La stagione dei teatri - Ravenna Teatro · Il sistema dei ruoli può essere paragonato a quello...

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La StAgIoNe DeI TeAtRi 2016 17 TeAtRo AlIgHiErI TeAtRo RaSi RaVeNnA WwW.RaVeNnAtEaTrO.CoM

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La stagione dei teatri2016 17 teatro alighieri teatro rasi ravenna

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FaUSt Una ricerca suL LingUaggio deLl’opera di Pechino giovedì 17 novembre ore 21 turno Avenerdì 18 novembre ore 21 turno Bsabato 19 novembre ore 21 turno Cdomenica 20 novembre ore 15.30 turno D

Lus concerto-spettacoLo giovedì 1 dicembre ore 21 turno Avenerdì 2 dicembre ore 21 turno Bsabato 3 dicembre ore 21 turno Cdomenica 4 dicembre ore 15.30 turno D

il borghese gentilUomolunedì 16 gennaio ore 21 turno Amartedì 17 gennaio ore 21 turno Bmercoledì 18 gennaio ore 21 turno Cgiovedì 19 gennaio ore 21 turno D

mad in euroPe Uno spettacoLo in LingUa originalevenerdì 20 gennaio ore 21valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

ivanovsabato 28 gennaio ore 21 domenica 29 gennaio ore 15.30 valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

amoremercoledì 1 febbraio ore 21valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

macbethgiovedì 9 febbraio ore 21 turno Avenerdì 10 febbraio ore 21 turno Bsabato 11 febbraio ore 21 turno Cdomenica 12 febbraio ore 15.30 turno D

mar deL Plata gli “angeLi deL rugby” che sfidarono il regime argentinomartedì 21 febbraio ore 21mercoledì 22 febbraio ore 21valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

Preamletomartedì 7 marzo ore 21mercoledì 8 marzo ore 21valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

giocando con orLandogiovedì 9 marzo ore 21 turno Avenerdì 10 marzo ore 21 turno Bsabato 11 marzo ore 21 turno Cdomenica 12 marzo ore 15.30 turno D

mr Pùntila e il suo servo mattigiovedì 23 marzo ore 21 turno Avenerdì 24 marzo ore 21 turno Bsabato 25 marzo ore 21 turno Cdomenica 26 marzo ore 15.30 turno D

abramomercoledì 12 aprile ore 21valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

i giganti deLla montagnamercoledì 26 aprile ore 21giovedì 27 aprile ore 21valgono la data e l’assegnazione riportate sul biglietto

spettacoLi in abbonamento

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La stagione dei teatri2016 17 teatro alighieri teatro rasi ravenna

La prima volta de La stagione dei teatri unisce insieme due luoghi della città ad alto valore simbolico: il teatro Alighieri ed il teatro Rasi. E segna il punto di approdo di un percorso maturato negli anni da Ravenna Teatro all’insegna del superamento della tradizionale separazione fra i generi.A dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che nel teatro e più in generale nella produzione di cultura, antico e contemporaneo, classico e contemporaneo, lungi dall’essere contrapposti o distinti, dialogano in modo stringente e si alimentano a vicenda. In particolare a Ravenna, una città straordinariamente ricca di storia e di testimonianze artistiche.La stagione dei teatri si conferma quest’anno come uno dei capisaldi dell’offerta culturale della città, capace di coinvolgere migliaia di cittadini in attività molteplici di vera e propria cultura teatrale diffusa.È una proposta ricca, attenta a dare risposte ad esigenze diverse con protagonisti di grande notorietà, apporti di respiro internazionale e di ricerca orientati a mettere in valore talenti che nascono nella nostra città e ne

portano, con il loro prestigio, il nome nel mondo.L’auspicio è che i nostri concittadini in gran numero vogliano essere presenti a teatro per godere di questa stagione innovativa. E che numerosi siano i più giovani, per i quali abbiamo voluto elaborare una proposta dedicata: se hai 18 anni e godi del bonus cultura, porta con te a teatro gratuitamente un tuo amico o una tua amica.

Michele De Pascale Sindaco di Ravenna

Elsa Signorino Assessora alla Cultura del Comune di Ravenna

Con La stagione dei teatri abbiamo voluto operare un cambio di passo: abbiamo intrecciato insieme le due storiche programmazioni: stagione di prosa e scena contemporanea. Abbiamo creato infatti una programmazione che respira all’unisono nei due teatri della città, entrambi simbolicamente importanti: un teatro all’italiana che è un vero gioiello e una chiesa romanica trasformata in teatro a fine ‘800 e che

è diventata negli ultimi due decenni un “cantiere del nuovo” riconosciuto in tutta Italia.Fin dagli anni ‘90 ci siamo resi conto che, a livello europeo, la denominazione “teatro di prosa” non esisteva, che non aveva senso, che in Europa, a Parigi, a Berlino a Mons, esiste “il teatro”, semplicemente, capace di essere insieme antico e sperimentale, capace di coniugare insieme la Tradizione e l’attenzione al nostro presente. Fin dagli anni ‘90 abbiamo quindi creato stagioni di prosa che vedevano presenze di artisti che non hanno mai sopportato “confini” e “riserve”, che hanno sempre cercato, ognuno a modo proprio, un teatro vivo, pulsante. Ecco perché siamo arrivati a maturare questa decisione che ci sembra assai significativa nella storia della cultura teatrale della nostra città: lo abbiamo fatto per dare forma piena e disegno riconoscibile a quello che Ravenna è diventata negli anni: un centro di cultura teatrale di respiro europeo, dove non è necessaria una patente data da fuori per sentirsi

“capitale”, sono necessari invece lavoro quotidiano paziente e grande, accesa immaginazione per unire nella bellezza il teatro e la polis. Parliamo di una stagione che cerca di rispondere alle esigenze di un’intera città e dei suoi diversi spettatori: quindi attori popolari, di cinema e televisione, si alterneranno a maestri dell’arte, a interpreti che stanno scrivendo la storia del teatro di questi ultimi anni. Mentre sul piano degli autori, si passerà dai classici alle drammaturgie del presente. E sapendo che in tutto questo è fondamentale l’entusiasmo e la sapienza delle spettatrici e degli spettatori che anno dopo anno seguono con passione gli spettacoli e gli incontri di approfondimento.Infine grazie al prezioso aiuto degli storici e dei nuovi sostenitori che continuano, nonostante la forte crisi economica in atto, a scommettere sul Teatro e su questa nuova e avvincente Stagione.

Marcella Nonni Direttore di Ravenna Teatro

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teatro alighieri

giovedì 17, venerdì 18, sabato 19 novembre ore 21 domenica 20 novembre ore 15.30 FaUStUna ricerca suL LingUaggio deLl’opera di Pechino

di Li Meini . basato sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe . traduzione Fabrizio Massini consulente artistico Xu Mengke . musiche originali Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani, Chen Xiaoman . con Liu Dake, Xu Mengke, Zhao Huihui, Zhang Jiachun . musica in scena Fu ChaYina (yueqin), Vincenzo Core (chitarra elettrica ed elaborazione elettronica), Wang Jihui (jinghu), Niu LuLu (gong), Laura Mancini (percussioni), Giacomo Piermatti (contrabbasso), Wang Xi (bangu) scene Anna Peschke . luci Tommaso Checcucci . costumi Akuan . materiali scenici Li Jiyong trucco e acconciature Ai Shuyun, Li Meng . coreografie Zhou Liya, Han Zhen Emilia Romagna Teatro Fondazione / China National Peking Opera Company . si ringrazia per la collaborazione l’Istituto Confucio progetto e regia Anna Peschke

Spettacolo in lingua cinese sottotitolato in italiano

Il mio obiettivo è di indurre il pubblico italiano a unirsi a me nel misterioso universo Jīngjù, in una forma nuova e contempora-nea in cui, nel contesto del Faust di Goethe, si mescolano anche il mio background teatrale europeo e le composizioni italiane. Il punto di partenza è il capolavoro di Goethe Faust: prima parte della tragedia, dal quale la drammaturga Li Meini ha tratto un nuovo dramma in Jīngjù mandarino poetico.Protagonisti di questa vicenda sono Faust e Mefistofele, affian-cati da Margherita e da suo fratello Valentino. Faust è inter-pretato da Liu Dake, in origine attore Jìng, mentre a incarnare Mefistofele è un attore Shēng. I ruoli che figurano nell’opera di Pechino sono determinati da un rigido schema di non più di quattro personaggi: accanto a Shēng (il ruolo maschile) vi sono Dàn (il ruolo femminile), Jìng (ruolo maschile con il viso dipinto) e Chou (il clown).Il sistema dei ruoli può essere paragonato a quello della Com-

media dell’Arte. Solitamente gli attori non cambiano mai la pro-pria categoria di personaggio. In questa produzione, invece, è stata messa da parte questa regola fondamentale: Faust è ini-zialmente un nobile Shēng ma quando, con avidità ed egoismo, lascia dietro di lui una scia di distruzione, rivela via via la sua vera natura: un selvaggio Jìng. La figura del Jìng è solitamente quella di un personaggio energico, dalla voce potente, il trucco forte e le movenze molto ampie.Mefistofele lascia tracce sul viso di Faust, segni demoniaci, come sfregi della sua avidità e della sua brama di vita. Il personaggio di Mefistofele supera a sua volta i tradizionali confini del ruolo, mostrando aspetti di diverse personalità: un gentiluomo, un de-mone, un imbroglione e un guerriero.

Anna Peschke

sabato 19 novembre ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con la Compagnia a cura di Roberto Cuppone, regista, storico del teatro e docente universitario

foto Zhang Xinwei

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teatro alighieri

giovedì 1, venerdì 2, sabato 3 dicembre ore 21 domenica 4 dicembre ore 15.30 Lusconcerto-spettacoLo

di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato . testo Nevio Spadoni . musica Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato voce Ermanna Montanari . live electonics Luigi Ceccarelli . contrabbasso Daniele Roccato spazio scenico e costumi Margherita Manzelli, Ermanna Montanari . disegno abito di Bêlda Margherita Manzelli animazione dello sfondo con opere originali Margherita Manzelli a cura di Margherita Manzelli, Alessandro e Francesco Tedde elaborazione e tecnica video Alessandro e Francesco Tedde - Antropotopia Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro regia Marco Martinelli

Ermanna Montanari e Luigi Ceccarelli hanno realizzato pagi-ne indimenticabili di teatro-in-musica, da L’Isola di Alcina a La mano, spettacoli del Teatro delle Albe che hanno segnato la sto-ria del teatro italiano negli ultimi due decenni. Ora si cimentano con LUS (LUCE), un poemetto di Nevio Spado-ni in lingua romagnola, centrato su Bêlda, veggente e guaritrice delle campagne romagnole di inizio Novecento. Una figura po-tente di donna vittima dell’ipocrisia del paese, che nell’orgoglio-so grido di rivolta contro la codardia degli uomini si permette un maleficio di morte ai danni di un “pretaccio”, colpevole di aver disseppellito la madre di lei. In questo concerto, il testo-preghiera-maledizione di Spadoni si sposa con un’architettura sonora originale realizzata da Luigi Ceccarelli (compositore tra i

più importanti del panorama italiano, da molti anni in relazione artistica con le Albe) e Daniele Roccato (contrabbassista solista e compositore, una delle voci più originali e prestigiose della scena musicale internazionale), in un’alchimia che vede in scena tre figure duellare con i loro “strumenti”: la voce caleidoscopica della Montanari, Ceccarelli con il suo computer per l’elaborazio-ne elettronica in tempo reale, e Roccato con il suo contrabbas-so. Diretto da Marco Martinelli, LUS è un concerto che racconta, senza raccontare, la magia incantatoria dei suoni, antica come il mondo, incarnata con forza nel nostro presente, nelle “facce”, malate e abbacinate, nei gorghi di colore, sangue e mercurocro-mo dipinti ad acquerello da Margherita Manzelli.

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foto Luca Del Pia

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teatro alighieri

lunedì 16, martedì 17, mercoledì 18, giovedì 19 gennaio ore 21 il borghese gentilUomo

di Molière . con Emilio Solfrizzi, Viviana Altieri, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Lydia Giordano, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Roberto Turchetta scene Andrea Taddei . costumi Sandra Cardini Roberto Toni per ErreTiTeatro30 regia Armando Pugliese

Il signor Jourdain, che sogna di diventare un gentiluomo, è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ricco, dell’ar-rampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare, col denaro, quei meriti e quei titoli di cui è irrevocabilmente privo. È circondato dal maestro di musica, di ballo, di scherma, di filosofia. La trama si arricchisce delle rivalità tra i diversi mae-stri che scroccano denaro a Jourdain e ciascuno di loro ritiene e predica che la propria arte, la propria scienza, è il fondamento primo dell’esser un gentiluomo. Quando si tratta di maritare la figlia si presenta l’occasione del riscatto sociale.

Ne nasce una farsa, chiassosa e colorata, tipica del teatro co-mico.Come l’Avaro, come il Malato immaginario, come l’ipocri-ta Tartufo, anche questo Borghese che sogna di diventare un gentiluomo è, nella cultura letteraria europea, un arche-tipo: è il modello esemplare e imprescindibile del nuovo ric-co, dell’arrampicatore sociale, dell’ambizioso che pretende di comprare col denaro quei meriti e quei titoli che non avrà mai. Armando Pugliese

giovedì 19 gennaio ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con la Compagnia a cura di Matteo Cavezzali giornalista, regista della compagnia TeatrOnnivoro,

guida della non-scuola, direttore artistico di Scrittura festival e curatore della rassegna Il tempo ritrovato

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teatro rasi

venerdì 20 gennaio ore 21 mad in euroPeUno spettacoLo in LingUa originale

drammaturgia originale Angela Dematté . con Angela Dematté . scene e costumi Ilaria Ariemme disegno luci e audio Marco Grisa Karamazov Associati (CapoTrave/Kilowatt, Pierfrancesco Pisani, Progetto Goldstein) regia del gruppo Mad in Europe

C’è una donna, lavora al Parlamento Europeo, fino ad un certo punto della sua vita ha avuto una magnifica identità liquida. Così liquida che, ad un certo punto, si è liquefatta tutta. Ce n’è un’al-tra che ha vergogna delle sue origini perché vuole confrontarsi con un modello linguistico ed estetico contemporaneo. Queste due donne aspettano un bambino. E questo fatto rende più complesso il tema, fa entrare nello spettacolo una riflessione sul “femminile”. In particolare su quella parte legata al generare e al prendersi cura. Caratteristiche non immediatamente asso-ciate alla parola “libertà”.Ma cosa vuol dire essere liberi? Come conciliare ciò di cui siamo fatti (l’origine, la lingua madre) e il bisogno di trovare se stessi?

Ma soprattutto: possiamo davvero capire cosa vogliamo in fon-do all’anima? Si può dire “anima”?Mi ricordo che, da piccola, un vecchio signore mi disse che noi dovevamo guardare all’Europa. Aveva un’idea luminosa di essa. Niente a che vedere con oggi. L’Europa ha tolto dai suoi docu-menti i riferimenti alle sue origini giudaico-cristiane. Ma queste origini sono l’ultimo ostacolo alla libertà o sono quelle che la tengono in piedi? Dove affondano le parole che oggi ci vengo-no proposte?

Angela Dematté

venerdì 20 gennaio ore 22.30 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi Incontro con Angela Dematté a cura di Cristina Valenti, presidente del Premio Scenario e docente di Storia del Nuovo Teatro

all’Università di Bologna

foto Manuela Giusto

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teatro alighieri

sabato 28 gennaio ore 21 e domenica 29 gennaio ore 15.30 ivanov di Anton Cechov . traduzione Danilo Macrì . con Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Antonio Zavatteri, Orietta Notari, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Fulvio Pepe . musiche Arturo Annecchino, Luca Annessi (assistente) scene e costumi Laura Benzi . luci Pasquale Mari . assistente alla regia Carlo Orlando Fondazione Teatro Due, Teatro Stabile di Genova regia Filippo Dini

L’impossibilità di mutare la propria esistenza in meglio, l’incapa-cità di muovere, spostare e rinnovare la personale visione delle cose, insomma quello che qui tutti i personaggi chiamano anco-ra una volta “noia”, si trasforma in azione, è sempre motore di una nuova scelta, di un’inversione o di un disastro.Ivanov continuamente sceglie. Sceglie di uscire e lasciare sua moglie a casa, sceglie di baciare Saša, di umiliare Borkin, di tor-mentare la padrona di casa dei Lebedev, di uccidere Anna Pe-trovna. Eppure per tutti e per se stesso lui è un uomo superfluo, un Amleto.Ivanov è certamente il Male. Poiché trascina tutti nel tunnel nero dell’inattività, della paralisi mentale e spirituale, tutti ne sono in-taccati al suo passaggio, e appunto lottano contro di lui o tenta-

no di guarirlo, fino all’estremo sacrificio della giovane Saša, che Ivanov non può proprio accettare, e di conseguenza non può far altro che uccidersi, giacché nessuno è stato in grado di farlo.Ivanov è certamente il Bene. Perché mette tutti di fronte a se stessi, ai propri limiti, alla propria povertà, dà ad ognuno di loro l’occasione e gli strumenti per la salvezza personale, li pone sin-golarmente nella zona del dubbio, mentale e spirituale, in cui si ha la possibilità di intravedere un nuova vita, diversa, miglio-re e possibile. Per questo Ivanov può soltanto soccombere nel sacrificio estremo a vantaggio dei suoi compagni e delle future generazioni.

Filippo Dini

foto Michele Lamanna

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teatro rasi

mercoledì 1 febbraio ore 21 amore

di Spiro Scimone . con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber scene Lino Fiorito . disegno luci Beatrice Ficalbi Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Théâtre Garonne Toulouse regia Francesco Sframeli

Le tenere e insieme crudeli quotidianità del sentimento amoro-so vengono qui rappresentate con la consueta e delicata poesia delle cose semplici, a partire dai gesti affettuosi e familiari, alla prova del tempo e dei ricordi, che non tornano più. Quattro vite al tramonto si muovono tra le tombe di un simbolico cimitero. La scena è infatti composta da due tombe a due piazze, il tempo è sospeso e, forse, stanno tutti prendendo parte all’ultimo giorno della loro vita. Due coppie comuni, senza nome: il “vecchietto” e la “vecchietta”, il comandante e il pompiere. Moglie e marito i primi, clandestini i secondi. Amore, oltre che titolo della creazione di Scimone e Sframeli, è anche l’appellativo con cui, quasi ossessivamente, la donna si rivolge al marito: un modo che è tipico del gergo degli affetti, in cui le parole si logorano fino a perdere il significato originario, per diventare qualcosa d’altro. Entrambe le coppie si abbando-

nano ai ricordi, creando un universo parallelo abitato da memo-rie e rimpianti, giocose affettuosità, dimenticanze e amari sorrisi. Queste due coppie sono vicine alla morte, ma con leggerezza infantile parlano di quello che hanno provato da giovani e di ciò che forse non è ancora perduto. Alla fine di tutto, il senso della vita si può trovare solo nell’amore. L’intimità scorre lungo un tempo sospeso, al ritmo di parole ri-petute e ossessive che delineano dettagli di intimità domestica, ormai trasfigurate dalla nebbia della vecchiaia, dove “le fiamme possono arrivare all’improvviso!...Le fiamme possono divampare all’improvviso!”.

Francesco Sframeli e Spiro Scimone

mercoledì 1 febbraio ore 22.30 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi

Incontro con la Compagnia a cura di Dario Tomasello, studioso di teatro e docente dell’Università di Messina

foto Paolo Galletta

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teatro alighieri

giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 febbraio ore 21 domenica 12 febbraio ore 15.30

macbeth di William Shakespeare . traduzione Agostino Lombardo . con Franco Branciaroli e Valentina Violo e con Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso scene Margherita Palli . costumi Gianluca Sbicca . luci Gigi Saccomandi CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati regia Franco Branciaroli

Il Macbeth inizia da un mondo esterno in guerra, dove caratte-ristiche come efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio, sono ritenute virtù, in quanto preservano il mondo interno della corte, una società patriarcale civilizzata regolata da leggi divine. La violenza che si applica all’esterno non vale per l’interno, altri-menti tutto salta e tra il dentro e il fuori non c’è più differenza, tutto diventa guerra. Macbeth a un certo punto sceglie di porta-re la violenza all’interno e a questo si somma il fatto che anche la Lady, la sua parte femminile, si snatura e prende caratteristiche maschili: allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto” all’ambizione dalle streghe, che storicamente rappresentano la minaccia al mondo patriarcale, e indotto all’assassinio da sua moglie, che viola il suo ruolo sociale di donna agendo come agirebbe un uomo. Al caos generato da donne che sono uomini

(ovvero da una natura femminile perversa) solo un “non nato di donna” potrà porre fine. Ma il dramma è ancora più complesso e tremendo: Macbeth, uccidendo il re, simbolo del padre e del divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. In più, la sua vittoria è sterile perché non ha eredi, e que-sta sua rinuncia alla sua umanità servirà solo a passare il trono al figlio di un altro. Il Macbeth è la tragedia del male dell’uomo, della violazione delle leggi morali e naturali. Intorno all’inquie-tante parabola di seduzione dell’anima al male pulsa l’enigmati-co cuore di questa tragedia. Franco Branciaroli

sabato 11 febbraio ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con la Compagnia a cura di Claudio Longhi, direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione, regista e docente di Istituzioni

di regia all’Alma Mater Studiorum di Bologna

foto Umberto Favretto

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teatro alighieri

martedì 21 e mercoledì 22 febbraio ore 21

mar deL Platagli “angeLi deL rugby” che sfidarono il regime argentino di Claudio Fava . con Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori e con Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi . scene Alessandro Chiti . costumi Sabrina Chiocchio light design Umile Vainieri Società per Attori, Accademia Perduta/Romagna Teatri regia Giuseppe Marini

Spettacolo realizzato con il patrocinio istituzionale dell’Ambasciata Argentina in Italia e della Federazione Italiana Rugby in collaborazione con Amnesty International - sezione italiana

La prima volta che andai in Argentina la memoria di molte cose accadute era ancora intatta. Cose accadute laggiù, a Buenos Ai-res, dove la storia si era fermata su quell’elenco interminabile di nomi cancellati dalla vita e dal lutto, desaparecidos, ammazzati senza nemmeno il diritto a portarsi la propria morte addosso. Ma anche cose accadute quaggiù, in Italia, dove un’altra guerra e un altro nemico che non facevano prigionieri s’erano portati via, as-sieme a tanti altri, anche mio padre. Mi era sembrato un viaggio necessario: imparare che nessun luogo è il centro del mondo. Si moriva in Argentina come in Sicilia perché una banda di carogne regolava in questo modo i propri conti con i dissidenti. Pensarla storta, fuori dal coro, era un peccato imperdonabile. A Buenos Aires come a Catania. Negli anni ho imparato a raccontare quei morti con le parole dei vivi, le madri di Plaza de Mayo, le vedove

di via d’Amelio. (…) Ho provato a immaginare i pensieri e i gesti di quei ragazzi che scelsero di restare e di morire. Ho cercato di riannodare i fili invisibili che legano vite lontane tra loro: i giovani agenti di Paolo Borsellino che rinunciano alle ferie per far da scorta al loro giudice, i giovani rugbisti di Mar del Plata che ri-nunciano a trovare rifugio in Francia pur di giocarsi fino all’ultima partita il loro campionato… II nome di Raul, il sopravvissuto, l’ho conservato. Gli altri, carnefici e vittime, li ho ribattezzati: volevo che ciascuno di loro portasse in questo teatro qualcosa in più della propria storia, qualcosa in più della propria morte. Perché alla fine poco importa che quei ragazzi fossero argentini o sicilia-ni. Importa come vissero. E come seppero dire di no.

Claudio Fava

mercoledì 22 febbraio ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con la Compagnia cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale

al Conservatorio di Bologna

foto Federico Riva

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teatro alighieri

martedì 7 e mercoledì 8 marzo ore 21

Preamleto di Michele Santeramo . con Massimo Foschi, Manuela Mandracchia, Francesco Villano, Lino Musella, Matteo Sintucci scene e costumi Barbara Bessi . luci Gianni Staropoli . musiche Paolo Coletta assistenti alla regia Antonino Pirillo, Giacomo Bisordi Teatro di Roma regia Veronica Cruciani

Un testo che parte da Shakespeare per raccontare in scena cosa succede prima della morte di Re Amleto, analizzando in chiave contemporanea il concetto di potere. Re Amleto non è morto, Amleto vuole il potere, Gertrude sente che tutto le sfugge, Clau-dio non vuole usare nessun veleno contro suo fratello, Polonio aspetta che le cose si mettano a suo vantaggio. Così, i perso-naggi di Shakespeare sono colti nel loro privato prima che la tragedia abbia inizio e “sono diversi prima della vendetta - ri-flette la regista Veronica Cruciani - prima della violenza, quando ancora le cose si possono salvare. Ma forse, forse, le cose non si possono salvare”. Immaginare quel che può accadere prima di quel “vendica il mio brutale e snaturato assassinio” da cui prende vita l’Amleto, significa provare a scoprire intrecci e motivazioni che nel testo shakespeariano si affidano solo alla fantasia dello spettatore.

“Se cambiassero le premesse, la storia di Amleto sarebbe co-munque piena di uccisioni, vendette, assassini? – si interroga l’autore Michele Santeramo – E quali le storture che si svilup-perebbero in un gruppo stretto dal vincolo familiare e costretto a relazionarsi con il potere?”. Il testo prova a mettere di fronte allo spettatore i personaggi nell’atto di prendere la decisione che cambierà le vite di tutti, mostrando i retroscena dei rapporti familiari che diventano lo specchio di quanto il comportamento umano possa distorcersi ogni volta che si confronta con il pote-re. È questa l’indagine che Veronica Cruciani, regista da sempre interessata al rapporto tra memoria e drammaturgia, compie sul testo del Bardo: alla ricerca di una storia il cui canone non è più, come è stato per Amleto e per tutta la modernità, la parola “vendetta”.

mercoledì 8 marzo ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con la Compagnia a cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale

al Conservatorio di Bologna

foto Serafino Amato

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teatro alighieri

giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 marzo ore 21 domenica 12 marzo ore 15.30 giocando con orLando liberamente tratto da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto . adattamento teatrale e regia Marco Baliani con Stefano Accorsi e Marco Baliani . scene Mimmo Paladino . impianto scenico Daniele Spisa . costumi Alessandro Lai . luci Luca Barbati Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

Il centro sarà sempre il tema dell’amore, corrisposto e non, vio-lento e non, tradito e non, con le due coppie di Orlando e Ange-lica e Bradamante e Ruggiero, e noi due che entriamo e usciamo dai personaggi, creandone altri intorno, mostri compresi, gio-cando, appunto, sulla corrispondenza delle rime infilate in un ritmo galoppante, con molta improvvisazione verbale, con rime difficili da trovare, con gesti difficili da compiere.Saltando spazi e tempi con un semplice gioco di luci, o con un salto in più su una pedana rialzata.Stefano sarà il cantore che aggancia i vari episodi in un flusso più continuativo, io invece sarò un full, a far da regista in scena, a diventare spalla e comprimario, a tendere trappole e inventare strofe. Ma ecco, che grazie a questo gioco, a questa ludica gio-

ia teatrale, a tratti apparirà, per intero, la passione dell’amore, distillata e resa straziante, la forza dell’amicizia, in un attimo di commossa fratellanza, la furia della gelosia in un esercizio di-struttivo.Giocando con Orlando sorprenderà lo spettatore, che, dopo esser stato condotto al campo da gioco, alla giostra e alla helza-poppiniana baraonda, si troverà all’improvviso di fronte a qual-cosa di antico: i sentimenti. Avrà appena il tempo per sentirli e provare qualcosa che assomiglia alla nostalgia, per poi essere trascinato di nuovo sulle montagne russe dell’Ippogrifo volante o dell’Orca ruggente.

Marco Baliani

sabato 11 marzo ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con Stefano Accorsi e Marco Baliani a cura di Claudia Sebastiana Nobili, docente di Letteratura teatrale italiana

presso l’Ateneo ravennate e studiosa della letteratura del Trecento

foto Alessandro Moggi

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teatro alighieri

giovedì 23, venerdì 24, sabato 25 marzo ore 21 domenica 26 marzo ore 15.30

mr Puntila e il suo servo matti di Bertolt Brecht . traduzione Ferdinando Bruni . con Ferdinando Bruni, Luciano Scarpa, Ida Marinelli, Corinna Agustoni, Elena Russo Arman, Luca Toracca, Umberto Petranca, Nicola Stravalaci, Matteo De Mojana, Francesca Turrini, Francesco Baldi, Carolina Cametti . costumi Gianluca Falaschi . musiche originali Paul Dessau, arrangiamenti Matteo de Mojana .luci Nando Frigerio . suono Giuseppe Marzoli Teatro dell’Elfo regia e scene Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

Un Brecht quasi inedito, un Brecht sorridente, un Brecht che vuole divertire, che mischia il fascino delle favole nordiche all’u-morismo stralunato delle comiche di Chaplin, il sarcasmo della critica sociale e l’allegria delle canzoni popolari.La prima immagine che vediamo all’apertura del sipario è un enorme dollaro dal cui centro spunta il muso sorridente di un maiale felice. Pùntiland, lo sterminato possedimento di Pùntila è un circo dove gli uomini vengono trattati come animali e il loro valore viene pesato sulla bilancia dell’utilità. Finché il padrone ri-uscirà a mantenere i suoi sudditi come schiavi e a imporre le sue regole Pùntiland potrà sopravvivere e Pùntila trionfare, ma cosa succederà se qualcuno dovesse ribellarsi? Il tema forte di questo testo è il valore della dignità dell’uomo, la necessità di non sven-dersi. Pùntila quando è ubriaco sorride e promette felicità, come

il milionario di Luci della città, ma quando torna sobrio indossa di nuovo la sua maschera crudele. Diffidare della sua generosità è una buona regola di sopravvivenza. Se leggiamo i dati sulla divisione della ricchezza nel mondo ci viene il sospetto che da qualche parte qualcuno ci stia sorridendo come un ubriaco pro-mettendoci il paradiso in terra, un paradiso però dove a pagare sono in molti e a godere in molto pochi.Mr Pùntila e il suo servo Matti per noi è un capitolo importante del nostro lavoro per la creazione di un teatro che superi la vec-chia dicotomia tra teatro d’arte e teatro popolare, in cui conte-nuti e divertimento vadano di pari passo e la profondità non sia un ostacolo alla comunicazione.

Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

sabato 25 marzo ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con il Teatro Dell’Elfo a cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale

al Conservatorio di Bologna

foto Laila Pozzo

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teatro rasi

mercoledì 12 aprile ore 21

abramo di Ermanno Bencivenga . con Augusto Masiello, Teresa Ludovico, Christian Di Domenico, Michele Altamura, Gabriele Paolocà, Domenico Indiveri . spazio e luci Vincent Longuemare . costumi Teresa Ludovico e Cristina Bari . aiuto regia Christian Di Domenico Teatro di Bari / Kismet regia e adattamento Teresa Ludovico

Abramo è la storia del patriarca raccontata in tre atti, secondo lo schema della tragedia classica, da un autore che s’interro-ga sul senso della fede e sull’idea che l’uomo ha del proprio dio. Come nella narrazione biblica, tre viandanti annunciano ad Abramo che Dio vuole sottoporlo a una prova e gli chiedono di uccidere il suo unico figlio, fondamento della sua speranza, del suo futuro, del destino di un popolo. Contrariamente a quanto accade nella Bibbia, però, Abramo va fino in fondo: porta Isacco sul monte e lo uccide. Dio non ferma la sua mano, lascia che il gesto venga compiuto per intero. Abramo rientra a casa senza il figlio, affronta l’ira e la disperazione di Sara e scopre di lì a poco

che non era il delitto la vera prova. Tornano, infatti, i viandanti a rimproverarlo e a spiegargli che non obbedienza cieca ci si aspettava da lui, ma la messa in discussione di un’immagine in-coerente con la realtà del suo dio. Dio voleva, cioè, essere con-traddetto, non riconosciuto in una richiesta così aberrante; come ha ben chiarito il cardinale Ravasi nel suo articolato commento sul Sole-24 Ore, Abramo ha violato la logica dell’amore in nome di una fede ottusa.

Teresa Ludovico

mercoledi 12 aprile ore 22.30 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi Incontro con la Compagnia a cura di Massimo Marino, critico, saggista teatrale e docente di Storia del teatro musicale

al Conservatorio di Bologna

foto Cristina Bari

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teatro alighieri

mercoledì 26 e giovedì 27 aprile ore 21

i giganti deLla montagna di Luigi Pirandello . con Roberto Latini . musiche e suoni Gianluca Misiti . luci Max Mugnai . video Barbara Weigel elementi di scena Silvano Santilli, Luca Baldini . assistenti alla regia Lorenzo Berti, Alessandro Porcu Fortebraccio Teatro in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti-Fondazione Orizzonti d’Arte, Emilia Romagna Teatro Fondazione regia e adattamento Roberto Latini

Quando Roberto mi disse, ormai quasi due anni fa, di voler af-frontare questo testo ammisi di non conoscerlo se non per cul-tura generale e quello che subito mi venne in mente fu la messa in scena di Leo De Berardinis, ma non per averla vista ma perché avevo stampata negli occhi la locandina di quello spettacolo che per tanti anni era stata affissa nel nostro “teatrino”, ex scuo-la di Perla Peragallo, dove nacque nel lontano 1994 la nostra collaborazione artistica in quella forma che ancora adesso ne costituisce l’essenza oltre che le fondamenta. La figura ieratica e potente di Leo, vestito di nero, dritto in piedi ed in primo piano rispetto alla lunga fila di attori sullo sfondo aveva accompagnato per tanti anni quelle giornate passate in “cantina” a provare ad immaginare quale potesse essere il nostro di teatro, in un’allora

giovane, inconsapevole nonché entusiastica voglia di fare quello che per me era ancora assolutamente qualcosa di nuovo e di sconosciuto.Fin da quei primi anni non abbiamo mai avuto un metodo, liber-tà era l’unica regola, ma soprattutto “sentire scenico” così come mi ripeteva spesso proprio Roberto, un binomio di parole a cui solo nel tempo ho saputo dare un reale e profondo significato.Ed è stato ancora così che ho affrontato i nostri “Giganti”, ab-bandonandomi a quell’IMMAGINAZIONE che ne è stata e che ne è a tutti gli effetti il prologo.

Gianluca Misiti

giovedì 27 aprile ore 18 . sala Corelli del teatro Alighieri Incontro con Roberto Latini a cura di Katia Ippaso e Massimo Marino. Katia Ippaso è giornalista e scrittrice

e ha curato il volume Io sono un’attrice (Editoria&Spettacolo) che racconta “i teatri di Roberto Latini”

foto Simone Cecchetti

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vuLKano

da venerdì 30 settembre a mercoledì 19 ottobre ore 16 e 21

e’ baL di e con Roberto Magnani e Simone Marzocchi . testo Nevio Spadoni musica Simone Marzocchi Teatro delle Albe/Ravenna Teatro

E’ BAL racconta la storia di Ezia, donna emarginata di un pae-se della campagna romagnola, vittima delle dicerie della gente, continuamente in cammino alla ricerca di un uomo da sposare. Questo suo andare in cerca, assomiglia a un ballo, un continuo sgambettare che smuove tutto il corpo della giovane donna. Ezia è vittima a suo dire, di un abbandono: il grande amore del-la sua vita l’ha lasciata sola e per questo motivo viaggia senza sosta per cercare di rimpiazzare il vecchio fidanzato ormai fra le braccia di un’altra. Ma il tempo passa, gli anni volano, e il ballo

di Ezia si fa stanco e sgraziato, il decadimento fisico è accompa-gnato da una perdita progressiva della ragione, Ezia comincia a “sbacchettare”, ad avere le allucinazioni, ricorda solo una vec-chia giostra, teatro, a quanto pare, del primo incontro con quel cavaliere che l’ha lasciata sola a ballare questa danza folle, che assomiglia a un sogno, che è la vita.

Roberto Magnani

foto Cesare Fabbri

oltre abbonamento

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teatro rasi

venerdì 28 ottobre ore 21

alLarmi! ideazione Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros . testo Emanuele Aldrovandi . dramaturg Agata Tomsic con Marco Cavicchioli, Giusto Cucchiarini, Luca Mammoli, Massimo Scola, Agata Tomsic . spazio Davide Sacco e Agata Tomsic costumi Laura Dondoli . music design Davide Sacco . luci Vincenzo Bonaffini e Davide Sacco . video Francesco Tedde disegni Gianluca Costantini . animazioni e foto di scena Gianluca Sacco . fonica Giampiero Berti e Davide Sacco assistenti alle prove Jessica Sedda e Marta Ruggiero Emilia Romagna Teatro Fondazione regia Davide Sacco

Allarmi! narra le vicende di un gruppo di terroristi che vuole sov-vertire con la violenza il potere costituito: diffondono le proprie idee e cercano proseliti attraverso la rete, preparano fisicamen-te i corpi a fare la rivoluzione. Non credono nella democrazia, odiano gli immigrati e vogliono instaurare una nuova dittatura in Europa. Nella sua cameretta, un leader molto particolare, tesse un piano per fissare il proprio nome nella storia per l’eternità.

A fine 2014 il crescente fenomeno degli estremismi di destra in Europa ci ha fatto decidere di dedicarvi il nostro prossimo spet-tacolo. A differenza dei nostri precedenti lavori abbiamo scelto

di confrontarci con un autore vivente e l’incontro con Emanuele Aldrovandi è stato per questo scopo fondamentale. La collabo-razione che ne è seguita ha dato vita a un lavoro pungente e ironico che vuole lasciare lo spettatore libero di riflettere e de-cidere da che parte stare, in cui gli attori-performer fluiscono attraverso molteplici ruoli scavalcando i confini tra i piani del racconto e facendo divenire gli artifici teatrali parte integrante della narrazione, enfatizzando a volte il pathos della recitazione fino a toccare la parodia.

Davide Sacco e Agata Tomsic / ErosAntEros

foto Gianluca Sacco

venerdì 28 ottobre ore 18 . sala Mandiaye N’Diaye del teatro Rasi presentazione di Culture teatrali 24/2015 - la terza avanguardia. Ortografie dell’ultima scena italiana a cura di Silvia Mei

Ravenna Teatro ospita questo incontro sul teatro degli anni Dieci del nuovo millennio o, più comunemente, degli “anni Zero”.

Uno sguardo su un panorama difficilmente classificabile, malgrado le etichette coniate per tentare di mettere ordine nel rutilante

presente artistico.

Intervengono Claudio Angelini/Città di Ebla, Lorenzo Donati, Laura Gemini, Graziano Graziani,

Chiara Lagani/Fanny & Alexander, Agata Tomsic/ErosAntEros, Cristina Valenti e la curatrice. Coordina Marco De Marinis

oltre abbonamento

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martedì 28 febbraio e mercoledì 1 marzo ore 21

vita agLi arresti di aung san suU KYi di Marco Martinelli . ideazione Marco Martinelli e Ermanna Montanari . con Ermanna Montanari, Roberto Magnani, Alice Protto, Massimiliano Rassu . incursione scenica Fagio . musica Luigi Ceccarelli . spazio scenico e costumi Ermanna Montanari luci Francesco Catacchio, Enrico Isola . montaggio ed elaborazione video Alessandro Tedde, Francesco Tedde Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione regia Marco Martinelli

foto Enrico Fedrigoli

teatro rasi

C’è qualcosa di scandaloso nella vita di Aung San Suu Kyi: la mitezza d’acciaio, la compassione, la “bontà”, un termine che avrebbe fatto storcere il naso a Bertolt Brecht. La “bontà” in-tesa come la intende Aung San Suu Kyi, e come prima di lei una teoria di combattenti, da Rosa Luxemburg a Simone Weil, da Gandhi a Martin Luther King, da Jean Goss a Aldo Capitini, (più i tanti, innumerevoli “felici molti” di cui ignoriamo il nome), è scandalo in quanto eresia, ovvero, etimologicamente, scelta: si sceglie di non cedere alla violenza, alla legge che domina il mondo, si sceglie di restare “esseri umani”: nonostante tutto. Interrogarci sulla vita di Aung San Suu Kyi ha significato interro-

gare il nostro presente: cosa intendiamo per “bene comune”? Per “democrazia”? Cosa significano parole come “verità e giu-stizia”? Ha senso usare queste parole, e come? Non sono ormai usurate, sacrificate sull’altare della chiacchiera dei media? O hanno senso proprio partendo dalla volontà di un sereno, para-dossale, gioioso “sacrificio di sé”? Di un silenzioso, non esibito eroismo del quotidiano? Di un cercare nel quotidiano “ciò che inferno non è”, e dargli respiro, spazio, durata? Marco Martinelli

oltre abbonamento

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lunedì 13 marzo ore 21

il voLo-La baLlata dei Picchettini di Luigi Dadina, Laura Gambi e Tahar Lamri . con Tahar Lamri e Luigi Dadina (narrazione), Francesco Giampaoli e Diego Pasini (basso e percussioni), Lanfranco-Moder-Vicari (rap) . musiche Francesco Giampaoli . testi rap Lanfranco-Moder-Vicari scene e costumi Pietro Fenati e Elvira Mascanzoni Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Ravenna Festival regia Luigi Dadina

foto Davide Baldrati

teatro alighieri

Tahar Lamri e Luigi Dadina, nati rispettivamente il 24 e il 25 dicembre del 1958, il primo ad Algeri, il secondo a Ravenna, hanno deciso di tenere, assieme a tre musicisti, una Conferen-za sul Marzo per raccontare di fabbrica, porti, lavoro, incidenti, cormorani, nebbia semafori in cammino, morti che continuano a parlarci. Conferenza sul Marzo anche per ripercorre la tragedia della Mecnavi, cercando di evitare quello che si rischia sempre parlando di tragedie sul lavoro, finendo per invocare maggiori diritti per i lavoratori e auspicando applicazioni concrete, pre-cise, puntuali delle norme di sicurezza, rischiando così di bana-lizzare un discorso ben più complesso, che ha a che fare con la dignità dell’essere umano in relazione al lavoro. La tragedia è una cosa concreta, ma riguarda anche l’intangibile. Simone Weil diceva “Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le

foglie non sia un oracolo; duro pensare che questo animale, mio fratello, non abbia anima; duro pensare che il coro delle stelle nei cieli non canti le lodi dell’Eterno”.

La nostra conferenza prova a guardare nella direzione di questo eterno. Parliamo di tutto questo con “leggerezza”, così come la intende Italo Calvino nelle Lezioni americane, in cui dice che “alla precarietà dell’esistenza della tribù - siccità, malattie, influssi ma-ligni - lo sciamano rispondeva annullando il peso del suo corpo, trasportandosi in volo in un altro mondo, in un altro livello di per-cezione, dove poteva trovare le forze per modificare la realtà.”

Luigi Dadina

Il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro e la CGIL della nostra città da circa un anno lavorano per commemorare il trentennale

della tragedia della Mecnavi. Le altre organizzazioni sindacali confederali CISL e UIL, il Comune di Ravenna e Ravenna Manifestazioni

hanno aderito e partecipato attivamente alla realizzazione di questa ricorrenza. Il progetto prende il via da Ravenna e avrà un ampio

respiro regionale per poi concludersi a Genova dove il porto e i suoi lavoratori, con la loro storia, sono testimonianza centrale

della vicende sindacali e politiche italiane.

oltre abbonamento

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mercoledì 10, giovedì 11, venerdì 12 maggio ore 20

caFÉ berlin di Marco Maria Linzi . ispirato al fallimento di Kurt Tucholski . con Massimo Airoldi, Stefania Apuzzo, Micaela Brignone, Fabio Brusadin, Sabrina Faroldi, Stefano Slocovich, Stefano Tornese, Eugenio Vaccaro, Nazaré Xavier (cast in via di definizione) musica composta da Massimo Airoldi e Marco Maria Linzi . luci Luna Mariotti Teatro della Contraddizione in collaborazione con Teatro dell’Elfo regia Marco Maria Linzi

cisim

Siamo a Berlino, nel periodo a cavallo tra la Repubblica di Wei-mar e l’avvento del nazismo. Siamo in quei kaffè dove la deca-denza si aggrappa alle pareti, dove la musica zoppica a ritmo del disagio che si mastica e della diversità che si beve. O forse non siamo né a Berlino né a Milano, né nei primi del Novecento né nei primi del Duemila. Non ci siamo e basta, sospesi, sbat-tuti, gravitanti in uno spazio che diventa un gioco di specchi e sguardi che si attorcigliano, che si scompongono. Café Berlin è abitato da personaggi che oscillano tra essere qui ed essere altrove, tra essere nella propria Prigione/Rifugio e nel Bordello/Desiderio. Li vediamo instabili, forse raccontano frammenti di un

passato o forse quel passato è solo simulato, un’idea di futuro ancora da vivere: un raccontare per avere la forza di poter un giorno divenire il racconto. Un ritorno del rimosso o del futuro sognato, che appare a ondate e che i personaggi depositano in mano allo spettatore come fosse uno specchio rotto. Café Berlin è come un mosaico da ricomporre, tra tasselli che non combaciano. Tra balli, canti, reggicalze e vestitini succinti. Tra sprofondamenti e lingue che inumidiscono labbra protratte ver-so il peggior offerente.

Marco Maria Linzi

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foto Luigi Guaineri

oltre abbonamento

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teatro rasi da sabato 1 aprile a domenica 9 aprile 

enteraccessi imperdonabili

direzione artistica Ermanna Montanari in collaborazione con Silvia Pagliano e Cristina Ventrucci

Nove giornate d’aprile dedicate a percorsi sghembi praticati nell’arte e al dialogo con artisti, filosofi, teologi e critici. Con Cristina Campo, ENTER guarda agli “imperdonabili” come figure che agli occhi dei contemporanei sappiano sopportare e guadagnare alla mente la bellezza e la perfezione in un’epoca di crocifissione della bellezza.

Ricorre quest’anno il 25° anniversario della non-scuola, che come di consueto metterà in atto la sua gioiosa festa al teatro Rasi dal 2 al 20 marzo prossimi. È dal 1991 che il Teatro delle Albe/Ravenna Teatro conduce in relazione con associazioni e istituzioni locali e scolastiche questa pratica pedagogica e teatrale, un’importante esperienza formativa che negli anni ha portato migliaia di giovani ad appassionarsi alla scena contemporanea e a rivitalizzare in profondità la cultura teatrale della città. Non a caso l’e-

ditrice Ponte alle Grazie ha dato quest’anno alle stampe Aristofane a Scampia, in cui il regista, drammaturgo e fon-datore del Teatro delle Albe Marco Martinelli racconta i cinque lustri di un fenomeno “contagioso” esportato in tutta Italia e nel mondo. Trasferte che quest’anno la non-scuola porterà anche a Milano, Reggio Emilia, San Chirico Raparo (Potenza), Roma, Santarcangelo di Romagna, Se-neghe (Oristano), Lamezia Terme (Catanzaro), La Spezia e San Felice sul Panaro.

non-scUoLa

Liceo Artistico “P. L. Nervi - G. Severini”, Liceo Classico “D. Alighieri”, Liceo Scientifico “A. Oriani”, I.P.S.I.A. “C. Callegari”, I.T.C. “G. Ginanni”, I.P.S.S.C.T. “A. Olivetti”, I.T.I.S. “N. Baldini”, I.T.G. “C. Morigia”, I.T.A.S. “L. Perdisa”, Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna, Castiglione di Ravenna - Assessorato al decentramento del Comune di Ravenna, I.C.S. “Darsena” - Scuola Secondaria di primo grado “Mario Montanari”, I. C. “San Biagio” - Scuola Secondaria di primo grado “Don Minzoni”, Cooperativa Libra, il Lato Oscuro Della Costa.

FB non-scuola/Teatro delle Albe ravennateatro.com

teatro rasi da giovedì 2 a lunedì 20 marzo

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abbonamento otto spettacoLiL’abbonamento conta 8 appuntamenti e si rifà alla formula della Stagione di Prosa con i turni A B C D6 sono i titoli fissi: Faust, Lus, Il borghese gentiluomo, Macbeth, Giocando con Orlando, Mr Pùntila e il suo servo Matti 2 sono i titoli da scegliere tra: Mad in Europe, Ivanov, Amore, Mar del Plata, Preamleto, Abramo, I giganti della montagna

abbonamento sei spettacoLiL’abbonamento conta 6 appuntamenti a partire da quelli in sce-na al teatro Rasi3 sono i titoli fissi: Mad in Europe, Amore, Abramo2 sono i titoli da scegliere tra: Ivanov, Mar del Plata, Preamleto, I giganti della montagna1 titolo da scegliere tra: Faust, Lus, Il borghese gentiluomo, Macbeth, Giocando con Orlando, Mr Pùntila e il suo servo Matti

inFormaZioni generaLiTutti possono sottoscrivere l’abbonamento da giovedì 22 set-tembre a sabato 5 novembre. Ricordiamo che per i titoli a scelta l’assegnazione sarà data in base alla disponibilità del teatro. Il diritto di prelazione riservato agli Abbonati alla Stagione di Pro-sa 2015-16 scade sabato 15 ottobre e dopo tale data i posti non confermati saranno rimessi in vendita. Si invitano coloro che non intendono confermare il proprio abbonamento a segnalarlo al più presto alla biglietteria del teatro Alighieri.È sempre valida l’opzione del rinnovo via mail, inviando la ri-chiesta entro il 31 ottobre a [email protected]. Il pagamento dovrà essere effettuato con bonifico banca-rio in un’unica soluzione e l’abbonamento potrà essere ritirato da una settimana prima dell’inizio della Stagione alla biglietteria dell’Alighieri. Se acquistato presso il botteghino, l’abbonamen-to può essere pagato in due rate: la prima (50% dell’importo) al momento della sottoscrizione; la seconda entro il 5 novembre (l’abbonamento sarà consegnato al momento del saldo).Gli Abbonati sono invitati a rispettare i posti e i turni assegnati; coloro che vorranno assistere allo spettacolo in un turno diver-so dal proprio pagheranno un ingresso di 2 €. Per Il borghese gentiluomo il cambio turno costa solo 50 centesimi. Il cambio turno non prevede mai l’assegnazione di posto. L’abbonamen-to può essere occasionalmente utilizzato da persone non aventi diritto alle stesse riduzioni: in questo caso per accedere alla sala è necessario pagare un ingresso supplementare di 10 €. In caso

di smarrimento dell’abbonamento, si dovrà informare la bigliet-teria del teatro Alighieri o del teatro Rasi che provvederà a un documento sostitutivo. Ravenna Teatro si riserva la possibilità di effettuare spostamenti di alcuni posti anche in abbonamento in caso di inderogabili esigenze tecniche.

LusLo spettacolo Maryam è stato sostituito da Lus. Le repliche van-no in scena al teatro Alighieri e rispettano i tradizionali turni e assegnazioni dell’abbonamento. Invitiamo coloro che hanno sottoscritto l’abbonamento nel periodo estivo a riportare i ta-gliandi in biglietteria entro sabato 5 novembre per provvedere alla necessaria sostituzione.

18apP, il bonus Per i ragaZZi deL 1998 Un bonus di 500 € consegnato dal MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) a tutti i diciottenni da spendere in spettacoli dal vivo, libri, ingressi ai musei o altri servizi culturali. Rientrano in questa categoria anche gli abbo-namenti e biglietti teatrali. Ravenna Teatro e Ravenna Festival raddoppiano l’offerta e per ogni biglietto acquistato per gli spettacoli in cartellone, i ragazzi potranno ritirarne un secondo per un amico (fino a 26 anni). Tutte le info su come accreditarsi sul sito www.18app.it, presso le biglietterie dei teatri o scriven-do a [email protected]

La carta deL docente Le spese sostenute per acquistare l’abbonamento o il biglietto alla stagione teatrale possono rientrare nel Bonus di 500 € di cui dispongono tutti i Docenti (a chi lo desidera sarà rilasciata una quietanza che, unita ai titoli di ingresso, ne certificherà il pagamento).

ti PreSento i miei È una formula di abbonamento dedicato alle famiglie e vale per gli under20 che, oltre a un abbonamento per se stessi, decidono di acquistarne uno per un genitore che in questo caso paga la tariffa under30. Non ci sono limiti di turno e di settore, gli abbo-namenti sono nominali e non possono essere mai ceduti ad altre persone (è necessario presentare i documenti al momento della sottoscrizione), devono appartenere allo stesso turno/giorno.

In quanti modi si può scrivere per il teatro? Come un testo diventa carne e vita in scena grazie agli attori, che rendo-no azione, pensiero, visione, sentimenti le immaginazioni degli autori? Che rapporto abbiamo oggi con i messaggi nella bottiglia lasciati dai cosiddetti “classici”, lettere nere su fogli bianchi, antenati, fantasmi, che devono tornare a palpitare di un’esistenza più vera di quella reale? Che cosa fa il regista: deve rispettare, interpretare, mettere in scena, mettere in vita un testo? Come si inventano gli spazi della condivisione teatrale e come il teatro muta gli spazi che adopera?

Cinque incontri, per attraversare i fondamenti del teatro, il testo, l’attore, i classici, la regia, lo spazio scenico. Sa-ranno condotti da Massimo Marino, con l’intervento di altri critici e studiosi, con il confronto con attori e registi. Cinque momenti, da dicembre ad aprile, aperti a tutti gli spettatori di Ravenna, per entrare nella bottega meravi-gliosa della creazione teatrale. Gli incontri si terrano al teatro Rasi alle ore 20, l’ultimo in-vece a Bagnacavallo nella sede de La bottega dello sguar-do, lo spazio scenico ideato e curato da Renata Molinari. La partecipazione è gratuita.

i Fondamenti deL teatro

giovedì 15 dicembre ore 20 teatro Rasi Il testo teatrale con il critico Attilio Scarpellini

martedì 31 gennaio ore 20 teatro Rasi L’attore con gli attori delle Teatro delle Albe

lunedì 27 febbraio ore 20 teatro Rasi Rivivere i classici con il drammaturgo e regista Marco Martinelli

martedì 28 marzo ore 20 teatro Rasi La regia con il critico Andrea Porcheddu

venerdì 21 aprile ore 20 La bottega dello sguardo, Bagnacavallo Lo spazio scenico con la studiosa Renata Molinari

caLendario degli apPuntamenti

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100 carnet alighieri Il Carnet dà diritto a 8 ingressi divisi tra le stagioni di Opera, Danza, Concertistica e La stagione dei teatri. È in vendita al te-atro Alighieri dal 14 novembre. Intero 80 €, fino a 26 anni 48 €.

ABBONAMENTO 8 SPETTACOLI

Platea e palco I, II e III ordinesostenitore 162 € ridotto* 143 € under30 90 € under20 35 €

Galleria e palco IV ordinesostenitore 110 € ridotto* 100 € under30 68 € under20 30 €

Loggionesostenitore 48 € under30 30 € under20 20 €

ABBONAMENTO 6 SPETTACOLI

Settore unicosostenitore 68 € ridotto* 60 € under30 40 € under20 30 €

bigliettiI biglietti per tutti gli spettacoli si possono acquistare da sabato 12 novembre presso la biglietteria del teatro Alighieri e del te-atro Rasi, sui siti teatroalighieri.org e ravennateatro.com presso le agenzie della Cassa di Risparmio di Ravenna e Iat Ravenna. Il servizio di prevendita comporta la maggiorazione del 10% sul prezzo del biglietto che non sarà rimborsata in caso di annulla-mento dello spettacolo. Dal 12 novembre inoltre tutti gli Abbonati de La stagione dei te-atri possono acquistare ad un prezzo speciale anche il biglietto per gli spettacoli che hanno escluso dal proprio abbonamento: 10 € per i titoli in scena al teatro Alighieri, 5 € per quelli al teatro Rasi.Per informazioni e prenotazioni degli spettacoli “oltre l’abbo-namento” E’ Bal, Allarmi!, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, Il volo - la ballata dei picchettini, Café Berlin contattare diretta-mente gli uffici di Ravenna Teatro.

meno 30 a partire da 30 minuti prima dell’inizio degli spettacoli coloro che hanno meno di 30 anni possono acquistare biglietti a 5 € nel settore gradito a seconda della disponibilità del teatro.

SPETTACOLI AL TEATRO ALIGHIERI

Platea e palco I, II e III ordinesostenitore 24 € ridotto* 20 € under30 16 € under20 8 €

Galleria e palco IV ordinesostenitore 17 € ridotto* 15 € under30 10 € under20 8 €

Loggionesostenitore 7 € under20 5 €

SPETTACOLI AL TEATRO RASI

Settore Unicosostenitore 12 € ridotto* 10 € under30 5 €

*cral e gruppi organizzati, insegnanti, oltre i 65 anni, iscritti all’Università per gli Adulti Bosi Maramotti, Soci Coop Alleanza 3.0, EspClub Card, Soci BCC, tessera TCI.

biglietterieTeatro Alighieri, via Mariani 2 Ravenna, tel. 0544 249244, aperta tutti i feriali dalla 10 alle 13, il giovedì anche dalle 16 alle 18 e da un’ora prima di ogni spettacolo. Teatro Rasi, via di Roma 39 Ravenna, tel. 0544 30227, aperta il giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima di ogni spettacolo. Ricordiamo che al teatro Rasi è possibile pagare solo in contanti o assegni.

Luoghi di spettacoLoTeatro Alighieri, via Mariani 2 RavennaTeatro Rasi, via di Roma 39 RavennaVulKano, via Cella 261 San Bartolo RavennaCISIM, via Parini 48 Lido Adriano Ravenna

contatti Gli uffici di Ravenna Teatro sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 presso il teatro Rasi ingresso laterale, via di Roma 39 a Ravenna tel. 0544 36239, [email protected] [email protected]

La stagione dei teatri ravennateatro.comFB Ravenna Teatro Teatro Rasi Twitter @RavennaTeatro

Questo programma è stato stampato nel novembre 2016. La direzione si riserva di apportare modifiche che cause di forza maggiore imporranno. In caso di annullamento o sostituzione di uno spettacolo, verrà data tempestiva comunicazione ai giornali locali e alla mailing list (per iscriversi teatrodellealbe.com/ita/mailinglist).

Per il sostegno a La stagione dei teatri si ringrazia SAPIR Ravenna, Fondazione Flaminia per l’Università in Romagna e

COMETHA Soc. Coop. p.a.

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RAVENNA Viale Sergio Cavina, 25 (Centro Comm. San Biagio)

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