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MEDIMIA MAGAZINE - Bimestrale - marzo - aprile 2013 - Anno II n° 10 Rivista di Medicina, Attualità, Cultura 12 54 reportage cracovia auschwitz Rivista di Medicina, Attualità, Cultura ginecologia speciale menopausa la sigaretta elettronica: aiuta a smettere di fumare? 4 dermatologia speciale pelle sensibile dermatologia il rinofima 23

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sommariooftalmologiadisturbi alla vista nei bambini44

idrologiala medicina termale nei bambini48

reportageda cracovia ad auschwitz54

saperi & saporisapore etnico64

fi losofi aconosci te stesso63

attualitàla sigaretta elettronica66

psicologiabowlby e l’attaccamento70

anima & corpole stelle consigliano...76

contatticerca il medico78

editorialefumare... digitale 3

dermatologiail rinofi ma4

corsi laserterapia gild8

speciale pelle sensibile12 - 15

congresso ADMG 2013futurderma18

chirurgia esteticala veicolazione transdermica20

ginecologiaspeciale menopausa23 - 24 - 25 -26 - 30

l’attaccamento prenatale33

l’infi bulazione36

chirurgia esteticale varici degli arti inferiori40

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MEDIMIA MAGAZINE Anno 2 n° 10marzo - aprile

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Pasquale [email protected]

tutti pazzi per la sigaretta elettronica

direttore responsabilepasquale malvone

coordinatore scientifi comario sannino

redazione scientifi cagiovanni cannarozzoalfonso carotenutopaolo caterinoluigi cuocogioacchino listrodomenico piccolograzia primaveranadia russo

hanno collaborato a questo numero:raff aele aratro, luisa barbaro, emanuela barberio, giovanni cannarozzo, valen-tina carlomagno, fabrizio castagnetta, massimiliano cautiero, maria costantino, andrea d’alpa, giusy de lorenzo, pietro falanga, angelo salvatore ferrari, olimpia guarino, carmela guida, marco iovane, fabrizio melfa, michele pezza, oberdan picucci, orsola rescigno, mario sannino, marco verolino, fabio zagni.

coordinamento grafi coantonio di rosavincenzo pinto

portale medimia.itantonio galli

fotografi aluigi caterino

agenzie fotografi chefotolia

editoreEPS srl

stampaGrafi ca MetellianaCava De’ Tirreni (Sa)

direzione e amministrazioneEPS srlisola 7, lotto 75980035 - cis di nola (na)tel. +39 081 5109495fax +39 081 5109415

[email protected]

l’autore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonchè per eventuali omissioni o inesattezze delle fonti delle immagini riprodotte nel presente numero.

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

Registrazione n° 5 del 21/06/2010presso il tribunale di t. annunziata

editoriale

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dermatologiaspeciale

pelle sensibile

dermatologiail rinofima

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Cari lettori,

secondo recentissime stime gli “svapatori” (così vengono chiamati quelli che usano le sigarette elettroniche) sono oltre 400 mila solo in Italia; ma per gli operatori del settore si arriverà entro la fi ne di quest’anno ad oltre un mi-lione. Numeri da capogiro per un fenomeno dilagante che ha preso piede negli ultimi anni e che potrebbe rivoluzionare il modo di fumare di milioni di persone con la passione per le “bionde”. Entusiasmo a parte, occorre porsi una domanda legittima: fumare digitale fa male? Al riguardo la comunità scientifi ca non si è ancora espressa. Il fenomeno è dilagato in un lasso di tempo brevissimo che non è stato ancora possibile ottenere dati clinici per valutare gli eff etti di questo dispositivo. Secondo l’isti-tuto Superiore della Sanità, la sigaretta elettronica ha il vantaggio di ridurre i danni del fumo passivo perchè emette vapore e dunque non nocivo come la combustione.Se, poi, aiuti davvero a smettere di fumare, anche questa rimane un’incognita. Probabilmente, off re l’opportunità di fumare in maniera diversa, forse meno nociva. Il rischio, tuttavia, è che questa moda possa attirare la curiosità an-che dei non fumatori, soprattutto giovani. Per l’ISS potrebbe persino riattivare l’abitudine al fumo in chi ha già smesso. In questo numero abbiamo ascoltato il parere del Prof. Riccardo Polosa, Responsabile Scientifi co della LIAF (Lega Italiana Antifumo) e Direttore del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, da anni impegnato in studi clinici sulle sigarette elet-troniche. Secondo le sue ricerche, pubblicate su riviste scientifi che internazio-nali, la e-cig potrebbe fornire un valido supporto per dire addio alle “bionde”.

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dermatologia

Il rinofi ma è una deformazione pro-gressiva che riguarda la piramide nasale con importanti ripercussioni estetiche e funzionali. Rappresen-

ta lo stadio più avanzato, riferito quasi esclusivamente al sesso maschile, della Rosacea. Il rinofi ma è caratterizzato da iperplasia del tessuto connettivo e delle ghiandole sebacee di aree già sede di fl ush ricorrenti. Con il passare del tem-po il naso diventa più grosso, turgido, a superfi cie irregolare per la presenza di noduli, ricoperto di grossolane telean-gectasie. Tale complicazione comprende quattro varianti clinico-strutturali: ghian-dolare, fi brosa, fi broangiomatosa e at-tinica. Più raramente, interessa il mento

il rinofi ma:come curarlo

fonte: www.arte.it

Giovanni CannarozzoSpecialista in Dermatologia e VenereologiaProf. Dipartimento di Scienze Dermatologiche Università di FirenzeGILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia) ILAD (Italian Laser Accademy of Dermatology)[email protected]

Mario Sannino, Specialista in Oncologia Dermatologica Prof. a.c. Università UPAM NapoliU.O. Dermatologia Oncologica ASL NA3 Sud GILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia)ILAD (Italian Laser Accademy of Dermatology)[email protected];

In collaborazione con il dott. Cristiano Morini

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dermatologia il rinofi ma

(gnatofi ma), la fronte (frontofi ma), le palpebre (blefarofi ma) e i padiglio-ni auricolari (otofi ma). In passato tale naso era conosciuto come "naso da ubriacone", ma tale nomignolo non è in alcun modo giustifi cato e serve solo a far aumentare il peso di questo danno estetico, già di per se molto deprimen-te. Questa malattia, tuttavia, non è solo un problema estetico in quanto, in casi imponenti di rinofi ma, è stata osservata un ostruzione nasale secondaria che de-termina una certa diffi coltà a svolgere la fi siologica attività respiratoria.I trattamenti possibili per il rinofi ma comprendono terapie mediche ed even-tuali trattamenti chirurgici. Tra le terapie mediche abbiamo a nostra disposizione, gli antibiotici (tetraciclina e macrolidi) e i retinoidi, che svolgono esclusivamente attività anti-infi ammatora e di riduzione dell'attività delle ghiandole sebacee. Per quanto riguarda i trattamenti chirurgici del rinofi ma, questi hanno il vantaggio di ridurre effi cacemente la dimensione del naso, mediante una resezione com-pleta o incompleta seguita da riepiteliz-zazione. La resezione completa espo-ne spesso alla formazione di cicatrici signifi cative, discromie, anomalie della texture cutanea, e quindi a risultati este-tici piuttosto deludenti. Risultati migliori sono ottenuti tramite tecniche di escis-sione incompleta come dermoabrasione, criochirurgia, elettrochirurgia, e soprat-tutto chirurgia laser. Il trattamento del rinofi ma mediante tecniche laser utilizza una sorgente CO2-10600nm associata in caso di varietà con forte componen-te vascolare a Dye laser 595nm. Questa tecnica eseguita in anestesia locale, in uno o più steps (preferibile un solo step per ottenere uniformità di livello su tutta la superfi cie della piramide nasale), ga-rantisce sicurezza e precisione ed off re

Fig. 9

Rinofi ma maggiore (ipertrofi a del tessuto nasale e presenza di lobuli) con riduzione del diametro delle narici in paziente di anni 76

Risultato fi nale dopo trattamento eseguito in una sola seduta

Rinofi ma minore (ipertrofi a tessuto nasale ed iperplasia ghiandole sebacee) in paziente di 67 anni. Prima e dopo trattamento in una sola seduta

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dermatologia il rinofi ma

al paziente un ottimo risultato estetico e funzionale.Devono essere esclusi dal trattamento laser i pazienti che sono sottoposti ad intense terapie anticoagulanti o pazienti diabetici. Importante è anche una cor-retta valutazione clinica e nel caso ese-guire esame bioptico quando si sospetti la presenza di lesioni di tipo tumorale che possono imitare il rinofi ma (angio-sarco-linfoma o carcinoma sebaceo). La tecnica operatoria con laser CO2

10600nm prevede una rimozione gra-duale del tessuto ipertrofi co e contem-poraneo rimodellamento della piramide

nasale con ricostituzione della forma e del profi lo di origine. Il preciso controllo della profondità di ablazione consente una rapida e corretta riepitelizzazione. Dopo l'intervento tutti i pazienti vengono sottoposti a terapia antibiotica orale per 3-5 gg e a trattamento topico riepiteliz-zante con gel a base di acido ialuronico e vengono esortati a detergere bene la ferita ed applicare il gel più volte al gior-no per almeno quindici giorni.  Alla luce della nostra esperienza e per quanto ri-portato da tutta la letteratura internazio-nale il trattamento del rinofi ma con laser CO2 10600nm può senza dubbio essere

considerato il trattamento di prima scelta in quanto tecnica sicura, effi cace ed af-fi dabile. Ricordiamo ancora come questa condizione inestetica (a volte osservabile anche in uomini di età compresa fra i 45 e 55 anni) possa creare problemi psicologici importanti con mancanza di fi ducia in se stessi e tendenza all'isolamento (qualità della vita). Ricordiamo infi ne come la correzione del rinofi ma possa ripristinare condizioni fun-zionali modifi cate dall'ingombro di una piramide nasale deformata ed ingrandi-ta (ostruzione delle narici e riduzione del campo visivo).

Rinofi ma maggiore (ipertrofi a del tessuto nasale e presenza di lobuli) in paziente di anni 45. Risultato fi nale dopo trattamento eseguito in una sola seduta

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Che cos’è il gruppo Gild?Il gruppo di formazione GILD-FTP (Gruppo Italiano di Der-matologia per la Formazione

Teorico-Pratica) svolge da anni un pro-gramma di aggiornamento didattico e pratico, su tutto il territorio italiano, sul corretto uso delle sorgenti di luce (laser e luci non coerenti). Città come Firenze, Napoli, Palermo, Roma, Milano, Pescara, Pavia ospitano

gruppo gild-ftp al via i nuovi corsi di formazione di laserterapia

dermatologia

Intervista al Prof. Cannarozzo, presidente del gruppo GILD, che spiega l’importanza della formazione nella laserterapia

Giovanni CannarozzoSpecialista in Dermatologia e Venereologia

Prof. Dipartimento di Scienze Dermatologiche Università di Firenze

GILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia)ILAD (Italian Laser Accademy of Dermatology)

[email protected]

CENTRO ROMA - S. P. NISTICO’

CENTRO TORRE DEL GRECO - NAPOLI - M. SANNINO, N. RUSSO

Per informazioni e iscrizioni contattare

direttamente il Gruppo GILD-FTPwww.gild-ftp.com

[email protected] Barile

Tel. +39 0818816960Fax +39 0818470675

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ogni anno incontri teorico-pratici aperti a medici che intendano utilizzare o che già utilizzano sistemi laser all'interno dei propri studi medici. Come sono articolati i corsi?I corsi comprendono lezioni teoriche sul-le indicazioni e sui trattamenti standard in riferimento ai diversi tessuti, vasco-lare, pigmentario e d'organo, con valu-tazione delle diverse lunghezze d'onda (laser e luci non coerenti) che possono essere utilizzate. La parte pratica viene poi svolta all'inter-no di ambulatori attrezzati ed autorizzati

con trattamento di casistica selezionata. Per la necessità di una comunicazione corretta e dedicata il numero dei medici partecipanti ad ogni evento non supera di norma le venti-trenta unità.Cosa riserva il gruppo per il 2013?Alla luce dei buoni risultati ottenuti, ed in seguito ad una esigenza che è emer-sa dalla valutazione complessiva dei test di apprendimento che vengono raccolti alla fi ne di ogni corso, il gruppo GILD-FTP ha deciso di introdurre a partire dal 2013 corsi di formazione individua-le (massimo tre persone) che possano

consentire un approfondimento tecnico-organizzativo sulla materia impegnando tutor e medico interessato in una intera giornata di lavoro per poter capire e gesti-re al meglio le varie situazioni con scam-bio continuo di impressioni e valutazioni (diagnostiche ed operatorie). Riteniamo che questa accelerazione for-mativa sia utile per una crescita ed una diff usione dei sistemi laser e per fornire di questa materia una percezione reale a chi veramente interessato alla sua corretta applicazione nel settore della patologia e dell'estetica dermatologica.

CENTRO PESCARA - D. PICCOLOCENTRO FIRENZE - G. CANNAROZZO, P. CAMPOLMI, P. BONAN

CENTRO PALERMO - G. LISTRO

dermatologia corsi di formazione laser

CENTRO PAVIA - N. ZERBINATI

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dermatologia

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La pelle sensibile è una condizio-ne ampiamente riconosciuta da diversi studi scientifi ci caratte-rizzata da estrema suscettibili-

tà, reattività e intolleranza della cute a diversi fattori scatenanti. E’ una condi-zione molto più comune nella donna, di solito interessa particolarmente il volto e le mani, ed è identifi cabile dal derma-

tologo sulla base di una serie di sintomi, quali: sensazione di bruciore, pizzicore, secchezza e prurito spesso associati a segni visibili quali intenso arrossamento, assottigliamento dello strato superfi cia-le della pelle e screpolature più o meno evidenti. Nei casi più estremi anche il solo contat-to con l’acqua, anche solo tiepida, può

provocare arrossamento, sensazione di tensione e bruciore, di solito anche dif-fi cile da lenire. I soggetti aff etti da pelle sensibile lamentano di non tollerare alcun prodotto cosmetico né alcun sapone per la detersione. Abitualmente l’esposizione al sole, al freddo intenso e al vento provo-ca una reazione quasi immediata, molto fastidiosa e talvolta persistente. Nel lun-

emanuela barberiospecialista in

dermatologia e venereologia

pelle sensibilei sintomi e i fattori scatenanti

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go periodo questi sintomi possono di-ventare cronici, la pelle diventa sempre più sensibile e anche i prodotti utilizzati abitualmente fi niscono per essere mal tollerati.Nella maggior parte dei casi la reazione è scatenata da alcuni agenti esterni qua-li freddo intenso, vento, sbalzi termici, squilibri alimentari, cosmetici aggressivi. Diversamente da quanto si crede, la cute sensibile non è una patologia di natu-ra allergica: pur tuttavia spesso chi ne soff re può lamentare qualche episodio allergico vero e proprio a cosmetici o de-tergenti. In questo caso, però, il sintomo del prurito è dominante.Le cause responsabili di cute sensibile possono essere defi nite di tipo “costitu-zionale”: vale a dire che determinati sog-getti presentano una pelle geneticamen-te più reattiva agli stimoli esterni, forse legata a una risposta a stimoli interni di natura ormonale, emozionale, da stress.La pelle sensibile può essere più facil-mente identifi cata dal dermatologo at-traverso un test defi nito “stinging test”

o test all’acido lattico. Il test consiste nello spennellare una zona precisa del viso con una soluzione di acido lattico a bassa concentrazione mentre sulla zona controlaterale si applica acqua distillata: la comparsa di bruciore o irritazione in sede di applicazione di acido lattico indi-ca uno stato irritativo, anche in assenza di arrossamento. Il test è di facile esecu-zione, rapido, non è doloroso né lascia segni visibili.Molti sono i trattamenti utili ad attenua-re questa condizione della cute, comune ma assai complessa da trattare. E’ im-portante intanto utilizzare alcuni accor-gimenti quali evitare sbalzi di tempera-tura (non sostare a lungo accanto a fonti di calore quali caloriferi, forni, caminet-ti, evitare l’esposizione diretta al sole), squilibri alimentari (evitare alcolici, cibi speziati e piccanti). Il dermatologo inol-tre potrà prescrivere soluzioni micellari non aggressive per la detersione, creme idratanti o ad eff etto “barriera”, masche-re lenitive e disarrossanti specifi che per la gravità del quadro clinico.

Chi soff re della sindrome della cute sensibile avverte una fastidiosa sen-sazione di bruciore, secchezza e pruri-to localizzati, spesso associati a segni visibili quali in-tenso arrossa-mento e screpola-ture. Questo tipo di pelle si irrita e si arrossa con estrema facilità a causa di diver-si fattori: sbalzi termici, espo-sizione ai raggi solari, allergie, smog, ambienti secchi e umidi, cosmetici aggressivi. Il sotti-

le fi lm idrolipidico nella cute sensibile non è in grado di svolgere la sua fun-zione di barriera nei confronti degli agenti esterni. Ed è per questa ragione che occorre inter-venire con prodotti

specifi ci non aggressivi.I Laboratori Farmaceutici Roydermal hanno ideato una linea completa Cor-po, Viso e Mani per lenire i sintomi dell’arrossamento cutaneo. Erylift è particolar-mente indicato per il trattamento di pelli reattive e sen-sibili che facilmen-te vanno incontro a fenomeni di arros-samento. Contiene principi attivi, come l’acido glicirretico, il rusco ed il sucralfate, che idratano la pelle e la decongestionano, migliorandone la microcircolazione.

Una soluzione effi cace contro

l’arrossamento cutaneo

dermatologia speciale pelle sensibile

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dermatologia paolo caterinospecialista in

dermatologia e venereologia

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la sindrome della cute sensibilele sostanze da evitare per ridurre i sintomi

Con l’espressione Sindrome del-la cute sensibile (SCS) si inten-de defi nire una condizione di estrema sensibilità ai topici ap-

plicati sulla pelle o ad altri fattori agenti su di essa, anche indirettamente.Si esprime con modalità di dermatite ec-zematosa e pertanto sono riscontrabili eritema, edema, vescicolazione, desqua-mazione e prurito, oppure con modalità rosaceiforme con eritrosi, telangecta-sie, rossori improvvisi (fl ush). Spesso la combinazione delle due modalità rea-lizza quadri clinici polimorfi , con variata sintomatologia. La dermatosi si presen-ta, dunque, con un caratteristico poli-morfi smo clinico: eritema modicamente infi ltrato e desquamazione, papule erite-matose, minute e sparse vescicole, erite-ma accessionale, eritrosi, telangectasie, sintomi spesso associati in varie combi-nazioni e con varia intensità.In genere si sviluppa su un terreno ato-pico e in persone con pelle e occhi chia-ri, associandosi ad altre manifestazioni dell’atopia come la pitiriasi alba o a con-dizioni irritative persistenti, come rista-gno salivare, umidità, tic. Nelle persone brune, ma con cute sottile e alipica è possibile osservare pigmentazioni reat-tive più o meno diff use. (Fig.3).In tabella 1 (pagina a fi anco) sono elen-cati i fattori etiologici suddivisi in esoge-

ni, propri delle sostanze con cui la cute viene a contatto, endogeni, legati alle caratteristiche del soggetto paziente o al particolare sito esposto e, infi ne, cofat-tori ambientali.La SCS è una condizione morbosa dovu-ta tipicamente a una molteplicità di fat-tori che possono realizzarla come eff et-to della loro espressione concomitante e sovrapposta (tab. 2). Fattori costituzio-nali (atopia), fattori irritanti, fattori aller-

Fig. 1 - modalità dermatitica

Fig. 3 - SCS su cute bruna e alipica Fig. 4 - SCS in soggetto allergico a nichel solfato

Fig. 2 - modalità rosaceiforme

gici, possono esserne concausa.Gli aspetti allergologici vengono studia-ti e defi niti mediante i test epicutanei a lettura ritardata (Patch - test); spesso si evidenziano polisensibilizzazioni, come in un caso, da noi documentato, di reazione allergica cutanea al balsamo del Perù, alla colofonia, alla parafenilendiamina, al ni-chel solfato.Le sostanze irritanti sono elencate nella tabella 2. Sono, spesso, sostanze di uso

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Tab. 3 - Sostanze irritanti

comune e frequente, utilizzate per la di-sinfezione, la cura o la cosmesi cutanea in senso lato.La SCS può associarsi a varie altre pa-tologie cutanee: fl ushing del periodo climaterico o dei soggetti ipertesi in te-rapia, telangectasie ereditarie o acqui-site, melasma, acne, dermatite seborroi-ca, danno attinico cronico. Nei soggetti maschili si manifesta, spesso, come una fastidiosa e ostinata ostiofollicolite con aspetti congestizi oltre che infi ammato-ri, tipicamente localizzata nell’area della barba, in regione mentoniera e sotto-mentoniera.Il trattamento di questa condizione mor-bosa mira a ricostruire e preservare la barriera cutanea, con l’uso di emollienti e lenitivi semplici, a composizione sebo-simile. La funzione barriera della cute è data soprattutto dai lipidi epidermici: ce-ramidi, colesterolo, acidi grassi liberi nel rapporto 1:1:1. I nuovi emollienti imitano questa formula ideale. Occorre, altre-sì, evitare i fattori scatenanti (Trigger) ambientali, climatici, di ordine fi sico o chimico e prescrivere valide protezioni UVA + UVB. L’eritrosi, le telangectasie, il melasma e le altre macchie cutanee, sin-tomi associati alla SCS, possono essere aff rontati con la moderna laser-terapia

in maniera diff erenziata, da operatori esperti e specializzati nel settore. Va, co-munque, tenuto presente che il paziente con cute sensibile tenderà a sviluppare un maggior grado di eritema reattivo, il quale scomparirà, tuttavia, nel giro di 24 – 48 ore. Spesso però è solo necessario un trattamento emolliente e desensibi-lizzante, che consenta alla cute un perio-do di riposo e la normalizzazione, come nella Fig. 5.

dermatologia speciale pelle sensibile

Tab. 1 - Fattori Etiologici

Esogeni Endogeni Co-FattoriCaratteristiche chimiche Suscettibilità individuali

Sito esposto

Struttura molecolarepHIdrofi liaTossicità insitaConcentrazione/dose

AtopiaRazza/Colore delle Pelle/FototipoEtàFattori ormonaliEffi cacia della barriera cutaneaCapacità di rigenerazioneEczema preesistenteAltre malattie della pelleAltri fattori sconosciuti

MeccaniciTermiciClimatici

Caratteristiche di penetrazioneVeicoloSolubilitàDurata del contattoTipo di contatto

Tab. 2 - Multifattorialità

SCS

Fig. 5 - Il caso della fi g. 2 dopo un mese di solo trattamento emolliente

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congressi

L’ADMG nel corso degli anni è molto cresciuta e rappresen-ta un punto di riferimento per i dermatologi ospedalieri, univer-

sitari, ambulatoriali e liberi professioni-sti. L’obiettivo dell’associazione, ribadito dal Presidente Santo Dattola, è l’aggior-namento e la formazione continua del dermatologo in aperto confronto di esperienze con l’università, con gli ospe-dalieri e con la specialistica territoriale.In un momento così diffi cile ed incerto per la medicina ed il SSN, il Dott. Ange-lo Salvatore Ferrari ha accettato l’invito a presiedere il 13° Congresso Naziona-le ADMG dal titolo FUTURDERMA, che si terrà dal 10 al 12 ottobre 2013 presso il T Hotel Lametia di Feroleto Antico in provincia di Catanzaro, cogliendo già nel titolo gli elementi più signifi cativi del cambiamento in ambito dermatologi-co, partendo dalle radici attraversando il passato per mettere in luce gli aspetti presenti più innovativi della ricerca, della terapia e della tecnologia strumentale.I lavori congressuali prevedono la rivisi-tazione naturale di molte malattie der-matologiche alla luce dei cambiamenti indotti dai risultati della ricerca scienti-

angelo salvatore ferraripresidente congresso

specialista in dermatologia e venereologia

futurderma 13° congresso nazionale admg

fi ca, dalla disponibilità di nuovi farma-ci, alcuni di straordinaria effi cacia, e di mezzi fi sici vari adatti al trattamento non solo della cute malata ma anche della pelle “inestetica” e con imperfezioni.Il congresso si svolgerà con un format innovativo inteso ad accogliere contenu-ti concreti ed effi caci, immediatamente utilizzabili nella quotidianità operativa del medico dermatologo. Proprio per questo, accanto a sessioni dedicate alla clinica ed alla terapia dermatologica, onorate dalla presenza di illustri spea-ker nazionali ed internazionali, che han-no già assicurato la loro presenza, sono stati programmati alcuni corsi pratici, giudicati di estremo interesse soprattut-to per i dermatologi giovani, che avran-no l’opportunità di stare a tu per tu con gli esperti del settore ed imparare così i trucchi del mestiere soprattutto per la dermatoscopia e la laserterapia. Du-rante il corso di laserterapia, tenuto dal gruppo GILD-FTP saranno eseguiti trat-tamenti in live su pazienti per fotoringio-vanimento, epilazione, teleangectasie del volto - arti inferiori e macchie cuta-nee. Ci sarà poi una sessione dedicata agli aspetti epidemiologici, quelli della

prevenzione e della farmaco-economia, che, stante la crisi che ci attanaglia, risul-tano di estrema importanza, ma verranno analizzate anche le ultime soluzioni chi-rurgiche, le patologie recenti dovute all’in-quinamento e l’integrazione alimentare in dermatologia.Infi ne, in perfetta assonanza con il titolo ed il logo del congresso, la bella scultura di Umberto Boccioni “continuità delle for-me nello spazio”: si intendono continuare in armoniosa espansione le dinamiche forme dell’ADMG all’interno dello spazio conquistato nel panorama dermatologi-co italiano. Ed a proposito di panorama, da sottolineare il magnifi co scenario che ospita il congresso: il tratto di costa tirre-nica che va da Capo Vaticano a Lametia Terme. L’Orsa Maggiore, partner orga-nizzativo e tecnologico dell’ADMG, saprà, come sempre, creare cordiali accoglienze e atmosfere suggestive, che renderanno l’evento indimenticabile.

Per informazioni:L’Orsa Maggiore Srl, Tel. 0963/43538 Fax: 0963/546451www.admg2013.it - www.lorsamaggiore.it E-mail: [email protected]

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dermatologia

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La veicolazione trans-dermica ha assunto negli ultimi anni una notevole importanza nell’ambi-to delle tecniche di ringiovani-

mento cutaneo. La possibilità di veico-lare forzatamente diff erenti sostanze attraverso l’epidermide, che come noto,

la veicolazione transdermica in dermatologia esteticaa cura di Dr. Michele Pezza, Dr.ssa Valentina Carlomagno, Dr. Oberdan Picucci specialisti in dermatologia e venereologia

svolge primariamente una funzione di barriera, rappresenta una valida tecnica terapeutica. Tale metodica è stata infatti studiata ed elaborata non in campo dermatologico ma bensì in campo ortopedico per la possibilità di infi ltrare virtualmente so-

stanze antalgiche nelle patologie trauma-tiche e degenerative osteoarticolari.Il principio sostanziale della metodica è quello di far giungere alte concentrazioni di farmaco direttamente nella zona inte-ressata by-passando la somministrazione per via generale. In ambito dermatologico

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il nostro target primario è il fi broblasto.L’assorbimento percutaneo non veico-lato permette il passaggio di molecole molto piccole e in ridottissima quantità, con la veicolazione trans-dermica attiva veicoliamo tutta una gamma di sostanze, fra cui principalmente aminoacidi costi-tutivi di collagene ed elastina, vitamine e sostanze antiossidanti che creano un gradiente di concentrazione nella ma-trice extracellulare attivando il metabo-lismo del fi broblasto stesso. Il trasporto attivo avviene senza alcun fastidio per il paziente, tramite l’emissio-ne di onde elettriche modulate a bassa intensità, che grazie alla loro peculiari-tà riescono ad “attivare” elettricamente molecole a basso e ad alto peso mole-colare consentendone effi cacemente il passaggio nel compartimento extra cellulare sino in profondità. Il trasporto trans-cutaneo avviene grazie alla pe-culiare associazione di onda elettrica-camera di ionizzazione, dove i principi attivi preventivamente miscelati ad un gel specifi co vengono “elettricamente caricati” e resi, quindi, pronti al trasporto ionico.Il grande vantaggio della metodica è rap-presentato dalla possibilità di eff ettuare trattamenti locali con basse quantità di principio attivo ottenendo nell’organo bersaglio alte concentrazioni diffi cil-mente ottenibili con altre metodiche di somministrazione. Il trattamento è assolutamente indolore per il paziente.L’alta concentrazione della sostanza nel compartimento extracellulare attiva ra-pidamente il metabolismo delle cellule bersaglio che, grazie al gradiente osmo-tico captano ed utilizzano le sostanze veicolate. Vista la capacità del sistema di rendere penetrabili un’ampia gamma di sostanze

cosmetiche e farmaceutiche si evince come questa tecnologia possa essere applicata sia in numerose branche del-la medicina sia in ambito estetico per il trattamento sintomatico, nonchè cura-tivo di un’ampia gamma di patologie ed inestetismi. Dall’ortopedia alla medicina sportiva, dalla terapia del dolore alla der-

matologia estetica. In quest’ultima branca possiamo trattare attivamente tutte le pa-tologie distrofi che del tessuto adiposo, il ringiovanimento del volto, le smagliature ecc. La metodica può essere utilizzata da sola o a completamento di altri trattamenti di dermatologia estetica quali fi ller e peeling.

dermatologia la veicolazione transdermica

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speciale menopausa

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Lo scorso 26 Ottobre si è tenuto presso le sale comunali del Co-mune di Melito un interessante ed innovativo evento. Promos-

so dall'Ass. Dr.ssa Teresa Brunaccini, ed aperto dal Sindaco Avv. Venanzio Car-pentieri, aveva come tema la prevenzio-ne medica per la donna in menopausa. Il Format ideato da Emanuela Di Na-poli Pignatelli di EP Congressi, si è po-tuto realizzare grazie alla disponibilità dimostrata dal Dott. Mauro Ragonese, Responsabile Sanitario Centri Diabeto-logici e Poliambumbulatori ACISMOM e dai medici aff erenti all'ambulatorio di Cariati dello ACISMOM (Associazione Cavalieri Italiani Sovrano Militare Ordine di Malta) diretto dalla Dr.ssa Nadia Rus-so, articolato in due momenti, il primo formativo in cui i medici attraverso un convegno-dialogo con le signore, hanno parlato di tutte le problematiche che le donne si trovano ad aff rontare in questo delicato momento della vita, partendo da quelle tangibili (osteoporosi, problemi angiologici e ginecologici), fi no a quelle più emotive e psicologiche, riuscendo anche a parlare senza troppi tabù del problema del calo del desiderio sessuale

e del ritocchino estetico, al fi ne di sen-tirsi ancora apprezzate come donne dal partner. La seconda parte dell'incontro invece ha permesso a tutte le donne di incontrare i medici in modo da eseguire le visite di screening.Quasi tutte le Signore hanno approfi tta-to della gentilezza dei medici presenti in forma assolutamente gratuita.Le visite più richieste? Senza dubbio quella eff ettuata dalla stessa Dr.ssa Rus-so specialista in Dermatologia e Vene-reologia, ugualmente richiesto anche il Ginecologo Dott. Massimiliano Cautiero, Specialista in Ginecologia – Ostetricia, Senologia gli Psicologi, Dottor Marco Io-vane, Psicologo, Psicoterapeuta Sistemi-co-Relazionale, ed ancora Dermatologo Dott.ssa Orsola Rescigno, Specialista in Dermatologia e Venereologia, Angiolo-go Dott.ssa Carmela Guida, Specialista in Angiologia Medica Dott.ssa Daniela Sepe, Specialista in Chirurgia Vascolare.Iniziative di questo tipo sono estrema-mente importanti, al fi ne di avvicinare quanta più gente possibile alla cultura della prevenzione, perché "fare preven-zione" non signifi ca cercare la malattia, ma evitare in caso questa si presenti di

arrivare "troppo tardi" e non avere più la possibilità di porvi rimedio.I medici dell'Ambulatorio di Cariati (sito in Napoli – Salita Cariati 24/f) sono da sem-pre attenti a questo tipo di problematiche ed in periodo di ristrettezze economiche, come quello che stiamo attraversando si prestano con piacere ed il garbo che li ha sempre contraddistinti nel persegui-mento della loro mission, cioè alimentare, difendere e testimoniare la fede, servire i poveri e gli ammalati.Soddisfattissimi dell'andamento dell'in-contro i promotori, il Sindaco Carpentieri e la dr.ssa Brunaccini, che hanno stabilito di ripetere l'incontro ed organizzarne an-che altri da destinare a pubblici diff erenti. Melito è un centro che risponde con en-tusiasmo a questo tipo di iniziative terri-toriali.

la prevenzione medica per la donna in menopausaa napoli iniziativa dei cavalieri di malta e il comune di melito per favorire la cultura della prevenzione

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speciale menopausa

La menopausa è un momento de-licato ed importante nella vita di ogni donna, dovuto alla caduta degli ormoni estrogeni, il che

comporta importanti implicazioni sia fi -siche che psichiche.Io, quale specialista in angiologia, ho pre-so in esame le alterazioni, conseguenti a tale stato, del sistema circolatorio ed il particolare la comparsa delle varici. Gli ormoni estrogeni, nel corso della nostra vita feconda, agiscono sulle pa-reti venose determinandone l’elasticità per cui, esse, sono capaci di sopportare variazioni pressorie, come nel periodo gravidico, senza averne alterazioni fi -siologiche. Il venir meno di tali sostanze determina alterazioni del sistema vasale con il loro conseguente sfi ancamento. Tale situazione comporta aumento del-la pressione venosa, sfi ancamento della vena, ristagno di sangue e edema decli-ve nonché la comparsa di macchie scure per microemorragie con conseguente travaso di sangue, prurito, parestesie sino alle lesioni di continuo (ulcere) nelle forme più gravi. Ad aggravare tale situazione vi è la cel-lulite cioè la proliferazione delle cellule adipose dovuto al rallentamento del mi-

carmela guidaspecialista in

angiologia

crocircolo per la stasi venosa, aumento del peso corporeo per il rallentamento dei metabolismi e una cattiva postura legata ad un decifi t della pompa musco-lare.Tutto ciò deve farci rifl ettere per cui è importante una buona alimentazione e la dieta mediterranea in tal sensi ci aiu-ta; una costante attività fi sica che non deve essere intesa solo come palestra

ma come movimento per cui ricordiamo la regola del 10 cioè il corpo inizia a bru-ciare dopo dieci passi; una buona postura quindi un corretto appoggio plantare.Alla luce di tutto ciò è buone norma la prevenzione con controlli non solo degli apparati scheletrico, urogenitale, cardio-logico ma anche vascolare perché solo un approccio multidisciplinare può dare risposte adeguate.

la prevenzione in menopausa: implicazioni angiologiche

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nadia russospecialista in

dermatologia e venereologia

orsola rescignospecialista in

dermatologia e venereologia

“Invecchiare non ci spaventa!” è stato il messaggio lanciato a Melito, in occasione della cam-pagna di prevenzione e sensi-

bilizzazione nei confronti delle proble-matiche correlate alla menopausa.La pelle è l’organo corporeo più esteso, il che le conferisce un ruolo insostituibile per l’estetica della donna. I cambiamenti che la pelle subisce dopo la menopausa possono modifi care anche profonda-mente l’immagine che la donna ha di sé, con importanti rifl essi negativi sulla sua qualità di vita.Nel 65-70% delle donne la menopausa si manifesta tra i 45 ed i 55 anni. L’invec-chiamento della pelle è il risultato di di-

versi fattori, tra cui i più importanti sono senz’altro l’età, l’esposizione a sorgenti luminose naturali e artifi ciali (sole e lam-pade solari) e la carenza estrogenica.Si assiste ad una alterazione del nume-ro e della struttura delle fi bre collage-ne e delle fi bre elastiche (il 30% circa del collagene viene perduto nei primi 5 anni della menopausa) con conseguen-te aumento della lassità dei tessuti e del numero di rughe. Le manifestazioni più precoci sono le vampate (fl ushing) e la secchezza della pelle; quelle più tardive sono rughe, prurito, aumento della sec-chezza delle mucose, comparsa di mac-chie discromiche sulle sedi fotoesposte, diradamento dei capelli, alterazioni un-

gueali e comparsa di tumori cutanei. Se è vero che il tempo, purtroppo, non si può fermare, è pur vero che, oggi giorno, è possibile mantenersi giovani più a lungo! Una corretta esposizione al sole con cre-me protettive allo scopo di evitare scotta-ture, unitamente ad una buona detersione e idratazione, rappresentano i consigli base forniti da noi dermatologi. Un note-vole aiuto è fornito, oltre che dalla terapia ormonale sostitutiva (quando indicata), da antiossidanti (vitamina E e vitamina C) dai retinoidi, dagli alfa-idrossiacidi, da cre-me a base di fi toestrogeni, e da tecniche di correzione delle rughe quali infi ltrazioni locali di acido ialuronico o di derivati della tossina botulinica.

preservare la pelle in menopausa

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La menopausa è defi nita come l’ultimo ciclo mestruale . Il clima-terio è il periodo di transizione durante il quale cessa la funzio-

ne ovarica e porta la donna nella fase postmestruale. I termini sono erronea-mente usati in modo interscambiabile. Il climateriospesso è chiamato perimeno-pausa.Aumentare l'età in cui compaiono ma-lattie mortali, ridurne l'incidenza e ral-lentarne l’aggressività e la progressione. Il vero traguardo da raggiungere per restare giovani più a lungo è  questo: stare in salute progettando con l'aiuto

del proprio medico una cura in grado di sostenere il corpo anche dopo la me-nopausa. Nuovi studi ci aiutano a capire che questo obiettivo è possibile anche individuando i rischi di malattia e i pun-ti di forza della nostra salute possiamo disegnare il profi lo di invecchiamento migliore per noi. Un aiuto per esempio viene dalle terapie ormonali.La favola consolatoria dell’invecchia-mento naturale, senza cure ormonali dopo la menopausa, non tiene conto del fatto che il cervello e il corpo femmini-le subiscono un contraccolpo pazzesco a causa della carenza ormonale: basta

guardarsi intorno e confrontare la salu-te, la vitalità fi sica, intellettuale e sessua-le, e la bellezza complessiva delle donne che fanno terapie ormonali (ben fatte, su misura!) rispetto a quelle che non le fan-no. Certo, nemmeno gli ormoni danno l’immortalità, ma possono aiutarci a  di-segnare un progetto di invecchiamento ottimale, strettamente personalizzato, in sinergia con ottimi stili di vitaGli ormoni possono incidere  anche  sulla riduzione dell'incidenza di malattie come l'Alzheimer ed il Parkinson basti pensare che recentemente è stato individuato il gene Seladin-1 (Seladin-1: SelectiveAl-

massimiliano cautierospecialista in

ginecologia

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speciale menopausa

menopausacome viverla bene

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zheimer’sDisease indicator-1) che do-cumenta come gli estrogeni possano essere potentemente protettivi  per  il cervello femminile nei confronti del mor-bo di Alzheimer. Tale gene aumenta la  resistenza dei neuroni nei confronti della ß-amiloide (sostanza tossica il cui ac-cumulo all’interno delle cellule nervose è alla base della patogenesi del morbo di Alzheimer). L’azione neuroprotetti-va di Seladin-1 sembra essere legata all’induzione della sintesi di colesterolo intracellulare mediata dagli estrogeni: un’adeguata quantità di colesterolo nel-la membrana cellulare crea una barrie-ra nei confronti di agenti tossici, tra cui la ß-amiloide. Tale gene è invece molto meno attivo nel cervello delle donne con Alzheimer, specie se non hanno assun-to estrogeni. Questo dato è in linea con molte altre ricerche, sia cliniche sia epi-demiologiche, che documentano come gli estrogeni siano protettivi per tutte le funzioni cerebrali (neurovegetative, af-fettive, cognitive e motorie) se assunti subito dopo la menopausa e a lungo. E come, nello specifi co,  rallentino la com-parsa di Alzheimer e Parkinson (malat-tie poi poco curabili perché purtroppo compaiono quando sono state distrutte già l’80%, rispettivamente, delle cellule nervose della memoria e delle sostanza nigra, are cerebrale che regola i nostri movimenti).Quali devono essere gli obiettivi di una donna dopo la menopausa?Avere voglia di invecchiare al meglio, aumentando l'aspettativa di salute, os-sia gli anni in cui si sta ragionevolmente bene, fi no a farla coincidere idealmente con l’aspettativa di vita. Oggi invece ci aspettano così anni sempre più lunghi di malattia, di soff erenza, di tristezza, di peso a noi stessi, ai familiari e alla società. Inoltre è necessario scegliere,

per quanto possibile,  il tipo di invecchia-mento che ci dà la massima serenità, in termini di rapporto rischi-benefi ci, so-prattutto quando si parla di farmaci. Per le donne, in particolare, che con la meno-pausa hanno la perdita secca di ormoni preziosi come gli estrogeni, e l’ulteriore riduzione del testosterone, il problema su come invecchiare non mi sembra sia stato posto in modo corretto. Il terrorismo  che continua  a essere fat-to contro le terapie ormonali sostitutive porta le donne ad accettare ancora l’in-vecchiamento “naturale”, senza sceglie-re, in realtà, tra i diversi rischi, quello per loro più accettabile. La paura del tumo-re al seno, infatti, preclude ogni terapia ormonale. Dieci donne italiane su cento avranno un tumore alla mammella sen-za aver mai preso un ormone in vita loro: questo è il rischio basale, “naturale”, della nostra popolazione. Se una donna farà le terapie ormonali per la menopausa, con

estrogeni e progestinici, questo rischio aumenterà dello 0,08 per cento: otto can-cri in più su 10.000 donne trattate era il dato emerso dallo studio americano, il Women’sHealthInitiative (WHI), che nel 2002 aveva terrorizzato il mondo femmi-nile. Tuttavia, quello stesso studio aveva anche dimostrato, cosa meno nota, che le donne senza utero, trattate con soli estro-geni dopo la menopausa, avevano 7 can-cri in meno, su diecimila donne trattate. Dunque il rischio in più è contenutissimo, rispetto al rischio basale “naturale” che ogni donna ha in quanto tale, che è invece alto per se (dieci su cento).Non assumere ormoni dopo la menopausa cosa comporta?Il non assumere ormoni aumenta netta-mente il rischio di Alzheimer e di Parkin-son, di malattie cardiovascolari e di osteo-porosi. Eppure una donna non è (solo) una mammella che cammina. E allora perché fare della mammella l’unico

menopausa, viverla benespeciale menopausa

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rischio meritevole di attenzione? Ha altri organi e una salute globale che condi-zionano sostanzialmente la qualità della sua vita. Certo, stili di vita più sani, cibo migliore, condizioni ambientali molto più agevoli rispetto al passato hanno enor-memente aumentato la longevità delle italiane. Tuttavia, in ogni famiglia ci sono una o più anziane malate da anni di Al-zheimer, di malattie cardiovascolari o di osteoporosi. Donne più longeve, sì, ma malate per un numero di anni maggiore.È possibile ridurre gli anni di malattia, e soprattutto, “orientare” l’invecchiamento sui binari che ci lasciano più sereni?Sì: valutando i rischi di invecchiamento patologico in base alla storia familiare e personale, ma anche rispetto a quello che ci augureremmo di più. Se una don-na teme più di tutto l’Alzheimer, perché ama vivere pensando, lucida fi no all’ulti-mo; se teme il Parkinson e l’osteoporosi, perché vorrebbe essere autonoma, in piena dignità fi no alla fi ne; se cerca mi-gliore qualità di vita adesso, con meno dolori articolari, meno depressione, mi-gliore sessualità, pelle più bella e più energia, è giusto che prenda gli ormoni a lungo, perché questi sono chiari alleati della sua vitalità e della sua salute men-tale, sessuale e ossea, oltre che cardio-vascolare, se assunti subito dopo la me-nopausa. Non li prenda, se ha familiarità per tu-mori al seno e/o se per lei la paura peg-giore è il tumore alla mammella, o se ha controindicazioni maggiori, come una pregressa trombosi, un’epatite o un tu-more ormonodipendente.In altri termini, non facciamo di ogni erba un fascio: scegliere consapevolmente, anche come invecchiare, deve essere parte integrante di un progetto di salute per chi, arrivata alla menopausa, voglia aff rontare al meglio gli altri trent’anni

almeno che l’attendono. Senza demo-nizzazioni aprioristiche degli ormoni che, usati bene, possono essere preziosi ed effi caci compagni di viaggio per una lu-minosa longevità. Altrimenti, perché li assumerebbe l’82% delle ginecologhe del Nord Europa, contro il 4% delle donne italiane?La menopausa non è una malattia  e quindi non ha bisogno di cure farmaco-logiche. Tuttavia potreste aver bisogno di aiuto per i sintomi più fastidiosi, come le vampate di calore. Ecco alcune idee che sono state d’aiuto per alcune vostre “colleghe”:• Tenete traccia del momento in cui si

presentano le vampate di calore: un diario vi può essere d’aiuto. Potete usare le informazioni che avete rac-colto per scoprire che cosa scatena le vampate di calore e cercare di evi-tare le cause scatenanti.

• Quando la vampata inizia, cercate di spostarvi in un luogo più fresco.

• Se la sudorazione notturna vi fa sve-gliare dormite in una stanza più fre-sca oppure con il ventilatore acceso.

• Vestitevi a strati così da poter toglie-re lo strato superiore se vi sentite

accaldate.• Usate lenzuola e abiti che lasciano

“respirare” la pelle.• Bevete qualcosa di fresco (acqua o

succo di frutta) quando sentite che sta per iniziare una vampata di calore.

Potreste anche chiedere al vostro medico se esistono farmaci adatti per gestire le vampate di calore. Alcuni farmaci appro-vati per altri usi, ad esempio alcuni antide-pressivi, sembrano essere utili per alcune donne.Se avete sintomi fastidiosi chiedete al vo-stro medico come fare a gestire al meglio il periodo della menopausa, potete consul-tare anche un ginecologo od un geriatra. Comunicate al medico la vostra storia me-dica e delle vostra famiglia, i dati che for-nirete potranno essere utili per stabilire se siete a rischio per malattie cardiache, osteoporosi e tumore al seno.Occorre ricordare che tutte le decisioni prese non dovrebbero mai essere defi -nitive, potete, anzi dovreste, ridiscuterle con il vostro medico contestualmente al check-up annuale. Le vostre necessità potrebbero cambiare nel corso del tempo, così come le cono-scenze mediche relative alla menopausa.

menopausa, viverla benespeciale menopausa

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La vita di una donna è costellata di momenti di passaggio, di fasi di cambiamento in cui il corpo e la mente devono adattarsi a

mutamenti a volte molto evidenti e non sempre facili da accettare.Uno di questi momenti è rappresentato dalle fasi di inizio della menopausa che

menopausa… un nuovo inizio

marco iovanespecialista in

psicologia e psicoterapia

possono avere una durata e un’intensità variabile da donna a donna.Fino ad una generazione fa, una diversa aspettativa di vita e della sua durata e qualità, assieme ad una percezione cul-turale e sociale della femminilità profon-damente diff erente da quella odierna, conferivano alla menopausa un caratte-

re di declino, di perdita e di passaggio ad una fase della vita che si avviava verso la fi ne. Inutile negare che, dal punto di vista psi-cologico, la menopausa rappresenti un momento di grande impatto, in ragione del signifi cato che le viene attribuito, di fi ne di un’epoca fertile e fl orida sotto ogni

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speciale menopausa

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aspetto, da quello produttivo a quello ri-produttivo. E’ importante però non smarrirsi e non perdere le prospettive rivolte al futuro che, oggigiorno, sono numerose, possibili e realisticamente attuabili per una donna di mezza età, in una realtà sociale dove la femminilità e le competenze di una donna possono continuare ed arricchirsi quando il suo impegno familiare, legato alla riprodutti-vità, lascia spazio ai suoi bisogni ed inte-ressi. È di sicuro fondamentale il modo in cui una donna approcci a tali periodi del-la vita, in ragione del proprio carattere e del proprio vissuto, ma è certo che un atteggiamento ottimistico possa favorire

un attraversamento sereno e quanto più costruttivo di questa fase che si colloca appena dopo la metà di una vita ed ha davanti a sé un futuro ancora molto lun-go ed aperto. Le possibilità di supporto psicologico sono diverse, ma possono essere cooperative al fi ne di accompa-gnare la donna in questa fase del suo percorso di vita. L’approccio in gruppo è molto importante e generalmente mol-to effi cace poiché favorisce il confronto tra pari e permette ad ognuna di fruire del collegamento, della comprensione e della “ricarica” che il gruppo stesso è in grado di dare. Accanto ad un percorso di gruppo, è opportuno spesso affi ancare

un intervento di tipo personale, attraverso incontri con un terapeuta che possa con-durre la persona, il suo eventuale compa-gno e i suoi familiari a superare questa fase di cambiamento, in cui gli equilibri, non solo interiori della donna, ma anche quelli relazionali, possono subire degli im-portanti mutamenti.È ovvio che laddove si andassero a con-clamare stati di malessere psicologico, depressioni gravi o ansie generalizzate, queste vanno interpretate adeguatamen-te, ovvero senza sottovalutarne una signi-fi cativa amplifi cazione che può derivare dagli importanti cambiamenti ormonali legati alla menopausa.

speciale menopausa menopausa, un nuovo inizio

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ginecologia

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Il bonding Prenatale (bond signifi ca legame, relazione. To bond = legare, relazionare) è una delle più importan-ti forme di relazione possibili in gra-

vidanza, ovvero il legame, il processo di attaccamento che i genitori sviluppano nei confronti del bambino,che inizia con il concepimento e, se possibile anche

processi di attaccamento: dalla vita prenatale al primo incontro

prima , col desiderio che la coppia prova di poter concepire un fi glio.La comunicazione e il legame della ma-dre con il suo bambino inizia molto prima della sua nascita, esso si crea durante la gravidanza, periodo in cui numerosi stu-di hanno confermato che il feto possie-de già delle capacità sensoriali e motorie

che gli permettono di entrare in relazione con la madre.La gravidanza nella donna comporta, sul piano psicologico, un aumento dell’emo-tività, tale da renderla capace di provare i sentimenti in maniera più marcata, di avvertire le emozioni come dilatate, siano esse gioia, paura, dolore, piacere; come

giusy di lorenzospecialista in ostetricia

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lifting in 3dchirurgia estetica

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ginecologia il bonding prenatale

se vedesse il mondo con gli occhi di un bambino, in un universo fatto di emoti-vità. La regressione che avviene in questo periodo nella donna è un meccanismo fi siologico stabilito dalla natura, il cui fi ne è favorire la simbiosi, non solo fi sica ma anche psicologica tra la gestante ed il feto.I cambiamenti che si verifi cano durante la gravidanza comportano sostanziali modifi cazioni del mondo rappresenta-zionale della donna attraverso un pro-cesso che implica contemporaneamente l’elaborazione di nuove rappresentazioni mentali, relative al sé come madre e al futuro bambino, e una revisione delle rappresentazioni del sé costituitesi du-rante l’infanzia.All’inizio della vita ogni essere umano mette le sue radici nell’utero materno e con esse costruisce i primi legami che sono anche le prime impronte fonda-mentali con le quali formerà se stesso e il rapporto con gli altri.In questo periodo defi nito da M. Odent “primario”, a causa della diretta dipen-denza del bambino dalla madre i legami che il bambino coltiva interessano anche i padre, gli altri famigliari e le persone che rientrano in quello che nella geneti-ca del comportamento viene considera-to a diff erenza di quello materno condi-viso, l’ambiente non condiviso.Nella vita nascente l’essere umano si trova a vivere l’esperienza della vita prenatale, della nascita e della vita neo-natale. In queste fasi egli dimostra par-ticolarmente sensibile non tanto verso l’ambiente fi sico, che lo circonda, quanto per quello umano, della madre e del pa-dre, dal quale si aspetta un’accettazione totale, senza riserve e senza ambiguità. Per ottenere questo il bambino è dispo-nibile ad aspettare con pazienza che

vengano risolti i problemi e aff rontati gli ostacoli, in quanto avverte questo come rilevante per la sua formazione come es-sere umano e come persona.Questo tentativo avviene prima di im-boccare la strada del distacco protettivo e dell’isolamento, da separato in casa, nel corpo condiviso con la madre: cosa possibile, come ci hanno evidenziato molti studiosi fi n dalla gestazione. Lowen ritiene che l’isolamento del bam-bino è una misura difensiva che egli è costretto a prendere per mantenere quel poco di calore che gli è rimasto e che funge da catalizzatore e integratore del suo intero essere, ed in particolare del suo Io, al di là del quale si nasconde l’odio e la distruzione, che con il suo gelo raff redda la vita e porta verso la separa-zione e la morte.Il bambino è un essere estremamente sensibile sul piano relazionale e umano, egli avverte com’è l’ambiente materno che l’accoglie, quando si paracaduta dal-la tuba nell’utero, egli sente se questo

ambiente psicometabolico è a lui favo-revole o sfavorevole: nel primo caso egli fa di tutto per restare e mettere sane e robuste radici in grado di contrastare le forze avverse della vita. Dopo questo pri-mo impatto con l’ambiente egli si aspet-ta che nel corso della gravidanza questo legame si perfezioni, cresca e si raff orzi. Se questo avviene è molto probabile che il parto- nascita si possa realizzare in un clima di intesa e sintonia, in grado di atte-nuare il dolore delle doglie e di permette-re che il ritrovarsi tra madre e fi glio, dopo la nascita, possa avvenire più facilmente e senza tanti ostacoli nella disponibilità e nel riconoscimento reciproco……..” i due si guardano… l’intensità di questo sguardo è avvertita da tutti i presenti. Spesso la ma-dre risponde alle grida del bambino con suoni aff ettuosi e paroline… è l’inizio del loro dialogo.

Bibliografi a: Legami nella vita nascente tratto da il gior-nale italiano di psicologia e di educazione prenatale: Gino Soldera ed altri. Treviso 2006Ecologia della nascita M. Odent 1989

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ginecologia

salute delle donne

e diritti negati:le mutilazioni

genitali femminili

Dopo il fi lm – denuncia, fi lm corale di antropologia cultu-rale, tra il rispetto del diritto d’asilo, (il Moolaadé) e l’antica

tradizione dell’escissione (la Salindè) abbiamo un po’ più chiare le idee sulle Mutilazioni Genitali Femminili (M.G.F.) e sulla comprensione delle profonde radi-

ci culturali, ma nello stesso tempo sulla comprensione di quanto queste siano completamente irrazionali e distruttive nell’ambito di un dolore tutto mentale e culturale di una piccola comunità.Con l’espressione M.G.F. si fa riferimento a “tutte le forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o ad altre modifi cazioni indotte ai suddetti organi, eff ettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”. Tali pra-tiche, tra cui la più radicale è chiamata Infi bulazione, diff usa prevalentemente nell’Africa Subsahariana, si sono cono-

sciute anche in Europa ed in Italia tramite l’immigrazione.Con una dichiarazione congiunta OMS, UNICEF, UNFPA nel 1997 insieme alla Con-ferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulle condizioni delle donne, sono stati ricono-sciuti i diritti fondamentali per la salute e l’integrità fi sica e psichica della persona.Le M.G.F. sono state così incluse tra le violazioni dei diritti umani che privano la donna della sua dignità, autonomia e valo-re, impedendone autodeterminazione ed evoluzione culturale.L’OMS stima che almeno 140 milioni di

luisa barbarospecialista

in ginecologia

in collaborazione con marco barone

facoltà di medicina e chirurgia campus bio-medico roma

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donne in Africa abbiano subito mutila-zioni genitali e che ogni anno si aggiun-gano circa 3 milioni di bambine a queste statistiche secondo i trend demografi ci.Gran parte delle bambine e ragazze che subiscono queste pratiche si trovano in 28 Paesi Africani nella fascia che si estende dalla costa orientale alla costa occidentale dell’Africa (cosiddetta Africa Subsahariana), nel bacino del Mediterra-neo e nell’Africa Australe.Sono in aumento anche casi simili in Europa, Australia, Canada e negli Stati Uniti, soprattutto fra gli immigrati pro-venienti dall’Africa e dall’Asia sud – oc-cidentale da zone di confl itti armati di gruppi etnici di origine africana.L’Infi bulazione è diff usa in Somalia, nel Sudan del Nord, in Etiopia, Eritrea, nel Kenia del Nord, in alcune zone del Mali, nel Senegal ed in alcune zone dell’ Egitto e la clitoridectomia e l’escissione sono diff use in Nigeria, Costa D’Avorio ed in Egitto.Il rapporto “ Il diritto di essere bambine” realizzato nel progetto dedicato ai bam-bini, l’Albero della Vita, in collaborazione con l’Associazione Interculturale No-stras, pone l’attenzione sulla misura del fenomeno nel nostro paese. Il dossier dei ricercatori, traccia un quadro allarman-te: sono a rischio 93.000 donne e tra loro più di 7.700 bambine costrette a subire il taglio quando non hanno ancora compi-to dieci anni o a volte a tre anni. I ricercatori, in uno studio, hanno preso in esame 25.203 bambine provenienti da paesi a rischio che vivono in Italia ed hanno scoperto che l’usanza diff usa so-prattutto nel Corno d’Africa, è presente anche fra le immigrate, soprattutto so-male (in Somalia il 98% delle donne sono infi bulate).Le M.G.F. vengono praticate principal-mente su bambine tra i quattro e i quat-

tordici anni di età da levatrici tradizionali o vere e proprie ostetriche, remunerate lautamente. Tutte le M.G.F. compiute al di fuori degli ospedali, dalle anziane del villaggio e nell’Africa Occidentale anche dai barbieri, utilizzano come strumenti: coltelli, lame di rasoi, forbici e pezzi di vetro rotti senza Anestesia!!! Oltre che umilianti quindi, le M.G.F., sono estrema-mente dolorose e le bambine tra i tre e gli otto anni e spesso in un’età più pre-coce, possono morire per tante cause. In alcuni paesi infatti, vengono operate bambine con meno di un anno di vita, come accade nel 44% dei casi in Eritrea e nel 29% dei casi nel Mali, o persino ne-onate di pochi giorni (Yemen).Le Motivazioni per l’utilizzo di queste praticheLe ragioni del perché vengono eff ettua-te queste pratiche sono diverse. Sessuali, per ridurre o soggiogare la ses-sualità femminile attraverso un control-lo di strategia di potere. Sociologiche, come rito di iniziazione delle adolescenti all’età adulta, integrazione sociale del-

ginecologia l’infi bulazione

le giovani, mantenimento della coesione nella comunità attraverso un complesso sistema economico e sociale di strategie matrimoniali. Sanitarie, perché si crede che la mutila-zione favorisca la fertilità della donna e la sopravvivenza del bambino. Religiose, perché molti credono che questa prati-ca sia prevista dai testi religiosi e cioè dal Corano che in eff etti non parla della muti-lazione genitale femminile, né ci sono al-lusioni o riferimenti indiretti. Igieniche ed Estetiche, perché in alcune culture, i geni-tali femminili sono considerati portatori di infezioni e osceni.L’Unicef considera le M.G.F. in qualunque forma, una palese violazione dei diritti della donna. Le ragazze che le subiscono sono private anche della capacità di deci-dere sulla propria salute riproduttiva.Pertanto è una pratica da condannare senza mezzi termini.Classifi cazioni delle M.G.F. L’OMS ha riclassifi cato le M.G.F. in quattro tipologie di procedure:Tipo I: Escissione del prepuzio, con o sen-

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za asportazione parziale o totale di tut-to il clitoride (tipo intermedio); Tipo II: Escissione del clitoride con asportazione parziale o totale delle piccole labbra (fa-raonica tipo 1); Tipo III: Escissione di par-te o tutti i genitali esterni (faraonica tipo 2) e suture/restringimento dell’apertura vaginale (infi bulazione); Tipo IV: Incisio-ne, Stiramento di clitoride e/o labbra.Complicanze a breve termine: shock emorragico per perdite ematiche cospi-cue; dolore severo provocato dal trau-ma; ritenzione urinaria e febbre; lesioni muscolari, tendinee ed ossee per le forti pressioni esercitate per immobilizzare le vittime durante la pratica; danno ai tes-suti adiacenti; infezioni delle vie urinarie con sepsi e bruciore acuto alla minzione; cisti dermoide. Complicanze a lungo termine: disfun-zioni sessuali; dispareunia; malattie infettive: Aids, Epatiti nelle pratiche mutilatorie di gruppo; fi stole vescivo – vaginali e vagino – rettali considerata anche la poca elasticità dei tessuti di queste donne sottoposte alle pratiche di M.G.F e al ripetersi di deinfi bulazioni e reinfi bulazioni e a rapporti sessuali e parti spontanei diffi coltosi; infertilità. Complicanze gravidanze e parto: di-sturbi psichici (in Somalia nell’ospedale psichiatrico sono ricoverate moltissime donne); dismenorrea; disturbi mestruali; cisti di ritenzioni paraclitoridea; cicatrici cheloidi secondari. Intervento di Deinfi bulazione“Deinfi bulazione” signifi ca intervenire chirurgicamente per rimuovere l’infi bu-lazione o aprire il canale cervicale.Può essere richiesto o prima del matri-monio o prima e durante la gravidanza o al momento del parto.Il centro di riferimento nazionale ita-liano è l’Ospedale Careggi di Firenze, il cui responsabile è un medico somalo, il

Dott Omar Abdulkadir. Se le donne sono cresciute in Italia, è fondamentale infor-marle sui benefi ci della deinfi bulazione prima della gravidanza per evitare l’in-sorgenza di complicanze durante il par-to.La deinfi bulazione viene così eseguita in donne in gravidanza (15/20 settimane), appena sposate ed in ragazze cresciute in Italia, e consiste nel creare un ostio - vaginale normale e nel ricostruire, per quanto possibile, l’anatomia dei genitali esterni mutilati con il laser o con lama fredda in anestesia periferica epidurale o spinale seguita da intervento di chi-rurgia plastica per ricostruire i tessuti. Dopo, la terapia a base di crema ane-stetica, antidolorifi ci ed antinfi ammato-ri; il follow–up si eff ettuerà dopo 10 - 14 giorni e le donne a seconda della patolo-gia, verranno inviate negli ambulatori di competenza.Situazione in Italia oggiLa legge 9 Gennaio 2006, n.7, pubbli-cata nella Gazzetta Uffi ciale n.14 del 18 Gennaio 2006; tratta le “Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” e prevede all’art. 4 che il Mi-nistero della Salute emani le Linee Guida destinate alla Formazione del personale sanitario e professionale che opera con le comunità di immigrati provenienti da paesi dove sono state eff ettuate le M.G.F.Tutto ciò, per favorire e realizzare un’at-tività di prevenzione della diff usione del-le M.G.F., assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche. ConclusioniPer aff rontare l’emergenza è appena partito nelle scuole della Toscana un pro-getto pilota di informazione e prevenzio-ne, che verrà in seguito esteso in altre Regioni con tante iniziative per combat-

ginecologia l’infi bulazione

tere le M.G.F. Inoltre vi sono altri progetti nazionali SIGO e SCEGLI TU e unità ope-rative ospedaliere, territoriali e universi-tarie che organizzano convegni per la di-vulgazione di tali problematiche (come il convegno provinciale AOGOI – AGITE che si è tenuto a Taormina il 16/6/2011 con il Dott Caudullo). Centri e Comitati di Pari Opportunità dell’ASP 5 e dell ‘Ordine dei Medici di Messina organizzano incontri e progetti per la tutela delle immigrate (a tal proposito ricordiamo che il CEDAV, centro antiviolenza, l’INAS e l’ANOLF, in un pro-getto con il Consultorio Familiare “Via del Vespro” di Messina, soccorrono e sosten-gono le donne immigrate con approcci specifi ci alla loro salute.Soprattutto i Consultori Familiari di Mes-sina e Provincia, ove sono attivi gli Spazi Immigrate, contribuiscono ad aprire un confronto culturale partendo dall’idea che non ci si può nascondere dietro un gene-rico rispetto della diversità e che la cultu-ra non può essere considerata come una condizione di staticità, ma come processo in evoluzione. Lo stesso Progetto Regiona-le “Open Space” cui hanno partecipato 13 consultori dell’area metropolitana ionica della provincia di Messina, si è dedicato alle problematiche delle donne migranti con la presenza di mediatori linguistico – culturali. Gli Spazi Immigrate dei Consultori Fami-liari, mirano alla salute delle donne per quanto riguarda l’assistenza in gravidan-za, tenendo sempre conto, dell’idea di salute della cultura d’origine (si utilizzano traduttori in ogni lingua madre).Ancora c’è molto da fare per aff ermare quelli che dovrebbero essere diritti costi-tuzionalmente garantiti.E’ necessario da parte di tutta la colletti-vità un impegno di educazione al rispetto della donna, alla cultura della non violenza ed al principio della parità.

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L'insuffi cienza venosa degli arti inferiori rappresenta un proble-ma sociale dato che circa il 25% delle donne ne è colpita in varia

misura, dalla presenza dei semplici capil-lari alle varici, fi no alle complicanze più importanti e serie legate alle trombo-si profonde e le conseguenze legate a quest'ultime.Le gambe pesanti sono il sintomo prin-cipale e più frequente della insuffi cienza venosa cronica, con la presenza di edemi

alle zone declivi degli arti, caviglie gon-fi e per esempio, associate alla comparsa dei fastidiosissimi capillari o teleagec-tasie. Questi fastidi come la pesantezza e i gonfi ori si presentano inizialmente durante la fase del ciclo mestruale e nel periodo estivo, fi n quando si prolungano tutto l'anno con sintomatologia sempre più ingravescente e invalidante.Gli uomini ne sono colpiti ma in misura minore, molte volte dipendente esclusi-vamente dal lavoro svolto. L'insuffi cien-

za del circolo venoso o meglio conosciuta come insuffi cienza veno-linfatica cronica (IVLC) viene a determinare un rallenta-mento del fl usso sanguigno e ciò com-porta un ristagno del sangue nelle parti declivi delle gambe. Questo rallentamento riduce l'apporto di ossigeno e di sostanze nutritive alle pareti del vaso venoso. L'insuffi cienza venosa è un disturbo mol-to comune e può restare asintomatico per lungo tempo, ma una volta che si consoli-da si cronicizza e se non trattato in tempo

chirurgia estetica fabrizio melfaspecialista

in scienza dell’alimentazione

una terapia medica per il trattamento delle varici degli arti inferiori

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diviene irreversibile.E' quindi importante iniziare a trattare questa patologia alla prima comparsa dei sintomi sotto elencati: gambe "senza riposo", senso di pesantezza alle gambe, formicolii, bruciori e dolori agli arti infe-riori, gonfi ore alle gambe soprattutto alla sera, crampi notturni, dolori e fastidi agli arti inferiori che diminuiscono se si cam-mina, presenza di capillari visibili.La presenza di questi sintomi è normal-mente associata a cellulite, emorroidi, couperose, ecc..Le cause legate alla comparsa di questi sintomi possono essere dovute ad ere-ditarietà, all’utilizzo della pillola anticon-cezionale, molto spesso si associano a sovrappeso ed obesità, a stili di vita non idonei, ad un eventuale abuso di farmaci, sono molte volte associate ad alterazioni della postura, al fumo, all’alcool ed alla stitichezza.Queste cause tendono ad indebolire la parete venosa e quindi si vengono a de-terminare variazioni di calibro dette ec-tasie o varici.Le ectasie vengono distinte in teleangec-tasie e vene varicose. Per teleangectasie si intendono quei vasi di calibro più pic-colo che sono situati prevalentemente nel derma. Trovano origine da un refl us-so di una perforante insuffi ciente e sono quindi spia iniziale di una insuffi cienza venosa conclamata. Invece si parla di vene varicose per vasi di grosso calibro come le safene, possono interessare vari distretti corporei (emorroidi per le vene anorettali o varicocele per quelle dello scroto nell'uomo, ecc...), ma si ci riferisce sempre alle vene varicose delle gambe.Le vene varicose, capillari e teleangec-tasie costituiscono una malattia, oltre che un inestetismo e possono portare a complicazioni gravissime come la fl ebite o la trombosi. Oggi è possibile trattare

in modo risolutivo e permanente questa patologia grazie alla T.R.A.P. Tridimen-sional Regenerative Ambulatory Phle-botherapy, ossia la Fleboterapia Rige-nerativa Tridimensionale Ambulatoriale che a diff erenza delle classiche sclero-terapie, non chiude i vasi sanguigni, ma me riduce il calibro, rendendoli più forti e funzionali. Le vene danneggiate non si strappano e non si chiudono, ma ven-gono rigenerate e guarite. Per il tratta-mento delle varici con la TRAP viene utilizzato dal 3% al 6% di una soluzione di Salicilato di Sodio in veicolo idrogliceri-co tamponato. L'arto inferiore è diviso in tre regioni: la regione mediale, la regione posteriore e la regione laterale. La prima regione ad essere trattata è la regione mediale del piede, del polpaccio e della coscia, poi si continua con la regione po-steriore dell'arto e si fi nisce con la regio-ne laterale. Normalmente si iniettano dai 18 ai 48 ml. L'effi cacia del trattamento è dose dipen-dente. Si inizia ad iniettare dalla corona fl ebectasica della regione mediale del piede dal basso verso l'alto, tutti i vasi vi-sibili ad occhio nudo e con la transillumi-nazione, se necessario. La quantità di so-

luzione iniettata in ogni singola iniezione deve essere importante per interessare le vene perforanti, quindi può variare da 0,5 a 3 ml. E' bene chiarire che più i vasi sono dilatati, più la concentrazione della soluzione deve essere ridotta, una pare-te vascolare molto dilatata è più sensibile all'azione chimica per le gravi alterazioni strutturali e per i marcati aspetti infi am-matori della parete. Terminato il momento legato al tratta-mento medico, il paziente dopo un paio di minuti che rimane sul lettino inizia a indossare le calze elastiche (si consiglia una calza a compressione graduata da 18 mmHg, prescritta in precedenza). Queste calze elastiche dovranno essere indossate tutte i giorni, per un numero di settimane proporzionale al periodo in cui si eff ettua-no le sedute di TRAP. Dopo oltre 10 anni la mia esperienza cli-nica è francamente positiva sia in riferi-mento ai risultati legati alla risoluzione dei sintomi riferiti dai pazienti stessi oltre che dai risultati estetici obiettivamente visibili dopo solo alcune sedute di TRAP, senza dover tralasciare l’importante riduzione delle recidive riscontrata anche dopo al-cuni anni.

le varici alle gambechirurgia estetica

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occhi chiusi;• A un mese non fi ssa una persona

o un oggetto a 2 metri di distanza (manca di interesse per gli stimoli visivi);

• Al terzo mese non segue regolar-mente con lo sguardo una luce che si muove davanti a lui, la sua mimica è povera, non sorride;

• Presenta movimento continuo degli occhi a piccole o grandi scosse (ni-stagmo);

• Cade frequentemente, inciampa, non vede gli ostacoli;

• Dice di vedere doppio (diplopia);• Mantiene una posizione viziata del

capo (torcicollo oftalmico);• Strizza gli occhi quando vede un og-

getto distante o si avvicina troppo all’oggetto che interessa;

• Ha cefalea dopo prolungato lavoro visivo.

Appena nato il bambino è capace di ve-dere, se abbagliato le pupille reagiscono, è attratto dalle luci e dal movimento.La capacità di fi ssare del neonato divie-ne netta tra la seconda e la quarta set-timana di vita. L’apprendimento visivo massimo si ha fi no all’età di 2 anni, poi, lentamente, continua fi no ai 4-8 anni, al-lorché la visione diventa uguale a quella di un adulto.Il neonato oltre a sviluppare l’acutezza visiva del singolo occhio deve imparare a coordinare i movimenti di ambedue gli occhi. Per ottenere questo risultato deve indirizzare gli occhi sull’oggetto che gli interessa facendo in modo che la sua immagine cada sui punti delle due retine che si corrispondono (fovea). Quest’at-tività motoria simultanea dei due occhi è strettamente legata alla percezione si-multanea delle due immagini: se le due immagini sono “uguali”, il cervello le fon-derà (fusione) in una percezione unica e

stabile: avrà così una visione binoculare normale. Il processo mentale di appren-dere l’uso coordinato dei due occhi, ne assicura la posizione diritta.I due occhi fi ssano gli oggetti da due an-goli leggermente diversi; pertanto, le im-magini arrivano da ciascun occhio viste da diversa angolatura, ma il cervello, con il meccanismo della fusione, non solo le unisce in un’immagine unica, ma da que-sta disparità ottiene preziose informa-zioni come la possibilità di apprezzare di un oggetto non solo il colore, ma anche la sua localizzazione, sia nello spazio circo-stante che in rapporto a noi (stereopsi). Questa peculiarità può essere poco utile nella visione per lontano, ma può essere richiesta per certe professioni ed essere indispensabile in attività lavorative a di-stanza ravvicinata.Affi nché la funzione visiva si sviluppi normalmente, occorre l’integrità anato-mica dei bulbi oculari, delle vie ottiche e una corretta refrazione.Quest’ultima avviene in funzione di tre parametri: la lunghezza dell’occhio, la curvatura della cornea e la potenza del cristallino; l’equilibrio armonioso di que-sti tre elementi permette alle immagini che arrivano all’occhio di proiettarsi con nitidezza sulla retina. L’occhio è uno strumento assai complesso. Semplifi -

cando si può dire che funzioni come una sofi sticata macchina fotografi ca con la quale vi sono molte analogie: anche l’oc-chio, infatti, possiede lenti, diaframma, pellicola; può persino zoomare (accomo-dazione). La cornea e il cristallino for-mano gli obiettivi: tra di loro è interposta l’iride, di colore diverso a seconda degli in-dividui, che ha un foro centrale (pupilla) in grado di stringersi ed allargarsi a seconda dell’intensità dell’illuminazione, come fos-se un diaframma. Grazie agli obiettivi cor-nea e cristallino, perfettamente traspa-renti ai raggi luminosi e di potere ottico esatto, attraversando una sostanza gelati-nosa trasparente che da forma all’occhio (vitreo), l’immagine va a fuoco sulla retina che funziona come una pellicola fotogra-fi ca a colori e che riveste interamente la parte media e posteriore del bulbo ocula-re. La distanza focale di questo sistema a riposo è dunque tale che, in un occhio nor-male, emmetrope, l’immagine di un ogget-to situato all’infi nito fi nisca esattamente a fuoco sulla retina. Quando uno qualsiasi di questi elementi è imperfetto, l’immagine risulta imperfetta.Se le immagini degli oggetti distanti si for-mano davanti alla retina, perché l’occhio è troppo lungo oppure il sistema ottico è troppo forte rispetto alla lunghezza del bulbo, l’immagine che si focalizza è per-cepita confusamente: in questo caso l’oc-chio è detto miope. Sono miopi i bambini molto prematuri. La visione per lontano non è buona e il bambino per aiutarsi, può strizzare gli occhi o cercare di avvicinarsi all’oggetto che lo interessa per apprez-zarne i dettagli. In genere gli oggetti vicini sono visti bene per cui ci potrà essere un maggior interesse del bambino per quelle attività che gli risultano più agevoli, men-tre potrà tendere ad estraniarsi dai giochi che richiedono buona percezione di og-getti lontani, come avviene per le attività

Quasi quattro bambini su dieci presentano patologie oftalmi-che. Secondo un recente studio dell'ASSILT, su un campione di ol-tre 10.000 bambini tra i 4 e i 14 anni, il 39% dei bambini presenta patologie oftalmologiche; il 32% soff re di vizi di refrazione, mentre, a seguito della visita oculistica, per il 22% dei bambini e' stato ne-cessario prescrivere nuove lenti da vista.

i disturbi alla vista nei bambinioftalmologia

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Il senso della vista fornisce al cervel-lo circa il 90% delle informazioni sul mondo esterno e rappresenta il cana-le principale di comunicazione della

relazione madre-neonato. Uno sviluppo anomalo del senso visivo determina nel bambino uno sviluppo anomalo generale perché il bambino im-para “imitando”. La sua vista non è molto nitida e poiché l’universo visivo del neo-nato è limitato in distanza, esso si svilup-pa soprattutto nella visione da vicino. La visione non è innata e non resta uguale per tutta la vita, ma si modifi ca, matura nel corso della crescita: l’occhio è pro-grammato per apprendere.Ben presto la proiezione dei suoi interes-si si amplia e non sarà sempre possibile toccare o gustare ciò che ha destato la sua attenzione: deve perciò accontentar-si di osservare. Ma, attenzione, egli non è capace di esprimersi. Sta, pertanto, ai genitori osservare che non abbia distur-bi visivi. Sfortunatamente questi difetti possono esistere, sebbene di solito non siano gravi: se presi in tempo, quindi, possono essere guariti, ma, viceversa, diventare irreversibili. Di qui è compren-sibile l’importanza di un esame oculi-stico precoce. Ammettere a scuola, per imparare a leggere e scrivere, bambini di cui non si è accertata la capacità visiva, è grave. E’ dunque fondamentale il ruolo

disturbi alla vista nei bambiniprevenzione e diagnosi precoce

oftalmologia

dei parenti e dei medici, in primis i pedia-tri, che seguono il bambino fi n dai primi momenti di vita.Se il bambino ha un difetto visivo, proba-bilmente potrà essere curato. Bisogna, però, ricordare che il traguardo può ri-chiedere anni di trattamento, ma la vista è d’importanza assoluta.Innanzitutto occorre osservare atten-tamente gli occhi del bambino e il suo comportamento. Può essere segno di al-larme e comunque richiede consulenza oculistica il bimbo che:

• Ha occhi particolarmente voluminosi o piccoli o che non si aprono regolar-mente o storti;

• Ha gli occhi rossi o lattiginosi; • Ha pupille di grandezza o colore di-

verso (pupilla bianca: cataratta con-genita);

• Ha intolleranza alla luce (chiude un occhio quando è colpito dalla luce forte);

• Ha lacrimazione persistente e abbon-dante anche quando non piange;

• Preme frequentemente le dita sugli

olimpia guarinomedico chirurgo

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all’aria aperta. Nella miopia congenita ed elevata vi possono essere danni ocu-lari più o meno progressivi a carico della corio-retina; questo tipo di miopia, for-tunatamente, non è molto frequente nel bambino. Più frequentemente la miopia appare nel corso dell’accrescimento ed è talora progressiva fi n oltre i 20 anni. Si corregge con lenti negative che fanno proseguire fi n sulla retina i raggi lumino-si provenienti da lontano. La letteratura scientifi ca moderna ritiene che la mio-pia debba essere corretta totalmente e la correzione portata a permanenza.Il difetto opposto per cui le immagini vengono focalizzate al di là della retina si chiama ipermetropia ed è generalmen-te causata da un occhio troppo corto op-pure da un sistema ottico troppo debole rispetto alla lunghezza del bulbo: l’im-magine è percepita sfocata. Il bambino è capace automaticamente, cambiando la forma del suo cristallino (accomodazio-ne), di portare l’immagine sul piano reti-nico. Questo può provocare, soprattutto nella visione da vicino, stanchezza, bru-ciore oculare, cefalea, tipicamente alla fi ne di una giornata di studio ( il bam-bino talora rifi uta lo studio preferendo attività meno gravose). In alcuni bimbi l’eccessiva stimolazione dell’accomoda-zione, esercitata per vedere nitido, può indurre una deviazione degli occhi verso l’interno, visibile anche nello sguardo da lontano (strabismo accomodativo). Nel bambino nato a termine si genera una ipermetropia che è normale per l’età, ma che durante la crescita può ridursi, tan-to da regredire alle volte del tutto, rag-giungendosi così l’emmetropia. Questa ipermetropia normale e moderata del neonato non necessita abitualmente di correzione, salvo che non sia più netta-mente marcata in un occhio; in questo caso potrebbe avvenire un cattivo svi-

luppo di un occhio rispetto all’altro e si deve pertanto correggerla (ambliopia). Parimenti l’ipermetropia si corregge se è elevata o se produce disturbi sogget-tivi o se provoca anomala ed eccessiva convergenza dei bulbi oculari. Per cor-reggerla si usano lenti positive che ri-portano a fuoco sulla retina l’immagine sfuocata sollevando l’occhio da un’ec-cessiva accomodazione; a seconda dei casi se ne prescrive l’uso saltuario o per-manente.Un altro difetto della messa a fuoco è l ’ astigmatismo : esso è dovuto al fatto che mentre la cornea normale ha una superfi cie sferica, nell’occhio astigmatico ha un profi lo ellissoidale, pertanto, gli ogget-ti sono visti alquan-to indistinti, perché ogni singolo punto non è visto come tale, ma come una linea. La visione è diminuita e talvolta anche la correzio-ne con occhiali è imperfetta. Spesso l’astigmatismo non è un difetto isolato, ma si associa ad altri difetti refrattivi come la miopia o l’ipermetropia, dando così luogo a numerose combinazioni. L’astigmatismo è un difetto subdolo che talora non manifesta sintomi particolari perché il bambino vi si adatta fi n dal-la primissima età. Possono suggerirne l’esistenza la cefalea, lo strizzare le pal-pebre per vedere più nitido, l’avvicinarsi per vedere meglio gli oggetti, la presen-za di posizioni viziate del capo. Quando l’astigmatismo riduce l’acuità visiva o

diventa sintomatico si corregge nella ma-niera più precisa e completa con lenti ci-lindriche usate a permanenza.Un bambino ipermetrope, durante lo svi-luppo, può raggiungere l’emmetropia, perché l’occhio che era troppo corto si è allungato, ma se il processo continua, può diventare addirittura miope. Il bam-bino miope, invece, resterà sempre mio-pe: l’occhio che è eccessivamente lungo non potrà mai accorciarsi. Inoltre, alcuni bimbi hanno più probabilità di altri di ave-re difetti visivi: - Se i genitori portano gli

occhiali; - Se i genitori o parenti sono strabi-ci o ipovedenti; - Se i genitori sono consan-guinei; - Se i genitori hanno malattie ocula-ri ereditarie; - Se i pa-renti hanno problemi visivi; - Se il bimbo è nato pre-termine o ha avuto patologia neo-natale; - Se la madre in gravidanza ha avu-to malattie trasmissi-bili al feto.Quindi i difetti che interferiscono con la messa a fuoco delle immagini sulla retina

si chiamano difetti di refrazione e si cor-reggono con lenti adatte a compensare l’errore di costruzione dell’occhio e a ren-dere nitide le immagini che arrivano sulla retina.La refrazione di un bimbo può cambiare nel corso degli anni e deve pertanto es-sere verifi cata periodicamente tramite visita oculistica annuale. Un difetto refrat-tivo banale può trasformarsi in una grave menomazione per il futuro adulto: è quindi fondamentale accertare lo stato di salute degli occhi.

i disturbi alla vista nei bambinioftalmologia

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focus allergie

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idrologia maria costantinospecialista in idrologia

L’apparato respiratorio può es-sere suddiviso in due tratti: le alte (o prime) vie respiratorie, costituite da naso, orofaringe

e trachea; e le basse vie respiratorie, costituite da albero bronchiale e pa-renchima polmonare. Le alte vie respi-

ratorie consentono il trasporto dell’aria dall’ambiente esterno all’apparato bron-copolmonare e viceversa; regolano il fl usso, l’umidifi cazione, il riscaldamento e la depurazione dell’aria in ingresso. Le basse vie respiratorie, invece, tramite le fi ni diramazioni bronchiali, permettono

di distribuire uniformemente l’aria inspi-rata al parenchima polmonare, mentre a livello degli alveoli consentono l’assunzio-ne dell’ossigeno dall’aria atmosferica e l’espulsione dell’anidride carbonica. Le malattie più comuni a carico delle basse vie respiratorie sono le bronchiti,

la medicina termale nelle malattie croniche respiratorie dei bambini

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idrologia disturbi respiratori nei bambini

l’asma bronchiale, le broncopolmoniti e le polmoniti; mentre le patologie più co-muni a carico delle alte vie respiratorie sono le forme infi ammatorie dette anche da raff reddamento come le riniti e sinu-siti, le faringiti, le laringiti, le tracheiti, le tracheobronchiti. Le prime vie aeree, inoltre, in soggetti predisposti, possono anche essere interessate da processi irritativi di natura allergica, che hanno prevalentemente un carattere stagionale legato alla presenza nell'aria di pollini, di acari della polvere etc..Nella maggior parte dei paesi industria-lizzati, le malattie di pertinenza respi-ratoria, per la loro cronicità, per il loro notevole incremento dovuto all’aumento di fattori predisponenti, e per l’interes-samento di larghi strati della popolazio-ne comprese le fasce di età più giovani, hanno acquisito una sempre maggiore importanza sociale ed economica fi no a costituire un notevole problema di sa-lute pubblica per il peggioramento della qualità della vita, per l’enorme numero di giornate lavorative perse, per l’incre-mento della spesa farmacologica. Da quanto detto si deduce l’importanza curativa e preventiva in tali patologie soprattutto per le malattie a carico del-le alte vie respiratorie che comunque se non ben curate possono poi coinvolgere anche le basse vie respiratorie.Assume pertanto grande rilevanza la prevenzione delle malattie delle prime vie aeree, soprattutto nei bambini, che si può attuare evitando i "fattori predi-sponenti", quali il fumo attivo e passivo, le polveri, gli agenti inquinanti, il caldo umido e quello troppo secco, gli sbalzi di temperatura; inoltre una volta instau-ratosi un processo infi ammatorio della mucosa respiratoria bisogna ripristinare quanto prima possibile l'integrità della mucosa stessa. Infi ne, quando è in atto

un’infezione, è necessario intervenire con un’opportuna terapia per evitare l’estensione dell'infezione a livello bron-copolmonare, complicanza questa piut-tosto rilevante, e non infrequente nei casi mal trattati o trascurati.In età pediatrica, nell’ambito delle pato-logie croniche respiratorie sopra men-zionate, la Terapia Termale inalatoria, se attuata periodicamente e ben praticata, può costituire un effi cace mezzo di pre-venzione e cura. Essa consente, median-te l’ausilio di apposite apparecchiature, l’azione delle acque minerali stesse sulla mucosa delle alte e basse vie respira-torie. Le metodiche applicative termali inalatorie maggiormente utilizzate sono le inalazioni caldo-umide (prime vie ae-ree), le nebulizzazioni (prime e medie vie aeree), l’aerosol (basse vie aeree). Nella pratica termale per eff ettuare la “crenoterapia inalatoria” (o terapia ter-male inalatoria) vengono usati vari tipi di acque minerali come le acque minerali

sulfuree (es. quelle di Terme di Telese SpA in Telese Terme-BN, di Terme Cappetta e di Terme Rosapepe in Contursi Terme-SA, di Terme di Tabiano-PR), le salso-bromo-iodiche (es. quelle di Terme Stufe di Ne-rone in Bacoli-NA, di Terme di Salsomag-giore-PR), le radioemanative (es. quelle di Terme di Lurisia in Mondovì–CN, di Terme di Merano-BZ, di Ischia), le salso-solfate (es. quelle di Terme di Agnano-NA, di Ho-tel Gran Paradiso Terme in Casamicciola-Ischia-T-NA), le bicarbonate (es. quelle di Terme Vulpacchio in Contursi Terme-SA, di Chianciano Terme-SI) etc.. Gli eff etti curativi espletati dalle acque minerali a livello delle alte e basse vie respiratorie in sintesi possono riassumersi in: azione di umidifi cazione delle mucose; azione di fl uidifi cazione del muco; azione antiin-fi ammatoria e decongestionante; azione di aumento dei poteri di difesa dell’orga-nismo e quindi dell’effi cienza dei mecca-nismi dell’immunità locale con potenzia-mento della produzione di IgA secretorie

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sia a livello nasale sia a livello delle vie respiratorie inferiori; azione trofi ca sulle mucose con attivazione della microcir-colazione, ripristino del movimento cilia-re e regolazione delle cellule mucipare. La terapia termale inalatoria, dunque, grazie agli eff etti terapeutici sopra menzionati è indicata nel trattamento di diverse patologie a carico delle vie respiratorie in qualsiasi periodo di età, compreso quello pediatrico, essendo in grado di agire sui principali meccanismi fi siopatologici che determinano tali ma-lattie in particolare su infi ammazione, ipersecrezione ed ostruzione. Interessante ad esempio è l’azione tera-peutica che le particelle nebulizzate di acqua termale possono svolgere in quei bambini aff etti da ricorrenti episodi ca-tarrali rino-faringitici e rino-sinusali con iperplasia dell’anello del Waldeyer resi-stente ai comuni presidi terapeutici me-

dici e più volte indirizzati alla soluzione chirurgica. Importante è anche la pre-venzione e la cura che può essere fatta in questi stessi soggetti sulle complicazioni infi ammatorie tubariche e dell’orecchio medio (Otite media secretiva), che molte volte accompagna le aff ezioni del rinofa-ringe. Ma anche patologie nasali e rino-faringee, in continuo aumento, come le riniti e le rinofaringiti allergiche, trovano nell’azione stabilizzante mastocitaria delle acque termali una valida indicazio-ne terapeutica alternativa. (Costantino M, 2008 Ed. II Pavone, Chianciano Ter-me). Numerose ricerche, anche personali, hanno evidenziato che la terapia terma-le inalatoria in patologie infi ammatorie croniche rino-faringitiche, rino-sinusali e faringo-laringee è in grado di migliorare la maggior parte dei sintomi tenuti sot-to osservazione come tosse, ostruzione

nasale, cefalea, espettorazione, diffi col-tà a deglutire. Se poi il trattamento viene espletato con costanza, almeno una volta l’anno, meglio sarebbe due volte l’anno, si osserva sia una progressiva riduzione di entità e numero di episodi di riacutiz-zazione delle ricadute sia una riduzione del consumo di farmaci (come antibiotici, mucolitici, cortisonici, antistaminici, etc) nel periodo inter-cura ossia tra un ciclo termale e l’altro che in genere corrispon-de al periodo invernale. I migliori risultati in tal senso sono stati evidenziati nella fa-scia di età compresa tra i 4-14 anni ove si è riscontrato il 93% di risultato globale po-sitivo (Costantino M. et al., Clin Ter, 2003; Costantino M. et al., Med Clin Term, 1998). Non si dimentichi che proprio nella prima decade di vita spesso si rileva una caren-za delle difese immunitarie dell’organismo per riduzione di IgA nel siero e nei secre-ti sia per defi cit primari sia per defi cit secondari a processi infi ammatori delle mucose delle prime vie aeree e dell’albe-ro bronchiale. Il miglioramento indotto di rifl esso si ripercuote positivamente anche sulla qualità di vita e benessere dei piccoli curandi e dei loro familiari.In conclusione si può aff ermare che, nei bambini, la terapia termale inalatoria può costituire un valido supporto preventivo e curativo in numerose malattie infi amma-torie croniche a carico delle alte e basse vie respiratorie per la buona tolleran-za mostrata; per la possibilità di infl uire favorevolmente sulla sintomatologia e sull’evoluzione del processo morboso contribuendo anche ad eliminare, ritar-dare o attenuare gli episodi di riacutizza-zione o di ripresa evolutiva verso fasi più avanzate di malattia; per la possibilità di integrarsi ai trattamenti farmacologici con conseguente riduzione del consumo dei farmaci e di eventuali eff etti collaterali indesiderati.

idrologia disturbi respiratori nei bambini

reparto inalatorio terme dilurisia

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Cracovia è una delle città eu-ropee che negli ultimi anni ha suscitato l’interesse di un cre-scente numero di turisti. Ogni

anno si contano oltre otto milioni di vi-sitatori. E non solo perché sorge vicino Auschwitz, il campo di concentramento nazista, oggi trasformato in un museo. Il centro storico di Cracovia, rimasto intat-to da secoli, si snoda attorno alla piazza medievale più grande d’Europa, cuore pulsante della vita diurna e notturna. In particolare per gli oltre centomila stu-denti dell’antica università che, in cerca

da cracovia ad auschwitz,un viaggio tra presente e passato

di una via d’uscita dalla noia delle lezio-ni, si rifugiano per locali, pub, birrerie e discoteche, che sorgono in ogni angolo delle strade.La piazza è pienissima di gente, con ca-ratteristiche carrozze che scorrazzano a qualsiasi ora. Anche solo stando seduti e passare il tempo mangiando un gelato è piacevole. Dall'alto del Wavel (collina) sorge il Castello che domina l’intera città da oltre 500 anni. In cima alla collina c’è una vasta piazza sulla quale si aff accia la “Cattedrale del Wawel” (Basilica Catte-drale dei Santi Stanislao e Venceslao) che

è la più importante chiesa della Polonia. Poco più in là, sorge lo storico quartiere di Nowa Huta, storico quartiere costruito in epoca comunista. Si tratta di un comples-so edilizio abitativo realizzato negli anni ‘50 attorno ad un’enorme acciaieria. Di-sta 9 chilometri da Cracovia ed è impres-sionante per la sua estensione: quando gli impianti erano ancora in piena attività impegnavano ben 40.000 operai, mentre la sola acciaieria è grande 5 volte il centro storico di Cracovia.Il numero di chiese e monasteri all’interno del centro storico di Cracovia, oggi intera-

a cura di Pasquale Malvonereportage fotografi co di Luigi Caterino

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reportage

mente pedonale, è paragonabile a quello di Roma. Un concentrato di storia e di cultura, arte ed architettura, rispetto al quale l’Unesco, nel 1978, ha inserito Cra-covia nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Scoprire Cracovia vuol dire soprattutto visitare il campo di Auschwitz che sor-ge ad appena sessanta chilometri dalla città. Il campo di concentramento di Au-schwitz fu uno dei tre principali che for-mavano il complesso concentrazionario situato nelle vicinanze di Auschwitz (in polacco Oświęcim). Ne facevano parte anche il campo di sterminio di Birkenau (che arrivò ad ospitare oltre centomila prigionieri), il

da cracovia ad auschwitz

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campo di lavoro di Monowitz, ed i restan-ti 45 sottocampi costruiti durante l’occu-pazione tedesca della PoloniaLa visita inizia attraversando il cancello di Auschwitz I recante la tristemente fa-mosa scritta Arbeit Macht Frei (ironico e crudele “Il lavoro rende liberi”).Ognuno dei capannoni ospita una mo-stra, ogni mostra racconta un pezzo del-la vita degli ebrei, che per 4 lunghissimi anni (dal 1940 al 1944) hanno varcato la soglia d’ingresso ma che solo in po-chi sono riusciti a ripercorrere in senso inverso. Gli stabili sono dei veri e propri magazzini, in ognuno dei quali sono sta-ti ammassati disordinatamente, divisi per tipologia, tutti i beni che venivano sottratti ai prigionieri al loro arrivo al campo di concentramento: si passa dal-la raccolta di capelli, a quella di scarpe, dai giocattoli dei bambini, alle protesi, Cancello di ingresso di Auschwitz I, “Il lavoro rende liberi”

reportage da cracovia ad auschwitz

Binario nel campo di concentramento di Birkenau

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dagli occhiali accatastati alle valigie. Il blocco 11 è l’area dove si trovavano le celle dei prigionieri. Qui si possono os-servare alcune delle celle punitive, sono dei piccoli box di 90×90 centimetri da cui si entrava tramite una piccola porti-cina in legno, e dove venivano messi in “punizione” i deportati. In questi piccoli spazi potevano essere stipate più per-sone contemporaneamente, costrette a passare intere nottate in piedi. Un po’ al di fuori dell’area dove vivevano i pri-gionieri si trovano i forni crematori: degli edifi ci bassi coperti da una montagnola di terreno, come a volerli mascherare dall’ambiente circostante. Un capitolo della storia da non dimenticare e da tra-smettere alle future generazioni.

reportage da cracovia ad auschwitz

Cumuli di scarpe sottratte ai prigionieri

Capannone dove dormivano i deportati. I letti erano tavole di legno

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pietro falangachef

saperi & sapori

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- 1 confezione di Cous-Cous precotto da 500 gr- 1 kg di spezzatino di manzo o agnello- Olio extravergine di oliva- 1 cipolla tritata- 6 spicchi d’aglio- 2 coste di sedano- 2 pomodori- 2 zucchine- 2 carote- 2 melanzane- 3 peperoni (1 giallo 1 verde e 1 rosso)- 400 gr di zucca- 200 gr di verza- Ceci cotti- 1 patata- 2 bustine di zaff erano- brodo vegetale q.b.- prezzemolo tritato- curcuma in polvere- cumino in polvere- coriandolo in polvere- peperoncino q.b.- sale e pepe q.b.

Ingredienti per 6 persone:

cucina etnica mediorientaleil cous-cous

Preparazione del sugoPer una preparazione ottimale predisponete la “mise en place” con tutti gli ingredienti pronti alla cottura. Lavate bene tutte le verdure e tagliatele a cubetti piccoli, (brunoise), tenendo separato ogni singolo ingrediente. La verza sarà tagliata a julienne, la carne a spezzatino.Riscaldate l'olio nella pentola e appassite la cipolla tritata, le carote, il sedano, i pomo-dori, i ceci e la verza quindi, salate, pepate, sbriciolate il peperoncino, aggiungete lo zaff erano ed il brodo vegetale e fate cuocere a fuoco moderato per circa 10 minuti. Per quanto riguarda la cottura delle verdure e della carne, scaldiamo un po` d`olio in un padella, aggiungiamo uno spicchio d’aglio e iniziamo a rosolare, a fuoco vivo, singolar-mente, i peperoni, le zucchine, le patate, le melanzane, la zucca e lo spezzatino di carne, usando sempre la stessa padella. Quando le verdure e la carne saranno ben rosolate potrete aggiungerle nella pentola del il sugo di base. Una volta ultimata questa procedura, sarà suffi ciente mescolare il tutto ed eventual-mente aggiungere brodo vegetale nel caso dovesse essere insuffi ciente.Verso la fi ne della cottura insaporiamo con le spezie e attendiamo che tutti gli ingre-dienti siano ben cotti.

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saperi&sapori sapori etnici

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Ingredienti:

500 gr di ceci precottiAglioSale e pepe q.b. Olio di semi di mais q.b.Prezzemolo tritato q.b.Succo di limone

PreparazioneIn un mixer o un frullatore mettiamo i ceci, l’aglio, il prezzemolo tritato, sale e pepe e frulliamo il tutto.Aggiungere a fi lo il succo di limone e l’olio di semi, alternandoli, poco per volta continuando a frullare, assaggiando di tanto in tanto fi no a raggiungere la con-sistenza ed il livello di acidità e sapidità desiderati.

Preparazione del cous-cousIl cous cous precotto è molto semplice da cuocere, infatti basta metterlo in una ciotola e ricoprirlo con del brodo vegetale bollente, i granelli di semola si gonfi eranno e in poco tempo saranno pronti.Successivamente basterà separare i chicchi con una forchetta o anche con le mani, aggiungendo una noce di burro o, a scelta, olio extravergine di oliva e il nostro cous-cous sarà  pronto.Se volete che il vostro cous cous sia di colore giallo intenso potete unire al brodo anche 2 cucchiaini di curcuma.

hommoseija (crema di ceci)

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gata, quella della confusione sull’inter-pretazione dell’essere, tra ciò che appare e ciò che veramente è.Nuovi mostri vengono alla ribalta, essi sono fi gli della “normalità”, persone co-muni. Nella dimensione di un’esistenza che si ponga nella quotidianità la cura sui, si fanno più stringenti e urgenti alcu-ne domande: conosci te stesso? in “che modo si è nel mondo”? com’è la rela-

zione con gli altri? Ma, e forse questa è la domanda più intrigante e complicata: dai accesso alla verità nel senso di volgere lo sguardo su te stesso? e, infi ne, interrogar-si su ciò che ha posto Foucault su “... quelle azioni esercitate da sé su di sé, quelle attra-verso le quali ci si fa carico di sé, quelle per mezzo delle quali ci si modifi ca, ci si purifi ca, ci si trasforma e ci si trasfi gura”.L’uomo che si interroga è un’attività che

raff aele aratrocounsellor

docente di fi losofi a e storia

fi losofi a

La società dei consumi, delle luci sfavillanti, dei rumori afoni, dell’estetismo sfrenato, dell’ego-centrismo tout court, sembra

che abbia “educato” l’individuo ad aver maggior cura di se stesso, ad occuparsi meglio di sé. I fatti della vita quotidiana, alcuni amplifi cati a dismisura dai mezzi di comunicazione di massa, ci riportano ad una realtà a volte colpevolmente ne-

conosci te stesso, cura sui, la proiezione di sé come altro

“Tre sono le questioni che, in un certo senso, attraversano il pensiero occidentale nel suo insieme:- l’accesso alla verità;- la messa in gioco del soggetto da parte del soggetto stesso all’interno della cura che egli si prende di sé;- la conoscenza di sé.”(dal libro citato p. 470)

Nella rubrica Filosofi a e Consulenza di questo numero, soff ermandoci sul libro di Michel Foucault, L’ermeneu-tica del soggetto. Parleremo del rapporto con sé, della problematizzazione del soggetto. Com’è scritto nella quarta di copertina: “Dunque si trattava di un vero e proprio addestramento volto al raggiun-gimento della piena padronanza di sé, all’autoformazione dell’uomo libero.”

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pratica, nella quotidianità, la cura di sé. L’individuo, però, è chiamato ad un esercizio di verità primariamente con se stesso e in seguito con l’altro, in questo senso il primato che è, essenzialmente, etico, non può che entrare in relazio-ne con i principi della morale. E’ un po’ come dire che star bene con sé è impre-scindibile con lo star bene con gli altri, in quest’ambito “occuparsi di sé non è, dunque, una semplice preparazione mo-mentanea alla vita; è una forma di vita”. Come scrive Michel Foucault è una sorta di “conversione a sé”. Questa conversio-ne richiede un forte esercizio critico e necessita di imparare a disimparare; la tensione deve essere rivolta al cambia-mento per curare la malattia dell’anima.

fi losofi a conosci te stesso

In questa visione la “pratica di sé” induce ad una problematizzazione del soggetto, una sorta di pensiero critico su se stesso.L’esercizio critico non può che partire dal concetto di verità o forse sarebbe meglio dire dall’accesso alla verità di sé con sé. La semplifi cazione attualizzante e minimalista, che viene proposta soprat-tutto dai mass media, porta a credere che l’individuo non possa avere accesso alla verità; imbambolato e imbavagliato egli è off uscato, determina modalità esi-stenziali praticamente indiff erenti a sé e agli altri, non rende visibile se stesso.Il discorso sulla verità dell’essere, su ciò che si è, pone in primo piano la questio-ne del bene e del male. Il rapporto, cioè, tra il primato morale del Bene e del Male in ambito sociale in relazione alla visione che ne ha il soggetto. E’ evidente, infatti, che non sempre ciò che è bene per l’individuo lo sia per la società; è per questo che il primato dell’etica dell’immanenza possa ritrovar-si nell’ “estetica dell’esistenza”, nel senso che nella oggettività temporale e spa-ziale non si può far a meno dell’Altro; di un’altra esistenza anch’essa in rappor-to dialettico e confl ittuale con i principi morali del Bene e del Male. L’esistenza come ricerca di verità, non di una verità trascendente ed astratta ma concreta e viva, quella dell’individuo, ciò che Fou-cault chiama “etica della padronanza”. “Più che una ricerca narcisista, aff asci-nata ed estasiata di una verità perduta dell’io, la cura di sé designa, infatti, la tensione vigile di un sé che è soprattutto attento a non perdere il controllo delle sue rappresentazioni, preoccupato di non lasciarsi invadere nè dalle pene né dai piaceri (p.481)”.La cura di sé conduce al ben-essere e l’etica della padronanza rende compren-sibile la dicotomia tra l’io e il suo ruolo,

tra Sé e la sua proiezione: l’Altro. La que-stione non è quella della com-prensione dell’Altro che è proiezione allo specchio del Sé, quanto l’accettazione del timore, del tremore e dell’entusiasmo che produ-ce la naturale in-comprensione del Sé.

Michel Foucault, L’ermeneutica del soggetto. Corso al Collège de France (1981 – 1982),

Feltrinelli, Milano 2011, Euro 12,00,

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“Nessun farmaco o dispo-sitivo ad oggi ha il po-tenziale delle sigarette elettroniche per aiutare

i fumatori a ridurre i danni ed eliminare la dipendenza tabagica”. E’ quanto aff er-ma il Prof. Riccardo Polosa, Responsabile Scientifi co della LIAF Lega Italiana Anti-fumo e Direttore del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania, da anni impegnato in studi cli-

attualità

nici sulle sigarette elettroniche. “Le e-cig non prevedono combustione di sostanze nocive e non producono fumo, ma va-pore - spiega il Prof. Polosa - rivelandosi così una valida alternativa ed eliminando i ben noti rischi delle sigarette tradizio-nali”.Le sigarette elettroniche sono dispositivi costituiti da una batteria e da un atomiz-zatore che al momento dell’aspirazione si surriscalda e fa evaporare il liquido

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gabriella papaleresponsabile

comunicazione liaf

sigarette elettroniche una grande opportunità per ridurre i danni da fumo

intervista al responsabile scientifi co della lega italiana anti fumo

Riccardo Polosa, Responsabile Scientifi co della LIAF (Lega Italiana Antifumo) e Direttore del Centro Prevenzione e Cura del Tabagismo dell’Università di Catania

foto di luigi caterino

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attualità fumare digitale

un recente studio mostra come su 40 fumatori non

intenzionati a smettere, il 55% ha ridotto l’uso delle

sigarette

contenuto nella cartuccia o nel serba-toio, composto da glicole propilenico e acqua a cui è possibile aggiungere aromi o nicotina. “La nicotina è una sostanza stimolan-te che dà dipendenza - spiega il Prof. Polosa - ma non è la causa di tumori o disturbi cardiocircolatori, provocati in-vece dalle oltre 7 mila sostanze nocive contenute nel tabacco e generate dalla combustione”.Le e-cig permettono, a quei fumatori che presentano gravi sintomi astinenziali da nicotina, di ovviare a disturbi dell’umore e problemi di concentrazione, gesten-done la somministrazione senza i danni del tabacco. Le sigarette elettroniche soddisfano un altro bisogno basilare per il fumatore, cioè aiutano a modulare la dipendenza psicologica e gestuale, in-fatti così come spiega il Dott. Pasquale Caponnetto - Psicologo Clinico dell’Uni-versità di Catania e Ricercatore LIAF - le e-cig sono uno strumento innovativo per le cure antitabagiche perché permetto-no al fumatore di mantenere la gestuali-tà tipica, come giocherellare con le mani,

e la ritualità sociale, ad esempio caff è e sigaretta.L’opinione positiva sulle sigarette elet-troniche nasce dai risultati eccellenti ottenuti da numerosi studi clinici che LIAF sta conducendo in collaborazione con l’Università di Catania, tra cui quello pubblicato sulla rivista scientifi ca inter-nazionale BMC Public Health, che mostra come su 40 fumatori non intenzionati a smettere, il 55% ha ridotto l’uso delle sigarette tradizionali con conseguenti benefi ci per la salute; inoltre di questi il 22,5% ha completamente eliminato la di-pendenza tabagica. “Oltre ai risultati positivi di studi clinici internazionali- commenta il Prof. Polo-sa - c’è la risposta sociale che vede mi-lioni di utilizzatori in tutto il mondo che non riportano eff etti collaterali gravi e si dichiarano soddisfatti dell’uso delle

sigarette elettroniche”. La grande diff u-sione delle e-cig e il loro utilizzo di massa impone certamente un intervento tempe-stivo delle autorità al fi ne di regolare la produzione, i contenuti e la commercializ-zazione, tutelando così il consumatore. E’ importante anche la formazione di medici, psicologi e operatori del settore che con una specifi ca conoscenza delle potenzia-lità delle sigarette elettroniche potranno seguire in modo adeguato i loro pazienti in percorsi antitabagici. Infi ne si suppone che la riduzione del rischio data dalle siga-rette elettroniche nel lungo periodo oltre ad avere benefi ci sulla salute pubblica, in-fl uirà sulla riduzione dei costi sanitari ad oggi sostenuti per le malattie fumo corre-late e sulla diminuzione dell’inquinamento ambientale. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.liaf-onlus.org o inviare una email a: [email protected].

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fi losofi a cento coltellate al cuore

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John Bowlby (1907-1990) pediatra e psicoanalista inglese, iniziò i suoi studi per un incarico della O.M.S, os-

servando la salute mentale dei bambi-ni senza famiglia. Nel 1951 formulò un pensiero che è alla base di tutta la sua teoria. “Si ritiene essenziale per la salute mentale che il bambino e l'infante spe-rimentano un rapporto caldo, intimo, ininterrotto con la madre (o con un so-stituto materno permanente) nella quale entrambi possano trovare soddisfazione e godimento”. Da qui nasce il suo concetto più impor-tante, quello di Attaccamento, defi nito come “una congiunzione emozionale che lega il bambino ad una o più persone attraverso il tempo e lo spazio”. I bambini stabiliscono questo legame entro i primi otto mesi di vita, e portano a compimen-

bowlby e la teoria dell'attaccamento

to tale processo entro il loro secondo anno. L’indicatore per eccellenza che il legame di attaccamento è stabilito, si identifi ca nell’angoscia da separazio-ne, nel momento in cui il bambino viene separato dalla madre. L'attaccamento viene testato da una situazione speri-mentale detta “Strange situation”, con la quale, attraverso venti minuti di osser-vazione in cui si trovano in una stanza il bambino, la mamma ed un estraneo, si possono osservare i diversi comporta-menti e le reazioni emotive del bambino in presenza della madre, al momento della separazione da questa ed in com-pagnia di un estraneo. Alcune sessioni sono visibili anche sul sito di broadcasting youtube. Da queste osservazioni sono stati teorizzati gli stili di attaccamento: sicuro, insicuro, evi-

tante e disorganizzato. Stile Sicuro: l’in-dividuo ha fi ducia nella disponibilità e nel supporto della fi gura di attaccamento, nel caso si verifi chino condizioni di pericolo, così si sente libero di poter esplorare il mondo. Tale stile è promosso da una fi gu-ra sensibile ai segnali del bimbo, disponi-

andrea d’alpapsicologo

psicologia

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bile e pronta a dargli protezione nel mo-mento in cui lo richiede, ciò individua un bambino che sa sopportare il distacco dalla madre, che non ha paura di essere abbandonato e che ha fi ducia nelle pro-prie capacità e in quelle degli altri. Il Sè e l'Altro sono vissuti entrambi come positi-vi e affi dabili. L’emozione predominante è la gioia.Stile Insicuro Evitante: questo stile è caratterizzato dalla convinzione che, alla richiesta d’aiuto, il bambino non incon-trerà la disponibilità della fi gura di attac-camento, e che addirittura verrà rifi uta-to da questa. Così facendo, il bambino costruisce le proprie esperienze facen-do esclusivo affi damento su se stesso, senza l’amore ed il sostegno degli altri, ricercando l’autosuffi cienza anche sul piano emotivo, con la possibilità di arri-vare a costruire un falso Sé. I tratti che maggiormente caratterizzano questo stile sono: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzione di non essere amato, percezione del distacco come “prevedibile”, tendenza all’evitamento della relazione per convinzione del ri-fi uto, apparente esclusiva fi ducia in se stessi e nessuna richiesta di aiuto. Il Sé è vissuto come positivo e affi dabile, l'Altro negativo e inaffi dabile. Le emozioni pre-dominanti sono la tristezza e il dolore.Stile Insicuro Ansioso Ambivalente:non vi è nell’individuo la certezza che la fi gura di attaccamento sia disponibile a rispondere ad una richiesta d’aiuto. Per questo motivo l’esplorazione del mondo è incerta, esitante, connotata da ansia ed il bambino è inclina all’angoscia da separazione. Questo stile è promosso da una fi gura che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e da frequenti separazioni, se non addirittura da minac-ce di abbandono, usate come mezzo co-ercitivo. I tratti che maggiormente carat-

terizzano questo stile sono: insicurezza nell’esplorazione del mondo, convinzio-ne di non essere amabile, incapacità di sopportare distacchi prolungati, ansia di abbandono, sfi ducia nelle proprie capa-cità e fi ducia nelle capacità degli altri. Il Sé è vissuto come negativo e inaffi dabile (a causa della sfi ducia verso di lui che attribuisce alla fi gura di attaccamento), l'Altro come positivo e affi dabile. L’emo-zione predominante è la colpa.Stile Disorientato/Disorganizzato:sono considerati disorientati/disorganiz-zati i bambini che appaiono apprensivi, piangono e si buttano sul pavimento o portano le mani alla bocca con le spalle curve in risposta al ritorno dei genitori dopo una breve separazione. Altri bam-bini disorganizzati, invece, manifestano comportamenti confl ittuali, come gira-re in tondo mentre simultaneamente si avvicinano ai genitori, altri ancora ap-paiono disorientati o congelati nei movi-menti. Sono anche da considerarsi casi di attaccamento disorganizzato quelli in cui i bambini si muovono verso la fi gu-ra di attaccamento con la testa girata in altra direzione, in modo da evitarne lo

sguardo. Questo stile non è stato teorizza-to da Bowlby, ma da Main e Salomon, per descrivere uno stile di attaccamento che non rientrava nei tre precedenti.Nel corso dello sviluppo i legami di attac-camento sono suscettibili di modifi cazio-ni. Lo stesso legame genitoriale, col pas-sare del tempo, passa in secondo piano rispetto al legame aff ettivo sentimentale. Nell’adolescenza l’attaccamento attraver-sa un periodo di transizione. In questo pe-riodo l’adolescente sembra spesso impe-gnato ad un allontanamento intenzionale dalla relazione con i genitori e familiari. Si cominciano così a stabilire le relazioni di attaccamento con coetanei (partner sen-timentali e amici stretti). La componente sessuale di queste relazioni, che in questa fase comincia a manifestarsi, aiuta a fa-vorire la componente dell’attaccamento, fornendo legami stabili, l’esperienza di emozioni intense ed intime. I nuovi legami di attaccamento si costruiscono sulla base di quelli infantili ma sono diversi da questi. Esistono diff erenze rilevanti tra l'attacca-mento adulto e quello dei bambini. Innan-zitutto il processo di attaccamento nell'in-fanzia è di tipo complementare in quanto

psicologia la teoria dell’attaccamento

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psicologia la teoria dell’attaccamento

la fi gura di attaccamento off re cure, ma non ne riceve, mentre il bambino ricer-ca, ma non off re sicurezza. Al contrario, l'attaccamento adulto è tipicamente re-ciproco: entrambi i partner danno e rice-vono protezione. Una seconda diff eren-za consiste nel fatto che nell'età adulta la fi gura d'attaccamento è un pari e spesso anche un partner sessuale. La forma più tipica di attaccamento adulto implica quindi l'integrazione di tre diversi sistemi comportamentali: l'attaccamento, il for-nire e ricevere cure e l'accoppiamento sessuale. Dai modelli infantili dell'attaccamento, possiamo risalire all'adulto che è in noi, e al modo in cui costruiamo le nostre re-lazioni, attraverso un'intervista, la Adult Attachment Interview, con la quale può essere stabilito a quale dei quattro stili di attaccamento viene assegnato l’indivi-duo adulto esaminato. Vengono defi niti quattro stili, in corrispondenza a quelli infantili precostituiti. Stile Sicuro: l'individuo sicuro detie-ne un modello positivo che lo porta ad avere una buona fi ducia in se stessi e al giusto apprezzamento degli altri. Questo individuo viene considerato un tipo posi-

tivo. E' capace di relazioni di coppia con-notate da intimità, apertura emotiva, ri-spetto reciproco e una dialettica serena in cui i confl itti con il partner si risolvono in maniera costruttiva.Stile Preoccupato: l'individuo preoccu-pato ha un modello negativo di sé da cui conseguono una bassa autostima e la tendenza alla dipendenza del giudizio degli altri. D'altro canto, il modello positi-vo che ha dell’altro lo porta alla continua ricerca di compagni, di attenzione e di intimità, a volte così insistenti e “insazia-bili” che le loro richieste fanno allontana-re gli altri. Le sue relazioni sentimentali sono costellate di passione, rabbia, gelo-sia e ossessività, tende ad iniziare i con-fl itti con il partner rimandando, però, la rottura del legame.Stile Distanziante: questo individuo ha un modello interno ambivalente; un mo-dello positivo di sé che lo porta ad avere alta fi ducia in se stesso senza interes-sarsi troppo del giudizio degli altri - da cui si sente considerato arrogante, furbo, critico, o riservato - e un modello negati-vo dell’altro che lo porta a dare l’impres-sione di non apprezzare molto le altre persone apparendo, talvolta, cinico o

eccessivamente critico. Questo individuo è un fautore dell'indipendenza, della liber-tà. Svaluta l'importanza delle relazioni nel-le quali è palese la mancanza d'intimità e tende a non mostrare aff etto. Le relazioni lo annoiano e si sente intrappolato, questo individuo evita sempre il confl itto. Stile Timoroso-Evitante: nell’individuo timoroso-evitante alberga un modello negativo di se stesso da cui scaturiscono bassa autostima e tante incertezze verso se stesso e verso gli altri. Questo tipo evita le richieste d'aiuto, ha diffi coltà a fi darsi degli altri ed evita il confl itto per via della negatività che pervade anche gli estranei. L'individuo con questo stile diffi cilmen-te instaura una relazione sentimentale e quando se ne fa coinvolgere assume un ruolo passivo, dipendente ed insicuro. La persona con questo stile è tendente alla autocolpevolizzazione per i problemi di coppia ed ha diffi coltà a comunicare apertamente e a mostrare i sentimenti al partner.In conclusione, come diceva Freud, “il bambino è padre dell'adulto”, gran parte del nostro modo di essere è il frutto di ciò che è stato seminato nella nostra infanzia e che rimane sempre con noi. Come dice-va il Pascoli “è dentro di noi un fanciullino che non solo ha brividi ma anche lacrime e tripudi suoi. Egli alla luce vede, o sembra vedere; alla notte sogna o sembra sogna-re, parla agli alberi, alle nuvole, al cielo, alle bestie, e, nella perdita degli esseri amati, esce a dirci quel particolare che ci fa scio-gliere in lacrime e che ci salva”.

Bibliografi aA. Lis, S. Stella, G.C. Zavattini. Manuale di psicologia di-namica. Il Mulino, Bologna, 1999.J. Bowlby. Un base sicura: applicazioni cliniche della te-oria dell'attaccamento. Milano, Cortina, 1989. J. Bowlby. Attaccamento e perdita.Vol 1: l'attaccamento alla madre. Bollati Boringhieri, Torino. 1999. J. Solomon, C. George, D. Cavanna, G.G. Stella. L'attac-camento disorganizzato. Gli eff etti dei traumi e delle separazioni. Il Mulino, Bologna. 2007.

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marzo/aprile 2013

ariete (21 marzo - 19 aprile)

Anima. Dedicatevi di più agli amici e alla famiglia: in questo periodo non siete molto fortunati in amore. Sarà un modo per riacquistare serenità e fi ducia in voi stessi. Recupererete il tempo perduto con l’arrivo della primavera.Corpo. Complice il freddo, si faranno sentire vecchi acciacchi. Non li trascurate e rivolgetevi al medico che vi saprà indicare un rimedio utile per rimettervi in forma.

toro (20 aprile - 20 maggio)

Anima. Cercate di riservare maggiori attenzioni al vostro part-ner: solo in questo modo riuscirete a tenere a bada la sua ge-losia. Godetevi questo momento perché con l’arrivo della pri-mavera dovrete fare i conti con un quadro astrale non proprio favorevole che alimenterà antichi dissapori.Corpo. L’inverno non vi ha dato tregua, con l’acutizzarsi di alcuni fastidi articolari. Non temete: con l’arrivo della primavera e delle belle giornate tutto si risolverà e potrete concedervi delle lun-ghe passeggiate a contatto con la natura.

gemelli (21 maggio - 20 giugno)

Anima. In questo inizio di nuova stagione, la passione vi infi am-merà cuore e mente: lasciatevi guidare dal vostro istinto. Il part-ner vi seguirà ad occhi chiusi. Se siete single, non andate alla ricerca del grande amore, ma concedetevi a storie fugaci ma intense, che vi regaleranno emozioni indimenticabili.Corpo. Vi apprestate a scrollarvi di dosso quei malanni di stagio-ne che non vi hanno lasciato tregua. Con la primavera inoltrata, vi apprestate a vivere una stagione con slancio e vitalità.

cancro (21 giugno - 22 luglio)

Anima. Ritroverete passione e feeling con il vostro partner, dopo un periodo di incomprensioni. E’ un buon periodo per fare nuove conoscenze. I single potranno contare su stimolanti oc-casioni di socialità.Corpo. Ci sono tutti i presupposti per mettervi di nuovo in car-reggiata e perdere quei chili accumulati negli ultimi mesi che in-cidono negativamente sul benessere psico-fi sico. Cercate solo di non cadere in tentazione quando vi sedete a tavola.

leone (23 luglio - 22 agosto)

Anima. L’amore vi regalerà le maggiori sorprese che vi cambie-ranno la vita per sempre: matrimonio in vista! I single, invece, potrebbero incontrare l’anima gemella e rimanere dolcemente fulminati.Corpo. Il periodo più freddo dell’anno è ormai alle spalle: i vostri malanni stagionali saranno presto solo un brutto ricordo. Cerca-te, comunque, di mettervi subito al lavoro, magari facendo un po’ di sano movimento fi sico.

vergine (23 agosto - 22 settembre)

Anima. Il vostro fascino rischia di creare qualche attrito con il vostro partner e alimentare la sua gelosia. Ricordate che solo quello che non si fa, non si sa. Questo è il periodo favorevole per mettere la testa a posto: non buttate tutto al vento. Corpo. Tendete a somatizzare oltre il dovuto le vostre ansie. Ciò vi procurerà qualche fastidio all’apparato digerente. Non osti-natevi a tenere tutto sotto controllo, altrimenti il vostro corpo vi invierà chiari segnali di disagio.

bilancia (23 settembre - 22 ottobre)

Anima. La voglia di avventura e di evasione farà il paio con qual-che momento di sparizione. Sarà a causa di Venere in trigono nel nono settore (amore per i viaggi, persone conosciute in contesti diversi dall’ordinario), o di Mercurio e Marte nei Pesci.Corpo. Potreste avvertire un disagio psicologico derivante da una crescente insoff erenza, o da una sensazione di rifi uto delle responsabilità troppo limitanti. Anche nel campo del fi tness, fa-ticherete a mantenere la costanza e i buoni propositi.

scorpione (23 ottobre - 21 novembre)

Anima. Siete più aff ascinanti del solito e chi vi sta accanto se ne accorgerà. Il vostro magnetico sex-appeal nasconderà il ca-rattere scontroso che vi contraddistingue. Sfruttate l’occasione per pretendere più attenzioni dal vostro partner. Se non avete legami aff ettivi, sarà il caso di muovervi, prima che lo charme vi abbandoni! Corpo. E’ arrivato il momento di mettere da parte ansia, ner-vosismo e stress e iniziare una nuova fase all’insegna del puro divertimento. I malanni di stagione sono ormai un ricordo ed una nuova energia vi sta permeando.

sagittario (22 novembre - 21 dicembre)

Anima. Non è tutto oro quello che luccica: fate bene ad aprire gli occhi per conoscere meglio chi vi sta accanto. Gli astri non vi aiutano, rendendovi più fragili di quanto voi siate. Prima di incorrere in qualche delusione fate le vostre scelte in maniera oculata. Ascoltate il consiglio di un amico.Corpo. La situazione aff ettiva incerta si ripercuote negativa-mente sul vostro stato psico-fi sico, rendendovi alquanto nervo-si. Non combattete lo stress tuff andovi nel cibo: rischierete di ingrassare. Evitate quindi gli eccessi e leccornie di troppo.

capricorno (22 dicembre - 19 gennaio)

Anima. La passione vi scalda il cuore e la mente: sarete per-vasi da un forte bisogno di appagare la vostra sensualità, ed il partner vi ringrazia. Se siete single, non andate alla ricerca del grande more, ma concedetevi a storie fugaci ma intense, che vi regaleranno emozioni indimenticabili.Corpo. Anche la salute è dalla vostra: vi apprestate a vivere una primavera con grande slancio e vitalità. Attenti, però, a non ap-profi ttare del vostro fi sico che, alla lunga, potrebbe risentirne.

acquario (20 gennaio - 18 febbraio)

Anima. Dovete avere più di fi ducia in voi stessi per tornare a sen-tirvi amati e desiderati. Potrete, così, vivere con maggiore sere-nità il vostro amore. Le recenti incomprensioni avute col partner saranno solo un brutto ricordo ed il vostro legame sarà più forte di prima. Chi è in cerca dell’anima gemella dovrà attendere l’ar-rivo dell’estate: tenetevi pronti.Corpo. Gli astri vi consigliano di riposare un po’ almeno da mar-zo a giugno, poi tutto tornerà negli standard con l’arrivo della stagione estiva.

pesci (19 febbraio - 20 marzo)

Anima. La vita aff ettiva vi regalerà molte soddisfazioni, anche grazie alla presenza di Venere nel segno. L’intesa col partner è perfetta, anche se sarebbe il caso di evitare futili discussioni che alla lunga creerebbero solo malumori.Corpo. Fate un po’ di moto: basterà anche una salutare passeg-giata. Ne benefi cerà il vostro stato psico-fi sico, messo a dura prova da un inverno rigido e da una alimentazione non sempre sana.

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anima & corpo

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in questa sezione troverai i contatti dei medici che hanno collaborato alla realizzazione di questo numero

altri contatti

contatti

DOTT.SSA EMANUELA BARBERIOSpecialista in Dermatologia e VenereologiaDottore di ricerca in Dermatologia SperimentaleCentro Polispecialistico Sebastopoli - TorinoTel. 011 31811032 Studio Medico Galeno - CatanzaroTel. 0967 21687

11

DOTT. MARIO SANNINOSpecialista in Oncologia Dermatologica Prof. a.c. Università UPAM NapoliU.O. Dermatologia Oncologica ASL NA3 SudGILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia) ILAD (Italian Laser Accademy of Dermatology)Studio: Via Sedivola, 95 - Torre del Greco (NA)Studio: Via L. Giordano, 56 - NapoliTel. 081 8816960 - 081 5786123E-mail: [email protected]

4

PROF. DOTT.SSA MARIA COSTANTINODocente a c. Scuola di Spec. in Idrologia Medica – Università degli Studi di Parma Specialista in Idrologia MedicaSpecialista in AudiologiaPresidente Ass. F.I.R.S.Th ermae (Form.ne Interdiscip. Ricerche e Scienze Termali) E-mail: mariacostantino@fi rsthermae.org

46

PIERO FALANGAchef “Taverna Bagaria”Via del Mare, 45 - Città Giardino Marano di Napoli (NA)Cell.: 338 48 77 644 - www.uncuocoincasa.it

60 RAFFAELE ARATROCounsellor Docente di Filosofi a e StoriaE-mail: [email protected]

63

DOTT. PAOLO CATERINO Specialista in Dermatologia e Venereologia Polo di servizi dermatologici Asl CE 2Via Salvatore di Giacomo, Aversa (Ce)

15

DOTT. MICHELE PEZZASpecialista in Dermatologia e VenereologiaReparto/U.O. di Dermatologia e VenereologiaOspedale FratebenefratelliViale Princi di Napoli14/aBenevento (BN) Tel. 0824-312885/ 3395726595

18 DOTT. GIUSY DI LORENZOOstetrica di Comunità, vicepresidente Collegio Ostetriche di Napoli, segretario Nazionale A.I.O.Cell. 347 63 60 271 [email protected]

31

DOTT. ANDREA D’ALPAPsicologo - PsicoterapeutaPsicodrammatista junghianoSpecialista in psicoterapia singola e di gruppoViale Teracati, 196/C - SiracusaCell.: 339 732 3754 - E-mail: [email protected]

70

DOTT.SSA NADIA RUSSO Specialista in Dermatologia e VenereologiaDottore di ricerca in Dermatologia SperimentaleUniversità degli studi di Napoli “Federico II”Prof.ssa a.c. Università di SalernoGILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia)Studio: Via Sedivola, 95 - Torre del Greco (NA)Tel. 081 8816960 - 081 8815862 - [email protected]: Rione Sirignano, 9 - Napoli Cell. 347 1922330

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DOTT. MARCO IOVANE Specialista in Psicologia Psicoterapeuta sistemico-relazionale e familiareEsperto in Psicodiagnostica, psicologia scolasti-ca e in terapia individuale, di gruppo, di coppia e familiareConsulente presso il poliambulatorio A.C.I.S.M.O.M. Ordine di Malta, NapoliStudio privato: Via E. Alvino, 79 – Vomero - NapoliWeb: www.psicoterapianapoli.org Email: [email protected]

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DOTT. MASSIMILIANO CAUTIEROMedico-chirurgo, Spec. Ginecologo Ostetrico, Senologo, Fertilità di coppia, Ecografi a generale ed invasiva .Studio: Via Belvedere 33, Napoli (Vomero), Tel. studio: 081 195010101; Segretaria: 3471180359; Personale: 335201313.Sito: www.drmassimilianocautiero.itE-mail: [email protected]

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PROF. GIOVANNI CANNAROZZOSpecialista in Dermatologia e VenereologiaDipartimento di Scienze dermatologicheUniversità di Firenze.GILD - FTP (Gruppo Italiano Laser Dermatologia) ILAD (Italian Laser Accademy of Dermatology)Salus Medica - Via Arrigo da Settimello 5/b FirenzeTel. 055-6540501 - 337699143 E-mail: [email protected]

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DOTT. FABRIZIO MELFA Medico Chirurgo perfezionato in medicina estetica (Univ. Pavia) Diplomato in medicina estetica (SIME - SIF- Roma) Master II liv. in fl ebolinfologia (univ. Siena)Spec. in Scienza dell’Aliment.ne (Univ. di Palermo)Studio: Via Massimo D’Azeglio, 27/C, PalermoVia Corsaro, 27, Sant’Agata Li BeratiVia P.S. Mattarella, 13/B, Termini ImereseVia B. Mattarella, 80, Bagheria Tel.: 091 50 86 041 - cell. 338 11 35 833sito: www.fabriziomelfa.it E-mail: [email protected]

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DOTT.SSA LUISA BARBAROResponsabile U.O. Consultori Area Metropolitana e Jonica - ASP 5 MessinaDirigente Ginecologo Consultorio FamiliareVia dei Vespri - Messina

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GABRIELLA PAPALEresponsabile comunicazioneLIAF (lega italiana anti fumo)E-mail: [email protected]

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