LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO Decreto 9 aprile 2008 (legge 81/08) Dottor. Leonardi.

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LA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO

Decreto 9 aprile 2008

(legge 81/08)

Dottor. Leonardi

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Il decreto legge

Il Decreto legislativo del 9 aprile 2008 n. 81, riprende, aggiorna, modifica, chiarifica e amplia una legge del 1994 nota come decreto “626/94”

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Le figure coinvolte

1. IL LAVORATORE

2. IL DATORE DI LAVORO

3. PREPOSTO

4. RLS (Rappresentante Lavoratori per la Sicurezza)5. RSPP (Responsabile addetto Servizio Prevenzione e

Protezione)

6. MEDICO COMPETENTE

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

PROTEZIONE TESTA PROTEZIONE UDITO OCCHI E VISO PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE MANI E BRACCIA PIEDI E GAMBE PELLE TRONCO E ADDOME INTERO CORPO INDUMENTI DI PROTEZIONE

Per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi durante il lavoro.

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USO ATTREZZATURE

Per attrezzatura di lavoro si deve intendere qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere usato durante il lavoro.

La attrezzature devono essere IDONEE alla salute e sicurezza, CONFORMI alle specifiche disposizioni legislative e ADEGUATE al lavoro da svolgere.

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MOVIMENTAZIONE CARICHI

Per movimentazione manuale dei carichi si devono intendere non solo le operazioni tipiche di trasporto e sostegno di un carico, ma anche quelle di spingere, trainare, sollevare, deporre, portare e spostare dei carichi.

Tra le principali lesioni sul luogo di lavoro ci sono quelle dorso-lombari. Imparare tecniche corrette di sollevamento e gestione dei pesi è fondamentale per ridurre i rischi di infortunio e incidenti.

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MOVIMENTAZIONE CARICHI

Quali sono i movimenti più accurati?

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USO VIDEOTERMINALI

La legge tutela i lavoratori che usano in modo abituale il videoterminale (art. 175) per almeno 20 ore settimanali;

- Modalità e durata sono stabilite da CCNL;- In assenza di un CCNL è prevista una

interruzione di 15 minuti ogni 2 ore di lavoro;- Sono previsti controlli medico.sanitari

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L’ERGONOMIA SUL LUOGO DI LAVORO

Il vocabolo "ergonomia" deriva dalle parole greche "érgon" (lavoro) e "ńomos" (regola, legge). È stata usata per la prima volta da Wojciech Jastrzębowski in un giornale polacco nel 1857 (Karwowski, 1991). Il termine è stato ripreso nel 1949 da F.H. Murrel, che lo utilizzò per descrivere le linee guida nel design di prodotti, servizi o ambienti rispondenti alle necessità dell'utente.

L'ergonomia, secondo la I.E.A. (International Ergonomics Association), è quella scienza che si occupa dell'interazione tra gli elementi di un sistema -umani e d'altro tipo- e la funzione per cui vengono progettati (nonché la teoria, i principi, i dati e le metodologie che vengono applicati nella progettazione di questi sistemi meglio definiti come “habitat”), allo scopo di migliorare da un lato la soddisfazione e il benessere dell'utente e dall’altro, ma in sinergia e consequenziale a questo primo obiettivo, migliorare la performance del sistema stesso (def. I.E.A.). In poche parole e in modo riduttivo potremmo dire che l’ergonomia è la disciplina che si occupa dello studio dell'interazione tra l’individuo e il suo habitat.

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L’ERGONOMIA SUL LUOGO DI LAVORO

Gli esperti di ergonomia in Italia hanno solitamente una laurea di tipo ingegneristico, anche se può capitare che l’esperto sia laureato in psicologia clinica! A prescindere dall’interesse per uno specifico settore di competenza (benessere psichico, fisico, posturale, visivo, ecc.) l’approccio metodologico dell’esperto in ergonomia è sicuramente di tipo sistemico. Non esiste una laurea specifica, come detto, ma è possibile individuare e approfondire le conoscenze con master di primo e secondo livello che qualificheranno così il professionista. Al termine del percorso, e seguendo un iter burocratico specifico, è possibile associarsi alla SIE, Società Italiana di Ergonomia, fondata nel 1961, stesso anno di fondazione della International Ergonomics Society. Quali sbocchi lavorativi offre questa professione? L’esperto in ergonomia entra spesso negli uffici qualità o negli uffici che gestiscono la sicurezza all’interno dell’azienda oppure in società di consulenza che “certificano” le aziende clienti. Può essere anche un libero professionista, ma questa carriera viene intrapresa solitamente dopo molti anni di esperienza.

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ETICHETTE DI PERICOLO

Le frasi sono:

- (R) RISCHIO. Indica i pericoli che si incorrono se il prodotto viene utilizzato impropriamente. Si riferisce ad una caratteristica specifica del prodotto (esplosivo, corrosivo, ecc.)

- (S) PRUDENZA. È un suggerimento, che se seguito correttamente, permette l’utilizzo di sostanze pericolose senza alcun danno per la salute o per l’ambiente di lavoro

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ETICHETTE DI PERICOLOQui di seguito forniamo un elenco non

esaustivo delle principali frasi di pericolo:

-R1 esplosivo allo stato secco

-R5 pericolo esplosione per riscaldamento

-R7 può provocare incendi

-R17 spontaneamente infiammabile all’aria

-R23 Tossico per inalazione

-R27 Molto tossico a contatto con la pelle

-S1 Conservare sotto chiave

-S3 Conservare in luogo fresco

-S14 Conservare lontano da…

-S15 Tenere lontano dal calore

-S25 Evitare il contatto con gli occhi

-S30 Non versare acqua sul prodotto

-S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato

RISCHIO PRUDENZA

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SIMBOLI DI PERICOLO

QUESTO ELENCO NON È ESAUSTIVO

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SEGNALETICA DI PERICOLO PIÙ UTILIZZATA IN AZIENDA

Colore di sicurezza

Significato e scopo

Indicazioni e precisazioni

SEGNALI DI DIVIETO

PERICOLO – ALLARME

MATERIALE E ATTREZZATURE ANTINCENDIO

ATTEGGIAMENTI PERICOLOSI

ALT, ARRESTO, DISPOSITIVI D’INTERRUZIONE, DISPOSITIVI D’EMERGENZA

SGOMBERO

IDENTIFICAZIONE E UBICAZIONE

SEGNALI DI AVVERTIMENTO ATTENZIONE, CAUTELA, VERIFICA

SEGNALAZIONI DI PRESCRIZIONE COMPORTAMENTO O AZIONE SPECIFICA, OBBLIGO DI PORTARE UN MEZZO DI SICUREZZA PERSONALE

SEGNALI DI SALVATAGGIO O DI SOCCORSO PORTE, USCITE, PERCORSI, MATERIALI, POSTAZIONI, LOCALI

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RISCHIO CHIMICO

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Panorama Legislativo

D.lgs.vo 81/2008 TITOLO IXart.224Dalla valutazione del Rischio dovrebbe risultare un rischio BASSO per la SICUREZZA e IRRILEVANTE per la salute dei lavoratori

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Rischio Chimico: situazione di rischio Rischio Chimico: situazione di rischio derivante dalla presenza di agenti derivante dalla presenza di agenti chimicichimici

Agente chimicoAgente chimico "ogni sostanza o preparato, "ogni sostanza o preparato, considerato:considerato:

-      sia separatamente -      sia separatamente -      sia in miscela, -      sia in miscela, -      sia nello stato in cui si presenta in natura,-      sia nello stato in cui si presenta in natura, -      sia quale impurezza di prodotti diversi, -      sia quale impurezza di prodotti diversi, -      sia quale prodotto finito di un'attività -      sia quale prodotto finito di un'attività

lavorativa, lavorativa, -      sia quale suo intermedio, -      sia quale suo intermedio, indipendentemente dal fatto che tale agente sia indipendentemente dal fatto che tale agente sia

stato prodotto volontariamente o che derivi da stato prodotto volontariamente o che derivi da reazioni secondarie, siano esse volute o meno"reazioni secondarie, siano esse volute o meno"

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Rischio chimico

Possono esserePossono essere

Sostanze :Sostanze : elementi chimici e elementi chimici e loro composti allo stato loro composti allo stato naturale o ottenuti mediante naturale o ottenuti mediante qualsiasi procedimento di qualsiasi procedimento di produzione, contenenti le produzione, contenenti le impurezze derivanti dal impurezze derivanti dal procedimento impiegato ed procedimento impiegato ed eventualmente gli additivi eventualmente gli additivi necessari alla loro immissione necessari alla loro immissione sul mercato.sul mercato.

Preparati:Preparati: miscele o miscele o soluzioni costituite da due o soluzioni costituite da due o più sostanzepiù sostanze

Intrinsecamente pericolosiIntrinsecamente pericolosi Pericolosi in relazione alle Pericolosi in relazione alle modalità di utilizzomodalità di utilizzo

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RISCHIO CHIMICO

Presenza di agenti chimici nell’ambiente di Presenza di agenti chimici nell’ambiente di lavorolavoro

Evidente Evidente

ogni agente chimico contenuto ogni agente chimico contenuto all'interno di un recipiente più o all'interno di un recipiente più o meno correttamente meno correttamente etichettato o utilizzato o etichettato o utilizzato o prodottoprodotto

Nascosto Nascosto

ogni agente chimico con il ogni agente chimico con il quale ci si trova ad interagire quale ci si trova ad interagire in genere con poca in genere con poca consapevolezzaconsapevolezza

Difficile identificazione del Difficile identificazione del rischio rischio

Accadimento accidentale Accadimento accidentale (cedimento, perdita)(cedimento, perdita)

SITUAZIONE DI SITUAZIONE DI EMERGENZAEMERGENZA

Normale presenza in ambiente Normale presenza in ambiente (evaporazione, contatto)(evaporazione, contatto)

REALTA’ QUOTIDIANAREALTA’ QUOTIDIANA

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RISHCIO CHIMICO

Pericoli derivanti dalle sostanze chimichePericoli derivanti dalle sostanze chimiche

sicurezza dell’individuosicurezza dell’individuo

salute (effetti acuti o cronici) – esposizione a lungo/breve salute (effetti acuti o cronici) – esposizione a lungo/breve terminetermine

ambiente naturaleambiente naturale Vie di penetrazione possibiliVie di penetrazione possibili contatto (pelle, mucose, ferite)contatto (pelle, mucose, ferite)

inalazione (naso, bocca, pori)inalazione (naso, bocca, pori)

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RISCHIO CHIMICO

SOSTANZE E PREPARATISOSTANZE E PREPARATI

Pericolosi così come Pericolosi così come classificati dalle classificati dalle

norme sulla norme sulla classificazione dei classificazione dei prodotti chimiciprodotti chimici

Pericolosi così come Pericolosi così come classificati dalle classificati dalle

norme sulla norme sulla classificazione dei classificazione dei prodotti chimiciprodotti chimici

Non pericolosi ma Non pericolosi ma utilizzati in condizioni tali utilizzati in condizioni tali

da poter costituire da poter costituire pericolopericolo

Non pericolosi ma Non pericolosi ma utilizzati in condizioni tali utilizzati in condizioni tali

da poter costituire da poter costituire pericolopericolo

Pericolosi ma non Pericolosi ma non classificati dalle classificati dalle

norme sulla norme sulla classificazione dei classificazione dei prodotti chimiciprodotti chimici

Pericolosi ma non Pericolosi ma non classificati dalle classificati dalle

norme sulla norme sulla classificazione dei classificazione dei prodotti chimiciprodotti chimici

Non pericolosi (H2O Non pericolosi (H2O potabile)potabile)

Non pericolosi (H2O Non pericolosi (H2O potabile)potabile)

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RISCHIO CHIMICOCriterio classificazione Criterio classificazione FUNZIONE meccanismi azione FUNZIONE meccanismi azione lesiva:lesiva:

composti chimici in grado di dar luogo ad alterazioni composti chimici in grado di dar luogo ad alterazioni della struttura anatomica o della funzionalità di organi e della struttura anatomica o della funzionalità di organi e apparati (epatotossici, nefrotossici, neurotossici)apparati (epatotossici, nefrotossici, neurotossici)

composti chimici in grado di modificare il patrimonio composti chimici in grado di modificare il patrimonio genetico delle cellule (genetico delle cellule (mutageni, cancerogeni, teratogenimutageni, cancerogeni, teratogeni))

composti dotati di proprietà allergenichecomposti dotati di proprietà allergeniche

composti caustici, corrosivi, irritanticomposti caustici, corrosivi, irritanti

Pericolosità:Pericolosità: caratteristica delle sostanze le cui caratteristica delle sostanze le cui proprietà chimiche, chimico-fisiche, tossicologiche, proprietà chimiche, chimico-fisiche, tossicologiche, ecotossicologiche sono tali da conseguire ad esse una o ecotossicologiche sono tali da conseguire ad esse una o più delle caratteristiche indicate in etichetta.più delle caratteristiche indicate in etichetta.

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RISCHIO CHIMICO

SOSTANZE E PREPARATI ETICHETTATI PERICOLOSISOSTANZE E PREPARATI ETICHETTATI PERICOLOSI

TOSSICO E NOCIVO (possono essere letali oppure

provocare lesioni acute o croniche di differente entità )

TOSSICO E NOCIVO (possono essere letali oppure

provocare lesioni acute o croniche di differente entità )

ESPLOSIVITA’ (esp.senza O2)

ESPLOSIVITA’ (esp.senza O2)

INFIAMMABILITA’ F – F+ - F++

INFIAMMABILITA’ F – F+ - F++

COMBURENTE (a contatto con sostanze

provoca una reaz. esotermica)

COMBURENTE (a contatto con sostanze

provoca una reaz. esotermica)

IRRITANTE IRRITANTE (possono (possono produrre produrre al contatto diretto al contatto diretto prolungato o ripetuto con prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose una la pelle o le mucose una reazione infiammatoriareazione infiammatoria))

IRRITANTE IRRITANTE (possono (possono produrre produrre al contatto diretto al contatto diretto prolungato o ripetuto con prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose una la pelle o le mucose una reazione infiammatoriareazione infiammatoria))

CORROSIVO (azione lesiva a contatto con

tessuti vivi)

CORROSIVO (azione lesiva a contatto con

tessuti vivi)

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Simbolo associato al Simbolo associato al rischio per l’ambienterischio per l’ambiente

Pericoloso per Pericoloso per

l’ambientel’ambiente

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Il rischio è determinato da:

1. LIVELLO E DURATA DELL’ESPOSIZIONE2. DOSE ASSORBITA3. CARATTERISTICHE DEI SOGGETTI ESPOSTI

(sesso, età, presenza di patologie, ecc.)

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Tre livelli di intossicazione …

- INTOSSICAZIONE ACUTA: esposizione di breve durata a forti concentrazioni con assorbimento rapido del tossico. Gli effetti sono immediati e si hanno entro le 24 ore.

- INTOSSICAZIONE SUB-ACUTA: esposizioni per un periodo di più giorni o settimane prima che appaiano i primi effetti

- INTOSSICAZIONE CRONICA: esposizioni frequenti e prolungate nel tempo. Gli effetti sono tardivi (fino anche a diverse decine di anni). L’intossicazione in questo caso si manifesta

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CURVA DOSE-EFFETTO

LA PROBABILITÀ DI EVENTI DANNOSI SULL'INDIVIDUO O LA FREQUENZA DI EVENTI DANNOSI SULLA POPOLAZIONE ESPOSTA SONO DIRETTAMENTE PROPORZIONALI ALLA DOSE INDIVIDUALE O RISPETTIVAMENTE ALLA DOSE MEDIA RICEVUTA PRO-CAPITE.

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CURVA DOSE-RISPOSTA

RELAZIONE TRA LA DOSE E LA PROPORZIONERELAZIONE TRA LA DOSE E LA PROPORZIONE

DI INDIVIDUI IN UNA POPOLAZIONE CHE DI INDIVIDUI IN UNA POPOLAZIONE CHE RISPONDONO CON UN EFFETTO, RISPONDONO CON UN EFFETTO, CLASSIFICATO A SECONDA CHE SUPERI O CLASSIFICATO A SECONDA CHE SUPERI O MENO UN VALORE SOGLIA PREDEFINITOMENO UN VALORE SOGLIA PREDEFINITO

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TLV-TWA (THRESHOLD LIMIT VALUE)

E’ LA MASSIMA CONCENTRAZIONE MEDIA PONDERATA nel tempo AMMESSA NELL’ARIA PER UNA ESPOSIZIONE DI 8H/GIORNO PER 40 ore LAVORATIVE SETTIMANALI a cui quasi tutti i lavoratori possono essere esposti ripetutamente, giorno dopo giorno senza effetti negativi.

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TLV-STEL (SHORT TERM EXPOSURE LIMIT)

MASSIMA CONCENTRAZIONE MEDIA AMMESSA NELL’ARIA PER UN’ESPOSIZIONE DI 15’ PER QUATTRO ESPOSIZIONI/GIORNO DISTANZIATE DA 1 ORA. TALE LIMITE NON DEVE MAI ESSERE SUPERATO ANCHE SE LA MEDIA PONDERATA SU 8 ORE E’ ENTRO IL TLV.

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TLV -CELIN

INDICA LA CONCENTRAZIONE CHE NON DEVE ESSERE SUPERATA DURANTE L’ESPOSIZIONE LAVORATIVA. Consiste generalmente nel campionamento di 15 minuti eccezion fatta per quelle sostanze che ingenerano effetti immediati.

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POSSIBILI EFFETTISOLVENTE EFFETTIAMMINE ALIFATICHE ASMA-DERMATITIBENZENE CANCEROGENO – MIDOLLO OSSEOBENZINA RETTIFICATA CANCEROGENO ( SE BENZENE >0,1%)CLOROFORMIO LESIONI EPATICHE E RENALIDILUENETE NITRO CANCEROGENO (SE BENZENE > 0,1%)DIMETILFORMAMMIDE PROBABILE CANCEROGENOESSENZA DI PETROLIO CANCEROGENO (SE BENZENE > 0,1%)ESSENZA DI TREMENTINA ECZEMA – LESIONI RENALIFORMALINA 40% (FORMALDEIDE) PROBABILE CANCEROGENOMETILE CLORURO INDICAZIONI DI CANCEROGENITA’TRICLOROETILENE (TRIELINA) EFFETTI IRREVERSEBILI

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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

CONTAMINAZIONE

DPI DISPOSIZIONI GENERALI

INALAZIONE MASCHERE CON FILTRO

NORME COMPORTAMENTALI (NON MANGIARE E NON FUMARE) PROCEDURALI

E TECNICHE;AREAZIONE E VENTILAZIONE

CONTATTO (CUTE E MUCOSE)

GUANTI OCCHIALI CAMICI E CREME IDEM

PER INGESTIONE VEDI RIMEDI SPECIFICI IDEM

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FILTRI (se l’OSSIGENO NELL’ARIA è > 17%)

COLORE CLASSE FINALITA’

MARRONE A VAPORI E GAS DI COMPOSTI ORGANICI

GRIGIO B VAPORI / GAS INORGANICI E ALOGENI

GIALLO E SO2 , GAS E VAPORI ACIDI

VERDE K AMMONIACA E COMPOSTI AMMONIACALI

BIANCO E ROSSO

FUMI E GAS D’INCENDIO

N.B. maggiore è il numero di filtri combinati minore è la capacità filtranteN.B. maggiore è il numero di filtri combinati minore è la capacità filtrante

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Il RISCHIO CHIMICO - Etichettatura

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Il RISCHIO CHIMICO – Scheda sicurezza

Scheda tecnica di sicurezza: raccolta di informazioni di carattere tecnico sulle proprietà del prodotto o del preparato.

1.  Identificazione del preparato e della società produttrice 2.  Composizione / Informazione sugli ingredienti 3.  Identificazione dei pericoli 4.  Misure di primo soccorso 5.  Misure antincendio 6.  Misure in caso di fuoriuscita accidentale 7.  Manipolazione e stoccaggio 8.  Controllo dell'esposizione / protezione individuale 9.  Proprietà fisico chimiche 10.  Stabilità e reattività 11.   Informazioni tossicologiche 12.   Informazioni ecologiche 13.   Considerazioni sullo smaltimento 14.  Informazioni sul trasporto 15.   Informazioni sulla regolamentazione (frasi R ed S) 16.   Altre informazioni

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Il RISCHIO CHIMICO – Criteri generali di sicurezza

1.  Divieto di travaso “ autogestito”2.  Modalità di conservazione3.  Criteri di Miscelazione 4.  Misure di primo soccorso in caso di contaminazione o

spandimento5.  Presenza delle schede di sicurezza6. Identificazione dei flaconi7.  Divieto di conservazione in frigorifero di sostanze e cibi o

bevande8.  Limitare lo stoccaggio nei locali di lavoro9.  Smaltimento dei rifiuti10.  Lettura della scheda di sicurezza11. Utilizzo dei DPI

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RISCHIO ELETTRICO

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ARGOMENTI DELLA DISCUSSIONE

Concetti fondamentali sui fenomeni elettriciEffetti della corrente elettrica sul corpo umano (microshock e macroshock)Manutenzione e Protezione

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Cos’è l’elettricità?

La corrente elettrica è generata dal movimento vibratorio degli elettroni, il cui flusso di carica negativa percorre il conduttore in un certo ordine. Ogni fenomeno elettrico è caratterizzato dalla FORZA MOTRICE che lo produce (volt), dall‘INTENSITA’ (ampére), dalla sua FREQUENZA(hertz) e dalla RESISTENZA opposta dal conduttore che esercita una specie di attrito al movimento degli elettroni (ohm).

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Concetti Fondamentali – La LEGGE di OHM 1

La CORRENTE ELETTRICA (= movimento di elettroni) fluisce nei materiali …….………… in funzione della loro resistenza.

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Concetti Fondamentali – La LEGGE di OHM 2

V = R x I

I = flusso di elettroni

R = tortuosità

del percorso

V = densità

del traffico

R è funzione

del tipo di materiale

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MATERIALI

ISOLANTI

Legno Carta Plastica Gomma Aria Acqua distillata Stoffa

CONDUTTORI

Ferro, rame e metalli in genere

Fluidi corporei (sangue, urine...)

Acqua non distillata

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Concetti Fondamentali – Materiali (R) 3

IsolanteConduttore

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Concetti Fondamentali – Tensione (V) 1

La TENSIONE è la forza necessaria agli elettroni per VINCERE la resistenza del materiale

E potersi spostare attraverso di essa

E ritornare successivamente a rifornirsi di energia dalla fonte da cui provengono

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Concetti Fondamentali – Tensione (V) 2

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Concetti Fondamentali – Tensione (V) 3

G

V = 230V

G

V = 230V

G

V = 230V

R

I

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Effetti della corrente sul corpo umano

La scarica elettrica sul corpo umano è detta ELETTROCUZIONE, può

avvenire per

Contatto direttoContatto diretto•due elementi in tensionedue elementi in tensione

•un elemento in tensione e un elemento in tensione e terraterra

Contatto indiretto•MacroshockMacroshock•MicroshockMicroshock

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CONTATTO DIRETTO

Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici scoperti) il corpo - umano  è  sottoposto  al  passaggio di corrente    elettrica.

Quando    il    corpo   umano   è   in    collegamento   più  o  meno  diretto  con  il terreno,  per  esempio indossando scarpe non isolanti,  toccando  un solo contatto della presa o un solo filo scoperto o qualsiasi elemento in tensione si verifica lo stesso  fenomeno  sopra  specificato; in  tale  caso  la  corrente elettrica passa dall’elemento in tensione attraverso il corpo umano  a terra.

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Contatto indiretto

I contatti indiretti sono quelli che avvengono con parti normalmente non in tensione (ad esempio l’involucro di una apparecchiatura, di uno strumento etc. che normalmente è isolato  e non in  contatto  con elementi in tensione) per un guasto interno o per la perdita di isolamento; tali contatti sono i più pericolosi.In questi casi toccando l’involucro dell’apparecchio guasto, il corpo umano è sottoposto al passaggio di una corrente verso terra, sempre che il corpo non sia adeguatamente isolato dal suolo.

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Altri RISCHI ELETTRICI…

I pericoli legati alla corrente elettrica sono:

arco elettrico incendio di origine elettrica

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Corrente elettrica e Corpo Umano

Affinché l’elettricità produca un effetto fisiologico rilevante, il corpo deve diventare parte di un circuito elettrico chiuso nel quale la corrente entra da una parte del corpo e ne esce da un’altra; l’entità dell’effetto dipende dall’intensità della corrente e non direttamente dalla tensione applicata.

Le conseguenze del contatto con elementi in tensione possono essere più o meno gravi secondo l’intensità della corrente che passa attraverso il corpo umano e la durata della "scossa elettrica“ ovvero del contatto. Infatti il corpo umano è un conduttore che offre resistenza al passaggio della corrente: minore è la sua resistenza, maggiore è l’intensità della corrente che circola nell’organismo .

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PERICOLOSITA’ DELLA CORRENTE

FREQUENZA DURATA DELL’APPLICAZIONE ISTANTE DI APPLICAZIONE

RAPPORTATO AL CICLO CARDIACO SESSO PESO CORPOREO

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R …nel corpo umano•Resistenza esterna (o di

contatto)– costituzione fisica

– umidità dell’epidermide

•Resistenza interna (500 - 1500 Ohm)

– stanchezza, affaticamento– condizioni patologiche

costituzionali

•Resistenza del collegamento tra individuo e terra

– isolamento della superficie di contatto, pavimento.

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Ustioni

Le ustioni possono essere provocate sia dal passaggio della corrente attraverso il corpo umano, sia dall’arco elettrico, sia da temperature eccessive prodotte da apparecchi elettrici; il fenomeno è accentuato nei punti di entrata e uscita . Le ustioni si possono classificare in tre tipi:

Ustioni localizzate sulla cute detti "marchi" Ustioni localizzate in particolari distretti detti "folgorazioni" Grandi necrosi distrettuali, le parti colpite sono

carbonizzate e la necrosi è profonda e coinvolge cute, muscoli etc.; il rischio di morte è elevatissimo.

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CONTRAZIONI E CRAMPI

Stimolazione neuro-muscolare

Ripetute e involontarie contrazioni (dolore, stanchezza muscolare)

Stimolazione diretta nervi motori inibizione controllo centrale volontario

CONTRAZIONE TETANICA (IL SOGGETTO NON PUO’ LASCIARE LA PRESA)

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SOGLIA DI PERCEZIONE

Stimolazione terminazioni nervose a livello cutaneo

Soglia minima 0,5mA Leggero

riscaldamento della pelle

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Pericolosità dello stimolo elettrico: Intensità della corrente

Intensità di corrente

1 mA Soglia di percezione

5 10 mA Intervallo di massima correntetollerabile

10 20 mA Si può lasciare la presa prima dellacontrazione muscolare (tetanizzazione)

50 mA Dolore, svenimento, danno meccanico

100 mA 2 A Intervallo insorgenza fibrillazione

6 A e oltre Paralisi temporanea dell’attivitàrespiratoria

10 A Soglia di rischio microshock

Valori validi a 50 Hz

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Corrente alternata e continua

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Corrente alternata e continua

La corrente continua è largamente usata a bassa tensione in elettronica, specialmente nelle apparecchiature alimentate con pile e batterie, che sono in grado di generare esclusivamente corrente continua. Per questo motivo è obbligatoriamente impiegata negli impianti elettrici delle automobili, dove viene accumulata in una batteria al piombo dopo essere stata generata dall'alternatore e trasformata in continua. È continua anche l'energia elettrica prodotta da pannelli fotovoltaici e pile a combustibile.

La corrente continua fu adottata da Thomas Alva Edison verso la fine del XIX secolo agli inizi della distribuzione elettrica industriale. Successivamente però la tecnologia si è spostata verso la corrente alternata, inventata da Nikola Tesla, più conveniente per la trasmissione di energia elettrica a distanza.

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Corrente alternata e continua

L'utilizzo della corrente alternata deriva dal fatto che il trasporto (soprattutto su lunghe distanze) di elevate potenze elettriche è molto efficiente se effettuato ad elevate tensioni, queste ultime raggiungibili abbastanza facilmente con l'utilizzo di trasformatori

gli alternatori sono costruttivamente più semplici e hanno rendimento più elevato rispetto alle dinamo

in corrente continua non è possibile sfruttare i vantaggi di un sistema trifase

Quasi tutti gli apparecchi utilizzatori elettronici funzionano in corrente continua ma questa può essere ottenuta, dalla corrente alternata, mediante un semplice raddrizzatore.

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Sistemi di Prevenzione e Protezione

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Protezione contro i contatti diretti

Le misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono essere totali o parziali. Le protezioni parziali vengono applicate nei luoghi dove hanno accesso soltanto le persone addestrate e qualificate. Le protezioni totali sono destinate alle protezioni delle persone che non sono a conoscenza dei pericoli connessi all’utilizzo dell’energia elettrica

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Isolamento

Quando si parla di isolamento è necessario considerare che i materiali da utilizzare devono possedere specifiche caratteristiche come il doppio isolamento che viene mantenuto con adeguata manutenzione. Hanno questo tipo di protezione tutti quei materiali che impediscono il manifestarsi di una tensione pericolosa sulle parti accessibili di componenti elettrici a seguito di un guasto nell’isolamento principale.

Un isolamento  supplementare può essere costituito anche da vernici, lacche, smalti e da altri simili materiali purché conformi alle norme vigenti.

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Cause principali di incidenti elettrici-1

Difetti o cattive abitudini rischiano di rendere Difetti o cattive abitudini rischiano di rendere l’impianto di terra inefficace:l’impianto di terra inefficace:

• connessioni non eseguite a regola d’arte;connessioni non eseguite a regola d’arte;

• mancanza di appropriato contatto tra connettore e presa di mancanza di appropriato contatto tra connettore e presa di terra;terra;

• impiego di prese smontabili e scollegamento scorretto del impiego di prese smontabili e scollegamento scorretto del cavo di alimentazione;cavo di alimentazione;

• uso di prolunghe e adattatori;uso di prolunghe e adattatori;

• presa di tipo non adatto alla spina utilizzata (spina Schuko presa di tipo non adatto alla spina utilizzata (spina Schuko con presa a pettine) o manomissione dei dispositivi elettrici;con presa a pettine) o manomissione dei dispositivi elettrici;

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Cause principali di incidenti elettrici -2

Difetti o cattive abitudini rischiano di Difetti o cattive abitudini rischiano di incrementare il rischio di elettrocuzione:incrementare il rischio di elettrocuzione:

• prese a muro danneggiate, sfondate o “fessurate”;prese a muro danneggiate, sfondate o “fessurate”;

• spine e connettori del cavo di alimentazione delle spine e connettori del cavo di alimentazione delle apparecchiature danneggiati, surriscaldati, deformati;apparecchiature danneggiati, surriscaldati, deformati;

• uso di prolunghe e prese multiple;uso di prolunghe e prese multiple;

• accoppiamento errato di spine e prese diverse (prese accoppiamento errato di spine e prese diverse (prese alimentazione a 24V con presa di rete)alimentazione a 24V con presa di rete)

• manomissioni dell’impianto (fusibili, interruttori manomissioni dell’impianto (fusibili, interruttori differenziali) e assenza di regolari controlli.differenziali) e assenza di regolari controlli.

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Cause principali di incidenti elettrici -3

Difetti o cattive abitudini rischiano di Difetti o cattive abitudini rischiano di incrementare il rischio di incendio:incrementare il rischio di incendio:

• alimentazione di più dispositivi con una stessa presa alimentazione di più dispositivi con una stessa presa (prese multiple);(prese multiple);

• surriscaldamento di adattatori, prese multiple, surriscaldamento di adattatori, prese multiple, “ciabatte”; “ciabatte”;

• Spine e connettori del cavo di alimentazione delle Spine e connettori del cavo di alimentazione delle apparecchiature danneggiati, surriscaldati, deformati;apparecchiature danneggiati, surriscaldati, deformati;

• manomissioni dell’impianto (fusibili, interruttori manomissioni dell’impianto (fusibili, interruttori differenziali) e assenza di regolari controlli.differenziali) e assenza di regolari controlli.

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Formazione

L’attività formativa ed informativa inerente al rischio connesso all’utilizzo e all’interazione con le apparecchiature dovrà essere rivolta sia al personale che utilizza lo strumento nello svolgimento dell’attività quotidiana, sia a coloro che svolgono attività di manutenzione.

Un’adeguata formazione deve infatti essere in grado di far tenere a tutto il personale coinvolto un comportamento tale da:

non rappresentare causa di rischio minimizzare le conseguenze di un evento sfavorevole.

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MANUTENZIONE E PROTEZIONEMANUTENZIONE E PROTEZIONE

Verifiche in accettazione dell’apparecchiatura

Verifiche periodiche sulle apparecchiature elettromedicali e sugli impianti CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)

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MANUTENZIONE E PROTEZIONEMANUTENZIONE E PROTEZIONE

SEGNALARE TEMPESTIVAMENTE QUALSIASI ANOMALIA RISCONTRATA

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Conclusioni - 1

La tipologia del locale deve essere conforme alla tipologia di attività che l’apparecchiatura consente di effettuare.

Verificare se le apparecchiature da installare richiedono continuità di alimentazione (connessione a gruppi di continuità, batterie tampone, gruppi elettrogeni).

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Conclusioni - 2

Sconsigliare e impedire l’impiego di prolunghe, prese multiple e adattatori (CEI 64-13 art.3.2.03)

Evitare la connessione di apparecchiature senza aver fatto le necessarie verifiche (CEI 62-51).

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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS CORRELATO

Uno dei sintomi di un esaurimento nervoso incipiente è la convinzione che il proprio lavoro sia terribilmente

importante.Bertrand Russell

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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS CORRELATO

Fu Seyle negli anni Trenta a definire lo stress come:

“condizione aspecifica in cui si trova l’organismo quando deve adattarsi a

qualche novità”

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EUSTRESS E DISTRESS

Eustress • stress funzionale • indispensabile alla

sopravvivenza• si manifesta sotto forma

di stimolazioni ambientali costruttive e trasformative

• Permette la “reazione”

Distress• stress disfunzionale• Diminuisce la percezione

di benessere • Si manifesta sottoforma

di stimolazioni ambientali pressanti e inadeguate

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LA CURVA DELLO STRESS

Fase 1

Reazione d’allarme

Fase 2

Resistenza

Fase 3

Esaurimento

Eccessivo decadimento

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FONTI DI STRESS

Possibili fonti di stress:

Confronto con realtà di sofferenza/morte Isolamento Mancanza di spazio Cambiamenti tecnologici rapidi Rapporti conflittuali Carico eccessivo di lavoro

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COSA DICE IL DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81?

Articolo 28

1. La valutazione ………., deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la

salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di

lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati

allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordo

europeo dell'8 ottobre 2004,

OGGETTO DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Articolo 29

1 Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento, in

collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e

protezione e il medico competente.

Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi

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ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS SUL LAVORO (8/10/2004)(Accordo siglato da CES - sindacato Europeo; UNICE-“confindustria europea”; UEAPME - associazione europea artigianato e PMI; CEEP - associazione europea delle imprese partecipate dal pubblico e di interesse economico generale)

Lo stress non è una malattia ma una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute L’obiettivo è offrire ai datori di lavoro e ai lavoratori un modello che consenta di individuare e di prevenire o gestire i problemi di stress da lavoro

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Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato.

Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, etc.

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PREVENIRE, ELIMINARE O RIDURRE I PROBLEMI DI STRESS DA LAVORO

La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare spetta al datore di lavoro.

Queste misure saranno attuate con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti.

• misure di gestione e di comunicazione in grado di chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore, di assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai singoli individui e ai team di lavoro , di portare a coerenza responsabilità e controllo sul lavoro, di migliorare l’organizzazione, i processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro.

• la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per migliorare la loro consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue possibili cause e del modo in cui affrontarlo, e/o per adattarsi al cambiamento

• l’informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, in conformità alla legislazione europea e nazionale, ai contratti collettivi e alle prassi.