La Turchia siamo noi - isiciliani.it · per il grigiore imposto, per il lusso stantìo dei...

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Abbiamo perso 3,8 milioni di posti di lavoro in 5 anni. La Produzione industriale è calata del 12 per cento. La disoccu- pazione giovanile è al 40,5 per c ento. Ci sono (secondo Confindustria) almeno 20 miliardi di evasione fiscale. E più della metà degli elettori, nella capitale d'Italia, non ha votato. Queste sono le cifre. Cantar vittoria ("viva le grandi intese!", "il moVimento va avanti!") è o da irresponsabili o da pazzi. Non c’entra la politica, è solo un sintomo di sfaldamento d’una classe dirigente (vecchia e nuova) profondamente inadeguata. L’unica forza sana sono i movimenti. I movimenti reali, quelli che ogni giorno lavorano nella società civile. Non si esprimono urlando, non hanno ambizioni palingenetiche nè ansia di potere. Vogliono semplicemente vivere, e fare sopravvivere il loro Paese. Nessuno li rappresenta. Ecco, il problema è questo. Non servono improbabili (e puerili) nuovi partiti ma un sistema di obiettivi e contatti che unisca le forze vere. Un comitato di liberazione, avremmo detto una volta; oggi, più sommessamen- te, una rete. Operai, beni comuni, giovani coraggiosi sono i soggetti di essa. Il terreno comune, il collante più forte, può essere l’antimafia - presa sul serio, senza ritualità e fino in fondo. Il nostro infatti è, prima di tut- to, un paese caratterizzat o dal potere mafioso. La Turchia siamo noi La Turchia siamo noi, quarant’anni fa. Avevamo dei diritti, ci ricordavamo ancora di quant’era stato duro conquistarli e non eravamo disposti a darli via. Eravamo poveri, eravamo giovani, amavamo disperatamente la vita. Da qualche parte c’è ancora quell’Italia? O siamo invecchiati troppo dietro i nostri telecomandi, dietro i nostri “mi piace”? Siamo ancora capaci di voler bene a qualcosa, a qualcuno? La politica non è solo ragionamenti distillati. La politica è anche affetti in comune, rabbia, amore. Amore per il paese bellissimo, in cui si potrebbe pur vivere così bene. Rabbia per le prepotenze meschine che immiseriscono le esistenza, per il grigiore imposto, per il lusso stantìo dei prominenti. Questo ci dice, nella sua strana lingua, questo ragazzo turco. “La vita è nostra - mia, sua, di te che leggi - Riprendiamocela, finché dura”. ISICILIANI.IT DA’ UNA MANO A RIPORTARE IN EDICOLA I SICILIANI: IBAN Banca Etica IT 28 B 05018 04600 000000148119 (“Associazione Culturale I Siciliani Giovani") oppure C/C 001008725614 (Conto corrente postale “Assoc.Culturale I Siciliani Giovani, via Cordai 47, Catania”) “A che serve essere vivi, se non c’è il coraggio di lottare?” Giuseppe Fava Il foglio de giugno 2013 www. 1 euro CATANIA La carica dei gattopardi NAPOLI W il cemento anche se è abusivo ROMA Se non è mafia questa... PALERMO “Dell’Utri,grazie per il governo!” Anti- mafia so- ciale Le mail riservate fra le autorità americane, la Regione e il governo italiano. La base militare di controllo nel cuore della Sicilia, a Niscemi, non è mai stata messa seriamente in discussione da nessun governo. Certo, inquina moltissimo e questo ormai i cittadini lo sanno, e hanno paura. Ma quel che pensano i cittadini non ha poi così importanza... In fondo si tratta solo di rassicurarli un poco, dividendosi i ruoli. Io Ponzio tu Pilato MUOS IL GIOCO DELLE PARTI FRA REGIONE GOVERNO E GENERALI 10 obiettivi Senza guru e senza boss Pacifisti, movimento NoPonte, artisti del Teatro Pinelli, studiosi dei Beni Comuni, preti di periferia: a Messina la società civile s’è messa insieme, ha scelto un candidato sindaco - Renato Accorinti - e l’ha portato avanti. Mesi e mesi di campa- gna nei quartieri: “Non vi chiediamo il voto, vi chiediamo di lottare”. Trenta per cento al primo turno, e al ballottaggio... stanno contando i voti proprio mentre stampiamo. . cambiare le città il modello Messina MAZZEO a pagina 3 (sinte e su www.isiciliani.it (articolo completo) Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 41. “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”. Abolire il segreto bancario; Confiscare tutti i beni mafiosi o frutto di corruzione o megaevasione fiscale; Assegnarli a cooperative di giovani lavoratori; aiuti per chi le sostiene; Anagrafe dei beni confiscati; Sanzionare le delocalizza-, zioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degli accordi di lavoro; Separazione fra capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni nell’editoria; Tobin tax; Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali (scuola, università, difesa, acqua, energia, strutture tecnologiche, credito internazionale); Progetto nazionale di messa in sicu- rezza del territorio, come volano economico soprattutto al Sud; divieto di altre cementificazioni; Controllo del territorio nelle zone ad alta intensità mafiosa. inchiesta

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Abbiamo perso 3,8 milioni di posti di

lavoro in 5 anni. La Produzione

industriale è calata del 12 per

cento. La disoccu- pazione giovanile è al 40,5

per c ento. Ci sono (secondo Confindustria) almeno 20 miliardi di evasione fiscale. E più della metà degli elettori, nella capitale d'Italia, non ha votato. Queste sono le cifre. Cantar vittoria ("viva le grandi intese!", "il moVimento va avanti!") è o da irresponsabili o da pazzi. Non c’entra la politica, è solo un sintomo di sfaldamento d’una classe dirigente (vecchia e nuova) profondamente inadeguata. L’unica forza sana sono i movimenti. I movimenti reali, quelli che ogni giorno lavorano nella società civile. Non si esprimono urlando, non hanno ambizioni palingenetiche nè ansia di potere. Vogliono semplicemente vivere, e fare sopravvivere il loro Paese. Nessuno li rappresenta. Ecco, il problema è questo. Non servono improbabili (e puerili) nuovi partiti ma un sistema di obiettivi e contatti che unisca le forze vere. Un comitato di liberazione, avremmo detto una volta; oggi, più sommessamen- te, una rete. Operai, beni comuni, giovani coraggiosi sono i soggetti di essa.Il terreno comune, il collante più forte, può essere l’antimafia - presa sul serio, senza ritualità e fino in fondo. Il nostro infatti è, prima di tut- to, un paese caratterizzato dal potere mafioso.

La Turchiasiamo noi

La Turchia siamo noi, quarant’anni fa. Avevamo dei diritti, ci ricordavamo ancora di quant’era stato duro conquistarli e non eravamo disposti a darli via. Eravamo poveri, eravamo giovani, amavamo disperatamente la vita.Da qualche parte c’è ancora quell’Italia? O siamo invecchiati troppo dietro i nostri telecomandi, dietro i nostri “mi piace”? Siamo ancora capaci di voler bene a qualcosa, a qualcuno?La politica non è solo ragionamenti distillati. La politica è anche affetti in comune, rabbia, amore. Amore per il paese bellissimo, in cui si potrebbe pur vivere così bene. Rabbia per leprepotenze meschine che immiseriscono le esistenza,

per il grigiore imposto, per il lusso stantìo dei prominenti.Questo ci dice, nella sua strana lingua, questo ragazzo turco. “La vita è nostra - mia,sua, di te che leggi - Riprendiamocela, finché dura”.

ISICILIANI.IT

DA’ UNA MANOA RIPORTARE IN EDICOLA I SICILIANI:IBAN Banca EticaIT 28 B 05018 04600 000000148119(“Associazione Culturale I Siciliani Giovani")

oppure C/C 001008725614(Conto corrente postale “Assoc.CulturaleI Siciliani Giovani, via Cordai 47, Catania”)

“A che serve essere vivi,se non c’è

il coraggio di lottare?”Giuseppe Fava

Il foglio de

giugno 2013

www.

1 euro

CATANIALa caricadeigattopardi

NAPOLIW il cementoanche se èabusivo

ROMASe non èmafiaquesta...

PALERMO“Dell’Utri,grazie per il governo!”

Anti-ma�aso-ciale

Le mail riservate fra le autorità americane, la Regione e il governo italiano.La base militare di controllonel cuore della Sicilia, a Niscemi, non è mai stata messa seriamente in discussione da nessun governo. Certo, inquina moltissimo e questo ormai i cittadini lo sanno, e hanno paura. Ma quel che pensano i cittadini non ha poi cosìimportanza... In fondo si tratta solo di rassicurarli un poco, dividendosi i ruoli.

IoPonziotuPilato

MUOSIL GIOCODELLEPARTI

FRA REGIONEGOVERNOE GENERALI

10 obiettivi

Senzagurue senzaboss

Pacifisti, movimento NoPonte, artisti del Teatro Pinelli, studiosi dei Beni Comuni, preti di periferia:

a Messina la società civile s’è messa insieme, ha scelto un candidato sindaco - Renato Accorinti - e l’ha portato avanti. Mesi e mesi di campa- gna nei quartieri: “Non vi chiediamo

il voto, vi chiediamo di lottare”. Trenta per cento al primo turno, e al ballottaggio... stanno contando i voti proprio mentre stampiamo..

cambiare le città

il modelloMessina

MAZZEO a pagina 3 (sintee su www.isiciliani.it(articolo completo)

Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 41. “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

● Abolire il segreto bancario; ● Confiscare tutti i beni mafiosi o frutto di corruzione o megaevasione fiscale; ● Assegnarli a cooperative di giovani lavoratori; aiuti per chi le sostiene; ● Anagrafe dei beni confiscati; ● Sanzionare le delocalizza-, zioni, l’abuso di precariato e il mancato rispetto degli accordi di lavoro; ● Separazione fra capitale finanziario e industriale; tetto alle partecipazioni nell’editoria; Tobin tax;● Gestione pubblica dei servizi pubblici essenziali (scuola, università, difesa,acqua, energia, strutture tecnologiche, credito internazionale);● Progetto nazionale di messa in sicu- rezza del territorio, come volano economico soprattutto al Sud; ● divieto di altre cementificazioni; ● Controllo del territorio nelle zone ad alta intensità mafiosa.

inchiesta

CATANIA

La carica deigattopardiVittoria del centrosinistra,viva il rinnovamento!Ehm... Rinnovamento?Elenco dei consiglieri comunalidella maggioranza che sostienel'amministrazione Bianco:Patto per Catania:Alessandro Porto, già consigliere comunale MPA;Agatino Lanzafame, già consigliere VI circoscrizione MPA;Elisa Vanin, vice presidente Associazione Catania Futura, UDC;Maria Ausilia Mastrandrea, vicepresidente di “Rinascita Siciliana - Movimenti Sicilianisti Federati" (MPA);Carmelo Sofia, già consigliere comunale Pd (La Margherita);Mario Crocitti, già consigliere comunale Pd (la Margherita);Elene Adriana Ragusa, medicoRosario Laudani, già consigliere comunale DS, passato con MPA nel 2008;Articolo Quattro:Carmelo Nicotra, già consigliere Pd nel 2008, nel 2010 lascia il Pd e passa al Mpa, nel 2012 passa all’UDC;Beatrice Viscuso, già consigliere IX circoscrizione PDL;Sebastiano Arcidiacono, già consigliere comunale Mpa, già assessore all’istruzione di Stancanelli in quota MPA;Giuseppe Musumeci, esponente Giovani MPA;Ludovico Balsamo, già consigliere comunale MpaPrimavera per Catania:Agatino Lombardo, già consigliere comunale PDL e MPA, già assessore di Stancanelli in quota MPA;Francesco Petrina, già candidato al consiglio comunale del 2008 per il PDL;Salvatore Spataro, già consigliere IX municipalità per il PDL;Michele Failla, già candidato al consiglio comunale del 2008 con Autonomia Sud (MPA);Il Megafono:Daniele Bottino, già vicesegre-tario provinciale UDC, fedelis-simo di Forzese portavoce venditori ambulanti Mercatino delle Pulci;Erika Marco, già consigliere comunale e vicecapogruppo del MPA;Rosario Gelsomino, già consigliere comunale MPAErsilia Saverino, già vicepresi-dente dello Stabile in quota MPA e candidata alle regionali del 2012 con PdS (MPA);Francesco Salvatore Trichini già, consigliere comunale PDL poi passato a MPA, fedelissimo di Marco Consoli;Partito Democratico:Francesca Raciti, PD;Lanfranco Zappalà, già consigliere comunale FORZA ITALIA, poi rieletto con il PD;Giovanni D’Avola, PD (La Margherita);Niccolò Notarbartolo, già "40 per Catania"Nino Vullo, manager aziendale, esponente renziano.

“E ora vi discarichiamoi cervelli!”

CATANIA

Tirrenoambiente, una società a capitale pubblico privato, proprietaria di una delle più grandi discariche di rifiuti indifferenziati della Sicilia, quella di Mazzarrà Sant’Andrea, occupando la cronaca degli eventi più importanti accaduti in provincia di Messina negli ultimi 10 anni perché al centro di contrasti con gli abitanti dei centri vicini al sito di smaltimento che denunciano gravi episodi inquinamento, e con i suoi vertici coinvolti in processi di mafia (l’ex presidente del Cda condan-nato in primo grado per concorso esterno) e su reati ambientali (proprio per la malagestione della discarica), da qualche anno a questa parte si prodiga nel tentativo di accreditarsi in un ruolo positivo in materia ambientale. Quest’anno il concorso "Piccoli gesti per un mondo migliore" nell'ambito del più ampio progetto "Riduzione Riuso Riciclo Recupero", ha coinvolto 64 istituti di Messina e provincia con un riscontro da parte di ben 200 scuole. La scuola deve svolgere un ruolo fondamentale come agenzia privilegiata nel promuovere e attivare una educazione ambientale. Perplessità suscita però la scelta di un partner che - gestendo in monopolio, le discariche e, grazie ad intrecci societari, in alcuni casi anche a la raccolta - ha costruito il suo business proprio sullo smalti-mento in discarica dell’indifferenziato e che non ha mai avuto alcun interesse a favorire quella raccolta differen-ziata che oggi, con queste “sponsorizzazioni”, dichiara di voler incentivare. I numeri parlano chiaro: i crediti che la società vanta nei confronti degli enti siciliani raggiungono i 72 milioni e 300 mila euro. Solo Ato 3 e Comune di Messina, dovendo versare nelle sue casse ogni mese ottocentomila euro, devono a Tirrenoambiente 28 milioni di euro.

Carmelo Catania

CATANIA

Megafoni ewikibavagliUn utente il 13 giugno ha chiesto la chiusura della pagina su Wikipedia di Renato Accorinti. Motivazioni: "Non si evince enciclopedicità. La biografia è stata probabilmente inserita a scopo promozionale dopo la candidatura a Sindaco di Messina"A chiedere la procedura di cancellazione (col nick "Figiu") è il creatore della voce Il Megafono - Lista Crocetta, che sostiene il candidato con cui Renato Accorinti si sfiderà al ballottaggio."In ogni caso - dice Antonino Rampulla, il principale contribu-tore della pagina Renato Accorinti - e la certezza del ballottaggio c'è stata il 13/06 verso le 20:00. La richiesta di cancellazione è arrivata subito. Sarebbe quantomeno il caso di prorogare l'eventuale cancellazi-one, almeno per evitare che wikipedia sia strumentalizzata a fini politici"Le proteste nella pagina di discussione proliferano, molti commenti sono per mantenere la pagina. "Per un insulto, un moderatore blocca la discussione per una settimana? Così finiremo peggio di Google".

MESSINA

rinascita politica a Marcello Dell'Utri e a Raffaele Lombardo, personaggi che anche sulla base di risultanze giudiziarie sui loro rapporti con la mafia non possono essere certo considerati punti di riferimento edificanti.A questo punto, data l'evidenza dell'influenza intoccabile di Dell'Utri su Berlusconi, risulta impossibile immaginare quale artificio dialettico potrà giustificare il via libera dato dal PD e dal Presidente della Repubblica, vero tutore del governo di larghe intese, a questa operazione che tanto più inquietante e inaccettabile appare, tanto più dimostra la forza dei veri sponsor di Micciché.

Giovanni Abbagnato

Se non è mafiaquesta...

ROMA

MESSINA

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“Caro Dell’Utri,grazie per il governo!”E' evidente che più che la regola della rappresentanza dei territori, inserita nel complicatissimo metodo Cencelli utilizzato per costituire la squadra dei sottosegretari del governo Letta, ha concorso alla nomina del palermitano Gianfranco Miccichè l'imposizione di Berlusconi, coerente con l'ambiguità dimostrata nel non prendere mai posizioni sulla lunga e profonda faida dentro il PDL siciliano.In realtà, erano altri i talenti di Micciché e con questa premessa, figurarsi se il cavaliere consid-erava come ostativi della nomina i tracolli elettorali ormai costanti del suo ex delfino. A questo punto sarebbe stato inevitabile rilevare per deduzione l'inquietante segnale dato da questa nomina. Ma fin da subito non c'è stato alcun bisogno di fare congetture, perché ci ha pensato Micciché, con la spocchia di chi sente indiscuti-bile la sua potenza, a chiarire tutto tributando calorosi ringraziamenti per la sua

PALERMO

Tre omicidi - il 28 maggio - in un giorno solo. Prime ore della mattina a Tor Sapienza: un uomo di 62 anni, pensionato con un piccolo precedente per droga risalente al 2004, ucciso per strada con un unico colpo di pistola alla testa. Un’esecuzione. Poche ore dopo, a Focene sul litorale nord vicinissimo a Fiumicino, un uomo suona alla porta di una casa. Apre un quarantenne. Un altro colpo alla testa. Un’altra esecuzione. Non è ancora finita. Anzio, sempre litorale questa volta a sud. Vengono sparati più colpi contro due giovani a bordo di un’automobile. I due cercano di fuggire ma vengono inseguiti e raggiunti dai killer. Bilancio, un 23enne morto e il suo amico di 22 anni in fin di vita in ospedale.L’ultimo omicidio del genere, un’altra esecuzione, era avvenuto poco tempo fa, la vigilia di Pasqua, in un bar di Tor Bella Monaca. E subito i media si sono affrettati a definirli “inspiegabili”.Perché in questa città è meglio parlare di fatti “inspiegabili” pur di non affrontare l’evidenza. Che mostra uno scenario ben differente. Organizzazioni di matrice mafiosa che spesso agiscono di concerto (attraverso cartelli fra varie organizzazioni) per il controllo del traffico della cocaina per lo spaccio della stessa . Poi il racket e l’usura. Poi gli appalti e i sub appalti. Poi le speculazioni immobiliari e patrimoniali e finanziarie. E una guerra di mafia con decine di omicidi.. Che si svolge da almeno tre anni con picchi drammatici in un silenzio assordante della politica, delle istituzioni e dei media. Un silenzio che pur se inconsapevol-mente rischia di diventare complice.

Pietro Orsatti

Il cemento abusivonon è più abusivo

NAPOLI

Hanno tirato su otto palazzi e nessuno se ne è accorto. Un vigile urbano, un consigliere comunale, un assessore. Nessuno. Ecco abusivopoli nel ventre della provincia di Caserta, a 18 chilometri dal capoluogo, in un comune che ha visto crescere la popolazione di oltre 10mila abitanti in venti anni, fino a sfiorare i 25mila residenti. Orta di Atella è un grumo di cemento. Case, case e ancora case. Il frutto di un modello di sviluppo fondato sul calcestru-zzo. Otto fabbricati per un totale di 1444 unità immobiliari, suddivisi in appartamenti, box e negozi, realizzati grazie a permessi illegittimi e a semplici delibere di giunta relative a varianti al Prg mai approvate dalla Provincia. Tra sanatorie di occupanti abusivi e scempi edilizi sorprende davvero poco come la lobby cosentiniana capitanata dall'ineffabile senatore e fresco presidente della commissione giustizia Francesco Nitto Palma continui ad insistere sulla promulgazione di un condono tombale per la Campania. Ciò invece che colpisce, questo si sorprende, l'apertura di credito che il neo ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha dato al partito trasversale del mattone abusivo. Speculatori del calcestruzzo di tutta Italia unitevi e fate affari: è tempo di pacificazione nel paese e di larghe intese.

E’ il 27 giugno. Siamo all’aeroporto G. Marconi di Bologna. L’estate è da poco iniziata. La temperatura è piacevole, il cielo chiaro ed abitato da qualche nuvola estiva. Un temporale è appena passato. All’aeroporto ci sono 77 passeggeri che aspettano. Aspettano di esser imbarcati su un aereo, uno dei tanti. L’attesa è lunga, di due ore. Un ritardo che finisce alle ore 20:08, quando il volo IH-870 decolla da Bologna, direzione Palermo, atterraggio previsto alle ore 21:13. Un aereo che non giungerà mai nel capoluogo siciliano.Un’andata senza ritorno. Un disastro mai chiaritoUno squarcio nel cielo ed 81 innocenti che affonderanno insieme al DC9 nel mare di Ustica.33 anni di depistaggi, inchieste, morti. In questi 33 anni c è la coscienza di un paese che è andata persa. Anzi dispersa. Un buco nero. Un inferno. Poi c’è la Stazione di Bologna. Il Rapido 904. Capaci. Via D’Amelio.Nel 2007 il DC9 è tornato a “casa” e oggi ci resta solo una piccola verità, il dolore e il ricordo. Non solo il 27 giugno di ogni anno, ma ogni giorno: un ricordo tangibile, che è possibile vivere e affrontare nella città in cui DIECI e VENTICINQUE è nato, Bologna, grazie al Museo per la memoria di Ustica. Un museo che consente a chiunque di mantenere vivo il ricordo, e trasformarlo in impegno: per un paese più giusto, senza più segreti.

Salvo Ognibene

Lo Statodisperso

CATANIAUSTICA

DA’ UNA MANOAI SICILIANI GIOVANI:IT 28 B 05018 04600000000148119 Banca EticaIBAN

MUOS/ LE CARTE SEGRETE

“Io faccio Ponzio e tu fai Pilato”. Ministri, governatori, generali e prefettid’accordo per continuare i lavori alla base di Niscemi. Ecco come

X LIBERTA’ DI STAMPA

Siciliani giovaniche cos’èI Siciliani giovani è un giornale, è unpezzo di storia, ma è anche diciotto testatedi base da Milano a Modica, da Catania a Roma, da Napoli a Bologna, a Trapani, a Palermo che hanno deciso di lavorare insieme per costituire una rete.Non solo inchieste e denunce, ma anche il racconto quotidiano di un Paese giovane, fatto da giovani, vissuto in prima personadai protagonisti dell'Italia di domani.Fuori dai palazzi. In rete, e per le strade.

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Un prefetto, un diplo-matico degli Stati Uniti e una sfilza di ministri, generali e ammiragli, tutti insieme appassionata-mente per individuare una strategia che consenta alle forze armate statunitensi di aggirare lo stop ai lavori d’installazione del terminale MUOS nella riserva naturale di Niscemi.

A fine maggio gli hacker di Anonymus Italia hanno fatto incetta di e-mail e comunicazione riservate del Ministero degli Interni. Fra gli oltre 2.600 docu-menti messi online (comprese le informative sulle mobilitazioni studentesche per il diritto allo studio) ci sono i carteggi tra la Prefettura di Caltanissetta, la Farnesina, il Ministero della difesa e l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Oggetto il MUOS che deve sorgere in Sicilia.

Il governo italiano è sotto il pressing delle autorità Usa. L’amministrazione Obama è indispettita per il provvedimento di revoca delle autorizzazioni ai lavori del terminale terrestre di Niscemi firmato il 29 marzo 2013 dalla Regione siciliana ma soprattutto invoca un’azione energica contro i presidi e le azioni dirette da parte del Movimento No MUOS. Il 12 aprile il colonnello B. Tucker, a capo dell’ufficio di cooperazione militare Usa in Italia, invia una e-mail al tenente colonnello Filippo Plini e per cono-scenza al generale Luca Goretti (entrambi in forza al Capo gabinetto del Ministero della difesa), lamentando gli effetti del blocco dei cantieri del MUOS.

Le considerazioni delle forze armate Usa mettono in allarme il governo Monti. Le forze dell’ordine sono chiamate alla tolleranza zero contro i No MUOS, mentre vengono attivati tutti i canali per individuare una soluzione “condivisa” con la giunta del presidente Crocetta.

Il 16 aprile, con una e-mail inviata alle ore 8.20 al viceministro degli esteri Staffan de Mistura, il prefetto di Caltanissetta Carmine Valente risponde: “Dopo la riunione di ieri a Palazzo Chigi sembra che la situazione di empasse in cui ci si trova sul MUOS possa essere superata, anche alla luce di una conversazione informale avuta oggi con il Presi-dente Crocetta. Questi ha manifestato imbarazzo a ritirare la revoca in quanto non sarebbe sostenuta da alcuna motivazione plausibile e perché, alla luce dell’accordo politico raggiunto lo scorso 11 marzo, è stata accettata pubblicamente anche dal Governo nazionale la tesi che le autorizzazioni rilasciate precedentemente dalla Regione Siciliana presentassero vistose lacune sotto il profilo ambientale e sanitario”.

Valente spiega tuttavia di aver percepito che a Palermo “vi sarebbero poche remore a concedere una deroga alla revoca per la prosecuzione di alcuni lavori ben definiti, nelle more della decisione della Commissione istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità”.A tal fine, il prefetto suggerisce di far presentare alla Regione da parte del Ministero della difesa una richiesta di autorizzazione “di un numero limitato di lavori, indicati anche solo di massima, da portare a termine entro il prossimo 31 maggio”, la data prevista originariamente per la consegna degli studi I.S.S. sul rischio elettro-magnetico del MUOS.

“Tale richiesta diven-terebbe oggetto di una Conferenza di servizi durante la quale la Regione accetterebbe il prosieguo di alcuni lavori in deroga”.Mercoledì 17 aprile, alle ore 22.36, il viceministro degli esteri a Douglas C. Hengel, vicecapo missione dell’ambasciata Usa a Roma, per concordare l’iter da seguire per ottenere dalla Presidenza della Regione siciliana una deroga al divieto di avanzamento dei lavori nel sito di Niscemi.

“Dear Doug, per superare le revoche avremmo bisogno con urgenza da parte delle autorità della base o del ministero della difesa italiano una lista che indichi specificatamente che sono necessari nel posto lavori non relativi alle parabole MUOS”.Il 17 aprile il diplomatico Douglas C. Hengel aveva sollecitato al viceministro degli esteri una soluzione per consentire l’ingresso delle imprese appaltatrici all’interno della base.

“Voglio farti sapere - conclude - che stiamo per inviare al Ministero affari esteri una nota con un documento per asserire il nostro diritto di accesso secondo il NATO SOFA (lo Status of Forces Agree-ments che stabilisce il quadro giuridico in cui opera il personale militare Usa in un paese ospite nda), compreso quello dei contractor accreditati come rappresentanti tecnici, alle installazioni militari cedute in uso alle forze armate USA".

Il 18 aprile alle 17.05 il Capo di gabinetto del Ministero della difesa, ammiraglio Vanni Nozzoli, invia un messaggio al prefetto Valente per delineare le modalità d’intervento presso la Regione siciliana per definire le attività opera-tive da autorizzare all’interno della base.

“Concordiamo sul fatto che la Difesa è l’interfaccia con gli Usa per i lavori e intenderemmo informare la Regione per il Suo tramite”. In attachment c’è una bozza stilata d’accordo coll viceministro De Mistura e l’Ufficio di Cooperazione per la Difesa (ODC) dell’Ambasciata Usa che delinea le linee da seguire, la Proposta dell’attività presso il sito di Niscemi a fronte delle revoche emanate dalla Regione Siciliana.“Il personale militare US - inizia - e quello militare nazionale devono sempre poter entrare/uscire dal sito in quanto oncessionari/ titolari dell’area”.

Il protocollo esautora la Regione siciliana da qualsivoglia controllo e verifica degli interventi autorizzati. “Il Prefetto competente per territorio sarà preventivamente informato sullo svolgi-mento delle entrate/uscite, mentre il comandante dell’aeroporto di Sigonella, o suo delegato, assicurerà il rispetto di tutte le restanti attività previste alla NRTF e ai cantieri MUOS”.Nel tardo pomeriggio del 17 il prefetto di Caltanis-setta si rivolge via iPhone al Capo di gabinetto del Ministero della difesa.“Il mio intervento con il Vice ministro De Mistura – scrive Valente - è servito a chiarire che il passaggio dei civili per la manutenzi-one ordinaria della base non si è mai interrotto se non quando non siamo riusciti a far passare il messaggio che si entrava davvero per fare quella, mentre lavori al MUOS oggi si potrebbero fare soltanto ottenendo una deroga dalla regione rispetto al provvedimento di revoca”. Il Prefetto si dice favorevole a che sia il Ministero della difesa a presentare direttamente alla regione una “richiesta per poche attività legate al MUOS senza che queste inficino lo spirito della revoca”. “Tengo a confer-marle che l’Assessore Lo Bello la sta aspettando”.

Il 18 aprile alle 17.29 giunge l’Ok alla bozza da sottoporre alla Regione da parte del viceministro de Mistura; prima però si registra uno scambio di email sui suoi contenuti tra lo stesso viceministro degli esteri, l’ammiraglio Vanni Nozzoli, il ministro della difesa Giampaolo Di Paola e il diplomatico USA Doug G. Hendel. De Mistura suggerisce a Hendel di “estendere il valore e l’utilità” della lista dei contractor da sottomettere all’attenzione della Regione siciliana e della Prefettura di Caltanissetta “oltre che ai lavori di ordinaria manutenzione della base”, anche “ai lavori al cantiere MUOS”.

Il 22 aprile viene stilata dal ministero della difesa la bozza finale da sottoporre alla Regione (Assessorato Ambiente e territorio) per consentire ingressi e uscite ai cantieri MUOS. L'ammiraglio Vanni Nozzoli la invio al vicemi-nistro degli esteri, al prefetto di Caltanissetta, all’ambasciata USA in Italia e ai generali Paolo Romano e Luca Goretti. “L’intendimento è di darne conoscenza anche alla Procura una volta definita”, scrive Nozzoli. “Al riguardo chiedo cortesemente una vostra condivisione ovvero eventuali osservazioni prima di procedere. Ciò anche alla luce dei fatti di oggi”.

In mattinata avevano fatto ingresso all’interno della base di Niscemi quattro attivisti No MUOS che si erano arrampicati in cima alle antenne del sistema NRTF. Due di essi, Turi Vaccaro e Nicola Boscelli, vengono poi arrestati e condotti a Caltagirone per comparire davanti all’autorità giudiziaria. Il blitz ha fatto infuriare i militari di Sigonella e l’intero corpo diplomatico statunitense in Italia.

L’ammiraglio Nozzoli rigira al Prefetto la nota di protesta ricevuta dal vicecapo missione Douglas C. Hengel. “Caro Vanni, è stato pubblicato che quella in corso è stata denominata la Settimana di protesta da parte del gruppo No MUOS”, scrive il diplo-matico.

“Dato quanto accaduto oggi, noi chiediamo che venga distaccata una forza militare di sicurezza italiana aggiuntiva per assistere le nostre forze alla NRTF per il resto della settimana. Alcune forze di sicurezza del 41° Stormo erano nel sito oggi e sono state molto apprezzate. Non vogliamo che si ripeta quanto accaduto oggi - siamo felici che nessuno si sia ferito seriamente. Forze di sicurezza addizionali da parte militare italiana possono aiutare a prevenire che ciò avvenga ancora”.

Il successivo 23 aprile il documento viene inviato dal Capo di gabinetto del Ministero della difesa all’Assessore regionale all’ambiente Marisa Lo Bello.“Illustre Assessore – scrive Nozzoli - le invio una schedacon la quale intendiamo formulare una proposta per condividere un quadro chiaro della situazione/esigenze dei lavori/attività nel sito di Niscemi. Siamo a dispo-sizione per chiarimenti e approfondimenti, qualora condiviso propongo di concordare un modo per ufficializzarlo congiunta-mente".

Il “contenzioso” con la Regione viene risolto positivamente in tempi record. Il 24 aprile, il prefetto Valente scrive al Capo di gabinetto del ministero della difesa: “Caro Ammiraglio. Ho avuto modo di parlare con l’Assessore Lo Bello, mi ha assicurato che la scheda è condivisibile e che rispecchia esattamente quello che ci eravamo detti a Roma nell’ultima riunione. Stava pertanto preparando una risposta in tal senso”.

Il funzionario è però amareggiato per la decisione dei giudici di scarcerare i due pacifisti arrestati a Niscemi dopo essersi introdotti all’interno della base USA. “Apprendo ora che gli ultimi due che sono saliti sull’antenna sono stati scarcerati dal gip di Caltagirone e portati in trionfo a Niscemi”, scrive Valente. “Non è un buon segnale”.

“Concordo sul brutto segnale e speriamo che con una maggiore chiarezza si riduca la tensione”, risponde l’ammiraglio Vanni Nozzolo. “Grazie comunque, caro Prefetto. Trovare la condivisione della Regione è importante per tutti”.

(Ovviamente l’Assessorato all’ambiente e al territorio della regione siciliana, con nota del 3 maggio 2013 a firma del dirigente generale Vincenzo Sansone emette il proprio nulla osta alla bozza di proposta “demandando al Prefetto e al Comandante di Sigonella la vigilanza sulle attività svolte all’interno della base”).

di Antonio Mazzeo La versione completa di questo articolo su I Siciliani giovani di giugno www.isiciliani.it

"Cari amici, io e molte milioni di persone siamo qui e ora posso dirvi che la senz'azione è assolutamente magnifica. E' tutto così semplice e così veloce! Solo quando sei stato risvegliato, realizzi che il potere è sempre stato lì e che l'avevamo semplicemente dimenticato. SVEGLIATEVI! Ciò che sta succedendo oggi qui, accadrà domani nel vostro paese, il gioco è lo stesso".Queste parole arrivano da Istanbul, dove da settimane studenti, professori, avvocati, anziani e famiglie intere protestano contro le prepotenze del potere.Perchè non sappiamo alzare la testa, come fanno uomini e donne lì a Gezi Park?Eppure (per esempio a Catania) avremmo molti motivi per farlo:- l'abbandono e il degrado, fisico e morale, dei nostri quartieri,- il territorio "consumato"dalle ruspe e dal cemento;

- il porto e il mare nascosti alla città per gli interessi di pochi;- imprenditori che con i loro "progetti di finanza" stravolgono le nostre piazze per i loro profitti. E parliamo anche del MUOS, quel terribile strumento di guerra e morte che ci vuole imporre il governo Usa, con la complicità di quello Italiano e del presidente Crocetta che "blocca" i lavori della base sapendo che dovrà desistere e finge di ascoltare il popolo di Niscemi, quotidianamente pestato da forze ormai tutte militarizzate.Ma soprattutto la cosa più insop- portabile, il male dei mali: l'op- pressione mafiosa infiltrata con prepotenza nella nostra società, locale, regionale e nazionale

Tanti giornali liberiin rete e per le strade

L’idea dei Siciliani giovani è nata (in quest’ultima versione) in una riunione a casa di Giambattista Scidà nell’estate del 2011: fare una rete di testate giovani di base, sia su carta che su web, sviluppare insieme un sito, una rivista pdf e una serie di ebook e, prima o poi, riportare in edicola un giornale ispirato ai Siciliani di Giuseppe Fava. Le testate che aderiscono sono I Cordai, La Periferica e Ucuntu (Catania), Il Clandestino (Modica), Telejato (Partinico), Stampo Antimafioso (Milano), Diecieven-ticinque (Bologna), La Domenica Settimanale (Napoli), CtZen (Catania), Generazione Zero

Cavalli, Arnaldo Capezzuto, Ester Castano, Salvo Catalano, Carmelo Catania, Giulio Cavalli, Antonio Cimino, Giancarla Codrignani, Dario Costantino, Irene Costantino, Tano D’Amico, Fabio D’Urso, Jack Daniel, Riccardo De Gennaro, Giacomo Di Girolamo, Tito Gandini, Rosa Maria Di Natale,

Francesco Feola, Norma Ferrara, Pino Finocchiaro, Paolo Fior, Enrica Frasca, Renato Galasso, Rino Giacalone, Marcella Giamusso, Giuseppe Giustolisi, Carlo Gubitosa, Sebastiano Gulisano, Bruna Iacopino, Massimiliano Nicosia, Max Guglielmino, Diego Gutkowski, Bruna Iacopino, Margherita

Ingoglia, Kanjano, Gaetano Liardo, Sabina Longhitano,

Luca Salici, Michela Mancini, Sara Manisera,

Antonio Mazzeo, Martina Mazzeo,

Emanuele Midoli,

Luciano

Mirone, Pino Maniaci, Attilio

Occhipinti, Salvo Ognibene, Antonello

Oliva, Riccardo Orioles, Pietro Orsatti, Maurizio Parisi, Salvo Perrotta, Giulio Petrelli, Aaron Pettinari, Giuseppe Pipitone, Domenico Pisciotta, Antonio Roccuzzo, Alessandro Romeo, Vincenzo Rosa, Luca Rossomando, Giorgio Ruta, Daniela Sammito, Vittoria Smaldone, Mario Spada, Sara Spartà, Giuseppe Spina, Miriana Squillaci, Pippo Teri,

Marilena Teri, Fabio Vita, Salvo Vitale, Chiara

Zappalà, Andrea Zolea

(Ragusa), Radio Marsala.it (Marsala), DaSud (Calabria), Mamma! (Bologna), ArciReport (Palermo), Antimafia Duemila,Liberainformazione e Agoravox. Con: Gian Carlo Caselli, Nando dalla Chiesa, Giovanni Caruso, Giovanni Abbagnato, Francesco Appari, Lorenzo Baldo, Valerio Berra, Nando Benigno, Mauro Biani, Lello Bonaccorso, Paolo Brogi, Luciano Bruno, Anna Bucca, Elio Camilleri, Giulio

Se è vero che lo Stato siamo tutti e tutte noi, si può dire che i governi - locali, regionale e nazionale - sono dittature che indossano la maschera della democrazia? E che bisogna prendere esempio dalla Turchia? E che ci vuole la forza e la costanza di una lotta pacifica che continui fino a vincere contro un potere politico e mafioso? Noi crediamo di sì. Pensiamo alle ragazze e ai ragazzi imprigionati in un sistema politico-mafioso che li ha vorrebbe prigionieri dell' individualismo, ognuno per sè, senza coscienza collettiva. E allora, cosa rispondiamo a quel ragazzo che lotta a Gezi Park? A lui che ci invita a svegliarci?

Giovanni Caruso, I Cordai

I Siciliani giovani, registr.TribunaleCatania n.23/2011 del 20/09/2011,dir.responsabile Riccardo Orioles

Progetto grafico diPiergiorgio Maoloni(da un inedito del 1993)

DA’ UNA MANOA RIPORTARE IN EDICOLAI SICILIANI: IBAN

IT 28 B 05018 04600 000000148119 BancaEtica(“Assoc.Culturale I Siciliani Giovani")

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CON I SICILIANI

PROMEMORIA

Questofoglio

4

Da Gezi Parka Catania

TURCHIA

DISEGNI DIMAURO BIANI

Ancora questo non è I Siciliani, ma solo un foglio in cui si parla di loro. I Siciliani giovani è in rete da due anni,è presente in una decina di città con una rete digiovani giornalisti che ha pochi eguali in Italia.E allora, come mai non siamo ancora in edicola? Semplice: i soldi. La sottoscrizione è riuscita benefra i lettori poveri, ma non fra gli amici più titolati:la maggior parte dei quali ci colma generosamentedi auguri e lodi, che però tipografi e cartiere tendonoa non accettare. Continuiamo con i nostri pochi mezzi, affrontando i sacrifici necessari per portare avanti questa battaglia civile che serve a tutti.In Lombardia come in Sicilia i nostriredattori fanno il loro dovere,scrivono, fanno inchieste, subiscono “avvertimenti” e querele. Vecchi colleghi e giornalisti nuovi lavoranoa questo prodotto collettivo, che ha il suo baricentro nella rete ma che avrebbe bisogno anche dell’edicola come fatto simbolico e di “ritorno in campo”pieno e totale.Perciò abbiamo poco da aggiungere.Sostenete I Siciliani, in quest’ennesimaincarnazione della sua lunga storia.E’ un giornale di giovani, è ungiornale di profondissime radici.Ne ha bisogno la Sicilia, ne habisogno il Paese. Non traditecon la vostra indifferenzacoloro che stanno lottandoanche per voi.

Dei due principali partiti progressisti, il primo - il Pd - conta fra i suoi parlamentari ben centouno “traditori” (quelli che dovevano votare Prodi e poi l’hanno trombato) e nessuno, nè renziani nè bersaniani nè altri, osa farne il benché minimo cenno.E’ chiaro che un partito in cui un parlamentare su quattro prima dice una cosa e poi ne fa un’altra non ha la minima credibilità, indipendentemente da chi lo dirige in quel momento. E questa non è politica ma è omertà.Il secondo partito progressista, il M5S, fra un’elezione e l’altra ha perso metò dei voti. Ma è proibito parlarne, e chiunque si azzarda a farlo viene buttato fuori. E anche questa è omertà.

Intanto la produzione precipita, in 5 anni si sono persi quattro milioni di posti di lavoro, le aziende continuano a delocaliz-zare (e nessuno parla mai di Marchionne: altra omertà!).La disoccupazione giovanile è al 40 per cento (in Sicilia di più) e va peggiorando ancora.Gran parte di questa situazione è colpa della destra, che ormai infatti perde milioni di voti a ogni elezione. E i progressisti che fanno? O inciuciano con la destra o si fanno i fatti loro.Eppure, salvarsi ancora si potrebbe. Se i giovani dei due “progressisti” prendessero in mano i loro partiti, mettendo delicatamente da parte i vecchi Grandi Leader ormai bolliti...

La maggioranza in Italia è per il rinnovamento, anche se sempre più divisa e scoraggiata. Non perché non sia possibile, ma perché i leader (vecchi e nuovi) sono vanitosi e incapaci.Via Berlusconi, via i dirigenti dei partiti (vecchi e nuovi), governo di cambiamento, confisca di tutti i beni mafiosi o da corruzione, nuova politica industriale!La Costituzione dice chiaro che “l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” (art.41).Governo di cambiamento signi fica che vogliamo un governo che applica la Costituzione. O bisogna fare come in Turchia?

Riccardo Orioles

Il paesedell’omertà

ITALIA

COME SI FA

Un modello vincenteA Messina i movimenti della societòcivile, senza tante chiacchiere, si sono messiinsieme, hanno scelto un buon sindaco (RenatoAccorinti) e hanno preso subito un terzo dei voti.Per cominciare. Senza Vip, senza guru, senza Grandi Leader. Un buon esempio.