LA SCIENZA NEL PROCESSO: Applicazioni della psicologia evoluzionistica in ambito forense Dott.ssa...
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LA SCIENZA NEL PROCESSO:
Applicazioni della psicologia evoluzionistica
in ambito forense
Dott.ssa Lilybeth Fontanesi
La scienza nel processo:
1. Verità processuale VS Verità storica: il ruolo del giudice
2. Il tasso di scientificità: Le sentenze chiave: – Sentenza Frye (1923): la scienza spendibile nel processo è la
scienza maggioritaria, quella che ha più probabilità di essere vera. Come si dimostra?
– Sentenza Daubert (1993): canoni di verifica epistemologica: falsificabilità, rilevanza, errore noto, teoria maggioritaria.
Lo psicologo che si appresta a lavorare in ambito forense deve sempre controllare: la metodologia (idonea e accurata), le referenze, la credibilità, anticipare le obiezioni e portare una tesi difendibile e non smantellabile.
Psicologia diversi ambiti di applicazione: forense, legale, criminale, giudiziario, rieducativo, legislativo..
La psicologia evoluzionistica in ambito forense:
La ricerca sul campo e il metodo delle ipotesi multiple mutualmente esclusive, permettono di creare profili psicologici basati sui dati oggettivi provenienti dall’analisi dei casi
Permette di fare previsioni e di comprendere i moventi biologici ( il valore adattivo del comportamento)che hanno spinto gli individui a comportamenti violenti o socialmente devianti
Analizza le variabili, in modo da poter coadiuvare e indirizzare le indagini della Polizia
Si presta a diventare una componente rilevante della psicologia investigativa forense, intensa come l’applicazione del metodo scientifico rivolto allo studio delle persone nelle situazioni sociale e dei fenomeni nel loro contesto naturale
Cosa bisogna fare?
1. Comprendere per chi si lavora e qual è il quesito che ci viene posto
2. Definizione degli obiettivi3. Costruzione delle ipotesi4. Definizione della metodologia5. Raccolta dati6. Analisi dei dati7. Costruzione delle conclusioni
Analisi del metodo attraverso lo studio di un caso
Il contesto: • P. età 22 anni, primo figlio a 15 anni, secondo a 20• Africana• In Italia con il compagno, italiano conosciuto in vacanza• Prostituta occasionale, estetista• Hanno una figlia di due anni, W. che viene affidata al padre:
la madre è d’accordo e può vederla quando desidera• Piccole storie di ricatti fra ex coniugi per vedere la piccola• La donna sembra aver minacciato di volersi suicidare insieme
al figlio di primo letto per “togliere il disturbo” (perizia psichiatrica negativa)
Il fatto: dopo una giornata trascorsa con la figlia, al termine di una lunga
passeggiata in città, con la bimba in braccio, durante un blackout urbano,la posa, per usare il cellulare, e la “perde di vista”. La bambina viene ritrovata dopo un ora e cinquantacinque minuti, con 26° di temperatura corporea, sott’acqua, nel fiume (20°), ancora viva. Muore 3 ore dopo al pronto soccorso.
L’accusa: La donna viene accusata di filicidio, di aver gettato la figlia nella
cascata alle 22.22 e di avere simulato l’incidente
Obiettivi:1)Individuare un possibile movente, tramite la psicologia
evoluzionistica, che possa aver indotto la madre ad uccidere la figlia2)Considerare ed analizzare ulteriori elementi che possano
confermare o confutare tale movente
Costruzione delle ipotesiIpotesi di moventi per madre infanticidia e filicida
Disinvestimento riproduttivoSelezione sessualeSindrome di MedeaPsicopatologiaSelezione del sessoOmicidio d’OnoreOppure non e’ infanticidio ma .. Parenting negligente
Metodologia
Osservazione e indagine sul campo per la raccolta dati e analisi della documentazione processuale
Confronto del profilo dell’imputata con i profili emersi dall’analisi di 100 casi di infanticidio, costruiti a partire dai diversi moventi
RisultatiProfili E
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La scienza nel processo:Discussione
•Nessuno dei moventi individuati collima completamente con il profilo di P., tranne alcuni aspetti in comune con il profilo di Sindrome di Medea•Si possono quindi tenere in considerazione 2 ipotesi: Sindrome di Medea e Parenting Negligente
Ma…. Secondo il SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambienti di Civile Abitazione) vi sono 5 casi di annegamento di bambini tra gli 1 e i 4 anni, dovuti a omesso controllo dei genitori (dove annegamento e soffocamento accidentale sono la prima causa di mortalità in quell’età)…mentre solo 0,1 casi all’anno di bambini morti per mano di madri “Medee”
La psicologia investigativa..
E’ plausibile la nostra ipotesi?Come dimostrarlo?
1. Analisi delle cause possibili cause della morte, collimano col profilo?
2. Perché viene accusata? E’ possibile smantellare l’accusa?
Un esempio delle conoscenze multidisciplinari che possono aiutare in questo campo…
Psicologia investigativa
Psicologia comportamentale e cognitiva
Biologia e Medicina legale
Possibili cause del decesso:Ipotermia: Temperatura del corpo al momento del ritrovamento 26°, peso 12 kg,
temperatura del Fiume 18° circa. Superficie corporea calcolata 0.55 m², indice di massa corporea pari a 16 rapporto tra superficie corporea e volume pari a 27,5 la bambina avrebbe potuto sopravvivere fino a 13 ore (Tarlochan e Ramesh, 05)
Ma considerando: lo sforzo per cercare di restare a galla, la corrente del fiume, la mancanza di vestiti atti a proteggere il corpo, il fatto che la bambina fosse a stomaco vuoto, ma dal momento del presunto infanticidio al ritrovamento del corpo sono trascorsi solamente 1.40 minuti, tempo insufficiente per far scendere in una bimba viva la temperatura corporea a 26°
Annegamento: l’acqua dolce essendo ipotonica rispetto al sangue, viene rapidamente assorbita dal sistema dei capillari polmonari e in pochi istanti penetra nel torrente circolatorio in grande quantità, fino al raddoppio del volume totale del sangue, causando gravi complicazioni cardiache, che portano all’arresto del cuore dopo pochi minuti dall’immersione. Non può aver resistito quindi per 1.40 ore. In ogni caso, dopo la morte per annegamento ed il conseguente arresto del metabolismo corporeo, il raffreddamento avviene molto velocemente. Sulla base del nomogramma di Henssge, la bambina avrebbe impiegato circa 90 minuti per raggiungere una temperatura di 26°. Ciò significa non escludere che la vittima sia morta pochi muniti prima del ritrovamento e le tre ore precedenti, ma se fosse stata gettata nel fiume all’ora definita dall’accusa, non si spiegherebbe la presenza di attività elettrica.
Gli errori delle illusioni cognitive
Le illusioni cognitive sono un sistema di autoconvinzioni che si autoalimenta, sfociando in processi di inferenza della realtà del tutto erronei (Allport,1954). Questo accade anche nel processo, dove giudici e avvocati prendono decisioni secondo le massime di esperienza. Secondo l’accusa P. mentirebbe sul percorso fatto con la figlia prima della disgrazia, e sui tempi quindi la sua versione dei fatti non è credibile.Perché mente?•Africana•Ragazza madre•Prostituta occasionale•Molto attaccata all’auto Mercedes e ai soldi•Desiderosa di sfondare nella televisione (ha posato in bikini)…In realtà l’accusa non ha prove oggettive. Il nostro laboratorio ha testato la dichiarazione, rifacendo il medesimo percorso, con una bimba in braccio: i tempi sono esattamente quelli dichiarati dalla donna e l’eventualita’ che li abbia cronometrati prima includendo la deviazione per uccidere la piccola e comparire sotto le telecamere nascoste e’ troppo remota.
Conclusioni
Data la mancanza di dati a supporto di un qualsiasi movente plausibile che implichi l’intenzionalità e la premeditazione non è possibile formulare un’accusa certa di filicidio. L’analisi degli elementi in nostro possesso, rendono 50 volte più probabile l’ipotesi di un incidente.