu"o, non vorrò scor-dare mai niente, sopra"u"o la profonda sere-nità della voce di Papa Francesco e quella lu-ce, la luce che ha illuminato il suo volto quan-do ha iniziato a parlare di Gesù! Il suo totale amore era, è, così grande che po-tevi sen*rlo fisicamente, come un’onda che * inves*va! Una sensazione bellissima!

Grazie per avermi portato con voi,

la mamma di Ludovica Gen�le

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Caro Papa Francesco, * ringraziamo di vero cuore per esser venuto a trovarci a Milano lo scorso 25 marzo, per la tua prima visita pasto-rale alla diocesi di Milano. Ad accoglier* all’aeroporto di Linate il cardina-le Scola, il Sindaco di Milano, Il Governatore della regione Lombardia, le autorità civili e mi-litari, i responsabili dello scalo ed una piccola folla festante fra cui alcuni di noi di Mezzate; quanto basta per far* pregustare il clima dell’intensa giornata che iniziata con una fi"a nebbia si è poi “misteriosamente” dissolta du-rante il tuo ingresso in Ci"à. “Entro in Milano come sacerdote al servizio del popolo”, hai de"o al primo appuntamento alle Case Bianche di via Salomone nel quar*e-re Forlanini: terra di fron*era dove sono pre-sen* i problemi sociali della ci"à. Un incontro breve voluto con le famiglie del quar*ere fra i simboli delle periferie metropolitane; poi un momento di saluto con i residen* e la preghie-ra in strada, davan* alla parrocchia di San Gal-dino, fra ali di bambini e adul* e alcuni di noi

di Mezzate che, sorriden*, non aspe"avamo altro che veder* da vicino. Alle 10 l’incontro fraterno in Duomo con i sa-cerdo* e i consacra*, (ai quali hai ricordato di “non perdere la gioia nell’evangelizzare”). Quindi con la recita dell’Angelus sul sagrato di una piazza gremita, emozionata e gioiosa che ha voluto suggellare l’abbraccio dei milanesi, fra i quali alcuni di noi di Mezzate. Da perfe"o milanese, a bordo delle “papa mo-bile” * sei poi recato al carcere di San Vi"ore, dove hai incontrato i detenu*, con i quali * sei intra"enuto a pranzo. Nel fra"empo a Monza, l’intera diocesi si pre-parava all’appuntamento centrale della gior-nata, nei pra* a lato dell’autodromo. Fiumi di persone, da ogni direzione, in un clima di festa e di gioia, convenivano per partecipare alla S.

Messa. Parrocchie, oratori, scuole, famiglie con bambini, alcuni di noi di Mezzate, comuni-tà di “stranieri” che vivono in Lombardia. Il po-polo convenuto all’incontro con papa France-sco alla fine conterà cen*naia di migliaia di persone, forse un milione; ma in questo caso il numero vale al solo fine sta*s*co, in quanto il dono della provvidenza dell’intera giornata vale ben “70 volte, 7”. Con qualche minuto di ritardo comincia la S. Messa, in un clima di prezioso e a"ento racco-glimento e ascolto, non proprio frequente nel-la nostra quo*dianità. Il Vangelo è quello di Luca, l'annunciazione dell'Angelo a Maria. “Dio ha scelto - dice il Papa - di inserirsi come ha fa"o con Maria nelle nostre case, nelle no-stre lo"e quo*diane, colme di ansie e insieme di desideri. È all'interno delle nostre ci"à, nel-le scuole e università, negli ospedali, che si compie l'annuncio più bello che si possa ascol-tare: Rallegra*, il Signore è con te. Una gioia che genera vita e speranza, che si fa carne nel modo in cui guardiamo al domani, che «diventa solidarietà, ospitalità, misericordia verso tu/. Al pari di Maria, anche noi possiamo essere presi dallo smarrimento. «Come avverrà que-

sto» in tempi così pieni di speculazione? Si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia. Si specula sui poveri e sui migran*; si specula sui giovani e sul loro futuro. Tu"o sembra ridursi a cifre, lasciando, per altro verso, che la vita quo*diana di tante famiglie si *nga di preca-rietà e di insicurezza. Mentre il dolore bussa a molte porte, mentre in tan* giovani cresce l’insoddisfazione per mancanza di reali oppor-tunità, la speculazione abbonda ovunque. Certamente, il ritmo ver9ginoso a cui siamo so"opos* sembrerebbe rubarci la speranza e la gioia. Le pressioni e l’impotenza di fronte a tante situazioni sembrerebbero inaridirci l’ani-

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Una giornata di preghiera, dialogo e festa Grazie Papa Francesco!

LA VISITA DEL PAPA Parco di Monza

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ma e renderci insensibili di fronte alle innume-revoli sfide. E paradossalmente quando tu"o si accelera per costruire – in teoria – una società migliore, alla fine non si ha tempo per niente e per nessuno. Perdiamo il tempo per la famiglia, il tempo per la comunità, perdiamo il tempo per l’amicizia, per la solidarietà e per la memo-ria”. Al termine della Messa, il saluto del cardinale Scola traccia la sintesi perfe"a del senso dell’intera giornata, dove ciascuno di noi può ritrovare quelle peculiarità che arricchiscono la nostra vita interiore e che inevitabilmente con-tagiano posi*vamente quella esteriore e rela-zionale. Grazie quindi Papa Francesco per il grande do-no della giornata; grazie per la fa*ca della gior-nata che alla fine era divenuta in condivisione; grazie per l’opportunità di una revisione inte-riore; grazie per il silenzio prima della celebra-zione eucaris*ca che ha permesso a ciascuno di fare un esame/revisione interiore. Grazie a mol9 di noi di Mezzate, che sono sta* presen* agli appuntamen* della giornata. Certamente rimane una grande responsabilità: la tes*monianza integrale del modo di vita di papa Francesco, animato dall’insieme dei suoi insegnamen* molto pra*ci, degli esempi che porta, della sua cultura di gesuita, che incarna il messaggio del “comandamento nuovo”, per-ché alla fine è sempre più vero che “c’è più

gioia nel dare che nel ricevere” (come insegna-va un altro grande gesuita, il cardinale Mar*ni). Grazie Papa Francesco e torna presto, che qui *

accoglieremo sempre “con il coeur in man”.

Giuseppe Colombo

Ci sono figure che sanno accendere il cuore, capisci anche che sono solo un tramite, per-ché ascoltando ti rendi conto di essere in compagnia di Gesù. La brezza leggera e il so-le caldo durante la Messa sembravano un dono del Signore che ci stava abbracciando, il soffio leggero dello Spirito Santo. Grazie Papa Francesco. Valentina Mennilli Ritrovarmi insieme agli amici conosciuti e che non conosco per abbracciare ed essere ab-bracciato dal Santo Padre mi ha fatto sentire parte del Corpo di Cristo. Stefano Tognolo Siamo partiti in pellegrinaggio tutti con la gioia nel cuore ordinati e Uniti ci siamo ingi-nocchiati davanti a lui come la folla faceva ascoltando Gesù. Papa Francesco è un grande uomo, un carisma quasi come un pa-dre il nostro padre spirituale; questo incontro mi ha trasmesso tanto e lo porterò sempre nel mio cuore grazie Francesco.

Rosanna Marangoni

Ripensando alla giornata al parco di Monza

posso dire che tutto è andato alla perfezione

ed anche dall'alto hanno voluto guardarci e

sorriderci amorevolmente: ricordo che il gior-

no precedente e quello successivo alla visita

di papa Francesco sono stati giorni piovosi,

mentre il 25 marzo è stato contraddistinto da

un cielo terso, un caldo sole ed una leggera

quanto piacevolissima brezza. Debbo dire

che nonostante sia claudicante ed abbia

una certa età non mi sono per nulla stancata.

Ho provato una grande emozione e tanta te-

nerezza nel vedere papa Francesco stanco

ed affaticato salire sul grande palco allestito

per la cerimonia. Ho ammirato tanto la sua

tenacia, la sua forza di volontà ed amore per

noi tutti. Dio lo aiuti sempre e ce lo lasci il più

possibile! Abbiamo bisogno del suo grande

esempio! Carmen Selis

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10 LA NOSTRA PARROCCHIA

Quest'anno il gruppo dei Pre Adolescen* del decanato ha avuto l'occasione di partecipare al pellegrinaggio a Roma organizzato dalla dio-cesi di Milano. I ragazzi hanno passato tre giorni, assieme ai don e agli educatori, tra le magnifiche opere che la capitale ci propone e, sopra"u"o, hanno avuto l'opportunità di po-ter partecipare a momen* di preghiera molto intensi. Il primo giorno, dopo il viaggio in pullman, il gruppo è andato a visitare la basilica di San Paolo fuori le mura dove hanno potuto ammi-rare la bellezza e l'imponenza della stru"ura, con annessa spiegazione delle opere usate per abbellire la basilica. Il secondo giorno, invece, li avrebbe a"esi un momento molto speciale. La Messa all'interno della basilica di San Pietro in Va*cano. La mes-sa è stata organizzata appositamente per tu/ i ragazzi degli oratori della diocesi di Milano e, per questa bellissima esperienza, bisogna dire grazie alla FOM. Grazie a loro i ragazzi hanno potuto vedere la basilica dall'interno e hanno potuto vivere la Messa in un modo diverso, assieme a tan* altri ragazzi della loro età. Il pomeriggio l'hanno passato in giro per Ro-ma, visitando alcune delle bellezze della ci"à. Il terzo giorno è stato molto importante. La ma/na, dopo aver preparato bagagli e fa"o colazione, i ragazzi e tu"o il resto del gruppo si è dire"o nuovamente in piazza San Pietro per avere l'udienza con il Papa. Un momento davvero toccante in quanto i ragazzi hanno avuto la fortu-na di vedere il Santo Padre da molto vicino! Il suo intervento all'Udienza Generale è stato molto toccante. Qui di seguito ripor*amo una parte del discorso del Santo Padre.

«Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Ci incontriamo quest’oggi nella luce della Pa-

squa, che abbiamo celebrato e con9nuiamo a

celebrare con la Liturgia. Per questo, nel no-

stro i9nerario di catechesi sulla speranza cri-

s9ana, oggi desidero parlarvi di Cristo Risorto,

nostra speranza, così come lo presenta san

Paolo nella Prima Le�era ai Corinzi (cfr cap.

15). […]

Parlando ai suoi cris9ani, Paolo parte da un

dato inoppugnabile, che non è l’esito di una

riflessione di qualche uomo sapiente, ma un

fa�o, un semplice fa�o che è intervenuto nella

vita di alcune persone. Il cris9anesimo nasce

da qui. Non è un’ideologia, non è un sistema

filosofico, ma è un cammino di fede che parte

da un avvenimento, tes9moniato dai primi di-

scepoli di Gesù. Paolo lo riassume in questo

modo: Gesù è morto per i nostri pecca9, fu se-

polto, e il terzo giorno è risorto ed è apparso a

Pietro e ai Dodici (cfr 1 Cor 15,3-5). Questo è il

fa�o: è morto, è sepolto, è risorto ed è appar-

so. Cioè, Gesù è vivo! Questo è il nocciolo del

messaggio cris9ano.

Annunciando questo avvenimento, che è il nu-

cleo centrale della fede, Paolo insiste so-

pra�u�o sull’ul9mo elemento del mistero pa-

squale, cioè sul fa�o che Gesù è risuscitato. Se

infa, tu�o fosse finito con la morte, in Lui

avremmo un esempio di dedizione suprema,

Pellegrini sulle vie di Roma Tre giorni di preghiera per il gruppo dei Pre-Adolescenti

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ma questo non potrebbe generare la nostra

fede. E’ stato un eroe. No! E’ morto, ma è ri-

sorto. Perché la fede nasce dalla risurrezione.

Acce�are che Cristo è morto, ed è morto croci-

fisso, non è un a�o di fede, è un fa�o storico.

Invece credere che è risorto sì. La nostra fede

nasce il ma,no di Pasqua. […]

Che bello pensare che il cris9anesimo, essen-

zialmente, è questo! Non è tanto la nostra ri-

cerca nei confron9 di Dio – una ricerca, in veri-

tà, così tentennante –, ma piu�osto la ricerca

di Dio nei nostri confron9. Gesù ci ha presi, ci

ha afferra9, ci ha conquista9 per non lasciarci

più. Il cris9anesimo è grazia, è sorpresa, e per

questo mo9vo presuppone un cuore capace di

stupore. Un cuore chiuso, un cuore razionali-

s9co è incapace dello stupore, e non può capi-

re cosa sia il cris9anesimo. Perché il cris9ane-

simo è grazia, e la grazia soltanto si percepi-

sce, e per di più si incontra nello stupore

dell’incontro. […]

Andare al nostro sepolcro: tu, ne abbiamo un

poche,no dentro. Andare lì, e vedere come

Dio è capace di risorgere da lì. Qui c’è felicità,

qui c’è gioia, vita, dove tu, pensavano ci fos-

se solo tristezza, sconfi�a e tenebre. Dio fa

crescere i suoi fiori più belli in mezzo alle pie-

tre più aride. […] E se ci diranno il perché del

nostro sorriso donato e della nostra paziente

condivisione, allora potremo rispondere che

Gesù è ancora qui, che con9nua ad essere vivo

fra noi, che Gesù è qui, in piazza, con noi: vivo

e risorto.»

I tre giorni trascorsi a Roma hanno rappresentato per me il primo viaggio da educatore; quello che mi colpisce ogni volta che si parte per un viag-gio senza conoscere, come in questo caso, tu"e le persone presen*, è la coesione che si crea nel gruppo nonostante i pochi giorni passa* insieme. Questo vale per tu/: ragazzi, educatori e sacerdo*. Credo

sia proprio questo aspe"o la colonna portante di questo genere di esperienze. Per non cade-re in un inu*le giro di retorica e frasi fa"e, mi limiterò ad un esempio concreto: ieri, durante il primo incontro con i preadolescen* dopo essere torna* da Roma, arrivato in oratorio ho trovato alcuni dei ragazzi degli oratori delle altre frazioni che giocavano con i “nostri”, co-me se il viaggio a Roma non fosse circoscri"o a quei tre giorni, ma con*nuasse anche dopo, e come se cos*tuisse l’inizio di nuove amicizie.

Stefano Manfredi

h�p://m.va9can.va/content/francescomobile/

it/audiences/2017

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Noi gruppo di ragazzi provenien* da San Bo-vio/Mezzate o Be"ola/Zeloforamagno siamo par** sabato 22 aprile nel pomeriggio e sia-mo arriva* all’alloggio “Centro Mare e Vita” all’orario di cena. Siamo sta* accol* subito con una cena molto gradevole, subito dopo la cena noi gruppo insieme al Don Luca Zanta, Mitzi e tre educatori abbiamo fa"o un giro per Pinnarella, un luogo di mare molto sugges*vo e par*colare. Abbiamo mangiato le famose piadine che in Romagna sono molto ge"onate e siamo torna* tu/ nell’alloggio. Il giorno seguente, la domenica, siamo anda* a messa in una chiesa molto par*colare, la chiesa di Sant’Appollinare in classe, la messa è stata celebrata dal nostro Don ma anche dal prete del posto. Successivamente dopo aver mangiato una buonissima piadina ci siamo re-ca* nel centro di Ravenna, dove abbiamo avu-to del tempo libero fino all’arrivo della giuda. Con la guida abbiamo visitato la meravigliosa Basilica di San Vitale successivamente la tom-ba del sommo poeta Dante Alighieri, la Basili-ca di Sant’Appollinare nuova per confrontarla con quella visitata in ma/nata, il Duomo di Ravenna solo esternamente e accanto al Duo-mo siamo entra* a vedere il Ba/stero. La visi-ta si conclude e tu/ torniamo a Pinnarella per la cena. Per la serata è previsto un evento par-

*colare, l’evento è il fes*val degli aquiloni in spiaggia, è stata una vera fortuna coincidere la nostra piccola vacanzina con quest’evento del paese. È stato molto sugges*vo perché gli aquiloni erano tu/ illumina* e il mare di sera genera una sensazione sempre diversa ri-spe"o al giorno. Il lunedi ci aspe"ava una meravigliosa giorna-ta a Mirabilandia il parco diver*men* più fa-moso del centro Italia. Per tu"o il giorno sia-mo sali* nelle giostre ed eravamo tu/ insie-

me, una giornata piena di di-ver*mento ed euforia. La stan-chezza al ritorno dal parco di-ver*men* si sen*va ma alla sera i nostri straordinari educa-tori ci hanno organizzato un gioco dove ogni persona riusci-va a partecipare. Terminato il gioco abbiamo giocato a palla-volo nel campo davan* all’al-loggio.

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Tre giorni ADO L’esperienza a Pinnarella di Cervia (RA) del gruppo Adolescenti

LA NOSTRA PARROCCHIA

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Il giorno successivo, purtroppo l’ul*mo, siamo subito par** carichi di valigie e ab-biamo fa"o sosta nel-la comunità Giovanni XXIII per assistere, non solo, allo scopo di questa comunità ma anche conoscere delle tes*monianze che raccontavano la loro esperienza. Essa è un’associazione internazionale di fedeli di di-ri"o pon*ficio. Fondata nel 1968 da don Oreste Benzi è impe-gnata da allora, concretamente e con con*nui-tà, per contrastare l'emarginazione e la pover-tà. La Comunità lega la propria vita a quella dei poveri e degli oppressi, 24 ore su 24, facendo crescere il rapporto con Cristo perché solo chi sa stare in ginocchio può stare in piedi accanto ai poveri.

Si occupa di condivisione dire"a con gli emargi-na*, i rifiuta*, i disprezza*, è una stra-da scomoda, che obbliga a non chiudere gli oc-chi sulle ingius*zie. Una strada che una volta intrapresa affascina, ca"ura, conduce ad ab-bandonare i falsi mi* che troppo spesso porta-no all’infelicità. Oggi la Comunità siede a tavo-la, ogni giorno, con oltre 41 mila persone nel mondo, grazie a più di 500 realtà di condivisio-ne tra case famiglia, mense per i poveri, centri di accoglienza, comunità terapeu*che, Capan-ne di Betlemme per i senzate"o, famiglie aper-te e case di preghiera. A noi quest’incontro ha emozionato tanto per-ché abbiamo visto come delle persone possono aiutare davvero persone con emarginazioni o in stato di povertà. E’ difficile far capire a ragaz-zi giovani come noi quanto possa essere diffici-le trovare ostacoli nel corso della vita e il rac-conto di alcune loro esperienze ci ha fa"o capi-re molto. Infa/ li ringraziamo di tu"o ciò che fanno e li ammiriamo per il loro grande impe-gno. Successivamente abbiamo ripreso il viaggio e siamo arriva* a Peschiera nel tardo pomerig-gio, pieni di nuove esperienze ed emozioni.

Gaia e Greta

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14 LA NOSTRA PARROCCHIA

L’amicizia nasce solo con il tempo, con il corag-gio, con la fermezza. Falso! Un’amicizia nasce spesso prescindendo da tu/ ques* fa"ori. Amicizie salde e significa*ve esistono tra per-sone che hanno poco tempo per stare insie-me. Amicizie stupende legano persone che hanno tu"o, meno l’essere eroi. Amicizie pro-fonde avvicinano persone insicure, in affanno, in difficoltà. L’amicizia non è ques*one né di tempo, né di coraggio, né di fermezza. Eppure un denominatore comune fra tu"e le amicizie c’è. Approfi"ando di un calendario tradizional-mente benevolo nel mese di aprile, noi del gruppo adolescen* ci"adino abbiamo trascor-so tre giorni nella bella Romagna, fra Cervia e Ravenna. Da buoni italiani, il menù proposto è stato vario e gustoso, di modo da soddisfare – a dovere! – qualsiasi *po di commensale: le portare andavano dalla cultura al gioco insie-me, dalla pallavolo al gela*no pomeridiano, dalla preghiera comune al quizze"one, dalla tomba di Dante in Ravenna all’iSpeed di Mira-bilandia. Con buona pace di Cannavacciulo e Rugia* non s*amo evidentemente parlando di cibo vero, di portate da ristorante; s*amo par-lando – di nuovo – di quella linfa che alimenta lo stare insieme, che nutre la condivisione, che rende pulsante un’amicizia. Rientrando a casa c’è stato modo di aggiunge-re un’ulteriore tassello al mosaico del nostro viaggio, quasi a voler comporre – con la nostra esperienza – una delle splendide pare* ammi-rate nelle chiese ravennate. Una tappa a Forlì ci ha regalato la splendida tes*monianza offertaci dalla comunità Giovanni XXIII, un’as-sociazione ca"olica nata dal carisma di don Oreste Benzi e presente in mol* paesi. La mis-sione della comunità si declina nell’assistenza,

nell’accoglienza, nel sostegno a diversi biso-gnosi: anziani, adolescen*, handicappa*, po-veri, emargina*, immigra*. La singolare bel-lezza dell’incontro è stato senz’altro rintraccia-bile nel taglio autobiografico delle parole di Riccardo, che ha raccontato l’accoglienza dei rifugia* nella propria casa. Non è il tempo, non è il coraggio, non è la fer-mezza che crea amicizia. L’amicizia nasce da un’esperienza comune, un’esperienza che de-ve essere condivisa. L’amicizia non si crea in prove"a, si scopre dalla bellezza e dal signifi-cato di un evento vissuto insieme. Questo per noi è stato il viaggio a Ravenna.

Paolo Bodini

Dove nasce l’amicizia Il gruppo adolescenti in gita a Ravenna

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Abbiamo vissuto 24 ore di ri*ro a Pasturo (Lecco) con i ragazzi di prima media e don Lu-ca a conclusione del percorso post-cresima co-minciato a fine o"obre.

Abbiamo ragionato insieme sull’ul*ma tema*-ca affrontata (alternando momen* di gioco e di svago) cercando di approfondire meglio tu"e le declinazioni del comandamento dell’a-more lasciatoci da Gesù “Ama il prossimo tuo come te stesso”. E’ stato bello con i ragazzi ricordarci che per amare, amare veramente i nostri “prossimi” dobbiamo prima conoscerci ed amarci noi in primis, dedicarci di più e più spesso al silenzio e alla preghiera… il silenzio in cui Dio ci parla come ha fa"o con il piccolo Samuele al servi-zio profeta Eli. Bellissime le riflessioni condivise dai ragazzi usando come sfondo una canzone di Nek (“Se

non ami”). Ne ci*amo solo alcune:

“Se non amo e non sono amato non esisto per

gli altri e non sono felice”

“Senza amore nella vita non vediamo le picco-

le cose che 9 rendono felice e che non si com-

prano”

“Senza amicizia e affe�o della famiglia e delle

persone che mi sono accanto sarei triste e, co-

me dice la canzone, non potrei vivere”

“A volte non ci pensiamo, non ragioniamo

sull’importanza dell’amore perché lo diamo

per scontato”

“E’ bru�o dare per scontato… l’amore è so�o-

valutato… dovremo soffermarci di più per ca-

pire come darlo e riceverlo”

“Mi da fas9dio che per qualcuno amare qual-

cun altro sia un obbligo”.

Nella ma/nata del sabato abbiamo celebrato la messa e dopo il pranzo ancora gioco, diver-*mento e relax… poi riflessioni conclusive sul come siamo e come ci vedono gli altri. E poi tu/ a casa… con tan* ricordi da portare nel cuore.

I catechis* Vi"oria, Mara e Michele

“Ama il tuo prossimo come te stesso” I ragazzi di prima media in ritiro a Pasturo (LC)

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Domenica 7 maggio, i bambini di terza ele-mentare hanno fa"o la loro prima celebrazio-ne del sacramento della Riconciliazione, gu-stando la gioia di essere e sen*rsi perdona*.

A"raverso questo sacramento rinasciamo nuove creature con la certezza che Gesù non si stanca mai di noi, dei nostri comportamen* scorre/, delle nostre mancanze, il suo Amore si manifesta a"raverso il perdono. Per dono, Dio cancella il debito, ci libera dall’oppressione del peccato che è causa della ro"ura dell’alleanza con Dio. Nella misura in cui ci sen*amo perdona* pos-siamo perdonare, a questo è chiamato il cri-s*ano. Gesù nel vangelo di Ma"eo alla do-manda: “quante volte devo perdonare…” ri-sponde: “non se"e volte ma fino a se"anta volte se"e”, cioè sempre. Gesù a"raverso il dono dello Spirito Santo dà potere alla Chiesa di perdonare le colpe e as-solversi nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

La celebrazione ha avuto inizio con un canto e un rito di Accoglienza in chiesa. I bambini so-no sta* aspersi con l’acqua in ricordo del Ba"esimo e hanno chiesto con una preghiera comunitaria il desiderio di essere perdona*. E’ stata poi proclamata una parola del vangelo secondo Luca che parlava di Zaccheo, a cui so-no seguite le parole d’incoraggiamento del sa-cerdote e l’esame di coscienza. Al termine del-la confessione individuale e dopo aver ricevu-to l’assoluzione e recitato la preghiera di peni-tenza, i bimbi hanno indossato una maglie"a bianca (in ricordo del loro ba"esimo) sulla quale loro stessi avevano disegnato un cuore, segno di amore e comunione con Gesù. Il canto ha concluso la celebrazione e insieme abbiamo fa"o festa perché come dice Gesù: “Il figlio che era perduto, ora è stato ritrova-to”.

Emanuela Trevisan

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L’amore senza limiti L’importanza del sacramento della Riconciliazione

LA NOSTRA PARROCCHIA

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Prima Comunione Domenica14maggio2017

Avolio Gabriele

Barbarino Francesco

Bianchi Alice

Brandini Giuseppe

Briguglio Marta

Campbel Micheal

Castelnovo Mirco

Cavenaghi Lorenzo

Cazzulani Stefano

Chiominto Cristian

Cobianco Agata

Cucinotta Marco

De Palma Chiara

Fasola Anna

Gargano Emma

Gatti Ludovica

Gimiogliano Luca

Hadden Stephen

Lualdi Sofia

Maestranzi Gloria

Malandrino Francesca

Manucci Aurora

Meneghetti Cristian

Montanelli Riccardo

Pagliarini Mirko

Passoni Matteo

Rasa Ambra

Ricciardini Federico

Ruggeri Marco

Serpi Gianmarco

Uggeri Elisa

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E’ sempre una gioia vedere l’oratorio che si anima per il saggio di fine stagione organizza-to da APO Mezzate. Una “macchina perfe"a” che vede in pista tante persone che giorni prima dell’evento si organizza affinché tu"o sia ad hoc per la gran-de serata. Un filo condu"ore che richiama mol* a spendersi per il saggio, in vario modo, dal bar alla preparazione dei panini con sala-melle e wurstel e pata*ne, alla realizzazione del palco, dell’impianto luci e sonoro, all’im-pegno dei presentatori, quest’anno Sandro e Stefano. Gli allievi e le allieve si ritrovano con entusia-smo alle prove generali, gli istru"ori sono im-pegna* fino all’ul*mo prima che lo spe"acolo abbia inizio. La novità di quest’anno è stato iniziare il sag-gio nel pomeriggio che ha visto sul palco i più piccoli per proseguire fino alla sera con i più grandi. Un’altra new entry è stata l’esibizione del country che ha visto degli adul* cimentar-si a passo di country appunto, abbiglia* con jeans, camicia a quadri e cappello cow-boy re-galandoci un’atmosfera da far west. La tema*ca di questo saggio è stato APO School, con una bellissima scenografia compo-sta da una lavagna enorme con appuntato la scri"a APO School, gli armadie/, l’orologio di inizio lezione, la campanella che suonava… in-somma proprio come a scuola… una scuola diversa… fa"a di sport, di bimbi e bimbe pieni di entusiasmo e anche di tanta emozione… Sono sta* tu/ bravissimi, sul palco si sono sussegui* diverse esibizioni dal judo alla dan-za classica, dalla danza moderna (altra novità di questa stagione) all’hip hop fino al country di chiusura serata. Alla fine sul palco hanno sfilato tu/ i ballerini con l’immancabile felpa APO, simbolo di unio-

ne, della gioia di trovarsi insieme a festeggiare l’anno trascorso alle lezioni APO. Grazie APO perché perme/ tu"o questo, gra-zie allo staff, grazie a chi si offre sempre per i prepara*vi, grazie agli istru"ori Emanuele, Carlo"a, Debora, Pamela e Giselle, grazie agli allievi e allieve che ci me"ono sempre l’anima e che ci regalano magia, grazie ai genitori che sostengono le a/vità dei loro figli… Grazie agli allenatori di calcio che in questo saggio riman-gono a parte ma il loro impegno è notevole tu"o l’anno. Un par*colare grazie ai tecnici dell’audio e luci i famosi JDDJ Team composta da Davide, i due Lorenzo, i due Francesco, Alberto e Bogdan. La gioia condivisa fa davvero cose grandi, pro-vare per credere! Vi aspe/amo numerosi alla prossima stagio-ne, ricca di novità...

Carla Paola Arcaini

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APO School La scuola dello sport… e delle emozioni

LA NOSTRA PARROCCHIA

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Il nostro sito parrocchiale ha preso forma! A febbraio è stato implementato il sito parrocchiale a cura di Raffaella e di Vi"oria. Un’inizia*va da tempo in nota per essere realizzata. Finalmente il sito parrocchiale ha preso forma e colori. Aggiornato sistema*camente, è strumento vitale di facile fruizione con tu"e le no*zie che ri-guardano la realtà parrocchiale e diocesana. E’ in divenire per cui uno strumento molto u*le ed apprezzabile. Da provare per credere! Per chi non lo avesse ancora visitato potrà farlo digitando www.parrocchiamezzate.it

NOVITA’… ON LINE!

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“Sen*mento di piena e viva soddisfazione dell’animo; allegria, le*zia, felicità”.

Sono queste le parole che il nostro vocabola-rio u*lizza per spiegare la gioia. Ma per noi cris*ani che cos’è la gioia? Come possiamo vivere l’esperienza della gioia? Ovviamente non esiste solo una risposta, ma certamente se vogliamo entrare nel cuore del significato dobbiamo guardare Gesù e seguire il suo Vangelo. Il segreto della gioia sta nel donarsi e nel do-nare. Gesù arriva addiri"ura a fare il dono più grande, che è quello della sua stessa vita, an-dando a morire sulla croce. Non ci chiede di arrivare a tanto, ma serve a farci capire che per essere davvero lie* biso-gna dare se stessi e me"ersi in gioco total-mente anche con il rischio di non guadagnarci “apparentemente” nulla, con la certezza che in realtà s*amo già guadagnando 100 volte tanto. Inoltre la gioia oltre che donata, va condivisa. È nella nostra stessa natura. Pensiamoci bene. Quando una coppia annuncia che aspe"a un bambino lo dice a tu/ e quando nasce fa fe-sta, i genitori non si tengono per loro questa felicità immensa. Quando siamo innamora* lo vogliamo gridare al mondo intero, ci sen*amo liberi e senza catene. Pensiamo anche agli apostoli quando incontrano il Signore Risorto, escono e lo vanno a proclamare a tu/, ri-schiando la vita. Se è vera gioia, va donata e condivisa. Se man-cano ques* aspe/ interroghiamoci su cosa realmente s*amo vivendo. Viviamo in un mondo dove si mascherano tan-* aspe/ e sen*men*. Tu"o sembra uguale. Invece noi cris*ani dobbiamo ritrovare il gusto delle cose.

L’ul*mo aspe"o che voglio so"olineare è il perdono. Il perdono fa parte della gioia. Quando sbagliamo e chiediamo perdono sia-mo schiaccia* dal nostro peccato. Pensiamo alla gioia di quando riceviamo il perdono e ab-biamo la possibilità di ricominciare e di ripro-vare oppure alla gioia di quando perdoniamo perché anche noi siamo sta* perdona* prima di tu"o dal Signore che muove sempre il pri-mo passo. Donarsi, donare, condividere, perdonare. Il vocabolario non u*lizza queste parole per esprimere il significato della gioia, ma noi che abbiamo fa"o esperienza di vita sappiamo che ques* ingredien* sono fondamentali per vive-re un “sen*mento di piena e viva soddisfazio-ne dell’animo”.

Fabio Scandamarre

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La sfida della gioia Donarsi, donare, condividere, perdonare

TEMA DEL MESE La gioia condivisa

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Le parole di Papa Francesco in questo suo an-no di pon*ficato ci invitano a cercare la gioia e a custodirla. Per trovare la gioia bisogna in-nanzitu"o me"ere gli occhi su Gesù che ci apre all'arte del ringraziamento. Anche nelle giornate più buie c'è in noi almeno una cosa per cui ringraziare. Un gesto piccolo che lo sposo, la sposa, un figlio, un amico ci hanno regalato. Nelle nostre case c'è tanta gioia che a"ende di essere accolta, magari non ves*ta a festa ma con gli abi* quo*diani. C'è la gioia dello stare insieme, la gioia del divano condivi-so, a volte a suon di gomitate, per guardare le foto dell'estate trascorsa, un film o un cartone animato insieme. Quando tu/ s*amo per go-derci il piacere di vivere un momento comune che, sappiamo già, diventerà patrimonio della storia di casa nostra. Poi c'è la gioia della cuci-na, la stanza in cui ci fermiamo quando voglia-mo non stare da soli, perché di lì prima o poi passano tu/ e allora, tra una merenda e uno spun*no ecco la gioia di avere una rete che * avvolge con i suoi sen*men*, proge/ scandi* con toni e tempi diversi per ognuno. La gioia di sapere che qualcuno c'è mi viene a cercare, sempre. La gioia della tavola, del cibo consu-mato insieme, del tempo in cui siamo tu/ in-sieme occhi negli occhi, allo stesso piano, grandi e piccini e lasciamo che le parole di tu/ si intreccino a volte senza grande logica. La gioia della casa silenziosa, quando speri-men*amo che anche i figli più tenaci prima o poi si addormentano e noi sposi ci ritroviamo da soli... La gioia di avere ospi* e condividere, la gioia di accogliere i bisognosi e provare a stare con loro. La gioia di tornare e trovare chi * a"ende, anche se mentre * abbraccia già * sta chiedendo 100 cose alla velocità della luce. La gioia di avere qualcuno che fa il *fo per te, la gioia di sen*re i figli che li*gano e poi fanno pace. La gioia di celebrare la pace fa"a fra gli

sposi, perché dei li*gi ci ricordiamo sempre con tanta puntualità, ma del momento in cui abbiamo fa"o la pace quasi mai! La gioia di scoprire che non ce la faremo a far tu"o, per-ché abbiamo solo due braccia, una testa e 24 ore come tu/ in una giornata ma ci sarà Qual-cuno che penserà a tu/. La gioia dei momen* speciali, le feste, le guarigioni, le riappacifica-zioni; i momen* in cui il nostro cuore sca"a una fotografia che resterà impressa dentro di noi. E scoprire che in questa foto non si è mai da soli sì perché la gioia viene da Dio e a Lui ci porta a"raverso i fratelli, ci avvicina e consoli-da le relazioni. Non porta invidia, non svilisce ciò che capita di buono ai nostri fratelli, ma riempie anche i cuori di coloro che fanno da spe"atori e basta! E poi c'è la gioia più impor-tante, quella possibile... quella che possiamo gustare anche quando... il nostro stomaco è stre"o dalle tribolazioni, dalle paure, dal dolo-re. E' un fiore che sboccia anche se a"orno c'è il gelo Ecco cosa vuol dire essere culla della vita: dare tes*monianza con la nostra vita che c'è un Dio che ci avvolge con tu"o l'amore possibile e generare figli aper* alla speranza e cercatori di gioia.

Nicole"a e Davide Oreglia

(responsabili dell'Ufficio famiglia

della diocesi di Mondovì)

Fonte: https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/le-paole-del-papa-gioia- 13 marzo 2014

«La gioia è l'arte di saper dire "grazie"» La voce del Papa: un messaggio sempre attuale

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Non so se esiste la rice"a per fare un buon Oratorio es*vo, sicuramente però, dopo anni di esperienza, posso dire che ci sono degli in-gredien* che non possono assolutamente mancare. Lo slogan è il filo condu"ore, la strada su cui camminare insieme, è il tema dell’oratorio che alimenta le giornate, al ma/no ci consegna un impegno che alla sera verifichiamo nel mo-mento della preghiera. I responsabili, a par*re da don Luca, per poi passare ai volontari più grandi e ai responsabi-li degli animatori, sono coloro che hanno sem-pre tu"o so"o controllo, pianificano le giorna-te e assicurano la perfe"a riuscita di tu"e le a/vità. Gli animatori, giovanissimi ragazzi delle supe-riori che, dopo le fa*che di un anno scolas*co, si me"ono al servizio dei più piccoli, organiz-zando per loro giochi e a/vità laboratoriali, oltre a trascorrere con loro il tempo libero, di-ventando per i bimbi un punto di riferimento. I volontari. In questa categoria rientrano tu/ coloro che decidono di donare una piccola parte del loro tempo per la buona riuscita dell’oratorio es*vo. A tal proposito da qualche anno abbiamo introdo"o il “Dammi un’ora”, chiunque (genitori, nonni, fratelli) può candidarsi per me"ere in campo i propri “talen*” e non occorrono do* par*colari, basta sola-mente il desiderio di me"ersi al servizio della comunità con le proprie capacità. Cosa fanno i volontari? Aiutano nella realizzazione dei labo-ratori, ges*scono il momento del pranzo e della merenda, prestano servizio al bar dopo pranzo e a fine giornata, si

occupano del riordino degli ambien*, suppor-tano il lavoro di segreteria e…tanto altro! Ovviamente non possono mancare i bambini, è per loro che viene organizzato tu"o e sono loro a rendere ogni Oratorio es*vo speciale ed unico. Gli ingredien* sono tan* ed ognuno a suo mo-do importante, ma esiste un elemento senza il quale nulla avrebbe senso, ed è la fede. Un campus es*vo può essere fa"o ovunque e da chiunque, l’Oratorio es*vo invece ha un suo s*le preciso, delle cara"eris*che che lo rendo-no differente da tu"e le altre realtà. Vivere un mese di Oratorio es*vo guida* dagli insegna-men* di Gesù, è senza dubbio una delle espe-rienze più grandi che possano fare sia i bambi-ni che gli animatori, si impara a guardare tu"o con occhi diversi. Quest’anno più che mai siamo invita* a guar-dare le meraviglie del Signore e stupirci della grandezza delle sue opere, con lo slogan “De"ofa"o – meravigliose le tue opere”.

Rita Infan�no

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Oratorio estivo: la gioia di un’estate insieme! Gli “ingredienti” indispensabili per la buona riuscita della nostra “ricetta”

PROSSIMAMENTE… IN PARROCCHIA

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Un anno insieme alla Scuola dell’Infanzia Buzzoni Il nostro anno scolas*co sta volgendo al termine e noi maestre con l’aiuto dei bambini, s*amo chiudendo “la valigia”… Si, una valigia che racchiude tu/ i lavori esegui* durante l’anno, un anno vissuto all’insegna di un lungo viaggio. Un viaggio iniziato a o"obre quando la Sindaca, alla presenza di Don Luca, del Comandante dei Carabinieri e il Comandante della Polizia Locale ci ha donato la carta topografica della nostra ci"à, per meglio conoscere il luogo dove viviamo, per poi par*re verso il mondo. Gli scopi principali di questo proge"o erano di far conoscere ad ogni bambino le proprie radici e le basi culturali cui egli appar*ene raffor-zando così la sua iden*tà, di aprire una finestra sulle altre culture e le ricchezze del mondo a loro ancora sconosciute. Con i bambini ab-biamo intrapreso un viaggio virtuale, fantas*co, con l’ausilio di un tappeto volante, costruito in collaborazione con le famiglie, alla scoperta del mondo per incontrare altri bambini di pelle, di razza, di abbigliamento, di lingua, cultura e realtà diverse. A"raverso il nostro percorso IRC, Insegnamento della Religione Ca"olica, in questo viaggio, siamo sta* accompagna* da alcune figure bibliche. Il primo incontro è avvenuto con Angeli Custodi con la celebrazione della Santa Messa, un momento di preghiera condiviso con mamme, papà e non-ni; abbiamo poi proseguito con la conoscenza di Abramo, San Mar*no e in ul*mo Maria, che ci ha introdo"o al mistero dell’Incarnazione… Gesù Bambino, Gesù adulto i suoi discepoli e Zaccheo. Infine abbiamo vissuto tu/ insieme la gioia della Resurrezione. Con la visita guidata alla Biblioteca e l’uscita dida/ca alla cascina Guzzafame, il nostro viaggio è giunto al termine e la nostra valigia, alla partenza vuota ora è piena di storie, immagini, poesie, disegni e can*, ma sopra"u"o di tan* giorni vissu* insieme in allegria. Ora sono in corso i prepara*vi per la festa di fine anno, un momento che è di tradizione nella no-stra scuola, un pomeriggio in cui le maestre, i genitori e i bambini condividono ciò che si è costrui-to camminando insieme, passo dopo passo, vedendo la sintonia delle emozioni che ques* nostri bambini con la loro vivacità, a"raverso i loro sguardi hanno trasmesso e trasme"ono a quan* con loro vivono e lavorano. Saluteremo i Remigini che, concludendo questo cammino, si accingeranno ad intraprendere un nuovo viaggio verso… la Scuola Primaria, che li inserirà nel mondo “dei grandi”.

Per quei bimbi che ancora cammineran-no con noi e a quelli che si aggiungeran-no a questo cammino diciamo: vi aspe/amo per diver*rci e crescere in-sieme. A tu/ voi che avete le"o queste righe auguriamo una serena estate!

Le Insegna�, il Personale

e il CdA della Scuola

dell’Infanzia Buzzoni

ASILO BUZZONI

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Che traguardo Don...

Tanti auguri dalla tua comunità!

Ricordo ancora quando sei arrivato nella nostra Mezzate, a sostituire Don Savino. In punta dei piedi ti sei accostato a questa nuova esperienza e con pazienza e deter-minazione hai segnato il tuo percorso dan-do una nuova impronta alla comunità. Ad esempio l’introduzione della voce guida durante la messa, all’inizio ci ha colto tutti un po’ di sorpresa ma oggi sembra strano non avere la voce guida durante la S. Messa. Oppure durante il periodo quaresi-male le letture intrepretate del vangelo, o ancora l’energia che ci metti nel proporre le novità a livello parrocchiale, sia che ri-guardi i più piccoli, che i più grandi. Il tuo desiderio di creare una comunità sempre viva, attenta e soprattutto partecipe. O an-cora al tuo modo di fare omelia, parlando ai più piccoli, coinvolgendoli in modo attivo

durante la messa. Penso anche alla riproposta del giornalino “La Campana” o dell’introduzione del sito parrocchiale. Insomma la tua dedizione, il voler spenderti per noi, il tuo voler amalga-mare i gruppi, il tuo voler un “oratorio” vivo e partecipe sempre. Dacché mi ricordo non ho mai visto così tanti chierichetti sull’altare, che con la loro semplicità e serietà onorano il loro manda-to. La gioia nello starti vicino, nel servire il Signore è “palpabile”. Hai allargato la cerchia creando un gemel-laggio con la Chiesa di S. Bovio, hai so-stenuto il gruppo adolescenti, hai avvallato la fondazione dell’APO, hai dato il via al gruppo famiglie. La tua gioia nel cantare e nel pregare anche e attraverso il canto coinvolgendo tutti. Questo e molto altro ancora. Ognuno di noi serba nel cuore qualche co-sa che lo rimanda al tuo operato e come dici sempre tu… fare Vangelo è anche que-sto, ogni giorno, donarsi agli altri, non solo con le parole, ma soprattutto con l’atten-zione, i fatti, l’esserci e lo spendersi pro-prio come fai tu per noi. Ed ora un breve “armarcord” sul tuo per-corso di sacerdote. 7 giugno 1997 La tua ordinazione sacerdotale. Il saluto dei tuoi parrocchiani, della tua fa-miglia. L’album dei ricordi che la parroc-chia dei S.S. Gervaso e Protaso ti hanno omaggiato. Dal quel fascicolo ho estratto qualche frase che mi ha colpito. «Dovrai imparare ad amare la piazza, a stare volentieri perché trovi l’uomo e la donna nella loro realtà quotidiana. Non do-vrai mai costruirti una “tua piazza” ma fre-

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20 anni di Sacerdozio per il nostro Don Luca! 11 giugno 2017

UNA PICCOLA SORPRESA PER DON LUCA

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quentare quella della gente. In piazza suc-cede di tutto, incontri tutti, anche chi non ti vuole incontrare. Sulla piazza non potrai stare da padrone perché non è tua. Con-fuso tra la folla, sostenuto da un grande amore, sarai compagno di viaggio per cia-scuno. Quando non potrai parlare, sarà comunque la tua vita a dire le tue cose più belle che le parole non riescono ad espri-mere. […] Il prete è simile ad un granellino di sena-pa, piccolo e vulnerabile. La tua sola forza è il Signore Gesù che ti ha piantato in mezzo agli uomini. Siamo consapevoli della tua “fragilità”. “Abbiamo un tesoro in vasi di creta” è il motto che tu e i tuoi compagni di Messa avete scelto.» (Don Erminio Pozzi) «Avete scelto l’immagine di un vaso di creta, fragile, ma che non nasconde il te-soro che custodisce di dentro. Dobbiamo essere sempre molto umili, perché siamo

sempre molto fragili, poveri, “inutili”. Non nascondere mai il tesoro che hai di dentro, non creare mai ostacoli all’incontro con Gesù. Noi dobbiamo scomparire, Lui deve emergere.»(Don Francesco Ciceri) «La vita da prete è anzitutto una vita di amore. Amore paziente, spesso dolorosa-mente paziente. Amore gratuito, libero, te-nero. Amore paterno, incoraggiante, soli-dale. Amore che ha nel Signore Gesù il suo esempio e il suo sostegno. Un amore che lo fa pienamente uomo, perché piena-mente di Dio.» (Don Angelo Zorzoni) «Ho apprezzato anche la capacità di Don Luca di gestire i gruppi e la situazione con ordine. Sapendo far rispettare valori come il silenzio, la disciplina, la pulizia… ha con-tribuito al cammino educativo dei ragazzi nel nostro oratorio. E non è certo cosa da poco visto che in tanti oratori sembra re-gnare la confusione e la faciloneria.» (Don Umberto Giullo). «Che abbiamo un tesoro in vaso di creta significa anche che le cose migliori della nostra vita le abbiamo ricevute. Cammi-niamo sulle spalle di giganti, ha scritto qualcuno. Perciò a Luca auguro per sem-pre un grande senso della riconoscenza… sono il mio augurio per lui. Perché la grati-tudine è il tonificante dei giorni della no-stra vita. Esattamente il contrario della su-perbia. Il mondo d’oggi, nella sua baldan-za, che rende spesso insignificante ed esiguo il vangelo rispetto ai poteri dell’e-conomia e della politica, ha bisogno di pic-colezza e di fortezza.» (Don Adelio, padre spirituale in seminario) «E questa è, oggi, la forza evasiva della Pasqua di Gesù: per essere te stesso non devi essere un Vincente, un Arrivato, un Perfetto; per essere uomo devi accettare di cadere, devi saperti rialzare dopo la ca-duta, devi saper affrontare la “morte” quo-

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tidiana… ti auguro di essere sempre un va-so di creta che, spinto dall’amore di Cristo, possa custodire e annunciare il tuo teso-ro.» (Don Carlo Mantegazza) «Ora inizia la parte più difficile del proget-to, ma la più grande, che Don Luca saprà portare avanti con coraggio e coerenza, sorretto dalla sua grande forza di volontà e fede nel Signore. Che ce lo porterà an-cora più lontano, dandogli nuovi e ancor più numerosi fratelli e sorelle”: se si tratta di un’aggiunta… nessun problema.» (I fratelli Ornella, Paola, Carlo, Enzo) «Un altro aspetto da non scordare in Luca è l’abilità canora, una voce come la sua è veramente bella, oltre che imponente e maestosa. La memoria ci riporta indietro nei tempi quando esisteva il gruppo Sha-lom e il futuro don Luca era una delle pri-me voci… ma i tempi sono cambiati. Il tea-tro, l’oratorio, la sua gente: anche Luca, il piccolo Luca è cresciuto. Quello che non deve cambiare in lui è l’affetto verso chi quotidianamente lo circonda e l’amore per il Signore che gli ha permesso di diventare “sacerdote per sempre”» (I ragazzi dell’oratorio San Luigi) «Il compito di Luca era di preoccuparsi in particolare dei momenti di preghiera in modo di renderli attuali, interessanti e po-sitivi per i ragazzi, impegno che ha saputo onorare con ottimo risultato.» (Antonio Gabiboldi) «Nelle tue giornate non manchi mai il desi-derio di stare con il Signore; nel tuo cuore si rinnovi sempre la fiducia in Cristo e nell’uomo; nella tua vita di pastore possa tu essere sempre disposto ad incontrare, condividere, ad accogliere e lasciarti acco-gliere, ad amare e lasciarti voler bene da ogni persona che il Signore ha messo sul-la tua strada.» (Daniela Maggioni)

«Questo è l’anno della decisione, devo es-sere sincero fino in fondo con me stesso. Ma ciò che mi fa più paura è l’incertezza del futuro per noi preti. Un tempo era la gente che andava in chiesa, a cercare il prete, a farsi aiutare da lui, a chiedere chiarezza e forza per la propria fede. Oggi è il prete a dover andare incontro alla gen-te. Dobbiamo uscire per incontrare le per-sone prive di una fede solida, insomma, le persone diverse da noi. La Chiesa ci chie-de di evangelizzare perché la fede sta scemando, la gente è presa da mille impe-gni e distrazioni ed è più distante la religio-ne» (da Vivimilano – intervista a un futuro Don – ottobre 1995)

Don Luca come sono attuali le tue parole, oggi a distanza di più di 20 anni dalla tua intervista… La tua comunità ti augura un cammino sempre vicino al Signore… e che il vaso di creta si modelli ogni giorno sotto la Sua guida.

Carla Paola Arcaini

26 UNA PICCOLA SORPRESA PER DON LUCA

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27 FESTA PATRONALE

"Penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa

e che è bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa..."

Inizia così con due frasi ad effe"o, semplici ed efficaci, anche per quello che vogliono significare

la famosa canzone di Renato Zero che sarà anche il nostro "leitmo*v".

“Ogni giorno che vivi nella tua vita è un giorno regalato dal Signore” e poi “se ogni giorno lo vivi

in leggerezza (la nuvola rosa) questo diventa ancora più bello” ! Inizierà sulle note di questa

splendida canzone la serata che s*amo organizzando per il 29 giugno prossimo.

La vita viene vissuta spesso in modo superficiale e sbagliato, andando alla ricerca di cose che

sembrano importan* ma alla fine magari troppo tardi ci rendiamo conto che l' amore, il bene, l'

affe"o, la s*ma, il rispe"o, tu"o ciò che è spontaneo e non va cercato, rende meravigliosa la no-

stra esistenza.

Seguendo il filone della mostra fotografia in programma negli stessi giorni nella nostra frazione

abbiamo pensato di condurre lo spe"atore indietro nel tempo ai "migliori anni" appunto a"ra-

verso canzoni d'autore, balli, poesie ed altro avendo come unico filo condu"ore l'Amore a tu"o

tondo visto da ogni angolazione!

Rivivere i nostri anni migliori non deve essere

momento di nostalgia, ma un dolce ricordo

che però deve fare da mo*vo trainante per

spingerci ad essere dei migliori uomini di do-

mani.

Abbiamo avuto una ampia risposta di aspiran-

* interpre* e speriamo risul* una serata pia-

cevole nella quale il pubblico accolga col giu-

sto calore l'inizia*va come siamo del resto

ormai abitua* da anni a constatare.

Non vogliamo svelarvi altro…

Appuntamento quindi a giovedì 29 giugno

ore 21,00… siete pron* a coinvolgervi?!

Daniela Sanna

I migliori anni della nostra vita Canzoni contro il tempo

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Dalle idee semplici nascono generalmente i proge/ più interessan*, felici e di successo. Al mo-

mento non ci é dato sapere se Camera Vintage avrà successo, ma l'idea semplice di andare di ca-

sa in casa a raccogliere immagini fotografiche del nostro passato per rievocarlo e condividerlo

con l'intera comunità, é di certo un'inizia*va interessante e felice.

Mancano ormai poche se/mane e finalmente anche Mezzate e Bellingera potranno vantare una

mostra fotografica tu"a nostrana non certo firmata da grandi nomi ma raccontata da coloro i

quali dalla fine del 1800 ad oggi ne sono sta* i protagonis*. L'intento è quello di ricordare come

era il nostro territorio, come si è modificato nel corso degli anni, ciò che é andato distru"o, ciò

che ha resis*to all' usura del tempo, ciò che credevamo perduto e che invece è stato inaspe"ata-

mente ritrovato; ma un paese senza vol* non ha iden*tà. Da qui l'idea di dare un'anima alla mo-

stra stessa a"raverso un'ampia rassegna di ritra/ vintage (appunto!) e di sca/ ruba* per im-

mortalare momen* significa*vi di vita privata e non. Sarà un tributo all'umanità intera della no-

stra comunità: terra dei Buzzoni- Nigra prima, poi di fi"avoli, cascine e braccian*, di parroci più o

meno intraprenden*, di operai e delle loro famiglie giun* fin qui negli anni del boom economico

dalla bergamasca dal lodigiano dal Veneto

e dal meridione e fautori inconsapevoli

della nuova realtà urbana del rione Bellin-

gera.

Grazie pertanto fin d'ora a tu/ coloro che

con entusiasmo ci hanno affidato i propri

ricordi più cari rendendo possibile il realiz-

zarsi di Camera Vintage e sopra"u"o ai

nostri anziani, custodi di vita vissuta in an-

ni difficili e sempre più desiderosi di rac-

contarsi.

L'appuntamento é per la fine di giugno

quando, in occasione della prossima festa

patronale, Camera Vintage vi a"ende nu-

merosi nelle sale Madre Teresa e Giovanni

Paolo II, per condurvi, ci auguriamo, in un

piacevole viaggio a ritroso nel tempo.

Roberta Sanna

Camera Vintage ovvero come eravamo Rievocazione storica per immagini del nostro passato

FESTA PATRONALE

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Ai fedeli della Santi Pietro e Paolo Mezzate PESCHIERA BORROMEO Carissimi, siate benedetti nel nome del Signore! Vi porto la benedizione, il saluto, l’apprezzamento e l’incoraggiamento del Cardinale Arcivescovo che rappresento in questa fase conclusiva della Visita Pastorale. La vostra comunità vive dentro la Chiesa Ambrosiana e nella comunione della Chiesa Cattoli-ca, continuando nel vostro territorio la missione che il Signore risorto ha affidato ai suoi disce-poli. Nel contesto particolare di questo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo nella gioia dello Spirito, sotto la guida di Papa Francesco, accogliendo le indicazioni del Cardinale Arcivesco-vo, siamo chiamati ad accogliere con gratitudine la grazia della comunione che ci raduna e ad esprimerla in una coralità sinfonica che condivide alcune priorità e si decide per un passo da compiere. Quanto alle priorità da condividere è opportuno esplicitare alcuni tratti della proposta pasto-rale che sono irrinunciabili. La comunità dei discepoli del Signore vive del rapporto con il Signore. Si potrebbe dire che è

una comunità che nasce dall’Eucaristia e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla. La priorità deve essere quindi la cura per la celebrazione della Messa domenicale: deve essere un appuntamento desiderato, preparato, celebrato con gioia e dignità: quindi è necessario che ci sia un gruppo liturgico che anima la liturgia, un educazione al canto liturgico, una formazio-ne dei ministranti e di tutti coloro che prestano in servizio nella celebrazione. La cura per la celebrazione non si riduce alla cura per un adeguato svolgimento del rito, ma deve soprattutto propiziare che la grazia del mistero celebrato trasfiguri la vita dei fedeli e si irradi nella vita ordinaria con i suoi frutti irrinunciabili: in particolare deve risplendere la gioia e la comunione che fa dei molti un cuore solo e un’anima sola. Deve essere favorita anche la preghiera feriale, promuovendo la partecipazione alla messa, la preghiera della liturgia delle ore, l’adorazione eucaristica la preghiera del rosario, le devozioni popolari. Le pubblicazioni proposte dalla Diocesi (La Tenda, la Diurna Laus per esempio) of-frono un aiuto prezioso per vivere quotidianamente la preghiera liturgica. È poi opportuno che la chiesa sia aperta, per quanto possibile. È necessario che la comunità esprima persone volon-tarie affidabili e convinte per tenere aperta la chiesa, per animare la preghiera della comunità anche in assenza del prete (per esempio rinnovando il gruppo dell’Apostolato della preghiera).

A R C I D I O C E S I D I M I L A N O

Curia Arcivescovile IL VICARIO GENERALE

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La comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è

una grazia, una vocazione, una missione. Ogni proposta pastorale deve avere come obiettivo l’aiuto perché ciascuno trovi la sua vocazione e la viva nelle forme che lo Spirito suggerisce, quindi nella pluralità delle forme associative e dei percorsi personali. In particolare la pastora-le giovanile deve essere scuola di preghiera e percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vita deve essere accompagnato con sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità co-sì da favorire le decisioni definitive per la vita matrimoniale o le forme di speciale consacra-zione. La comunità degli adulti infatti deve pensarsi come comunità educante. La comunità dei discepoli del Signore è presente nel contesto in cui vive come il sale della

terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Nella complessità del no-stro tempo coloro che condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testimoniare come la fede diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti, promettente per il futuro del paese e dell’Europa. Nella conversazione quotidiana, nell’uso saggio degli strumenti di comunicazione della comunità (stampa parrocchiale, buona stampa, specie Avvenire, Il Segno, centri culturali, sale della comunità, social, ecc) i discepoli del Si-gnore condividono, argomentano, approfondiscono quella visione dell’uomo e della donna, del mondo e della vita che si ispira al Vangelo, che si lascia istruire dal magistero della Chiesa e dalla ricerca personale. Quanto al passo da compiere individuato durante le fasi precedenti della visita pastorale, è fat-

to proprio dal Cardinale Arcivescovo e raccomandato in questi termini: Incarico il consiglio pastorale di riprendere e attuare le indicazioni di questa lettera e di verifi-carne puntualmente l’attuazione con scadenza annuale [nella prima settima di quaresima degli anni a venire]. Accompagno il cammino di tutti con ogni benedizione e invoco ogni grazia per intercessione dei santi Ambrogio e Carlo, dei santi patroni della parrocchia/comunità pastorale.

IL VICARIO GENERALE

Milano, 24 maggio 2017

Per favorire la conoscenza e la circolazione delle notizie, per far crescere l’interesse comune e la corresponsabilità si dovrà aver cura per un utilizzo virtuoso degli avvisi domenicali, del nuovo sito parrocchiale e del bollettino Per offrire momenti di ascolto, condivisione e riflessione comune è opportuno a creare, so-stenere e valorizzare la giornata di programmazione di inizio anno a settembre; con la par-

tecipazione di rappresentanti di ogni gruppo e realtà; le due mezze giornate di ritiro in av-

vento e quaresima, facendo in modo che siano momenti attesi e partecipati per costruire una comunità educante. Per far crescere la consapevolezza della corresponsabilità è necessario individuare persone di riferimento, REFERENTI per i vari ambiti e gruppi, sia in ambito pastorale che in ambito organizzativo (es segreteria, affari economici, pulizia, catechesi, ecc).

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Anagrafe Parrocchiale

Castelnovo Mirco

Florio Celeste Maria Gargano Emma

Moroni Margareth Pizzamiglio Ester Tarantola Virginia

Nati in Cristo

Ballarini Annalisa

Ca"oni Luisa Chiappa Giovanna M.

Geroli Aldina

Lardelli Clo*lde Lucchini Ernesto Premoli Rosa Torcu"o Adelia

Tornati alla casa del Padre

Matrimoni Ma"eo Cozzi Elena Grien*

Ed infine… Un sentito grazie ai nostri impeccabili chierichetti che vivono con gioia il loro manda-

to e arricchiscono la Santa Messa con la loro presenza, puntualità e dedizione!

Bilardi Sofia Bolognesi Riccardo Campbell Michael Carlucci Simone Cazzulani Stefano Ce"o Sofia Cobianco Agata Colombo Gabriele Corbelli Valeria Cucino"a Giulia Cucino"a Marco

De Palma Chiara De San*s Andrea Garlaschi Filippo Gimigliano Luca Lualdi Sofia Madonini Gaia Maestranzi Gloria Maestranzi Marco Marangoni Eléna Marassi Andrea Mariani Daniele

Montanelli Riccardo Pacilio Riccardo Pagliarini Mirko Porreca Riccardo Ruggeri Marco Sanvito Riccardo Uggeri Elisa Verardo Ma"eo Zenga Ma"eo