«La scelta di stare accanto al Papa» · china papale - era assolutamente motivata. Con tutte le...

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Data e Ora: 09/11/09 21.18 - Pag: 8 - Pubb: 10/11/2009 - Composite La visita Il giorno dopo «Il messaggio e la volontà di trasmetter- lo hanno forzato il maltempo, il contenitore, il protocollo, gli orari. È stata una bella gior- nata di fede. Resterà nella memoria dei bre- sciani». Mons. Gian Franco Mascher, vicario generale della diocesi, è persona di grande saggezza e di squisita umanità. Da mesi lavo- ra alla preparazione della visita a Brescia del Santo Padre, con la ferma consapevolezza della gerarchia degli accadimenti e la serena convinzione che i tempi per la condivisa ma- turazione di quel che vale non sono a getto- ne. Con lui - mons. Monari è già ad Assisi per impegni della Cei - proviamo a rileggere l’iti- nerario compiuto tra noi da Papa Benedetto XVI e a prefigurarne la ricaduta sul cammi- no della Chiesa, e della società, bresciana. La gente e il maltempo «Era sicuramente auspicabile una giorna- ta di sole. Il maltempo ha confermato un da- to: la tantissima gente radunatasi nei luoghi dove il Papa ha sostato e assiepata lungo il percorso per salutarlo - io ho fatto l’esperien- za di precedere in ogni spostamento la mac- china papale - era assolutamente motivata. Con tutte le opportunità offerte di seguire la visita in casa propria, in pantofole e al caldo, tantissimi hanno sfidato pioggia e freddo per stringersi attorno a Benedetto XVI. Con convincimento, entusiasmo, capacità di co- gliere il significato autentico della presenza del Papa. Il seguito papale si è complimenta- to per l’attenzione generale che ha accompa- gnato una celebrazione lunga, articolata, con persone che stavano in piazza dalle pri- me ore del mattino». Passato il messaggio, rinnovato da mons. Monari nelle scorse settimane, che la Chiesa locale è tale se in comunione con Pietro. «Compreso e vissuto. L’ambito della piaz- za, ristretto rispetto alla straripante doman- da di partecipazione pervenutaci dalle par- rocchie, ha agevolato la volontà di fare comu- nione. Le persone non erano mosse da senti- menti di curiosità, ma dal sentirsi Chiesa riu- nita intorno al suo Sommo Sacerdote». Il magistero papale Il Papa, che ripete quella impressione di fragilità fisica e di fermezza di fede che attri- buisce a Paolo VI, ha proposto interventi di merito, andati in profondità. «Il magistero proposto da Papa Benedet- to è stato molto chiaro. Si è sviluppato, il mattino, in una omelia molto articolata, in- carnata nella Parola di Dio della domenica e approfondita sul tema dell’amore di Paolo VI per la Chiesa. I passaggi sulla Chiesa che prende coscienza di sé, che si fa missionaria, che vive nella misura in cui segue Gesù Cri- sto vanno meditati nella loro grandiosa at- tualità. Quel povera ma libera è un discorso tutto da riprendere. Così le annotazioni sui preti, sulla formazione dei laici, sulle proble- matiche legate alla crisi economica, non so- no di passaggio, ma coerenti con l’impianto generale del magistero papale». Approfondimento continuato nel pomerig- gio con l’inaugurazione della nuova sede del- l’Istituto Paolo VI a Concesio. Mons. Ma- scher è anche vicepresidente dell’Opera per l’educazione cristiana... «Il tema dell’educazione era occasionato dalla consegna del Premio internazionale, ma lo supera. Sullo sfondo si intravede l’im- pegno della Cei per il prossimo decennio: dal- la emergenza educativa alla sfida educativa. Il tutto radicato nell’esperienza educativa di Montini. Non nel vago, ma nell’impegno ope- rativo. Per questo è decisiva una conoscenza profonda del pensiero e dell’opera di Paolo VI che sfati i luoghi comuni di un Papa di- menticato, mesto, solitario. La testimonian- za offerta da Papa Ratzinger è un avallo au- torevolissimo al lavoro compiuto e program- mato dall’Istituto, al contempo è un invito che raggiunge tutta la comunità cristiana bresciana. La stessa mostra «Arte e Spiritua- lità» è una finestra spalancata sulla moderni- tà e la necessità di una presenza animatrice cristiana». Una festa che ha coinvolto tutta Concesio. «Concesio, insieme a Botticino, è stato l’occasione del contatto gioioso più ravvici- nato del Papa con la gente. Un contatto favo- rito dalla dimensione di paese, dalla comuni- tà che vive quel territorio e partecipa delle sue attese e dall’impegno generoso e totale delle comunità locali». Adalberto Migliorati SPIGOLATURE ALL’INDOMANI DELLA GIORNATA BRESCIANA DI BENEDETTO XVI «La scelta di stare accanto al Papa» Maltempo e volontà di esserci, sfida educativa e scelte pastorali Mons. Mascher, vicario generale, fa il punto dopo la visita DALLE EMOZIONI ALLE CONVINZIONI «La parola più pronunciata domenica in Piazza Paolo VI era emozione. È giusto: se un evento come questo non suscita emozione, è difficile si possa compiere il passo ulteriore. Ma, appunto, l’emozione è insufficien- te, deve precedere qualcosa d’altro». Mons. Mascher indica il passo successivo: «Papa Benedetto ci ha offer- to buoni argomenti per passare dalle emozioni alle con- vinzioni. Si costruiscono attraverso la lenta, faticosa, ma indispensabile opera educativa» L’OPERA INSOSTITUIBILE DELL’ISTITUTO «L’Istituto Paolo VI compie un’opera sicuramente inso- stituibile» sottolinea mons. Mascher che è anche vice- presidente dell’Opera per l’educazione cristiana. «Il messaggio del Papa sulla figura e l’opera di Paolo VI attinge sicuramente della ricerca documentaria che ri- sente della forte valenza dell’attività trentennale del- l’Istituto. Occorrerà che la Chiesa bresciana trovi le stru- mentazioni idonee per una più diffusa conoscenza del- la figura straordinaria del Papa bresciano» LA RICADUTA CIVILE Per il vicario generale della diocesi «anche dal punto di vista civile mi pare si possa palesare una positiva ricadu- ta. L’attenzione diffusa che abbiamo registrato a livello amministrativo e politico intorno alla venuta a Brescia di Papa Benedetto XVI, auspichiamo possa tradursi in una efficace cassa di risonanza per una rimessa a fuoco della centralità dei temi dell’educazione, sovente tra- scurata, se non dimenticata nella sua valenza strategi- ca per la società futura» Mons. Gian Franco Mascher, vicario generale della diocesi, ha presieduto il Comitato per la visita del Papa a Brescia e accompagna i percorsi pastorali post visita Più d’uno temeva che il maltempo po- tesse scoraggiare la partecipazione alla visita. Invece le avverse condizioni at- mosferiche hanno palesato ancor più la volontà di stare accanto al Papa Nulla è stato lasciato al caso. La questione «sicurezza» della visi- ta del Santo Padre in città è stata sviscerata in ogni suo aspetto e analizzata nei minimi dettagli, da settimane. A questa attenta prepa- razione si deve la perfetta riuscita della giornata. Almeno per quanto riguarda tutto ciò che poteva esse- re programmato. Pioggia e vento a parte. Tutto è filato liscio. E gran- de è la soddisfazione da parte di chi ha organizzato la visita, la per- manenza del Papa in città, i 78 chi- lometri del percorso e le soste a Botticino e a Concesio. Uno sforzo corale da parte di vo- lontari (delle più diverse associa- zioni), delle forze dell’ordine e dei professionisti dell’emergenza-ur- genza (del 118 come dei vigili del fuoco). Almeno 2.500 i primi, appar- tenenti a diverse realtà, che non stiamo ad elencare tutte per non fa- re torto a nessuno. Dal punto di vista medico sanita- rio era stato predisposto un Pma (posto medico avanzato) al Qua- driportico, con medici e infermieri, mentre è stata garantita la presen- za di una squadra di volontari per ognuno dei cinque settori in cui era stata suddivisa piazza Paolo VI. Diverse ambulanze e pure le motociclette del soccorso sono sta- te poste lungo il tragitto, da Ghedi a Concesio. In tutto 450 volontari, una decina di infermieri e diversi medici. Un migliaio invece gli uomini del- le forze dell’ordine, tra agenti di Po- lizia, Carabinieri, militari della Fi- nanza, e poi ancora Forestali, agen- ti della Stradale, della Provinciale e delle diverse Polizie locali interes- sate. Agli uomini della territoriale sono stati aggiunti rinforzi dei re- parti mobili e dei battaglioni. Ogni uomo ha seguito esattamente quanto scritto nell’ordinanza di 125 pagine predisposta in modo dettagliato dalla questura. Prima ancora c’è stato un lungo lavoro informativo sviluppato su ogni via di quelle percorse dal Pon- tefice, e poi di controllo e di bonifi- ca dei tombini lungo le strade, con artificieri impegnati a controllare all’interno e operazioni di sigillatu- ra da parte degli addetti del Comu- ne. Il presidio di piazza Paolo VI si è sviluppato giorni prima della San- ta Messa, con controlli 24 ore su 24, e con servizi che domenica matti- na sono scattati alle 6 per l’ingres- so dei fedeli dai varchi e lungo le strade della visita. Sono stati poi impegnati reparti specializzati co- me quello dei cinofili e dei tiratori scelti. Daniela Zorat Piazza Paolo VI e la Cattedrale domenica hanno accolto i fedeli accorsi alla Messa presieduta da Benedetto XVI E ora? Archiviate le emozioni, re- stano domande, attese, impegni. Mons. Gian Franco Mascher ne è pienamente consapevole, conosce il tragitto da attraversare per saldare l’annunciare e il compiere. Guarda nel segno della fiducia operosa: «Noi, pastoralmente, ci avviamo ad appro- fondire il tema della comunità, nella prospettiva della Chiesa e della comu- nione ecclesiale. Avere in Paolo VI un uomo che ha amato la Chiesa come ha saputo farlo lui, è un solido, magni- fico riferimento. La traduzione con- creta di un assetto comunitario in cui la comunione e l’autonomia si armo- nizzano in un modo visibile passa at- traverso il grande processo educati- vo. Serve l’educazione alla fede, alla testimonianza cristiana, alla assun- zione di responsabilità ecclesiale». Ripartire dalle persone Il vicario generale rinnova una valu- tazione che già aveva introdotto la nostra intensa conversazione. «Insisto, la visita del Papa ha svela- to una domanda di riferimenti saldi, una sete di verità non occasionali, una disponibilità al sacrificio e all’im- pegno personale che forse, un poco tutti, siamo andati misconoscendo. Invece non si parte da zero. Certo, il messaggio è forte se chi lo annuncia lo vive, lo testimonia. Lo insegnava Paolo VI, invitando ad essere maestri attraverso la testimonianza; lo ripete Benedetto XVI che rompe i tempi del- la visita per incontrare i volti della brescianità. Incontrare, non sacrifica- re gli uni per gli altri. La Messa non è compressa per recuperare gli orari del cerimoniale. Anzi, si sviluppa in tutta la sua solennità, conservando gli spazi di colloquio con le persone salite all’altare in nome di storie, pro- getti, emergenze bresciane». Tra le realtà su cui fare leva, anche se mons. Mascher rinvia il discorso compiuto ad un apposito tempo spe- cifico, vi è il mondo della gratuità del volontariato. Un esercito che anche domenica si è messo a disposizione senza nulla pretendere in cambio. In- tanto anticipa parole di vivo ringra- ziamento per quanti hanno dedicato tempo, passione, competenza per far funzionare la complessa macchina or- ganizzativa messa in essere dalla Cu- ria. Un ringraziamento che sentiamo di fare nostro, condividere, rilanciare. La partecipazione alla Messa Il vicario generale torna più volte sulla scelta di piazza Paolo VI come luogo per celebrare la Messa. . «Tutto è perfettibile. Però, se con quella pioggia battente fossimo stati in un grande spazio col fondo in terra battuta, oppure ci fossimo dispersi al- lo stadio, che ne sarebbe stato dell’in- tensità della celebrazione eucaristica che oggi tutti sottolineiamo come se- gno caratterizzante la giornata? Qualcuno non è riuscito ad accedere alla Piazza? È sicuramente accaduto. Come è successo che qualcuno abbia ceduto il pass ad altri in difficoltà e abbia condiviso la celebrazione da vie e piazze adiacenti, facendo suo che la comunità ecclesiale è fatta pu- re di qualche apparente rinuncia per- sonale. Il fatto decisivo non è in quale fila o in quale settore si stava, ma co- me e perché si stava lì». Mons. Mascher approfondisce que- stioni pastorali ed ecclesiali . Si intrec- ciano le considerazioni da lui scam- biate con vescovi, sacerdoti e laici. Emerge davvero la scelta, più che la suggestione, di fare della visita del Pa- pa un volano per approfondire il cam- mino pastorale diocesano. Un cammi- no non improvvisato: prende avvio con mons. Giulio Sanguineti, proce- de con mons. Monari. Le emergenze che si fanno sfide di lungo respiro guardano oltre i personali orizzonti. Anche su questo versante mons. Mascher ha una parola di fiducia. «Si creano sempre tensioni quando si pone mano a qualche intervento. Accade per le scelte minute, non può non avvenire per progetti più articola- ti. Mi pare di poter dire che, fatti salvi marginali e prevedibili episodi, la visi- ta del Papa abbia avuto anche que- sto merito: mettere in sintonia poten- zialità ed esperienze diverse, conver- genti nel nome di Paolo VI e del suo amore totale per la Chiesa». a. mi. La fede, impegno rinnovato di testimonianza «Comunione ed autonomia insieme al servizio di una responsabile comunità ecclesiale» IL VICARIO GENERALE LA FOLLA DI FEDELI Sicurezza: organizzazione perfetta esincronizzata Impegnativo lo sforzo dei volontari, del 118 e delle diverse Forze dell’ordine impegnate nei servizi di vigilanza Volontari e forze dell’ordine impegnati domenica Poco prima dell’arrivo del Papa a Botticino, do- menica mattina, si è registrato anche un duplice arre- sto da parte dei carabinieri, impegnati nei servizi di sicurezza predisposti lungo tutto il percorso e per la visita del Santo Padre in città. Una giovane coppia, che nella notte aveva sposta- to le transenne per parcheggiare la propria auto, una Fiat Stilo, lungo via Cavour, nell’accorgersi che la vet- tura era stata rimossa, ha cominciato ad inveire e a prendersela con una agente della Polizia locale del pa- ese. Non solo. I due, un ragazzo e una ragazza di 23 e 24 anni, hanno aggredito anche un carabiniere che stava prestando servizio d’ordine lungo una delle vie interessate dal passaggio del Pontefice. I due se la sono poi presa anche con alcuni residen- ti che stavano stigmatizzando il loro comportamen- to. Alla fine altri militari sono intervenuti per blocca- re i due e arrestarli. Per la giovane coppia è scattata l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Uno dei carabinieri che era intervenuto a difesa del- la vigilessa infatti ha riportato un leggero trauma ad una mano ed è stata poi necessaria una medicazione al Pronto soccorso. Tutto è accaduto poco prima che il Pontefice arrivasse nel comune alle porte della cit- tà. In cella poco prima dell’arrivo del Papa PROTAGONISTI 8 brescia e provincia Giornale di Brescia Martedì 10 Novembre 2009

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Data e Ora: 09/11/09 21.18 - Pag: 8 - Pubb: 10/11/2009 - Composite

La visita Il giorno dopo

■ «Il messaggio e la volontà di trasmetter-lo hanno forzato il maltempo, il contenitore,il protocollo, gli orari. È stata una bella gior-nata di fede. Resterà nella memoria dei bre-sciani». Mons. Gian Franco Mascher, vicariogenerale della diocesi, è persona di grandesaggezza e di squisita umanità. Da mesi lavo-ra alla preparazione della visita a Brescia delSanto Padre, con la ferma consapevolezzadella gerarchia degli accadimenti e la serenaconvinzione che i tempi per la condivisa ma-turazione di quel che vale non sono a getto-ne. Con lui - mons. Monari è già ad Assisi perimpegni della Cei - proviamo a rileggere l’iti-nerario compiuto tra noi da Papa BenedettoXVI e a prefigurarne la ricaduta sul cammi-no della Chiesa, e della società, bresciana.

La gente e il maltempo«Era sicuramente auspicabile una giorna-

ta di sole. Il maltempo ha confermato un da-to: la tantissima gente radunatasi nei luoghidove il Papa ha sostato e assiepata lungo ilpercorso per salutarlo - io ho fatto l’esperien-za di precedere in ogni spostamento la mac-china papale - era assolutamente motivata.Con tutte le opportunità offerte di seguire lavisita in casa propria, in pantofole e al caldo,tantissimi hanno sfidato pioggia e freddoper stringersi attorno a Benedetto XVI. Conconvincimento, entusiasmo, capacità di co-gliere il significato autentico della presenzadel Papa. Il seguito papale si è complimenta-to per l’attenzione generale che ha accompa-gnato una celebrazione lunga, articolata,con persone che stavano in piazza dalle pri-me ore del mattino».

Passato il messaggio, rinnovato da mons.Monari nelle scorse settimane, che la Chiesalocale è tale se in comunione con Pietro.

«Compreso e vissuto. L’ambito della piaz-za, ristretto rispetto alla straripante doman-da di partecipazione pervenutaci dalle par-rocchie, ha agevolato la volontà di fare comu-nione. Le persone non erano mosse da senti-menti di curiosità, ma dal sentirsi Chiesa riu-nita intorno al suo Sommo Sacerdote».

Il magistero papaleIl Papa, che ripete quella impressione di

fragilità fisica e di fermezza di fede che attri-buisce a Paolo VI, ha proposto interventi dimerito, andati in profondità.

«Il magistero proposto da Papa Benedet-to è stato molto chiaro. Si è sviluppato, ilmattino, in una omelia molto articolata, in-carnata nella Parola di Dio della domenica eapprofondita sul tema dell’amore di PaoloVI per la Chiesa. I passaggi sulla Chiesa cheprende coscienza di sé, che si fa missionaria,che vive nella misura in cui segue Gesù Cri-sto vanno meditati nella loro grandiosa at-

tualità. Quel povera ma libera è un discorsotutto da riprendere. Così le annotazioni suipreti, sulla formazione dei laici, sulle proble-matiche legate alla crisi economica, non so-no di passaggio, ma coerenti con l’impiantogenerale del magistero papale».

Approfondimento continuato nel pomerig-gio con l’inaugurazione della nuova sede del-l’Istituto Paolo VI a Concesio. Mons. Ma-scher è anche vicepresidente dell’Opera perl’educazione cristiana...

«Il tema dell’educazione era occasionatodalla consegna del Premio internazionale,ma lo supera. Sullo sfondo si intravede l’im-pegno della Cei per il prossimo decennio: dal-la emergenza educativa alla sfida educativa.Il tutto radicato nell’esperienza educativa diMontini. Non nel vago, ma nell’impegno ope-rativo. Per questo è decisiva una conoscenzaprofonda del pensiero e dell’opera di PaoloVI che sfati i luoghi comuni di un Papa di-menticato, mesto, solitario. La testimonian-

za offerta da Papa Ratzinger è un avallo au-torevolissimo al lavoro compiuto e program-mato dall’Istituto, al contempo è un invitoche raggiunge tutta la comunità cristianabresciana. La stessa mostra «Arte e Spiritua-lità» è una finestra spalancata sulla moderni-tà e la necessità di una presenza animatricecristiana».

Una festa che ha coinvolto tutta Concesio.«Concesio, insieme a Botticino, è stato

l’occasione del contatto gioioso più ravvici-nato del Papa con la gente. Un contatto favo-rito dalla dimensione di paese, dalla comuni-tà che vive quel territorio e partecipa dellesue attese e dall’impegno generoso e totaledelle comunità locali».

Adalberto Migliorati

SPIGOLATURE ALL’INDOMANI DELLA GIORNATA BRESCIANA DI BENEDETTO XVI

«La scelta di stareaccanto al Papa»Maltempo e volontà di esserci, sfida educativa e scelte pastoraliMons. Mascher, vicario generale, fa il punto dopo la visita

DALLE EMOZIONI ALLE CONVINZIONI«La parola più pronunciata domenica in Piazza PaoloVI era emozione. È giusto: se un evento come questonon suscita emozione, è difficile si possa compiere ilpasso ulteriore. Ma, appunto, l’emozione è insufficien-te, deve precedere qualcosa d’altro». Mons. Mascherindica il passo successivo: «Papa Benedetto ci ha offer-to buoni argomenti per passare dalle emozioni alle con-vinzioni. Si costruiscono attraverso la lenta, faticosa,ma indispensabile opera educativa»

L’OPERA INSOSTITUIBILE DELL’ISTITUTO«L’Istituto Paolo VI compie un’opera sicuramente inso-stituibile» sottolinea mons. Mascher che è anche vice-presidente dell’Opera per l’educazione cristiana. «Ilmessaggio del Papa sulla figura e l’opera di Paolo VIattinge sicuramente della ricerca documentaria che ri-sente della forte valenza dell’attività trentennale del-l’Istituto. Occorrerà che la Chiesa bresciana trovi le stru-mentazioni idonee per una più diffusa conoscenza del-la figura straordinaria del Papa bresciano»

LA RICADUTA CIVILEPer il vicario generale della diocesi «anche dal punto divista civile mi pare si possa palesare una positiva ricadu-ta. L’attenzione diffusa che abbiamo registrato a livelloamministrativo e politico intorno alla venuta a Bresciadi Papa Benedetto XVI, auspichiamo possa tradursi inuna efficace cassa di risonanza per una rimessa a fuocodella centralità dei temi dell’educazione, sovente tra-scurata, se non dimenticata nella sua valenza strategi-ca per la società futura»

Mons. Gian Franco Mascher, vicariogenerale della diocesi, ha presieduto ilComitato per la visita del Papa a Bresciae accompagna i percorsi pastorali postvisita

Più d’uno temeva che il maltempo po-tesse scoraggiare la partecipazione allavisita. Invece le avverse condizioni at-mosferiche hanno palesato ancor più lavolontà di stare accanto al Papa

■ Nulla è stato lasciato al caso.La questione «sicurezza» della visi-ta del Santo Padre in città è statasviscerata in ogni suo aspetto eanalizzata nei minimi dettagli, dasettimane. A questa attenta prepa-razione si deve la perfetta riuscitadella giornata. Almeno per quantoriguarda tutto ciò che poteva esse-re programmato. Pioggia e vento aparte. Tutto è filato liscio. E gran-de è la soddisfazione da parte dichi ha organizzato la visita, la per-manenza del Papa in città, i 78 chi-lometri del percorso e le soste aBotticino e a Concesio.

Uno sforzo corale da parte di vo-lontari (delle più diverse associa-zioni), delle forze dell’ordine e deiprofessionisti dell’emergenza-ur-genza (del 118 come dei vigili del

fuoco). Almeno 2.500 i primi, appar-tenenti a diverse realtà, che nonstiamo ad elencare tutte per non fa-re torto a nessuno.

Dal punto di vista medico sanita-rio era stato predisposto un Pma(posto medico avanzato) al Qua-driportico, con medici e infermieri,mentre è stata garantita la presen-za di una squadra di volontari perognuno dei cinque settori in cuiera stata suddivisa piazza PaoloVI. Diverse ambulanze e pure lemotociclette del soccorso sono sta-te poste lungo il tragitto, da Ghedia Concesio. In tutto 450 volontari,una decina di infermieri e diversimedici.

Un migliaio invece gli uomini del-le forze dell’ordine, tra agenti di Po-lizia, Carabinieri, militari della Fi-nanza, e poi ancora Forestali, agen-ti della Stradale, della Provincialee delle diverse Polizie locali interes-sate. Agli uomini della territoriale

sono stati aggiunti rinforzi dei re-parti mobili e dei battaglioni. Ogniuomo ha seguito esattamentequanto scritto nell’ordinanza di125 pagine predisposta in mododettagliato dalla questura.

Prima ancora c’è stato un lungolavoro informativo sviluppato suogni via di quelle percorse dal Pon-tefice, e poi di controllo e di bonifi-ca dei tombini lungo le strade, conartificieri impegnati a controllareall’interno e operazioni di sigillatu-ra da parte degli addetti del Comu-ne. Il presidio di piazza Paolo VI siè sviluppato giorni prima della San-ta Messa, con controlli 24 ore su 24,e con servizi che domenica matti-na sono scattati alle 6 per l’ingres-so dei fedeli dai varchi e lungo lestrade della visita. Sono stati poiimpegnati reparti specializzati co-me quello dei cinofili e dei tiratoriscelti.

Daniela Zorat

Piazza Paolo VI e la Cattedrale domenica hanno accoltoi fedeli accorsi alla Messa presieduta da Benedetto XVI

■ E ora? Archiviate le emozioni, re-stano domande, attese, impegni.

Mons. Gian Franco Mascher ne èpienamente consapevole, conosce iltragitto da attraversare per saldarel’annunciare e il compiere. Guardanel segno della fiducia operosa: «Noi,pastoralmente, ci avviamo ad appro-fondire il tema della comunità, nellaprospettiva della Chiesa e della comu-nione ecclesiale. Avere in Paolo VI unuomo che ha amato la Chiesa comeha saputo farlo lui, è un solido, magni-fico riferimento. La traduzione con-creta di un assetto comunitario in cuila comunione e l’autonomia si armo-nizzano in un modo visibile passa at-traverso il grande processo educati-vo. Serve l’educazione alla fede, allatestimonianza cristiana, alla assun-zione di responsabilità ecclesiale».

Ripartire dalle persone

Il vicario generale rinnova una valu-tazione che già aveva introdotto lanostra intensa conversazione.

«Insisto, la visita del Papa ha svela-

to una domanda di riferimenti saldi,una sete di verità non occasionali,una disponibilità al sacrificio e all’im-pegno personale che forse, un pocotutti, siamo andati misconoscendo.Invece non si parte da zero. Certo, ilmessaggio è forte se chi lo annuncialo vive, lo testimonia. Lo insegnavaPaolo VI, invitando ad essere maestriattraverso la testimonianza; lo ripeteBenedetto XVI che rompe i tempi del-la visita per incontrare i volti dellabrescianità. Incontrare, non sacrifica-re gli uni per gli altri. La Messa non ècompressa per recuperare gli oraridel cerimoniale. Anzi, si sviluppa intutta la sua solennità, conservandogli spazi di colloquio con le personesalite all’altare in nome di storie, pro-getti, emergenze bresciane».

Tra le realtà su cui fare leva, anchese mons. Mascher rinvia il discorsocompiuto ad un apposito tempo spe-cifico, vi è il mondo della gratuità delvolontariato. Un esercito che anchedomenica si è messo a disposizionesenza nulla pretendere in cambio. In-tanto anticipa parole di vivo ringra-

ziamento per quanti hanno dedicatotempo, passione, competenza per farfunzionare la complessa macchina or-ganizzativa messa in essere dalla Cu-ria. Un ringraziamento che sentiamodi fare nostro, condividere, rilanciare.

La partecipazione alla MessaIl vicario generale torna più volte

sulla scelta di piazza Paolo VI comeluogo per celebrare la Messa. .

«Tutto è perfettibile. Però, se conquella pioggia battente fossimo statiin un grande spazio col fondo in terrabattuta, oppure ci fossimo dispersi al-lo stadio, che ne sarebbe stato dell’in-tensità della celebrazione eucaristicache oggi tutti sottolineiamo come se-gno caratterizzante la giornata?Qualcuno non è riuscito ad accederealla Piazza? È sicuramente accaduto.Come è successo che qualcuno abbiaceduto il pass ad altri in difficoltà eabbia condiviso la celebrazione davie e piazze adiacenti, facendo suoche la comunità ecclesiale è fatta pu-re di qualche apparente rinuncia per-sonale. Il fatto decisivo non è in quale

fila o in quale settore si stava, ma co-me e perché si stava lì».

Mons. Mascher approfondisce que-stioni pastorali ed ecclesiali . Si intrec-ciano le considerazioni da lui scam-biate con vescovi, sacerdoti e laici.Emerge davvero la scelta, più che lasuggestione, di fare della visita del Pa-pa un volano per approfondire il cam-mino pastorale diocesano. Un cammi-no non improvvisato: prende avviocon mons. Giulio Sanguineti, proce-de con mons. Monari. Le emergenzeche si fanno sfide di lungo respiroguardano oltre i personali orizzonti.

Anche su questo versante mons.Mascher ha una parola di fiducia.

«Si creano sempre tensioni quandosi pone mano a qualche intervento.Accade per le scelte minute, non puònon avvenire per progetti più articola-ti. Mi pare di poter dire che, fatti salvimarginali e prevedibili episodi, la visi-ta del Papa abbia avuto anche que-sto merito: mettere in sintonia poten-zialità ed esperienze diverse, conver-genti nel nome di Paolo VI e del suoamore totale per la Chiesa».

a. mi.

La fede, impegno rinnovato di testimonianza«Comunione ed autonomia insieme al servizio di una responsabile comunità ecclesiale»

IL VICARIO GENERALE

LA FOLLA DI FEDELI

Sicurezza: organizzazione perfetta e sincronizzataImpegnativo lo sforzo dei volontari, del 118 e delle diverse Forze dell’ordine impegnate nei servizi di vigilanza

Volontari e forze dell’ordine impegnati domenica

■ Poco prima dell’arrivo del Papa a Botticino, do-menica mattina, si è registrato anche un duplice arre-sto da parte dei carabinieri, impegnati nei servizi disicurezza predisposti lungo tutto il percorso e per lavisita del Santo Padre in città.

Una giovane coppia, che nella notte aveva sposta-to le transenne per parcheggiare la propria auto, unaFiat Stilo, lungo via Cavour, nell’accorgersi che la vet-tura era stata rimossa, ha cominciato ad inveire e aprendersela con una agente della Polizia locale del pa-ese. Non solo. I due, un ragazzo e una ragazza di 23 e24 anni, hanno aggredito anche un carabiniere chestava prestando servizio d’ordine lungo una delle vieinteressate dal passaggio del Pontefice.

I due se la sono poi presa anche con alcuni residen-ti che stavano stigmatizzando il loro comportamen-to. Alla fine altri militari sono intervenuti per blocca-re i due e arrestarli. Per la giovane coppia è scattatal’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Uno dei carabinieri che era intervenuto a difesa del-la vigilessa infatti ha riportato un leggero trauma aduna mano ed è stata poi necessaria una medicazioneal Pronto soccorso. Tutto è accaduto poco prima cheil Pontefice arrivasse nel comune alle porte della cit-tà.

In cella poco primadell’arrivo del Papa

PROTAGONISTI

8 brescia e provincia Giornale di Brescia Martedì 10 Novembre 2009