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La valutazione del rischio chimico nei laboratori di analisi mediante algoritmi di calcolo,confronto tra modelli diversi e validazione dei risultati attraverso il monitoraggio ambientale.
S. Muro1, D. Lapadula1, M. G. Marchesiello2, M. Albertazzi3, R. Guarino4, C. Mancuso4
1 Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, 2 Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente della Emilia Romagna, 3 Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Liguria, ,4 ASP – Azienda Sanitaria Locale di Potenza.
Le giornate di Corvara - Corvara 29 marzo 2012
In Italia:• D.Lgs. n° 81/08
– Titolo IX (Sostanze Pericolose):
• Capo I - Protezione da agenti chimici pericolosi;
• Capo II - Protezione da agenti cancerogeni e mutageni.
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Normativa di Riferimento
La valutazione del rischio chimico deve essere effettuata a partire dalla progettazione dell’attività produttiva e dell’ambiente di lavoro. Il documento stilato dovrebbe riportare le seguenti informazionifondamentali:
valutazione per singolo agente sia dal punto di vista della salute chedella sicurezza; esame del processo di lavorazione con classificazione delle singolemansioni;accertamento di tutti gli agenti chimici e preparati pericolosi;proprietà tossicologiche delle sostanze chimiche e relativi organibersaglio;informazioni estrapolate dall’analisi delle Schede di Sicurezza(SDS);quantità utilizzate, tipologia e durata dell’esposizione;i valori limite di esposizione (TLV);le misure di prevenzione e protezione adottate o da adottare; la verifica del livello di rischio per ogni sostanza.
Esposizione che dipende da una molteplicitàdi fenomeni, spesso casuali, caratterizzati da variabili anche discontinue nello spazio e nel tempo
Basse concentrazioniNumero elevato di sostanze utilizzate
Complessità / Vincoli dei metodi analitici
Quale è il problema?
Per effettuare una valutazione dei rischi non vincolata a misurazioni ambientali (non sempre realizzabili in termini di significatività / rappresentatività / economicità), sono stati introdotti dei modelli matematici (algoritmi) impieganti funzioni algebriche che assegnano un valore numerico a parametri o fattori.
Il filo conduttore di questo studio è impostato sul confronto, ovvero sull’evidenziare come i vari algoritmi presi in esame, si differenziano tra di loro per i parametri considerati.
Il Centro Interagenziale “Igiene e Sicurezza del Lavoro” è stato istituito dal Consiglio Federale delle Agenzie Ambientali nel dicembre 2004, come sviluppo del Gruppo di Lavoro di Coordinamento sulla Sicurezza delle Agenzie Ambientali.
Il Centro Interagenziale rappresenta la concreta attuazione di un percorso comune volontariamente intrapreso dalle Agenzie Ambientali, per adempiere nel miglior modo possibile ai compiti istituzionali di tutela dei lavoratori, e si connota come strumento originale di attuazione delle strategie del Progetto Salute e Sicurezzanel Sistema delle Agenzie Ambientali secondo un profilo di eccellenze tecniche e procedurali organizzate in un modello interdisciplinare innovativo a rete, che non ha analogie nella P.A.
Architettura degli algoritmi confrontati
L ≥ 1 – Rischio non IrrilevanteL < 1 – Rischio Irrilevante
L = livello di esposizione per singolo lavoratore a n agenti chimici pericolosi
∑= ⋅
⋅⋅⋅⋅⋅⋅⋅=
n
1i ii
iiiiiiii
TLVKADUQESTRL
Centro Interagenziale ISPRA/ARPA /APPA
TLV è la concentrazione media misurata nell’arco di una giornata lavorativa di otto ore e 40 settimanali, alla quale, quasi tutti i lavoratori, possono essere ripetutamente esposti durante tutta la loro vita lavorativa senza effetti sulla salute - salvo reattività individuali
Il modello sviluppato dal Dipartimento di Patologia Molecolare e Terapie Innovative della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona si basa sul calcolo del valore di indici sintetici e unici per il complesso di tutte le tipologie di rischi per la salute. Nel calcolo degli indici, per ogni agente chimico, sono presi in considerazione diversi parametri come la pericolosità intrinseca, le proprietà chimico-fisiche, le quantità e le diluizioni, dispositivi di protezione collettivi eindividuali, i profili temporali di esposizione nonché la formazione professionale degli operatori
LaBoRisCh
LaBoRisCh
Rc < 20 – Rischio Irrilevante20 ≤ Rc ≤ 40 – Rischio Possibilmente SignificativoRc > 40 – Rischio Non Irrilevante
Rc = indice di rischio per la salute corretto per singolo lavoratore
( )pe
b
pe
n
1i
2criii
c KR
K
IKEPR =
⋅⋅⋅=∑=
è un modello proposto dalle Regioni Emilia Romagna e Lombardia che consente di effettuare la valutazione del rischio chimico. Il livello di rischio R proposto da questo algoritmo si basa sulla seguente formula:
R = P x E, dove:
R= entità/valore del rischio
P= pericolosità intrinseca della sostanza (Hazard)
E= indice di esposizione (Exposure)
MoVaRisCh
MoVaRisCh
0,1 < R ≤15 Rischio Irrilevante per la salute15 < R ≤ 21 Intervallo di Incertezza21 < R ≤ 40 Rischio Superiore al Rischio Irrilevante per la
Salute40 < R ≤ 80 Zona di Rischio ElevatoR > 80 Zona di Grave Rischio
2cute
2inalcum RRR +=inalinal EPR ×=
ISPRA/ARPA LaboRisCh Mo.Va.Ris.ChRi (somma frasi di rischio) P (indice di pericolosità –
frase R più gravosa)Frasi di rischio più
gravosa Ti (tipo di esposizione) ----------------- Tipo di esposizione
Si (stato fisico dell’agente)
Si ( stato fisico dell’agente)
Stato fisico dell’agente
Ei (fattore di esposizione – min/sett)
T (tempo di esposizione –giorni/mese)
Tempo di esposizione – min/giorni
Ui (modalità d’uso) ----------------- Tipologia d’usoQi (quantità utilizzata – g
o ml/settimana)Q (quantità utilizzata g o
ml/mese)Quantità giornaliera
utilizzataDi (quantità di stoccaggio) ----------------- -----------------Ai (tipo di attività svolta) ----------------- -----------------
VLi (Valore limite dell’agente o della
sostanza)
---------------- -----------------
Ki (fattore di protezione –prodotto)
Kpe (fattore di protezione – effettiva)
Misure di protezione (DPI - sicurezza)
----------------- Kcr (contenimento dei rifiuti)
-----------------
----------------- ----------------- Distanza d’uso----------------- ----------------- Tipo di controllo
Confronto tra algoritmi
L’obiettivo perseguito è stato quello di confrontare i risultati ottenuti applicando i tre metodi di valutazione del rischio chimico relativamente a tre gruppi omogenei di lavoratori del Dipartimento Provinciale di Potenza dell’A.R.P.A.B
Gruppo 1Analisi Pesticidi in nalisi Pesticidi in
Acque PotabiliAcque Potabili
Gruppo 2DeterminazioneDeterminazione IPAIPA
Gruppo 3Determinazione Determinazione Metalli PesantiMetalli Pesanti
Diclorometano Diclorometano Acido Cloridrico
Acetone Acetone Acido Nitrico
N-Esano Isoottano Perossido di Idrogeno
---------- Terre di Diatomee ----------
uomo, 33 anni, esperienza lav. 7 anni
donna, 35 anni,
esperienza lav. 3 anni
donna, 39 anni,
esperienza lav. 9 anni
GRUPPI DI STUDIO E AGENTI CHIMICI UTILIZZATI
Lo studio si è articolato nelle seguenti fasi:
scelta dei tre gruppi omogenei di lavoratori;
individuazione per ogni singolo operatore degli agenti chimici o preparati utilizzati, della strumentazione adoperata e delle condizioni operative di lavoro;
implementazione dei Software di valutazione;
confronto dei risultati ottenuti.
La valutazione del rischio chimico ed il successivo confronto si basano su:
un’analisi della struttura in cui le attività sono svolte;
la redazione di schede di acquisizione di dati;
l’affiancamento dell’operatore durante tutte le fasi operative con la realizzazione di un report fotografico.
Al fine di rendere uniformi i rilievi effettuati con i tre algoritmi, è necessario procedere ad una normalizzazione dei risultati ottenuti.
A tal proposito, solitamente si utilizza un valore pari ad 1 e pertanto viene naturale nonché pratico servirsi della scala dell’algoritmo ISPRA/ARPA. Infatti, come prima accennato, per quest’ultimo algoritmo il valore 1 rappresenta proprio il cambio di significatività del rischio .
Ciò detto si traduce in una semplice interpolazione lineare dei rilievi ottenuti.
Algoritmo Parametro di Normalizzazione
Valore normalizzato vn
ISPRA / ARPA 1 Indice ISPRA /1 = vnLaBoRisCh 20 Indice LaBoRisCh/20 = vnMoVaRisCh 20,9 Indice MoVaRisCh/20,9 = vn
Normalizzazione dei Risultati
Analisi Pesticidi Clorurati in Acque Potabili
Diclorometano N-Esano Acetone
ISPRA/ARPA 0,0028 0,0037 0,0004
LaBoRisCh 0,5 0,3450 0,1750
MoVaRisCh 0,3349 0,3301 0,1675
Analisi Pesticidi Clorurati in Acque PotabiliAnalisi Pesticidi Clorurati in Acque Potabili
Confronto indici normalizzati: Gruppo 1
Livello d’azione
Determinazione IPA nelle Ceneri - Terreni
Diclorometano
N-Esano Isoottano Terre di Diatomee
ISPRA/ARPA 0,0005 0,0001 0,0001 -----
LaBoRisCh 0,25 0,8750 0,4375 0,25
MoVaRisCh 0,3349 0,1675 0,1675 -----
La valutazione del rischio da agenti cancerogeni e/o mutageni deve essere fatta separatamente da quella degli agenti chimici pericolosi.T.U.S.L. D.Lgs. 81/08 – TITOLO IX – Sezione 2 ‐ Art. 236.
Erronea valutazione delle Terre di Diatomee che come visibile hanno lo
stesso indice di rischio del Diclorometano
Determinazione IPA nelle Ceneri Determinazione IPA nelle Ceneri ‐‐ TerreniTerreni
Confronto indici normalizzati: Gruppo 2
Determinazione Metalli Pesanti nei Terreni
Acido Cloridrico
Acido Nitrico Perossido di Idrogeno
ISPRA 0,00076 0,02502 0,00246
LaBoRisCh 0,2425 0,1465 0,1465
MoVaRisCh 0,2321 0,2799 0,2799
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Determinazione Metalli Pesanti nei terreniDeterminazione Metalli Pesanti nei terreni
Confronto indici normalizzati: Gruppo 3
Livello d’azione
I diagrammi di confronto tra algoritmi, ottenuti con i tre gruppi studiati, mostrano un evidente sbilanciamento tra i valori calcolati.
Pur trattandosi di strumenti pensati per quantificare il rischio presente in un’azienda in cui si fa uso di agenti chimici, gli indici ottenuti, dopo essere stati uniformati tra di loro, dimostrano delle particolarità che si ripetono sistematicamente.
Nonostante il risultato manifesti un rischio irrilevante per la salute e basso per la sicurezza per tutti e tre gli algoritmi, non può passare inosservato la quasi assenza di rischio, misurata dall’algoritmo ISPRA/ARPA contro il rischio misurato dai restanti due.
Per il monitoraggio ambientale è stata seguita la metodica
UNICHIM 820/88. E’ stata effettuata una misurazione su
fialette di carbone attivo, con porta fiale triplo, per un periodo
totale di 12 minuti ad una temperatura media di 25°C.
Per quanto riguarda il campionamento personale, sono state
effettuate due misurazioni su carbone attivo, con porta fiale
singolo, per un periodo di 10 minuti ciascuna, ad una temperatura
media di 25°C.
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Esposizione al Diclorometano
• I risultati del monitoraggio ambientale che rappresentano la reale esposizione al DCM, sono meglio rappresentati dall’algoritmo ISPRA/ARPA rispetto al MoVaRisCh e al LaBoRisCh.
• In futuro, si intende estendere tale studio ad altre sostanze chimiche per calibrare, in maniera puntuale gli score attribuiti ai singoli indici di rischio utilizzati nell’algoritmo ISPRA/ARPA.
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Risultati