LA TELA DI PENELOPE - Centro Astalli...LA TELA DI PENELOPE “Finché il giorno splendea, tessea la...

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POSTE ITALIANE SpA - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Roma Anno 25 - numero 3/4 - MARZO/APRILE 2019 IN QUESTO NUMERO Il Rapporto Annuale 2019 del Centro Astalli Le comunità di ospitalità: a Bologna una nuova esperienza di accoglienza La Dichiarazione sulla Fratellanza Umana per un nuovo inizio di dialogo interreligioso Dona il tuo 5 per mille al Centro Astalli 3/4 Mensile di informazione dell’Associazione Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati LA TELA DI PENELOPE “Finché il giorno splendea, tessea la tela / Superba e poi la distessea la notte/ Al complice chiaror di mute faci” (Odissea Libro II). Si ha l’impressione che il 2018 sia passato proprio così, come quella notte di Penelope a disfare quanto si è costruito negli anni passati nell’ambito dell’immigrazione. Si sta disfacendo una tela articolata e faticosamente costruita, fatta di soccorso e salvataggi in mare di migranti forzati partiti dalle coste del nord Africa, in particolare dalla Libia, grazie all’operazione Mare Nostrum, orgo- glio, un tempo, di un Paese che non si vergognava della propria umanità. Una tela fatta di accoglienza, attraverso un sistema, pur sempre perfettibile, che si era cercato di strutturare e orientare come una realtà capillare che aveva bi- sogno della collaborazione di tutti, in particolare delle realtà locali. Infine, una tela fatta di integrazione, intesa come sforzo collettivo per costruire una cittadinanza vera, per fare sì che i rifugiati e i migranti potessero essere fin da subito parte di una comunità. Quello che emerge oggi dai dati del nuovo Rapporto del Centro Astalli, è invece un Paese che, lungi dall’aver affrontato seriamente il fenomeno migratorio, si trova a vivere una situazione di precarietà, dove le prime vittime sono i migranti stessi. Molti di loro li abbiamo bloccati alle frontiere esterne dell’Europa in condizioni disumane; un numero consistente si trova nel nostro Paese alle prese con la burocrazia e con leggi che li rendono invisibili. Coloro che hanno faticosamente superato tutte le barriere da noi imposte non sono ancora veramente arrivati perché, nel frattempo, il clima culturale si è fatto ostile e forse non siamo più casa per loro. In tutto questo, noi Italiani non siamo certo vincitori; invece di essere stati coscienza critica per l’Europa, spesso arrogantemente assente, abbiamo deciso di non giocare la nostra partita con la Storia. Fortunatamente ogni giorno al Centro Astalli assistiamo a un’Italia che non vuo- le essere complice, ma che vuole alzare lo sguardo, incontrare gli occhi di tanti migranti forzati, e costruire nella relazione con loro un mondo più giusto. Noi siamo fiduciosi che questa Italia possa alla fine avere la meglio, perché questo è il Paese nel quale vogliamo vivere: solidale, plurale e democratico. Vo- gliamo che gli Ulisse di oggi ci trovino così. Camillo Ripamonti sj 2019

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IN QUESTO NUMERO

Il Rapporto Annuale 2019 del Centro Astalli

Le comunità di ospitalità: a Bologna una nuova esperienza di accoglienza

La Dichiarazione sulla Fratellanza Umana per un nuovo inizio di dialogo interreligioso

Dona il tuo 5 per mille al Centro Astalli

3/4

Mensile di informazione dell’Associazione Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati

LA TELA DI PENELOPE“Finché il giorno splendea, tessea la tela / Superba e poi la distessea la notte/ Al complice chiaror di mute faci” (Odissea Libro II). Si ha l’impressione che il 2018 sia passato proprio così, come quella notte di Penelope a disfare quanto si è costruito negli anni passati nell’ambito dell’immigrazione. Si sta disfacendo una tela articolata e faticosamente costruita, fatta di soccorso e salvataggi in mare di migranti forzati partiti dalle coste del nord Africa, in particolare dalla Libia, grazie all’operazione Mare Nostrum, orgo-glio, un tempo, di un Paese che non si vergognava della propria umanità.

Una tela fatta di accoglienza, attraverso un sistema, pur sempre perfettibile, che si era cercato di strutturare e orientare come una realtà capillare che aveva bi-sogno della collaborazione di tutti, in particolare delle realtà locali. Infine, una tela fatta di integrazione, intesa come sforzo collettivo per costruire una cittadinanza vera, per fare sì che i rifugiati e i migranti potessero essere fin da subito parte di una comunità.

Quello che emerge oggi dai dati del nuovo Rapporto del Centro Astalli, è invece un Paese che, lungi dall’aver affrontato seriamente il fenomeno migratorio, si trova a vivere una situazione di precarietà, dove le prime vittime sono i migranti stessi. Molti di loro li abbiamo bloccati alle frontiere esterne dell’Europa in condizioni disumane; un numero consistente si trova nel nostro Paese alle prese con la burocrazia e con leggi che li rendono invisibili. Coloro che hanno faticosamente superato tutte le barriere da noi imposte non sono ancora veramente arrivati perché, nel frattempo, il clima culturale si è fatto ostile e forse non siamo più casa per loro. In tutto questo, noi Italiani non siamo certo vincitori; invece di essere stati coscienza critica per l’Europa, spesso arrogantemente assente, abbiamo deciso di non giocare la nostra partita con la Storia.

Fortunatamente ogni giorno al Centro Astalli assistiamo a un’Italia che non vuo-le essere complice, ma che vuole alzare lo sguardo, incontrare gli occhi di tanti migranti forzati, e costruire nella relazione con loro un mondo più giusto. Noi siamo fiduciosi che questa Italia possa alla fine avere la meglio, perché questo è il Paese

nel quale vogliamo vivere: solidale, plurale e democratico. Vo-gliamo che gli Ulisse di oggi ci trovino così.

Camillo Ripamonti sj

2019

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Il Rapporto Annuale del Centro Astalli Al fianco dei rifugiati sulle strade

dell'accoglienza e dell'inclusione

3/4 2019

Il Centro Astalli, anche quest'anno, pre-senta una fotografia aggiornata sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugia-ti che durante l’anno si sono rivolti alla sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati e hanno usufruito dei servi-zi di prima e seconda accoglienza che l’Associazione offre. Il Rapporto, attraverso il re-soconto di un anno di attività, portato avanti nelle varie sedi territoriali, vuole essere uno strumento per aiutare a capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo, quali difficoltà incontrano nel per-corso per il riconoscimento della protezione internazionale e per l’accesso a misure di accoglienza e inclusione socia-le. La rete del Centro Astalli ne ha accompagnati 25mila, di cui quasi 12mila nella sola sede di Roma. Dalla lettura del Rapporto si evince un aumento delle vulnerabilità cui corrispondono difficoltà maggiori nel vedersi garantiti diritti basilari. Segnali preoccupanti evidenziano le difficoltà di chi è già presente da tempo sul territorio ma soprattutto di chi è titolare di protezione umanitaria.

La società civile è una forza indispensabile al fianco dei rifugiati e il Centro Astalli può contare sull’impegno costan-te di oltre 450 volontari, impegnati nei vari servizi. C’è poi un Italia, ancora più bella che guarda al futuro, ed è quella dei tanti studenti coinvolti nel progetti didattici Finestre e Incontri. Numerose comunità religiose, inoltre, hanno conti-nuato a ospitare i rifugiati nella volontà di assisterli nel deli-cato passaggio all’autonomia abitativa.

All’interno del Rapporto, l’inserto fotografico racconta il lavoro quotidiano della Rete territoriale del Centro Astal-

li, fatto di incontri e condivisione. Le foto scattate da Lucrezia Lo Bianco sono ar-

Il Centro Astalli in cifre Utenti: 25.000 di cui 12.000 a Roma

Volontari: 594

Associazioni della Rete Centro Astalli: 7

Pasti distribuiti: 54.417

Persone accolte: 1.018, di cui 375 a Roma (232 nei centri SPRAR e 143 nelle comunità di ospitalità)

Studenti incontrati nell’ambito dei progetti Finestre e Incontri: 27.124

Costi annuali (pareggiati da rispettive entrate): € 2.900.000

ricchite dai commenti di Liliana Segre, Simonetta Agnello Hornby e S. Em. Card. Gualtiero Bassetti. In appendice è possibile leggere il discorso del Presidente della Repubbli-ca Sergio Mattarella pronunciato in occasione dell’inaugu-razione del nuovo Centro Matteo Ricci e il contributo di P. Federico Lombardi sulla figura del gesuita missionario in Cina a cui è dedicata la struttura.

Il Rapporto annuale 2019 è scaricabile dal sito centroa-stalli.it, nella sezione Pubblicazioni.

Per riceverne copia cartacea è possibile fare richiesta scrivendo ad [email protected]

Fai la differenza! Dona il tuo 5x1000 al Centro Astalli

In più di 35 anni di attività al Centro Astalli abbiamo conosciuto le storie di tante persone e famiglie in fuga da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. Ogni giorno continuiamo a garantire a queste donne, bambini e uomini diritti e accoglienza. Tutto questo è possibile grazie al sostegno e alla generosità di quanti hanno scelto di camminare insieme a noi al fianco dei rifugiati.

Anche tu puoi fare qualcosa per loro. Basta la tua firma! Quest’anno scegli di donare il tuo 5x1000 al Centro Astalli. Que-sto gesto concreto di solidarietà si trasformerà per molti rifugiati in un pasto caldo, in un posto letto, in cure mediche. Non co-sta nulla ed è semplice. Basta inserire il nostro codice fiscale 96112950587 nella dichiarazione dei redditi alla categoria “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucra-tive ...”. La tua firma può fare davvero la differenza per costruire una società più aperta e solidale. Grazie!

FrancescaCuomo

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Liberi dalla paura, insieme si può

"Il piccolo passo fa il grande cammino della storia! Avanti! Non abbiate paura, abbiate coraggio!". Con queste parole, pronunciate da Papa Francesco in occasione dell’Omelia per la celebrazione della San-ta Messa per i partecipanti del Meeting Liberi dal-la paura, si chiude il documento conclusivo dell’in-contro promosso da Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Centro Astalli, svoltosi a Sacrofano (Roma) dal 15 al 17 febbraio scorso. In un clima fa-miliare, circa 600 persone provenienti da tutta Italia si sono incontrate per condividere esperienze di acco-glienza, per riflettere sulle motivazioni che li spingono a farlo e per rinnovare l’impegno di costruire una so-cietà che può solo arricchirsi attraverso l’incontro con chi arriva da terre lontane. La parola d’ordine è stata “libertà”, che è innanzitutto libertà dalla paura dell’al-tro, soprattutto del povero, che può renderlo ai nostri occhi una minaccia e un nemico. Forte si è sentita la responsabilità di comunicare al nostro Paese la gioia dell’incontro, l’umanità, che ci restituisce la libertà di guardare al futuro con speranza.

Il documento integrale è disponibile su www.cen-troastalli.it nella sezione News.

(Maria José Rei-Merodio)

IL VIAGGIO DI VICTOR E DELLA SUA FAMIGLIAVictor ha 3 mesi di vita, ed è uno tra più piccoli migranti forzati in Italia. La sua storia e quella della sua famiglia inizia lontano. I giovani genitori, mamma ni-geriana e papà gambiano, arrivati in Ita-lia attraverso il mar Mediterraneo, sono stati accolti prima in Sicilia e poi in Ca-labria. Costretti a viaggiare di nuovo a causa della chiu-sura del centro che li ospitava, arrivano a Roma, con loro c’è anche la sorellina di Victor di un anno e mezzo. Qui chiedono aiuto al Centro Astalli che li accoglie presso il Centro per famiglie Pedro Arrupe.

La situazione dei loro documenti dà poche speranze per il futuro: da una parte una protezione umanitaria in scaden-za, dall’altra l’attesa del giudizio della Commissione Territo-riale sulla richiesta di asilo. Mentre i genitori erano alle pre-se con gli ostacoli della burocrazia italiana, Victor nasce. A Roma riceve le cure dell’ospedale dove è nato prematuro. Il Centro Astalli decide di condividere la sua storia raccontan-dola al quotidiano Avvenire. In tanti esprimono solidarietà e vicinanza. A Bologna, una parrocchia che da tempo vole-va attivarsi per i migranti si fa avanti offrendo loro ospitalità.

Dopo aver atteso tre mesi che Victor stesse meglio la famiglia ha quindi iniziato un nuovo percorso, fatto di piccoli passi quotidiani. Molte persone di buona volontà, animate dal parroco, stanno mettendo a disposizione di questa giovane famiglia le proprie competenze e il proprio tempo: c’è chi li accompagna negli spostamenti in città, un medico fa da tramite con il servizio sanitario, un avvo-cato segue l’iter legale, tanti li aiutano a orientarsi nel nuo-vo territorio. Grazie a delle relazioni di amicizia che questa

esperienza ha reso più forti, una fami-glia in difficoltà ha trovato un rifugio ac-

cogliente e una comunità parrocchiale ha fatto esperienza di cittadinanza attiva. Per tutti i protagonisti di questa sto-ria è iniziato un ‘viaggio’ in cui costruire giorno dopo gior-no un futuro fatto di solidarietà, fiducia negli altri, pace e sicurezza.

Alessandro Manaresi sj

vita ASTALLI

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Mensile di informazione dell’Associazione Centro Astalli per l’assistenza agli immigrati

Via degli Astalli, 14/A • 00186 RomaTel. 06 69700306 Fax 06 6796783C.C.P. n. 49870009

www.centroastalli.it/servir • [email protected]

Direttore p. Camillo Ripamonti sj

Direttore responsabile Vittoria Prisciandaro

Redazione Francesca Cuomo, Bernadette Fraioli, Emanuela Limiti, Donatella Parisi, Chiara Peri, Maria José Rey-Merodio, Sara Tarantino

Reg. Tribunale di Roma n. 297 del 9/6/1995

Progetto grafico e impaginazioneAltrimedia ADV / Diotimagroup Matera

Foto: Lucrezia Lo Bianco

Le foto non si riferiscono ai soggetti descritti negli articoli.

Stampa 3F Photopress - Roma

Chiuso in tipografia il 22 marzo 2019

focus ASTALLI3/4 2019

VIVERE IN PACE: LA DICHIARAZIONE SULLA FRATELLANZA UMANA CI INDICA LA STRADA

La seconda lezione dell’incontro di Abu Dhabi è che la Chiesa Catto-lica e Al- Azhar hanno superato, con la loro iniziativa, i responsabili politici, sia nel mondo arabo che in Occiden-te. Dipende dall’attenzione eccessiva che gli uomini politici danno all’opi-nione pubblica, mentre le autorità reli-giose temono meno le critiche?

Quali che siano le ragioni, i re-sponsabili dei mondi cristiano e mu-sulmano non hanno ancora raggiunto la maturità delle nostre autorità reli-giose di riferimento. Gli avvenimenti dell’11 settembre hanno paralizzato le classi politiche. Da entrambe le parti gli eccessi sono stati palesi. Le guerre condotte dagli Stati Uniti in Afghani-stan e poi in Iraq hanno così risveglia-to gli antichi demoni delle crociate in Oriente. L’ascesa dell’integralismo in seno alle società musulmane ha ac-centuato le ondate d’islamofobia in Occidente.

Cosa fare se la società politica è così paralizzata? La nostra esperien-za umana può far fronte alle campa-gne audiovisive di sensazionalismo?

Dobbiamo parlare dei nostri pro-blemi con coraggio e riconoscere che se la globalizzazione ha risolto dei problemi scientifici, militari, medici o

La prima lezione dell’in-contro tra il Papa e lo Sceic-co Ahmad el-Tayyeb ad Abou Dhabi è che la Chie-sa Cattolica Romana e l’U-niversità d’Al-Azhar sono consapevoli della gravità della situazione della no-stra società contempora-nea. Come possiamo vivere in pace a Roma, Berlino, Parigi o al Cairo se siamo così diversi? Possiamo eserci-tare la nostra libertà d’espressione, le nostre tradizioni e i nostri costumi in pace in una società eterogenea di-ventata permeabile all’immigrazione e allo spostamento massiccio di popo-lazione?

Questa è la domanda chiave del XXI secolo. Perché è possibile effet-tuare una transazione finanziaria tra un cittadino di Roma e uno di Riyad, ma siamo incapaci di vivere insieme nello stesso edificio essendo diversi? Perché siamo capaci di curare, se-condo uno stesso protocollo un can-

cro al polmone al Cairo e a Los An-geles, ma siamo incapaci di accet-tare una differenza culturale?

commerciali, d’altra parte ha messo in evidenza le differenze.

Dobbiamo riconoscere, così fa-cendo, che la crisi che noi viviamo non è una crisi di religione, ma una crisi dovuta alla mondializzazione.

Dobbiamo ammettere che l’attua-le mancanza di regole del mondo non è responsabilità di Allah, di Dio, o di Gesù Cristo, ma il risultato della crisi dell’uomo contemporaneo e della sua incapacità di creare delle reti di soli-darietà per riflettere ed agire insieme per uscire insieme della crisi.

Dobbiamo infine ammettere che non c’è una soluzione unica a que-sta crisi.

Ma l’errore più grave sarebbe quel-lo di credere che ridurre le differen-ze avrà come effetto quello di ridurre la violenza. Al contrario. Incoraggiare il mimetismo non farà che rafforzar-la e generalizzarla, provocando nuo-vi estremismi.

tratto dal discorso pronunciato in occasione dell’incontro “Un nuovo inizio di fraternità” promosso da Articolo21, Centro Astalli, FNSI, Giornalisti amici di padre dall’Oglio, 4 marzo 2019

FaresSouaidPresidente AssociazioneSayedat al-Jabal(Madonna dellaMontagna)

A maggio si terranno le elezioni euro-pee. Sono molte le sfide a cui l'Euro-pa deve far fronte. Il voto è un diritto, esercitarlo è un dovere. Possiamo far-lo con cognizione di causa e in modo informato.

Per questo il Centro Astalli, insieme al JRS Europa, aderisce alla campa-gna di #StavoltaVoto, per conoscere le principali questioni delle elezioni euro-pee e decidere in modo consapevole in che Europa vogliamo vivere, e con-tribuire con il voto di ognuno a realizza-re un futuro migliore.

Per maggiori informazioni basta an-dare sul sito del Centro Astalli e clicca-re sul banner “StavoltaVoto”.

“STAVOLTA VOTO” alle elezioni europee