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La Torre di Villa La Torre di Villa Notiziario della Parrocchia dei Santi Emiliano e Tirso Villa Carcina (Brescia) NUMERO 2 2009 copertina aprile 27-03-2009 8:40 Pagina 1

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La Torre di VillaLa Torre di VillaNotiziario della Parrocchia dei Santi Emiliano e Tirso Villa Carcina (Brescia)

NUMERO

22009

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SommarioLa Torre di VillaAnno xv - n.s. N.2 Aprile 09 - Maggio 09

Bimestraledella Parrocchia dei Santi

Emiliano e TirsoVilla Carcina (BS)

Direttore responsabile:Gabriele Filippini

Redazione:Don Oliviero Don Pierluigi

Barbara EgidioEnrica Gianni

Giordano KriziaMassimo Silvia

Stefano Veronica

------

Direzione:25069 Villa Carcina

Via Roma, 21 - Tel. 030 8982069

Stampa: Lumezzane

Tel. 030 8920276 - Fax 030 8920487

Autorizzazione Tribunale di Brescia

NR. 2/1994 dell’ 1/2/94

Parrocchia dei SS. Emiliano e Tirsoin Villa Carcina

Abitazione Parroco: 030 898 20 69Abitazione Curato: 030 88 12 49Abitazione Suore: 030 898 27 31Oratorio: 030 898 14 21Abitazione Don Pierino: 030 898 01 50Internet: www.villacarcina.orgE-mail: [email protected]: [email protected]

In copertina: “Resurrezione”

Chiesa Parrocchiale di CogozzoIgnazio Ettori

Virginia

3 EditorialeSono risorto con voi!

5 Appuntamenti della Comunità

7 Chiesa in CamminoLettera Pastorale 2008-2009Lettera del Vescovo Francesco Beschi alla Diocesi di BresciaComunicato Stampa della CuriaCanonizzazione di don Arcangelo Tadini

14 Vita della ParrocchiaIncontri Quaresimali interparrocchiali 2009Maggio: mese dedicato a MariaCalendario e luogo degli incontri per la recita del S. RosarioLettera aperta a tutti i genitoriConsiglio Pastorale ParrocchialeLa Torre di Villa: il bollettino “eroe” dei due mondiL’angolo della generosità e delle spese

29 Cantiere OratorioEdit-oratorialeCalendario attività oratorioEventiStralcio del Verbale del C.D.ONotizie dai gruppiEventi in oratorioEstate in oratorio

39 Auguri a …Maria Nassini festeggia 90 anni

40 Oltre la TorreBambino su misura per futuri genitori

44 Pensieri sparsiLa speranza

45 Pianeta FamigliaDavide e Betsabea:l’infedeltà

47 AssociazioniSostieni il “Volontariato di Villa” con il cinque per milleLa Comunità Mamrè:bilancio di 8 anni di servizio a Villa CarcinaAssociazione “Fratello per Fratello”

52 Dalle missioniBuona Pasqua da …FiesoleUn saluto e … un invito da Padre Ermanno

54 Anagrafe Parrocchiale

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Quando ancora la luce elettrica nonilluminava a giorno il nostro paese,i più anziani negli anni avranno

fatto l’esperienza di camminare nel buiofondo della notte. Per orientarsi nel cammi-no in quel buio, era necessario intravederela luce accesa di qualche abitazione. Lacompagnia di un'altra persona faceva supe-rare la paura, si sapeva di poter contaresulla presenza di qualcuno e si avanzavainsieme nell’oscurità della notte.Dopo la passione e la morte di Gesù gliapostoli hanno sperimentato buio e smarri-mento e si sono messi insieme alla ricerca diGesù, per intravedere il futuro che liaspettava.La Resurrezione di Gesù è narrata daglievangelisti, è commentata dai Padri dellaChiesa, dai teologi, è annunciata dai mis-sionari e catechisti, sino alla fine delmondo. Gesù risorto non è però una dot-trina, non ci ha dato spiegazioni sul per-ché e sul come è avvenuto che lui siamorto e risorto, se non quella del compi-mento della volontà del Padre. La suaResurrezione è un evento che attesta lapotenza di Dio. La Pasqua di Gesù si pre-senta come una realtà dinamica, in incon-tri dove egli si fa presente vivo, risorto, apersone singole o a gruppi: alle donneche vanno al sepolcro, ai discepoli direttiad Emmaus, agli apostoli riuniti in casa, aTommaso.Gesù risorto, quando appare, ascolta, dia-loga, compie segni, si mette a fianco dipersone, si lascia riconoscere e dice di sé:ci sono! Sono presente! Sono proprio io!Sono in mezzo a voi, vi lascio in dono la

pace, andate e annunciate.In questi incontri Gesù accoglie tutta l’ansiadella ricerca, il desiderio di vederlo da partedei suoi; solo dopo Egli rivela la sua identi-tà: dice di essere proprio lui, il Gesù che hacamminato al loro fianco per le strade dellaPalestina, che si è lasciato amare, che ha tra-smesso tante parole di vita e ha compiuto,in mezzo a loro, segni e prodigi e ha comu-nicato se stesso.La presenza del Cristo risorto viene speri-mentata, in modo travolgente dall’apostoloPaolo mentre coloro che erano con luivedono la luce ma non sentono la voce.

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EDITORIALE

Sono risorto con voi

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Questo incontro ha cambiato radicalmentela vita dell’apostolo Paolo che ha orientatotutta la sua esistenza a penetrare la realtàdel mistero di Cristo, a formare, nella fede inGesù risorto, coloro che aderivano alVangelo.Sono passati oltre duemila anni e il Risortonon cessa di porsi al nostro fianco. Vivereilluminati dalla resurrezione di Gesù hacome conseguenza la certezza di aver rice-vuto il dono della pace, di essere destinata-ri del mandato di annunciatori del Vangelo.Testimoniano nella nostra Parrocchia la fedein Gesù risorto tutti quelli che si adoperanoper la vita spirituale e fisica del prossimo; isacerdoti, che nel sacramento della confes-sione dicono alle persone “va in pace e nonpeccare più” e tutti i collaboratori, chesenza misurare le fatiche, si offrono per il

bene della comunità, affinché cresca nellafede e nell’amore.La resurrezione di Gesù orienta la vita ditutti all’apertura e all’incontro dell’altro, allagioia, alla speranza. La dimensione delsacrificio per la vita, attesta la presenza diCristo operante nei cuori. La forza delloSpirito Santo investe le persone che diventa-no immagini di Cristo di cui la Chiesa èsacramento. La vita pasquale fa germogliarela speranza che non si è mai soli e che ilRisorto, il Vivente, è sempre al nostro fianco,come ha promesso.Buona Pasqua!

don Oliviero

editoriale

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APPUNTAMENTI DELLA COMUNITÁ

Orario Sante MesseFeriali Mattino ore 08.30 Cappella S.Rosario

Pomeriggio ore 17.00 Cappella S.RosarioN.B. il mercoledì pomeriggio la Santa Messa è alle 16,00 alla Villa dei Pini

Festive Sabato ore 16.00 Villa dei Pini ore 18.00 Parrocchiale

Domenica ore 08.30 Parrocchialeore 10.30 Parrocchialeore 18.00 Parrocchiale

ORARIO CONFESSIONIMezz’ora prima delle celebrazioni delle S.Messe di orarioOgni primo giovedì del mese alle ore 16,00 è presente il sacerdote forestiero

5 DOMENICA DELLE PALME - inizio dellaSettimana Santa Sante Messe con il solito orario festivoore 10.15 Benedizione dei rami di ulivo

presso il cortile della Villa deiPini, processione verso laParrocchiale e Santa Messa

6 Lunedì santoore 8.30 S.Messa in Parrocchialeore 17.00 S.Messa in Parrocchialeore 19.00 CENA DEL POVERO presso il

Centro Parrocchiale. Le offerteraccolte andranno a favoredella Villa dei Pini per l’acqui-sto di un sollevatore attivo

7 Martedì santoore 8.30 S.Messa in Parrocchialeore 17.00 S.Messa in Parrocchialeore 20.30 Celebrazione penitenziale e

Confessioni pasquali per giova-ni e adulti

8 Mercoledì SantoIn mattinata Confessioni pasquali per gliospiti della Villa dei Pini

ore 8.30 S.Messa in Parrocchialeore 16.00 S.Messa alla Villa dei Pini

9 Giovedì Santoore 8.00 Recita dell'Ufficio di Lettura e

di Lodiore 14.30 E’ presente un confessore fore-

stiero fino alle 18.00ore 16.00 S.Messa alla Villa dei Piniore 17.00 S.Messa per i ragazzi

in Parrocchiale (riconsegnadei salvadanai quaresimali)

ore 20.30 S. Messa nella Cena del Signore

10 Venerdì Santoore 8.00 Recita dell'Ufficio di Lettura e

di Lodiore 14.30 E’ presente un confessore fore-

stiero fino alle 18.00ore 15.00 Ricordo della morte di Gesù per

ragazzi e anzianiore 20.30 AZIONE LITURGICA NELLA

PASSIONE DEL SIGNOREN.B. Oggi è giorno di astinenza e di digiuno

11 Sabato santoore 8.00 Recita dell'Ufficio di Lettura e

APRILEAPRILE

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appuntamenti della comunità

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di LodiConfessioni dalle 9.00 alle 11.30 e dalle14.30 alle 19.00ore 20.30 VEGLIA PASQUALE DELLA

RISURREZIONE

12 DOMENICA - PASQUA DI RISURRE-ZIONEore 8.30 S.Messa in Parrocchialeore 9.30 S.Messa alla Villa dei Piniore 10.30 S.Messa solenne in Parrocchialeore 17.30 Canto dei Vespri e Benedizione

Eucaristicaore 18.00 S.Messa vespertina

13 Lunedì di Pasquaore 8.30 S.Messa in Parrocchialeore 10,30 S.Messa in ParrocchialeN.B. Non c’è la S.Messa delle 18.00

19 DOMENICA - seconda di PasquaS. Messe con il solito orario festivo

25 Sabatoore 15.30 Confessioni per genitori e bam-

bini di prima comunione

26 DOMENICA - terza di PasquaS. Messe con il solito orario festivoore 10.30 SANTA MESSA DI PRIMA

COMUNIONEore 16.30 Incontro del Gruppo famiglie

presso il Centro Parrocchiale

27 Lunedìore 20.30 Redazione bollettino parrocchiale

Durante il mese di Maggio, alle ore 20.30,recita del Santo Rosario secondo il calenda-rio pag. 24

1 Venerdìore 8.30 S.Messa per la Compagnia

di S. Giuseppe

ore 20.30 Inizio della recita del SantoRosario

3 DOMENICA - quarta di PasquaS. Messe con il solito orario festivo

4 Lunedìore 21.00 Incontro del Volontariato presso

l’aula S. Daniele Comboni

7 Giovedì Primo giovedì del meseIn mattinata Comunione agli anziani eammalati (primo gruppo)ore 16.00 Adorazione Eucaristica

(è presente il confessore forestiero)

8 VenerdìIn mattinata Comunione agli anziani eammalati (secondo gruppo)

9 Sabatoore 20.30 In Parrocchiale Confessione per

i Cresimandi, genitori e padrini

10 DOMENICA - quinta di PasquaS. Messe con il solito orario festivoore 10.30 SOLENNE CELEBRAZIONE

DELLE SANTE CRESIME

16 Sabatoore 20.30 Festa della mamma presso l’au-

ditorium

17 DOMENICA - sesta di PasquaS. Messe con il solito orario festivo

24 DOMENICA SOLENNITÁ DELL’ASCEN-SIONE DEL SIGNORES. Messe con il solito orario festivo

MMAAGGIOGGIO

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SCELTE PASTORALI

26. I misteri nella liturgia della parola Rimane da dire una parola sui protagonistidella liturgia della parola: il diacono, i letto-ri, il salmista, il coro, l’assemblea. Quantoabbiamo detto è di per sé sufficiente a com-prendere l’importanza che ciascuno facciabene la sua parte. Deve compiersi un dialo-go; nessuno è solo ascoltatore, ma nessunopuò rubare agli altri la parola. Ciascunodeve intervenire con umiltà (avviene qual-cosa di più grande di noi) e consapevolezza(avviene attraverso di noi). Il lettore devedunque annunciare con chiarezza e sempli-cità. La chiarezza è fondamentale. Chiascolta deve poter capire bene quanto vieneannunciato. Per questo non vanno bene ilettori improvvisati; chi legge, se vuole leg-gere bene, dando il senso corretto alle paro-le e il ritmo corretto alle frasi, deve conosce-re bene il testo, averlo letto più volte a vocealta, articolando i suoni. Deve sapere, il let-tore, che Dio parla all’assemblea attraversola sua voce; ma questo richiede necessaria-mente che l’assemblea capisca quanto vieneletto. Ci vorranno anche buoni impianti didiffusione del suono; ma ci vuole, anzitutto,la voce del lettore stesso. Un’avvertenza.

Qualcuno potrebbe pensare che, siccome èDio stesso che parla attraverso la voce dellettore, la lettura debba avere qualcosa dienfatico che ne sottolinei la forza. È vero ilcontrario. Ogni enfasi attira l’attenzione sullettore che diventa in qualche modo attore.Ma nella liturgia della parola il lettore è solo

CHIESA IN CAMMINO

Lettera Pastorale 2008-2009

La Parola di Dionella vita della comunità cristiana

Riprendiamo la pubblicazione integrale della lettera pastorale del Vescovo Monariripartendo dal paragrafo 26 del terzo capitolo.

La redazione

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strumento; quindi deve essere evitata accu-ratamente ogni drammatizzazione impro-pria perché appaia in tutto il suo splendorela parola stessa.

27. L’assemblea Una breve osservazione anche sull’assem-blea. Non c’è bisogno che dica l’importanzadella sua partecipazione. Il fatto che sianosolo poche parole quelle che l’assembleapronuncia non significa che siano parolepoco importanti. Basta un “sì” nella celebra-zione del matrimonio per impegnare tutta lavita! E quando l’assemblea proclama di averascoltato il Signore, evidentemente con que-sta parola si compromette, si lega. Così biso-gna insegnare all’assemblea a seguire laliturgia della parola ascoltando (non leggen-do le letture sul foglietto). Il motivo è che lalettura è personale (ciascuno legge sul suofoglietto, col suo ritmo di lettura) mentrel’ascolto è comunitario (tutti ascoltano l’uni-ca parola che viene proclamata). Ora, sicco-me lo scopo della liturgia della parola (e ditutta la liturgia) è quello di formare un unicopopolo, non ha evidentemente senso checiascuno legga per conto suo. È invecepieno di significato che tutta l’assemblea,dopo aver ascoltato, esprima la sua adesio-ne unanime alla parola udita.

28. Gli altri elementi della celebrazione Dobbiamo, infine, ricordare il valore di tuttigli elementi materiali che vogliono esprime-re l’importanza di quanto sta avvenendo. Lacura dell’ambone, anzitutto. Dev’essere inuna posizione visibile e deve presentarsicon la bellezza che compete alla parola diDio; il fatto stesso che il lettore o il diaconosi rechi all’ambone per annunciare la paroladice che questa non è una parola come le

altre; è parola che viene annunciata non inun luogo qualsiasi, ma in un luogo preciso,preparato proprio per il Signore stesso cheparla. Secondo: il libro. La tradizione dellaChiesa conosce i legionari e gli evangeliari:libri fatti con particolare cura, che manife-stano anche esternamente il valore dellaparola che contengono. Dobbiamo valoriz-zare questo elemento, piccolo, esterno, maprezioso. Mai quindi, si legga da un fogliet-to volante. La scelta del libro da cui leggeresarebbe irrilevante se si trattasse di trasmet-tere semplicemente il contenuto intellettua-le di un testo di letteratura o di filosofia. Manon è questo che avviene nella liturgia dellaparola. Quella che viene annunciata è laparola di Dio e il lettore che l’annuncia è, inquel momento, “bocca di Dio”. La qualitàdel libro da cui si legge serve a richiamarequesta dimensione. L’incenso. Nelle cele-brazioni più solenni viene usato anche l’in-censo e non per caso. L’incenso nasconde erivela nello stesso tempo; manifesta chesiamo di fronte a un’esperienza che ci supe-ra: da una parte vediamo e ascoltiamo, manello stesso tempo quello che accade è piùdi quanto gli occhi possano registrare o gliorecchi percepire. La nube dell’incensoallude al mistero. Nello stesso tempo l’in-censo avvolge di profumo l’ambone e illibro del lettore. C’è un profumo che defini-sce la conoscenza di Dio e del suo Figlio(2Cor 2,14). Naturalmente le cose cheabbiamo detto descrivono una celebrazionesolenne. Capisco che non tutti i giorni sipossa fare una celebrazione così. Ma èimportante anzitutto che ci siano occasioninelle quali la liturgia viene celebrata colmassimo di chiarezza e di forza; e che,negli altri casi, si abbia sempre davanti quelsignificato pieno che la liturgia contiene. In

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questo modo anche gli aggiustamenti saran-no fatti saggiamente, in modo cioè da nonalterare il senso vero di quanto accade ma direnderlo trasparente.

29. L’omelia Della liturgia della parola fanno parte anchel’omelia del celebrante e la professione difede. Sottolineo solo che lo scopo dell’ome-lia è rendere la partecipazione alla liturgiapiù attiva e consapevole. L’omelia non èun’interruzione del corso della Messa perinsegnare qualcosa; è invece un elementointegrante della Messa stessa che permettedi vivere con massimo di attualità quantoviene proclamato. Arte del predicatoresarebbe riuscire a unire in modo armonicola parola che è stata annunciata con la litur-gia che si celebra e con l’assemblea concre-ta che è presente. Un’omelia è “riuscita”quando ha aiutato l’assemblea a celebrarebene; e celebrare bene significa lasciare chela propria vita concreta – famiglia, lavoro,amicizia, pensieri, desideri, decisioni… -venga toccata dal mistero di Cristo e ne escarinnovata, convertita. L’omelia non è un pre-testo per combattere le proprie battaglie per-sonali o per esporre i propri intelligentipunti di vista; è invece il compito di faremergere l’attualità di quanto è stato procla-mato e coinvolgere l’assemblea in quantoviene celebrato. Da qui l’importanza dellafedeltà alla celebrazione, alle letture, all’as-semblea. Vi chiedo anche, con umiltà, difare sì che le omelie aprano alla speranza.Deve avvenire quanto sant’Agostino ponevacome obiettivo del catechista chiamato adannunciare ai principianti il cuore del van-gelo: “Attraverso l’annuncio della salvezza ilmondo intero ascoltando creda, credendosperi, sperando ami” (de CathechizandisRudibus 4,8; cfr DV 1 = EV 872). Sono con-

vinto che le “tirate” contro i presenti sonocontroproducenti o perlomeno inutili. E nes-suno deve avere l’impressione che stiamostrumentalizzando l’omelia per promuoveree ottenere qualcosa che sta a cuore a noi.Quando questo avviene, l’ombra ricade nonsolo sul predicatore ma sulla liturgia stessache ne esce svilita. Dobbiamo poter direcome san Paolo: “Noi fungiamo da amba-sciatori per Cristo… Vi supplichiamo innome di Cristo…” (2Cor 5,20). Questo sup-pone che il predicatore abbia il “pensiero diCristo” (1Cor 2,16) e non sia mosso da altriinteressi che lui: “Per me, infatti, il vivere èCristo” (Fil 1,21). In concreto, mi sembra siaimportante che l’omelia venga apprezzata ecapita nel suo grande valore. Mi piacerebbe,ad esempio, che una piccola omelia – di treminuti – accompagnasse la celebrazione

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quotidiana della Messa e che l’omelia delladomenica – di dodici minuti – fosse prepa-rata accuratamente. Non posso che compia-cermi con quei preti – e sono un certonumero – che cominciano il lunedì a legge-re le letture della domenica successiva e chepoco alla volta durante la settimana raccol-gono il materiale che deve confluire nel-l’omelia. Hanno sempre insegnato che perparlare efficacemente bisogna avere qualco-sa da dire; poi dirlo con chiarezza; e, unavolta detto, tacere. Credo che la regola siadatti benissimo anche all’omelia: deveavere qualcosa da comunicare, essere chia-ra, non trascinarsi inutilmente in fiumi diparole. Per raggiungere questo obiettivohanno valore anche quegli incontri nei qualipreti e laici preparano insieme il materialedell’omelia.

30. La catechesi e i catechisti A questo punto andrebbe inserito il riferi-mento alla catechesi e ai catechisti. Non c’èdubbio, infatti, che tocchi proprio alla cate-chesi familiarizzare le nuove generazionicon il testo biblico, introdurre alle strutturefondamentali della storia della salvezza cioèdel rapporto di Dio con noi, trasmettere icontenuti essenziali della fede a partire dallaSacra Scrittura. Di fatto, però, questo lavoroè già descritto e proposto egregiamente nelprogetto della ICFR che la nostra diocesi si èdata come impegno primario. Non posso,dunque, che rimandare ai testi che illustranoe guidano questa proposta invitando tutti icatechisti ad approfondirli e soprattutto adattuarli nel loro prezioso servizio.

31. Esercizi e ritiri spirituali Desidero solo accostare al lavoro della cate-chesi in genere la proposta di momenti par-ticolari di approfondimento e di preghiera:

gli esercizi spirituali e le giornate di preghie-ra. Di per sé gli “Esercizi Spirituali” cosìcome li ha pensati sant’Ignazio di Lodolasono un periodo prolungato (quattro setti-mane) di riflessione, preghiera, dialogo spi-rituale, per giungere a discernere la propriavocazione, quello che il Signore si attendeda noi. E avremmo proprio bisogno di risco-prire e offrire di nuovo questa opportunità. Èraro, infatti, che un ragazzo abbia il tempo ela tranquillità necessari per interrogarsiseriamente sulla sua vocazione e cioè sulmodo migliore per lui di realizzare la voca-zione al dono di sé, all’amore, al servizio diDio. Quand’anche nascesse il desiderio didonarsi al Signore, le mille attrattive e possi-bilità che il mondo d’oggi offre sono capacidi “distrarre” l’attenzione in modo che ilseme non giunge a maturazione. Per questodobbiamo offrire corsi di esercizi spirituali,momenti prolungati di silenzio, ascolto, pre-ghiera; e non c’è modo migliore di farlo cheaccostando alcuni testi biblici. È anzituttoattraverso il testo biblico, infatti, che si strut-tura il dialogo di Dio con gli uomini: “NeiLibri Sacri, infatti, il Padre che è nei cieliviene con molta amorevolezza incontro aisuoi figli e discorre con essi; nella parola diDio, poi, è insita tanta efficacia e potenza,da essere sostegno e vigore della Chiesa, eper i figli della Chiesa saldezza della fede,cibo dell’anima, sorgente pura e perennedella vita spirituale” (DV 21 = EV 904).Proporre la lettura e meditazione di un testobiblico significa proporre una parola auten-tica di Dio a noi e quindi significa imposta-re quel dialogo di fede, amicizia e amore incui consiste l’esistenza cristiana stessa.Bisognerà dunque offrire numerosi corsi diesercizi spirituali ai giovani per aiutarli aimpostare la loro vita come dialogo amicalecon Dio e riconoscere le scelte fondamenta-

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li di vita come “vocazione” in senso pieno.Nello stesso modo desidero che, soprattuttoin alcuni momenti dell’anno liturgico, sianoofferte giornate di riflessione e di preghiera(ritiri spirituali), per ritrovare l’equilibrio spi-rituale della propria vita. Anche in questocaso l’ideale è proporre alcuni testi biblici (oun libro della Bibbia) come inizio di un dia-logo di fede e di una revisione di vita.

32. I gruppi biblici di lettura e di preghieraGrazie, a Dio, sono diffusi in diocesi i grup-pi di lettura e di preghiera del vangelo; alcu-ne persone si trovano in una casa privata,leggono un brano di vangelo, lo commenta-no con libertà e pregano a partire dallaparola ascoltata. Sono una delle nuoveforme di evangelizzazione e di catechesiche si stanno diffondendo. Non posso chericonoscere in questi gruppi una grande spe-ranza per la Chiesa. Che alcuni cristiani cer-chino un contatto regolare con la parola diDio, che lo facciano insieme ad altri, cheaccompagnino questo ascolto con una pre-ghiera spontanea è cosa più che buona.Desidero quindi solo che questi gruppi sidiffondano e che vengano proposti a tutti.Aggiungo solo qualche osservazione chespero non sia inutile. La prima è che i grup-pi di vangelo richiedono il servizio di unanimatore, una guida, che sia preparato siadal punto di vista biblico, sia dal punto divista della dinamica di gruppo. Se non c’èun animatore attento e preparato difficil-mente i gruppi resistono nel tempo. Pocoalla volta, infatti, si cominciano a ripetere lestesse osservazioni e si ha l’impressione dinon aver niente di nuovo da dire.L’animatore deve essere capace di cogliere edi esprimere le caratteristiche proprie diogni testo; deve sapere rispondere alledomande immediate di tipo letterario e sto-

rico che inevitabilmente sorgono; devesaper guidare il gruppo in modo da solleci-tare gli interventi, da evitare le discussioniinutili, da mantenere un clima di accoglien-za reciproca. È importante, infatti, per ilbuon funzionamento del gruppo, che non cisi lasci prendere dall’impulso di contestarele riflessioni degli altri, di affermare le pro-prie come uniche e vere, di ottenere piccoli“successi” e riconoscimenti. Lo scopo diquesti gruppi, infatti, non è quello di defini-re il significato preciso di un brano (a questobisogno rispondono meglio le sessioni distudio), me di illuminare l’esperienza di fedecon la luce della parola. L’unico confinepreciso da riconoscere e accettare è quellodella fede della Chiesa entro la quele simuove la fede di ciascuno. È proprio questala funzione del “simbolo” (il “credo”, la pro-fessione di fede): permettere di riconoscerequella fede personale che sta all’internodella fede della Chiesa e quella che invecese ne allontana. Questo questa comunione ègarantita, i cammini personali possono esse-re diversi e dobbiamo imparare ad ascoltar-ci e apprezzarci a vicenda.

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Brescia 22 gennaio 2009

Care sorelle, cari fratelli,Il Santo Padremi ha chiamato al servizio dellaDiocesi di Bergamo. Ho risposto sì,

con la convinzione che in quella parola simanifesti la Parola del Signore. Altri motivinon ne conosco. Ho vissuto tra voi e con voisotto il segno di una Grazia meravigliosa:l’amore della mia carissima famiglia, l’ami-cizia e l’affetto di tantissimi, la fraternitàsacerdotale a cominciare dagli anni delSeminario, le esperienze pastorali appassio-nanti nelle parrocchie di S.Giulio alVillaggio Sereno e in Cattedrale, al Centropastorale Paolo VI e all’Ufficio Famiglia, e inquesti ultimi anni in una collaborazionesempre più stretta con il Vescovo, fino acondividerne il ministero e in parte laresponsabilità. Grazie dal profondo alVescovo Giulio che mi ha chiamato e ordi-nato, come un padre; al Vescovo Lucianoche mi ha accolto accanto a lui con la forzache il suo abbraccio poderoso trasmette, alVescovo Vigilio Mario che mi ha introdottoal compito nel quale gli sono succeduto, alcarissimo Vescovo Bruno che ha segnato glianni della mia crescita sacerdotale, a tutti iVescovi bresciani. Grazie ai miei confratel-li: con loro ho condiviso la collaborazionepiù intensa con i Vescovi, grazie ai sacerdo-ti della Curia diocesana, al Consiglio epi-scopale, a tutto il personale laico dellaCuria e degli organismi diocesani.Ma in questo momento la riconoscenzastraripa come una piena: troppi sono i volti

di sacerdoti, religiosi e religiose, consacratie consacrate che hanno segnato la mia vita,quasi che io viva di ciascuno di loro. Chepossiate percepire questo grazie rivolto pro-priamente e personalmente a ciascuno. Evoi, donne e uomini, i laici della nostragrande Chiesa bresciana: mi sono appassio-nato alla vostra vita e alla vostra vocazionespeciale per la trasformazione evangelicadella storia e della città di tutti. Senza faticaho amato le famiglie, i giovani, le istituzio-ni, le associazioni e i movimenti, il volonta-riato, le persone chiamate a responsabilitàdelicate nel lavoro, nella società, nella poli-tica, nell’informazione; ho amato i più pic-coli e i più deboli e tutti coloro che ancoracon generosità mirabile e determinazionenon sconfitta si dedicano a chi attende aiutoe comprensione. E’ un grazie non affidatoalla potenza della voce, ma alla delicatezzadel cuore e alla grandezza della Grazia diDio che ha manifestato la sua benevolenzasu di me incarnandola nell’amore che miavete portato e ancora mi portate. Pregate per me nella mia nuova missione: ioprego per voi.Con profondo affetto, invoco per ciascunola Benedizione del Signore.

† Francesco, vescovo

Lettera del Vescovo Francesco Beschialla Diocesi di Brescia

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Comunicato stampa della Curiaper la nomina del Vicario Generale e del nuovo Consiglio Episcopale

Canonizzazione di don Arcangelo Tadini

“Si comunica che il Vescovo di Brescia,Mons. Luciano Monari, ha nominato comenuovo Vicario Generale mons. GianfrancoMascher, già vicario episcopale e direttoredel Centro Paolo VI, che verrà affiancato daDon Cesare Polvara, parroco di S. AngelaMerici, quale provicario generale con dele-ga per le Unità Pastorali.Il Vescovo ha esplicitato e motivato questascelta in una Lettera alla Diocesi del 9marzo 2009 in cui ha deciso “per la distin-zione tra vicario generale e provicario. Ilmio intento, però, è di costruire rapporti dicollaborazione e corresponsabilità tra tutti e

tre (io e i due “vicari”) nella guida dellaDiocesi”.

Vicario Generale - DonGianfranco Mascher è nato aGargnano il 21 marzo 1944;ordinato a Brescia il 14 giugno1969.

Provicario - Don CesarePolvara è nato a Gavardo l’8dicembre 1951; ordinato aBrescia 12 giugno 1976.

Don Arcangelo Tadini, sacerdote bresciano,vissuto tra il 1846 e il 1912, è una figura chesi staglia limpida e affascinante. Uomointraprendente, prete autentico, fondatoredell’ordine delle suore Operaie, ha intrec-ciato sapientemente rischio e fede, amoreper gli uomini e amore per Dio, austerità etenerezza.Verrà canonizzato il giorno 26aprile 2009.Don Tadini è uno di noi!Uno di noi, quando, molto presto la matti-na, percorre le vie del paese e il suo passorisuona come sveglia per chi si prepara adiniziare una giornata di lavoro. Tutti sannoche quel sacerdote, innamorato di Dio edell’uomo, porterà nella preghiera la vita ele fatiche della sua gente.Uno di noi, quando raccoglie le lacrimedelle mamme preoccupate per la precarietà

del lavoro deifigli, quandosogna, progetta ecostruisce lafilanda per leragazze delpaese, perchépossano riscopri-re la loro dignitàdi donne.Uno di noi,quando inventala famiglia dellesuore Operaie, donne consacrate che, neiluoghi di lavoro, siano testimoni di unAmore più grande nella semplice quotidia-nità della vita. E dal Paradiso ora ti sorride eti accompagna il Santo della quotidianità…

Don Tadini, uno di noi!

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VITA DELLA PARROCCHIA

I Incontro mercoledì 4/3/09: “Sii fedelefino alla morte e ti darò la corona dellavita”, relatore sr. Virginia Beretta.L’Auditorium ben gremito delle scuolemedie di Villa ha fatto da cornice al primodei quattro appuntamenti interparrocchialidi preparazione alla Pasqua 2009. Relatoredell’incontro è stata sr. Virginia Beretta,sorella della “più famosa” Santa GiannaBeretta Molla, beatificata il 24 aprile 1994da Papa Giovanni Paolo II in virtù del suoestremo atto di amore nei confronti dellafiglia che portava in grembo (al momentodel parto, tra la scelta di salvare sé stessa odi dare la vita alla bambina a cui stava perdare alla luce, non esitò nel dire “Non sal-vate me ma il bambino che è in me”, e conquesto accettò serenamente la morte pur didare la vita alla futura figlia, ndr).L’incontro con sr. Virginia ha fatto luce sinda subito su un fatto inconfutabile e cioèche il gesto che ha portato alla santità dellasorella non è stato affatto un gesto “casuale”ma è stato certamente il culmine di una vitatrascorsa “in santità”. Per dirla con terminicinematografici, per chi non ha avuto la for-tuna di conoscerla, il finale è sembrato esse-re “ad effetto” mentre per chi l’ha conosciu-ta da vicino, non c’è stata sorpresa perchéda Gianna ci si poteva attendere un “finale”così.Questa santità Santa Gianna, l’ha ricevutain dono principalmente dai suoi genitori,

che sr. Virginia non ha esitato a definire“santi genitori”, per tutto il bene che sonoriusciti a trasmettere nel corso della loro esi-stenza sia a loro (Virginia e Gianna erano ledue sorelle più piccole) che agli altri 11 fra-telli e sorelle (in tutto 13 figli).Nel corso della sua vita, Gianna ha sempreavvertito la presenza divina ed ha cercato difarla propria per trasmetterla agli uomini.Già quando era membro di AC era solitaesortare chi la ascoltava dicendo “bisognadare del divino agli uomini ma per farlo ènecessario possedere Dio”.Nel corso della sua vita terrena, Gianna silaureò nel 1949 in Medicina e Chirurgia edin qualità di medico amava sottolinearecome fosse fondamentale, nell’eserciziodella professione, dare cura sia al corpo cheall’anima dei propri pazienti: “Noi mediciabbiamo la fortuna di toccare Gesù nelcorpo dei nostri pazienti, siano essi giovanio vecchi, più o meno malati”.Sempre alla ricerca di quale fosse la volon-tà divina nei suoi confronti, all’età di 33anni, Gianna incontra Pietro Molla, di ottoanni più vecchio di lei, con cui si fidanza epoi convola a nozze. Spesso distanti tra loroper motivi di lavoro, Gianna e Pietro, si ten-gono “vicini” intessendo un fitto rapportoepistolare (ricordiamo che erano gli annisessanta e non c’era internet, non c’erano itelefonini, non c’era la posta elettronica). In circa sei anni e mezzo di matrimonio,

Incontri quaresimali interparrocchiali 2009

Tutti partecipano dell’unico pane” è stato il tema scelto come argomento base degli incon-tri quaresimali interparrocchiali di quest’anno.Per chi non ha avuto la possibilità di pren-dervi parte, ed anche per chi vi ha partecipato, proponiamo di seguito il riassunto dei quat-

tro incontri di marzo: un’occasione di meditazione e riflessione per tutti in vista della Pasquaormai imminente.

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Gianna ha 6 gravidanze da cui nasceranno4 figli mentre 2 si perderanno per strada pervolontà divina; i primi tre figli nascono nel1956, nel 1957 e nel 1959 mentre l’ultimagravidanza nel 1962 – quella di GiannaEmanuela – le sarà fatale.In Gianna e Pietro era grande il desiderio dicostituire una famiglia numerosa, anchedopo il terzo figlio, ma nel corso del secon-do mese di gravidanza del quarto figlio,Gianna si accorge della presenza di unfibroma benigno ed in quanto medico sirende conto della gravità della situazione.Le soluzioni al suo problema potrebberoessere l’interruzione di gravidanza – a cuidice no, oppure l’asportazione dell’utero – acui dice nuovamente no -. Così come è con-sapevole del fatto che una frattura dell’uteroal quinto mese di gravidanza o al momentodel parto le potrebbero essere fatali.Ma Gianna è decisa nel voler portare a ter-mine la sua gravidanza fino alla fine senzainterruzione così come è ferma e decisa nel-l’affrontare il dolore e il valore della soffe-renza fino alla fine, scelta che accetteràserenamente pur di dare la vita alla bambi-na portata in grembo, Gianna Emanuela,che verrà alla luce il giorno del SabatoSanto della Pasqua 1962; una settimana piùtardi, Gianna troverà invece la morte nelletto della sua casa di Ponte Nuovo diMagenta (MI) dopo aver ripetuto più volte“Gesù ti amo”.Il crocifisso della sorella sr. Virginia e la pre-ghiera sono gli strumenti a cui Gianna siaffida prima di essere chiamata alla vitaeterna; la scelta finale di Gianna è figlia delsuo cammino di fedeltà al Signore affronta-to nel corso della sua vita.Gianna Beretta Molla è stata definita la“Santa della quotidianità”; come si dicevaall’inizio, la sua grandezza sta nel fatto di

aver resa propri i principi di santità a lei tra-smessi dai suo genitori e di averli “cavalca-ti” fino alla fine.Per concludere, possiamo tenere in eviden-za queste semplici ma preziose regole a cuiGianna ha fatto riferimento nel corso dellasua vita, ed alle quali hanno fatto pure rife-rimento i figli e il marito Pietro tuttora viven-te a 97 anni: conoscere la volontà di Dio perpoterla mettere in pratica; amare il Signoree farlo amare agli altri e dagli altri; vivere ingrazia di Dio; rispettare e onorare la vitaperché la vita è innanzitutto sacra.

II Incontro mercoledì 11/3/09: “Sia dunqueche mangiate, sia che beviate, sia che fac-ciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per lagloria di Dio”, relatore Luigi Amicone.

Il secondo appuntamento quaresimale haavuto come relatore il giornalista e scrittoreLuigi Amicone, 52 anni, direttore della rivi-sta Tempi, già corrispondente estero per il

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Santa Maria Beretta Molla

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settimanale “Il Sabato” verso la fine deglianni 80 inizio anni 90, testimone del cosid-detto “giornalismo viaggiato” che lo ha por-tato a girare l’Europa dell’Est prima e dopola caduta del muro di Berlino, la Croazia ela Serbia negli anni della guerra nell’exJugoslavia, tra i primi giornalisti ad entrare aBaghdad e Bassora in Iraq e testimone diancora tanti altri eventi bellici, ospite diinnumerevoli programmi tv e dibattiti televi-sivi e non.Partendo, quindi, da alcuni suoi ricordilegati ad un viaggio compiuto in Turchiaqualche anno addietro, proprio sulle traccedi S.Paolo, ha preso il via la conferenza,che, anche in questa occasione, si è tenutapresso l’auditorium delle scuole medie diVilla.Il cristianesimo ha bisogno di rinasceredalla carne, non si deve cristallizzare altri-menti corre il rischio di essere travolto dallastessa massa cristallizzata che si è creatoattorno a sé: questo è sembrato un po’ iltema di fondo che ha aperto e chiuso laserata.Indipendentemente dalle proprie convinzio-ni religiose è innegabile che ciò che con-traddistingue l’uomo dagli animali è laragione e non appena un essere umano rag-giunge un’età che gli permetta di pensare eragionare ad alta voce, prima o poi si faquesta domanda “Io cosa sono?”.Forse se lo è chiesto anche Paolo, quandocirca duemila anni fa decise di seguire lastrada di Gesù Cristo e cominciò a diffonde-re il cristianesimo; fa spavento sapere oggiche a distanza di tanti anni, nei luoghi in cuiè sbocciato il cristianesimo (Antiochia e laTurchia), oggi di cristiani ne sono rimastiben pochi (circa 80.000 persone) e di cri-stianesimo sono rimaste pochissime tracce.Forse questo si giustifica con lo stesso para-

dosso di Dio che chiama a seguirlo Paolo,un personaggio che in qualità di guardianodella legge, fino ad un momento primaaveva anche lui contribuito ad ammazzarechissà quanti cristiani. Nonostante questepremesse dobbiamo però considerare il cri-stianesimo come un movimento che portain sé la buona vita; nei cristiani non c’ènegatività ma c’è positività; se stiamo aguardare le guerre che sono in atto in que-sto momento nel mondo possiamo afferma-re che là dove i cristiani sono perseguitatinon lo sono solo loro, ma sono perseguitatigli uomini.Dio però ci ha dato tutto ma è nostro dove-re cercare il significato di tutte le cose;anche ai giorni nostri. Paradossalmente, diquesti tempi in cui si parla di caso Englaro,di embrioni, di testamento biologico equant’altro, assistiamo a prese di posizionedi correnti all’interno della Chiesa, che stri-dono con il pensiero del Santo Padre: catto-lici che pensano con pensieri non cattolici.Quasi ci ritroviamo con le stesse afferma-zioni di Paolo VI di svariati lustri fa in cui

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“L’Istituzione della cena del Signore”di Cinzia Bevilacqua

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affermava: “Il vero problema della Chiesa èpiù lo zolfo che viene dall’interno che quel-lo che viene dall’esterno”. Dobbiamo avereil coraggio di ritrovare Gesù, perché laChiesa oggi deve tornare ad essere il popo-lo che segue Gesù con la garanzia del Papa.Si discute di morte sui temi della vita; sem-bra di assistere alla vittoria positiva diNietzsche, ma va ricordato che Nietzsche èmorto pazzo. Nelle cose che facciamo nonc’è più il gusto della realtà , non c’è più ilsacrificio: è il gusto che vince e che decide.S. Paolo scrive “fatelo per la gloria dellaverità” e se guardiamo bene, sembra divedere la Chiesa “straniera” nel mondo,anche se invece è lì a guardia della realtà, aprotezione dell’umanità qualsiasi essa sia.Ognuno di noi deve lottare per la verità edeve battersi per lavorare seriamente, nelpieno rispetto di tutti i fattori che caratteriz-zano il proprio lavoro. Bisogna avere lacapacità di capire e la necessità di parago-nare i fatti con la propria esperienza. Unadelle abitudini più diffuse dei giorni nostrisembra sia la ricerca delle giustificazioni piùassurde pur di non prendersi delle responsa-bilità quando invece si dovrebbe tenderealla lealtà verso i fattori della vita. Cercare laverità di tutte le cose conviene affinché lavita dell’aldiqua sia più buona.Come detto all’inizio, l’incontro è terminatocon la sessione di domande da parte delpubblico intervenuto che ha abbracciatoargomenti di estrema attualità: la vicendaEluana, il testamento biologico, gli embrio-ni e le cellule staminali, il significato delvolontariato in tempi in cui le vocazionisacerdotali stanno sempre più scomparen-do, come capire o intuire se i figli stannofrequentando le “giuste” amicizie o si stan-no smarrendo.

III Incontro mercoledì 18/3/09: “E io vimostrerò una via migliore di tutte: Inno allacarità”, relatore S.E. Mons. Luciano Monarivescovo di Brescia.

“… Siamo usciti da quest’incontro, arricchi-ti di molto, sia nello Spirito che nella Fede”.Con queste parole, terminava l’anno scorsola relazione sul primo incontro diQuaresima (“Venite e vedrete”, ndr) tenutodal nostro vescovo, S.E. Mons. LucianoMonari.A poco più di tredici mesi di distanza, pos-siamo dire, senza ombra di dubbio, chequesta esperienza si è ripetuta. Mons.Monari, in questo suo secondo appunta-mento nella nostra comunità, ha dato conti-nuità al suo messaggio della Quaresima2008, parlando “a braccio” per poco menodi un’ora sull’Inno alla carità di S.Paolo,davanti ad un folto ed attento pubblico.Introdotto dal “padrone di casa” DonOliviero (dato che questo terzo incontro si ètenuto presso la nostra chiesa parrocchiale)e circondato dagli ennesimi nuovi capola-vori della nostra pittrice Cinzia Bevilacqua,che hanno reso ancora più solenne l’appun-tamento, Mons. Monari ha cominciato lasua relazione dando uno spaccato di quellache era la comunità di Corinto ai tempi diPaolo: una comunità ricca di doni, di fervo-re e di fede a cui Paolo stesso era moltolegato. Una città “cosmopolita” come sidirebbe ai giorni nostri, dove però il caos dimolte piccole sette e tanti predicatori lafanno da padrone senza che si realizzi unasola comunità in Cristo.Alcuni fedeli, addirittura, pregano e vannoquasi in estasi, non parlano più la linguadegli uomini ma quella degli angeli; esconofuori di sé ed usano termini divini per espri-mersi.

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Ma vediamo nello specifico che cosa silegge al capitolo 13 della prima lettera diS.Paolo ai Corinti.“Se anche parlassi le lingue degli uomini edegli angeli, ma non avessi la carità, sonocome un bronzo che risuona o come uncembalo che tintinna”.Se non c’è la carità, il parlare in lingua è unqualcosa di vuoto.“E se avessi il dono della profezia e cono-scessi tutti i misteri e tutta la scienza, e pos-sedessi la pienezza della fede, così da tra-sportare le montagne, ma non avessi la cari-tà, non sono nulla”.E’ più importante la profezia della parola,perché, quando parla il profeta, si ascoltaDio, perché la parola di Dio edifica lacomunità. Ma se possedessi tanta fede daessere in grado di spostare le montagne checosa mi spingerebbe a profetizzare? Se nonè la carità a generare quello che fai, nonconta assolutamente niente.“E se anche distribuissi tutte le mie sostanzee dessi il mio corpo per essere bruciato, manon avessi la carità, niente mi giova”.Possiamo anche compiere dei gesti genero-si, ma se non è l’amore che ci spinge a com-portarci in questo modo, anche queste azio-ni non servono a niente. Ma in fondo “fare le cose per amore” cosavuol dire? Per spiegarlo, mons. Monari, citaS. Agostino quando si sofferma a parlare delcomportamento di un mercante di schiaviche agli occhi della gente “trattava bene isuoi schiavi”; il comportamento di per sé èbuono ma cela un fine ultimo del mercante:il mercante tratta bene i suoi schiavi perchéli sta portando al mercato a vendere, non litratta bene perché li ama, ma semplicemen-te perché trattandoli bene e facendoli appa-rire ben tenuti, nutriti ed in forze potrà trar-re un profitto maggiore dalla loro vendita.

Quindi, in questo caso, il comportamentopuò essere buono, ma non lo è per amore,perché è un comportamento buono, ma perinteresse. A volte l’apparenza inganna equindi dobbiamo essere capaci di intenderequando dietro un apparente comportamen-to buono si cela, invece, qualche altro inte-resse della persona.In questo Inno alla carità, di fatto, Paolo usaquattordici avverbi per descrivere il com-portamento dell’amore; di questi avverbi,due sono positivi e i restanti dodici negativima analizziamoli in dettaglio.La carità è paziente, cioè cerca di sopporta-re. L’amore è pazienza e la pazienza equiva-le all’amore con il vestito di tutti i giorni. Percapire questo passaggio, il vescovo usal’esempio del fulmine e della terra: se cadeun fulmine a terra, per la legge della fisica,se il fulmine cade in uno spazio aperto ten-derà a disperdersi verso il terreno circostan-te; se invece il fulmine cade su un indivi-duo, quindi in uno spazio infinitamente piùpiccolo, l’individuo resterà elettrizzato; cosìè il cuore dell’uomo: se il cuore è meschinosi elettrizza subito, se invece il cuore è gran-

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“Le armi del Cristiano”di Cinzia Bevilacqua

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de, non si lascia elettrizzare così facilmente.La carità è benevole: significa che l’amorenon è severo; la severità dell’amore è prov-visoria; di fronte ad un’ingiustizia l’amorepuò essere severo ma reagisce. L’ira di Diodura un istante, la misericordia di Dio inve-ce dura tutta la vita.La carità non è invidiosa: non c’è invidianell’amore e questo vuol dire che l’amore sapiangere con chi piange e sa ridere con chigioisce mentre nell’invidia è il contrario: c’èchi ride del pianto o delle disgrazie altrui ec’è chi non è felice per le gioie altrui.La carità non si vanta: l’amore non è vanito-so, cioè l’amore non ha sempre in bocca ilsuo “io”. Non si gonfia d’orgoglio: nongioca sull’apparire, siccome è piccolo vuolapparire grande oppure siccome è debolevuole apparire forte; non riconosco i mieilimiti ed allora faccio di tutto per apparire ilcontrario di quello che sono (sono “nano”ed allora mi faccio “gigante”).Non manca di rispetto la carità: l’amorequando parla ed agisce sa tenere contodegli altri, cioè è attento a non ferire l’altroe la sua sensibilità.La carità non cerca il proprio interesse: vuoldire che l’amore è disinteressato e questopunto lo si capisce meglio se lo si legge neltesto originale di Paolo, cioè prima della tra-duzione: “Non cerca quello che è suo”, valea dire l’amore è disinteressato perchédimentica il proprio orgoglio, la propriaapparenza ed ogni proprietà.Non si adira la carità: l’ira talvolta rappre-senta la percezione che un nostro diritto siastato calpestato ma se si cerca di dare unamotivazione o una giustificazione allanostra ira significa che qualcosa è statodeformato; l’aspetto del “mio e dell’io” fini-sce col prevalere sulla ricerca della verità.La carità non tiene conto del male ricevuto:

vuol dire che l’amore, se ha ricevuto un’of-fesa, “non se la lega al dito”; non ha sete divendetta, non aspetta che passi il cadaveredel nemico per farsi giustizia a modo suo.Per definizione si è tenuti a pensare che“l’amore è cieco”; per Paolo non è così,anzi è il contrario, perché l’amore ci vedemolto bene e tende alla verità sempre.Non gode dell’ingiustizia la carità: il nostroegoismo, in molti casi, tende ad alterare ilsignificato delle cose; molte volte ci capitadi schierarci da una parte o dall’altra (sipensi solo per fare un esempio alla politica)e molte volte si è portati a pensare in questitermini: se una cosa, o un gesto, o un com-portamento sono fatti dalla mia parte trovosempre i motivi per giustificarli; se invece lastessa cosa viene attuata da chi non la pensacome me, o sta dalla parte opposta alla mia,ne trovo subito i difetti (visione soggettiva).L’amore invece è oggettivo perché se c’è delbene in un comportamento o in un atteggia-mento è in grado di riconoscerlo, indipen-dentemente da dove esso arrivi.La carità è irriducibile: cioè l’amore non silascia avvilire dagli insuccessi, dagli ostaco-li, dalle ingiustizie: può cadere ma sa sem-pre rialzarsi. L’amore nasce dal cuore e nondalle circostanze perché se così fosse, se lecircostanze fossero ostili allora l’amoremorirebbe ed invece vediamo che ciò nonsuccede.Da questo punto in avanti si apre la terzaparte dell’Inno alla carità di S.Paolo ossia ilpasso migliore dal punto di vista letterarioche comincia con un’affermazione maesto-sa: “La carità non avrà mai fine”; e questasottolineatura si avvalora ancor di più quan-do la carità stessa è accostata alla fede e allasperanza: su tutte e tre è la carità a vincere.La profezia è uno strumento fondamentaleper edificare la comunità, ma la grandezza

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della profezia cesserà quando si troverà fac-cia a faccia con Dio; non ci sono profeti inParadiso, i profeti svaniscono al cospetto diDio perché come diceva S.Tommaso rife-rendosi a sé stesso “tutta la mia teologia èroba da bruciare rispetto alla vista di Dio”.“Quand’ero bambino, parlavo da bambino,pensavo da bambino, ragionavo da bambi-no. Ma, divenuto uomo, ciò che era dabambino, l’ho abbandonato.” Cosa ci vuoledire S.Paolo? Un atteggiamento da bambinova bene finchè si è bambini, quando sidiventa adulti e si mantengono ancora atteg-giamenti puerili è chiaro che c’è qualcosache non va in noi. Lo stesso discorso valeper la nostra conoscenza di Dio: è impor-tante, anzi importantissima ma ci rendere-mo conto che non servirà più a niente quan-do ci ritroveremo al cospetto di Dio, perchétutto passa eccetto l’amore perché l’amore“è da Dio”.Quindi passeranno le lingue, passerà laconoscenza ma l’amore no, quello resterà;la conoscenza rimane in questo mondo ter-reno non entra nel regno di Dio, la carità,l’amore invece sì. Non conta compieremiracoli, non conta avere conoscenzaanche divina, la sostanza è l’amore perchél’amore è il metro di misura della vita del-l’uomo e quindi va applicato ad ogni com-portamento umano.Dobbiamo imparare ad amare ogni ambitodella nostra vita perché l’amore è un’arte ècome svolgere una professione che si impa-ra giorno per giorno ascoltando, compren-dendo, purificando i propri sentimenti, conquel tanto di umiltà che ci permetta di rico-noscere senza timore i nostri limiti ed inostri difetti.Anche nel lavoro dobbiamo metterci amoreperché il lavoro ha la sua quota-parte di sof-ferenza, di fatica e quindi necessita di

amore; se svolgiamo il nostro lavoro inmodo onesto, daremo un contributo allavita di tutti.E lo stesso contributo d’amore lo possiamodare nell’ambito della famiglia; se viviamouna situazione di disagio, se qualcuno deinostri cari sta male, abbiamo il dovere ditrasmettergli amore, di accompagnarlo, disorreggerlo, di aiutarlo, di fargli capire chesiamo al suo fianco, che non è solo, che puòcontare sul nostro aiuto, sul nostro affetto,sul nostro sostegno, sul nostro amore.Mons. Monari, prima del consueto momen-to di dibattito finale, ha concluso facendoriferimento a quella che è la premessa

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“1 Corinzi, 13”di Cinzia Bevilacqua

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dell’Inno alla carità, nella prima lettera aiCorinzi: “Aspirate ai carismi più grandi! E iovi mostrerò una via migliore!”; cioè, S.Paolo ci ricorda che la via più sublime perarrivare a Dio è una strada che si apre all’in-finito fino a Dio stesso.La meta finale si chiama Dio, ma per arrivar-vi non conta quanta strada si deve fare, maconta come si percorre questa strada; l’im-portante è non smarrirsi ma confrontarsisempre con la parola amore.

IV Incontro lunedì 23/3/09: “Io ritenniinfatti di non sapere altro in mezzo a voi senon Gesù Cristo”, relatore padre BernardoCervellera – P.I.M.E. - AsiaNews.

L’ultimo appuntamento degli incontri quare-simali 2009 ha avuto come ospite-relatorepadre Bernardo Cervellera, missionarioP.I.M.E. e direttore del periodico Asianews,giornalista e profondo conoscitore dellerealtà cristiane presenti nel Medio edEstremo Oriente: Libano, Siria, Iran, Irak,India, Cambogia, Vietnam e Cina sono soloalcuni dei paesi in cui ha potuto raccoglieredirettamente “sul campo” le informazioni inquesti anni.In particolare, nell’incontro tenutosi ancorauna volta presso l’auditorium delle scuolemedie di Villa, padre Cervellera, ha concen-trato la sua attenzione sulla situazione deicristiani cattolici in India, alla luce anchedei recenti episodi di intolleranza religiosada parte di estremisti induisti, e su quella deicristiani cattolici cinesi, vessati invece dalleautorità politiche.Prendendo spunto dalla data del 24 marzo,che per il mondo cattolico rappresenta ilgiorno in cui si celebra la Giornata deiMartiri per la Chiesa, padre Cervellera hasottolineato come il martirio rappresenti il

desiderio di comunicare ai non-cristiani lafede in Gesù Cristo cioè la strada attraversola quale l’uomo può dare tutto sé stesso eritrovare la sua dignità.Purtroppo, nel suo girovagare per il mondo,più volte padre Cervellera si è venuto a tro-vare di fronte a situazioni estreme in cuitestimoniare la Chiesa fino in fondo ha por-tato al sacrificio ultimo del martirio; sebbe-ne il martirio si compia con la fine di una opiù vite umane, bisogna considerare chequesto atto di sacrificio aiuta la Chiesa avivere e di riflesso aiuta anche la società incui esso si consuma.Guardando agli spiacevoli fatti di sangueverificatisi negli ultimi tempi nella città enella provincia indiana di Orissa, veniamo aconoscenza che più di 500 cattolici sonostati investiti dalla furia omicida scatenatasidalle frange più estreme dell’integralismoinduista.Si è cercato di classificare questa “furiacieca” come una guerra di religione ma sesiamo attenti lettori delle vicende cristianescopriamo che, nel caso dell’India, non sipuò parlare di “colonialismo cristiano” datoche il cristianesimo in India, era già presen-te con S. Tommaso negli stessi tempi in cuiS. Paolo predicava in Turchia, duemila annior sono.La violenza che si scatena dagli integralistiindù non è diretta solo ed esclusivamentecontro i cristiani ma è mirata semplicemen-te contro le persone che fanno del bene e traqueste ci sono anche i cristiani; questasituazione non è altro che il mistero diCristo che accetta di subire la violenza degliuomini pur di salvare il mondo.Per quanto attiene all’India va consideratoqual è il tessuto sociale di questa nazione,assai composito ma basato sulla gerarchiainduista delle caste che prevede una sorta di

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“aristocrazia” anche nei rapporti col divino.Coloro che per nobiltà di casta si sentonopiù vicini al divino, non devono in alcunmodo toccare quelli delle caste più basse,perché così facendo perderebbero la loropossibilità di avvicinarsi al divino; eccospiegato perché vi possano essere dellecaste “inferiori” o addirittura vi possanoessere degli individui “classificati” comeintoccabili (paria) a cui non è concesso diessere riconosciuti come esseri umani (undetto bengalese dice infatti che essi “valgo-no meno di una mosca”).La fede in Cristo rivaluta, specialmente tra leclassi meno abbienti e meno degne di con-siderazione, la consapevolezza di esseredelle persone ed è per questo che il cristia-nesimo assume un significato rivoluziona-rio: ridà dignità e coscienza a uomini aiquali, per volontà di altri esseri umani, que-sto diritto fondamentale era negato. Di fattoaltera l’ordine precostituito della gerarchiadelle classi, muta la società, ed è quindi perquesto che viene osteggiato, anche col san-gue dagli integralisti induisti.Diversa invece è la situazione dei cristianicattolici in Cina; mentre in India, come si èvisto, sono le diverse credenze religiose acontrastare la diffusione del cattolicesimo,in Cina invece è lo Stato, identificato nelpartito comunista, ad osteggiare da semprela diffusione della fede cattolica.Esistono due Chiese cattoliche in Cina:quella “ufficiale”, riconosciuta dal partito,che deve soggiacere inesorabilmente alledecisioni politiche del partito centraleanche in materia di religione e quella “sot-terranea, non riconosciuta”, che cerca diliberarsi da questo masso opprimente, daquesta assenza del diritto alla religione. Ilpartito teme che la religione diventi la stra-da dove si coagulano tutte le insofferenzesociali, tutte le umiliazioni, tutte le negazio-ni dei diritti base dell’uomo. Ma perché ilgoverno e quindi il partito temono tanto la

Chiesa? Perché nella Chiesa cattolica l’uo-mo ha dei diritti inalienabili che non dipen-dono dal volere del partito; lo stato si devemettere al secondo posto, dietro la Chiesa equesto per il partito è “inconcepibile”. Nonostante queste premesse e nonostantele persecuzioni si calcola comunque che inCina ci siano circa 150.000 battesimi dinuovi cristiani all’anno; una goccia d’acquarispetto al mare di persone che vivono inCina, ma la forza del cristianesimo staanche nella novità della dignità della perso-na che esso porta, nella novità dell’amoregratuito che è proprio del cristianesimo eche si contrappone al crudo materialismoche invece è proprio del confucianesimo,assai radicato in Cina.Per concludere, negli anni si è assistito adun cambiamento del tessuto sociale di colo-ro che si sono avvicinati al cristianesimo;nel passato si andava diffondendo più facil-mente tra la gente rurale, nelle campagne,presso i ceti in un certo senso più bassi.Negli ultimi tempi invece la tendenza èquella che si stia diffondendo maggiormen-te tra il ceto medio, tra gli universitari, tra ipiccoli imprenditori; è come se si stesse dif-fondendo tra queste persone l’idea che l’uo-mo ha valore di per sé stesso e cioè che nonè lo Stato che deve stabilire quale sia il valo-re dell’uomo.Come nei precedenti appuntamenti, anchel’incontro con padre Cervellera è terminatocon il consueto dibattito che è servito perapprofondire alcuni aspetti della religioneinduista, ha toccato i temi dell’irrisolta que-stione israelo-palestinese e si è conclusocon un accenno all’importanza dell’infor-mazione (“è sempre meglio dire che tace-re”, questo è il motto di padre Cervellera) esull’attenzione che ognuno di noi deveporre quando viene bombardato di notizie(capacità di filtrare sia la notizia che lafonte).

Stefano

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Nel mese di Maggio la primavera entranel pieno del suo fulgore e la dolcez-za del clima suscita in ciascuno di

noi la voglia di stare all’aria aperta, di gode-re della bellezza dell’azzurro del cielo, dellosplendore del sole.Anche nel campo dello Spirito, il mese diMaggio ci offre l’opportunità di arricchirci,fortificarci, perché è “dedicato” a Maria. E’ ilperiodo favorevole per seguire con piùintensità colei che è l’Ancella del Signoreche, con il suo Si, ha accolto il Figlio di Diosulla terra e ci ha permesso di conoscerlo.Per ogni cristiano Maria è un immensodono, lei riversa continuamente il suo amorematerno su tutti noi, su tutti quelli che ricor-rono alla sua intercessione. Lei con tutta sestessa, offrendo il suo corpo come tempiodel Verbo di Dio, ha “magnificato ilSignore”. Tutti, allora, possiamo e dobbiamo“esultare nel Signore” nella nostra vita quo-tidiana, con quella spontaneità e purezzache è stata propria della Madonna.La sua testimonianza non ci deve sembrareirraggiungibile perché “chi fa la volontà delPadre” diventa madre, fratello, sorella diGesù. Chi non si è mai rivolto alla Madre diGesù per chiedere “favori”? Si ricorre allasua intercessione perchè, in quanto madre,la si sente una di noi. Ella ha vissuto nellasua carne l’atrocità del dolore come le erastato preannunciato da Simeone “a te unaspada trafiggerà l’anima” (Lc. 2,35).Maria è la via che ci conduce a Cristo;amare lei vuol dire amare Gesù; “Ella, nellaChiesa santa, occupa, dopo il Cristo, il postopiù alto e il più vicino a noi”. I cuori devo-no esplodere di indicibile gioia e ringraziareDio per averci dato una “così nobile e alta

creatura”. Una delle espressioni visibili dell’amoreverso la Madonna è costituito dalla recitadel santo Rosario, che noi volentieri recitere-mo nelle varie zone del paese.Con tale forma di preghiera, attraverso lariflessione sui vari misteri, siamo presi permano e condotti ad entrare anche noi, comelei, nel mistero della nostra fede.Con la recita di tale preghiera, spiritualmen-te, si rivive l’emozione ed il turbamento cheella provò nell’incontro con l’Angelo; risuo-na dentro di noi la dolcezza del cantoMagnificat nell’incontro con Elisabetta.Ogni madre riesce a capire la felicità prova-ta dalla Madonna nel dare alla luce il Figlioe poi la Madre, piegata dal dolore, chesenza più lacrime sta ai piedi della croce adassistere, impotente, alla morte del Frutto delsuo ventre.Lei ci fa rivivere la felicità per la risurrezionedel Figlio; l’illuminazione ricevuta ad operadello Spirito Santo. La sua assunzione fa sìche ella è sempre a noi vicina, pronta a soc-

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Maggio: mese dedicato a Maria

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correrci ad ogni nostra richiesta di aiuto,perché Maria è la nostra avvocata e senza dilei non sapremmo a chi rivolgerci.Pregare per mezzo del Rosario, allora, non èuna meccanica ripetizione di “Ave Maria”,ma l’espressione ripetuta del nostro amorefiliale verso “l’umile ancella del Signore”. Lapreghiera del Rosario diventa, quindi, una“catena dolce che ci riannoda a Dio” dellaquale abbiamo bisogno per arrivare là doveè lei: accanto al Padre, al Figlio e allo SpiritoSanto. Amiamo dunque la Madonna con tutte lenostre forze, con tutto il nostro essere perpotere prorompere nel saluto che era solitorivolgerle Francesco d’Assisi:

“Ave, Signora santa regina,santa Madre di Dio, Maria,che sei vergine fatta Chiesa,ed eletta dal santissimo Padre Celeste,che ti ha consacratainsieme col santissimo suo Figlio dilettoe con lo Spirito Santo Paraclito;tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia eogni bene.Ave, suo palazzo,ave, suo tabernacolo,ave, sua casa.Ave, suo vestimento,ave, sua ancella,ave, sua Madre”.

don Oliviero

1 Venerdi Oratorio4 Lunedì Via Verdi (Palazzina Laura)5 Martedì Cortile interno via Bagozzi6 Mercoledì Via Marconi (Complesso le

Ville)7 Giovedì Via dei Mille (Corte S.Rocco)8 Venerdì Via Canossi (Villaggio nuovo al n.7)11 Lunedì Via Trento (presso Famiglia

Mazzoldi) 12 Martedì Via XXV Aprile (nuova corte)13 Mercoledì Via XX Settembre (cortile

Case Fanfani)14 Giovedì Pellegrinaggio Parrocchiale

al Santuario Madonna dellaGuardia (Tortona) conRosario in Via Lazio (Cortileinterno tra i due condomini)

15 Venerdì Via Murri (Condominio Stella)18 Lunedì Via Tito Speri n.4

19 Martedì Via Manzoni (CortileFamiglia Mantovani)

20 Mercoledì Via Monte Rosa (Cortile Trebeschi)

21 Giovedì Via Trafilerie (Cortile Pintossi-Benedetti)

22 Venerdì Presso la R.S.D. “Firmo Tomaso”25 Lunedì Via Bagozzi (Condominio

Marika)26 Martedì Via Pergolone n.14-1627 Mercoledì Via Gramsci (Cortile interno n.29)28 Giovedì Presso il Cortile della Villa

dei Pini29 Venerdì Pellegrinaggio interparroc-

chiale al Santuario dellaMadonna del Benaco aToscolano

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Calendario e luogo degli incontri per la recita del S.Rosario

(ogni sera alle ore 20,30)

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Villa, 27 febbraio 09

Carissimi genitori,in chiesa, da molteDomeniche (… troppe?), i primi ban-chi appositamente riservati ai bambi-

ni rimangono vuoti! L’aver tristemente con-statato nel corso dei mesi, il ripetersi siste-matico di questa “tendenza”, ha spinto noisacerdoti a interrogarci e a riflettere. Il feno-meno in questione, tra l’altro, non si limitaall’omissione della frequentazione della S.Messa (assolutamente necessaria!! Non stia-mo parlando di devozioncine accessorie)ma investe in modo altrettanto significativola scarsissima partecipazione agli incontriorganizzati per voi durante l’anno (tre oquattro al massimo, in tutto l’arco dell’an-no!). Tale fenomeno si configura oramaicome consolidata situazione di fatto, ogget-tivamente posta dinanzi agli occhi di tutti.Ma dove risiedono i motivi di questo vostropreciso comportamento? Per quale motivo èpossibile rilevare con piacere la generosa,bella adesione di genitori e ragazzi alle sud-dette iniziative e, contemporaneamente,l’assenza spiacevole di tanti altri?La celebrazione eucaristica ha un valoreinfinito, poiché è un’azione di Gesù Cristostesso… pertanto non staremo a negoziareopinioni (perché sarebbe ridicolo) sui vari“secondo me” relativi al valore dellaMessa… ricordiamo anche l’opportunità(fondata su criteri ragionevoli) di frequentarela S. Messa nella propria Parrocchia, e lacontinuità tra la partecipazione alla Messadomenicale ed il catechismo settimanale (inalcune Parrocchie, infatti, come saprete, ilcatechismo si fa di Domenica mattina, aridosso dell’Eucarestia).

Gli incontri della Domenica pomeriggioinvece sono ovviamente suscettibili di criti-ca e valutazione personale: possono esseremigliorati e confezionati in modo più accat-tivante, non vi è dubbio; tuttavia, siamosicuri che sono sufficientemente dignitosicirca i contenuti e capaci di offrire, nelmodesto spazio di circa 75 minuti, un’occa-sione propizia per accogliere idee, spuntiutili (o per lo meno interessanti), impararequalcosa di nuovo, interagire con personedel proprio paese su argomenti decisamentenobili. Ci preme farvi presente che se, dauna parte, possono essere pertinenti le moti-vazioni per cui avete scelto e deciso di nonpartecipare agli incontri, dall’altra, sonoaltrettanto valide quelle che vorremmosegnalarvi affinché propendiate per esserci!Innanzitutto l’arricchimento personale alivello cognitivo; poi, la crescita personale ecollettiva che scaturisce necessariamente,sotto l’azione della Grazia divina, dal con-fronto sereno e aperto dei partecipanti suquestioni molto più importanti delle soliteche, pur degne, si masticano al bar; poi l’esi-genza di sostanziare la scelta che avete fattodi mandare i vostri figli a catechismo (chesenso ha? E’ per superstizione? E se è peraltro motivo, da cosa si vede?); infine, perl’esempio che date: i ragazzi non imparanoil dovere morale di andare a Messa perchéglielo intimate in forza della vostra autorità,bensì acquisiscono il bisogno spirituale dellarelazione con Dio, in virtù di quanto hannovisto e capito da chi è più grande di loro, ecostituisce il loro modello preferenziale,ossia voi genitori, in atteggiamento di fede. Ivostri figli hanno bisogno di esempi, di con-dividere con la propria famiglia la gita, i

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Lettera aperta a tutti i genitori

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pasti, la scuola ma anche e soprattutto lescelte di vita, i criteri per costruirle. Sembravoglia passare l’idea che la “fede” sia unacosa da bambini, che si “impara” da piccoli(giusto per ricevere i sacramenti!) ma chepoi per la vita “vera” non serva proprio aniente!!!!

Con queste brevi e semplici note, rinnovan-do ancora la fiducia in voi, vi auguriamobuona Quaresima, con l’auspicio di vedercipresto.

don Oliviero e don PierluigiIl Consiglio Pastorale

I Catechisti

In data 26 febbraio 2009 si è tenuta la sedu-ta del Consiglio Pastorale Parrocchiale con iseguenti punti all’ordine del giorno:

Aggiornamenti sul nuovo oratorio Il tecnico incaricato ha integrato la presenta-zione effettuata durante il CPP del25/09/2008 con un riepilogo dei costi relati-vi al progetto del nuovo oratorio. Il parrocointende posare la prima pietra durante laprossima Settimana pastorale. Il ConsiglioComunale ha intanto approvato la varianteal piano regolatore vigente che permette diedificare la nuova struttura con le distanzeindicate nel progetto.

Proposte in vista della Settimana pastoraledi settembre Gli incontri della Settimana pastorale avran-no come tema l’Oratorio. Cosa significa“fare oratorio” e l’importanza della suavalenza educativa, riconosciuta anche dallalegge italiana.

Varie ed eventualiIl curato richiama l’attenzione del consigliosul problema della mancanza dei bambinialla S. Messa domenicale delle ore 10.30.Anche gli incontri organizzati per i genitoridei ragazzi che frequentano il catechismosono scarsamente partecipati, a differenzadegli incontri del nuovo percorso di inizia-zione cristiana. Il CPP sottoscrive una letteraaperta preparata dal curato e dalle catechisteche analizza il problema e che sarà trasmes-sa a tutti i genitori dei ragazzi del catechi-smo.Il parroco propone che la S. Messa delle ore10.30 sia preparata da un gruppo del cate-chismo e sottolinea l’importanza della conti-nuità che deve esserci tra il catechismo e laS. Messa festiva. Non si tratta, infatti, di duemomenti distinti.

Roberto

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Consiglio Pastorale Parrocchiale

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Dando un’occhiata alla variegata com-posizione dei nostri abbonati, abbia-mo provato ad estrapolare qualche

informazione in più e così siamo riusciti atracciare un “profilo geografico” dei nostriaffezionati lettori. Come già indicato nelprimo numero di quest’anno, il numerodegli abbonati si è consolidato da qualcheanno sopra quota 800 molto prossimo aquota 850. Ovviamente, circa il 95% degliabbonati è residente a Villa, mentre il 5%restante è sparso un po’ nel resto della pro-vincia, un po’ in tutta Italia, fino ad arrivarenelle due Americhe (sia quella settentrionaleche quella meridionale). Per quanto riguardal’ambito locale, oltre a Villa, abbiamo abbo-nati anche nelle altre frazioni del paese(Cailina, Carcina e Cogozzo), mentre buttan-do lo sguardo “oltre il Mella” abbiamo qual-che abbonato nella confinante Sarezzo.Se invece prendiamo in considerazione laprovincia, notiamo che la diffusione territo-riale del nostro bollettino, partendo daBrescia – dove abbiamo una mezza dozzinadi abbonati – si estende “in lungo e inlargo”; infatti “La Torre di Villa” viene letta inriva ai due principali laghi bresciani (ad Iseo,sull’omonimo lago, ed a Padenghe sulGarda), viene letta in Valcamonica (a Darfoed ad Angolo), si sfoglia pure sia verso ovest(Chiari e Capriolo) che verso est (Ciliverghe,Montichiari e Lonato), mentre verso sud,passa da Bagnolo Mella prima di arrivare aRemedello, al confine con la provincia diCremona. “La Torre di Villa” non si fermasolo in provincia, e si spinge fino a Palosco(BG), Bergamo città e Milano; restando alNord, una copia arriva pure in Piemonte aVercelli, mentre un paio di copie vanno in

Emilia Romagna: nel parmense aSalsomaggiore e a S.Secondo Parmense, edun altro paio di numeri nel reggiano, aReggio città e a Sabbione. Ma la corsa delnostro bollettino non si ferma neanche difronte agli Appennini e così scende fino aFiesole, sulle colline che circondanoFirenze, ma arriva anche nelle Marche aFermo, che a dispetto del nome, è il punto dipartenza per raggiungere le ultime due metedella Torre di Villa in Italia: una copia arrivafino a Roma, la città eterna, mentre un’altracopia fa ancora più strada e scende fino inCalabria, per raggiungere Nicastro, in pro-vincia di Catanzaro. Le ultime tre copieinvece fanno strade ancora più lunghe primadi essere lette; una vola da Villa a New Yorknegli Usa e quindi compie un tragitto dicirca 6.700 km; le altre due si spingonoancora più lontano (sopra i 10.000 km) edarrivano nell’America del Sud, in Venezuelaa S.Felix ed in Bolivia a Villa Montes. Fino almese scorso, il nostro bollettino si spingevafino al cuore dell’Africa, nella RepubblicaCentrafricana, poi essendo rientrata suorRosa da Bozoum in Italia, abbiamo un con-tinente in meno tra i nostri lettori ….Non c’è che dire, di strada ne ha fatta parec-chia il nostro bollettino, dal monte Palossoalle montagne sudamericane, passando perle prealpi, i laghi, la pianura padana e gliAppennini; la nostra speranza è che continuia farla anche per il futuro, se non sarà possi-bile raggiungere nuovi continenti, ci “accon-tenteremo” di raggiungere nuovi lettori,all’ombra della nostra amata Torre, qui aVilla.

La Redazione

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La Torre di Villa:il bollettino “eroe” dei due mondi

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L’angolo dellagenerosità

OFFERTE IN OCCASIONE DELLECELEBRAZIONI

FEBBRAIO 2009Matrimoni 300,00

MARZO 2009Funerali 250,00Battesimi 40,00

PER DIVERSE CIRCOSTANZE

Offerte 2° domenica gennaioper missioni saveriane 2.089,52Offerte 2° domenica febbraio per opere parrocchiali 990,63Offerte 2° domenica marzo per opere parrocchiali 1.205,70N.N. per 60° di matrimonio 20,00N.N. opere parrocchiali 45,00Dalla cassetta per opere Parrocchiali 10,98 Dal comune per concerto Natale 300,00N.N. per opere parrocchiali 20,00Dagli anziani per comunione mese febbraio e marzo 665,00Dal comune contributo per manutenzione orologio torre 486,00

PER IL NUOVO ORATORION.N. 150,00

....e delle spese

Acqua, gas, corrente, telefono 5.191,26Contributo organisti mese digennaio e febbraio 350,00Maestro coro mese dicembre 600,00F 23 rinnovo contratto affitto 35,00Abbonamento manutenzione orologio e campane per 2009 486,00Contributo alle suore per servizio alla chiesa di febbraio 100,00Sostituzione manicottomantici organo 300,00Fiori per natale 77,00Cancelleria diversa percentro Parrocchiale 147,50Libri per catechesi 123,20

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Apresto!” Editoriale di consegne.Possibilmente sobrio e chiaro. Prima,però, meglio fare un passo indietro e

procedere con ordine: nei giorni scorsinumerose persone…ma veramente tante, mihanno telefonato o incontrato per sincerarsidel mio stato di salute, dimostrando unaffetto squisito. Alcune di esse avevano sen-tito un annuncio fatto in chiesa l’8 marzo;altre, i “ricami” di strada che erano statiimmediatamente cuciti sull’annuncio, sna-turando di fatto il messaggio ufficiale e, allafine, generando versioni spesso fantasiose.In qualche altro caso, invece, le versionihanno proiettato in modo lampante il veroanimo delle pie che avevano zelantementeprovveduto a ideare i ricami, di coloro chehanno abboccato, di chi li ha diffusi. Nientedi nuovo sotto il sole, dunque: il solito sportdi sempre, tra i figli di Dio. Allora mi sem-bra onesto dire una parola chiarificatrice, diconforto, per la comunità. E non posso cheribadire, pertanto, il messaggio dato dalParroco in chiesa. Grazie a Dio, non versoassolutamente in condizioni di salute preoc-cupanti: ho qualche difficoltà all’apparatogastro-intestinale, che non sono riuscito arisolvere in questi mesi nonostante ripetutiesami e iniziali terapie. Si rende necessario(sennò non avrei mai deciso in tal senso) unperiodo di “stacco” per agevolare l’efficaciadelle cure. Tutto qui.In questa situazione, il mio “vice” è ilConsiglio Direttivo dell’Oratorio. Ciascuno,in tale organismo, ha il proprio compito e lecompetenze adeguate; insieme, in un impe-gno sinergico, penseranno, organizzerannoe attueranno le iniziative che riterrannocongeniali allo spirito e alla natura dell’ora-

torio. Don Oliviero costituirà ovviamente ilriferimento di garanzia; Barbara presiederàil CdO. Evidentemente, non sarà possibiledare spazio ai battitori liberi, a iniziativeestemporanee (di cui, solitamente, nonviene verificata a priori la pertinenza conl’ambito oratoriale), le invasioni di campo.Qualsiasi proposta dovrà passare all’esamedel CdO.Purtroppo non sarà possibile, nella prossi-

ma estate, organizzare le vacanze in monta-gna per elementari e medie. Troppo delica-to il discorso delle responsabilità e dellepresenze significative di adulti.Naturalmente avrete piena libertà di aggre-garvi ad altri gruppi parrocchiali qualoraquesti attivassero iniziative del genere.Invece si farà il grest, l’attesissimo grest, eforse con il prolungamento di una settima-na. Verrete avvisati. Piuttosto potrà accadereche gli avvisi vi raggiungano con lievi ritar-di… che qualcosa funzioni con piccoliintoppi… date le circostanze, avrete lapazienza di comprendere… I vari ambiti dell’oratorio sono guidati dapersone capaci che sanno cosa e come fare;non vi è nulla da temere. So di chiederemolto ai collaboratori e ai vari educatori,peraltro già impegnati a sufficienza… diquesto sono loro grato e riconoscente. Esicuro che potranno e vorranno esprimere leloro creative potenzialità per il bene dellegiovani generazioni…Con questa fiducia, e ancor di più con fidu-cia nella Provvidenza, vi rivolgo un cordia-le e affettuoso arrivederci a Pasqua! In alto icuori!

Vs don Pierluigi

CANTIERE ORATORIO

Edit-oratoriale

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Don Pierluigi comunica al Consiglio che sistaccherà da Villa per motivi di salute, rien-trerà per il Triduo Pasquale.Il Direttivo dell’oratorio, dice don Pierluigi,non dovrà essere solo un “eventificio” (orga-nismo che cura la realizzazione di eventi)ma dovrà sentire l’onore di assumere piùresponsabilità, ognuno nel proprio ambito.Ci sarà maggiore responsabilità di quanto cisia stata finora. Il Consiglio verrà guidato dadon Oliviero con il quale si deciderà l’ordi-ne del giorno. Il Consiglio dell’oratoriodiventa organo di riferimento imprescindibi-le, i battitori liberi devono essere allontana-ti. Tutte le iniziative e le proposte dovrannoessere vagliate e decise in consiglio.Ciascuno deve stare nel proprio campod’azione, chiedendo e ricevendo aiuto se siha bisogno, ma senza invadere gli spazi e lecompetenze altrui.Don Pierluigi riferisce che entrambi i sacer-doti hanno scelto Barbara come referente,che farà da ponte, tra don Oliviero e il con-siglio.Don Pierluigi ricorda che i momenti di festasono importanti, ma non bastano. Bisognaaffrontare il progetto educativo dell’oratorio,ragionare insieme sull’identità dell’oratorio. In un oratorio, aggiunge don Pierluigi, cidevono essere persone motivate, che creanorelazioni belle, positive, proprio perché gui-date, prima di tutto, da Gesù Cristo.Questo lavoro sul progetto dell’oratorio, sidoveva fare da tantissimo tempo, forse oranon è il momento più adatto vista la delica-tezza della situazione; se ne riparlerà neces-

sariamente al momento del rientro del cura-to o, se così non dovesse essere, con donOliviero o chi per lui.

Vengono poi esaminate le attività prossime efuture da svolgere e vengono prese leseguenti decisioni:

• Grest – i sacerdoti suggeriscono quat-tro settimane al posto di tre. Dovrannoessere presenti delle persone adulteche facciano da coordinamento e sipensa a una formazione obbligatoriaper tutti gli animatori.

• Le vacanze in montagna per quest’an-no non si faranno.

• Le altre realtà Scout, Acr, Adolescenti,Catechismo hanno già tutto organiz-zato e possono proseguire con i programmi già pianificati.

• Le chiavi del campo sportivo sonotenute da MariaRosa e da Luca; ilcampo viene affittato al costo di 50euro , previo accordo con i due referenti.

• Rogo della Vecchia - giovedì 19 marzo dopo la S. Messa delle ore20.30 - organizzatori gruppo adole-scenti per il processo, Roberto,Davide e Gianleone per la costruzio-ne del fantoccio. Simone si rendedisponibile per dare una mano.

• Festa del papà – domenica 22 marzo

Stralcio del verbale del Consiglio Direttivodell’Oratorio del giorno 08/03/2009

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– organizzatori Davide e gruppo ado-lescenti, Barbara darà una mano.

• Festa della mamma – sabato 16maggio – organizzatori MariaRosa,Bruno con altri collaboratori.

• Il torneo di pallavolo sarà dall’ 1 al26 giugno (lasciando libera una seraper eventuale festa grest) referenteRoberto Rossi.

• Il torneo di calcetto dal 29 giugno al24 luglio – referente Luca Bossini.

• AC ha il suo meeting il 25 aprile;organizzerà nel mese di maggio unaraccolta fondi per il loro progettozonale e una giornata in cui propor-ranno il lavaggio auto, concorderan-no le date con Barbara.

• Via Crucis 4 Parrocchie del 3 aprile,don Pierluigi rimanda a donOliviero la preparazione della stessa.

Barbara

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Processo e rogo alla vecchia

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Iniziazione Cristiana: secondo anno

Quando lo scorso anno iniziò il percorso diIniziazione Cristiana per adulti e bambinidella scuola primaria, aderii con scetticismocome, credo, buona parte dei genitori diret-tamente coinvolti nel nuovo progetto. Leperplessità ed i dubbi tuttavia lasciarono benpresso il posto all’interesse ed allo stupore difronte ad una così intensa ed animata parte-cipazione.Anche quest’anno, quindi, guidati dal nostroParroco Don Oliviero e da un pool di educa-trici motivate e stimolanti, abbiamo esami-nato, approfondito e discusso alcuni temidel Vangelo particolarmente significativi esempre di estrema attualità, che ci hannocostretto a soffermarci ed a confrontarci,seppure per pochi minuti, con noi stessi econ le nostre coscienze. La sempre numero-sa partecipazione dei genitori e gli argomen-ti trattati hanno già generato “buoni frutti”:infatti, il coinvolgimento diretto di papà emamme che, una volta al mese si ritrovanoal catechismo con i propri figli, non solocostituisce un “buon esempio” da seguire(particolarmente importante in questa fasedella loro crescita) ma crea un’ottima oppor-tunità per noi genitori, sempre più indaffara-ti e travolti dalla quotidianità, di riflettereuna volta in più sulla Parola di Dio, da sem-pre ascoltata ma mai sufficientementeapprofondita. Ed ogni incontro costituiscespunto di riflessione personale sui vari aspet-ti e modalità dell’essere cristiani oggi, in unasocietà che sembra voler premiare l’indivi-dualismo, l’egoismo e la furbizia piuttosto

che i veri valori sociali e cristiani dell’one-stà, del perdono, della carità e dell’altrui-smo. Ogni confronto ci arricchisce dandocila possibilità di condividere con altri genito-ri le esperienze personali di vita e di educa-zione dei figli alla luce dei precetti cristiani,consentendo ad ognuno di noi di esprimerela propria opinione su tematiche che troppospesso vengono ignorate e che invece costi-tuiscono l’essenza stessa della nostra fede.Fiducioso pertanto che questo camminoinsieme continuerà a migliorarci aiutandocia costruire un futuro migliore per noi stessi eper i nostri figli, colgo l’occasione per rin-graziare tutti coloro che ci hanno guidato inquesto percorso.

Andrea

ACR - Iniziativa di solidarietà2009: “Camper emergenza”

Ogni anno associativo, l’intera AzioneCattolica bresciana si attiva per sostenereuna situazione o un’iniziativa che necessitaaiuto nel mondo.È il Consiglio Diocesano a scegliere tra leproposte e le richieste che arrivano all’asso-ciazione. Quest’anno l’iniziativa diSolidarietà intende sollecitare le nostrecomunità a riflettere sul tema della povertà. Per il 2009 il Consiglio Diocesano ha indivi-duato come realtà da appoggiare, l’iniziativadi “Camper Emergenza”. I volontaridell’Associazione Camper Emergenza sisono sentiti interpellati a fissare lo sguardosulla strada, sui nostri fratelli che vivonosenza fissa dimora, clochard, tossicodipen-

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Notizie dai gruppi

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denti, alcolizzati, irregolari, abitanti “invisi-bili” della città.Camper Emergenza esce la sera, con ladisponibilità di incontrare coloro che vivonoper strada. L’incontro, mediato dall’offerta diprima necessità, intende dare un voltoumano all’emarginazione. Chi esce conCamper emergenza intende corrisponderealla propria necessità di esprimere una notacaratteristica del Vangelo e un diverso livel-lo di civiltà, che si fonda sul riconoscimentodella comune dignità si traduce in acco-glienza, ospitalità.Non si tratta solo di un aiuto economico, madi sensibilizzare le persone su una situazio-ne che necessita aiuto materiale, di solida-rietà e di vicinanza spirituale.Ogni parrocchia a Maggio destina un contri-buto attraverso le più disparate modalità.

Il nostro gruppo di A.C.R., come ogni anno,raccoglierà queste offerte tramite il lavaggioauto che si terrà nel piazzale dell’oratorioSabato 16 Maggio dalle ore 15.00 alle ore17.30.

Vi aspettiamo numerosi.

Gli educatori

ACG: Ci siamo!

Si, avete proprio letto bene: CI SIAMO.Siamo all’oratorio tutti i venerdì sera dalleotto e mezza in poi. Siamo un gruppo di adolescenti di primasuperiore che ha deciso di continuare il per-corso di crescita intrapreso con il catechi-smo e l’ACR parecchi anni fa e che, a diffe-renza di quanto si è abituati a pensare, nonsi è esaurito con la Cresima.Siamo lì tutti i Venerdì perché vogliamo testi-moniare con la nostra presenza che frequen-tare l’oratorio non è così male come tuttivogliono farci credere.Siamo lì perché non è vero che l’oratorionon organizza mai niente per noi!!!Ci siamo posti degli obiettivi ambiziosi esiamo certi di poterli raggiungere. Vuoi sape-re quali sono??? Allora vieni anche tu… Nonnasconderti dietro alle solite scuse… tu devistudiare (guarda che neanche noi siamosomari)… tu devi fare sport (anche noi siamoin perfetta forma)… Inoltre in questi ultimi periodi si stanno mol-tiplicando le iniziative che stiamo vivendoassieme agli altri giovani dell’ UP e sarebbeveramente un peccato non partecipare.Lascia perdere chi ti dice che è meglio starea casa a guardare il Grande Fratello; lasciaperdere chi ti dice che sei una mammolettase vai all’oratorio; lascia perdere chi cerche-rà in tutti i modi di farti cambiare idea, per-ché vedi, un piccolo segreto te lo vogliamorivelare: noi stiamo imparando a ragionarecon la nostra testa… TI ASPETTIAMO!

Gruppo 1°superiore

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Kee - Broutz al carnevale 2009

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Carnevale 2009

Poche righe lasciando spazio alle fotogra-fie… per ricordare insieme il carnevaleappena passato.Sabato, 21 febbraio, serata musicale peradolescenti e giovani con i Kee Brouz, nono-stante ci si aspettasse una maggiore parteci-pazione, è stata una serata comunque piace-vole!Domenica 22 febbraio grande sfilata per levie del paese, guidati da un pick-up addob-bato e con musica a tutto volume. Il corteoera lunghissimo, affollato sia da bambini cheda adulti, non solo di Villa ma con un bellis-simo gruppo di amici di Cogozzo. In orato-rio, poi, l’entusiasmo si è un po’ smorzatoma sono da lodare i vari gruppi e le masche-re singole che si sono messe in concorso perla maschera più originale. Nonostante iltema non fosse semplice, i “mestieri”, cisono state delle idee davvero simpatiche eartistiche.Un grazie a tutte le persone che hanno con-tribuito alla buona riuscita delle varie mani-festazioni, grazie in particolare a chi ha por-tato la merenda, a chi ha preparato contanto impegno le buonissime frittelle, a chiha guidato la sfilata, al fotografo e a tuttiquelli che hanno partecipato e si sono diver-titi.

Consiglio dell’oratorio

Giovedì Grasso

Il giorno di metà quaresima, quest’anno hacoinciso con la festa di San Giuseppe e ilricordo di tutti i papà. Diverse le iniziative

nella nostra Parrocchia: lo spiedo presso ilcentro pastorale, squisito e partecipato comesempre; la Santa Messa alle 20.30 per ricor-dare S. Giuseppe dove abbiamo pregato pertutti i nostri papà (alla quale ci si aspettavaun pochino più di partecipazione); il proces-so e il tradizionale rogo.Mi spiace se molti hanno malinteso sull’ora-rio di inizio del processo e hanno dovutoattendere più del solito, ma essendoci unafunzione in chiesa, era normale attendernela fine, cosa già comunicata nello scorsobollettino. Si è iniziato verso le 21.30, iragazzi che hanno realizzato il processosono stati bravi, veloci e divertenti. La vec-chia è bruciata in un grande falò (che hacolato di nuovo la struttura), e ci siamoriscaldati non solo con il fuoco ma con otti-mo vin brulè e thè caldo. Grazie a tutti quel-li che hanno collaborato a vario titolo ma inparticolare ai ragazzi del processo (in varimomenti autonomi), e a chi ha allestito lavecchia, in particolare il nostro Davide.

Consiglio dell’oratorio

Festa del papà 2009

Domenica 22 marzo, è stato organizzato inoratorio un pomeriggio per festeggiare tutti ipapà. Un gruppo di bambini e bambine hadeliziato tutti con due belle canzoni sulpapà, le soliste e il coro sono state veramen-te bravi. Un gruppo di adolescenti ha prepa-rato e seguito i giochi a cui hanno partecipa-to ben 18 coppie di papà e bambini, supe-rando ogni più rosea aspettativa. La giornataseppur freddina è trascorsa piacevolmente,con merenda, premi per i papà più fortunati

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Eventi in oratorio

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e una preghiera per tutti. Speriamo di averesempre maggiore partecipazione a questaspeciale giornata, all’anno prossimo!

Un papà

Festa della mamma 2009

In occasione della festa della mamma, che siterrà sabato 16 Maggio alle ore 20,00 pressol’auditorium delle scuole medie, quest’annoabbiamo deciso di riproporre “Villesi allosbaraglio”.Le iscrizioni dovranno essere effettuate entroe non oltre domenica 5 Aprile e si terrannopresso il bar dell’oratorio, dove troverete gli

appositi moduli da compilare.Martedì 7, nel salone dell’oratorio al 1°piano, chi si è iscritto si troverà con gli orga-nizzatori per creare al meglio la scaletta diesibizione, cercando nel limite del possibiledi non lasciare fuori nessuno.L’intento è quello di regalare una serata d’al-legria alle nostre magnifiche Mamme e iconcorrenti ci delizieranno con gag comi-che, canti e balli.Ulteriori dettagli li troverete sugli appositimanifesti e comunque per eventuali chiari-menti potete chiamare: Mariarosa(333.3734207) o Bruno (349.8572964).

Bruno

Come da tradizione il periodo estivo in ora-torio comincia all’insegna dello sport.

PALLAVOLOTorna il tor-neo di palla-volo, a partiredal 3 giugnofino al 26 giu-gno giuntoalla sua X edi-zione. Un tra-guardo impor-tante e sicura-mente impe-

gnativo anche per le persone che in questianni lo hanno organizzato sempre al meglio,alle quali va il nostro comunitario grazie.Quest’anno il torneo volley misto 4+2 saràriservato alla categoria “Amatori” che, comel’anno scorso, daranno sicuramente vita adun grande spettacolo non solo per chi gioca

ma anche per chi assisterà dagli spalti. Dallametà di aprile potrete trovare nelle bachechedell’oratorio tutte le informazioni necessarieper le iscrizioni, il regolamento e le personedi riferimento.In attesa di cominciare seriamente, il campodell’oratorio (previa prenotazione) è il luogoideale dove allenarsi.Vi aspettiamo!

Roberto

CALCETTOAnche quest'annotorna l'ormai consoli-dato appuntamentocon il torneo estivo dicalcetto organizzatodall'oratorio di Villain collaborazione conil CSI Or Vil. Siamogiunti alla quinta edi-

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Estate in oratorio

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zione e gli organizzatori si augurano diavere un'affluenza di squadre e di pubblicocome nelle passate edizioni. Le regole sonole classiche del calcetto e le iscrizioni sonoaperte a tutti, dai 15 ai 99 anni. Il torneo dicalcetto inizierà subito dopo quello di palla-volo ed occuperà le prime tre settimane diluglio. La data di inizio é prevista per il 29giugno. Le iscrizioni saranno aperte fino amartedì 23 giugno, serata di estrazione giro-ni. Il torneo sarà promosso nelle prossimesettimane con volantinaggio ed in oratorio sipotranno trovare i contatti ed i riferimentiper le pre-iscrizioni.

Luca

Grest 2009

Riparte l’avventura del grest estivo… tutte leinformazioni si potranno trovare in oratorionelle apposite bacheche dal mese di mag-gio, ma nel frattempo ne parliamo perché èin programma una formazione speciale pergli animatori.In questi anni tanti ragazzi, ragazze e adulti,si sono messi a disposizione dell’oratorio persostenere una attività importante come ilgrest estivo, facendo un ottimo lavoro; con-durre il grest è un impegno non indifferente,tante sono le cose da preparare e da gestire,tante le responsabilità, nulla può essereimprovvisato o lasciato al caso, la buonavolontà (anche se tanta) da sola non basta. Per questo la Parrocchia ha organizzato conl’aiuto di esperti un corso per animatori delgrest, anzi 2 corsi: uno “base” per chi hapoca esperienza e uno “avanzato” per chi hagià fatto alcuni grest.E’ importante rendersi conto che non si fini-sce mai di imparare e che di anno in anno si

può migliorare il nostro modo di fare ani-mazione e di educare. La partecipazione ai corsi è gratuita e saràassolutamente necessaria per tutti i ragazziche vogliono impegnarsi nel grest.Ragazzi, state pronti a partire con il vostrogrande entusiasmo. Per qualsiasi informazio-ne, chiedere a Barbara.

Barbara

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In questi giorni ha compiuto 90 anni lasignora Maria Nassini ved. Ballini (Marì),nata a Cogozzo di Villa il 30 marzo 1919.

La signora Marì ha ancora una sorella viven-te, Suor Stefanella, attualmente ospite nellacasa delle suore Poverelle di Cailina.Marì, dopo aver lavorato per diversi anni alcotonificio Bernocchi, nel 1945 si è sposatacon il suo “Ido“, personaggio molto cono-sciuto in paese anche per la sua grande pas-sione per lo sport (in modo particolare percalcio e ciclismo); seguiva tutti gli avveni-menti sportivi trasmessi alla radio e successi-vamente alla TV, durante le partite o gli arri-vi di tappa, si animava nelle discussionidimostrando anche competenza.La nostra Marì, rimasta vedova nel 2000, tra-scorre le sue giornate nella propria abitazio-

ne in via Tito Speri, in condizioni di salutediscrete, accudita da una badante, ma conuna mente ancora lucida - a dispetto deglianni - e ricca di ricordi.Il suo unico figlio Vladimiro, la nuora Elisa ei nipoti Claudio e Laura, abitando aGussago, la vengono a trovare di frequente.

La nostra comunità desidera partecipare aquesta gioiosa ricorrenza augurando a Marìtanta buona salute e altrettanta serenità.

Gianni

AUGURI A.....

Maria Nassini festeggia 90 anni

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Sembra che la clinica statunitense,Fertility Institutes di Los Angeles spe-cializzata in gravidanze artificiali si stia

indirizzando verso “maternità estetiche”. Inquesti giorni ha infatti offerto la possibilitàper aspiranti mamme e papà di “ordinare” ifigli come li desiderano. I futuri genitoripotranno scegliere il colore degli occhi edei capelli, ma anche il sesso del futuronascituro. La nascita del primo bambino dai tratti sele-zionati è prevista per il prossimo anno. Maancor prima del suo concepimento, le pole-miche si sono abbattute sulla clinica istitui-ta da Jeff Steinberg, pioniere della feconda-zione assistita negli anni ’70.La tecnica utilizzata è la diagnosi geneticapreimpianto (Pgd): ogni embrione ottenutoviene testato, quando è ancora in uno stadio'primitivo', prima di essere impiantato nel-l'utero. In questo modo si può selezionareun embrione sano, privo dei geni 'spia' diuna malattia trasmissibile. Ma a tale funzio-ne primaria della diagnosi preimpianto, ilfondatore della clinica Usa vuole affiancarela possibilità, per i futuri genitori, di sceglie-re i colori desiderati e addirittura il sesso delnascituro; da sottolineare il fatto che la pos-sibile selezione non verrebbe fatta, in que-sto caso, in funzione della sanità dell’em-brione, ma sulla base del sesso o dei colori. Secondo l’esperto le coppie potranno rivol-gersi alla clinica e chiedere questa tecnicaper motivi medici, ma anche estetici. Almomento si potrà richiedere l'interventoestetico solo se i test genetici degli embrio-ni avranno evidenziato anomalie cromoso-miche. La clinica, inoltre non dà garanzie

che il bimbo avrà poi effettivamente il colo-re di occhi e capelli selezionato. "Non è unastrada pericolosa, ma piuttosto una via nonancora battuta, a lungo ignorata dalla scien-za. E' il momento di tirare fuori la testa dallasabbia", sottolinea Steinberg. Cerchiamo a questo punto di capire cos’è lafecondazione assistita e visioniamo la situa-zione italiana riguardo l’argomento.L’infertilità di coppia è una condizione cheoggi affligge un elevato numero di coppie ela sua incidenza appare peraltro notevol-mente aumentata negli ultimi anni a seguitodi numerosi fattori, tra cui non ultimi, fatto-ri di ordine socio-economico che spingonoalla ricerca di una gravidanza in età semprepiù avanzata.Con il termine di infertilità di coppia siintende il mancato raggiungimento di unagravidanza dopo 12 mesi di rapporti nonprotetti e possibilmente mirati.Sulla base di tale definizione la sua inciden-za nella popolazione italiana è stata valuta-ta pari al 11.3% delle coppie di età compre-sa tra 25 e 44 anni, con incidenze percen-tuali variabili in funzione dell’età della cop-

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Bambino su misura per i futuri genitori

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pia. Le cause di infertilità possono riguarda-re sia il partner maschile che quello femmi-nile od entrambi ma nel 17% dei casi non èstato possibile riconoscere alcuna causaprecisa alla base della condizione.La fecondazione assistita o artificiale è ilprocesso col quale si attua l'unione deigameti artificialmente, come sotto la guidadel microscopio. Negli anni questa è stataoggetto di un articolato dibattito, in partico-lare relativo all'uso di alcune tecniche,come la fecondazione eterologa, che susci-tano controversie di tipo bioetico, finorarisolte dal legislatore impedendone la prati-ca in Italia (legge 40/2004). La legge defini-sce la procreazione assistita come l'insiemedegli artifici medico-chirurgici finalizzati al«favorire la soluzione dei problemi riprodut-tivi derivanti dalla sterilità o dall'infertilitàumana [...] qualora non vi siano altri meto-di efficaci per rimuovere le cause di sterilitào di infertilità». Tale concetto rimane voluta-mente ambiguo ma proprio questa ambigui-tà comporta conseguenze socioeconomicheimportanti, come per esempio il permetteredi usufruire della copertura relativa da partedel Servizio Sanitario Nazionale.All’articolo 2 poi si afferma che lo Stato pro-muove «ricerche sulle cause patologiche,psicologiche, ambientali e sociali dei feno-meni della sterilità e dell'infertilità e favori-re gli interventi necessari per rimuoverlenonché per ridurne l'incidenza», ma nelrispetto di «tutti i soggetti coinvolti, compre-so il concepito». Alle tecniche di procreazione assistita pos-sono accedere «coppie maggiorenni disesso diverso, coniugate o conviventi, in etàpotenzialmente fertile, entrambi viventi». Èvietato il ricorso a tecniche di fecondazioneeterologa (tecnica della fecondazione assi-

stita). È vietata l'eugenetica, disciplina pseu-doscientifica volta al perfezionamento dellaspecie umana attraverso lo studio, la sele-zione e la "promozione" dei caratteri fisici ementali ritenuti positivi (eugenetica positiva)e la rimozione di quelli negativi (eugeneticanegativa.)Le limitazioni introdotte dalla legge40/2004 in effetti rendono minima la possi-bilità per i medici di adattare la tecnicasecondo i casi e limitano in parte anche ilsuccesso stesso della fecondazione in vitro.Gli oppositori alla legge 40/2004 sostengo-no dunque che siano i medici e le donne,secondo i casi clinici e le proprie considera-zioni etiche, a dover e poter decidere qualitecniche adottare. Le restrizioni della legge hanno creato inItalia un fenomeno definito "turismo pro-creativo", termine che descrive la scelta, daparte di coppie la cui condizione medicanon lascia che pochissime speranze di esse-re risolta in Italia, a seguito delle restrizioniintrodotte, di rivolgersi, per aumentare lepossibilità di una gravidanza, ad ospedali estrutture sanitarie straniere ubicate in Paesicon legislazioni meno restrittive riguardoalla Fivet (Fertilizzazione In Vitro conEmbryon Transfert). Questa legge ha,comunque, permesso di avere risultati simi-li agli altri paesi riducendo il numero degliembrioni congelati abbandonati e facendodiminuire il numero di casi di "sindrome daiperstimolazione ovarica”.Dopo questa breve e sicuramente non esau-riente spiegazione riguardante la feconda-zione assistita, vediamo cos’è il PGD, ovve-ro la diagnosi genetica preimpianto cheviene usata dal Fertility Institutes, per motiviestetici e non per gli effettivi motivi per cuiquesta prassi è nata.

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Le coppie che hanno un figlio o un membrodella famiglia con una malattia ereditaria esono esse stesse ad alto rischio, hanno avutoa disposizione nel recente passato leseguenti alternative per ridurre il rischio: 1. Astenersi dall'avere bambini e optare perun'adozione; 2. Accettare il rischio; 3. Optare per l’uso di tecniche di procrea-zione medicalmente assistita (PMA) utiliz-zando ovociti di un donatore;4. Sottoporsi a diagnosi prenatale.La diagnosi prenatale (villocentesi o amnio-centesi) permette l’identificazione di ano-malie genetiche, entro le prime 10-16 setti-mane di gravidanza, in coppie a rischio ditrasmettere una malattia genetica alla prole.Entrambe queste procedure prevedono ilcampionamento di cellule fetali, dalle qualiverrà estratto il DNA per effettuare l’analisidi mutazione di specifici geni e/o la deter-minazione del cariotipo fetale.Sebbene le tecniche di diagnosi prenatalerappresentino oggi delle procedure d’usocomune per la diagnosi di anomalie geneti-che a livello fetale, nel caso in cui verràindividuato un feto malato, le coppie che vifanno ricorso avranno come alternativa lascelta di proseguire la gravidanza o l’inter-ruzione terapeutica. I dati statistici, infatti,dimostrano che molte coppie a rischiogenetico sono costrette ad affrontare ripetu-te interruzioni di gravidanza prima di poteravere un bambino sano. Quindi, la possibi-lità di una scelta alternativa alla diagnosiprenatale risulta di grande utilità per questecoppie, evitando loro il ricorso all’abortoterapeutico.La Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD)rappresenta una nuova metodologia, com-plementare alle tecniche di diagnosi prena-

tale, che permette di identificare la presen-za di malattie genetiche o di alterazioni cro-mosomiche in embrioni in fasi molto preco-ci di sviluppo, generati in vitro da coppie aelevato rischio riproduttivo, prima del loroimpianto in utero. La PGD, quindi, permet-te di realizzare un importante traguardo,che è quello di evitare il ricorso all’abortoterapeutico, spesso devastante dal punto divista psicologico, e non sempre accettatodal punto di vista etico/morale.I pazienti che richiedono l’accesso alle tec-niche di diagnosi preimpianto inizierannoun trattamento di procreazione medical-mente assistita (PMA) che permetterà ilrecupero di ovociti da fertilizzare con glispermatozoi paterni. Una volta che si è otte-nuta la fertilizzazione, dagli embrioni aiprimi stadi di sviluppo (giorni 3), si preleve-ranno una o due cellule il cui DNA saràanalizzato in maniera specifica, in relazioneal tipo di malattia genetica da diagnosticare.Gli embrioni che risulteranno non affettidalla patologia genetica, si potranno dun-que trasferire in utero ed ottenere così unagravidanza senza la specifica malattia.Lo sviluppo delle conoscenze sul genomaumano, con l’identificazione di nuovi genicoinvolti nell’insorgenza di malattie eredita-rie, unitamente all’avanzamento della tec-nologia strumentale, ha notevolmente este-so il campo di applicazione della PGD.Dal primo caso di PGD di fibrosi cistica ese-guito nel 1992, le strategie diagnostiche sisono evolute notevolmente, e di conseguen-za si è avuta una consistente crescita delnumero di malattie alle quali è stata appli-cata la PGD. Ad oggi esistono protocollidiagnostici per oltre 120 malattie. La Chiesa riguardo a questo argomento hauna visione ben chiara, infatti, essa abolisce

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la fecondazione assistita sia omologa cheeterologa, “vieta” l’eliminazione volontariadegli embrioni nel contesto delle tecnichedi fecondazione in vitro, non consente lavariante della fecondazione in vitro (Icsi),non è d’accordo al congelamento diembrioni, al congelamento di ovociti, allariduzione embrionale, ha forti dubbi sulladiagnosi pre-implantatoria per le evidentiricadute eugenetiche, dice no anche alleforme di intercezione (spirale e pillola delgiorno dopo) e contragestazione (Ru 486)che “rientrano nel peccato di aborto e sonogravemente immorali”, no alle proposteterapeutiche che comportano la manipola-zione dell’embrione o del patrimonio gene-tico umano, no alla clonazione, no ai tenta-tivi di ibridazione, no all’uso delle stamina-li embrionali a fini di ricerca, no all’uso perla ricerca di “materiale biologico” umano diorigine illecita, cioè embrioni o linee cellu-lari che sono “il risultato di un interventoillecito contro la vita o l’integrità fisica del-l’essere umano”. Il Vaticano osserva inoltrecon preoccupazione che “sono sempre piùfrequenti i casi in cui coppie non steriliricorrono alle tecniche di procreazione arti-ficiale con l’unico scopo di poter operareuna selezione genetica dei loro figli” eesprime forti dubbi sulla “tecnica del trasfe-rimento multiplo degli embrioni. Le tecni-che di fecondazione in vitro in realtà vengo-no accettate perché si presuppone che l’em-brione non meriti un pieno rispetto, per ilfatto che entra in concorrenza con un desi-derio da soddisfare”. Tuttavia, dopo averricordato che la Chiesa è spesso accusata diporre “divieti” e dire molti “no”, si affermache “dietro ogni ‘no’ rifulge, nella fatica deldiscernimento tra il bene e il male, un gran-de ’sì’ al riconoscimento della dignità e del

valore inalienabili di ogni singolo e irripeti-bile essere umano chiamato all’esistenza”.Nel campo della procreazione assistita“sono lecite tutte le tecniche che rispettanoil diritto alla vita e all’integrità fisica di ogniessere umano, l’unità del matrimonio, checomporta il reciproco rispetto del diritto deiconiugi a diventare padre e madre soltantol’uno attraverso l’altro e i valori specifica-mente umani della sessualità, che esigonoche la procreazione di una persona umanadebba essere perseguita come il frutto del-l’atto coniugale specifico dell’amore tra glisposi”.Dovremmo fermarci e chiederci se siamoralmente ed eticamente ma anche mate-rialmente giusto “mandare in pensione Dio”e scegliere le caratteristiche del nostro bam-bino; se sia giusto andare contro la naturadella vita dell’uomo e decidere noi, forseper estetica, forse per egoismo.Dovremmo chiederci se vogliamo un bam-bino per provare l’emozione dei nove mesidi maternità o se vogliamo un bambinod’amare, pensando che ci sono moltissimibambini che non hanno la fortuna d’essereamati da genitori, ma che potrebbero averlase solo tralasciassimo il nostro egoismo.Dovremmo chiederci se crediamo o menoalla vita, alla natura, alla fantastica e magi-ca esperienza di guardare un bambino negliocchi (indipendentemente dalle sue caratte-ristiche fisiche) ed amarlo.Dovremmo chiederci se è giusto precluderela bellezza del vivere e sentirsi vivo a unbambino, pensando solo a noi e non a ciòche lui desidererebbe visto che Qualcunogli ha permesso di formarsi e nascere perquello che è.

Hopeful

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Rimanete fermi e saldi nella fede, nonpermettete a nessuno di portarvi lonta-no da quella speranza che è vostra dal

giorno in cui avete ascoltato, comprenden-dolo, l’annuncio del Vangelo, di cui ioPAOLO, sono il suo servitore (lettera aicolossesi)”.

Questa breve frase è una sorte di promemo-ria da tenere nel portafoglio come una voltasi custodivano le immaginette dei santi. Inessa si parla di speranza che è lo spazio vita-le di qualsiasi esistenza in assenza dellaquale, specie se protratta nel tempo, non c’èspazio, aria, ossigeno per vivere. Ma qui siparla di una speranza data, avuta, ricevuta:l’annuncio del Vangelo l’ha generata, nonuna speranza umana, ma semmai speranzainnestata nell’umano. Non speranza datauna volta per tutte ma da comprendere, dacoltivare, perché il vangelo è un libro chenon si può leggere in una sera, “ascoltato ecompreso”. Lavoro di anni, di dedizione edi ricerca che parte da un libro e continuaassiduamente per farlo diventare pensieropersonale e condiviso. Diventa luogo del-l’incontro e dello scambio con coloro checondividono la stessa grazia; diventa comu-nità cristiana, parrocchia, chiesa. Su di essosi edifica la famiglia. Come famiglia mi rife-risco al nucleo fondamentale e di partenza,alla coppia, a coloro che l’hanno pensata edesiderata. I figli sono doni, ma come in pre-stito. Loro dovranno patire la tribolazionedella conferma (o della rinuncia), libera daqualsiasi obbligo e costrizione. Innanzi aloro i genitori che ascoltano e comprendo-no. Ai figli spetta scegliere se Gesù è unafavoletta o l’opzione vitale della loro vita.Nel mare in cui la coppia nuota, che è ilmondo in cui siamo immersi e volentieri

viviamo e ci interfacciamo con tutti, nume-rosi sono gli affogati, come coppia. Si rac-contano storie pesanti, con figli guizzanticome piccoli delfini, ma tristi perché zavor-rati dalla non-speranza sull’amore. Credoche l’immagine più bella per rappresentare illibro della vita, sia quella di una zattera disalvataggio nel mare. Si nuota da soli, ma cisi appoggia volentieri di tanto in tanto.Quando ci si aggrappa insieme, in coppia, lazattera è una barca, un veliero, una famiglia,un luogo di intimità e di dolcezza. Poi siprosegue perché non ci si può fermare.Lasceremo solo questo ai nostri figli: è unaeredità di speranza. E’ questo il tesoro, laperla preziosa, che ricerchiamo caparbia-mente quando va persa: non può essere per-duta. La speranza vissuta, infine non è non ècerto una superficiale panacea in cui rifu-giarsi sempre. Lo sappiamo bene che essa èintrisa da momenti di mancanza di speran-za. Questi sono talvolta lunghi, acri, durissi-mi da sopportare. Generano attesa, a volte inbilico con lo sconforto e la depressione. Machi non attende non sperimenterà mai, nellasua interezza, la beatitudine della realizza-zione della promessa di Cristo.

Spartacus

PENSIERI SPARSI

La Speranza

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Nel tempo di Quaresima abbiamoavuto l’occasione di ricordarci ladimensione della lotta contro il ten-

tatore. Davide e Betsabea ci sono venuti inaiuto con il tema dell’infedeltà, propria delnostro essere peccatori, e presentata nel rac-conto biblico come adulterio. Davide, Re di Israele, si invaghisce di unabellissima donna, che però è sposata. Nullagli impedirà di unirsi a lei e userà ognimezzo per togliere gli ostacoli. Noi oggidiremmo “il fine non giustifica i mezzi”,eppure sappiamo di tanti drammi familiari edi tante infedeltà compiute, anche nellecoppie sposate “in chiesa”. Qual’è la ricettaper un matrimonio fedele? Dobbiamo anzi-tutto partire dal concetto che abbiamo difedeltà. Spesso nella Sacra Scrittura si usal’immagine delle nozze fra Dio e l’umanità;già il profeta Osea paragona l’infedeltà diIsraele davanti a Dio a una moglie adulterafino ad utilizzare il termine di prostituta.Con Gesù ritorna questa dimensione spon-sale con la Chiesa e, nell’evento dellaPasqua, si consuma questo matrimoniofedele fino al dono totale di sé. Se è veroche il nostro matrimonio è sacramento,veniamo dunque innestati in questo eventoe siamo chiamati ad offrire noi stessi comeGesù ha fatto con noi. E cosa ha fatto? E’stato fedele fino in fondo, fino alla morte in

croce e ci ha salvati. Dunque anche noidobbiamo essere fedeli come Cristo ci hainsegnato: senza limiti. Siamo allora chia-mati a salire in croce? No, siamo chiamati arimanere fedeli alle promesse che abbiamofatto il giorno del nostro sì, innanzitutto aDio e ai testimoni segno della comunità.Siamo chiamati ad essere fedeli al nostroconiuge in quanto creatura di Dio e fedeli alnostro progetto di sposi e al disegno che Dioha su di noi. Dobbiamo essere fedeli noi perprimi, indipendentemente dal nostro coniu-ge, senza condizioni o riserve. Non è dun-que questione di fiducia: “sarò sempre ingrado di meritarla o di concederla per sem-pre fin che morte non ci separi?” Senzafede, senza Dio, siamo in grado di esserefedeli? E’ solo un valore morale o è qualco-sa di più? I tradimenti nella coppia possono esseretanti: non è solo una questione fisica o car-nale, ma anche spirituale. Spesso ci com-portiamo da single pur essendo sposati,viviamo una vita parallela con ruoli definitiche ci mettono su binari paralleli, e questanon comunione-non condivisione è giàinfedeltà. Si puo’ essere infedeli al coniugedando pìù confidenza alla mamma o dedi-cando più tempo al lavoro, hobby e quan-t’altro. La dimensione del peccato certo nonci aiuta, ecco che l’altro ci fa da specchio e

PIANETA FAMIGLIA

Gruppo famiglie 2008-09Davide e Betsabea:

l’ infedeltà

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ci mostra i nostri limiti e le nostre mancan-ze. Approfittiamo dunque di questo tempodi grazia per fermarci come coppia verifi-candoci alla luce della Parola. Prendiamocidel tempo per riflettere, condividere e capi-re come e dove siamo infedeli. Scopriremoche senza Dio non possiamo mantenerefede al nostro per sempre, ma abbiamo

bisogno della sua grazia infinita e del suoSpirito che ci illumina e ci fortifica. La pre-ghiera unita ai Sacramenti ci aiuti a riscopri-re Gesù come il vero testimone fedele, e aprenderlo come modello per la nostra fami-glia.Buona Pasqua a tutti!

Gino e Cristina

pianeta famiglia

Festa del papà 2009 in oratorio

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Desideriamo ricordare a tutti i contri-buenti (persone fisiche) che con ilcinque per mille è possibile destina-

re una parte delle imposte – comunquedovute – a favore del Volontariato. La desti-nazione del 5 per mille è complementare(cioè si aggiunge) all’opzione del più cono-sciuto 8 per mille destinato allo Stato e alleConfessioni religiose riconosciute dalloStato.L’associazione “Volontariato Villa” costituitanella Parrocchia dei Santi Emiliano e Tirso diVilla dal 1974 e sempre attenta ai bisognidelle persone in difficoltà, alle nuove pover-tà, alle missioni e a tutte le emergenze eco-nomiche-morali e di sostegno, è riconosciu-ta idonea ad usufruire del 5 per mille ed ilsuo codice fiscale da indicare è

92002610175

Non perdete l’occasione per sostenere leattività del Volontariato della Parrocchia spe-cialmente in questo periodo di forte crisieconomica. Anche alcune famiglie dellanostra comunità stanno purtroppo toccandocon mano questa realtà e dovranno essereaiutate concretamente.

Nei primi giorni del prossimo mese dimaggio (segnaleremo le date precise el’orario sulle bacheche della Parroc-chiale e dell’Oratorio) due volontaridell’Associazione saranno disponibili a rac-cogliere le firme presso il bar dell’Oratorio.

L’Associazione comunità Mamrè Onlusè dal 1975 impegnata sul territorioBresciano nel settore socio-assistenzia-

le, socio-sanitario e sanitario. Mamrè è il nome di un querceto doveAbramo accolse nella sua tenda tre misterio-si viandanti e attinge dalla tenda di Abramoprincipi ispiratori di tutte le sue attività.Le querce crescono su terreno ferace, perchéaccogliente, e proiettano le loro fronde versoil Cielo dove “nulla è impossibile a Dio”.La solidità della tenda è espressa da quattrotiranti, assunti a ideali che sostanzianol’operatività:

- l’ originalità riconosciuta e valoriz-zata in ogni persona;

- l’amicizia che si esplica nella condi-visione, nella collaborazione e nellacapacità di operare insieme;

- la fiducia nella Divina Provvidenzacome consapevolezza che l’impe-gno umano e professionale si inseri-sce in una “Regia superiore” che lopotenzia e completa;

- l’attenzione ai bisogni emergentiche si attua nell’inchinarsi sui bisogni che si incontrano nel camminodella vita e, traendo esempio dal

ASSOCIAZIONI

Sostieni il “Volontariato di Villa”con il cinque per mille

La comunità Mamrè: bilancio di 8 anni di servizio a Villa Carcina

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l’icona del Buon Samaritano, sicerca l’individuazione di una rispo-sta adeguata e il coinvolgimento diquanti possono renderla efficace.

Il CRH è un capitolo che si apre nel concer-to dei servizi dalla Comunità Mamrè, radica-ti nei diversi contesti territoriali.

Il CRH, ora RSD “Firmo Tomaso”, è una resi-denza collettiva per 43 persone disabili, congravi limitazioni nell’autonomia funzionale,che necessitano di un supporto socio-assi-stenziale sanitario specifico e che sonoimpossibilitati a rimanere nel proprio nucleofamiliare.

E’ gestito dalla Associazione “COMUNITA’MAMRE’ ONLUS” con sede a Clusane diIseo, Via Risorgimento, n. 173 Tel 030-9829049 - fax. 030/9898675 - E-Mail [email protected]., sulla base di una appositaconvenzione stipulata con l’ASL di Brescia.

Ha sede in Villa Carcina, Via Volta, n. 23, e-mail: [email protected] - in una strut-tura di proprietà dell’ASL di Brescia. Perulteriori informazioni si può telefonare al n.030/8982924 – fax 030/8988749Il servizio è il risultato di un lungo camminodi confronto e di collaborazione fra istituzio-ni pubbliche e l’Associazione di volontaria-to Operazione Mamré, sorta in ValleTrompia col preciso intendimento di pro-muovere la realizzazione del Centro ancheattraverso la cooperazione nel finanziare ilprogetto e l’apporto del volontariato.

La struttura operativa dal 2 ottobre 2000 èintitolata a “Firmo Tomaso” che fu l’arteficedell’iniziativa.

Gli spazi interni e l’organizzazione del ser-vizio sono stati concepiti o adeguati, perrendere vivibile e accettabile la struttura daparte degli ospiti, ma nel contempo per offri-re loro anche spazi specifici per la riabilita-zione e la conduzione di programmi tera-peutici assistenziali, educativi e sanitari. Visono infatti spazi riservati alla conduzionedella vita quotidiana, individuati nei trenuclei residenziali con nomi di localitàbibliche:

ERMON, significa “sacro”. E’ il nome di unacatena di montagne che circonda il Libano,dalle nevi perenni e dell’abbondante rugia-da. Ai suoi piedi Simon Pietro annuncia lasua professione di fede: “Tu sei il Cristo ilfiglio del Dio vivente” (Mt 16,16). Nelle suevicinanze Gesù si trasfigura: il Tabor el’Ermon cantano il tuo nome (sal. 133). Agliospiti di Ermon assicuriamo: “sacro è questoluogo, / dove voi, fratelli, /abitate./Misteriose forze avverse,/ nelle vostre vitepresero / dimora. / Dal Cielo, però,/ fiocchidi grazia / e / stille d’affetto / costantementecadono./ Noi, a quelle forze,/ amor oppo-nendo,/ ai piedi dell’Ermon,/ vincitori, lavostra fragilità /trasfiguriamo / in gioia”.LA VALLE DI SITTIM è il nome dell’ultimo

associazioni

Celebrazione di Don Pierino Ferrarial RSD “Firmo Tomaso”

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luogo, percorso dal popolo Ebreo, prima diattraversare il Giordano. Da Sittim Giosuèinviò due esploratori oltre il fiume, per scru-tare il territorio di Gerico. L’impresa fu impe-gnativa, ma proficua. Gioele profetizza “unafonte zampillerà dalla casa del Signore e irri-gherà la valle di Sittim” (4,18). Agli ospiti diSittim auguriamo: “L’esodo interminabile,/ achi viaggia / senza meta / appare./ Non aVoi! / Vostri esploratori, / da’ la terra promes-sa / reduci,/ l’inno della vittoria / cantano:/una fonte / di zampillante,/ fresca acqua/irrigherà/ nel deserto /la valle di Sittim“

BETORON significa “casa di Hauron”, unadivinità cananea del mondo sotterraneo, Sitrova a 16 km a nord-est di Gerusalemme.Nella guerra dei cinque re il Signore disse aGiosuè: “non aver paura di loro, perché limetto in tuo potere; nessuno di loro resiste-rà a te”.I re fuggirono a Israele verso la disce-sa di Bet-Oron e il Signore lanciò dal Cielosu di essi grosse pietre. Ecco il nostro auspi-cio per gli ospiti di Bet-Oron “La casa diHauron,/ nascosta potenza /a voi avversa,/noi, /artigiani d’umanità,/ in “casa d’oro”/ristruttureremo./ Di Bet-Oron / le pietre / ingesti d’amore / il Cielo traduca / in questoluogo”. Agli ospiti viene assegnato il nucleopiù funzionale alla realizzazione del proget-to di inserimento individuale, commisuratoall’articolazione dei progetti del gruppo. I nuclei sono dotati di tutti gli elementiessenziali a rendere varia e completa la vitadegli ospiti, garantendo il benessere esisten-ziale all’interno della dimensione domesti-ca. Vi sono poi spazi riservati alle attività dianimazione e alle attività strutturate.Funziona nell’arco delle 24 ore, per tutti igiorni dell’anno. Questi otto anni sono statifaticosi, ma fecondi. Nella RSD sono impe-gnati una settantina di operatori e altrettanti

preziosi volontari, che aiutano a rendere piùdignitosa e serena la vita delle persone chevi abitano.Nel 2008 la nostra RSD è stata colpita dallutto per la morte di tre ospiti. E’ stataun’esperienza molto dolorosa, ma che ci haaiutato a crescere e ad approfondire il signi-ficato della “morte” all’interno di un servizioin cui si sperimenta quotidianamente la fra-gilità. Ci è stata di grande conforto la grandepartecipazione di tutta la Parrocchia. Inmodo particolare siamo riconoscenti a donOliviero, per la sua “presenza” tempestiva esolidale, per la celebrazione delle esequie eper aver saputo trasmettere a tutti parole diconforto e di speranza cristiana. L’impegno in favore degli abitanti la RSD èpertanto sostenuto dalla convinzione che civiene suggerita da Benedetto XVI “l’uomoche soffre ci appartiene”. Il dolore ci ha resi più consapevoli che ognivita è una scintilla dell’amore di Dio. Lanostra residenza diventa allora “luogo” incui si dà valore alla vita, fino alla fine. Vuoleinoltre essere “spazio” di potenziamentodella grandezza della persona, per il suointrinseco valore e non per la sua condizio-ne fisica o per il suo livello di produttività. Siamo grati ai volontari e a tutte le personeche, nei più svariati modi, ci sostengononello sforzo comune di considerare i disabi-li, come ogni persona, “cellule vive delcorpo mistico di Cristo, che è la Chiesa” e diriconoscere che tramite la loro sofferenzaessi sono missionari preziosi dell’annunciodel Vangelo, perché Dio parla e si rivela neldebole e nella debolezza umana. La vita delle persone segnate da grave han-dicap è uno scandalo, sorgente di vita, comeavviene per la croce di Gesù. A questo pro-posito è significativa la frase di Paul Claudel:“Dio non è venuto ad eliminare la sofferen-

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Fra le belle iniziative che nascono spon-tanee sul nostro territorio, vogliamo inquesto numero dare risalto all’

Associazione di volontariato denominata“Fratello per fratello”.Sorta nel 2005 per l’iniziativa e l’impegno diun gruppo di volontari che da anni operanopresso la Casa di riposo Villa dei Pini, contaad oggi n°85 aderenti di ambo i sessi, giova-ni e meno giovani, che dedicano parte delloro tempo libero all’aiuto del prossimo.Non ha scopo di lucro ed opera esclusiva-mente per fini di solidarietà sociale con par-ticolare attenzione alle persone anziane.Operativamente è organizzata in gruppi cosìsuddivisi:Gruppo pulmino: si occupa di trasportare lepersone anziane o/e in condizioni di disagioospiti della Casa di riposo Villa dei Pini, oresidenti nel Comune di Villa Carcina, a visi-te mediche o terapie; utilizza due pulminiattrezzati anche per disabili in carrozzella edi una particolare attrezzatura chiamata“saltascale”, donata recentementedall’Associazione “Margy club”, che per-mette di far scendere e salire le scale in sicu-rezza a quelle persone che, costrette sulla

sedia a rotelle, risiedono in abitazione privedi ascensore;Gruppo assistenti: accompagnano ed assi-stono le persone di cui sopra alle visitemediche o alle terapie;Gruppo animazione: organizza all’internodella Casa di riposo iniziative di intratteni-mento quali concerti musicali, giochi vari efeste con il coinvolgimento degli ospiti;Gruppo centralino: gestisce durante gli orarid’ufficio del pomeriggio le telefonate inentrata per la Villa dei Pini e perl’Associazione “Fratello per fratello”;

za. Non è venuto nemmeno a spiegarla. Egliè venuto per riempirla della sua presenza”.Jan Vanier ci suggerisce che “occorre nonsmettere di credere all’onnipotenza di Dioche può sconfiggere il male e, nello stessotempo, riconoscere la necessità di attraversa-re la sofferenza per conoscere il passaggio,la Pasqua di Gesù, il mistero del suo annul-lamento, prima della gioia della vittoria”.Il nostro desiderio è allora quello di sentirci“casa” fra le case della Parrocchia e di raffor-

zare sempre più il vincolo della carità frater-na, affinchè si accorcino le distanze fra chi èmalato e chi si china sul suo dolore per sol-levarlo, convinti che una società è veramen-te umana quando è orientata verso la vita ditutti, specialmente dei più deboli.

Don Pierino Ferrari

associazioni

Associazione“FRATELLO PER FRATELLO”

Pulmino dell’associazione “Fratelloper Fratello”

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Gruppo lavanderia e ricamo: aiuta a lavare,stirare e rammendare i capi di biancheriautilizzati all’interno della struttura Villa deiPini;Gruppo manutenzione: tiene in ordine lezone verdi ed effettua lavori di manutenzio-ne semplice all’interno della struttura Villadei Pini;Gruppo assistenza pasti: aiuta le personeanziane non più in grado di alimentarsi inautonomia presenti nella struttura Villa deiPini a prendere i pasti;Gruppo amministrazione: esegue lavori disegreteria e contabilità.

Naturalmente i volontari ci riferiscono chec’è sempre bisogno di nuovi soci, di forzenuove per rispondere con maggiore comple-tezza a tutte le varie richieste che giungonoquotidianamente.Per questo, tramite il nostro bollettino, rivol-gono un appello a chiunque intenda mettere

a disposizione una piccola parte del propriotempo libero (basta anche solo qualche oraal mese) al servizio dei nostri “nonni” e dellepersone in difficoltà.Aiutare persone bisognose è molto gratifi-cante.L’ Associazione “Fratello per fratello” viveesclusivamente del sostegno e dei contributiche giungono dall’Amministrazione comu-nale e dai singoli cittadini; a tal proposito siricorda che i contributi versati sono deduci-bili dalla dichiarazione annuale dei redditi.La sede è in via Tito Speri n°50, presso Villadei Pini, ed è aperta nei giorni di lunedì,mercoledì e venerdì dalle ore 15,00 alle17,00; risponde comunque sempre, anche aldi fuori dei suddetti orari, in caso di necessi-tà di servizi e trasporti ai seguenti numeritelefonici: 030881305 oppure 3389377300.

Un volontario

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DALLE MISSIONI

Buona Pasqua da....Fiesole

Carissimi Amici e Amiche diVilla,vi raggiungo ancora unavolta sul vostro bollettino per un

saluto.Questa volta vi scrivo dall’Italia, daFiesole, mia nuova destinazione, conun nuovo servizio. Sto cercando diambientarmi in questo “primomondo”… chiedo aiuto anche allevostre preghiere, perché non vi nascon-do, che in certi giorni è difficile e lanostalgia per la RepubblicaCentrafricana è tanta.

Aggiornandovi un po’ sulla nostra missionea Bozoum, posso dirvi che con parte dellevostre offerte, ricevute in occasione dellamia venuta a Villa lo scorso anno, è conti-nuato il “Progetto scuole” anche per questo2009. Il settore scolastico statale è semprepiù in crisi, sia per i salari non percepiti, siaper la mancanza di maestri preparati; moltidi quelli già diplomati sono già deceduti acausa dell’AIDS e vengono sostituiti congenitori che si improvvisano volontari. Illoro livello di preparazione è molto basso,le classi – come avete già visto – sononumerosissime e così alla fine la prepara-zione dei bambini risulta molto prossimaallo zero per non dire quasi nulla.Con un’altra parte delle offerte stiamo soste-nendo un gruppo nascente di adolescenti –maschi e femmine, la cui maggioranza nonha frequentato la scuola, quindi sono anal-fabeti – ai quali le Suore, con l’aiuto di qual-che anziano e anziana locali (così prendonoqualche soldo anche loro!!), insegnano unmestiere: intrecciare la paglia per fare lestuoie o i cestini, imparare il mestiere di cal-

zolaio, lavorare l’argilla per realizzare ‘tega-mi’. Cose pratiche per potersi guadagnareun domani qualcosa per vivere… o almenosopravvivere!

Le Suore stanno bene: ora a Sr. Sira, Sr.Graziana e Rosalie (postulante) si è aggiun-ta Sr. Chiara Lusetti di Reggio Emilia, cheaveva già fatto un’esperienza di 9 mesi circa3 anni fa; dopo Pasqua, anche una Suoradell’Uruguay, Sr. Maria Rosa, partirà percompletare la Comunità.Insieme continuiamo a pregare per loro, peril Paese, per il dialogo in corso tra Stato eribelli che ancora occupano diversi territori,per tutti i bambini e le persone più colpitedalla povertà.Il mio GRAZIE a ciascuno e ciascuna di voi,anche a nome loro e come sempre invocosu di voi e sulle vostre famiglie la benedizio-ne del Signore.E’ solo Lui la nostra forza e la nostra unicasperanza.Un abbraccio fraterno e tanti tanti Auguri diSanta Pasqua!

sr. Rosa

La missione di S.Rosa

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Carissimi don Oliviero e amici di Villa,da quasi due settimane mi trovo nellamia nuova “Missione” a Santa Maria

a mare, in provincia di Ascoli Piceno. Sonovice-parroco addetto al Santuario che èanche Parrocchia con 1500 anime. Siamonelle Marche in Diocesi di Fermo e provin-cia di Ascoli Piceno. Oltre al lavoro parroc-chiale (non molto esagerato per il limitatonumero di anime, ma difficoltoso perchésparso su tre-quattro frazioni piuttostodistanti) sono principalmente impegnatonella cura del Santuario, che è il secondosantuario mariano delle Marche dopo Loretodi Ancona.Il mio lavoro consiste nella presenza fisica insantuario/parrocchia dove svolgo il ministe-ro di ascolto, confessioni e benedizioni allemamme ed ai neonati presso l’altare di S.Anna, madre di Maria, per la quale si nutre

molta devozione. Siamo in una zona agrico-la, ma intensamente turistica nel periodoestivo poiché da un lato confiniamo con ilmare e dall’altro con il casello autostradale.La località è facilmente raggiungibile epotrebbe essere destinazione di un pellegri-naggio mariano nel mese di maggio: baste-rebbe pensare al Santuario della Madonnadi Loreto e proseguire poi per circa altri 50Km verso sud. Io naturalmente vi accoglierei “a bracciaaperte”.Saluto tutti con molto affetto e vi aspetto,con la Madonna, presso questo suo bel san-tuario.

Padre Ermanno

dalle missioni

Un saluto e .... un invitoda Padre Ermanno

Santuario di S.Maria a Mare

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ANAGRAFE PARROCCHIALE

BATTESIMI

4 Piras Vanessa di Fabrizio e Eleonora Bugatti5 Zanotti Gaia di Andrea e Michela Mazzoldi6 Kostner Giacomo di Cristian e Marina Certi

MATRIMONI1 Belleri Alessandro con Sossi Francesca

DEFUNTI

6 Ilini Giuseppina (25.04.1935- 22.02.2009)7 Massari Caterina (14.02.1921 – 05.03.2009)8 Rossi Paola (21.05.1973 – 12.03.2009)9 Pelizzari Ernesto (20.09.1934 – 21.03.2009)10 Lazzari Claudio (16.02.1934 – 22.03.2009)

IIiniGiuseppina

LazzariClaudio

MassariCaterina

Rossi Paola

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anagrafe parrocchiale

Venerdì Santo: Padre, nelle tue maniconsegno il mio spirito

Il momento della morte di Gesù ècome avvolto nell’oscurità, perchéquella è l’ora del potere delle tene-

bre. Eppure la tenebra non è l’ultimaparola, perché già ora viene attraversa-ta da una luce che è anticipo della lucepasquale. E’ la luce delle parole diGesù che fanno breccia sul cuore deipresenti, inducendoli al pentimento.Gesù muore perdonando e affidandosial padre, e porta in tal modo a compiu-tezza quella rivelazione sul Padre che èstata il centro del suo intero ministero.«Padre, nelle tue mani consegno il miospirito»: l’ultima parola di Gesù, secon-do Luca, richiama quella che era statala sua prima parola, dopo il suo ritrova-mento al tempio: «Non sapevate chedevo occuparmi delle cose del Padremio?» La speranza della quale il Figliovive e che illumina la sua morte staproprio nel suo rapporto con il Padre.Gesù, consegnandosi al Padre, neenuncia la misericordia che dà perdono e vita a ogni figlio dell’uomo. In Gesù crocifisso Dionon ha più segreti, ma solo il mistero di un amore paterno che vuole la vita dei suoi figli,con un particolare riguardo ai più lontani e feriti dalla vita. L’ora della morte per colui chevive in Cristo è il momento della consegna di sé al Padre, come Gesù, nella certezza cheegli non lascerà il suo fedele nel sepolcro, ma gli donerà dolcezza senza fine alla sua destra.

Don Pierino

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La Torre di VillaNotiziario della Parrocchiadei Santi Emiliano e TirsoVilla Carcina (Brescia)

Inno alla carità

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante. Se avessi il dono della profeziae conoscessi tutti i misteri e tutta la scienzae avessi tutta la fede in modo da spostare le montagne,ma non avessi la carità,non sarei nulla.Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,se dessi il mio corpo per essere arso,e non avessi la carità,non mi gioverebbe a nulla.La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta,non si gonfia, non manca di rispetto,non cerca il proprio interesse, non si adira,non tiene conto del male ricevuto,ma si compiace della verità;tutto tollera, tutto crede,tutto spera, tutto sopporta.La carità non verrà mai meno.Le profezie scompariranno;il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;conosciamo infatti imperfettamente,e imperfettamente profetizziamo;ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che è imperfetto.Quando ero bambino, parlavo da bambino,pensavo da bambino, ragionavo da bambino.Da quando sono diventato uomo,ho smesso le cose da bambino.Adesso vediamo come in uno specchio, in modo oscuro;ma allora vedremo faccia a faccia.Ora conosco in parte, ma allora conoscerò perfettamente,come perfettamente sono conosciuto.Ora esistono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità;ma la più grande di esse è la carità.

S. Paolo (1 Cor.13)

copertina aprile 27-03-2009 8:40 Pagina 4