La sfida del 21° secolo - silvanomonarca.files.wordpress.com · Evento (biochimico, molecolare,...
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Epidemiologia classica • Limiti degli studi di epidemiologia classica:
– si limitano a studiare il nesso causale tra una determinata esposizione e l’insorgenza di una malattia,
– spesso la stima dell’esposizione è affidata alle risposte di un questionario (ed è quindi difficile verificarne la veridicità)
– i risultati ottenuti non tengono conto della interazione tra esposizione a genotossici e suscettibilità genetica dell’ospite
Esposizione
esternacancroEsposizione
esternacancro
Cosa è l’epidemiologia molecolare
Perera e Weinstein (1982) hanno suggerito di valutare end-points alternativi (dosabili con tecniche di biologia molecolare) al dato clinico in grado di fornire informazioni sul livello di esposizione, sull'effetto biologico e sulla suscettibilità individuale dei soggetti
esposti a presunti agenti genotossici
L'impostazione di uno studio di epidemiologia molecolare non è dissimile da quella di uno studio di epidemiologia analitica, i due approcci variano solo in relazione agli end-
points ricercati
Epidemiologia tradizionale
Epidemiologia molecolare
Diagnosi di malattia Biomarcatori End-points
APPROCCIO MOLECOLARE: APPLICAZIONI NELL’EPIDEMIOLOGIA DELLE MALATTIE
INFETTIVE
Sorveglianza epidemiologica - controllo delle malattie emergenti e ri-emergenti • Caratterizzazione, Rilevamento, Diagnosi • Sorveglianza di eventi epidemici • Sorveglianza al fine di valutare i programmi di intervento
Epidemiologia molecolare • Ricerca delle origini • Studio dell’ecologia dell’agente infettivo • Studio delle vie di trasmissione e dell’interazione ospite/agente
L’epidemiologia molecolare
L’epidemiologia molecolare è un nuovo campo dell’epidemiologia che studia la comparsa di alterazioni molecolari, subcellulari e cellulari che si verificano prima
dell’insorgere di una patologia
Il principale campo d’azione dell’epidemiologia molecolare sono le MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE ed in particolare
le MALATTIE NEOPLASTICHE
Il controllo dei TUMORI è reso difficile dalla loro natura MULTIFATTORIALE, con l’evoluzione verso la malattia condizionata da esposizioni multiple e ripetute a fattori di
rischio e con una PATOGENESI tipicamente MULTISTADI
La PATOLOGIA TUMORALE MANIFESTA è rappresentabile come la parte emersa, visibile di un iceberg
La parte visibile dell’iceberg è l’oggetto
di studio dell’EPIDEMIOLOGIA
TRADIZIONALE (morbosità o mortalità
per determinate malattie)
La parte invisibile è oggetto di studio
della EPIDEMIOLOGIA MOLECOLARE
Fenomeno “iceberg”
Cosa è l’epidemiologia molecolare
L'epidemiologia analitica tradizionale si propone di stabilire eventuali associazioni tra esposizione a fattori di rischio ed insorgenza di patologie
Le indagini di epidemiologia tradizionale: non consentono di indagare all'interno della "scatola nera” non permettono di caratterizzare le popolazioni in base alle variazioni interindividuali di suscettibilità ai composti genotossici
ESPOSIZIONE:Idrocarburi policiclici aromatici(es. fumo di tabaccoinquinamento atmosferico, etc.)
MALATTIA:Carcinoma polmonare
(Meccanismo d’azione?)
Progressione verso la malattia
xenobiota
Accumulo
Escrezione Biotrasformazione
Esposizione a xenobiotici
Dose esterna - quantità di xenobiotici presenti nell'ambiente che possono venire a contatto con l'organismo (monitoraggio ambientale) Dose interna - quantità totale di un composto chimico assorbita dall'organismo in un dato periodo di tempo (monitoraggio biologico)
Xenobiotico
Metabolita intermedio
Escrezione
Metabolita solubile in acqua
Può essere una specie
reattiva
Può accumularsi nei
tessuti
Fase I
attivazione
Fase II
Coniugazione
Biotrasformazione
Non-polare
Polare
Solu
bili
ty in w
ate
r
Doseinterna
Dosebiologicaefficace
Esposiz. Manifestaz.clinica
Effettibiologiciprecoci
Alteraz.strutturafunzione
Progressione verso la malattia
Markers di esposizione
Markers disuscettibilità individuale
Markers clinici
ESPOSIZIONE MALATTIA
Classificazione di biomarcatori
1) biomarcatori di esposizione 2) biomarcatori di effetto 3) biomarcatori di suscettibilità genetica individuale
Evento (biochimico, molecolare, genetico, immunologico o fisiologico) misurabile in un sistema biologico, che possa essere considerato come parte di un continuum tra un
evento iniziale (generalmente un'esposizione a genotossici) ed il risultante stato patologico (es. neoplasia)
Un biomarcatore • non è un test diagnostico • è un indicatore di un'alterazione che potrebbe risultare completamente reversibile o
che potrebbe evolversi in manifestazione clinica • deve essere correlato all'end-point clinico • deve essere sensibile anche a basse dosi di esposizione • deve essere possibilmente specifico • non deve richiedere indagini invasive
Biomarcatore
Biomarcatori di esposizione
Permettono di valutare se un individuo è stato esposto a genotossici e di determinarne l'entità dell'esposizione
Suddivisi in: • biomarcatori di dose interna - stimano l'entità dell'esposizione ad un dato composto
misurando la concentrazione dello xenobiotico stesso e/o dei suoi metaboliti nei fluidi biologici (ad es. mutagenesi urinaria,tioeteri urinari, ecc.);
• biomarcatori di dose biologica efficace - valutano l'entità delle alterazioni reversibili causate dall'esposizione a genotossici (ad es. danno primario al DNA, addotti al DNA ed alle proteine, ecc.);
• biomarcatori di effetti biologici precoci - valutano alterazioni al genoma (aberrazioni cromosomiche, scambi tra cromatidi fratelli, micronuclei)
Misurazioni dose interna
q/tà assorbita
q/tà rilasciata nei tessuti
nelle cellule
nelle
macromolecole
nei siti
critici
Biomarcatori di esposizione
Incr
eme
nto
de
l leg
ame
tra
as
sorb
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to e
d e
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ti s
ulla
sal
ute
R
elazion
e co
n l’esp
osizio
ne estern
a
DOSE BIOLOGICA EFFICACE
Biomarcatori di esposizione - dose interna -
Aspecifici
Mutagenesi urinaria
Tioeteri urinari
Specifici
Esposizione Tecnica Biomarcatore
IPA HPLC 1-OH-pirene
Cromo VI Assorbimento atomico
Cr urinario
Aflatossina B1 HPLC Metaboliti urinari AF(P)1 ecc
Fumo di tabacco Cotinina HPLC
Biomarcatori di esposizione - dose biologica efficace -
Addotti al DNA: sono soggetti a riparo del danno
Addotti alle proteine: (emoglobina albumina) non sono soggetti al riparo
Comet test
Head Length 21.97Tail % intensity 18.53Tail Moment 3.16
Tail Length 47.60Total Area 639.36
Total Intensity 476477.11
Head % intensity 81.47Mean Grey Level 69.98
1 cell scored Image is frozenx50 (Olio immersione)
Measure
Edit
Live
Frozen
Delete
È un metodo rapido e sensibile per la valutazione quantitativa del danno primario al DNA inteso come rotture dirette dello scheletro fosfodiesterico o lesioni della molecola
convertibili in rotture, che interessino il singolo o il doppio filamento del DNA (single- e double-strand breaks).
Campo al microscopio a fluorescenza e schermata rappresentativa ottenuta nella valutazione del danno al DNA con il sistema computerizzato di analisi di immagini
Biomarcatori di esposizione - effetti biologici precoci -
Aberrazioni cromosomiche: risultano dalla rottura e dal riarrangiamento dei cromosomi
SCE Micronuclei
Schema generale del metabolismo degli xenobiotici
Sostanza
esogena
Derivato
idrosolubile
Metabolita attivato
Fase I
funzionalizzazione Fase II
coniugazione
Fase II
coniugazione
Permettono di evidenziare se un singolo individuo è particolarmente sensibile all'azione di uno specifico xenobiotico o di una classe di xenobiotici
Lo stesso livello espositivo a genotossici non è necessariamente correlato, nei singoli soggetti, con lo stesso grado di rischio, e ciò in relazione al polimorfismo genetico di
alcune attività enzimatiche di Fase I , di Fase II e di riparo del DNA
Attività enzimatiche di Fase I (Esempi) polimorfismi genetici del citocromo P450 aldeide deidrogenasi diidropirimidina deidrogenasi Attività enzimatiche di Fase II (Esempi) glutatione S-transferasi N-acetiltransferasi
Biomarcatori di suscettibilità
Biomarcatori di suscettibilità
I geni biomarcatori di suscettibilità possono essere:
• molto diffusi nella popolazione • scarsamente correlati all’evento clinico (penetranza bassa) • geni che codificano per la produzione di enzimi del metabolismo delle sostanze
cancerogene OPPURE • poco diffusi nella popolazione • altamente correlati all’evento clinico (penetranza elevata) • geni deputati al controllo del differenziamento, del ciclo cellulare e del riparo del DNA
Biomarcatori di suscettibilità -PCR -
Lo studio dei loci genetici codificanti per attività enzimatiche di Fase I e di Fase II possono essere realizzati mediante PCR su qualsiasi tessuto biologico senza esporre il soggetto ad
alcuna indagine invasiva
Biomarcatori di suscettibilità
Polimorfismi del citocromo P450
I citocromo P450 sono enzimi codificati da geni della superfamiglia CYP che catalizzano l'inserzione di un atomo di ossigeno molecolare nel substrato Il sequenziamento del genoma umano ha rivelato la presenza di 58 geni diversi che codificano per i citocromo P450, ma solo le famiglie CYP1, CYP2 e CYP3 sono quelle maggiormente coinvolte nel metabolismo degli xenobiotici. CYP1A1, il cui prodotto genico è un enzima chiave nel metabolismo di numerosi cancerogeni aromatici, presenta il gene nella sua forma selvaggia (CYP1A1*1A) e 2 polimorfismi denominati CYP1A1*2A e CYP1A1*2C. In entrambi i casi la mutazione comporta un aumento dell'attività dell'enzima
Biomarcatori di suscettibilità
Polimorfismi delle GST
La famiglia delle GSTs è costituita da un gruppo di enzimi dimerici ad azione detossificante ( coniugazione di molecole elettrofile con il glutatione ridotto). Nel citosol umano sono state identificate 5 classi di GSTs Entro la classe µ esistono almeno 5 geni che codificano per altrettanti isoenzimi (GSTM1, M2, M3, M4, M5) ed il gene che codifica l'isoforma GSTM1 è polimorfico. Il gene polimorfico può presentarsi con completa delezione di un allele dando origine, in omozigosi, al genotipo nullo (GSTM1-nullo). Tale configurazione genica determina una diminuita produzione di glutatione-S-transferasi.
Polimorfismi delle NAT (N-acetiltransferasi)
L’enzima trasferisce un gruppo acetilico ad arilammine ed idrazine
NAT1 - 19 differenti polimorfismi
NAT2 - 24 differenti polimorfismi
L’acetilazione detossifica:
NAT1 mutato - acetilatori rapidi
NAT2 mutato - acetilatori lenti (+ rischio)
Biomarcatori di suscettibilità
Song et al., Carcinogenesis 22 : 11 - 16, 2001
Fumo e tumore al polmone
Effetti del metabolismo del CYP1A1
Studio caso-controllo - valori di OR -
Sigarette fumate/anno CYP1A1*1A Gene selvaggio
Non fumatori 3.2 1.0
Fumatori < 20 pacchetti/anno > 20 pacchetti/anno
3.6 11.4
2.6 4.2
Genotipi metabolici - sinergie sfavorevoli presenti nella
popolazione generale - • Un soggetto GSTM1 nullo possiede un RR di sviluppare cancro pari a 1.5 rispetto a
soggetti GSTM1+
• Un soggetto con genotipo CYP1A1 mutato possiede un RR di sviluppare cancro compreso tra 1.2 e 1.9 rispetto a soggetti genotipo CYP1A1 selvaggio
•Un soggetto che presenta ambedue i polimorfismi sfavorevoli ha un RR di sviluppare cancro alla vescica pari a 6.8
SUGGERIRE ALLA POPOLAZIONE CORRETTI STILI DI VITA
MONITORAGGIO BIOLOGICI IN AMBIENTI DI LAVORO:
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE A CAMPI MAGNETICI A BASSISSIMA FREQUENZA (50
HZ): EFFETTI CITOGENETICI IN SALDATORI
CAMPO MAGNETICO ELF: CANCEROGENICITA’
Gruppo 1 Cancerogeno accertato per l’uomo.
Vi è sufficiente evidenza di cancerogenicità nell’uomo in studi epidemiologici adeguati.
Gruppo 2A Probabile cancerogeno per l’uomo.
Evidenza limitata nell’uomo ed evidenza sufficiente negli animali da esperimento.
Gruppo 2B Possibile cancerogeno per l’uomo.
Evidenza limitata nell’uomo e evidenza non del tutto sufficiente negli animali da esperimento.
Gruppo 3 Non classificabile come cancerogeno per l’uomo
Tutto ciò che non rientra nei gruppi precedenti.
RISULTATI: TEST DEL MICRONUCLEO
• Valori medi della frequenza dei Micronuclei e dell’Indice Mitotico:
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
1IM
esposti controlli
0
2
4
6
8
10
1
MN
/1000ce
ll b
inucl
eate
esposti controlli
Micronuclei Indice Mitotico
* *
RISULTATI: TEST DEL MICRONUCLEO
• Valori medi della frequenza dei Micronuclei e dell’Indice Mitotico per classi di età:
0
2
4
6
8
10
< 40 anni > 40 anni
MN
/1000cell b
inucle
ate
esposti controlli
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
< 40 anni > 40 anni
IM
esposti controlli
Micronuclei Indice Mitotico
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE AD ANTIBLASTICI
PREPARAZIONE
MANIPOLAZIONE
EVENTI ACCIDENTALI
BONIFICA
SMALTIMENTO
SOMMINISTRAZIONE
SCOPO DELLA RICERCA
Biomarcatore
Esposiz. Dose
interna
Dose biologica efficace
Effetti biologici precoci
Suscett. genetica
individuale
Superfici Urine PBL PBL PBL
Farmaci Farmaci Danno al
DNA Alterazioni cromos.
Polimorf. genetici
CP 5-FU
CP 5-FU
Test della cometa
MN AC
GSTM1
Linee Guida
RISULTATI – MICRONUCLEI e ABERRAZIONI CROMOSOMICHE
Popolazione totale - Esposti vs. controlli:
aumento statisticamente significativo della frequenza di micronuclei e di aberrazioni cromosomiche nei soggetti professionalmente esposti a chemioterapici antiblastici
CONTROLS EXPOSED
0,00
2,00
4,00
6,00
MIC
RO
NU
CL
EI
P .0= 0 01
CONTROLS EXPOSED
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0,30
0,35
0,40
%T
OTA
LA
BE
RR
AT
ION
S
P< 0.001
RISULTATI MN e AC Esposti (anzianità di mansione) - < 10 anni vs. > 10 anni:
effetti genotossici significativamente più elevati nei soggetti esposti con maggiore anzianità di mansione
<10 > 10
Years of exposure
2,00
4,00
6,00
8,00
MIC
RO
NU
CL
EI
(* )
<10 > 10
Years of exposure
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
%T
OTA
LA
BE
RR
AT
ION
S
(* )
DISCUSSIONE I risultati ottenuti suggeriscono:
le misure di protezione individuali e collettive adottate dagli operatori sanitari sono inadeguate per prevenire effetti biologici indesiderati di tipo genotossico;
le procedure chimico-analitiche previste dalle attuali Linee Guida per la valutazione dell’esposizione non restituiscono informazioni adeguate riguardo l’impatto dell’esposizione sulla salute dei lavoratori.
???
CONCLUSIONI generali L’uso di biomarker di epidemiologia molecolare può dare utili
informazioni su:
Etiologia dei tumori:
benzene, addotti e aberrazioni cromosomiche e leucemia
fumo di sigaretta e cancro polmonare
Valutazione dei rischi cancerogeni
Dal 1997 la IARC ha utilizzato prove meccanicistiche (bioindicatori animali o umani) per spostare la classificazione dei cancerogeni. Es. ossido di etilene e diossina da 2A a 1 (cancerogeno umano).
Valutazione di interventi preventivi
riduzione di livelli di inquinamento ambientale
interventi di chemioprevenzione
Il futuro della cancerogenesi professionale
Integrazione tra monitoraggio ambientale monitoraggio biologico
Integrazione immediata dei controlli tradizionali con bioindicatori predittivi (micronuclei, addotti, Comet test)
Integrazione futura dei bioindicatori attuali con nuovi biondicatori epigenetici e con nuove “omic technologies”:
- Proteomica
- Metabonomica
- Epigenomica
FAQ
• Come vengono valutati i rischi cancerogeni per composti singoli
• Che correlazione esiste tra mutagenicità e cancerogenicità
• Come avviene il monitoraggio ambientale dei rischi mutageno/cancerogeni?
• Che cosa è l’Epidemiologia molecolare?
• Come avviene il monitoraggio biologico dei rischi cancerogeni?