LA GLOBALIZZAZIONE · sociale fu la fusione di culti religiosi provenienti da ... - La crescita...

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LA GLOBALIZZAZIONE Con il termine Globalizzazione si intende, in generale, L’interconnessione tra le diverse aree del Mondo dovuta alla diffusione/imposizione di modelli sociali, economici e culturali su scala globale

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LA GLOBALIZZAZIONE

Con il termine Globalizzazione si intende, in generale, “L’interconnessione tra le diverse aree del Mondo dovuta alla diffusione/imposizione di modelli

sociali, economici e culturali su scala globale”

STORIA DELLA

GLOBALIZZAZIONE

- Le Origini Quando sentiamo in giro la parola Globalizzazione,

pensiamo subito ad un fenomeno moderno, iniziato giusto alla fine del secolo scorso. In realtà, questa trasformazione sociale ha origini antichissime: le basi della Globalizzazione nascono infatti col sorgere dell’idea di Cosmopolitismo, che si sviluppa insieme alla fondazione dell’immenso Impero di Alessandro Magno.

Il condottiero Macedone estese i confini del suo Regno dalla Grecia all’India, e in questo scenario internazionale si diffuse appunto fra i cittadini un atteggiamento di apertura verso altri mondi e una volontà di confrontarsi con realtà diverse. Allora, si affermò l’idea che tutti i popoli appartenessero ad un unico genere: quello umano, e le culture orientali iniziarono ad entrare in contatto con quelle occidentali, processo facilitato dalla diffusione del greco come lingua comune.

Tutti, soldati, mercanti, schiavi, tornando a casa parlavano dell’esistenza di stili di vita nuovi e meravigliosi .

Uno degli effetti principali di questo panorama

sociale fu la fusione di culti religiosi provenienti da luoghi diversi, definito Sincretismo Religioso.

-La Globalizzazione Romana Dopo aver gettato le basi sul Cosmopolitismo

Ellenistico, la Globalizzazione trova la sua prima forma di applicazione nell’Impero Romano del periodo post-augusteo. Diffondendo in tutte le province lingua, giustizia, letteratura,cittadinanza e modo di vivere proprio, Roma attua un processo di Romanizzazione e di livellamento, facendo quasi dimenticare ai vari popoli la loro cultura.

A differenza di Alessandro Magno, che ambiva giusto alla diffusione della cultura greca in Oriente, i Romani quasi imposero tutte le loro tradizioni, usanze e stili di vita nei territori conquistati, tanto che nel II secolo d.C. non vi era più ormai differenza fra un romano di Roma ed un romano Provinciale. Ciò fu un grande Mondo comune all’interno di un’unica struttura Statale.

-La Globalizzazione nella Storia Nel corso della Storia successiva, il fenomeno della

Globalizzazione ebbe sostanzialmente 2 forti accelerazioni:

- La prima durante la Seconda Rivoluzione Industriale, durante la quale tutti le città Occidentali industrializzate si giovarono allo stesso modo delle stesse innovazioni (elettricità, petrolio, motori, telegrafo, telefono, raggi X, radio, acciaio)

-La seconda durante la Terza Rivoluzione Industriale, ovvero l’epoca che stiamo vivendo adesso, dominata dalle Grandi Multinazionali in grado di sostenere una produzione su scala mondiale le cui varie fasi avvengono i posti lontanissimi fra di loro, le cui distanze sono state però azzerate dallo sviluppo delle comunicazioni digitali e della tecnologia satellitare.

I MILLE VOLTI DELLA

GLOBALIZZAZIONE

-L’Economia Gli effetti economici apportati dalla Globalizzazione

sono: - Delocalizzazione di molte produzioni, dai Paesi più

sviluppati a quelli dove il costo del lavoro è più basso (Est Europa, America Latina, Africa)

- Nascita di nuove Potenze industriali (che spesso coincidono con i Paesi Emergenti) come Corea del Sud, Viet Nam, Thailandia, Singapore e Sudafrica, destinati a dominare le produzioni nel prossimo futuro, prendendo il posto occupato finora di Paesi Occidentali. Alcuni di essi sono già entrati nel gruppo delle Potenze Economiche Mondiali ( Cina, India, Brasile)

- Crescita delle vecchie Potenze industriali (Usa, Germania, Francia, Italia) nel settore dei servizi, ponendo già le basi di una società post-industriale.

- In questo panorama il commercio globale continua a crescere, favorito anche dall’eliminazione del controllo sui movimenti di capitali in alcuni Stati, la cosiddetta deregulation.

Però, in un contesto economico come quello dei nostri giorni, questa libertà di transizioni potrebbe causare disastrose crisi planetarie, come quella che ha avuto inizio nel 2008 negli USA e ancora sta tormentando migliaia di cittadini: la disoccupazione è aumentata, i consumi ridotti e i governi hanno speso cifre enormi per salvare banche in fallimento.

-Il Governo La regolamentazione delle varie attività produttive

globali è influenzata e spesso diretta da organismi economici internazionali, fra cui la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Le decisioni più importanti su scala globale, vengono però prese durante le riunioni periodiche dei capi di governo dei variPaesi del Mondo.

I vertici principali sono 2 : - G8, che riunisce i Paesi di antica

industrializzazione (USA, Giappone, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Russia, Canada)

.

- G20, che comprende, oltre ai Paesi del G8 e ad un delegato dell’Unione Europea, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Sudafrica e Turchia.

Però, le padrone assolute della globalizzazione sono, come già detto, le Multinazionali, grandi imprese con una sede centrale, detta casa madre e filiali sparse in tutto il Mondo. Provenienti non solo da Paesi di antica industrializzazione, ma anche da Paesi Emergenti, le multinazionali hanno poteri politici ed economici tali da poter piegare governi di molti Stati.

Il ruolo delle Multinazionali è spesso messo in discussione: se da un lato esse hanno indetto lo sviluppo economico-sociale di molte Nazioni, migliorato le condizioni di vita e favorito l’integrazione culturale, dall’altro la ricerca del profitto le spinge verso zone dove i lavoratori non godono di diritti e vengono comunque sottopagati, generando situazioni di povertà insostenibili, senza contare i danni che si creano all’ambiente.

In aggiunta, le Multinazionali, nonostante operino in diverse aree del globo, pagano le tasse solo nel Paese in cui si trova la loro sede legale, che guarda caso è sempre un paradiso fiscale (Svizzera, Monaco, Liechtenstein, Isole Far Øer). In questo modo riescono a versare imposte ridicole rispetto a quanto in realtà guadagnino e quest’aspetto è nel mirino della Comunità Internazionale.

-La Fame nel Mondo Attualmente, nella nostra società globalizzata, sono

circa 844 milioni le persone che soffrono la fame. Quasi tutte vivono nelle regioni in via di sviluppo, come l’Asia mediorientale e l’Africa Sub sahariana, dove il numero dei denutriti è ultimamente cresciuto, al contrario del resto del Mondo. Nei Paesi più ricchi preoccupano invece i dati sull’ipernutrizione: sono circa 1,5 miliardi le persone sovrappeso o obese.

I fattori che accelerano la riduzione della fame sono : - La crescita economica di Paesi in via di sviluppo - La ripresa della produttività agricola - Le rimesse degli emigranti Mentre quelli che la frenano sono: - L’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli - Le disastrose calamità naturali - L’aumento incessante della domanda di beni

alimentari

-L’Istruzione Un altro aspetto fondamentale della società

Globalizzata è l’istruzione, strumento considerato fondamentale per lo sviluppo economico- sociale ed umano dei vari Stati.

Negli ultimi anni, l’istruzione primaria si è consolidata in gran parte del Pianeta, ma vi sono ancora, nei Paesi più poveri, bambini che non vanno a scuola e sono quindi destinati a vivere nell’analfabetismo.

Naturalmente, più si va avanti nel percorso scolastico, più emergono le differenze fra gli Stati poveri e ricchi: in questi ultimi, infatti, la maggior parte dei finanziamenti vengono impiegati per gli studi universitari, mentre nelle zone meno abbienti si investe soprattutto per la scolarizzazione di base. Nei Paesi in via di sviluppo, un altro avversario dell’alfabetizzazione è rappresentato dal continuo incremento di popolazione.

-Le Condizioni di Vita Nel Mondo di oggi vi sono ancora profonde

disuguaglianze fra uomini e donne, soprattutto nelle società più tradizionali e povere.

Per misurare questo Gap, sono stati elaborati diversi indicatori, fra cui il Global Gender Gap Index, che prende in considerazione le opportunità economiche ed i livelli di istruzione, partecipazione politica, salute e sopravvivenza dei due sessi.

Gli Stati risultati migliori sono quelli del Nord Europa.

Inoltre, per migliorare le condizioni di vita dei giovani, il 90% dei quali vive in Paesi in via di Sviluppo, la comunità internazionale si è impegnata per ridurre la mortalità infantile, nonostante essa continui ad avere dimensioni allarmanti nelle zone Afro-asiatiche più povere.

e per combattere lo sfruttamento minorile, il quale viene praticato perlopiù nell’area Asia – Pacifico ed Africa Sub Sahariana e conta attualmente 168 milioni di bambini . I progressi compiuti finora sono stati causati sopratutto dagli investimenti nell’istruzione e nelle politiche sociali.

-Le Guerre Purtroppo, anche nello scenario della

Globalizzazione non mancano guerre e conflitti, le cui cause possono essere varie: contrasti etnico- religiosi, conquista del potere, controllo delle risorse naturali, territori contesi, dispute ai confini, vecchie tensioni storiche ecc.

Gli stessi conflitti possono essere suddivisi in internazionali (coinvolgono stati diversi) ed interni (si svolgono all’interno di un solo Stato), i quali diventano internazionalizzati qualora intervenissero militarmente altri Paesi o Organizzazioni (ONU-NATO)

Oltre alle guerre combattute ve ne sono anche altre che non vengono dichiarate, ma si risolvono a livello diplomatico, con contrattazioni ed accordi.

Si tratta di solito di dispute territoriali per i confini, come quelle tra Spagna e Regno Unito per Gibilterra e Russia e Giappone per le isole Curili.

In generale, tutti questi conflitti armati causano migliaia di vittime, la maggior parte delle quali sono civili. Fra le molte popolazioni colpite, chi può abbandona il proprio Paese per cercare accoglienza nei campi profughi, mentre chi lascia la casa, ma non la patria è detto sfollato. In Siria, a causa dello scoppio di una violentissima guerra civile, i rifugiati sono in continuo aumento.

Una delle caratteristiche principali delle guerre di quest’epoca globalizzata è il reclutamento di bambini soldato da parte di eserciti regolari e non. Essi di solito sono orfani, hanno un passato pieno di abusi e violenze e vengono frequentemente drogati e spinti ad uccidere. L’UN ICEF sta lavorando per ridurre il fenomeno.

Naturalmente, le economie dei paesi in guerra vengono disastrate dai conflitti, i quali rappresentano però un’opportunità enorme di guadagno per i Paesi esportatori d’armi, come la Germania, gli USA, la Russia e l’Italia stessa.

Le spese militari rappresentano, però, risorse sottratte all’istruzione e ai servizi socio-sanitari, le uniche vere “armi” in grado di sconfiggere l’arretratezza.

L’organizzazione regina della Globalizzazione è senza dubbio l’ONU (Organizzazione Nazioni Unite), nata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e che comprende tutti gli Stati autonomi con eccezione della Città del Vaticano e Taiwan. È composta da 5 Organi principali : Assemblea Generale, Consiglio di Sicurezza, Consiglio Economico e Sociale, Corte Internazionale di Giustizia e Segretariato Generale, con sede a New York.

Tra i principali obiettivi dell’ONU abbiamo il mantenimento della pace internazionale, lo sviluppo di relazioni amichevoli fra Stati, il miglioramento della collaborazione internazionale e la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo.

Qualora i diritti umani non venissero rispettati, l’Onu prenderebbe inizialmente misure diplomatiche. In caso di fallimento, possono essere adottate sanzioni economiche, come l’interruzione delle relazioni commerciali.

Per i casi più estremi, si può inviare una missione di pace, attraverso un esercito formato da soldati dei Paesi membri chiamati Caschi Blu.

Nel 2013 i Caschi Blu erano impegnati in 16 missioni di pace, le quali possono comportare 3 attività principali

- Peacemaking (prevenzione dei conflitti e conciliazione locale), per evitare che le guerre scoppino;

- Peacekeeping (mantenimento della pace), per fermare in tempo i conflitti in corso;

- Peacebuilding (costruzione della pace), per creare le condizioni necessarie ad una situazione di pace.

Francesco Leonetti 2c –L. S. “Valentini”