LA SICUREZZA DEI VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE · Titolo settimo Agenti fisici Gli agenti fisici a...
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Corso Base Volontari di Protezione Civile Lecco 6 giugno 2017
LA SICUREZZA DEI VOLONTARI DI
PROTEZIONE CIVILE
SCOPO DELLA LEZIONE
Stimolare un approccio alla sicurezza diverso da
quello che spesso viene imposto, o subito, sui
luoghi di lavoro, così da svolgere l’attività che
abbiamo scelto di fare senza farci del male.
LA SICUREZZA È IMPORTANTE?
•Perché la nostra salute non è “contrattabile”.
•Perché dobbiamo essere responsabili nei confronti
degli altri (famiglia, amici, …, società).
•Perché il volontario può essere troppo altruista.
•Perché abbiamo un compito da portare a termine.
•Perché facciamo parte di un’organizzazione di PC.
QUALI STRUMENTI PER FARE SICUREZZA?
• IL COMPORTAMENTO DEI SINGOLI
• L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
• LA FORMAZIONE
• LA NORMATIVA
• LE ATTREZZATURE
• I DPI
• IL CONTROLLO SANITARIO
• …
• …
• LE SANZIONI?
IL PERCORSO DELLA SICUREZZA PER I VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE
I tre capisaldi:
Il D.Lgs 9 aprile 2008 n.81
“Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”
Il D.M. 13 aprile 2011
Il DPCM 12 gennaio 2012
Il D.lgs 81/08 disciplina e coordina le norme che riguardano la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
Nel 2009 il D.lgs 106 ha introdotto alcune modifiche, tra le quali quella che ci riguarda direttamente, cioè il comma 3-bis all’articolo 3.
D.Lgs 81/2008
Articolo 3 - Campo di applicazione
1-Il presente Decreto Legislativo si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio.
...
3-bis. Nei riguardi ... delle organizzazioni di
volontariato della protezione civile, ..., le
disposizioni del presente decreto legislativo
sono applicate tenendo conto delle particolari
modalità di svolgimento delle rispettive attività,
...
Decreto Interministeriale 13 aprile 2011
Esigenze specifiche dei volontari di PC
• necessità di intervento immediato anche in assenza
di preliminare pianificazione;
• organizzazione di uomini, mezzi e logistica, improntata a carattere di immediatezza operativa;
• imprevedibilità del contesto degli scenari nei quali il volontario viene chiamato ad operare e conseguente impossibilità pratica di valutare tutti i rischi connessi secondo quanto disposto dal D.Lgs 81/2008;
Decreto Interministeriale 13 aprile 2011
Esigenze specifiche dei volontari di PC
• necessità di derogare, prevalentemente per gli
aspetti formali, alle procedure ed agli adempimenti
riguardanti le scelte da operare in materia di
prevenzione e protezione, pur osservando ed
adottando sostanziali e concreti criteri operativi in
grado di garantire la tutela dei volontari e delle
persone comunque coinvolte.
Decreto Interministeriale 13 aprile 2011
Il volontario è equiparato al lavoratore solo per quanto riguarda:
•l’informazione, la formazione, l’addestramento con riferimento ai compiti svolti;
•il controllo sanitario e la sorveglianza sanitaria;
•la dotazione di attrezzature e DPI idonei e la
relativa formazione e addestramento
Decreto Interministeriale 13 aprile 2011
...fermo restando il dovere di prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone, presenti nelle sedi delle organizzazioni nonché sui luoghi di intervento, di formazione e di esercitazione, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, informazione alle istruzioni operative, alle procedure, alle attrezzature e ai dispositivi di protezione individuale in dotazione.
DPCM 12 gennaio 2012
È composto di quattro allegati che specificano nel dettaglio gli indirizzi comuni relativamente a:
•Allegato 1: scenari di rischio e compiti dei volontari della protezione civile;
•Allegato 2: attività di formazione, informazione e addestramento;
•Allegato 3: controllo sanitario;
•Allegato 4: sorveglianza sanitaria.
DPCM 12 gennaio 2012
Allegato 1: Scenari di rischio
... si individuano di minima quali scenari di rischio di protezione civile i seguenti:
- scenario eventi atmosferici avversi;
- scenario rischio idrogeologico - alluvione;
- scenario rischio idrogeologico - frane;
- scenario rischio sismico;
- scenario rischio vulcanico;
- scenario rischio incendi boschivi e di interfaccia;
DPCM 12 gennaio 2012
Allegato 1: Scenari di rischio
altri scenari dove l’impiego dei volontari è limitato al supporto ai soggetti competenti:
• scenario rischio chimico, nucleare, industriale, trasporti ;
• scenario rischio ambientale, igienico-sanitario ;
• incidenti che richiedano attività di soccorso tecnico urgente;
• attività di assistenza e soccorso in ambiente acquatico;
• attività di assistenza e soccorso in ambiente impervio, ipogeo o montano;
• attività di difesa civile.
DPCM 12 gennaio 2012
Allegato 1: Scenari di rischio
scenario caratterizzato dall'assenza di specifici rischi di
protezione civile (ossia contesti di operatività ordinaria,
attività sociale, attività addestrativa, formativa o di
informazione alla popolazione, attività di assistenza alla
popolazione in occasione di brillamento ordigni bellici,
supporto alle autorità competenti nell'attività di ricerca persone
disperse/scomparse).
DPCM 12 gennaio 2012
Allegato 1: Compiti svolti dai volontari
−assistenza alla popolazione, intesa come:
−attività psicosociale;
−attività socio-assistenziale;
−assistenza ai soggetti maggiormente vulnerabili (giovani,
anziani, malati, disabili);
−informazione alla popolazione;
−logistica;
−soccorso e assistenza sanitaria;
−uso di attrezzature speciali;
−conduzione di mezzi speciali;
−predisposizione e somministrazione pasti;
DPCM 12 gennaio 2012
Allegato 1: Compiti svolti dai volontari
−prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi e di
interfaccia;
−supporto organizzativo, anche nell'ambito di sale
operative, attività amministrative e di segreteria;
−presidio del territorio;
−attività di ripristino dello stato dei luoghi di tipo non
specialistico;
−attività formative;
−attività in materia di radio e telecomunicazioni;
−attività subacquea;
−attività cinofile.
D.Lgs 81/2008 Titolo primo
Art. 2 – definizioni
«lavoratore»: persona che, indipendentemente dalla
tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro
pubblico o privato, con o senza retribuzione….
…. i volontari del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e
della Protezione Civile;
D.Lgs 81/2008 Titolo primo
Art. 2 – definizioni
•«informazione»: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;
•«formazione»: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori … conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;
•«addestramento»: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro;
D.Lgs 81/2008 Titolo primo
Art. 15 - Misure generali di tutela
• la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;
• l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al
minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso
tecnico;
• il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, …,
nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro…;
• la riduzione dei rischi alla fonte;
• la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che
possono essere, esposti al rischio;
•la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di
protezione individuale;
• il controllo sanitario dei lavoratori;
• l’informazione e formazione adeguate per i lavoratori;
• le istruzioni adeguate ai lavoratori;
• l’uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;
• la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con
particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alle
indicazione dei fabbricanti.
D.Lgs 81/2008 Titolo primo
Art. 15 - Misure generali di tutela
•le attrezzature messe a disposizione dei lavoratori devono essere
conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari… in
mancanza devo rispettare quanto indicato nell’Allegato V;
•nella scelta bisogna tenere conto delle condizioni d’uso, dei rischi
presenti e di quelli che possono essere introdotti dall’attrezzatura;
• vanno utilizzate come previsto dalle istruzioni d’uso;
• vanno sottoposte a regolare manutenzione per garantire il
mantenimento dei requisiti di sicurezza;
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo Attrezzature
Se l’impiego dell’attrezzatura richiede conoscenze
o responsabilità particolari in relazione ai rischi
specifici, allora l’uso va riservato a volontari
appositamente individuati che abbiano ricevuto una
informazione, formazione e addestramento
adeguati.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo Attrezzature
Si intende per dispositivo di protezione individuale,
di seguito denominato “DPI”, qualsiasi attrezzatura
destinata ad essere indossata e tenuta dal
lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o
più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o
la salute durante il lavoro, nonché ogni
complemento o accessorio destinato a tale scopo.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non
possono essere evitati o sufficientemente ridotti da
misure tecniche di prevenzione, da mezzi di
protezione collettiva, da misure, metodi o
procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
I DPI devono:
• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;
• essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore;
• poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
I DPI devono soddisfare i seguenti requisiti generali :
• possesso della marcatura CE e di tutte le certificazioni previste;
• presenza di istruzioni di utilizzo chiare, in lingua italiana o comunque in lingua comprensibile dal lavoratore;
.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
I Categoria
Racchiude i DPI che proteggono da rischi fisici di modesta entità e sono di semplice progettazione.
La persona che usa il DPI ha la possibilità di valutarne l'efficacia e di percepire, prima di ricevere un danno, il verificarsi di effetti lesivi.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
III Categoria
Appartengono alla terza categoria i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente.
Nel progetto deve presupporsi porsi che la persona che usa il DPI non abbia la possibilità di percepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi.
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
Sono DPI di III Categoria
• Gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie;
•i DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall’alto;
• i DPI antitaglio per le motoseghe.
•i DPI per attività in ambienti con una temperatura superiore
a 100°C;
•i DPI per attività in ambienti con una temperatura inferiore a
-50 °C;
D.Lgs 81/2008 Titolo terzo
Dispositivi di Protezione Individuale
II Categoria
Appartengono alla seconda categoria i DPI che non rientrano nelle altre due.
I numeri da 0 a 5 posti sotto il pittogramma indicano i livelli di protezione ottenuti dai test specifici. Ad un numero alto corrisponde un alto livello di prestazione.
Un esempio di marcatura di un guanto che rispetta la norma UNI-EN 388/94 relativa ai rischi meccanici
D.Lgs 81/2008 Titolo quinto
Segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro
La segnaletica viene affrontata nel dettaglio negli allegati da
XXIV a XXXII
È una forma di comunicazione che utilizza vari mezzi:
•Cartelli o etichette
•Colorazioni
•Segnalazioni luminose
•Suoni
•Gesti
D.Lgs 81/2008 Titolo sesto
Movimentazione manuale dei carichi
È Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC) qualsiasi
operazione, effettuata da uno o più lavoratori, di
sollevamento, abbassamento, traino, spinta o trasporto o
sostegno di un carico che per le sue caratteristiche o per le
condizioni ergonomiche sfavorevoli, comporta rischi di
patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare
lombo-sacrale.
D.Lgs 81/2008 Titolo sesto
Movimentazione manuale dei carichi
Il volontario è particolarmente esposto a questo rischio.
•Scarsa preparazione.
•Poco allenamento;
•Voglia di fare.
•Ambiente non favorevole.
•Età.
•…
D.Lgs 81/2008 Titolo sesto
Movimentazione manuale dei carichi
Il rischio di patologie è elevato perché si aggiunge a quello a cui siamo
esposti in ambiente lavorativo o nella vita privata.
Il danno acuto (colpo della strega) in un certo senso ci protegge perché
ci impedisce di continuare.
Il danno più subdolo è quello silente che colpisce i dischi intervertebrali
provocando invalidità anche gravi a lungo termine.
Ci viene in aiuto l’Allegato XXXIII
D.Lgs 81/2008 Titolo settimo Agenti fisici
Gli agenti fisici a cui possono essere esposti i volontari di PC possono
essere quasi sicuramente:
Rumore (attrezzature a motore varie)
- Proteggere sempre l’udito con i DPI previsti dai produttori.
- Scegliere attrezzature con bassi livelli sonori.
- Mantenere le distanze di sicurezza
Vibrazioni (attrezzature quali motoseghe, decespugliatori ecc..)
- Impiegare le attrezzature come indicato dal costruttore.
- Fare pause frequenti.
- Usare guanti specifici
D.Lgs 81/2008 Titolo nono
Sostanze pericolose
Il volontario di PC non opera in scenari di rischio chimico ma viene
comunque a contatto con agenti chimici:
•Carburanti
•Lubrificanti
•Gas di scarico
•Detergenti e disinfettanti
•Eventuali sostanze disperse nell’ambiente (attenzione all’amianto!)
•Rispettiamo sempre l’etichettatura di sicurezza dei prodotti che usiamo
e le corrette procedure per l’impiego.
D.Lgs 81/2008 Titolo decimo
Esposizione ad agenti biologici
A parte chi si occupa di soccorso sanitario, il volontario di PC non
dovrebbe essere esposto ad agenti biologici, ma…
• Le fognature in caso di inondazione?
• Attività lungo corsi d’acqua con presenza di ratti o di patogeni
ambientali?
• Attività in campi di accoglienza?
Le normali precauzioni igieniche dovrebbero proteggerci, oltre alla scelta
oculata dei DPI eventualmente necessari.
Per operare in sicurezza lavoriamo sempre in squadra.
Ognuno si prenda cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti.
Se qualcuno mi guarda lavorare, probabilmente vedrà quello che io non riesco a vedere.