LA SEDIA VUOTA - santuarionevegal.it · la sedia vuota a lato del let-to ed ho pensato che fosse...

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Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n o 46) art. 1, comma 2, DCB BL - anno XVII - N. 2 luglio 2009 In un villaggio della Spa- gna,la figlia di un uomo chiese al sacerdote di re- carsi a casa sua per un mo- mento di preghiera con suo padre che era molto malato. Quando il sacerdote arrivò nella povera casa, trovò l ’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini. C ’era una sedia a lato del letto ed il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua visita. «Sup- pongo che mi stesse aspet- tando», gli disse. - No!Chi è lei? disse l’uomo malato. - Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato per- ché pregassi con lei. Quan- do sono entrato, ho notato la sedia vuota a lato del let- to ed ho pensato che fosse stata messa qui per me. - Ah, la sedia, disse l’altro. E poi: - Le dispiace chiudere la porta? Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta. L ’uomo malato gli disse: - Questo non l ’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare. Quando andavo in chiesa ascoltavo sempre quanto mi veniva detto circa la ne- cessità della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta. . . però tutte queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dal- l’altro. Insomma, non avevo idea di come fare. Infine, molto tempo fa, smisi completamente di pregare. Ho continuato così fino a circa quattro anni fa. Poi un giorno ne parlai con il mio miglior amico e lui mi disse: «Giu- seppe, la preghiera è sem- plicemente avere una con- versazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così: siedi su una sedia e colloca un ’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te. Non è una stupidata farlo, perché Lui stesso ci ha detto: “Io sarò sempre con voi!”. Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora». Ho provato una volta, poi altre volte e mi è piaciuto talmente che da allora lo faccio almeno un paio d ’ore al giorno. Presto molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia. . . altrimenti mi internerebbe subito in manicomio. Il sacerdote, a questo racconto, provò una grande emozione e disse a Giuseppe che ciò che faceva era molto buono e lo consigliò di non smettere mai. Quindi pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò alla chiesa. Due giorni dopo la figlia di Giuseppe lo chiamò per dirgli che suo padre era morto. Il sacerdote le chiese: - È morto in pace?- Sì, quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio mi chiamò. Andai da lui e lo vidi nel suo letto. Mi disse che mi amava molto e mi diede un bacio. Uscii per delle commissioni e quando ritornai un’ora dopo lo trovai morto. C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire, deve essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto; infatti l’ho ritrovato con la testa appoggiata su di essa. Lei, che cosa ne pensa? Il sacerdote, profonda- mente commosso, si asciugò le lacrime dell’e- mozione e rispose: - Magari tutti noi potessimo an- darcene in questo modo! E tu ce l ’hai una sedia vuota per la preghiera per- sonale? E se non preghi mai, che cristiano sei? Così scriveva il papa Gio- vanni Paolo II: «Le nostre co- munità cristiane devono di- ventare scuole di preghiera, dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in im- plorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, ascolto, ardore di affetti fino ad un vero ‘inva- ghimento del cuore’. Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia non di- stoglie dall’impegno nella storia: aprendo il cuore al- l’amore di Dio, lo apre anche all’amore dei fratelli e rende capaci di costruire la storia secondo il disegno di Dio». Perché non approfittare delle vacanze dalla scuola o dei giorni di ferie per riscopri- re, come è accaduto al prota- gonista della storia, la bel- lezza di conversare con Gesù davanti ad... “una sedia vuo- ta”? LA SEDIA VUOTA

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Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - anno XVII - N. 2 luglio 2009

In un villaggio della Spa-gna,la figlia di un uomochiese al sacerdote di re-carsi a casa sua per un mo-mento di preghiera con suopadre che era moltomalato.

Quando il sacerdotearrivò nella povera casa,trovò l ’uomo nel suo lettocon il capo sollevato da duecuscini. C ’era una sedia alato del letto ed il sacerdotepensò che fosse stata messalì per la sua visita. «Sup-pongo che mi stesse aspet-tando», gli disse.

- No!Chi è lei? dissel’uomo malato.

- Sono il sacerdote chesua figlia ha chiamato per-ché pregassi con lei. Quan-do sono entrato, ho notatola sedia vuota a lato del let-to ed ho pensato che fossestata messa qui per me.

- Ah, la sedia, dissel’altro. E poi: - Le dispiacechiudere la porta?

Il sacerdote, sorpreso,chiuse la porta. L ’uomomalato gli disse:

- Questo non l ’ho maidetto a nessuno, però hotrascorso tutta la mia vitasenza sapere come pregare.Quando andavo in chiesa

ascoltavo sempre quantomi veniva detto circa la ne-cessità della preghiera,come si deve pregare ed ibenefici che porta. . . peròtutte queste cose, non soperché, mi entravano da unorecchio e mi uscivano dal-l’altro. Insomma, nonavevo idea di come fare.Infine, molto tempo fa,smisi completamente dipregare. Ho continuatocosì fino a circa quattroanni fa. Poi un giorno neparlai con il mio miglioramico e lui mi disse: «Giu-seppe, la preghiera è sem-plicemente avere una con-versazione con Gesù. Tisuggerisco di fare così: siedisu una sedia e colloca un’altra sedia vuota davanti ate, quindi con fede guardaGesù seduto davanti a te.Non è una stupidata farlo,perché Lui stesso ci hadetto: “Io sarò sempre convoi!”. Quindi parlagli edascoltalo allo stesso modoin cui lo stai facendo conme ora». Ho provato unavolta, poi altre volte e mi èpiaciuto talmente che daallora lo faccio almeno unpaio d ’ore al giorno. Prestomolta attenzione a non

farmi vedere da mia figlia. . .altrimenti mi internerebbesubito in manicomio.

Il sacerdote, a questoracconto, provò unagrande emozione e disse aGiuseppe che ciò chefaceva era molto buono e loconsigliò di non smetteremai. Quindi pregò con lui,gli impartì la benedizione etornò alla chiesa.

Due giorni dopo la figliadi Giuseppe lo chiamò perdirgli che suo padre eramorto. Il sacerdote lechiese: - È morto in pace?-Sì, quando lei uscì di casa,alle due del pomeriggio michiamò. Andai da lui e lovidi nel suo letto. Mi disseche mi amava molto e midiede un bacio. Uscii perdelle commissioni equando ritornai un’oradopo lo trovai morto. C’èperò qualcosa di strano:poco prima di morire, deveessersi alzato e avvicinatoalla sedia che era accanto alletto; infatti l’ho ritrovatocon la testa appoggiata su diessa. Lei, che cosa nepensa?

Il sacerdote, profonda-mente commosso, siasciugò le lacrime dell’e-

mozione e rispose: - Magaritutti noi potessimo an-darcene in questo modo!

E tu ce l ’hai una sediavuota per la preghiera per-sonale?

E se non preghi mai, checristiano sei?

Così scriveva il papa Gio-vanni Paolo II: «Le nostre co-munità cristiane devono di-ventare scuole di preghiera,dove l’incontro con Cristonon si esprima soltanto in im-plorazione di aiuto, ma anchein rendimento di grazie, lode,adorazione, ascolto, ardore diaffetti fino ad un vero ‘inva-ghimento del cuore’.

Una preghiera intensa,dunque, che tuttavia non di-stoglie dall’impegno nellastoria: aprendo il cuore al-l’amore di Dio, lo apre ancheall’amore dei fratelli e rendecapaci di costruire la storiasecondo il disegno di Dio».

Perché non approfittaredelle vacanze dalla scuola odei giorni di ferie per riscopri-re, come è accaduto al prota-gonista della storia, la bel-lezza di conversare con Gesùdavanti ad... “una sedia vuo-ta”?

LA SEDIA VUOTA

2 Santuario Maria Immacolata

La liturgia nei SantuariCulmine della devozione

Presentiamo la prima parte dellarelazione, tenuta al Convegno deiRettori dei Santuari italiani pressoil Santuario della Guardia aGenova da don Silvano Sirboni,parroco e liturgista di Alessandria.

Il valore della sua relazione sta,principalmente, nel fatto che

adopera un linguaggio abbastanzasemplice per dire cose difficili e nelfatto che quanto dice lo sperimentasul campo, essendo anche parrocooltre che studioso.La seconda parte, più pratica, verràpubblicata nel prossimo numero delBollettino.

Il lungo periodo dellacosiddetta “cristianità”,durante il quale si na-sceva e si moriva ufficial-mente cristiani, ci hafatto un po’ dimenticareche la fede non è tra-smessa con il DNA, maogni generazione, anzi,ciascuno di noi, è chia-mato in qualche modo aripercorrere da capo lostesso itinerario com-piuto da ogni uomo e daogni donna, da ogniAdamo e da ogni Eva, perandare incontro a Dio erealizzare un’intima co-munione con lui. Non do-vremmo, pertanto, mera-vigliarci più di tanto se lagente non va in chiesa,ma piuttosto del fatto checi va e, sovente, senzachiedersi il perché; per

condizionamenti più dicarattere socio-culturaleche non per un’autenticascelta di fede e di vita. La“conversione pastorale”tanto auspicata nonsembra smuoverci più ditanto dalle nostre abitu-dinarie sicurezze. Népossiamo permetterci diomologare alla fede lavaga e diffusa ricerca direligiosità, che sembracaratterizzare il nostrotempo. Si può essere moltoreligiosi senza essere cri-stiani. La ricerca del“divino” non è priva diambiguità. Si riduce so-vente ad una semplice ri-cerca di emozioni e tal-volta ad una fuga dallacomplessità della vitaquotidiana. Il santuario,più che non le parrocchie,

risente più facilmente diqueste ambiguità e bi-sogna esserne coscientiper coglierne i rischi, maanche le opportunità.L’ambiguità del compor-tamento umano è costi-tutiva di questa nostraesistenza dove noi siamochiamati a fare sceltelibere e consapevoli.

1 - Dalla magia alla fedeTutta la nostra vita è

un esodo dalla magia allafede. L’essere umanonasce fondamentalmen-te religioso per diventareun credente, non un cre-dulone. Di solito chi noncrede in Dio rischia dicredere a tutto e di ac-quisire una mentalità“magica” per cui ci si ri-volge alla divinità o co-

munque a fantomaticheforze extraterrestri perrisolvere i propri pro-blemi in modo prodi-gioso. Mentalità miraco-listica che è all’origine diquel senso di colpa chenasce dal non essere statiesauditi (= “Che ho fattodi male?”). Il senso cri-stiano del peccato nonnasce dalla paura peraver trasgredito una nor-ma, ma dalla consapevo-lezza e dal dispiacere dinon aver risposto ad unachiamata divina per rea-lizzare un preciso pro-getto.

La magia conduce alfatalismo senza vie diuscita in quanto ci con-sidera schiavi di un fatocapriccioso; la fede,invece, conduce alla re-sponsabilità e alla spe-ranza perché ci presental’uomo come collabo-ratore e corresponsabilecon Dio. Ho sentito unprete che iniziava un pel-legrinaggio dicendo: «Seoggi piove è perché non cimeritiamo il bel tempo»!Quale idea di Dio sta allaradice di una simile affer-mazione e quale imma-gine di Dio si inculca aifedeli?

2 - Il Santuario: luogoeducativo della fede.

Ogni parrocchia, comedice l’analisi etimologicadel termine (dal grecoparà-oikos = dimoraprovvisoria) è un luogo dipassaggio. Il Santuario loè ancora di più poiché si

cont. a pag. 4

Santuario Maria Immacolata 3

IL DITO PUNTATO VERSO L’ALTOHo celebrato la Messa

in Santuario. Mi succedepoche volte e così mi la-sciai piacevolmente av-volgere dalla vastità dellospazio nel quale è im-merso l’altare, dalla so-lennità dell’Aula e dallacorona di gente che mistava dinnanzi.

Durante la celebrazio-ne tuttavia il mio sguardosi volgeva, quasi ostinata-mente, all’angelo che stadavanti all’ambone, aimargini della tomba vuo-ta, in piedi con la mano al-zata e l’indice verso l’alto.«È risorto, non è qui»,sembrava ripetere, comeduemila anni fa nel giar-dino della risurrezione.

Quell’indice puntatoverso l’alto però mi ri-cordava soprattutto l’am-monimento pasquale diSan Paolo: «Se siete risorticon Cristo cercate le cosedi lassù, pensate alle cosedi lassù non a quelle dellaterra». (Col. 3,1-4). Èstato questo l’atteggia-mento abituale, direi ilDNA, della VergineMaria. Che cosa altro si-gnificò infatti quel saltonell’ignoto che fece al-l’annuncio dell’angelo,

quando disse semplice-mente: «Eccomi sono laserva del Signore, sicompia in me la tuaparola»? Non guardava enon pensava alle «cosedella terra», non si per-deva dentro la sua logicadi fanciulla ebrea, guar-dava e pensava in grande,fino ad accettare, a qua-lunque prezzo, la miste-riosa logica di Dio.

«Cercate e pensate lecose di lassù». Mi risuo-narono nell’animo questeparole anche al terminedella celebrazione, nelbreve cammino verso lagrotta, lungo il quale hoincrociato Bernardettaumile fino a confondersi,inginocchiata e sola, con isassi e la timida vegeta-zione primaverile.

Quando, dopo la gioio-sa e sofferta avventura deisuoi incontri con l’Im-macolata, entrò in con-vento, la madre superiorale disse: «Tu, figliola seitanto ignorante che sapraisolo sbucciare le patate».Bernardetta rispose, se-rena e decisa: «Vorrà dire,madre, che sbuccerò pa-tate per tutta la vita!».

Alla scuola di Maria lagiovane novizia guarda-va alle cose di lassù,pronta ad attraversare laporta stretta, anzi, nelcaso, strettissima, allaquale il Signore la chia-mava.

«Non pensate e nonguardate alle cose dellaterra», insiste San Paolo.«Le cose della terra»: levanità, le menzogne, lacorruzione, il piacere,l’egoismo. «Non intor-pidire il tuo cuore», am-moniva saggiamente San-t’Agostino, memore dellasua triste esperienza gio-vanile. Ma anche no al-l’assedio del provvisorio,all’accattare briciole di fe-licità che ti sfuggono dallemani, al caricarti di illu-sioni che ti umiliano rega-landoti frustrazioni a nonfinire. Ho letto di una ce-lebre ricercatrice italianache in questi giorni se n’èandata in America. «Quila ricerca è ammalata -disse - me ne vado».Magari fosse ammalatasolo la ricerca! Sono am-malate, l’economia, la po-litica, la magistratura, lascuola, e perfino, ma

sembra assurdo, è am-malata la sanità. È tutta lasocietà che sta rinsec-chendo, come alberosenza radici.

L’indice puntato versol’alto. Ho avvicinatol’altra sera un giovanemedico ospedaliero. Midisse: «Ogni mattina,prima di entrare in re-parto, sto qualche minutoin Cappella e dico a Gesù:Ti amo Signore e ti rin-grazio perché anche oggimi fai strumento del tuoamore». Ne rimasi am-mirato e, ripensandocipiù tardi, mi sono detto:«questo è lo stile di Maria:amore e disponibilità,umiltà e servizio, capacitàdi «pensare secondo Dio»come disse Gesù a Pietro,e di guardare in altodavvero. Se l’ascoltiamo,Maria ci educa così.

Adesso ho un debito diriconoscenza verso l’an-gelo della risurrezione,che ha dato pienezza allamia celebrazione in San-tuario. Quanto bisognoabbiamo tutti di un così li-berante richiamo!

Mario Carlin

Orizzonti

Mariani

4 Santuario Maria Immacolata

VITA ED ATTIVITÀ DEL SANTUARIOORARIO SS. MESSE:FESTIVE: ore 10.30 e 18.00 - sabato ore 18.00

domenica ore 10.30 e 18.00. Ogni sabato:ore 9.00 Messa per gli ammalati

FERIALI: ore 18.00CONFESSIONII sacerdoti addetti al Santuario sono disponibili tutti igiorni, non solo per le Confessioni ma anche per colloquied accompagnamento spirituale.OGNI MARTEDÌDalle 20.30 alle 22: Preghiera e riflessione sul Vangelodella Domenica seguente.OGNI SABATO* Ore 8.30: Preghiera del S. Rosario biblico* Ore 9.00: S. Messa per tutti gli ammalati

Benedizione col SS.moInvocazioni di Lourdes

OGNI VENERDÌDalle 20 alle 22: Esposizione del SS.mo e Adorazionelibera. Nelle 2 ore, vi sarà sempre un sacerdote disponibileper colloqui o per il Sacramento della Riconciliazione.INDIRIZZO E RECAPITI:✉ Santuario Maria Immacolata Via Nevegal 798 -

32100 BELLUNO● Telefono del Santuario: 0437907060● Telefono del Rettore 3280117002● Telefono di don Pietro 3498435797● E-mail: santuarionevegal alice.it● Sito Internet: www.santuarionevegal.it

inserisce, in genere, nelcontesto di quel pellegri-naggio che, se corretta-mente presentato, evocal’esodo che ogni cristianocelebra una volta pertutte con i sacramentidell’iniziazione cristia-na.

Sacramenti che impe-gnano per tutta la vita adun atteggiamento di con-versione per passare dal-l’idolatria di sé (di tutti inostri vizi divinizzati!) alservizio dell’unico Dio,sulle orme di Gesù, ilServo per antonomasia, esulle orme di Maria e ditutti i Santi, servi del Si-gnore. È con questa con-sapevolezza che l’attivitàpastorale di un Santuarionon può limitarsi a soddi-sfare le attese, come un su-permercato che cerca di ac-contentare sempre il clien-te.

Un buon educatore nonsi limita a dire soltantodei sì, anche se è piùcomodo. La missioneeducativa della Chiesa èquella di aiutare coloroche sono rinati dall’acquae dallo Spirito a conti-nuare l’esodo verso lapiena maturità, inse-gnando loro ad ascoltare,a pensare e a scegliere li-beramente e responsa-bilmente, a partire dal si-gnificato di quei tresacramenti che fanno ilcristiano, e che per mezzodei segni e delle pre-ghiere dicono anchequale sia la sua missionedi “uomo nuovo”, con-formato a Cristo.

Missione che è sinte-tizzata nell’Eucaristia:fare comunione, diven-tare una sola cosa inCristo. Il cristiano, in-fatti, non si distinguesemplicemente perchéprega, ma perché ècapace di fare comu-nione, di costruire laChiesa quale immaginedel regno di Dio. Identitàe missione del cristianoche sono manifestate edespresse correttamentenella celebrazione li-turgica.

3 - Dalla pietà popolareal culto liturgico

La pietà popolare, purfacendo riferimento aCristo, mantiene inevita-bilmente alcune caratte-ristiche proprie di quellareligiosità popolare che èpatrimonio di tutta l’u-manità. In essa, infatti,prevalgono alcuni aspet-ti che appartengono piùall’azione dell’uomo chenon all’iniziativa gra-tuita di Dio. Aspetti chedevono essere tenuti pre-senti per una corretta ge-stione della pietà po-polare il cui scopo è dicondurre a vivere unafede matura e respon-sabile, con e nellaChiesa.

a) Nella pietà popolaretende a prevalere il senti-mento, la soggettivitàcon tutti i rischi dei gustie delle esigenze indivi-duali; nella liturgiaprevale l’oggettività, lastoria della salvezza cele-brata secondo i ritmi del-l’anno liturgico.

b) La pietà popolareconcentra l’attenzione suelementi parziali dellastoria della salvezza(alcuni aspetti della vitadi Gesù, di Maria, deisanti...); la liturgia ri-conduce sempre tutto alfondamento del misteropasquale e della parola diDio.

c) La pietà popolarerievoca; la liturgia rendepresente ed efficace il mi-stero della salvezza.

d) La pietà popolare èiniziativa del credente; la

liturgia è iniziativa diDio, salvezza donata,preghiera di Cristo.

e) Le espressioni dellapietà popolare nonesigono di per sé un’as-semblea; la liturgia èinvece per sua natura co-munitaria e gerarchica; èla preghiera della Chie-sa.

f) Le devozioni sonolegate sovente ad un luo-go, ad un tempo, ad una

cultura; le stesse celebra-zioni liturgiche, pur congli adattamenti, sono lestesse in tutto il mondo.

g) Le pratiche dellapietà popolare sono facol-tative anche se racco-mandate; i riti liturgicisono l’espressione “ne-cessaria” della Chiesaper esprimere e ali-mentare la sua identità emissione.

h) Le devozioni ten-dono piuttosto alla quan-tità; la liturgia alla qua-lità.

Il santuario, proprioperché questo luogoesercita, per così dire, unservizio della soglia, èchiamato a gestire lapietà popolare in modo dafar emergere il primato diquella liturgia che sola èin grado di sviluppareuno spirito autentica-mente cristiano.

(1- Continuanel prossimo numero)

Santuario Madonna della Guardia (GE) - interno.

Santuario Maria Immacolata 5

PER LA VITA DEL SANTUARIOdal 24 marzo al 24 giugno 2009

In mem. Nella Riposi dallaMessa esequiale e la ziaMaria Sponga; EleonoraMezzomo Pelli; De ToffolMarinella; Fam. BiscaroMario, Mezzomo Antonio;Tissi Pia; Bristot Giovanni;Olivier Antonia; DefuntiFam. Bonan Casagrande; DalGal Nadia; Da Ros Adele;don Luigi Calvi; CooperativaScout; don Cleto Bedin; ex-Allieve salesiane Federa-zione veneta; Fam. AntoninoVicari; Suore diocesi diChioggia; Religiosi e Reli-giose della diocesi diBelluno-Feltre; Gruppo fa-miglie di Sedico; M. ReolonBarp; De Battista Anita; Par-rocchia di Tisoi; Scuola ma-terna “La Pellegrina” -Mestre; Ass. Pensionati “IlGraticolato”; Fam. Gallina;Fam. Chiappinato; AgostiniAlbino e Dorina; De ColleLucia; don Giuseppe Peterle;Ordine francescano secolare- Mezzolombardo (TN);Piccole Suore S. Famiglia;Amici del Pime (Vaglio diRoncade); Parrocchia di Pa-derno di Ponzano; Parrocchiadi Biancade; Fam. Canzan;De Favero; Sacristi diBelluno-Feltre; ParrocchiaS. Giacomo di Veglia; Casadi Riposo di Limana; Rinno-vamento nello Spirito delladiocesi di Belluno-Feltre;Menia Bruno; Parrocchia S.Maria delle Grazie (Cone-gliano); Fam. Montagner;Suore Dorotee di Vicenza;Missionarie laiche delladiocesi di Vittorio Veneto;Hotel Pineta; Auser Castel-cucco (TV); in mem. donGiuseppe Pierobon Iaco-bellis Battista, Gigetto eAngela Balcon; Sacerdoti diS. Bonifacio (VR); Missio-narie laiche (Vittorio Ve-neto); Baldini Franco; Asso-ciazione Pensionati evolontari di S. Fior (TV);Pedot Luigia; Movimentodiocesano di spiritualitàmonfortana; Gruppo fa-miglie giovani di Celat diVallada agordina; Da PianGuido; Dalla Cort Vittorio;

Giovanna Dal Molin; variNN.

Un ringraziamento a tuttigli offerenti, anche ai moltiche lasciano in Santuario laloro offerta senza nome,come la vedova del Vangelo.

La riconoscenza dellaDiocesi e della comunità delSantuario va in particolare inquesto periodo ai volontari evolontarie di Castion e delleparrocchie di Canale d’A-gordo e Vallada agordinache hanno fatto una bella pu-lizia nei dintorni del San-tuario ed a quanti, anche achi offre generi in natura,operano per la vita ordinariae la manutenzione del San-tuario stesso. La Madonnaottenga a tutti dal suo FiglioGesù la ricompensa di graziee benedizioni abbondanti.

Per quanti volessero con-tribuire con qualche offerta,ecco i numeri e le coordinatebancarie riguardanti il San-tuario:

● Conto corrente postale 32180390, intestato a San-tuario Maria Immacolata Nostra Signora diLourdes

● Cassa Rurale Val di Fassa e Agordina, Filiale diSedico: IT 58; Cin: G; 08140 61310; Numeroconto 000012042660.

UNA RIFLESSIONE CRISTIANASULLA SOFFERENZA

“Beati quelli che piangono: saranno consolati!”Non è facile parlare di sof-

ferenza. È uno scandalo perl’intelligenza, tanto che si ri-nuncia a parlarne. Il nostromondo occidentale mo-derno (contrariamente aquanto avviene in altreculture) è disarmato difronte al dolore. C’è una ten-denza oggi a considerareche la sofferenza è sempreun male e che lo saràsempre. Se si pensa diversa-mente, si è tacciati di “dolo-rismo”.

Un rifiuto ideologicoÈ vero che certe correnti

di cristianesimo hannotroppo valorizzato la sof-ferenza, come se essa fosse

redentrice per se stessa. Equesto ha avuto come con-seguenza la passività e larassegnazione anchequando era possibile com-battere e vincere il dolore.Oggi però si cade nell’ec-cesso opposto: vi è un ri-fiuto di ogni sofferenza.

Può sembrare un atteg-giamento di compassione:nessuno deve soffrire, bi-sogna scartare ognidolore. Ma, in fin dei conti,questo modo di pensareporta alla conseguenzaopposta: impedisce adogni persona che soffre didare un senso alla sua sof-ferenza, ciò la rendeancora più pesante. Una

sofferenza assurda è benpiù schiacciante di quellaalla quale si può trovare odonare un senso.Il messaggio del Vangelo èchiaro. Bisogna sollevaretutte le sofferenze che sipossono curare, e Gesù loha fatto con tutti i malatiche ha incontrato. Ma bi-sogna anche accettare confiducia quella sofferenzache non si può evitare:“Chi vuole essere mio di-scepolo, prenda la sua croce emi segua” (Marco 8,34).

Questa parola di Gesùnon ha nulla di assurdo:essa esprime una veracompassione e può aiu-

I bambini della 1a Comunione di Biancade (TV) con ilparroco don Giuseppe Volpato.

6 Santuario Maria Immacolata

tare quanti soffrono piùefficacemente di tanti di-scorsi moderni che cifanno sognare una vitasenza dolore e ci portano arifiutare la realtà ed atrovare insopportabile lavita.

Il coraggiodella verità

Prima osservazione: lasofferenza che fa più male èquella che si rifiuta. Se si ènell’atteggiamento del ri-fiuto, questo crea una ten-sione, anzi una ribellioneche rende la sofferenza piùpesante. Invece, se si ac-cetta, la sofferenza vienevissuta tranquillamente ediventa dunque moltomeno schiacciante.

Seconda osservazione:molte grosse sofferenze na-scono dal fatto che non ac-cettiamo quelle piccole. Sipotrebbero descriveremolte situazioni dove la ri-cerca di una vita facile e con-fortevole, il rifiuto di certeesigenze conduce a soffe-renze pesanti. Molte crocigrosse noi le fabbrichiamorifiutando quelle piccole.

Terza osservazione: ac-cettare la sofferenza sem-plifica la vita. Rifiutare ognisofferenza rende la vitamolto complicata: sempre alamentarsi, a rimpiangereche le cose non siano diverseda come sono, a mettere inatto strategie complesse perevitare le difficoltà. Bisognaprendere le cose comevengono: la gioia ed ilpiacere ma anche il dolore ela pena.

La paura dellasofferenza.

Quarta osservazione: c’èqualcosa che fa più dannonella nostra vita della soffe-renza ed è la paura di sof-frire. “Le peggiori soffe-

renze dell’uomo sono quel-le che egli teme”, dice EttyHillesum. L’esperienza celo dimostra: quando noi rea-giamo in funzione dellenostre paure, commettiamodelle stupidaggini, pren-diamo cattive decisioni edaggraviamo i problemi. Ènormale avere paura manon bisogna lasciarsi gui-dare dalle paure.

Le sofferenze che imma-giniamo o di cui abbiamopaura ci fanno più male, infin dei conti, delle soffe-renze reali che abbiamo lagrazia di affrontare se vi-viamo il momento presentenell’abbandono, nella fi-ducia nel Padre e nella pre-ghiera.

Quinta osservazione: lasofferenza non ha solo ef-fetti negativi. Essa cispoglia, ci rende umili, ci faperdere il nostro orgoglio el’autosufficienza, ci ri-conduce all’essenziale. Ciobbliga a verificare se ivalori sui quali fondiamo lanostra vita tengono anchenel momento della diffi-coltà. Essa obbliga a gridareverso Dio con la preghieraed a lasciarsi aiutare daglialtri.

Dalla sofferenzaalla consolazione

Sesta osservazione. Lasofferenza può aiutare a di-ventare più capaci di com-passione verso gli altri. Nonsi può aiutare in maniera ef-ficace qualcuno che soffre senon si è sofferto in primapersona, almeno un po’. Lasofferenza può diventareun luogo di consolazione edonarci la grazia, a nostravolta, di diventare conso-latori. Consolatore è, nellaBibbia, uno dei nomi piùbelli del Messia ed uno deinomi dello Spirito santo.Ogni sofferenza, vissutanella fiducia e nella pre-

ghiera, sfocia presto o tardiin una grazia di consola-zione.

Anche S. Paolo riconosceche le sue sofferenze glihanno fatto del bene, perchégli hanno permesso “di im-parare a non mettere la fi-ducia in se stesso ma in Dioche risuscita i morti”. E so-prattutto dice che “è statovisitato e consolato da Dio,padre di Misericordia e Diodi ogni consolazione” e chequesta consolazione gli per-mette di “consolare gli altriin ogni genere di affli-zione”.

Presentiamo a Dio tutte lenostre sofferenze, passate opresenti, che viviamo conuna certa amarezza e do-

mandiamogli di toccarci edi darci pace.

Noi abbiamo il diritto diinvocare lo Spirito SantoConsolatore perché ci visitiin queste sofferenze o inquesti ricordi dolorosi e cidoni una grazia di consola-zione per diventare conso-latori a nostra volta, sull’e-sempio di Gesù che è venutoa “fasciare le piaghe di chiha il cuore spezzato”.

Dio, sei grande!Il 10 gennaio scorso ho partecipato all’inaugurazione

della nuova sciovia del Col Toront. Per arrivarci ho fatto ilprimo tratto di strada con la macchina, il secondo con la seg-giovia, il terzo con un “gatto della neve”. Lo pensavo pocopiù che uno scooter; invece è un cingolato solenne come unautocarro.

Sono giunto al rifugio “Bristot”: un panorama stupendo!Un cielo nitido, un sole splendido, un’aria pulita, piste in-nevate e tirate come un biliardo, zone boschive cariche dineve spiovente; la Valbelluna disegnata da campi, abita-zioni e strade, e teneramente protetta da un immenso scialledi neve; la chiostra dei monti con picchi dolomitici, spa-lancata come un immenso abbraccio rivolto agli spettatoridelle sponde opposte; raduno variopinto di sciatori at-trezzati di tutto punto; un’attesa ansiosa di spiccare il volo;una giovialità diffusa e contagiosa; qualche saggio di bravuradi alcuni appassionati decisi di sperimentare l’ebbrezza delvolo con leggeri tocchi sulla neve.

Mentre mi accingevo a dare la benedizione, che mi erastata richiesta dall’amministrazione comunale, alla nuovasciovia del Toront, e mentre alle spalle sentivo la ressa deglisciatori che volevano provare la nuova struttura, mi veniva dipensare: Signore, sei proprio grande e buono nell’offrire aituoi figli occasioni di gioie così limpide ed esaltanti. Signore,se tutto questo scenario è solo un raggio del tuo splendore,quali saranno le meraviglie della tua vita profonda ed eternanella quale hai promesso di accogliere i tuoi figli?

Con il cuore gonfio di commozione sono sceso a bordo diuna motoslitta, fino al piazzale. Migliaia di autovetture neiparcheggi, lungo le strade, in ogni buco dove poteva starciuna macchina, Tappeti di macchine come negli aeroporti.Allora ho capito quale dono è la neve per tutti e quale dono èil Nevegal per noi bellunesi. Allora ho continuato la mia li-tania: Signore, sei grande, Signore, sei splendido, Signore seiveramente buono con i tuoi figli che ti pensano e anche conquelli che non ti pensano.

Dal bollettino “L’Eco del Castionese”n. 1/2009 - don Ottorino Pierobon

Santuario Maria Immacolata 7

I religiosi e le religiose della Diocesi di Belluno-Feltre.

Gruppo di Brasiliani dello Stato di Santa Catarina, discen-denti di italo-trentini, in visita al Santuario.

La parrocchia di Borgo S. Zeno di Montagnana (PD).

Sacristi ed addetti al culto della Diocesi con l’assistente eccle-siastico don Moreno Baldo.

Pellegrini del Terz’Ordine Francescano secolare da Mezzo-lombardo e bassa Val di Non (TN).

I bambini della 1a Comunione della parrocchia di Paderno diPonzano (TV) con il vescovo ausiliare di Manaus (Brasile)mons. Mario Pasqualotto.

Presenzein Santuario

Presenzein Santuario

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La Forania Zumellese chiude ai piedi dell’Immacolata il mesemariano.

Pellegrini della Parrocchia del Carmine (PD) con il parrocoMons. Lino Giacomazzi.

Il Gruppo di catechiste da Galzignano Terme(PD) con il loro parroco don Daniele Ioti.

Un gruppo di piccole Suore della S. Famiglia, provenienti da Verona.

Gruppo Unitalsi di Verona, accompagnato da un Padre camil-liano.

Parrocchia di Borgoricco (PD).

Santuario Maria Immacolata 9

IN QUESTI MESI...Presenze ed attività in Santuario

Con l’arrivo della primavera, si è aperta anche la sta-gione dei pellegrinaggi e delle varie attività al San-tuario. Eccone un breve resoconto

Le presenzeHanno iniziato le ex-allieve salesiane del Nord Est chesono salite quassù assai numerose dal Veneto e dal Friuliil 26 aprile. Il 1 maggio: la parrocchia di Borgo S. Zeno di Monta-gnana (PD). Il 2/5: le Religiose della diocesi di Chioggia. Il 7 maggio: la parrocchia di S. Maria Ausiliatrice (Vi-cenza). Il 13/5: Il Club 60 da Egna (BZ). Il 16/5: la parrocchia di Borgoricco (PD), i bambini ed igenitori della scuola materna “La Pellegrina” di Mestre-Marghera, un gruppo di Rovereto.Il 20/5: l’ordine francescano secolare da Mezzolombardo(TN).

21/5: un gruppo di piccole Suore della S. Famiglia.22/5: gruppo di ragazzi del catechismo della parrocchiadi Arsiè (provincia di Belluno e diocesi di Padova).23/5: bambini della prima Comunione di Biancade (TV)con i genitori ed il parroco.24/5: i Bambini della prima Comunione della par-rocchia di Paderno di Ponzano (TV); Amici del Pime daVaglio di Roncade, accompagnati dal Vescovo ausiliaredi Manaus (Brasile) che ha presieduto la S. Messa dome-nicale.26/5: parrocchia di Terranegra (Padova) e parrocchiaMadonna delle Grazie di Conegliano.28/5: 7 parrocchie dell’unità pastorale della Valle delChiese (TN); gli Ospiti della Casa di riposo di Limana condon Giuseppe Peterle.29/5: la Forania zumellese conclude il mese di maggiocon il vicario generale della Diocesi di Vittorio Veneto,don Martino Zagonel.30/5: parrocchia di S. Giacomo di Veglia; parrocchia diS. Vincenzo de Paoli di Oderzo.31/5: Suore Dorotee di Vicenza e giovani di ValladaAgordina.1/6: Suore Canossiane di Conselve (Pd).

2/6: parrocchia di Perarolo di Vigonza (PD); parrocchiadi Cappella di Scorzè (TV).5/6: Gruppo di preti di S. Bonifacio (VR), diocesi di Vi-cenza.7/6: parrocchia di Piovene Rocchette (VI).11/6: parrocchia del Carmine (PD) e gruppo catechistecol parroco di Galzignano Terme (PD).13/6: Unitalsi di Verona.14/6: Gruppo volontariato di S. Fior (TV).17/6: Gruppo di italo-brasiliani, provenienti dallo Statodi S. Catarina, dove fu molto forte l’emigrazione di bel-lunesi e trentini nel 1800.18/6: Gruppo anziani di Rovigo.20/6: Gruppo Nazaret del Movimento Monfortano diBelluno.21/6: Gruppo famiglie da Laghi di Cittadella (VI);Corale da Settimo di Pescantina (VR); Gruppo da RiesePio X in ricordo di don Renato Marin.22/6: I sacerdoti della Diocesi di Belluno-Feltre che cele-brano il 45.mo di sacerdozio.23/6: duecento pellegrini da Gambarare di Mira (VE)con i ragazzi del Grest.25/6: parrocchia di Lutrano di Fontanelle (TV) con i ra-gazzi delle attività estive.

Le attivitàIl Santuario ha svolto in questi mesi l’accoglienza e la

guida di ritiri spirituali per i bambini ed i ragazzi che sipreparano ai Sacramenti e per i loro genitori. Così ab-biamo avvicinato i ragazzi di Castellavazzo, Tambre,Tisoi, Cusighe, Igne, Ospitale e Longarone. Quella deiritiri e degli incontri di spiritualità è una attività che la di-rezione del Santuario vuole potenziare in tutti i mesi del-l’anno.

Abbiamo celebrato la Settimana santa in Santuario conuna buona presenza la domenica delle Palme mentre de-ludente è stata la frequenza alle celebrazioni del Giovedìe del Venerdì santo. La veglia pasquale, essendo una cele-brazione a carattere parrocchiale, abbiamo preferito vi-verla nella chiesa parrocchiale di Quantin.

A questo proposito, spiace che questo fatto (della noncelebrazione della veglia pasquale in santuario) sia finitosui giornali. Forse era più semplice e più cristiano par-larne direttamente con il Rettore!

Giovedì santo, nel ricordo dell’istituzione del sacer-dozio, abbiamo invitato per il pranzo comunitario alcunisacerdoti particolarmente legati al Santuario. Questa,dell’attenzione ai sacerdoti, è un altro filone cui deside-riamo dare importanza, offrendo anche ospitalità perqualche giorno a sacerdoti e religiosi bisognosi di un po’di riposo. Della nostra ospitalità hanno già approfittatocon frutto alcuni sacerdoti.

In Santuario si sono tenuti, animati dal Rettore, alcunialtri significativi incontri di spiritualità: un incontro perle giovani famiglie di Sedico il 10 maggio; il ritiro ai sa-cristi della Diocesi di Belluno-Feltre il 26 maggio; laveglia di Pentecoste del Rinnovamento nello Spirito il 30maggio; un ritiro per le Religiose degli Istituti secolaridella Diocesi di Vittorio veneto il 2 giugno. Altri incontrispirituali di particolare rilevanza: la Giornata per le Reli-giose ed i Religiosi della Diocesi il 2 maggio; la Giornata

Anziani della Casa di riposo di Limana, accompagnati da donGiuseppe Peterle.

10 Santuario Maria Immacolata

sacerdotale per i sacerdoti e diaconi della Diocesi il 4giugno.

I lavoriIn questi mesi sono stati eseguiti alcuni lavori partico-

larmente importanti, anche se non si notano subito. Èstata acquistata una nuova stufa a pallets, per riscaldarela stanza ove i pellegrini consumano il pranzo al sacco.Si è dovuta rifare completamente la centrale telefonica,mandata fuori uso da un fulmine, caduto in uno dei fre-quenti temporali che hanno caratterizzato questa pri-mavera. Così sono stati sostituiti il proiettore ed il ripro-duttore di cassette e di DVD, adattando il tutto anchealla proiezione di immagini fatta tramite computer:tutto questo per rendere il salone agibile per qualsiasitipo di incontro.

Stiamo allestendo il Sito Internet ufficiale del San-tuario per dare a tutti coloro che lo desiderano la possi-bilità di conoscere il Santuario e le sue proposte e di af-fidare alla comunità le proprie intenzioni di preghiera.Il sito si può trovare già da ora digitando: www.santua-rionevegal.it

Abbiamo anche messo in sicurezza tutto l’impiantoelettrico della Grotta, per evitare corti circuiti in caso di

umidità, mentre è in cantiere un lavoro per eliminareparte dell’umidità che si infiltra continuamente nellagrotta e lungo i muri.

Un bel gruppo di volontari e volontarie di Canaled’Agordo e di Vallada Agordina, assieme ai fedelissimiSilvio e Germano, hanno dato una bella ripulita a tutte lezone di pertinenza del Santuario: a loro va la nostra gra-titudine e, ne siamo certi, la ricompensa della Madonna.

Continuiamo con fiducia nel nostro lavoro, nella cer-tezza che lo Spirito ci indicherà quali sono le nuovestrade sulle quali la comunità del Santuario si deve in-camminare perché questo luogo possa diventare pertutti una casa accogliente ove sia facile incontrare Mariache ci dona suo Figlio Gesù.

Assicuriamo per tutti e sempre, per quanto ce lo con-sentono capacità e forza, massima disponibilità e colla-borazione.

Lettere al Lettere al Direttore

DAL PARROCODEL CARMINE, PADOVA

Così ha scritto il Parroco, acommento della sua visita alsantuario.

«Rev.mo Signor Rettore,alquanto in ritardo La

ringrazio per la cortese ac-coglienza di giovedì 11giugno. Vi approdai per laprima volta con il gruppodella parrocchia del Car-mine e respirai un’atmo-sfera densa di spiritualità edi intenso raccoglimento.

La sua stupenda presen-tazione del Santuario l’ap-presi come un’ampia me-

ditazione sui profondisignificati di ogni segnoimpresso in un ambientemoderno.

Grazie vivissime: nonpoteva esserci migliorepreparazione alla celebra-zione della S. Messa.

Ci siamo poi fermati a vi-sitare la grotta, i mosaicidei misteri e la stupendaVia Crucis.

Gradisca sincera ricono-scenza e cordialissimi sa-luti.

Mons. Lino Giacomazzo

Benedizione dei bambini, dopo la processione del Corpus Domini alla Grotta.

La home page del sito www.santuario nevegal.it

Santuario Maria Immacolata 11

UN ANNO PER RISCOPRIRE UN DONOIn occasione del 150.mo

anniversario della morte di S.Giovanni Maria Vianney,curato d’Ars, il Papa ha an-nunciato un Anno sacer-dotale dal 19 giugno 2009 al19 giugno 2010 sul tema:“Fedeltà del Cristo, fedeltàdel sacerdote”. Nel corsodell’anno, lo stesso Papa pro-clamerà il S. Curato patronodi tutti i preti del mondo.

Abbiamo tutti bisogno diriscoprire la grandezza incre-

dibile di questo dono e dellachiamata al sacerdozio. “Voipotreste avere duecentoangeli, che non possono as-solvervi. Un prete, perquanto semplice sia, lo può!Egli può dirvi: “Va in pace:io ti perdono”. Che cosagrande è il prete: lo si com-prenderà bene solo in cielo.Se lo comprendessimo sullaterra, si morrebbe non dispavento ma d’amore. Il sa-cerdozio è l’amore del cuore

di Gesù!”, così si esprimeva,con parole semplici ma in-cisive, il S. Curato d’Ars.

Sinceramente, voi pensatea Gesù Cristo ogni volta cheincrociate un prete? La suabontà vi fa pensare a Gesù?Ed i suoi gesti? Il suosguardo? La sua vita? Di-pende da noi scegliere dipassare il tempo a criticare ipreti (e molti oggi lo fanno,con tutti i mezzi possibili)oppure possiamo decidere difare qualcosa di costruttivoper loro. Non sarebbe questoun bel regalo da offrire aGesù per le mani di Maria?

Noi possiamo lamentarciper la scarsità di preti oppurepregare per le vocazioni; rat-tristarci od annoiarci per ilparroco che abbiamo oppureinvitarlo più spesso a casanostra per sostenerlo nellesue difficoltà. Molti orga-nizzano una catena di pre-ghiere per i sacerdoti; altri ar-rivano fino ad offrire la lorovita per la santità dei preti.

La Chiesa oggi, come

sempre, non ha bisogno ditanti preti ma di preti santi.Un povero, ignorante masanto prete di Francia, S.Giovanni Maria Vianney ap-punto, è riuscito a convertiremezza Europa.

E noi che cosa decidiamodi fare per i nostri preti, inquesto “anno sacerdotale”?

Con la celebrazione deiVespri della solennità del S.Cuore, il 19 giugno ha avutoinizio “l’anno sacerdotale”, inoccasione del 150.mo anni-versario della morte di S. Gio-vanni Maria Vianney, parrocodi Ars che il Papa proclameràpatrono di tutti i sacerdoti delmondo.

Anche il Santuario del Ne-vegal, in quanto santuariodiocesano, desidera fare qual-cosa di concreto per i sa-cerdoti in generale e per quellidiocesani in particolare.

Per questo propone duepiccole iniziative:

- a partire da venerdì 26giugno, ogni venerdì dalle 20alle 22, davanti al SS.mosolennemente esposto, la co-munità del Santuario si im-pegna a pregare per tutti i sa-cerdoti, ogni venerdì unacategoria o i preti di una Fo-rania diversa. Incomincere-mo venerdì pregando per tuttii sacerdoti della Diocesi chesono ammalati, infermi, ospiti

della casa P. Kolbe di Pedave-na.

L’iniziativa è aperta a tutticoloro che desiderano unirsi,anche solo per una piccolaparte della serata, nella pre-ghiera, la prima e più impor-tante attività che possiamofare a favore dei nostri preti.

- Nei locali del Santuario vi èla possibilità di ospitare qual-che sacerdote diocesano biso-gnoso di riposo o desiderosodi un po’ di raccoglimento e diquiete. Già alcuni preti dio-

cesani e non hanno appro-fittato di questa opportunità,anche solo per alcune ore po-meridiane di silenzio, la con-celebrazione e la cena con i sa-cerdoti della comunità delsantuario. Volentieri met-tiamo ciò che la Provvidenzaci ha donato a disposizione ditutti i Confratelli che neavessero desiderio e volesserocogliere l’invito del Maestro:“Venite in disparte e ripo-satevi un po’!”.

Sono proposte ben mo-

deste, queste, rispetto allegrandi iniziative che si pro-spettano a livello di Chiesauniversale e di Diocesi. Ma noisappiamo e crediamo che ipreti hanno bisogno anche diquesti piccoli gesti che li so-stengano nella vita di tutti igiorni e facciano sentire chec’è qualcuno che partecipacon la preghiera d’interces-sione al loro servizio pastoralee che offre una piccola “Be-tania” che sia ristoro alle loroquotidiane fatiche.

L’anno sacerdotale al Santuario del Nevegal

Don Arturo Callegari, assistente religioso dell’ospedale di Feltre; don Mario Cecchin,economo diocesano; don Sirio Da Corte, rettore del santuario; don Evaristo Campigotto,parroco di Vellai; don Ermido Sampieri, parroco di Soranzen; don Bruno De Lazzer, parrocodi Caviola; don Aldo Giazzon, parroco di Anzù e Sanzan.

12 Santuario Maria Immacolata

Dal diario dei pellegriniPellegrinaggio zona Piana Rotaliana

e Bassa Val di NonIl giorno 20 c.m. ho parte-

cipato ad un pellegrinaggiofrancescano al Santuario dellaMadonna di Lourdes in pro-vincia di Belluno. Sorge a 1000mt. di altitudine in unasplendida conca sul piano delNevegal.

Siamo stati accompagnati daPadre Giovanni Patton, semprevalidissimo e ineccepibile nelsuo ministero e dalla simpaticadelegata di zona Anna Mariacon il marito Franco, Ministroprovinciale (due colombinibravi, simpatici e volenterosi).La partenza fu di buon mattinoda Mezzolombardo ed ilviaggio molto ben animato conpreghiere e canti. Appena giuntialla meta abbiamo partecipato

alla S. Messa celebrata da PadreGiovanni; poi, tutti insieme, lenostre preghiere, le nostre an-gosce, le nostre invocazioni, inostri bisogni, li abbiamo de-posti nelle mani della Madonnache dalla bellissima grotta pocodistante dal tempio ci guardavasilenziosa, aspettando ogni pel-legrino che arriva lassù. Vol-gendo soltanto lo sguardo a“Lei” in silenzio ci trasmettequel certo qualcosa, quella sicu-rezza, quel dialogo che sale dalprofondo del nostro cuore. Con-sumato poi il pranzo in risto-rante non è mancata la recita delS. Rosario meditato davanti alle5 cappelle che rappresentanociascuna i 4 misteri del Gaudio,del Dolore, della Gioia e della

Luce. Poi un ultimo saluto ed uncanto alla Vergine e così il pel-legrinaggio stava conclu-dendosi con il tramonto delsole.

Proseguendo poi il viaggio diritorno, sostando a Borgo Val-sugana è stato bello e interes-sante il visitare il Conventodelle Suore Clarisse. Fu pia-cevole aver potuto parlare conqualcuna di loro e con loro poi inChiesa cantare i vespri. Il ri-torno verso casa con la soddi-sfazione, la gioia e l’entusiasmodi tutti si è concluso con canti,lettura di qualche poesia e bar-zellette in allegria.

Verso le 21 il saluto no-stalgico a tutte le sorelle e ilgrazie dovuto e sentito a Padre

Giovanni e agli organizzatoricon la speranza di poterci ri-trovare ancora.

Penso poi che ognuna di noiaprendo la porta di casa abbiadovuto riprendersi il propriofardello lasciato al mattino,pieno di pensieri, preoccupa-zioni, angosce e quant’altrocontinuando poi nella propriaquotidianità... ma la gioia, lasperanza, e lo sguardo allaVergine racchiusi nel nostrocuore saranno il coraggio e lacertezza e la grazia che abbiamoattinto in questa bellissimagiornata.

Col saluto francescano diPace e Bene, un abbraccio atutti.

Ada

In Pellegrinaggiocon i gruppi di preghiera

È il 30 maggio. A con-clusione del mese ma-riano, di buon mattino ungruppetto di donne staprendendo posto in unacorriera. È il giorno delpellegrinaggio al San-tuario dell’Immacolata,sul Nevegal. Si parte e,dopo qualche chilometro,inizia il dialogo con Maria:la recita del S. Rosario,guidata dal nostroparroco don Giulio. Nonc’è tempo per ammiraredai finestrini il paesaggiosuggestivo che s’incontraman mano che si sale: ipaesini ammassati tra levalli, gli estesi prati fioriti,la strada che serpeggia...siamo tutti protesi verso lamèta tanto agognata.

Giunti sul posto, ognu-no si appresta a raggiun-gere la Chiesa. All’im-provviso un festoso scam-panio ci accoglie comefosse domenica: è l’ap-plauso di Maria. Alquantostupiti per la bellezza e lamaestosità del Santuario,vi entriamo: oggi tutto iltempio è a noi riservato e,dopo un ampio sguardointorno, nulla più ci di-strae. Ha inizio la celebra-zione eucaristica e i fedeliattenti e raccolti pregano ecantano.

Più tardi, alla fine dellaMessa, il rettore del San-tuario passa con il San-tissimo a benedire ognu-no di noi, mentre nell’am-biente si espande il pro-fumo dell’incenso. È unmomento toccante, com-movente. Penso: qui siripete una piccola Pente-coste. Investiti di Spiritosanto, seguiamo i sa-cerdoti che si avvianoverso la grotta. È bello so-stare ancora qualcheistante ai piedi di Mariaper un’ultima preghierache una di noi legge anome di tutti:

Da S. Giacomo di Veglia

“Maria, aiutaci: è il gridoche oggi eleviamo perché, dopola recita del S. Rosario nelmese di Maggio, vogliamo ma-nifestarti tutto il nostro amore.

Abbiamo voluto incon-trarti sulla montagna doveil silenzio è di casa e dove ilcielo pare più vicino. Nonriusciamo certo a dirtigrandi cose, ma con la fede ela saggezza degli anni, tichiediamo umilmente:

- volgi il tuo maternosguardo verso il nostropaese e asciuga tante la-crime versate in questo pe-riodo;

- copri con il tuo manto lediverse lacerazioni delcuore;

- dona agli ammalati laforza di superare le inevi-tabili difficoltà e di riusciread aprirsi al sorriso;

- sussurra ai fanciulli diavvicinarsi a te per sentirela carezza della tua manomaterna;

- ai giovani ottieni di ap-prezzare il meravigliosodono della vita.

Ora il nostro sguardo èfisso sulla grotta, sulla bellaSignora che, anche se im-mobile nella sua veste mar-morea, ha già accolto e tra-smesso la nostra supplica alfiglio Gesù. Vogliamo ri-tornare alle nostre case spi-ritualmente arricchiti contanta gioia nel cuore. Allanostra Mamma del cielo: di-ciamo: Grazie!”

Così il tempo fugge;giunge il momento del ri-torno. Nella corriera inpartenza m’accorgo cheuna mano stringe un maz-zo di fiori campestri rac-colti nei prati vicini, manoi tutti ben altro serbe-remo nel cuore: il ricordodi un bel sogno che s’è fat-to realtà.

Fernanda Marinello

Santuario Maria Immacolata 13

L’ABC DELLA NOSTRA FEDECi diciamo “cristiani” ma spesso ignoriamo i punti fonda-mentali della nostra fede. La riprova la troviamo nei quiztelevisivi dove le domande su questioni riguardanti la reli-gione cattolica trovano spesso ignoranza e superficialità.E questo dopo che la maggior parte degli italiani ha fre-quentato per lunghi anni il catechismo parrocchiale ed hascelto l’insegnamento religioso a scuola.

Per questo motivo abbiamo pensato che sul giornalinodedicato al nostro Santuario dovesse trovare posto ancheun po’ di catechismo perché la Madonna non può esserecontenta di avere suoi devoti che ignorano i fondamentidella loro religione.Iniziamo una serie di puntate sul catechismo con

IL CREDOIl Credo è essenziale per

un cristiano. Ma io lo co-nosco veramente? Spesso lo“recito” macchinalmente,spesso sbadigliando e pen-sando ad altro, mentre sitratta del riassunto delleprincipali verità della miafede. E se cominciassi a pren-dere coscienza di quello chedico? Se incominciassi a“pregare” il Credo inveceche “recitarlo”?

DEFINIZIONE:

Dal latino “Credo”, cioè ac-colgo nel cuore e professo conle labbra il concentrato dellamia fede.

CIÒ CHE CREDO

Credo in un Dio che puòtutto: Egli ha creato il cielo, laterra; ha creato anche me. Dio èun Dio “onnipotente nel-l’amore”. Quando verrà a giu-dicare i vivi ed i morti, io nonincontrerò un Padre che mipicchia.

Tutto sarà messo nella lucedivina dell’amore, una luce pa-terna e materna, tenera, miseri-cordiosa e non la luce fredda edaccusatrice di Satana, l’accu-satore.

Dio non schiaccia mail’uomo con il suo giudizio malo salva con il suo amore. Ba-sterà contemplare suo Figliosulla croce e sapremo chesiamo appassionatamenteamati da Dio ed il Figlio, co-me dice il Vangelo di Gio-vanni, non è venuto per con-dannare il mondo ma perché ilmondo sia salvato per mezzosuo”. La vita eterna ci vienedonata per la potenza della suaRisurrezione.

UNA SCELTA FRA DUE TESTI

● Il Simbolo degli apostoli(quello che abitualmentesi prega nelle domeniche diQuaresima) è il più corto ed ilpiù antico. È l’antico testo

che la Chiesa di Roma ado-perava già nel secondosecolo per il Battesimo.

● Il Simbolo “niceno-co-stantinopolitano”, un po’ piùlungo perché più completo,proviene dai due primi Con-cili ecumenici della Chiesa,il Concilio di Nicea (nel 325)e quello di Costantinopoli(nel 381).

IL CREDO È COMUNE A TUTTI I CRISTIANI?

● Quando si dice “Credo laChiesa cattolica”, l’ag-gettivo cattolico signifi-ca “universale”. La versioneprotestante, per non con-fondersi con la Chiesaromana, preferisce dire: “Iocredo nella Chiesa univer-sale”.

● Il Simbolo niceno-costan-tinopolitano, nell’originalegreco, è comune alle tre gran-di confessioni cristiane, af-fermando che lo “Spiritoprocede dal Padre”. In Occi-dente, verso l’VIII secolo, èstata aggiunta la parola “e dalFiglio”, senza avvertire le al-tre Chiese. Da qui, oltre cheper tante altre ragioni, è natolo scisma (la frattura) fra Ro-ma e Costantinopoli. Oggi siè d’accordo che si tratta più diuna divergenza di parole chenon di dottrina.

PREGHIAMO

Signore, fa’ che io creda!La fede è il più meravigliosodei regali. Dammi di non“recitare” il Credo comeuna lezione imparata a me-moria, ma di dirlo con tutto ilcuore, come una delle pre-ghiere più belle; ed aiutamia professare la fede insiemeai miei fratelli nella Messadomenicale. Amen.

Fistarol Riccardo e Caronno Ersilia, il giorno diPasqua.

Lavina Ugo e Carpene Anna Maria il 27giugno.

Nozze d’oroHanno celebrato i 50 anni di Matrimonio in Santuario:

14 Santuario Maria Immacolata

Nevegal in degradoPubblichiamo questo articolo, apparso sul giornalelocale qualche mese fa, non per ingrossare il coro diquanti dicono che tutto va male, ma per stimolare quantine hanno il potere, a fare quanto è in loro perché il Collepossa diventare casa abitabile per tutti. Per far questo,non occorrono grandi investimenti di denaro: alle voltebasta solo un po’ di buon senso e di buona volontà.

Cartelli stradali divelti e la-sciati a bordo strada, immon-dizie sui prati, marciapiedi im-barazzanti per il loro cattivostato di manutenzione, calci-nacci a terra a pochi metri dal-l’ufficio turistico. Sciolta laneve e chiusi gli impianti di ri-salita, il Nevegal torna a ripre-sentarsi nella sua veste peg-giore. Le segnalazioni deilettori, che denunciano in-curia e degrado, hannotrovato piena conferma dauna visita al Colle, croce e de-lizia della città di Belluno. Ed èun vero peccato, poiché get-tando le sguardo oltre ilpiazzale si ammira uno spet-tacolo tutt’altro che ripu-gnante. Salendo da Castion,in queste giornate di pri-mavera, è tutto un susseguirsidi fiori e alberi che sbocciano,di prati e boschi colorati. Unoscenario davvero incan-tevole, che stona però con lacondizione di abbandono incui versano tanti immobili el’arredo urbano della localitàbellunese, non a torto ribat-tezzata “la terrazza sulle Do-lomiti”, e fino a poche set-timane fa presa d’assaltodagli sciatori veneti e nonsolo.

Dopo i tornanti e le ultimecurve, la prima brutta sor-

presa: l’insegna “Nevegal”scarabocchiata dalla vernicespray di un writer. Un bigliettoda visita poco prestigioso, maè nulla in confronto al cartellostradale - indicante gli hotelOlimpo e Olivier e il parcogiochi - divelto da un automo-bilista poco accorto e rimastoa bordo strada. Al piazzalemancano pochi chilometri,lungo i quali si scorgono ab-bandonati a terra altri cartellistradali e qualche paletto se-gnaletico (per la neve). Ma pernotare i più vistosi segni di de-grado, quelli di cui si sono la-mentati i nostri lettori, bastagironzolare tra il camposcuola e il centro Le Torri. Sipossono così ammirare le im-mondizie sul prato di frontealla partenza della seggiovia, imarciapiedi rovinati dai bordifatiscenti - soprattutto nellazona del monumento dell’as-sociazione nazionale autieri -

e i calcinacci depositati sulprato poco sotto l’ufficio turi-stico, dove campeggia loslogan “Nevegal io ci credo”.

Altra chicca il grande bi-done bianco per la raccoltadei medicinali scaduti, spac-cato in due parti e lasciato sulterreno tra il campo scuola e lapartenza del sentiero “Costadel pin”. Meno male che ildegrado non è generalizzato,ma a macchia di leopardo.Meritano un plauso queglioperatori che, nonostante leindubbie difficoltà, offrono aivisitatori del Colle un’acco-glienza ospitale: è il caso adesempio del bar Slalom, con ilsuo assolato terrazzo ester-no, e del parco Pineta. Dispia-ciuto della situazione l’ammi-nistratore unico della NisWalter De Barba, che vedecome unica soluzione per il ri-lancio del Colle il gioco disquadra tra tutti gli attori che

ne hanno a cuore il futuro:“Certo, per noi che gestiamogli impianti sarebbe importan-te che l’ambiente fosse curatoin tutte le stagioni. Però, perquanto ci riguarda, già fac-ciamo fatica a tenere aperte lepiste e non possiamo cari-carci da soli sulle spalle l’one-re di curare per 12 mesi al-l’anno l’intera località. Va an-che detto che è normale chedopo un inverno così nevoso,a primavera, sotto la neve, sitrovi qualche cartello divelto.

Per quelli caduti vicino allepiste provvederemo noi, manon possiamo certo occu-parci di tutto il Nevegal. Do-mani - oggi per chi legge - ilsindaco incontrerà gli ope-ratori del Colle. Stiamo lavo-rando per riuscire a dare vita aun consorzio. Per gestire almeglio le cose è necessario ilgioco di squadra”.

Andrea Ciprianda “Il Gazzettino”del 17 aprile 2009

Iscrizione Tribunaledi Belluno n. 4/92

Mario Carlin Direttore responsabileSirio Da Corte

direttore

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