La stagione 2015-2016 del teatro Metastasio

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CALENDARIO CRONOLOGICO

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La stagione 2015-2016 del teatro Metastasio

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  • CALENDARIO CRONOLOGICO

  • 8/25 ottobre, Teatro Magnolfi Teatro Metastasio Stabile della Toscana UTOYA un testo di Edoardo Erba con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti regia Serena Sinigaglia scena Maria Spazzi assistente alla regia Sveva Raimondi con Arianna Scommegna e Mattia Fabris Scrivere un testo su quanto avvenuto a Utoya, in Norvegia, nel 2011 un'impresa impegnativa. S, d'accordo, di quell'evento si parlato troppo poco e male, e il libro di Mariani colma un po' una lacuna di comunicazione per certi versi scandalosa. Ma il Teatro non il luogo della documentazione e dell'informazione in primis, la sede di una riflessione. [] Cos con Arianna, Mattia, Serena e Luca, compagni in questa avventura, abbiamo scelto di tornare l, in Norvegia, quel terribile 22 luglio del 2011, a osservare tre coppie coinvolte in modo diverso in quello che stava accadendo. Prover attraverso di loro a spalancare una finestra di riflessione, che se non ci dar tutto il filo per uscire da quel labirinto, per lo meno a sprazzi, ne illuminer alcune zone oscure con la luce della poesia. Edoardo Erba 30/31 ottobre, Teatro Metastasio Societas Raffaello Sanzio SCHWANENGESANG D744. concezione e regia ROMEO CASTELLUCCI musiche Franz Schubert interferenze Scott Gibbons collaborazione artistica Silvia Costa drammaturgia Christian Longchamp con Valrie Drville, Kerstin Avemo (soprano) e Alain Franco (pianista) produzione Socetas Raffaello Sanzio coproduzione Festival dAvignon, La Monnaie/De Munt (Bruxelles) Personne qui comprenne la douleur de l'autre, et personne qui comprenne la joie de l'autre. On croit toujours aller vers l'autre et on ne va jamais qu' ct de l'autre. O tourment pour celui qui sait cela. Mes crations sont le fruit de ma connaissance de la musique et de la connaissance de la douleur. Franz Schubert, Journal, 27 mars 1824 Il titolo - che significa Canto del cigno - viene da un Lied di Schubert che, cantato insieme ad altri, costituisce questa serata di canzoni. Siamo insieme, di nuovo, nella caverna inattuale del cavo di un teatro, ad ascoltare della musica schubertiana. Tutto scorre semplice, letterale, apparentemente senza conflitti. Ma mentre sono seduto nel buio ad ascoltare nasce una domanda: come fa questa donna che canta ad aver vissuto ci che io stesso non ho mai vissuto; eppure si - sono certo di averlo fatto un tempo. Come fa a conoscere la mia intimit pi a fondo di me stesso? Qual' l'origine della sua canzone che tocca cos profondamente la mia origine? E che origine hanno queste mie lacrime, ora, prive di contenuto e diametralmente opposte al sentimentalismo - che odio - ? Romeo Castellucci

  • 3 novembre, Teatro Fabbricone 17/20 dicembre - Magnolfi 22/25 marzo - Magnolfi Fondazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana NON DIRLO. IL VANGELO DI MARCO monologo di Sandro Veronesi tratto dallomonimo testo pubblicato da Bompiani in collaborazione con Fosforo Non dirlo lordine che Ges fa seguire a ogni miracolo che compie, la chiave del segreto di personalit che costituisce la trama della sua avventura terrena. Il Vangelo di Marco il Vangelo dazione, il primo, il pi breve, il pi imperscrutabile, quello in cui il segreto non si scioglie nemmeno alla fine. Sandro Veronesi spreme fino allultima stilla il succo segreto di questo testo e lo propone al pubblico nella sua scintillante modernit. Scritto a Roma per i romani, il Vangelo di Marco , nel racconto di Veronesi, una raffinata macchina da conversione, sintonizzata sullimmaginario dei suoi destinatari e per questo pi simile ai film di Tarantino che ai testi con i quali gli altri evangelisti raccontano la stessa storia. Osservato con attenzione e ascoltato con abbandono, diventa una miniera di scoperte sorprendenti, che riportano il Cristianesimo alla sua primitiva potenza componendo il ritratto di un enigmatico eroe solitario, il cui sacrificio ancora oggi rappresenta uno sconvolgente paradosso: che ci sia bisogno della morte di un innocente per potersi liberare del proprio nulla. Questa non una storia classica, non composta n scritta in modo classico: qui si sta parlando di un rivoluzionario, un personaggio che venuto a rivoltare il mondo, e Marco capisce che deve rivoluzionare anche il racconto. 5/15 novembre, Teatro Metastasio Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia PORCILE di Pier Paolo Pasolini regia Valerio Binasco scene Lorenzo Banci costumi Sandra Cardini musiche Arturo Annecchino luci Roberto Innocenti con Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Alvia Reale/Valentina Banci, Franco Ravera, Fulvio Cauteruccio, Pietro dElia, Fabio Mascagni coproduzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi Lapproccio di Binasco a Pasolini emotivo e antiaccademico. Del testo non sposa la causa della stravaganza lessicale, della metafora filosofica, politica o poetica, dei simbolismi, della caricatura alla Grosz, con al centro di tutto il personaggio di Julian come esempio di eroe moderno, afasico, straniato e odiosamente saccente. La scelta, piuttosto, quella di raccontare Porcile come una storia, senza concettualismi, attenuando e mettendo in secondo piano satira, metafora e stile e cercando ci che di realistico e umanamente semplice Pasolini ha nascosto dentro alle sue scene, come se fosse una commedia quasi normale, con qualcosa di molto naif e borghese come una trama, resa da Binasco molto evidente, piena di profondit psicologica e, a tratti, anche commovente. Uno spettacolo tenero, con personaggi disperati e smarriti da scovare sotto le abili maschere e i trucchi letterari in cui li ha costretti Pasolini, non pi portavoci dellautore e nemmeno tipi sociali, ma semplicemente personaggi, cio persone. Non superficialit negazionista, dunque, ma profondo rispetto e voglia di confronto e incontro sulla scena, non un allestimento come pretesto per fare un bel discorso filosofico, ma necessit di leggere lopera come un dramma vero e profondo. Anche se scritto in modo anaffettivo e molto parodistico, Binasco cerca in esso le tracce di qualcosa di pi intimo e fragile, in cui c perfino la piet, una piet che si avvicina alle soglie della tragedia classica, solo alle soglie per, perch in Porcile non ci sono eroi.

  • 11/29 novembre, Teatro Magnolfi Teatro Metastasio Stabile della Toscana VIRT DELLOSCURIT drammaturgia di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli liberamente tratta da Le tre ghinee di Virginia Woolf unidea di Lisa Capaccioli con Elena Ghiaurov e con Valentina Cipriani, Francesco Dendi, Antonella Miglioretto, attori diplomati presso la scuola di recitazione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana regia Paola Bigatto e Lisa Capaccioli scene e costumi Giulia Breno Due drammaturghe di generazioni diverse e con differenti esperienze teatrali si uniscono osservando con sguardo contemporaneo lo stile, la scrittura e le considerazioni appartenenti ad uno dei pi grandi miti letterari del 900. Cosa possiamo fare per prevenire la guerra? Questa la domanda da cui parte la riflessione di Virginia Woolf, nel saggio teorico Le tre ghinee, scritto tra il 1936 e il 1937, qualche anno prima del drammatico scoppio della seconda guerra mondiale. Virginia Woolf osserva impietosamente le cause eterne, sempre presenti anche in noi stessi della violenza: la vanit, il desiderio di onori, di fama, di potere. Mettendo a confronto il punto di vista femminile e maschile sulla questione guerra, ci invita a individuare i germi delle dittature che spesso assumono le vesti smaglianti dellautoaffermazione. Il riadattamento per la scena di questo saggio teorico ha seguito due obiettivi: quello di far in modo che il testo, sebbene collocato nel suo preciso momento storico, additi la contemporaneit, mostrandocela in filigrana, e quello di mantenere, nonostante tagli, accorpamenti e riscritture, quella voce cos chiara e presente, quello stile cos riconoscibile da poter diventare, in scena, figura. Lattrice protagonista Elena Ghiaurov restituir lasse portante delle parole di Virginia Woolf in prima persona, cos come il testo originale scritto, ma non sar chiamata ad un lavoro mimetico se non attraverso ladesione alla logica e al flusso del discorso dellautrice. Lo spettacolo non si configura esattamente come un monologo, altri attori popoleranno la scena, attori ai quali verranno affidati i diversi materiali che Virginia Woolf cita nello sviluppo della sua tesi: articoli di giornale, frammenti di biografie, citazioni letterarie. 17 novembre, Teatro Metastasio Compagnia Pippo Delbono IL SANGUE Spettacolo-concerto Ideazione e regia Pippo Delbono Con Pippo Delbono e Petra Magoni econ Ilaria Fantn liuto, opharion, oud, chitarra elettrica in coproduzione con il Festival del Teatro Olimpico di Vicenza Il sangue una prima tappa del lavoro che ho iniziato intorno ai grandi temi della tragedia. I grandi temi del passato, che restano poi quelli dellessere umano di oggi, sperduto e impaurito nella sua sorte di essere mortale, soggetto al suo inevitabile, inspiegabile scomparire. Mi porto sempre sul cellulare una frase che mi arrivata da un amico che stava al capezzale della madre morente, tratta dal Prometeo incatenato: -Prometeo: Ho impedito agli uomini di prevedere la loro sorte mortale./Coro: Che tipo di farmaco hai usato per questa malattia?/-Prometeo: Ho posto in loro cieche speranze Ne Il sangue in particolare mi sono soffermato intorno a Edipo, la tragedia di Sofocle. Da una parte Edipo re, che quando scopre la sua macchia nera si acceca gli occhi e si mette in viaggio con la figlia. E poi lEdipo esule. Scacciato da una terra ed accolto da unaltra. Mi colpisce vedere come il teatro allorigine arrivi a toccare gli aspetti segreti, nascosti, dellessere umano, anche nella sua spietata mostruosit. Lessere umano che pu arrivare a uccidere il padre e a procreare altri figli con la madre. Lessere umano comunque sempre visto con gli occhi della compassione. E poi i grandi temi si sono confusi con quelli pi vicini alla vita, alle madri, ai padri che ci hanno lasciato, ai nostri esuli, a questo strano tempo politico, sociale, spirituale, costruito apparentemente su certezze ma nel profondo cos vuoto, confuso, fragile.

  • Pippo Delbono 18/19 novembre, Teatro Fabbricone Compagnia Pippo Delbono LA NOTTE uno spettacolo-concerto di Pippo Delbono da La nuit juste avant les fortsdi Bernard-Marie Kolts con Pippo Delbono assistenza alla regia Pepe Robledo musiche Piero Corso in collaborazione con Garofano Verde La Notte stato presentato in anteprima nel giugno 2014 al Teatro Argentina di Roma in occasione della rassegna Il Garofano verde curata da Rodolfo Di Giammarco, giornalista de la Repubblica. Delbono si confronta per la prima volta con un autore come Bernard-Marie Kolts dando voce alla sua versione di La notte poco prima della foresta, testo che irruppe per la prima volta ad Avignone nel 1977 e rest una voce lancinante nella scrittura contemporanea fino alla morte di Kolts, scomparso prematuramente nel 1989. Un viaggio quasi autobiografico per Delbono che apre la serata con una lettera di Franois Kolts, fratello di Bernard-Marie da cui lartista ligure ha ricevuto il consenso a tagliare, operare, quasi stracciare il testo originale per intrecciare due vite e due voci. Un monologo forte, intenso, provocatorio, rabbioso che Delbono, accompagnato dalla chitarra di Piero Corso, interpreta con grande musicalit, modulando voce, toni e ritmi. La Notte si chiude con una lettera di Bernard-Marie alla madre: alla critica di pensare quasi soltanto al sesso, lautore risponde rivendicando il suo concetto di amore, usando parole aspre, dolci e malinconiche per esprimere un sentimento di resistenza al nonsense del mondo che ci circonda. 26/29 novembre, Teatro Metastasio Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Artisti Riuniti / Mittelfest 2015 SCANDALO di Arthur Schnitzler con Stefania Rocca e Franco Castellano e con Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Astrid Meloni e Alessio Bernardi, Artur Cocetta regia di Franco Per scene Antonio Fiorentino costumi Andrea Viotti musiche Antonio Di Pofi Testo inedito e mai rappresentato in Italia Un amore giovane e profondo, che travolge gli schemi stantii della societ: quello che lega Hugo, rampollo dellalta borghesia, e Toni, ragazza di bassa estrazione. quello da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui, come la loro felice relazione. Improvvisamente per Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna. La famiglia affronta lo scandalo, crede di poterne reggere i contraccolpi: Toni e il bimbo entrano nella ricca casa dei Losatti circondati daffetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita. Ma in breve la presenza estranea inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici, muta il peso della famiglia in societ, e se le donne continuano a proteggere i nuovi arrivati, gli uomini mostrano sempre pi chiaramente il loro disappunto per la situazione.

  • 4/6 dicembre, Teatro Metastasio Teatro Metastasio Stabile della Toscana HOTEL BELVEDERE di dn von Horvth traduzione e regia Paolo Magelli scene Lorenzo Banci costumi Leo Kula luci Roberto Innocenti musiche Alexander Balanescu dramaturg eljka Udovii con Valentina Banci, Marcello Bartoli, Francesco Borchi, Daniel Dwerryhouse, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno Fabio Mascagni Horvth scrisse Hotel Belvedere nel 1923, all'et di ventitre anni. Nella prima stesura, sul manoscritto, appare pi volte la dicitura poi cancellata Hotel Europa. Come sappiamo l'Europa che l'impero austriaco gestiva fu il primo tentativo di unire popoli diversi in un sistema di monarchia associativa. Franz Ferdinand venne ucciso a Sarajevo anche per la sua visione moderna e tollerante di questa idea politica. Horvth era ossessionato dalla incapacit che l'aristocrazia e la borghesia intellettuale mitteleuropea mostravano nei confronti delle utopie positive. Fu il primo a riconoscere che dietro la facciata della grandezza si nascondeva un mondo volgare, malato e esclusivamente legato al potere del denaro. Un materialismo che avrebbe portato direttamente al nazismo. Horvth aveva capito che dentro le cupole dorate dello Jugendstil, dietro gli ori di Klimt e dentro gli occhi dei personaggi di Schiele, c'era il vuoto e la disperazione. L'Europa di oggi pare essere non andata molto lontano da quell'Europa di Horvth. I sette personaggi che si incontrano nel polveroso Hotel Belvedere lo dimostrano in ogni atomo della loro presenza scenica. In questo testo, infatti, si incontrano e si scontrano con indicibile violenza e humour noir tutte le classi sociali di una Europa senza amore affaccendata a salvare se stessa e a distruggere i pi deboli. 8 dicembre, Teatro Fabbricone Arturo Annecchino MISSALAIKA Opera quasi rock di Arturo Annecchino Arturo Annecchino, pianoforte Ivanka Mazurkievic, voce SYMPHNIA BAND: Martina Sciucchino, voce Simone Stopponi, chitarra Alberto (Bobo) Porcacchia, chitarra Luca Annessi, tastiera Luca Costantini, batteria Emanuele Ranieri, basso Giorgio Paoluzzi, ingegnere del suono guest: Luigi De Filippi, violino produzione iCompany Missalaika un'opera-concerto, forse rock, uno stravagante incontro fra un pianista preso dal moto perpetuo, un'instabile rock-band e una voce incantatrice. Missalaika un contenitore di stili ed attimi in una lingua inventata, dove la spettacolarit dei suoni suggerisce immagini altre, ovvero un viaggio attraverso brani per il cinema composti dallo stesso Arturo e attraverso grandi maestri del rock (dai Pink Floyd ai Gentle Giant per finire ai Genesis), dell'ambient (Sigur Ros) e della musica classica (Satie, Poulenc), legato, come accade spesso con Annecchino, dal sottile filo rosso di un racconto teatrale, quasi di sottofondo, ambientato tra gli elementi di un cantiere in costruzione. Una costruzione senza tempo, forse perenne

  • 11/13 dicembre, Teatro Fabbricone Teatro Metastasio Stabile della Toscana GIOCHI DI FAMIGLIA di Biljana Srbljanovic traduzione Paolo Magelli drammaturgia eljka Udovii scene Lorenzo Banci progetto luci Roberto Innocenti costumi Leo Kula musiche Arturo Annecchino assistente alla regia Giulia Barni assistente alle scene Federico Biancalani con Valentina Banci, Mauro Malinverno, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni regia Paolo Magelli Giochi di Famiglia ha luogo nella periferia degradata di una qualsiasi citt europea e racconta di quattro bambini soli che giocano a fare gli adulti, ed proprio aderendo alla cattiveria del mondo che ci circonda che questi bambini ci offriranno la possibilit di guardarci dentro lanima oltrech dincontrarci con la brutalit che ognuno di noi nasconde dentro di s. Il testo della Srbljanovic rappresenta loccasione per parlare della famiglia in una civilt come la nostra che ha il culto della famiglia e di parlarne in modo spietato. Questi bambini parlano di genitori che in realt non ci sono mai. Siamo noi grandi i grandi assenti. Questa famiglia che non c crea un modello non solo criticabile ma anche attaccabile. E il bambino alla fine di ogni scena uccide sempre i genitori e sempre in modo diverso. C della creativit disarmante, dispettosa ma soprattutto disperata e disperante. un testo pieno di interrogativi: quali sono i discorsi che dovrebbero essere eliminati dalla nostra societ? perch creiamo un esercito di ragazzi preparati ad abbassare la testa di fronte alle difficolt invece di allevarli a una fierezza platonica? perch il mondo non cambia? Un testo che crea discussione, disagio e un dolore sorridente, che ti lascia un punto di domanda nella mente e nello stomaco. Ma anche un testo difficile e complesso da rendere e restituire sulla scena. Perch i bambini mettono tutto dentro la loro memoria e a tratti invecchiano o ringiovaniscono e occasionalmente cambiano anche sesso. 7/9 gennaio, Teatro Magnolfi Luca Giberti / Associazione Culturale QED IL CONTRABBASSO di Patrick Sskind regia Luca Giberti con Andrea Nicolini scene e costumi Guido Fiorato luci Sandro Sussi liuteria Gianmaria Assandri Commedia musicale di uno degli autori pi bizzarri e geniali della letteratura contemporanea, Il Contrabbasso il monologo struggente, arguto, esilarante di un musicista curioso e istrionico. Questo testo agilissimo frantuma risolutamente ogni nozione di trama, catapultando lo spettatore in un flusso in piena di emozioni, passioni, giudizi folgoranti, deliri e paradossi. In questo inarrestabile stream of consciousness, il discorso mercuriale del contrabbassista sulla Musica e sull'Arte ben presto si intreccia indissolubilmente con la parabola tragicomica della sua vita, marcata da un'energia impetuosa che lui stesso fatica a contenere. Divorato da un feroce amore/odio per il proprio strumento, frustrato da una carriera ai massimi livelli ma pur sempre nellultima fila dellorchestra di stato, il protagonista si innamora di una fascinosa (e ignara) cantante solista. E cos, comincia ad architettare un piano folle ce la far?

  • 15/17 gennaio, Teatro Fabbricone Mladinsko Theatre PAVLA NAD PREPADOM (PAVLA SUL PRECIPIZIO) ispirato alla vita della scalatrice di montagne Pavla Jesih di Andrej E. Skubic regia Matja Pograjc con Marua Oblak, Katarina Stegnar, Barbara Ribnikar, Primo Bezjak, Uro Kaurin, Boris Kos, Bla ef drammaturgia Toma Toporii scene Toma trucl, Sandi Miklu costumi Neli trukelj musiche Tibor Miheli Syed, Marko Brdnik coreografie Branko Potoan Pavla nad prepadom (Pavla sul precipizio) uno spettacolo ispirato alla vita della scalatrice di montagne Pavla Jesih. Il testo di questopera stato scritto da Andrej E. Skubic, traduttore, scrittore e romanziere che ha affascinato con i suoi numerosi romanzi. Per Pavla Jesih le montagne rappresentavano quel mondo dove potersi sentire indipendente. Insieme agli scalatori uomini, affront tantissimi nuovi percorsi sulle montagne slovene, ma fu soprattutto la prima donna in una cordata. Nel 1933, per, la sua attivit di scalatrice fu interrotta da un serio incidente sul Monte Velika Mojstrovka. Inizi allora a dedicarsi al cinema. Estese la rete dei cinema da Celje a Ptuj a Ljubljana, e gi prima della Seconda Guerra Mondiale divenne la proprietaria del famoso cinema Matica, che si trova nelledificio dellOrchestra Filarmonica Slovena a Ljubljana, e dei cinema di Celje e Ptuj.Il suo ultimo desiderio per, che le sue ceneri venissero disperse al di l del Monte pik, non si realizzato. Ora comunque potr continuare ad arrampicarsi in teatro 21/24 gennaio, Teatro Metastasio Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Spoleto58.Festival dei 2 Mondi JADASMEERISTBLAU. IL MARE BLU da Bertolt Brecht e Kurt Weill con Adriana Asti direzione musicale Alessandro Nidi clarinetto Massimo Ferraguti fisarmonica Nadio Marenco Lopera di Bertolt Brecht un immenso, inquietante, fascinoso e provocatorio diario lirico. Il teatro, la poesia, le canzoni, le schegge, i frammenti, le osservazioni lancinanti sul mondo e larte costruiscono una vera e propria biografia letteraria, culturale e sociale della prima met del Novecento. Lo spettacolo che Adriana Asti dedica al "maestro" vuole essere un omaggio alla sua arte. Uno sguardo sul "secolo breve" tra immani tragedie e nuove concezioni del mondo e dellumanit. Uno sguardo, quello di Brecht, che sa essere accusatorio verso le miserie e le bassezze umane, ma anche bonario, leggero e pieno di stupore per le piccole e grandi ricchezze che come i susini "forse continueranno a fiorire". Che sa farsi astrazione pura, tensione luminosa, ma sa anche farsi carne, prosa, divenire voce umanissima. Uno sguardo che, accompagnato dalle note pungenti e rivoluzionarie di uno dei pi grandi protagonisti della scena musicale del secolo scorso, quale fu Kurt Weill, diviene un autentico grido umano che apre le porte di un mondo tanto lacerato quanto attuale. In questo spettacolo, perci, accanto ad alcuni grandi capolavori del maestro tedesco, sar dato spazio anche a lati meno noti. Non solo, dunque, al poeta dellimpegno, della dimostrazione, dellallegoria, ma anche a quello della carne, a quello che si mescola fra la gente. Jadasmeeristblau (titolo tratto da una canzone di Happy End) composto da un repertorio vario dellopera brechtiana ed una nuova occasione per Adriana Asti di dedicarsi ad uno spettacolo "totale". Dopo il grande successo di Stramilano, si tratta infatti di unaltra vera e propria "operina" eseguita insieme al pianoforte di Alessandro Nidi, autore anche degli arrangiamenti e della direzione musicale.Passaggi sorprendenti tra i song di Happy End, quelli dellOpera da tre soldi, e le poesie di Brecht. Lotta, dolore e piet, ma anche leggerezza, gentilezza e ironia. Al centro il suggestivo affresco teatrale de La moglie ebrea, trasformato in un appassionante dialogo tra parole e musica.

  • 28/31 gennaio, Teatro Fabbricone Associazione Culturale Gianni Santuccio - Roma ALLA META di Thomas Bernhard traduzione Eugenio Bernardi regia Walter Pagliaro scene Sebastiana Di Gesu musiche a cura di Ilario Grieco con Micaela Esdra e altri attori in via di definizione [] Valigie, bauli e una quantit incredibile di abiti caratterizzano una vigilia spasmodica e trepidante di attese, in quelle ore febbrili che precedono la partenza sospirata e agognata per un periodo di vacanze al mare. Una madre e sua figlia si accingono a lasciare la casa dove abitano, in una citt olandese, per recarsi in treno in una localit balneare. Questo rito sistematico e maniacale si ripete identico da tanti anni, ma le loro abitudini sono ora scosse da una novit: non partiranno pi sole perch per qualche giorno saranno accompagnate da un ospite imprevisto, uno scrittore di teatro che le due donne hanno conosciuto in occasione del debutto della sua ultima pice, Si salvi chi pu, accolta da un grande successo. Questa la situazione, abbastanza normale, su cui Bernhard costruisce la sua formidabile commedia dell'anormalit. [] Walter Pagliaro 29/30 gennaio, Teatro Metastasio TSI La Fabbrica dellAttore Teatro Vascello /Fondazione TPE / Rezza Mastrella NUOVO SPETTACOLO TITOLO DA STABILIRE di Flavia Mastrella Antonio Rezza con Antonio Rezza con Ivan Bellavista e con tre attori-performer mai scritto da Antonio Rezza habitat di Flavia Mastrella assistente alla creazione Massimo Camilli disegno luci Mattia Vigo macchinista Andrea Zanarini organizzazione generale Stefania Saltarelli In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ci che legge ma solo ci che dice. Con la saggezza senile ladolescente, completamente in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni. Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro loratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale.

  • 4/7 febbraio, Teatro Metastasio Teatro Stabile di Genova / Teatro Stabile di Napoli IL SINDACO DEL RIONE SANIT di Eduardo De Filippo con Eros Pagni, Maria Basile Scarpetta, Federico Vanni, Gennaro Apicella, Massimo Cagnina, Angela Ciaburri, Orlando Cinque, Gino De Luca, Dely De Majo, Francesca De Nicolais, Rosario Giglio, Luca Iervolino, Marco Montecatino, Gennaro Piccirillo, Pietro Tammaro regia Marco Sciaccaluga scene Guido Fiorato costumi Zaira de Vincentiis musiche Andrea Nicolini luci Sandro Sussi Scritta e rappresentata nel 1960, Il sindaco del Rione Sanit una commedia che lo stesso Eduardo amava definire simbolica e non realistica. Dice il regista Marco Sciaccaluga: Il sindaco del Rione Sanit una commedia complessa che mescola comico e tragico, realismo e simbolismo (anche cristologico). Un testo abitato da un protagonista, Antonio Barracano, fondamentalmente ambiguo, essendo egli insieme un capo camorra e un idealista, una sorta di Robin Hood degli ignoranti; un personaggio la cui grandezza sta proprio nella capacit di mescolare il male e il bene, il positivo e il negativo, lalto e il basso. in questo senso che lho messo in scena come uno dei testi pi shakespeariani di Eduardo. A me non sembra che Il sindaco del Rione Sanit sia tanto una commedia radicata in una ideologia, quanto una tragedia le cui autentiche radici affondano nellesistenza umana. 11/14 febbraio, Teatro Metastasio Gitiesse / Artisti Riuniti / Teatro Stabile Di Catania LUOMO, LA BESTIA E LA VIRT di Luigi Pirandello con Geppy Gleijeses, Marco Messeri, Marianella Bargilli e con Renata Zamengo, Mimmo Mignemi, Vincenzo Leto costumi Adele Bargilli scene Paolo Calafiore musiche Mario Incudine regia Giuseppe Dipasquale Il farsesco tema trattato dalla commedia ben rappresentato dal titolo: l'uomo la prima maschera, quella del professor Paolino che nasconde sotto il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella, che indossa la maschera della virt, quella cio di una morigerata e pudica madre di famiglia praticamente abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente con la maschera della bestia. Egli convive con una donna a Napoli e, nelle rare occasioni in cui incontra la moglie rifiuta, con ogni pretesto, di avere rapporti con lei. La commedia in maschera potrebbe proseguire con piena soddisfazione di tutti se il destino e il caso non intervenissero a far cadere le false apparenze. La signora Perella rimane infatti incinta ad opera del professor Paolino che dovr, al di l di ogni morale, rimettere in piedi l'ipocrita buon ordine borghese.

  • 18/21 febbraio, Teatro Metastasio Emilia Romagna Teatro nellambito di Progetto Prospero TI REGALO LA MIA MORTE. VERONIKA di Federico Bellini e Antonio Latella liberamente ispirato alla poetica del cinema fassbinderiano regia Antonio Latella con (in o.a.) Valentina Acca, Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Nicole Kehrberger, Candida Nieri, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa scene Giuseppe Stellato costumi Graziella Pepe musiche Franco Visioli luci Simone de Angelis ombre Altretracce assistente alla regia Brunella Giolivo La base di questo nuovo lavoro di Latella parte dellopera cinematografica che Fassbinder ha dedicato alla rappresentazione e allanalisi della donna. Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika Voss, ultima tra le protagoniste del suo cinema, lo spettacolo incontra alcune tra le figure femminili grazie alle quali il regista ha consegnato forse una grande, unica opera, un lavoro in cui sguardo cinematografico e biografia personale tendono inevitabilmente a coincidere. Entriamo cos nella mente di Veronika, diva sul viale del tramonto e vittima della morfina somministrata da medici senza scrupoli, dove i ricordi e i personaggi rievocati diventano apparizioni in bianco e nero, il nero come forma perfetta che fagocita gli altri colori e il bianco della purezza ma anche del lutto. 26/28 febbraio, Teatro Fabbricone Casa del Contemporaneo CRAVE di Sarah Kane con Gabriele Colferai, Dacia DAcunto, Gabriele Guerra, Morena Rastelli regia Pierpaolo Sepe scene Francesco Ghisu costumi: Annapaola Brancia dApricena luci Cesare Accetta movimenti di scena Chiara Orefice aiuto regia Emma di Lorenzo assistente scenografa Christina Psoni Qualsiasi modalit si scelga per mettere in scena un testo di Sarah Kane, lo si tradir. Il motivo insito nella scrittura stessa di Crave, in italiano tradotto come Febbre, che racchiude, nel suo titolo originale, il violento e inappagato desiderio dellautrice per la vita, la bellezza e la verit. Un bisogno tanto irraggiungibile da portarne alla prematura scomparsa per sua stessa mano: una non scelta, lincapacit assoluta di sopravvivere al mondo, propria delle anime fragili. Non si mai cos forti come quando si sa di essere deboli, se si accetta lorrore, lincapacit, il dolore, lumanit. Dalla scrittura della Kane nasce un testo di parole incatenate, rapido susseguirsi di concetti spezzati e concitati, al teatro spetta il ruolo di trasformarlo in immagini, dar colore alloscurit, ordine al caos e disordine alla riga. Interpretare e, dunque, tradire, con il desiderio, quello pi assoluto. Crave la febbre, il desiderio di vivere di quattro anime, rinchiuse in un mondo proprio, nell'incomunicabilit pi assoluta che affrontano, soli, con un destino gi segnato. D'altronde, cos' la vita se non una parentesi concitata tra momenti di non esistenza? Vivere un gioco, quello dello stare al mondo e non sempre si pu, almeno non seguendo le proprie regole n tantomeno quelle altrui. La ricerca del s si infrange contro il muro della realt e non c' pace, non c' amore, non c' perdono n riposo in questo inferno che chiamiamo vita. Pierpaolo Sepe

  • 3/6 marzo, Teatro Metastasio Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale I RUSTEGHI di Carlo Goldoni con (in ordine alfabetico) Alessandro Albertin, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo, Stefania Felicioli, Cecilia La Monaca, Michele Maccagno, Maria Grazia Mandruzzato, Margherita Mannino, Giancarlo Previati, Francesco Wolf regia Giuseppe Emiliani scenografia Federico Cautero costumi Stefano Nicolao disegno luci Enrico Berardi musiche Massimiliano Forza arrangiamenti Fabio Valdemarin Una nuova lettura goldoniana del regista Giuseppe Emiliani con protagonisti alcuni tra i migliori interpreti del teatro veneto per raccontare la storia di quattro rusteghi veneziani, quattro tradizionalisti conservatori, depositari degli pseudo valori del mondo borghese cui si contrappone la vitalit dei sentimenti pi elementari dei giovani e delle donne. Nella commedia, al di sopra del principio economico e dei falsi ideali di compostezza, rigore, rispetto dell'autorit paterna, i figli e le donne si affidano a un umanissimo principio di piacere, ribaltando i ruoli familiari a loro vantaggio e isolando i quattro rusteghi nella vecchia austerit e nel conformismo che li caratterizza. La scena ambientata a Venezia nella casa del mercante Lunardo, e si svolge nell'arco di una giornata. Lucietta, da sempre in contrasto con la matrigna Margarita, vorrebbe maritarsi per uscire da una routine familiare noiosa e angusta, dovuta soprattutto all'intransigenza del padre Lunardo, autoritario e scorbutico, il quale, a sua insaputa, ha gi predisposto le nozze con Filippetto. Contemporaneamente Filippetto si reca a far visita alla zia Marina, raccontandole del futuro matrimonio e confessandole di non aver mai conosciuto la promessa sposa. La sera il signor Lunardo organizza una cena per ufficializzare le nozze. Grazie a un travestimento Filippetto e Lucietta possono conoscersi, ma sul pi bello vengono scoperti e scoppia il finimondo. 11/13 marzo, Teatro Fabbricone Emilia Romagna Teatro Fondazione LA PROVA testo, regia e coreografia Pascal Rambert con Anna Della Rosa, Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni scene Daniel Jeanneteau luci Yves Godin musiche Alexandre Meyer Prima assoluta: Arena del Sole, Sala Leo de Berardinis, febbraio 2016 Uno spettacolo che assume la forma di equazione priva di incognite: in una sala prove, Laura (attrice), Anna (attrice), Luca (scrittore) e Giovanni (regista) assistono allimplosione della loro unione artistica. La struttura, dietro al suo apparente ribollire, molto semplice. Si assiste a un breve momento di una prova nel corso della quale Anna coglie nello sguardo di Luca che tra lui e Laura sta accadendo qualcosa. A partire da qui spiega Rambert ho cercato di mostrare come, allinterno di uno sguardo, potessi costruire un mondo, un mondo che poi ho voluto far implodere. La realt viene osservata su piani diversi. Ho spesso limpressione che ci che chiamiamo verit non risieda necessariamente in ci che chiamiamo realt ma molto pi di frequente nelle finzioni. E ho visto pi verit in alcuni momenti di teatro, danza e letteratura che nella vita stessa. Ho cercato di mostrare questo passaggio costante che caratterizza il mestiere dellartista tra ci che attingiamo dalla vita, la sua trasformazione in materia immaginaria e questo flusso continuo che loggetto del nostro parlare. Per me la vita e la finzione sono sempre legate luna allaltra. Non si interrompono mai. Questo flusso ininterrotto uno dei possibili argomenti dello spettacolo.

  • 17/20 marzo, Teatro Metastasio Fondazione Teatro Due /Popular Shakespeare Kompany IL BUGIARDO di Carlo Goldoni dattamento Valerio Binasco con Maurizio Lastrico, Michele di Mauro e Popular Shakespeare Kompany musiche originali Arturo Annecchino scene e costumi Carlo de Marino Luci Pasquale Mari regia Valerio Binasco assistente regia Simone Luglio direttore allestimento Camilla Piccioni elettricista Fabio Bozzetta, fonico Gianluca Viola, assistente costumi Maria Giovanna Stinga in collaborazione con Oblomov Films Srl Il Bugiardo una commedia celeberrima, ricca di gag e di fulminanti trovate comiche. [] Il protagonista, Lelio, con le sue continue menzogne, innesca un meccanismo perverso e inesorabile che lo porter alla rovina, al violento allontanamento dalla societ in cui tenta disperatamente di inserirsi. Lelio uno sbruffone e un bugiardo, ma sostanzialmente un disadattato, vittima di una societ troppo seria, troppo avida e incapace di affetti che non siano dettati dallinteresse o dal conformismo. un essere umano dimenticato da tutti, addirittura dal padre, assente fin dalla sua giovinezza. Insofferente alle costrizioni, tenta di liberarsene con ogni mezzo, ma tutto inutile: Lelio, che vive in un mondo tutto suo, vittima del mondo degli altri. [] Attorno a questa figura tragicomica ruota una galleria di personaggi buffi e crudeli, avidi, sospettosi e creduloni. Valerio Binasco

    5/10 aprile, Teatro Fabbricone Fondazione Inda Onlus - 51 ciclo di spettacoli classici / Teatro Metastasio Stabile della Toscana MEDEA di Seneca traduzione Giusto Picone - adattamento teatrale e regia Paolo Magelli scena e costumi Ezio Toffolutti - musiche Arturo Annecchino regista assistente Luca Cortina- assistente alla regia Franca Maria De Monti collaborazione scenica Mark Boldin progetto audio Vincenzo Quadarella - progetto luci Elvio Amaniera costumista assistente e responsabile sartoria Marcella Salvo- collaborazione sartoria Alessia Ancona responsabile trucco e parrucco Aldo Caldarella direttore di scena Mattia Fontana- fotografo di scena Maurizio Zivillica con Valentina Banci, Filippo Dini, Daniele Griggio, Francesca Benedetti e con Diego Florio, Elisabetta Arosio, Simonetta Cartia, Giulia Diomede, Lucia Fossi, Clara Galante, Ilaria Genatiempo, Carmelinda Gentile, Viola Graziosi, Doriana La Fauci, Enzo Curcur, Lorenzo Falletti, Diego Florio, Sergio Mancinelli, Francesco Mirabella e bambini Francesco Bertrand, Gabriele Briante costumi e scenografie Laboratorio di sartoria e di scenografia Fondazione Inda Onlus [] Medea all'inizio dello spettacolo gi una donna pazza d'amore, ferita a morte dall'abbandono di suo marito, Giasone. [] Giasone parte con la nave Argo e con gli Argonauti sbarca nella Colchide e incontra Medea, che si innamora perdutamente di lui e lo aiuta ad impossessarsi del vello d'oro con le sue arti di fanciulla-maga. Poi s'imbarca e fugge con lui. [] Medea avrebbe potuto essere regina, vivere in pace, ma ha scelto la via dell'amore assoluto. [] Medea ritiene che ogni forma di potere sia ingiusta, e che non esistano terre felici. Dove andare? Dove continuare a vivere senza Giasone e senza i figli? Perch? E dentro questa creatura martoriata inizia un dialogo, o meglio una guerra, fra due io, [] che la porter ad uccidere i propri figli e quindi alla morte. Paolo Magelli

  • 14/17 aprile, Teatro Metastasio CTB Teatro Stabile di Brescia Teatro de Gli Incamminati ENRICO IV di Luigi Pirandello diretto e interpretato da Franco Branciaroli scene e costumi Margherita Palli luci Gigi Saccomandi con Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Griggio e con (in o.alfabetico): Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pier Paolo DAlessandro, Mattia Sartoni

    Considerato il capolavoro teatrale di Pirandello insieme a Sei personaggi in cerca di autore, Enrico IV uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro all'autore del rapporto, complesso e alla fine inestricabile, tra personaggio e uomo, finzione e verit. Il personaggio di Enrico IV, del quale magistralmente non ci viene mai svelato il vero nome, quasi a fissarlo nella sua identit fittizia, descritto minuziosamente da Pirandello. Enrico vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma dell'impossibilit di adeguarsi ad una realt che non gli si conf pi, stritolato nel modo di intendere la vita di chi gli sta intorno e sceglie quindi di interpretare il ruolo fisso del pazzo. 17/18 aprile, Teatro Fabbricone Constanza Macras /Dorky Park THE GHOSTS coreografia e regia Constanza Macras drammaturgia Carmen Mehnert interpreti Emil Bordas, Fernanda Farah, Daisy Phillips, Yi Liu, Linjuan He, Huanhuan Zhang, Huimin Zhang, Xiaorui Pan, Lu Ge, Chico Mello, Wu Wei scene Janina Audick costumi Allie Saunders musica Chico Mello / Wu Wei suono Stephan Whrmann luci Sergio de Carvalho Pessanha Assistant Director Nikoletta Fischer una produzione Constanza Macras / DorkyPark Berlin // Goethe Institut China in co-produzione con Tanz im August, Schaubhne am Lehniner Platz/ CSS Teatro stabile di innovazione del FVG/ Guangdong Dance Festival debutto: Berlino - Schaubhne am Lehniner Platz, 3-8 settembre 2015 In questa sua nuova creazione, Constanza Macras cerca di avvicinarsi al mondo della Repubblica popolare cinese, usando un personale punto di vista ed i suoi infallibili metodi artistici. Lispirazione arriva durante un viaggio a Pechino, Guangzhou e Shanghai nella primavera del 2013. Macras mette a fuoco la Cina attraverso larte straordinaria del circo cinese, i suoi numeri di spettacolare equilibrismo e prodezze acrobatiche quasi sovrumane, ormai leggendarie. Nella sua esplorazione artistica, Macras si concentra in particolare sulle vite e le parabole artistiche di alcuni acrobati cinesi ormai alla fine della loro carriera. Persone che a soli 25 anni si ritrovano gi messi da parte e presto dimenticati dalla societ cinese.

  • 9/15 maggio, Teatro Magnolfi Teatro Metastasio Stabile della Toscana / CSS Teatro stabile di innovazione del FVG LA POESIA DI PIER PAOLO PASOLINI uno spettacolo di Luigi Lo Cascio dallopera poetica di Pier Paolo Pasolini scene e art direction Alice Mangano scene e disegni Nicola Console musiche originali Andrea Rocca disegno luci Alberto Bevilacqua assistente alla regia Marco Serafino Cecchi debutto: Udine Teatro S. Giorgio, 25 novembre - 6 dicembre 2015 Interconnesso a una partitura di video-animazione, Lo Cascio indaga sulla relazione intima e sociale che emerge dal corpus poetico di Pasolini, fino alla sua forte e profetica posizione pubblica. Pier Paolo Pasolini ha intrattenuto con la poesia un rapporto costante, senza interruzioni. Abbiamo perso prima di tutto un poeta urlava Moravia allindomani della morte del suo amico, scegliendo cos, tra le innumerevoli manifestazioni dellingegno di Pasolini (intellettuale, romanziere, cineasta, critico, saggista, drammaturgo) proprio la dimensione lirica. La poesia presente certamente nelle sue opere teatrali, scritte in versi, e nel suo cinema, cinema di poesia appunto lo definiva lui stesso. Eppure qui si prover a costruire labbozzo di qualcosa che assomiglia a un autoritratto riferendosi esclusivamente alla produzione propriamente lirica, tratta cio dalla sua sterminata raccolta di poesie. Ne viene fuori un unico discorso, pronunciato alla luce del sole e offerto agli sguardi del mondo, senza attenuare la sua anomalia, la sua diversit, la sua ferrea e feconda contraddizione.

  • NUOVE PRODUZIONI, COPRODUZIONI E RIPRESE IN STAGIONE 8/25 ottobre, Teatro Magnolfi Teatro Metastasio Stabile della Toscana UTOYA un testo di Edoardo Erba con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti regia Serena Sinigaglia scena Maria Spazzi assistente alla regia Sveva Raimondi con Arianna Scommegna e Mattia Fabris 3 novembre, Teatro Fabbricone 17/20 dicembre - Magnolfi 22/25 marzo - Magnolfi Fondazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana NON DIRLO. IL VANGELO DI MARCO monologo di Sandro Veronesi tratto dallomonimo testo pubblicato da Bompiani in collaborazione con Fosforo 5/15 novembre, Teatro Metastasio Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia PORCILE di Pier Paolo Pasolini regia Valerio Binasco scene Lorenzo Banci costumi Sandra Cardini musiche Arturo Annecchino luci Roberto Innocenti con Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Alvia Reale/Valentina Banci, Franco Ravera, Fulvio Cauteruccio, Pietro dElia, Fabio Mascagni con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi 11/29 novembre, Teatro Magnolfi Teatro Metastasio Stabile della Toscana VIRT DELLOSCURIT drammaturgia di Paola Bigatto e Lisa Capaccioli liberamente tratta da Le tre ghinee di Virginia Woolf unidea di Lisa Capaccioli con Elena Ghiaurov e con Valentina Cipriani, Francesco Dendi, Antonella Miglioretto, attori diplomati presso la scuola di recitazione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana regia Paola Bigatto e Lisa Capaccioli scene e costumi Giulia Breno 4/6 dicembre, Teatro Metastasio Teatro Metastasio Stabile della Toscana HOTEL BELVEDERE di dn von Horvth traduzione e regia Paolo Magelli

  • scene Lorenzo Banci costumi Leo Kula luci Roberto Innocenti musiche Alexander Balanescu dramaturg eljka Udovii con Valentina Banci, Marcello Bartoli, Francesco Borchi, Daniel Dwerryhouse, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno Fabio Mascagni 11/13 dicembre, Teatro Fabbricone Teatro Metastasio Stabile della Toscana GIOCHI DI FAMIGLIA di Biljana Srbljanovic traduzione Paolo Magelli drammaturgia eljka Udovii scene Lorenzo Banci progetto luci Roberto Innocenti costumi Leo Kula musiche Arturo Annecchino assistente alla regia Giulia Barni assistente alle scene Federico Biancalani con Valentina Banci, Mauro Malinverno, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone, Fabio Mascagni regia Paolo Magelli 21/24 gennaio, Teatro Metastasio Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Spoleto58.Festival dei 2 Mondi JADASMEERISTBLAU. IL MARE BLU da Bertolt Brecht e Kurt Weill con Adriana Asti direzione musicale Alessandro Nidi clarinetto Massimo Ferraguti fisarmonica Nadio Marenco 5/10 aprile, Teatro Fabbricone Fondazione Inda Onlus - 51 ciclo di spettacoli classici / Teatro Metastasio Stabile della Toscana MEDEA di Seneca traduzione Giusto Picone - adattamento teatrale e regia Paolo Magelli scena e costumi Ezio Toffolutti - musiche Arturo Annecchino regista assistente Luca Cortina- assistente alla regia Franca Maria De Monti collaborazione scenica Mark Boldin progetto audio Vincenzo Quadarella - progetto luci Elvio Amaniera costumista assistente e responsabile sartoria Marcella Salvo- collaborazione sartoria Alessia Ancona responsabile trucco e parrucco Aldo Caldarella direttore di scena Mattia Fontana- fotografo di scena Maurizio Zivillica con Valentina Banci, Filippo Dini, Daniele Griggio, Francesca Benedetti e con Diego Florio, Elisabetta Arosio, Simonetta Cartia, Giulia Diomede, Lucia Fossi, Clara Galante, Ilaria Genatiempo, Carmelinda Gentile, Viola Graziosi, Doriana La Fauci, Enzo Curcur, Lorenzo Falletti, Diego Florio, Sergio Mancinelli, Francesco Mirabella e bambini Francesco Bertrand, Gabriele Briante costumi e scenografie Laboratorio di sartoria e di scenografia Fondazione Inda Onlus

  • 9/15 maggio, Teatro Magnolfi Teatro Metastasio Stabile della Toscana / CSS Teatro stabile di innovazione del FVG LA POESIA DI PIER PAOLO PASOLINI uno spettacolo di Luigi Lo Cascio dallopera poetica di Pier Paolo Pasolini scene e art direction Alice Mangano scene e disegni Nicola Console musiche originali Andrea Rocca disegno luci Alberto Bevilacqua assistente alla regia Marco Serafino Cecchi debutto: Udine Teatro S. Giorgio, 25 novembre - 6 dicembre 2015