La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

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laSettimana SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 48 - Una copia 1,10 - Domenica 15 dicembre 2013 - (Esce il giovedì) RADIO KOLBE ROVIGO 91.2 e 94.5 la nostra radio RADIO KOLBE ROVIGO 91.2 e 94.5 la nostra radio Calendario della Caritas Insieme come una famiglia DON DANTE BELLINATI * Caritas diocesana e la Set- timana stanno distribuendo in questi giorni il tradizionale Ca- lendario per l’anno 2014: “Ca- lendario interetnico e interreli- gioso” dal titolo “ri-conoscerci in città”. La presentazione ne dà la ragione: “Dopo tante edizio- ni del Calendario Caritas che ci hanno portato in giro per il mondo tra giochi, spezie e case, quest’anno restiamo nella nostra città! Abbiamo chiesto alle donne (una cinquantina di straniere) che frequentano il corso di alfabetizzazione Vivere in Italia della Caritas Diocesa- na di Adria-Rovigo di guidarci attraverso la loro Rovigo, per conoscere, o meglio ri-cono- scere, luoghi e strade che at- traversiamo quotidianamente ma che prendono nuova luce visti attraverso i loro occhi. Le ragazze ci hanno raccontato la Rovigo che amano di più, i loro “luoghi del cuore”, scorci di città apparentemente comuni che acquistano valore perché legati ad un’emozione, ad un ricordo... strade che prendono vita camminandole”. Qualche giornale locale lo ha presentato come “calenda- rio di volti, non di santi... dal calendario spariscono tutti i santi... la Caritas cancella i nomi dei santi”. E’ una bugia, ma qualcuno, prima di vedere il calendario, è rimasto sorpre- so, se non scandalizzato. Una lettura attenta (e non precon- cetta), completa (e non sbir- ciata) può dare il senso pieno del servizio che il calendario intende offrire: Sul piano sociale il calen- dario evidenzia come la città di Rovigo presenta un volto accogliente che favorisce l’inte- grazione degli stranieri; come risulti superata dalle donne straniere del corso la nostal- gia dei loro Paesi che risulta- va emergente nelle precedenti edizioni del calendario e aper- ta la prospettiva di un sereno inserimento dei figli. Ancora possiamo leggere la presen- za delle religioni straniere nel nostro territorio, e non solo la tolleranza reciproca, ma an- che una armonia nella diver- sità riconosciuta, rispettata e feconda come avviene in una orchestra dove ognuno suona uno strumento e uno spartito diverso. Sul piano religioso la Ca- ritas testimonia la presenza di volontari operanti nei servizi medici, infermieristici e di ac- coglienza che al giudizio finale saranno giudicati da Cristo, indipendentemente dalle mo- tivazioni che li guidano, come servizi fatti a lui. Tutto questo ci sembra in sintonia con quanto ci rac- comanda Papa Francesco nell’Esortazione apostoli- ca Evangelii gaudium (n. 49): “Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ri- peto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sa- cerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa acciden- tata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicu- rezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e proce- dimenti. Se qualcosa deve san- tamente inquietarci e preoccu- pare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono sen- za la forza, la luce e la conso- lazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasforma- no in giudici implacabili, nel- le abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37)”. Nella stessa linea leggia- mo l’intenzione che i Vescovi propongono all’Apostolato della Preghiera per il mese di dicembre: “Perché la Chiesa sia la famiglia in cui tutti gli uomini si sentono attesi e ac- colti per incontrare l’amore di Dio Padre e sperimentare la salvezza”. A correggere, poi, … la bu- gia della scomparsa dei santi, basterà prendere nota di 54 festività cristiane di santi e giornate particolari che rendo- no ecumenico il calendario (51 cattoliche e 3 ortodosse); di 16 festività di altre religioni che rendono interreligioso il ca- lendario (8 islamiche, 6 ebree, 2 cinesi); di 21 festività civili che rendono il calendario... ita- liano. *Direttore della Caritas diocesana G iovani Un invito, un invito a raccontarsi. Ma a raccontare non solo ciò che hai fao, ciò che riempie di soddisfazione, ciò che ha dato onore, ciò che ha messo in mostra la tua bravitù!! Un invito a raccontare i sogni e i proge è quello rivolto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesa- no nell’anno 2013 – 2014 ai gruppi giovanili della nostra Diocesi. E vengono davvero raggiun in tan, perché ci ...che si raccontano I giovani di Ariano Polesine pag. 10 Pag. 5 Pag. 3 Pag. 7 CON LA LORO TESTIMONIANZA DI VITA HANNO ANIMATO LA CHIESA E LA SOCIETÀ DEL POLESINE Due vie onorano una centenaria presenza di devozione mariana Madre Elisa Andreoli, Fondatrice delle Serve di Maria Riparatrici e suor Maria Dolores Inglese, promotrice della missione di riparazione mariana Pag. 5 Nella scuola è tempo di iscrizioni I vescovi scrivono agli studenti e ai genitori Tempo di Avvento Intervista a Suor Cristina Caracciolo IMPEGNATI NELL’ANNUNCIO DEL VANGELO IN QUESTA TERRA POLESANA Festa diocesana dell’adesione Domenica 8 dicembre 2013 presso l’Auditorium del Conservatorio “F. Venezze “ di Rovigo

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la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIII - N. 48 - Una copia € 1,10 - Domenica 15 dicembre 2013 - (Esce il giovedì)

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Calendario della Caritas

Insieme come una famigliadon dante Bellinati*

Caritas diocesana e la Set-timana stanno distribuendo in questi giorni il tradizionale Ca-lendario per l’anno 2014: “Ca-lendario interetnico e interreli-gioso” dal titolo “ri-conoscerci in città”.

La presentazione ne dà la ragione: “Dopo tante edizio-ni del Calendario Caritas che ci hanno portato in giro per il mondo tra giochi, spezie e case, quest’anno restiamo nella nostra città! Abbiamo chiesto alle donne (una cinquantina di straniere) che frequentano il corso di alfabetizzazione Vivere in Italia della Caritas Diocesa-na di Adria-Rovigo di guidarci attraverso la loro Rovigo, per conoscere, o meglio ri-cono-scere, luoghi e strade che at-traversiamo quotidianamente ma che prendono nuova luce visti attraverso i loro occhi. Le ragazze ci hanno raccontato la Rovigo che amano di più, i loro “luoghi del cuore”, scorci di città apparentemente comuni che acquistano valore perché legati ad un’emozione, ad un ricordo... strade che prendono vita camminandole”.

Qualche giornale locale lo ha presentato come “calenda-rio di volti, non di santi... dal calendario spariscono tutti i santi... la Caritas cancella i nomi dei santi”. E’ una bugia, ma qualcuno, prima di vedere il calendario, è rimasto sorpre-so, se non scandalizzato. Una lettura attenta (e non precon-cetta), completa (e non sbir-ciata) può dare il senso pieno del servizio che il calendario intende offrire:

Sul piano sociale il calen-dario evidenzia come la città di Rovigo presenta un volto accogliente che favorisce l’inte-grazione degli stranieri; come risulti superata dalle donne straniere del corso la nostal-gia dei loro Paesi che risulta-va emergente nelle precedenti edizioni del calendario e aper-ta la prospettiva di un sereno inserimento dei figli. Ancora possiamo leggere la presen-za delle religioni straniere nel nostro territorio, e non solo la tolleranza reciproca, ma an-che una armonia nella diver-sità riconosciuta, rispettata e feconda come avviene in una orchestra dove ognuno suona uno strumento e uno spartito diverso.

Sul piano religioso la Ca-ritas testimonia la presenza di volontari operanti nei servizi

medici, infermieristici e di ac-coglienza che al giudizio finale saranno giudicati da Cristo, indipendentemente dalle mo-tivazioni che li guidano, come servizi fatti a lui.

Tutto questo ci sembra in sintonia con quanto ci rac-comanda Papa Francesco nell’Esortazione apostoli-ca Evangelii gaudium (n. 49): “Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ri-peto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sa-cerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa acciden-tata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicu-rezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e proce-dimenti. Se qualcosa deve san-tamente inquietarci e preoccu-pare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono sen-za la forza, la luce e la conso-lazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasforma-no in giudici implacabili, nel-le abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37)”.

Nella stessa linea leggia-mo l’intenzione che i Vescovi propongono all’Apostolato della Preghiera per il mese di dicembre: “Perché la Chiesa sia la famiglia in cui tutti gli uomini si sentono attesi e ac-colti per incontrare l’amore di Dio Padre e sperimentare la salvezza”.

A correggere, poi, … la bu-gia della scomparsa dei santi, basterà prendere nota di 54 festività cristiane di santi e giornate particolari che rendo-no ecumenico il calendario (51 cattoliche e 3 ortodosse); di 16 festività di altre religioni che rendono interreligioso il ca-lendario (8 islamiche, 6 ebree, 2 cinesi); di 21 festività civili che rendono il calendario... ita-liano.

*Direttoredella Caritas diocesana

GiovaniUn invito, un invito a raccontarsi. Ma a raccontare non solo ciò che hai fatto, ciò che ti riempie di soddisfazione, ciò che ti ha dato onore, ciò che ha messo in mostra la tua bravitù!! Un invito a raccontare i sogni e i progetti è quello rivolto dal Servizio di Pastorale Giovanile diocesa-no nell’anno 2013 – 2014 ai gruppi giovanili della nostra Diocesi. E vengono davvero raggiunti in tanti, perché ci raccontino come è possibile coinvolgere giovani e come questo sta per accadere davvero da Melara a Rivà, nella terra fra i due fiumi, nella Chiesa di Adria – Rovigo.

...che si raccontano

DIECI DOMANDE A DON FABIODieci domande fulminee a risposta secca secchissi-ma a don Fabio, Direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile, che in collaborazione con l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali promuove questo progetto.

Don Fabio, qual è l’esigenza più importante che vede oggi per la pastorale giovanile nella nostra Diocesi? Convergere su esperienze belle: i gruppi isolati muoiono delle solite cose. I giovani rifiutano la Chiesa? Acca-de. Perché? Perché noi pretendiamo di vivac-chiare con il Vangelo in mano. Questo è intolle-rabile per un giovane. Perché? Perché intuisce che il Vangelo trasforma la vita. Dicono sarebbe meglio stare attenti a presentarci come Chie-sa, per essere più comunicativi. I giovani non hanno bisogno che siamo meno Chiesa ma più Chiesa. Siamo stimolanti quando convergiamo. I giovani che non vengono in Chiesa: una propo-sta chiara? Una settimana di condivisione nella nuova Casa GP2. E i giovani di casa nostra? Aiu-tiamoli a venire a Messa la Domenica. Quanto è impoverita la realtà giovanile della Diocesi? Siamo fra le poche realtà giovanili che ‘tengono’ fra mille difficoltà. Il nostro occhio è gravemente miope. è stata comunicata la data della Festa-giovani 2014 il 26 e 27 Aprile: perché due gior-ni? Perché se giochi sempre “al risparmio” non sarai coinvolgente: sarebbe meglio stare a casa del tutto. Varrà la pena partecipare dunque? Pena? Quale pena? Sarà bellissimo partecipare.

Tre piazze messe a disposizione per raccontarsi: la Settimana, Ra-dio Kolbe, il sito web 5pani2pesci, tre piazze che per un anno accolgo-no gruppi di giovani. Sono le piaz-ze mediatiche della nostra Chiesa, collegate fra loro da viottoli, strade e collegamenti, in cui sia possibile passare da una piazza all’altra per trovare altri giovani. Ognuno di que-sti tre spazi ha un angolo preciso in cui i giovani possono radunarsi: su la Settimana questa pagina giovane scritta in collaborazione fra il setti-manale, l’ufficio di pastorale giova-nile e le realtà govani del nostro Po-lesine; in RadioKolbe il programma Polesine Coast to Coast, presentato da Alberto e Thomas, coadiuvati in regia da Davide ed Enrico; sul sito www.5pani2pesci.it una pagina, rag-giungibile sempre dall’homepage, dedicata ai gruppi giovanili che de-siderano raccontarsi. E poi i viottoli: dal sito sono scaricabili le puntate della Radio, su laSettimana le stes-se puntate sono impaginate; su Ra-dioKolbe i riferimenti ai gruppi che si stanno presentando su carta e sul web. E infine il lancio più bello: per gruppi e realtà selezionate dall’Equi-pe di Pastorale Giovanile, la redazio-ne di un comunicato stampa a firma della Diocesi indirizzati agli organi di comunicazione del nostro Polesine.

Tre piazze per i giovani Sito web, Settimanale e Radio Diocesana per “convergere”insieme

www.5PANI2PESCI.ITRiprende l’avventura della Comunicazione in webIl Sito della Pastorale Giovanile si presenta nel nuovo anno totalmente riprogettato, in un restyling che è durato tre mesi e che ha rimesso a nuovo questo importante portale. Ri-costruire un Sito web è come re-staurare una citta. Tanti i meandri che lo costituiscono, i funzionamenti da ripensare e la connessione vitale con al vita reale dei gruppi giova-nili della Diocesi. Interfacciato sui principali social-network del nostro tempo, è anche in grado di effettuare una raggiungibilità capillare su diversi percorsi di accesso, da fecebook (Pastorale Giovanile Diocesi di Adria – Rovigo) a twitter (Giovani Adria – Rovigo). Sulla pagina twitter della Pastorale giovanile diocesana il Vescovo stesso interviene nella grandi feste per un saluto ai giovani che si connettono via web, come è già accaduto nella solennità di Tutti i Santi e come accadrà nella So-lennità dell’Im- macolata Concezione della Beata Vergine Maria.

Cari giovani, camminate nella speranza: abbiate fiducia in voi stessi e negli altri, nel vostro potenziale di bene. Auguri! +Lucio,vescovola Settimana

IN mANo AI gIovANILa Settimana giovani è il nuovo abbonamen-

to giovanile che presentiamo come possibili-

tà alle Parrocchie e alle Associazioni perché si

possa abbonare a laSettimana il gruppo di gio-

vani parrocchiale o associativo, il quale potrà

godere di tutta la condivisione dei gruppi per

tutto l’anno, oltre a vedere la propria. Il costo

dell’abbonamento è per metà del gruppo (€

25,00) e per l’altra metà a carico della Diocesi.

L’abbonamento secondo la formula laSettima-

na giovane, va richiesto in questo caso al SER-

VIZIO DI PASTORALE GIOVANILE DIOCESANO

[email protected] oppure telefonando a

don Fabio al 3495139409.

I giovani di Ariano Polesine

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con la loro testimonianza di vitahanno animato la chiesa e la società del Polesine

due vie onorano una centenariapresenza di devozione mariana

madre elisa andreoli, Fondatrice delle serve di maria riparatricie suor maria dolores inglese, promotrice della missione di riparazione mariana

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Nella scuola è tempo di iscrizioni

I vescovi scrivono agli studenti e ai genitori

Tempo di Avvento

Intervista aSuor Cristina

Caracciolo

imPegnati nell’annuncio del vangelo in questa terra Polesana

Festa diocesana dell’adesionedomenica 8 dicembre 2013 presso l’auditorium del conservatorio “F. venezze “ di rovigo

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I profeti pre-annunciano gli eventi (“allora...”); a noi interessa il “quando?”.

Isaia parla del ritorno dall’esilio e si rivolge a gente sfidu-ciata: Dio verrà e riporterà il popolo in pa-tria per una via sicura. Alla sua vista tutto si trasformerà. Il deserto arido e senza vita esulterà di gioia e diventerà un paradiso solcato da fiumi e ricoperto di grandi alberi e di fiori dai mille colori. Avvenuta la tra-sformazione della natura, il pensiero è ri-volto al popolo, parimenti bisognoso di me-tamorfosi. La sventura l’ha ridotto come un relitto umano, sfiduciato e pieno di timori. Il profeta insiste perché venga scosso ogni torpore e scacciata la paura, perché è giunto il giorno della grazia di Dio. Esso, molto più che non gli esseri inanimati, contemplerà la gloria del Signore.

Quando? “Allora... allora...”. Si chiude così la parte poetica che costituisce la prima grande sezione del libro di Isaia.

Giacomo parla del giudizio finale e della patria celeste. Usando l’immagine del con-tadino che aspetta l’evolversi dei ritmi sta-gionali, invita ad essere fiduciosi “perché la venuta del Signore è vicina”. Questa men-zione del giudizio permette a Giacomo di sviluppare una presentazione della venuta del Signore Gesù, a cui bisogna prepararsi con la perseveranza e l’attesa paziente. La vita cristiana è incentrata in Dio. Quando soffriamo, preghiamo; quando siamo lieti, lodiamo. Chi crede nella preghiera, dispo-ne di una grande forza. In risposta ad essa, Dio guarisce il malato e perdona il peccato. È la preghiera che dona il suo significato all’unzione con l’olio. Del resto, che v’è di più grande che riportare un uomo a Cristo, il solo capace di perdonare i suoi peccati, provocando un sussulto di gioia in cielo? Giacomo, pur dicendo che la venuta “è vicina” e che “il giudice è alle porte” non intende dire che è imminente, tanto è vero

che dà una serie di moniti per organizzare la vita della comunità. Giova pure notare che in questi testi che parlano della venu-ta di Cristo giudice è sottinteso e compreso anche il giudizio particolare che avverrà alla morte di ciascuno. Questo si può sem-pre dire vicino.

Il fatto del ritorno è certo, quindi con-solatevi; la data è incerta: abbiate pazienza, imitando l’agricoltore.

Il Vangelo risponde al “quando” con la prova del “già”: le guarigioni che Gesù opera. Giovanni Battista, imprigionato da Antipa, rimane interdetto di fronte alle notizie che gli arrivano di Gesù. Forse

nella triste solitu-dine del carcere il Battista era rima-sto perplesso per la lentezza, la pa-zienza e mansue-

tudine di Gesù. Quando lo preannunciava nel Giordano con la scure e il ventilabro in mano, come il Giudice escatologico che avrebbe battezzato con il fuoco, egli pen-sava ad un Messia più severo e più lesto nell’instaurazione del Regno dei cieli. Si aspettava un Messia giudice, ma la rispo-sta di Gesù gli ricorda altri aspetti dell’ope-ra del Messia, che egli sta precisamente attuando. In altre parole, Gesù dà una ri-sposta positiva: egli è il Messia atteso, che attua la volontà del Padre, espressa nella Scrittura, che non corrisponde però al mes-sianismo trionfalistico dei giudei e neppu-re condannatorio del Battista; egli doveva realizzare il volere del Padre, che prevede-va la sua umiliazione e morte espiatoria per i peccatori. Gesù non è il giudice che avrebbe sterminato gli israeliti indegni del regno. Di qui l’invito a Giovanni a com-prendere la sua azione misericordiosa, che era in piena sintonia con le predizioni mes-sianiche.

E, dopo aver sinteticamente dipinto la sua azione di salvezza e l’annunzio del vangelo ai poveri, offre un ritratto glorioso del Battista. Si ha, quindi, da un lato l’esal-tazione di Giovanni, della sua persona inte-gerrima e della sua alta missione; ma si ha anche, d’altro canto, un ridimensionamento della figura preparatoria del regno dei cieli instaurato in Cristo. Egli è perciò, quasi il punto di arrivo della profezia.

La domenica ci offre, allora, un pron-tuario per una attesa attiva: “Irrobustite le mani fiacche” (le opere), “Siate pazienti” (la perseveranza), “Andate e riferite” (la testi-monianza). “Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso” (Eb, 10,23).

d. Dante

2 la Settimana domenica 15 dicembre 2013comunità

III Domenica di Avvento - AGià e non ancora

Isaia 35, 1-6a.8a.10; Giacomo 5, 7-10; Matteo 11, 2-11

E’ il titolo della Proposizione 8 del Sinodo dei Vescovi sul-la nuova evangelizzazione. “Siamo cristiani che vivono in un mondo secolarizzato. Mentre il mondo è e resta crea-zione di Dio, la secolarizzazio-ne appartiene alla sfera della cultura umana. Come cristiani non possiamo restare indiffe-renti al processo di secolariz-zazione. Ci troviamo infatti in una situazione simile a quel-la dei primi cristiani e, come tale, dobbiamo considerarla sia una sfida sia un’opportu-nità. Viviamo in questo mon-do, ma non siamo di questo mondo. Il mondo è creazione di Dio e manifesta il suo amo-re. In e attraverso Gesù Cristo, riceviamo la salvezza di Dio e siamo in grado di discernere i progressi della sua creazione. Gesù ci apre di nuovo le porte, perché senza timore possiamo abbracciare con amore le ferite della Chiesa e del mondo. In questo nostro tempo, che pre-senta aspetti più difficili che nel passato, pur essendo “pic-colo gregge” noi testimoniamo il messaggio evangelico della salvezza e siamo chiamati ad essere sale e luce di un mondo nuovo”.

Ci sono parole che ormai sono entrate nel nostro quoti-diano bagaglio culturale e pro-prio a motivo della loro usua-lità, della ripetitività del loro esercizio, quasi fossero una, del concetto di cui sono portatrici abbiamo perduto il senso. Di conseguenza ricercare il senso di secolarizzazione e comuni-tà è ricercare l’orientamento ad esso sotteso, per dirigere le proprie azioni verso il fine, che è quello del vivere conforme-mente al Cristo e rispondere al suo mandato di evangelizzare.

L’invito all’approfondimen-to è soprattutto rivolto a noi, ai cristiani del mondo occidenta-le, a noi che facciamo parte di quella Chiesa, nella quale fin dai primordi, i pastori hanno indirizzato l’invito a guardarsi dal “secolo”, da quello che, in prima approssimazione, po-tremmo chiamare il mondo, anticamente ed ancora in tan-te parti del globo, ostile fino alla persecuzione aperta, ma soprattutto tendenziosamen-te volto alla destabilizzazione della fede cristiana.

Nei secoli passati i grandi nemici sono stati alcune filoso-fie ed ideologie; attualmente, però, con la carenza universale di veri e sistematici pensatori, il pericolo sembra rappresentato da quello che è stato chiamato il pensiero liquido. E’, certamen-te, un’espressione molto sugge-

s t i v a p e r -c h é niente come la li-quidi-tà ri-c h i a -m a a l l a mente qualcosa di instabile, ma sottil-mente penetrante e demolente.

La comunità è un’aggrega-zione di individui e, nel nostro caso, parlando di comunità cristiane, un’aggregazione di cristiani, che è anche un dono, ma obbligante. E’ duro per noi, che abbiamo confuso l’amore con lo spontaneismo, ritornare a questo concetto di dovere/dono, a questa circolarità di impegno/amore, perché nel trionfo dell’egoismo indivi-duale ormai siamo abituati a prender tutto come dovuto e l’eventuale rispondenza all’al-tro è solo “perché ci va”. Così alla fine anche anche lo stupore di appartenere alla comunità cristiana, che abbiamo scelto, e in primo luogo alla comunità universale che è la Chiesa.

Per molti sembra che la fede cristiana sia un’utopia, perché il Vangelo propone comanda-menti che è quasi impossibile mettere in pratica – perdona a chi ti ha fatto del male, ama il tuo nemico.

Primo punto: il Vangelo non è una codificazione di norme. Certamente l’andazzo odierno che, più o meno ten-denzialmente, ci prospetta re-ligiosità altre che, effettivamen-te, propongono, se addirittura non impongono, delle norme, ci ha fatto perdere di vista l’ori-ginalità assoluta della Buona Novella: questa non è una serie di norme da seguire, ma una Persona, una Persona che chia-ma se stesso, principalmente, Figlio dell’uomo e, in terza per-sona, il Figlio. Ed eco decadere l’accusa di utopia riguardo alla fede cristiana: essendo perfet-tamente uomo, ha mostrato che qualsiasi altro uomo può conformarsi a Lui, sempre nel-la fiducia assoluta al Padre.

In definitiva: accettare il dono gratuito, l’amore, che il Padre ci offre nella Chiesa, ci prescrive il compito di contrac-cambiare con i nostri doni, che, a seconda delle nostre poten-zialità e delle esigenze altrui, ci fanno essere figli nel Figlio e, di conseguenza, fratelli fra noi, conformemente a Gesù Cristo, la vera ed efficace Buona Novella.

d. Dante Bellinati

Anno della Fede

Testimoniare in un mondo secolarizzato

Domenica 15 dicembre: Ore 11.00 - Guarda Veneta: celebra la S. Messa ed amministra il sacramento della Cresima.Martedì 17 dicembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 16.00 - Rovigo, S. Domenico: presiede la celebrazio-ne della S. Messa con la Coldiretti. Ore 17.30 - Adria, Cattedrale: incontra i bambini delle scuole dell’infanzia della zona pastorale.

Mercoledì 18 dicembre: Ore 10.30 - Rovigo, Casa Serena: cele-bra la S. Messa e visita gli ospiti della Casa. Ore 16.30 - Rovigo, Prefettura: partecipa a un incontro indetto dal Prefetto.Giovedì 19 dicembre: Ore 10.30 - Adria, Ospedale: celebra la S. Messa con il personale medico e infermieristico. Ore 16.00 - Rovigo, Seminario: tiene l’incontro teologico-pastorale con i se-minaristi. Ore 20.00 - Rovigo, Prefettura: partecipa a un secondo incontro indetto dal Prefetto.Venerdì 20 dicembre: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 17.00 - Rovigo, Policlinico “Città di Rovigo”: celebra la S. Messa e visita i degenti. Ore 19.00 - Rovigo, Seminario: cele-bra la S. Messa con i seminaristi ed i loro genitori.Sabato 21 dicembre: Ore 11.00 - Canaro, Corte Loredana: celebra la S. Messa nella Casa di Riposo. Ore 15.00 - Lendinara: partecipa all’apertura del presepio della Città. Ore 16.30 - Stienta, Casa di Riposo: celebra la S. Messa e incontra gli ospiti della Casa.Domenica 22 dicembre: Ore 10.30 - Rovigo, Casa Circondariale: celebra la S. Messa con i carcerati.

Attività del Vescovo

Per una comunità carme-litana la festa liturgica di San Giovanni della Croce è non solo un richiamo alle origini, ma pure un invito a rivive-re l’ideale della “Riforma “ dell’Ordine!

Anche al Carmelo del-la Trasfigurazione di via Pascoli,28 a Rovigo, la ricor-renza diventa solennità per la preghiera, per la presen-za del Seminario Vescovile e del Vescovo che presiedere l'Eucaristia, per la rivisita-zione della vita e delle opere di san Giovanni della Croce. Diviene momento di comu-nione gioiosa con i membri del Terz’Ordine Carmelitano, gli amici e gli assidui frequentato-ri della cappella del Monastero. La Chiesa venera San Giovanni della Croce come sacerdote e dottore per la profondità e al ricchezza delle sue opere e per la santità della sua vita e lo trova attuale. Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (11) ne cita il “Cantico spirituale” e lo indica come colui che nel-la Chiesa non cessa di stupirsi per la profondità della ricchez-za della sapienza e della cono-scenza di Dio ( Rm 11,33) e nota riportando: “… questo spessore di sapienza e scienza di Dio è tanto profondo e immenso, che, benché l’animo sappia di esso, sempre può entrare più addentro …” (Cantico spirituale, 36,6)

Alcune dateNato a Fontiveros nella

Spagna, da Gonzalo de Ypes e da Catalina de Alvares nel 1542, da ragazzo apprende vari mestieri e si perfeziona

negli studi dai Gesuiti negli anni 1559 – 1563. Nel 1563 ve-ste l’abito dei carmelitani nel convento di S. Anna, ove pure emette i voti. Nel 1567 – a 25 anni – è ordinato sacerdote a Salamanca, ove all’Università, ha fatto gli studi di Filosofia e Teologia. Celebra la sua prima Messa a Medina del Campo. Il 1567 è l’anno del suo incontro con S. Teresa. Scrive di Lui la Santa: “poco dopo l’Assunta ven-ne fra Giovanni della Croce. Gli volli parlare e rimasi molto soddi-sfatta, ringraziandone il Signore. Seppi … che voleva farsi certosino, ma io gli esposi i miei disegni e lo pregai insistentemente di attende-re fino a quando Dio non ci avesse provveduto di un convento …”

Con TeresaS’avviava così la col-

laborazione con la grande Riformatrice dell’Ordine e Giovanni della Croce diventerà di fatto, il primo Carmelitano scalzo, cioè riformato e il gran-de collaboratore con S. Teresa. Padre spirituale di varie fon-dazioni, uomo di grande pre-parazione teologica, uomo di Dio, intreccia la sua non lunga esistenza con la riforma del Carmelo maschile. Non fu mai generale, non ebbe che simbo-lici incarichi nella direzione dei Frati, ma fu, ed è quello che conta, il vero modello di quel frate che Lui e S. Teresa ave-vano ideato. “Molto – scrive S. Teresa di Lui - mi ha soddisfatto lo spirito di cui Dio l’ha dotato e la virtù da lui mostrata in molte cir-costanze … E’ un uomo di grande orazione e molto intelligente …”. “Sebbene vivesse fra quei del pan-

no,, vale a dire fra i calzati, menava vita di grande perfezione ed osservanza …”. “E’ piccolo di statura, ma credo molto gran-de agli occhi di Dio …; è pieno di saggez-za, fatto a posta per il nostro genere di vita. Credo che Dio l’abbia destinato a quest’im-presa …”

Le tribolazioniNon Gli man-

carono le tribola-zioni e le gioie: le prime più nume-rose delle seconde. Subì pure, per nove mesi, il carcere duro nel Convento dei Calzati a Toledo. Ne approfittò per scrivere. Sono nu-merosi i suoi trat-tati che mostrano la sua vita interiore, la sua intimità con Cristo e come la fiamma dell’amore di Dio che lo bruciava, gli procura di attraversare arricchito di meriti le difficoltà e ascendere al santo Monte del Signore.

Le opereSono assai numerose le sue

opere, molte scritte nei nove mesi del carcere, tutte frutto della sua interiorità e del suo rapporto con Cristo. “Il contenuto normativo dei pensieri suggerisce una specie di codice della strada dello spirito e tutti i suoi detti sono altrettan-ti articoli che regolano il modo di camminare sulle orme di Gesù “rendendosi simili a Lui nella vita, nel carattere, nelle virtù, e confor-mi alla nudità e purezza del suo spirito”.

L’epilogo terrenoAveva 49 anni, e da poco era

giunto al Carmelo di Ubeda ed era il 1591, alla mezzanotte tra il 13 ed il 14 dicembre chiudeva il suo cammino terreno.

Scrittore prolifico, di una vita interiore straordinaria, lasciava alla Chiesa tutta, un tesoro inesti-mabile, ma più grande ancora era la sua santità.

Santità ed opere che ancora portano frutti nella Chiesa sparsa in tutto il mondo.

Carmelo della Trasfigurazione

Con la presenza del Vescovo Lucio e del Seminario diocesano, sabato 14 c.m., alle ore 8.00 , San Giovanni della Croce sarà riproposto come modello a quanti vogliono approfondire il loro rapporto con il Signore. La celebrazione delle 8.00 – ormai tradizione per il nostro Seminario - è se-gno di una attualità del mes-saggio e dell’insegnamento di San Giovanni della Croce e dell’anelito di una più inti-ma unione con Dio dell’intero Popolo di Dio.

Adigi

La festa ricorre sabato 14 dicembre 2013

San Giovanni della Croce: il contemplativoOre 8.00 Eucarestia al Carmelo

Curia Vescovile - Ufficio EconomatoAvviso ai Sacerdoti

Ricordiamo ai Rev.di Sacerdoti che il 16 dicembre scade il saldo dell’IMU per il 2013.

Page 3: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

3la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 attualità

Nella terza domenica di ogni mese, i sacerdoti sono pregati di celebrare la S. Messa nello spirito della missione; sono invitati cioè a far riscoprire che la fede non va vissuta in maniera muta, privata e invisibile, ma va testimoniata e annunciata.A questo scopo il Vescovo Lucio invita i sacerdoti ad offrire ai fedeli, con l’omelia che faranno nella terza domenica di dicembre, una riflessione sul messaggio centrale della nostra fede: l’amore di Dio, manifestato in Gesù Cristo, crocifisso e risorto.

Siamo arrivati alla terza domenica di Avvento, a dieci giorni dalla Solennità del Natale. La liturgia di questa domenica ci invita a vivere con gioia questo tempo di attesa: “Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”. (Fil 4,4.5).

Qual è il motivo di questa gioia? L’avere scoperto di essere amati da Dio, che si è donato a noi nel Figlio fatto uomo e il Figlio fatto uomo ha donato tutto se stesso a noi, fino a morire per noi sulla croce.

Con la preghiera iniziale di questa S. Messa chiediamo al Signore: “Sostieni, o Padre, con la forza del tuo amore il nostro c a m m i n o incontro a colui che viene e fa’ che a c c o g l i a m o c o n re n d i m e n t o di grazie il vangelo della gioia”. Ma a noi interessa il “vangelo della gioia”? Che cosa c e r c h i a m o n e l l a nostra vita quot idiana? C e r c h i a m o di vivere un rapporto forte con Dio?

1. “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”.

E’ questa la domanda che si pone Giovanni Battista in prigione nella fortezza di Macheronte, oltre il Mar Morto, e che i suoi discepoli portano a Gesù. Gesù non corrisponde all’immagine di Messia che Giovanni Battista ha in testa. Per questo Giovanni è sconcertato.

Anche noi siamo spesso disorientati di fronte all’apparente silenzio di Dio. Aspettiamo soluzioni pronte o vogliamo inventarle. Attendiamo risposte certe e il vangelo ci pone domande.

Facciamo fatica a

discernere la presenza di Dio e ancora di più a scoprire la sua presenza, la sua logica, la sua volontà. La vita di fede non è tranquilla; a volte ci fa vivere il momento del buio. Anche Maria, di fronte all’annuncio dell’angelo rimase sconcertata e si chiedeva che senso avesse quel messaggio.

2. “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete”.

Quando i discepoli di Giovanni Battista chiedono a Gesù se è lui il Messia o se devono aspettare un altro, Gesù risponde rivelando la sua identità attraverso quello che fa e dice: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli

zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Gesù è venuto ad annunciare l’amore fedele di Dio e lo annuncia con i gesti di amore in favore dei poveri, ciechi, sordi, muti, storpi, lebbrosi. Egli attua le promesse fatte dal profeta Isaia e richiamate dalla prima lettura: «Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà

come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto».

G e s ù invita anche noi a porre questi segni di presenza e di amore di Dio; ci invita ad aiutare le persone a uscire dalle schiavitù, a far fiorire la vita, a vivere rapporti di solidarietà, a promuovere la fraternità e la pace.

3. “E voi chi dite che io sia?”

In questo anno pastorale, che ci invita a diventare “popolo di Dio in missione”, non siamo noi che chiediamo a Gesù: “Sei tu colui che deve venire?”, ma è Gesù che ci chiede: “E voi chi dite che io sia?” (Mt 16,15). “Chi sono io per voi?”.

Sappiamo che Pietro ha risposto a Gesù, affermando la sua vera identità: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). Ma Gesù impose ai suoi discepoli “di non dire ad alcuno che egli era il Cristo” (v. 20), perché non venisse stravolta la sua identità da ambigue attese messianico-nazionaliste e non fosse identificato con un capo

della rivolta giudaica contro i romani che dominavano a Gerusalemme.

Poi Gesù spiegò che avrebbe svolto la sua missione facendo dono della sua vita. Disse che “il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare” (Mt 16,21). E più tardi aggiunse: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti” (Mt 20,28). Gesù è la manifestazione totale dell’amore di Dio per noi.

Gesù invita anche noi a vivere la vita come dono, per realizzarla in pienezza; oggi ci dice: “Chi trattiene la vita per sé la fa fallire, ma chi fa dono di essa per me e per il vangelo, la realizza pienamente” (cf. Mc 8,35). E’ questo il progetto di vita che Gesù propone a noi con la sua morte e risurrezione. Anche la moderna psicologia riconosce che il dinamismo che conduce alla maturità è il decentramento da se stessi, è il vivere la vita come un dono fatto agli altri. La vita non è un bene da conservare per sé, bensì da spendere per gli altri.

Ma solo l’impegno e la solidarietà radicale con il Cristo e il suo compito storico rendono possibile all’uomo questo dinamismo di salvezza e offrono la garanzia storica: Gesù, che ha fatto dono della sua vita, la ritrova in pienezza nello splendore della ri surrezione.

Lo stesso impegno vale anche per noi: vivere la vita come dono, secondo la “logica del donare”. Gesù ce lo insegna anche con la sua nascita. Il Figlio di Dio si è fatto piccolo, bambino, in tutto simile a noi – fuorché nel peccato – per aiutare anche noi a realizzare in pienezza la nostra vita, vivendola secondo la logica dell’amore. “Dio si è fatto come noi, per farci come lui”.

Viviamo anche noi la nostra vita come “dono” fatto agli altri. L’unico modo di vivere bene non è quello di avere, ma quello di dare. La vita è un dono e si realizza donandola.

+ Lucio Soravitovescovo

«POPOLO DI DIO IN MISSIONE»

«Sei tu colui che deve venire?»Omelia per la iii Domenica di Avvento

Rovigo, 15 dicembre 2013

Impegno e passione della Chiesa per la scuola in Italia

Cari studenti e cari genitoriMessaggio della presidenza della Conferenza episcopale ita-

liana in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2014-2015

Cari studenti e cari genitori,anche quest’anno sarete chiamati a decidere se avva-

lervi o non avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica. Si tratta di un servizio educativo che la Chiesa offre alla scuola italiana in conformità a quanto stabilito dall’Accordo del 18 febbraio 1984 che ha modificato il Concordato Lateranense e dalle Intese attuative che ne-gli anni si sono succedute. Nel quadro delle finalità della scuola, cioè aderendo agli scopi educativi che motivano l’esistenza delle scuole di ogni ordine e grado in Italia, l’insegnamento della religione cattolica consente a tutti, a prescindere dal proprio credo religioso, di comprendere la cultura in cui oggi viviamo in Italia, così profondamente intrisa di valori e di testimonianze cristiane.

Parlando a un gruppo di studenti, papa Francesco ha ricordato che “la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita. Come vi aiuta a crescere la scuola? Vi aiuta non solo nello sviluppare la vostra intelligenza, ma per una formazione integrale di tutte le componenti della vostra personalità” (Discorso agli studenti delle scuole gestite dai gesuiti in Italia e Albania, 7 giugno 2013).

Sulla scia di queste parole, la Chiesa in Italia vuole ribadire il proprio impegno e la propria passione per la scuola. Quest’anno e lo farà anche in maniera pubbli-ca con un grande pomeriggio di festa e di incontro con il Papa in Piazza san Pietro il prossimo 10 maggio, a cui sono invitati gli studenti, gli insegnanti, le famiglie e tut-ti coloro che sono coinvolti nella grande avventura della scuola e dell’educazione.

Riprendendo le parole del Papa, riteniamo che sia ne-cessaria una formazione completa della persona, che dun-que non trascuri la dimensione religiosa. Non si potrebbe-ro capire altrimenti tanti fenomeni storici, letterari, artisti-ci; ma soprattutto non si potrebbe capire la motivazione profonda che spinge tante persone a condurre la propria vita in nome dei principi e dei valori annunciati duemila anni fa da Gesù di Nazareth. È per questo che vogliamo ancora una volta invitare ogni studente e ogni genitore a guardare con fiducia e con simpatia al servizio educativo offerto dall’insegnamento della religione cattolica.

Per rendere tale servizio sempre più qualificato e adeguato alla realtà scolastica, con l’Intesa stipulata nel 2012 tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono stati fissati livelli sempre più elevati di formazione accade-mica degli insegnanti di religione cattolica, almeno pari a quelli di tutti gli altri insegnanti e spesso anche supe-riori. Ringraziamo questi insegnanti, oggi in gran parte laici, che con la loro passione educativa testimoniano nella scuola il valore della cultura religiosa, attraverso il cui ser-vizio cerchiamo di venire incontro alle esigenze più auten-tiche degli alunni che oggi frequentano le scuole italiane, alle loro domande di senso, alla loro ricerca di una valida guida.

Tutto questo è ben espresso nelle Indicazioni didatti-che recentemente aggiornate e attualmente in vigore nelle scuole di ogni ordine e grado. In quelle specifiche per il primo ciclo di istruzione si dichiara in maniera impegna-tiva che “il confronto con la forma storica della religione cattolica svolge un ruolo fondamentale e costruttivo per la convivenza civile, in quanto permette di cogliere im-portanti aspetti dell’identità culturale di appartenenza e aiuta le relazioni e i rapporti tra persone di culture e reli-gioni differenti”. Nella fase storica che attualmente stiamo vivendo il contributo dell’insegnamento della religione cattolica può essere determinante per favorire la crescita equilibrata delle future generazioni e l’apertura culturale a tutte le manifestazioni dello spirito umano.

Con questi sentimenti, e confortati dall’elevata adesio-ne fino ad oggi registrata, vi rinnoviamo l’invito a sceglie-re l’insegnamento della religione cattolica per completare e sostenere la vostra formazione umana e culturale.

Roma, 23 novembre 2013La Presidenza

della Conferenza episCopale italiana

Page 4: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

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ASSoCIATo

UnioneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazioneitalianaSETTIMANALI CATToLICI

4 la Settimana domenica 15 dicembre 2013società

Si intitola Libera, aperta, pubblica. Lettere dalla scuo-la cattolica il volume che la Federazione istituti di atti-vità educative Veneto (Fidae Veneto) ha dato alle stampe per raccontare la realtà delle 176 scuole paritarie aderenti alla federazione regionale. Un mondo che comprende oltre 25mila studenti e quasi 4mila lavoratori – tra perso-nale docente e non docente – nell’intera regione.

«Sfatare falsi miti e raccontare “da dentro”

la scuola cattolica»Il volume è composto da

due sezioni principali. La prima riporta – anche attra-verso una serie di dati – una “fotografia” degli istituti Fidae regionali: iscritti, do-centi, diffusione sul territo-rio regionale. Un “pezzo” di servizio pubblico, parte integrante del sistema edu-cativo nazionale, con un progetto formativo chiaro: non una scuola dove “tutti sono promossi”, ma una scuola dove “tutti sono seguiti”; non una scuola “per cattolici”, ma una scuola con valori chiari e riconosci-bili e – per questo – aperta a tutti. Una scuola “per natura” radicata nelle parrocchie e nelle diocesi. Nella seconda par-te del volume, otto lettere scritte da genitori, studenti, docenti, dirigenti scolastici per rac-contano che cosa significa “essere” scuola cattolica.

«L’obiettivo della pubbli-cazione – spiega la presidente Virginia Kaladich – è duplice: da un lato sfatare una serie di “falsi miti” riguardanti la scuola cattolica (“è un diplo-mificio”, “è una scuola per ricchi”, “i docenti non sono qualificati”), dall’altro pre-sentare, attraverso una serie di lettere, quali sono gli ideali, la passione, la progettualità, i valori che animano gli istituti aderenti alla Fidae Veneto».

Il volume è in distribuzio-ne nelle scuole Fidae Veneto e può essere richiesto via e-mail all’indirizzo [email protected].

Scuola cattolica: in Veneto una libera scelta

per 154mila famiglieLa scuola cattolica in

Veneto è una presenza si-

gnificativa. Lo è in particolare tra i più piccoli: nelle scuole dell’infan-zia, due bambini su tre frequentano un istituto parita-rio, per un totale di quasi 100mila bambini in tutta la regione. Alle scuole cattoliche primarie e secon-darie – di primo e di secondo grado – sono iscritti qua-si 35mila studen-ti, ai quali vanno sommati gli oltre 19mila dei centri di formazione pro-fessionale. In tota-le, dunque, circa 154mila famiglie venete ogni anno scelgono, in piena

libertà, di far crescere i propri figli in una scuola cattolica.

Scuole fidae veneto: i dati provincia

per provinciaSono 25.174 gli studenti

iscritti alle scuole aderenti alla Fidae Veneto.

Osservando i dati relativi agli iscritti alle scuole prima-rie e secondarie di primo e secondo grado disaggregati per provincia, si scopre che sono Verona e Treviso a far registrare il maggior numero di studenti (rispettivamente 7.059 e 6.396).

Buoni risultati fanno regi-strare anche Padova con 4.525 iscritti, Vicenza con 3.254 e Venezia con 2.887. Sono infi-ne 824 gli studenti delle scuo-le della provincia di Belluno e 229 quelli degli istituti della provincia di Rovigo.

“I nostri farmers market, le nostre imprese agricole a ven-dita diretta ed i nostri agrituri-smi stanno sul mercato rispet-tando tutte le regole connesse e specifiche alla propria attività economica”.

Lo dichiara perentorio il presidente di Coldiretti Rovigo Mauro Giuriolo dopo aver let-to sulla stampa locale delle insinuazioni di concorrenza sleale da parte delle imprese agricole verso il settore com-merciale.

“Coldiretti ha dimostrato a più riprese, coi fatti e non solo a parole, di battersi per il rispetto della legalità e del-la trasparenza a tutti i livelli. – Ribadisce Giuriolo. – Tanto per esemplificare, ricordo che neanche uno dei nostri agri-turismi Terranostra, controlla-ti della Guardia di finanza lo scorso periodo pasquale, che tutti ricorderanno bene, è stato trovato fuori regola”.

“Prima di fare illazioni e dare informazioni distorte biso-gna, come minimo, informarsi bene. – Continua Giuriolo. – Ad esempio bisogna sapere che ogni settore mer-ceologico ha proprie regole diverse dagli altri. E che le compa-razioni, se proprio si vogliono fare, vanno fatte con tutto l’appa-rato normativo e fisca-le che regolamentata il settore e non solo con la parte che fa comodo, per fare demagogia e parlare di concorrenza sleale senza cognizione di causa”.

Il riferimento del presidente è alla serie di regole e controlli cui sono sottoposti mer-cati agricoli, aziende a vendita diretta ed

agriturismi. “I nostri produtto-ri non sono l’isola felice dove tutto è possibile – dichiara an-cora Giuriolo – Da loro passa il Corpo forestale dello stato, l’Avepa, lo Spisal, l’Ulss, la Guardia di finanza; i mercati sono controllati senza preav-viso da polizia locale, ufficio igiene e settore veterinario dell’Ulss, Fiamme gialle, Nas, Csqua di Thiene; oltre a tutte queste sigle, negli agriturismi arriva anche la Polizia provin-ciale e in tutte le aziende, si ag-

giungono i controlli interni di Campagna amica, Nes Nucleo esterno sicurezza e Impresa verde Rovigo”.

“Non si venga a parlare di concorrenza sleale – tuona Giuriolo – quando i nostri pro-duttori in vendita diretta stan-no semplicemente valorizzan-do il loro prodotto e facendolo conoscere ai consumatori, visto che il Polesine è un produttore di eccellenze agroalimentari invidiabili. Forse – si chiede Giuriolo – c’è ancora qualche commerciante che pensa di disporre lui, senza limiti, dei nostri prodotti, comprandoli a pochi centesimi e rivendendoli a svariati euro”.

“I nostri produttori – con-clude Giuriolo – stanno inve-stendo, da anni, sulla sicurezza alimentare, la salubrità, la so-stenibilità etica ed ambientale, la trasparenza della provenien-za, avendo sempre come scopo la soddisfazione del consuma-tore. E’ per questo motivo che i consumatori li stanno pre-miando e capisco, che può dare fastidio a chi non ha raggiunto gli stessi obiettivi”.

Durante una conviviale organizzata per lo scambio re-ciproco di auguri di Natale, il centro riabilitativo Fisomed, presieduto da Mario Loro, ha donato all’associazione cul-turale ‘Renzo Barbujani’ una somma in denaro, in seguito ad una raccolta fondi benefica avvenuta durante la stessa se-rata.

Un gesto nobile e accolto con grande riconoscenza da parte del presidente, Arnaldo Pavarin, e dal direttivo dell’associazione. “Il fatto che

Fisiomed abbia individuato l’associazione Barbujani come destinataria di questi fondi per la beneficienza ci ha fatto un enorme piacere - il ringrazia-mento del presidente, Arnaldo Pavarin -. Poi, grazie anche al parere positivo di tutti i pre-senti in sala, abbiamo deciso di devolvere la somma alla Parrocchia di Borsea di Don Silvio Baccaro. Quest’anno, in-fatti, è stato attivato un centro di ascolto, dove hanno anche deciso di acquistare delle stufe a legna per le famiglie in diffi-

coltà”. La proposta di Pavarin è stata accompagnata da un en-tusiasmo crescente durante la serata, raccogliendo l’applauso dei tanti presenti alla convivia-le. Oltretutto, grazie al prezioso aiuto di Fisiomed, il rapporto tra l’associazione Barbujani e la parrocchia di Borsea si è rinsal-dato ulteriormente.

L’associazione culturale ‘Renzo Barbujani’ è pertan-to grata al centro riabilitativo Fisomed ed al suo presidente, Mario Loro, per il grande gesto compiuto.

Libera, aperta, pubblica

Un libro per raccontarela scuola cattolica

Dalla Fidae Veneto un volume che illustra la realtà delle 176 scuole paritarie associate. Un mondo che comprende oltre 25mila studenti e quasi 4mila lavoratori nell’intera regione

Coldiretti

Prima di tutto il rispetto delle regoleGiuriolo, “Prima di fare illazioni ci si informi. E non si comparino settori completamente diversi”

L’ass. Barbujani e il Centro Riabilitativo Fisiomed uniti per la solidarietà

Dono alla Parrocchia di Borseaper l’aiuto ai bisognosi

Nella tabella qui sopra scuole e studenti del circuito FIDAE Veneto su base provinciale

Lettere dalla scuola cattolica

LIBERAAPERTA

PUBBLICA

www.fidaeveneto.it

Fidae Veneto

Page 5: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

5la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 polesine

Domenica 8 dicembre 2013 - solennità dell’Immacolata - ha avuto luogo la “Festa diocesa-na dell’adesione”, presso l’Au-ditorium del Conservatorio “F. Venezze “ di Rovigo, con la presenza del Vescovo Lucio.

L’incontro è stato promos-so dall’Azione Cattolica dio-cesano della Diocesi di Adria-Rovigo.

Al tavolo dei relatori ac-canto al Vescovo il presiden-te diocesano dell’A.C. Fabio Callegari, l’assistente spiritua-le mons. Giorgio Seno, il dottor Paolo Bordin della camera di Commercio di Rovigo.

Dopo il momento di pre-ghiera ha preso la parola il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi che ha illustrato il tema: “Una Chiesa in missio-ne”, presentando così l’Esor-tazione apostolica “Evangelii Gaudium”. Dando avvio alla riflessione il Vescovo si è sof-fermato sul tema della “gioia”, che è la parola centrale del do-cumento.

Il Vescovo ha detto: “Il grande rischio del mondo attuale - esordisce di fatto il Sommo Pontefice - con la sua molteplice e opprimente offer-ta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata». Il Vescovo ha poi pre-cisato che l’idea che anima il pontificato di Papa Francesco è che “Dio non si stanca mai di perdonare»; mentre «siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia”. “Il cristia-no, ha proseguito il Vescovo, deve entrare in questo «fiume di gioia».

La Chiesa deve cercare di incontrare i lontani e questo può avvenire solo attraverso una «conversione pastora-le», cioè una prospettiva mis-sionaria della pastorale, di costante evangelizzazione”. L’esortazione, ha spiegato mons. Soravito invita le comu-nità parrocchiali ad essere più vicine alla gente, con spirito missionario.

Il Vescovo ha poi detto: “Il documento fa notare che le sfide dell’evangelizzazione dovrebbero essere accolte più come una opportunità per cre-scere che non come un motivo di depressione . Bando quindi «al senso della sconfitta». Per questo, afferma ancora il Papa, dinanzi alle sfi-de delle grandi «culture urba-ne», i cristiani sono invitati a fuggire da due rischi.

In primo luogo, il «fasci-no dello gnosti-

cismo», una fede cioè, rinchiusa in se stessa, nelle sue certezze dot-trinali, e che fa delle proprie esperienze il criterio di verità per il giudizio degli altri.

Inoltre, il «neo-pelagianesi-mo autoreferenziale e prome-teico» di quanti ritengono che la grazia sia solo un accessorio mentre ciò che crea progresso è solo il proprio impegno e le proprie forze”.

Riguardo alla famiglia il Vescovo ha detto: “L’Evangelii Gaudium fa notare che «la fragilità dei legami diventa particolarmente grave» nella famiglia, «cellula fondamenta-le della società, luogo dove si impara a convivere nella diffe-renza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli». «Il matrimonio - è la notazione del Papa - ten-de ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva, che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi

secondo la sensibilità di ognu-no”. Riguardo all’annuncio del Vangelo il Vescovo ha sottoli-neato che tutti devono sentirsi discepoli missionari. Mons. Soravito ha poi parlato della difesa della vita, raccoman-dando nello stesso tempo di non perdere la gioia dell’evan-gelizzazione. Concludendo la sua riflessione il Vescovo ha detto:

“E’ questo in definitiva l’invito del Papa, che ricorda come quello di evangelizzare non sia un impegno da addet-to ai lavori, ma riguarda tutti i cristiani: «La nuova evange-lizzazione – scrive Francesco nel quinto e ultimo capitolo – si sviluppa sotto il primato dell’azione dello Spirito Santo, che infonde sempre e di nuovo l’impulso missionario, a par-

tire dalla vita di preghiera, dove la contemplazio-ne occupa il po-sto centrale”. Ha preso la parola il dottor Bordin il quale ha pre-sentato la reale situazione del Polesine, della sua società e del-la sua Chiesa di Adria-Rovigo. Il Polesine una ter-ra che ha dovuto

subire dominazioni esterne, dove la gente ha dovuto lottare anche con la natura con i suoi fiumi, una storia antica e diffi-cile che ha segnato al vita delle famiglie con l’emigrazione, la mancanza di lavoro. Una po-polazione, quella del Polesine, che nonostante tutto ha saputo mantenere fede ai valori cri-stiani della vita, della famiglia, della Chiesa. Oggi però tutto questo no è più scontato, ecco allora che la Chiesa deve ripro-porre l’annuncio del Vangelo ala gente oggi vive in questa terra del Polesine.

Settimio Rigolin

Due vie situate nell’area del Nuovo Policlinico “Città di Rovigo”, intitolate a due donne che con la loro testimonianza di vita hanno animato la Chiesa e la società del Polesine, si trat-ta di Madre Elisa Andreoli, Fondatrice dell’Ordine Serve di Maria Riparatrici e suor Maria Dolores Inglese, promotrice della missione di riparazione mariana. La cerimonia, molto semplice ma carica di significati storici, culturali e spirituali, ha avuto luogo sabato 7 dicembre 2013 presso il centro Mariano di Rovigo, molte le autorità civili e religiose presenti tra questi: il sindaco di Rovigo Bruno Piva, il sindaco di Agugliaro Roberto Andriolo, il presidente della provincia di Rovigo Tiziana Virgili, la Priora Generale della Congregazione Serve di Maria Riparatrici Madre Maria Nadia Padovan, la superiora del Centro Mariano suor Maria Grazia Comparini, numerosi poi i fe-deli, amici e persone impegnate nel vivere la spiritualità mariana presso il Centro Mariano.

Il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi ha presieduto il mo-mento di preghiera e ha bene-detto le due vie, via Madre Elisa Andreoli (1861 – 1935), e Strada pedonale Suor Maria Dolores Inglese (1866 – 1828). Il sindaco di Rovigo ha sottolineato il va-lore storico e insieme religioso dell’iniziativa di dedicare due strade a due straordinarie figure di donne e di religiose che con la loro opera hanno lasciato una viva testimonianza di vita per la città di Rovigo e per il suo territo-rio. Il Vescovo nel suo intervento ha osservato come le due vie si trovino all’interno di un ospeda-le, una casa di cura, dove l’uomo si incontra con la sofferenza, la malattia, il dolore, e quindi av-verte il bisogno di preghiera, di silenzio, di ascolto della parola del Signore, dell’amore fraterno. L’idea di dedicare le due vie alle due religiosa è stata espressa in

occasione del centenario della presenza della Congregazione in città dal prof. Iario Bellinazzi. Madre Elisa e Madre Maria Dolores hanno operato nella terra del Polesine annunciando il Vangelo, facendo del bene a tutti, accogliendo i poveri, im-pegnandosi nella educazione dei bambini , nella carità verso tutti, tutto questo loro servizio di amore ai fratelli e alle sorelle della terra del Polesine si è con-cretizzato con la Fondazione della Congregazione delle Suore

Serve di Maria Riparatrici, una realtà importante in seno alla Chiesa diocesana e alla Chiesa universale, infatti oggi la Congregazione è presente in 11 paesi . A conclusione della cerimonia di dedicazione un momento di spiritualità e arte presso il santuario Beata Vergine Addolorata nella Casa delle SMR, con l’intervento di Letizia E.M. Piva, arpa e voce e gli at-tori Nadia Poletti, Paolo Rossi, Giuseppe Ferrara.

S.R.

Rovigo - Assemblea diocesana dell’Azione Cattolica

Impegnati nell’annuncio del Vangeloin questa terra polesana

La situazione del territorio tra passato e futuro nell’analisi del dott. Paolo Bordin

Rovigo

Le Cofondatrici delle Serve di Maria Riparatrici ricordate con due vie della città

Benedizione ed inaugurazione presente il Vescovo e le autorità cittadine

Abbiamo rivolto alcune domande alla Priora Generale della Congregazione Serve di Maria Riparatrici Madre Maria Nadia Padovan.

D - Cosa rappresenta per la vostra comunità religio-sa la dedicazione di que-ste vie a due importanti figure che con la loro vita hanno fortemente segna-to la storia della Vostra Congregazione?R - Anzitutto una coinvol-

gimento nella vita della città di Rovigo e del territorio dove sia-mo presenti da oltre cento anni, inoltre continuare a guardare con lo stesso sguardo di Gesù e della Vergine Addolorata il vasto mondo della sofferenza, in questo percorso come pos-siamo vedere le due strade si incontrano per condurci tra i reparti di questo nuovo ospe-dale chiamato Policlinico e nel-lo stesso momento ci conduco-no al santuario della Vergine Addolorata. Ecco qui la nostra sfida continuare ad essere ac-canto alle croci di tanti fratelli e sorelle sofferenti.

D - Questo nuovo ospeda-le è situato accanto alla vo-

stra casa, questa presenza cosa rappresenta per vuoi donne consacrate?R - Rappresenta dal pun-

to di vista spirituale il voler essere solidali con chi percor-rerà queste vie, senza dubbio molta gente farà una sosta nel santuario perché come sappia-mo quando una persona, una famiglia, è chiamata a portare il peso della sofferenza, del do-lore, della malattia, avverte il bisogno di una sosta e fermar-si ai piedi di Gesù e della sua Madre Addolorata, inoltre la dove possiamo essere di con-forto, di aiuto, con l’ascolto e con la nostra disponibilità.

D - Possiamo dire che la vostra Congregazione è fortemente radicata nella terra del Polesine? R - Praticamente la nostra

Congregazione ha avuto la sua prima diffusione qui nel Polesine, oggi siamo presenti in ben 11 paesi.

D - Madre Maria Nadia, ri-guardo il processo di bea-tificazione delle vostre due consorelle e co-fondatrici cosa ci può dire?R - Il primo passo che noi

guardiamo come un grande dono del Signore è stato i ri-conoscimento del vita cristia-na vissuta in modo autentico, eroico, evangelico dalle nostre due consorelle e questo attra-verso il decreto della venerabi-lità. Tutto questo rappresenta un punto fondamentale , ora il processo va avanti perchè si deve giungere al riconosci-mento del miracolo, la com-missione per le cause dei santi è già in possesso di tutta la do-cumentazione , ora attendiamo che questo fatto straordinario venga riconosciuto allora avre-mo la beatificazione.

Settimio Rigolin

Intervista alla Priora Generale della CongregazioneServe di Maria Riparatrici Madre Maria Nadia Padovan

Da cento anni accantoal vasto mondo della sofferenza

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6 la Settimana domenica 15 dicembre 2013polesine

Musica soave e vibrazioni della terracotta. Non esiste un suono che produca sensazioni così istintivamente emozionali come la melodia delle ocarine.

Per catapultare l’orecchio dalla parte del cuore, c’è stato il pubblico “Concerto ocarini-stico di Natale”, domenica 8 dicembre, alle 16, nella chiesa parrocchiale dei santi Agostino e Basilio, a Grillara di Ariano.

A suonare con straordina-ria abilità, nonostante la for-mazione abbia solo otto mesi di vita, il Gruppo ocarinistico di Grillara, con le ocarine co-struite dal maestro Benvenuto Fecchio, titolare della fattoria didattica e museo L’ocarina di Grillara, associata a Coldiretti e unica azienda agricola che fa parte della rete museale pro-vinciale.

Ospiti d’eccezione, i mae-stri e compositori di fama inter-nazionale Emiliano Bernagozzi e Fabio Galliani, solisti del

Gruppo ocarinistico budriese, di Budrio.

E’ stato presentato un re-pertorio della tradizione in-ternazionale e locale, oltre ad indimenticabili colonne sonore del cinema che si prestano par-

ticolarmente all’esecuzione con l’ocarina. L’organizzazione del concerto è stata del Comitato Grillara, in collaborazione col comune di Ariano e la parroc-chia di Grillara. L’ingresso era libero e gratuito.

Nello spirito ed in sintonia con la XIX Settimana dei Beni Culturali in Polesine, a Bergan-tino sabato 7 dicembre nel Mu-seo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare, si è tenuta una conferenza a cura della dott.ssa Laura Minici Zotti, di-rettrice e fondatrice del Museo del Precinema di Padova, su “La Lanterna Magica in Veneto fra ’700 e ‘800”. L’oratrice, col-lezionista del Museo unico al mondo, nella sua esposizione si è avvalsa dell’ausilio di proie-zioni mirate. La stessa dottores-sa è anche abile “lanternista”, divulgatrice della conoscenza di questa particolare tecnica di rappresentazioni con Lanterne Magiche, che ha portato i suoi spettacoli in giro per il mondo.

Dopo gli interventi intro-duttivi del prof. Tommaso Za-ghini, direttore del Museo della Giostra di Bergantino, della sig.ra Rita Trentini, Assessore alla Cultura del Comune di Ber-gantino e della dott.ssa Laura Negri, Assessore provinciale alla Cultura, che ha esaltato il significato della Settimana dei Beni Culturali in Polesine, la parola è passata all’oratrice.

La dott.ssa Laura Minici Zotti si è soffermata su come queste proiezioni di gioco lu-minoso delle Lanterne Magi-che fossero un’anticipazione dell’idea dei fratelli Lumière, inventori del Cinema. Pochissi-mi erano a conoscenza di questi giochi di luce. Si trattava di lan-terne a olio che proiettavano la

luce tramite due lenti di proie-zione su appositi piccoli scher-mi, utilizzando vetri dipinti con immagini di animali, di piante, panorami e personag-gi fantastici. Tutto questo era animato da piccoli complicati meccanismi, che davano l’idea del movimento. Osservando tutto questo si ha la percezione del preludio del cinema, rap-presentazioni per quei tempi di carattere straordinario, che su-scitavo lo stupore del pubblico. La dott.ssa Laura Minici Zotti si è soffermata nell’elencare chi sono stati i personaggi Veneti che hanno contribuito a diffon-dere tanta bellezza fra ‘700 e ‘800: Giovanni Battista Belzoni (esploratore), Giovanni Santini (astronomo e fisico), Anna Ma-ria Cortina (lanternista) e Fran-

cesco Antonio Avelloni, detto il “poetino” (commediografo).

A seguito dell’interessante relazione della dott.ssa Lau-ra Minici Zotti, mi è venu-ta spontanea una riflessione sull’importanza benemerita e del Museo del Precinema di Padova e del Museo Storico della Giostra di Bergantino. Grazie alle ricerche della dotto-ressa si possono approfondire le conoscenze sulle origini del Cinema. Altrettanto degno di riconoscenza il prof. Tommaso Zaghini, che, col suo impegno e la sua competenza, è riuscito dopo tante ricerche a realizzare a Bergantino un Museo Storico della Giostra unico in Italia, meta ogni anno di circa 4 mila visitatori.

Ildo Testoni

Anche quest’anno, lo scorso 30 novembre, la grande macchina della solidarietà si è mossa con la colletta alimentare coinvolgen-do in tutt’Italia migliaia di persone animate nel comune sforzo di racco-gliere derrate alimentari che saranno destinate a persone e famiglie in stato d’indigenza.

Come di consueto, il Gruppo Alpini di Rovi-go ha partecipato a ran-ghi serrati alla gara di solidarietà, prestando la propria opera in un noto centro commercia-le cittadino, ove sono stati raccolti oltre 2600 kg di generi alimentari a lunga conservazione.

Lo spirito alpino che si ma-nifesta in tutte le occasioni in cui vi sia bisogno d’aiuto, è sta-to contagioso e le tante perso-ne che spontaneamente hanno donato parte della loro spesa, hanno avuto parole di plau-

so nei confronti delle “Penne Nere” a dimostrazione del pro-fondo legame esistente tra gli Alpini e l’intera società.

L’appuntamento con la colletta alimentare è già stato fissato per l’anno prossimo e

gli Alpini hanno gridato a gran voce l’unica parola utile quan-do c’è da fare del bene: Presen-ti!!!!!!!

Per il Gruppo Alpini di Ro-vigo

Flavio Ambroglini

Aveva più di 101 anni, suor M. Liliana Perari. Era nata i 30 luglio 1912 e al fonte battesimale le avevano dato i nomi di Rosa Emma. Il De-legato per la Vita Consacrata ha ricordato che i tanti giorni della Religiosa ci sospingono sul pensiero della vita eter-na e della resurrezione e alla domanda di un supplemen-to di fede umile per chiedere di poter leggere il filo rosso dell’amore che sostiene tutti i nostri giorni.

Il “Noviziato di Rovigo”Dal suo paese natio, Poz-

zonovo (PD), Rosa Emma Pe-rari approdava il 28 ottobre 1929, a poco più di 17 anni, in quello che oggi è il Centro Mariano, ove il 23 giugno 1933 iniziava il Noviziato. Quei primi anni li divise fra Codi-goro e Rovigo. Il 2 luglio 1934 faceva la prima emissione dei voti, che rinnovava puntual-mente ogni anno fino al 23 agosto 1940, giorno in cui di-veniva Suora per sempre, con la professione perpetua.

“Infermiera”Padre Andrea, che ha pre-

sieduto il rito, ha ricordato che impegnò tutta se stessa nel servizio di infermiera nella Case dirette dalle Suo-re Serve di Maria Riparatri-

ci, anche tra i militari. I suoi pazienti la chiamavano il “dottore”! Sapeva suscitare fiducia e ottenere più forse del medico di turno. “Guarire i malati” è uno degli impegni che il Signore Gesù da ai suoi discepoli inviandoli in tutto il mondo.

Suor M. Liliana guariva con il suo amore servizievole, con il suo vedere in ogni fra-tello ammalato Gesù! Un ser-vizio durato oltre 60 anni fino a quando la poca salute la riportava a Rovigo - era il 29 settembre 1997 – a Casa Dolo-res, proveniente dalla Casa di via Lagrange a Roma.

I giorni del tramontoAnche le “rose” lasciano

cadere profumo e petali! Suor M Liliana trascorse i 16 anni di Casa Dolores, vivendoli nello spirito della Congrega-zione, nella umile e continua “riparazione”.

Fra Andrea ha potuto dire con verità le parole del Vangelo: “Ti benedico Padre, perché hai nascoste queste cose ai grandi e le hai rivelate ai piccoli”. Suor Liliana, una anima su cui è caduto il com-piacimento e la benedizione del Signore.

Il Delegato per la Vita Consacrata ha affermato che la lunga e impegnata vita del-la Religiosa era sicura caparra di nuove e numerose grazie per la congregazione e per la Chiesa di Dio che è in Adria - Rovigo.

Il funeraleNumerose le Religiose e

gli amici presenti nella Cap-pella del Centro Mariano, che hanno fatto corona ai fa-miliari. Una delle Nipoti ha ringraziato per i tanti segni di amore della Zia. Ad essa si è unita a Suor Michela che si è detta commossa ed ammirata per la testimonianza di vita consacrata della Consorella.

AG

Grillara - Ariano Nel Polesine (Rovigo)

Concerto di Natale con le ocarine FecchioA Grillara in chiesa parrocchiale

Bergantino - Serata di Cultura

“La Lanterna Magica in Veneto fra ’700 e ‘800”Intervento di Laura Minici Zotti, direttrice e fondatrice

del Museo del Precinema di Padova

Gruppo Alpini Rovigo

Come sempre presenti nelle gare di solidarietàLa partecipazione attiva degli alpini alla raccolta della Colletta alimentare 2013

Rovigo - Lutto in Casa Dolores

Suor M. Liliana: oltre cento annidi amore al SignoreIl commiato al Centro Mariano

Finalizzato alla produzio-ne di immagini di paesaggi e luoghi veneti che meglio rappresentano idee, soluzio-ni e modi per vivere a minor impatto, Arpav e la Rete In-fea, informazione formazio-ne educazione ambientale, della Regione bandiscono il concorso fotografico “Obiet-tivo: sostenibilità” per docu-mentare come la sostenibilità sia una via per creare nuovo equilibrio tra le attività uma-ne e il paesaggio nel territorio veneto.

Aperto a fotografi profes-sionisti e amatoriali residen-ti in Veneto, è stato lanciato

on-line ispirandosi ai temi dell'ottava settimana Unesco del decennio dell'educazione allo sviluppo sostenibile, de-dicata proprio alla bellezza, al paesaggio e alla creatività.

Il concorso prevede due categorie: una per giovani fino ai 25 anni e una per adulti dai 26 anni in poi con qualsiasi tipo di mezzo, dalla macchina digitale al cellulare.

I vincitori, selezionati en-tro fine febbraio dalla giuria riceveranno in premio un buono libri nel corso di una cerimonia nel mese di mar-zo. Al concorso farà seguito l’allestimento di una mostra

itinerante, a cura del Labora-torio Territoriale Ambientale, nodo Infea della Provincia di Rovigo, con le foto vincitrici nelle due categorie, oltre ad una selezione di quelle perve-nute, ospitata a Rovigo, Pado-va, Treviso e Santorso (Vi) da marzo a maggio.

Sul sito http://concor-soinfea.wordpress.com le mo-dalità, bando e regolamento; oppure segreteria organizza-tiva Laboratorio Territoriale Ambientale Laterra della Pro-vincia di Rovigo 0425386842, fax 0425386800 [email protected]

La scadenza è il 31 gennaio.

Comunicato della Fiab Rovigo

La pista ciclabile di via Fuà Fusinato

Provincia di Rovigo

Obiettivo sostenibilitàConcorso fotografico per vivere a minor impatto ambientale promosso da Arpav e Rete Infea

Il Comune di Rovigo ha deciso di dare avvio al progetto di via Fuà Fusinato e confermare il taglio degli alberi per la costruzione della pista ciclabile. Siamo piuttosto perplessi sull’urgen-za di tale progetto dopo che la Giunta Munici-pale ha approvato il nuovo Piano Generale del Traffico Urbano. Dal Piano e dalla presentazio-ne organizzata dall’Amministrazione, risulta con chiarezza che via Fuà Fusinato non rientra tra le priorità viabilistiche e ciclabili. A tal fine, viene riorganizzata viale Verona e le biciclette saranno convogliate su via Stacche con un’al-ternativa più a nord in Commenda est. Tutto poiché viale Tre Martiri (a detta dei tecnici inca-ricati del PGTU) non è consigliabile alle bici. Va comunque ricordato che viale Tre Martiri e via

Fuà Fusinato sarebbero le strade più brevi di collegamento del centro con la zona sanitaria e la parte est della città.

Prendiamo atto che l’Amministrazione ha ignorato una nostra proposta, presentata in data 27.2.2012, che consente la conservazione delle piante e dei posti auto, un risparmio sui costi e soprattutto il collegamento della viabi-lità ciclabile.

A questo punto però ci chiediamo quale sia la ratio: se il piano prevede altri itinerari strategici perché abbattere alberi e finanze per costruire una pista che da una parte morirà sulla rotatoria di via Pace - Oroboni e dall’altra abbandonerà i ciclisti contromano in via Silve-stri?

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7la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 formazione

L’Avvento è il tempo dell’attesa, della speranza, del perdono, della gioia, dell’amo-re, l’Avvento è il cammino di quattro settimane che ci con-duce all’incontro con Gesù venuto nel mondo duemila anni fa. A differenza di altri momenti, questo tempo in modi diversi è “vissuto” da tutti, credenti e non credenti, perchè tutti cercano il Natale, e nel Natale cercano la luce, la pace, la vita, l’amore. Abbia-mo rivolto alcune domande a suor Cristina Caracciolo, religiosa della Comunità del Centro Mariano di Rovigo la Congregazione delle Serve di Maria Riparatrici. Suor Cristi-na è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica di Vicenza e Padova e presso la Scuola Diocesana di Teologia di Rovigo.

D - Suor Cristina, con quali parole definire oggi il tempo dell’Avvento?R - Disporsi ad accogliere

l’inedito di Dio, la novità di quella Buona Notizia che reca la vera pace, non come la da il mondo, annunciata dagli angeli la notte santa ai pastori: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14).

D - Per i credenti cosa do-vrebbe essere l’Avvento?R - Tempo di gesta-

zione in cui matura in noi, come nel grembo della vergine, il germe del Verbo, il solo ad avere “parole di vita eterna”, che appagano pienamente la fame e la sete dell’uomo e gli indicano la strada della vera gioia, come dice il santo Padre nell’esor-tazione Evangelii Gau-dium.

D - E per chi non crede cosa può in-segnare questo tem-po?R - La mia risposta

a questa domanda sono le parole che mi ha scrit-to un mio amico non-

credente: «Nasce-re, ve-nire alla luce, è l’evento. Ma tale e v e n t o c o m -p r e n d e contem-poranea-mente il suo esi-to, così come nel “ v e n i re alla luce” o g n i c o r p o g e n e r a contem-poranea-mente la sua ombra. E forse c’è qualche risuonare consono al concetto di nascita, nelle parole “av-vento”, “evento”, “ciò che sta per venire che prima non c’era”, “ciò che viene come un veniente”, come “vento”, “l’essere avventati, cioè anda-re senza saper dove” “l’essere scaraventati”. E d’altra parte Heidegger diceva che l’uomo, nascendo, è “gettato” (scara-ventato) nella vita, nell’”esser-ci”.

Naturalmente so che poi,

nella pro-spettiva cristiana, una nuo-va e più g r a n d e luce in-fine di-s p e r d e e t e r n a -m e n t e l’ombra. E Io, an-che da non cre-d e n t e , t e n g o m o l -to allo s f o n d o di rifles-sione che q u e s t o g r a n d e

patrimonio di pensiero com-porta».

D - Pensando alla Scrit-tura, alla Parola di Dio, all’Antico Testamento, quali brani suggerire per vivere l’Avvento?R - Il libro del profeta Isa-

ia, il cap.3 di Sofonia, Siracide 24.

D - E del Nuovo Testa-mento?R - La liturgia della Chie-

sa, sia nella celebrazione del-la Liturgia delle ore che nella

celebrazione eucaristica ha già sapientemente scelto i te-sti appropriati per percorrere il cammino di Avvento muniti della Parola che è “lampada ai nostri passi” (cf. Sal 119,105).

D - Pensando alle fami-glie e alle comunità quali potrebbero essere i segni che più di altri possono aiutare a vivere bene l’Av-vento?R - Trovare spazi di silen-

zio e di deserto e scegliere un testo biblico sul quale medita-re per custodire tutto nel cuore e meditarlo come ha fatto Ma-ria (cf. Lc 2,19.51). E’ infatti nel deserto che “la parola di Dio venne su Giovanni” il Precur-sore, figura chiave del periodo di Avvento perché è colui che ci esorta a preparare la strada al Redentore che viene. Non è un caso che la parola “deser-to” in ebraico si dica “Midbar” un termine composto dalla particella privativa “min”, che vuol dire “senza” e dal termi-ne “dabar” che significa “pa-rola”. Il deserto è quel luogo dove, non risuonando le tante parole umane risuona nitida e chiara la parola di Dio.

Per le famiglie con dei bambini piccoli proporrei di trovare un modo coinvol-gente di costruire il presepe, aggiungendo, ogni membro

della famiglia qualche cosa ogni giorno, come quei calendari in cui ogni giorno della nove-na di Natale si apre una finestrella.D - Con lo sguardo ri-volto al Santo Natale quale augurio sente di poter far rivolgere?

R - Che la Parola di vita penetri nell’intimo del nostro essere come seme fecondo affinché possiamo portare a ma-turazione i frutti dello Spirito che sono “amore, gioia, pace, magnanimi-tà, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, domi-nio di sé” (Gal 5,22).

Settimio Rigolin

Intervista a Suor Cristina Caracciolo

Veniamo alla luceDalla Parola di Dio il messaggio centrale del Tempo di Avvento

Per questa terza domenica d’Avven-to vi presentiamo la riflessione di don Giampietro Ziviani insegnante di Teolo-gia Dogmatica II nella nostra SDFT.

Come i cristiani si preparano al tem-po dell’Avvento? Quale Evangelo esso reca loro? Prima di tutto la buona notizia consiste proprio nell’attesa. Mentre la quaresima muove ciascuno di noi lun-go il cammino della croce, l’avvento sta a monte di questa strettoia e ci annuncia semplicemente, ma inesorabilmente, che il Signore viene.

Non è oggetto di discussione, non di-pende da noi o dalla nostra preparazione. Che il mondo lo voglia oppure no, Egli viene come è già venuto, con la stessa so-vrana libertà che appartiene a Dio e non agli uomini.

Che noi si possa o si voglia essere pre-parati a questo è un dato secondo, il pri-mo messaggio di Evangelo è la visita di Dio al suo popolo, il suo entrare nella sto-ria che neppure quest’anno termina per-ché non ha raggiunto il suo compimento.

Dio è con noi, non ci possiamo fare nulla e prima di pensare a cosa questo comporta, a come possiamo esserne de-gni, o addirittura di impaurire come se il Grande Inquisitore apparisse all’improv-viso alle nostre spalle, dobbiamo ritrovare la forza e la bellezza di questo annuncio, lasciarcene riempire e contemplare quel Mistero che scaldava il cuore dei primi cristiani, non meno che l’annuncio della pasqua: “Quello che noi contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo

della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testi-monianza–, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi” (1 Gv 1,1-3).

La liturgia, nel suo tornare ciclico, pre-vede un tempo di sfrondamento, in cui ci spogliamo delle nostre certezze e acqui-sizioni, di una fede troppe volte data per scontata e talvolta addirittura brandita contro qualcuno, per indossare solo un abito di peli di cammello e una cintura di pelle come il Battista e ritrovare la via dell’essenzialità.

Di quante cose ci dovremmo liberare? Proviamo a farne un elenco durante que-sto tempo. Siamo pieni di attrezzatura e di atteggiamenti inutili, che appesanti-scono la nostra testimonianza e ci rendo-no poco liberi e credibili. Zavorra, robac-cia senza gusto che può ancora stare nelle nostre case/vite piene di tutto, stipate dalla soffitta alla cantina, ma di certo non può comparire davanti a Dio. Fuori le ca-rabattole in avvento: c’è da alleggerire e da svuotare parecchio.

Bisogna sfoltire le nostre idee su Dio, le attese sbagliate che rischiano di la-sciarci alla fermata ad attendere il Messia mentre passa, come molti scribi e sapienti di Israele. C’è da liberarsi dalla dittatura dei sentimenti, che ci imprigionano negli umori del momento e in ciò che sentiamo impedendoci di costruire affetti veri, ce-mentati dalla volontà e dal sacrificio.

Buttiamo anche un po’ di sicurezza e

quella montagna di autostima che in qua-lunque situazione ci colloca, senza ombra di dubbio, dalla parte della ragione. E poi ci sono pensieri ostinati, vie di fuga dalla realtà, fantasie ripetute, relazioni malate dove l’altro serve a me, per specchiare il mio narcisismo o rimproverargli i miei fallimenti.

E finiamola con quella cattiveria secca che da sempre sembra distinguere i cat-tolici: gente che non uccide nessuno, ma che neppure emana bontà e di certo non invoglia a frequentarla.

Siamo barricati dentro e con tutto que-sto armamentario il Dio-bambino di Bet-lemme dovrebbe sfondare le nostre porte a colpi di cannonate. Non stupiamoci se ancora una volta l’annuncio sarà dato ai pastori, ai Magi, a gente lontana, ma dal cuore aperto.

E forse anche questa è buona notizia, parola di Evangelo: che Dio non viene con forza, che “Non spezza una canna in-crinata e non spegne uno stoppino dalla fiamma smorta” (Is 42,3).

Si presenta umile e povero, così si-mile a noi che lo riconosceremmo subito se umili e poveri fossimo anche noi. La povertà del Natale comincia nella deli-catezza dell’avvento e della pietà di Dio per noi. Una voce grida nel deserto. Pro-viamo ad immaginarla: è quella di un possente tenore o di un soprano leggero? Una strada si apre tra i monti mentre ci raggiunge la bellezza di un annuncio che si libra nell’aria e canta nei secoli la buona notizia.

Notizie dalla Scuola di TeologiaCome si vive l’Avvento

Natale tempo di regali. Supermercati, ipermercati e centri commerciali con scaffali strapieni e strabordanti di ogni bene, spesso inutili o quantomeno superflui.

Ma è questo il vero Natale?Se ci guar-

diamo attorno, c’è il paese rea-le, che fa fatica ad arrivare a fine mese, che spesso manca anche del ne-cessario.

Il Papa in-vita tutti ad andare verso le periferie del l ’es is ten-za, le periferie d e l l ’ u m a n o , le periferie dell’anima: l’assenza di luce, di senso, la solitudine e l’angoscia, le paure e la delusione di se stessi, il non essere riconciliati con sé o con gli altri; ma anche vivere nelle ombre del male morale, della chiusura dell’anima, nel rancore e nell’invidia… E poi ci sono le periferie dell’esistenza come le famiglie ferite, i rapporti interrotti, la malattia e la morte… E infine le periferie sociali del-la povertà e della disoccupazione, della gente che “non conta”, sono coloro che non hanno, di fatto, socialmente rilievo.

Che senso può avere la festa del Natale per chi vive queste situazioni? Quale contrasto fra le vite spente di costoro e il lucci-chio dei centri commerciali!

Proponiamo di seguito (per tutte le famiglie), un semplice “decalogo della sobrietà”, per vivere il periodo di preparazione al Natale con uno stile di vita più sobrio, attento non all’avere, ma all’essere, alle persone, alle relazioni fra esse.

Qualche anno fa’, il card. Tettamanzi chiedeva “a tutte le co-munità cristiane di riflettere sulle conseguenze della crisi econo-mica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, della povertà, della solitudine”.

Ecco, dunque, di seguito, alcune indicazioni pratiche, una sorta di “decalogo” da vivere giorno per giorno all’interno delle nostre famiglie, per un Natale attento, solidale e sereno.

1 - Ricordiamoci che la persona viene sempre prima delle cose2 - Per la spesa prepariamo prima la lista di ciò che occorre in

casa e non lasciamoci condizionare dalla pubblicità di pro-dotti superflui

3 - Cerchiamo di avere uno stile di alimentazione sano e modera-to, a base di prodotti locali, rispettosi dell’ambiente

4 - Beviamo l’acqua di casa ed evitiamone gli sprechi nell’uso quotidiano

5 - Riprendiamo l’abitudine di riutilizzare gli abiti, anche “pas-sandoceli” tra parenti o amici, senza essere schiavi della moda

6 - Muoviamoci a piedi o in bicicletta e quando non è possibile preferiamo i mezzi pubblici

7 - Moderiamo il tempo davanti alla televisione, stimolando in-vece il dialogo in famiglia

8 - Impariamo (ed educhiamo) ad usare cellulare, computer e videogiochi con moderazione e con tecnologie adeguate alle proprie esigenze

9 - Impegniamoci a compiere gesti di solidarietà – anche piccoli, ma concreti: dall’aiuto economico a donare un po’ di tempo, di attenzioni, di presenza – verso chi si trova in situazioni di maggiore disagio (poveri, anziani, persone sole)

10 - Dedichiamo lungo la giornata qualche momento alla pre-ghiera (anche di intercessione) e alla riflessione; possibilmen-te insieme, in famiglia.

Suggerimento

Piccolo decalogo della sobrietàe della solidarietà

Per un autentico Natale in famiglia

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Gli alunni della Scuola Primaria di Pincara han-no gioiosamente animato la Messa della vigilia della solennità dell’Immacolata, celebrata dal parroco don Orazio Tosi, con canti, pre-ghiere e riflessioni. Tutto ciò a conclusione di un per-corso, seguito con gli inse-gnanti, di conoscenza e ap-profondimento sulla figura di Maria in preparazione al Natale facente parte del progetto “festa insieme”.

Gli alunni hanno avuto modo in questo tempo di ri-flettere sul valore del DONO e l’importanza del donarsi gli al-tri. Durante l’offertorio infatti i bambini, con la collaborazione delle famiglie, hanno portato all’altare generi alimentari da destinare alle persone che vivo-

no situazioni di disagio e di dif-ficoltà. Prima della conclusione della S. Messa, a sorpresa, don Orazio è stato accompagnato davanti a tutti i bambini i qua-li gli hanno dedicato il canto “Benedizione a frate Leone”:

testo scritto da san Francesco e per lui adattato, questo per rin-graziarlo dei suoi cinquantacin-que anni di vita sacerdotale do-nati alle comunità a lui affidate. Un po’ commosso, don Orazio ha ringraziato per il pensiero ricordando a tutti il nuovo pro-getto pastorale che coinvolgerà in prima linea i bambini e le

famiglie. Al termine, il vice sin-daco Stefano Magon, portando il saluto dell’Amministrazio-ne Comunale ha affermato di essere sempre felice di parte-cipare alle iniziative proposte dalla scuola perché vogliono trasmettere sempre ideali posi-tivi e aiutano a superare meglio i momenti di difficoltà.

polesinela Settimana domenica 15 dicembre 2013

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FicaroloIl Nuovo”Testamento” a …In occasione della solennità dell’Immacolata, la comunità parrocchiale di Ficarolo ha consegnato ai ragazzi di II° Media e delle Superiori, il Nuovo Testamento. L’ha fatto con un semplice rito alla celebrazione dell’Eucarestia delle ore 10.30, nella solennità tanto cara alla nostra gente. Un aiuto concreto che è pure un invito cordiale ad approfondire la conoscenza di Gesù unico salvatore. Avere il testo dei 27 libri del Nuovo Testamento è occasione per approfondire quanto gli Apostoli, gli Evangelisti e le Comunità cristiane hanno recepito della predicazione del Signore.GognanoDon Antonio Rossi parrocoCon una scelta di attenzione don Antonio Rossi, nominato dal Vescovo Arciprete di S. Stefano Papa di Villamarzana e parroco di San Bartolomeo Apostolo di Gognano, ha voluto dare avvio alla sua opera pastorale da quest’ultima Comunità. Una Comunità piccola quanto antica. La sua chiesa è stata “dedicata”– come afferma una lapide marmorea – dal card. Giulio Canano il 29 settembre 1590. Il card. Canano è stato uno dei Padri conciliari a Trento e tra i più attivi nell’attuare le direttive di quel Concilio. Comunità agricola di 190 fedeli (cfr A. D. 2012) sente vivo il bisogno di ritrovarsi e celebrare. Gi appuntamenti solenni locali sono il 24 agosto per San Bartolomeo, il 10 dicembre per la festa della Madonna di Loreto e il 13 giugno per la ricorrenza di S. Antonio, alle “Quore”. Della “Madonna di Loreto” in una cappella la chiesa di Gognano custodisce forse il più antico affresco della Diocesi. Don Antonio Rossi celebrerà a Gognano alle ore 9.00 e a Villamarzana alle ore 15.30 di domenica 15 c.m. Rovigo SS. Francesco e GiustinaLa “chiara stella” e il “Recital natalizio”Saranno i ragazzi della parrocchia cittadina nei giorni 1°, 13 e 16 c.m. a recare alle famiglie della Comunità parrocchiale, con il canto della “chiara stella” l’augurio di “Buon Natale”. Il Gruppo si muoverà per le vie della centralissima Comunità alle ore 18.00. Domenica 22 dicembre i ragazzi del Catechismo e i Cori parrocchiali, nella Chiesa parrocchiale offriranno il tradizionale “Recita Natalizio” alla intera comunità.Villadose - “I Solisti Veneti”In occasione delle festività natalizie i “Solisti Veneti”, martedì 17 dicembre, saranno a Villadose, nella chiesa parrocchiale. Essi offriranno alla popolazione, nel “Concerto Natalizio”, il meglio del loro repertorio per disporre gli animi alla grande solennità cristiana. Il “Concerto di Natale” è offerto dalla Fondazione Cariparo.Crespino - Luigino Sparapan … ospite“L’Araldo”, che è la pubblicazione della parrocchia di Villadose da 56 anni, pubblica nel numero di questo mese, una testimonianza di Luigino Sparapan che in queste settimane è Ospite della casa di cura di Crespino! Mi ha colpito il titolo “Testimonianza del nostro compaesano Luigino Sparapan...” Non ho mai incontrato Sparapan personalmente, ma lo ho conosciuto attraverso i suoi articoli e la sua traduzione del Vangelo in “lingua … poesana”. Gli sono bastate una trentina di righe per farci gustare la sua “storia personale e familiare”. Già nel titolo: “La mia famiglia come tante”. E colpisce sempre quella sua innata solidarietà tra la gente e tra la gente povera in particolare! Ha scritto tanto. Ora mi auguro che continui a farlo. Credo che tutti gli siamo debitori per quel suo grande animo che bene manifesta nei suoi scritti e che è genuino spirito evangelico!Polesine - Rubano … ai “morti”“Rubano anche ai morti” è il titolo apparso sui quattro quotidiani locali ed amplificato dalle “civette” esposte ad ogni rivendita di giornali della Città e dei paesi del Polesine, sabato u.s.. Non credo sia un effetto della attuale crisi economica: ne sono state vissute di ben peggiori, e ciò non era mai successo! Vi vedrei piuttosto la perdita del senso della sacralità: non è più un “campo – santo” non è più lo spazio per i nostri morti e di conseguenza si possono recuperare il rame dai tetti delle tombe e … farne soldi. Abbiamo bisogno di ricuperare la “pietas” per i morti e per i vivi e far ritornare il rispetto per quanto ogni uomo nutre per i morti. Anche andando contro corrente nell’attuale cultura.Rovigo S. Maria delle RoseNuovo presidente di A.C.E’ Vincenzo Bellinello il presiedente dell’Azione Cattolica parrocchiale sezione adulti della parrocchia di S. Maria delle Rose. Lo hanno eletto gli iscritti nell’ultima assemblea parrocchiale, alla presenza dell’assistente diocesano mons. Giorgio Seno. L’Assemblea ha pure formulato ed approvato il piano di impegno per l’anno 2014. Gli iscritti del Gruppo Adulti si ritrovano tutte le settimane al martedì alle 17.30 per gli incontri formativi ed animano la liturgia delle Lodi e del Vespero prima della celebrazione dell’Eucaristia.Molinella - Omaggio alla Madonna del PonteCome ogni anno, l’8 dicembre, dopo la Messa, la comunità cristiana di Molinella si è recata in corteo alla statua della Madonna all’entrata del Paese, erettavi nel 1954 anno mariano dalle Donne di Azione Cattolica, per fare all’Immacolata il tradizionale omaggio floreale. Particolarmente numerosa la partecipazione quest’anno, favorita dal tepore del bel sole.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”N. verde 800.391.609

e-mail: [email protected]

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovigo ri-volto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascol-to informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, ve-nerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

Unitalsi Sottosezione di Adria

Inaugurata la nuova sedeDomenica 8 dicembre u.s.

in via Arzeron 29/A ad Adria è stata inaugurata la nuova Sede Unitalsi.

Mai si aspettava tanta partecipazione da parte di tanti simpatizzanti oltre al personale aderente, presen-ti il Presidente di Sezione Dott. Armando Donello, il Vicepresidente di Bancadria Sig. Emilio Trevisan, l’arcipre-te Mons. Mario Furini con Don Luca Borgna della Cattedrale e l’Assistente di Sottosezione Mons. Valerio Valentini.

Il tempo per un caffè e al-cuni pasticcini, alle 17.00 alla presenza del Sindaco Massimo Barbujani con la consegna del-le chiavi è stata inaugurata la nuova Sede.

Il Sindaco nel suo inter-vento tra l’altro ha affermato quanto l’Amministrazio-ne comunale è attenta alle Associazioni di volontariato dando per quanto sia possibi-

le uno spazio per svolgere le proprie attività, di certo l’Uni-talsi ne aveva i requisiti, è sta-to un grande lavoro il vostro ha ribadito ancora il Sindaco rivolto alla Presidente nel si-stemare i locali e, augurando un buon lavoro ha consegnato ufficialmente le chiavi, è se-guita poi da parte dell’Assi-stente Mons. Valerio Valentini la benedizione ai locali.

Visibilmente emozionata la presidente di Sottosezione ringraziando tutti per il lavo-ro svolto e la disponibilità di tanti nel donare ha sottoline-ato che la nuova sede vuole essere, deve essere una casa accogliente per tutti.

Un’icona acquistata a Gerusalemme durante il re-cente pellegrinaggio in Terra Santa è stata consegnata a Mons. Furini per la grande attenzione verso l’Associa-zione.

Sono stati consegnati poi

tre distintivi ai nuovi soci ef-fettivi: Beltrame Luisa, Barison Rita e Baia Michele.

Al termine, la celebrazio-ne Eucaristica nella Chiesa Cattedrale presieduta da Mons. Valentini e concelebrata da Mons. Furini. Nell’omelia il celebrante ha sottolineato che anche noi dobbiamo ave-re il coraggio di dire “Si”come Maria all’annuncio dell’Ange-lo che ha accolto totalmente il disegno di Dio.

Suggestivo il Flambeaux alla Grotta di Lourdes svolta

non con le solite fiaccole ma nella mano di ognuno di noi un lumino dove al centro bril-lava una splendida luce ad annunciare la nascita di Gesù che il prossimo 25 dicembre illuminerà il mondo intero e giunti alla grotta dopo l’Ave Maria conclusiva ognuno ha potuto depositare la propria luce e una preghiera silenzio-sa ai piedi della Vergine.

Diciamo grazie a tutti, e a tutti la gioia di un Santo Natale.

Personale Unitalsi Adria

Con qualche minuto di ri-tardo, è stata aperta l’inaugura-zione della mostra del Presepe, che quest’anno ha come tema “Custodire fede e tradizione”, nella palestra dell’ex plesso scolastico elementare – Media di Frassinelle.

E’ proprio riuscita a rea-lizzare, sia nella concretezza delle opere esposte, che rac-conta la storia di elaborati che il Presepe rappresentano, ma ancora più simpaticamente re-alizzando una attiva partecipa-zione della gente del luogo sia rappresentando teatralmente la Natività con i bambini della Comunità, sia narrando storie di tradizioni natalizie, locali e italiane, concludendole con la sceneggiatura di esse accom-pagnandola con un indovinato sottofondo musicale.

A presentare al pubblico il tutto, sono stati Franco e Annamaria Bianchini che della mostra sono da sempre gli ani-matori.

Hanno pure esposto sia gli Anziani delle Case di Riposo della Provincia che i Ragazzi diversamente di alcuni Centri. Anche le Donne delle ACLI locali, hanno esposto i lavori realizzati nei loro incontri. Ed espongono pure artisti locali, artigiani ed appassionati del Paese.

Insomma l’inaugurazione fatta l’8 dicembre scorso, è stata pure una tradizione vivente di ciò che la comunità cristiana loca-le vive per il Natale del Signore, ogni anno. Clima altamente na-talizio, di serenità e fraternità che ha fatto bene al cuore e alla mente, predisponendo ad am-

mirare e gode-re quanto i 120 presepi esposti dicono e le tan-te altre cose che del Natale del Signore esalta-no.

Ma alle 16.00 il mio tempo scadeva e il resto lo pos-so solo lasciare immaginare.

Gianni Azzi

Pincara

Alunni in festa per l’ImmacolataRicordati anche i cinquantacinque anni di sacerdozio del parroco don Orazio Tosi

Frassinelle PolesineInaugurata

la Mostra del Presepe

Tempio della Rotonda - Rovigo

Concerto di Natale Del Coro giovanile del Liceo Celio-RoccatiSabato 21 dicembre, alle ore 21, presso il Tempio del-

la Rotonda di Rovigo, si terrà il tradizionale concerto di Natale da parte del Coro giovanile del Liceo Celio di Rovigo. Verranno eseguite musiche della tradizione a tre e quattro voci, sia a cappella che con accompagnamento strumentale. Ingresso libero.

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9la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 polesine

Sabato 7 dicembre 2013, alle ore 21.00, in occasione del Social Day, presso il Teatro So-ciale di Rovigo, si è tenuta la cerimonia di premiazione del-le associazioni di volontariato. La serata è stata introdotta dell’assessore alle politiche sociali del comune di Rovigo, Marinella Mantovani.

L’assessore ha ringraziato le associazioni di volontaria-to, e ha ricordato che il 2013 è l’anno del cittadino europeo, quindi della consapevolezza e del riconoscimento dei diritti senza alcuna discriminazio-ne. La medesima, inoltre, ha sottolineato che il volontario è una persona a disposizio-ne degli altri gratuitamente e scopre così l’ideale per vivere il reale.

Ha quindi concluso con una frase significativa di Gior-gio Gaber: ”L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”.

Se un giovane appartiene ad un’associazione di volon-tariato, significa che s’imme-desima nella situazione delle persone più bisognose.

E’ stato altresì ricordato Nelson Mandela, scomparso il 5 dicembre, grande uomo che aveva lottato contro la segregazione razziale e la vio-lenza proveniente da qualsiasi parte.

Molto importanti sono sta-ti i vari interventi.

E’ intervenuto per primo il Vescovo, Mons. Lucio Soravito de Franceschi, che ha espres-so la sua gioia di sostenere le associazioni, e ha sottolineato che i problemi si affrontano con le convergenze di tutte le energie a disposizione.

E’ intervenuto subito dopo il vicesindaco di Rovigo, dot-tor Gianni Saccardin, che ha riportato una frase di Papa Francesco, ”…la società è un ospedale da campo, in cui si può rimanere indifferenti o attivarsi…”

Ha effettuato un breve intervento il presidente del Centro servizi per il volonta-riato, Remo Agnoletto, che ha illustrato il progetto di volon-tariato, che impegna gli stu-denti delle scuole superiori, in modo da far sperimentare loro concretamente le realtà più difficili.

Ha infine preso la parola il vicepresidente della Fon-dazione CA.RI.PA.RO, dottor

Elia Lubian,che ha sottolinea-to quanto sia importante dedi-care tempo in modo proficuo a chi ha bisogno.

Un gruppo di volontari del CSV, poi, ha illustrato un pro-getto realizzato con le scuole. Gli studenti coinvolti hanno compilato un questionario, e dalle risposte è emerso che sono sensibili ai problemi sociali. Alcuni giovani, inol-tre, hanno illustrato la loro esperienza di servizio civile volontario, che li ha arricchiti interiormente, riconoscendo un equo compenso per l’atti-vità svolta. E’ stato inoltre mo-strato un montaggio audiovi-sivo sul servizio prestato da alcuni volontari nei comuni dell’Emilia, colpiti dal terre-moto a maggio 2012.

Successivamente un diri-gente scolastico ha illustrato uno spettacolo teatrale sul vo-lontariato, rappresentato dagli studenti della sua scuola.

Due giovani, in seguito, hanno presentato il calendario del 2013, “Scatti di solidarietà” con foto di tutte le associazioni di volontariato della provincia di Rovigo, che in questa serata hanno ricevuto un omaggio, consegnato dall’assessore alle politiche sociali di Rovigo.

Non è mancato lo spazio musicale e dilettevole.

Un gruppo di sette giovani di Grillara di Ariano Polesine (RO) ha allietato il pubblico, suonando con le ocarine alcu-ni brani, come “Il mio fiume”, “Fiori di pesco”, “Reginella campagnola”. Molto coinvol-gente è stato anche un coro lirico di Adria, che ha propo-sto tre brani, “Gerusalemme”, “La crociata”, e “Brindisi”, da “la Traviata”.

La giovane Anna Nani ha proposto il brano “Tempo in promozione”, che ritrae la so-cietà di oggi.

C’è stato poi un breve spettacolo di giocoleria, che ha attirato molto l’attenzione del pubblico.

La serata si è conclusa in-torno a mezzanotte con tanti applausi da parte del pubbli-co.

Questa è stata un’iniziativa veramente molto bella, perché è riuscita a coinvolgere molte persone, soprattutto i giovani, che sono stati esortati ad espe-rienze socialmente utili.

Francesca Ledda

Rovigo - Teatro Sociale

Social Day - volontari per un giornoLa ricchezza del volontariato

Volontariato nella scuola

Marinella Mantovani

Il Vescovo

Tiziana Virgili

Gianni Saccardin

Remo Agnoletto

Irene Lissandrin

Una volontaria

Anna Nani

Volontari di Badia Polesine

Artinstrada

I giovani artisti di Artinstrada

Concerto del Gruppo Ocarinistico di Grillara

Giovani

La platea del Teatro Sociale

Giulia e Enrico raccontano il Servizio Civile

San Vincenzo Rovigo

Corale di Adria

Alcuni dei protagonistidel Social Day.

Servizio fotograficodi Roberto Giannese.

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GiovaniI ragazzi che appartengono al gruppo sono molti diversi l’uno dall’altro. Hanno interessi vari: lo sport, la musica, il ballo, i fumetti. Ma una cosa è certa, con i bambini sono fantastici!!! Sanno coinvolgerli, sia che si tratti di bambi-ni piccoli che di pre-adolescenti. Il percorso del gruppo è sempre in continua evoluzione, con la consapevolezza di essere un punto di riferimento importante per i bambini e ragazzi della nostra comunità. Per quanto riguarda i progetti futuri, l’idea è di portare avanti le iniziative loca-li intraprese negli scorsi anni, che aiutano le generazioni che escono dal catechismo a trovare una casa accoglien-te in Parrocchia.

...di Ariano nel Polesine

Questo gruppo è nato nel 2008, come Gruppo Post Cresima. Don Rossano (l’allora sacerdote in Aria-no) propose che fossero due giovani animatrici a seguire la formazione di questo nuovo gruppo, il quale dove-va coinvolgere i ragazzi che avevano appena ricevuto la Cresima e quelli che l’avevano ricevuta l’anno prima. Il gruppo inizialmente coinvolgeva i ragazzi nati nel 94 e nel 95. Poi in-tegrati con i ragazzi del 96 che nel frattempo avevano ricevuto la Cresi-ma. Nel frattempo tre anni fa le tre animatrici Cristina, Federica e Marti-na decisero di seguire il nuovo post Cresima dei ragazzi del 97. Questo gruppo l’anno seguente, fu poi unito a quello dei più grandi. In questi anni il gruppo ha quindi subito fusioni… uscite di alcuni ragazzi.. l’entrata di altri provenienti anche dalle parroc-chie vicine. Il gruppo nasce come occasione di incontro tra ragazzi della stessa età, che vivono la stes-sa realtà locale ma a volte situazio-ni personali diverse. Farli incontrare per dar loro un momento di svago, incontro e confronto in un luogo sicuro, dove sanno che c’è sempre qualcuno disposto ad ascoltarli.

Una famiglia accoglienteRagazzi di età diverse si riuniscono nella certezza di essere ascoltati

Pagina a cura del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanilevia Sichirollo, 18 Rovigo 349 5139409 [email protected]

Negli anni i ragazzi sono stati coinvolti in varie attività, collaborando con altre realtà giovani parrocchiali e non: que-sto ha giovato alla salute del gruppo, che ha ricevuto forza dalla sua capacità di spendersi su più fronti. Così, nono-stante sia radicato in una delle località geograficamente più decentrate della Diocesi, manifesta la sua capacità di giocarsi al di fuori di confini stretti con grande flessibilità. Questi alcuni esem-pi di ‘trasversalità’. - Animazione per i più piccoli in Par-rocchia e animazione delle domeniche durante la celebrazione Eucaristica parrocchiale;- Svolgimento delle Via Crucis del Ve-nerdì Santo serale, che ormai da anni è ideata dai gruppi giovani della parroc-

chia;- Attività di volontariato in collabora-zione con la Caritas parrocchiale: un paio di volte all’anno i ragazzi dei grup-pi, percorrono il paese casa per casa per raccogliere generi alimentari per i meno fortunati;- Da qualche anno poi partecipano come animatori alla “Festa della Fa-miglia,” dove per l’occasione svolgono attività di animazione per bambini pro-venienti da tutta la provincia;- Il gruppo partecipa con costante fre-quenza ai Venerdì Giovani ad Adria, e da sempre nella loro storia sono parte-cipi della Festa Giovani diocesana; - Corsi di formazione per giovani della Diocesi per più anni, organizzati preva-lentemente ad Adria;

- La festa del volontariato provinciale li ha visti presenti con progetti di loro ideazione. Ma i giovani hanno saputo abbatte-re altri confini: quelli fra le parrocchie limitrofe di Ariano, più piccole, in cui spesso non c’è una realtà giovanile strutturata, e che fanno sempre più riferimento ad Ariano, da tempo per i servizi scolastici, sempre più anche per l’aggregazione parrocchiale: un cammino da accompagnare con fidu-cia. E un altro confine è spesso quello delle posizioni religiose: importante l’accoglienza di diversi punti di vista che spesso scendono in campo, ma concretamente bella anche la storia in-trecciata con una ragazza di confessio-ne ortodossa, ormai parte del gruppo. la Settimana

in mano ai giovaniLa Settimana giovani è il nuovo abbonamen-

to giovanile che presentiamo come possibili-

tà alle Parrocchie e alle Associazioni perché si

possa abbonare a laSettimana il gruppo di gio-

vani parrocchiale o associativo, il quale potrà

godere di tutta la condivisione dei gruppi per

tutto l’anno, oltre a vedere la propria. Il costo

dell’abbonamento è per metà del gruppo (€

25,00) e per l’altra metà a carico della Diocesi.

L’abbonamento secondo la formula laSettima-

na giovane, va richiesto in questo caso al SER-

VIZIO DI PASTORALE GIOVANILE DIOCESANO

[email protected] oppure telefonando a

don Fabio al 3495139409.

Da aRiano aD aDRia Fino a Rovigo: fuori dai confini

Nella foto: In attività i ragazzi hanno dovuto esprimere con i propri corpi, prendendo una forma unica, cosa è per loro il gruppo. Una delle formazioni rappresentate è il simbolo della pace.

I ragazzi insieme agli altri gruppi giovani parrocchiali durante una delle feste di carnevale. Tutti vestiti da Puffi

la Settimana domenica 15 dicembre 2013

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11la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 polesine

I catechisti della nostra diocesi si sono fatti un regalo, sempre più prezioso in que-sti tempi di affannose corse, concedendosi un tempo di preghiera, riflessione e condi-visione in occasione del ritiro di Avvento, avvenuto lo scor-so primo dicembre presso il Seminario Vescovile. L’incon-tro è stato proposto e pensato dall’Ufficio Catechistico Dio-cesano e coordinato dal nuovo direttore don Andrea Varliero; attorno al tema centrale del camminare nella luce un centina-io di catechisti si sono ritrovati soprattutto per pregare per i genitori e ragazzi loro affidati nel delicato compito di annun-cio del Vangelo. Tre sono stati

i momenti che hanno scandito il ritiro: la Parola, l’immagine e il Pane.

Dapprima una riflessione di don Andrea sul profeta Isa-ia, sullo sfondo di un’immagi-ne riproducente l’antico rotolo su cui è stata custodita la Pa-rola affidata da Dio al profeta. Una curata e approfondita di-samina di un brano biblico con echi vibranti ancora nell’oggi: “Venite, saliamo sul monte del Signore […] perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri”, camminare nella Sua luce. Ci si è soffer-mati sul valore profetico delle parole e sul compito profetico che ogni catechista ha di fronte alle parole, capaci di costruire e

distruggere, sulla responsabi-lità educativa con cui usiamo le parole, con spunti attorno all’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii Gau-dium.

Dalla Parola all’immagine: è seguita una meditazione con l’arte su di un dipinto di Bassa-no Francesco, l’Adorazione dei Magi, in cui la luce irrompe, attrae i personaggi e si espande conferendo lucentezza in chi la cerca. Attraverso alcune brevi suggestioni ci si è lasciati gui-dare all’interno dell’immagine per poterla interrogare o, ancor meglio, lasciarsi interrogare da essa. Attivato da Elettra Mag-giolo e don Enrico Turcato, ogni catechista ha preso parte

attiva alla lettura spiri-tuale dell’opera, crean-do suggestivo momento di condivisione. Non è mancato un momento di fraternità, scambio e con-divisione, sapientemente allestito.

Dall’immagine al Pane: a corona dell’incon-tro l’adorazione eucaristi-ca, con la possibilità della confessione personale, e la preghiera dei vespri, guidati dal don Alberto Rimbano, accompagna-ta da armoniosi canti

animati dai catechisti di Boara Polesine. Un ringraziamento a quanti a diverso titolo si sono attivati e ai numerosi parteci-panti che hanno fatto iniziare

bene un nuovo anno nel Signo-re. Un arrivederci al prossimo momento pensato per il Con-vegno diocesano dei catechisti domenica 23 marzo dalle 15.30

alle 18.30 a Rovigo, presso il Te-atro Don Bosco. Un augurio di un lucente Natale.

L’equipe dell’Uffici Catechistico

Diocesi

Camminiamonella Luce del SignoreRitiro diocesano di Avvento con i catechisti

Page 12: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

i concerti

12 la Settimana domenica 15 dicembre 2013polesine

Antichi organi del Polesine

Salviamo l’organo dal declino Concerto a Giacciano con il m.o Matesic

Sabato 7 dicembre 2013 ha avuto luogo pres-so la Chiesa di S. Ippolito Martire di Giacciano l’undicesimo concerto d’Organo della Rassegna Antichi Organi del Polesine, progetto ideato e realizzato da Asolo Musica – Veneto Musica uni-tamente a molte altre realtà del territorio.

Protagonista della serata l’organista Wladimir Matesic, che ha suonato l’organo del-la parrocchiale costruito da Antonio Callido, nel 1829 e restaurato nel 2011.

Il parroco don Christian Malachin nel rivol-gere il saluto ha osservato che poter partecipare e ascoltare un concerto di musiche organistiche rappresenta una sosta che aiuta a rasserenare gli animi e ci avvicina a Dio. A sua volta il Sindaco Mariella Sperandio ha sottolineato il valore cul-turale e artistico della manifestazione in quanto mira a valorizzare gli antichi organi presenti nel-le chiese del Polesine.

Il M° Wladimir Matesic ha illustrato il pro-gramma del concerto intitolato “Un festival eu-ropeo per organo”, ed ecco allora le musiche di Pachelbel, Gherardeschi e P. Davide da Bergamo, di P.I. Kayser e molti altri compositori anche sco-nosciuti al grande pubblico.

Nostra intervista al maestro organista Wladimir Matesic.

D - Maestro Matesic, cosa ne pensa di que-sta Rassegna di concerti d’organo?R - Essendo anch’io tra gli invitati, non pos-

so che pensarne bene! E pensare ancor meglio e con gratitudine di chi ha ritenuto degno il mio nome: il M° Nicola Cittadin, ottimo organista, la cui amicizia è durata preziosa negli anni. A pre-scindere però dal tono scherzoso della risposta e dalla mia persona, gli organisti interpellati si qualificano tutti per un alto profilo tecnico-mu-sical-culturale. In particolare, e senza far torto a tutti gli altri bravissimi colleghi, la figura del M° Feltrin è da anni al top della mia particola-re hit-parade organistica: è un musicista di doti eccezionali che nulla ha da invidiare ai blasonati solisti d’oltralpe: il Conservatorio di Rovigo può andare fiero di annoverarlo nel corpo docenti.

D - La Rassegna ha voluto ricordare l’orga-naro veneto Gaetano Callido, cosa ci può dire di questo importante costruttore di or-gani?R - Tengo a precisare che la mia “fama” (buo-

na o cattiva che sia) mi lega in maniera preferen-

ziale alla esecuzione del repertorio organistico romantico transalpino, per cui il parere che pos-so offrire sull’operato di Callido è più che altro basato su elementari esperienze di tipo acustico-estetico e non su criteri filologici puri. In poche

parole, per me Gaetano Callido è il Canova dell’organo. L’argentea e maestosa brillantez-za dei suoi ripieni e la poesia dei suoi princi-pali e flauti ne fanno un c a m p i o n e di poesia ed

equilibrio classico, un marmoreo monumento al Bello musicale.

D - Maestro, dal suo punto di vista come è possibile oggi “salvare” e, ancor più, riva-lutare l’organo?R - Bella domanda! Alla quale rispondo

che bisognerebbe cominciare a ripensare più approfonditamente all’accessibilità dei pro-grammi proposti durante i concerti. Spesso c’è sovrabbondanza di Logos a scapito dell’Eros (da intendersi come categoria filosofica, ovvia-mente!). Ci si è spesso preoccupati di interessi di nicchia, correndo così il rischio di rompere la liaison amorosa con il nostro uditorio, con i gio-vani soprattutto... i quali, si sa, dettano spesso moda all’interno delle gerarchie ecclesiastiche deputate a scegliere gli orientamenti liturgici contemporanei. L’organo si salverà, quindi, solo con un concorso di forze: Istituzioni e Chiesa da una parte, e disponibilità e buon senso del mon-do organistico dall’altra. Credo comunque che negli ultimi tempi si sia intrapreso un cammino virtuoso per evitare al “Re degli strumenti” un triste declino.

D - Cosa dire dell’organo di Giacciano? R - Nonostante fosse risaputo che Callido

lavorasse già all’epoca con criteri industriali moderni (nel senso di riprodurre più o meno lo stesso modello di organo in modo che si somi-gliassero tutti), trovo qui l’inconfondibile “mar-ca” della sua ditta più che altro nell’argentea pi-ramide del ripieno, particolarità in cui Callido, a mio parere, supera in tutte le epoche tutti gli organari italiani.

Trovo forse un po’ meno riusciti, rispetto alla media, i registri di flauto. Inoltre, le dimensioni della chiesa forse non hanno consentito l’ag-giunta di un registro grave al pedale, per cui la sua sonorità si addice meglio alle scritture po-lifoniche brillanti, piuttosto che a masse sonore solenni. Il restauro è stato condotto in maniera pregevole e senz’altro lo strumento di Giacciano arricchisce il panorama organario veneto già straordinariamente ricco.

Settimio Rigolin

Sabato 14 dicembre 2013, presso la chiesa di san Biagio in Lendinara, avrà luogo l’ul-timo appuntamento con la Rassegna Antichi Organi del Polesine, progetto ideato e realizzato da Asolo Musica – Veneto Musica.

Il concerto d’organo vedrà protagonista il maestro orga-nista Pierpaolo Turetta, che si esibirà sull’organo Malvestio, del 1926.

Turetta ha studiato or-gano con Giancarlo Parodi al Conservatorio di Trento, perfezionandosi successi-vamente con Lionel Rogg al Conservatorio di Ginevra, dove ha conseguito nel 1993 il Premier Prix de Virtuositè con distinzione e il premio speciale Otto Barblan per l’esecuzione delle Variazioni su un recitativo op. 40 di Arnold Schoenberg.

Il suo repertorio spazia da Bach a Ligeti. Tra le sue ese-cuzioni più significative sono da ricordare quelle dell’opera integrale di J.S. Bach, di R. Schumann, di F. Liszt e di C. Franck.

Dal 2013 è titolare del-la cattedra d’organo al Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova.

Programma del concerto:Richard Wagner (1813-

1883) - “Festmusik” (Meistersingern) Majestätisch

Olivier Messiaen (1908-1992) - “La Natività del Signore”, nove meditazioni per organo: I. La Vergine e il Bambino. II. I Pastori. III. Il disegno eterno. IV. Il Verbo. V. I Bambini di Dio. VI. Gli Angeli. VII. Gesù accetta la sofferenza. VIII. I Re Magi. IX. Dio in mezzo a noi.

Oreste Ravanello

(Venezia 1871- Padova 1938) - Variazioni in si minore per grand’organo.

S. R.

Castelguglielmo - Parrocchia San Nicola da Bari

Rinnovato impegno coniugaleFesteggiati gli Anniversari di matrimonio

Nella solennità dell’Imma-colata Concezione di Maria, la comunità cristiana si è riunita attorno ai coniugi che hanno ri-cordato il loro 10°, 15°, 25°, 30°, 35°, 40° e 50° anniversario di matrimonio. Molti i fedeli pre-senti come nelle grandi solen-nità. Gli sposi hanno rinnovato il loro impegno coniugale da-vanti al Signore, ricevendo poi la benedizione solenne come nel giorno delle nozze.

Ha animato la liturgia la co-

rale parrocchiale con la parteci-pazione dei nuovi musicisti: i ragazzi di terza media con il flauto, la chitarra e la pianola. Ha presieduto il rito il Parroco don Antonio Piva, che all’ome-lia ha lodato gli sposi per la fe-deltà al loro patto nuziale.

Li ha poi incoraggiati a te-ner sempre vivo il dialogo fra loro, con i familiari, gli amici e soprattutto con Il Signore e la Verginae Santissima mediante la preghiera. E’ quest’ultima

la nostra arma per superare le traversie della vita, perché Dio si fa vicino a noi quando lo invochiamo con fiducia ed umiltà di cuore. La cerimonia si conclusa con la consegna dell’attestato, del dono di una corona , di una statua della Sacra Famiglia e con le foto di circostanza. Nel momento con-viviale infine gli sposi, alzando i calici, si sono fatti gli auguri a vicenda per ritrovarsi ancora fra cinque anni.

CTG - Gruppo altopolesano della Mongolfiera

E dopo il Papa, la grande festa degli auguri e del TesseramentoNon si sono ancora spenti

gli echi della grande manifesta-zione tenutasi a Badia alcuni giorni fa per celebrare i 50 anni di presenza del CTG a Badia, che l’attivissimo gruppo alto-polesano della Mongolfiera ha già aggiunto un altro tassello della propria storia.

Per il tradizionale annua-le viaggio dell’Immacolata il gruppo, guidato dalla presi-dente Loretta Guerrini Dal Ben, si è recato nell’ultimo fine settimana a Roma dove ha go-duto di un incontro ravvicina-to e quasi confidenziale con il Santo Padre.

Infatti nel pomeriggio dell’otto dicembre, Francesco, dopo aver reso il tradiziona-le omaggio alla Madonna di Piazza di Spagna, si è recato per una preghiera alla Basilica di Santa Maria Maggiore.

All’ interno, tra poche cen-tinaia di persone era presente (opportunamente avvertito prima della chiusura della chie-sa) proprio il gruppo badiese. E così i citigini della Mongolfiera hanno potuto incontrare il Papa per alcuni minuti, in una emozionante situazione quasi confidenziale, vederlo a qual-che metro e qualcuno è riuscito persino a toccarlo e scambiare un saluto. E’ stato il clou di una tre giorni che la Mongolfiera ha trascorso visitando anche nuo-vi interessanti scorci e aspetti

della Capitale e scoprendo al ritorno 2 perle turistiche come Civita di Bagnoregio e Bolsena; quest’ultima, nella ricorrenza del Giubileo per i 750 anni del miracolo eucaristico che die-de vita alla festa del Corpus Domini.

Ed ora l’ultimo appunta-

mento dell’anno per l’attivissi-mo gruppo badiese: la festa de-gli auguri e del tesseramento in programma sabato prossimo 14 dicembre.

L’appuntamento è, in tra-sferta, alle 18.30 a Giacciano per la S. Messa e alle 19.30 pres-so la sala polivalente della par-rocchia di Baruchella per una intensa serata sociale, arricchi-ta da un menu natalizio tradi-zionale, da momenti musicali e di magia con il mago Ricky, da una ricca lotteria a sfondo benefico, ma soprattutto dal-la gioia di stare insieme che il CTG sempre vuole dare.

La quota speciale di parteci-pazione alla serata include an-che la tessera CTG per tutto il 2014, compresa della copertura assicurativa e delle convenzio-ni e sconti che l’associazione riserva ai suoi soci su tutto il territorio nazionale.

Maggiori informazioni, sia per la serata che per altro, pos-sono essere richieste alla mail [email protected] oppure al cell. 339.1885961.

Lendinara - Chiesa di san Biagio

organo Malvestio del 1926 Concerto con il m.o Pierpaolo Turetta

DiscernimentoViene spontaneo pensare che aver fede significhi essere

in possesso di una dote, un bene prezioso insindacabile, che però non permette obiezioni, né dubbi di sorta. Se queste fossero le condizioni richieste per essere realmente uomini di fede, saremmo tentati di pensare ad una fede tutta nostra, personale, strutturata da una serie di regole comportamentali e dogmatiche. E se così fosse diventerebbe una mera acqui-sizione imposta, non più spontanea, né proveniente dal pro-fondo del cuore.

La fede, invece, non è imposizione ma dibattito aperto e incondizionato che dà modo di ragionare, meditare, perché no, anche giudicare ciò che essa ci insegna.

Questa è una fede adulta, in quanto ci permette di viver-la pienamente, con occhio critico e vigile, attento a leggere i segni del tempi, permetterci di saperli usare con saggezza e discernimento onde riconoscere la nostra fede, approfondir-la, coltivarla quindi viverla appieno.

Paola Besola

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13la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 polesine

Trecenta - Casa S. Antonio

In attesa del NataleDopo le tante iniziative che il Servizio Anima-

zione ha proposto per gli Ospiti di Casa S. Anto-nio, fervono i preparativi in attesa del Natale.

Giovedì 29 Novembre si è dato l’avvio uffi-ciale ai numerosi eventi organizzati in attesa della Natività. Il grande “coro dell’università della ter-za età” di Castelmassa, ha allietato il pomeriggio dei nostri nonni e dei famigliari, suscitando in loro grande emozione. Diretto con competenza dal Maestro Enzo Trambaiolli che li ha coinvolti in un crescendo di musiche e canti tradizionali, creando così un’atmosfera densa di ricordi che li ha riportati all’infanzia. Un inizio davvero gradi-to questo appuntamento, primo dei tanti previ-sti dal calendario che il Servizio Animazione ha programmato per le Feste. Segnaliamo la Mostra dei Manufatti realizzati dagli Anziani nei Labo-ratori Creativi sempre aperta ai visitatori in Sala Animazione.

Domenica 15 dicembre la Scuola Materna e il Nido Integrato presentano lo spettacolo di Natale tradizionale alle ore 15.30 in Salone Polifunziona-le della Casa.

Come ogni anno, attesissima, è la visita previ-sta lunedì 16 alle ore 10, le classi delle scuole me-die di Trecenta presentano un repertorio ai nostri anziani di poesie e canti, in una prospettiva di un reciproco scambio generazionale.

Mercoledì 18 giornata dedicata agli Operatori, alle ore 10 verrà celebrata la S. Messa nella Chiesa della Casa e a seguire ci sarà lo scambio di augu-ri tra la Superiora Sr. Anna Godasso, Operatori e Dipendenti nel Salone Polifunzionale della Casa.

Giovedì 19 alle ore 15, sarà celebrata la S. Mes-

sa Internazionale in onore di S.Luigi Guanella, da don Pietro Maniero nella Chiesa della Casa, in contemporanea con le Case Guanelliane in tutto il mondo. L’Associazione N.O.I. visiterà gli Ospiti di tutti i reparti augurando loro “Buone feste”.

Venerdì 20 alle ore 10, tutte le classi delle ele-mentari del Paese, si esibiranno con scenette, po-esie e canti. Nel pomeriggio seguirà la Tombola di Natale in Sala Animazione alle ore 15. Alle ore 21 nel Salone Polifunzionale della nostra Casa, l’As-sociazione A.V.I.S. di Trecenta presenta il libro di Sandra Coizzi, “La dama di Chiunsano”, con la partecipazione di Cesare Stella, venite numero-si!!!

Sabato 21 alle ore 16, con i classici vestiti nata-lizi, il gruppo “Chiara Stella di Baruchella” allie-terà il pomeriggio ai nostri nonni nei reparti.

Lunedì 23 alle ore 16, ci sarà la visita dell’ As-sociazione Anteas che augurerà Buon Natale a tutti.

Domenica 25, giorno del Santo Natale, ver-ranno celebrate le s. messe con orari 7 - 10.

Venerdì 27, alle ore 15 ci sarà l’esibizione in Salone Polifunzionale, del Coro non ho l’età, composto dagli Ospiti di Casa S. Antonio, diretto dalla maestra Anna Maiolli, non perdetevi questo appuntamento!!!

Venerdì 6 Gennaio, si festeggia l’epifania con le….befanee!!!

Il Servizio Animazione insieme alla Comuni-tà Religiosa, Operatori e Ospiti, invitano tutta la cittadinanza a partecipare numerosi agli eventi di questo periodo particolare e significativo dell’an-no ed augurano a tutti un sereno e Santo Natale.

RovigoBanca

Presentato il “Calendario dei Piccoli” Perché il 2014 sia un anno contro lo spreco alimentare

Un anno è già passato, tra poco gireremo l’ultima pagina del nostro calendario e quell’an-no che ci sembrava tanto lontano... è già qui!

È tempo di calendari anche in Polesine: quel-lo presentato a Palazzo Casalini, sede di Rovigo-Banca, però, spicca per la sua particolarità.

È una raccolta di visioni e disegni, inedita e brillante, che «intende attirare l’attenzione - ha detto il coordinatore dell’iniziativa, Bruno Can-dita, responsabile delle Relazioni Esterne di Ro-vigoBanca - sulla vergognosa e diffusa abitudine di sprecare il cibo». «L’idea di creare un “Calendario dei Piccoli” - ha proseguito Candita – è nata da un’intuizione del nostro Direttore Generale, Ruggero Lucin, particolarmente incline all’utilizzo di forme innovative di approccio e comunicazione verso le gio-vani generazioni. Al calendario è stato dato un sotto-titolo: “2014 anno contro lo spreco alimentare”. Oltre a voler rappresentare un preciso impegno da parte dei bambini, il calendario affronta la questione del rispar-mio da prospettiva più comprensibile e concreta. Ma-gari il prossimo anno, scegliendo un diverso slogan , attraverso il calendario si potrà aiutare a far scoprire ai bambini un’altra forma di risparmio».

L’iniziativa, sviluppata nell’ambito del pro-getto “RovigoBanca incontra la Scuola”, è stata supportata dall’Istituto Comprensivo di Pole-sella, attraverso il quale è stato attivato un labo-ratorio con l’obiettivo di trasmettere ai bambini le buone pratiche, attuabili nella vita di tutti i giorni, per contrastare gli sprechi, incentivare il risparmio e favorire la cooperazione attraverso il valore della solidarietà.

Non bisogna dimenticare, infatti, che ogni anno si buttano 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti in tutto il mondo. Un insulto a quanti soffrono la fame ed una perdita enorme da un punto di vista ambientale ed economico.

Il coloratissimo Calendario dei Piccoli, oltre ad essere la testimonianza tangibile del percorso effettuato da questi alunni della scuola primaria nell’ottica di arrestare lo sperpero impressionan-te di cibo, assurge altresì a valido strumento per sviluppare e diffondere tra le giovanissime gene-razioni l’educazione ad una sana alimentazione, facendo preferire loro gli alimenti freschi a quelli confezionati e l’assunzione di comportamenti corretti riguardo alla stagionalità dei prodotti.

Il calendario è stato realizzato con i disegni degli alunni frequentanti le classi quarta e quinta della scuola primaria che, con la loro fantasia e creatività, hanno espresso le idee, le sensazioni, le immagini di ogni mese dell’anno. A questo si deve la varietà di stili: è stato scelto di mantene-

re quest’effetto “mosaico” perché anch’esso rac-conta la storia di questo gruppo di lavoro.

Il Presidente di RovigoBanca, Lorenzo Livie-ro, nel commentare positivamente l’iniziativa in sede di presentazione del calendario, ha dichia-rato «Ho il dovere di ringraziare il Dirigente scola-stico dell’Istituto Comprensivo di Polesella, Marilena Moscardin, l’intero corpo docenti ed, ovviamente, so-prattutto gli alunni che hanno sposato appieno questo progetto».

I plessi coinvolti Nella realizzazione del progetto sono state

coinvolte complessivamente 13 classi, apparte-nenti ai seguenti plessi: scuola primaria “S. Bon-vento” di Bosaro; scuola primaria G. Marconi” di Crespino; scuola primaria di Guarda Veneta; scuola primaria di Polesella; scuola primaria “Papa Giovanni Paolo II” di Pontecchio Polesi-ne.

Il calendario 2014, un bellissimo regalo nata-lizio per amici e familiari, è già in distribuzione ed è disponibile presso la segreteria dell’Istituto Comprensivo e presso le filiali di RovigoBanca.

Rosario pregato e Rosario vissuto

Mai abbastanza per Maria!Felice coincidenza quella

del 16 ottobre u.s. che ha visto fervorosamente riuniti nella chiesetta del Cristo gli aderenti al Rosario perpetuo, irradiazio-ne di S. Maria Novella in Firen-ze: 37é dell’elezione a Sommo Pontefice di quel gran Papa ma-riano che fu e è Giovanni Paolo II, giorno in cui, guarda caso, soprattutto in Polesine, si fe-steggia la santa regina Edvige.

Recita della “corona dol-ce che ci rimanda a Dio”, S. Messa celebrata dal P. Andrea, guardiano dei Cappuccini, che all’omelia, nel contesto, anzi nello scorcio, ormai, di questo Anno della Fede, ha sottolinea-to appunto la Fede d S. Maria, Madre di Gesù e Madre Nostra, senza la quale Ella, nelle molte dolorose prove della vita, non sarebbe stata capace di sperare contra spem, come e molto più di Abramo, nostro padre nella Fede. Si può dire che la Spe-ranza, come virtù teologale, è la Fede in movimento, nella sia dimensione dinamico esisten-

ziale. Molto opportuno, poi, nelle letture liturgiche, il richia-mo alla giustizia di Dio che, pur nella Sua infinta misericordia, darà a ciascuno, secondo i me-riti, il premio o la pena eterna. Circa 25 anni fa una santa re-ligiosa agostiniana, Madre M. Pia Tasin, badessa di S. Giustina in Ferrara, mi esortava a riporre nella recita della corona bene-detta la massima fiducia, nella ferma convinzione che in essa avrei trovato la soluzione i tutti i miei problemi.

Con la recita meditata dei misteri della vita di Gesù e di Maria noi facciamo Loro, dolce, filiale ma irresistibile assedio, osservava qualche anno fa una religiosa francescana di Casa Betania in Terlizzi di Puglia. Prima o poi si sentono costretti a capitolare, nonostante le no-stre miserie!

Il Rosario è mariano o cri-stocentrico? La questione è mal posta e non dovrebbe nemme-no porsi. Per fare opportuna chiarezza, una volta per tutte,

l’ormai vecchio e malato ma sempre indomito Giovanni Paolo II, firmando la lettera apostolica “Rosarium Virginia Marine” ha indetto un anno dedicato a questa preghiera mariana, così antica e popolare, la Sua preghiera prediletta (31 ottobre 1978!). Inoltre, affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno “Compendio del Vangelo”, il papa polacco sug-gerisce, con delicata opportuna insistenza, un’integrazione, per potenziarne lo spessore cristo-logico, inserendovi i misteri della vita pubblica dal Battesi-mo nel Giordano all’istituzione dell’Eucaristia durante l’Ultima Cena (in supremae noete cenae, come canta il Pauge Lingua), da Lui definiti misteri della luce.

Questa integrazione, senza pregiudicare il contenuto essen-ziale del Rosario, concorre a far vivere con rinnovato interesse questa pratica che affonda le sue radici nella profondità dei cuori di Gesù e di Maria: abissi di gioia, di luce, di dolore e di gloria.

Forse qualcuno obietterà: ma il Rosario, pur nella sua bel-lezza e santità, è pia pratica per anime consacrate, o per anzia-ni che non hanno altro da fare o per i bambini del Fioretto di maggio! No, signori! Anche ri-spettabili e stimati professioni-sti di ieri e di oggi hanno avuto familiarità con i grani della mi-stica corona.

Come non pensare all’avvo-cato di Brescia Giuseppe Tovini, ora beato, papà di 10 figli, che alla sera diceva il Rosario con tutta la famiglia e, della bella ni-diata, tutti dovevano essere pre-senti, anche i più piccini. Hanno ben ragione i Pontefici Pio XII e Paolo VI, cui fa autorevolmente eco Papa Francesco a raccoman-dare insistentemente la recita della corona in famiglia! E nel nostro Polesine, ora anche terra di santi e di beati, quelle sante e preziose raccomandazioni han-no trovato ascolto ad esempio: nel compianto stimato avvoca-to Giuseppe Bellinello, amico di mio padre che alla sera im-mancabilmente riuniva la nu-merosa figliolanza per la recita del S. Rosario. Bell’esempio di laico testimone di Fede vissuta e trasmessa. Ce ne fossero molti altri anche nella nostra genera-zione”

Mario Andriotto Mutarelli

Frassinelle Chiesa - Parrocchia di S.Bartolomeo Ap.

“Sulle tracce di Karol”Appuntamento rivolto a famiglie, giovani e bambini per tra-

scorrere un pomeriggio per riscoprire insieme papa Giovanni Pa-olo II, grazie al musical “Sulle trac-ce di Karol” , scritto ed interpretato dal gruppo “98anno0” di Rovigo.

E’ previ-sta, sul palco, anche la par-tecipazione dei bambini della scuola dell’infanzia di Frassinelle. Vi aspettiamo Domenica 15 dicembre alle 15.00 presso il Teatro Par-rocchiale di Frassinelle Chiesa! Pas-sate parola!!!

Ti piacel’informazionesempre fresca?

la SettimanaSETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

Si allega il Bollettino di Conto Corrente postale per l’abbonamento o il rinnovo.L’importo 2014 è lo stesso dell’anno corrente 2013

Page 14: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

Fame, uno scandalo che si può vincere

Di fronte allo «scandalo mondiale di circa un miliardo di persone che anco-

ra oggi soffrono la fame», non «possia-mo girarci dall’altra parte» e far finta di nulla. Anche perché il cibo nel mondo «basterebbe a sfamare tutti». E’ un gri-do di dolore – con quel miliardo» di af-

famati ripetuto due volte - unito ad un appello a scuotere le coscienze, e a dar voce ai poveri in modo da far diventare un «ruggito» il loro sofferente silenzio, quello lanciato da Papa Francesco.

Non c’è famiglia se non c’è casa

Nel corso della visita a Tor Sa-pienza, Bergoglio ha incontrato an-che una delegazione del movimento di lotta per la casa che aveva invocato un inter-vento del v e s c o v o di Roma sul tema dell’emer-g e n z a abitativa in città, innalzan-do un cartello con la scritta: “Papa Francesco non c’è famiglia se non c’è casa”. “Dirò qualcosa, è scuro, e farò tutto quello che posso per voi”, ha assicurato il pontefice che, a sua volta, ha chiesto qualcosa ai manife-stanti, italiani e immigrati, uniti nel-la sofferenza per la mancanza di un tetto: “Conto su di voi e sulla vostra testimonianza di aiuto alle persone che hanno bisogno, e anche sulle vo-stre preghiere per fare quello che il Signore vuole”.

Per “un eccesso di sicurezza”, all’inizio della visita, gli sfrattati non erano riusciti a raggiungere il papa, che alla fine della messa ha parlato con loro e ha compreso il loro disa-gio.

Papa Francesco pubblica i suoi pensieri anche su

Twitter3 dicembre - Tutti siamo chia-

mato all’amicizia con Gesù. Non abbiate paura di lasciarvi amare dal Signore.

2 dicembre - I tuoi peccati sono grandi? Dì al Signore: Perdonami, aiutami a rialzarmi, trasforma il mio cuore!

30 novembre - La Chiesa chiama tutti a lasciarsi avvolgere dalla tene-rezza e dal perdono del Padre.

14 la Settimana domenica 15 dicembre 2013missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Salvare la speranza!Ogni anno,

quattro setti-mane prima del Natale, in Occidente, le chiese cristia-ne più antiche, cominciano un nuovo ciclo di celebrazioni che formano il co-siddetto “Anno Liturgico”.

D o m e n i c a 01 dicembre anche le nostre comunità, qui nel Nordest del Brasile, di evan-

gelizzazione europea, hanno iniziato questo nuovo tempo, chiamato “Avvento”.

Lo scopo è preparare la festa di Natale e far rinascere nelle persone la speranza del-la realizzazione, già in questo mondo, del progetto divino di pace, giustizia e comunione con l’Universo intero.

Ad ogni cambiamento di calendario o in presenza di ec-cezionali avvenimenti sociali, politici o climatici, ecco, però, riemergere forme antiche o forme nuove del cosiddetto Millenarismo.

Il “Millennio” si starebbe chiudendo e la fine dei tempi sarebbe vicina.

Il tifone che si è abbattuto con violenza sulle Filippine o i frammenti di un asteroide che potrebbero cadere sulla terra, fanno gridare molti alla fine del mondo.

Anche una lettura lettera-le (fondamentalista) di alcuni versetti biblici, provocano a questa reazione

Tutti abbiamo avuto no-tizia di gruppi o movimenti cosiddetti “apocalittici” che dopo aver tanto predetto ed essersi accorti che il mondo continuava la sua corsa, si sono sciolti, disgustati.

In una versione popolare della parola, “Apocalisse” è diventata sinonimo di cata-strofe.

Questo, però, non è il sen-so vero del termine greco che fu posto all’inizio del noto li-bro biblico. Apocalisse signi-fica, invece, “togliere il velo che copre la storia e scoprire il senso più p r o f o n -do degli eventi”.

D a l punto di vista dello scr i t tore b i b l i c o , i spirato , ciò che ca-ratterizza

la visio-ne apo-calittica è una pro-f o n d a insoddi-sfazione con la r e a l t à in cui si vive e la ferma speran-za che, se Dio e s i s t e , potremo contare con il

suo intervento liberatore per trasformare questa situazione.

Alcuni intendono questo intervento liberatore come una cosa straordinaria che in-terrompe le leggi della natura e rovescia tutto, un miracolo.

Altri, che si impegnano a costruire un profondo legame tra fede e vita, non si aspetta-no cose straordinarie.

Queste persone hanno imparato a riconoscere negli eventi ordinari i segni della presenza discreta ma instanca-bile dello Spirito che irrompe nella storia per mezzo di per-sone che accettano di essere strumenti del progetto, di quel Dio in cui credono e sperano, nel mondo.

La prima lettera di Pietro, nella Bibbia, ci dice che attra-verso la resurrezione di Cristo, Dio ci rigenera (ci fa rinascere) e ci rende capaci di agire con forza, sorretti dalla speranza.

Nonostante le paure che ogni giorno ci circondano, noi abbiamo scelto di credere e credere oltre ogni umana pre-visione.

Nelle nostre celebrazioni liturgiche, e non solo in quel-le del Natale, noi possiamo riaccendere la nostra speran-za che, come ci dice ancora la stessa lettera di San Pietro, non si corrompe, non si consu-ma e non si indebolisce.

Ma le nostre celebrazioni sono un inno di lode e di gioia o momenti tradizionali del no-stro dirci cristiani?

Don Gabriele

Donne nella missione

La missione è cominciata con una donna: MariaLa missione ha sempre

avuto delle donne come pro-tagoniste. La missione, ieri come oggi, sarebbe impen-sabile senza la donna. È la donna che sa farsi vicina, tra-smettere fiducia, entrare nella lunghezza d’onda del popo-lo, delle donne, dei bambini presso cui si trova.

La missione è cominciata con una donna: Maria, che appena ricevuto l’annuncio corre a raccontarlo alla cugi-na Elisabetta. “Le prime testi-moni della Risurrezione sono state le donne. Gli Apostoli e i discepoli hanno fatto più fatica a credere. Le donne, no! Pietro corre al sepolcro, ma si ferma alla tomba vuota; Tommaso deve toccare con le sue mani le ferite del corpo di Gesù”. Ce l’ha ri-petuto papa Francesco qual-che giorno fa.

La storia dell’evangeliz-zazione, anche se, a volte, gli uomini sembrano gli attori esclusivi, è anche storia di donne. Con la loro determi-nazione, donne straordinarie, in tutti i tempi, in tutte le la-titudini, hanno annunciato il Regno: pace, libertà, consola-zione, guarigione, speranza. Non poche hanno pagato con la vita la loro dedizione.

La mia vita missionaria, in America Latina, in Italia e

qualche puntata in Africa, è costellata di donne meravi-gliose: contemplative, buone samaritane, coraggiose mes-saggere del Vangelo. Tan-te ne ho incontrate e vorrei raccontarle tutte, dire il bene che fanno pazientemente, si-lenziosamente. Entrano de-licatamente in tutte le case, raccolgono le lacrime di tante donne, sono mamme per tan-ti bambini, curano, conforta-no, educano, rivelano l’amo-re di Dio per le sue creature. Nell’incontro con quelle don-ne ho capito meglio l’essenza della missione. La missione è contemplazione, me lo ha insegnato Annalena Tonelli. Alternava il suo impegno ca-ritativo (curare tubercolosi, accogliere bambini invalidi, liberare le donne somale an-cora schiave di pratiche disu-mane), con lunghi periodi di deserto, sola col suo Signore. La missione è amore come quello di suor Gabriella, che accoglieva gioiosa tutti i po-veri che ogni giorno preme-vano davanti al suo ambula-torio.

La missione è dono di sé come quello della comunità di suore che incontravo a Mu-naipata, una periferia di La Paz: suor Vittoria insegnava arti manuali alle donne per ti-

rarle fuori dalla loro povertà, suor Silvia era pronta ad ogni ora a correre per assistere una partoriente, le altre suore a tempo pieno nell’ospedale costruito dal mio amico don Pietro Balzi. La missione è vi-cinanza, condivisione, come quella vissuta dalle comunità del “Movimento Contemplati-vo Missionario Charles de Fou-cauld” di don Andrea Gaspa-rino, felici nella loro baracca in uno slum di Nairobi o in una favela di Rio. La missio-ne è gioia piena, come quel-la di suor Silvia, tenerissima mamma dei bambini disabili raccolti nel Cottolengo di Ba-

tuco in Cile.La missione

è annuncio del Vangelo, con la passione con cui la mia amica Ma-ria Rosa, suora paolina, utilizza i mass media o con la tenacia di suor Augusta, che corre per tutto il Perù, per diffon-dere la catechesi familiare.

La missione ha ancora un gran bi-sogno della don-na. Lo scrive Gio-vanni Paolo II nel-

la “Mulieris dignitatem”, “Le donne imbevute dello spirito del Vangelo possono tanto per aiutare l’umanità a non decadere”. È loro missione “riconciliare gli uomini con la vita”, “salvare la pace del mondo. Voi che tanto spesso nella storia avete dato agli uomini la forza di lottare fino alla fine, aiutateli ancora una volta a ritrovare l’audacia del-le grandi imprese...”. Fa bene, passando in questi giorni per il CUM, vedere suore e ragaz-ze che si preparano a partire per la missione.

Crescenzio Moretti(da Cum – novembre 2013)

Missione è: Andare verso le periferie

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domenica 15 dicembre 2013 la Settimana

15radio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Radio Volontariato - con Elisabetta Amato

Il Gruppo appartamento L’esperienza a Pianeta Handicap

Librando

Il Galateo del Prete A cura di don Michele Garini

Ospite della punata di Polesine Coast to Coast di questa settimana è Fratel Alberto Degan, che è un amico di vecchia data del-la nostra radio. Ha risposto con grande disponibilità alle domande dei conduttori Thomas Paparella ed Alberto Boldrini. «Sono rodigino di adozione - ha detto Alberto - perchè sono nato a Verona ma all’età di 10 anni sono arriva-to qui con la mia famiglia.

Sono una vocazione adulta perchè ho collaborato per molti anni con il Centro Missionario Diocesano, poi finalmente ho sentito forte il richiamo dentro di me è sono entrato nelle comunità dei padri comboniani.

Così poi sono partito per l’America Latina dove ho tra-scorso tre anni in Colombia e otto anni in Equador. Devo dire che sono stati sicura-mente gli anni più belli della mia vita».

Il Sacerdote è riconosciu-to come un guida spiritua-le che agisce nel nome di Cristo e predica il Vangelo con l’obiettivo di aiutare chi è in difficoltà. Ma chi è il sa-cerdote oggi? Che rapporto deve avere con il denaro? Con le proprietà? Con i beni mate-riali? Come deve vestirsi? Come deve vivere il rapporto con gli altri? Come com-portarsi davanti al computer e alla televisione? Don Michele Garini, giovane sacer-dote di Mantova nel suo primo li-bro “Galateo per i preti e le loro comunità”, tramite la sua esperienza diretta racconta cosa c’è da sapere sulla realtà del Sacerdozio, rispondendo così a domande che non han-no ancora trovato risposta: Dante Cerati nella puntata di Librando in onda questa settimana lo ha intervistato: «Credo che sul prete siano stati scritti fiumi di inchio-stro, ma dal punto di vista sacramentale, spirituale, li-turgico, io con la mia opera ho cercato di vedere il sacer-dote in una prospettiva se vogliamo più superficiale, ri-guardante il suo vivere quo-tidiano. Vedendo aspetti che spesso sono considerati poco importanti come il modo di vestire, il modo di parlare, oppure il rapporto con il de-naro, il rapporto con gli altri, il comportamento a tavola, e a quella tavola che è l’altare, questa è stata l’idea di fondo del mio tentativo». Per esem-pio nel rapporto con il dena-ro ci deve essere la massima trasparenza: «il sacerdote si trova a gestire del denaro che non solo non è suo ma che appartiene alla comunità che si fida del sacerdote e glielo affida, perché lo possa ammi-nistrare secondo quelle che sono le reali esigenze della comunità. In questo caso la

trasparenza si sposa con la comunicazione. Il prete non può gestire il denaro in ma-niera carbonara, ma tutta la comunità dovrebbe essere informata e condividere le modalità di investimento». Don Michele parla anche del

digiuno non secondo la sua valenza spiri-tuale: «mi sof-fermo sul fatto che il rapporto con il cibo del sacerdote deve essere equi-librato, molti sacerdoti han-no problemi di salute legati a squilibri ali-mentari perchè hanno una ali-

mentazione sbagliata forse anche perché vivono da soli e non sono in grado di gestire al meglio la cucina e la tavola ma penso che per noi sacer-doti sia importante mangiare bene, che non significa man-giare tanto ma in modo ade-guato». E poi anche nell’ap-proccio ai social network bisogna stare attenti, perché si rischia di passare troppo tempo davanti ad un com-puter ma il prete deve stare accanto alle persone, spen-dersi per aiutare le persone non sulla piazza virtuale ma quella reale, quella della par-rocchia. Dedicandosi non al libro delle facce ma alle fac-ce dei suoi parrocchiani che hanno una identità, un bi-sogno di risposte». Michele Garini (1980) ha conseguito il baccalaureato in teologia, è laureato in storia e si sta spe-cializzando in scienze stori-che. È vicario parrocchiale di Asola. Si occupa di pastorale dello sport. r. g.

Le nostre rubricheLUNEDI

10.00 “La Vergine Maria e la nuova evangelizza-zione” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Insieme per pregare” a cura dell’Apo-stolato della Preghiera con Anna Cecchetto; 11.30 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 17.05 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 18.20 “Ponte Radio”, a cura di Roberto Giannese; 21.00 “Linea di meta” a cura di Andrea Nalio 21.30 “Radio Volontariato” a cura del Centro Servizi di Volontariato di Rovigo, con Francesco Casoni 22.00 “Linea di meta”

MARTEDI 10.00 “Polesine Coast to

coast” con Thomas Paparella, Alberto Boldrini, Enrico De Stefani e Davide Trevisan; 11.00 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’as-sociazione Casa Marocco, in studio Dounia e Valentina; 17.05 “La Vergine Maria e la nuova evangelizzazione”; 18.20 “Ritratto d’autore” a cura di don Bruno; 21.30 “Ponte Radio” ;

MERCOLEDI10.00 “Insieme per pre-

gare”; 11.00 “Ritratto d’au-tore”; 17.05 “Sulle aldi di Maria Bolognesi”; 18.20 “Con gli ultimi” a cura di Giovanni Dainese; 21.15 “Polesine Coast to coast”;

GIOVEDI 10.00 “Voce Francescana” a

cura del Ordine Francescano Secolare del Polesine;

11.00 “Librando, libri in volo” con Dante Cerati; 17.05 “Polesine coast to coast” 18.20 “Radio Volontariato” a cura del CSV di Rovigo;

21.30 “ArabRovigo” rubrica interculturale a cura dell’as-sociazione Casa Marocco

VENERDI 10.00 “La Vergine Maria

e la nuova evangelizzazione” a cura del Centro Mariano; 11.00 “Radio Volontariato” ; 17.05 “ArabRovigo” a cura dell’Associazione Casa Marocco; 18.20 “Ponte Radio”, 21.30 “Per un pugno di film” a cura di Simone Muraro; 22.30 “Polesine coast to coast”;

SABATO 10.00 “Voce Francescana”

11.00 “Ritratto d’autore”; 17.05 “Insieme per prega-re”; 17.40 “Librando” 18.20 “Buona Domenica”, riflessioni e commenti per la domenica a cura di Don Bruno; 21.30 “Per un pugno di film” ;

DOMENICA 10.00 “Insieme per prega-

re”; 11.00 “Voce Francescana”; 17.30 “Per un pugno di film”; 18.20 “Buona Domenica” a cura di don Bruno;

DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ 9.30 e 20.45 “Dall’alba

al tramonto”, a cura di don Bruno Cappato; 8.30, 12.10, 20.00, 23.00 “La radio infor-ma”; 19.00 Santa Messa in di-retta dal Duomo di Rovigo;

12.15 e 20.15 “Rassegna stampa ecclesiale” a cura di Enzo Costa. 22.00 Preghiera della sera.

Mercoledì alle 21.15, e in repli-ca giovedì alle 17.05 venerdì alle 22.30 e mar-tedì alle 10.

In onda ogni lunedì alle 17.05, il giovedì alle 11.00 ed il sabato alle 17.40

Il Gruppo appartamento è il nuovo progetto dell’As-sociazione Pianeta Handicap. L’intervista della puntata di Radio Volontariato in onda in questi giorni, ad una giovane volontaria dell’associazione, Elisabetta Amato (nella foto accanto con Francesco Casoni e sotto durante l’intervista), è stata il pretesto per farci rac-contare di cosa si tratta.

Anzitutto, Francesco Casoni ha iniziato, chieden-do alla sua ospite di spiegare a coloro che ancora non la conoscessero, cos’è e di cosa si occupa l’associazione: «Pianeta Handicap promuo-ve l’integrazione di persone disabili adulte – ha detto Elisabetta - attraverso diver-se attività come il basket o il laboratorio della ceramica e ormai da diversi anni con il progetto di autonomia du-rante i weekend.

Con questo progetto si è voluto soddisfare un loro bisogno di autonomia che è lo stesso che abbiamo tutti noi. Quindi questo nuovo progetto è l’estensione anche ai giorni infrasettimanali del progetto di autonomia che prima si svolgeva nei fine settimana. Si mira a rendere queste persone non solo au-tonome nel sapersi vestire, lavare ecc. ma anche incen-tivarle a prendere delle de-cisioni, come per esempio decidere da soli cosa fare nel tempo libero, magari andare al cinema o a prendere l’ape-ritivo al bar.

Tutti continuiamo a con-siderarli come eterni bam-bini ma anche loro hanno bisogno di fare quello che facciamo noi, coltivare i pro-prio interessi, amare altre persone.

Adesso l’appartamento è diventato un punto di riferi-mento dove i ragazzi vengo-no spontaneamente per stare insieme. La teoria di base è stata affermare che siamo tutti uguali nelle nostre di-versità.

C’è stato un approccio di condivisione delle attività, non quindi cerando di essere dei maestri per insegnare a loro, ma piuttosto per aiutar-

li e sostenerli affinché fosse-ro il più autonomi possibile. E’ bello vedere per esempio che i ragazzi hanno delle amicizie anche fuori dall’ap-partamento».

Casoni ha poi chiesto se i genitori dei ragazzi sono contenti di questa iniziativa: «abbiamo visto che i genitori condividono molto questo progetto, perché purtroppo una delle loro paure è che una volta che non ci saranno più loro ad accudire queste persone, vengano abbando-nati. Ci sono persone che magari stanno con i loro ge-nitori fino a cinquant’anni e poi passano direttamente dai Ceod alle case di ripo-so. Questo è molto triste. Inoltre i genitori hanno modo di dedicare del tempo a loro stessi». Francesco ha chiesto quindi ad Elisabetta come è entrata in contatto

con l’associazione Pianeta Handicap: «Io sono educa-tore professionale e quindi questo si collega a ciò che ho studiato, l’associazione l’ho conosciuta per caso quando con alcuni amici ho seguito una testimonianza da par-te di una volontaria che ha raccontato la sua esperienza educativa.

Così io e i miei amici ab-biamo deciso di provare de-dicandoci ai ragazzi durante i weekend in appartamento. Adesso sono tre anni che fac-cio parte dell’associazione».

Roberto Giannese

Quando? Quando?

Polesine Coast to Coast - Con Fra Alberto Degan

Un missionario polesano si racconta Per un pugno di film

Il festival di Roma

In onda ogni marte-dì alle 11.00, il giovedì alle 21.30 e il venerdì alle 17.05

Quando?

Da un po’ di giorni ormai è calato il sipario sulla Festa del cinema di Roma. Tra co-loro che lo hanno seguito da vicino c’era il nostro Alberto Gambato che è venuto in radio per portarci le sue im-pressioni a riflettori spenti. Incalzato da Simone ci ha presi su e ci ha fatto fare un giro sul treno delle emozioni vissute ad occhi spalancati durante quelle giornate di bo-bine fatte girare a più non pos-so. Come sempre il suo occhio attento ed esperto ci ha fatto cogliere aspetti della mostra del cinema di Roma che mai avremmo immaginato e che abbiamo scoperto con grande piacere.

Ogni venerdì e sabato alle 21.30 e alla domenica alle 17.30

Quando?

Page 16: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

Lasciamo dormire i campi con le loro creature e vedia-mo di tirare i primi bilanci, non soltanto per le produzio-ni offerte da questi, ma anche da quelle di pertinenza delle pubbliche amministrazioni deputate a disciplinare e re-golare le complesse relazioni e le attività della società. In pratica la burocrazia.

Su questo aspetto occor-re chiarire che il concetto di “produzione” non coincide affatto con quello dell’ami-co coltivatore che operando nel concreto dell’ambito dei fenomeni naturali misura la produzione dei frutti in ter-mini di quantità e volumi pe-sati o misurati.

Non esiste un analogo metodo nell’ambito buro-cratico, tuttavia per valutare questa attività indispensabile e immateriale si usa il metro

dell’ “efficienza” sul qual appare ar-duo esprimere giu-dizi soprattutto da parte di chi opera come l’amico di prima.

Sia come sia, anche l’anno che sta per concludersi di burocrazia ne ha macinata tanta e, per quanto riguarda il settore primario le ha dedicato gran parte del tempo e del lavoro incen-trato nella prepara-zione della nuova PAC con valenza 2014-2020. Un lavoro lungo ed estenuante iniziato con i primi approcci fra gli enti pubblici e privati interessati a partire dal 2011. Si trattava di trovare un compromesso per

accontentare tutti gli allora Paesi 27 soci dell’Unione Eu-ropea (oggi sono 28 con l’en-trata dal primo luglio scorso della Croazia) e, come spesso accade in queste vicende, con l’accontentar tutti non si ac-contenta nessuno. Ma tant’è.

Il conto complessivo, cioè il quadro finanziario o, per accontentare l’amico coltiva-tore, il “fatturato”, nei sette anni ammonta in 960 miliar-di di euro dei quali 908 de-stinati ai pagamenti, gli aiuti veri e propri. Un respiro che

assicura la sopravvivenza dell’agricoltura europea sen-za il quale sarebbe destina-ta a soccombere se dovesse misurarsi nello scenario in-ternazionale con paesi la cui organizzazione del lavoro, cove c’è, è lontana anni luce dalla nostra.

“La nuova PAC- ha di-chiarato il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Pa-olo De Castro (nella foto - a suo tempo ministro delle Po-litiche agricole italiane) - sarà più equa e legittima, garanti-rà un migliore equilibrio tra la sicurezza alimentare e la tutela dell’ambiente e pre-parerà meglio gli agricoltori ad affrontare le sfide del fu-turo”.

Ha l’aria di un monito, quest’ultima frase, potendo significare che ci si dovrà attrezzare a competere con sempre più ridotti aiuti pub-blici.

Già questa nuova PAC è più “asciutta” delle prece-denti. Come dire: uomo av-visato…

Alla prossima.Orazio Cappellari

In campagna

Primi bilanci

16 la Settimana domenica 15 dicembre 2013rubriche

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 18.30; Feriali: 7.30 - 9.00 - 18.30; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 16.30.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefe-stiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefe-stiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.00.

RovigoDuomo Concattedrale: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feria-li: 8.00 - 10.00 - 19.00SS. Francesco e Giustina: Festi-ve: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato)Rovigo Commenda: Festive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 - Feria-li: 7.00 - 18.00Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 18.30 - Feriali: 8.30 -

18.30S. Bartolomeo Apostolo: Festi-ve: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 18.00 - Feriali: 8.30 - 18.00 (Iras - Casa soggior-no sabato ore 16.45)S. Pio X: Festive: 8.30 - 10 - 11.30 - 17. Prefestiva: 17 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 17).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Pre-festiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festi-vo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigurazione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Trinità: Fe-stiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Andiamo incontroal Signore che viene

Pace e bene caris-simi lettori. Siamo vi-cini al San-to Natale, Gesù che si fa bambino per abitare in noi!! San F r a n c e -sco amava questo san-to Giorno a tal punto che volle raffigurare l’evento della nascita del Messia a Greccio, dove si trovava momentaneamente, con i contadini del luogo. Così nacque il presepio. Il nostro fratello adorava quel Bam-bino, nato in una stalla. Quel Bambino “è il Re dei re”, nato povero e adagiato sulla paglia, per essere fratello di tutti, senza distinzioni, per essere con noi nella nostra quotidianità. L’uma-nità, creatura dotata di intelligenza, con il peccato, è diventata un grande scenario dove ognuno alza il dito per condannare, dividere, allontanare il proprio fratello. Gesù, con la sua uma-nità, ha portato l’amore, a noi, suoi fratelli, perché è Lui l’Amo-re. Gesù non è venuto per condannare ma per insegnarci il perdono; al ladrone pentito dice: “oggi sarai con me in paradiso”. Nostro Signore odia il peccato ma ama il peccatore, perché co-nosce le nostre fragilità, ed è sempre pronto ad accoglierci ogni volta che ci riconosciamo debitori verso il Suo Amore gratuito.. Il nostro serafico Padre Francesco era innamorato della Parola di Gesù, il santo Vangelo, a tal punto da diventare un’icona

del Vangelo, e consumò la sua vita per l’Amore. Seguì e imitò Gesù, primo “missionario”, sceso dal cielo, dal seno del Padre, sulla terra per portare a noi, uomini, il lieto Annunzio, la Buo-na Novella. Mettiamo nelle nostre case, ben in mostra, il santo Vangelo, perché Gesù ci parla sempre. Francesco, figlio di ge-nitori benestanti, mettendo in pratica l’insegnamento del Van-gelo, si è fatto povero tra i poveri, amico dei lebbrosi, cioè degli emarginati, si è trasformato in preghiera vivente, e in qualsia-si posto andasse spargeva il seme del Vangelo col profumo dell’innamorato. Cercava luoghi silenziosi, isolati per donarsi totalmente al suo, nostro Signore. Trascorreva notti intere steso a terra, con le braccia aperte per essere una sola persona con Lui. Si è fatto seme fruttifico nella chiesa, ha chiesto aiuto a Dio Bambino per portare i suoi pesi…. in perfetta letizia. Caro Francesco, fratello maggiore nella fede, che ti sei lasciato rapire da questo mondo per vivere in preghiera.

Impegniamoci anche noi, carissimi, Imitando San Fran-cesco, in questo Santo Natale, ad accogliere l’Amore che si fa Bambino. Aiutiamo i nostri fratelli sofferenti nella solitudine, ammalati, anziani chiusi in qualche casa di riposo a portare il peso della loro quotidianità, facciamo loro una visitina in più, regaliamo un po’ del nostro tempo. Infondiamo speranza a chi fa fatica vivere per la crisi economica. Lasciamo, anche noi pla-smare i nostri cuori, trasformiamo la nostra tristezza in gioia, il nostro pianto in riso, la nostra ansia in amore. Lasciamo parlare questo Divino Bambino, meraviglioso Gesù, al nostro cuore, al nostro io interiore.

Preghiamo con lo slancio di figli: “Fa’, o Signore, che vi-viamo il tempo che ci dai, come un dono della Tua Pace, della Tua Bontà, per diventare sale della terra e luce per il mondo, tutto il mondo, anche quella parte che non ci piace, perché Sei Tu lampada che illumina i nostri passi e sale che dà sapore ai nostri giorni. Dove non c’è amore, mettiamo amore, e amore troveremo”

Auguri di un Santo Natale Oriana

- CHE COS’È IL CENTRO DI AIUTO ALLA VITA?E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO AIUTO ALLA VITA?Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni

donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO AIUTO ALLA VITA? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30

C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-TrecentailGiovedìdalleore15alle17

C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•CASTELMASSA -2°Mercoledìdiognimesedalleore15alle17

CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–•BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita

ma superando le difficoltà

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 15 al 21 dicembre 2013

Domenica 15 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo.Lunedì 16 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.Martedì 17 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Mercoledì 18 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo.Giovedì 19 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovigo; Co-munale n. 4 Boara Polesine.Venerdì 20 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Sabato 21 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fe-nice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani; pomeriggio: Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.

Farmacie di turno

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

REM acronimo di Ricerca Esperienza Memoria è il periodi-co quadrimestrale che ha l’obiet-tivo di valorizzare la cultura del territorio; in uscita in questi gior-ni, interamente a colori, rinno-vato, al prezzo particolarmente contenuto di 2,50 euro, in edicola e nelle librerie dal 2 dicembre.

REM 9 il cui contenuto, in sintesi, scava nei lavori di tre ta-lenti femminili made tra Adige e Po: la sceneggiatrice Daniela Gambaro, la pittrice Elisa Berta-glia e la fotografa Anna Casazza. A tema ricerca ed innovazione, invece, l’articolo di attualità del direttore Sandro Marchioro e il progetto d’eccellenza della Cli-nica Biscaro-Poggio ad Adria. Ricerca ancora nelle scelte teatra-li di Marco Sgarbi dell’Associa-zione Arkadis di Occhiobello e dell’attore Luigi Marangoni. Ri-cerca anche nei testi di tre giova-ni scrittrici di fantasy. Esperien-za leggendo “un Po prima del Delta”, la sezione che inaugura, ospitando in questo numero, il viaggio di Paolo Rumiz sul gran-de fiume in un articolo di Paolo Di Paolo e alcune pagine dello scrittore Guido Conti. Esperien-za, ancora, nelle parole e nelle sonorità di Marmaja. L’esperien-

za è anche nella scrittura di Fran-cesco Permunian e nei Sapori e saperi delle delizie raccontate da Paolo Rigoni. L’esperienza ormai consolidata delle mostre del Roverella della Fondazione Cariparo che anche quest’anno regalano al territorio un nuovo allestimento: “L’ossessione nor-dica”. Ed infine Memoria negli articoli dedicati a Lina Merlin, nel viaggio di studio di Mario Dondero sulle tracce dei luoghi della Resistenza in Polesine, nel-la promozione del Museo arche-ologico nazionale di Fratta, nel ricordo quasi fantasma dell’Isola della Batteria alle foci del Po e nella sezione Strisce dedicata da Giovanna Gazzi e Danilo Trom-bin alla Rovra, la quercia di San Basilio recentemente crollata. Memoria anche nella rivisitazio-ne delle note di Respighi del duo classico Fabio Paggioro-Massi-miliano Ferrati.

REM 9 che chiude il 2013, apre a nuove sfide anche in vi-sta dello sbarco in radio, si sta infatti perfezionando il progetto “In fase REM” in collaborazio-ne con Delta Radio, ed il nuovo strumento, il sito internet : www.remweb.it già un successo.

Stefania Sgardiolo

REM periodico culturale

Ricerca Esperienza MemoriaHa l’obiettivo di valorizzare la cultura del territorio

Associazione “Renzo Barbujani”

Pranzo sociale e scambiodi auguri natalizi

Domenica 15 dicembre al don BoscoDomenica 15 Dicembre, al ristorante ‘Don Bosco’ di Rovigo alle

ore 12.30, l’associazione culturale, ‘Renzo Barbujani’ si riunirà per il tradizionale pranzo sociale e per lo scambio di auguri natalizi. Du-rante la conviviale, il presidente Arnaldo Pavarin traccerà un breve bilancio dell’impegno volontario svolto nel 2013, ringraziando i tanti soci dell’associazione che, quotidianamente, prestano la loro prezio-sa opera nelle attività in agenda. Nell’occasione, verranno oltretutto ringraziate le Istituzioni rodigine, gli Enti pubblici e privati e tutti i partner che hanno supportato l’importante lavoro dell’associazione durante il 2013, favorendo la realizzazione delle tanti eventi in calen-dario. Oltre allo scambio di auguri, ci sarà anche un’iniziativa benefi-ca, a favore delle persone in stato di necessità. Il presidente Arnaldo Pavarin, intende ringraziare anticipatamente i numerosi partecipanti al pranzo sociale e tutte le persone che continuano ad appoggiare le attività dell’associazione culturale ‘Renzo Barbujani’.

Radio Kolbe91.2 e 94.5

Page 17: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

17la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 cultura

In libreria

Arte e Cultura sono ancora i fattori vincenti sui quali pun-tare per fare ripartire l’econo-mia di un paese in crisi? E a quali persone si dovrà desti-nare l’offerta? Ai turisti, ossia a coloro che voracemente os-servano le bellezze del paese nel quale si trovano, oppure ai viaggiatori, che sentono il bisogno di immergersi e farsi abbracciare dal paese per com-prendere il contesto culturale? Affermati studiosi portano le loro riflessioni, le loro consi-derazioni e le loro tesi: visioni, interpretazioni, riflessioni e pareri per comprendere se an-cora oggi l’arte, la cultura e il turismo sono da considerarsi dei settori strategici nei quali investire.

Nel piano di costruzione di questa raccolta l’obiettivo stabilito dal comitato scientifico e richiesto ai 13 relatori - qui autori - è stato quello di non portare tesi, analisi, racconti, per indurre chi ascolta alla approvazione ma di rendere chiaro ogni concetto esposto per favorire il principio autonomo e personale del “la conoscenza per comprendere per decidere”.

Nel libro si trovano pensieri divergenti gli uni dagli altri perché esposti secondo la filosofia della Ethics Conference” in totale libertà: condizione base per rendere possibile la maturazione con saggezza delle proprie scelte.

Sono stati perciò raccolti e inseriti i lavori di tutti i relatori inte-ressati, suddividendoli tra la prima parte titolata “Il viaggiatore e il turista: le diverse visioni culturali” e la seconda “L’arte e il territorio: valorizzazione e attrattività” nel rispetto della suddivisione attuata (visione internazionale-globale e focus territoriale locale) nel pro-gramma della conferenza.

Nella prima parte troviamo i contributi di pensiero di: Francesco Moraglia, Alessandro Di Paolo, Paolo Baratta, Maurizio Cecconi, Alberto Mina, Fabio Poles, Michele Serra.

All’interno della seconda parte compaiono i contributi di pen-siero di: Luigi Brugnaro, Nicola Callegaro, Gianmario Guidarelli e Ester Brunet, Fabiano Longoni, Claudio Scarpa, Gianiuca Seguso.

I curatori del volume Alessandro Di Paolo è Professore di Geopolitica e Gestione

Etica degli Affari presso lo Studium Generale Marcianum e docen-te all’Università degli Studi di Padova. Svolge attività di Strategies Consultant for Development with Innovation and Sustainability per imprese e istituzioni nazionali e internazionali.

Fabiano Longoni è Professore presso lo Studium Generale Marcianum alla Facoltà di Diritto Canonico Pio X e presso L’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Dirige il Master in Gestione Etica d’Azienda in collaborazione con Studium Generale Marcianum, Università Ca’ Foscari di Venezia e Sda Bocconi di Milano. È stato da poco nominato direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi so-ciali e il lavoro della Cei.

Collana: Empowerment; Formato: 14x21; Pagine: 154; Prezzo: € 16,00 - ISBN: 978-88-6512-202-0

Le opere di Stefano Curto vivono di luce. L’artista ha l’ar-moniosa, straordinaria capacità di realizzare l’immateriale at-traverso la materialità dei suoi cristalli , generando per mezzo della luce la propria intuizione artistica, che ne scaturisce fer-vente di vita e ricca di polimor-fie cromatiche, al punto che ciascuna delle sue opere offre molteplici prospettive visive, sovente molto diversificate an-che solo sulla base degli angoli d’osservazione e dei livelli d’il-luminazione.

L’opera , nella sua dimen-sione finale, risulta sempre enigmatica, disseminata soven-te di simboli quasi impercetti-bili, ricca di profili di lettura a diversi livelli di conoscenza , frutto di una ispirazione e di percorso simbolico profondi ed altrettanto di una manuali-tà sapiente, che riflette antiche conoscenze mosaiche proprie delle Terre Venete e dell’eredi-tà Bizantina che la Serenissima seppe cogliere in modo unico ed esemplare. Essendo opere di luce, la forza simbolica dei messaggi appare esaltata dal-la dimensione immateriale e suscita profonde impressioni emotive, capaci di penetrare nel profondo, deponendovi i messaggi potenti che l’Artista

desidera fortemente trasmet-tere.

In esse, alcuni connotati ap-paiono di centrale impatto e di assoluta evidenza: si tratta, co-stantemente, di finestre aperte sull’anima, in cui la corrispon-denza tra il microcosmo dell’in-tima coscienza dell’uomo si specchia nel macrocosmo delle simbologie cosmogoniche che esprimono le forze dell’uni-verso. La ricerca dell’Assoluto attraverso le minime pulsioni dell’animo umano, corrispon-dono alla peculiare sensibilità dell’artista, spesso connotata da una drammaticità legata all’autenticità del suo vissuto e del suo sentire: non vi è ma-nierismo, o tesi artatamente precostituite, ma solo la ricerca di esprimere vissute dimen-sioni dell’esperienza umana, profondamente partecipate, in cui l’Assoluto irrompe improv-visamente ma costantemente , agli occhi di chi lo sa cogliere e desidera elevarsi da una passi-va dimensione materiale.

La Sindone Nera è para-digma di tutto ciò: è un’opera di eccezionale qualità artistica, che fa emergere prepotente-mente , attraverso i riflessi dei cristalli, la luce del Cristo dalle tenebre del fondo, ovverosia da una realtà oggi particolarmente

oscura sotto il profilo spiritua-le, tenebra che solo il Salvatore può consentire all’Umanità di trascendere, per la salvezza dell’anima.

Ma ciò che colpisce forte-mente , al di là di una Estetica di meraviglioso e suggestivo impatto, è la drammaticità che l’Artista ha saputo esprimere attraverso l’immagine dolente del Signore: vi si coglie la tra-gedia di una Umanità ormai senza valori , che nega ed anzi tenta di distruggere ciò che ri-mane di un patrimonio offeso da materialismo e relativismo; ma anche , la forza consapevo-

le, quasi gnostica, che la luce prevale sulle tenebre , che il bene esiste e seppur apparen-temente sconfitto da un male dilagante , si riscatterà e con-durrà l’Umanità ai valori dello Spirito.

Il bene esiste e ha mille aspetti , è fatto anche di picco-le cose, di affetti quotidiani , di sentimenti sinceri , di piccoli gesti di buona volontà verso il prossimo più debole o sfor-tunato , icona di Cristo nella vicenda umana : la solidarietà umana e l’amore verso il pros-simo sono realtà di straordina-ria e centrale rilevanza nella vita di ogni uomo , sono la Via cristiana che redime l’Umanità così travagliata nella realtà con-temporanea, ottusa e sorda ai Valori del cuore e dello spirito.

La spiritualità di Stefano Curto ci induce alla restaura-zione di rapporti tra gli uomini ispirati alla semplicità e sinceri-tà , alla priorità dei sentimenti, alla consapevolezza che la vita è per l’uomo un esperienza da pellegrino , attraverso cui lo spirito di ciascuno deve purifi-carsi e non è invece un percor-so di egoismo e avidità, perché il “sudario non ha tasche”.

Danilo RipontiGiurista, Storico e studioso di simbologia artistica e religiosa

Da Marcianum Press

Arte, Cultura & TurismoIl viaggio oltre la conoscenza e la valorizzazione

I nuovi orientamenti per la catechesi riconoscono l’im-portanza di creare un cammi-no attingendo dal vissuto di ogni giorno. Che ruolo hanno gli educatori? Che ruolo ha la famiglia? E la catechesi?

Quest’ultima, in particola-re, è fondamentale per la cre-scita della fede e nella fede.

Lo scopo di queste pagi-ne è quello di proporre alcuni spunti per una catechesi che si radichi nella quotidianità di giovani e giovanissimi.

Viene, pertanto, tracciato un percorso educativo par-tendo, nello specifico, dai messaggi di Benedetto XVI ri-guardo alle Giornate Mondiali (comunicazioni sociali, pace, gioventù, ecc.) e coadiuvati da alcuni testi di Giovanni Paolo II e Papa Francesco. Presentazione di Mons. Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza

L’autore: Carlo Meneghetti è formatore di docenti per quanto concerne la didattica e la media education. Si occupa inoltre della formazione di educatori e giovani attraverso l’intercultura e il me-todo cooperativo.

Ha pubblicato volumi sull’insegnamento della religione catto-lica.

Collana: Strumenti di catechesi - Pagine: 168 - Prezzo: € 13,00 - ISBN: 978-88-6512-204-4

Per informazioni: Ufficio stampa Marcianum Press - Studio Calliandro Comunicazione

Tel: 041.5232237 – 349.7708533, Email: [email protected]

Da Marcianum Press

Per diventare credibili

Sindone Nera, suggestiva opera che porta la firma dell’artista veneto Stefano Curto, è sta-ta donata a Papa Francesco mercoledì 4 dicem-bre 2013 nel corso dell’udienza papale. L’artista stesso ha consegnato ufficialmente il suo lavoro al Santo Padre il quale, successivamente, deci-derà la collocazione finale del prezioso manu-fatto.

Dopo complesse procedure e severe valu-tazioni da parte dei responsabili delle collezioni di arte contemporanea del Vaticano, il grande pannello di luce, realizzato nel 2010 con quasi 18.000 cristalli incastonati su plexiglas, tor-na alla ribalta suscitando l’interesse di critici qualificati, amanti dell’arte e fedeli di tutte le credenze.

Sindone Nera (200x150 cm) costituisce il vertice di una profonda ricerca personale e spi-rituale dell’artista e, dopo la recente presenza del padiglione Vaticano all’ultima edizione del-la 55ma Biennale d’Arte di Venezia, testimonia la rinnovata attenzione della Santa Sede verso le più significative espressioni dell’arte contem-poranea.

La Sindone nera dell’artista veneto Stefano Curto donata al PapaCristalli di luce per un percorso di fede

Viviamo il tempo liturgico

“Cambiare” con la Chiesa in tempo d’Avvento“Ecco, faccio una cosa nuova, nel deserto una strada aprirò!”

L’Avvento è tempo di attesa e “L’attesa è la trama stessa della vita. Essa la sottende di forza e di debolezza… accompagna la vita in tutte le sue ricerche, in tutti i suoi incontri. Ne raccoglie i segre-ti.” (E. Debuyst). Ed è anche il tempo del compimento della promessa (“Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi!” Lc 4,16-24).

Quando Papa Francesco è comparso alla grande balcona-ta di piazza S. Pietro e ha salu-tato il popolo di Dio in modo inaspettato: “Buonasera” - ab-biamo vissuto ‘sotto pelle’ la percezione del nuovo che stava avanzando!

E, dopo quella sera, il nuovo si è concretizzato dalle parole ai fatti. Giornalisti e mass me-dia hanno globalizzato non solo le immagini, ormai a noi familiari, di un Papa che pre-dilige e organizza gli appun-tamenti con gli “ultimi”, gli “scarti” della società, i più “de-boli” e i più “soli” ma, giorno dopo giorno (dal suo domicilio in S. Marta, o negli incontri del mercoledì, o nelle sue uscite dal Vaticano), egli ha dato ini-zio ad un dialogo serrato con il popolo di Dio. Un dialogo col-lettivo e individuale attraverso una catechesi dal linguaggio semplice ed efficace, perché evangelico e, via via, ci si ac-corge che il suo programma pastorale attinge prevalente-mente alla sua esperienza di autentico “pastore”.

Il pontefice argentino, “lo scandalo benefico della chiesa di Roma” (come è stato defini-to), suscita curiosità nei lontani dalla chiesa, perplessità e forse contrarietà nei “conservatori e rigidi custodi della tradizione” (“I devoti nemici del Papa”, come sono stati definiti!), interesse lungimirante nei mezzi di co-municazione, consolazione in

quanti avevano perso le spe-ranze nel tempo degli scandali, promessa in coloro che sincera-mente lavorano per il regno di Dio, speranza nei giovani che non hanno futuro.

Una parola insistente e dirompente trapela, quasi sempre, nelle parole di Papa Francesco: cambiamento che, nella vita della fede, si traduce in conversione. E per eviden-ziare questa corrispondenza di cambiamento = conversione nella fede, il Papa non tralascia alcun angolo della realtà e del vissuto quotidiano di quanti si professano credenti in Gesù di Nazareth, il Cristo, per farci comprendere cosa deve essere cambiato, attraverso la conver-sione della mente, del cuore e dell’azione affinché il Vangelo, prima di essere proclamato, diventi la nostra misura di vita testimoniata.

Tutta la Chiesa (i presbiteri, i religiosi, i laici), tutti insieme popolo di Dio con diversità di ministeri, è chiamata con fraterno ed evangelico invito ad operare il cambiamento. E’ vero: ogni cambiamento, come ogni conversione, inizia nel cuore della singola persona che incontra Gesù Cristo nel-la sua vita, ma il cristiano per sua natura è innestato nella co-munità di fede che è la Chiesa. Un Chiesa che è di Cristo e che cresce solo in forza della Sua grazia (come scrive Papa Ratzinger). Non, dunque, un’istituzione costruita a tavo-lino, ma una realtà vivente che si trasforma lungo il corso del tempo e che, nella sua natura, rimane sempre la stessa perché il suo cuore è Cristo. Questa Chiesa che, da “ospedale da campo”, dopo una lunga batta-glia che ha lasciato numerose ferite da curare, molti cuori da riscaldare, tanta misericordia

da distribuire, una nuova uma-nità da ritrovare, un surplus di speranza da risuscitare, deve diventare la “casa di tutti”.

Il cambiamento, pastori e fedeli insieme, richiede indub-biamente una svolta radicale che ribalti le radici del nostro modo di essere e del nostro stile di vivere: la qualità del-le nostre relazioni, la nostra concezione del mondo e della storia umana, il senso della vita, l’uso della ricchezza e del potere, la condivisione nelle nuove povertà, la nostra pra-tica della giustizia, della mise-ricordia, della responsabilità, della pace…. E’ l’uomo nuovo del Vangelo che la mondanità, il consumismo sfrenato, l’idolo del possesso, il desiderio di ap-parire più che essere, il preva-lere dei nostri piccoli e grandi poteri, hanno reso opaco, ar-tificiale, ipocrita, addestrato a camuffare il bene, impoverito di verità e autenticità.

L’Avvento diventa un’atte-sa attiva, vigile, operosa, che si chiede con il coraggio della ve-rità il perché la nostra conver-sione, personale e comunitaria, è sempre rinviata, giustificata dalle circostanze, delegata al cambiamento degli altri, col-locata in sfere inaccessibili! Bastano poche parole di Papa Francesco per “metterci a nudo” davanti a noi stessi: il chiacchie-riccio genera inimicizia, discor-dia, rivalità, invidie, competi-zioni; la vita consacrata è tra-dita quando è vissuta da zitelle o da scapoloni; la dimensione della gratuità è come il suda-rio senza tasche della nonna; le donne, da sempre dominate dal potere maschile, sono testimo-ni della Resurrezione; non è il potere a darci la dignità ma il lavoro; Gesù non è cattolico, se la Sua Chiesa è universale; la cultura dello scarto si supera

mettendo al centro le persone come risorse; i segni di potere devono essere trasformati in potere dei segni; i laici devono essere partecipi della consul-tazione, pianificazione, e orga-nizzazione pastorale; ciò che più pesa nella vita è la mancan-za d’amore; il carrierismo è una lebbra, ecc.

Cogliere le provocazioni di Papa Francesco, per cambiare, significa avere il coraggio di scoprire in noi i sotterfugi del-la nostra mente per ammettere con verità che siamo capaci di: 1) vivere relazioni asimmetriche negativamente; 2) trasformare in possesso e manipolazione il dono, la disponibilità e la ge-nerosità degli altri; 3) pensare, stabilire e imporre il bene che noi crediamo che debba fare l’altro (siamo spesso organiz-zatori del bene altrui!); 4) non accorgersi del dolore o delle preoccupazioni o dei meriti dell’altro per avere i riflettori su se stessi; 5) usare uno stile mercantile nella relazione con Dio e con gli altri perché non esiste più il gusto della gra-tuità; 6) covare la paura della vittoria e dei successi degli altri che risvegliano, in noi, antiche frustrazioni e moti di invidia; 7) leggere gli eventi negativi come la conseguenza della malvagità degli uomini tirandoci fuori da ogni nostra responsabilità.

Camminare con Papa Bergoglio verso il cambiamen-to, in questo tempo d’Avvento, non è inseguire il mito della chiesa delle origini, ritenuto da alcuni un sogno privo di fon-damento biblico e storico, ma significa diventare quel “segno di contraddizione” nel mondo che, dopo Cristo, è la vera na-tura di ogni credente.

Giovanna PastoreUniversità Cattolica-Roma

Page 18: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

18 la Settimana domenica 15 dicembre 2013caritas!!

La carità è…!La carità è anche impegno politico. Esiste un legame stretto tra la solidarietà, quale può essere vissuta a livello di “opere di misericordia” (solidarietà di base, come è stata definita), e l'impegno nel sociale e nel poli t ico, a part ire dal medesimo fondamento della carità.!La carità è Dio che si fa uomo. La carità prima che un comando è un evento storico, è l'intera storia di Cristo: Gesù, che è come la sintesi della storia della salvezza, ci ha mostrato come Dio ama il mondo e ci ha comandato di ripresentare l a s u a s t o r i a d i a m o r e , a m a n d o c i reciprocamente come lui ci ha amati.!La carità è condivisione e denuncia. L'amore per l'uomo, come ripresentazione dell'amore di Dio, va calato storicamente e l'aiuto e il servizio vanno commisurati alle condizioni di bisogno, alle povertà e ai condizionamenti sociali, economici, politici che li generano.!La carità è difesa dell'uomo. L'uomo per essere amato veramente va raggiunto nella sua dimensione sociale così come storicamente si è configurata, in un c o n t e s t o , q u i n d i , i n c u i o g g i v i g e l'ingiustizia della cattiva distribuzione dei b e n i e d e i s e r v i z i , d e s t i n a t i originariamente a tutt i : è da questo c o n t e s t o c h e l ' u o m o v a a i u t a t o a ricuperare dignità e libertà.

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PRIMO PIANO - La celebrazione dell’apertura tradizionale dell’avvento bella città di Betlemme raccontata da Barbara Osti, rodigina della parrocchia del Duomo.!

Si rinnova la tradizionale apertura del tempo di avvento a BetlemmeSabato 30 novembre, nella piccola città di Betlemme, si è aperto il periodo di Avvento. L’antica tradizione dell’apertura è portata avanti dai frati francescani della Custodia di Terra Santa, che da secoli hanno il compito di custodire i luoghi santi di Israele e Palestina. La celebrazione dell’apertura dell’Avvento è, insieme al Natale, uno dei giorni più importanti per il villaggio palestinese. La festa si svolge in due giorni, il sabato mattina arriva il Padre Custode, entrando per la grande porta di sicurezza situata sul muro di separazione israeliano (la porta viene aperta solo in occasioni particolari, come l’arrivo di qualche Autorità o Rappresentante politico-civile e il giorno di Natale per l’entrata del Patriarca Latino), arrivato davanti alla Basilica della Natività inizia la processione, aperta dalle bande musicali dei gruppi scout delle parrocchie latine di Betlemme e Gerusalemme. La processione entra nella Chiesa di Santa Caterina, dove iniziano le celebrazioni: l’ingresso solenne, i primi vespri, l’ufficio delle letture con processione alla Grotta della Natività, per concludersi poi con la Santa Messa della domenica, celebrata in un grande clima di festa. Anche quest’anno è arrivato l’Avvento, tempo di attesa, tempo di speranza. Dobbiamo essere tutti convinti che la speranza non sarà delusa, che l’attesa non sarà infinita, che la pace, quella vera,

quella che porta libertà e vita oltre quel muro, sarà presto una splendida realtà. Le popolazioni locali, israeliani e palestinesi di ogni religione, di ogni provenienza,

aspettano con trepidanza il momento in cui, finalmente, sarà Natale. Allora, sarà Natale in tutto il mondo.

Barbara Osti

Si aggrava la situazione nella Repubblica Centrafricana con scontri tra le forze fedeli al deposto Presidente Bozize e i ribelli della Seleka che controllano il paese. Da mesi la situazione era già preoccupante dopo il colpo di stato ad opera del gruppo ribelle Seleka avvenuto a marzo 2013 e gli scontri che si sono susseguiti tra gli stessi ribelli e le forze governative. Casi di uccisioni arbitrarie, violenze, saccheggi, reclutamento forzato di minori, sono all’ordine del giorno. Oltre 2 mIlioni di persone vivono in situazione grave: i servizi di base sono interrotti, c’è carenza di cibo con rischio di malnutrizione severa, e centinaia di migliaia di sfollati interni e profughi nei paesi vicini. La Caritas della Repubblica Centrafricana è impegnata da dicembre 2012 nell’aiuto alla popolazione locale attraverso la rete delle parrocchie soprattutto con viveri di prima necessità, attrezzature agricole e sementi, sostegno psicosociale. Caritas Italiana ha stanziato un primo contributo, ha intensificato l'appoggio agli interventi della Caritas centroafricana in favore delle vittime del conflitto e si unisce all’appello alla pace

e al dialogo lanciato dalle Caritas africane.

E' del 5 dicembre la notizia di un attacco sulla capitale Bangui che ha causato più di 150 morti , un numero ancora imprecisato di feriti e un numero elevatissimo di sfollati, rifugiatisi nelle parrocchie della città. Fonti della Chiesa locale parlano di 10.000 rifugiati solo nella chiesa di Saint Bernard e nel monastero di Boy-Rabe dove sono cominciati gli scontri. A marzo 2013 il gruppo ribelle Seleka ha conquistanto con un’azione militare la capitale Bangui. Il presidente Francois Bozizé, al potere dal 2003, ha abbandonato il paese e il leader dei ribelli Micheò Djotodia si è autoproclamato nuovo presidente della Repubblica Centrafricana. Immediata la condanna del le Nazioni Uni te e dell’Unione africana. Il colpo di stato arriva dopo un lungo periodo di tensioni provocate da un accordo di pace tra i ribelli e il presidente Bozizé che permetteva al presidente di rimanere al potere fino al 2016, in cambio della liberazione dei detenuti politici, l'integrazione dei ribelli nell'esercito regolare e la fine del sostegno militare di Sud Africa e Uganda all'esecutivo in carica. I ribelli Seleka sostengono che il presidente abbia disatteso le promesse

fatte nell’accordo. I paesi confinanti, hanno chiesto a Djotodia di garantire il ripristino dell'ordine pubblico e della legalità nella capitale. La crisi ha colpito un Paese già tra i più poveri del mondo con il 52% di analfabetismo. La popolazione vive nel 60% dei casi con 1,25 dollari al giorno, con una speranza di vita di 48 anni, una mortalità infantile dell'82 per mille. La voce e l'impegno delle rete Caritas Già nel febbraio 2013 i Vescovi centroafricani avevano denunciato gli abusi dei gruppi ribelli e “il diritto del popolo della Repubblica centroafricana di vivere in pace nel loro paese” . Dopo il colpo di stato, mons. Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, ha lanciato un accorato un appello ai gruppi ribelli di porre fine alle violenze e avere a cuore il bene della popolazione. Il presule ha inoltre sottolineato con forza l’esigenza che la crisi è politica e non religiosa e occorre evitare che il conflitto si connoti in questo senso. Per questo, prosegue il presule, vi è l'importanza di proseguire il dialogo interreligioso avviato da tempo e agire insieme e incontrarsi da parte dei leader religiosi.

Caritas Italiana

Repubblica centroafricana. Si allarga il conflitto

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Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS

Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.

In BachecaPoliambulatorio “Casa Sant’Andrea”

Modalità e criteri di accesso

✓ Il poliambulatorio è un servizio rivolto a tutte le persone che per diverse ragioni non hanno accesso al “medico di base” ✓ Le visite si effettuano esclusivamente su prenotazione ✓ La prenotazione è gestita dal Centro di Ascolto diocesano (lunedì-venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00; tel. 0039 0425 23450)

Ambulatorio di medicina generale Lunedì ore 14:30 - 17:00

Ambulatorio dentistico Lunedì, ore 09:00 - 17:00, Mercoledì e Giovedì ore 14:30 - 17:00

Diario • 18 dicembre, Padova, Coordinamento triveneto sui fenomeni

della Tratta e dello sfruttamento delle persone. • 18 dicembre, Zelarino (VE), coordinamento Triveneto su

povertà estreme. • 15 dicembre, Rovigo, si chiudono le iscrizioni per la “Settimana Grembiule”, esperienza di servizio e vita comunitaria rivolta ai giovani tra i 20 e i 35 anni.

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19la Settimanadomenica 15 dicembre 2013 polesine

Cartoline di viaggio Donato Sinigaglia

Vietnam, l’ultima rivoluzioneNon è proprio il caso di partire per il

Vietnam portandosi dietro reminiscenze storiche o cinematografiche ormai decisa-mente datate: chi vi andasse per cercare i segni della terribile “guerra della giun-gla” rimarrebbe sicuramente deluso. Non perché non vi siano, ma perché non fanno più parte del quotidiano e rappresentano ormai attrazioni che interessano soltan-to i turisti. Oggi il paese vive una nuo-va rivoluzione, ma questa volta Marx, Lenin e compagni non c’entrano, anzi: è la corsa sfrenata da parte di una delle nazioni più povere verso il benessere ca-pitalistico, dove i giovani partecipano in prima fila e con incredibile entusiasmo. A Saigon, come ad Hanoi e a Pechino, le nuove parole d’ordine non vengono più grida-te alle folle nelle piazze, ma occhieggiano dai cartelloni pubblicitari o dalle insegne al neon. Come da noi. Né poteva essere diversamente: dopo secoli di guerre, di fame e di stenti, di co-munismo duro e puro, autarchico e repressivo, i vietnamiti ora hanno voglia di pace, di libertà e di benessere. Il famoso sentiero di Ho Chi Minh, che per decenni ha alimentato la guerriglia, oggi è diventato l’autostrada del contrabbando, per fornire alla gente i beni che chiede. Partire per il Vietnam cercando il passato (tra l’altro parecchi dei monumenti storici sono andati distrutti nei vari conflitti) vuole dire andare incontro ad una delusione assicurata: molto meglio allora cercare di capire le ragioni del presente, magari per evi-tare di ripetere in futuro errori tragici. Perché se una rivoluzione non insegna qualcosa, che rivo-luzione è? Ovviamente sopravvive ancora anche un altro Vietnam, quello stupendo e affascinante della vecchia Indocina, delle tribù del Nord dalle tradizioni millenarie, dei templi e delle pagode, dei mercati galleggianti nel delta del Mekong, delle risaie geometriche con le contadine dai cappelli conici di paglia, i bufali che tirano gli aratri, gli uomini scalzi con i bilancieri sulle spal-le, le spiagge incantevoli e sterminate, le baie color smeraldo punteggiate da isole e scogli, le giunche policrome dei pescatori. Due mondi pa-ralleli e complementari, almeno per il momento, ma entrambi con tutto il fascino dell’Oriente.

Il Vietnam, grande più dell’Italia, è abitato da 87 milioni di persone con una densità elevatissi-ma e raddoppiata nell’ultimo mezzo secolo. Per tre quarti montuoso, presenta a nord montagne alte oltre i 3.000 metri che lo separano dallo Yun-nan cinese e dal Laos. Le foreste tropicali pluvia-li, dove vivono orsi, elefanti, cervi, tigri, leopardi e scimmie, un tempo assai estese e rigogliose ora occupano meno del 30 %. Il territorio protetto copre il 4,2 % con 5 parchi nazionali e 87 riserve; l’Unesco riconosce 5 siti e 6 riserve della biosfe-ra. La morfologia piuttosto varia comprende tre diverse regioni: l’ampio nord, culla della civiltà viet, attorno al bacino del fiume Rosso, la stretta striscia costiera centrale, e la fertile Cocincina a

sud con la fertile pianura sul delta del Mekong. Anche il clima monsonico varia di parecchio in connessione con la geografia. L’economia si basa soprattutto su agricoltura e pesca, primo produttore al mondo di riso, con frutti tropicali a noi del tutto sconosciuti. Per scoprire questa terra si deve partire da Hanoi, la severa capita-le del nord bella metropoli con un millennio di storia alle spalle che conserva ancora le caratte-ristiche architettoniche coloniali francesi d’inizio 900, fucina della mitica guerriglia antifrancese, antigiapponese e antiamericana di Ho Chi Minh che ha portato alla liberazione e all’unificazione del paese. Ci si sposta quindi tra le montagne del nord, al confine con Cina e Laos, per visitare i villaggi e i coloriti mercati di alcune minoranze etniche.

Tra risaie si raggiunge la scenografica baia di Halong, punteggiata da migliaia di isolet-te e faraglioni, dormendo una notte in giunca per esplorarla, quindi Hoa Lu, caratterizzata da curiose formazioni rocciose punteggiate da grotte. In aereo si raggiunge Danang, con i resti dell’antica civiltà Cham, poi il porto di Hoi An con gli edifici di stile cinese a testimonianza del suo importante passato mercantile, quindi Hue, l’antica capitale imperiale della dinastia Nguyen dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, con le splendide tombe degli imperatori, le raf-finate pagode e i resti della cittadella. In volo si raggiunge infine Ho Chi Minh City, la vecchia Saigon capitale del sud, la maggiore città vietna-mita costruita ricalcando le metropoli francesi, al centro di una pianura non troppo lontana dal mare, da dove si compirà un’escursione in battello nel caratteristico delta del Mekong e poi una visita al curioso mercato galleggiante di Cai Rang. L’operatore milanese “I Viaggi di Mauri-zio Levi” (www.viaggilevi.com). propone in Vie-tnam un tour di 15 giorni dedicato alle principali attrazioni da nord a sud. Partenze individuali settimanali e mensili di gruppo fino a febbraio 2014 con voli di linea Etihad Airways da Milano e Roma, pernottamenti in confortevoli hotel, tre-no e in battello con pensione completa, guide di lingua italiana e accompagnatore dall’Italia.

Il 1966 l’anno in cui è stato fondato il “Coro Monte Pasu-bio” per iniziativa di alcuni ap-passionati della montagna e del canto alpino. Si è esibito in oltre 1.300 concerti e rassegne corali in ogni parte d’Italia e all’estero. Ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche, inter-pretando anche colonne sono-re. Nel dicembre 2009 il Coro ha partecipato al tradizionale Concerto di Natale nell’Aula di Montecitorio a Roma; dal 2004 canta sotto la guida del Maestro Pierangelo Tempesta. Il Coro, a ricordare l’illustre concittadino Gianpaolo Braga, si è esibito, sa-bato, nel monoblocco ospedalie-ro di Padova. Nella circostanza è stata officiata una santa messa in memoria ed un concerto di musica popolare considerata anche la passione di Braga per

la stessa oltre ad e s s e r e stato co-fondatore del coro M o n t e Pasubio nel quale è militato per alcu-ni anni. Il ricava-to delle o f f e r t e raccol te durante la mes-sa verrà destinato al Progetto “Borsa di Studio Gianpaolo Braga” per l’Univer-sità di Beira (Mozambico) del CUAMM.

Il Coro Monte Pasubio Rovi-go Banca è intervenuto, dome-nica 8, ad inaugurare la “Mostra dell’arte presepiale” a Frassinel-le. I prossimi appuntamenti, a ritmo serrato saranno: domeni-ca 15 alle ore 11.30 in Commen-da, il Coro animerà la messa del disabile promossa annualmente dal Rotary Club; sabato 20 di-cembre alle ore 21 il Coro orga-nizzerà la rassegna natalizia nel-la Chiesa di S.Francesco assieme al coro dei piccoli cantori di S.Bortolo, all’Eco del Fiume di Bottrighe ed al Coro Vangadiz-za di Bagnolo di Po. La rassegna è promossa dall’Ente Regionale Veneto ASAC nelle varie pro-vince, in quella di Rovigo le sedi prescelte sono: la città capoluo-go, Adria, Taglio di Po. Domeni-ca 21 dicembre alle ore 21, il coro sarà ospite della parrocchia di Borsea per un concerto di can-ti popolari. Infine, a chiusura dell’anno di attività il Coro terrà il concerto di Natale della Vigi-lia nella caserma dei pompieri, seguito dalla S. Messa officiata da Mons. Giuseppe Fogagnolo. Per il Coro Monte Pasubio, di-cembre, sarà veramente un tour de force di appuntamenti.

Stefania Sgardiolo

Nelle foto: (in alto) 1967 il debutto ufficiale del coro; (in basso) 1966 - G. Braga è il ra-gazzo in centro, in seconda fila, con gli occhiali.

Il risultato e in particolare la notevole parteci-pazione alle primarie per la segreteria nazionale del Pd sono motivo di grande soddisfazione an-che per il Gruppo “V.Bachelet”.

Il nostro slogan è stato “RISPONDERE PAR-TECIPANDO”; “rispondere” al senso di frustra-zione e di amarezza che si traduce in una diffusa scontentezza per la situazione, “partecipando” alle primarie e in questo abbiamo colto un senti-mento che si è espresso nei circa tre milioni di par-tecipanti. Non era per niente scontato che ciò acca-desse, anzi i segnali che anche noi avevamo erano di un diffuso malcontento che si stava incanalan-do verso il non voto. Solo negli ultimissimi giorni abbiamo cominciato a percepire orientamenti in controtendenza che alimentavano ottimismo, in particolare dopo che Romano Prodi ha cambiato idea, ma ciò non sarebbe stato sufficiente, se non fosse cresciuto anche il desiderio di dare un forte segnale di cambiamento.

Ora è assolutamente necessario che la dirigen-za del Pd comprenda fino in fondo che, come ha detto Matteo Renzi ieri sera, è l’ultima occasione che il “popolo del Pd” da per cambiare metodi e contenuti della politica del centrosinistra. Un salto di generazione è stato deciso e fra i milioni di elet-tori moltissimi erano gli “anziani” che hanno con-tribuito in modo determinate a consegnare il Pd ad una nuova e potenziale classe dirigente di qua-rantenni che non deve disperdere questo patrimo-nio. Per noi del Bachelet il Pd deve trovare linfa nelle sue diverse radici culturali, amalgamarle, per definire un progetto politico di cambiamento del Paese nel senso della responsabilità e dell’etica, per riprendere a crescere e creare lavoro. Deve su-perare le provenienze, ricostruire il centrosinistra, imporre al Governo Letta di fare ciò che serve, in

primis una nuova legge elettorale che impedisca di tornare indietro, e vincere le prossime elezioni da farsi quanto prima seppur senza frenesie.

Come un anno fa la vittoria di Bersani non fu di apparato ma di popolo, anche oggi sono stati gli elettori a determinare il vistoso e impegnativo risultato a favore di Matteo Renzi. Un anno fa i più hanno pensato che si potesse cambiare il Pae-se attraverso una continuità centrata sulla serietà di un approccio politico. Non ha funzionato ed ora il “popolo del Pd” ha rotto gli indugi affidan-dosi ad un radicale rinnovamento che passa an-che attraverso il buon risultato di Civati, mentre le posizioni di Cuperlo, che pure contengono mol-tissimi elementi programmatici e di affidabilità politica di cui non si potrà fare a meno, sono state lette come “conservatrici” e quindi non adeguate alla necessità.

Come ha detto Civati, “ieri è nato il Pd”, una frase ad effetto che contiene un elemento che come Bachelet cogliamo nella direzione di un progetto inclusivo che ci trova assolutamente interessati. Non si tratta di proporre una politica “consociativa interna”, ma che il nuovo Pd, come un moderno partito occidentale, impari a fare del pluralismo una carta vincente anziché un perenne stato di fibrillazione e scontro personalistico.

Fare paragoni fra le primarie nazionali e la si-tuazione penosa del congresso locale, è sbagliato. Come gruppo Bachelet invitiamo, però, a cogliere l’indicazione di fondo. Il “popolo del Pd” non è intruppato e non si fa intruppare, chiede compor-tamenti seri e guarda con esasperazione i confron-ti in cui prevale l’interesse personale. Intelligenza, generosità, impegno, anche su questo si misurerà il futuro del nuovo Pd.

Francesco Milan e Andrea Borgato

Sabato prossimo, 14 dicembre 2013, il Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo e la dirigente Maria Grazia Faganel-lo, attende, studenti, insegnanti e le rispetti-ve famiglie, e chiunque fosse interessato, in par-ticolare ex insegnanti ed ex alunni, per celebrare insieme il novantesimo della nascita del Liceo Scientifico intitolato Pietro Pa-leocapa (1788-1896, ingegnere idraulico, patriota convinto e liberale moderato componen-te del governo provvisorio di Venezia). Si tratta dell’unico Liceo Scientifico statale della città presente da novanta anni e che ha preparato tanti giova-ni che hanno operato e opera-no con successo in tanti ambiti professionali, “a testimonianza della duttilità della formazione e dell’ampiezza delle competenze raggiunte”.

E’ previsto un nutrito pro-gramma. Alle ore 9,30, dopo i saluti delle autorità, è atteso l’intervento del prof. Boniolo, dell’Università di Milano …e il naufragar (non) mi è dolce in questo mare (d’irrazionalità); alle

ore 11,00 il Prof. Luigi Zorzato, Docente di Storia e Filosofia del Paleocapa, tratterà della nascita del Liceo Scientifico e i primi passi del Paleocapa ; alle 11,30 seguirà l’intervento dell’On. Luigi Ber-linguer, europarlamentare. Il prof. Leonado Raito, assessore alla pubblica istruzione del-la Provincia di Rovigo, sarà il moderatore della giornata. La manifestazione proseguirà con l’inaugurazione della Mostra “Paleocapa ieri e oggi 1923-2103”.

Alle 21 seguirà la Premia-zione dei concorsi indetti in oc-casione dell’Anniversario.

Con la presenza del prof. Claudio Garbato, terminerà la giornata il Coro della Joska, laboratorio musicale del Pale-

ocapa. Il coro della Joska è una re-

altà ormai conosciuta nell’am-biente musicale rodigino e anche fuori. Fondato nel 1994 e inizialmente ispirato alla musica popolare e ai canti di montagna, per merito del prof. Claudio Garbato, è oggi una formazione del tutto emanci-pata sia per proposta che per biografia. Diretto da dieci anni da Davide Dainese, ex corista ed ex studente del Paleocapa, le quaranta voci miste della Jo-ska costituiscono una tra le più giovani formazioni presenti nel territorio nazionale inter-preti della tradizione popolare corale inaugurata nel 1926 dal coro della SAT di Trento.

GD

Dicembre 2013

Tour de force per il Coro Monte PasubioRicordato l’illustre concittadino Gianpaolo Braga

Il Gruppo Bachelet esprime soddisfazione dopo le primarie del PD

Partecipazione per cambiare

Rovigo - Liceo Scientifico Paleocapa

Novantesimo dalla nascitaL’unico Liceo Scientifico statale della città presente da novanta anni

politica&partiti

Palazzo Roverella - Mostra “I mai visti”

Visita dei consiglierie dipendenti comunali

L’attuale mostra ‘I mai visti’ a Palazzo Roverella è stata meta di consiglieri comunali, dei loro collaboratori e familiari, merco-ledì scorso. La proposta della visita è partita dal vice presidente del Consiglio comunale Angelo Montagnolo e la conferenza ca-pigruppo ha dato il suo placet. Una ventina di persone, si sono trovate al Palazzo dove il presidente del Consiglio comunale Paolo Avezzù ha accolto colleghi ed accompagnatori. Nel suo discorso ha quindi ringraziato la Fondazione Cassa di Rispar-mio di Padova e Rovigo per la rinnovata disponibilità portando i saluti del segretario Roberto Saro e di Alessia Vedova direttrice dell’Accademia. La parola è poi passata alla guida Loretta Cup-paroni che, con competenza, ha accompagnato il gruppo lungo il percorso espositivo coronato, alla conclusione, dal diorama di Giovanni Biasin. Lo straordinario diorama di ben ventitrè metri realizzato dal pittore di origine veneziana Giovanni Biasin, espo-sto per la prima volta al pubblico dopo un lungo ed accurato re-stauro; si tratta di una veduta panoramica del bacino di Venezia dai Giardini di Sant’Elena alla Giudecca realizzato a tempera su carta e risalente alla seconda metà dell’Ottocento. L’opera copre tre lunghissime pareti ed ha incantato e trattenuto a gustarla tutti gli attenti visitatori. La visita si è conclusa con un’ultima parte, ad altro piano, dedicata all’approfondimento del moderno sen-timento della luce, dello spazio e della forma attraverso una ras-segna dei più importanti artisti italiani della seconda metà del Novecento, tra i quali: Veronesi, Munari, Accardi, Minassian ed altri. Soddisfazione da chi ha avuto l’idea constatato l’interesse dimostrato da tutti i partecipanti. Stefania Sgardiolo

Page 20: La Setimana n. 48 del 15 dicembre 2013

Una cerimonia semplice ma altrettanto coinvol-gente e commovente per la gioia dei piccoli e dei grandi, è questa la tradizionale “Infiorata”, che da va-ri anni si rinnova nel pomeriggio della festa dell’Im-macolata quale gesto di omaggio e di preghiera all’an-tica immagine della Madonna posta sulla Loggia di palazzo Nodari, sede del Comune di Rovigo.

La cerimonia ha avuto luogo in piazza Vittorio Emanuele a Rovigo domenica 8 dicembre, a presiede-re l’incontro il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de France-schi, a guidare la pre-ghiera mons. Giulio Bernardinello, parro-co di san Francesco in Rovigo e responsabile del Vicariato urbano, tra le autorità erano presenti il sindaco del-la città Bruno Piva e il presidente della pro-vincia di Rovigo Tizia-na Virgili.

Numeroso il pub-blico presente e tra questi famiglie e bam-bini. Dopo il saluto del sindaco e il momento di preghiera il Vescovo ha sottolineato il signifi-

cato spirituale e umano del gesto di deporre i fio-ri davanti alla statua di Ma-ria, un segno di amore, di lode e di preghiera alla Mamma celeste, all’Immacolata. Subito dopo ha avuto inizio la spettacolare esi-bizione dei Vigili del fuoco di Ro-vigo impegnati con le loro lun-ghe scale a de-porre una corona

di fiori alla Vergine Maria e un quadro con l’immagi-ne dell’Immacolata appeso alla torre campanaria. Un lungo e caloroso applauso ha voluto ancora una volta dire grazie per questo mo-mento simpa-tico, gioioso, di amicizia e di preghiera.

S.R.

domenica 15 dicembre 2013 - pagina 20la Settimana

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Rovigo - Si rinnova la tradizione dell’«Infiorata»

Omaggio a Maria a Palazzo Nodari