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Questa versione: 11 mar 2015 1 LA RIVOLUZIONE CAPITALISTA Come la rivoluzione capitalista ha cambiato il mondo In questo capitolo imparerete: che il capitalismo è un sistema economico in cui i beni sono prodotti da lavoratori salariati e venduti sul mercato per ottenere un profitto; che il capitalismo ha cambiato il tenore di vita, il modo in cui le persone interagiscono e l’ambiente naturale; le condizioni che hanno reso possibile la crescita delle economie capitaliste; come anche la Rivoluzione Industriale ha trasformato l’economia; che vi sono modi diversi di organizzare un’economia capitalista; che l’Economia studia il modo in cui le persone interagiscono tra di loro e con l’ambiente naturale, per provvedere al loro sostentamento. Nel XIV secolo lo studioso marocchino Ib’n Battuta (vedi riquadro) descriveva la regione del Bengala in India come un “paese di grandi dimensioni, dove il riso è estremamente abbondante. In effetti, in nessun altra parte del mondo ho mai visto tanta disponibilità di cibo”. Avendo viaggiato in Cina, Africa Occidentale, Medio Oriente ed Europa di mondo ne aveva visto molto. Tre secoli più tardi, nel XVII secolo, lo stesso sentimento veniva condiviso dal mercante di diamanti francese Jean Baptiste Tavernier che nel suo Viaggi in India, pubblicato originariamente 1676, scrisse del paese: “Perfino nel più piccolo villaggio riso, farina, burro, latte, fagioli ed altre verdure, zucchero e caramelle, sono disponibili in abbondanza…” . Nel periodo dei viaggi di Ib’n Battuta l’India non era più ricca delle altre aree del mondo, tuttavia nemmeno più povera. Un osservatore a quel tempo avrebbe potuto notare che la popolazione, in media, viveva meglio in Italia, Cina ed Inghilterra rispetto al Giappone o all’India. Ma le grandi differenze tra ricchi e poveri, che il viaggiatore avrebbe notato ovunque fosse andato, erano molto più pronunciate delle differenze tra paesi. Ricchi e poveri sovente avevano denominazioni diverse: in alcuni paesi erano signori feudali e servi, in altri reali, schiavi e proprietari di schiavi, oppure mercanti e marinai che trasportavano i loro beni. Come accade anche oggi, le prospettive future di una figlia o di un figlio dipendevano dalla posi- zione economica dei genitori. Rispetto ai nostri tempi, la differenza è che nel XIV Materiale basato su The Economy by The CORE Project. Vedi core-econ.org

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Questa versione: 11 mar 2015

1 LA RIVOLUZIONE CAPITALISTA

Come la rivoluzione capitalista ha cambiato il mondo

In questo capitolo imparerete:

• che il capitalismo è un sistema economico in cui i beni sono prodotti da lavoratori salariati e venduti sul mercato per ottenere un profitto;

• che il capitalismo ha cambiato il tenore di vita, il modo in cui le persone interagiscono e l’ambiente naturale;

• le condizioni che hanno reso possibile la crescita delle economie capitaliste;

• come anche la Rivoluzione Industriale ha trasformato l’economia;

• che vi sono modi diversi di organizzare un’economia capitalista;

• che l’Economia studia il modo in cui le persone interagiscono tra di loro e con l’ambiente naturale, per provvedere al loro sostentamento.

Nel XIV secolo lo studioso marocchino Ib’n Battuta (vedi riquadro) descriveva laregione del Bengala in India come un “paese di grandi dimensioni, dove il riso èestremamente abbondante. In effetti, in nessun altra parte del mondo ho mai vistotanta disponibilità di cibo”. Avendo viaggiato in Cina, Africa Occidentale, MedioOriente ed Europa di mondo ne aveva visto molto. Tre secoli più tardi, nel XVIIsecolo, lo stesso sentimento veniva condiviso dal mercante di diamanti franceseJean Baptiste Tavernier che nel suo Viaggi in India, pubblicato originariamente1676, scrisse del paese: “Perfino nel più piccolo villaggio riso, farina, burro, latte,fagioli ed altre verdure, zucchero e caramelle, sono disponibili in abbondanza…” .

Nel periodo dei viaggi di Ib’n Battuta l’India non era più ricca delle altre aree delmondo, tuttavia nemmeno più povera. Un osservatore a quel tempo avrebbe potutonotare che la popolazione, in media, viveva meglio in Italia, Cina ed Inghilterrarispetto al Giappone o all’India. Ma le grandi differenze tra ricchi e poveri, che ilviaggiatore avrebbe notato ovunque fosse andato, erano molto più pronunciatedelle differenze tra paesi. Ricchi e poveri sovente avevano denominazioni diverse: inalcuni paesi erano signori feudali e servi, in altri reali, schiavi e proprietari dischiavi, oppure mercanti e marinai che trasportavano i loro beni. Come accadeanche oggi, le prospettive future di una figlia o di un figlio dipendevano dalla posi-zione economica dei genitori. Rispetto ai nostri tempi, la differenza è che nel XIV

Materiale basato su The Economy by The CORE Project. Vedi core-econ.org

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secolo era molto meno importante in quale parte del mondo la figlia o il figlionascessero. Proiettandoci in avanti fino ad oggi, la popolazione in India sta moltomeglio di sette secoli fa in termini di accesso al cibo, cure mediche, riparo e allenecessità della vita; ciononostante, per gli attuali standard mondiali la maggiorparte degli indiani è considerata povera. In media, un individuo nel Regno Unito èsei volte più ricco che in India, i giapponesi sono ricchi come i britannici, gli ameri-cani stanno meglio anche dei giapponesi, mentre i norvegesi hanno un tenore di vitaaddirittura superiore.

IB’N BATTUTA Ib’n Battuta (1304-1368) è stato un viaggiatore emercante marocchino, le cui memorie di viaggio furonopubblicate nel libro Rihla (Il Viaggio). I suoi viaggi, durati30 anni, lo portarono attraverso il Nord Africa e l’AfricaOccidentale, l’Europa orientale, l’Asia centrale e del sud edin Cina. Viaggiò per 70.000 miglia (113.000 Km), moltooltre la distanza coperta dal suo ben più noto contemporaneo Marco Polo (1254-1324)

La figura 1 contiene una parte della storia. L’altezza di ciascuna linea rappre-senta una media del tenore di vita nel periodo indicato sull’asse orizzontale. Il red-dito è un indicatore utilizzato comunemente per misurare il tenore di vita di unapersona, perché rappresenta il massimo ammontare di cibo, alloggio, vestiario edaltri beni che una persona può acquistare senza prendere a prestito, ovvero senzaindebitarsi o vendere proprietà. Il tenore medio di vita di una paese è semplice-mente il reddito medio di quel paese: ovvero, il reddito totale diviso per la numero-sità della popolazione.

Sebbene utilizzato in maniera diffusa, come indicatore del tenore di vita, il red-dito non riesce a cogliere quegli aspetti della vita che si basano su cose che il denaronon può acquistare (o che tipicamente non acquistiamo) ma che incidono sulla qua-lità della vita come la sicurezza personale e l’autonomia, la qualità dell’ambiente incui viviamo, l’accesso alla conoscenza e l’autostima. Se applicato ad un intero paese,un indicatore basato solo reddito presenta ulteriori problemi, perché il redditomedio non è ciò che la maggior parte delle persone sperimenta: alcuni di noi sonomolto più ricchi, ed alcuni molto più poveri della media. Come vedremo nei succes-sivi capitoli, economisti ed altri esperti stanno lavorando per costruire degli indica-tori che possano risolvere tali problemi.

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite è la misura del tenore di vita utilizzatanella figura1. Il PIL è un indicatore del valore di mercato del prodotto di un’econo-mia in un determinato periodo, come ad esempio un anno. Il PIL per individuo è ilPIL totale diviso per la popolazione. Il PIL può essere misurato utilizzando trediverse tipologie di dati. Gli esperti di statistica stimano il PIL sommando la produ-zione dell’economia, o i redditi dei suoi residenti, oppure le loro spese effettuate nelcorso di un anno. Se produzione, redditi e spese possono essere misurati accurata-mente, le tre fonti dei dati forniscono la stessa stima. Gli storici economici e gli stati-stici hanno utilizzato serie storiche di dati per stimare il PIL, risalendo all’indietronel tempo per oltre 1000 anni, e tali stime ci aiutano a comprendere come le econo-

1 Il PIL equivale all’acronimo anglosassone GDP, Gross Domestic Product (NdT).

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mie siano evolute.Per confrontare il prodotto pro capite nel tempo e con altri paesi, i dati relativi al

valore di mercato devono essere aggiustati per tenere conto delle variazioni deiprezzi nel tempo, e delle differenze tra paesi nei tassi di cambio e nei prezzi relativi.Il primo tipo di aggiustamento fornisce stime pro capite del PIL a prezzi costantimentre la seconda correzione stima il PIL pro capite secondo la parità del potered’acquisto (PPA). Il PIL è una misura della produzione; non è un indicatore di benes-sere né della qualità della vita. Misura esclusivamente il valore di mercato della pro-duzione ed esclude, ad esempio, i pasti cucinati a casa e la cura dei bambini a casada parte dei membri della famiglia. D’altra parte, il carburante addizionale consu-mato a causa degli ingorghi nel traffico, che ovviamente comporta una diminuzionedel benessere, è misurato come un incremento del PIL poiché la gente aumenta laspesa monetaria in petrolio. Nonostante questi problemi le stime del PIL sono digrande importanza per la comprensione dell’economia, se non altro perché è unamisura sistematica ampiamente disponibile.

Mille anni fa il mondo era piatto, da un punto di vista economico. Vi erano diffe-renze tra le regioni del mondo ma, come potete vedere dalla figura 1, le differenzeerano piccole rispetto a quanto avvenuto in seguito. Vi erano differenze culturali eprogressi scientifici in molte parti del mondo nel corso dell’intero periodo mostratonella figura, ma il tenore di vita iniziò a crescere in modo sostenuto solo a partiredal XVIII secolo.

La forma del grafico nella figura somiglia ad un bastone da hockey, ed il nostrosguardo è attratto dal punto di svolta. Come si può vedere dalla figura la svolta èmeno brusca in Gran Bretagna, dove la crescita è iniziata lentamente nel 1650. InGiappone la svolta è intorno al 1870, in Cina intorno al 1980 ed in India addiritturapiù recentemente. Cosa è avveduto per fare in modo che il profilo lungo e piatto delbastone da hockey improvvisamente svoltasse verso l’alto?

La risposta è ciò che indichiamo come la rivoluzione capitalista, che combina i

Fonte: Bolt, J. e van Zanden, J. 2013. “The first update of the Maddison Project; re-estimatinggrowth before 1820”. Maddison Project working paper 4. Broadberry, S. 2013. “Accountingfor the great divergence”. Economic history working papers, 184/13. London School ofEconomics and Political Science, London, UK.

Figura 1. Il bastone da hockey della storia: standard di vita in 5 Paesi, 1000 – 2010

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cambiamenti tecnologici con l’emergere di un nuovo sistema economico. Tale com-binazione di nuove tecnologie, e modalità di organizzazione nella produzione,insieme alla distribuzione dei loro benefici, ha trasformato lo stile di vita delle per-sone in tutto il modo. Dalla figura 1 è possibile vedere come tale trasformazione nonsia avvenuta ovunque nello stesso periodo. Quello che è accaduto è stata un’esplo-sione in quella che Adam Smith, nel titolo del suo famoso testo, ha definito la ric-chezza delle nazioni.

Ciò tuttavia non significa che tutta la popolazione di quei paesi ne traesse benefi-cio allo stesso modo. Nelle economie che si svilupparono, molti individuo rimasero,(e tuttora rimangono), poveri ed economicamente insicuri, mentre altri hannocostruito fortune utilizzando il lavoro manuale di altre persone, come i lavoratoridelle fabbriche, che non avevano diritto di voto né la possibilità di unirsi ai sinda-cati. Di conseguenza, tali individui erano in possesso di un ridotto potere negozialeper incrementare i loro livelli di vita attraverso i salari percepiti.

Inoltre è possibile notare come lì dove la rivoluzione capitalista non ebbe luogo,o fino a che non ha avuto luogo, interi paesi rimasero relativamente poveri. Per laprima volta nel mondo emersero nazioni ricche e nazioni povere, così come personericche e persone povere. Il risultato fu che nel mondo il livello di disuguaglianzaeconomica tra le famiglie divenne molto più grande nel 1975 di quanto non lo fossestato 200 anni prima, quando Adam Smith scriveva La Ricchezza delle Nazioni.

Per un gran numero di persone, l’indipendenza dai regimi coloniali avvenneprima che si potesse osservare un sostanziale miglioramento nel tenore di vita.

Quando tre secoli di governo britannico in India terminarono nel 1947, secondol’economista Angus Deaton “è possibile che le deprivazioni dei bambini Indiani …fossero allo stesso livello di quelle di altre grandi comunità nella storia”. In prossi-mità della fine del governo britannico, un bambino nato in India aveva un’aspetta-tiva di vita di 27 anni. Mezzo secolo più tardi, l’aspettativa di vita alla nascita erasalita a 65 anni. Il governo delle potenze europee, o di altri regimi coloniali, non èstato l’unico motivo per il quale molti paesi hanno sperimentato la rivoluzione capi-talista solo di recente, o non l’hanno ancora sperimentata.

Un tempo, la Cina era più ricca della Gran Bretagna, tuttavia a metà del XX secoloil PIL pro capite in Cina era pari ad un quindicesimo di quello britannico. In contra-sto, altri paesi seguirono velocemente la Gran Bretagna nel suo sviluppo ed ebberole loro rivoluzioni industriali. Inizialmente furono i Paesi Bassi ed il Belgio, poi laGermania ed il Giappone. Recentemente la Cina e l’India, le due nazioni più popo-lose al mondo, e fino ad oggi le più povere, hanno sperimentato le loro rivoluzionicapitaliste e stanno riducendo il divario con i paesi più ricchi (vedi figura 1). Comerisultato, le disuguaglianze nel reddito tra tutte le famiglie del mondo si stanno sta-bilizzando e potrebbero iniziare e ridursi. Ciò si verifica perché stanno diminuendole disuguaglianze tra paesi anche se quelle interne a molti paesi (inclusi la Cina,l’India e gli Stati Uniti) sono cresciute considerevolmente nell’ultimo quarto del XXsecolo.

Molti altri fattori hanno contribuito alla rivoluzione capitalista, ma tra i piùimportanti vi sono i progressi nella conoscenza e le sue applicazioni nel migliorarela produzione dei beni e servizi.

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ECONOMISTI DEL PASSATO

ADAM SMITH

Adam Smith (1723-1790), considerato da molti il padredell’economia, fu cresciuto da sua madre, vedova, in Scozia.Studiò filosofia all’Università di Glasgow e più tardi ad Oxforddove, egli scrisse, “la maggior parte dei … professori ha …rinunciato completamente anche solo alla pretesa diinsegnare”.Viaggiò molto attraverso l’Europa, visitando Tolosa, in Franciadove, poiché aveva “molto poco da fare”, disse di aver “iniziatoa scrivere un libro per passare il tempo”, che successivamente diventò più famoso il libro di economia mai scritto. In Un’Indagine sulla Natura e le Cause della Ricchezza delle Nazioni, pubblicato nel 1776, Smith (1723-1790) pose la seguente domanda: come riesce la società a coordinare le attività indipendenti di un grande numero di attori economici – produttori, trasportatori, venditori, consumatori – che spesso non si conoscono e sparsi nel mondo? La sua convinzione era che il coordinamento tra tutti questi agenti può emergere spontaneamente, senza che qualche persona o istituzione cerchino di crearlo o mantenerlo. Tale affermazione era in contrasto con le precedenti nozioni di organizzazione economica, in cui erano i governanti ad imporre l’ordine ai loro sudditi. Ancora più radicale era la sua idea che il coordinamento potesse verificarsi come risultato della ricerca dell’interesse individuale di ciascuno. Egli scrisse che “non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio, o del fornaio che ci aspettiamo di ottenere la nostra cena, ma dalla loro attenzione nel perseguire il proprio interesse”, aggiungendo che ciascuno sarebbe “portato da una mano invisibile a promuovere un fine che non era parte della sua intenzione”.Da allora tale “mano invisibile” è divenuta una metafora su come i mercati possono coordinare il perseguimento degli interessi individuali delle persone per produrre un risultato socialmente desiderabile. Smith non riteneva che le persone fossero guidate solo dal proprio interesse, e scrisse untesto sul comportamento etico dal titolo La teoria dei Sentimenti Morali, pubblicato nel 1759. Egli inoltre comprese che il sistema di mercato presenta alcuni problemi, specialmente quando i diritti di proprietà non sono chiari o quando i mercati vengono monopolizzati.“Coloro che operano nello stesso settore di attività di rado si ritrovano insieme” scrisse “anche solo per divertimento o passatempo, ma la conversazione finisce in una cospirazione ai danni del pubblico, o in un qualche piano per aumentare i prezzi”. Prese di mira in particolare i monopoli protetti dal governo, come la Compagnia Britannica delle Indie Orientali, che non solo controllava il commercio tra India e Gran Bretagna ma amministrava anche molte delle colonie Britanniche in quell’area. Era d’accordo con i suoi contemporanei sul fatto che compito del governo fosse quello di proteggere la nazione dai nemici esterni, e assicurare la giustizia attraverso la polizia e i tribunali. Era inoltre favorevole all’investimento pubblico nell’istruzione e nelle infrastrutture quali ponti, strade e canali.

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1.1 La rivoluzione tecnologica permanente

Importanti progressi scientifici si verificarono più o meno nello stesso periodo incui nacque il capitalismo. Fino al 1800 inoltrato, in molte processi di produzionevenivano ancora utilizzate tecniche tradizionali basate sul lavoro manuale e traman-date di generazione in generazione. La nuova era introdusse nuove idee, nuove sco-perte, nuovi metodi e nuovi macchinari rendendo obsolete le idee e gli strumentiutilizzati fino ad allora. Queste nuove modalità di produzione a loro volta furonorese obsolete da altre ancora più nuove.

Sebbene nel linguaggio ordinario il termine tecnologia si riferisca ai macchinari,alle attrezzature e agli strumenti sviluppati mediante la conoscenza scientifica, ineconomia chiamiamo tecnologia il processo che utilizza un insieme di materiali edaltri input – incluso il lavoro delle persone e delle macchine – per creare un pro-dotto. Ad esempio, la tecnologia per fare un torta può essere descritta come laricetta che specifica la combinazione di input (ingredienti come la farina, ed attivitàlavorative come il mescolare) necessari a creare un prodotto (la torta). Il ricettariodei nostri antenati conteneva delle tecnologie molto simili a quelle che usiamo oggi.Ancora oggi sono necessari 30 minuti per mischiare gli ingredienti ed un’ora percuocere la torta. La combinazione degli ingredienti non è cambiata e la torta ha lostesso sapore.

Fino alla rivoluzione capitalista il ricettario dell’economia, così come le abilitànecessarie per seguire le ricette, veniva aggiornato solo lentamente e trasmesso dagenerazione in generazione. La rivoluzione capitalista ha cambiato tutto questo. Iltempo per produrre un paio di scarpe si è dimezzato in soli venti anni, e lo stesso siè verificato nella filatura e tessitura.

Questo processo, in economia chiamato progresso tecnologico, è continuatogenerazione dopo generazione, rivoluzionando la produzione e riducendo i tempi diproduzione di molti prodotti. Per avere un’idea del cambio di ritmo senza prece-denti, considerate il modo in cui si produce l’illuminazione. Per buona parte dellastoria umana il progresso tecnologico nell’illuminazione è stato lento. I nostri ante-nati più remoti tipicamente di notte non avevano niente di più luminoso di un fuocoda campo. La ricetta per produrre la luce (ammesso che esistesse) avrebbe detto:metti insieme molto legname da ardere, prendi uno stecco accesso da un altro luogodove esiste un fuoco, accendi la legna e mantieni il fuoco acceso.

La prima grande scoperta nell’illuminazione avvenne 40.000 fa, attraversol’utilizzo di lampade che bruciavano olii vegetali o animali. Nell’illuminazione il pro-gresso tecnologico viene misurato in unità di luce, dette lumens, che possono esseregenerate da un’ora di lavoro. Un lumen equivale approssimativamente alla quantitàdi luce per metro quadro generata dal chiaro di luna. Un lumen- per-ora (lm-h) cor-risponde ad un tale ammontare di luce per la durata di un’ora. Ad esempio, pergenerare luce con un fuoco da campo erano necessari circa 17 lm-h, ma le lampadecon grasso animale producevano 20 lm-h con lo stesso ammontare di lavoro. Altempo di Babilonia (1750 AC) l’invenzione di una lampada che utilizzava olio disesamo portò ad un incremento di 24 lm-h. Il progresso tecnologico fu lento; questopiccolo miglioramento richiese 7000 anni.

Tre millenni più tardi, all’inizio del 1800, le forme più efficienti di illuminazione(che usavano candele al sego), fornivano un’illuminazione nove volte superiore aquella delle lampade a grasso animale del passato.

Tuttavia con l’avvento del capitalismo, e la successiva esplosione tecnologica,l’illuminazione divenne sempre più efficiente con lo sviluppo delle lampade a gas e

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a kerosene, delle lampadine con filamento, di quelle fluorescenti e di altre forme diilluminazione. Le lampadine fluorescenti di oggi sono 45.000 volte più efficienti, intermini di tempo di lavoro impegnato, delle luci di 200 anni fa. Ed ancora, la produt-tività del lavoro nel produzione illuminazione è mezzo milione di volte maggiore aquella dei nostri antenati, con i loro fuochi da campo. La figura 2 mostra questanotevole crescita di efficienza, a forma di bastone da hockey, nell’illuminazione.

Riducendo l’ammontare di ore lavoro necessarie a produrre gli oggetti di cuiabbiamo bisogno, i cambiamenti tecnologici hanno comportato una significativacrescita nel tenore di vita. Dove e quando il capitalismo si è affermato il reddito ed ilconsumo delle persone hanno iniziato a crescere. Sebbene tali incrementi talvoltasiano stati seguiti da brevi periodi di decrescita, nel lungo periodo vi sono statimiglioramenti sostanziali nei livelli di vita.

La figura 3 rappresenta un indice del salario reale medio della manodopera spe-cializzata a Londra, tra gli anni 1264 e 2001. Il termine reale significa che il salariomonetario (ad esempio, scellini per ora di lavoro in quel periodo) è stato aggiustatoin ciascun anno per tener conto delle variazioni di prezzo tra periodi temporalidiversi. Il risultato di tale aggiustamento rappresenta il potere di acquisto deldenaro guadagnato.

Prima del capitalismo le fluttuazione del salario reale erano spesso il risultato divariazioni nella numerosità della popolazione, e quindi del numero di persone allaricerca di una lavoro. Ad esempio, l’aumento del salario reale nel secolo dopo il1350, come mostra la figura 3, fu conseguenza delle ribellioni dei contadini che por-tarono ad un aumento dei loro redditi, perché una scarsità di manodopera disponi-

Fonte: Nordhaus W. 1998. Do Real Output and Real Wage Measures Capture Reality? TheHistory of Lighting Suggests Not. Cowles Foundation Paper Number 957, Mimeo, Table 1.6.

Figura 2. La produttività del lavoro nella produzione di illuminazione: lm-hr(lumen-ora, unità di misura dell’energia luminosa) per ora di lavoro da 100.000anni fa ad oggi. Sebbene impercettibile data la scala adottata per considerare lacrescita più recente, il miglioramento dai 17 lm-hr di luce di 100.000 anni fa ai 25lm-hr di 4.000 anni fa fu considerevole.

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bile costrinse i proprietari terrieri ad accettare le loro richieste. La scarsità di manodopera era stata a sua volta il risultato dell’enorme numero

di perdite umane dovuto alla peste bubbonica (nota anche come Morte Nera) checolpì Londra ed altre città Europee nel 1348. La mancanza di manodopera insiemeai disordini politici fecero aumentare il potere di negoziazione dei lavoratori.

Quando la popolazione tornò di nuovo a crescere nel XV secolo, la manodoperadisponibile aumentò, e come mostrato dalla figura i salari diminuirono.

DISCUSSIONE 1: IL CAPITALISMO E LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALEDiscuti una o più ragioni per le quali la rivoluzione tecnologica permanente si è verificata all’inizio del capitalismo e non prima

Intorno alla metà del XIX secolo i salari reali per molte persone, come gli arti -giani di Londra rappresentati in questa figura, aumentò in maniera drammatica.Così come era accaduto con l’aumento del salario a seguito della peste bubbonica500 anni prima, l’incremento del salario fu il riflesso del maggior potere negozialedei lavoratori, che era aumentato per ragioni politiche ed economiche. I lavoratoried i loro sostenitori chiesero e ottennero delle riforme, per esempio nel ridurre lalunghezza della giornata lavorativa e l’utilizzo del lavoro minorile nelle fabbriche.Vi furono importanti dimostrazioni da parte dei Cartisti e di altri, per la richiesta diriforme politiche. La Legge di Riforma del 1867 raddoppiò il numero di maschiadulti con diritto di voto (sebbene le donne di ogni classe ed i contadini non godes-sero ancora di tale diritto).

Insieme a queste riforme politiche, un semplice fatto economico aiutò i lavora-tori nelle loro richieste di maggiori salari: la rapida espansione dell’occupazionenelle fabbriche esaurì l’offerta di nuovi lavoratori, da parte di agricoltori indigenti e

Fonte: la metodologia utilizzata per calcolare i dati è illustrata in: Allen, R. 2001. The GreatDivergence in European Wages and Prices from the Middle Ages to the first world war,Explorations in Economic History 38, pp. 411-447

Figura 3. I salari reali nel corso di sette secoli: artigiani (manodopera qualificata) a Londra, 1264-2001

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donne che lavoravano a casa per compensi minimi. Per i proprietari delle fabbriche,il solo modo per attrarre ulteriore manodopera era quello di pagarla di più. Il sensi-bile aumento dei salari non è certamente stata l’unica conseguenza della rivolu-zione capitalista.

1.2 Un mondo connesso

Nel Luglio 2012 è stato lanciato il successo coreano “Gangnam Style”. Alla fine del2012 è diventata la canzone più ascoltata in 33 paesi, tra i quali l’Australia, la Russia,il Canada, la Francia, la Spagna ed il Regno Unito. Con 2 miliardi di visualizzazioni ametà del 2014, “Gangnam Style” è divenuto il video più visto su YouTube. Perfino ilprimo ministro britannico David Cameron ed il presidente degli Stati Uniti BarackObama hanno tentato di ballarlo.

La rivoluzione tecnologica permanente ha generato un mondo connesso. Tuttisono parte di questo mondo. Il materiale che costituisce questa introduzioneall’economia è stato scritto da gruppi di economisti, disegnatori, programmatori ededitori che hanno lavorato insieme – spesso simultaneamente – davanti ai loro com-puter nel Regno Unito, India, Stati Uniti, Russia, Colombia, Sud Africa, Cile, Turchia,Francia, Italia e molti altri paesi.

Online, la trasmissione dell’informazione avviene ad una velocità prossima aquella della luce. Mentre la maggior parte dei beni commerciati nel modo si muoveancora al ritmo di una nave cargo oceanica, circa 21 miglia (33 km) orarie, le transa-zioni finanziarie internazionali si realizzano ad una velocità inferiore al temponecessario per leggere questa frase. La velocità di trasmissione dell’informazionefornisce ulteriore evidenza alla novità rappresentata dall’epoca capitalista e alla suarivoluzione tecnologica permanente.

Confrontando la data di un evento con la data alla quale lo stesso evento è statoannotato in altri luoghi (diari, giornali o quotidiani) possiamo determinare la velo-cità a cui le notizie viaggiavano. Per esempio, quando nel 1860 Abramo Lincoln

Fonte: Tabelle 15.2 e 15.3 da Clark, G. 2007. A Farewell to Alms: A Brief Economic History ofthe World. Princeton: Princeton University Press, pp. 306-307.

Figura 4. La velocità di trasmissione dell’informazione dal 1000 al 1865

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venne eletto presidente degli Stai Uniti, la notizia si diffuse attraverso il telegrafo daWashington a Fort Kearny, che costitutiva il punto terminale della linea verso ovest.Oltre quel punto la notizia fu trasmessa da staffette di uomini a cavallo, detti PonyExpress, per circa 1260 miglia (2013 km) fino a Fort Churchill in Nevada, da cuivenne diffusa in California mediante telegrafo. Il processo richiese sette giorni e 17ore. Nel tratto coperto dai Pony Express, la notizia viaggiò ad una velocità di 7miglia (11 km) orarie. Una lettera di mezza oncia (14 grammi) spedita su questopercorso veniva a costare 5$, l’equivalente di cinque giorni di salario.

Da calcoli simili sappiamo che le notizie tra l’antica Roma e l’Egitto viaggiavano acirca 1 miglio (1,6 km) orario, e 1500 anni più tardi tra Venezia e le altre città delMediterraneo le notizie, se mai, erano leggermente più lente. Tuttavia, pochi secolidopo, come mostrato dalla figura 4, la velocità cominciò a aumentare. La notiziadell’ammutinamento delle truppe Indiane contro il governo Britannico richiese“solo” 46 giorni per raggiungere Londra ed i lettori del Times di Londra vennero aconoscenza dell’assassinio di Lincoln solo 13 giorni dopo l’evento. Un anno dopo lamorte di Lincoln un cavo transatlantico ridusse il tempo per la comunicazione diuna notizia tra New York e Londra a pochi minuti.

1.3 La crescita della popolazione e delle città

Con il progresso tecnologico e il miglioramento del tenore di vita, anche la popola-zione è cresciuta rapidamente. Per la maggior parte degli ultimi 12.000 anni lapopolazione del mondo è aumentata lentamente, con incrementi negli anni positiviseguiti da diminuzioni dovuti a disastri avversi di natura climatica o di altro genere.

La figura 5 mostra l’evoluzione della popolazione mondiale dall’anno 1000 inavanti. In pochi paesi la popolazione iniziò a crescere rapidamente 200 anni fa, mala popolazione mondiale iniziò a aumentare nel XX secolo con lo sviluppo e la diffu-sione di sistemi fognari efficienti, di servizi di distribuzione di acqua potabile edaltre misure di salute pubblica. Mentre il numero delle persone continua ad aumen-tare nel mondo, il ritmo di crescita sta rallentando (vedi figura 6). La transizionedemografica si riferisce al rallentamento nella crescita della popolazione poiché la

Fonte: Serie storiche di Angus Maddison. US Census: World population growth rate

Figura 5. Il capitalismo e la popolazione mondiale, 1000-2010

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diminuzione nei tassi di morte è bilanciata dalla diminuzione nei tassi di natalità, inalcuni casi associata alla scelta di avere un numero inferiore di figli, combinata conpolitiche pubbliche atte a scoraggiare famiglie numerose, come in Cina.

Con l’incremento della produttività del lavoro in agricoltura, il numero di agri-coltori necessari a nutrire i non-agricoltori è diminuito. Una più elevata produttivitàdel lavoro significa che in un dato appezzamento di terreno ciascun agricoltore puòprodurre una maggiore quantità.

Le persone decisero di abbandonare l’agricoltura a favore di altre occupazioni, equesto indusse un’ulteriore cambiamento: la crescita delle città.

Prima del capitalismo la maggioranza della popolazione viveva nelle campagne,interagendo solo con poche altre persone, principalmente con i membri della fami-glia ed i vicini. Tuttavia, nei secoli recentila gente è stata attratta – o in alcuni casispinta – nelle città. Abitare in una cittàcomporta un cambiamento drastico, poi-ché la vita di tutti i giorni è popolata dadozzine o perfino centinaia di personesconosciute.

Tokyo, l’area urbana più estesa almondo, conta 34 milioni di abitanti. Que-sto ammonta a quattro volte il numerodelle persone che vivevano in tutto ilmondo 11,000 anni fa, quando la razzaumana intraprese l’attività agricola. Nel1990 nove delle 10 città più grandi delmondo erano in Europa e Nord America-con Tokyo unica eccezione. Oggi, con ladiffusione globale del capitalismo, nove diqueste 10 città sono in Asia o AmericaLatina, con l’eccezione di New York.

Nel 1850 vi erano solo tre città con una popolazione superiore a 1 milione diabitanti – Londra, Parigi e Pechino – mentre nel 2013, come si vede dalla figura 7, vierano 500 città di questa dimensione.

Fonte: Thomas Brinkhoff. Major Agglomerations of the World. I dati si riferiscono adagglomerati (centri urbani e relativi sobborghi che formano una regione connessa dipopolazione prevalentemente urbana) con più di un milione di abitanti.

Figura 7. Città con più di 1 milione di abitanti (2013)

Fonte: Serie storiche di Angus Maddison.US Census: World population growthrate.

Figura 6. Come la popolazione mondiale nel XX secolo è prima aumentata e poi diminuita

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1.4 La distruzione dell’ambiente

L’incremento della produzione ha determinato anche un incremento nell’utilizzodell’ambiente naturale e il suo degrado. Con lo sviluppo del capitalismo, elementidel sistema ecologico come l’aria, l’acqua, il suolo, e il clima sono stati alterati in

Fonte: Mann, M., et al. 2008. Proxy-based reconstructions of hemispheric and global surfacetemperature variations over the past two millennia. Proceedings of the National Academy ofSciences.

Figura 8a. Fluttuazioni di lungo periodo delle temperature nell’emisfero Nord, 1000-2006

Fonte: anni 1010-1975: Etheridge D., et al. 2012. Division of Atmospheric Research, CSIRO,Aspendale, Victoria, Australia. Historical record from the Law Dome DE08, DE08-2, and DSSice cores. Anni 1976-2010: dati Mauna Loa observatory.

Figura 8b. Anidride carbonica nell’atmosfera, 1000-2010

Fonte: Boden, T.A., Marland G., and Andres R. J. 2010. Global, Regional, and National Fossil-Fuel CO2 Emissions. Carbon Dioxide Information Analysis Center, Oak Ridge NationalLaboratory, US Department of Energy, Oak Ridge.

Figure 8c. Emissioni globali di anidride carbonica da combustibile fossile, 1750-2010

La rivoluzione capitalista 13

maniera più radicale di quanto non sia mai accaduto nella storia umana. La figura 8 evidenzia come le attività che implicano l’utilizzo di combustibile fos-

sile – carbone, petrolio e benzina – abbiano profondamente inciso sul nostroambiente naturale.

Dopo che per molti secoli l’atmosfera terrestre è rimasta inalterata, nel XXsecolo le crescenti emissioni di anidride carbonica nell’aria hanno causato un per-cettibile incremento della temperature nell’emisfero nord (figura 8a), e della quan-tità di anidride carbonica nell’atmosfera (figura 8b). La figura 8c mostra come negliultimi 250 anni siano aumentate considerevolmente le emissioni di anidride carbo-nica dovute al consumo di combustibile fossile .

La figura 8a mostra come le temperature medie della terra siano soggette a flut-tuazioni ogni dieci anni. Ciò è dovuto ad una molteplicità di fattori, tra cui gli eventivulcanici come l’eruzione del Monte Tambora (1815) in Indonesia. Il Monte Tam-bora emise così tanta polvere vulcanica da far diminuire la temperatura terrestre efar diventare noto il 1816 come “l’anno senza l’estate”.

Nel secolo scorso, le temperature medie sono aumentate in risposta ai livellisempre più alti di concentrazione di gas serra. Questi sono il risultato di emissionidi CO2 combinate con l’utilizzo di combustibili fossili.

Le verosimili conseguenze del riscaldamento globale sono di vasta portata. Loscioglimento delle calotte polari, l’aumento del livello del mare che può inondarelarghe aree costiere e potenziali variazioni nel clima e nel regime delle piogge chepossono distruggere le aree coltivate del mondo.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICOAl giorno d’oggi, nel complesso le cause e l’effettiva variazione del clima non sono in discussione nella comunità scientifica. La Commissione Intergovernativa sul Cambiamento Climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – http://www.ipcc.ch/) rappresenta una fonte autorevole per la ricerca e la raccolta dati. Le verosimili conseguenze del riscaldamento globale sono di vasta portata: lo scioglimento delle calotte polari, l’aumento del livello del mare che può inondare vaste aree costiere, e potenziali variazioni nel clima e nel ritmo delle piogge possono distruggere le aree coltivate del pianeta. Le conseguenze fisiche ed economiche di lungo periodo di questi cambiamenti, e le politiche che i governi possono adottare, sono discusse nel capitolo 18.

1.5 Il capitalismo

Come è possibile spiegare il cambiamento da un mondo in cui le condizioni di vitamiglioravano o peggioravano in base alle variazioni climatiche, o in occasione diepidemie, ad un periodo in cui quasi sempre ciascuna generazione, in maniera pre-vedibile, ha raggiunto un tenore di vista decisamente superiore a quello prece-dente?

Molti dei nostri nonni hanno vissuto in un mondo di famiglie e di vicini, mentrenoi oggi nel corso di una giornata incontriamo dozzine di persone completamenteestranee. Facciamo uso di mezzi di comunicazione, attrezzature casalinghe, appa-recchi per l’intrattenimento, trasporti e modalità di acquisto e di relazioni con le

14 Capitolo 1

banche che i nostri nonni non avrebbero neppure immaginato. Se fossimo forzati a rispondere utilizzando un unico termine, questo sarebbe il

capitalismo. Il capitalismo è un sistema economico, un modo per organizzare la pro-duzione e la distribuzione dei beni e servizi necessari alla nostra sussistenza. Duecaratteristiche definiscono questo sistema economico. La prima è che le personeimpiegate nella produzione di beni e servizi sono occupati e ricevono salari o sti-pendi. Ciò significa che essi sono pagati per il loro tempo dal datore di lavoro.

Si può trattare di un salario orario o mensile o di uno stipendio annuale. Glioccupati non possiedono i beni che producono e lavorano sotto la direzione del lorodatore. Usiamo il termine salario per indicare queste caratteristiche.

La novità del salario da lavoro può essere illustrata con un esempio. Prima delcapitalismo gli artigiani acquistavano la pelle che trasformavano in scarpe, che veni-vano vendute. Ma le scarpe prodotte dai lavoratori in un sistema capitalistico appar-tengono ai proprietari dell’impresa, non ai lavoratori.

In altri tipi di sistemi economici, coloro che producevano i beni erano schiavi-che naturalmente non possedevano ciò che producevano e lavoravano sotto la dire-zione di un altro schiavo. Essi non venivano pagati in moneta ma con cibo ed unriparo. Nessuno di questi sistemi utilizzava il lavoro salariato, e quindi non eranosistemi capitalisti.

In molti sistemi economici, invece di ricevere un salario monetario in cambio diun tempo di lavoro specificato, le persone sono pagate per ogni unità del bene o ser-vizio da loro prodotta – ad esempio sulla base del numero di righe di testo sul sitodi correzione di bozze on-line Mechanical Turk. Questa forma di organizzazionelavorativa è detta cottimo; non si tratta lavoro salariato. La seconda caratteristicadel capitalismo è che coloro che dirigono il processo di produzione lo fanno conl’intenzione di ricavarne un profitto, vendendo i beni o servizi prodotti ad un prezzosuperiore al loro costo di produzione. Chiamiamo questa caratteristica produzioneorientata al profitto. Tale caratteristica è presente anche in altri sistemi economici:nell’esempio precedente, i proprietari degli schiavi traevano profitto dal cotone odallo zucchero prodotto dagli schiavi, calzolai o agricoltori indipendenti desideranovendere i loro prodotti ricavando un profitto. Ma nel passato buona parte della pro-duzione non veniva effettuata allo scopo di ottenere un profitto.

I nostri antenati cacciavano e raccoglievano piante selvatiche, che non vende-vano. Essi consumavano i prodotti della caccia e della raccolta o li condividevanocon altri membri del loro gruppo.

In un’economia capitalista i proprietari di una impresa che assume lavoratorinon solo incassano il profitto ma sopportano anche il rischio d’impresa: se fallisce ilproprietario non otterrà profitti, perderà gli investimenti fatti in macchinario,attrezzature, edifici ed altro. Il datore di lavoro è obbligato a pagare salari, i costidegli input e le imposte prima di poter ottenere qualunque profitto

Nei secoli passati, le élites dei proprietari terrieri obbligavano i loro servi, o altrilavoratori non liberi, a produrre beni per sostenere il loro potere ed il loro lusso. Ibeni prodotti non erano in vendita.

Sotto il regime comunista durante il XX secolo, i dirigenti delle imprese organiz-zavano il lavoro dei dipendenti che ricevevano un salario, tuttavia non con l’inten-zione di vendere i beni per ottenere un profitto. Lo scopo dell’attività produttivaera quello di soddisfare il programma di produzione pianificato a livello centrale. Ilpiano indicava alle imprese ciò che dovevano produrre. Quindi non si trattava diun’economia capitalista. La figura 9 riassume queste distinzioni.

La rivoluzione capitalista 15

Oggi esistono molte forme di economie capitaliste nel mondo, ciascuna conmodalità distinte di organizzare la produzione e la distribuzione. Tutte sono orga-nizzate con l’impiego di lavoro salariato allo scopo di ottenere profitti. Nel prosie-guo vedremo che diversi tipi di economie capitaliste hanno istituzioni diverse chedeterminano la distribuzione del prodotto dell’economia tra i suoi partecipanti- equindi il grado di disuguaglianza economica. Vedremo anche che alcune nazionicapitaliste, a differenza di altre, hanno ottenuto un rapido incremento del tenore divita. Il capitalismo, come la schiavitù, la pianificazione centralizzata ed altri esempiin figura 9 è uno dei molti sistemi economici. Nel corso della storia il capitalismo ècoesistito con molti sistemi politici. Un sistema politico determina la selezione delgoverno e come tale governo prende e realizza le decisioni che influenzano tutta lapopolazione, o la maggior parte di essa. La democrazia è uno tra i sistemi politici,definito da diritti individuali come quello di parola e di stampa, elezioni imparzialiin cui virtualmente tutte le persone adulte hanno diritto di voto ed in cui chi perdele elezioni lascia l’incarico.

Il capitalismo è emerso ben prima della democrazia, ma con la diffusione dellademocrazia nell’ultimo secolo la maggior parte delle economie capitaliste sono oggigovernate da sistemi politici democratici.

Tuttavia, anche nel recente passato, il sistema capitalista ha convissuto conforme non democratiche di governo come in Cile nel periodo 1973-90, in Brasile nelperiodo 1964-85 ed in Giappone fino al 1945. Nella Cina contemporanea gran partedell’economia è organizzata secondo orientamenti capitalisti, e tuttavia il governonon è democratico. Ciononostante, al giorno d’oggi nella maggior parte dei paesicapitalismo e democrazia coesistono, influenzandosi reciprocamente.

Come il capitalismo anche la democrazia può assumere diverse forme. In alcunicasi il capo dello Stato è eletto direttamente; in altre è un’assemblea elettiva, come ilparlamento, ad eleggerlo. In alcune democrazie vi sono limiti molto stretti al modoin cui gli individui possono influenzare le elezioni o la politica pubblica mediante iloro contributi finanziari; in altre i finanziamenti privati esercitano una grandeinfluenza attraverso i contributi erogati nelle campagne elettorali, le pressioni poli-tiche, e persino attività illecite come la corruzione.

Figura 9. Definizione di capitalismo. La maggior parte delle economie mondiali oggi sono capitaliste, e perfino in quelle, come Cina e Vietnam, dove la pianificazione centralizzata continua ad avere un ruolo, il lavoro salariato e la produzione orientata al profitto sono caratteristiche essenziali.

Produzione orientata al profitto

SÌ NO

Imp

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SÌN

O

Capitalismo(dal XVIII secolo a oggi)

Economia pianificata(per esempio,

l’Unione Sovieticatra il 1928 e il 1991)

Produttori indipendenti(Agricoltori,

artigiani in Europatra il XV e il XVII secolo)

Produzione per il consumo (agricoltori

autosufficienti)Economie di caccia

e raccoltaEuropa feudale,

dal XIII al XV secolo

16 Capitolo 1

1.6 Come l’avvento del capitalismo spiega i grandi cambiamenti della storia

Il sistema capitalista come organizzazione economica, nel combinare lavoro sala-riato e produzione orientata al profitto, ha preso piede con lo sviluppo delle nuovetecnologie.

L’ondata di nuove tecnologie prese piede in Gran Bretagna nel XVIII secolo, ed ilsuo carattere cumulativo ha portato a quella che viene detta Rivoluzione Industriale.Nel nuovo sistema economico molti furono assunti in un’impresa per la prima volta.L’impresa vendeva i beni prodotti in competizione con altre imprese, e se aveva suc-cesso o proprietari dell’azienda ottenevano un profitto, dopo aver pagato i salari esostenuto altri costi. I proprietari potevano incrementare gli introiti introducendonuove tecnologie per essere competitivi e, se possibile, fare un passo oltre.

Il capitalismo funzione mediante incentivi, nella forma sia di carota (compensiper successo) che di bastone (punizione per fallimenti). Maggiori profitti sono lacarota per il proprietario di un’impresa. Ottenere un buon lavoro o una promozioneè la carota per il lavoratore. La minaccia di chiudere l’impresa in caso di fallimento èil bastone per il proprietario, così come la perdita del proprio posto di lavoro lo èper il lavoratore. Nel sistema capitalista coloro in possesso di ricchezza (o chehanno la possibilità di prendere a prestito) sostengono il rischio legato all’introdu-zione di nuove tecnologie e all’ingresso in nuovi mercati, ottenendo profitti se ilrischio viene remunerato.

Capitalismo e rapido sviluppo tecnologico procedono insieme. La ragione è che ilcapitalismo è stato il primo sistema economico, nella storia umana, in cui l’apparte-nenza all’élite dipendeva dai risultati economici. L’elite di un’economia capitalista –i proprietari delle imprese ed il loro manager – può ereditare delle ricchezze, cherappresentano un punto di partenza, ma rimanere nell’élite richiede che si abbiasuccesso nel produrre beni che la gente desidera acquistare ad un prezzo inferiorerispetto a quello praticato dai concorrenti. Come proprietari di un’impresa se fallitenon siete più parte del club: nessuno vi caccia, perché non è necessario.

Questa è la grande innovazione della rivoluzione capitalista. E’ superiore al suostraordinario progresso tecnico o a qualunque altro tra i cambiamenti misurati dalnostri grafici a forma di bastone da hockey. Inoltre, in parte li spiega: il proprietariodi una piantagione con schiavi che non fosse troppo capace a coltivare il cotonemanteneva il suo stato. Possedeva una ricchezza inferiore alla media degli altri pro-prietari di schiavi, e tuttavia la sua appartenenza all’élite non era discussa. Unsignore feudale che gestiva male la sua proprietà era semplicemente un signore incattivo stato. Ma il proprietario di un’impresa che non può produrre beni che lagente desidera acquistare, a prezzi superiori ai costi, va in bancarotta – ed un pro-prietario che ha fatto fallimento è un ex-proprietario.

Affinché nel sistema capitalista funzioni il meccanismo della carota, il proprieta-rio dell’impresa deve sapere che il compenso per aver accettato una situazionerischiosa sarà suo, e non confiscato dal governo o da criminali che derubano le sueproprietà. Affinché il meccanismo del bastone funzioni devono esservi opportunitàper i concorrenti, come nuove imprese start-up, di produrre e vendere. È preferibileche imprese non competitive falliscano piuttosto che siano salvate, oppure chesiano acquistate da persone maggiormente capaci di gestire le loro attività.

Per questo motivo, per fare in modo che il capitalismo prosperi è necessario visia sufficiente ordine nella società, affinché coloro in possesso di ricchezze siano

La rivoluzione capitalista 17

disposti a rischiare i loro capitali. Investire in edifici, macchinari e attrezzature percreare posti di lavoro che occupano un numero elevato di persone è rischioso, per-ché i profitti attesi si materializzeranno solo dopo molto tempo rispetto a quandosono stati effettuati gli investimenti. Gli investitori necessitano un contesto legale egiudiziario che faccia rispettare i diritti di proprietà, ed i loro diritto di gestire leloro attività. Essi hanno necessità di potersi fidare del fatto che il governo non siappropri del capitale che investono in una fabbrica e che altre imprese, come i forni-tori, onorino i loro contratti.

1.7 La varietà dei modelli di capitalismo: output e reddito

Alcune economie capitaliste hanno avuto notevole successo nell’incrementare iltenore di vita mentre altre meno. Come abbiamo visto il nuovo modo di guadagnarsida vivere (una fortuna per alcuni una miseria per altri) ha cambiato il mondo inmolti modi. Tuttavia molte zone del mondo hanno adottato il capitalismo senza larivoluzione tecnologica – o sperimentato la rivoluzione più tardi.

L’Italia ad esempio, ha avuto industrie tessili, attività bancarie e commerciointernazionale fiorenti nel XIV secolo, quando era molto più ricca della Gran Breta-gna e del Giappone. Tuttavia, 500 anni più tardi gli storici stimano che il tenore divita degli Italiani, misurato dal PIL pro capite, fosse diminuito. La figura 10 mostrale fortune di un gruppo di paesi, durante il XX secolo. Nel 1928, quando furonointrodotti i primi cinque anni del piano economico dell’Unione Sovietica, il tenore divita era simile a quello del Brasile, e considerevolmente più alto di quello dellaCorea. Il piano centralizzato in Unione Sovietica produsse una crescita costante,sebbene limitata, per quasi 50 anni. Il capitalismo è capace di produrre una crescitamolto più rapida nel tenore di vita, anche se non sempre; per vedere questo è suffi -ciente confrontare Brasile e Corea del Sud con l’Unione Sovietica in figura 10.

Una ragione importante per cui la pianificazione centralizzati fu poi abbando-nata come sistema economico è stata la sua incapacità, nella seconda metà del XXsecolo, di uguagliare i miglioramenti nel tenore di vita ottenuti da alcune economiecapitaliste. Ciononostante, fu una sorpresa per i cittadini di quelli che a suo tempoerano i paesi comunisti, constatare che quando il capitalismo sostituì il sistema cen-tralizzato il loro tenore di vita peggiorasse. La figura 10 mostra ciò nel casodell’Unione Sovietica durante gli anni 1990. Ciò illustra come sia difficile creare isti-tuzioni capitaliste funzionanti e insieme un governo che funzioni abbastanza beneda sostenerle. L’abbandono della pianificazione centrale non fu sufficiente per per-mettere loro di raggiungere la parte crescente del bastone da hockey.

La figura 10 mostra che in Africa il successo del Botswana nell’ottenere una cre -scita sostenuta contrasta in maniera netta con il relativo fallimento della Nigeria.

Come vedremo nei prossimi capitoli del corso, le differenze nel governo e neisistemi legali aiutano a spiegare perché il capitalismo funzioni meglio in alcunipaesi piuttosto che in altri. Le differenze nella qualità delle istituzioni, per esempio,sono responsabili del contrasto tra crescita e stagnazione, rispettivamente, inBotswana e Nigeria.

1.8 La varietà dei modelli di capitalismo: diseguaglianze e politiche pubbliche

Abbiamo visto che la rivoluzione capitalista, adottata in ritardo da alcuni paesi(Cina, India, Botswana, Corea), o non adottata da altri (Nigeria), dal 1820 ha portato

18 Capitolo 1

a disparità crescenti nel tenore di vita medio tra i paesi. Se è vero che i paesi chel’hanno introdotta in ritardo hanno iniziato a recuperare, questa è una tendenza chenegli anni recenti ha rallentato o addirittura si è invertita.

All’interno dei paesi abbiamo un quadro diverso. La figura 11 mostra una misuradi disuguaglianza per gli Stati Uniti (a partire dal XVIII secolo), la Gran Bretagna ed iPaesi Bassi nello stesso periodo di tempo.

I dati indicano un declino più o meno continuo nella disuguaglianza del redditonei Paesi Bassi fino dalla metà del XVIII secolo. In Gran Bretagna e Stati Uniti invecela disuguaglianza è aumentata all’inizio del XIX secolo, e successivamente diminuitafino all’ultima decade del XX secolo, per poi aumentare di nuovo.

La misura di disuguaglianza considerata, detta coefficiente di Gini dal nome delsuo autore, lo statistico italiano Corrado Gini (1884-1965), indica quanta disparitànel reddito, o altra misura del tenore di vita, vi sia nella popolazione. Se tutti gliindividui hanno lo stesso reddito, e quindi non vi sono disuguaglianze, il coefficientedi Gini assume il valore 0. La massima disuguaglianza, un valore del coefficientepari ad 1, significa che un singolo individuo riceve tutto il reddito. Nei prossimicapitoli spiegheremo come si calcola il coefficiente di Gini. Per avere un’idea delgrado di disuguaglianza associato ai diversi valori del coefficiente, pensiamo ad unatorta da dividere in due parti. Il coefficiente di Gini misura quanto sarà disuguale ladivisione. Se G indica il coefficiente di Gini, allora la frazione di torta che va alla per -sona con la fetta più piccola è (1 – G)/2. Se G è zero il pezzo più piccolo è metà dellatorta: non vi sono disuguaglianze. Se G = 1 la dimensione del pezzo più piccolo èzero. La persona con la fetta più grande ottiene tutta la torta. La figura 12 mostraquattro esempi. A sinistra è rappresentato il caso in cui il coefficiente di Gini è pari a0, e quindi la fetta più piccola è in effetti grande come l’altro pezzo. Il secondo qua-dro illustra un Gini uguale a 0,2, un valore analogo a misure di disuguaglianza delreddito in Danimarca. La dimensione della parte più piccola è 0,4: la persona cheottiene la fetta più piccola riceve i due-quinti della torta. Il terzo riquadro illustra unGini pari o 0,6, che potrebbe rappresentare il Sud Africa. In questo caso la fetta piùpiccola è pari a 0,2, ovvero un quinto della torta. Nel quarto caso, quando il Gini è

Fonte: Bolt, J. and van Zanden, J. 2013. The first update of the Maddison Project; re-estimating growth before 1820. Maddison Project working paper 4.

Figura 10. Divergenze nel tenore di vita tra paesi (1928-2010)

La rivoluzione capitalista 19

pari ad 1, il piatto è vuoto. L’intera torta va ad una persona. Naturalmente non esi -stono paesi in cui la persona più ricca possiede tutta la ricchezza disponibile, poichégli altri non potrebbero sopravvivere. Per altro, non vi sono paesi in cui la torta èdivisa equamente.

Tornando alla figura 11, vediamo che tre secoli fa i Paesi Bassi avevano un coeffi-ciente di Gini di 0,63, ma nei secoli seguenti il grado di disuguaglianza è sceso a0,42. Questo corrisponde alla dimensione della fetta di torta più piccola, aumentatadi un po’ più del 50%. Negli Stati Uniti la disuguaglianza è cresciuta dal tempo dellaDichiarazione d’Indipendenza nel 1776 fino alla Guerra Civile nel 1860, e successi-vamente diminuita per un secolo, per aumentare di nuovo negli anni recenti. Ladisuguaglianza del reddito negli Stati Uniti, misurata con il coefficiente di Gini, è oraleggermente superiore al periodo in cui vigeva la schiavitù, poco prima della GuerraCivile Americana.

Le misure di disuguaglianza della figura 11 non considerano le imposte pagate algoverno ed i trasferimenti di reddito ricevuti dalle famiglie dal governo (come lepensioni d’anzianità, i benefici di disoccupazione e per disabilità). Per la maggiorparte del periodo mostrato in figura 11, questi pagamenti del, e verso il, governoebbero effetti limitati sulla disuguaglianza. Le imposte ed i trasferimenti erano deci-samente ridotti. Tuttavia, a partire dal 1950 tali somme sono diventate una parteimportante nella capacità di spesa delle famiglie, e per questo motivo nel confronto

Figura 12. Misurare la disuguaglianza con l’indice di Gini: l’indice aumenta man mano che la più piccola delle due fette si riduce

Source: Lindert, P. 2013. Two centuries of American growth and inequality, 1650-1860,Stanford University Economics Department

Figura 11. La disuguaglianza del reddito negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Paesi Bassi (1730-2010)

20 Capitolo 1

tra paesi negli anni recenti si misura la disuguaglianza secondo quello che definito ilreddito disponibile. Ovvero, il reddito di una famiglia o di un individuo dopo averpagato le imposte ed aver ricevuto i trasferimenti dal governo.

DISCUSSIONE 2: UNA MISURA DELLA DISUGUAGLIANZA Consideriamo un proprietario terriero, ed il coltivatore che lavora la sua terra pagando un affitto. In un anno l’agricoltore può produrre grano (al netto di quello conservato come semente per il prossimo raccolto) che fornirà 10.000.000 calorie quando consumato. Il raccolto è distribuito tra l’agricoltore e l’affitto pagato (in grano) al proprietario terriero. L’agricoltore e la sua famiglia necessitano di 2.000.000 calorie all’anno per sopravvivere. Possiamo descrivere la disuguaglianza tra il proprietario e la famiglia del coltivatore mediante il coefficiente di Gini relativo al grano prodotto. Se il proprietario terriero richiede un affitto, in grano, equivalente a 6.000.000 di calorie, qual è il coefficiente di Gini risultante? Qual è il valore più elevato di Gini, che possa garantire la sopravvivenza dell’agricoltore e della sua famiglia?

La figura 13 mostra i paesi ordinati da sinistra a destra, iniziando da quello conla minore disuguaglianza nel reddito disponibile, misurato dal coefficiente di Gini, aquello più ineguale. Il campo di variazione va da un Gini di 0,2 in Danimarca ad unodi 0,6 in Sud Africa, e la rappresentazione del coefficiente di Gini in figura 12 aiuta acomunicare le differenze nella disuguaglianza in questo gruppo di paesi. Possiamovedere che tra quelli con maggiori disuguaglianze sono gli Stati Uniti ed il RegnoUnito, mentre la Danimarca e la Norvegia rientrano tra quelli con minori disugua-glianze. In una posizione intermedia vi sono paesi come la Corea del Sud, Taiwan ilBelgio e la Germania. Molte tra le nazioni più povere hanno una disuguaglianza par -ticolarmente elevata, con coefficiente di Gini intorno a 0,5, come ad esempio laColombia.

Le politiche che hanno prodotto un grado ridotto di disuguaglianze in Corea delSud, Belgio, Germania e Taiwan sono state differenti. In alcuni paesi i redditi ricevuticome salari e profitti, prima delle imposte e dei trasferimenti, presenta un’elevatadiseguaglianza. Ad esempio, il coefficiente di Gini relativo al reddito prima della tas-sazione e dei trasferimenti in Germania e Belgio è simile a quello della Colombia.Ciò significa che vi sono differenze sostanziali tra i residenti della Germania e delBelgio, in ciò che determina il loro reddito, prima delle imposte e dei trasferimenti.Queste differenze includono la proprietà di attività che generano reddito come edi-fici, terreni o fabbriche, il livello d’istruzione personale, o altre determinanti di suc-cesso nelle professioni maggiormente pagate.

A differenza della Colombia, in Germania ed in Belgio le imposte ed i trasferi-mento riducono le disuguaglianze nel reddito disponibile a metà di quella primadella tassazione e dei trasferimenti. La ragione è che i trasferimenti vanno soprat-tutto ai meno abbienti, e le imposte rappresentano una quota maggiore del redditoper i più ricchi, di quanto non sia per i più poveri.

Alcuni paesi tra quelli meno ricchi, con alti livelli di disuguaglianza, hanno adot-tato politiche di tassazione e trasferimenti allo scopo di ridurre le disuguaglianzedel reddito disponibile. Il Brasile nel XXI secolo è un esempio importante. La Coreadel Sud e Taiwan sono l’opposto del Belgio e della Germania. In questi paesi imposte

La rivoluzione capitalista 21

e trasferimenti influenzano appena la distribuzione del reddito, poiché sono pagatee ricevuti quasi in proporzione al reddito lordo.

Le disuguaglianze nel reddito disponibile sono limitate perché le popolazionicoreana e taiwanese non si differenziano molto dal punto di vista delle proprietà odel valore del loro lavoro. Come l’effetto equalizzatore delle politiche governative inBelgio e Germania, la distribuzione relativamente equa del reddito, al netto di impo-ste e trasferimenti, è in parte, anche in questi Paesi, il risultato delle politiche gover-native. A metà del XX secolo grandi proprietà terriere furono suddivise e distribuiteai coltivatori che possedevano poca terra o non ne possedevano affatto.

Inoltre, entrambi i paesi hanno un sistema d’istruzione di alta qualità. La figura14 riassume il confronto tra i paesi. Le colonne si riferiscono alle differenze nelgrado di disuguaglianza del reddito individuale così come esso è determinato dalleabilità personali, dalla proprietà di edifici, fabbriche, terreni e tutto quanto contri-buisca al reddito individuale prima della tassazione e dei trasferimenti. Le righe siriferiscono alla misura in cui imposte e trasferimenti governativi sono in grado diperequare la distribuzione del reddito disponibile.

DISCUSSIONE 3: DISUGUAGLIANZE GLOBALI E NAZIONALI Spiegate brevemente come sia possibile che la diseguaglianza tra famiglie diminuisca a livello mondiale mentre è aumentata all’interno delle due economie più popolose tra quelle meno ricche

1.9 L’economia politica e il sistema economico

Nei capitoli che seguono sarete introdotti al funzionamento del capitalismo, utiliz-zando gli strumenti dell’economia. L’economia studia come le persone interagi-scono tra di loro, e con l’ambiente naturale, nel produrre quanto necessario al

Fonte: Wang, C. and Caminada, K. 2011. Disentangling income inequality and theredistributive effect of social transfers and taxes in 36 LIS countries, LIS working paper seriesNo. 567. Solt, F. 2013. Standardised world income inequality database.

Figura 13. La disuguaglianza del reddito disponibile

22 Capitolo 1

sostentamento, e come questo cambia nel tempo. La nostra definizione di un’econo-mia, e quindi dell’economia, è composta di tre parti. 1. L’analisi di come viene prodotto il sostentamento. Come possiamo acquistare le

cose – cibo, vestiario, riparo, tempo libero – che definiscono il nostro livello di vita.

2. L’analisi di come interagiscono le persone nel produrre. In un’economia capitali-sta interagiamo come produttori, acquirenti e venditori, colleghi di lavoro,datori di lavoro ed addetti, risparmiatori ed investitori, contribuenti ed esattori.I nostri antenati interagivano come cacciatori alla ricerca della preda, raccogli-tori di tuberi e frutta, e come membri di una gruppo che condivideva il cibointorno ad un crogiolo comune.

3. L’economia si occupa di come interagiamo con la natura. Ciò include tutti i modiin cui possiamo godere del nostro ambiente naturale e sfruttarlo: dal nostrorespirare, ad un giornata passata al mare, dai raccolti legati alla coltivazione eall’allevamento degli animali, all’estrazione e trasformazione delle materieprime in prodotti finiti e di scarto, alla possibile alterazione del clima.

L’economia ha un modo specifico di porre domande e tentare di rispondere, e ciò èquanto apprenderemo. Ma l’economia è definita da quanto cerca di comprendere.Per alcune questioni – ad esempio la realizzazione di nuove tecnologie, utilizziamorisultati provenienti dall’ingegneria, dalla biologia e dalla fisica. Per altri, le disugua-glianza economiche e perché variano tra paesi, faremo riferimento alla storia ed allapolitica. Intuizioni dalla psicologia ci aiuteranno ad comprendere il comportamentodelle persone quando acquistano, lavorano ed investono.

Così come l’economia prende a prestito conoscenze da altri campi, in manieraanaloga procederemo utilizzando strumenti provenienti da altre aree di ricerca.

Abbiamo potuto imparare dallo studio dei documenti storici, dai metodi speri-mentali sviluppati originariamente dalle scienze fisiche, dalla matematica edall’analisi statistica.

L’economia stessa è parte di un sistema naturale e sociale più grande. La figura

Figura 14. La disuguaglianza del reddito prima e dopo la tassazione ed itrasferimenti. Il coefficiente di Gini medio mostrato in ciascuna cella si riferisce alreddito disponibile (ovvero, al netto delle imposte e dei trasferimenti)

PIÙ DISEGUALE PIÙ UGUALE

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PIÙ

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Distribuzione del reddito individualeprima di imposte e trasferimenti

Effi

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gere

la d

istr

ibu

zio

ne

del

red

dit

o

Regno Unito, USAPaesi più disegualicon indice di Gini

in media 0,36

Taiwan, Corea del SudPaesi moderatamente diseguali con indice di

Gini in media 0,31

Germania, BelgioPaesi moderatamente diseguali con indice di

Gini medio 0,26

Danimarca, NorvegiaPaesi meno diseguali con indice di Gini 0,23

La rivoluzione capitalista 23

15 mostra come l’economia sia una com-ponente dell’intero sistema sociale che asua volta è parte della biosfera, cioèdell’insieme di tutte le forme di vita sullaterra.

La figura 16 mostra il flusso dei benie delle persone tra famiglie, imprese e labiosfera. Le imprese combinano lavorocon strutture ed attrezzature, produ-cendo beni e servizi utilizzati dalle fami-glie ed anche da altre imprese. Inmaniera simile alle imprese, la produ-zione di beni e servizi ha luogo ancheall’interno delle famiglie. A differenza delle imprese tuttavia, alcuni di questi pro-dotti non sono venduti sul mercato. Oltre alla produzione di beni e servizi, le fami -glie producono anche persone- la prossima generazione di forza lavoro. Il lavoro digenitori, di coloro che si prendono cura di altri è combinato con strutture (peresempio la vostra abitazione) ed attrezzature (ad esempio il forno di quella abita-zione) per riprodurre e far crescere la futura forza lavoro delle imprese, e le per-sone che lavoreranno e si riprodurranno in futuro nelle famiglie.

Tutto ciò ha luogo come parte del sistema biologico e fisico in cui sia le impreseche le famiglie utilizzano l’ambiente circostante e le risorse naturali, dall’energiabasata sul combustibile fossile all’aria che respiriamo. Nel processo le famiglie e leimprese trasformano la natura utilizzandone le risorse, ma anche inserendo ele-menti in natura. Al momento, alcuni tra i più importanti tra questi elementi sono igas serra, che contribuiscono alle variazioni climatiche illustrate nel paragrafo 1.4.

DISCUSSIONE 4: LA MISURAZIONE DEL TENORE DI VITA Si spieghi cosa misura il PIL pro capite e, con riferimento alla rappresentazione dell’economia in figura 16, si evidenzino i limiti di questo indicatore come misura del tenore di vita.Suggerimento: quali tra i flussi mostrati in figura 16 sono inclusi dagli economisti nel reddito e quali invece non lo sono?

Figura 16. Le famiglie e le imprese sono collegate tra di loro ed alla biosfera mediante flussi di beni, servizi, lavoratori, inquinamento e materie prime

Figura 15. L’economia è parte della società, che è parte della biosfera.

24 Capitolo 1

DISCUSSIONE 5: DEFINIZIONE DI ECONOMIA L’economista Lionel Robbins ha scritto: “L’economia è la scienza che studia il comportamento umano come una relazione tra fini e mezzi scarsi che hanno usialternativi” 1. Confronta questa definizione con quella che abbiamo dato.2. Gli obiettivi dell’attività economica, ciò che desideriamo, sono fissi?3. Robbins scrisse queste frasi nel 1932, quando in Gran Bretagna il 15% della forza lavoro era disoccupata e dunque il lavoro non era scarso. Questo significa forse che, in base alla definizione di Robbins, la disoccupazione non è oggetto distudio dell’economia?

Al termine di questo corso sarete in grado di discutere le domande che seguono.Potrete non conoscere tutte le risposte, ma sarete in grado di considerare i pro e icontro delle risposte suggerite. Per alcune invece conoscerete le risposte. 1. Di cosa si occupa l’economia?

Come è cambiato con il capitalismo il modo in cui le persone provvedono alloro sostentamento, interagiscono con altri e con l’ambiente naturale? Comeè cambiato il mondo con il capitalismo?

Da cosa è spiegata la ricchezza e la povertà delle nazioni e delle persone? Qual é legame tra capitalismo e innovazione, con riferimento sia alle nuove

tecnologie che al progresso della conoscenza? Quali sono i vincoli ambientali alla crescita della produzione? Quando, come e perché l’aumento del reddito medio di una nazione produce

un incremento nella qualità della vita della sua popolazione?2. Chi sono i principali attori economici?

Nell’interazione con gli altri, le persone sono egoiste, generose, etiche o val-gono tutte e tre le caratteristiche?

Con riferimento alle imprese che producono beni e servizi, incluse le banche,come viene influenzata l’economia dalle relazioni interne di comando (comead esempio tra manager ed addetti) e dalla competizione tra imprese?

Qual è il ruolo dei governi nel permettere ai mercati di funzionare e nelgestire situazioni dove i mercati falliscono?

3. Cosa possono fare i mercati e cosa non possono fare?

Come sono organizzate le attività economiche all’interno delle società? Come funzionano i mercati, quando funzionano bene? Perché i mercati alcune volte falliscono? Può un limite alla competizione, come ad esempio quello costituito dal

sistema dei brevetti per prevenire che le invenzioni siano copiate, migliorarele prestazioni economiche?

Come differiscono il mercato del lavoro e quello del credito da quello dellecamicie?

Quali sono i benefici ed i costi derivanti dal flusso internazionale di beni, ser-vizi, capitali finanziari e persone?

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4. Le politiche pubbliche possono migliorare le prestazioni economiche?

Perché la disoccupazione tende a persistere e perché è un problema? Cos’è l’inflazione e quando si verifica? Quando può diventare un problema? Perché esistono boom, recessioni e crisi finanziarie? La spesa pubblica, la tassazione e le misure di politica economica relative al

tasso d’interesse possono stabilizzare l’economia? Perché alcune volte i governi falliscono nel migliorare i risultati economici

per i cittadini? 5. Come riescono gli economisti a produrre conoscenza?

L’economia può essere una scienza come la fisica o la biologia? Come sono risolte le divergenze tra gli economisti e con gli scienziati di altre

discipline, e perché alcune volte non sono risolte? La conoscenza economica è evoluta nel tempo in risposta a nuovi dati, nuovi

metodi e problemi? Come vedete, queste non sono domande semplici. Molte di esse hanno delle

risposte su cui molti economisti concorderebbero. Molte altre sono oggetto di dibat-tito. Il nostro obbiettivo è quello di introdurvi allo stato attuale delle conoscenzeeconomiche e di fornirvi gli strumenti di base sia per strutturare i vostri punti divista sulle questioni dibattute che, se lo sceglierete, per continuare a sviluppare levostre competenze economiche in corsi e in letture future.

1.10 Conclusioni

Il capitalismo è il sistema economico più dinamico che il mondo abbia mai cono-sciuto. Fino ad oggi i frutti sono stati per lo più positivi: molte economie capitalistehanno portato a una sostanziale, e sostenuta, crescita nell’accesso ai beni materialie nel tempo libero per i loro cittadini. D’altra parte, nonostante la rivoluzione tecno-logica permanente, continuano a persistere deprivazione materiale ed insicurezza, esono in molti a considerare ingiuste le differenze di reddito familiare.

Mentre il dinamismo del capitalismo ha la capacità di creare tecnologie in gradodi diminuire l’inquinamento, l’innovazione non regolata da politiche ambientali rap-presenta una minaccia per gli ecosistemi da cui dipende la vita.

Lo studio dell’economia fornisce gli strumenti per analizzare come funziona ilcapitalismo: perché esso è dinamico, quali sono le scelte che le persone hanno difronte nel corso della vita e come possono migliorare il sistema economico in cuivivono. Nel prossimo capitolo vedremo come gli economisti spiegano due aspettidel bastone da hockey che ne descrive l’evoluzione: perché il lungo manico delbastone è così piatto e perché si è verificata una svolta.

Studieremo innanzi tutto come interagiscono tra loro la crescita della produ-zione e della popolazione: aumenti nella produzione spesso sono stati immediata-mente seguiti da un aumento della popolazione, portando a temporanei aumenti neltenore di vita ma non più di questo. Vedremo quindi perché due secoli e mezzo fa inGran Bretagna vennero introdotte, e diffuse a tutta l’economia, tecnologie che por-tarono ad miglioramento sostenuto nel tenore di vita (un esempio fu la nuova mac-china per filare detta la spinning jenny, o “giannetta”). A partire da questi due aspettispiegheremo sia perché il manico del bastone da hockey sia durato secoli, sia lasvolta repentina intevenuta con la rivoluzione capitalista.

26 Capitolo 1

DISCUSSIONE 6: DOVE E QUANDO AVRESTE VOLUTO NASCERE?Supponete di poter scegliere in quale periodo e in quale paese nascere, tra quelli della figura 1 o della figura 10. Tuttavia, questa è l’ unica cosa che potete scegliere: non potete essere certi di nascere in città o in campagna, di essere maschio o femmina, ricco o povero. Quale sarebbe la vostra scelta? Quali sarebbero invece il periodo ed il paese peggiore per nascere? Utilizzate quanto appreso in questo capitolo per spiegare le vostre scelte.

I PUNTI FONDAMENTALI DEL CAPITOLO 1

1. La ricchezza delle nazioni e le piccole differenze nel loro tenore di vita mediosono variate di poco per migliaia di anni fino a circa il 1750 . Successiva-mente, iniziando con la Gran Bretagna, alcuni paesi divennero marcatamentepiù ricchi.

2. La svolta nel “bastone da hockey” del PIL individuale si è verificata quando Ipaesi hanno sperimentato quella che abbiamo definito rivoluzione capitalista.La rivoluzione ha combinato rapidi miglioramenti tecnologici con l’emer-gere di un nuovo sistema economico.

3. Il sistema economico, capitalismo, è un modo di organizzare la produzione ela distribuzione di beni e servizi. Esso è definito da due caratteristiche: Il sala-rio da lavoro e la produzione orientata al profitto. L’incentivo per il proprie-tario di un’impresa è dato da un maggiore profitto, sebbene sia sottoposto alrischio di fallimento.

4. La tecnologia è il processo che trasforma un insieme di materiali ed altriinput, incluso il lavoro delle persone e delle macchine, per creare un prodotto.La ricerca del profitto da parte dei proprietari aumenta il ritmo generaledi sviluppo tecnologico.

5. L’economia è costituita da interazioni tra famiglie ed imprese, con l’ambiente.Come conseguenza, la rivoluzione capitalista è stata associata all’esplosionedella popolazione globale, alla rapida urbanizzazione, allo sfruttamentodelle nostre risorse naturali ed ai cambiamenti climatici. Può anche accre-scere le disuguaglianze all’interno di un paese.

6. Molti paesi si sono sforzati di creare le condizioni per una crescita rapida, manon appena altri paesi decollano l’economia delle nazioni comincia di nuovo aconvergere.

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