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RETE SCUOLE ALFAMEDIALI LA SCUOLA ALFAMEDIALE storia, linguaggi, riambientazione

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RETE SCUOLE ALFAMEDIALI

LA SCUOLA ALFAMEDIALEstoria, linguaggi, riambientazione

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

L’opuscolo comprende:

Visita alla Scuola Alfamediale di Trentapiedi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

La storia illustrata della Scuola Alfamediale o delle Tre Culture (Umanistica, Scientifica, Multimediale) e della Rete Scuole Alfamediali RSA. . . . . . . pag. 9

Leggere, scrivere, pensare in audiovisivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 41

Il lavoro testuale di lettura e scrittura alfamediale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 52

La riambientazione antropologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 69

L’opuscolo è stato realizzato in occasione del convegno IL PENSIERO MULTIMEDIALE

comunicazione didattica e curricolo alfamedialetenuto ad Erice al Centro Sales il 16-17 aprile 2009

- Produzione: Rete Scuole Alfamediali- Ideazione e realizzazione: Tullio Sirchia, Coordinatore pedagogico RSA- Collaborazione grafica: Rosario Burnò, Maria Pia Peralta, Silvio Piazza- Stampa: Arti grafiche Campo - Alcamo- Enti finanziatori: Comune di Erice, Provincia Regionale di Trapani

La bassa qualità di alcune immagini é dovuta all’acquisizioneda vecchi video in bianco e nero e da stampe a ciclostile.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La Scuola Elementare di Trentapiedi 2° Circolo Didattico di Erice

Per una coincidenza di fattori favorevoli,

questa periferica scuola della Sicilia,

intercetta, sperimenta e segna la strada formativa

al PENSIERO MULTIMEDIALE,

evoluzione storico-antropologica

del PENSIERO UMANISTICO

e del PENSIERO SCIENTIFICO.

Ogni anno un passo avanti,

per 35 anni di seguito, restando sempre

all’interno dell’ordinarietà istituzionale.

Le pagine che seguono documentano

il percorso tracciato e come

le “generazioni mutanti”

possono seguirlo per affermare

il loro diritto al passato, al presente, al futuro.

T. S.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Per raggiungere il punto che non conosci devi prendere la strada che non conosci

San Giovanni della Croce

Visita alla Scuola Alfamediale di Trentapiedi

Anno scolastico 2004-05: trent'anni a Trentapiedi

Trentapiedi è il nome di un rione periferico dell'area urbana di Trapani amministratodal Comune di Erice. In esso sorge la scuola elementare (ora primaria) del 2° CircoloDidattico di Erice "Giuseppe Mazzini". È una scuola come tante del meridione d'Italia. Lapopolazione scolastica è di estrazione socio-culturale mista, con una prevalenza di famiglieoperaie con una percentuale superiore alla media di casi difficili di svantaggio e di handi-cap. Il corpo docente è anch'esso normale, con un naturale atteggiamento affettivo e di ser-vizio verso gli alunni ed impiegatizio verso l'istituzione. Chi arriva a Trentapiedi quasi sem-pre si ferma fino al pensionamento. In tutte le 30 classi (sei corsi) c'è un insegnante con 18ore frontali per le materie di Cultura Umanistica (Italiano, Storia, Filosofia) e di Cultura Multi-mediale (Scenica, Grafica, Schermica) e un insegnante di Cultura Scientifica (Matematica,Scienze, Geografia) a scavalco in due classi con 9 ore. Le innovazioni ministeriali succe-dutesi negli ultimi decenni sono state accolte senza entusiasmo dagli insegnanti, che temo-no l'aggravarsi degli adempimenti formali di programmazione e di documentazione.Comunque non fanno resistenza ideologica o sindacale. L'edificio scolastico, adattato neltempo con corpi aggiunti e sopraelevazioni, è appena sufficiente a fronteggiare le richiestedi un rione in espansione. Alcune aule sono piccole, qualche laboratorio è sistemato inlocali di risulta. Gli Organi Collegiali fanno il loro lavoro: un po' di programmazione, un po'di controllo, un po' di gestione, un po' di complicazione. L'Ufficio di segreteria smista l'ordi-naria amministrazione con sollecitudine e responsabilità senza sentirsi particolarmentecoinvolto nel progetto educativo della scuola. I finanziamenti sono quelli ordinari delloStato, con qualche episodica integrazione del Comune. La scuola non ha mai svolto pro-getti europei (PON e POR) o proposti e finanziati da agenzie esterne. L'orario delle lezio-ni, di 30 ore settimanali, è solo antimeridiano, dalle 8,30 alle 13,30, senza rientri. Non esi-stono, né sono richiesti i servizi aggiuntivi di mensa e di tempo pieno. Nella scuola non ope-rano tecnici esterni, esperti di comunicazione, equipes psicopedagogiche. In passato, conla crisi delle TV locali, qualche operatore televisivo si è avvalso delle apparecchiature diripresa e di montaggio della scuola per continuare a lavorare, offrendo in cambio alla scuo-la assistenza tecnica e un'elementare competenza linguistica. Le autorità scolastiche stan-no a guardare: non aiutano e non interferiscono. L'Amministrazione Comunale non si inte-ressa più di tanto per quello che avviene a Trentapiedi: si muove soltanto sospinta dalleemergenze. I genitori dimostrano di apprezzare il piano dell'offerta formativa (POF) dellascuola, senza di fatto mai entrare nel merito. Sanno che si tratta di una "Scuola Alfamedialeo delle 3 Culture: Umanistica, Scientifica, Multimediale" e accettano di buon grado il tratta-mento educativo offerto ai loro figli. La direzione della scuola è cresciuta assieme alla scuo-la e al rione: da più di trent'anni c'è lo stesso titolare.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La presentazione su scena, su carta, su schermo

Per avere un'idea della Scuola Alfamediale di Trentapiedi bisogna preliminarmentefarsi un'idea di che cosa è la presentazione, l'attività didattica specifica e di base dellematerie della Cultura Multimediale (Scenica, Grafica, Schermica). Entriamo a sorpresanelle classi e soffermiamoci brevemente in quelle in cui si svolgono, in quella giornata, leattività multimediali di presentazione su scena, su carta, su schermo.

Eccoci in una prima classe a due mesi dall'inizio della scuola. Ancora pochi alunnisanno leggere e scrivere. Ma quasi tutti sanno fare la presentazione su scena. VediamoGiovanni che illustra ai compagni un disegno sulle vacanze estive. Il disegno, ingranditocon il fotocopiatore e colorato a mano, è appeso alla lavagna. Rappresenta la barchettadello zio, che porta il nipotino, assieme ad altri familiari, a pescare con la lenza. L'alunno si

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sofferma sui tipi di pesci pescati, rappresentati in un altro disegno che appende in quelmomento, e sulle tecniche di pesca con la lenza che per l'occasione ha portato a scuolaper farla vedere ai compagni. La presentazione dura appena quattro minuti e si concludecon l'applauso dei compagni. Si passa poi ad Antonio che ha preparato una presentazionesul suo viaggio estivo dai nonni. E così via, per tutta la classe. In un'altra prima non c'è nes-suno. Sono andati a visitare lo studio televisivo della scuola dove gli alunni, uno alla volta,illustrano davanti la telecamera i disegni e gli oggetti che hanno usato in classe. Quella chestanno facendo non è più una presentazione su scena, ma una presentazione su schermo.Non c'è più l'applauso dei compagni, ma la prova è più bella perché la registrazione si puòrivedere tutte le volte che si vuole e si può farla vedere ai genitori. Nella presentazione suschermo si vedono tutti gli errori, soprattutto quello più frequente: cercare lo sguardo e l'ap-provazione della maestra mentre si è davanti alla telecamera.

Dalle prime si passa alle seconde. In una classe gli alunni stanno realizzando, indivi-dualmente e a gruppo, le presentazioni su carta, ovvero le pagine illustrate per il giornali-no di classe, dedicato alla raccolta delle olive. Ogni menabò comprende un titolo, un dise-gno colorato e un testo e sviluppa, in forma comunicativa, cioè con parole chiare e sempli-ci, un sottoargomento del giornalino. C'è chi parla di come si raccolgono le olive, chi dellavisita al frantoio, chi dell'imbottigliamento e della spedizione dell'olio, chi delle proprietànutritive del prezioso alimento, ecc… Dopo che il menabò è visto e corretto dalla maestra,che fa in qualche modo da caporedattore, ogni alunno lo conserva nel proprio raccoglitore.Quando poi la classe va nell'aula multimediale ogni alunno digita al computer il titolo e iltesto scritto, acquisisce il disegno allo scanner, impagina il tutto. Poi si dà il numero allepagine e si aspetta la stampa del giornalino che avverrà qualche giorno dopo con il dupli-catore della scuola. Entrando in un'altra seconda si assiste ad una particolare esercitazio-ne didattica: la lettura comunicativa con l'unità mobile. A turno, gli alunni leggono la loropagina di giornalino, o quella di un altro compagno, posizionandosi davanti la telecameradell'unità mobile. L'unità mobile è un semplice sistema di ripresa e di registrazione videofacilmente trasportabile nelle classi del piano. Nella scuola ci sono cinque unità mobili. Ogniunità mobile comprende un televisore su un carrello collegato ad una telecamera digitalesu treppiedi. L'alunno è posto di fronte ai compagni che seguono la sua performance di let-tura comunicativa sia in diretta che sul televisore. Lo riprende un suo compagno che, dopoaverlo inquadrato, gli dà il segnale d'inizio. Il compagno riprende pure il disegno coloratodel menabò. Le operazioni ormai sono spedite e divertenti: si fanno settimanalmente e tutticercano gli errori di comunicazione fatti dal compagno-lettore e dal compagno-cameraman.

Lasciamo le seconde ed entriamo in una terza classe dove gli alunni stanno studian-do Il libro dei classici, realizzato negli anni passati con i giornalini di diverse classi ed adot-tato dalla scuola assieme ai libri di testo. Gli alunni hanno già fatto a casa le prove di lettu-ra comunicativa della pagina assegnata e di presentazione su schermo, immaginando diessere davanti la telecamera. Devono ora, in classe, dimostrare di essere bravi ad illustra-re il significato della pagina senza ripetere a memoria, a pappagallo, il testo scritto. È bravochi riesce ad essere diretto, disinvolto, espressivo e originale nella presentazione. Non cisono regole eppure ce ne sono tante. Riguardano la postura, la gestualità, il tono dellavoce, l'ordine della frase e delle frasi, il riferimento implicito ed esplicito ai disegni illustratiche accompagnano la presentazione. Si prova e si riprova fino a quando la presentazionenon diviene quasi naturale, spontanea.

Nell'altra terza, invece, il lavoro di presentazione su schermo richiede una riflessionein più: ogni alunno deve preparare lo story board, chiamato anche striscia audiovisiva osceneggiatura visualizzata e tutti i materiali visivi per la ripresa e il montaggio nello studiotelevisivo. L'insegnante di laboratorio e il tecnico dello studio televisivo (un bidello della

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

scuola) possono dedicare poco tempo ad ogni alunno e dunque tutte le operazioni devonoessere ben preparate e coordinate. Devono essere previsti gli insert (in quale punto dellaripresa deve essere inserita l'immagine del disegno) e i chromakey (quale disegno devefare da sfondo all'alunno-presentatore), le relative inquadrature ed eventuali zoommate dafare con la telecamera o successivamente al computer.

Nelle quarte classi assistiamo invece a due presentazioni su scena più complesse ediverse per forma e contenuto. Nella quarta A gli alunni a turno riferiscono alla classe delleloro ricerche fatte sulla guerra in Iraq. Hanno consultato, a scuola e a casa, libri, riviste,giornali, hanno seguito programmi televisivi, navigato su internet. Ogni alunno fa la suarelazione-presentazione ai compagni di classe che, alla fine, intervengono con domande dichiarimento e di approfondimento. L'alunno, naturalmente, sa che deve prepararsi beneper rispondere a tutte le domande, a volte imprevedibili. Nella quarta B, invece, gli alunniriferiscono delle ricerche fatte su avvenimenti locali, storie personali, monumenti cittadini,qualcosa che ha a che fare con il territorio in cui si vive. Qualcuno ha intervistato i genito-ri o qualche amico cultore di tradizioni locali, qualche altro il direttore della biblioteca comu-nale, qualche altro il parroco o il sindaco. In questo caso la presentazione su scena puòessere fatta anche facendo ricorso alla tecnica del racconto e della drammatizzazione.Narrazione e recitazione possono essere fatte intercalando dialetto e lingua italiana.Spesso lo studio dell'attualità e del territorio è collegato ad argomenti del programma sco-lastico. Dopo, come al solito, dalla presentazione su scena si passa alla presentazione sucarta e da questa alla presentazione su schermo. In questo caso i materiali visivi possonoessere, oltre a disegni illustrati, anche foto e spezzoni di video. Fanno spettacolo anche imateriali sonori e musicali: danno forza simulativa alle sequenze e suggestione emotivaalla presentazione.

Ma andiamo oltre. Entriamo in una quinta classe dove gli alunni sono impegnati dal-l'insegnante d'inglese in una videoconferenza con una scuola americana, da tempo gemel-lata con Trentapiedi. Davanti la telecamera digitale, collegata ad internet, gli alunni fannouna semplicissima presentazione su schermo, in inglese, su un tema concordato. Una pre-sentazione che diventa interattiva, con domande e risposte, se la padronanza della linguainglese lo permette. Proprio in quel momento gli alunni americani fanno vedere sul monitorl'articolo di stampa di un giornale del Tennessee, che parla appunto dell'iniziativa di video-conferenza tra le due scuole.

Nell'altra quinta, invece, gli alunni preparano per i loro genitori uno spettacolo coreo-grafico tratto dal loro giornalino. Ora che la Riforma Moratti ha abolito gli esami di quinta,tutte le quinte si esercitano nella redazione-edizione di uno spettacolo collettivo. Sanno chenell'ultimo periodo dell'anno scolastico devono realizzare un evento multimediale straordi-nario: la produzione di un giornalino da distribuire alle altre scuole e alle autorità della città,la trasposizione del giornalino in un video da diffondere alla città da un'emittente televisivalocale, la realizzazione sullo stesso argomento di uno spettacolo di danze, canti, coreogra-fie, presentazioni alla presenza di genitori, insegnanti, compagni delle altre classi, autoritàcittadine. La manifestazione in programma nel corrente anno scolastico è dedicata aGiuseppe Mazzini perché ricorre il bicentenario della nascita e perché proprio a lui è inte-stato il 2° Circolo Didattico di Erice-Trentapiedi.

Terminato il giro delle classi, assistiamo ad una sorta di ricapitolazione visionandoalcune presentazioni su schermo raccolte ogni quadrimestre dagli insegnanti di tutte leclassi per inserirle nel portfolio. Si documenta così il grado di maturità di ogni alunno veden-dolo direttamente nella sua vera e reale unità corpo-mente. Ogni CD del portfolio raccoglie10 presentazioni dell'alunno a documentazione dell'intero periodo della scuola primaria. Aconclusione del ciclo una copia del CD viene dato alla famiglia. La sequenza delle 10 pre-

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

sentazioni del CD costituisce un'eloquente documentazione del lavoro formativo svolto. La visita della scuola ci ha permesso di farci un'idea delle attività multimediali svolte

nelle classi. Si sente però la necessità di vedere come le stesse classi svolgono le tradizio-nali attività di ambito umanistico e di ambito scientifico. Quando l'indomani si torna nellestesse classi, l'impressione che se ne riceve è al tempo stesso stridente e familiare. In unaclasse si fanno i pensierini sulle vacanze; in un'altra il tema sull'autunno; in un'altra eserci-zi di grammatica, in un'altra interrogazioni di storia, in un'altra un problema con un'equiva-lenza e due operazioni, in un'altra si studia il Piemonte, nell'ultima classe, invece, la mae-stra sta facendo una lezione di scienze collegata all'alimentazione mediterranea, che costi-tuisce l'area tematica di ricerca comune a tutte le classi. Per contrasto con le attività multi-mediali, quelle tradizionali, di ambito umanistico e scientifico, acquistano all'improvviso unavalenza rivelatrice sorprendente, al tempo stesso storica e magica. Ci si rende conto diavere a che fare con veri e propri riti o giochi testuali, formalizzati da secoli e rimasti sostan-zialmente integri ed attuali, malgrado tutte le psicologie dell'apprendimento e dell'insegna-mento e tutti gli accanimenti didattici di tipo scientifico, epistemologico, metacognitivo, psi-canalitico degli ultimi anni. La pratica curriculare della presentazione su scena, su carta esu schermo, rinnova la scuola lasciandola antica: dà nuovo rilievo e nuova dignità allelezioni frontali, tanto vituperate e tanto necessarie, e alla pratica dei temi, dei problemi,delle interrogazioni e degli esami, che un'incerta e approssimativa pedagogia dell'innova-zione ha volutamente snaturato. Questo fatto rassicura tutti: alunni, insegnanti, genitori,amministratori scolastici, la nostra coscienza storica che vede la scuola come una istituzio-ne sacra, al pari della chiesa e della famiglia. Di converso, la presentazione si pone comecompensazione formativa e culturale, come sintesi attiva, comunicativa, creativa, evolutivae spettacolare delle tradizionali pratiche didattiche della Cultura Umanistica e della CulturaScientifica: tema, problema, ricerca, interrogazione, esami, lezioni, ecc… Tutti gli insegnan-ti la possono far fare, anche quelli di ambito umanistico e scientifico. L'organizzazione inter-na varia da un anno all'altro ed è bene che tutti sappiano essere bravi insegnanti alfame-diali.

Le condizioni di partenza

II 2° Circolo Didattico di Erice - Trentapiedi, nell’anno scolastico 1973-74 comprendequattro plessi scolastici: un edificio centrale incompleto e tre plessi allocati in appartamen-ti di civile abitazione e in garages. Vi funzionano 53 classi normali, di cui la metà al turnopomeridiano, e nove classi speciali. La popolazione scolastica proviene dai rioni più popo-lari della periferia urbana di Trapani e dipende amministrativamente dai Comuni di Erice ePaceco. Gli alunni appartengono prevalentemente al sottoproletariato urbano e al ceto ope-raio ed impiegatizio con elevati livelli di disoccupazione e di analfabetismo.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La storia illustrata

La produzione culturale a.s. 1973-74

La scuola avvia la produzione di pannelli e cartelloni illustrati (uno per classe) per alle-stire una mostra sull'ecologia. Per l’occasione stampa a ciclostile in 300 copie un fascicolomonografico di 66 pagine dal titolo L'ecologia a scuola - esperienze didattiche. Dopo lamostra gli insegnanti girano nelle classi per illustrare i pannelli e i cartelloni fatti assiemealla classe.

La produzione a stampaa.s. 1974-75

È l'anno della riproduzione a stampa: la scuola acquista un ciclostile, un incisore elet-tronico ed un fotocopiatore per la duplicazione diretta dei materiali prodotti dalle classi. Ladisponibilità delle apparecchiature diffonde nella scuola un senso di forza e di libertà maisperimentato prima. Si può stampare tutto quello che si vuole. A fine anno si stampa in 250copie un fascicolo monografico dal titolo Le celebrazioni scolastiche. Gli argomenti trattatisono: XXII Giornata Europea; 1975 Anno mondiale dell’architettura; II Giornata ecologica;Giornata della sicurezza; XXX Anniversario della Resistenza; Settimana dell’informazione;25° Anniversario della dichiarazione dei diritti dell’uomo.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Classi e laboratoria.s. 1975-76

La scuola attiva 5 laboratori che funzionano in orario antimeridiano, parallelamentealle classi. I laboratori sono: stampa per la produzione del giornalino scolastico, audiovisi-vi, biblioteca, ceramica, giardinaggio. L’entusiasmo suscitato negli alunni è davvero alto.Periodicamente escono dalle aule per recarsi nei laboratori dove incontrano compagni dialtre classi per lavorare assieme e produrre qualcosa. La struttura organizzativa a classi elaboratori dà risultati educativi sorprendenti sia sugli alunni delle classi normali sia in quel-li delle classi speciali, tre delle quali vengono soppresse.

La sperimentazione impossibilea.s. 1976-77

Forte dei risultati dell’anno precedente, la scuola chiede al Ministero (ex Art. 3 DPR419/74) l'autorizzazione (sempre rimandata) al funzionamento di 12 laboratori in orario anti-meridiano. Nell’attesa si predispone la struttura laboratoriale. Il 24 giugno 1977 viene inau-gurato lo studio televisivo della scuola con un convegno sull'uso didattico della televisione.Relaziona la professoressa Evelina Tarroni dell'Università di Roma, che lascia un’improntaindelebile nel progetto sperimentale della scuola.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Linguaggi illustrati ed audiovisivia.s. 1977 - 78

L'attività di sperimentazione,autorizzata dal MPI, avvia l'alfabetizzazione multimedia-le degli insegnati e degli alunni attraverso la produzione settimanale del Giornalino diTrentapiedi e del telegiornale diffuso a circuito chiuso. È promosso un corso di formazionesulla stampa e la televisione, frequentato da più di 100 insegnanti provenienti da tutta laprovincia.

Incisioneelettronicadelle matrici

Dattiloscritturadei testi

Stampaserigraficadei manifesti

Stampa aciclostile del

giornalino

Controllo dellacomposizione

con il tirabozze

Servizifotograficiin esterna

Monitor disala regia

Registrazionee montaggio

video

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Il Centro Multimedia di Trentapiedia.s. 1979-80

Il Centro Multimedia di Trentapiedi funziona a pieno regime. La produzione a stampae in video migliora di qualità. Le 10 scuole consorziate modellano il curriculo in funzione delnuovo modello produttivo-fruitivo. La scuola chiede il riconoscimento ministeriale di scuolasperimentale. Si vive l’euforia del gioco-lavoro-produzione-riproduzione-diffusione-fruizionedi materiali, a stampa e in video, fatti in proprio.

Manifesti, giornalini e videoa.s. 1978-79

La struttura laboratoriale trasformala scuola in un’agenzia multimediale. Ilsistema integrato di produzione culturaleprevede che le classi realizzino collages,menabò e strisce audiovisive da trasfor-mare nei laboratori in manifesti serigraficia 5 colori, Giornalini di Trentapiedi, videotrasmessi da un’emittente televisiva loca-le alle scuole e alle famiglie. La scuolaorganizza un convegno su Scuola eMezzi di Comunicazione di Massa.

Il monoscopio dei video di Trentapiedi

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Lo studio televisivo della Scuola Alfamediale di Trentapiedi del 2° Circolo Didattico di Erice nell’a.s. 1977-78

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La scuola proibitaa.s. 1980-81

Il Ministero della Pubblica Istruzione non autorizza la prosecuzione delle attività disperimentazione e boccia la richiesta di riconoscimento di scuola sperimentale. Vengonochiusi i 12 laboratori funzionanti e dall'assetto organizzativo a classi e laboratori si ritornamalinconicamente al vecchio assetto delle classi chiuse e del maestro unico. I genitori fir-mano una petizione al Ministero (3.000 firme) per la prosecuzione della sperimentazione,ma non c’è niente da fare. La scuola organizza un convegno presso la Facoltà di Magisterodi Palermo dal polemico titolo: La Scuola Proibita.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Il ritorno forzato al sistema tradizionalecomporta la perdita delle competenze linguisti-che e tecnologiche acquisite dagli insegnanti.Per scongiurare questo pericolo si chiede adalcuni insegnanti di continuare la realizzazionedel Giornalino di Trentapiedi. Una sottoscrizio-ne dei genitori ed un finanziamento delComune di Erice permettono l'acquisto di cartaed inchiostri e la continuazione della stampa.Dalla periodicità settimanale e bisettimanale sipassa a quella mensile. Ecco, a fianco, il primonumero de Il Giornalino di Trentapiedi, stampa-to il 21-1-1976, il primo di una lunga serie, circa200 numeri, per un totale complessivo di quasimezzo milione di copie.

I manifesti serigraficia.s. 1982-83

Grazie a nuovi finanziamenti comunali è possibile stampare in un laboratorio cittadi-no anche il manifesto serigrafico ad otto colori 50x70 cm. Giornalino e manifesto trattanolo stesso argomento con linguaggi diversi. Le pagine illustrate in bianco e nero del primoinsegnano a bilanciare testo grafico e testo verbale; nel secondo, invece, l’immagine pre-vale sulla parola. I manifesti vengono spediti ad altre scuole, affissi nelle aule, nei negozidei rioni, nelle stanze degli alunni. Diversamente dal giornalino e dal video, il manifesto nonfinisce mai di inviare messaggi e suggestioni a chi lo vede.

Il Giornali di Trentapiedia.s. 1981-82

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

10 anni di sperimentazionea.s. 1983-84

La qualità culturale e grafica della produzione su carta (giornalini e manifesti) eviden-ziano al Comitato di redazione, formato a turno da tutti gli insegnanti, che raccoglie ed esa-mina i menabò e i collages arrivati dalle classi, due problemi sottovalutati nella scuola dellascrittura a mano: il misterioso e sorprendente problema dell’integrazione culturale e grafi-ca di testo di linguaggi diversi (scritto e grafico) e il problema didattico-comunicativo dellaredazione-edizione destinata alla stessa scuola. S’impara che s’impara producendo. Nellascuola incomincia a circolare sempre di più la parola “multimediale”, che magicamente dàsenso a quello che stiamo facendo. A fine anno si festeggia il decennale della sperimenta-zione. Viene stampato l’opuscolo di 48 pagine “1974-1984. Dieci anni di sperimentazionesui multimedia”.

I Nuovi Programmi a Trentapiedia.s. 1984-85

Con l’entrata in vigore dei nuovi Programmi Ministeriali s’accentua il carattere scien-tifico del curricolo scolastico in contrasto con l’indirizzo multimediale e a “classi e labora-tori” sviluppato dalla scuola. Per quanto è possibile gli “ambiti disciplinari” vengono inter-pretati come “ambiti linguistici” e le tre “educazioni” - movimento, suono, immagine - comelinguaggi non verbali (si usa ancora questa denominazione) da integrare con i linguaggiverbali.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Lo studio del territorioa.s. 1985-86

L’impossibilità di sperimentare non distoglie la scuola dall’attività di produrre. Duran-te l’anno si producono alcuni giornalini su Erice, un paese montano sopra Trapani, intattonella sua struttura medievale, con bellissimi paesaggi, con una storia millenaria ed un inte-resse culturale di prima grandezza. I giornalini, distribuiti a tutti gli alunni di 2° ciclo permet-tono l’introduzione nel curricolo dello studio del territorio.

Il libro di Ericea.s. 1986-87

Dai tre giornalini su Erice la scuola ricava il suo primo libro didattico, intitolato, appun-to, Il Libro di Erice. Alla fine dell’anno si stampano 3000 copie deI libro, che raccoglie 150pagine a colori ricche di testi originali e di illustrazioni suggestive. Il libro, distribuito gratui-tamente agli alunni del 2° ciclo per lo studio del territorio, è più volte ristampato per una tira-tura complessiva di 20.000 copie.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Erice in videoa.s. 1987-88

Molte pagine del libro su Erice diventano spettacolo di fine anno e video ambientatonei luoghi evocati. Erice in movimento, musica, immagine e parole mantiene alta e raffor-za la comprensione del linguaggio televisivo. Ci si convince sempre di più che il linguaggioaudiovisivo della televisione ha un potere formativo immenso: bisogna solo piegarlo didat-ticamente con semplici ed ordinarie attività curricolari alle esigenze di una nuova “alfabe-tizzazione”.

Il libro del territorioa.s. 1988-89

Sul modello de Il Libro di Erice si produce Il libro del Territorio, 220 pagine a colori contesti ed illustrazioni elaborate da tutte le Scuole Elementari della Provincia di Trapani. Illibro, ristampato più volte (33.000 copie), è distribuito gratuitamente a tutti gli alunni del 2°ciclo delle scuole elementari della Provincia per lo studio del territorio. L’ultima ristampariporta la traduzione in inglese e in arabo.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Generi e percorsi televisivia.s. 1989-90

La scuola e le classi sperimentano nuovi generi e percorsi televisivi. Oltre al docu-mentario, al cartone animato, al telegiornale, si approfondisce la tecnica testuale della tra-sposizione dei racconti di Giufà in video. Ecco i passaggi: il testo narrativo diventa testorecitativo e poi testo visivo con disegni colorati ed azioni sceniche, poi testo audiovisivo edinfine vero e proprio testo televisivo.

Analogico e digitalea.s. 1990-91

La cultura informatica entra a scuola nelle forme di un computer Amiga 2000. Si tentaqualche avance per far parlare il nuovo “amigo”, ma ci si rende subito conto che bisognainiziare ancora una volta d’accapo. Si avviano esercizi di videolettura e di videografica nellaprospettiva di imparare ed insegnare a leggere, scrivere, riprodurre ed ibridare tutti i lin-guaggi in digitale.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La ripresa della sperimentazionea.s. 1991-92

Riprende la sperimentazione autorizzata dal Ministero. La sperimentazione però è acosto zero perché la Regione Siciliana, che ha competenza esclusiva in materia, non hafondi. Inoltre, il Ministero non dà insegnanti per i laboratori. In qualche modo bisogna fare.Si attivano il Centro Stampa, lo Studio Televisivo (dopo tredici anni di chiusura), l’Aula Multi-mediale. In essi ruotano le classi per l’alfabetizzazione sui linguaggi tecnologici della stam-pa illustrata e dell’audiovisivo, in forma analogica e digitale.

La lettoscrittura comunicativaa.s. 1992-93

Si avvia il piano generalizzato dello studio multimediale delle classi attraverso la let-toscrittura comunicativa. Ogni alunno deve saper tradurre temi e ricerche in menabò conun titolo, un disegno e un testo verbale e deve saperlo leggere davanti ad una telecamera.La lettoscrittura comunicativa introduce alla lingua dei media ed è il passaggio obbligatoper fare stampa illustrata e televisione.

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L’alfabeto e i mediaa.s. 1993-94

Le convinzioni pedagogiche maturate in tanti anni di sperimentazione sollecitano unaverifica pubblica ed autorevole. Nell’aprile del 1993 si organizza, al Centro “Ettore Maiora-na” di Erice, un convegno di quattro giorni sul tema “L’ALFABETO E I MEDIA verso la scuo-la multimediale. Come sarà lascuola del prossimo millennio?“Nessuno dei relatori dà una rispo-sta precisa. È sicuro però che biso-gnerà fare i conti con la trimillenariacultura dell’alfabeto e con la dila-gante cultura dei media, televisionein particolare.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La pedagogia della “presentazione”a.s. 1994-95

Prende corpo e si definisce la pedagogia della presentazione su scena, su carta, suschermo che sta alla base della sperimentazione di Trentapiedi. I linguaggi umani sonoconsiderati “gli utensili” del pensiero, della cultura e della comunicazione, inesauribili sor-genti testuali. Le civilizzazioni umane e le fasi di sviluppo individuale, sociale e storico nonsono altro che passaggi mentali e simbolici dal sistema dei linguaggi integrati (multimedia-li) della scena (movimento, suono, immagine, parola parlata) a quello illustrato della carta(parlata scritta-stampata, immagine) a quello audiovisivo dello schermo, che comprende ilinguaggi integrati della scena e della carta. (cinema, televisione, computer, internet...).

sopra: Polo Universitario di Trapanisotto: Centro “E. Maiorana” di Erice

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Nelle classi si stabilizza l’uso dell’unità mobile televisiva e della presentazione su schermo,come sviluppo della presentazione su carta (menabò personale e giornalino collettivo).

È opportuno soffermarsi brevemente sulla natura pedagogica e sulla qualità formati-va della presentazione per cogliere la portata innovativa della proposta metodologica dellaScuola Alfamediale o delle Tre Culture. Umanistica, Scientifica, Multimediale.

La presentazione é la principale esperienza formativa e il compito scolastico specifi-co della Cultura Multimediale. Essa è diversa dal tema, problema, ricerca, disegno, inter-rogazione Consta di un video di qualche minuto, più o meno complesso, secondo l’ordinee il grado di scuola. Nella sua forma elementare comprende: un titolo di testa, lo studenteche parla davanti alla videocamera facendo riferimento ad una o più illustrazioni (disegnocolorato, cartellone, grafico) in insert o chomakey, una frase musicale di apertura o di chiu-sura. La presentazione é “uno spettacolo” diretto ad un pubblico illimitato di spettatori giu-dicanti (compagni di classe, di scuola, di altre scuole, insegnanti, genitori, comunità di quar-tiere...). Può essere anche la breve narrazione di un fatto significativo, la recitazione di unbrano poetico o letterario, l’intervista ad un esperto . La presentazione richiede l’uso di tuttii linguaggi del Corpo (movimento, suono, immagine) e della Parola (parlata, scritta, stam-pata), integrati davanti all’obiettivo della videocamera. È sempre preceduta dall’elaborazio-ne e riflessione su carta (story board). Per questo motivo opera un intervento analitico-cri-tico-riflessivo sui linguaggi artistico intuitivi (analogici e sintetici) ed un intervento artistico-intuitivo sui linguaggi analitico-critico-riflessivi La presentazione é spettacolo del viso, delgesto, della voce, della postura, della presenza, in una parola della corporeità come prima-rio sistema simbolico-culturale.degli uomini. Relativamente ai linguaggi della Parola la pre-sentazione é spettacolo di “oralità secondaria” diretta, chiara, calda e di grafica delle scrit-te in essa riportate. Relativamente ai linguaggi dell’illustrazione è spettacolo visivo diforma-contenuto, figura-sfondo, inquadratura-ripresa, montaggio-inserimento. La presenta-zione combina intenzionalmente interdisciplinarietà dei contenuti e multimedialità dei lin-guaggi. Essa si avvale di materiali mediatici disponibili in grande quantità nella scuola: lacorporeità dell’alunno, la cultura orale, scritta e stampata della parola, la scrittura analogi-ca del disegno. Infine, impone lo studio distinto ed integrato (monomediale e multimediale)di: Educazione Motoria, Sonora, Visiva, Artistica, Informatica, Tecnologia e Italiano comu-nicativo dei media (manifesto, giornale, televisione, internet...). La presentazione è valuta-ta distinguendo la qualità dell’integrazione culturale dei contenuti e la qualità dell’integra-zione spettacolare dei linguaggi La valutazione da 6 a 10 assicura la fruibilità culturale delmessaggio prodotto (qualità redazionale-editoriale). La presentazione su schermo costitui-sce un eccezionale documento scolastico: attesta sinteticamente e significativamente laqualità della maturità raggiunta dallo studente, la sua personalità, le sue competenze.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Le Tre Culturea.s. 1995-96

L’anno scolastico si apre con il convegno nazionale su Le Tre Culture: umanistica,scientifica, multimediale (30-31 ottobre 1995, Centro di Cultura Scientifica “EttoreMaiorana” di Erice). Un grande evento a cui partecipano autorevoli ed insigni studiosi eduomini di cultura, attirati sicuramente dal titolo forte e deciso. Sotto si riporta un momentodel convegno e la copertina degli atti (pagine 385).

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La Scuola Alfamediale o delle TreCulture ormai è tracciata. Il neologismo“alfamedialità” acquista un significatosempre più profondo ed articolato nellacoscienza professionale degli insegnantidi Trentapiedi. All’esterno il termine susci-ta interesse e suggestione: esprime novi-tà e tradizione, tecnologia e manualità,continuità-ampliamento-alternativitàpedagogica alla Scuola Alfabetica.Rassicura ed incuriosisce più di “multime-dialità”. La denominazione “ScuolaAlfamediale” entra nel lessico pedagogicodi altre scuole, degli ambienti universitaried informativi. Viene aperto un sito web di25 pagine presso la Biblioteca diDcocumentazione Pedagogica di Firenze.

La documentazione su carta e su schermoa.s. 1997-98

Il video dimostrativo su La scuola alfamediale offre la sintesi più eloquente del lavorodella scuola. Diventa lo strumento più diretto e persuasivo del concetto di alfamedialità. Purtuttavia, anche se le cose si vedono e si sentono ed alunni ed insegnanti danno testimo-nianza del valore formativo delle attività multimediali, si avverte il bisogno di illustrare sem-pre di più e meglio il senso della nuova scuola. Rimane, infatti, una certa difficoltà a capir-ne il senso pedagogico e curricolare, anche se tutti dicono che il progetto è bello e che fun-ziona. L’osservazione più ricorrente è: “ma come io posso attuarlo nella mia scuola?” Aquesto punto il dialogo si complica e si rimanda ad altri incontri.

La Scuola Alfamediale a.s. 1996-97

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Il percorso alfamedialea.s. 1998-99

Fissate le aree tematiche, si chiede alle classi di trasporre temi e ricerche in pagineillustrate e giornalini, questi ultimi in video ed entrambi in ipermedia. Con lo stesso conte-nuto culturale le classi attraversano tutti i linguaggi umani superiori: l’alfabeto, la stampa,la televisione, la multimedialità on-line e off-line. La produzione di materiali su carta e suschermo aumenta rapidamente in quantità e qualità. La scuola documenta l’intero percor-so in un CD-Rom dal titolo La scuola alfamediale.

L’istituzionalizzazione del modelloa.s. 1999-2000

È l’anno della istituzionalizzazione della Scuola Alfamediale, della conversione degliambiti disciplinari in ambiti culturali (umanistico, scientifico, multimediale), della riqualifica-zione professionale degli insegnanti di modulo che hanno optato per l’ambito multimedia-le, della definizione puntuale nel POF, dei percorsi didattici definiti, dei criteri di valutazio-ne. Relativamente a quest’ultimo punto restano e si rafforzano le tradizionali prove mono-mediali del tema, del problema e dell’interrogazione orale, a cui si aggiungono la paginaillustrata, la sua lettura comunicativa davanti alla telecamera e la sua trasposizione in pre-sentazione su schermo con insert e chromakey. Le tre prove multimediali sono accettatedagli insegnanti e trovano una naturale e piacevole accoglienza da parte degli alunni.

Il Sole 24 Ore

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Il sito weba.s. 2000-01

La scuola promuove un seminario nazionale su La Scuola Alfamediale ed allestisce ilsito web www.scuolatrentapiedi.it. Il sito web dà una visibilità maggiore dei libri di documen-tazione finora prodotti. Il modello della Scuola Alfamediale incomincia a fare il giro delmondo: è presentato a Filadelfia in USA e in diverse città italiane (Pisa, Palermo, Roma…),entro l’anno scolastico sarà presentato a Glasgow in Scozia e a Girona, Barcellona eSiviglia in Spagna.

RAI3

RAI3

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La redazione-edizione a.s. 2001-02

Con la metodologia della presentazione, quale attività di scrittura multimediale suscena, su carta, su schermo, prende sempre più consistenza l’attività di redazione-edizio-ne multimediale. L’attività scenica, illustrata ed audiovisiva pone a tutti il problema dellospettacolo, quale primaria ed eterna attività di pensiero, di cultura, di comunicazione e diformazione. La pratica generalizzata della redazione-edizione fa entrare a scuola, a pienotitolo, la Cultura Multimediale come spettacolo. La parola “spettacolo” e l’attività di spetta-colo non suscitano più sospetto, turbamento e senso di perdita di tempo nella coscienzaprofessionale degli insegnanti.

(Musica) (Musica e animazione)Le divinità tendono mille insi-die ad Ulisse e ai suoi com-pagni.

Per l’astuzia del cavallo,Nettuno, dio del mare, scon-volge le acque con ondealtissime.

Eolo, dio dei venti, soffia daogni parte venti impetuosi

che fanno sbandare la navee perdere la rotta.

Zeus, anche Zeus, scaglia

fulmini e saette, mettendo ilmare in tempesta.

Ulisse, nonostante i continuinaufragi, resiste,

ma con gravi perdite di mari-nai e navi.

DALL’ODISSEA

Sempre in mezzo al mare

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Immagini tratte dalle trasposizioni in video delle 144 pagine del libro

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Immagini tratte dalle trasposizioni in video delle 144 pagine del libro

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Lo studio dei classicia.s. 2002-03

La pratica ordinaria della presentazione su scena, su carta, su schermo e della reda-zione-edizione multimediale permette alle classi di produrre una gran quantità di materialea stampa e in video sui classici: da Omero a Virgilio, Dante, Boccaccio, Ariosto, Manzoni,Pirandello, Calvino. A questo punto la scuola si trasforma davvero in un centro di redazio-ne-edizione di qualità. Il libro dei Classici, 144 pagine illustrate, e Il Video dei Classici, 130minuti di spettacolo audiovisivo, costituiscono forse il primo e compiuto esempio di ideazio-ne e di trasposizione a scuola di un intero libro in spettacolo televisivo.Il libro e il video per-mettono tuttora di svolgere un vero e proprio corso di letteratura nelle ultime tre classi dellascuola primaria.e in alcune classi della scuola secondaria di primo grado. Il video è statotrasmesso più volte da un’emittente televisiva locale.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Per fare proprie le indicazioni della RiformaMoratti bisogna immediatamente smontare ilmodello organizzativo a tre insegnanti e portarlo adue: l’insegnante prevalente o di classe prendel’ambito umanistico e multimediale, l’insegnante ascavalco in due classi prende l’ambito scientifico.Gli insegnanti capiscono, scelgono, si adeguano esi fanno l’ennesimo corso di formazione multime-diale per mettere tutti nelle migliori condizioni dilavoro. Il portfolio è fatto con le presentazioni illu-strate ed audiovisive. L’esame di quinta, che laRiforma vuole abolire, è sostituito da una provacollettiva di tutte le classi di quinta che nell’ultimomese di scuola devono redigere ed editare unospettacolo scenico pubblico, un giornalino illustratoe un video da diffondere on-line e off-line.

La difficile transizionea.s. 2004-05

È l’ultimo anno di direzione a Trentapiedi (il 31°) di Tullio Sirchia. La preoccupazio-ne principale è quella d’immunizzare la scuola contro gli immancabili ed altalenanti scon-volgimenti della pedagogia ministeriale. Quasi tutto ora dipende dagli insegnanti la cuisituazione è la seguente: il 34% sostiene con convinzione ed entusiasmo il modello alfa-mediale, il 33% si dimostra disponibile, ma senza particolare impegno, il 33% è formato datradizionalisti che aspettano di avere più spazio per far sentire la propria voce. Un ruolodecisivo per il mantenimento e il consolidamento del modello hanno i genitori che hannoiscritto i propri figli nella scuola di Trentapiedi, appunto, per la proposta alfamediale. La piùgrossa incognita è il dirigente che verrà. Che ne può sapere di alfamedialità?

La riforma Morattia.s. 2003-04

Donna Moderna

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La Rete Scuole Alfamediali RSAa.s. 2005-06

Diverse vicende interne hanno fatto diventare Trentapiedi, più o meno, come le scuo-le che nel frattempo hanno attivato l’indirizzo alfamediale. Due iniziative pubbliche, già pro-grammate e deliberate l’anno precedente, ma attuate nel nuovo anno scolastico, permet-tono di tenere alto l’interesse. Nella rassegna-convegno sono invitati i responsabili dellaMedia Education Italiana, l’associazione che da dieci anni promuove l’educazione ai media,con i media, per i media. Grande successo riscuote nel frattempo il ciclo di nove trasmis-sioni televisive dell’emittente locale tratte da Il Video dei Classici. 30 minuti di spettacolo asettimana fatto da alunni, con commento in studio degli stessi alunni con genitori ed inse-gnanti lasciano intuire che può esistere un altro tipo di televisione per i ragazzi: non solodavanti allo schermo, ma anche dentro lo schermo. Il 19 luglio 2006 sette scuole (tre diErice, una di Marsala, una di Palermo e due liguri) stipulano la convenzione della ReteScuole Alfamediali RSA.

RETE SCUOLE ALFAMEDIALI

GUIDA ALLA SCUOLA ALFAMEDIALE

Insegnare a leggere, scrivere e pensarecon l’alfabeto e l’audiovisivo.

TULLIO SIRCHIA

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Ins. Caterina Fazio, D.S. Alessandra Calza, Tullio Sirchia,D.S. Margherita Ciotta, Ins. Colomba Tirari, D.S. Stella Bica

Il sito della Rete www.scuolealfamediali.net (in fase di completamento) comprendediversi video di documentazione che illustrano la storia, lo sviluppo, la teoria, le attività, gli attidella Scuola Alfamediale.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La RSA incontra l’Universitàa.s. 2006-07

La Rete stampa e diffonde il libro Guida alla Scuola Alfamediale, leggere, scrivere,pensare con l’alfabeto e l’audiovisivo. La tesi pedagogica è semplice e chiara: I cinquemiliardi di alfabetizzati del mondo sanno solo leggere in audiovisivo e solo pochi milioni losanno pure scrivere. Bisogna ora “alfamedializzare” sia gli analfabeti sia gli alfabetizzati. Illibro arriva alle Università dove suscita un buon interesse, quanto basta per far conoscerela Scuola Alfamediale nell’ambiente ed intaccare consintesi multimediali la pedagogiaaccademica delle analisi e delle ricerche scientifiche. Le scuole della RSA arrivano a 12.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La RSA incontra la Politicaa.s. 2007-08

Alle ultime elezioni amministrative il candidato sindaco di centrosinistra di Palermoprogetta l’adozione del modello alfamediale per la riqualificazione formativa del sistemascolastico della città. Perde le elezioni e la cosa finisce lì. Il modello lo adotta il Comune diErice (10 scuole di ogni ordine e grado) sia con il sindaco di centrodestra, sia con il suc-cessivo di centrosinistra. Erice è il primo Comune alfamediale d’Italia. Il sindaco di centro-destra di Valderice lo ha già inserito nel suo programma di governo. La Regione Sicilianatuttora resiste, ma per quanto? Intanto, le scuole della RSA passano a 17.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La RSA incontra il Ministeroa.s. 2008-09

Le scuole della RSA sono 20. I problemi della globalizzazione, recessione, crisi disistema della scuola e di tutte le tradizionali agenzie sociali, produttive e formative sonoormai sotto gli occhi di tutti. Solo il cinema, la televisione, internet, il videofonino vannobene. In questo contesto la Scuola Alfamediale appare come una risorsa istituzionale pre-ziosa per affrontare, superare ed orientare la mutazione antropologica in corso. Il trimille-nario PENSIERO UMANISTICO e il trisecolare PENSIERO SCIENTIFICO, espressioni for-mative delle Due Culture, si dimostrano necessari, ma non più sufficienti al nuovo tempostorico. Sembra proprio che il vero grimaldello per entrare nel millennio e formare la menteglobale sia proprio il PENSIERO MULTIMEDIALE della Terza Cultura. Con il terzo millen-nio tutto ricomincia da tre. Ecco il logo e l’ultima pubblicazione della Rete Didattica dellaComunicazione Didattica, con cui la RSA organizza il convegno di Erice del 16-17 aprile2009. Presiede e coordina i lavori un rappresentante del MIUR.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Erice Vetta, Centro Sales, 16-17 aprile 2009

Il PENSIERO MULTIMEDIALEcomunicazione didattica e curricolo alfamediale

Il seminario-convegno si rivolge a docenti e dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado, operatori cul-turali, responsabili politici, mondo dello spettacolo. Nasce della necessità che la scuola dia una forte rispo-sta formativa ai processi di riambientazione antropologica indotti nella società complessa dalla culturamultimediale; dall’esigenza di un confronto attivo fra Rete Didattica della Comunicazione Didattica (95scuole) e Rete Scuole Alfamediali (20 scuole) circa l’introduzione della multimedialità nel curricolo sco-lastico; dalla valutazione critica di quello che si sta facendo in Italia e nel mondo; dall’opportunità di defi-nire ampie ed unitarie strategie istituzionali d’intervento.

GIOVEDÌ 16 APRILE

Ore 9.00 saluti: Giacomo Tranchida Sindaco di EriceGirolamo Turano Presidente della Provincia di TrapaniMarco Anello Ufficio Scolastico di TrapaniGiovanni Pontara Ufficio Scolastico di Verona

Ore 9.15 apertura dei lavori presiede Luciano Chiappetta(Direttore Generale per il Personale Scolastico Miur)

Ore 9.45 Derrick de Kerckhove Intelligenza connettiva e pensiero multimedialeOre10.45 Tullio Sirchia La Rete Scuole Alfamediali: modello e metodologia

Ore 12.15 Francesco Butturini Didattica e comunicazione multimediali nella scuola

Ore 12.45 Michele Tortorici La multimedialità nella scuola italiana ed europea

—————————— Ore 13.30 pausa pranzo —————————

Ore 15.30 Margherita Ciotta Esperienze alfamediali, attuazione del modello, formazione dei docenti

Ore 16,30 Maurizio Compagni, Gaetano Miglioranzi, Angela Mondello, Eleonora Chiozzini:Modelli ed esperienze di didattica e comunicazione multimediali

Ore 18.30 -19.30 Dibattito e conclusioni della giornata

VENERDÌ 17 APRILE

Valutazione complessiva e prospettive di sviluppo

Ore 9.00 Alberto Marinelli Università La Sapienza di RomaOre 9.45 Alberto Parola Università di TorinoOre 10.30 Roberto Trinchero Università di TorinoOre 11.15 Gianna Cappello Università di Palermo

Ore 12.00 Tullio Sirchia, Francesco Butturini, Michele TortoriciConclusioni pedagogiche e proposte collaborative.

Ore 13.00 Luciano Chiappetta Chiusura dei lavori

Direzione del convegno-seminario Francesco Butturini - Segreteria Margherita CiottaScuola “A. De Stefano” Via Fratelli Aiuto, 16 91016 Erice (TP)

Tel. +39.0923567677 Cell. +39. 333. 4363048 [email protected]

Rete Scuole

Alfamediali

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

La RSA incontra il futuroa.s. 2009-10-11…

Cosa riserveranno gli anni venturi? È difficile dirlo. Ci si augura, innanzitutto, che sidiffonda sempre più il termine e il senso della parola alfamediale, quale incontro e fusionedella millenaria cultura dell’alfabeto (stampa compresa) e della recente cultura dei multime-dia. Ci si augura che la nuova parola allarghi naturalmente la sua portata semantica ai con-cetti derivati e precisamente: Tre Culture umanistica, scientifica, multimediale quali potentisistemi simbolico-culturali presenti nella società contemporanea, ma non ancora nellascuola per quanto riguarda l’ultima, la Terza Cultura; pensiero multimediale quale strumen-to generato e generatore della Cultura Multimediale; scena, carta, schermo quali uniciambienti della multimedialità: originaria della presenza, illustrata della carta e audiovisivadello schermo; spettacolo come sinonimo di antica e nuova multimedialità e dunque comela più umana forma di conoscenza, comunicazione, pensiero; Scenica, Grafica, Schermicaquali materie di base della Cultura Multimediale; presentazione su scena, su carta, suschermo quale basilare didattica della scrittura multimediale; redazione-edizione multime-diale quale acquisita capacità della scuola di produrre, riprodurre e diffondere cultura fattain proprio: milioni di insegnanti e studenti che producono cultura per loro e il Paese.

La diffusione della visione alfamediale della scuola è strettamente legata alla ripresadi un ampio dibattito pedagogico finora asfittico e fuorviante. Ciò può avvenire attraversol’allargamento della Rete Scuole Alfamediali (ancora ad appena 20 scuole associate); attra-verso il confronto con altre reti impegnate nell’introduzione della multimedialità nel currico-lo scolastico come è avvenuto l’anno scorso ad Erice con la rete Didattica dellaComunicazione Didattica ; attraverso associazioni come Il MED, Media Education attiva dacirca un trentennio nei Paesi anglofoni e da un decennio anche in Italia; attraversol’Università che recentemente ha scoperto il linguaggio televisivo e ha istituito, qua e là, laFacoltà di Televisione; attraverso la Politica che sulla scuola oscilla tra ritorno al passato eal tempo stesso ricerca di futuro. In altri termini, alla scuola si chiede di diventare “un anfi-bio con le ali”, capace, cioé, di stare sott’acqua, sulla terra e di volare in cielo. Poche voltenella storia del mondo sono avvenute queste metamorfosi antropologico-istituzionali, que-ste mutazioni di ricivilizzazione genetico-linguistica. Quella attualmente in corso è di porta-ta siderale perchè troppo veloce troppo destabilizzante, troppo imprevedibile. Da essa c’ed’aspettarsi di tutto, come è facile constatare guardandoci attorno. La Scuola Alfamedialenon può fare naturalmente tutto, ma qualcosa sì, nel tempo lungo della formazione. Ecco,bisogna fare in modo che, da subito, le nuove generazioni vengano tenute sott’acqua, ven-gano fatte strisciare e camminare sulle terre emerse, vengano spinte con forza nell’aere.Proprio quest’imminenza che non si rivela, ma lascia trasparire piccoli indizi, fa della ScuolaAlfamediale una scommessa avvincente. Bisogna avere soprattutto molta fiducia negliuomini di scuola e in particolare in quel 15% di insegnanti che per passione e missione fafunzionare l’intera struttura. A questo 15% possiamo aggiungere un altro 25% di insegnan-ti che chiede ed aspetta soltanto di dare un senso concreto, semplice e chiaro al loro lavo-ro del “fare scuola”. In mancanza si stanca subito e va in pensione, dimenticando studen-ti, colleghi, impegno.

Gli anni venturi devono essere autopropulsivi e non più pioneristici. Con l’ultimo con-vegno di Erice, a cui erano presenti alti funzionari del Ministero ed insigni docenti universi-tari, si è chiuso sicuramente il ciclo dello svezzamento ed é iniziato quello della ricercaautonoma del cibo.

Ma vediamo come è iniziata l’avventura alfamediale, come è nata e cresciuta peda-gogicamente nel susseguirsi vertiginoso delle tecnologie dello schermo.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Leggere, scrivere, pensare in audiovisivo

La Scuola Alfamediale nasce nel 2° Circolo Didattico di Erice-Trentapiedi TP. Speri-mentazione ed istituzionalizzazione si sviluppano in più di trent’anni (1974-2005). I momen-ti salienti della storia sono cinque: la meraviglia della televisione, la potenza del computer,i linguaggi integrati Corpo-Parola e l’Audiovisivo, l’istituzionalizzazione del modello, la Retedelle Scuole Alfamediali (RSA).

La meraviglia della televisione

Dopo circa due anni di produzione di giornalini stampati a ciclostile, nel 1976 la scuo-la riceve dalla Regione Siciliana un ministudio televisivo: due telecamere in bianco e nero,un mixer video a due canali, un mixer audio, un videoregistratore da ½ pollice, un televiso-re per classe, un collegamento a circuito chiuso. L’impatto con la nuova tecnologia risultaeccitante e destabilizzante. Si passa improvvisamente dalla carta allo schermo. Ci si ritro-va nella condizione di una tribù della savana che riceve un pullman, ma non ha né un auti-sta, una rete stradale, una stazione di rifornimento, la disponibilità di un meccanico, i pezzidi ricambio e quant’altro. A Trentapiedi, per una concomitanza di fattori positivi, su cui nonè opportuno soffermarsi, viene costruito un vero e proprio studio televisivo sul modello diquelli già funzionanti da qualche anno a livello locale nella città e dotati, appunto, delle stes-se apparecchiature televisive della scuola. Ma che cosa fare della televisione a scuola? Laprima cosa che viene in mente è usare lo studio televisivo come un laboratorio di “scuolaattiva”, di “scuola del fare” così come si fa con quelli di stampa, di pittura, di ceramica, digiardinaggio, di cucina già funzionanti da qualche anno nel Circolo. Subito, però, si notauna grande differenza rispetto agli altri laboratori. Il fascino dello studio televisivo è perinsegnanti ed alunni irresistibile. Vedersi riflessi nello schermo, e più ancora potersi rivede-re ed essere visti tutte le volte che si vuole, costituisce un’attrazione magnetica e una mera-viglia sorprendente. I semplici effetti di dissolvenza e delle tendine hanno qualcosa di magi-co. Il mezzo è potente e democratico, riflette a tutti la propria immagine, con immediatez-za ed evidenza, ci fa vedere come gli altri ci vedono e ci giudicano, ci sdoppia in un io realeche cambia nel tempo ed in un io virtuale che blocca il tempo per sempre. In qualche modoassicura l’immortalità. Possiamo anche far vedere nelle altre classi, in diretta o in differita,i nostri disegni che sullo schermo acquistano un rilievo e una brillantezza superiori all’ori-ginale su carta. S’incomincia a capire che è possibile, anche per noi, fare piccoli servizid’informazione magari scimmiottando il telegiornale delle TV locali e nazionali. Ce n’è pertutti i gusti. Ma il problema, invitante e divertente in teoria, diventa difficilissimo da realizza-re nella pratica scolastica. Bisogna in sincrono conciliare problemi di tempo, spazio, tecni-ca, formazione, programmazione, organizzazione, produzione, fruizione, studio, comun-que, incompatibili con le strutture e le attività curriculari della scuola. In questo clima di pio-nerismo e di approssimazione il 24 giugno del 1977 viene inaugurato ufficialmente lo stu-dio televisivo della scuola con un convegno dal titolo L’utilizzazione scolastica del mezzotelevisivo. Ad esso partecipa un’insigne studiosa delle nuove tecnologie, la professoressaEvelina Tarroni dell’Università di Roma. Le sue riflessioni storiche e pedagogiche lascianoun’indelebile impronta sulle sperimentazioni future della scuola. Approntato lo studio televi-sivo, forse il primo delle scuole italiane, e accettata come ineluttabile la rincorsa alle novi-

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

tà tecnologiche, che semplificano e complicano continuamente la vita, ci si accorge consorpresa e un certo sgomento che il vero problema educativo non è tanto quello di avere imezzi e di conoscerne l’uso, né quello di far vedere alle classi i materiali didattici offerti dalmercato. Il vero problema è quello d’imparare a leggere e scrivere in audiovisivo (AV), illinguaggio universale della televisione, ma anche del cinema; d’imparare a tradurre inaudiovisivo partendo dai linguaggi monotestuali della scrittura alfabetica, manuale e tipo-grafica; d’imparare a pensare in audiovisivo; d’imparare a vivere in un ambiente sempre piùmodellato dall’AV. Il nuovo linguaggio, che le prime telecamere rendono accessibile a tutti,sembra semplice, ma è complesso, tutti lo sanno leggere, ma nessuno lo sa scrivere.Impossibile ignorarne l’esistenza. Per la sua natura spettacolare, come è spettacolare larealtà, l’audiovisivo è destinato a restare per sempre nella vita degli uomini, a diventare unlinguaggio universale come l’alfabeto e la stampa. Ma vediamo come la sperimentazioneevolve a Trentapiedi.

La potenza del computer

Trascorso il primo decennio di sperimentazione sulla lettura e scrittura della stampaillustrata e della televisione, di cui cinque autorizzati dal Ministero in forza dell’art. 3 delDPR 419/74, la scuola é scossa dalla comparsa dei primi computer e dalla perturbazioneculturale della digitalità. Pochi anni di bianco e nero e di astrusità operative e il computerdiventa multimediale, una multimedialità colorata ed interattiva, facilmente gestibile. Non sisa bene se assimilare il linguaggio multimediale del computer al linguaggio audiovisivo delcinema e della televisione o a qualche altro superlinguaggio. Entrambi operano su scher-mo. Entrambi accorpano linguaggi e fanno spettacolo. Nelle scuole si abbandonano negliarmadi cineprese e telecamere e si comprano ad ondate successive computer sempre piùpotenti per attrezzare aule multimediali. Il nuovo mezzo promette una vera rivoluzione cul-turale: è più versatile, ricchissimo d’informazione, più del libro, come il libro si gestisce stan-do seduti, non coinvolge il corpo, ma solo la mente, elabora, riproduce ed integra tutti i lin-guaggi, collega tutto il mondo in rete, è interattivo e sempre più “friendily”, proprio quelloche ci vuole per il rilancio di una scuola in crisi storica di sistema. La riflessione pedagogi-ca sull’audiovisivo, quale linguaggio del secolo, viene messa nel dimenticatoio anche dalletante scuole militanti che l’avevano sostenuta. La pervasività digitale della multimedialità èprorompente in tutti i settori di studio e di lavoro. Tutti oppongono alla multimedialità dellatelevisione la multimedialità del computer. Pochi intuiscono che la multimedialità dell’uno edell’altra tendono ad unirsi in un indissolubile matrimonio. Tra questi George Gilder che nel1995 teorizza il “teleputer” (televisione + computer), ormai realizzato e superato dalla tele-fonia mobile (telefono + computer + televisione). Cosa avverrà nel settore tra 25, 100 anni?Per progettare bisogna prevedere e prevenire, ridurre la complessità a semplicità e la sem-plicità a complessità. Atteggiamenti mentali ancora poco diffusi dentro e fuori la scuola. Perora si sa soltanto che per il 2012 la televisione sarà interamente digitale e che l’AV, diven-tato interattivo, si affermerà su internet come il più avanzato linguaggio degli uomini. Comea dire che la televisione dilagherà sulla rete, che in molte case ci sarà un ministudio televi-sivo, che nelle tasche e nei polsi ci sarà un apparecchietto che fa tutto. Per arrivare prepa-rati a quest’appuntamento è indispensabile imparare a lavorare su entrambi i fronti, quellolinguistico-spettacolare della televisione e quello contenutistico-reticolare del computer e diinternet. La televisione ci dà il linguaggio più potente della storia umana, il computer la pos-

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

sibilità di leggerlo e scriverlo facilmente, internet di diffonderlo ovunque. Finisce nella scuo-la la centralità e l’egemonia curriculare del medium della carta e dei linguaggi alfabetico-tipografici ed inizia l’era del medium dello schermo e dei linguaggi audiovisivi. Questi,comunque, non soppiantano la carta e i linguaggi della scrittura e della stampa, ma li riat-tualizzano e li rinforzano. Ma come conciliare la nuova dimensione tecnologica con quellatradizionale del quaderno e del libro? Come fare incontrare nel curriculo i linguaggi e la cul-tura dell’alfabeto e del libro con i linguaggi e la cultura dell’AV? C’è bisogno di una nuovae più esaustiva teoria della scuola, che vada oltre le Due Culture – Umanistica e Scientifica– e abbracci anche la Cultura Multimediale, la Terza Cultura, l’occhio audiovisivo con cuiguardare il mondo? Ma che cosa è mai la Cultura Multimediale dell’AV?

I linguaggi integrati Corpo-Parola e l’Audiovisivo

Per andare avanti bisogna rispondere a queste domande e capire il senso storico,antropologico e pedagogico dei passati e futuri millenni. Quello che sta avvenendo negli annidi passaggio dal secondo al terzo millennio saranno di sicuro ricordati come anni di fonda-zione di una nuova civiltà e di un nuovo umanesimo. Bisogna, in altri termini, ammettere chestiamo vivendo un terzo Rinascimento. Dopo quello mediterraneo (greco-latino) della premo-dernità indotto dall’alfabeto e quello occidentale (italiano-europeo-americano) della moderni-tà indotto dalla stampa, ha preso corpo il Rinascimento globale (asiatico-americano-euro-peo-australiano), della postmodernità, indotto dai multimedia dell’AV. Per fare il punto sullasituazione la Scuola di Trentapiedi organizza due convegni nazionali al Centro EttoreMaiorana di Erice. Il primo nei giorni 1-4 aprile 1993 s’intitola, L’alfabeto e i media Verso lascuola multimediale; il secondo nei giorni 30 e 31 ottobre 1995 ha per titolo Le 3 Culture:Umanistica, Scientifica, Multimediale. Di entrambi si riporta la quarta di copertina degli atti.

Per molti millenni gli esseri umani hanno comunicato sia con il modulo analogico(movimento, suono, immagine) sia con il modulo digitale (parola parlata, scritta, stampata).L’avvento dei multimedia (cinema, televisore, computer) ha permesso di fondere e di ripro-durre tecnicamente i due moduli con l’effetto di creare una nuova civiltà e nuove forme diadattamento.

La scuola alfabetica, nata con la paideia greca e sviluppatasi con la cultura dellastampa, non riesce più ad assicurare questi nuovi processi di riambientazione culturale. Ènecessario adattarla, modificarla, integrarla, convertirla in scuola multimediale, una scuola,cioè, dove sia possibile usare anche le nuove tecnologie della comunicazione sociale. Maquale strategia seguire per realizzare questa riconversione istituzionale? Quale curriculoapprontare per insegnare alle nuove generazioni a leggere, scrivere, tradurre, riprodurre eintegrare tutti i linguaggi della comunicazione umana? Gli atti del convegno “L’Alfabeto e iMedia - Verso la Scuola Multimediale” prefigurano questa nuova prospettiva storico-socia-le e danno una prima risposta a questa complessa progettazione pedagogica.

Come è facile notare i linguaggi analogici (Movimento, Suono, Immagine) non sonoancora riconosciuti come linguaggi originari del Corpo. Il termine “alfamediale” pur usato daalcuni anni all’interno della Scuola di Trentapiedi è sembrato troppo forte, azzardato, perriportarlo nel titolo e nelle pagine della pubblicazione. Ed ecco ora la quarta di copertinadegli atti del secondo convegno nazionale.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Il libro considera aperto il dibattito su Le Tre Culture: Umanistica Scientifica Multime-diale e sviluppa in grandi linee due percorsi di ricerca. Il primo, di tipo antropologico-evolu-tivo, delinea i paesaggi di coscienza e di civiltà che le Tre Culture hanno generato e stan-no generando nella nostra società. Il secondo, di tipo pedagogico-istituzionale, progetta laScuola Alfamediale quale luogo d’incontro e di sintesi formativa dei valori veicolati dalle TreCulture. E cioè: l’individualità dell’Essere, promossa e celebrata da più di due millenni dallaCultura Umanistica delle lettere e della filosofia; l’oggettività del Conoscere, resa preminen-te negli ultimi tre secoli della Cultura Scientifica dei saperi disciplinari; l’universalità delComunicare, esaltata negli ultimi decenni dalla Cultura Multimediale della televisione e delcomputer.

Nel secondo convegno il rapporto televisione-computer è risolto nella formula unifi-cante “Cultura Multimediale” e si parla esplicitamente, per la prima volta, di ScuolaAlfamediale o delle Tre Culture. La distinzione del sapere scolastico in Tre Culture e l’effet-to semantico della nozione di Alfamedialità quale sintesi storica delle Tre Culture sono dav-vero sorprendenti: vengono subito accettati anche se a volte non chiaramente capiti, pene-trano facilmente in ambienti scolastici sempre più vasti, locali, nazionali e internazionali.Stanno ad indicare che la crisi della scuola è essenzialmente crisi del paradigma pedago-gico delle Due Culture: non è crisi di strutture (spazi, tempi, risorse, organizzazione, norme,funzioni), ma crisi di curriculo; la crisi del curriculo non è crisi di contenuti, ma crisi di lin-guaggi; la crisi dei linguaggi non riguarda la lettura e la scrittura monomediale dei singolilinguaggi del Corpo (movimento, suono, immagine) e della Parola (parlata, scritta, stampa-ta), ma l’integrazione degli uni con gli altri, da cui dipende la nascita dell’AV, la cui potenzainnovativa e condizionante è stata disvelata dalla rivoluzione multimediale in corso nelmondo. Bisogna per forza passare dai linguaggi integrati Corpo-Parola dell’AV per supera-re la crisi storica della scuola e propiziare il suo rilancio come agenzia primaria e democra-tica di formazione. In estrema sintesi, bisogna introdurre nel curriculo scolastico, in manie-ra organica e generalizzata, la lettura e la scrittura dei linguaggi integrati dell’AV. A questopunto la pedagogia ha un sussulto: entra in un terreno sconosciuto e minato. È sconosciu-to perché il curriculo storico non ha mai sviluppato niente di simile, ma solo la lettura e lascrittura monomediale di lingue e linguaggi singolarmente presi: Italiano, Inglese, Latino,Danza, Musica, Disegno, ecc; è minato perché la parola audiovisivo è sinonimo di spetta-colo e dunque carica di connotazioni negative, comunque non educative: divertimento,intrattenimento, gioco, esibizione, leggerezza, trasgressione, vacuità, finzione, falsità, men-zogna. Bisogna superare mentalmente questi due pregiudizi pedagogici per accettare laproposta della Scuola Alfamediale. È necessario cioè vedere nell’integrazione linguisticaCorpo-Parola la base originaria dello spettacolo umano, l’olismo capace di farci superare iradicati dualismi della cultura occidentale: corporeità-verbalità, retorica-logica, arte-scien-za, informale-formale, casualità-causalità, produzione-consumo, globale-locale, ecc...Acquisita la qualità olistica, apriori, dell’integrazione dei linguaggi Corpo-Parola, diventafacile considerarla la più naturale ed alta espressione simbolico-culturale degli uomini ediventa facile anche considerare lo spettacolo AV (come processo e prodotto) la più avan-zata e completa forma di rappresentazione del pensiero, della cultura, della comunicazio-ne, della realtà. A questo punto lo spettacolo AV diventa il momento di reincontro e di fusio-ne del pensiero retorico e del pensiero logico, dell’emisfero destro e dell’emisfero sinistro,dell’essere e dell’apparire, il momento in cui la cultura si fa comunicazione sociale, la comu-nicazione si fa cultura sociale ed entrambe realtà vissuta, ambiente abitato, paesaggio inte-

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riore risonante con il paesaggio esteriore. Da questo punto di vista lo studio dell’AV rifondala scuola perché dà un terzo occhio con cui guardare il mondo, sviluppa la capacità diimmedesimazione emotiva e di riflessione critica sul complesso sistema uomo-ambiente-storia, di identificarsi ed estranearsi contemporaneamente su quanto avviene nello spetta-colo della scena della vita, su quanto leggiamo sui giornali, manifesti e libri, cioè nel mondodello spettacolo su carta, su quanto vediamo ogni giorno per diverse ore alla televisione eal computer, cioè nel variegato spettacolo dello schermo. Abbiamo scritto in corsivo le paro-le scena, carta, schermo per sottolineare che la vita simbolico-culturale degli uomini statutta e solo in questi tre media del pensiero, della cultura, della comunicazione. Essi sonoi soli luoghi in cui avviene l’integrazione dei linguaggi Corpo-Parola, i soli ambienti in cui siproduce lo spettacolo. La nozione di spettacolo su scena, su carta, su schermo apreimprovvisamente alla pedagogia un orizzonte interpretativo nuovo. Da esso si vede comela scuola sia il sistema istituzionale di traghettamento dalla civiltà quadrilinguistica dellospettacolo su scena (movimento, suono, immagine, parola parlata) alla civiltà bilinguisticadello spettacolo su carta (scrittura-stampa e immagine). Ora essa è chiamata ad assicura-re un nuovo traghettamento: dalla civiltà bilinguistica dello spettacolo su carta alla civiltàsestilinguistica dello spettacolo AV su schermo (movimento, suono, immagine, parola, scrit-tura, stampa). L’approdo allo studio dell’AV la pone al centro dello snodo mediatico-cultu-rale scena-carta-schermo. Il discorso pedagogico sulla Scuola Alfamediale ora appare piùchiaro. Detto in termini antropologico-evolutivi, la Scuola Alfamediale è la nave che assicu-ra il passaggio delle nuove generazioni dalla civiltà della carta alla civiltà dello schermo eciò facendo recupera il senso e il valore dell’esperienza viva, palpitante e partecipata dellaciviltà della scena. Detto in termini pedagogico-curriculari, la Scuola Alfamediale insegna atutti a leggere e a scrivere i linguaggi integrati Corpo-Parola della scena, della carta e delloschermo e tramite essi a riattualizzare e rafforzare i linguaggi e i contenuti della CulturaUmanistica e della Cultura Scientifica. Detto in termini formativo-culturali è chiamata adinsegnare a pensare nel modo molteplice-olistico-spettacolare della Cultura Multimedialedell’AV, aggiungendo così un notevole plusvalore al modo di pensare disciplinare-misurati-vo-predittivo della Cultura Scientifica e concettuale-analitico-critico della CulturaUmanistica. Detto in termini economico-produttivi la Scuola Alfamediale è chiamata, infine,ad insegnare la cultura della produzione attraverso la produzione, riproduzione, diffusionee fruizione di cultura fatta in proprio, per usi interni ed esterni alla scuola. Tutti questi fatto-ri, messi assieme, assicurano la cittadinanza attiva nella società globalizzata. La ScuolaAlfamediale o delle Tre Culture Umanistica-Scientifica-Multimediale attua pienamente que-sta progettualità rigenerativa e riambientativa, ancora inespressa dalla pedagogia e dallapolitica. Perché sia totalmente convincente ed accettata, manca però ancora una cosa: lasua istituzionalizzazione.

L’istituzionalizzazione del modello

Un tempo, una scritta sui vecchi pali della luce diceva: “Chi tocca i fili muore”. A fian-co della scritta era riportato un teschio stilizzato. La stessa cosa si puo dire per la scuola.In questi ultimi decenni, chi ha toccato la scuola, se non è morto, di sicuro ha preso unagrande scossa e ha messo in cortocircuito il sistema. La scuola è un’istituzione molto anti-ca, più della Chiesa Cristiana, e tanto sacrale, di una sacralità laica consolidata nei secoli,che è difficile destrutturare la sua ovvietà. Per farla reagire deve essere toccata nei suoi

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

punti erotici, appunto, i linguaggi storici ed universali (alfabeto, stampa ed ora l’AV). Delletrenta e più innovazioni istituzionali promosse negli ultimi decenni, tra cui alcune riforme,nessuna ha toccato questi punti erotici. Nessuna ha sostanzialmente modificato il suo cur-riculo, nessuna è intervenuta sull’AV, come linguaggio universale. Ecco un breve elencodegli interventi innovativi effettuati negli ultimi quarant’anni: la sperimentazione libera ecentralizzata; la democratizzazione della gestione degli Organi Collegiali; la programmazio-ne scientifica (o meglio scientistica) delle attività di apprendimento-insegnamento; l’arric-chimento formativo con progetti extracurriculari; l’aziendalizzazione e la contrattazionedelle risorse; la misurazione analitica di capacità, abilità, competenze, conoscenze; la com-petizione permanente tra le scuole; l’assicurazione impossibile dei diritti contrastanti diinsegnanti, alunni, genitori, operatori; la ricerca della sicurezza assoluta; la individuazionedi presunti saperi essenziali; la didattica breve; la riduzione dei contenuti in mappe concet-tuali; i raccordi scuola-territorio, scuola-produzione, scuola-mercato; mission, vision, quali-tà totale, antibullismo, antitelefonino, antidroga, altro. Tutte hanno cercato, metaforicamen-te, la velocità, la capienza e la sicurezza dell’aereo a reazione, ma nessuna innovazione èintervenuta sul curriculo, il vecchio motore ad elica, che ormai arranca e scende di quotasotto il peso delle stesse innovazioni. L’istituzionalizzazione della Scuola Alfamediale nel 2°Circolo Didattico di Erice-Trentapiedi ha tenuto conto di questa contraddizione interna e,mantenendo in volo l’aereo, in piena sicurezza per i passeggeri e l’equipaggio, senza crea-re disagi e senza costi aggiuntivi alla Compagnia, ha trasformato i motori ad elica in moto-ri a reazione. I motori che prima funzionavano a Due Culture (Umanistica e Scientifica),grazie all’entrata in vigore della legge sull’Autonomia Scolastica, nell’anno scolastico 1999-2000, hanno potuto funzionare a Tre Culture (Umanistica, Scientifica, Multimediale), tutti igiorni dell’anno, per 27 ore a settimana, per tutte le classi della scuola. Come si è fatto?Ecco ora un po’ di ingegneria istituzionale applicata al curriculo della scuola elementare. Itre ambiti disciplinari dei Programmi del 1985 (Linguistico, Matematico, Antropologico)sostenuti dall’organizzazione modulare del 1990, sono diventati tre ambiti culturali (Umani-stico, Scientifico, Multimediale), di 9 ore ciascuno, affidati distintamente ai tre Insegnanti dimodulo. Ecco la ripartizione degli insegnamenti.

Cultura Umanistica: Italiano 6h, Storia 2h, Filosofia (Convivenza Democratica) 1h,Lingue Straniere 3h (in ore aggiuntive con Insegnante diverso)

Cultura Scientifica: Matematica 5h, Scienze 2h, Geografia (Ecologia) 2h

Cultura multimediale: Scenica 3h, Grafica 3h, Schermica 3h

Su Scenica, Grafica e Schermica, queste sconosciute materie della Cultura Multime-diale, bisogna soffermarsi appena un poco. Esse risultano dall’accorpamento curriculare edorario di Educazione Motoria 2h, Sonora 2h, Visiva 2h, Informatica e Tecnologica con l’Ita-liano Comunicativo dei Media 3h (giornale, manifesto, fumetto, cinema, televisione, rete), ilcui studio sta entrando timidamente nel curriculo scolastico. Ma vediamo in dettaglio comeavviene l’accorpamento. Scenica insegna l’arte e la cultura dei quattro linguaggi integratidello spettacolo su scena (Movimento, Suono, Immagine, Parola Parlata); Grafica insegnal’arte e la cultura dei due linguaggi integrati dello spettacolo su carta (Parola Scritta-Stam-pata e Immagine oltre a Tecnologia ed Informatica); Schermica insegna l’arte e la culturadei sei linguaggi integrati dello spettacolo AV su schermo (Movimento, Suono, Immagine,

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Parola Parlata, Scritta, Stampata oltre a Tecnologia ed Informatica). Scenica, Grafica,Schermica, in altri termini, preparano e contestualizzano la lettura e la scrittura di tutti i lin-guaggi del Corpo, della Parola e dei Media che confluiscono nell’AV. Senza questa artico-lazione di forme di lettura e di scrittura diventa difficile se non impossibile imparare a pen-sare in termini spettacolari, imparare ad usare l’AV e fare a scuola redazione-edizione alfa-mediale. Di converso, acquisite e generalizzate queste qualità simbolico-culturali diventafacile ad insegnanti ed alunni ideare, produrre, riprodurre, diffondere e fruire “spettacolididattico-culturali, su scena, su carta, su schermo”, fatti in proprio su aree tematiche relati-ve al programma scolastico, al territorio, all’attualità, per uso interno ed esterno alla scuo-la. I linguaggi della Parola, studiati nelle tre nuove materie multimediali, configurano unnuovo modo di intendere la Lingua Italiana, non più esclusivamente “letteraria e scientifi-ca”, ma ora anche “spettacolare e comunicativa”, come di fatto avviene nei media del cine-ma, televisione, computer, rete, telefonino.

Individuate le materie della Cultura Multimediale si pongono ora tre nuove ineludibiliquestioni: mettere a punto la metodologia delle nuove materie; avviare la formazione a tap-peto degli insegnanti – di tutti gli insegnanti anche di quelli di ambito umanistico e scienti-fico –; formalizzare la valutazione degli alunni e dunque elaborare una nuova scheda divalutazione.

La metodologia della presentazione

Per quanto riguarda la metodologia, la presentazione è la pratica didattica specificadelle materie multimediali, dalla Scuola dell’Infanzia all’Università. Si tratta di un esercizioperformativo, comunicativo-spettacolare, che l’alunno programma con l’insegnante e rivol-ge ad un pubblico presente o assente. La presentazione si aggiunge, sottintende e rinfor-za le tradizionali pratiche didattiche del tema, del problema, della ricerca e dell’interroga-zione; ne riassume e ne rielabora gli aspetti contenutistici e linguistici; le proietta concreta-mente nell’ambito sociale della cultura e della comunicazione. In particolare, la presenta-zione su scena richiede allo studente di diventare per quattro-sei minuti insegnante (auto-re-attore) e di fare una minilezione ai compagni di classe o di altre classi; la presentazionesu carta gli richiede di trasporre la presentazione su scena in una pagina illustrata (o mani-festo o fumetto) per un pubblico di studenti-lettori; la presentazione su schermo di traspor-re la pagina illustrata in un’unità video di qualche minuto per un pubblico di studenti-video-spettatori on line o off line. La presentazione su schermo impone agli insegnanti e agli stu-denti di saper stare dentro lo schermo come lettori e presentatori e dunque, preliminarmen-te, di saper stare davanti e dietro alla videocamera.

Per quanto riguarda la formazione dei docenti, la strada più semplice e sempre accet-tata con piacere (il divertimento è assicurato) è quella di far fare agli insegnanti concreteesperienze di presentazione su scena, su carta e su schermo per verificarne la validità for-mativa in corpore vivo e così far fare, con cognizione di causa, successivamente e conmetodo, i tre tipi di presentazione ai propri alunni. La verifica del lavoro svolto sta concre-tamente nei prodotti realizzati e visivamente nelle performances effettuate. Non si può fareun prodotto se non si conosce il processo, il prodotto migliora il processo che migliora ilprodotto che migliora il processo e così via fino a quando tutti trovano per esperienza diret-ta il senso profondo delle nuove materie e del nuovo modo di fare scuola. Un giorno unamaestra di seconda classe disse ai suoi alunni che nelle altre scuole non si usava la video-

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

camera e che loro erano alunno privilegiati. Una bambina, sorpresa, disse che non era veroe che la maestra scherzava. “Ma se non hanno la telecamera come fanno a fare la presen-tazione su schermo?” osservò giustamente la bambina.

Per quanto riguarda, infine, la valutazione degli alunni, è necessario elaborare unanuova scheda ripartita nei tre ambiti culturali sopra indicati, ognuno con i suoi specifici inse-gnamenti ed indicatori di capacità. Ad ogni quadrimestre oltre al tema, al problema, allaricerca, all’interrogazione, agli alunni si chiede di fare la presentazione su carta (un paginaillustrata) e di trasporla con la presentazione su schermo in un video di qualche minuto.Entrambe le prove costituiscono documentazione da allegare agli atti. Ma ecco emergereuna cosa straordinaria: se la pagina illustrata dà all’insegnante una nuova e più ricca pos-sibilità di riflessione valutativa, l’unità video, in cui è stata trasposta la pagina, cambiaimprovvisamente tutti i valori in campo. Nel video c’è il bambino tutt’intero, con il corpo e lamente, mentre attiva processi e prodotti, mentre esprime il suo passato e il suo presente,il suo mondo di provenienza. Un minuto di video per ogni quadrimestre permette la docu-mentazione più esaustiva ed oggettiva che si possa desiderare, valida non solo per l’inse-gnante, ma anche per l’alunno stesso e i genitori. Una prospettiva valutativa veloce, com-pleta, totalmente nuova ed incontestabile.

Qualcuno a questo punto può facilmente osservare che l’istituzionalizzazione, validaper la scuola elementare o primaria, è di fatto impraticabile nella scuola superiore di primoe secondo grado, dove non esiste la ripartizione in ambiti degli insegnamenti e il saperescolastico è ripartito in tante classi d’insegnamento, assegnate a distinti insegnanti. In que-ste condizioni curriculari ed organizzative, mutuate da una tradizione consolidata, l’accor-pamento delle materie multimediali va a farsi friggere. È vero. Però, quello che non si puòfare modificando il curriculo è possibile farlo nei termini metodologici della presentazione.In questo caso, ogni insegnante è chiamato a far fare agli alunni, su un’area tematica pro-grammata con gli altri colleghi della classe, la presentazione su scena e poi se è possibilesu carta e su schermo. Fatalmente chi fa la prima, vuole fare pure la seconda e la terza.Inoltre, chi fa la presentazione, fatalmente, mette tra parentesi la propria materia e attivanaturalmente un approccio interdisciplinare e multimediale. Infine, è sospinto, fatalmente,ad avviare con la classe un’attività di redazione-edizione che porta sempre ad un prodottofinito. Quanto basta per innescare un processo virtuoso e a spirale di riconversione alfame-diale della classe e della scuola. In ogni scuola c’è sempre un gruppo di insegnanti entu-siasti e volenterosi, il 10% circa, che vuole provare. Bisogna investire su di essi. Avviata latesta di ponte è possibile raggiungere il grande gruppo. Certamente una parte rilevante nel-l’avvio dei processi di riconversione ce l’ha il Dirigente Scolastico. A lui si chiede di capire ilprogetto alfamediale (facendo possibilmente esperienza diretta con la presentazione suscena, su carta e su schermo) e poi di combinare accortamente direzione burocratica,manageriale, politica e culturale della scuola. Deve essere capace cioè di attivare processidi innesco, di contagio e di consolidamento graduale tra gli insegnati, le classi, le scuole.

La Rete Scuole Alfamediali

Il 19 luglio 2006, sette scuole italiane, di Erice, Marsala, Palermo, Ventimiglia, Bordi-ghera firmano la convenzione di Rete delle Scuole Alfamediali (RSA). Dopo qualche mesesono dieci. Alla fine dell’anno scolastico 2006-07 sono dodici. Nell’anno scolastico succes-sivo arrivano a quindici e poi a diciassette. Nel’aprile del 2009 sono venti e si annunciano

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

altre adesioni. È una piccola, grande cosa. Nessuno ha imposto l’obbligo di adottare l’indi-rizzo alfamediale a scuole già sufficientemente tartassate da progetti e controprogetti. Anzi,l’indirizzo alfamediale appare loro come la sintesi giusta in cui far convergere antichi enuovi linguaggi e in cui sviluppare i contenuti delle Indicazioni Nazionali e dei progetti dellascuola dell’autonomia. I Dirigenti e gli Insegnanti di queste scuole hanno capito, quasi perilluminazione, che mentre si impara a leggere e scrivere l’AV si possono studiare, sviluppa-re e diffondere tutti i contenuti, obbligatori ed opzionali, che si vogliono. Ciò migliora e sem-plifica notevolmente la vita della scuola, rendendo attiva, innovativa, collaborativa l’attivitàcurriculare. All’inizio, naturalmente, ci vuole un atto di fede e di speranza, di accettazioneminimale del progetto senza entrare nel vivo della valutazione teorica e critica, visto che èimpossibile afferrare apriori, analiticamente e sinteticamente, quello che si capisce peresperienza solo aposteriori. Giustamente, alcuni Dirigenti ed Insegnanti restano all’iniziotitubanti e approssimativi, sanno che accettando devono aspettarsi un periodo di destabi-lizzazione programmata, che devono ricercare e superare la soglia critica degli assettiorganizzativi, finanziari, tecnologici e didattici, ancora appena abbozzati. Lo sforzo è spes-so sostenuto da un travolgente entusiasmo degli alunni e dall’apprezzamento dei genitori.Quasi per incanto scompare il senso sconfortante della “scolasticità”. Comunque, le scuo-le che aderiscono al progetto di riconversione alfamediale non restano sole. Hanno a dispo-sizione tre efficaci supporti pedagogici: il manifesto della Scuola Alfamediale (sintetizzatonel documento conclusivo del convegno nazionale Scuola.Alfamediale@Società.Globalizzata riportato in chiusura) che indica il percorso pedagogico, curriculare e didatti-co; la Rete delle Scuole Alfamediali in cui si compartecipano i problemi di avvio, di svilup-po e di gestione; il portale della Rete www.scuolealfamediali.net, in cui le scuole fanno vetri-na, informazione, scambio, confronto, archivio. All’improvviso, dopo i primi incastri e laprima messa a punto, tutto acquista una prorompente energia, al tempo stesso storica, fun-zionale, moltiplicativa, di sistema. Le Scuole Alfamediali, infatti, si pongono naturalmentead un alto livello di compatibilità storico-ambientale, interfacciandosi e reinterpretando edu-cativamente le più potenti agenzie culturali del nostro tempo: la Stampa, la Televisione, laRete, spesso vissute come ostili o concorrenti. Dalla compatibilità nasce una comunitàreale e virtuale di bambini, giovani, adulti impegnati in un produttivo lavoro testuale di ricer-ca di senso delle cose e della realtà. La vita di questo “nuovo blog” inizia ufficialmente il 9-10 marzo 2007 con il terzo convegno nazionale tenuto al Centro Maiorana di Erice suScuola.Alfamediale@Società.Globalizzata. Il convegno chiude la lunga storia della ideazio-ne, sperimentazione, istituzionalizzazione della Scuola di Trentapiedi e apre ufficialmentequella della Rete Scuole Alfamediali, ancora tutta da vivere, tutta da scrivere. Per opportu-no raccordo tra i due momenti, si riporta il documento conclusivo che riassume i lavori delconvegno.

Scuola.Alfamediale@Società.Globalizzata

Il linguaggio universale dell’audiovisivo

La Scuola Alfamediale o delle Tre Culture – Umanistica, Scientifica, Multimediale– e la Rete Scuole Alfamediali (RSA) si pongono come concreta risposta istituzionalealla crisi di irriformabilità della scuola di oggi. L’elemento rifondativo del modello alfame-diale sta nell’introduzione organica nel curriculo scolastico dello studio dell’audiovisivo

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

(AV), il linguaggio universale più potente del nostro tempo e del nuovo millennio, pre-sente nel cinema, nella televisione, nel computer, nella rete, nel telefonino… Rispetto ailinguaggi tradizionali della scuola, l’alfabeto e la stampa, l’AV ha caratteri totalmentediversi: integra i linguaggi del Corpo (Movimento, Suono, Immagine) e della Parola(Parlata, Scritta, Stampata ), ha come supporto mediatico lo schermo, esalta la compo-nente molteplice, olistica e spettacolare della realtà e del pensiero. In appena 80 anni(il primo film sonoro è stato proiettato nel 1927) l’AV ha sovvertito le millenarie pratichedi lettura e di scrittura alfabetico-tipografiche della carta e dunque della scuola, dellasocietà antica e moderna. Per effetto dell’AV, senza accorgercene, siamo entrati in unadelle più vertiginose e perturbate rivoluzioni culturali della storia umana. Il passaggioantropologico dalla civiltà della carta alla civiltà dello schermo è forse più destabilizzan-te e più evolutivo, di sicuro più accelerato, del passaggio dalla civiltà prealfabetica dellascena alla civiltà alfabetico-tipografica della carta, perché le compendia entrambe, lereinterpreta, le supera aprendo nuovi orizzonti di civilizzazione.

Lettura e scrittura su schermo

Ma quali sono gli effetti della lettura e della scrittura dell’AV sull’ordine mentale esociale? La lettura diventa per tutti una pratica di consumo, facile ed avvincente: bastastar seduti davanti uno schermo e saper premere qualche pulsante. La scrittura, inve-ce, diventa un esercizio di produzione, faticoso e complesso, competenza riservata apochi ed esperti orchestratori di spettacolo. Diversamente dagli artisti, dai letterati, dagliscienziati e dai tecnici, chi fa spettacolo audiovisivo sembra avere, parimenti, sensibili-tà artistica, letteraria, scientifica e tecnologica e in più la speciale capacità di orchestra-re linguaggi, contenuti, testi. È possibile dare alle giovani generazioni questa specialecapacità di pensiero e di cultura? È questa la finalità formativa della Scuola Alfamediale.Essa essenzializza, curricularizza ed istituzionalizza la lettoscrittura audiovisiva, inse-gnando a tutti gli studenti, dalla scuola dell’infanzia all’Università, ad integrare testi dilinguaggi diversi, a produrre le straordinarie “scintille di senso” del testo audiovisivo. Laqualità culturale e formativa della lettoscrittura audiovisiva è semplice e complessa,intuitiva e riflessiva, retorica e logica, individuale e collettiva, impegnativa e divertente,strettamente collegata alle tradizionali attività monotestuali di lettura e di scrittura dellascuola. Essa dà alle giovani generazioni una marcia in più: le qualità emotive, intelletti-ve, sociali e strumentali utili per capire, vivere e guidare i complessi e cangianti proces-si simbolico-culturali della società globalizzata.

Fuori e dentro lo schermo

La Scuola Alfamediale distingue due tipi di scrittura audiovisiva: quella sullo scher-mo-carta e quella sullo schermo-scena. Nel primo caso lo studente fa spettacolo audio-visivo, restando fuori dallo schermo. Nel secondo caso fa spettacolo audiovisivo, impe-gnando direttamente la propria corporeità e verbalità, cioè entrando con tutto se stessodentro lo schermo. Le due scritture sono diverse, ma non contrapposte. La scritturaaudiovisiva sullo schermo-carta non si avvale del “grande pensiero” della corporeitàemotivo-espressivo-comunicativa dello studente, ma soltanto del pensiero critico-rifles-

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

sivo della sua mente; la scrittura audiovisiva sullo schermo-scena si avvale, invece, del-l’uno e dell’altro. Non c’è dubbio che la seconda sia un’esperienza formativa più com-pleta e coinvolgente della prima. La scrittura audiovisiva sullo schermo-scena insegnaagli studenti a stare davanti e dietro alla telecamera e dunque a controllare ed esprime-re emozioni e ragionamenti, a rapportarsi comunicativamente con un pubblico assente,a dare senso ad ogni segno dell’agire sociale e dell’ambiente di vita, a ricomporre l’uni-tà corpo-mente dopo secoli di dualismo indotto dalla civiltà della carta. L’audiovisivo, illinguaggio globale, globalizzato e globalizzante, che muove la civiltà dello schermo, dastrumento di videodipendenza diventa così progetto superiore di rappresentazione cul-turale, di recupero autentico dell’identità individuale e sociale, di rispecchiamento criti-co, di comunicazione di tutti verso tutti, di formazione del pensiero multimediale, dinuova cittadinanza attiva, di riambientazione antropologica.

La strada che porta dentro lo schermo

La lettura e la scrittura audiovisiva su schermo sono strettamente connesse aquelle su carta e a quelle direttamente vissute nella scena sociale della vita, pubblica eprivata. Per dare unità e continuità evolutiva a queste tre basilari forme spettacolari dilettura e di scrittura – scena, carta, schermo – la Scuola Alfamediale ristruttura profon-damente il curriculo scolastico, senza produrre sconvolgimenti funzionali alla scuoladelle Due Culture. In particolare, consolida gli insegnamenti di base della CulturaUmanistica (Lingua/e, Storia, Filosofia) e della Cultura Scientifica (Matematica, Scienze,Geografia), mentre accorpa Educazione Motoria, Sonora, Visiva, Informatica,Tecnologica ed Italiano comunicativo dei media (diverso per natura testuale dall’Italianoletterario e scientifico studiato a scuola) in tre materie multimediali, da insegnare tra-sversalmente o separatamente: Scenica, Grafica, Schermica. Le tre nuove materieinsegnano ad integrare variamente i linguaggi del Corpo e della Parola attraverso la pra-tica didattica della presentazione, performance comunicativo-spettacolare di corporeità-verbalità, diversa ma strettamente collegata al tema, problema, disegno, ricerca, inter-rogazione… Scenica insegna la presentazione su scena, individuale o di gruppo, a porsicioè davanti ad un pubblico presente, generalmente la classe di appartenenza, per trat-tare in pochi minuti un argomento di studio concordato con l’insegnante e/o gli inse-gnanti (l’alunno fa lezione). Grafica insegna la presentazione su carta, a trasporre cioèsu una pagina illustrata, per un pubblico assente di lettori, la presentazione su scena(l’alunno diventa redattore). Schermica infine, insegna la presentazione su schermo, atrasporre cioè su una sequenza-video, per un pubblico di telespettatori, la presentazio-ne su scena e su carta (l’alunno diventa conduttore). Le tre nuove materie e le relativeforme di presentazione segnano la strada testuale – stretta, lunga e in salita, ma anchecoinvolgente e divertente – che porta dentro lo schermo, ovvero dentro l’ordine simbo-lico dell’AV e dunque dentro l’ordine storico e il plusvalore culturale della società globa-lizzata del presente e del futuro.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Il lavoro testuale di lettoscrittura alfamediale

Giufà, la maschera di tutti i ragazzi prealfabetici del mondo, frequenta la ScuolaAlfamediale dove impara a tessere su scena, su carta e su schermo tutti i linguaggi

umani: quelli del Corpo (movimento, suono, immagine) con quelli della Parola (parlata, scritta, stampata).

Il lavoro testuale di lettura e di scrittura è simile a quello del tessitore che combina trama ed ordito. Il termine testo deriva da tes(su)to.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Giufà frequenta la terza classe elementare di una scuola rurale della Sicilia. Il lavorotestuale che deve imparare a fare parte da una sua illeggibile composizione scritta.

Trascriviamola al computer senza correggere gli errori.

Il testo fa la testa, la testa fa il testo

Malgrado gli errori, Giufà legge il suo testo correttamente.

La racorta del grano

La racorta del grano e un lavoro dificileperche prima dituto quando siva in mezzo a grano

tiviene un magio nelle gabe che si muore.Poi sei sempre sudato e sempre pieno di paglia a doso.

Io quando mi portano amiedere il grano non lavoro mai conglialtri perche miaccadono senpre queste cose.

Questano non ci voglio andaripiùanchese poi ogni ano civato.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Ora il tema di Giufà è ortograficamente corretto. Mantiene però la struttura narrativo-dialettale tipica della cultura orale.

Questa si avverte anche nel tono della voce in fase di lettura.

Dopo un lungo lavoro testuale-intellettuale sia di Giufà che del maestro il testo orale assume i caratteri formali del testo scritto.

Ecco le principali correzioni sintattico-lessicali.

La raccolta del grano

La raccolta del grano é un lavoro difficile perché, prima di tutto, quando si va in mezzo al grano,

ti viene un prurito nelle gambe che si muore.Poi sei sempre sudato e sempre pieno di paglia addosso. Io, quando mi portano a mietere il grano, non lavoro mai

con gli altri perché mi accadono sempre queste cose. Quest’anno non ci voglio andare più,

anche se poi ogni anno ci vado.

La raccolta del grano

difficile diventa FATICOSOche si muore diventa INSOPPORTABILEti viene si trasforma nell’impersonale SI E’

perché, prima di tutto, quando scompare

non lavoro mai con gli altri perchè mi accadono queste cosescompare perché (anche se esprime un concetto magico-poetico) non è

conseguenteQuest’anno non ci voglio andare più, anche se poi ogni anno

ci vado scompare per lo stesso motivo di cui sopra

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Dopo questo lungo lavoro testuale-intellettuale di Giufà e del maestro il tema è fatto.Ecco il (un) risultato. La differenza testuale si avverte anche nel tono della lettura.

A questo punto finisce il lavoro testuale dell’insegnate di ambito umanistico e entra in classe l’insegnante di ambito scientifico.

Il tema diventa ricerca. Cambiano i contenuti e la forma testuale.

La raccolta del grano

La raccolta del grano è un lavoro molto faticoso.Si è sempre sudati e sporchi di paglia.Il prurito nelle gambe è insopportabile.

Per questo motivo io non voglio mai andare con i mietitori.

Purtroppo, anche quest’anno devo andarci.

La raccolta del grano1° segmento

La raccolta del grano è un lavoro molto faticoso. Si è sempre sudati e sporchi di paglia.Il prurito nelle gambe è insopportabile.

Reso in forma sintetico-oggettiva si trasforma

Per più di un mese (i mietitori) sopportavano caldo, sudore, prurito, stanchezza.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

A questo punto vengono fornite indicazioni storiche sulla mietitura e le tecniche usate.

Anche in questo caso la mente dell’alunno è fortemente impegnata sia nell’organizzazione dei contenuti che della forma testuale. Ecco il risultato.

La raccolta del grano2° segmento

Per questo motivo io non voglio mai andare con i mietitori:

Purtroppo, anche quest’anno devo andarci.

Le due frasi scompaiono perché riportano impressioni personali

La raccolta del grano3° segmento

Fino a qualche decennio fa la raccolta del granoera fatta a mano...

Questo faticoso lavoro si è ripetuto per millenni finoalla recente comparsa della mietitrebbia.

La raccolta del granoTesto definitivo

Fino a qualche decennio fa la raccolta del grano erafatta a mano. All’arrivo dell’estate i contadini andavano

nei campi a mietere il grano. Per più di un mesesopportavano caldo, sudore, prurito, stanchezza

Questo faticoso lavoro si è ripetuto per millenni finoalla recente comparsa della mietitrebbia.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Vediamo ora qual è l’esito formativo del lavoro testuale di tipo umanistico e scientifico.

LA CULTURA SCIENTIFICAdella stampa, del problema, della scienza, della modernità

insegna a Giufà

- a pensare per teorie, modelli e discipline;- a trasformare le conoscenze in dati misurabili;- ad essere esatto, comprovare e documentare;- ad essere tecnologico, produttivo, industriale;- ad essere consapevole di diritti e doveri;- ad essere democratico, laico, pluralista;- ad essere cittadino partecipe e responsabile.

LA CULTURA UMANISTICAdell’alfabeto, del tema, del logos, della classicità insegna a Giufà

- a concentrarsi per un tempo lungo;- a ragionare senza contraddirsi;- a fare analisi approfondite;- a comprendere il significato e rapporto realtà-lingua;- a avere una chiara coscienza individuale- a saper fare valutazioni critiche;- ad avere fiducia in se stesso e sentirsi libero; - ad essere cittadino partecipe e responsabile.

La Scuola Alfabetica o delle Due Culture Umanistica e Scientifica assicura continuamentequesti risultati formativi, in vario grado, in miliardi di persone. La sua azione di mantenimen-to e di sviluppo del grado di civilizzazione finora raggiunto rimane indispensabile, ma nonpiù sufficiente. E’ necessario fare il salto paradigmatico nella Cultura Multimediale e nelpensiero multimediale.Ma vediamo preliminarmente il passaggio dalla carta allo schermodal punto di vista antropologico.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

L’asse antropologico-evolutivo dei linguaggi multimediali dello spettacolo

LA CULTURA UMANISTICALA CULTURA SCIENTIFICA

LA CULTURA MULTIMEDIALE

gli insegna a leggere, scriveree capire le cose del mondo

gli insegna a far funzionare e trasformare le cose del mondo

gli insegna a capire e sostenere l’equilibrio delle cose del mondo

Giufà abita ed è abitato dalmondo della prealfabeticità

Linea della scuola

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L’insegnante di Cultura Multimediale

A questo nella classe di Giufà entra l’insegnante di Cultura Multimediale (che non esi-ste). Per prima cosa insegna a Giufà la scrittura comunicativa e a fare bei disegni colorati,vere illustrazioni con precisi significati, per accompagnare i testi verbali scritti in modocomunicativo.

Considerato che non esiste nell’ordinamento della Scuola italiana e straniera la figu-ra dell’insegnante multimediale, bisogna prima immaginarla, poi inventarsela e vederla tragli insegnanti in servizio ed infine formarla e farla lavorare secondo un programma sempli-ce e chiaro, ma soprattutto compatibile con il lavoro che già svolge.

Nella scuola primaria l’insegnante multimediale può essere l’insegnante unico o pre-valente: nel primo caso accorperebbe tutti gli insegnamenti delle Tre Culture, nel secondoquelle monomediali della Prima e quelle multimediali della Terza. Nelle scuole superiori puòessere l’insegnante di Artistica, di Musica, di Ginnastica, di Informatica, di Tecnologia, ches’impegna a sviluppare in una o due classi tutti questi insegnamenti accorpati integrandoliall’Italiano comunicativo dei media. Può essere anche l’insegnante di qualunque altramateria che s’impegna a far fare periodicamente, d’intesa con gli altri colleghi, la presenta-zione su scena, su carta, su schermo e l’attività di redazione-edizione multimediale. In ognicaso è necessario che tutti gli insegnanti, nel tempo, imparino a far fare agli studenti que-ste inedite attività di studio.

L’autonomia scolastica permette un certo margine di manovra. Nella fase di riassettoalfamediale dell’organizzazione degli insegnamenti e delle attività didattiche è determinan-te, naturalmente, una forte azione di coordinamento e di formazione promossa dalDirigente Scolastico.

La scrittura comunicativa

La prima attività di studio avviata dall’insegnante multimediale é la scrittura comuni-cativa. Questa si basa su regole e tecniche di redazione finalizzate alla migliore compren-sione del testo scritto. Il testo comunicativo è pensato, costruito, scritto in modo da esserefacilmente leggibile da tutti anche da chi ha difficoltà di lettura perché affetto da disturbi del-l’apprendimento o non ha la piena padronanza della lingua.

La costruzione di testi redatti in linguaggio semplificato, richiede un lungo lavoro dimessa a punto testuale e di revisione incrociata. Questo lavoro redazionale rende prezio-sa, dal punto di vista formativo, la realizzazione del giornale scolastico. Le principali rego-le e tecniche redazionali da rispettare riguardano:

- L’informazione (o il concetto) deve essere espressa con il minor numero di parolepossibili e con un vocabolario di base che comprenda prevalentemente termini concreti enon astratti.

- Termini tecnici o inusuali devono essere spiegati con una nota specifica.- Le frasi devono essere brevi e semplici, coordinate e non subordinate, per quanto

possibile. Il pronome “che” deve essere usato solo in funzione di soggetto e non di com-plemento oggetto.

- È preferibile usare i verbi nel modo indicativo e comunque nei modi finiti, nella formaattiva piuttosto che in quella passiva.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

- Le parole più importanti possono essere ripetute ogni volta che è necessario, men-tre è consigliabile usare con parsimonia aggettivi ed avverbi e solo se sono funzionali allacomprensione del testo.

Per evitare che le regole su esposte producano una scrittura meccanica, impersona-le e fredda è necessario tenere sempre presente le categorie di scrittura consigliate daCalvino: leggerezza, esattezza, rapidità, visibilità, molteplicità. Vanno infine tenute presen-ti e adeguatamente valorizzate le modalità poetico-espressive dell’infanzia e dei giovani ele forme retoriche del linguaggio orale.

La verifica di comprensibilità linguistica del testo comunicativo deve essere fatta prin-cipalmente con gli studenti che hanno difficoltà di comprensione della lettura. Questi forni-scono generalmente ulteriori indicazioni su come semplificare il testo.

Dal punto di vista grafico, il testo comunicativo:

- È stampato con caratteri sufficientemente grandi;- Va preferita l’impaginazione a bandiera che scandisce per ogni riga un’unità di

senso;- Non va mai spezzata una parola andando a capo, né va mai separato un articolo o

un aggettivo dal nome cui si riferisce;- Le immagini – meglio disegni che foto – devono arricchire e facilitare la comprensio-

ne del testo scritto e viceversa;- L’uso delle immagini colorate si giustifica solo quando il colore costituisce un ele-

mento di senso importante.

La scrittura comunicativa apparentemente facile è molto più complessa e difficile diquanto non appaia. È una conquista faticosa per insegnanti e studenti. Progetta una strut-tura linguistica vicina a quella dell’Inglese, del giornale, della televisione, del computer:

Come è facile notare, l’insegnamento della scrittura comunicativa riattualizza lo stu-dio della Lingua Italiana, divenuto ultimamente indigesto per le generazioni cresciute conla televisione, il computer, il videofonino.

A chi obietta che la multimedialità distrae le classi dalle tradizionali attività alfabetichedi studio bisogna far subito notare quattro cose:

- che la scrittura comunicativa richiede preliminarmente la scrittura, a volte intensivadi testi umanistici (tema) e scientifici (ricerca) da cui trarre il materiale culturale da riorga-nizzare ed essenzializzare;

- che la scrittura comunicativa è indispensabile per costruire un testo multimediale suscena, su carta, su schermo;

- che la scrittura comunicativa bilancia non poco le esorbitanti attività di lettura deinumerosi e sempre insufficienti libri di testo;

- che la scrittura comunicativa aumenta e non riduce il monte ore destinato allo stu-dio della Lingua Italiana: 6 ore per l’Italiano letterario e 3 ore per l’Italiano comunicativo.

Alla scrittura comunicativa si accompagna, naturalmente, la lettura comunicativa,un’attività di studio particolarmente impegnativa per gli studenti alfamediali come avremomodo di vedere nelle pagine che seguono.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La produzione di disegni colorati

La produzione di disegni colorati per illustrare le pagine dei menabò e poi del giorna-le scolasico richiede un attento lavoro testuale di tipo grafico. Lo spontaneismo artistico-espressivo è il punto di partenza e dura poco. Serve solo a raccogliere idee e spunti grafi-ci dalla libera interpretazione dei testi verbali e dalla fantasia degli studenti. Subito dopo ini-zia il lavoro individuale e collettivo di riflessione polisemica e di selezione dei disegni o diparti di essi. Questi vanno rielaborati, ingranditi e rimpiccioliti, ritagliati, composti e ricom-posti, ricalcati su un piano luminoso. Tutti sanno che l’illustrazione deve completare edarricchire il testo verbale a cui s’accompagna e viceversa. Anche in questo caso ci si rendesubito conto della difficoltà-facilità della composizione grafica. Le regole da seguire sonoabbastanza semplici:

- Gli elementi più importanti vanno messi al centro del foglio e quelli di contesto insecondo piano (si scoprono a questo punto tutte le problematiche legate al rapporto figu-ra-sfondo, testo-contesto).

- Va curata un’ approssimativa impostazione prospettica.- Le figure in primo piano vanno colorate con colori più vivaci (con il pennarello ad

esempio) rispetto a quelle dello sfondo (matita). - Figure ed oggetti possono essere contornati di nero per avere più risalto. - Tutte le tecniche sono buone. È opportuno che in un giornale illustrato sia usata la

stessa tecnica e a volte anche la stessa mano.Riportiamo di seguito i tre disegni colorati che Giufà ha tratto dal tema e dalla ricerca

sulla raccolta del grano.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

I disegni colorati potrebbero essere molti. In questo caso limitiamo il lavoro testuale d’impaginazione solo a tre illustrazioni per concentrare l’attenzione

sulle possibilità combinatorie offerte da due testi verbali e tre immagini.

L’impaginazione è l’arte di dare valore aggiunto ai significati riportati nel testo verbale, neldisegno, nel titolo. Ogni impaginazione risponde a particolari finalità semantiche.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Esempi d’impaginazione

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Dai tre disegni è possibile ricavaretre manifesti. Questa forma di stampa illu-strata è poco considerata in ambito scola-stico, dove si predilige il cartellone conmolti disegni e molte scritte.

Al di là dei contenuti, che vanno puretrattati con molta attenzione, nella ScuolaAlfamediale si dà molta importanza ai lin-guaggi e alla loro integrazione multime-diale. È dalla padronanza di questa arte-scienza-tecnica che dipende la possibilitàdi rappresentare e comunicare adeguata-mente i contenuti culturali e non vicever-sa. Contenuti deboli comunicati benesono accolti di buon grado, contenuti fortipresentati male si perdono nel disattenzio-ne generale. Il disegno infantile, se bentrattato, si presta a creare e trasmetteremessaggi iconici davvero originali.

I manifesti

LA RACCOLTA DEL GRANO LA RACCOLTA DEL GRANO

LA RACCOLTA DEL GRANO

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Composizione di un fumetto

Dai tre disegni si può ricavare anche un breve fumetto. Il lavoro testuale in questocaso consiste nel riquadrare le parti e i dettagli più significativi in base allo sviluppo deldiscorso o della narrazione. Il fumetto è l’ultima scrittura della stampa illustrata prima del-l’audiovisivo. L’anticipa e lo prepara. In qualche modo é come uno story board che fissa latraccia audio e video, piani e campi, la voce in campo (fumetto in discorso diretto) e fuoricampo (commenti e descrizioni in discorso indiretto).

Comporre fumetti piace molto ai ragazzi, notoriamente grandi consumatori di questogenere di multimedialità, anche se la concorrenza dei cartoni animati della televisione hainferto negli ultimi decenni un duro colpo al loro mercato. Non c’è dubbio però che la sto-ria della multimedialità sia stata fortemente segnata da questo genere di scrittura e di cul-tura, spesso ingiustamente contestata dai puristi della scuola tradizionale. Ancora oggi,certe generazioni si riconoscono dai fumetti letti nella fanciullezza.

Ed ora passiamo dalla multimedialità della carta alla multimedialità dello schermo, uti-lizzando i pochi materiali che abbiamo messo volutamente sul tavolo del lavoro testuale.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Forme di trasposizione in video

La trasposizione in video dei testi verbali e delle illustrazioni, così come l’intende laScuola Alfamediale, richiede la mediazione del corpo e della mente di Giufà, ormai alunnosufficientemente alfabetizzato. Per questo motivo la trasposizione in video è quasi semprepreceduta dalla presentazione su scena. In questa fase a Giufà si chiede di saper staredavanti ad un pubblico, generalmente la classe, a cui illustrare in pochi minuti il contenutodella pagina illustrata.da lui fatta. Ci si può servire a tal fine di uno o più disegni colorati(dimensione preferibile A5) e di tutti gli oggetti reperibili ritenuti utili. Nella presentazione suscena lo spettacolo è diretto ad un pubblico presente e pertanto il codice linguistico dellaformalizzazione scritta della pagina illustrata deve essere ricodificato in linguaggio orale,anch’esso, però, sufficientemente formalizzato. Va fissata una scaletta, le frasi non devonoessere ripetute mnemonicamente, il linguaggio non va improvvisato, bisogna essere auten-tici e spontanei, non ci devono essere vuoti di memoria, bisogna sempre rivolgersi al pub-blico. L’esercizio preliminare della presentazione su scena (che si può fare a casa davantiallo specchio) facilita enormemente la presentazione su schermo, davanti alla videocame-ra, ma anche dietro, quando bisogna riprendere le performances spettacolari dei compa-gni. Solo così é possibile entrare con disinvoltura ed efficacia comunicativa dentro lo scher-mo e raggiungere il pubblico dei telespettatori.

Le attività che si possono svolgere a scuola davanti alla videocamera sono sei, di cuile prime due di base.

1- La lettura comunicativa consiste nel saper leggere davanti alla videocamera il testodi una pagina illustrata, propria o di un compagno, rispettando alcune regole: sorriso diapertura, guardare nel video ogni volta che si conclude un passaggio semantico, scandirele parole fino all’ultima sillaba, leggere modulando opportunamente il tono della voce perdare colore e calore al testo, dare espressività al volto e se necessario alle mani, avverti-re che si sta comunicando con un pubblico (che no c’è).

2 - La presentazione su schermo consiste nel rielaborare il testo scritto con paroleproprie seguendo l’ordine di una scaletta di tre-quattro punti. Ci si accorge facilmente quan-do l’esposizione è meccanica o è partecipata. In questo caso l’alunno scopre la forza comu-nicativa e spettacolare dell’autenticità, il più potente antidoto contro la pesantezza del for-malismo scolastico e del protagonismo fasullo. La presentazione su schermo è la scritturamultimediale di base per costruire qualunque altro tipo di video. Essa basta da sola peravviare a scuola la redazione-edizione di servizi video per uso interno ed esterno.

3 - L’intervista consiste nel compiere il lavoro mentale della presentazione aperta. Ledomande dell’intervistatore e le risposte dell’intervistato, anche se studiate e concordate,lasciano sempre un ampio margine all’improvvisazione da gestire in situazione e in diretta.

4 - La tavola rotonda è una sorta di intervista in sequenza. Diventa incrociata quandosi può intervenire sugli interventi degli altri. In questo caso il compito del conduttore diven-ta oltremodo complesso, ma non impossibile per alunni delle elementari. La tavola rotondaè un’esperienza altamente stimolante perchè s’impara ad entrare pubblicamente nelladinamica e nel merito delle questioni oltre che nel gioco comunicativo dello spettacolo.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

5 - La fiction richiede un livello minimo di recitazione e di scenografia. È in parte assi-milabile alle recite scolastiche.

6 - Lo spot richiede una scrittura testuale troppo densa per essere una buona attivi-tà di studio. Spesso nelle scuole si inizia ad usare la televisione proprio dagli spot.

Le sei forme di trasposizione in video delle pagine illustrate lasciano intuire quantovariegato sia il lavoro testuale di scrittura audiovisiva e quanto sia alto il ritardo accumula-to dalla scuola su questo fronte.

1 - Lettura comunicativa 2 - Presentazione su schermo

3 - Intervista 4 - Tavola rotonda

5 - Fiction 6 - Spot

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

ConclusioneIl percorso alfamediale di base ora è concluso. Lo stesso argomento è stato sviluppa-

to nella forma del tema, della ricerca, del disegno colorato, della pagina illustrata, del mani-festo, del fumetto, della presentazione su scena, della lettura comunicativa, della presen-tazione su schermo, dell’intervista, della tavola rotonda, della fiction e dello spot. Il conte-nuto è rimasto quasi sempre lo stesso: è cambiata solo l’integrazione multimediale dei lin-guaggi su carta, su scena, su schermo. Il lavoro testuale in tutte le sue forme antiche emoderne, manuali e tecnologiche, analogiche e verbali, ha messo in moto in forma evolu-tiva ed organica tutte le forme del pensiero umano, conosciute e praticate. Alla fine del per-corso Giufà ha imparato tante cose. Eccone alcune:

- trattare argomenti d’interesse collettivo in modo semplice e chiaro;- l’osservazione e la ricostruzione simbolico-culturale del mondo;- la comprensione del rapporto forma-contenuto;- la composizione semantica con testi di linguaggi diversi;- la gestione di strutture complesse e dinamiche- l’esperienza della comunicazione formale-informale;- il pensiero multimediale-spettacolare;- essere sempre pronto, disinvolto ed autentico con tutti;- la capacità di fare redazione-edizione multimediale con altri per altri.

Il lavoro testuale in tutte le sue forme, monomediali e multimediali, ora irradia il suopotere di transfer anche sulle otto competenze chiave della strategia di Lisbona, che, peropportuna nota critica, bisogna dire che sono state pensate in astratto e in risposta ad esi-genze storiche contingenti. E cioé, sono state pensate

- sotto la spinta economicistico-competitiva della globalizzazione e prima ancora cheesplodesse il conseguente sistema turbocapitalistico di produzione della ricchezza;

- senza una visione o visionarietà di alto valore storico e civile circa la riambientazio-ne antropologica in corso;

- senza una visione pedagogica adeguata alla emergenza epocale e dunque senzaun vero e mirato progetto di rifondazione (più che di riforma) della scuola.

La Scuola Alfamediale, invece, si sintonizza decisamente sulle Tre Culture storichepiù potenti del nostro tempo (Umanistica, Scientifica, Multimediale), tenendo conto dell’ac-centuazione multimediale che avrà il nuovo tempo storico. Il suo modello è semplice, chia-ro e flessibile anche nell’attuale fase di riposizionamento istituzionale. In particolare, nonrinnega il lavoro testuale della scuola del passato, ma lo distingue, lo riattualizza, lo colle-ga al lavoro testuale di tipo multimediale.

Nella nuova scuola Giufà e i suoi compagni percepiscono chiaramente la distinzionetra le Tre Culture e il diverso ruolo che hanno i tre tipi di insegnanti (o gruppi di insegnan-ti) che si succedono a turno nella classe.

- Il primo insegna a cercare nel lavoro testuale “la fiamma” che illumina e riscalda ilcuore e la mente degli uomini.

- Il secondo insegna a cercare nel lavoro testuale “il cristallo” che dà trasparenza edoggettività alla conoscenza umana.

-Il terzo insegna a cercare nel lavoro testuale “lo specchio” che riflette l’immagine del-l’uomo e del mondo.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La riambientazione antropologica

L’uomo è naturalmente multimediale: per vivere e comunicare ha bisogno di usarecontemporaneamente e in vario modo linguaggi diversi: movimento, suono, immagini,parole. L’azione è multimediale, l’immaginazione è multimediale, il rapporto con gli altri èmultimediale, il sogno è multimediale, il futuro sarà multimediale, anzi alfamediale.

Il mondo è un immenso e complesso testo-contesto multimediale, in cui, noi esserimultimediali, siamo immersi. Il senso di realtà è multimediale.

Le opera - azioni e le cose sono processi e prodotti multimediali, che si sviluppanoin un particolare contesto multimediale: l’ambiente di vita.

La corporeità, fatta di azioni, operazioni, cose (spesso formalizzati in tecniche e riti)è multimediale. La corporeità è pensiero emotivo, imitativo, magico e sta alla base dell’e-sperienza primaria. I linguaggi della corporeità sono analogici e sono movimento, suono,immagine (linguaggi del corpo e nel corpo).

La parola parlata (linguaggio nel corpo, ma non del corpo) si aggiunge circa100.000 anni fa alla corporeità dell’uomo habilis (comparso circa 2.000.000 di anni fa) e allamanualità dell’uomo erectus (1.000.000 di anni). Con l’aggiunta della parola dell’uomosapiens la multimedialità diventa un mix di corporeità-oralità, un potentissimo sistema sim-bolico-culturale analogico-verbale.

L’oralità arricchisce il nuovo sistema multimediale perché vi introduce il pensiero fat-tuale (l’esperienza è rappresentata indicando fatti significativi), narrativo (racconti, miti),poetico (formule mnemoniche e cantate). Le narrazioni e le figure retoriche, in particolarela metafora, sono corporeità fatta di parole.

La civiltà della scena mischia perfettamente corporeità-oralità. La scena è il luogo incui corporeità-oralità danno forma alla quotidianità e alla festa. Definiamo la scena come illuogo multimediale in cui corpi agenti-parlanti entrano in rapporto con altri corpi agenti-par-lanti. La civiltà della scena è il primo stadio evolutivo-multimediale dell’uomo antico, moder-no, contemporaneo.

I bambini nascono nella civiltà della scena e dopo qualche anno, attraverso l’emula-zione e il gioco, imparano ad essere corpi agenti-parlanti, cioè esseri multimediali comple-ti. La prima educazione, quella della famiglia, consiste nel fare diventare i bambini abitantimultimediali della civiltà della scena.

L’incontro con la scrittura costituisce il primo salto antropologico vissuto dal bam-bino nella nostra società. Egli passa attraverso la scuola dalla civiltà della scena alla civil-tà della carta. Appena lascia la famiglia ed arriva a scuola, al bambino si chiede di cambia-re la sua originaria natura multimediale: deve scomparire come corpo e diventare solomente, deve pensare non più in forma multimediale scenica, ma in forma monomedialealfanumerica. Una vera rivoluzione culturale di snaturamento e di nuova umanizzazione.

La scuola nasce circa 2500 anni fa, appunto, per dare il pensiero monomediale alfa-numerico. Essa insegna a trasporre la multimedialità della scena in monomedialità alfanu-

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

merica su carta. L’esperienza del corpo e del mondo (azioni, operazioni, emozioni, senti-menti, cose, forme, pensieri) per esistere nella civiltà della carta deve trovare una correttaforma grafo-verbale.

I vantaggi della monomedialità alfanumerica sono sostanzialmente due: 1) il supe-ramento dei limiti del corpo e la trasmissione dell’informazione nel tempo e nello spazio; 2)Ma soprattutto, l’acquisizione di un altro modo di pensare, quello del logos, della riflessio-ne intellettuale ovvero dell’ordine concettuale, analitico, critico. L’uomo, ormai esterno alsuo stesso corpo, diventa libero pensiero (persona) e il mondo, ormai scorporato dalla suafisicità, si trasforma in idea filosofica.

Il Pensiero Umanistico della monomedialità alfanumerica forma e muove la civiltàdella carta attraverso la Paideia greca, le Humanae litterae romana, il Trivio e il Quadriviomedievali, il Collegio e il Liceo dei Gesuiti. La civiltà della carta ha una profonda accelera-zione con l’invenzione della stampa (1454).

La Stampa, che nel 1500 diventa illustrata e cioè bimediale, diffonde in Europa, a par-tire dall’Italia rinascimentale, un’immensa quantità di conoscenze tra gli uomini. La quanti-tà genera una nuova qualità della cultura e del pensiero: nascono la Cultura Scientifica esi diffonde il Pensiero Scientifico e a seguire la tecnica, l’industria, i commerci, la borghe-sia, le nazioni, lo stato di diritto, la democrazia, in una parola, la modernità.

Il Pensiero Scientifico genera ed è generato dalla verifica oggettiva e misurativadelle conoscenze (Metodo sperimentale), dalla raccolta delle conoscenze (Enciclopedia),dall’organizzazione delle conoscenze in saperi (discipline: Geografia, Scienze: Botanica,Zoologia, Chimica, Fisica…), dall’insegnamento in apposite scuole (Politecnico).

Le Due Culture, Umanistica e Scientifica, sono le due più potenti forme di pensierodella civiltà della carta. Il Pensiero Umanistico é concettuale, analitico, critico; il PensieroScientifico é disciplinare, misurativo, predittivo. Per circa due secoli le Due Culture si fannouna guerra feroce che termina nel 1985 (in Italia) con il bilanciamento e l’interscambio cul-turale delle due forme di pensiero. La Cultura Umanistica resta sostanzialmente monome-diale, la Cultura Scientifica diventa sempre più bimediale (stampa illustrata).

Per gemmazione spontanea, intanto, da un ramo della Cultura Scientifica nasce lariproducibilità tecnica degli originari linguaggi analogici del corpo: la fotografia nel 1835, ilmagnetofono nel 1878, il cinema muto nel 1895, la loro integrazione audiovisiva nelloschermo (cinema 1927, televisione 1936, computer 1975, internet 1989, videofonino2005…). La rappresentazione audiovisiva chiude di fatto un lunghissimo ciclo evolutivo: fauscire definitivamente l’uomo dai limiti del corpo e gli permette di rispecchiarsi in un altrose stesso, vero-falso.

Con l’audiovisivo l’ordine antropologico indotto della Scuola Alfabetico-tipografica odelle Due Culture entra in profonda crisi di egemonia e di formazione. L’esperienza rappre-sentata con l’AV è più completa e comprensibile di quella rappresentata dalla scrittura.L’AV, il nuovo linguaggio universale degli uomini, è globale e globalizzante: integra tutti i lin-guaggi del Corpo e della Parola, raggiunge ed unifica all’istante ogni parte del mondo. L’AVè il più completo e potente linguaggio multimediale che si conosca. Nessuno resiste allasua attrazione magnetica. Dà alla Cultura Multimediale la connotazione di Terza Cultura.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

La Terza Cultura (il terzo occhio) ancora non è entrata nella scuola. Perché ciòavvenga bisogna chiarire almeno sette equivoci.

- La Cultura Multimediale non è ancora considerata una cultura antropologica, con unasua autonomia, al pari della Cultura Umanistica (classicità) e della Cultura Scientifica(modernità), ma un supporto tecnologico-informativo dell’una e dell’altra.

- L’AV non è esplicitamente considerato il linguaggio fondante della CulturaMultimediale, ma uno tra i tanti media dello schermo.

- Il valore universale e formativo dell’audiovisivo è considerato inferiore a quello stori-co dell’alfabeto fonico, che pure incorpora.

- Lo spettacolo audiovisivo è considerato una forma secondaria (se non addiritturapericolosa) di cultura e di pensiero.

- L’AV va studiato attraverso la lettura e la scrittura audiovisiva (come avviene per l’al-fabeto) e non con le categorie concettuali della Cultura Umanistica e della CulturaScientifica.

- Lo schermo è considerato un foglio di carta (elettronico) in cui è possibile leggere e scri-vere con tutti i linguaggi, restandoci fuori, e non una scena in cui è possibile entrare.

- La videocamera è considerata una penna (elettronica) da usare a scuola solo perqualche video di documentazione, ma non per riprendere e registrare il PensieroMultimediale del corpo agente-parlante degli studenti.

La Scuola Alfamediale chiarisce i sette equivoci sopra esposti e su questa base cur-ricolarizza lo studio del Pensiero Multimediale.

- La Cultura Multimediale è l’ultima e più importante ed evoluta cultura antropologica:ingloba in un nuovo ed unico sistema simbolico-culturale corporeità, oralità, classici-tà, modernità.

- L’AV é il linguaggio di base della formazione del Pensiero Multimediale.- L’AV, linguaggio multimediale per eccellenza, si pone in continuità, ampliamento edalternativa all’alfabeto fonico, linguaggio monomediale per eccellenza.

- Lo spettacolo ritorna, come nella civiltà della scena, ad essere la principale forma dipensiero e di lavoro testuale di lettura e di scrittura.

- Lo studio dell’AV consiste essenzialmente nell’imparare a leggere, scrivere e pen-sarein AV e cioè nel sapere stare davanti allo schermo del cinema, della televisione e delcomputer, ma soprattutto davanti e dietro alla telecamera e dunque dentro lo schermo.

- Lo schermo è il luogo in cui spettacolo scenico e spettacolo illustrato s’incontrano esi fondono, per cui bisogna preliminarmente e contestualmente fare esperienza di let-tura e di scrittura dell’uno e dell’altro sistema multimediale;

- La videocamera è una penna con due funzioni formative distinte: quella della mente-pensante quando lo studente si pone dietro ad essa, quella della mente-corpo-pen-santi quando si pone davanti ad essa. La seconda esperienza è più formativa dellaprima.

Il Pensiero Multimediale è lo strumento indispensabile per riambientare le nuovegenerazioni nel loro e nuovo tempo storico, ma anche nei tempi storici precedenti. Nelmondo globalizzato di ora e del 2100 (ad esempio) il Pensiero Umanistico e il PensieroScientifico, resteranno necessari ma non più sufficienti per vivere. Solo il Pensiero Multime-diale dello spettacolo audiovisivo darà le competenze intellettive e culturali di base (si pensialle otto competenze-chiave della strategia di Lisbona) per comprendere il molteplice checi avvolge e trattarlo in modo olistico e spettacolare. Analizziamo brevemente questi trecaratteri distintivi del Pensiero Multimediale.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Il molteplice che ci avvolge (multiculturalità, multietnie, multinformazione, multireli-giosità, ecc…) impone di pensare contemporaneamente più cose e con linguaggi integratiper rappresentarle e comunicarle agli altri. La lettura e scrittura testuale dello spettacoloaudiovisivo organizza e concentra la molteplicità dei contenuti culturali in forme plurilingui-stiche sempre più dense e complesse.

L’olismo dà unità significativa alla complessità delle cose e dei linguaggi. È forza sin-tetica, sistemica, organica, dinamica, fluida, complessa, flessibile, processuale, produttiva,creativa, come tutte le esperienze della vita reale. Il suo alto potere di transfert culturale nefa uno strumento indispensabile per la nascità della mente globale, della civiltà globale, del-l’umanesimo globale.

Lo spettacolo è il principale attributo del Pensiero Multimediale. Gli uomini vivononello spettacolo, di spettacolo, per lo spettacolo. Esso esprime la più naturale ed avanzataforma di pensiero, di comunicazione e di cultura degli uomini. Postula la buona comunica-zione, la facile fruizione del messaggio, lo studio preventivo, la verifica sociale delle perfor-mances, il superamento dell’individualismo di massa, del narcisismo di massa, del consu-mismo di massa, dell’ideologia dei diritti senza il controbilanciamento dei doveri, del pro-vincialismo e dell’impiegatismo come nicchia protettiva e chiusura verso gli altri.

Il collegamento culturale tra Pensiero Multimediale, Pensiero Umanistico e Pensie-ro Scientifico è molto stretto: lo spettacolo si avvale di contenuti, sistemi simbolici e riferi-menti culturali sia umanistici che scientifici. Il dibattito sulle Tre Culture non è ancora aper-to. È stato avviato timidamente nel 1995, proprio qua ad Erice, con un convegno dal titolo,appunto, Le Tre Culture: Umanistica, Scientifica, Multimediale.

La metodologia alfamediale per la formazione del Pensiero Multimediale si basasulla pratica curricolare della presentazione scenica, illustrata, audiovisiva. Concordato conl’insegnante un argomento di studio, lo studente, dalla Scuola dell’Infanzia finoall’Università, deve saper fare: la presentazione su scena, una sorta di minilezione ai com-pagni illustrando oggetti e qualunque tipo di materiale motorio, sonoro, visivo; la presenta-zione su carta trasponendo la minilezione in una pagina illustrata; la presentazione suschermo trasponendo spettacolo scenico ed illustrato in spettacolo audiovisivo di uno o piùminuti, corredato da insert e chromakey. Nessuno studente resiste al protagonismo dellapresentazione.

La presentazione si raccorda direttamente al disegno, al tema, al problema, allaricerca, e a tutte le arti studiate a scuola. È una forma avanzata di interrogazione. La suapratica ordinaria prepara gli studenti alle attività culturali di redazione-edizione multimedia-le per la realizzazione di spettacoli scenici, manifesti, giornali, servizi video, da diffondereon line o off line.

La redazione-edizione multimediale su scena, su carta, su schermo lascia configu-rare tre nuove materie di studio: Scenica, Grafica, Schermica. Queste accorpano lo studiodi tutti gli insegnamenti artistici di movimento, suono, immagine, parola parlata, scritta estampata. La redazione-edizione permette di studiare l’Italiano comunicativo dei media(teatro, manifesto, giornale, televisione, web). L’Italiano comunicativo dei media è diversoper qualità e natura dall’Italiano letterario: il primo è multimediale, il secondo monomedia-le.

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Scenica, Grafica, Schermica, le tre nuove materie multimediali, semplificano il cur-ricolo accorpando gli insegnamenti e l’orario di ginnastica, musica, artistica, informatica,tecnologia, Italiano comunicativo dei media. Gli insegnamenti accorpati sono proposti,quando è necessario, anche in forma monomediale.

L’insegnante alfamediale, di ogni ordine e grado e di qualunque materia e disciplina,è esperto sia nelle tradizionali pratiche monomediali (lettura, scrittura, correzione, spiegazio-ne, interrogazione), sia nelle nuove pratiche multimediali di presentazione, trasposizione,redazione-edizione. Egli è la cellula rigeneratrice della nuova scuola. Programma tempi, spazie contenuti per far fare agli studenti, contestualmente alle attività tradizionali, le tre forme dipresentazione e la redazione-edizione di prodotti culturali su scena, su carta, su schermo.

La formazione degli insegnanti segue uno schema preciso. Dopo avere imparato afare la presentazione, la trasposizione e la redazione-edizione su scena, su carta, su scher-mo, l’insegnante alfamediale fa fare queste stesse attività multimediali a tutti i suoi studenti.Ogni insegnante alfamediale porta a scuola la sua personale videocamera digitale per le pre-sentazioni in classe. Manda, invece, gli allievi nei laboratori multimediali (Centro grafica estampa, Studio televisivo, Aula multimediale) per le operazioni di redazione-edizione. Neilaboratori gli studenti trovano le condizioni tecniche per le operazioni di grafica, stampa, mon-taggio, postproduzione, duplicazione, diffusione on line e off line. La metodologia alfamedia-le incide marginalmente nell’assetto istituzionale della scuola (organico, programma, orario,organizzazione, risorse): solo e soltanto per la conduzione dei tre laboratori multimediali.

Gli effetti culturali e formativi del Pensiero Multimediale sono facilmente intuibili.Dal punto di vista culturale lo studente riporta ad unità corpo-mente, intuizione-riflessione,semplicità-complessità, personale-pubblico, arte-tecnologia, spirito-materia, concretezza-astrattezza, dionisiaco-apollineo, emisfero destro ed emisfero sinistro e tutte le opposizio-ni-separazioni a cui ci ha abituato da secoli la scuola.

Gli effetti moltiplicativi del Pensiero Multimediale sono altrettanto facili da intuire. Lievidenziamo in una sorta di simulazione fantapedagogica e fantapolitica. Le ScuoleAlfamediali, collegate o meno in Rete, chiedono alle classi di produrre materiali culturali astampa e in video su un argomento prefissato. Le classi, nel giro di poco tempo, sono ingrado d’inondare la scuola e il territorio d‘idee, di giornali e di spettacoli belli, interessantied originali, risonanti positivamente con la cultura prodotta nell’extrascuola. Ecco il circuitovirtuoso di cui abbiamo impellente bisogno, il sistema rigenerativo permanente capace dibloccare il declino e la recessione in atto e di attivare uno sviluppo sano, sostenibile, com-patibile, moltiplicativo. In questo senso la Scuola Alfamediale progetta la più alta concen-trazione di cultura allo stato nascente, la comprensione e valorizzazione della memoria sto-rica, un sistema organizzato di competenze specifiche, una capillare ramificazione territo-riale dell’intelligenza collettiva, la pratica di massa di alti valori sociali e culturali, l’antidotopiù efficace contro le eterne spinte degenerative latenti in ogni società civile.

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LA SCUOLA ALFAMEDIALE

Elenco delle scuole aderenti alla RSA

Elenco degli insegnanti referenti

SCUOLA INDIRIZZO CITTA’ E. MAIL 1 S.S. 1° “DE STEFANO” VIA F.LLI AIUTO, 16 91016 ERICE [email protected]

2 C.D. 1° “PASCOLI” VIA CASERTA, 54 91016 ERICE [email protected] 3 C.D. 2° “MAZZINI” VIA CESARO’, 19 91016 ERICE [email protected] 4 C.D. 1° “L. DA VINCI” VIA S. PIETRO, 54 91100 TRAPANI [email protected] 5 C.D. 4° – MARCONI VIALE XI SETTEMBRE 2001 91100 TRAPANI [email protected] 6 C.D. 4° – SAPPUSI VIA SAPPUSI, 8 91025 MARSALA [email protected] 7 C.D. II VIA NERVIA, 28 18039 VENTIMIGLIA (IM) [email protected] 8 C.D. VIA PELLOUX 18012 BORDIGHERA (IM) [email protected] 9 C.D. “CRISPI” VIA BARISANO DA TRANI 90146 PALERMO [email protected] 10 I.C. “CASTRONOVO” VIA VECCHIA MARTOGNA 91016 ERICE [email protected] I.C. “PELLEGRINO C.DA PAOLINI 91025 MARSALA [email protected] I.C. “VIVONA” VIA DE AMICIS 91013 CALATAFIMI [email protected] 13 I.P.S.S.A.R. VIA BARRESI, 28 91016 ERICE [email protected] 14 I.T.C. “SCIASCIA” VIA CESARO’, 36 91016 ERICE [email protected] 15 C.D. “PIRANDELLO” PIAZZA EUROPA, 2 91014 C/MMARE GOLFO [email protected] 16 C.D. 1° VIA E. FILIBERTO, 7 04023 FORMIA [email protected] 17 Ist. Valdese Scuola Paritaria

“MONTE DEGLI ULIVI” VIA MONTE DEGLI ULIVI, 6 93016 RIESI [email protected]

18 I.C. CASTELFORTE VIA FUSCO A. 04021 CASTELFORTE [email protected] 19 I.C. “PAGOTO” VIA TIVOLI, 37 91016 ERICE [email protected] I.P.C. “BUFALINO” PIAZZA CARUSO, 8 91100 TRAPANI [email protected]

SCUOLA REFERENTE REFERENTE 1 S.S. 1° “DE STEFANO” Canino Lucia

Garuccio Giuseppe Russo Alessandro

2 C.D. 1° “PASCOLI” Bruccoleri Giuseppina La Sala Leonarda 3 C.D. 2° “MAZZINI” Ciotta Giovanna Bruno Germana 4 C.D. 1° “L. DA VINCI” Panfalone Giuseppina 5 C.D. 4° – MARCONI Campaniolo Margherita 6 C.D. 4° – SAPPUSI Bertolino Emiliana La Francesca Antonella 7 C.D. II Marchesi Antonella Muratore Anna 8 C.D. Merlo Antonella Colomba Tirari 9 C.D. “CRISPI” Salerno Francesco Gelsomino Carmela 10 I.C. “CASTRONOVO” Genna, Giacalone Di Natale 11 I.C. “PELLEGRINO” Rubino V.za / Barraco Natale/ La Torre Manuela 12 I.C. “VIVONA” Gugliotta Rosalba Spatafora Vita 13 I.P.S.S.A.R. 14 I.T.C. “SCIASCIA” Piepoli Anna Maria 15 C.D. “PIRANDELLO” Varvaro Anna Maria Fausto Marina 16 C.D. 1° “DE AMICIS” Paone Carmela Di Marco Cinzia 17 MONTE DEGLI ULIVI Baldi Rosalia 18 I.C. CASTELFORTE Patriarca Filomena Stabile Anna 19 I.C. “PAGOTO” Ancona Mauro, Ciravolo Fusco 20 I.T.C. “BUFALINO” Zizzo Francesco/Bruno Flavia/Riccobono Irene

Cassisa Maria Pia/Orioles Gianfranco/Marceca Giuliana D’Amico Anna

Meo Antonino

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STORIA LINGUAGGI RIAMBIENTAZIONE

Gli alfabetizzati del mondo,senza accorgersene,

sono diventati semianalfabeti audiovisivi:

sanno stare davanti allo schermoma non sanno starci dentro

con il corpo e la mente.

Per imparare e diffondere questa nuova e fondamentale esperienza formativa

diventa anche tu

INSEGNANTE ALFAMEDIALE

È facile e divertente, possibile e necessario.

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Margherita Ciotta, Presidente della RSAD.S. Istituto di Scuola secondaria di 1° grado “Antonino De Stefano”

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Page 76: LA SCUOLA ALFAMEDIALE - ScuoleAlfamediali.net · 4 LA SCUOLA ALFAMEDIALE Per raggiungere il punto che non conosci devi prendere la strada che non conosci San Giovanni della Croce