La situazione politica in Europa a inizio Novecento I ... · ma dotati di un governo autonomo e,...

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I prodromi della Grande Guerra La situazione politica in Europa a inizio Novecento Docente Annamaria Raiti Classe III B A.S. 2018/19

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I prodromi della Grande Guerra

La situazione politica in Europa a inizio Novecento

D o c e n t e A n n a m a r i a R a i t i

C l a s s e I I I B

A . S . 2 0 1 8 / 1 9

• Alla fine dell’Ottocento – durante il lungo regno della regina Vittoria – l’Inghilterra aveva ancora il PRIMATO ECONOMICO-POLITICO in Occidente grazie alla forza della sua industria, all’ampiezza del suo impero coloniale e alla stabilità politica (anche se stavano emergendo due nuove potenze: Germania e USA).

• In questo periodo vennero introdotte numerose

RIFORME SOCIALI attraverso le quali il Paese si aprì ad una crescente democratizzazione (maggiore partecipazione e

diritti civili, politici e sociali per tutti i cittadini): suffragio universale maschile, istruzione elementare obbligatoria e gratuita, pensioni e riduzione della giornata lavorativa. Un ruolo importante per il raggiungimento di queste conquiste fu svolto dal Partito laburista, espressione di un socialismo non marxista che non prevedeva né l’azione rivoluzionaria, né l’abolizione della proprietà privata, ma che proponeva riforme senza sovvertire l’organizzazione della società.

• Le numerose colonie inglesi vennero organizzate in dominion, cioè territori dipendenti dalla madrepatria ma dotati di un governo autonomo e, quindi, di una certa libertà.

Inghilterra

• Dal 1789 al 1871 aveva attraversato quasi un secolo di INSTABILITÀ POLITICA e frequenti cambiamenti di regime.

• Dopo la sconfitta nella guerra con la Prussia e l’esperienza della Comune di Parigi, cadde definitivamente il regime monarchico e nacque la TERZA REPUBBLICA; tuttavia l’ordine politico fu insidiato sia dalla debolezza delle coalizioni di governo sia dai tentativi di destabilizzazione compiuti dalle forze reazionarie che volevano restaurare la monarchia.

• Si affermarono il mito della grandeur e il revanscismo, ossia la volontà di rivincita nei confronti della Prussia.

• La società venne lacerata dalle divisioni tra una DESTRA ultranazionalista e antisemita ( = odio contro gli ebrei; vedi l’affaire Dreyfus, cioè la falsa accusa di spionaggio mossa contro il capitano di origine ebraica Alfred Dreyfus tenacemente difeso dallo scrittore Emile Zola) e una SINISTRA estrema e rivoluzionaria.

• Vennero varate importanti riforme: riduzione della giornata lavorativa a dieci ore, libertà di stampa e di associazione, istituzione di una scuola elementare laica e gratuita per alfabetizzare le masse rurali e diffondere i valori dell’unità della nazione, della repubblica e del progresso scientifico e tecnologico.

Francia

Nella seconda metà dell’Ottocento la PRUSSIA – ormai divenuta una grande potenza militare ed economica – portò a termine il processo di unificazione della Germania (18 gennaio 1871), ossia di tutta l’area tedesca che fino a quel momento era frammentata in diversi Stati: nacque un nuovo impero denominato SECONDO REICH DI GERMANIA con a capo il Kaiser ( = imperatore) e con capitale Berlino. Il principale responsabile di questo successo politico fu OTTO VON BISMARCK: • ottenne la mansione di cancelliere nel 1862 da Guglielmo I e governò in

maniera incontrastata fino al 1890; • promosse lo sviluppo industriale tedesco; • fu artefice di una politica interna autoritario-paternalistica: da un lato –

appoggiato dagli Junker (nobili proprietari terrieri), industriali, banchieri, membri dell’esercito – represse ogni forma di dissenso nei confronti dello Stato ponendosi contro socialisti e cattolici, e dall’altro elaborò una politica sociale e assistenziale (assicurazioni di invalidità, pensioni) per accaparrarsi il consenso e l’integrazione delle masse operaie;

• garantì un lungo periodo di pace attuando una politica estera fondata sull’equilibrio e la stabilità fra le potenze europee poiché riteneva superata la fase di espansione nei confronti degli Stati confinanti;

• promosse il Patto dei tre imperatori tra Prussia, Austria e Russia (1873) per conservare la pace in Europa orientale e la Triplice Alleanza (1882) tra Germania, Austria e Italia;

• convocò il Congresso di Berlino (1878) per risolvere la questione balcanica.

Germania

Nel 1888 salì al trono tedesco Guglielmo II. Il nuovo imperatore: • puntò all’espansione della

Germania in Europa per riunire tutti i popoli di stirpe tedesca;

• inaugurò una politica coloniale in Africa, Asia ed Oceania;

• inizia la corsa agli armamenti; • entrò in contrasto con

Bismarck, il «cancelliere di ferro», che si dimise nel 1890.

Germania

• L’impero austro-ungarico iniziò una fase di irreversibile declino dovuto ai conflitti tra le diverse nazionalità; il compromesso del 1867 che aveva dato vita ad una «duplice monarchia» aveva soddisfatto gli ungheresi, ma creato risentimento tra la maggioranza germanofona e le nazionalità minori che rivendicavano la loro autonomia.

Austria

• Lo zar Alessandro II si fece promotore di un cauto riformismo modernizzatore (abolizione della servitù della gleba) che, tuttavia, non favorì la nascita di un ceto di piccoli e medi coltivatori lasciando inalterata la grande proprietà terriera dove si praticavano sistemi di coltivazione arcaici.

• Iniziò un processo di industrializzazione limitato, però, dalla dipendenza da capitali stranieri e da uno scarso sviluppo tecnologico.

• Si affermano i partiti di opposizione tra cui il Partito operaio socialdemocratico diviso tra i BOLSCEVICHI (guidati da Lenin) che volevano un processo rivoluzionario e i MENSCEVICHI sostenitori di un’evoluzione democratico-parlamentare.

• Nel 1905, dopo la sconfitta con il Giappone, lo zarismo entrò in

crisi: nel Paese esplosero rivolte che furono represse soprattutto con sanguinosi pogrom contro le comunità ebraiche.

• Lo zar Nicola II fu costretto a concedere la Costituzione e a istituire un Parlamento.

Russia

La “polveriera” balcanica • Quando l’Impero Ottomano cominciò a

sfaldarsi i Turchi persero molti territori nei Balcani.

• L’AUSTRIA approfittò di questa situazione per allargare la sua influenza in quest’area, ma fu ostacolata dalla RUSSIA che aveva le stesse mire per avere uno sbocco nel Mediterraneo.

• Bismarck con il Congresso di Berlino (1878) riuscì a mettere d’accordo i due contendenti scongiurando la guerra.

• Nella Penisola balcanica:

nacquero Stati indipendenti (Serbia, Romania, Montenegro);

la Russia controllava la Bulgaria; l’Austria amministrava la Bosnia-

Erzegovina.

Italia Dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia (17 marzo 1861), il parlamento italiano era composto dagli esponenti di due partiti la DESTRA STORICA e la SINISTRA STORICA. I primi erano più conservatori mentre i secondi più progressisti; tuttavia, poiché il suffragio era ristretto ( = riservato solo alle classi sociali più ricche) essi non rappresentavano gli interessi dei più poveri. 1861 /1876 - governo della Destra storica: • trasferimento della capitale a Roma; • risanamento del bilancio dello stato (fare in modo che le entrate superino le uscite) attraverso tasse indirette sui beni di largo consumo e che colpivano, quindi, i ceti più poveri (v/s tasse dirette). Dal1876/1900 - governo della Sinistra storica:

Agostino Depretis • riduzione delle tasse; • allargamento del diritto di voto (poterono votare anche gli operai ed elessero in parlamento i loro rappresentanti SOCIALISTI); • obbligatorietà dell’istruzione fino alla seconda elementare; • trasformismo ( = ricerca del consenso politico tra gli avversari facendo ricorso anche alla corruzione di questi ultimi); • misure protezionistiche per superare la crisi e conseguenti contrasti con la Francia.

Francesco Crispi • rafforzamento del potere esecutivo; • riconoscimento del diritto di sciopero ma concessione di maggiori strumenti repressivi alle forze dell’ordine contro gli operai; • scioglimento del Partito del lavoratori; • abolizione della pena di morte; • conquista coloniale e sconfitta ad Adua.

Il regicidio di UMBERTO I per mano dell’anarchico Gaetano Bresci nel 1900 chiuse un periodo travagliato caratterizzato da una politica dura e repressiva.

Italia Dopo la morte di Umberto I diventò sovrano il figlio Vittorio Emanuele III che nel 1903 nominò presidente del Consiglio

Giovanni Giolitti il quale • credeva nella neutralità dello Stato che non doveva prendere le

parti della ricca borghesia avversando i lavoratori ma assumere il ruolo di mediatore tra le due parti;

• promosse il dialogo con i socialisti varando leggi a favore dei lavoratori (aumento degli stipendi, pensioni di invalidità e anzianità, tutela del lavoro minorile e femminile, previdenza contro gli infortuni);

• allargò il suffragio elettorale a tutti i cittadini maschi adulti (SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE);

• cercò l’appoggio personale dei singoli parlamentari al di là degli schieramenti politici di appartenenza, in cambio di favori, orinando, così, un sistema clientelare non estraneo alla corruzione e fu accusato di ottenere voti con l’aiuto di mafia e camorra;

• riprese l’iniziativa coloniale italiana, che riuscì a strappare la LIBIA all’Impero Ottomano (1912);

• mise fine al protezionismo e promosse lo sviluppo industriale. Alla fine dell’Ottocento iniziò il decollo industriale. Lo sviluppo economico ebbe luogo nel Centro-Nord – e soprattutto nel cosiddetto «triangolo industriale» (Milano, Torino e Genova) – mentre al Sud era ancora prevalente un’economia agricola arretrata di tipo latifondista.

Alle porte del primo conflitto mondiale Venuto meno il ruolo di arbitro delle contese europee rivestito da Bismark tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento l’Europa è divisa in due blocchi di potenze contrapposte, in una situazione di conflitto crescente destinato a esplodere nella PRIMA GUERRA MONDIALE:

Triplice Alleanza:

Germania, Austria e Italia (1882)

Triplice Intesa: Inghilterra, Francia

e Russia (1907)

stipulata per fronteggiare la

Germania,

la cui corsa agli armamenti era

preoccupante

per il futuro politico dell’Europa.