LA SANTA MESSA L volto di Dio e il volto Domenica ore 10...

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I NOSTRI LIBRI LE RAGIONI DELLA SPERANZA el primo giorno del nuovo anno abbiamo la gioia e la gra- zia di celebrare la Santissima Madre di Dio e, al tempo stesso, la Giornata Mondiale della Pace. In entrambe le ricorrenze cele- briamo Cristo, Figlio di Dio, na- to da Maria Vergine e nostra vera pace! A tutti voi, che siete qui convenuti: Rappresentanti dei popoli del mondo, della Chiesa romana e universale, sacerdoti e fedeli; e a quanti sono collegati mediante la radio e la televisione, ripeto le parole dell’antica benedizione: il Si- gnore rivolga a voi il suo volto e vi conceda la pace (cfr Nm 6,26). Proprio il tema del Volto e dei volti vorrei sviluppare og- gi, alla luce della Parola di Dio - Volto di Dio e volti degli uomini - un tema che ci offre anche u- na chiave di lettura del proble- ma della pace nel mondo. Ab- biamo ascoltato, sia nella prima 14/21 gennaio 2010 Anno II n° 2 I Segue a pag.2 uale regalo possiamo fare a mons. Dome- nico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica e vescovo di Palestrina, per le sue splendide meditazioni che ci hanno accompa- gnato nel tempo di Avvento e di Natale? Sol- tanto un povero grazie, ricco però dell’affetto e della riconoscenza delle migliaia di persone che stanno abituandosi ad avere A Sua Immagine Giornale come compagno della settimana. Dun- que grazie di cuore , mons. Sigalini! Questa settimana, una sorpresa: pubblichiamo (è il primo numero del 2010) il testo che po- trebbe fare da guida per un intero anno: l’ome- lia di Papa Benedetto XVI dell’1 gennaio. «Nel volto di Dio e dell’uomo, la via della fra- ternità». Buona lettura e buona settimana. Rosario Carello Il Perdono di Erba CARLO CASTAGNA, LUCIA BELLASPIGA Edizioni Ancora Benedetto XVI L volto di Dio e il volto dell’uomo LA SANTA MESSA Domenica ore 10.55 Cattedrale di Capua (CE) Ogni Sabato alle ore 17.30, commenta il Vangelo della domenica. Ermes Ronchi Padre razie Mons. Sigalini! E questa settimana pubblichiamo il Papa. N Q

Transcript of LA SANTA MESSA L volto di Dio e il volto Domenica ore 10...

I NOSTRI LIBRI LE RAGIONI DELLA SPERANZA

el primo giorno del nuovo

anno abbiamo la gioia e la gra-

zia di celebrare la Santissima

Madre di Dio e, al tempo stesso,

la Giornata Mondiale della Pace.

In entrambe le ricorrenze cele-

briamo Cristo, Figlio di Dio, na-

to da Maria Vergine e nostra

vera pace! A tutti voi, che siete

qui convenuti: Rappresentanti

dei popoli del mondo, della

Chiesa romana e universale,

sacerdoti e fedeli; e a quanti

sono collegati mediante la radio

e la televisione, ripeto le parole

dell’antica benedizione: il Si-

gnore rivolga a voi il suo volto

e vi conceda la pace (cfr Nm

6,26). Proprio il tema del Volto

e dei volti vorrei sviluppare og-

gi, alla luce della Parola di Dio -

Volto di Dio e volti degli uomini

- un tema che ci offre anche u-

na chiave di lettura del proble-

ma della pace nel mondo. Ab-

biamo ascoltato, sia nella prima

14/21 gennaio 2010 Anno II n° 2

I

Segue a pag.2

uale regalo possiamo fare a mons. Dome-nico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica e vescovo di Palestrina, per le sue splendide meditazioni che ci hanno accompa-gnato nel tempo di Avvento e di Natale? Sol-tanto un povero grazie, ricco però dell’affetto e della riconoscenza delle migliaia di persone che stanno abituandosi ad avere A Sua Immagine Giornale come compagno della settimana. Dun-que grazie di cuore, mons. Sigalini!

Questa settimana, una sorpresa: pubblichiamo (è il primo numero del 2010) il testo che po-trebbe fare da guida per un intero anno: l’ome-lia di Papa Benedetto XVI dell’1 gennaio. «Nel volto di Dio e dell’uomo, la via della fra-ternità». Buona lettura e buona settimana.

Rosario Carello

Il Perdono

di Erba

CARLO CASTAGNA, LUCIA BELLASPIGA

Edizioni Ancora

Benedetto XVI

L volto di Dio e il volto dell’uomo

LA SANTA MESSA

Domenica ore 10.55

Cattedrale

di

Capua

(CE)

Ogni Sabato alle ore 17.30, commenta il Vangelo della domenica.

Ermes Ronchi Padre

razie Mons. Sigal ini! E questa settimana pubblichiamo il Papa.

N Q

Signore parlava con Mosè faccia

a faccia, come uno parla con il

proprio amico” (Es 33,11), e

sempre a Mosè il Signore pro-

mette la sua vicinanza con una

formula molto singolare: “Il mio

volto camminerà con voi e

ti darò riposo” (Es 33,14). I

Salmi ci mostrano i credenti

come coloro che cercano il

volto di Dio (cfr Sal 26-

/27,8; 104/105,4) e che nel

culto aspirano a vederlo (cfr

Sal 42,3), e ci dicono che

“gli uomini retti” lo

“contempleranno” (Sal 10-

/11,7). Tutto il racconto biblico si

può leggere come progressivo

svelamento del volto di Dio, fino

a giungere alla sua piena manife-

stazione in Gesù Cristo. “Quando

venne la pienezza del tempo – ci

ha ricordato anche oggi l’aposto-

lo Paolo – Dio mandò il suo Fi-

glio” (Gal 4,4). E subito aggiun-

ge: “nato da donna, nato sotto la

legge”. Il volto di Dio ha preso

un volto umano, lasciandosi ve-

dere e riconoscere nel figlio della

Vergine Maria, che per questo

veneriamo con il titolo altissimo

di “Madre di Dio”. Ella,

che ha custodito nel suo

cuore il segreto della

divina maternità, è sta-

ta la prima a vedere il

volto di Dio fatto uomo

nel piccolo frutto del

suo grembo. La madre

ha un rapporto tutto

speciale, unico e in

qualche modo esclusivo

con il figlio appena na-

to. Il primo volto che il

bambino vede è quello

della madre, e questo

sguardo è decisivo per il

suo rapporto con la vita,

con se stesso, con gli

altri, con Dio; è decisivo

a n c h e

p e r c hé

e g l i

p o s s a

diventa-

re un

“ f i g l i o

d e l l a

p a -

ce” (Lc

10,6). Tra le molte tipo-

logie di icone della Ver-

gine Maria nella tradi-

zione bizantina, vi è

quella detta “della tene-

rezza”, che raffigura

Gesù bambino con il vi-

so appoggiato – guancia

a guancia – a quello

della Madre. Il Bambino

guarda la Madre, e que-

sta guarda noi, quasi a

riflettere verso chi os-

serva, e prega, la tene-

rezza di Dio, discesa in

lettura – tratta

dal Libro dei Numeri – sia

nel Salmo responsoriale,

alcune espressioni che con-

tengono la metafora del

volto riferita a Dio: “Il Si-

gnore faccia risplendere per

te il suo volto / e ti faccia

grazia” (Nm 6,25); “Dio ab-

bia pietà di noi e ci benedi-

ca, / su di noi faccia splen-

dere il suo volto; / perché

si conosca sulla terra la tua

via, / la tua salvezza fra

tutte le genti” (Sal 66/67,2-

3). Il volto è l’espressione

per eccellenza della perso-

na, ciò che la rende ricono-

scibile e da cui traspaiono

sentimenti, pensieri, inten-

zioni del cuore. Dio, per sua

natura, è invisibile, tuttavia

la Bibbia applica anche a

Lui questa immagine. Mo-

strare il volto è espressio-

ne della sua benevolenza,

mentre il nasconderlo ne

indica l’ira e lo sdegno. Il

Libro dell’Esodo dice che “il

Volto

"L'uomo non solo è immagine e somi-

glianza di Dio, ma particella della Car-

ne divina, fratello minore di Cristo.

Toccando il prossimo, in modo invisi-

bile noi tocchiamo Cristo.

Padre ANATOLIJ ŽURAKOVSKIJ Prete Ortodosso, martire (Isole Solovki)

giornalegiornale Pagina 2

Il volto è

l’espressione

per eccellenza

della persona

La parolaLa parolaLa parola

sere umano. La nostra per-

cezione del mondo e, in par-

ticolare, dei nostri simili, di-

pende essenzialmente dalla

presenza in noi dello Spirito

di Dio. E’ una sorta di

“risonanza”: chi ha il cuore

vuoto, non percepisce che

immagini piatte, prive di

spessore. Più, invece, noi

siamo abitati da Dio, e più

siamo an-

che sensi-

bili alla sua

presenza in

ciò che ci

c i r conda:

in tutte le

creature, e

s p e c i a l -

mente ne-

gli altri uo-

mini, benché a volte proprio

il volto umano, segnato

dalla durezza della vita e dal

male, possa risultare difficile

da apprezzare e da acco-

gliere come epifania di Dio.

A maggior ragione, dunque,

per riconoscerci e rispettarci

quali realmente siamo, cioè

fratelli, abbiamo

bisogno di riferirci al volto

di un Padre comune, che

tutti ci ama, malgrado i no-

stri limiti e i nostri errori.

Fin da piccoli, è importante

essere educati al rispetto

dell’altro, anche quando è

differente da noi. Ormai è

sempre più comune l’espe-

rienza di classi scolastiche

composte da bambini di

varie nazionalità, ma anche

quando ciò non avviene, i

loro volti sono una profezia

dell’umanità che siamo

chiamati a formare: una

famiglia di famiglie e di po-

poli. Più sono piccoli questi

bambini, e più suscitano in

noi la tenerezza e la gioia

per un’innocenza e una fra-

tellanza che ci appaiono

evidenti: malgrado le loro

differenze, piango-

no e ridono nello

stesso modo, hanno

gli stessi bisogni,

comunicano sponta-

neamente, giocano

insieme… I volti dei

bambini sono come

un riflesso della vi-

sione di Dio sul

mondo. Perché allo-

ra spegnere i loro sorrisi?

Perché avvelenare i loro

cuori? Purtroppo, l’icona

della Madre di Dio della te-

nerezza trova il suo tragico

contrario nelle dolorose im-

magini di tanti bambini e

delle loro madri in balia di

guerre e violenze: profu-

Siamo chiamati

a formare una

famiglia di

famiglie e di

popoli

giornalegiornale Pagina 3

Lei dal Cielo e incarnata in

quel Figlio di uomo che por-

ta in braccio. In questa ico-

na mariana noi possiamo

contemplare qualcosa di Dio

stesso: un segno dell’amore

ineffabile che lo ha spinto a

“dare il suo figlio unigeni-

to” (Gv 3,16). Ma quella

stessa icona ci mostra an-

che, in Maria, il volto della

Chiesa, che riflette su di noi

e sul mondo intero la luce di

Cristo, la Chiesa mediante

la quale giunge ad ogni uo-

mo la buona notizia: “Non

sei più schiavo, ma fi-

glio” (Gal 4,7) – come leg-

giamo ancora in san Paolo.

Fratelli nell’Episcopato e nel

Sacerdozio, Signori Amba-

sciatori, cari amici! Meditare

sul mistero del volto di Dio

e dell’uomo è una via privi-

legiata che conduce alla pa-

ce. Questa, infatti, incomin-

cia da uno sguardo rispetto-

so, che riconosce nel volto

dell’altro una persona, qua-

lunque sia il colore della sua

pelle, la sua nazionalità, la

sua lingua, la sua religione.

Ma chi, se non Dio, può ga-

rantire, per così dire, la

“profondità” del volto del-

l’uomo? In realtà, solo se

abbiamo Dio nel cuore, sia-

mo in grado di cogliere nel

volto dell’altro un fratello in

umanità, non un mezzo ma

un fine, non un rivale o un

nemico, ma un altro me

stesso, una sfaccettatura

dell’infinito mistero dell’es-

ghi, rifugiati, migranti forzati.

Volti scavati dalla fame e dal-

le malattie, volti sfigurati dal

dolore e dalla di-

sperazione. I volti

dei piccoli innocen-

ti sono un appello

silenzioso alla no-

stra responsabili-

tà: di fronte alla

loro condizione i-

nerme, crollano

tutte le false giu-

stificazioni della

guerra e della vio-

lenza. Dobbiamo

semplicemente convertirci a

progetti di pace, deporre le

armi di ogni tipo e impegnarci

tutti insieme a costruire un

mondo più degno dell’uomo.

Il mio Messaggio per l’odierna

XLIII Giornata Mondiale della

Pace: “Se vuoi coltivare la pa-

ce, custodisci il creato”, si po-

ne all’interno della prospetti-

va del volto di Dio e dei volti

umani. Possiamo, infatti, af-

fermare che l’uomo è capace

di rispettare le creature nella

misura in cui porta nel proprio

spirito un senso pieno della

vita, altrimenti sarà portato a

disprezzare se stesso e ciò

che lo circonda, a non avere

rispetto dell’ambiente in cui

vive, del creato. Chi sa rico-

noscere nel cosmo i riflessi

del volto invisibile del Crea-

tore, è portato ad avere mag-

giore amore per le creature,

maggiore sensibilità per il loro

valore simbolico. Specialmen-

te il Libro dei Salmi è ricco di

testimonianze di questo mo-

do propriamente umano di

relazionarsi con la natura:

con il cielo, il mare,

i monti, le colline, i

fiumi, gli animali…

“Quante sono le tue

opere, Signore! –

esclama il Salmista

– / Le hai fatte tut-

te con saggezza; /

la terra è piena del-

le tue creatu-

re” (Sal 104-

/103,24). In parti-

colare, la prospetti-

va del “volto” invita a soffer-

marsi su quella che, anche in

questo Messaggio, ho chia-

mato “ecologia umana”. Vi è

infatti un nesso strettissimo

tra il rispetto dell’uomo e la

salvaguardia del creato. “I

doveri verso l’ambiente deri-

vano da quelli verso la perso-

na considerata in se stessa e

in relazione agli altri” (ivi,

12). Se l’uomo si degrada, si

degrada l’ambiente in cui vi-

ve; se la cultura tende verso

un nichilismo, se non teorico,

pratico, la natura non potrà

non pagarne le conseguenze.

Si può, in effetti, constatare

un reciproco influsso tra vol-

to dell’uomo e “volto” dell’-

ambiente: “quando l’ecologia

umana è rispettata dentro la

società, anche l’ecologia am-

bientale ne trae benefi-

cio” (ibid.; cfr Enc. Caritas in

veritate, 51). Rinnovo, per-

tanto, il mio appello ad inve-

giornalegiornale Pagina 4

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stire sull’educazione, pro-

ponendosi come obiettivo,

oltre alla necessaria tra-

smissione di nozioni tecni-

co-scientifiche, una più

ampia e approfondita

“responsabilità ecologica”,

basata sul rispetto dell’uo-

mo e dei suoi diritti e do-

veri fondamentali. Solo co-

sì l’impegno per l’ambiente

può diventare veramente

educazione alla pace e co-

struzione della pace. Cari

fratelli e sorelle, nel Tem-

po di Natale ricorre un Sal-

mo che contiene, tra l’al-

tro, anche un esempio stu-

pendo di come la venuta di

Dio trasfiguri il creato e

provochi una specie di fe-

sta cosmica. Questo inno

inizia con un invito

Vi è un nesso

strettissimo

tra il rispetto

dell’uomo e la

salvaguardia

del creato

Pagina 5 giornalegiornale

Un appello alla solidarietà e al sostegno in favore della “drammatica situazione in cui si trova Haiti” è stato ri-volto pochissime ore dopo il terremoto da Benedetto XVI. “Invito tutti – ha detto - ad unirsi alla mia preghiera al Signore per le vittime di

questa catastrofe e per colo-ro che ne piangono la scom-parsa”. “Mi appello alla ge-nerosità di tutti affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo soste-

gno della comunità Interna-zionale”. La Chiesa Cattolica, da parte sua, “non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue istituzioni ca-ritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione”, ha assicurato il Santo Padre.

Un nuovo look “non solo nel-la forma ma anche in quel-l’impegno che, come reda-zione, ci siamo assunti nel corso di questi anni, dando voce alle giovani Chiese e al mondo missionario nel suo complesso”. Ad annunciarlo è Giulio Albanese, direttore di “Popoli e missione”, men-sile di informazione e anima-zione missionaria promosso

dalle Pontificie Opere Missio-narie, nell’editoriale del nu-mero di gennaio, completa-mento rinnovato. Richiaman-do nel titolo della sua rifles-sione il messaggio di Bene-detto XVI per la Giornata mondiale della pace 2010, Albanese osserva che “se la famiglia umana non saprà far fronte con un rinnovato senso della giustizia e dell’e-

quità sociale” alle sfide del-l’uso delle risorse, dei cam-biamenti climatici e dell’ap-plicazione delle biotecnolo-gie, “si corre davvero il ri-schio del declino, seminando violenza tra i popoli e tra le generazioni presenti e quelle future”. (Agensir)

“Nou atè nèt”: tre parole in creolo, siamo a terra, a con-clusione di un messaggio di posta elettronica da padre Andre Siohan, dei missionari di Saint Jacques, una con-gregazione francese, che dalla capitale haitiana Port-au-Prince manda notizie do-po il terremoto che ha colpi-to la città. “Sono stato in

centro città per visitare le comunità religiose amiche: la zona è totalmente deva-stata e ci sono migliaia di vittime. Pregate per noi” scrive ancora il missionario, che riesce a comunicare sol-tanto grazie a un sistema satellitare. Per telefono, alla MISNA continua il racconto un confratello di Siohan, pa-

dre Pierre Le Beller, tornato in Francia dopo circa trent’-anni di lavoro in Haiti. “Temiamo un numero altissi-mo di feriti: la vera emer-genza sarà quella di curarli”. dice padre Le Beller, riferen-do tra le altre la notizia, del-la distruzione del Centro Ca-ritas nel centrale quartiere di Saint Antoine. (Misna)

universale al la lode:

“Cantate al Signore un canto

nuovo, / cantate al Signore,

uomini di tutta la terra. /

Cantate al Signore, benedite

il suo nome” (Sal 95/96,1).

Ma a un certo punto questo

appello all’esultanza si e-

stende a tutto il creato:

“Gioiscano i cieli, esulti la

terra, / risuoni il mare e

quanto racchiude; / sia in

festa la campagna e quanto

contiene, / acclamino tutti gli

alberi della foresta” (vv. 11-

12). La festa della fede diven-

ta festa dell’uomo e del crea-

to: quella festa che a Natale

si esprime anche mediante gli

addobbi sugli alberi, per le

strade, nelle case. Tutto rifio-

risce perché Dio è apparso in

mezzo a noi. La Vergine Ma-

dre mostra il Bambino Gesù

ai pastori di Betlemme, che

gioiscono e lodano il Signo-

re (cfr Lc 2,20); la Chiesa

rinnova il mistero per gli

uomini di ogni generazio-

ne, mostra loro il volto di

Dio, perché, con la sua be-

nedizione, possano cammi-

nare sulla via della pace

TERREMOTO HAITI: APPELLO DI BENEDETTO XVI

RIVISTE MISSIONARIE: NUOVO LOOK PER “POPOLI E MISSIONE”

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