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La storia antica attraverso i romanzi storici Fatima Carta

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La storia antica attraverso i romanzi storici

Fatima Carta

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Depauperamento della storia antica

nella scuola

Romanzi storici (di qualità)

ridanno vita a un mondo esanime

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La pedina di vetro

Biografia di Giulia, figlia dell’imperatore Augusto

L’occasione per affrontare la biografia di Giulia nasce da una visita presso l’Acquario Romano, che conserva una raccolta di busti in marmo e granito.

«Così ci siamo incontrate, io e Giulia. Giulia mi ha fissato dalle profondità delle sue orbite vuote.»

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La statua di marmo prende vita in una lunga analessi con focalizzazione interna in cui si alternano alla situazione attuale dell’esilio ricordi nitidi della sua vita precedente

Se lui dimentica di essere Cesare, io non dimenticherò di essere la figlia di Cesare. Macrobio, Saturnales, Prima Giornata II, 8

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Giulia 39 a.C. - 14 d.C. • Personaggio storico

intrigante, vissuto in un’epoca di svolta, usata come una pedina nello scacchiere politico

Fonti più autorevoli della storiografia antica (Tacito, Svetonio, Dione Cassio, Macrobio, Velleio Patercolo) ci danno una descrizione non lusinghiera di questa donna bella, intelligente e colta.

Potrebbe addirittura essere il puer della IV ecloga di Virgilio

(L. Braccesi, pp. 3-18)

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Ottaviano Augusto sposò

Clodia Pulchra

Scribonia

Livia Drusilla Prima moglie di Tiberio Claudio Nerone

Giulia, unica figlia di Augusto

Genealogia della gens Giulio-Claudia

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Tiberio (Claudio Nerone)

Livia Drusilla dal primo marito Tiberio Claudio Nerone ebbe due figli, adottati da Augusto

(Nerone Claudio) Druso

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Ottavia, sorella di Augusto

Gaio Claudio Marcello

• Marco Claudio Marcello

• Marcella Maggiore (prima moglie di Agrippa e poi di Iullo Antonio)

• Marcella Minore

Marco Antonio il triumviro

• Antonia Maggiore

• Antonia Minore

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Primi anni di vita Nella villa di Augusto, insieme a Giulia vi erano: i figli di Livia

i cugini, figli della zia Ottavia

il figlio di Marco Antonio, avuto con la moglie Fulvia, Iullo Antonio

• «Augusto allevò la figlia e le nipoti con tale severità che vennero abituate al lavoro

della lana e vietò loro di dire o fare qualcosa se non pubblicamente, perché ogni cosa potesse essere annotata nel diario quotidiano.» (Svetonio, Augustus, 64)

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Primo fidanzamento

Nel 37, all’età di due anni, Giulia venne promessa sposa ad Anthyllo, figlio di Marco Antonio e Fulvia per cementare il rinnovo del triumvirato. Poco credibile il fidanzamento con Cotisone, re dei Geti, per sancire la fine delle guerre illirico-danubiane

Propaganda politica avversa (Antonio e Cleopatra)

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Primo matrimonio A 14 anni nel 25 sposò il cugino Marco Claudio Marcello, rimanendo vedova a 16 anni

Fiduciosa del mio destino al suo fianco, forte dei miei quindici anni non ancora compiuti, mi misi nello stato d’animo spensierato che si addice a una sposa. p. 42

A sedici anni, per la prima volta, facevo esperienza della morte. p. 52

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Secondo matrimonio

• All’età di 18 anni, nel 21 a.C., Giulia fu costretta a sposare Agrippa

Agrippa lasciò la moglie Marcella Maggiore, che sposò Iullo Antonio

Acrobazie matrimoniali volute da Ottavia, per impedire le nozze di Giulia con uno dei figli di Livia (Plutarco, Antonio, 87, 1-5)

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• Forse la decisione di mio padre era già presa a settembre, a un mese dalla morte di Marcello, ma venne ufficializzata parecchio tempo dopo, trascorsi i dieci mesi considerati il tempo minimo prima che una vedova si risposasse. p. 58

• Certamente non avrei voluto neanche Agrippa che aveva l’età di mio padre, ed era il suo migliore amico. Io l’avevo sempre considerato un vecchio zio. ... Fisicamente non poteva certo attrarmi: aveva ventiquattro anni più di me. Per giunta era sposato felicemente con mia cognata Marcella, figlia di Ottavia. p. 59

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Figli di Giulia e Agrippa

Gaio Cesare † 4 d.C

Lucio Cesare † 2 d.C.

Giulia Minore † 29 d.C. Agrippina Maggiore

† 33 d.C.

Agrippa Postumo † 14 d.C.

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• A sedici anni i miei occhi erano rimasti ostinatamente asciutti al funerale di Marcello. A ventotto anni piansi inconsolabile un marito che poteva essermi padre e che rimpiangevo di non aver amato. Piangevo per Agrippa, ma anche per me, che avevo ingannato un simile uomo. p. 101

• Durante il matrimonio con Agrippa Giulia ebbe una relazione con Sempronio Gracco, come riferisce Tacito (Ann. I, 53)

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Terzo matrimonio

Alla morte di Agrippa Giulia sposa nell’11 il fratellastro Tiberio, che fu costretto a ripudiare la moglie Vipsania Agrippina, (figlia di prime nozze di Agrippa)

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• Io non voglio più mariti – scattai – e poi c’è già un precedente: Ottavia, mia zia, ha ottenuto di non risposarsi. p. 103

• Era questo cui Livia mirava, fin dai tempi della morte di Marcello. Al mio fianco Tiberio, che ora galoppava verso la Pannonia, avrebbe finalmente ottenuto quello che sua madre desiderava per lui. p. 106

• La Lex Iulia de maritandis ordinibus stabiliva che ogni vedova e ogni divorziata dovesse risposarsi entro un anno.

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• Secondo Tacito (Tiberio 7), all’inizio il matrimonio si svolse in un’atmosfera di affetto e concordia, per guastarsi alla morte prematura del loro figlioletto. La disparità di carattere e l’opposta concezione della vita li separò definitivamente

• Tiberio diventa sempre più ombroso e intrattabile; Giulia continua a frequentare assiduamente il circolo letterario, che diviene luogo anche di complotti politici contro Augusto

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Arresto ed esilio

• Nel 2 a.C. Giulia venne arrestata per adulterio e tradimento e mandata in esilio dal padre a Pandataria per cinque anni, dove venne accompagnata dalla madre Scribonia

• Lex de adulteriis coercendis

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Morte

Cinque anni dopo le fu permesso di tornare sulla terraferma in condizioni migliori, a Reggio Calabria, dove, secondo la leggenda, sarebbe stata ospitata nella Torre di Giulia. Quando Tiberio divenne imperatore nel 14, tolse a Giulia le sue rendite, ordinando che fosse confinata in una sola stanza e le venisse tolta ogni compagnia umana.

Giulia morì poco dopo. Su decisione di Augusto, Giulia non fu accolta nel Mausoleo di famiglia.

Per quanto mi riguarda, ora non possiedo nulla e dipendo dall’elemosina con cui Livia e suo figlio vorranno tenermi in vita. p. 206

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Gaio e Lucio furono adottati da Augusto e destinati alla successione. Lucio morì in Gallia per una malattia nel 2 d.C., il fratello Gaio morì per una grave ferita riportata in Oriente nel 4 d.C.

Gaio Cesare sposò Livilla, figlia di Druso Maggiore e Antonia Minore.

Livilla, sorella dell’imperatore Claudio e di Germanico, dunque zia dell'imperatore Caligola e prozia dell'imperatore Nerone.

Lucio Cesare sposò Emilia Lepida,figlia del console Lepido e di Cornelia Silla.

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Giulia Minore

• Sposò Lucio Emilio Paolo, nipote di Scribonia.

• Ebbe una relazione adulterina con Decimo Giunio Silano, per la quale venne esiliata dal nonno Augusto sulle isole Tremiti (Puglia).

• Nello scandalo fu coinvolto anche Ovidio. • Un figlio che nacque dopo il suo arrivo nel

luogo di esilio venne dichiarato illegittimo per volere dell’imperatore.

• Giulia rimase sull’isola per il resto della sua vita, vivendo grazie a Livia.

• Quando morì, venne seppellita sull’isola.

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Agrippina Maggiore

Ancora adolescente sposò Germanico, figlio di Druso maggiore e di Antonia Minore. Germanico fu adottato, su disposizione di Augusto, da Tiberio. Dalla loro unione nacquero nove figli: • tre morirono presto • Nerone Cesare, • Druso Cesare, • Gaio Cesare (Caligola) • Giulia Agrippina (Agrippina Minore, la

futura madre dell’imperatore Nerone), • Giulia Livilla • Giulia Drusilla

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Tiberio, divenuto imperatore, teme Agrippina e i suoi figli, amati dal popolo. Costretta all’esilio e relegata nell’isola di Pandataria, Agrippina morì d’inedia nel 33. Le sue ossa furono recuperate dal figlio Caligola dopo la morte di Tiberio nel 37 e deposte nel Mausoleo di Augusto.

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Agrippa Postumo

• Agrippa fu adottato insieme a Tiberio da Augusto.

• Nel 7 fu costretto all’esilio, prima a Sorrento e in seguito a Pianosa.

• Unico erede maschio diretto di Augusto, costituiva un serio ostacolo per la successione di Tiberio.

• Subito dopo la morte di Augusto, Agrippa fu ucciso a Pianosa da un centurione, non è chiaro se per ordine di Livia o di Tiberio.

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Discendenza di Augusto Caligola 37-41

• Augusto e Livia non

ebbero figli in comune, ma ebbero pronipoti nati dal matrimonio di Agrippina Maggiore (figlia di Giulia) e di Germanico (figlio di Druso maggiore)

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https://it.wikipedia.org/wiki/Caligola

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Claudio 41-54

Figlio di Druso Maggiore e di Antonia Minore, fratello di Germanico. Al momento dell’acclamazione era sposato in terze nozze con Messalina, dalla quale ebbe Britannico e che ripudiò nel 49. Sposò quindi la nipote Agrippina che riuscì a far adottare il proprio figlio Nerone, avuto da Domizio Enobardo

Nonna di Messalina era Antonia Minore (figlia di Ottavia e Marco Antonio)

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Nerone

https://it.wikipedia.org/wiki/Nerone

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Ottavia, prima moglie di Nerone: un’altra storia

“I riferimenti alla figura di Ottavia, nei testi antichi, sono rari e sempre in controluce rispetto all’imperiosa presenza dei personaggi che la circondano: la madre Messalina, il padre Claudio con la nuova moglie Agrippina, il marito Nerone. Di lei è stata tramandata l’immagine di una sposa non bella, non amata, virtuosa ma non interessante, vittima sacrificale designata, prima fatta sposare da Agrippina a Nerone per garantirgli un titolo alla successione imperiale, quindi ripudiata, esiliata e infine fatta uccidere quando il marito si invaghì di Poppea. Ma chi era davvero Ottavia? Che ruolo ha avuto nella corte e a Roma? Perché era così amata dal popolo? Questa biografia ne indaga la personalità, le sorti e il significato storico”.

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Mauro Reali: Giulia, figlia ribelle di Augusto http://www.laricerca.loescher.it/lingue-classiche/566-giulia-figlia-ribelle-di-augusto.html

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Tito Flavio Vespasiano

“Siamo nel I secolo d.C., Vespasiano è ancora un giovane nobile di basso rango, inconsapevole delle glorie imperiali che lo attendono e deciso a elevare il proprio status, quando rimane folgorato da Antonia Cenide. Nata schiava presso una potente famiglia ed educata come scrivana, grazie alla propria intelligenza Cenide ha colpito la madre dell’imperatore Claudio, che ne ha fatto la sua più fida servitrice e l’ha resa libera. E sono proprio l’acume e la sensibilità dell’ex schiava a intrigare Vespasiano, che riconosce in lei doti più eccitanti della mera bellezza. Invano Cenide cerca di resistergli, spaventata dalla differenza di ceto: la complicità fra i due sfocia in un’incontenibile e profonda passione, che supera le prove del tempo e della sorte, accompagnando l’ascesa al potere dell’ambizioso giovane fra gli improvvisi viaggi nelle lontane province dell’impero e le lunghe campagne militari. Ma la forza del sentimento non può nulla contro le rigide regole del cursus honorum, il percorso di cariche e uffici pubblici che Vespasiano ha intrapreso per arrivare al Senato e che vieta il matrimonio con una schiava, anche se liberta”.

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Settimio Severo

“197 d.C. È notte fonda quando Elio Galeno, medico personale della famiglia imperiale, decide di scrivere una pagina importante del suo diario. I segreti che conosce, le cose che ha visto, le battaglie cui ha assistito in anni e anni di vicinanza con le persone più potenti dell’impero: tutto viene registrato nel suo diario. Ma c’è una persona in particolare la cui storia Galeno vuole scrivere: Iulia Domna. La donna che passò, in soli dieci anni, dall’essere una sconosciuta adolescente nelle sconfinate province orientali a diventare augusta imperatrice, in un “cursus honorum” che nessuna donna ha mai potuto vantare nella storia dell’impero. Educata nel modo più raffinato, amante della poesia e della filosofia, sposa di Settimio Severo “imperator”, madre di Caracalla, fu mater senatus et patriae (un titolo che non fu concesso neppure a Livia, moglie di Augusto), a consacrazione del suo posto speciale nelle gerarchie del potere imperiale”.

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Costantino

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L’ Ardia di Santu Antine

L’imperatore Costantino tra Storia e Tradizione

in Sardegna

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• Il nome Ardia deriva dal logudorese bardiare: fare la guardia, proteggere, vegliare in armi.

• L’ Ardia è la rievocazione della battaglia di

Ponte Milvio alle porte di Roma tra Massenzio e Costantino avvenuta nel 312 d.C.

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• L’origine dell’Ardia si perde nel passato; certamente la devozione dei Sardi all’imperatore Costantino affonda le sue radici nell’epoca in cui la Sardegna era soggetta ai Bizantini, presso i quali l’imperatore era venerato come “tredicesimo apostolo”

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• L’Ardia più conosciuta è quella di Sedilo, ma si festeggia il 7 luglio anche a Pozzomaggiore, Sorso, Samugheo, Bòttida, Ollastra Simaxis, Palmadùla di Sassari

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• Il culto di Costantino è tra quelli che maggiormente testimoniano la profonda influenza esercitata dai Bizantini in Sardegna: venerato come santo da tutti i cristiani d’Oriente, non è riconosciuto tale nel culto latino

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L’Ardia

• Si svolge ogni anno a Sedilo la sera del 6 luglio e si ripete la mattina successiva.

• È guidata da un capocorsa, sa prima pandela, seguito da altri due cavalieri, sa segunda e sa tertzia, e da tre scorte, che rappresentano Costantino e il suo esercito.

• Vi partecipano, ogni anno, circa 100 cavalieri che rappresentano i pagani guidati da Massenzio.

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In hoc signo vinces

Chrismòn Piero della Francesca

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Fonte principale

• La Vita di Costantino: di Eusebio di Cesarea; in greco; divisa in quattro libri; composta nel 337.

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• Un ruolo decisivo nella vita e nella conversione dell’imperatore lo ebbe la madre Elena, che dedicò l’ultima parte della sua vita a far costruire chiese come Santa Croce in Gerusalemme a Roma o la Natività a Betlemme e a cercare le reliquie della croce di Cristo.

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Donazione di Costantino • Si dice che Costantino, dopo

la battaglia di Ponte Milvio, fece dono a papa Silvestro I dello splendido Palazzo Laterano di proprietà della moglie Fausta, consegnando così al papa romano la città di Roma e dando avvio, con quell’atto di devoluzione, al potere temporale dei papi.

• Ma la cosiddetta Donazione di Costantino è un documento apocrifo. Nel 1440 l’umanista Lorenzo Valla dimostrò come il documento fosse un falso, nella sua opera De falso credita et ementita Constantini donatione.

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Costantino: • abolì il supplizio della crocifissione, in ricordo della

morte di Gesù, trasformando la croce in simbolo di salvezza;

• vietò la marchiatura sulla fronte dei deportati; • migliorò la condizione degli illegittimi; • si occupò dei bambini abbandonati; • protesse la famiglia, reprimendo il malcostume e

riducendo i motivi di divorzio.

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• Uno dei punti più discussi dagli storici riguarda

la conversione di Costantino, se fosse autentica o piuttosto un gesto di opportunità politica (instrumentum regni)

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L’Ardia a Sedilo

In ricordo della prof.ssa Marcella Bonello Lai Docente di Storia Romana ed Epigrafia Latina

all’Università di Cagliari