La ragazza del treno (Italian Edition) · L’autrice 13 gennaio 2015: La ragazza del treno esce in...

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Illibro

LavitadiRachelnonèdiquellechevorrestispiare.Vivesola,nonhaamici,eognimattinaprendelostessotreno,che la porta dalla periferia di Londra al suo grigio lavoro in città. Quel viaggio sempre uguale è il momentopreferitodellasuagiornata.Sedutaaccantoalfinestrino,puòosservare,nonvista,lecaseelestradechescorronofuorie,quandoiltrenosifermapuntualmenteaunostop,puòspiareunacoppia,unuomoeunadonnasenzanomecheognimattinafannocolazioneinveranda.UnappuntamentocuiRachel,nellasuasolitudine,sièaffezionata.Liosserva, immagina le lorovite,haperfinodato lorounnome:per lei, sonoJesseJason, lacoppiaperfettadallavitaperfetta.Noncomelasua.

MaunamattinaRachel,suquellaveranda,vedequalcosachenondovrebbevedere.Edaquelmomentoperleicambiatutto.LarassicuranteinvenzionediJesseJasonsisgretola,elasuastessavitadiventeràinestricabilmentelegataaquelladellacoppia.Machecos’havistodavveroRachel?

Nellemani sapienti di PaulaHawkins, il lettore viene travolto da una serie di bugie, verità, colpi di scena eribaltamenti della trama che rendono questo romanzo un thriller da leggere compulsivamente, con un finaleineguagliabile.Decisamenteildebuttodell’annonelmondoanglosassone,aiverticiditutteleclassifiche.

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L’autrice

13gennaio2015:LaragazzadeltrenoesceinAmerica,conunaprimatiraturadi120.000copie.PochigiornidopoesceinInghilterra.

1ªsettimana:SiposizionaimmediatamentealsecondopostoinclassificainUK,dopoappenatregiorniinlibreria,e alprimo assoluto in America. La stampa e il web cominciano ad accorgersene: fioccano recensioni su tutti iprincipalisitiegiornalidilinguainglese.

2ªsettimana:LaragazzadeltrenosiattestaprimoassolutoancheinInghilterra.NelfrattempoesceinIrlanda,Canada e Australia, e anche lì esordisce ai primi posti in classifica. 3ª settimana: Le vendite combinate di librocartaceo e e-book raggiungono le 100.000 copie in UK, e sfiorano il mezzo milione in America. Il caso èdefinitivamenteesploso:nonsièmaivistounromanzod’esordiovenderecosìtantoincosìpocotempo.

Nel corso del 2015: L’autrice, Paula Hawkins, esordiente inglese con un passato di giornalista, diventa unacelebrità,eai24editoricheavevanoacquistatoidirittidelromanzoprimadell’uscita(tracuiPiemmeperl’Italia)seneaggiungonomoltialtri,peruntotalestrabiliantedi41.LaDreamworkscominciaalavorarealfilmtrattodalromanzo.

Ad appena cinque mesi dall’uscita, La ragazza del treno ha ormai raggiunto i due milioni di copie solo inAmerica,elasuacorsanonaccennaarallentare.

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PaulaHawkins

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LARAGAZZADELTRENO

TraduzionediBarbaraPorteri

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LARAGAZZADELTRENO

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Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e situazioni sono frutto dell’immaginazione dell’autrice e hanno lo scopo di conferireveridicitàallanarrazione.Qualsiasisomiglianzaconeventioluoghiopersone,viveoscomparse,èdeltuttocasuale.

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AKate

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Èsepoltasottounabetullabianca,vicinoaivecchibinaridellaferrovia.Latombaèsegnalatasolodaun mucchietto di pietre, nient’altro. Non volevo attirare l’attenzione sul luogo in cui riposa, manemmenopotevo abbandonarla all’oblio.Dormirà in pace, lì: a turbare la sua quiete solo il cantodegliuccellielosferragliaredeitreni.

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Unaperildolore,dueperlagioia,treperunaragazza.Treperunaragazza.Misonobloccataaltre,non riesco a proseguire. Ho la testa piena di suoni e la bocca impastata di sangue. Tre per unaragazza. Le gazze ridono, si prendono gioco dime con il loro gracchiare.Una schiera di gazze,cattivo presagio. Adesso le vedo, nere contro il sole. Non sono gli uccelli, è qualcos’altro. Staarrivandoqualcuno,midicequalcosa.Adessoguarda:eccochecosamihaicostrettoafare.

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Rachel

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Venerdì5luglio2013MattinaVicinoallerotaiec’èunmucchiettodivestiti.Unindumentoazzurro,sembraunacamicia,arrotolatainsiemeaqualcosadibianco.Potrebberoessere statibuttati tragli alberi lungo il terrapienodagliingegnerichelavoranoaquestotrattodilineaechepassanodiquamoltospesso.Mapotrebbeanchetrattarsidiqualcos’altro.Lamammamidicevacheavevoun’immaginazione troppofervida;ancheTom lo pensava.Nonposso farci niente: quandovedodegli abiti ridotti a brandelli, unamagliettasporcaounascarpaspaiata,nonriescoanonpensareall’altrascarpaeaipiedichelecalzavano.

Iltrenosobbalzaesirimetteinmovimento;riprendelacorsaversoLondra.Procedelento,appenapiù veloce di un corridore in buona forma,ma i vestiti scompaiono alla vista. La persona sedutadietrodimesospirapersfogareun’inutileirritazione:iltrenolocaledelle8.04daAshburyaEustonmette a dura prova anche la pazienza dei pendolari più rassegnati. Il viaggio dovrebbe durarecinquantaquattro minuti, ma non capita quasi mai: è una linea vecchia, decrepita, funestata daproblemidisegnaleticaelavoridimanutenzionechesembranononfiniremai.

Avanziamo a fatica, superando magazzini, ponti, capannoni, serbatoi dell’acqua e modesteabitazioniinstilevittoriano.

Ho appoggiato la testa al finestrino e vedo sfilare il retro degli edifici, come se fosse il pianosequenzadiun film.Èunaprospettivaunica, ignotapersinoagli stessi abitanti diquelle case.Duevolte al giorno, solo per pochi, fugaci istanti, ho l’opportunità di sbirciare nella vita di queglisconosciuti.C’èunchedirassicurantenelvederlisaniesalvitralemuradomestiche.

Sento la suoneria di un cellulare: una canzoncina allegra e vivace, del tutto fuori luogo. Ilproprietario cimette un po’ a rispondere, lamusica si diffonde tutto intorno. Imiei compagni diviaggio simuovono sui sedili, sfogliano il giornale oppure lavorano al computer. Il treno fa unacurva,poirallentainvistadiunsemafororosso.Cercodinonalzarelosguardo,concentrandomisulgiornalegratuitochemihannodatoall’ingressodellastazione,ma le letteremisembranosfocate,non c’è niente che riesca a interessarmi.Continuo a vedere quelmucchietto di vestiti abbandonatilungoibinari.

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SeraBevounsorso,e ilgintonicinlattinatrabocca.Èforteefreddo;miricordalaprimavacanzaconTom,nel2005,inunpaesinodipescatorisullacostadeiPaesiBaschi.Ognimattinanuotavamoperquasiunchilometro,finoall’isolettachesitrovavainmezzoallabaia,poifacevamol’amorenellecalettepiùnascoste;ilpomeriggiolotrascorrevamosedutialbaraberegintonicchecistordivanoeaguardareiragazzichegiocavanoapallonesullaspiaggia,durantelabassamarea,divisiinsquadrenumeroseemaleorganizzate.

Mando giù un sorso, poi un altro; la lattina è quasi vuota,ma va bene così, ne ho altre tre nelsacchettochehoappoggiatoaimieipiedi.Èvenerdì:nondevosentirmi incolpa sebevo in treno.Finalmenteèvenerdì!Adessoiniziaildivertimento.

Hanno detto che sarà un bel fine settimana: sole splendente, cielo sereno. Un tempo, saremmoandatifinoaCorlyWoodperunpicnic,avremmolettoilgiornaleepassatoilpomeriggiosdraiatisuunacoperta,aberevinoegoderciilsoletraglialberi.

Poiavremmofattounagrigliatacongliamici,oforsesaremmoandatialRose,cisaremmosedutiaitavoliniall’aperto,conlafacciaarrossatadalsoleedall’alcol,esaremmorientratiapassoincerto,tenendocisottobraccio,percrollareinfinesuldivano.

Ilsolesplende,ilcieloèterso,manonhonessunoconcuiuscireenientedafare.Lamiavita,cosìcom’è oggi, diventa più complicata in estate: le giornate sono lunghe e non c’è l’oscurità aproteggermi.Tuttivannoingiroadivertirsiesonocosìdisgustosamentefelici.Èfrustrante.Etutisentiadisagiosenonriesciaesserecomeloro.

Ilweekend si spalancadavanti ame:quarantottoorevuote, tutteda riempire.Portodinuovo lalattinaallelabbra:nonèrimastaneancheunagoccia.

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Lunedì8luglio2013MattinaÈunsollievoesseredinuovosultrenodelle8.04.Adireilvero,nonmuoiodallavogliadiarrivareaLondraperiniziarelasettimana;anzi,Londranonmipiaceperniente.Vogliosoltantoaffondarenelmorbidoschienaledivelluto,sentireilcaloredelsolechefiltradalfinestrino,cullatadaldondoliodelvagone,alritmoconfortantedelleruotechecorronosuibinari.Preferiscostarequi,aguardarelecasechesfilanounadietrol’altra,piùcheinqualsiasialtroposto.

C’èunsemaforodifettososullalinea,ametàdelpercorso.Operlomenocredochesiaguasto,perchénonèmaiverde.Cifermiamospesso:avolteperpochisecondi,altreperparecchiminuti.Seho trovato posto nella carrozzaD, come capita quasi sempre, e il treno si ferma proprio in quelpunto,hounavisualeperfettadellamiacasapreferita:quellaalcivico15.

Ècometuttelealtreabitazionichecosteggianoquestotrattodellaferrovia:unavillettabifamiliareaduepiani,conunpiccologiardinobencuratoe lungopochimetri, finoalla terradinessunochelambisceibinari.Laconoscoallaperfezione:imattoni, ilcoloredelletendedellacameraalpianosuperiore(beige,amotiviblu),lafinestradelbagnoconlavernicescrostata,lequattrotegolechesisonostaccatedaltetto,sullatodestro.

Durante le sere d’estate, gli abitanti della casa, Jason e Jess, escono sulla terrazza che è stataricavatadall’ampliamentodel tettodellacucina.Sonounabellacoppia,praticamenteperfetta.Luièmoroerobusto,untipoprotettivo,conunabellarisataargentina.Leièminuta,moltograziosa,conlacarnagionechiarae i capellibiondi, corti.Ha ilvisoadattoaquel tagliodicapelli: zigomialti,spruzzatidilentiggini,elamascellabendefinita.

Licercoconlosguardomentresiamofermialrosso.Jessèquasisemprelì,soprattuttoinestate;aquest’oradelmattinobeve il caffè.Avolteho l’impressione che anche leimiveda: è come semiguardasseesentol’impulsodisalutarla,masonotroppotimidaperfarlo.Jasoninveceviaggiamoltoper lavoro. Anche quando non li vedo, penso a cosa stanno facendo in quel momento. Forsestamattinasonoacasa,leièalettoeluistapreparandolacolazione,oppuresonoandatiacorrere,come fannospesso. (Ladomenicaanche ioeTomandavamoacorrere: ioacceleravooltre ilmiolimite,mentre luidimezzava lavelocità,cosìpotevamoprocedereaffiancati.)ForseJessèsalitaalpianodisopra,nellacameradegliospiti,esièmessaadipingere,omagaristannofacendoladoccia,leiappoggiataallepiastrelleeluidietro,conlemanisuisuoifianchi.

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SeraMi giro verso il finestrino e tengo la schiena rivolta al vagone, poi apro una bottiglietta di vinobiancocompratadaWhistlestop,allastazionediEuston.Nonèfreddo,mavabenelostesso;neversoun po’ in un bicchiere di plastica, poi avvito il tappo e infilo la bottiglia nella borsa. Assumerealcoliciintreno,dilunedì,èpiuttostodisdicevole,amenochenonsibevaincompagnia.Manonèilmiocaso.

Cisono facce familiari,gentechevedoogni settimananeimieiviaggidiandatae ritorno. Io liriconoscoelororiconosconome,perònonsonocertachemivedanoperquellachesonodavvero.

È una serata splendida, calda ma non soffocante; il sole ha iniziato a tramontare, le ombre siallungano e la luce dorata lambisce le chiome degli alberi. Il treno si trascina nella sua corsa,superiamolacasadiJasoneJess,indistintanellalucedelcrepuscolo.Avolteriescoavederlianchesesonosedutadaquestolatodelvagone.Senoncisonotrenichearrivanoindirezioneoppostaesela velocità non è troppo sostenuta, li intravedo sulla terrazza. Oggi non ci sono, ma possoimmaginarli:leièsedutaconipiedisultavoloeunbicchieredivinoinmano,luièinpiedi,dietrodilei,eleappoggialemanisullespalle.Sentoquasiiltoccodellesuedita,cosìfermoerassicurante.Avolteprovoaricordarequandoèstatal’ultimavoltachehoavutouncontattofisicosignificativoconun’altrapersona, comeun abbraccioouna stretta dimanocalorosa; quandoci penso, il cuoremisprofondanelpetto.

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Martedì9luglio2013MattinaIlmucchiettodivestitichehovistolasettimanascorsaèancoranellostessoposto,piùimpolveratoetristediprima.Daqualcheparteholettochel’urtoconuntrenopuòstrappartigliabitididosso.Nonècosìraromoriretravoltidaunconvoglioferroviario;parechecisianoduecentootrecentovittimeogni anno, almeno una ogni due giorni. Non credo siano tutte morti accidentali. Guardo conattenzione,allaricercaditraccedisanguesugliindumenti,manonvedonulla.

Iltrenosifermaalrosso,comesempre.Jessèdavantiallaportaavetri.Indossaunvestitinorosaedèsenzascarpe.Èvoltataversolacasa,forseparlaconJasonchepreparalacolazione.Continuoaguardareleielasuavilletta,mentreiltrenoripartelento.Nonmiinteressanolealtreabitazioni,menchemenoquellachesitrovaquattroportepiùavanti,echeuntempoeramia.

Hoabitatoal23diBlenheimRoadper cinqueanni: ero feliceda fare schifo, e al tempo stessoprofondamente disperata. Non riesco a guardarla. È stata la mia prima casa: non quella dei mieigenitoriounappartamentocondivisoconaltristudenti.Lamiaprima“vera”casa.Noncelafaccio;omeglio,potrei farcela,vorrei,nonvorrei, cercodinoncascarci.Ognigiornomi impongodinonguardarla,eognigiornofacciol’esattocontrario.Nonpossofarneameno,anchesenonc’ènientedavedere,anchesemifastaremale.Ricordobenecosahoprovatoquandomisonoaccortachealpostodella tendacolor cremadella cameraalpiano superiorecen’erauna rosa; e comemi sonosentitaquandohovistoAnnaannaffiarelerose,vicinoalcancello,conlamagliettatesasullapancettaprominente.Misonomorsalelabbrafinoafarlesanguinare.

Chiudo gli occhi e conto fino a dieci, quindici, venti.Quando li riapro siamogià passati oltre.EntriamonellastazionediWitney,poilasuperiamo;iltrenoprendevelocitàelaperiferiadiLondrasi confonde con il grigiore della zona nord della città.Le case a schiera lasciano il posto a ponticopertidigraffitieapalazzidisabitati,con le finestresfondate.CiavviciniamoaEustonediventosemprepiùnervosa.Cosasuccederàoggi?Apochecentinaiadimetridallastazionec’èunedificiodicemento, sporcoebasso,checorre sulladestradeibinari.Qualcunohascritto:LA VITA NON È UNPARAGRAFO.Pensoalmucchiettodivestiti lungoibinari,misembradisoffocare.Lavitanonèunparagrafo,elamortenonèunaparentesi.

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SeraIl trenodellaserapartealle17.56edèunpo’più lentodiquellodelmattino:cimetteun’oraeunminuto,setteminutiinpiù,anchesesifermanellestessestazioni.Amenonimportamoltoperché,comenonho frettadi arrivare aLondra lamattina,nonnehonemmenodi tornareadAshbury lasera.Perquantosiabrutta,ilproblemanonèAshburyinsé:èunanewtowndeglianniSessanta,cometantealtre,esièallargatacomeuntumore,proprionelcuoredelBuckinghamshire.Nonèmigliorenépeggioredellealtrenewtown:ilcentroèpienodilocali,negoziditelefoniaevetrinediJDSports.OltreiquartieriperifericisiestendeilregnodeicinemamultisalaedegliipermercatiTesco.Ioabitoinunazonaabbastanzanuovaecarina,nelpuntodicongiunzionetrailcentrocittàelaperiferia,maquella non è casa mia. La mia casa si trova lungo i binari: è la villetta di cui un tempo eroproprietaria. Ad Ashbury non sono proprietaria né inquilina: occupo la camera degli ospitidell’appartamentodiCathy,grazieallasuagenerositàedisponibilità.

Eravamoamiche,ai tempidell’università.Nonproprioamiche intime,adire ilvero.Durante ilprimoannodistudi,leieralamiavicinadistanzaeseguivamolestesselezioni,quindicièvenutonaturale allearci per superare le difficoltà delle settimane iniziali, finché entrambe non abbiamoconosciuto altre persone, alle quali ci sentivamo più affini. Negli anni successivi, non ci siamofrequentatepiùditantoedopolalaureacisiamopersedivista,incontrandocisoltantoinoccasionedeimatrimonidi amici comuni.Quandomi sono trovata indifficoltà, però, è saltato fuori che leiavevaunastanzalibera,emièparsaunasoluzioneragionevole.Pensavochesarebbedurataunpaiodimesi, sei almassimo, enonc’eranoalternative.Nonavevomaivissutoda sola, eropassatadaimieigenitoriaicompagnidistudi,einfineaTom;misembravauncambiamentotroppofaticosoperlemieforze,percuihoaccettatolasuaproposta.Sonopassatiquasidueanni.

In fondo, non è tanto male. Cathy è una persona amabile e ostenta così caparbiamente la suaaffabilità, aspettandosi sempre che le sia riconosciuta, che risulta pressoché impossibile nondarglieneatto.Avolteilsuomododifarepuòesserefastidioso,mapotevacapitarmidipeggio.No,il problema non èCathy, e nemmenoAshbury: non sono loro a rendere sgradevole lamia nuovasituazione (dopo due anni, continuo ancora a pensarla come una novità). Lamia vera difficoltà èl’aver perso il controllo. A casa di Cathymi sento sempre come un’ospite che inizia a diventareinopportuna.Meneaccorgoincucina,quandosgomitiamoperprepararelacena,oppurequandocisediamosuldivanoeleitienesaldoinmanoiltelecomando.L’unicospaziochesentodavveromioèlapiccolacameradoveillettomatrimonialeelascrivaniasonocosìvicinichequasinonsiriesceacamminare.Èabbastanzacomodamanonèmoltoaccogliente,quindimicapitadipassarepiùtempoinsoggiornoosedutaaltavolodellacucina,anchesesonoadisagioemisentovulnerabile.Hopersoilcontrolloditutto.Anchedeiluoghichesitrovanodentrolamiatesta.

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Mercoledì10luglio2013MattinaFasemprepiùcaldo.Sonosoltantoleottoemezzael’ariaègiàpesante,densadiumidità.Speroinuntemporale,mailcieloèserenoenonc’ènemmenounanuvolainvista.Miasciugoilsudoredalvolto.Misonodimenticatadicomprareunabottigliettad’acqua.

OgginonriescoavedereJasoneJess,eladelusionecheprovoèfortissima.Sonounastupida,loso.Scrutolacasa,manonc’ènientedaguardare.Alpianoterra,letendesonoaperte,leporteinvecesonochiuseeilsolesiriflettesuivetri.Anchelafinestraalpianosuperioreèchiusa.ForseJasonèintrasferta.Èunmedico,misembra,elavoraperunadiquelleorganizzazionicheoperanoall’estero.Èsempre reperibile, ha una valigia pronta sopra l’armadio: se c’è un terremoto in Iran oppure unotsunamiinAsia,luimollatutto,prendelaborsaesiprecipitaaHeathrowinpocheoreperandareasalvareviteumane.

Jess,conisuoicolorivivaci,leConverseaipiedi,lasuabellezzaeilsuotemperamento,lavoranellamoda.O forse nel campo dellamusica o della pubblicità: potrebbe essere una stilista o unafotografa.Èunabravapittrice,dotataetalentuosa.Riescoavederla,nellastanzaalpianosuperiore:lamusica a tutto volume, la finestra aperta, il pennello inmano e un’enorme tela appoggiata allaparete.Nonsimuoveràfinoamezzanotte:Jasonsachenondevedisturbarla,quandolavora.

Ovviamentenonèverochelavedo.Nonsonemmenosedipingeomeno,nonhomaisentitolarisatadiJasonenonsonocertacheleiabbiazigomiperfetti.Daquinondistinguoisuoilineamenti,nériescoasentirelavocediJason.Nonlihomaivistidavicino:quandoiovivevoinquellastrada,lorononciabitavanoancora.Sisonotrasferitidopolamiapartenza,cheèavvenutadueannifa,manonsoquando,dipreciso.Misonoaccortadi lorodacircaunanno;unpo’allavolta,mesedopomese,sonodiventatiimportantiperme.

Nonconoscoi loroverinomi,melisonoinventati.HosceltoJasonperchéluièbellocomeunattoreinglese;nonèuntipoallaBradPittoallaJohnnyDepp,maassomigliaaColinFirthoaJasonIsaacs.JesssuonabeneconJason,elesiaddice.Èperfettoperlei,cosìgraziosaesbarazzina.Sonounabellacoppia,benassortita.E,daquellochevedo,sonofelici.Sonocomeeravamonoi,comemeeTom,cinqueannifa.Lorosonociòcheiohoperso.Etuttoquellochevoglioessere.

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SeraLa camicia è stretta, i bottoni tirano sul petto; èmacchiata e ho le ascelle chiazzate di sudore.Gliocchielagolamibruciano.Staseravorreicheilviaggiofinissesubito;nonvedol’oradiarrivareacasa,svestirmiefareunadoccia,distaredovenessunopuòvedermi.

Guardo il tizio seduto di fronte ame.Ha lamia età, poco più di trent’anni, i capelli scuri checomincianoaingrigirsisulletempie.Hauncoloritogiallastro.Siètoltolagiaccadelvestitoel’hastesasulsediledi fianco.HaunMacBook,sottilecomeunfogliodicarta,apertodi frontea lui;èlento a scrivere. Indossa un orologio in acciaio con il quadrante grosso al polso destro; sembracostoso,forseèunBreitling.Sistamordicchiandol’internodellaguancia.Sembranervoso,oppureassortoneisuoipensieri.Stascrivendoun’e-mailimportanteauncollegadellasedediNewYork,ounmessaggiodiaddioallasuaragazza,esoppesaogniparola.Dicolposollevagliocchieincrociail mio sguardo; mi scruta, vede la bottiglietta di vino sul tavolino e torna a concentrarsi sulloschermo.Lapiegadellesuelabbratradisceunareazionedisgustata:glifaccioschifo.

Non sono più la ragazza di una volta: ormai non sono più desiderabile, anzi, sono diventatasgradevole.Nonèsoloperchésonoingrassataehoilvisogonfioperl’alcolelamancanzadisonno:gli altri leggono i segni della devastazione scritti sul mio corpo, sul mio volto, nel miocomportamento,neimieimovimenti.

Una sera della settimana scorsami sono alzata per andare a prendere unbicchier d’acqua e hosentitounaconversazionetraCathyeilsuoragazzo,Damien.Eranoinsoggiornoemisonofermatanel corridoio a origliare. «È così sola. Sono davvero preoccupata per lei.Non le fa bene» dicevaCathy.Poihaaggiunto:«Nonc’èqualcunodeituoicolleghiodellasquadradirugbychepotremmopresentarle?».«ARachel?»hareplicatolui.«Staischerzando,spero.Noncredodiconoscerenessunocosìdisperato.»

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Giovedì11luglio2013MattinaToccoilcerottochehomessosull’indice.Èumido:sièbagnatostamattina,quandoholavatolatazza.Sembra viscido e sporco,ma prima era pulito. Non voglio toglierlo perché il taglio è profondo.Quando sono rientrata, ieri sera,Cathynonc’era, così sonoandata al negozio ehocompratoduebottigliedivino.Hobevutolaprima,poihopensatodiapprofittaredellasuaassenzapercucinarmiunabisteccaeprepararmiun’insalataconlecipollerosse:unacenasana.Mentreaffettavoleverdure,misonotagliata.Devoessereandatainbagnoadisinfettarelaferita,poidevoessermisdraiataperunpo’,dimenticandomiditutto,perchémisonosvegliataversoledieciehosentitolevocidiCathyeDamien; avevo lasciato la cucina in condizioni pietose, ed era uno schifo.Cathy è salita a vederecomestavo,habussatocondelicatezzaehaapertolaportadiqualchecentimetro.Hapiegatolatestadilatoemihachiestosestavobene.Misonoscusata,purnonsapendobenedicosa.Leihareplicatocheeratuttoapostoecheforsepotevoscenderearimettereinordine.C’eradelsanguesultagliere,lastanzapuzzavadicarnecrudaelabisteccaeraancorasulbanconedellacucina;stavadiventandoscura.Damiennonmihaneppuresalutata;quandomihavista,hascossolatestaedèsalitoincameradiCathy.

Dopochesonoandatiadormire,misonoricordatadellasecondabottigliael’hoaperta.Misonoseduta suldivanoehoacceso la tv avolumebassissimo,pernondisturbarli.Nonho ideadi cosastessiguardando,maauncertopuntodevoessermi sentita sola,o felice,onon socosa, evolevoparlareconqualcuno. Ilbisognodicontattodev’esserestato incontenibile,enonavevonessunodachiamare,tranneTom.

Non volevo parlare con nessun altro, solo con lui.Nel registro delle chiamate ci sono quattrotelefonate: alle 23.02, alle 23.12, alle 23.54 e nove minuti dopo la mezzanotte. A giudicare dalladurata,holasciatoduemessaggi.Pensoabbiarisposto,manonmisembradiavergliparlato.Ricordoilprimomessaggio:credodiaverglichiestodirichiamarmi.Forsehoripetutolestesseparoleanchenelsecondo:seècosì,avreipotutofaredipeggio.

Iltrenosifermaalrossoeioguardofuori:Jessèsedutanelpatioebeveuncaffè.Haappoggiatoipiedi sul tavolo e rovesciato la testa all’indietro, per godersi la carezzadel sole.Dietro di lei,misembradiscorgereun’ombra,qualcunochesimuove:èJason.Hovogliadivederlo,diammirareilsuobelviso.Vogliocheesca,chesimettadietrodileielebacilatesta,comefadisolito.

LuinonesceelatestadiJessricadeinavanti.Oggimisembradiversa:isuoimovimentisonopiùpesanti,affaticati.SonosmaniosadivedereJason,ma il trenoriparteedi luinonc’è traccia; leièsola.D’istinto lo sguardo si posa sullamia casa, la fisso come ipnotizzata. Le porte a vetri sonospalancate, la cucina è inondata di luce.Non sono sicura di averla vista davvero, forse è solo unbrutto scherzo della mia immaginazione: è proprio lei che sta lavando i piatti? C’è una bambinasistematainunadiquellecesteporte-enfant,sultavolo?

Chiudogliocchielasciocheilbuiomiinghiotta.Latristezzasitrasformainqualcosadipeggio:un ricordo, un flashback. Non mi sono limitata a chiedergli di richiamarmi. Adesso ricordo:piangevo.Glihodettocheloamoancora,cheloameròpersempre.Perfavore,Tom,tiprego,devoparlarti.Mimanchi.No,no,no!

Devo farmene una ragione, non ha senso cercare di negarlo. Staròmale per tutto il giorno, lanausea mi prenderà lo stomaco a ondate, più forte, poi più debole, e di nuovo insopportabile;l’angosciadellavergogna,ilcalorechesalealvolto,gliocchiserrati,comesebastasseacancellare

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quellocheèsuccesso.Perleprossimeventiquattr ’oremiripeteròchepotevofaredipeggio.Nonècerto la cosa più discutibile che io abbiamai fatto, non come cadere in pubblico o gridare a unosconosciutoperstrada.Nonècomemettereinimbarazzomiomaritoaunagrigliataestivainsultandopesantemente la moglie di un suo collega. Non è come quella volta che abbiamo litigato, l’hoinseguito con unamazza da golf e ho staccato un pezzo d’intonaco dalmuro del corridoio, fuoridalla camera da letto. Non è come tornare al lavoro dopo una pausa pranzo durata tre ore ebarcollaresottogliocchiditutti,poiesserepresadapartedaMartinMileschemisuggerisce:«Forsedovrestiandareacasa,Rachel».

Ho letto un libro scritto da un’ex alcolista in cui raccontava di aver fatto sesso orale, inun’affollatastradadelcentrodiLondra,condueuominiappenaconosciutialristorante.Leggendo,hopensatodinonessereancoracadutacosìinbasso:èquelloilconfinechehotracciato.

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SeraJess è stata il mio chiodo fisso per tutto il giorno. Perché la scena di questa mattina mi ha fattopensarechecifossequalcosachenonandava?Daquelladistanzanonriuscivoadistinguere ilsuoviso,mahosentitocheeradasola.Opermegliodire,erasola.ForseJasonèpartitoperunodiqueipaesitribolatineiqualivaasalvareviteumaneeleinesentelamancanza,temeperlasuaincolumità,pursapendochenonpuòsottrarsialpropriodovere.

Èovvio che lemanchi, esattamente comeTommanca ame. Jason è forte e gentile, comeognimaritodovrebbeessere.Elorosonounacoppiasolida.Socheècosì.LaforzadiJason,ilsensodiprotezione che emana non significano che lei sia debole.Anche Jess è forte, amodo suo: eseguegiravolte intellettuali che lo lasciano a bocca aperta per lo stupore. Lei è in grado di andare alnocciolodiunproblema,sezionarloeanalizzarloinunattimo,primaancoracheluiabbiaavutoiltempodiaprirbocca.Quandovannoaunafestaluiletienelamano,anchesestannoinsiemedaanni.Sirispettanoenonsisminuisconoavicenda.

Staserasonodistrutta.Nonhobevutonemmenoungocciodialcol.Avoltestocosìmalechenonposso farneameno.Oggi invece il solopensieromidà lanausea.Eppureaffrontare ilviaggiodiritornodasobrièun’impresaquasiimpossibile,soprattuttoquandofacosìcaldo.Grondosudore,laboccamiformicolaemiprudonogliocchi,ilmascaramicola.

Il cellulare vibra nella borsa e mi fa sobbalzare. Due ragazze, sedute dalla parte opposta delvagone,miguardanoesiscambianounsorrisod’intesa.Nonsocosapensinodime,manondeveessereungiudiziopositivo.Prendoiltelefono,conilcuorechemigaloppanelpetto.Nonsarànientedibuono:forseèCathychevuolesuggerirmi,condelicatezza,dievitaredibere,almenoperstasera.OmiamadrechemiannunciachelaprossimasettimanafaràunsaltoaLondraepasseràdall’ufficio,cosìpotremoandareapranzoinsieme.Guardoildisplay:èTom.Esitoperunsecondo,poirispondo.

«Rachel?»Periprimicinqueanni,nonmihamaichiamataRachel,maRach.AvolteShelley,perchésapeva

cheodiavoquelnome:lamiareazionestizzitalofacevadivertire,eioscoppiavosubitoaridereconlui. «Rachel, sono io.» La voce è pesante, sembra stanco. «Stammi a sentire, la devi smettere, haicapito?»Non replico. Il treno rallenta e siamoquasi arrivati alla casa, lamiavecchia casa.Vorreidirgli:“Escifuori,vieninelprato.Fattivedere!”.«Rachel,perfavore,nonpuoicontinuareafarmitelefonate come quelle di ieri.Devi riprenderti.»Ho un nodo in gola, duro come un sasso, e nonriescoadeglutirenéaparlare.«Rachel?Cisei?Losochenonstaibeneemidispiaceperte,davvero,ma... non posso esserti d’aiuto, e le tue continue chiamatemandano in bestiaAnna.Va bene?Nonposso più fare niente per te.Va’ agliAlcolistiAnonimi, o qualcosa del genere. Ti prego, Rachel.Oggi,dopol’ufficio,va’agliAlcolistiAnonimi.»

Mi tolgo il cerotto e guardo il dito raggrinzito, la crosta di sangue lungo la linea dell’unghia.Premoilpollicedestroalcentrodeltaglioelosentoaprirsi.Ildoloreèacuto.Trattengoilrespiro,mentrelaferitainiziaasanguinare.Leragazzemiguardano.Sonosbiancate.

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MeganUnannoprima

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Mercoledì16maggio2012MattinaIl treno sta arrivando, lo sento; ormai riconosco il suo ritmo. Prende velocità appena uscito dallastazione di Northcote, poi, dopo aver superato la curva, inizia a rallentare, lo sferragliare sitrasformainunbrontoliopiùsommessoe,quandosifermaalsemaforoauncentinaiodimetridallacasa,siavvertelostridiodeifreni.Ilcaffèèdiventatofreddo,masonotroppopigraperalzarmieprepararneun’altratazza.

Avoltenonguardonemmeno i treni chepassano,mi limito adascoltarli.Dimattinamene stosedutaqui,congliocchichiusieilsolechemiscaldailviso.Potreiessereovunque:suunaspiaggianelsuddellaSpagna,oppureinItalia,alleCinqueTerre,conquellebellecasettecolorateeitrenichetrasportanoi turistiavantieindietro.PotreiesseredinuovoaHolkham,conglistrillideigabbianinelleorecchie,lasalsedinesullalinguaeunconvogliofantasmachepassasullerotaiearrugginite,aunchilometrodidistanza.

Oggiiltrenononsiferma,maprocedeconlentezza.Sentoleruotechesaltanosugliscambi,misembradiondeggiare.Nondistinguoivoltideipasseggeri;sonopendolaridirettiaEuston,alleloroscrivanie,ma io fantastico di viaggi più esotici e delle avventure che li aspettano al termine dellacorsa,eanchedopo.Nellamiatesta,continuoatornareaHolkham;inmattinecomequestacipensoancora, con affetto e nostalgia. È strano,ma non posso farne ameno. Rivedo il vento che sferzal’erba,ilcielogrigiosopraledune,lacasainfestatadairatti,fatiscente,pienadicandele,sporciziaemusica.Adessomisembraunsogno.

Ilmiocuorebatteunpo’troppoforte.Losentosalirelescale,michiama.«Megs,tivaunaltrocaffè?»L’incantesimoèrotto:sonosveglia.

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SeraL’aria è fresca, ma la vodka che ho versato nel cocktail mi riscalda. Sono fuori sulla terrazza easpettocheScott torniacasa.Voglioconvincerloaportarmiacenaalristorante italianodiKinglyRoad.Èunavitachenonusciamo!

Ogginonhocombinatomolto.DovevocompilareilmoduloperilcorsodisartoriaalSt.Martins;mieromessaacucinare,quandohosentitounadonnacheurlava.Èstatoagghiacciante,hopensatochestesseroammazzandoqualcuno.Sonocorsaingiardino,manonhovistonulla.

Però lasentivo,eradavvero terribile: lasuavoceangosciatamiperforava i timpani.«Cosafai?Che cosa le stai facendo? Dammela, dammela!» Il tutto si sarà svolto in pochi secondi, mami èsembratountempoinfinitamentepiùlungo.

Sonocorsaalpianosuperiore,sonouscitasulbalconee,attraversoglialberi,hovistoduedonne,vicinoallastaccionata,alcunigiardinipiùavanti.Unastavapiangendo,forseentrambe,eunbambinosbraitava.

Avreivolutochiamarelapolizia,maallafinesisonocalmate.Ladonnacheurlavaècorsaincasa,portandoconséilbambino.L’altraèrimastafuori,poisièfiondataversolaporta,èinciampata,sièrialzataesièmessaacamminareincerchioperilgiardino.Eradavverostrana.Nonhoideadicosalestessesuccedendo,maèstatol’unicoeventodegnodinotadelleultimesettimane.

Adesso che non devo più andare alla galleria, lemie giornate sono vuote.Mimanca tanto.Mimancaparlarecongliartisti.MimancanoanchelemamminenoiosecheentranoconunbicchierediStarbucksinmano,guardanoleopereconariastupitaediconoagliamicicheilloroJessie,all’asilo,fadisegnipiùbellidiquelliesposti.

Avoltemivienevogliadiprovareasentirequalcunodeimieivecchiamici,poimirendocontochenon avrei nulla da dire.Non riconoscerebberopiù laMegan felicemente sposata che abita neisobborghi.Ecomunquenonpossopermettermidiguardareindietro:nonèmaipositivo.Aspetteròlafine dell’estate, poimi cercherò un lavoro. È un peccato sprecare giornate come queste. Troveròqualcosa,quiodaun’altraparte.Sochecelafarò.

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Martedì14agosto2012MattinaSono ferma davanti all’armadio e passo in rassegna per la centesima volta i bei vestiti appesi lìdentro:ilguardarobaperfettoperladirettricediunagalleriad’artepiccolamaall’avanguardia.Nonc’ènientechesiaadattoauna“bambinaia”.MioDio,lasolaparolamifavenireilvomito!Miinfilounpaiodijeanseunamaglietta,poipettinoicapelliall’indietro:acosaservemettersiinghingheri,sedevopassaretuttalagiornataconunneonato?

Scendodicorsaalpianoinferiore,mièvenutaunagranvogliadilitigare.Scottèincucina,stapreparando il caffè. Si volta, mi sorride, e il mio umore vira subito al bello, così trasformo ilbroncioinunsorriso.Luimiallungailcaffèemidàunbacio.

Non ha senso incolpare lui: è stata unamia idea.Mi sono offerta di fare da baby sitter per lefamigliecheabitanonellanostrastrada.Mierasembrataunatrovatadivertente,inveceèfolliapura.Forseeroannoiata,oimpazzita,osoltantocuriosa.Volevovedere.Credochel’ideamisiavenutainmente dopo aver sentito quella donna urlare in giardino; volevo scoprire cosa stava succedendo.Ovviamente,nongliel’hochiesto:nonsifa,vero?

Scottmihaincoraggiata,entusiasta.Luipensachetrascorrereunpo’ditempoconibambinimifaràvenirevogliadidiventaremamma.Adireilvero,mistacapitandoproprioilcontrario:appenafinisco, nonvedo l’ora di tornare a casa, spogliarmi, infilarmi sotto la doccia e lavarmi di dossol’odoredineonato.

Mimancanoigiorniallagalleria,quandoerosempreelegante,conicapelliinordineeparlavoconpersoneadulte:diarte,dicinema,odinulla.Ancheilnullasarebbegiàunpassoavanti,rispettoalle mie conversazioni con Anna.Mio Dio, è talmente noiosa! Forse un tempo non era così, maadessoparlasoltantodisuafiglia:hacaldo?Hatroppocaldo?Quantolattehapreso?Epoièsemprelì, e iomi sento una specie di pezzodi ricambio. Ilmio lavoro è badare alla bambina quando leiriposa,perdarleunpo’direspiro.Riposaredacosa,poi?Senzacontarecheèsemprenervosissima,mi sta perennemente con il fiato sul collo. Sobbalza ogni volta che sente un treno passare e sispaventaquandosuonailtelefono.«Sonocosìdelicati,vero?»michiede,eiononpossodarletorto.

EscoemiincamminolungoBlenheimRoadperraggiungerelasuacasa;sonosolopochimetri,ma ho le gambe pesanti. Non ho certo fretta di arrivare. Oggi non è lei ad aprire la portama ilmarito,Tom,prontoperandareallavoro.Ilvestitoglistabene,anchesenonèbellocomeScott:èpiùbassoepiùpallido,ehagliocchiunpo’troppovicini,manelcomplessoèuntipointeressante.Mi saluta conun sorriso radioso, allaTomCruise, poi se neva e io rimango sola conAnna e labambina.

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Giovedì16agosto2012PomeriggioMenesonoandata!Misentorinfrancata,comesedavantiamesiaprisseromigliaiadinuovepossibilità.Sonolibera!Siedoin terrazzaeaspettoche iniziapiovere. Ilcieloènero, lerondinivolanobassee l’ariaè

densadiumidità.Scottarriveràtraun’oretta.Dovròdirglielo.Siarrabbierà,maglipasseràinfretta:so come farmi perdonare. E non ho alcuna intenzione di rimanere chiusa in casa tutto il giorno:frequenterò un corso di fotografia, oppure allestirò una bancarella e venderò gioielli. Potreiimparareacucinare.

Unodeimieiinsegnanti,aitempidellascuola,midissecheeromaestranell’artedireinventarmi.All’epocanoncapii cosa intendesse,pensavoanzichemiprendesse ingiro,macon ilpassaredeltempo la sua definizione mi è sembrata calzante. Scappata di casa, amante, moglie, cameriera,direttricediunagalleria,bambinaia,piùqualchealtracosanelmezzo:chivoglioesseredomani?

Nonavevoavutointenzionedimollare,maleparolesonouscitedasole.Eravamosedutealtavolodellacucina,Anna teneva labambina inbraccioeTomera rientratoperprenderequalcosa,quindic’eraanchelui.Stavabevendounatazzadicaffèeioerodecisamenteditroppo.Misentivoadisagio,quasiun’intrusa.

«Ho trovato un altro lavoro» ho detto di punto in bianco, senza pensarci troppo. «Quindi nonposso più venire.» Anna mi ha lanciato un’occhiata obliqua; non credo se la sia bevuta. Hacommentato:«Oh,chepeccato!»,mahocapitochenonlopensavadavvero.Sembravasollevata.Nonmi ha nemmeno chiesto che lavoro fosse, per fortuna, perché non avevo pensato a cosa dirle perrisultareconvincente.

Tomsembravasorpreso.«Sentiremolatuamancanza»haaggiunto,maeraunabugia.L’unico a dispiacersi sarà Scott, quindi devo escogitare una frottola da rifilargli. Potrei fargli

crederecheTomcihaprovatoconme,cosìnonavrànulladaridire.

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Giovedì20settembre2012MattinaSonoappenapassatelesetteequifuorifafreddo,maèbellissimo:igiardiniverdiaspettanosoltantodiessereriportatiallavitadal toccodelsolechesorgedietro ibinari.Sonosvegliadaoreperchénon riesco a dormire. Mi succede da giorni, ormai. Odio l’insonnia più di qualsiasi altra cosa:rimango fermanel letto e il cervello continua a ticchettare, tic-tac, tic-tac.Mi prude dappertutto evorreitagliarmiicapelliazero.

Ho voglia di correre. Di fare un viaggio in macchina, una cabriolet con la capote abbassata.Voglio guidare fino alla costa, una costa qualsiasi. Voglio camminare sulla spiaggia. Io e il miofratellone saremmodiventatigrandiviaggiatori.Avevamoun saccodiprogetti, ioeBen.Adire ilvero,eranosoprattuttosuoi:eraunsognatore.SaremmoandatiinmotodaParigiallaCostaAzzurra,oppurenegliStatiUniti, lungolacostadelPacifico,daSeattleaLosAngeles;avremmoseguito letraccediCheGuevara,daBuenosAiresaCaracas.Forse,seavessifattotuttequellecose,nonsareifinitaqui,senzasaperecomeingannareiltempo.Omagarisareiquilostesso,maalmenomisentireicontenta e soddisfatta. Purtroppo non le ho fatte, perché Ben, a Parigi, non ci è mai arrivato, enemmenofinoaCambridge.ÈmortosullaA10,conilcraniofracassatosottoleruotediuncamion.

Mimancatuttiigiorni,piùdichiunquealtro.Èluiilgrossobuconellamiavita,proprioalcentrodellamiaanima.Omagarièstatosoltantol’inizio.Nonnesonosicura:forseBennonc’entranulla,forseèpertuttelecosechesonosuccessedaallora.Sosolocheunmomentostobene,midicochelavitaèbellaechenonhobisognodinulla,mentrequellosuccessivonondesideroaltrochescappare,misentoconfusaedècomeselavitastessamiscivolassedallemani.

Equindi,oggiandròdaunopsicologo!Potrebbeessereun’esperienzastrana,maanchedivertente.Ho sempre pensato che dev’essere bello potersi confessare, come fanno i cattolici, scaricare lacoscienzaeaverequalcunocheciperdona,chelavaviainostripeccatieciripuliscel’anima.

Nonèpropriolastessacosa,loso.Sonounpo’nervosa,nonriescoadormireeScottnonmidàtregua.Gliel’hodettochehodifficoltàaparlarediquestecoseconlepersonecheconosco,persinoconlui.Haribattutocheèesattamentequestoilproblema,cheinveceraccontoqualsiasicosadimeaglisconosciuti,manonèdeltuttovero.Èimpossibileraccontaretutto.PoveroScott,nonsaquasiniente.Miamacosìtanto,diunamorechemifastaremale.Nonsocomeciriesca:ioimpazzirei,conunacomeme.

Ma devo fare qualcosa, e ho preso la mia decisione. Tutti i progetti che avevo – il corso difotografia,lelezionidicucina–almomentodiintraprenderlisulseriomisonosembratifutili,comesestessigiocandoallavitareale,anzichéviverlaveramente.Dovrei trovarmiqualcosadafare,cheabbiadavvero importanza.Nonmibasta fare soltanto lamoglie.Nonsocome facciano lealtre: iltuttosiriducead“aspettare”.Aspetticheunuomotorniacasaetidiailsuoamore.Esenonciriesci,tiguardiintornoecerchidelledistrazioni.

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SeraL’appuntamentoerapermezz’orafaesonoancoraqui,nellasalad’attesa,asfogliare«Vogue».Stopensandodialzarmieandarmene.Losocheimedicisonosempreinritardo,maglipsicologi?Neifilm sono puntualissimi, anzi, sbattono fuori i clienti appena terminano i cinquantaminuti a lorodisposizione: magari a Hollywood non conoscono gli psicologi convenzionati con il sistemasanitarionazionale.

Sto per andare dalla segretaria a dirle che ne ho abbastanza e vado via, ma proprio in quelmomento si apre la porta dello studio ed esce un tizio alto emagro.Mi porge lamano, ha l’ariacontrita.

«SignoraHipwell,miscusiperilritardo.»Glisorridoeglirispondochenoncisonoproblemi,esentochedavverononcenesaranno,sonoconluidapochisecondiestogiàmeglio.

Credo che siamerito della sua voce, bassa emorbida.Ha un lieve accento straniero, come eralecitosupporre,vistochesichiamaKamalAbdic.Deveaveresuitrentacinqueanni,masembrapiùgiovane;haunapellemeravigliosa,scuraeincredibilmenteliscia.Immaginolesuemanisudime,leditalungheeaffusolate,nesentoiltoccosulmiocorpo.

È il primo incontro, quindi non parliamo di argomenti importanti. Mi chiede perché mi sonorivoltaalui;glispiegodegliattacchidipanicoedell’insonnia,delfattochelanotterimangosvegliaesonotroppospaventataperriuscireadaddormentarmi.Vuolecheglieneparlipiùafondo,manonsonopronta.Midomandaseassumodrogheebevoalcolici.Glirispondocheormaihoaltrivizi.Luimiguarda,credoabbiacapito.Mirendocontochedovreiesserepiùseria,quindigliraccontodellachiusura della galleria, gli dico che non somai cosa fare, quale direzione prendere, e che passotroppotempoassortaneimieipensieri.Luinonparlamolto,maiovorreisentirelasuavoce;mentrestoperuscire,glichiedodadoveviene.

«Da Maidstone, nel Kent, ma mi sono trasferito a Corly, alcuni anni fa.» Non è quello cheintendevo,eluilosa;mirivolgeunsorrisolussurioso.

Scottmiaspettaacasa,mipiazzaundrinkinmanoevuolesaperecom’èandata.«Bene»glidico.Michiedeselopsicologomièpiaciuto.«Sì»rispondo,cercandodinonsembraretroppoentusiasta.Midomandaseabbiamoparlatodimiofratello.LuipensachetuttodipendadaBen.Forseharagione,forsemiconoscemegliodimestessa.

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Martedì25settembre2012MattinaStamattinamisonosvegliatapresto,maqualcheorahodormito,cheègiàunmiglioramentorispettoalla settimanascorsa.Misentoquasi rigenerata,quindinonesco in terrazzamadecidodi fareunapasseggiata.

Mi sto isolando, quasi senza accorgermene. Gli unici luoghi che frequento sono i negozi, lelezionidipilatese lopsicologo.Ogni tantovadodaTara,maper tutto il restodel temporimangochiusaincasa.Nonc’èdastupirsichenonriescaariposare.

Esco,svoltoadestraepoiasinistra,inKinglyRoad.Passodavantialpub,ilRose.Ciandavamosempre;non ricordoperchéabbiamosmesso.Nonmipiacevamolto,adire ilvero: troppecoppiesulla quarantina che si guardano intorno in cerca di qualcosa di meglio, ma alle quali manca ilcoraggio di osare. Forse per questo abbiamo smesso di frequentarlo: perché non piaceva a me.Supero il pub e i negozi. Non voglio allontanarmi troppo, solo quattro passi per sgranchirmi legambe.

Èbellouscirelamattinapresto,primacheinizi lascuolaeipendolarisimettanoinviaggio;lestradesonovuoteepulite,ilgiornoèpienodipossibilità.Svoltoadestraecosteggioilpiccoloparcogiochi, l’unico spazio verde nei dintorni. Adesso è deserto, ma tra qualche ora si riempirà dibambinetti, mamme e baby sitter. Ci saranno anche le ragazze del pilates, tutte concentrate a farestretching,conleunghieperfettamentecurateelemanichestringonobicchieridiStarbucks.

MiinfiloinRoseberryAvenue.Seadessogirassiadestra,arrivereiallamiagalleria–quellache“era”lamiagalleriaeoraèunavetrinavuota–manonvoglio,perchémifaancoramale.Hofattoditutto per farla funzionare, ma ero nel posto sbagliato al momento sbagliato: l’arte non tira nelleperiferie, non con la crisi che c’è. Svolto a destra dopo il Tesco Express, oltrepasso l’altro pub,quellopiùfrequentatodallagentedelposto,poitornoversocasa.Sononervosa,holefarfallenellostomaco.HopauradiincontrareiWatson,nonsarebbepiacevole.Èlampantechenonhotrovatounaltroimpiegoequindichehomentitoperchénonvolevopiùlavorareperloro.

Adire ilvero,è sgradevole incontrare lei.Tommi ignora,maAnnaèunacheprende tutto sulpersonale. È convinta che lamia breve carriera di baby sitter sia terminata per colpa sua o dellabambina.Lapiccolanonc’entraproprioniente,anchesenonèfacileaffezionarsialei,vistochenonlasmettemaidifrignare.Lasituazioneèmoltopiùcomplicata,manonèilcasodidarespiegazioni.Aognimodo,questaèun’altradelleragionichemihannospintaaisolarmi:nonvoglioincontrareiWatson. Una parte di me spera che si trasferiscano da un’altra parte. A lei non piace abitare qui:detestalacasaeodiavivereinmezzoaglioggettidellaexmogliediTom.Epoinonsopportaitreni.

Mifermoall’angoloesbircionelsottopassaggio.Comealsolito,l’odoredifreddoeumiditàmidàibrividi.Ècomerovesciareunsassopervederecosac’èsotto:muschio,vermieterra.Miricordaquando ero bambina e giocavo in giardino con Ben; cercavamo i rospi vicino al laghetto. Vadoavanti.Lastradaèdeserta,nonc’ètracciadiTomnédiAnna.Lamiapartemelodrammaticanonpuòcheessernedelusa.

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SeraScotthaappenachiamatoperdirmichelavoreràfinoatardi.Nonèunabellanotizia:ètuttoilgiornochesononervosa.Nonriescoastareferma.Hobisognochevengaacasaemiaiutiacalmarmi,macivorrannoalcuneoreprimadelsuorientro;lamiatestacorre,ipensierisiaggroviglianoesochenonriusciròachiudereocchiopertuttalanotte.

Non ce la faccio a stare qui, a guardare i treni; sono troppo agitata, il mio cuore sembra unuccellinoindemoniatocheprovaausciredallagabbia.Miinfiloleinfraditoescendofinoallaporta,poiescoinBlenheimRoad.Sonolesetteemezza,alcuniritardataririentranodal lavoro.C’èpocagente in giro, però si sentono le urla dei bambini che giocano nei giardini dietro le case,approfittandodegliultimiscampolidisole,primadicena.

Mi avvio verso la stazione. Mi fermo davanti al civico 23, per un attimo penso di suonare ilcampanello.Conqualescusa?Chehofinitolozucchero?Chehovogliadifareduechiacchiere?Lefinestresonoaperte,manonvedonessunoall’interno.

Arrivo all’angolo e continuo fino al sottopassaggio, senza pensarci. Sono quasi ametà quandosentopassareiltreno,propriosopralamiatesta.Comeunterremoto,losentovibrarealcentrodelmiocorpoe rimescolarmi il sangue:una sensazioneunica.Guardoa terraevedounoggetto:unafasciapercapelliviola,usata.Forsel’hapersaqualcunocheèvenutoquiacorrere,mac’èqualcosachemispaventaevoglioandarmenesubito,vogliouscireallalucedelsole.

Mentre torno a casa, luimi passa accanto; è inmacchina e i nostri occhi si incrociano per unistante.Misorride.

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Rachel

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Venerdì12luglio2013MattinaSonosfinita,holatestapesantissima.Quandobevo,nonriescoadormire.Svengoperun’oraodue,poimirisveglio,inpredaalpanicoealdisgustopermestessa.Senonbevo,laseracadoinunsonnoprofondo, una specie di letargo dal quale fatico a riprendermi, e il mattino seguente rimangointorpiditaperore,avoltepertuttoilgiorno.

Lacarrozzaèquasivuota,nessunosièsedutoaccantoame,nessunomiguarda,cosìappoggiolatestaalfinestrinoechiudogliocchi.

Lostridoredeifrenimirisveglia:siamoarrivatialsemaforo.Aquest’oradelmattino,inquestoperiododell’anno,lalucedelsoleinondailretrodellecasechecosteggianolalineaferroviaria.Misembradiavvertire il caloredei raggi sulvoltoe sullebraccia: sonoal tavolodellacucinaper lacolazione,Tomèdifronteame,hoappoggiatoipiedinudisuisuoi,chesonosemprecosìcaldi,estoleggendoilgiornale.Luimisorride,losento,einizioadarrossire:primailpetto,poiilcollo,comecapitaognivoltachemiguardainquelmodo.

StrizzofortegliocchieTomsparisce.Siamoancorafermialrosso.VedoJess ingiardino,allesuespallec’èunuomo,appenauscitodallacasa.Hainmanoqualcosa,forseunatazzadicaffè; lomettoafuocoemiaccorgochenonèJason.Èpiùalto,piùmagro,piùscuro.Unamicodifamiglia,il fratellodi Jessodi Jason.Sichinaeappoggia la tazzasul tavolinodimetallodelportico.ÈuncuginocheviveinAustralia,èvenutoatrovarliesifermeràperunpaiodisettimane;èilmiglioramicodiJason,ilsuotestimonedinozze.Jessglisiavvicina,glimettelemanisuifianchielobacia,alungo.Iltrenoriparte.

Noncredoaimieiocchi.Inspiroafondo,mirendocontodiavertrattenutoilfiato.Perchélohafatto?Jasonèinnamoratodilei,sonounacoppiafelice,ècosìevidente.Nonpuòaverglifattoquesto,luinon se lomerita.Sonodavverodelusa, comeseavesse traditoancheme.Sentodiffondersinelpettoundolorecheconoscobene:l’hogiàprovatoprima.Eramoltopiùintenso,moltopiùcupo,maèlostessotipodisofferenza,impossibiledadimenticare.

L’ho scoperto come lo scoprono tutti, al giorno d’oggi: per una disattenzione “elettronica”. Avolteèunsms,oppureunmessaggioinsegreteria;nelmiocaso,l’equivalentemodernodelclassicorossettosullacamiciaèstatal’e-mail.Èsuccessopercaso,giuro,nonlostavospiando.NonpotevoavvicinarmialcomputerdiTomperchéluitemevachecancellassidatiimportantipersbaglioochecliccassisuunapaginainfettaescaricassiunvirus,unTrojanoaltrediavoleriesimili.

«Latecnologianonèil tuoforte,vero?»hacommentato,quandohocancellatopererroretutti icontattidellasuarubricadipostaelettronica.QuindinonpotevotoccareilcomputerdiTom,mal’hofatto, per una buona causa. In quel periodo ero sgradevole, insopportabile e volevo rimediareorganizzandounviaggettoromanticoinoccasionedelnostroquartoanniversariodimatrimonio,perricordarcidicomeeravamo.Volevofargliunasorpresa,quindidovevocontrollareisuoiimpegnidilavoro,senzacheluilosapesse.

Non lo stavo spiando né pensavo di beccarlo con lemani nel sacco, non ero così stupida: nonvolevodiventareunadiquellemogliimpiccionechefruganonelletaschedelmarito.Ungiornohorispostoalsuocellularementreluierasottoladoccia:sièinfuriatoemihaaccusatadinonfidarmidilui.Cisonorimastamaleperchésembravadavveroferito.

Dovevoconsultare la suaagendaelettronica, e lui aveva lasciato il laptopacceso,perchéera inritardoederauscitodicorsa.Eccol’occasioneperfetta:hoverificatoalcunedate,poihochiusolapagina e ho visto che il suo account di posta elettronica era aperto. C’era un messaggio di

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[email protected]’ho letto.XXXXXXX.Tuttoqui, una sfilzadiX.Hopensato che fosseunmessaggiodispam,poimisonoresacontocheeranobaci.

Eralarispostaaunmessaggiocheluiavevascrittoalcuneoreprima,pocodopolesette,mentreiodormivoprofondamente,nelnostroletto.

Stanottemisonoaddormentatopensandoate.Sognavodibaciartilabocca,ilseno,l’internodellecosce.Misonosvegliatocon la testapienadi te,hounbisognodisperatodi toccarti.Nonpretendereche ioabbia la testa sullespalle.Nonposso.Nonconte.

Holettoglialtrimessaggi:cen’eranodecine,archiviatinellacartella«Admin».SichiamavaAnnaBoyd e mio marito era innamorato di lei. Glielo ripeteva spesso. Le diceva che non aveva maiprovatonulladisimile,chenonvedeval’oradiincontrarlaecheprestosarebberostatiinsieme.

Non ho parole per descrivere cosa ho provato quel giorno, ma oggi, qui sul treno, sonofuribonda;mi sonoconficcata leunghienel palmodellamanoehogli occhipieni di lacrime.Larabbiamiassale.Misentocomesefossistataderubatadiqualcosa.Comehapotuto?PerchéJesshafattounacosadelgenere?Chec’èchenonva in lei?La lorovitaècosìbella!Nonhomaicapitocomecertepersonepossanoesseretantononcurantidelmalecherischianodifareaglialtriseguendoil proprio cuore. Chi ha detto che seguire il proprio cuore è un bene? È narcisismo puro, unatteggiamento egoista, tipico del predatore senza scrupoli. L’odio mi sta divorando. In questomomento,seincontrassiquelladonna,seincontrassiJess,lesputereiinfaccia.Lecavereigliocchi.

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SeraAcausadiunproblemasulla linea, il trenovelocedelle17.56perStokeèstatosoppressoeilmioconvoglioèstrapieno;c’èpostosoltantoinpiedi.

Per fortuna ho trovato un sedile libero, ma è vicino al corridoio, non al finestrino, e sonoschiacciata dagli altri passeggeri,mi sento quasi soffocare.Vorrei allontanarli, alzarmi in piedi efarmispazioagomitate.Ilcaldoèopprimente,ècomerespirareattraversounamaschera.Ifinestrinisono tuttiaperti,manonsimuoveunfilod’aria,nemmenoquando il trenoè inmoto; ilvagoneèsigillatocomeunascatoladimetallo.Nonc’èabbastanzaossigeno,misentomale.Nonpossofareamenodiriviverelascenadistamattina,continuoavederelelorofacce.

ÈtuttacolpadiJess.StamattinaeroossessionatadaleieJason,daquellocheleiavevafatto,dallareazionedilui,dalloscontrocheavrannoquandoluiscopriràtutto,dacomeilloromondoandràinpezzi,propriocomeilmio.Camminavoinstatoconfusionale,nonsapevodoveandare,così,senzarendermeneconto,sonoentratanelcaffèfrequentatodatuttiquellidellaHuntingdonWhitely.Quandoli hovisti, ero ancora sulla porta,ma era già troppo tardi per andarmene;mi guardavano, per unattimo hanno sgranato gli occhi, poi hanno sorriso, in maniera meccanica.MartinMiles era conSashaeHarriet:mihannofattosegnodiavvicinarmi,maeranoterribilmenteimbarazzati.

«Rachel!»haesclamatoMartin;haallungatolebraccia,poimihastrettaasé.Nonmeloaspettavo,cosìlemiemanisonorimasteintrappolatetrainostricorpi.SashaeHarrietsorridevano,mihannomandatounbacioconlapuntadelledita,manonsisonoavvicinatetroppo.«Cosacifaiqui?»

Per un attimo che mi è sembrato lunghissimo, non ho saputo cosa rispondere. Fissavo ilpavimento,sonoarrossita;perevitaredipeggiorarelasituazione,sonoscoppiatainunarisatafalsaehostrillato:«Uncolloquio!Sonoquiperuncolloquio!».

«Davvero?» Martin era a dir poco sorpreso, Sasha e Harriet si sono sforzate di sorridere eannuire.«Dove?»

Nonriuscivoaricordarenemmenoun’aziendadipubblicherelazioni.Nemmenouna!Eneancheilnomediungruppoimmobiliarechepotesseaverebisognodipersonale.Sonorimastalì,conunditosul labbro,scuotendo la testa.Alla fineMartinmihasalvata:«Hocapito,nonpuoidircelo.Alcuneaziendesonodavveroparanoiche,vero?Nonvoglionochetrapelinulla,finchénonèstatofirmatoilcontratto».Eraunasciocchezza,eluilosapeva,lohadettopertogliermidall’impaccio.Nessunodilorocihacreduto,peròhannoannuito,fingendodiessered’accordo.HarrieteSashaguardavanolaporta,allemiespalle;eraunasituazionepenosa,nonvedevanol’oradiandarsene.

«Èmegliochevadaaordinareilcaffè.Nonvoglioarrivareinritardo»horeplicato.Martinmihaappoggiatolamanosulbraccio.«Rachel,mihafattopiacerevederti.»Lasuapietà

erapalpabile.Finoaunpaiodiannifanonmirendevocontodiquantoètristeesserecompatiti.VolevoandareallaHolbornLibrary,inTheobaldsRoad,manoncel’hofatta,cosìmisonodiretta

aRegent’sPark.Hocamminatofinoallozooemisonosedutaall’ombradiunalbero,pensandoalleore vuote che avevo davanti, ripercorrendo la conversazione che avevo appena intrattenuto,rivedendolafacciadiMartinquandomiavevasalutata.

Erolìdamenodimezz’oraquandoilcellularesièmessoasquillare:eraancoraTom,dacasa.Hoprovatoaimmaginarelascenadiluichelavoravaalcomputer,nellanostracucinaluminosa,mailquadretto era rovinato dalle tracce della sua nuova vita. C’era anche lei, da qualche parte, forsepreparava il tè o dava da mangiare alla bambina, la sua ombra lo copriva. Non ho risposto, ho

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infilatoiltelefoninoinborsaehocercatodiignorarlo.Nonvolevosentirenulla,nonoggi:eragiàunagiornata tremendaederanosoltanto ledieciemezzadelmattino.Ho tenutoduropercirca treminuti,poihorecuperatoilcellulareehochiamatolasegreteria.Eropreparataalpeggio,aldolorecheavreiprovatoascoltandolasuavoce:untemposirivolgevaameconleggerezza,conallegria,mentreadessomiparlasoltantoperammonirmi,consolarmiocompatirmi.Manoneralui.

«Rachel,sonoAnna.»Homessogiù.Non riuscivo a respirare, mille pensieri si rincorrevano nella mia testa e mi sentivo prudere

dappertutto. Mi sono alzata e sono andata al negozio all’angolo di Titchfield Street, dove hocomprato quattro lattine di gin tonic, poi sono tornata sotto l’albero. Ho finito la prima in pochisecondi e ho aperto subito la seconda.Ero seduta con la schiena rivolta al sentiero, per evitare diguardarequellichefacevanojogging,lemammeconipassegginieituristi.Èinfantile,loso,maeroconvintachesenonlivedevoio,nemmenoloropotevanovedereme.Horichiamatolasegreteria.

«Rachel,sonoAnna.»Unlungosilenzio.«Hobisognodiparlartidelletelefonate.»Altrosilenzio:mi chiama mentre fa qualcos’altro, come tutte le mogli e mamme indaffarate, che puliscono ecaricano la lavatricementre sono al telefono. «Lo so che per te è un bruttomomento,» continua,comeseleinonc’entrassenullaconlamiasofferenza«manonpuoicontinuareachiamarciinpienanotte.»Lavoceètagliente,irritante.«Ègiàabbastanzasgradevolechecidisturbimentredormiamo,maletuetelefonatesveglianoancheEvie,equestoèinaccettabile.Ultimamente,fatichiamounsaccoa farla addormentare.»Fatichiamounsaccoa farlaaddormentare.Noi, la nostra famigliola, con inostriproblemielenostreabitudini.Maledettastronza!Leiècomeuncuculo,chehadepostolesueuovanelmionido.Sièpresatuttociòcheeramioeorahailcoraggiodichiamareperdirmichelearrecodisturbo?

Misonoscolatalasecondalattinaehoattaccatolaterza.L’alcolèentratoincircolo,mal’effettobeneficoèduratopochisecondi,poimièvenutodavomitare.Stavobevendotroppoinfretta,persinoperme;dovevocalmarmi,altrimentisarebbesuccessoqualcosadibrutto.Avreifattoqualcosadicuimisareipotutapentire.Stavoperchiamarla,perdirlechenonmenefregavanientedileiedellasuafamiglia e del fatto che sua figlia non riuscisse a dormire, né ora né quando sarebbe statamaggiorenne.Leavreidettochequellafrase–Nonpretenderecheioabbialatestasullespalle.Nonposso. Non con te – era la stessa che Tom aveva usato anche conme, i primi tempi che stavamoinsieme,inunaletteraincuimidichiaravalasuaeternadevozione.Enonsononemmenoparolesue:sonodiHenryMiller. 1Tuttoquellocheleipossiedeèdisecondamano.Volevosaperecosaprova,quandocipensa.Volevorichiamarlaechiederlecomesisenteaviverenella“mia”casa,circondatadai mobili che “io” ho comprato, a dormire nel letto che ho diviso con lui per anni, a dar damangiareallabambinasultavolodellacucina,lostessosulqualeluimihascopatapiùvolte.

Continuoastupirmidelfattocheabbianosceltodirestarelì:nellamiacasa.QuandoTommelohadetto,stentavoacrederci.Amavoquellavilletta,erostataioainsistereperchélacomprassimo,ancheselaposizionenonerailmassimo.Mipiacevastarevicinoaibinari,guardareitrenieascoltarneilrumore: non il fischio dei convogli veloci, ma l’incedere pesante e antico dei locomotori. Tomdiceva che le cose sarebbero cambiate, che prima o poi avrebberomodernizzato la linea e allorasarebbero passati soltanto i treni rapidi,ma io non gli credevo. Se avessi avuto abbastanza soldi,avreicompratolasuaparteecisareirimastaio,perònonliavevo;quandoabbiamodivorziatononsiamoriuscitiatrovareunbuonacquirente,cosìluihadecisodiricomprarelamiametàeaspettarefinchénonavessericevutounabuonaofferta.Nonèmaiarrivata,eTomhaportatoAnnaavivereinquellacasa,cheleèpiaciutamolto,comeerapiaciutaame,eallafinehannodecisodinontraslocare.ImmaginocheAnnadebbaaveremoltafiduciainsestessaenellorolegame,altrimentinonavrebbe

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accettato di camminare nel solco tracciato da un’altra donna. È ovvio che non mi consideri unaminaccia.IopensoaTedHugheschehaportatoAssiaWevillaviverenellacasacheavevadivisoconSylviaPlath;Assia indossavagliabitidiSylviaesipettinavaconlasuaspazzola.VogliochiamareAnnaperdirlecheAssiaèfinitaconlatestanelforno,propriocomeSylvia.

Mieroaddormentata,cullatadalcaloredelsoleedalgin.Misonosvegliatadisoprassaltoehoiniziato a cercare la borsetta: era ancora lì. Sentivo la pelle pizzicare: eropienadi formiche, tra icapelli, sul collo, sul petto. Sono scattata in piedi, cercando di scacciarle. Due ragazzini chegiocavanoapalloneapochimetrididistanzasisonofermatiaguardare,piegatiinduedallerisate.

Iltrenosiferma.Siamoquasiall’altezzadellacasadiJasoneJess,manonvedoniente,perchécisonotroppepersonetrameeilfinestrino.Michiedosesianoancoralì,seluilosappia,sesenesiaandatoosestiaancoravivendounavitacheprestoscopriràesserepienadibugie.

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Sabato13luglio2013MattinaNonhobisognodiguardarel’orologiopersaperecheoresono:tralesetteequarantacinqueeleottoe un quarto. Posso dirlo in base alla luce, ai suoni che arrivano dalla strada, al rumoredell’aspirapolverecheCathystapassandopropriodavantiallaportadellamiacamera.OgnisabatoCathysialzaprestoperpulirecasa,cascasseilmondo.Potrebbeessereilsuocompleanno,opersinoilgiornodelGiudizio,maleisisvegliaall’albaperfarelepulizie.Dicecheèun’attivitàliberatoria,chelapredisponeapassareunbelweekend;edèancheun’attivitàfisicaintensa,quindisostituiscelapalestra.

Ame non dà fastidio, perché non dormirei comunque. Lamattina non riesco a riposare, né apoltrirealettofinoamezzogiorno.Misvegliodicolpo,conilrespiroaffannoso,ilcuorechebatteall’impazzataeunsaporeamaroinbocca.Piùdesideroscivolarenell’oblio,menociriesco.Lavitaelalucemeloimpediscono.Rimangoqui,adascoltareCathy,allegraeindaffarata.RipensoaivestitiabbandonatilungoibinarieaJesschebaciailsuoamante,nelsoledelmattino.

Ilgiornosiallungainesorabiledavantiame:unadistesaimmensaevuota.Potreiandarealmercato, sullaBroad,comprarepancettaecarnedicervoe trascorrere l’intera

giornataacucinare.PotreisistemarmisuldivanoconunatazzaditèeguardareSaturdayKitchenallatv.Potreiandareinpalestra.Aggiornareilcurriculum.AspettarecheCathyesca,poiandarealnegozioecomprareduebottigliedivinobianco.Anchenellamiavitaprecedentemisvegliavopresto,sentendopassareiltrenodelle8.04;aprivo

gli occhi e ascoltavo il rumore della pioggia contro i vetri della finestra. Tom era dietro dime:assonnato,caldo,possente.Dopo,luiuscivaaprendereilgiornaleeiopreparavoleuovastrapazzate,facevamocolazioneincucina,conunatazzaditè,poipranzavamoalpub,concomodo,etornavamoadormiresuldivano,abbracciatidavantiallatv.

Adessoancheilsuosabatodev’esserediverso:nienteuovastrapazzatenésessolamattinapresto,maunaformadigioiatuttanuova,unabambinarannicchiatatraluielamogliechefarfuglialeprimeparole, tutta un balbettio dimam-ma epa-pà, un linguaggio segreto e inaccessibile, che soltanto igenitoririesconoainterpretare.

Oraildoloreèpesanteesolido,epremealcentrodelpetto.NonpossoaspettarecheCathyescadicasa.

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SeraVadodaJason.

Hopassatoore chiusa in cameraadaspettare cheCathyuscisse, cosìdapoterbere indisturbata.Invece è rimasta tutto il tempo in soggiorno «a rimettersi in pari con le scartoffie». Nel tardopomeriggio,lanoiael’isolamentosonodiventatiinsopportabili;hodettoaCathycheuscivoperfareunapasseggiata.SonoandataalWheatsheaf,quelgrandepubanonimosullaHighStreet,emisonoscolatatrecalicidivino,seguitidadueJackDaniel’s,poihoraggiuntolastazione,hocompratounpaiodilattinedigintonicesonosalitasultreno.

VadodaJason.Non ho intenzione di fargli visita, non andrò a bussare alla sua porta. Niente del genere: non

vogliofarecolpiditesta.Milimiteròapassaredavantiallavillettaerimarròsultreno.Nonhoaltrodafareenonhovogliaditornareacasa.Vogliosoltantovederlo.Vogliovederli.

Nonèunabuonaidea,loso.Machemalepuòfare?VadoaEuston,poiscendoetornoindietro.(Mipiaccionoitreni,checosac’èdistrano?Litrovo

meravigliosi.)Untempo,quandoeroancoramestessa,sognavodifareunviaggioromanticointreno,insiemea

Tom. (Anzi,due:Oslo-Bergenper ilnostroquintoanniversarioe ilBlueTrainattraverso l’Africaperilsuoquarantesimocompleanno.)

Eccoci,stiamoperarrivare.Èunagiornatasoleggiata,maiononcivedomoltobene.(Vedodoppio,sechiudounocchiova

meglio.)Eccoli!Èlui?Sonosullaterrazza.Masonoproprioloro?LuièJason?LeièJess?Vorreiavvicinarmi,perguardarlimeglio.Non arriverò fino a Euston: scendo a Witney. (Non è saggio scendere a Witney. È troppo

pericoloso:eseincontrassiAnnaoTom?)ScendoaWitney.Nonèunabuonaidea.Èunapessimaidea.C’èun tizio dall’altra parte del treno, ha i capelli color biondo cenere, quasi rossi.Mi sorride.

Vorreidirgliqualcosa,maleparolesvaniscono,evaporanodallalinguaprimacheabbiailtempodipronunciarle.Sentoillorosapore,manonsapreidiresesonodolciosalate.

Luimisorride.Ostaghignando?Nonloso.

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Domenica14luglio2013MattinaMisentoilcuoreingola,battefortissimo:èunasensazionemoltosgradevole.Holaboccasecca,nonriescoadeglutire.Migirosuunfianco,conlafacciarivoltaallafinestra.Letendesonotirate,malalucechefiltramidàfastidio.Micoprogliocchiconlamanoepremolepalpebreperallontanareilmalditesta.Holeunghiesporche.

C’èqualcosachenonva.Perunattimo,misembradiprecipitare,comeseillettofossescomparsoenonmisostenessepiù.Ieriseraèsuccessoqualcosa.Respiroafondoemitirosu,mamimuovotroppoinfretta:ilcuorebatteimpazzito,latestapulsa.

Aspettochemitornilamemoria.Avoltecimetteunpo’,altrenontornaaffatto.Èsuccessoqualcosa,qualcosadibrutto.C’èstataunalite,qualcunourlava.Pugni?Nonloso,non

meloricordo.Hofattounsaltoalpub,poihopresoiltreno,sonoscesainstazione,sonoandatainstrada.InBlenheimRoad:sì,sonoandatainBlenheimRoad.

Arrivacomeun’ondanera,terrorepuro.Èsuccessoqualcosa,nesonocerta.Nonriescoadescriverlo,malosento.Mifamale labocca,

comesemifossimorsicatal’internodellaguancia;sullalinguasentoilsaporeferrosodelsangue.Ho la nausea, sono confusa. Mi passo la mano sulla testa e rabbrividisco: c’è un bernoccolodolorante,sullatodestro.Icapellisonosporchidisangue.

SonoinciampatasullescaledellastazionediWitney,tuttoqui.Hosbattutolatesta?Rammentodiesseresalitasultreno,poic’èunabissoneroevuoto.Respiroafondo,cercodiplacareilbattitoecontenereilpanico.Pensa!Checosahofatto?Sonoandataalpub,poisultreno.C’erauntizio:adessoriescoa focalizzarlo, aveva i capelli rossicci.Miha sorriso.Forsemihaparlato,manon ricordocosamihadetto.C’èqualcos’altro,peròhodifficoltàametterloafuoco,èstatocomeinghiottitodalbuio.

Sonospaventata,manonsodicosahopaura,equestomiagitaancoradipiù.Nonsonosicuracheci sia qualcosa da temere. Guardo la stanza: il cellulare non è sul comodino, la borsa non è sulpavimento,néappesaalloschienaledellasedia,dovelalasciodisolito.Perònonpossoaverlapersa,vistochesonoentrataincasaconlemiechiavi.

Mialzo:sononuda.Miguardonellospecchioafiguraintera,sull’antadell’armadio.Mitremanolemani; ilmascaraècolatosulvisoehountagliosul labbroinferiore.Legambesonocopertedilividi.Mivieneilvomito.Misiedosullettoeinfilolatestatraleginocchia,aspettandochepassilanausea. Mi rimetto in piedi, afferro la camicia da notte e apro la porta, soltanto un po’.L’appartamentoètranquillo.Nonsoperché,masonocertacheCathynonsiaincasa.MihadettochesisarebbefermatadaDamien?Forsesì,manonmeloricordo.Primadiuscire?Oforselehoparlatodopo?Escoincorridoiosenzafarerumore.LaportadellacameradiCathyèaperta,illettoèintatto.Potrebbeessersialzataprestoeaverlogiàrifatto,manoncredochefosseacasaierisera,emisentosollevata. Se non era qui, allora nonmi ha vista e non sa in quali condizioni sono rientrata.Nondovrebbe importarmenemolto,manon è così: lamia vergogna è proporzionale non soltanto allagravitàdellasituazione,maanchealnumerodipersonechemihannovista.

Quandoarrivoincimaallescalemivengonolevertigini,cosìafferrolaringhiera.Ruzzolaregiùerompermil’ossodelcolloèunadellemiepaurepiùgrandi,oltreaquelladell’emorragiainterna,quandoilmiofegatoallafinescoppierà.Alsolopensiero,mivienelanausea.Vorreisdraiarmisulpavimento,ma prima devo trovare la borsa e controllare il telefono.Devo verificare di non aver

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persolecartedicredito,edevosaperechihochiamatoeacheora.Laborsaènelcorridoio,vicinoallaporta.Ijeanselemutandesonostatigettatiaterra,inunmucchiettodisordinato:sentopuzzadiurinaaqualchemetrodidistanza.

Afferrolaborsaecercoiltelefono:èqui,grazieaDio,insiemeaunamanciatadibanconotedaventi,tuttestropicciate,eaunfazzolettinomacchiatodisangue.Mitornalanausea,piùforte;sentolabileingolaecorro,manonriescoadarrivareinbagnoevomitosultappeto,ametàdellescale.

Devosdraiarmi.Senonlofaccio,perderòconoscenzaecadrò.Penseròapulirepiùtardi.Arrancofinoalpianosuperiore,accendoilcellulareemisdraiosulletto.Sollevolegambe,con

cautela,perstudiarle:cisonolividisopraleginocchia,maènormalecheunubriacovadaasbatterecontroqualunquecosa.Sullebracciavedosegnipiùinquietanti:ematomiscuri,diformaovale,comesequalcunomiavesseafferrata.Forsenonènulladiterribile:miègiàcapitato,soprattuttoquandosonocadutaemihannoaiutataarialzarmi.Laferitaallatestaèbrutta,mapotreiaversbattutocontroiltettucciodiun’automobile.Eaverchiamatountaxipertornareacasa.

Prendoiltelefono:cisonoduemessaggi.IlprimoèdiCathy,pocodopolecinque,michiededovesono.RimaneadormiredaDamien,civediamodomani.Siaugurachenonstiabevendodasola.IlsecondomessaggioèdiTom,dellediecieunquarto.Quandosentolasuavoce,mispaventoeperpocononlasciocadereiltelefono:staurlando.

«Rachel, per l’amordiDio, chediavolo ti èpreso?Nehoabbastanzadi te, hai capito?Èquasiun’orachegiroinmacchinapercercarti.HaispaventatoAnna,sai?Pensavachetuvolessi...pensavache...Sonoriuscitoaconvincerlaanonchiamare lapolizia.Lasciaci stare, smettiladi telefonarmi,smettiladifartivedere,lasciaciinpace,intesi?Nonvogliopiùparlareconte.Nonhonientedadirti,nonvogliovedertimaipiù,nonvogliochetiavviciniallamiafamiglia.Seiliberadirovinartilavita,manonprovareadistruggerelamia!Nonpiù.Nontiproteggeròpiù,haicapito?Staiallalargadanoi!»

Non ho la più pallida idea di cosa potrei aver fatto. Cosa ho combinato tra le cinque delpomeriggioelediecieunquarto?PerchéTommistavacercando?CosahofattoadAnna?Mitiroillenzuolo sulla testa e chiudogli occhi. Immagino la scenanellamiamente:mi avvicino alla casa,percorroilsentierotraigiardini,scavalcolastaccionata,poiaproleporteavetriemiintroducoincucina,di soppiatto.Annaè seduta al tavolo, la afferrodadietro, laprendoper i capelli, lunghi ebiondi, la tiroversodime,poi la trascinosulpavimentoe lefracasso la testacontro lemattonelleazzurre.

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SeraQualcuno sta gridando.Vedo la luce che filtra dall’angolodella finestra emi rendo contodi averdormito per ore: è pomeriggio inoltrato, quasi sera.Mi famale la testa e il cuscino è sporco disangue.Leurlaprovengonodalpianoinferiore.

«Noncicredo!Perl’amordiDio,Rachel!Rachel!»Misonoaddormentata.Cristo,nonhopulitoilvomito!Eimieivestitisonoancoranell’ingresso!

MioDio!Mi infilo i pantaloni della tuta e unamaglietta. Apro la porta della camera emi trovo davanti

Cathy.Quandomivede,sembraterrorizzata.«Cosadiavolo tièsuccesso?»chiede,poisolleva lamano.«No,aspetta,preferiscononsaperlo.

Nonpossopermetterecheincasamia...»Siinterrompe,masivoltaaguardarelescale.«Midispiace.Midispiacedavverotanto.Stavomaleevolevoripuliretuttoma...»«Non stavimale, vero? Eri ubriaca. Ti sei presa una bella sbronza.Mi spiace, Rachel,ma non

posso accettarlo, non posso vivere in questo modo. Devi andartene, hai capito? Ti do quattrosettimaneditempopertrovareun’altrasistemazione,poideviandarvia.»Sivoltaesiavviaversolasuastanza.«Ripulisci ilcasinochehai fatto,per favore.»Entra incameraesbatte laportaallesuespalle.

Finiscodipulireetornoalpianodisopra.Cathyèancorachiusadentro,malasuarabbiasisenteattraverso le pareti.Non posso biasimarla: anch’io sarei incazzata se fossi tornata a casa e avessitrovatounpaiodimutandezuppedipiscionell’ingressoeunapozzadivomitosullescale.Misiedosullettoeaproilportatile,entronelmioaccountdipostaelettronicaeinizioascrivereunmessaggioamiamadre.Èarrivato ilmomentodi chiederle aiuto.Se tornassi a casa,nonpotrei continuare avivere in questomodo, dovrei per forza darmi una regolata. Però non riesco a trovare le parolegiuste per spiegarle quello che provo. Immagino la sua faccia, quando leggerà ilmio sos: la suadelusione,l’esasperazione.Misembradisentirlasospirare,rassegnata.

Iltelefonoemetteunsuono:èunmessaggiochehoricevutoalcuneorefa.ÈancoraTom.Nonhovogliadiascoltarlo,madevofarlo,nonriescoaignorarlo.Chiamolasegreteria,prontaalpeggio.«Volevo accertarmi che tu fossi arrivata a casa sana e salva. Ieri sera eri davvero messa male.»Sospira,sembrasincero.«Ascolta,mispiacediaveralzatolavoce.Hounpo’...esagerato.Rachel,midispiacetantoperte,madevismetterladicomportartiinquestomodo.»

Ascolto di nuovo le sue parole,mi concentro sulla gentilezza che traspare dalla sua voce emivengonolelacrimeagliocchi.Piangoalungo,primadiriuscirearispondergliconunsms.Miscusoeglidicochesonoacasa.Nonsocos’altroaggiungere,perchénonricordonemmenopercosamistoscusando.NonsocosahofattoadAnna,perchésièspaventata.Nonchemeneimportimolto,mamidispiacediaverintristitoTom.Dopotuttoquellochehapassato,simeritadistarebene.Nonsaròmaiinvidiosadellasuafelicità,peròvorreichefossefeliceconme.

Mi sdraio e mi nascondo sotto il lenzuolo. Devo sapere quello che è successo, capire di cosadovreiesseredispiaciuta.Cercointuttiimodidiricostruirepochisprazzidimemoriaframmentarielabili.Sonosicuradiaverdiscussoconqualcuno,odiaverassistitoaunalite.EracoinvoltaancheAnna?Mi tocco la ferita sulla testa e il taglio sul labbro.Rivedo la scena,mi sembradi sentire leparole,poiperòilricordoscivolavia.Nonriescoatrattenerlo.Ognivoltachehol’impressionediaverloriacciuffato,sidileguanell’ombra,fuoridallamiaportata.

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1.La traduzionedellacitazione, trattadalla letteradiHenryMilleradAnaïsNindel14agosto1932,è in:AnaïsNin,HenryMiller,Storiadiunapassione,Bompiani,Milano2003.

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Megan

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Martedì2ottobre2012MattinaTrapococominceràapiovere.Sentoimieidentibattere,lapuntadelleditaècianotica.Nonvoglioentrare. Mi piace stare qui fuori: è liberatorio. Mi sento pulita, come se avessi fatto un bagnoghiacciato.Scottstaperarrivare;miporteràdentroemiavvolgerànellecoperte,comeunabambina.

Ierisera,mentretornavoacasa,mièvenutounattaccodipanico.Untizioinmotocontinuavaasgasare e una macchina rossa procedeva lentamente, come se al volante ci fosse uno che va aprostitute;duedonneconilpassegginobloccavanoilpassaggio,nonpotevosuperarlerimanendosulmarciapiedi, così sono scesa in strada e per poconon sono stata investita da un’auto che arrivavanella direzione opposta. Non l’avevo vista: il conducente ha suonato il clacson e mi ha gridatoqualcosa.Avevoilcuoreamille,ilrespirobloccatoingolaelostomacocontratto,comequandohaipresounapasticcaestaperfareeffetto:sentil’adrenalinachesaleelanausea.Vorrestivomitareeseieccitatoespaventato,allostessotempo.

Sonocorsaacasa,hoattraversatolestanzeepoisonoscesafinoaibinari,misonosedutaehoaspettato l’arrivodel treno, ilsuosferragliarechemisommergee trascinaviaconsé tuttiglialtrisuoni. Aspettavo Scott, perché mi aiutasse a ritrovare la calma, ma lui non c’era. Ho provato ascavalcare lastaccionata,volevosedermidall’altraparte,dovenonc’èmainessuno.Peròmisonotagliata lamano,così sono tornataacasa;proprioalloraScottèarrivatoemihachiestochecosafossesuccesso.Glihorispostocheavevorottounbicchierementrelavavoipiatti.Noncihacredutoedèandatosututtelefurie.

Misonoalzatanelcuoredellanotte;Scottdormivaeiosonouscitainterrazza,attentaanonfarerumore.Hocompostoilsuonumeroehoascoltatolasuavoce:all’inizioeraimpastatadisonno,poipiùforte,diffidente,preoccupataeinfineesasperata.Horiagganciato,aspettandochemirichiamasse.Nonavevonascostoilmionumero,avrebbepotutofarlomanonl’hafatto,alloral’horichiamatoio:una,due,trevolte.Miharispostolasegreteria:unmessaggiobanaleeprofessionale,chepromettevadiricontattarminonappenaglifossestatopossibile.Hopensatoditelefonareinstudioespostareilprossimo appuntamento,ma non credo che il risponditore automatico sia in funzione a quest’ora,cosìsonotornataaletto.Nonhochiusoocchio.

Stamattina potrei andare a CorlyWood a fare qualche foto: ci sarà la nebbia, e il buio, potreitirarci fuori qualche buono scatto. Forse potrei stamparne delle cartoline e venderle al negozio diKinglyRoad.Scott continua a dirmi chenondevopreoccuparmi del lavoro, chedovrei pensare ariposare.Neanchefossiun’invalida!L’ultimacosadicuihobisognoèstareferma.Devotrovareunmodoperriempirelemiegiornate.Sobenecosasuccederà,senonlofaccio.

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SeraOggiildottorAbdic,omeglioKamal,comemihaesortataachiamarlo,mihaconsigliatoditenereundiario.StavoperdirglichenonpossofarloperchésocheScottloleggerebbe.Misonotrattenuta,nonvolevosembrarediffidenteneiconfrontidimiomarito.Maèlaverità:nonpotreimaiscriverequellochepenso,cheprovoechefacciodavvero.Tantoperfareunesempio:quandosonorientrata,ilmioportatileeracaldo.Luisacomecancellarelacronologia,comenascondereleproprietracce,maiosonosicuradiaverspentoilcomputerprimadiuscire.Hadinuovolettolamiaposta.

Ame non importa, non c’èmolto da leggere, a parte una tonnellata di messaggi di spam chericevo dalle società di selezione del personale e Jenny del pilates che mi chiede se mi va diparteciparealle suecenedelgiovedì sera,dove lei e i suoi amici si alternanoai fornelli (neanchemorta!).Nonèunproblema:luisisenterassicuratoesiconvincechenonstasuccedendonulla,chenonstocombinandonientedistrano.Equestoèpositivoperme,vabenepertuttiedue,anchesenoncorrispondealvero.Nonpossobiasimarlosenonsifidadime.Glihodatobuonimotiviinpassato,eforseglienedaròancora.Nonsonounamoglieperfetta,nonciriesco.Ancheseloamomolto,nonsaràmaiabbastanza.

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Sabato13ottobre2012MattinaStanottehodormitopercinqueore:nonmicapitavadasecoli!Epensarecheierisera,quandosonorientrata, ero così agitata che pensavo di non riuscire a chiudere occhio per tutta la notte.Mi eroripromessadinonfarlopiù,nondopo l’ultimavolta,mapoi l’hovisto, l’hodesideratoemisonodetta:«Perchéno?».Noncapiscoperqualemotivodovreilimitarmi,dalmomentochenessunolofa.Gliuomininonlofanno.Nonvogliofardelmaleanessuno,maènecessarioesseresincericonsestessi,vero?Èquestochestofacendo:assecondarelamiaveranatura,quellachenessunoconosce,nemmenoScottoKamal.

Dopo la lezione di pilates, ho domandato a Tara se le andava di venire al cinema con me, laprossimasettimana,epoilehochiestodicoprirmi.

«Setelefona,diglichesonoconte,chesonoandatainbagnoelorichiamosubito;poimichiami,ioglitelefono,edètuttoaposto.»

Leihasorrisoehaalzatolespalle.«Vabene.»Nonhavolutosaperedovesareiandata,néconchi:citienedavveroadiventaremiaamica.

Ci siamo visti a Corly, allo Swan, dove aveva prenotato una stanza per noi. Dovevamo fareattenzioneanonfarcibeccare.Perluisarebbestatoterribile,lasuavitasarebbeandatainfrantumi,masisarebberivelataunatragediaancheperme:nonosavopensareallareazionediScott.

Dopo, Kamal voleva parlare.Mi ha chiesto di quello che era successo quando ero giovane, aNorwich.Gliavevogiàaccennatodiquelperiodo,mavolevasapernedipiù.Glihoraccontatoalcunecose,manonlaverità:homentito,misonoinventataunastoriapienadidettaglisquallidi,esattamentequellocheluivolevasentirsidire.Èstatodivertente.Mentirenonmicreailminimoimbarazzo.Nonsosemiabbiacredutaomeno,peròsonocertachementeanchelui.

Erasdraiatosullettoemiguardava;iomistavorivestendo.«Megan,nondevepiùsuccedere.Losai anche tu: non possiamo andare avanti così.» Aveva ragione, lo so. Non dovremmo, nondobbiamo,malofaremo:nonsaràl’ultimavolta.Luinonmidiràdino.Cipensavomentretornavoacasa:avereilcontrollosuqualcunoèlacosachemipiacedipiù.Èlamiadroga.

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SeraScottentraincucinamentreaprounabottigliadivino;miappoggialemanisullespalleemistringe.«Com’è andata con lopsicologo?»Rispondoche è andatabene, che stiamo facendoprogressi.Haaccettatoilmiorifiutodientrareneidettagli.Poiaggiunge:«TiseidivertitaconTara?».

Glidolaschiena,quindinonsoselochiedeinmanierainnocenteosehaqualchesospetto.Lasuavoceèneutra.

«È davvero carina, ti piacerà. La settimana prossima andiamo al cinema. Potrei invitarla amangiarequalcosa,dopoilfilm.»

«Eiononpossovenirealcinema?»«Ma certo!»Mi volto e lo bacio sulla bocca. «Però lei vuole vedere quel filmetto con Sandra

Bullocke...»«Okay, okay!Falla pure venire a cenadopo il film» replica lui, poimi appoggia lemani sulla

schiena.Versoilvinoeusciamo,cisediamonelportico,conipiedisull’erba.«Èsposata?»michiede.«Chi,Tara?No.»«Haunfidanzato?»«Noncredo.»«Alloraunafidanzata?»Scoppiaaridere.«Quantianniha?»«Nonloso,unaquarantina.»«Ah!Edèsingle,chetristezza!»«Sì,forsesisenteunpo’sola.»«Etuseiunacalamitaperlepersonesolitarie,no?Vengonotuttedate.»«Davvero?»«Quindinonhafigli?»Forseèsoltantoun’impressione,manonappenasolleval’argomentodei

figli avverto una tensione nella sua voce. La lite si sta avvicinando e io non ho alcuna voglia didiscutere.Mialzoinpiedi,glidicodiprendereibicchieriediseguirmiincamera.

Luiobbedisceeiomispogliomentresaliamolescale.Arrivatiincamera,mispingesulletto.Iohounaltrointesta,manonimportaperchéluinonlosa.Sonoabbastanzabravaafarglicrederediesserealcentrodeimieipensieri.

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Rachel

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Lunedì15luglio2013MattinaStavo per uscire di casa, quando Cathy mi ha chiamata e mi ha abbracciata. Sembrava un po’ adisagio.Hopensatochevolessechiedermidirimanere,invecemihapiazzatoinmanounalettera:eraunavviso formaledisfratto,con tantodidata.Nonriuscivanemmenoaguardarmi in faccia.Mièdispiaciutoperlei,maancoradipiùpermestessa.Leihasorriso.«Rachel,detestofartiquesto,devicredermi.» La situazione era imbarazzante. Eravamo in piedi nel corridoio, ancora appestato daltanfodiurinanonostanteimieisforzidiripuliretuttoconlacandeggina.

Mivenivadapiangere,manonvolevofarlastarmale,cosìmisonoimpostadisorridere.«Nonpreoccuparti,nonèunproblema»horeplicato,comesemiavessechiestodiandareacomprare illatte.

Sultrenohopianto,fregandomenedellagentechemiguardava:perquellochenesanno,potrebbeessermi morto il gatto, potrebbero avermi diagnosticato un male incurabile, o potrei essereun’alcolistadivorziata,chenonpuòaverefigliecheprestofiniràaviveresottounponte.

Quandocipensomivienedaridere.Comehofattoacaderecosìinbasso?Michiedoquandosiainiziatoilmiodeclinoeinqualepuntoavreipotutoinvertirelatendenza.Quandohopresolastradasbagliata?Non è stato quando ho incontrato Tom, perché luimi ha salvata dalmio dolore per lamorte di papà.E neanche quando ci siamo sposati, sette anni fa: era un giorno dimaggio, facevafreddo e noi eravamo spensierati ed ebbri di felicità. Io ero soddisfatta, mi sentivo realizzata,guadagnavobene.Nonèstatoneppurequandoabbiamotraslocatoalcivico23:maiavreipensatodiritrovarmiavivere inunacasacosìbellaegrande,a soliventiseianni. Iprimigiornicamminavoscalza per sentire il calore del legno sotto i piedi emi godevo gli spazi, quelle stanze vuote cheaspettavanosoltantodiessereriempite.IoeTomavevamounsaccodiprogetti:glialberidapiantareingiardino,lestampedaappendereallepareti,ilcoloreperdipingerelastanzadegliospiti,cheioconsideravogiàlacamerettadeibambini.

Dev’essere statoallora, è statoquello ilmomento incui lecosehanno iniziatoadandaremale:quandohocominciatoapensareanoinoncomeaunacoppia,macomeaunafamiglia.Nonvolevoche restassimo io e lui soltanto. È stato lì che Tom ha iniziato a guardarmi in modo diverso, aleggereladelusioneneimieiocchiearifletterlaneisuoi?Dopotuttoquelloacuiavevarinunciatoperme,perchépotessimostareinsieme,glidavoaintenderecheluinonfosseabbastanza.

HopiantofinoaNorthcote,poihocercatodiriprendermi,misonoasciugatagliocchiehousatoilretrodellaletteradiCathyperappuntarmilalistadellecosedafare:

AndareallaHolbornLibraryScrivereun’e-mailamammaScrivereun’e-mailaMartin(letteradireferenze???)CercareunasededegliAlcolistiAnonimi–zonaAshbury/LondracentroDireaCathydellavoro?

IltrenosifermaalsegnaleescorgoJasoninterrazza,losguardorivoltoversoibinari.Sembraquasiessersiaccortodime,holastranasensazionechemiabbiagiàguardatainquelmodo;ècomesemi vedesse davvero. Ho persino l’impressione chemi sorrida, e la cosami infonde una certainquietudine.

Luisivoltaeiltrenoriparte.

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SeraSono al pronto soccorso dell’ospedale universitario. Un taxi mi ha investita mentre attraversavoGray’s InnRoad. Ero perfettamente sobria, ci tengo a sottolinearlo, anche semi sentivo piuttostoconfusa,distratta,quasispaventata.Houn tagliodiqualchecentimetrosopra l’occhiodestro; loharicucito un giovane dottore, tanto bello quanto sgarbato e freddamente professionale. Vede ilbernoccolosullatesta.

«Nonèrecente»spiego.«Losembra,invece»replicalui.«Be’,nonmelosonofattooggi.»«Èstatainguerra,percaso?»«Hosbattutolatesta,mentreentravoinmacchina.»Luiesaminailbozzoperqualchesecondo.«Neèsicura?»Miguardanegliocchi.«Amenonpare

proprio. È come se qualcuno l’avesse colpita.» Sudo freddo. Ricordo di essermi abbassata perschivareuncolpoediaversollevatolebraccia:maèunricordo“vero”?Ilmedicoscrutadinuovolaferita.«Conunoggettoappuntito,forsedentellato...»

«No,hosbattutolatestacontroiltettucciodellamacchina.»Cercodiconvincereanchemestessa.«Okay.» Mi sorride e si allontana di un passo, poi si china per guardarmi dritto negli occhi.

«Rachel...sisentebene?»«Sì,certo.»Mi fissa a lungo: nonmi crede. È preoccupato perme: forse pensa che sia vittima di violenze

domestiche.«Vabene.Medicheròlaferita,perchéèpiuttostobrutta.Possoavvertirequalcuno?Suomarito?»

«Sonodivorziata.»«Alloraqualcunaltro?»Lanotiziadelmiodivorziononglihafattoalcuneffetto.«Sì, lamia amica, sarà in pensiero.»Gli passo il nome e il numero di Cathy. In realtà non ha

alcunaragionediessereinpenaperme,vistochenonsonoancorainritardo,mamagarilefaròpietàemi perdonerà per quello che è successo ieri appena saprà che sono stata investita da un taxi.Oinvecepenseràchemiècapitatoperchéeroubriaca.Potreichiederealdottoredifarmileanalisidelsangue o l’esame tossicologico, per dimostrarle che non ho bevuto. Gli sorrido, ma lui non miguarda:stascrivendoqualcosa.Ecomunque,èun’ideadavverostupida.

Nonèstatacolpadeltaxista:glisonosbucatadavantiquasidicorsa,anchesenonstavoandandodanessunaparte.Nonpensavoaniente,menchemenoamestessa.AvevointestasoloJess.ChenonsichiamaJess,maMeganHipwell,edèscomparsa.

EroandataallabibliotecadiTheobaldsRoad;avevoappenainviatoun’e-mailamiamadre,nientedispecifico,unmessaggio interlocutoriopervalutare lasuadisposizioneneimieiconfronti.NellahomepagedelmioaccountdiYahoo!cisonolenotizielocali.Nonsocomefaccianoasaperedoveabito,ma lo sanno.Ec’erauna fotografiadi lei,di Jess, la“mia” Jess, labiondaperfetta. Il titolodiceva:PreoccupazioneperladonnascomparsaaWitney.

All’iniziononneerosicura,omeglio,sembravapropriolei,eraidenticaall’immaginechedileihonellamente,madubitavodellamiamemoria.Poiholettolastoria,hovistoilnomedellastradaehocapitotutto.

LapoliziadelBuckinghamshireèsemprepiùpreoccupataperlasortedellaventinovenneMeganHipwell,residentea

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Witney, inBlenheimRoad.L’ultimoavederla è stato ilmarito,ScottHipwell: ladonnaèuscitadi casaalle settedisabatoseraperrecarsidaun’amica.Secondol’uomo,lascomparsaè«deltuttoinspiegabile».LaHipwellindossavaunpaiodi jeans e unamaglietta rossa; è alta unmetro e sessanta,magra, bionda, congli occhi azzurri.Chiunque abbiainformazionisudileièpregatodimettersiincontattoconlapolizialocale.

Èscomparsa!Jessèscomparsa!Meganèscomparsa,dasabato.HofattounaricercasuGoogle:lanotiziaerastatapubblicatasoltantodal«WitneyArgus»,masenzaulterioridettagli.HoripensatoaJason/Scott, che stamattina era sulla terrazza,miguardava emi sorrideva.Ho afferrato la borsa esonocorsafuoridallabiblioteca,parandomipropriodavantialtaxinero.

«Rachel? Rachel?» Il bel dottore cerca di attirare la mia attenzione. «La sua amica è venuta aprenderla.»

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Megan

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Giovedì10gennaio2013MattinaAvolte nonvoglio andare da nessunaparte e penso che starò bene solo se nonmetterò più piedefuori di casa. Voglio rimanere al sicuro, nel mio rifugio, insieme a Scott, senza nessuno che cidisturbi.

In questo periodo è più facile: fa freddo, il tempo è davvero schifoso e piove da settimane.Lapioggiaègelidaesferzante,ilventofischiatraglialberiedècosìfortedacoprireancheilrumoredeitreni.Nonlisentopassaresuibinari,nonmiinvitanoaviaggiareversoaltredestinazioni.

Oggi è proprio questo che provo: non voglio scappare né tantomeno uscire in strada. Vogliorestare chiusaqui dentro, conmiomarito, amangiare gelatodavanti alla televisione, dopo averlochiamatoperdirgliditornareprimadallavoro,cosìpossiamofarel’amoredipomeriggio.

Più tardi dovrò uscire per forza, perché oggi è il giorno di Kamal. Negli ultimi tempi gli hoparlato di Scott, dei miei errori, del mio fallimento comemoglie. Lui dice che devo imparare aesserefeliceechedevosmetterladicercareilmiobenesserefuoridame.Haragione,loso,maèunodiqueimomentiincuipensochelavitaètroppobreve.Aldiavolo!

RicordoilviaggioaSantaMargherita,contuttalafamiglia,durantelevacanzediPasqua.Avevoquindiciannie, inspiaggia,avevo incontratounuomomoltopiùgrandedime–piùdi trent’anni,quarantaforse–chemiavevapropostodiandareafareungiroinbarcaconlui,ilgiornodopo.Ioero conBen, ed era stato invitato anche lui,ma ilmio fratellone protettivo aveva deciso che nonavremmo accettato: non si fidava di quel tizio e pensava che fosse un porco. Aveva senz’altroragione,maioeroarrabbiata:quandocisarebbericapitatodifarciungironelmarLigure,abordodiunabarcaprivata?Benrisposecheavremmoavutounsaccodialtreoccasioni,echelanostravitasarebbestatariccadiavventure.AllafinenonciandammoepochimesidopoBenuscìdistradasullaA10;néionéluisiamopiùsalitisuunabarca.

Mimancailmodoincuimisentivoquandoeroconlui:ioeBennonavevamopauradinulla.AKamal ho raccontato tutto diBen,ma adesso ci stiamo avvicinando all’altra cosa, alla verità

puraesemplice,aquellocheèsuccessoconMac,primaedopo.Nonhoalcuntimoreaparlargliene,perchéètenutoarispettareilsegretoprofessionale.

Tuttavia,credochenonlorivelerebbeanessuno,nemmenosefosseliberodifarlo.Mifidodilui.Èstrano,malaragionechemitrattienedalraccontarglituttononèlapauradellasuareazione,nédelsuo giudizio, ma è Scott. Se dicessi a Kamal qualcosa che non posso dire a Scott, sarebbe cometradiremiomarito.Sembraundettagliodipococonto,rispettoallealtrecosechehocombinato,aglialtri tradimenti,maquesto èpeggioreperché si trattadellavitavera, delmio cuore.Equellononpossocondividerloconlui.

Ci vado cauta perché ovviamente non posso dirgli tutto quello che provo.Lo so che la terapiaserveproprioaquesto,manonciriesco.Devorimaneresulvago,nonesseretroppoprecisaquandoparlodeimieiuomini,degliamantiedegliex,mamiripetochevabenecosì,perchélaloroidentitànon è importante: quello che conta è come mi fanno sentire. Repressa, irrequieta, insoddisfatta.Perchénonpossoottenerequellochevoglio?Perchénonriesconoadarmelo?

Be’,avolteciriescono.AvoltehobisognosoltantodiScott.Seimpareròadaggrapparmiaquestasensazione, quella che provo adesso, se scoprirò il segreto per concentrarmi sulla felicità delpresente e goderedell’attimo, se la smetteròdi chiedermiquando arriverà la prossima scintilla dieuforia,alloraandràtuttoaposto.

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SeraQuandosonoconKamal,devofaredi tuttoperconcentrarmi.Èdifficilenondistrarmi,quandomiguardaconquegliocchi intensi, quando intreccia le mani sul grembo, quando accavalla le lunghe gambe. In queimomenti,nonpossofareamenodiimmaginarelecosechepotremmofareinsieme.

Devo rimanere concentrata.Abbiamo parlato di quello che è successo dopo il funerale diBen,dopo che sono scappata. Per un po’ sono rimasta a Ipswich,ma non troppo a lungo. È lì che hoincontratoMac.Lavorava inuna speciedipub.Mihaabbordatamentre tornavaa casa.Gli facevopena.

«Luinonvoleva...be’, insomma,haicapito.»Scoppioa ridere.«Siamoandatiacasasua,glihochiestoisoldieluimihaguardatacomesefossimatta.Glihodettochenonerotroppogiovane,manonmihacreduto.Haaspettatofinchénonhocompiutosedicianni.Nel frattemposiera trasferitovicinoaHolkham,inuncottagedipietrainfondoaunastradinachiusa,conunpo’diterraintorno,amenodiunchilometrodallaspiaggia.C’eraunavecchia ferrovia lungoun latodellaproprietà.Dinottenonriuscivoadormire;erosempreagitata,epoifumavamounsaccoemisembravadisentireitreni;neerocosìsicurachemialzavoeuscivoacercarelelucideivagoni.»

Kamalannuisceecambiaposizione,manondicenulla.Significachedevocontinuareaparlare.«Ero davvero felice, lì conMac. Ho vissuto con lui per... mioDio, quasi tre anni,mi sembra.

Avevo...diciannoveanniquandomenesonoandata.Sì,diciannove.»«Perchéteneseiandata,seerifelice?»michiede.Siamoarrivatialpuntopiùinfrettadiquanto

avessivoluto.Nonhoavutoiltempodiripensarci,diprepararmi.Nonpossofarcela,ètroppopresto.«Macmi ha lasciata, spezzandomi il cuore» rispondo. Il che è vero,ma è al tempo stesso una

mezzabugia.Nonsonoprontaaraccontarglituttalastoria.Quando rientro a casa, Scott non è ancora arrivato; prendo il portatile e faccio una ricerca su

Google.PerlaprimavoltadadieciannicercoMac,perònonriescoatrovarlo.CisonocentinaiadiCraigMcKenzienelmondo,manessunodiloroèilmioMac.

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Venerdì8febbraio2013MattinaCamminotraglialberi.Quandosonouscitaeraancorabuio,adessoèquasil’alba.Ètuttoavvoltodaunsilenziomortale,interrottosolodaiversidellegazzetrairami,sopralamiatesta.Miguardanoconiloroocchiettiluccicanti,mistannovalutando.Unaschieradigazze.Unaperildolore,dueperlagioia, treperuna ragazza,quattroperun ragazzo, cinqueper l’argento, seiper l’oro, setteperunsegretochenonsipuòdirloro.

Io,disegreti,nehopiùdiuno.Scottèvia,auncorsonelSussex.Èpartitoierimattinaenontorneràprimadistasera.Possofare

quellochevoglio.Prima della sua partenza, gli ho detto che sarei andata al cinema con Tara, dopo la lezione di

pilates.L’hoavvisatocheil telefonosarebbestatospento,ehoparlatoancheconlei.L’hoavvertitache lui avrebbe potuto chiamarla, per controllarmi. Questa volta mi ha chiesto che cosa stavocombinando.Lehofattol’occhiolinoehosorriso,leièscoppiataaridere.Credochesisentasola,chepagherebbeperavereunpo’diintrigonellasuavita.

Durante le sedute con Kamal parliamo di Scott e di quello che è successo con il portatile.L’episodiorisaleaunasettimanafa.AvevocercatoMac,avevofattounpo’diricercheperscopriredove vive e cosa sta facendo.Al giorno d’oggi, ci sono fotografie di chiunque sulweb, e volevorivedere la sua faccia.Nonsono riuscitaa trovarlo.Quella sera sonoandataa lettopresto,mentreScott è rimasto a guardare la televisione, e mi sono dimenticata di cancellare la cronologia. Unerrorestupido:disolitoèl’ultimacosachefaccio,primadispegnereilcomputer,aprescinderedaquello che ho letto. Scott è un tecnico informatico ed è in grado di recuperare comunque leinformazioni,macivuoletempo,cosìlamaggiorpartedellevoltelasciaperdere.

Aognimodo,quellaseranonl’hocancellata.Ilgiornoseguenteabbiamolitigato,unadiscussionemolto brutta.Voleva sapere chi fosseCraig, per quanto tempo siamo stati insieme, dove ci siamoconosciuti,cosahafattopermecheluinonèriuscitoafare.Stupidamente,glihodettocheeraunvecchioamicodelmiopassato,edèstatopeggio.KamalmihachiestosehopauradiScotteiomisonoincazzata.

«Èmiomarito!Perchédovreiaverpauradilui?»glihourlatocontro.Kamalsembravascioccato,eanch’ioloero.Nonmieroresacontodiquantofosseprofondala

miarabbia,diquantofossiprotettivaneiconfrontidiScott.Èstataunasorpresaancheperme.«Megan,moltedonnehannopauradelpropriomarito.»Hoprovatoareplicare,maluihaalzatola

manoperzittirmi.«Luileggelatuapostaelettronicaecontrollalacronologia:tuneparlicomesefosse normale, come se lo facessero tutti, ma non è così. Non è normale invadere la privacy diun’altrapersona:èunaformadiabusoemotivo.»

Sono scoppiata a ridere, perché mi sembrava un po’ melodrammatico. «Ma quale abuso? No,davvero.Eamenondàfastidio.»

Luihasorriso,tristemente.«Enonpensichedovrestiesserneinfastidita?»Hoscrollatolespalle.«Forsesì,manonlosono:luiègelosoepossessivo,èfattocosì.Questo

nonmi impediscediamarlo,epoici sonobattagliechenonvale lapenacombattere.Disolitostoattentaacoprirelemietracce,cosìnonsuccedeniente.»

Luihascossolatesta,conunmovimentoquasiimpercettibile.«Noncredevochetufossiquipergiudicarmi»hoaggiunto.

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Allafinedellaseduta,glihopropostodiandareaberequalcosainsieme.Hadettodino,chenonpotevaechenonsarebbestatoopportuno.

Cosìl’hoseguitoacasasua.Abitainunappartamentovicinoallostudio.Hobussatoequandohaaperto laportaglihochiesto:«Questo, invece, ti sembraopportuno?».Glihoappoggiato lamanodietrolanuca,l’hoattiratoameeglihodatounbaciosullabocca.

«Megan,smettila.Nonpossofarlo,nonposso»hasussurrato,conlasuavocemorbida.Erasplendido,queltiraemolla,tradesiderioerifiuto.Nonvolevorinunciareaquellasensazione,

dovevotrattenerlaatuttiicosti.Misonoalzataalleprimeoredelmattino;migiravalatesta,erapienadistorie.Nonpotevostare

lì,sveglia,sola,aripensareatuttelepossibilitàdaprendereelasciare,quindimisonovestita,sonouscitaehoiniziatoacamminare.Misonoritrovataqui.Mentrecamminavohorivissutolescenenellamiamente:luihadetto,leihadetto,tentazione,abbandono.

Sesoltantoriuscissiaimpegnarmiinqualcosa,arimanerefedele,anontradire.Esequellochecercofosseintrovabile?Esenonfossepossibile?

L’ariaègelida,leditasonodiventatecianoticheperilfreddo.Unapartedimevorrebbesdraiarsiquiaterra,tralefoglie,efarsiportareviadalfreddo.

Nonposso:èoradiandare.QuandoarrivoinBlenheimRoadsonoquasilenove;lavedoappenasvoltol’angolo.Vieneverso

dime, spinge la carrozzina.Una volta tanto, la bambina non piange.Mi guarda,mi saluta con uncennodelcapoemirivolgeuntimidosorriso,cheperònonricambio.Disolitomisforzodiesseregentile,ma stamattina sono autentica,me stessa al cento per cento. Sono su di giri, come se fossisballata;noncelafaccioaesserecordiale,èinutileprovarci.

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PomeriggioMisonoaddormentata.Quandomisonorisvegliata,eroagitata,comeseavessilafebbre.Misentoincolpa.Molto,manonabbastanza.

Pensavoaluichesenevanelcuoredellanotteemidicecheèl’ultimavolta,l’ultimainassoluto,echenondobbiamofarlomaipiù.Sistavainfilandoijeans.Ioerosdraiatasullettoeridevo,perchélo avevadetto anche lavoltaprecedente, equellaprima, equellaprimaancora.Mihaguardata inmodo strano; non saprei descriverlo. Non era arrabbiato né sprezzante, più che altro sembravavolessemettermiinguardia.

Mi sento a disagio.Cammino per la casa.Non riesco a stare ferma.È come se qualcuno fosseentratomentredormivo:nonc’ènientefuoriposto,malacasasembradiversa,quasicheglioggettifosserostatitoccatiespostati.Avvertounapresenzaestranea,cheperònonriescoavedere.Controllotrevolteleporteavetrichedannosulgiardino,masonobloccate.Nonvedol’oracheScotttorni.Hobisognodilui.

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Rachel

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Martedì16luglio2013MattinaSono sul treno delle 8.04,ma non vado a Londra.Mi fermo aWitney, dove spero di ritrovare lamemoria:unavoltaarrivatainstazione,misaràtuttochiaroericorderòquellocheèsuccesso.Noncicredomolto,manonpossofaredipiù.ChiamareTomèfuoridiscussione.Mivergognocomeunaladra,epoiluièstatochiarissimo:nonvuolepiùaverenienteachefareconme.

Megan è scomparsa da più di sessanta ore e la notizia è approdata alla stampa nazionale.Stamattinaneparlavano,traglialtri,ancheilsitodellaBBCedel«MailOnline».

Hostampatogliarticolielihoportaticonme;liholettiperricostruirelavicenda.Sabato sera Scott e Megan hanno litigato: un vicino ha sentito l’alterco. Scott ha ammesso la

discussione e ha dichiarato che pensava che la moglie fosse andata a dormire da un’amica, TaraEpstein,cheabitaaCorly.

MegannonèmaiarrivatadaTara,chedicediaverlavistaperl’ultimavoltavenerdìpomeriggio,allalezionedipilates.(Losapevocheeraunatipadapilates.)SecondolasignoraEpstein,«sembravatranquilla, normale. Era di buon umore e parlava di organizzare qualcosa di speciale per il suotrentesimocompleanno,ilmeseprossimo».

Un testimonehavistoMegan incamminarsiverso la stazionediWitneyalle setteeunquartodisabatosera.

Nessunparentedelladonnaviveinzona;isuoigenitorisonomorti.È disoccupata.Dirigeva una piccola galleria d’arte aWitney,ma ha chiuso l’attività nell’aprile

delloscorsoanno.(Losapevochelavoravanelmondodell’arte.)Scottèunconsulenteinformatico.(Noncicredo!)Sonosposatidatreanni;abitanoinBlenheimRoaddalgennaiodel2012.Secondoil«DailyMail»,lalorocasavale400.000sterline.Dopoaver letto lenotizie,mirendocontoche lasituazionenonèfacileperScott,enonsoloa

causa del litigio. È così che funziona: quando succede qualcosa di brutto a una donna, la poliziasospettasubitodelmaritoodelfidanzato.Inquestocaso,gliinquirentinonsonoaconoscenzadituttiifatti.Siconcentranosulmarito,masoltantoperchénonsannochec’èunaltrouomo.

Forsesonol’unicaaesserealcorrentedellasuaesistenza.Prendounpezzodicartanellaborsa:èloscontrinodiduebottigliedivino.Scrivolalistadelle

spiegazionipiùplausibiliperlascomparsadiMeganHipwell:

1.Èscappataconl’amante,chechiameremoB.2.Blehafattodelmale.3.Scottlehafattodelmale.4.Halasciatoilmaritoesen’èandataaviveredaun’altraparte.5.Qualcunolehafattodelmale,manonèstatonéScottnéB.

Laprimaspiegazionemisembramoltoprobabile,cosìcomelaquarta,perchéMeganèunadonnaindipendenteetestarda,nesonocerta.Sedavveroavevaun’altrarelazione,forsehaavutobisognodiallontanarsiperqualchegiorno,perchiarirsileidee.Laquintapossibilitàmisembrapocorealistica:nonècosìcomuneessereassassinatidaunosconosciuto.

Laferitaallatestamifamale,enonpossofareamenodiripensareallitigiodisabatosera:l’hovisto, ma forse l’ho immaginato, o soltanto sognato. Sollevo lo sguardo all’altezza della casa diMeganeScott.Sentoilsanguepulsarminelletempie.Sonoagitataehopaura.Lefinestresembranoocchispenticheriflettonolalucedelmattino.

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SeraIlcellularesuonamentrestopersedermi:èCathy.Nonrispondoepartelasegreteriatelefonica.

Milasciaunmessaggio:«CiaoRachel,hochiamatopersentireseètuttoaposto».Èpreoccupata,dopol’episodiodeltaxi.«Volevofartisaperechemidispiaceperl’altrogiorno,quandotihodettodiandartene.Nonavreidovuto,hoesagerato.Puoi rimaneredamefinchévuoi.»Fauna lungapausa,primaditerminare.«Fammiunosquillo,vabene?Evienidrittaacasasenzafermartialpub!»

Nonhointenzionedifarlo.All’oradipranzovolevobere:neavevopropriobisogno,dopoquellocheèsuccessostamattinaaWitney.Peròhoresistito,perchévolevorestarelucida:ètantotempochenonhounamotivazionevalidaperrinunciareabere.

IlmioviaggioaWitneyèstatodavverostrano.Cisonostataalcunigiornifa,maeracomesenonciandassidaanni.Sembravaunpostocompletamenteestraneo:un’altrastazioneinunacittàdiversa.Anch’io non ero più la Rachel di sabato sera: ero lucida e risoluta, attenta ai rumori, alla luce eterrorizzatadaquellocheavreipotutoscoprire.

Stavo oltrepassando un confine: è così che mi sono sentita stamattina, perché adesso è il loroterritorio,diTomediAnna,diScottediMegan.Iononappartengopiùaquestoposto,anchesemièmoltofamiliare.Scendogliscalinidicemento,superol’edicola,giroadestrainRoseberryAvenueepercorro mezzo isolato fino all’incrocio a T; alla mia destra c’è un arco che immette nelsottopassaggio pedonale, sotto la ferrovia: lo supero e svolto a sinistra, inBlenheimRoad.È unastrada stretta, fiancheggiata da alberi e villette a schiera. È come ritornare a casa, nella via doveabitavidabambinaechehailasciatotantiannifa.Ècomesalireunascalaesapereinanticipoqualegradinoscricchiolerà.

Non è soltanto una familiarità mentale, ma anche fisica: la sento nelle ossa, nei muscoli.Stamattina, quando sono entrata nel sottopassaggio, ho accelerato l’andatura. Non ho dovutonemmenopensarci,perchéinquelpuntohosempreaumentatol’andatura.Lasera,quandorientravoacasa, soprattutto in inverno, andavo spedita emi guardavo intorno con circospezione, per evitarebruttesorprese.Nonc’eramainessuno,néalloranéoggi,peròstamattinamisonofermatadicolpoperché all’improvviso ho vistome stessa, nell’oscurità. Ero alcunimetri più avanti, appoggiata almuro,conlatestatralemani,sporcadisangue.

Sono rimasta lì, tra la folla dei pendolari del mattino, con il cuore che batteva all’impazzata;qualcuno si è girato a guardarmi, ma poi ha proseguito verso la stazione. Non sapevo, e ancoraadessononso,seèsuccessodavvero.Perchéavreidovutoinfilarminelsottopassaggio?Perchéavreidovutoscenderelàsotto,albuio,inmezzoall’umiditàeallapuzzadipiscio?

Misonovoltataesonotornatainstazione.Nonvolevorimanerelì,néandareacasadiMeganeScott.Volevoallontanarmi:inquelpostoeraaccadutoqualcosadibrutto,neerocerta.

Hocompratoilbiglietto,poisonosalitafinoalbinarioeilricordoètornatoconprepotenza:nonil sottopassaggio, ma gli scalini. Sono inciampata e un uomo mi ha aiutata, prendendomi per ilbraccio.Erailtiziodeltreno,quelloconicapellirossicci.Riuscivoavederlo:un’immaginesfocata,senzasonoro.Ricordodiavereriso:dimestessaoperqualcosachehadettolui.Èstatogentileconme,nesonosicura.Quasisicura.Èsuccessoqualcosadibrutto,manoncredocheluisiacoinvolto.

Sono salita sul treno e sono andata a Londra. Sono entrata in biblioteca, mi sono messa alterminale e ho cercato notizie di Megan. Secondo il «Telegraph», «un uomo sulla trentina stacollaborandoalleindaginidellapolizia».ImmaginositrattidiScott.Nonpossocrederecheleabbia

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fatto delmale: io li ho visti insieme, so che non è possibile.Nell’articolo c’era anche un numeroverdedacontattareperfornireelementiutiliagliinvestigatori.Chiameròdaunacabina,tornandoacasa.DiròdiBediquelbacio.

IlcellularesquillamentrestiamoperentrarenellastazionediAshbury.ÈancoraCathy:poverina,dev’esseredavveroinpenaperme.

«Rach,seisultreno?Staitornandoacasa?»Sembranervosa.«Sì,stoarrivando.Saròlìtraunquartod’ora.»«Rachel,quic’èlapolizia»micomunica.Misigelailsangue.«Voglionoparlareconte.»

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Mercoledì17luglio2013MattinaMeganancoranonsitrova,eiohomentitoripetutamenteaipoliziotti.

Quando sono rientrata a casa, ieri sera, ero in preda al panico.Ho provato a convincermi cheeranovenutiacercarmiperl’episodiodeltaxi,manonavevaalcunsenso:avevogiàparlatocongliagenti intervenuti sulla scena dell’incidente e mi ero presa tutta la colpa dell’accaduto. Il motivoavevaprobabilmenteachefareconsabatosera;devoavercombinatoqualcosa,qualcosaditremendochenonriescoaricordare.

So che sembra improbabile. Che cosa posso aver fatto? Sono andata in Blenheim Road, hoaggreditoMegan Hipwell, nascosto il cadavere da qualche parte e poi ho rimosso ogni cosa? Èsemplicementeridicolo!Ridicolo!Masochesabatoseraèsuccessoqualcosa.L’hocapitoquandohoguardatoiltunnelbuiosottolaferroviaemièvenutalapelled’oca.

Leamnesiesonounafaccendaseria:nonsitrattasoltantodinonricordarecomeseitornataacasadalla discoteca o perché ridevi così tanto al pub. È diverso: è il buio totale, ore perse che nonverrannopiùrecuperate.

Tommiavevacompratounlibrosull’argomento.Noneraunregaloromantico,maluierastufodi sentire le mie scuse del mattino dopo, quando non ricordavo nemmeno di cosa avrei dovutogiustificarmi.Forsevolevachemirendessicontodeidannichestavofacendo,ediquellicheavreipotuto fare. Il saggio era scritto da unmedico,ma non sono certa che fosse attendibile; secondol’autore,ilproblemanoneratantochecisidimenticavadiquellocheerasuccesso,quantochenonesistevanoricordi,dinessuntipo.Sostenevacheilcervelloentrasseinunostatochegliimpedivadifar funzionare lamemoriaabreve termine. Inquellecondizioni, l’alcolistanonsi comportacomefarebbedisolito,masprofondanelletenebreereagisceall’ultimacosachepensaglisiaaccaduta,manon saquale sia, dalmomentochenonè ingradodi accumularenuovi ricordi. Il libro contenevanumerosianeddoti.UntiziodelNewJerseysieraubriacatoaunafestadel4luglio,poierasalitoinmacchina,avevapercorsocontromanoparecchichilometridiautostradaesieraschiantatocontrouncamperconabordosettepersone.Ilveicoloavevapresofuocoec’eranostateseivittime,mentreluierarimastoilleso,comespessosuccede.Nonricordavanemmenodiaverpresol’auto.

Unaltro,aNewYork,erauscitodaunbar,avevaguidatofinoallacasadellasuainfanzia,avevapugnalatoamortegliinquilini,sieraspogliato,erarisalitoinmacchina,eratornatoacasaesieramesso a dormire. Il mattino successivo si era svegliato in condizioni pessime, chiedendosi dovefossero i suoi vestiti e come avesse fatto a rientrare,ma soltanto la visita della polizia gli avevapermessodiscoprirecheavevabrutalmenteuccisoduepersone,senzaalcunaragioneapparente.

QuindièassurdopensarecheiosiacoinvoltanellascomparsadiMegan,manonèun’eventualitàdaescluderealcentopercento.PrimadiarrivareacasadiCathy,mieroconvintadinonesseredeltuttoestraneaaifatti.

Ipoliziottieranoaccomodatisuldivanodelsoggiorno:unodeidueavràavutoquarant’anniederainborghese,mentrel’altro,piùgiovaneeindivisa,avevailcollopienodibrufoli.Cathyeravicinoallafinestraesitorcevalemani,terrorizzata.Idetectivesisonoalzatiinpiedi.Quelloinabiticivilieramoltoalto,conlespalleunpo’curve:eral’ispettoreGaskill.Mihadettoancheilnomedelsuocollega,manonmeloricordo.Noneroconcentrata,riuscivoamalapenaarespirare.

«Cosavolete?Èsuccessoqualcosa?Sitrattadimiamadre?OppurediTom?»«SignoraWatson, va tuttobene.Dobbiamoparlarle di sabato sera»ha esorditoGaskill. Parlava

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comeidetectivedellatelevisione:nonsembravareale.Voglionoparlaredisabatosera.Cosacazzohocombinatosabatosera?

«Devosedermi»horeplicato,el’ispettoremihainvitataaprendereilsuoposto,vicinoaColloBrufoloso.Cathynonriuscivaastarefermaesimordicchiavaillabbroinferiore:eranelpanico.

«SignoraWatson,sisentebene?»mihachiestoGaskill,poihaindicatoiltagliosopral’occhio.«Sonostatainvestitadauntaxi.Èsuccessoduegiornifa,aLondra.Sonoandatainospedale,può

verificare.»«Okay»haribattuto,conuncennodelcapo.«Allora,chemidicedisabatosera?»«SonoandataaWitney»horisposto,cercandodiappariretranquilla.«Cosacièandataafare?»ColloBrufolosoavevaestrattoiltaccuino,prontoascrivere.«Volevovederemiomarito.»«Rachel!»haesclamatoCathy.Il detective l’ha ignorata. «Suo “marito”? Forse intende il suo “ex”marito? TomWatson?» Sì,

portoancorailsuocognome:èpiùcomodo.Nonhodovutocambiarelecartedicredito,l’indirizzoe-mail,ilpassaportoeglialtridocumenti.

«Sì.Volevovederlo,mapoihocapitochenoneraunabuonaidea,cosìsonotornataacasa.»«A che ora è arrivata a Witney?» Il tono di voce di Gaskill era neutro, il volto impassibile.

Muoveva appena le labbra. Sentivo il rumore della penna di Collo Brufoloso e il sangue chemipulsavanelleorecchie.

«Sarannostate...leseiemezza,misembra.Credodiaverpresoiltrenoversolesei.»«Edètornataacasaalle...?»«Allesetteemezza,piùomeno.»HoguardatoCathyconlacodadell’occhio:leisapevachenon

stavo dicendo la verità. «Forse un po’ più tardi, intorno alle otto. Sì, ecco, adesso ricordo: eranoappena passate le otto.» Sono avvampata: se Gaskill non si era accorto chementivo, non dovevaessereungranpoliziotto.

Ildetectivehaafferratounadellesediesistematesottoiltavoloel’haspostataconpigliorisoluto.L’hapiazzataamenodiunmetrodameesièseduto,conlemanisulleginocchiaelatestapiegatadilato.«Okay.Leièuscitaallesei,èarrivataaWitneyalleseiemezza,ederadinuovoacasaperleotto,quindièripartitadaWitneyallesetteemezza.Ècorretto?»

«Sì,ècosì»hoconfermato,convocetremolante.Inmenodiunsecondo,miavrebbechiestocosaavevofattoinquell’ora,eiononsapevocherispondere.

«Enonèandatadalsuoexmarito.Quindicos’hafattodurantequell’oraaWitney?»«Hofattoungiro,apiedi.»Èrimastoinsilenzio,inattesadiulterioridettagli.Hopensatodidirglicheeroentratainunpub,

masarebbestatostupido,perchéluiavrebbepotutocontrollare.Miavrebbedomandatoinqualepuberoandataeseavevoparlatoconqualcuno.Mentre riflettevosulla risposta,misonoresacontodinonaverglichiestoperchévolevasaperedovefossistatasabatosera:dovevaesserglisembratouncomportamentostrano,chegettavaun’ombradisospettosudime.

«Haparlatoconqualcuno?»ha incalzato,comesemiavesse lettonelpensiero.«Èentrata inunnegozio,inunlocale?»

«Ho parlato con un tizio in stazione!» ho esclamato a voce alta, in tono quasi trionfante. «Maperchévuolesaperlo?Checosaèsuccesso?»

L’ispettoreGaskillsièappoggiatoalloschienale.«ForsehasentitocheèscomparsaunadonnadiWitney,cheabitainBlenheimRoad,apochimetridallacasadelsuoexmarito.Siamoandatiportaa

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portaeabbiamochiestoatuttisel’avesserovistasabatoseraoseavesseronotatoqualcosadistrano.Durante lenostre ricerche, è saltato fuori il suonome.»Ha fattounapausa,perdarmi il tempodidigerirel’informazione.«Quellasera,piùomenoall’oradellascomparsadellasignoraHipwell,leiè stataavvistata inBlenheimRoad.LasignoraAnnaWatsonciha riferitodiaverlavista in strada,vicino alla casa degliHipwell, non lontano dalla sua proprietà.Ha detto che lei si comportava inmanierastrana.Sièpreoccupataehapersinopensatodichiamarelapolizia.»

Ilmiocuorebattevaimpazzito.Nonriuscivoaparlare.Mivedevonelsottopassaggio,conlemanisporchedisangue.Dichieraquelsangue?Eramio?Dovevaesseremio!HoguardatoGaskillnegliocchi:dovevodirequalcosasubito,perevitarechemileggessedinuovonelpensiero.«Nonhofattoniente.Volevo...volevosoltantovederemiomarito.»

«Il suo ex marito» mi ha corretto di nuovo Gaskill. Ha preso una foto dalla tasca e me l’hamostrata:eraMegan.«Sabatoserahavistoquestadonna?»L’hoguardataalungo:eradavverostranoconoscerlainquellasituazione.Eralabiondaperfetta,ladonnadellaqualeavevoimmaginatolavita,nellamiatesta.Eraunprimopianofattodaunfotografoprofessionista.Ilineamentieranoappenapiùmarcatidicomemelierofigurati,nondelicaticomequellidellamiaJess.«SignoraWatson?L’havista?»

Nonlosapevo,davvero.Enonlosonemmenoadesso.«Nonmisembra.»«Nonlesembra?Quindipotrebbeaverlavista?»«Io...nonnesonosicura.»«Sabatoseraavevabevuto?PrimadiandareaWitney,intendo,avevabevuto?»Arrossii.«Sì.»«LasignoraWatson...AnnaWatsonritienecheleifosseubriaca,quandol’havistafuoridallasua

casa.Eraubriaca?»«No»horeplicatoguardandolonegliocchiedevitandoquellidiCathy.«Mierofattaunpaiodi

drinknelpomeriggio,manoneroubriaca.»Gaskill ha sospirato: sembrava quasi deluso. Ha lanciato un’occhiata a Collo Brufoloso, poi è

tornatoafissarmi.Sièalzatoconstudiatalentezzaeharimessolasediaalsuoposto,sottoiltavolo.«Se le tornasse in mente qualcos’altro, qualsiasi informazione che possa aiutarci nelle indagini,sarebbecosìgentiledachiamarci?»haconcluso,allungandomiunbigliettodavisita.

Ha salutato Cathy e si è preparato a uscire, mentre io sprofondavo nel divano. Il cuore harallentatoperunattimo,poiharipresoadaccelerarequandosièrivoltodinuovoame.«Leilavoranellepubblicherelazioni,vero?AllaHuntingdonWhitely?»

«Sì,allaHuntingdonWhitely.»Controlleràescopriràchehomentito.Nonpossopermetterlo,devoessereioaconfessarglielo.Eccocosastoperfarestamattina:vadoallapoliziaperripulirmilacoscienza.Diròtutto:chenon

lavorodamesi,chesabatoseraeroubriacafradiciaenonsoacheorasonorientrata.Diròquellocheavrei dovuto dire ieri sera: che stanno cercando nella direzione sbagliata. Dirò che homotivo dicrederecheMeganHipwellavesseunamante.

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SeraLapoliziapensache iosiaunaficcanaso,unamolestatrice,unapazzafuoridi testa.Nonsareimaidovutaandaredaloro:hopeggioratolamiasituazioneenonsononemmenoriuscitaadaiutareScott,cosa che era l’obiettivo principale della mia missione. Lui ha bisogno di me: è ovvio che gliinquirenticredonocheleabbiafattoqualcosa,maiosochenonèvero,perchéloconosco.Anchesesembraunafollia,sodiavereragione.L’hovistoinsiemealei:nonpotrebbemaifarledelmale.

Vabene,devoesseresincera:nonsonoandataallapoliziasoltantoperaiutareScott.Dovevoancherisolvereilproblemadellabugia,quellasulmiolavoroallaHuntingdonWhitely.

Cihomessounsaccoditempoatrovareilcoraggiodientrareincommissariato.Sonostatapiùvoltesulpuntoditornareacasa,poiperòcel’hofatta.Hochiestoalpiantonesepotevoparlareconl’ispettoreGaskill e luimi ha indicato una sala d’attesa soffocante, dove sono rimasta per più diun’ora. Sudavo e tremavo, come un condannato amorte. Poimi hanno portata in un’altra stanza,ancora più piccola e puzzolente, senza finestre, e lì ho aspettato una decina di minuti, prima chearrivasse l’ispettore, accompagnato da una donna, anche lei in borghese. Lui mi ha salutata congentilezza:nonsembravasorpresodivedermi.Mihapresentato lacollega, il sergenteRiley:èpiùgiovanedime,alta,magra,moraecarina,conilvisopiccoloesfuggente,comequellodiunavolpe.Nonhasorrisoallepresentazioni.

Cisiamosedutiesiamorimastiinsilenzio;miguardavano,inattesacheiniziassiaparlare.«Mi ricordo di quel tizio. Vi ho detto che c’era un uomo in stazione. Sono in grado di

descriverlo.» Il sergenteRileyavevaun’aria scettica.«Altezzamedia, corporaturanormale, capellirossicci.Sonoinciampatasullescaleemihapresaperunbraccio.»Gaskillsièchinatoinavanti,conigomiti appoggiati sul tavoloe lemani intrecciate, all’altezzadellabocca.«Portava...unacamiciaazzurra,misembra.»

Non è vero: ricordo un uomo, sono quasi certa che avesse i capelli rossicci e che mi abbiaaccennatounsorriso,mentreerosultreno.PensochesiascesoaWitneyeforsemihadettoqualcosa.Èpossibilechesiainciampatamentrescendevolescale.Rammentodiesserescivolata,manonsonosicurachesiasuccessosabatosera.Sonocadutamoltevolte,susvariatescale.Enonhoideadicomefossevestito.

Ipoliziottinoneranomoltocolpitidalmioracconto.IlsergenteRileyscuotevalatesta,inmodoquasiimpercettibile.Gaskillhaallargatolemanisultavolo.«Okay.Èvenutafinquiperdirciquesto,signoraWatson?»Noneraarrabbiato,anzi,sembravachevolesseincoraggiarmi.DesideravochelaRileyseneandasse:potevofidarmisoltantodilui.

«NonlavoropiùperlaHuntingdonWhitely»hospiegato.«Ah!»Sièappoggiatoalloschienale,oraparevainteressato.«Datremesi.Lamiacoinquilina...be’,è lapadronadicasa,adire ilvero...nonnesanulla.Sto

cercando un altro lavoro. Non gliel’ho detto perché non volevo farla preoccupare. Ho qualcherisparmio,sonoingradodipagarel’affitto,ma...aognimodo,ierihomentitoalriguardo,esonovenutaascusarmi.»

LaRileysièsportainavantiemihasorriso,inmanierameccanica.«QuindileinonlavorapiùperlaHuntingdonWhitely,néperun’altraazienda,vero?Èdisoccupata?»Hoannuito.«Enonèiscrittaalcollocamento?»

«No.»

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«E...lasuacoinquilinanonsièresacontochenonvapiùinufficio?»«Civado.Cioè,nonallavoro,mavadoaLondraognimattina,allostessoorariodiprima,quindi

lei...no,nonsièaccortadinulla.»IlsergenteRileyhalanciatoun’occhiataaGaskill,checontinuavaafissarmi,conl’ariaunpo’perplessa.«Sochesembraassurdo...»Misonofermata.Nonerasoltantoassurdo:eraunafollia.

«Bene.Quindi ogni giorno lei finge di andare al lavoro?»mi ha domandato laRiley, come sedubitassedellamiasalutementale.Nonho risposto,néannuito: sono rimasta insilenzio.«SignoraWatson,possochiederleperchéhalasciatoilsuoimpiego?»

Era inutile mentire: se non avevano ancora controllato, lo avrebbero fatto subito dopo ilcolloquio.«Sonostatalicenziata.»

«Leièstatalicenziata»haripetutolaRiley,soddisfatta:eraproprioquellocheavevapensato.«Eperché?»

HosospiratoemisonorivoltaaGaskill.«Checosac’entra?Èdavveroimportantepervoisapereperchéhopersoillavoro?»

L’ispettore non ha replicato; stava leggendo alcuni appunti che la Riley gli aveva passato e hascossolatesta.Ilsergentehacambiatotono.

«SignoraWatson,volevofarlealcunedomandeinmeritoasabatosera.»HocercatoGaskillconlosguardo: ne avevamo già parlato, ma i suoi occhi erano rivolti altrove. «Va bene» ho replicato.Continuavoaportarmilamanoallatesta,pertoccarelaferita:nonriuscivoafarneameno.

«MidicaperchésabatoseraèandatainBlenheimRoad.Volevaparlareconilsuoexmarito?»«Noncredochequestisianoaffarisuoi.»Eprimacheavesseiltempodireplicare,hoaggiunto:

«Perfavore,possoavereunbicchierd’acqua?».Gaskillsièalzato inpiediedèuscitodallastanza:noneraquellochesperavo.LaRileynonha

dettounaparola,hacontinuatoafissarmiconunsorrisettosullelabbra.Iononriuscivoasostenereilsuo sguardo e fissavo il tavolo, o le pareti. Era una tattica, lo sapevo: rimaneva in silenzio permettermiadisagioecostringermiadirequalcosa,anchecontrolamiavolontà.«Avevoalcunecosedadiscutereconlui:questionipersonali.»Eraun’affermazioneretorica,eancheunpo’ridicola.

Leihasospiratoeiomisonomorsicataillabbro,pernonparlare.AspettavoilritornodiGaskill.Quandol’ispettorehaposatoilbicchierd’acquasultavolo,leiharipresol’interrogatorio.

«Questionipersonali,hadetto?»«Propriocosì.»Iduepoliziottisisonoscambiatiun’occhiatad’intesa:noncapivoseeranoarrabbiatiodivertiti.

Ero tesa, sudavo.Hobevutoun sorsod’acqua; avevaun sapore tremendo.Gaskillhaconsultato lecarte,poilehamessedaparte,comeseavessefinitoononcontenesseronulladiimportante.

«SignoraWatson,la...ehm,lamogliedelsuoex,lasignoraAnnaWatson,èmoltopreoccupata.Cihadetto che lei l’ha infastidita, cheha infastidito suomarito, che si èpresentata a casa loro senzaesserestata invitataeche inun’occasione...»Gaskillha ricontrollatogliappunti,ma laRiley lohainterrotto.

«Che inun’occasione lei si è introdotta in casa ehapreso la loro figlia, unabambinadi pochimesi.»

Unbuconerosièapertoalcentrodellastanzaemihainghiottita.«Nonèvero!Nonl’hopresa!Nonèandatacosì.Io...iononl’hopresa!»

Eromolto agitata: ho iniziato a tremare e urlare, dicendo che volevo andarmene.LaRiley si èalzatainpiedi,hascrollatolespalleesièallontanata,mentreGaskillmihaallungatounfazzolettino.

«SignoraWatson,èliberadiandarviaquandovuole.Èstataleiavenirequiperparlareconnoi.»

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Mi ha sorriso, quasi per scusarsi. In quel momento, mi è piaciuto: volevo prendergli la mano estringerla, ma non l’ho fatto, non sarebbe stato opportuno. «Credo che lei voglia aggiungeredell’altro.»Mièpiaciutoancoradipiù,perchéhausatolaprimapersonasingolare,enonplurale.

«Forsepreferisceprendersiunapausa,fareduepassi,mangiareunboccone.Poi,quandosisaràripresa,potràtornareperdirmitutto.»Sièalzatoemihaaccompagnataallaporta.

Ho deciso di lasciar perdere e tornare a casa; mi sono incamminata verso la stazione, poi horipensatoaiviaggi in treno,andataeritorno,ognigiorno,davantiallacasadiMeganeScott.Esenon l’avesseropiù trovata?Avreicontinuatoa tormentarmipernonaverlaaiutata.EseScott fossestatoaccusatodiaverlefattodelmalesoltantoperchégliinquirentinonsapevanodell’esistenzadiB?EseleifossestataacasadiB,legatanelloscantinato,ferita,sanguinante,oppuresepoltaingiardino?

HoseguitoilconsigliodiGaskill:hocompratounpaninoalprosciuttoeunabottigliad’acquaesonoandatanell’unicoparcodiWitney.Èunospiazzoabbastanzatriste,circondatodacaserisalentiaglianniTrentaeconuncampettodagiocoincemento.Misonosedutasuunapanchinaemisonomessaaguardarelemammeelebabysitterchesgridavanoibambiniperchémettevanoinboccalasabbia.Alcuniannifa,sognavodiessereunadiloro,diandareinquelparco,nonpermangiareunpanino nel mezzo di un interrogatorio della polizia, ma per far prendere un po’ d’aria al miobambino.Pensavoalpassegginocheavreicomprato,aicompletinicoloratieaigiocattolieducativicheavreisceltoconcura.Fantasticavodisedermilì,conilmiofrugolettosulleginocchia.

Non è andata così. Imedici non hanno capito perché non riesco a rimanere incinta. Non sonovecchia,sonoabbastanzainformaebevevopoco,quandoabbiamodecisodiprovarci.Lospermadimio marito era abbondante e attivo. Non è successo, tutto qui. Non ho dovuto subire il calvariodell’aborto; semplicemente, non sono mai rimasta incinta. Abbiamo anche fatto un tentativo diinseminazioneartificiale, l’unicochepotessimopermetterci.Ciavevanoavvertitochesarebbestatounfallimento,manessunomiavevadettocheavrebbefinitoperallontanarci.Iosonoandatainpezzi,eilmiocrollohadistruttolacoppia.

Senonpuoiaverefigli,ilproblemaècheilmondofadituttoperricordartelo,specialmentesehaisuperato i trent’anni. Imieiamiciavevano figli,gliamicidegliamiciavevano figli,dappertuttosiparlavadigravidanze,partiebattesimi.Melochiedevanotutti,incontinuazione:miamadre,imieiamici,icolleghi.Quandotoccheràate?Allafine,ilfattochenonavessimobambinieradiventatounargomento di conversazione. Non tra me e Tom, ma in generale. Che cosa stavamo facendo alriguardo,cosaavremmodovutofare,pensichesiadavveroilcasodibereunaltrobicchieredivino?Eroancoragiovane,c’eratempo,mailfallimentosièabbattutosudimecomeunacappasoffocante,mi ha travolto, privandomi di ogni speranza. All’epoca, mi infastidiva essere considerata l’unicaresponsabile,comesedipendessesolodame.Adire ilvero,Tomcihamessounattimoafareunfiglio con Anna: la sua virilità non è mai stata in discussione. Sbagliavo a dire che era colpa dientrambi:erasoltantocolpamia.

Lara,lamiamiglioreamicafindaitempidell’università,haavutoduefigliindueanni,primaunmaschietto,poiunafemminuccia.Nonmipiacevano,nonvolevosaperenulladiloro,nonlivolevovedere.Dopounpo’,Laraha smessodi cercarmi.Al lavoro, una collegamiha confidatodi averavuto un aborto farmacologico; lo ha ammesso con noncuranza, come se stesse parlando diun’appendicectomiaodell’estrazionedeldentedelgiudizio,ehaaggiuntocheerastatomoltomenotraumatico dell’aborto chirurgico che aveva affrontato ai tempi dell’università. Dopo quellaconversazione,nonsonopiùriuscitaaparlareconlei,néaguardarlainfaccia.Glialtricolleghisenesonoaccortiel’atmosferainufficiosièfattapesante.

Tomnonhareagitocomeme.Tantoperiniziare,nonloconsideravaunsuofallimento,epoilui

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nonavevabisognodiunfiglio,nonquantoneavevoio.Sonocertachedesiderassediventarepadre,avereunmaschiettoalqualeinsegnareagiocareacalcio,ounabambinadacaricarsisullespalleeportarealparco,maritenevachelanostravitafossebellaanchesenzafigli.Siamofelici,nonfacevaaltrocheripetermi,perchénonpossiamocontinuarecosì?Allafinesièstufatodime:nonriuscivaacapirecomesipossasoffrireperlamancanzadiqualcosachenonsièmaiavuto.

Mi sentivo sola nella mia disgrazia. Ho iniziato a bere un po’, poi un po’ di più, e mi sonoritrovatasemprepiùisolata,perchéanessunopiacefrequentareun’ubriacona.

Ilmiolavoromipiaceva,manonavevounacarrierabrillante;anchesel’avessiavuta,sappiamobenecheledonnesonovalutatesoltantoinbaseadueparametri:illoroaspettofisicoeilloroesseremadri.Iononsonobellaenonpossoaverefigli.Quindisonounesseredeltuttoinutile.

Ma non è per questo motivo che sono sprofondata nell’alcolismo. E non posso nemmenoincolpare imiei genitori, lamia infanzia, unparente cheha abusatodimeounaqualche terribiletragedia.Èstatasolocolpamia.Alzareilgomitomièsemprepiaciuto,peròerodiventatapiùtriste,elatristezzaènoiosa,siaperlepersonechenesoffronosiaperquellechelefrequentano.Dabevitricemisonotrasformatainalcolista,ovveronellapersonapiùnoiosadelmondo.

Da quando vivo da sola, la sofferenza per il fatto di non avere figli è diminuita. Ho dovutoaffrontareilproblema:holettolibriearticoli,hocapitochepotevofarcela.Cisonodelletecnichestudiateappositamente,cisipuòriuscire.Semiriprendessiesmettessidibere,potreifarerichiestadiadozione.Hotrentatréanni:lamiavitanonèfinita.Stomegliodialcuniannifa,quandononriuscivoafarelaspesaalsupermercatosec’eranotroppemammeconibambini.Nonsareistataingradodifrequentareunparcocomequelloincuimitrovavo,disedermisuunapanchinaeguardareipiccoliche vanno sull’altalena. Nei momenti peggiori, quando il desiderio diventava incontrollabile, misembravadiesseresulpuntodiperderelatesta.

Forse è successo, per un momento. Il giorno di cui mi hanno chiesto al commissariato, quelgiornoprobabilmentel’avevopersadavvero.ErastatoqualcosacheavevadettoTomafarmiperdereilcontrolloescivolarenellafollia.Omeglio,qualcosacheavevascrittosuFacebook,quellamattina.Nonerastataunasorpresa:sapevocheleieraincinta,erastatoluiadirmelo,el’avevoanchevista,avevonotatolatendarosanellacameretta.Eroconsapevolechestessepersuccedere,mapensavoallabambinacomeallafigliadiAnna,almenofinquandononhovistolafotografiadiTomchetenevainbracciolaneonata,lesorridevaecommentava:«Dunqueèdiquestocheparlanotutti!Maiprovatounamorecosìgrande!È ilgiornopiù felicedellamiavita!».Pensai a lui che scrivevaquelleparole.Sapevacheavreivistolafoto,cheavreilettoquellafrase,chemiavrebbeuccisa,mal’avevascrittalo stesso.Non gliene importava nulla.Ai genitori interessano soltanto i propri figli: sono loro ilcentrodell’universo,l’unicacosachecontidavvero.Nessunaltroèimportante,lagioiaeildoloredeglialtrinonhannosenso,nonesistono.

Eroarrabbiata, fuoridime, forsevolevovendicarmiemostrare loroche lamiasofferenzaerareale.Ecosìhofattounacosastupida.

Dopounpaiod’oresonotornataalcommissariato.HochiestodiparlareconGaskilldasola,maluiharispostocheritenevanecessarialapresenzadellaRiley.Dopoquelleparole,mièpiaciutounpo’meno.

«Nonhofattoirruzioneincasaloro.Sonoandatalà,èvero.VolevoparlareconTom,manessunoharispostoalcampanello...»

«Ealloracomehafattoaentrare?»hadomandatolaRiley.«Laportaeraaperta.»«Laportaprincipale?»

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Sospirai.«No,quellasulretro,quellachedàsulgiardino.»«Ecomehafattoaentrarenelgiardino?»«Hoscavalcatolosteccato,sapevoche...»«Dunqueleihascavalcatolarecinzioneperintrodursiincasadelsuoexmarito?»«Sì.Di solitonoi... c’era sempreuna chiavedi riserva sul retro.Avevamoconcordatounposto

dovenasconderla,nelcasocheunodeidueavessepersolechiavioleavessedimenticate.Noneramia intenzione fare irruzione in casa, volevo soltanto parlare con Tom. Ho pensato che... che ilcampanellofosserottooqualcosadelgenere.»

«Era pomeriggio, un giorno feriale, vero?Che cosa le faceva pensare che suomarito fosse incasa?Avevatelefonatoperaccertarsene?»haincalzatoilsergente.

«Cristo!Mi lascia parlare?» ho urlato, e lei ha scosso la testa e mi ha guardata con quel suosorrisetto di compatimento, come semi conoscesse emi leggesse nel pensiero. «Ho scavalcato larecinzione»horipreso,cercandodicontrollareil tonodellavoce«ehobussatosulleporteavetri,cheeranosocchiuse.Nessunoèvenuto,allorahomessolatestadentroehochiamatoTom.Nonhoricevutorisposta,masentivolabambinapiangere.SonoentrataehovistoAnna...»

«LasignoraWatson?»«Sì, la signoraWatson.Era suldivano,dormiva.Labambinaeranelporte-enfant. Strillava, era

tuttarossainvolto,credochefrignassedaunpo’.»Inquelmomento,misonoresacontocheavreidovuto dire che gli strilli della bambina si sentivano dalla strada, e che proprio per quello avevodecisodientrarenelgiardino.Forsenonsareipassataperunapazzafuriosa.

«Quindilabambinapiange,lamadreèlìenonsisveglia?»mihachiestolaRiley.«Sì.»Haappoggiatoigomitisultavolo,conlemanidavantiallabocca,quindinonsonoriuscitaa

vederelasuaespressione,peròsochenonmihacreduto.«L’hopresainbracciopercalmarla.Tuttoqui.L’hopresaperfarlasmettere.»

«Einvecenonètuttoqui:quandoAnnasièsvegliata,leinonc’erapiù,vero?Sieraavvicinataallapalizzata,versoibinari.»

«Lapiccolanonsiècalmatasubito.Hoprovatoacullarla,macontinuavaapiangere,cosìsonouscitaafareduepassi.»

«Versoibinari?»«Ingiardino.»«VolevafaredelmaleallafigliadeiWatson?»A quel punto, sono scattata in piedi. È stato un gesto un po’melodrammatico, lo ammetto,ma

volevofarcapireaqueidue,soprattuttoaGaskill,cheeraun’insinuazionedavveroinaccettabile.«Mirifiuto di rispondere! Sono venuta qui per parlarvi di quell’uomo, per aiutarvi nelle indagini, einvece...dicosamistateaccusando?»

Gaskill non ha battuto ciglio emi ha fatto segno di sedermi. «SignoraWatson, l’altra signoraWatson,cioèAnna,cihaparlatodileiduranteleindaginilegateallascomparsadiMeganHipwell.Ciha riferito che lei, in passato, ha manifestato comportamenti strani e imprevedibili. Ha citatol’incidentedellabambina,lesuecontinuemolestieeletelefonate.»Halettogliappunti.«Sembracheleichiamiquasituttelesere,chenonabbiaaccettatolafinedelmatrimonio...»

«Non è vero!» Ogni tanto chiamo Tom, non lo nego, ma non certo tutte le sere: Anna avevaesagerato,peròavevolasensazionecheGaskill,dopotutto,nonfossedallamiaparte.Mièvenutodapiangere.

«Perchénonhacambiatocognome?»hachiestolaRiley.«Prego?»

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«Leiusaancora ilcognomedasposata.Perché?Seunuomomi lasciasseperun’altra, iopensoche vorrei sbarazzarmi del suo cognome.Di sicuro non vorrei condividerlo con la donna che hapresoilmioposto...»

«Be’, forse io non sono cosìmeschina!» Sì che lo sono: non sopporto che lei si chiamiAnnaWatson.

«Buonperlei.El’anello,quellocheportainfilatonellacatenina,èlasuafedematrimoniale?»«No.È...eradimianonna.»Èunabugia.«Davvero?Bene,allora.Secondome, ilsuocomportamentosuggeriscechelei,comeipotizzato

dallasignoraWatson,nonvogliaguardareavanti,chesirifiutidiaccettarecheilsuoexmaritoabbiaunanuovafamiglia.»

«Noncapiscochecosa...»«Checosac’entra tuttoquestoconMeganHipwell?»È il sergentea completare la frase.«Lei è

stataavvistatanellastradaincuiabitaMeganHipwell,propriolaseraincuièscomparsa.Leièunadonnainstabile,conunproblemadialcolismo,eMeganassomigliaallasignoraWatson.»

«Nonsiassomiglianoperniente!»hoesclamato.JessnonhanienteachevedereconAnna.Meganècompletamentediversa.

«Sonotutteeduebionde,magroline,minute,dicarnagionechiara...»«QuindiioavreiaggreditoMeganpensandochefosseAnna?Èlacosapiùstupidacheabbiamai

sentito!» Però la ferita alla testa mi faceva ancora male e non ricordavo nulla di quello che erasuccessosabatosera.

«Sa cheMeganHipwell eAnnaWatson si conoscono?»mi ha chiestoGaskill, cogliendomi disorpresa.

«Checosa?No,nonsiconoscono.»LaRileyhasorriso,poiètornataseria.«Einvecesì.MeganhafattolababysitterperiWatson,ad

agostodelloscorsoanno.»Nonsocosadire,nonriescoaimmaginarla:Meganacasamia,conlei,conlasuabambina.

«Iltagliosullabbroseloèprocuratoquandoèstatainvestitadaltaxi?»mihadomandatoGaskill.«Sì,quandosonocaduta.»«Dovesièverificatol’incidente?»«ALondra,vicinoaHolborn,inTheobaldsRoad.»«Echecosacifacevadaquelleparti?»«Miscusi?»«CosaeraandataafareaLondra?»«Vel’hogiàdetto:lamiacoinquilinanonsachemihannolicenziata.VadoaLondraognigiorno,

comeprima.Vadoinbiblioteca,aggiornoilcurriculum,cercooffertedilavoro.»LaRileysembravamoltoscettica.Lefacevopena.Hospostato la sedia,prontaadandarmene.Neavevoabbastanzadiessere trattatacomese fossi

un’imbecille, o una pazza. Era arrivato il momento di calare l’asso. «Non capisco perché stiamoparlandodiquestoargomento.Credevocheavestecosepiùimportantidafare,comeindagaresullascomparsa diMeganHipwell, per esempio.Avete parlato con il suo amante?»Mihanno fissata insilenzio:nonsel’aspettavano.Enonsapevanonulladilui.«Forsenonneeravateaconoscenza,maMeganHipwell aveva una relazione extraconiugale.»Mi sono voltata per avviarmi verso la porta.Gaskillmihafermata:sièmossoconinsospettabileagilitàemihaanticipata,primachemettessilamanosullamaniglia.

«CredevocheleinonconoscesselaHipwell.Misbaglio?»

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«No,nonlaconosco»horeplicato,cercandodisuperarlo.«Sisieda»mihaordinato.Horaccontatoquellocheavevovistodaltreno,diMeganchelaseraescesullaterrazzaaprendere

ilsoleelamattinabeveilcaffè.Hodettochelasettimanascorsal’avevovistaconunuomochenonerailmaritoechesibaciavanonelprato.

«Quandoè successo?»hachiestoGaskill.Sembrava infastidito, forseperchéavreidovutodirlosubito,senzaparlaredimepertuttoilgiorno.

«Venerdì.Eravenerdìmattina.»«Quindi, il giorno prima della scomparsa, lei l’ha vista con un altro uomo?» ha domandato la

Riley, esasperata, poi ha richiuso il fascicolo. Gaskill si è appoggiato allo schienale e poimi hafissatanegliocchi.Leieraconvintachemifossiinventatatutto,mentreluinonneeracosìsicuro.

«Èingradodidescriverequell’uomo?»haripresoGaskill.«Alto,moro...»«Bello?»mihainterrottolaRiley.«PiùaltodiScottHipwell.Losoperché lihovisti insieme,Jesse...Volevodire,MeganeScott

Hipwell,equell’uomoeradiverso.Piùmagro,piùscuro,forseèdiorigineasiatica.»«Èriuscitaadeterminareilsuogruppoetnicodiappartenenzadaltreno?Davveronotevole!Echi

sarebbeJess?»hachiestolaRiley,sarcastica.«Comehadetto?»«HaparlatodiunacertaJess,unattimofa.»Sonoarrossitaehoscossolatesta.«No,nonèvero.»Gaskill si è alzato in piedi emi ha teso lamano. «Credo che sia sufficiente.»Gli ho stretto la

mano, ho ignorato la Riley emi sono girata per infilare l’uscita. «SignoraWatson, non si facciavedereinBlenheimRoad.Nonchiamiilsuoexmarito,senonpermotiviurgenti,enonsiavviciniadAnnaWatsonnéallasuabambina.»IltonodiGaskilleraperentorio.

Sultreno,mentretornoacasa,riesaminolagiornataeanalizzotuttoquellochehosbagliato,perònonmisentomalecomecredevo.Poicapiscoilperché:ieriseranonhobevuto,enonnehovoglia,nemmenoadesso.Perlaprimavoltadaunsaccoditempo,sonointeressataaqualcos’altrochenonsianolemiedisgrazie.Hounoscopo.O,quantomeno,unadistrazione.

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Giovedì18luglio2013MattinaStamattina, prima di salire sul treno, ho comprato tre quotidiani: Megan è scomparsa da quattrogiorni e cinque notti, quindi la stampa ne parla diffusamente. Il «Daily Mail», come al solito, èriuscitoascovareunasuafoto inbikini,mahaanchepubblicato ilprofilopiùcompletocheabbialettofinora.

MeganMills è nata aRochester nel 1983; all’età di dieci anni, si è trasferita con la famiglia aKing’sLynn,nelNorfolk.Eraunabambinaestroversa,brillanteetalentuosa.Unacompagnadiclassela ricorda «divertente, carina e piuttosto vivace». Lamorte del fratello, al quale eramolto legata,deveaverla resapiù irrequieta.Èdeceduto inun incidente stradale,quandoavevadiciannoveanni,quattro inpiùdella sorella.Lei è scappatadi casa tregiornidopo il funerale.È stata arrestataduevolte, per furto e adescamento. Secondo quanto scrive il «Mail»,Megan ha tagliato i ponti con igenitori.Sonomortialcuniannifa,senzaessersimairiconciliaticonlafiglia.(Provomoltatristezzaperlei.Dopotutto,nonècosìdiversadame:ancheleièsola,senzanessuno.)

All’etàdisedicianni,èandataavivereconunfidanzatocheavevaunacasavicinoaHolkham,nelnorddelNorfolk.Lacompagnadiscuola riferisceche«erapiùvecchiodi lei;eraunmusicista,oqualcosa del genere.L’abbiamopersa di vista, dopo che si èmessa con lui».Non c’è il nomedelfidanzato, forse non l’hanno rintracciato, oppure non esiste e l’amica si è inventata tutto solo pervedereilproprionomepubblicatosuigiornali.

Saltanoalcunianni:dicolpoMegannehaventiquattroelavoracomecamerierainunristorantediLondra.ÈlìcheincontraScottHipwell,consulenteinformatico,amicodelproprietariodellocale,eidueinizianoafrequentarsi.Dopoun«intensocorteggiamento»,ScotteMeganconvolanoanozze:leihaventiseianni,luitrenta.

Cisonoaltritestimoni,traiqualiTaraEpstein,l’amicadallaqualeMeganavrebbedovutoandarela sera della scomparsa.Dice che è una ragazza «deliziosa e spensierata» e che sembrava «moltofelice».«Scottnonpotrebbemaifarledelmale,perchéèdavveroinnamoratodilei.»Taraparlaperluoghi comuni. Trovo molto più interessante l’intervista a uno degli artisti che esponevano nellagalleriadiMegan,uncertoRajeshGujral, ilqualedichiarache«Meganèunadonnameravigliosa,intelligente,divertenteebellissima,moltoriservataedigrancuore».Forseavevaunacottaperlei.Poi un certo David Clark, ex collega di Scott, dice che «lui e Megs sono una splendida coppia.Felicissimieinnamorati».

Cisonoalcuniaggiornamentisulleindagini,malapolizianonrivelanulladisignificativo:hannoparlatocon«parecchitestimoni»estanno«esaminandodiversepiste».L’unicocommentodirilievoèquello dell’ispettore Gaskill: afferma che due uomini stanno aiutando la polizia nelle ricerche.Secondome,sonoentrambisospettati.UnoèScott,el’altro?PotrebbeessereB?ForseBèRajesh?

Sonocosìconcentratanellaletturachemisonodimenticatadiguardarefuoridalfinestrino:sonoappenasalitaesiamogiàarrivatialsemafororosso.C’èqualcunonelgiardinodiScott:duepoliziottiin divisa davanti alla porta di servizio. Mi gira la testa: forse hanno qualche novità? L’hannoritrovata?C’èuncadaveresepoltoingiardino,osottoleassidelpavimento?Nonpossofareamenodi pensare agli abiti lungo i binari, anche se è un’idiozia, perché erano lì molto prima dellascomparsadiMegan.Inoltre,sequalcunolehafattodelmale,nonpuòesserestatoScott,loescludo.Lui è innamoratissimodi lei, lodicono tutti. Il tempoè cambiato: il cielo èplumbeo,minaccioso.

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Nonvedocosa succededentro lacasa, emidispiacemolto. Inunmodoonell’altro,ormai facciopartediquestastoriaenonsopportodirimanerneesclusa.Devosaperechecosastasuccedendo.

Hoelaboratounpiano.Primaditutto,devoscopriresec’èunmodoperricordarequellochemiècapitato sabato sera.Faròuna ricerca inbiblioteca,vedrò se l’ipnosimipuòaiutare a ritrovare lamemoria.Epoinoncredochelapoliziamiabbiacredutaquandohoparlatodell’amantediMegan,quindidevomettermiincontattoconScottHipwell.Devodirglielo,luimeritadisaperelaverità.

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SeraIltrenoèpienodigentefradicia;gliabitieicapelliinzuppatirilascianoun’umiditàchesicondensasuifinestrini.L’ariapuzzadisudore,profumoedetersivo;ipasseggeritengonolatestabassa.Ilcieloeranuvolosofindastamattina,manel tardopomeriggiosièscatenatounveroepropriouragano,giustonell’oradipunta,quandogli impiegatiesconodall’ufficioe intasanolestradeegli ingressidellametropolitana,inuncaosdiombrellichesiapronoesichiudono.

Iononhol’ombrelloesonotuttabagnata,comeseavessipresounasecchiatad’acqua.Ipantalonidi cotone sono appiccicati alle cosce e la camicetta azzurra è ormai trasparente: sono corsa dallabiblioteca alla stazione cercando di coprirmi alla meglio con la borsetta. Non so perché, ma hoiniziatoavedereillatobuffodellasituazioneemisonomessaariderecosìfortedafarmimancareilrespiro,primaancoradiarrivarealla finediGray’sInnRoad.Eraunavitachenonridevocosìdigusto.

Adessonon ridopiù.Nonappena sono riuscita a sedermi,hocontrollatogli aggiornamenti sulcasodiMeganehovistolanotiziachetemevo:«UnuomoditrentacinqueannièstatoufficialmenteinterrogatodallapoliziadiWitney, in relazioneallascomparsadiMeganHipwell,avvenutasabatosera». È Scott, ne sono certa. Spero soltanto che abbia letto lamia e-mail prima dell’arrivo dellapolizia,perchéun interrogatorioufficiale èunacosa seria, significa cheè sospettato.Madi cosa?Forse non è successo niente. ForseMegan sta bene. Ogni tanto penso che potrebbe essere viva evegeta; la immagino conundrink inmano, seduta sulla terrazzadi unbell’albergo, affacciato sulmare.

Ilpensieromirallegraeal tempostessomidelude,esubitomidetestoperessermisentitacosì.Non le auguro alcun male, anche se sono molto arrabbiata con lei per aver tradito Scott e avermandatoinfrantumilamiaideadicoppiaperfetta.Ilfattoèchemisentocoinvoltanellavicendaenelsuomistero.Nonsonopiùsoltantounaragazzasultreno,unachevaavantieindietrosenzamotivo,senzascopo.VogliocheMegantorniacasasanaesalva.Davvero,lovoglio,manonsubito.

Stamattinahoinviatoun’e-mailaScott;nonèstatodifficiletrovareilsuoindirizzo.Hocercatoilsuo nome suGoogle e sono stata rimandata al sitowww.shipwellconsulting.co.uk, che pubblicizza«servizidiconsulenzainformaticaperaziendeeorganizzazioninoprofit».Erocertachefosselui,perchél’indirizzocoincidevaconquellodicasa.

Hoinviatounbrevemessaggioall’e-mailindicatasulsito:

CaroScott,michiamoRachelWatson.Nonciconosciamo,mavorreiparlarledisuamoglie.Nonsodovesitrovialmomento,nécosalesiacapitato,mahoalcuneinformazionichepotrebberorivelarsiutili.Seleipreferissenonincontrarmi,nonpotreibiasimarla,maseinvecedecidessedifarlo,puòrispondermiaquestoindirizzodipostaelettronica.Cordialisaluti,

Rachel

Alsuoposto,nonrisponderei.Anchelui,comelapolizia,penseràchesonounasquilibratachehalettolanotiziasuigiornali.Oranonlosapròpiù,perchéforsel’hannoarrestatoenonhanemmenovisto ilmiomessaggio.Seècosì, lamiae-mail sarà letta soltantodaipoliziotti, il chepuòesserepericolosoperme,madovevofareuntentativo.

Sonodisperata,senzavied’uscita.Nonriescoavederefuoridalfinestrino,ecomunquelapioggia

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mi impedirebbe di scorgere qualunque cosa oltre la palizzata ferroviaria. Forse l’acqua stadistruggendo le prove, proprio in questo momento: macchie di sangue, impronte di scarpe,mozziconicontraccedidna.Hobisognodibere:sentoilsaporedelvinosullalinguael’alcolcheentraincircolo,accelerandoilflussodeipensieri.

Vogliobere,mainrealtànonvoglio,perchéseoggiresisteròsaràilterzogiornosenzaalcol,enonricordoquandoèstatal’ultimavoltachenonhotoccatolabottigliapertregiornidifila.Sentoritornare una sensazione che un tempo conoscevo bene: la mia vecchia testardaggine. Erodeterminata,riuscivoadalzarmiognimattinapercorrerediecichilometriprimadicolazioneestavoadietapersettimane.EraunadellecosecheTomamavadime:lamiacocciutaggine,lamiaforza.Verso la fine, durante una lite, lui ha perso la pazienza. «Rachel, cosa ti è successo? Quando seidiventatacosìdebole?»

Non lo so. Non so dove sia finita la mia forza, non ricordo di averla persa. Forse è stataconsumatadallavita,unpo’allavolta,inunlentologorio.

Il treno frena bruscamente come al solito al semaforo rosso, a Witney. I passeggeri perdonol’equilibrio,siurtanoelescuseriecheggianonelvagone.Alzogliocchiemiritrovoafissareiltiziodi sabato sera, quello con i capelli rossicci che mi ha aiutata. Anche lui mi osserva, con i suoiincredibili occhi azzurri; mi spavento e mi sfugge il cellulare di mano. Lo raccolgo e torno ascrutareilvagone,concautela.Poipuliscoilvetroconilgomitoeguardofuori:luièsemprelì,misorride,conilcapopiegatodilato.

Arrossisco.Nonsocosafare,nonsoperchémisorride.Vuoledirmi:«Ciao,seiquelladell’altrasera!» o forse: «Ah, è quella sciroccata che è caduta dalle scale e mi ha coperto di insulti!» oqualcos’altro ancora? Non lo so, ma un frammento sonoro si aggiunge al mio ricordo confuso:mentre cado dalle scale, lui chiede: «Va tutto bene, tesoro?».Vorrei nascondermi e scomparire. Iltreno entra nella stazione diWitney e i passeggeri iniziano ad agitarsi, a chiudere il giornale, aspegnereilKindleel’iPad,prontiascendere.Alzolosguardoesonosollevata:luisièvoltatoesistaavviandoversol’uscita.

Misentounaperfetta idiota.Dovreialzarmi inpiedie seguirlo,parlargli.Luipuòdirmicosaèsuccesso,eanchecosa“non”èsuccesso;potrebbeaiutarmiariempireivuoti.Mialzo,maètroppotardi,leportestannoperchiudersi,sonoametàdelvagone,noncelafaccioaraggiungerel’uscitaintempo. Sento il fischio e subito dopo il convoglio riparte. L’uomo di sabato sera è in piedi sulbinario,miguardamentreiltrenosiallontana.

Più mi avvicino a casa, più mi innervosisco; ero tentata di scendere a Northcote per tornareindietroacercarlo.Un’idearidicolaeanchepericolosa,vistocheieriGaskillmihaintimatodinonfarmivedereaWitney.Manonhomoltesperanzediriuscirearicordarequellocheècapitatosabatosera. Oggi pomeriggio ho fatto una breve ricerca su internet. I risultati hanno confermato lemieaspettative:l’ipnosinonèutileperrecuperareiricordicancellatidaamnesia,perchédifattononcisonoricordidarecuperare.Rimarràpersempreunbuconeronellamiavita.

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Megan

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Giovedì7marzo2013PomeriggioLa stanza è buia, l’aria viziata, appesantita dall’odoredei nostri corpi.Siamodi nuovo alloSwan,nella camera sotto la grondaia. Però questa volta è diverso: lui è ancora qui con me, e mi staguardando.

«Dovevuoiandare?»michiede.«Inunacasasullaspiaggia,sullaCostadelaLuz.»Luisorride.«Ecosafaremo?»Rido.«Oltreaquesto,vuoidire?»Miaccarezzalapancia,condelicatezza.«Oltreaquesto.»«Possiamoaprireunlocale,unagalleriad’arte,oimparareafaresurf.»Mibaciasulfianco.«ChenedicidellaThailandia?»Arriccio il naso. «Troppi ragazzini in vacanza. Preferisco la Sicilia: le isole Egadi. Potremmo

aprireunbarsullaspiaggia,andareapesca...»Rideancora,poisalesudimeemibacia.«Irresistibile...seidavveroirresistibile!»Vorreiridereedireavocealtaquellochepenso:«Haivisto?Hovintoio!Tel’avevodettochenon

sarebbestatal’ultimavolta,nonèmail’ultimavolta».Mimordolelabbraechiudogliocchi.Avevoragione io, non mi sbagliavo, ma è meglio non dirlo. Mi godo la vittoria in silenzio: è unasensazionedavveropiacevole,quasiquantolesuecarezze.

Dopo,miparlacomenonavevamaifattoprima.Disolitosonoioquellacheparla,maoggiluisiapre.Dicedisentirsivuoto,miraccontadellafamigliachehaabbandonato,delladonnaprimadimeediquellaprimaancora,quellacheglihadistruttolamenteelohalasciatosvuotato.Iononcredoall’esistenzadell’animagemella,maconluic’èun’intesachenonhomaiprovatoprima,oalmeno,chenonprovavodaun saccodi tempo.Nascedall’avercondivisoesperienze simili:noi sappiamocosasignificaesserespezzati.

Sentirsivuoto: lo capiscoperfettamente.Comincioa crederechenonesistauna soluzione.L’hoimparatodallapsicoterapia:ibuchidellavitanonsichiudonopiù.Devicrescereintornoaloro,comele radicicheaffondanonelcemento,edevi rimodellarti intornoallecrepe.Losobene,manon lodico,nonancora.

«Quandopartiamo?»glichiedo,maluinonrispondeeiomiaddormento.Quandomisveglio,luisen’èandato.

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Venerdì8marzo2013MattinaScottmiportailcaffè;siamofuori,interrazza.

«Stanottehaidormito»esordisce,poisichinaabaciarmisullatesta.È inpiedi dietrodime, con lemani sullemie spalle; la suapresenza è solida, rassicurante.Mi

appoggioalui,chiudogliocchieascoltoilrombodeltreno,chesifermaproprioall’altezzadicasanostra.Appenacisiamotrasferitiqui,Scottsalutavaipasseggericonlamano,emifacevasempreridere.Mistringelespalleemibaciasulcollo.

«Haidormito.Vuoldirechetisentimeglio.»«Sì.»«Allorafunziona?Laterapia?»«Mistaichiedendosepensodiessereguarita?»«Guarita?No,intendevodire...»Sentoildoloreincrinarelasuavoce.«Loso.»Sollevo lamanoe loaccarezzo.«Sto scherzando.Èunprocesso lento, enonè facile.

Nonsosecisaràmaiungiornoincuipenseròchehafunzionato,chesonoguarita.»Luimistringelaspalla,unpo’piùforte.«Quindivuoicontinuare?»michiede.Glirispondodisì.Un tempocredevoche lui fosse tuttoperme,chemibastasse.L’hocredutoperanni.Loamavo

tantissimo,eloamoancora,manonèpiùquellochevoglio.Gliunicimomentiincuisonodavveromestessaèdurantequeipomeriggifebbrilieclandestini,comeieri;ilcaloreelapenombramifannosentire viva. Forse quando scapperò via scoprirò di non essere comunque soddisfatta, forse ungiornomisentiròesattamentecomeadesso:nonalsicuro,soffocata.Forsevorròmettermidinuovoa correre emi ritroverò lungoquei vecchi binari, perchénon c’ènessun altropostodove andare.Forse,oforseno.Megliorischiare,giusto?

Scendoalpiano inferioreper salutarlo,mentre luivaal lavoro.Miabbracciaemidàunbaciosullatesta.

«Tiamo,Megs»sussurra.Iomisentomale.Sonoladonnapeggioredelmondo.Tramenodiunsecondoscoppieròinlacrime.

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Rachel

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Venerdì19luglio2013MattinaIl treno delle 8.04 è quasi vuoto. I finestrini sono aperti e, dopo il temporale di ieri, l’aria si èrinfrescata.Megan è scomparsa da centotrentatré ore e io sto bene come nonmi sentivo damesi.Questamattina,quandomisonoguardataallospecchio,hovistoalcunicambiamenti:lapelleerapiùluminosa,gliocchipiùbrillanti.Provounsensodileggerezza.Nonsonodimagritanemmenodiunetto,masonomenogonfia.Misentodinuovomestessa:quellacheerountempo.

Scottnonsièfattovivo.Nonhotrovatonotizierelativeafermi,quindicredocheabbiaignoratola mia e-mail. Sono delusa, ma me lo sarei dovuta aspettare. Stamattina, mentre uscivo di casa,Gaskillmihachiamataper sapere sepotevo fareunsalto incommissariato.Perunattimomi si ègelato il sangue,mapoi l’ispettoremihaspiegatochevolevamostrarmialcune fotografie.GlihochiestoseScottHipwellfossestatoarrestato.

«SignoraWatson,nonabbiamoarrestatonessuno.»«Mailtizio...quellocheaveteinterrogato?»«Nonpossodivulgareinformazioniriservate.»Parlaintonocalmo,rassicurante;lotrovodinuovopiacevole.Ieriserasonorimastasedutasuldivano,intutaemaglietta,ascriverelalistadellecosedafare,a

elaborarelepossibilistrategie.Peresempio,potreiandareallastazionediWitneyall’oradipuntaecercareiltizioconicapellirossicci,quellodisabatosera.Potreiinvitarloabereundrinkpercapiresesaosehanotatoqualcosa.Però,seAnnaoTommivedessero,miritrovereiancoradipiùneiguaiconlapolizia.Senzacontarechepotrebbeesserepericoloso.Portoancorainfacciaisegnidiquellacheforseèstataunacolluttazione:ilbernoccoloeiltagliosullabbropotrebberoessernelaprova.Esefossestatoluiacolpirmi?Anchesemisorrideemisaluta,nonèesclusochesiaunopsicopatico.Adireilvero,nonnehal’aria,anzi,mièsimpatico.

PotreicontattaredinuovoScott,madovreidargliunabuonaragioneperfarmiascoltare.Segliscrivessiquellochehovisto,potrebbepensarechesonopazza,ochesonocoinvoltanellascomparsadiMegan,quindidenunciarmiallapolizia.Allorasareidavveroneipasticci!

Potreiprovareunasedutadi ipnosi.Nonmiaiuteràaricordare,masonocuriosa.Chemalepuòfarmi?

Menestavoancoralìsuldivanoaprendereappuntieleggerearticolidigiornale,quandoCathyèrientrata.ErastataalcinemaconDamien.Erafelicediconstatarechenonfossiubriaca,masitenevaunpo’sulladifensiva,perchénonavevamoancoraparlatodopo lavisitadellapolizia.Lehodettochenonbevevodatregiornieleimihaabbracciata.

«Mifapiacerechetustiatornandoallanormalità!»haesclamato,comesesapessecosasignificaesserenormale,perme.

«Quellacosadellapolizia...Sitrattadiunequivoco.Nonc’ènessunproblematrameeTom,enonsonulladellaragazzascomparsa.Nondevipreoccuparti.»Mihastrettadinuovoehapreparatountè.Pensavodi approfittaredelmomentopositivoper dirle del lavoro,manonhovoluto rovinarle laserata.

Questamattinaeraancorabendispostaneimieiconfronti.Mihasalutataconunabbracciomentrestavoperusciredicasa.

«Rach,sonodavverocontentaperte.Tistaimettendodinuovoincarreggiata.Mihaifattastareinpena.»PoihaaggiuntocheavrebbepassatoilfinesettimanadaDamieneiohopensatochestaserapotròberequalcosainpace,senzaesseregiudicata.

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SeraIl sapore amaro del chinino: è questo chemi piace di un bel gin tonic freddo. Lamigliore acquatonica è la Schweppes, in bottiglia di vetro. Il cocktail in lattina non è il massimo, ma miaccontenterò.Nondovreibere,peròètuttoilgiornochecipenso.Questavoltanonèlasolitudineadavvicinarmiall’alcol,mal’adrenalina,èl’eccitazione:oggièstatadavverounabellagiornata.

Stamattina ho passato un’ora da sola con l’ispettore Gaskill. Quando sono arrivata alcommissariato, mi hanno portata subito da lui, nel suo ufficio. Mi ha offerto un caffè che hapreparatoluistesso,conilbollitoreeilNescafé.Sièscusatoperchénonavevalozucchero.

Mipiacestareconlui,mipiaceilmodoincuimuovelemani;nonèuntipoespressivo,maspostale cose in continuazione. Non me n’ero accorta, perché la stanza degli interrogatori è piuttostospoglia.Quitoccalatazza,lapinzatrice,ilportapenneesistemaifogliinmucchiettiordinati.Halemanigrandieleditalunghe,conleunghiebencurate.Nonportaanelli.

Stamattinaèstatodiverso.Nonmisentivotrattatacomeunasospettata,comesestesseprovandoacogliermi in fallo. Ho avuto l’impressione di essergli utile, soprattutto quando ha preso unraccoglitoreelohaapertodavantiamepermostrarmialcunefotografie.ScottHipwell,tretizichenonavevomaivisto,poiB.

All’iniziononneavevolacertezza;hofissatolafotoehocercatodiricordareilvoltodell’uomocheeraconMeganquelgiorno,chinatoinavantiperabbracciarla.

«Èlui.Pensochesialui.»«Nonèsicura?»«Pensochesialui.»Hapresolafotoel’haosservataconattenzione.«Havistochesibaciavano,vero?Venerdìscorso?

Unasettimanafa?»«Sì,venerdìmattina.Eranofuori,nelgiardino.»«Èpossibilecheleisisbagli?Chefossesoltantounabbraccioounbacio...platonico?»«No,eraunbaciovero.Emolto...appassionato.»Mièsembratochestessepersorridere.«Chiè?»hochiesto.«Luiè...credetesiaconlui?»Nonharisposto,mahascossolatesta.«Sono

statad’aiuto?»«Sì,signoraWatson.Èstatadavveropreziosa.Grazieperesserevenuta.»Mihastretto lamanoepoimihasfiorato laspalla,condelicatezza;misareivolutavoltareper

baciargliledita.Ètantotempochenessunomitoccacontenerezza.AparteCathy,ovviamente.Gaskillmihafattostradaversol’uscita,passandoperungrandeufficio,occupatodaalmenouna

decinadiagenti.Unpaiodiloromihannoguardataditraverso,coninteresseoforsecondisprezzo,nonsaprei.Arrivatiincorridoio,l’hovistoavanzareversodime:eralui,ScottHipwell,alfiancodelsergenteRiley.Eraappenaentratodall’ingressoprincipale;tenevalatestabassa,masapevocheeralui.Ha salutatoGaskill con un cennodel capo, poimi ha guardata, soltanto per un secondo, peròcredochemiabbiariconosciuta.Hopensatoaquellamattina,quandoluierasullaterrazzaafissareiltreno e avevo avuto l’impressione che guardasse proprio me. Mi è passato di fianco, a pochicentimetrididistanza;davicinoèancorapiùbello.Eratesocomeunamollaedemanavanervosismo.Dopoalcunimetri,misonovoltata,certadicogliereilsuosguardo,invecehoincrociatogliocchidellaRiley.

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HopresoiltrenoperLondraesonoandatainbiblioteca.Holettotuttigliarticolisulcaso,senzaperòtrovarenulladinuovo.Hocercatol’indirizzodialcuniipnoterapistiadAshbury,maeranotuttimoltocostosienoneroconvintachepotesseroessermidavveroutili.Leggendoiraccontidialcunipazienticheavevanorecuperatolamemoriagrazieall’ipnosi,d’untrattohorealizzatodiesserepiùspaventatadalsuccessodellaterapiachenondalsuofallimento.Hopauradiciòchepotreiscoprire,ma soprattutto temo di non riuscire a rivivere tutte le azioni insensate che potrei aver commessosabatosera,lecosechehodettoelafacciadiTommentremiascoltava.Hopauradiavventurarmiinunterritoriocosìoscuroetenebroso.

Avevo pensato di scrivere un’altra e-mail a Tom, ma non è stato necessario. L’incontro conl’ispettoreGaskillhadimostratochelapoliziamihapresasulserio,quindinonc’èaltrocheiopossafare.Inoltre,credocheilmiocontributosiastatodeterminante:nonpuòessereunacoincidenzacheMegansiascomparsaproprioilgiornosuccessivoall’incontroconqueltizio.

Apro la seconda lattina di gin tonic e mi rendo conto di non aver pensato a Tom per tutta lagiornata. Finora, almeno. Ho pensato a Scott, a Gaskill, a B, all’uomo sul treno: Tom è statoretrocessoalquintoposto.Bevocongioia,perfesteggiare.Sentochelecosestannopercambiare,inmeglio.Mancapoco,poistaròdecisamentebene.

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Sabato20luglio2013MattinaNon impareròmai.Mi sveglio con la consueta sensazione di disagio e inadeguatezza, emi rendocontodiaverfattoqualcosadistupido.Comealsolito,miconcentroperricordareleultimeazionidiierisera.Eccocosahocombinato:hoinviatoun’e-mail.

Auncertopuntodellanotte,Tomhariguadagnatoilprimopostonellaclassificadegliuominicheoccupanoimieipensieri,cosìhodecisodiscrivergli.Illaptopèsulpavimento,vicinoalletto:noncisonodubbi.Vadoinbagno;bevol’acquadalrubinettoemiguardonellospecchio.

Nonhounbell’aspetto.Quattro giorni senzabere sono comunqueunbuon risultato, e oggi hointenzione di riprendere con i buoni propositi. Faccio una lunga doccia, e diminuiscoprogressivamentelatemperaturadell’acqua.Nonriescoabuttarmisubitosottoilgettofreddoperchéè troppo violento, ma se abbasso la temperatura poco alla volta, non me ne accorgo nemmeno.L’acquafreddaèpiacevolesullapelleelenisceleferiteallatestaesopral’occhio.

Portoilcomputeralpianodisottoemipreparountè.ÈpossibilecheabbiascrittoaTom,senzainviaredavveroilmessaggio.Facciounbelrespiroeaprol’accountdiGmail.Noncisonomessaggiinarrivo:èunsollievo.Poicontrollolapostainviata:eccolo,glihoscrittodavvero,maluinonhaancorarisposto.Perora:l’hospeditointornoalleundici,dopoalcuneoredibevute,quandol’euforiaalcolicaeragiàsvanitadaunpo’.Aproilmessaggio.

Puoidireatuamogliedismetterladiraccontareallapoliziabugiesulmioconto?Èuncomportamentomeschinocercare di mettermi nei guai, non credi? Dire che sono ossessionata da lei e dalla sua marmocchia? Dille diriprendersi.Edinonrompermiilcazzo.

Nonvoglio leggerealtro.Chiudo ilportatileemifacciopiccolapiccola;vorreiscomparire.SeTom decidesse di mostrare il messaggio alla polizia, sarei davvero nei guai. Se Anna stesseraccogliendo prove per dimostrare che sono aggressiva e vendicativa, queste parole sarebbero lacilieginasullatorta.Perchéhotiratoinballolapiccola?Cherazzadipersonafarebbeuncommentodelgenere?Nonfareimaidelmaleaunbambino,menchemenoallafigliadiTom.Avoltenonmicapisco,nonriconoscolapersonachesonodiventata.Dio,luiadessomiodia.Anch’iomidetesto,oalmenodetestolaversionedimechehascrittoquellecose.Nonsembranomie,perchéiononsonocosì.Iononsonounacheserbarancore.

O forse sì? Ripenso ai giorni peggiori, ma in momenti come questo i ricordi si confondono.Un’altralite,versolafine:misveglio,dopounafesta.NonricordonullaeTommiraccontachecosaho fatto la sera precedente: l’homesso a disagio, ho insultato lamoglie di un suo collega, le hourlatocheci stavaprovandoconmiomarito.«Nonvogliopiùandaredanessunapartecon te»midice.«Michiedicomemainoninvitomaiimieiamiciacasaeperchénonvogliopiùandarealpubconte.Vuoisaperlodavvero?Èpercolpatua:perchémivergognodite.»

Prendolaborsaelechiavi;vadoalnegozio.Sonosoltantolenovedelmattino,mahopauraenonvogliopensare.Seadessobevoqualcosaeprendounantidolorifico,dormiròpertuttoilgiornoemiriprenderò.Meneoccuperòpiùtardi.Arrivoallaporta,appoggiolamanosullamaniglia,prontaauscire,mami fermo.Potrei scusarmi: se lo faccio subito, forseposso rimediare aldisastro, forsepossoconvincerloanonfarleggerel’e-mailadAnnanéallapolizia.Nonsarebbelaprimavoltachemiproteggedalei.

L’estatescorsa,quandomisonopresentataacasaloro,lecosenonsonoandateesattamentecome

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horaccontatoallapolizia.Tantoperiniziare,nonhomaisuonatoilcampanello.Nonsocosavolevofare,nonlosonemmenoadesso.Misonoinfilatanelvialettoehoscavalcatolarecinzione.Eratuttotranquillo,silenzioso.Misonofermatadavantiallaportaavetriehoguardatodentro.Annadormivasul divano. Non ho chiamato nessuno, perché non volevo svegliarla. La bambina non piangeva:dormivanelporte-enfant, vicino allamadre. L’ho presa e l’ho portata fuori, in un attimo.Mentrecorrevoversoilgiardino,sièsvegliata.Nonsoqualifosserolemieintenzioni;dicerto,nondifarledelmale. La tenevo stretta al petto. Piangeva e stava iniziando a strillare. La cullavo e cercavo dicalmarla;hosentitoilrumorediuntrenochesistavaavvicinando,poimisonovoltataversolacasaehovistoAnnachecorrevaversodime,aboccaspalancata.Gridavaqualcosa,manonsentivolesueparole.

Leihapresolabambinaeiohocercatodiscappare,masonoinciampataecadutaaterra.Annaerain piedi, urlava. Mi ha ordinato di stare ferma, altrimenti avrebbe chiamato la polizia. Invece hatelefonatoaTome lui èarrivato inunbatterd’occhio; sonoandati in soggiorno.Leiera inpienacrisi isterica;volevachiamarelapoliziaedenunciarmiperrapimento.Tomèriuscitoacalmarlael’haconvintaa lasciarperdere.Mihasalvatada lei.Poimihariaccompagnataacasa inmacchina;quandosonoscesadall’auto,mihapresolamano.Pensavofosseungestogentile,dirassicurazione,invecel’hastrettaforte,sempredipiù,ehadettochemiavrebbeuccisaseavessitentatodifaredelmaleasuafiglia.

Non sodavveroquali fossero lemie intenzioniquelgiorno,non l’homai capito.Hoancora lamanosullamaniglia.Mimordolelabbra:seinizioabereadesso,staròbeneperunpaiod’ore,poiperòmisentiròmalissimoperlesuccessiveseiosette.Tornoinsoggiornoeaproilportatile.Devoscusarmieimplorareilsuoperdono.Aprodinuovoilmioaccountdipostaelettronica,c’èunnuovomessaggio.NonèdiTom,madiScottHipwell.

CaraRachel,grazieperavermiscritto.NonricordocheMeganmiabbiamaiparlatodilei,maavevamolticlientiallagalleriaeiononhounagranmemoriain fattodinomi.Mipiacerebbeparlareconleiriguardoalle informazionidicuièaconoscenza.Laprego,michiamiilprimapossibilealnumero07583123657.Saluti,

ScottHipwell

Per un attimo, ho l’impressione che abbia scritto alla persona sbagliata, poi ricordo tutto. Erosedutasuldivano,ametàdellasecondabottiglia,enonvolevochelamiapartenellastoriafossegiàterminata.Volevoesserealcentrodell’azione.

Cosìglihoscritto.Faccioscorrereilmessaggiosulloschermoerecuperol’e-mailallaqualeluiharisposto.

CaroScott,mispiacedisturbarlanuovamente,macredosiaimportantechenoiparliamo.ForseMegannonlehamaiparlatodime:abitavoaWitneyefrequentavolagalleria.Sonoaconoscenzadialcuneinformazionichepotrebberoesserled’aiuto.Laprego,mirispondaaquestoindirizzo.

RachelWatson

Ho il volto in fiamme e un rigurgito acido mi sale dallo stomaco fino alla bocca. Ieri erorazionale,logicaenelpienopossessodellemiefacoltàmentali:avevodecisodiaccettarecheilmioruolonellavicendadiMeganfosseconcluso.Peròlamiapartebuonahaperso,perl’ennesimavolta:è stata sconfitta dall’alcol, e dalla persona in cuimi trasformo quando bevo.QuellaRachel se nefrega delle conseguenze: è in preda a deliri di ottimismo oppure accecata dall’odio. Non ha un

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passatoenemmenounfuturo:vivesoltantonelmomento.LaRachelsbronzavolevafarpartedellastoriaedovevaconvincereScottamettersiincontattoconlei,quindiglihamentito.Glihomentito.

Vorrei farmi a pezzi con lemie stessemani, per sentire qualcos’altro, oltre a questa vergognainsostenibile, ma non sono abbastanza coraggiosa. Inizio a scrivere a Tom; digito e cancello,ricominciodacapo, in cercadelleparolegiusteper scusarmi,per chiederglidiperdonarmiper ilmiocomportamentodiierisera.SedovessiscrivereunapaginaperognivoltachehoesageratoconTom,avreigiàcompletatounromanzo.

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SeraÈpassataunasettimanadaquandoMeganHipwellèuscitadallasuacasaal15diBlenheimRoadesisonoperselesuetracce.Nessunol’hapiùvistadaallora.Cellulareecartedicreditononsonostatiusati.Stamattinaho lettounarticoloche riepilogava la situazioneemi sonomessaapiangere.Mivergognodi quello chehopensato: lei non èunmisteroda risolvere, non è la protagonistadi unfilm,bella,eterea,evanescente.Nonèunpersonaggiodifantasia:èunapersonavera.

Sonosultrenoestoandandoacasasua,perincontraresuomarito.Hodovutotelefonargli:ildannoormaierafatto.Nonpotevopiùignorarelasuae-mail,perchéne

avrebbe parlato alla polizia. Giusto? Almeno, io lo avrei fatto, se uno sconosciuto mi avessecontattatadichiarandodiavereinformazioniepoifossesparito.Forsesiègiàmessoincontattoconleforzedell’ordineemistannoaspettandoacasasua.

Sonosedutaalsolitoposto,ancheseinungiornoinconsueto;misembradiesseresull’orlodiunprecipizio.Hoavutolastessasensazionestamattina,quandol’hochiamatoaltelefono;misembravadi sprofondarenelbuio, inunpozzo senza fondo.Parlavaavocebassa, come se ci fossequalcunaltronellastanzaconluienonvolessefarsisentire.

«Possiamoparlaredipersona?»mihachiesto.«Io...no,noncredo.»«Scusi?»Hoesitato,masoltantoperunattimo.«Puòveniredame.Nonadesso,mia...cisonoaltrepersone,inquestomomento.Stasera?»Miha

dettatol’indirizzoeiohofattofintadiprenderenota.«Grazieperavermicontattato»haconcluso.Hocapitosubitochenoneraunabuonaidea.Igiornalidiconopocodiluielamiaosservazione

direttanonmihapermessodicapiremoltodipiù.NonsonulladiScott:ioconoscoJason,cheperònon esiste, anche se faccio fatica a ricordarmelo. L’unica cosa certa è che la moglie di Scott èscomparsadaunasettimana.Luiètraisospettati,nonc’èdubbio.Eiohovistoquelbacio,quindisochehaunmoventeperucciderla.Forseignoradiavereunmovente,ma...nonsopiùcosapensare,perònonpossofarmisfuggire l’occasionediavvicinarmiaquellacasa, lastessachehoosservatocentinaia di volte dai binari, di entrare e accomodarmi nella loro cucina, nella terrazza dovesedevanoquandoioliguardavodalfinestrino.

Era una tentazione irresistibile. Adesso sono in treno, con le braccia incrociate; tremo perl’eccitazionecomeunbambinochestapercombinareunamarachella.Erocosìfelicediavereunoscopochehopersodivistalarealtà.HosmessodipensareaMegan.

Ora sono di nuovo concentrata su di lei.Devo convincere Scott che la conoscevo, anche se inmanierasuperficiale.Secelafarò,micrederàquandoglidiròchel’hovistaconunaltrouomo.Segli confesserò subito di aver mentito, non vorrà più ascoltare nemmeno una parola. Provo aimmaginarediavervisitato lagalleria,diaver fattoduechiacchierecon lei,giusto il tempodiuncaffè.Leibevecaffè?Potremmoaverparlatodiarte,diyogaodelnostromatrimonio.Nonsonientediarteenonhomaifattoyoga.Nonhounmarito.Eleihatraditoilsuo.

Pensoalleparoledeisuoiamici:meravigliosa,divertente,bella,generosa.Amata.Hacommessounerrore,masonocosechecapitano:nessunoèperfetto.

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Anna

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Sabato20luglio2013MattinaEviesi svegliaprimadelle sei.Vadoaprenderlanellacameretta, ledodamangiaree laportonellettoconme.

Quandomisveglio,Tomnonèpiùalmiofianco,masentoipassisullescale.Stacantando,èunpo’stonato:«Tantiauguriate,tantiauguriate...».Meneerocompletamentedimenticata:hopensatosoloaprendere lapiccolae rimetterlaadormire.Mivienedaridere,anchesesonoancoramezzaaddormentata. Apro gli occhi, Evie sorride: Tom è ai piedi del letto e tiene un vassoio inmano.IndossasoltantoilmiogrembiulediOrlaKiely.

«Colazionealettoperlafesteggiata!»esclama,poisiavvicinaperdarmiunbacio.Apro i regali:unbraccialettod’argentoeonicedapartediEvieeuncompletino intimodi seta

neradaTom.Rido:luitornaalettoesistemiamolabambinainmezzoanoi.Leiafferrasaldamentel’indicedelpapàmentreioleaccarezzoipiediniperfettiesentoilcuoreesploderminelpetto.Nonavreimaicredutodipoterprovareunamorecosìgrande.

Dopounpo’,Eviesistufa,alloralaprendoinbraccioescendiamoalpianoinferiore,mentreTomdormeancoraunpo’: se lomerita. Iometto inordine lacucina,poiescosotto ilporticoabere ilcaffèeguardoitrenichepassano:oggisonoquasivuoti.Inizioapensarealpranzo:fatroppocaldoper l’arrosto,ma lo cucinerò lo stesso, perché aTompiace tanto, epossiamomangiareunpo’digelato come dessert, per rinfrescarci.Devo andare a comprare una bottiglia di vino rosso, il suomerlotpreferito;sistemoEvienelpassegginoeciavviamoversoinegozi.

QuandohodecisoditrasferirmiacasadiTom,tuttimidicevanocheeropazza.Mad’altrapartelopensavanoancheprima,avevosbagliatoaimpelagarmiinunastoriaconunuomosposato,cheperdipiù avevaun’exmoglie decisamente squilibrata.Almeno suquello peròhodimostrato loro che sisbagliavano.AncheseRachelciprocuraunsaccodiproblemi,TomedEvienevalgonolapena.Peròsulla casa avevano ragione. In una giornata come questa, potrebbe sembrare una sistemazioneidilliaca:all’ombradeglialberi,lastradaèpulitaesirespirailsensodiappartenenzaaunacomunità.Imarciapiedisonopienidibambiniinbiciclettaemammecomeme,chepasseggianoconilcanealguinzaglio. Potrebbe essere un luogo ideale. Lo sarebbe, se non ci fosse lo stridore dei freni chearrivadallaferrovia,eseriuscissiaevitarediguardarelacasaalcivico15.

Quando rientro, Tom si è alzato e legge qualcosa al computer. È in mutande, vedo i muscoliguizzantisottolapelle.Ognivoltacheloguardo,provounafittadidesiderio.Losaluto,manonmisente.Gliposolamanosullaspallaeluisobbalza,poichiudeilportatilediscatto.

«Ehi!» esclama, scattando in piedi. Mi sorride, ma ha l’aria stanca e preoccupata. Prende labambinainbraccio,peròevitadiguardarmiinfaccia.

«Cosac’è?»glichiedo.«Niente»risponde,poisiavvicinaallafinestra.«Tom,cosac’è?»«Nonèniente.»Sivoltaversodimeecapiscotutto,primaancoracheparli.«Un’altrae-maildi

Rachel.»Scuotela testa;sembraferito,sconvolto.Nonsopportodivederlocosì.Avoltepensochevorreiucciderequelladonna.

«Cosahascritto?»«Nonimporta.Lesolite...stronzate.»«Mi dispiace» replico, e non gli chiedo nulla, perché so che nonmi dirà a quali “stronzate” si

riferisce.Nonvuolechemiarrabbi.«Vatuttobene,davvero.Lesolitesciocchezzedaubriaca.»

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«Nonsitoglieràmaidaipiedi?Midomandoperchénonpossiamoesserefelici...»Siavvicinaemibacia;nostrafigliaèinmezzoanoi.«Manoisiamofelici!»

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SeraNoisiamofelici.Abbiamopranzato,siamouscitinelprato,poisiamorientratiquandohainiziatoafare troppo caldo, abbiamo mangiato il gelato e Tom ha guardato il Gran Premio. Io ed Evieabbiamogiocatoconilpongo,eleinehamangiatoancheunpo’!Pensoaquellochestasuccedendoa pochi metri da qui e mi sento fortunata, perché ho tutto ciò che una persona possa desiderare.QuandoguardoTom,ringrazioDioperchécihafatti incontrare,cosìhopotutosalvarlodaquelladonna.Lo avrebbe fatto impazzire, ne sono convinta: lo avrebbe devastato, fino a trasformarlo inun’altrapersona.

TomhaportatoEviedisopra,perfarleilbagnetto.Sentoisuoigridolinidigioiaesonofelice:èda stamattina che ho il sorriso sulle labbra. Lavo i piatti, pulisco il soggiorno e penso alla cena:cucineròqualcosadileggero.Alcuniannifa,sareirabbrividitaall’ideadistareincasaaspadellarelaseradelmiocompleanno,inveceadessoètuttoperfetto,ècosìchedeveessere:soltantonoitre.

RaccolgoigiocattolidiEvie,sparpagliatisulpavimento,elisistemonellacesta.Nonvedol’oradimetterlaadormireepoiinfilarmiilcompletinocheTommiharegalato.Fuorièancorachiaro,maaccendo le candele sullamensola e stappo la secondabottigliadimerlot, per far ossigenare ilvino. Mi chino sul divano per tirare le tende e vedo una donna; cammina a testa bassa, sulmarciapiedi,dall’altrapartedella strada.Nonalzagliocchi,masonocertachesia lei.Quandomisporgoinavantipervederlameglio,siègiàallontanata.

Sonoprontaauscireperinseguirla,mac’èTomall’ingresso,conEvieinbraccio,avvoltainunasciugamano.

«Staibene?C’èqualcosachenonva?»«No, niente.»Mi infilo le mani in tasca: non voglio che si accorga che sto tremando. «Non è

niente,davvero.»

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Rachel

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Domenica21luglio2013MattinaMisveglioepensoalui.Nonsembravero.Miprudedappertuttoehounagranvogliadibere,manonlofarò.Devomantenermilucida,perMeganeperScott.

Ierihocompiutoungrandesforzo.Misonolavataicapelliemisonomessaunfiloditrucco.Hoindossato gli unici jeans chemi vanno ancora bene, una camicetta colorata e sandali con il taccobasso:nonstavomale.Continuavoaripetermicheerastupidopreoccuparmidelmioaspettofisicoperché Scott non ci avrebbe fatto caso, ma non potevo farne a meno. Era la prima volta che miavvicinavoalui:citenevoapresentarmialmeglio,piùdiquantoavreidovuto.

Hopreso il trenodaAshburyalle seiemezza,e sonoarrivataaWitneypocodopo lesette.HopercorsoRoseberryAvenue, poi il sottopassaggio.Questa volta nonmi sono fermata a guardare,anzihoaffrettato ilpassodavantialcivico23,doveabitanoTomeAnna;hoabbassato la testa,hoinfilatogliocchialidasole,pregandochenonmivedessero.Nonc’eranessunoingiro,solounpaiodimacchinecheavanzavanolente,inmezzoaduefilediautoparcheggiate.Èunastradatranquilla,pulita,bentenuta,pienadifamigliegiovani:allesetteemezzastannocenando,oppuresonosedutisuldivano,mammaepapàconibambinistrizzatinelmezzo,aguardareX-Factor.

Dalcivico23al15cisarannocinquantaosessantapassi,macihomessounavita;avevolegambepesantieilpassomalfermo,misembravadicaderedalmarciapiedi.

Scotthaapertolaportaprimaancoracheioavessifinitodibussare;lasuapresenzaeraimponenteeriempivatuttoilvarcodellasoglia.

«Rachel?» ha chiesto. Non sorrideva, io ho annuito. Ci siamo stretti la mano.Mi ha invitata aentraremahoesitato,perchéavevopauradilui.Èmoltoalto,halespallelarghe,ilpettoelebracciamuscolosi.Lemanisonoenormi:hopensatocheavrebbepotutospezzarmiilcolloconduedita.

Sono entrata nel corridoio e ci siamo sfiorati;mi sono sentita avvampare.Puzzavadi sudore eavevaicapelliappiccicatiallatesta,comesenonsilavassedatroppotempo.

Insoggiornohoavutoundéjà-vu,cosìnitidochemisonospaventata.Horiconosciutoilcaminettoconlenicchie,lalucecheentradallepersiane,sullatodellastrada;sapevocheallamiasinistraavreitrovatolaportaavetrieilverdedelgiardino,epiùinlàibinarideltreno.Misonovoltataehovistoil tavolodellacucina, laporta-finestrae l’erbarigogliosa.Conoscevolacasa.Eroconfusa,volevosedermi;horipensatoalbuconerodisabatosera,atuttequelleorescomparsedallamiamemoria.

Inrealtà,nonc’eranulladicuipreoccuparsi:conoscevolacasa,manonperchécifossigiàstata.Èidentica a quella del civico 23: il corridoio d’ingresso conduce alle scale, sulla destra c’è ilsoggiorno,edopolacucina.Sodelporticoedelgiardinoperchélihovistidaltreno.Nonsonosalitaalpianodisopra,masochec’èunpianerottoloconunagrandefinestraaghigliottina,dallaqualesipuòusciresulla terrazza, ricavatadal tetto.Cisonoduecamere:quellapadronale,conduefinestreaffacciate sulla strada, e una più piccola, sul retro, che dà sul giardino. Il fatto che conosca ognidettagliodiquellacasanonsignificachecisiagiàstata.

Eppure,quandoScottmihainvitataaentrareincucina,sonorabbrividita.Mihaoffertounatazzaditè.Misonosedutamentreluipreparavailbollitoreesistemavalabustinanellatazza;harovesciatounpo’d’acquabollente sul ripianoeha imprecato tra identi.Nella stanzac’eraun forteodoredidisinfettante,maluieraindisordine:lamagliettaerachiazzatadisudoreeijeansgliballavanosuifianchi,comesefosserostatitroppolarghi.Misonochiestadaquantotempononmangiasse.

Mi ha sistemato davanti la tazza e si è seduto al tavolo, intrecciando lemani. Siamo rimasti insilenzioperunpo’;avevocaldoederoadisagio,nonsapevocosadire.Nonricordavonemmenopiùperchémitrovavoinquellacasa.Inlontananzahosentitoilrumoredeltreno:miharassicurata.

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«Leièun’amicadiMegan?»mihadomandato.Quandohosentitoquelnome,pronunciatodallasuabocca,mièvenutoungroppoingola.Fissavo

iltavoloestringevolatazzatraledita.«Sì.Laconosco...unpo’.Cisiamovisteallagalleria.»Luimiguardavaeaspettavachecontinuassi.Hopercepito la tensionesul suovolto, lamascella

chesiirrigidiva.Nontrovavoleparole:misareidovutaprepararemeglio.«Haqualchenovità?»glihochiesto.Mihascrutata,eperunattimohoavutopaura.Avevodettola

cosasbagliata:chemeneimportavadellenovità?Sisarebbearrabbiato,miavrebbemandatavia.«No.Cosavolevadirmi?»Iltrenoèpassato,lentamente,eiocontinuavoaguardarlo;misembravadivivereun’esperienza

extracorporea,comesemistessivedendo,fuoridalmiocorpo.«Nellasuae-mailhascrittodiavereinformazioniperme.»Avevaalzatounpo’lavoce.Hofattounbelrespiro.Stavomale,perchésapevochequantostavoperdireavrebbepeggioratole

coseeloavrebbeferito.«HovistoMeganconqualcuno.»L’hodettosenzapreamboli,senzaspiegazioni.Luimihafissata.«Quando?Sabatosera?Lohariferitoallapolizia?»«No,eravenerdìmattina.»«Ma...venerdìleistavabene.Perchéritienechepossaessereimportante?»Sistavaarrabbiando,di

nuovo.«L’havistacon...conchi?Conunuomo?»«Sì,io...»«Cheaspettoaveva?»Sièalzatoinpiedi,intuttalasuaimponenza.«Lohadettoallapolizia?»ha

ripetuto.«Sì,manoncredochemiabbianopresasulserio.»«Perché?»«Volevosolo...nonloso...hopensatocheleidovessesaperlo.»Sièpiegatoinavantiehaappoggiatoipugnisultavolo.«Dovel’havista?Checosastavafacendo?»Un altro respiro. «Era... fuori, in giardino. Proprio là.»Ho indicato un punto, all’esterno della

casa. «Lei... l’ho vista dal treno.» Il volto di Scott esprimeva incredulità. «Ogni giorno viaggio intreno,daAshburyaLondra.Passogiustoquadavanti.Meganeraconqualcuno,enon...noneralei.»

«Comefaaessernesicura?Venerdìmattina,hadetto?Ilgiornoprimadellascomparsa?»«Sì.»«Io non c’ero. Ero a una conferenza a Birmingham. Sono rientrato venerdì sera.» È arrossito

violentemente: l’incredulità si stava trasformando inqualcos’altro.«Quindi lei l’havistanelprato,conqualcuno?E...»

«Lohabaciato.»Dovevodirlo,primaopoi.«Sibaciavano.»Si è raddrizzato, con le braccia lungo i fianchi. Il rossore sulle guance è diventato ancora più

pronunciato.«Midispiace,davvero.Socheèunacosatremenda...»Ha alzato la mano, per ordinarmi di tacere, con disprezzo. La mia compassione non gli

interessava.Losocomecisisente.Sedutaqui,ricordocongrandechiarezzalascenachehovissutoinun’altra

cucina,apochedecinedimetrididistanza.EroconLara,lamiaexmiglioreamica,cheeravenutaatrovarmiconilsuobambino,unfagottinocicciottello.Mihadettocheeradavverodispiaciutaperlafinedelmiomatrimonio,eiohopersolestaffeperlebanalitàchemistavapropinando,nonsapeva

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proprionientedellamiasofferenza.L’homandataaquelpaeseeleimiharispostodinonparlareinquelmododavantiasuofiglio.Èstatal’ultimavoltachel’hovista.

«Cheaspettoaveval’uomocheeraconlei?»mihachiestoScott.Stavainpiedi,midavalespalleeguardavailgiardino.

«Eramoltoalto,conlapellescura.Forsediorigineasiatica,potevaessereindiano,oqualcosadelgenere.»

«Esibaciavano,ingiardino?»«Sì.»«Cristo,hobisognodiberequalcosa.»Sièvoltatoversodime.«Levaunabirra?»Sì,certochemiandava,mahodeclinatol’offerta.Luihapresounabottigliadalfrigorifero,l’ha

apertaenehamandatogiùunlungosorso.Misembravadisentireil liquidochescendevaingola,avrei dato qualsiasi cosa per tenere un bicchiere inmano. Scott si è appoggiato al bancone dellacucina,latestachinasulpetto.

Erodistrutta:noneroriuscitaadaiutarlo,anzi,avevopeggioratolasituazione.Mierointromessanelsuodolore,avevosbagliato.Nonsareimaidovutaandaredalui.Nonavreimaidovutomentirgli.Certo,nonavreimaidovutomentirgli.

Stavoper alzarmi inpiedi quando lui ha ripreso aparlare. «Forse...Non so, forse è unabuonanotizia, non crede?Potrebbe significare che sta bene, che è soltanto...»Gli è sfuggita una risatina.«Che è scappata conun altro.»Si è asciugato una lacrima rotolata sulla guancia;mi si è stretto ilcuore. «Il fatto è... non credo che se ne sarebbe andata senza farmi almeno una telefonata.»Mi haguardatacomesesiaspettasseunarispostadame.«Miavrebbechiamato,vero?Sapevachemisareipreoccupato...Nonèunadonnavendicativa,vero?»

MiparlavacomesefossiamicadiMegan,comesepotessefidarsidime;noneraveroniente,maeraunabellasensazione.Habevutounpo’dibirraehalanciatoun’occhiatafuori.Hoseguitoilsuosguardoehovistounpiccolomucchiodipietrecontrolapalizzata:ungiardinoroccioso,iniziatoemaiportatoatermine.Haavvicinatolabottigliaallelabbra,poisièfermatoesiègiratoversodime.

«Ha visto Megan dal treno? Quindi lei stava... guardando fuori dal finestrino e, per un casofortuito,havistolei,unadonnacheconosceva?»L’atmosferanellastanzaeracambiata.Adessononerapiùsicurocheiofossidallasuaparte,nonsapevasepotessefidarsidime.L’ombradeldubbioglihaattraversatoilvolto.

«Sì, io...sapevodoveabita»horeplicato,esubitodopomisonopentitadellemieparole.«Doveabitate, intendevo dire. Sono stata qui, molto tempo fa. Così a volte guardo fuori dal finestrino,quandocipasso.»Mistavafissando;sonoarrossita.«Eraspessoingiardino.»

Haappoggiatolabottigliasultavolo,sièavvicinatoesièsedutoaccantoame.«QuindiconoscevabeneMegan?Abbastanzabenedavenireacasa?»Eronervosa:ilcuoremibattevaforte,sudavo.Nonavreidovutodirlo,nonavreidovutorendere

piùcomplicatalamiabugia.«Èsuccessosoltantounavolta,ma...sodovesitrovalacasa,perchéabitavodaquesteparti.»Lui

mihaguardatasorpreso.«Al23diquestastrada.»Haannuito.«IWatson!Dunqueleièl’exmogliediTom?»«Sì.Misonotrasferitadaunpaiod’anni.»«PeròfrequentavaancoralagalleriadiMegan?»«Ognitanto.»«Equandovivedevate,checosa...Parlavatediargomentipersonali?Dime?»Lasuavoceeraroca.

«Diqualcunaltro?»

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«No, erano solo chiacchiere superficiali...» La stanza era diventata più calda, l’odore didisinfettantequasiinsopportabile.Misembravadisvenire.Allamiadestrac’erauntavolinocopertodifotografieincorniciate.Megansorrideva,comesemistesseaccusando.

«Adessodovreiproprioandare.Lehogiàrubatofintroppotempo.»Hoaccennatoadalzarmi,maluimihaappoggiatounamanosulpolsoehacontinuatoaguardarminegliocchi.

«Nonsenevada»hareplicato,condolcezza.Nonmisonomossa,mahospostatolamano,nonmipiacevalasensazionediesseretrattenutaconlaforza.«Quell’uomo,quellocheerainsiemeaMegan:sarebbeingradodiriconoscerlo?»

Nonpotevoammetterediaverlogiàidentificato.Gliavevodettodiesserevenutadaluiperchéeroconvintachelapolizianonmiavessepresasulserio.Seavessiconfessatolaverità,nonsisarebbepiùfidatodime.Cosìhomentitoancora.

«Non ne sono sicura,ma potrei provarci. I giornali parlavano di un amico diMegan, un certoRajesh.Michiedevose...»

Scottstavascuotendolatesta.«RajeshGujral?Nonèpossibile.Èunodegliartistidellagalleria.Èunbeltipo,ma...èsposato,configli.»Comesequestovolessedirequalcosa!«Aspettiunattimo!»Sièalzatoinpiedi.«Dev’esserciunasuafoto,daqualcheparte.»

Sièprecipitatoalpianodisopra.Ioholasciatoricaderelespalle:erotesissima,findaquandoeroarrivata.Nehoapprofittatoperguardarelefotografie:Megansullaspiaggia,unprimopianodelsuoviso,quegliocchiincredibilmenteazzurri.SoloMegan:nonc’eranofotografiedellacoppia.

Scott è ricomparso con un opuscolo in mano. Era la pubblicità di una mostra alla galleria.«Eccolo:questoèRajesh.»

C’erauntiziovicinoaundipintoastratto:erapiùvecchio,piùbasso,piùrobustoeavevalabarba.Noneral’uomocheavevovistoeidentificatoalcommissariato.«No,nonèlui.»Scottèrimastoinsilenzioperunattimo,poièsalitodinuovosuperlescaleedètornatoconunlaptop.

«Io credo...» Ha acceso il computer mentre parlava. «Forse potrebbe...» Il suo volto era teso,concentratissimo.«Meganstavaandandodaunopsicoterapeuta.Sichiama...Abdic.KamalAbdic.Nonèasiatico,madiorigineserba,oforsebosniaca.Èdicarnagionescura,potrebbesembrareindiano.»Hadigitatoqualcosaalcomputer.«Miparecheabbiaunsitoweb,forsec’èunafotografia...»

Hagiratoloschermoversodime.Misonoavvicinatapervederlomeglio.«Èlui,nesonosicura.»Scott ha richiuso il portatile con un colpo secco. È rimasto seduto in assoluto silenzio, con i

gomitisultavoloelatestatralemani.Tremava.«Lei soffriva di attacchi di panico. Non riusciva a dormire. Ha iniziato lo scorso anno, non

ricordo quando di preciso.» Nonmi guardava, era come se parlasse a se stesso, come se avessedimenticatocheerolì.«Sonostatoioasuggerirlediparlarneconqualcuno,aincoraggiarla,perchénonriuscivoaesserled’aiuto.»Lasuavoceeraspezzata.«Nonpotevofarenienteeleimihadettoche le eragià capitato, inpassato,poi i disturbi erano spariti,ma io l’ho spinta... l’hoconvinta adandaredaunmedico.Queltipoleerastatoconsigliato.»Sièschiaritolagola.«Laterapiasembravaefficace.Stavameglio.»Hariso,conamarezza.«Eadessohocapitoperché.»

Hoallungatolamanopertoccarlo,pertrasmetterglilamiacomprensione,maluisièsottrattoesièalzatoinpiedi.«Oradovrebbeandarsene.Miamadrestapertornare:nonmilasciamaisoloperpiùdi un’ora o, almassimo, due.» Sulla portami ha afferrata per un braccio. «Ci siamo già visti daqualcheparte?»

Perunattimo,avreivolutorispondergli:«Forsesì,forsecisiamoincrociatialcommissariato,oquiinstrada,eroquisabatosera»,mahoscossolatesta.«No,nonmisembra.»

Misonoincamminataversolastazione, ilpiùinfrettapossibile.Ametàstrada,misonovoltata.

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Luieraancoralìsullaporta,mistavafissando.

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SeraHocontrollatolapostaunmilionedivolte,manoncisonomessaggidiTom.Primadell’invenzionedell’e-mail,deglismsedeicellulari,lavitaerapiùfacilepergliubriaconigelosi:questediavolerieelettronichelascianotraccedappertutto.

IgiornalinonparlanoquasipiùdiMegan.LaprimapaginaèpienadinotiziesullacrisipoliticainTurchia, sull’orribilemortediunabambinadiWigan, cheè statadilaniatadaunbrancodi cani, esull’umiliante sconfitta della nazionale di calcio inglese subita dalla squadra del Montenegro. ÈpassatasoltantounasettimanaesisonogiàdimenticatidiMegan.

Cathy mi ha invitata a pranzo. Era in crisi perché Damien è andato a far visita alla madre, aBirmingham, e non l’ha portata con sé. Stanno insiemeda quasi due anni,ma lui non l’ha ancorapresentata alla famiglia. Siamo andate alGiraffe, inHigh Street: è un posto che odio. La sala erapienadibambinidietàinferioreaicinqueannieCathymihafattounveroepropriointerrogatorio:volevaatuttiicostisaperedoveerostataierisera.

«Haiconosciutoqualcuno?»mihachiesto,congliocchipienidisperanza.Quasicommovente.Stavoperdirledisì,perchéinfondoèlaverità,maèstatopiùfacilementire.Lehoraccontatodi

essereandataaunincontrodegliAlcolistiAnonimi,aWitney.«Ah!»haesclamatolei,poihaabbassatolosguardosull’insalatagrecacheavevaordinato.«Forse

haiavutounapiccolaricaduta,venerdìsera.»«Sì.Nonsaràunpercorsofacile»horeplicato,emisonosentitaincolpa,perchécredocheleisia

davveropreoccupataperme.«Mastofacendodelmiomeglio.»«Sehaibisognodime,sevuoichetiaccompagni...»«Nonadesso,matiringrazio.»«Forsepotremmofarequalcosainsieme,nonso,andareinpalestra,peresempio?»Sonoscoppiataaridere,mapoimisonoresacontocheleieraseriaelehopromessocheciavrei

pensato.Se n’è appena andata: Damien l’ha chiamata per dirle che è tornato da Birmingham e lei si è

precipitatadalui.Volevodirlequalcosa,chiederleperchécontinuaacorreredalsuofidanzatoognivoltacheschioccaledita,manonsonolapersonapiùadattaadareconsiglisentimentali,nédialtrotipo,ecomunquemièvenutaunagranvogliadibere.(ÈiniziataquandocisiamosedutealGiraffe:un cameriere con l’acne ci ha chiesto se gradivamounbicchiere di vino eCathyha rifiutato, confermezza.)L’hosalutataconlamanoehosentitoilconsuetobrivido;hoscacciatoibuonipropositi:«Non farlo, stai andando davvero bene».Mi sto infilando le scarpe per andare al negozio, ma iltelefonosquilla:saràTom.Prendoilcellulare,guardoloschermoeilcuoreprendeagalopparenelpetto.

«Salve.»Unattimodisilenzio.«Vatuttobene?»chiedo.Scottrispondedopounabrevepausa.«Sì,tuttobene.Hochiamatoperringraziarlaperquelloche

hafattoieri.Peravermimessoalcorrente.»«Oh,sifiguri.Nonc’erabisognodi...»«Disturbo?»«No,assolutamente.»Luinon replica, alloracontinuoaparlare.«Nessunproblema...haqualche

novità?»«Lapsicologadellapoliziaèstataqui,oggipomeriggio.»Miinnervosisco.«IlsergenteRiley.Le

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hoparlatodiKamalAbdic,lehodettocheforsedovrebberosentirlo.»«Leha...lehadettodiavermiincontrata?»Holaboccasecca.«No,hopensatoche forse...Nonso,ho immaginatoche fossemeglio fingerechesi trattassedi

unamiaidea...Hodetto...losocheèunabugia,malehodettodiessermispremutolemeningiperricordarequalcosadiutile, echecredevovalesse lapenasentire il suopsicoterapeuta.Hodettodiaveravutoqualchesospettosullalororelazione,inpassato.»

Adessopossodinuovorespirare.«Eleicosaleharisposto?»«Ha detto che gli hanno già parlato, ma che lo sentiranno di nuovo. Mi ha fatto un sacco di

domande,erastupitadelfattochenonciavessipensatoprima.Leiè...nonso,nonmifidodiquelladonna.Dovrebbestaredallamiaparte,maholasensazionechesiaunaficcanaso,checerchidifarmicadereincontraddizione.»

Mifapiacerecheancheluinonlatrovisimpatica;èstupido,loso,masentocheèun’altracosacheabbiamoincomune,unaltrofilochecilega.

«Volevoringraziarlaperessersi fattaavanti.Èstatodavvero... loso,èassurdo,maèstatobelloparlareconqualcuno...chenonmièmoltovicino.Sonoriuscitoaragionareconmaggiorelucidità.Dopocheleisen’èandata,horipensatoallaprimasedutadiMeganconAbdic,acom’eraquandoètornata a casa.C’era qualcosa di diverso in lei, sembrava più leggera.» Sospira. «Non so, forse èsoltantounamiaimpressione.»

Holasensazionecheluinonstiadavveroparlandoconme.Ècapitatoancheieri:parlaasestesso,eiosonounaspeciedicassadirisonanza,manesonofelice,perchépossoesserglid’aiuto.

«AncheoggihocontrollatolecosediMegan.Hofrugatoincamera,intuttalacasa,perscovareanchesolounindiziosudovepotrebbeessereinquestomomento.Magariqualcosacheappartienealui,manonhotrovatonulla:née-mail,nélettere,niente.Hopensatodichiamarlo,maoggilostudioèchiusoenonhoilsuonumerodicellulare.»

«Credechesiaunabuonaidea?»glichiedo.«Nondovrebbeoccuparsenelapolizia?»Nonesprimoadaltavoceilmiopensiero,masappiamocheèunuomopericoloso.Oalmeno,potrebbediventarlo.

«Non lo so, non so più niente.»Sento la disperazione nella sua voce,ma non ho idea di comeconsolarlo;hailrespiroaffannoso,sembraspaventato.Vorreichiederglisec’èqualcunolìconlui,manonlofaccio,pernonrisultaretroppoinvadente.

«Oggihovistoilsuoexmarito.»Mivengonoibrividi.«Davvero?»«Sì,sonouscitoaprendere igiornalie l’ho incontrato instrada.Mihachiestocomestavoese

c’eranonovità.»«Ah!»Ètuttoquellocheriescoadire.NonvogliocheparliconTom:ilmioexmaritosachenon

conoscevoMegan,echemitrovavoinBlenheimRoadlaseradellasuascomparsa.«Non ho fatto alcun cenno a lei. Io... non so, non mi sembrava il caso di dirgli che ci siamo

incontrati.»«Sì,èmegliocosì.Credochesarebbestatoimbarazzante.»«Vabene»replicalui.Rimaniamoinsilenzioperqualchesecondo.Ilmiocuorebatteall’impazzata.Misembrachestia

perriagganciare,mapoiaggiunge:«Davverononparlavamaidime?».«Macerto!Certocheparlavadite.Noncivedevamomoltospesso,ma...»«Ma lei è venuta a casa nostra!Megan non invitamai nessuno. Èmolto possessiva, non vuole

estraneiincasa.»Stopensandoaunaspiegazione;vorreinonaverglielomaidetto.

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«Sonopassataperprendereunlibro.»«Davvero?»Nonmicrede:Megannonèunalettrice.Ineffetti,nonc’eranolibrisugliscaffali.«E

cosadicevadime?»«Eramolto felice. Per lei, per la vostra relazione.» Lemie parole sono strane, ma non posso

esserepiùprecisa,altrimentirischiodicontraddirmi.«Adireilvero,iostavopassandounperiododifficileconmiomarito,quindicredochecilimitassimoaconfrontarelenostreesperienze.Quandoparlavadilei,lebrillavanogliocchi.»Chebanalità!

«Davvero?» Sembra pensieroso. «Mi fa piacere sentire le sue parole.» Avverto il suo respiroansimante.«Avevamo...avevamo litigato, lasera incuisen’èandata...Unbruttodiverbio...Detestopensarechefossearrabbiataconmequando...»Nonriesceacompletarelafrase.

«Sonocertachelesaràpassatasubito.Lecoppielitiganoincontinuazione.»«Sì, ma è stato uno scontro tremendo e io non posso... non posso dirlo a nessuno perché

penserebberochelehofattodelmale.»Lavoceoraèdiversa:sembradevastatodaisensidicolpa.«Non ricordo nemmeno come abbiamo iniziato.» Non gli credo, ma mi morsico la lingua,

pensandoatuttelelitigatedellequalimisonodimenticata.«Eromoltoarrabbiato.Sonostato...cattivoconlei.Unbastardo,unverobastardo.Leierasconvolta.Èsalitaincamera,habuttatoalcunecoseinunaborsa.Nonsocosa,madopomisonoaccortocheavevapresolospazzolino,quindihopensatocheavessedecisodipassarelanottefuori.Hodedotto...hoimmaginatochefosseandatadaTara,eragià successo un’altra volta. Una volta sola, non era sua abitudine non dormire a casa. Non sononemmenoandatoacercarla.»Dinuovo,mirendocontochenonstadavveroparlandoconme.Sistaconfessando: io sonodall’altra parte della grata, sonounapersonanell’ombra, senzavolto. «L’holasciataandare.»

«Èsuccessosabatosera?»«Sì,èl’ultimavoltachel’hovista.»IgiornalidiconocheuntestimonehavistoMegan,oalmeno«unadonnacorrispondenteallasua

descrizione»,camminareversolastazionediWitneyallesetteeunquarto.Èl’ultimoavvistamento.Nessuno l’ha notata sui binari né sul treno. In stazione non ci sono telecamere di sorveglianza; aCorlyinvecesì,manonèstataripresa.Secondolastampa,questononèrilevante,perchélacoperturadelserviziononècompletaecisonoparecchi«angolibui».

«Acheorahaprovatoatelefonarle?»glichiedo.Cimetteunpo’arispondere.«Io...sonoandatoalpub.IlRose,loconosce?QuellodiKinglyRoad.

Avevobisognodi sbollire la rabbia.Hobevutounpaiodibirre,poi sono tornatoacasa.Erano ledieci.Speravocheancheleisifossecalmataechel’avreitrovatalì,manonc’era.»

«Quindihaprovatoachiamarlaversoledieci?»«No...»Lasuavoceèunsussurro.«Nonl’hochiamata.Hobevutoancora,hoguardatolatv,poi

sonoandatoaletto.»Ripenso alle liti con Tom, alle scenate che gli ho fatto, a tutte le volte cheme ne sono andata

sbattendolaportaedicendoglichenonvolevopiùvederlo.Luimihasempretelefonato,hasemprecercatoditranquillizzarmiefarmitornareacasa.

«Credevo che fosse andata daTara, che le stesse raccontando quanto sono stronzo.Ho lasciatoperdere.»

Halasciatoperdere.Sembrauncomportamentoinsensibileemenefreghista:nonmistupiscechenonloabbiadettoanessuno,esonosorpresacheabbiadecisodiraccontarloproprioame.Luinonè

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lo Scott che avevo immaginato, quello che conoscevo, che vedevo con Megan sulla terrazza,protettivoerassicurante.

Sono pronta a riagganciare,ma lui riprende a parlare. «Mi sono svegliato presto.Non c’eranomessaggi sul cellulare.Nonmi sono spaventato: hopensato che fossedalla sua amica e che fosseancoraarrabbiataconme.Forsestavadormendo,oppurevolevasemplicementeignorarmi.Nonhotrovato ilnumerodicellularediTara,maconoscevo il suo indirizzo:erasuunbigliettodavisita,sullascrivaniadiMegan.Misonoalzatoesonoandatodalei.»

Se non era preoccupato, perché è andato da Tara? Vorrei chiederglielo, ma preferisco noninterromperlo.

«Sonoarrivatopocodopolenove.Cihamessounpo’avenireadaprirmi,maquandomihavistoera davvero sorpresa.Ero l’ultima persona che si aspettava di trovare sulla soglia a quell’ora delmattino.Allorahocapito...Megannoneraandatadalei.Ehoiniziatoapensare...Hoiniziatoa...»Lavoceglimuoreingola;misentomalissimoperavermessoindiscussionelesueparole.

«TaramihadettochenonavevapiùvistoMegandopolalezionedipilates,venerdìsera.Èallorachehocominciatoatemereilpeggio.»

Finitalatelefonata,michiedoquantodiciòcheavevadettomisarebbesembratofalsosenonloavessivistoconlei,senonloavessiconosciutoprima.

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Lunedì22luglio2013MattinaSonoconfusa.Hodormitobene,maeroagitataestamattinafaticoasvegliarmi.Ilcaldoètornatoeilvagone è soffocante, anche semezzo vuoto.Ero in ritardo e non ho fatto in tempo a comprare ilgiornale né ad ascoltare le notizie prima di uscire di casa. Provo a caricare il sito della BBC sulcellulare,macimetteun’eternità.ANorthcotesaleuntizioconl’iPadesisiedevicinoame.Nonhaproblemidicollegamentoeaccedesubitoalsitodel«DailyTelegraph»,dovecampeggialanotizia:UomoarrestatoinrelazioneallascomparsadiMeganHipwell.Dimenticolabuonaeducazioneemiavvicinoperleggeremeglio.Luimiguardainfastidito,forsepersinospaventato.

«Miscusi.Ilfattoèche...iolaconosco.Ladonnascomparsa...laconosco.»«Oh, è davvero terribile!» È un signore di mezz’età, istruito ed elegante. «Vuole leggere

l’articolo?»«Laringrazio!Conilmiocellularenonriescoacaricarlo.»Sorridecongentilezzaemipassailtablet.Sfioroiltitoloeaprolapagina.

UnuomosullatrentinaèstatoarrestatoinrelazioneallascomparsadiMeganHipwell,ventinoveanni,ladonnadicuinon si hanno notizie da sabato 13 luglio.La polizia non ha confermato l’identità del sospettato; potrebbe trattarsi diScottHipwell, ilmarito diMegan, che era stato interrogato giovedì scorso. Il portavoce della polizia ha dichiarato:«ConfermiamodiaverarrestatounuomocollegatoallascomparsadiMegan.Nonsonoancorastatemosseaccuseneisuoiconfronti.Lericerchecontinuano,stiamoverificandounindirizzochepotrebberivelarsirilevanteperleindagini».

Stiamosuperandolacasa:questavoltail trenononsifermaalsemaforo.Mivolto,maètroppotardi. Restituisco l’iPad al suo proprietario;mi tremano lemani. Lui scuote la testa. «Mi dispiacemolto»commenta.

«Lei non èmorta.» Ho la voce roca,ma nemmeno io credo allemie parole. Sento le lacrimesalirmiagliocchi.Iosonostataacasasua,sonostatalàdentro,l’hoguardatonegliocchi,hoprovatoqualcosa.Pensoaquellemanienormi,aquantomalepotrebbefarmi,eallapiccola,fragileMegan.

Iltrenofrena,stiamoentrandonellastazionediWitney.Balzoinpiedi.«Devoandare»spiegoalmiovicinodiposto,chesembrastupito,maannuisce.«Buonafortuna»miaugura.Corro lungo ilbinarioegiùper le scale; sono investitadal flussodeipendolari, cheavanza in

direzionecontraria.Quandoarrivoinfondoallescaleinciampoeuntiziomigridadiguardaredovemetto ipiedi.Non lodegnodiuno sguardo,perché lamiaattenzioneè stata attiratadalbordodelpenultimo scalino: c’è unamacchia di sangue.Da quanto tempo è lì?Da una settimana? Potrebbeessereilmio?OquellodiMegan?Hannotrovatotraccedisangueincasasua,elohannoarrestato?Provoaricordarelacucina,ilsoggiorno.C’eraunforteodoredidisinfettante.Eracandeggina?Nonloso,mahoimpressonellamenteilsudoresullamagliettael’odoredibirradelsuoalito.

SuperoilsottopassaggiodicorsaesbucoinBlenheimRoad.Camminoatestabassaetrattengoilrespiro,hopauradiquellochepotreiscoprire,ma inrealtànonc’ènientedavedere.NoncisonofurgoniparcheggiatidavantiacasadiScott,néautodellapolizia.Hannogiàfinitodiperquisire lacasa? Se avessero trovato qualcosa, sarebbero ancora lì: ci vogliono ore per controllare tutto ecatalogareleprove.Aumentol’andaturaemifermodavantialcivico15.Facciounbelrespiro.Letendesonotirate,maqualcunomispiadallafinestradellacasavicina.Percorroilvialettoealzolamanoperbussare:nondovreiesserelì,nonsoperchésonovenuta.Volevovedere,volevosapere.Per

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unattimo,sonocombattuta: l’istintomidicediandarmene,maunapartedimevorrebbeentrareinquellacasa.Mivoltoperallontanarmi,maproprioinquelmomentolaportasiapre.

Primacheabbiailtempodireagire,luiallungalamano,miafferraperunbraccioemitiraversodi sé.Hagli occhi sgranati, il volto èunghignopauroso.Èdisperato, fuori di sé.Hopaura emiaspettoilpeggio.Aprolaboccapergridare,maètroppotardi:mitrascinaincasaerichiudelaportaallemiespalle.

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Megan

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Giovedì21marzo2013MattinaNonsonounaperdente.Luidovrebbesaperlo:iononperdo,noninquestomodo.

Loschermodeltelefonoèvuoto:sembrachesiprendagiocodime.Ognivoltacheloguardo,ècome se venissi schiaffeggiata e mi arrabbio sempre di più. Cosami è successo in quella stanzad’albergo?Acosastavopensando?Cheavessimostabilitouncontatto,checifossequalcosadivero,disolidotranoidue?Luinonhaintenzionediandaredanessunaparteconme,maperunattimoglihocreduto.Forseperpiùdiunattimo,edèquestochemifaincazzare.Sonostataunacretina.Mihapresoingiropertuttoiltempo.

Sepensachemenestiaquiapiangere,sisbagliadigrosso.Iopossoviveresenzadi lui.Meneinfischiodilui,manonmipiaceperdere.Nonfapartedellamianatura,nonèdame.Iononvengolasciata:sonoioadandarmene.

Stoimpazzendo:continuoaripensareaquelpomeriggioinalbergo,alleparolechemihadetto,acomemihafattasentire.

Bastardo.Secredechescompariròsenzadireunaparola,alloranonhacapitonientedime.Senonsisbriga

arispondere,lochiameròsultelefonodicasa.Nonpotràignorarmi.A colazione, Scott mi chiede di annullare la seduta di psicoterapia. Faccio finta di non averlo

sentitoenondiconulla.«Davecihainvitatiacena,nonlovediamodaunavita.Nonpuoirimandarel’appuntamento?»Ilsuotonoèneutro,masentochemistaosservandoconattenzione.Laliteèdietrol’angolo,devo

rispondereconcautela.«Scott, non posso: è troppo tardi. Perché non chiedi a Dave e Karen di venire da noi sabato

prossimo?»L’idea di trascorrere il fine settimana con quei due è deprimente,ma devo trovare uncompromesso.

«Nonèverocheè troppotardi!»replica lui,appoggiandola tazzasul tavolo.Mimette lamanosullaspalla.«Rimandalaseduta,okay?»insiste,poiescedallastanza.

Nonappenalaportasichiude,scagliolatazzacontrolaparete.

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SeraPotreiraccontarmichenonsitrattadiunverorifiuto.Potreiconvincermichestasoltantocercandodifarelacosagiusta,dalpuntodivistaeticoeprofessionale,masochenonècosì.O,almeno,nondeltutto.Sedesideridavveroqualcosa,nonsonocertolamoraleeladeontologiaafermarti:seidispostoafaredituttoperaverla.Ilfattoècheluinonmivuoleabbastanza.

Ho ignorato le telefonatediScottper tutto il pomeriggioe sonoarrivata in ritardoalla seduta;sono entrata nello studio senza nemmeno salutare la segretaria. Lui era seduto alla scrivania,scribacchiavaqualcosa.Haalzatogliocchi,manonmihasorrisoedè tornatoaconcentrarsisullecarte.Eroinpiedidavantialui,volevochemiguardasse.Cihamessounavita.

«Staibene?»mihachiesto,poimihasorriso.«Seiinritardo.»Nonriuscivoarespirare,néaparlare.Hofattoilgirodellascrivaniaemisonoavvicinata;lamia

gambasfioravalasuacoscia.Luisiètiratoindietro.«Megan,tisentibene?»Hoscossolatesta.Hoallungatolamano,eluil’hapresa.«Megan...»hamormorato.Sonorimastainsilenzio.«Nonpuoi...dovrestisederti.Parliamo.»Hoscossodinuovolatesta.«Megan...»Èsemprepeggio,ognivoltachepronunciailmionome.Sièalzatoinpiedi,portandosialcentrodellastanza.«Avanti,siediti!»Iltonoeraformale,unpo’brusco.Mi sonoavvicinata,gli hoappoggiatounamano sul fiancoe l’altra sulpetto.Miha afferrato i

polsi.«Megan,nonfarlo...nonpossiamo...»Sièallontanato.«Kamal,tiprego.»Lamiavoceerasupplicante,insopportabile.«Questo...quidentro...Nonèopportuno.Capita,ènormale,credimi,ma...»Glihodettochevolevostareconlui.«Megan,èuntransfert.Èunacosachesuccede,tramedicoepaziente.Midispiace,avreidovuto

parlartene,l’ultimavoltachecisiamovisti.»Volevourlare:sembravaunafaccendacosìbanale,sciatta,privadiqualunquepassione.«Mistaidicendochenonprovinienteperme?Chemisonosognatatutto?»Luihascossolatesta.«Megan,cercadicapire.Nonavreidovutospingermifinoaquestopunto.»Misonoavvicinata,glihomessolemanisuifianchiel’hocostrettoavoltarsi.Luimihaafferrato

lebraccia,lesueditalungheeranoavvinghiateaimieipolsi.«Potreiperdereillavoro»haspiegato,allorasonoesplosa.

Misonoliberataconunostrattoneviolento.Haprovatoatrattenermi,manonc’èriuscito.Urlavo,gli ho detto che nonme ne fregava un cazzo del suo lavoro. Lui cercava di tranquillizzarmi, erapreoccupato di quello che avrebbero pensato gli altri pazienti e la segretaria.Mi ha presa per lespalle,mihastrettaconforzaemihaordinatodicalmarmi,dismetterladicomportarmicomeunabambina.Mihastrattonata,perunattimohocredutochevolesseschiaffeggiarmi.

L’hobaciatosullaboccaeglihomorsicatoillabbroconviolenza;hosentitoilsaporedelsangue

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sullalingua.Luimihaspintavia.Mentretornavoacasa,pensavoacomevendicarmi.Avreipotutofarlolicenziare,oanchepeggio.

Inrealtà,nonfarònullaperdanneggiarlo,perchéluimipiacetroppoenonvoglioferirlo.Infondo,non sono nemmeno così sconvolta dal suo rifiuto. Quello che mi disturba è non essere ancoraarrivataallafinedellastoria:nonpossoricominciaredacapoconunaltro,sarebbetroppodifficile.

Nonhoalcunavogliadiandareacasa,adesso.Nonsapreicomegiustificareilividisullebraccia.

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Rachel

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Lunedì22luglio2013SeraE adesso aspetto. Non so cosa stia per succedere, tutto procede con lentezza esasperante, ma nonpossofarealtro.

Questamattinafacevobeneadaverepaura,anchesenonsapevodicosa.NondiScott: quandomi ha trascinata in casa, ha visto il terrore neimiei occhi emi ha subito

lasciata andare. Era spettinato e aveva gli occhi rossi; ho capito che gli dava fastidio la luce delgiorno.«Checosaèvenutaa fare?Cisonogiornalistie fotografidappertutto!Nonpossoriceverevisite,chissàcosapotrebberoscrivere...sonolìinagguatoperscattarmiunafoto,per...»

«Nonc’ènessunoquafuori.»Inrealtà,nonhonemmenocontrollato.Forsec’èqualcunosedutoinmacchina,adattenderel’evolversidellasituazione.

«Checosaèvenutaafare?»haripetuto.«Hosentito...holettoigiornali.Volevo...Èlui?Lohannoarrestato?»Scott ha annuito. «Sì, stamattina. Sono venuti a dirmelo. Quella donna... nonmi ha spiegato la

motivazione.Devonoavertrovatoqualcosa,manonmihannodettocosa.Perònonsitrattadilei.Sochenonèlei.»Sièsedutosuigradini,stavatremando.«Noncelafaccioastarequiadaspettarecheiltelefono suoni. Ogni volta che lo sento squillare, mi sembra di impazzire. Chiamano percomunicarmiqualchebruttanotizia?Oforse...»Sièinterrotto,poimihafissata,comesefinalmentesifosseaccortodellamiapresenza.«Perchéèvenuta?»

«Volevo...hocredutochenonvolesserimaneredasolo.»Mihaguardatacomesefossipazza.«Maiononsonosolo.»Sièalzatoedèandatonelsoggiorno.

Sonorimastaferma,nonsapevosedovevoseguirlooandarmene,poihosentitolasuavoce.«Vuoleuncaffè?»

Nelpratoc’eraunadonna,erauscitaa fumare.Eraalta,con icapelligrigi,elegante: indossavapantaloninerieunacamiciabianca,conilcollettoabbottonato.Camminavaavantieindietro,masièfermataquandomihavista;hagettatoaterrailmozziconeelohaspentosottoiltacco.

«Èdellapolizia?»mihachiestomentrerientravaincasa,manonsembravamoltoconvinta.«No,sono...»«Mamma,leièRachelWatson,ladonnachemihacontattatoperparlarmidiAbdic.»Leihaannuito,poimihasquadratadallatestaaipiedi.«Ah!»«Io...ecco...»Nonavevounmotivovalidopergiustificarelamiapresenza.Nonpotevodirleche

volevosaperechecosastavasuccedendo.«Bene, Scott le è grato per quanto ha fatto. Adesso stiamo a vedere che piega prenderà la

situazione.»Sièavvicinata,mihaposatounamanosulbraccioemihaaccompagnataallaporta.Hoguardato Scott, ma lui era distratto, fissava i binari, fuori dalla finestra. «Signora Watson, laringrazioperlavisita.Lesiamodavveromoltoriconoscenti.»

Eroormai fuori, sulla soglia,quando lihovisti: in strada,Tomspingeva ilpassegginoeAnnacamminavaalsuofianco.Quandosisonoaccortidime,sisonobloccati.Annasièportataunamanoallaboccaesièchinatainavantiperafferrarelabambina:laleonessacheproteggeilsuocucciolo.Avreivoluto farleuna risata in faccia edirle chenonerovenutaper lei e chenonmene fregavanientedisuafiglia.

Mi hanno buttata fuori: la madre di Scott è stata molto chiara. Sono delusa, ma non dovrebbeimportarmenemolto,perchélapoliziahapresoKamalAbdic.Sonostatautile,hofattolacosagiusta.Lohannoarrestato.TrapocotroverannoancheMeganelariporterannoacasa.

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Anna

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Lunedì22luglio2013MattinaTommihasvegliataconunbacioeunsorrisosmagliante.Nonhaimpegnifinoallatardamattinata,emi propone di andare con Evie a fare colazione in un posto qui vicino. È il locale in cui ciincontravamoiprimitempidellanostrarelazione.Cisedevamoaccantoallavetrina,tantoleieraallavoro,aLondra:eraimprobabilecheciscoprisse.Eppureeraeccitante,ilbrividodelrischio:potevarientrareprimaperunmalessere improvvisooperchésieradimenticatadeidocumenti importanti.Sognavoquelmomento:volevochepassassedilì,chemivedesseconlui,checapissechenonerapiùsuo.Èdavverodifficilecrederechecisiastatountemponelqualemiauguravodiincontrarla.

Da quandoMegan è scomparsa, cerco di evitare di passare davanti alla sua casa, perchémi fapaura, però è l’unica strada per arrivare al locale. Tom spinge il passeggino e sta cantando unacanzoncina a Evie, che gli sorride. Adoro questi momenti, quando siamo tutti e tre insieme. Miaccorgodeglisguardideipassanti:siamodavverounafamigliameravigliosa.Nesonoorgogliosa,nonsonomaistatacosìfieradiqualcosaintuttalamiavita.

Stogalleggiandosullamianuvolettadifelicitàquandoarriviamodavantialcivico15.Siaprelaportaeperunattimopensodiavereleallucinazioni,perchévedouscirepropriolei:Rachel.Rimanelìperunsecondo,guardaversodinoie siblocca.È terribile: ci sorride,ma la sua faccia sembraquasiunghigno.NonpossofareamenodiafferrareEvieetirarlafuoridalpasseggino.Labambinasispaventaesimetteapiangere.

Rachelsiallontanaapassosvelto,versolastazione.Tom la chiama: «Rachel! Che ci fai qui? Rachel!». Ma lei continua a camminare, sempre più

veloce,staquasicorrendo,mentrenoicifermiamo,incertisucosafare.Tommiguarda,vedelamiafacciaeordina:«Avanti,torniamoacasa».

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SeraQuandosiamorientrati,abbiamoscopertochehannoarrestatoqualcunoinrelazioneallascomparsadiMeganHipwell.Nonloconosco,èunopsicoterapeutadalqualeleieraincura.Èungransollievo,perchéavevoiniziatoaimmaginarescenariterribili.

«Tel’avevodettochenoneraunosconosciuto»hacommentatoTom.«Nonloèmai,vero?Aognimodo, non sappiamo nemmeno che cosa sia successo. Secondo me sta bene, sarà scappata conqualcuno.»

«Ealloraperchéhannoarrestatoquell’uomo?»Tomsièstrettonellespalle;sembravadistratto.Sièmessolagiacca,haannodatolacravattaesiè

preparatoall’incontroconilprimoclientedellagiornata.«Cosafacciamo?»glihochiesto.«Inchesenso?»«Con Rachel. Perché era qui? Perché è andata dagli Hipwell? Pensi che... pensi che volesse

introdursinelnostrogiardino...passandodaquellodeivicini?»Tomsièmessoaridere.«Nedubito!Avanti,stiamoparlandodiRachel!Nonhapropriamenteun

fisicoesile,pensicheriuscirebbeascavalcarelarecinzione?Nonhoideadicosacifacessedaquesteparti.Forseeraubriacaehasbagliatoporta.»

«Vuoidirecheinrealtàvolevaveniredanoi?»Ha scosso la testa. «Non lo so. Ma non preoccuparti di lei, capito? Non aprire a nessuno. Le

telefonoecercodiscoprirecosastacombinando.»«Pensochedovremmochiamarelapolizia.»«Perdirecosa?Rachelnonhafattoniente...»«Nonhafattonienteoggi,maeraqui, laseradellascomparsadiMeganHipwell.Avremmogià

dovutodirloalleautorità.»«Dai,Anna!»Mihaabbracciata.«RachelnonhanienteachefareconlascomparsadiMegan.Le

parlerò,vabene?»«Peròavevidettochedopol’ultimavolta...»«Loso,losochecosahodetto...»hasussurrato.Mihabaciataemihainfilatolamanodentroi

jeans.«Noncoinvolgiamoleforzedell’ordine,senonèdavveronecessario.»Iopensochedovremmofarlo.Nonriescoatogliermidallatestailmodoincuicihasorriso.Quel

suoghignotrionfante.Dobbiamoandarcenedaqui.Dobbiamoallontanarcidalei.

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Rachel

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Martedì23luglio2013MattinaAlrisvegliocimettounpo’acapirecomemisento.Sonoeuforica,maaltempostessospaventata.Èun terrore senza nome: siamo vicini a scoprire la verità,ma ho la netta sensazione che non saràpiacevole.

Mimettoasederesullettoeafferroilportatile;loaccendoeaspettochesiavvii,poimicollegoainternet.Cimetteunavita!Cathysièalzata,stapreparandolacolazione,poilasentosalireinbagnoperlavarsiidenti.Sifermadavantiallamiaporta.Laimmaginoconlamanoalzata,prontaabussare,maciripensaeseneva.

Accedo al sito della BBC. Gli articoli principali riguardano i tagli ai sussidi e l’ennesimopettegolezzosullavitasessualediunastartelevisivadeglianniSettanta.Nonc’ènientesuMegannésuKamal.Sonodelusa.Lapoliziahaventiquattr ’oredi tempoper accusareun sospettato, eormaisonopassate.Inalcunicasi,puòtrattenerloperaltredodiciore.

Ierihofattounpo’diricerche.DopoesserestatabuttatafuoridacasadiScott,sonotornataqui,hoaccesolatvehopassatolagiornataaguardarenotiziariealeggeregiornalionline.Inattesa.

Amezzogiorno,lapoliziaharivelatoilnomedelsospettato.Lastampaparlavadi«provescopertea casa del dottor Abdic e all’interno della sua automobile», ma senza specificare di che cosa sitrattasse. Macchie di sangue? Il cellulare di Megan che non è stato ancora ritrovato? Vestiti, unaborsa, lo spazzolino da denti? Continuano a mostrare un primo piano del volto di Kamal: è unbell’uomo, con la pelle scura. Non è una foto segnaletica, dev’essere stata scattata mentre era invacanza.Staquasi sorridendo.È troppobelloperessereunassassino,eppure l’apparenza inganna:diconocheTedBundyassomigliasseaCaryGrant.

Ho aspettato tutto il giorno per sapere quali accuse fossero state formalizzate: rapimento,aggressioneopeggio.VolevosaperedovesitrovasseMegan,dovel’avevatenuta.Hannomostratoleimmagini di Blenheim Road, della stazione diWitney, della casa di Scott. I commentatori hannosottolineatoilfattocheiltelefonoelecartedicreditodiMegannonrisultanoesserestatiutilizzatidapiùdiunasettimana.

Tomhachiamatopiùvolte,manonhorisposto.Losoperchémitelefona:vuolescoprirecosacifacevoacasadiScottHipwell,ierimattina.Vogliochesitormentiunpo’:luinonc’entraniente,nonèsemprealcentrodellamiavita.EpoisonocertachemichiamasurichiestadiAnna,eioaquelladonnanondevoalcunaspiegazione.

Pertuttoilgiorno,leaccusenonsonostatedivulgate;inotiziariparlavanodiKamal,dellostimatoprofessionistacheascoltavaisegretieiturbamentidiMegan,chehaguadagnatolasuafiduciaepoinehaapprofittato,chel’hasedottaepoi...Chissàcom’èandataafinire?

Hannodettocheèmusulmano,cheèbosniaco,sopravvissutoallaguerraneiBalcani,edèarrivatoinInghilterraall’etàdiquindicianni,comerifugiato.Haperso ilpadreeduefratelliaSrebrenica,quindihaesperienzadirettadellabrutalitàdellavita.Èstatocondannatoperviolenzadomestica.PiùcosevengoasaperediKamal,piùmiconvincodiavereragione:hofattobeneaparlarediluiallapoliziaeacontattareScott.

Mialzoemiinfilolavestaglia,scendoalpianodisottoeaccendolatv.Ogginonvoglioandaredanessunaparte.SeCathyrientrasseprimadeltempo,potreidirlechenonmisentobene.Mipreparouncaffè,misiedodavantiallatelevisioneeaspetto.

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SeraAlle tre del pomeriggio ero annoiata a morte. Ero stufa di sentir parlare di tagli ai sussidi e dipedofilideglianniSettanta;erodelusaperchénessunosioccupavadellavicendadiMeganeKamal,cosìsonoandataalnegozioehocompratoduebottigliedivinobianco.

La novità arriva quando ho quasi finito la prima. Le immagini riprendono un edificiosemidiroccato,oforseinviadicostruzione,cisonoesplosionisullosfondo:èinSiria,inEgittooforseinSudan?Hotolto l’audio,nonsonoconcentrata,mapoi lovedo: lenotiziechescorronoinsovrimpressione mi informano che il governo intende tagliare i fondi all’assistenza legale, cheFernandoTorresnongiocheràperquattrosettimaneacausadiunproblemaaltendineechel’uomoarrestatoperlascomparsadiMeganHipwellèstatorilasciatosenzaaccuse.

Poso il bicchiere, afferro il telecomandoe alzo il volumealmassimo.Nonpuòesserevero! Ilserviziosullaguerracontinua,sembrainfinito.Iosonosemprepiùagitata,maallafinelalineatornaallostudio.Eccocosadiceilgiornalista:«KamalAbdic,l’uomoarrestatoinrelazioneallascomparsadi Megan Hipwell, è stato rilasciato senza accuse. Abdic, che è lo psicoterapeuta della signoraHipwell, era stato fermato ieri,ma stamattina è tornato in libertà perché la polizia nondisponediprovesufficientiaincriminarlo».

Nonsentopiùniente.Rimangolì,sedutasuldivano,conunfrastuononelleorecchie,epensochel’avevanopreso,mal’hannolasciatoandare.

Salgoalpianodi sopra.Hobevuto troppo, civedodoppio,o triplo.Riescoa leggere le scrittesulloschermodelcomputersoltantosechiudounocchio.Mifamalelatesta.

Cathyèrientrata,mihachiamataelehodettochesonoaletto,chenonmisentobene:sachestobevendo.

Holostomacopienodialcol,mivienedavomitare.Nonriescoapensareinmanieralucida.Nonavreidovutoiniziareaberecosìpresto.Nonavreipropriodovutobere.HochiamatoScottun’orafa,e anche alcuniminuti fa: nonavrei dovuto fareneanchequello.Quali bugieha raccontatoKamal?Cosasièinventatoperinfinocchiarelapolizia?Hannorovinatotutto,cheidioti!ÈcolpadellaRiley,nesonosicura.

I giornali non sono stati di alcun aiuto. Adesso scrivono che non è mai stato condannato perviolenzadomestica,chesiètrattatodiunerrore.Adessosembraluilavittima.

Nonvoglioberepiù.Sochedovreigettareilvinonellavandino,altrimentilotroveròdomattinaeloberròsubito,ealloranonriusciròafermarmipertuttoilgiorno.Dovreibuttarlonelloscarico,masochenonlofarò:ilpensierodiaverneunpo’perdomaniinrealtàmirassicura.

Èbuio,qualcunochiamailsuonome.Megan.Èunavocefioca,poidiventapiùforte.Èarrabbiato,disperato. È Scott: non è felice con lei. La chiama ancora. Credo che sia un sogno. Cerco diaggrapparmiaquell’immagine,mascivolavia,semprepiùlontana.

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Mercoledì24luglio2013MattinaQualcuno bussa alla porta, con delicatezza.La pioggia batte contro la finestra; sono le otto,ma èancorabuio.Cathyapreeinfilalatestaincamera.

«Rachel,staibene?»Vedelabottigliavicinoalletto,siavvicinaelaprende.Sembrasconfortata.«Oh,Rachel!»Sonotroppoadisagioperreagire.«Nonvaiinufficio?Ciseiandataieri?»

Nonaspettalamiarispostaesivoltaperuscire,maaggiunge:«Secontinuicosì,finiraiperfartilicenziare».

Dovreidirglieloadesso,vistocheègiàarrabbiataconme.Dovreialzarmieconfessarlechesonostata licenziata tremesi faperchésono tornata inufficioubriacamarciadopounpranzodi lavorodurato tre ore, durante il quale sono stata cosìmaleducata e pocoprofessionale da far perdere uncliente all’agenzia. Se chiudo gli occhi, rivedo la parte finale di quell’episodio: lo sguardo dellacameriera quando mi ha dato la giacca e il rientro in ufficio. Barcollavo, mi guardavano tutti eMartinMilesmihachiamatanelsuoufficio.Forsedovrestiandareacasa,Rachel.

C’èunlampo,poiiltuono.Sobbalzo.Acosastavopensandoierisera?Controlloilmiotaccuino,nonhopiùaggiuntonullaaciòcheavevoscrittolamattina:appuntisuKamal,lasuaetà,ilgruppoetnico,lacondannaperviolenzadomestica.Prendolapennaecancellol’ultimopunto.

Scendoalpianodisotto,mifacciouncaffèeaccendolatv.SkyNewsstamostrandoleimmaginidellaconferenzastampachegli inquirentihanno tenuto ieri sera.C’è l’ispettoreGaskill:èpallido,smagrito eprovato.Sembrauncanebastonato.Nonpronunciamai il nomediKamal;dice cheunuomoèstato trattenutoe interrogato,manonc’eranoelementi sufficientiperaccusarlo,dunque leindaginivannoavanti.LatelecamerainquadraScott:èsedutoestrizzagliocchiperproteggersidallaluce;ilsuovoltoèangosciato.Misistringeilcuore.Parlaavocebassa,acapochino.Dicedinonaverperso lasperanza,chenongli interessaquellochepensa lapolizia: luièconvintocheMegantorneràacasa.

Lesueparolesuonanovuoteefalse,manonriescoaguardarlonegliocchi,quindinoncapiscoperchéhoquesta sensazione.Lesuesperanzesonostatecancellatedaglieventidegliultimigiorni,oppuresapercertocheleinontorneràpiùacasa?

Adessoricordo:ieril’hochiamato.Unavolta,due?Corroaprendereilcellulare,cheèfinitoinmezzoallelenzuola.Cisonotrechiamateperse:unadiTomeduediScott.Nessunmessaggio.Tomhatelefonatoierisera,Scottappenaprimadimezzanotteestamattina,pochiminutifa.

Mi sento sollevata: è una buona notizia.Nonostante il comportamento di suamadre e il chiarosignificatodellesueparole(“Grazieper ilsuoaiuto,orasenevadaaldiavolo”), luivuoleancoraparlare conme.Habisognodime.Per un attimo, provoun’immensa gratitudine versoCathy, peravergettatoviailvino.DevoesseresobriaperScott:gliservelamiarazionalità.

Faccioladoccia,mivesto,mipreparounaltrocaffè,poimisiedoinsoggiorno,tengoiltaccuinoaportatadimanoechiamoScott.

«Avresti dovuto dirmi cosa sei» esordisce. La sua voce è fredda, distante. Sento lo stomacocontrarsi inunamorsa: sa tutto.«Il sergenteRileymihaparlato,dopo il rilasciodiAbdic.Luihanegatodi avereuna relazione conMegan.LaRileyha aggiunto che la testimone cheha suggeritoquellapistaèinaffidabile.Un’alcolistacheprobabilmentesoffredisquilibrimentali.Nonmihadettocomesichiama,maèlecitosupporrechesitrattidite?»

«Ma...no,iononsono...nonavevobevutoquandolihovisti.Eranoleottoemezzadelmattino.»

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Comesel’orariovolessedirequalcosa.«Ehannotrovatodelleprove,cosìdiconoinotiziari.Hannotrovato...»

«Leprovesonoinsufficienti.»Finedellaconversazione.

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Venerdì26luglio2013MattinaNonvadopiùnelmioufficioimmaginario:hosmessodifingere.Facciofaticaatirarmigiùdalletto.Nonmilavoidentidamercoledì.Midopermalata,manoncicredenessuno.

Propriononcelafaccioadalzarmi,vestirmi,saliresultreno,andareaLondraegironzolareperlestrade.Ègiàdifficilequandoc’èilsole,figurarsiconquestotempaccio.Diluviadatregiorni.

Dormopocoemale,nonpercolpadell’alcol,madegliincubi.Sonointrappolatadaqualcheparte,sochequalcunostaperarrivareechec’èunaviad’uscita,sonocertadiaverlavista,manonlatrovo,equando luimi afferra, non riesco agridare.Ciprovo, inspiro l’aria e la espiro con tutta lamiaforza,manonproducoalcunsuono,soloundebolerantolo.

Avolte,neimieiincubi,mitrovonelsottopassaggiovicinoaBlenheimRoad,nonpossotornareindietronéproseguireperchéc’èqualcunochemiaspetta;misveglioterrorizzata.

Nonlatroverannomaipiù.Nesonosemprepiùconvinta,ogniorachepassa.Saràunadelletantestoriecheriempionolecronache:scomparsa,dispersa,ilcorpononèstatorinvenuto.Scottnonavràgiustizia,népace.Nonglirestituirannouncadaveresulqualepiangere,nonsapràmaiquellocheleèsuccesso,lavicendarimarràirrisolta.Questipensierichemiaffollanolatestaogninotte,pertuttalanotte,mi tolgono il sonno emi fanno staremale.Non c’è sofferenza più grande né tormento piùatrocedelnonsapere:ècomeunatorturasenzafine.

Glihoscritto.Hoammessodiavereunproblemaconl’alcol,mapoihomentito:glihodettocheera tutto sotto controllo e che sto cercando di farmi aiutare. Ho aggiunto di non avere disturbimentali,manonsosesialaveritàoun’altrabugia.Glihoribaditocheerosicuradiciòcheavevovisto,echenoneroubriacaaquell’oradelmattino.Almenoquestoèvero.Luinonharisposto,manonmiaspettavochelofacesse.Mihatagliatafuoridallasuavita.Nonpossodirgliciòchevorrei,enonpossonemmenoscriverlo,perchépotreiesserefraintesa.Vogliochesappiachemidispiacedinonaver fattoabbastanzaperconvinceregli inquirenti apuntare ilditocontroKamal.Vorreiavervistoqualcosa.Quelsabatosera,avreidovutoteneregliocchiaperti.

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SeraSonobagnatafradicia,hofreddo,ipolpastrellisonobianchieraggrinzitiehounmalditestaatroce,che è iniziato alle cinque. Non c’è da stupirsene, visto che ho cominciato a bere prima dimezzogiorno.Erouscitapercomprareun’altrabottiglia,masonostatadissuasadalmiobancomat,chemihadatolarispostatantotemuta:disponibilitàinsufficiente.

Hoiniziatoacamminaresenzameta,perpiùdiun’ora,sottolapioggiabattente.LazonapedonalediAshburyeratuttaperme.Durantelapasseggiata,hodecisochedovevofarmiperdonarepernonaverfattoabbastanza.

Adessosonoancorabagnata,malucida,estoperchiamareTom.Nonvogliosaperecosahofattonécosahodettoquelsabatosera,madevoscoprirlo,perchépotrebbecambiarelecose.Perqualchemotivo,sentodiaver trascuratoundettaglio importante.Forsestosoltanto ingannandomestessaevogliodimostraredinonesseredeltuttoinutile,mapotreiancheaverragione.

«Èda lunedìcheprovoamettermi incontattocon te»esordisceTom.«Hochiamato inufficio»aggiunge.

Ignoroilsuocommentoestosulladifensiva.«Devoparlartidisabatosera.Di“quel”sabatosera.»«Mache cosadici?Rachel, sono io chedevoparlare con te, di lunedìmattina.Cosadiavolo ci

faceviacasadiScottHipwell?»«Tom,nonèimportante.»«Sì che lo è, accidenti! Cosa stavi facendo? Lo sai, vero, che lui potrebbe... voglio dire... non

possiamoessernecerti,noncredi?Potrebbeaverfattodelmaleasuamoglie.»«NonhafattoproprionienteaMegan»affermoconsicurezza.«Nonèstatolui.»«Ecomediavolofaiasaperlo?Rachel,sipuòsaperecosastasuccedendo?»«Io...Devicredermi!Manon tihochiamatoperquesto.Hobisognodiparlartidiquelsabato,a

proposito del messaggio chemi hai lasciato. Eri così arrabbiato! Hai detto che avevo spaventatoAnna.»

«Sì,èvero.Tihavistabarcollareinstrada,l’haiinsultata.Eradavveroterrorizzata,dopoquellocheèsuccessol’ultimavolta,conEvie.»

«Leimiha...fattoqualcosa?»«Fattocosa?»«Miha...?»«Macosadici?»«Tom,hounaferitaallatesta.Sanguinavo.»«StaiaccusandoAnnadiavertiaggredita?»Urla,èfuribondo.«Rachel,adessobasta!Hoconvinto

miamoglie, più di una volta, a non andare alla polizia,ma se continui amolestarci e a inventarestoriesudinoi...»

«Tom,non la stoaccusandodinulla.Vogliosoltantoprovarea ricostruirecomesonoandate lecose.Ionon...»

«Tunonteloricordi!Macerto,Rachelnonseloricorda.»Sospira,esasperato.«Stammiasentire,Annatihavista.Eriubriacaemolesta.Èvenutaacasaperdirmelo,eraspaventata,cosìsonouscitoacercarti.Eriinstrada,forseericaduta.Sembravisconvolta,tierifattamaleallamano.»

«Iononmisono...»«C’eradelsanguesullamano,nonsocomecifossefinito.Volevoriaccompagnartiacasa,matu

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mihairespinto.Erifuoridite.Sonoandatoaprenderel’auto,maquandosonotornatononc’eripiù.Hoguidatoperunpo’,Annatemevachetifossinascostaneiparaggievolessifareirruzioneincasa.Ioavevopaurachepotessicadereefartidelmaleocacciartineiguai...hoguidatofinoadAshbury.Ho suonato il campanello,ma non eri in casa. Ti ho chiamata un paio di volte, ti ho lasciato unmessaggio.Sì,eroarrabbiato,erodavveroincazzatonero.»

«Tom,midispiace,credimi.»«Loso.Atedispiacesempre.»«HaidettochehourlatocontroAnna.Cosalehodetto?»Tremoalpensiero.«Nonnehoidea,vuoichelachiami?Forsevuoifareduechiacchiereconlei?»«Tom...»«Macheimportanzaha,adesso?»«QuellaserahaivistoMeganHipwell?»«No,perché?Tul’haivista?Nonlehaifattoniente,vero?»Sembrapreoccupato.«No,certocheno.»Rimaneinsilenzioperunpo’.«Perchémihaifattoquestadomanda?Rachel,sesaiqualcosa...»«Nonsoniente,enonhovistoniente.»«PerchélunedìeriacasadegliHipwell?Perfavore,dimmelo,cosìpossotranquillizzareAnna.È

inpensiero.»«Dovevoparlareconlui.Dovevodirgliunacosacheavrebbepotutoaiutareleindagini.»«Tunonl’haivista,maaveviun’informazioneutileperlui?»Esitoperunattimo,nonsonocertadipoterglidiretutto,forsedovreiparlarnesoltantoconScott.

«RiguardaMegan.Avevaunamante.»«Aspettaunattimo,tulaconoscevi?»«Unpo’.»«Com’èpossibile?»«Erostataallagalleria.»«Echisarebbelui?»«KamalAbdic,ilsuopsicoterapeuta.Lihovistiinsieme.»«Davvero?Maèiltiziochehannoarrestato!Pensavocheloavesserorilasciato.»«Sì,edècolpamia,nonsonounatestimoneaffidabile.»Tomride,maintonoamichevole:nonsistaprendendogiocodime.«Rachel,avanti!Haifattola

cosagiustaadirequellochesapevi.Sonosicurochenonlohannolasciatoandarepercausatua.»Insottofondosentoilbalbettiodiunbambino.Tomallontanailtelefono,noncapiscoquellochedice.«Oradevoandare.»Lo immaginomentreposa il cellulare,prende inbraccio sua figlia, labaciaeabbracciasuamoglie.Ilcoltellogiralentamentenellapiaga.

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Lunedì29luglio2013MattinaAlle8.07sonosul treno,direttaalmioufficio immaginario.Cathyhapassato il finesettimanaconDamien. Ci siamo viste ieri sera, però non le ho dato l’occasione di rimproverarmi. Ho subitoiniziatoascusarmiperilmiocomportamento,lehodettocheerostatadavveromalemachemistavoriprendendoeavevovoltatopagina.Leihaaccettatolescuse,oalmenohafintodiaccettarle.Poimihaabbracciata:lasuabontàèinesauribile.

I giornali non parlano più di Megan. Il «Sunday Times» ha pubblicato un articolosull’incompetenzadellapolizia;secondounafonteanonima,ilsuoè«unodeitanticasineiqualisièprocedutoaunarrestofrettoloso,sullabasediprovedeboliolacunose».

Siamoquasiarrivatialsemaforo.Sentoilrumorefamiliaredellafrenataealzolosguardoversolacasa–nonpossofarneameno–ancheseormainonc’èpiùnientedavedere.Porteetendesonochiuse.Lapioggiacadesenzasostaeilgiardinoèpienodipozzanghere.

D’istinto,decidodifermarmiaWitney.Tomnonmièstatoutile,maforsel’altrotizio,quelloconicapellirossi,puòaiutarmiaricordare.Aspettochetuttiipasseggerisianoscesidaltrenoesisianoallontanati, poimi siedo sull’unica panchina al coperto lungo il binario.Forse sarò fortunata e lovedròpassare;potreiseguirloeparlargli.Èl’ultimotentativochemièrimasto:senonfunzionerà,saròcostrettaalasciarperdere.

Passamezz’ora.Miagitoognivoltachesentoqualcunosalirelescale,soprattuttoilpicchiettiodeitacchialti.SeAnnamivedesse,potrei ritrovarmineiguai.Tomèstatochiaro: l’haconvintaanonchiamarelapolizia,maseinsisto...

Sonolenoveeunquarto.L’hoperso,amenochenoninizialavoraretardi.Adessopioveforte,enonpossoaffrontareunagiornataingiroperLondra,senzanientedafare.Nonhosoldi,soltantounabanconotadadieci sterlinechemihadatoCathy,emidevedurare finchénonavrò il coraggiodichiedereunprestitoamiamadre.Scendolescale,decisaaspostarmisulbinariooppostopertornareadAshbury,maproprioalloravedoScott:stauscendodall’edicolachesitrovadavantiall’ingressodellastazione.Siècopertolafacciaconilbaverodellagiacca.

Lo rincorro e lo raggiungo all’angolo, proprio davanti al sottopassaggio. Lo afferro per unbraccioeluisivolta,spaventato.

«Perfavore,possiamoparlare?»glichiedo.«Merda!Checazzovuoi?»Mi ritraggo e alzo le mani. «Mi dispiace, davvero. Volevo soltanto scusarmi, darti una

spiegazione...»Adessodiluvia.Lastradaèdeserta,enoisiamobagnatifradici.Luiscoppiaaridere,poisollevale

maniinalto.«Andiamoacasa,orischiamodiaffogare.»Metteascaldarel’acquaperilcaffèesalealpianodisopraaprendermiunasciugamano.Lacasa

nonèlindacomelasettimanascorsa;nonodorapiùdidisinfettante.Nell’angolodelsoggiornovedounmucchiodigiornalietazzesporchesparsedappertutto,sullamensolaesultavolo.

Scott ricompareemipassa l’asciugamano.«Èunporcile, lo so.Miamadremistavamandandofuori di testa, non faceva altro che pulire emettere in ordine.Abbiamo litigato e non la vedo daqualchegiorno.»Inquelmomento,glisquillailcellulare.«Parlideldiavolo...Nonlasmetteràmai.»

Loseguoincucina.«Midispiacetantoperquellocheèsuccesso.»

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Luisistringenellespalle.«Loso,manonècolpatua.Cioè,sarebbestatomegliosetunonfossi...»«Senonfossiun’ubriacona?»Mivoltalaschiena,staversandoilcaffè.«Sì,perònonavevanoabbastanzaproveperaccusarlo,in

ogni caso.» Mi porge la tazza e ci sediamo al tavolo. Una delle fotografie incorniciate è statacapovolta. Scott mi sta parlando. «Hanno rinvenuto alcune tracce a casa sua: capelli e celluleepiteliali.All’inizioluihanegatocheleifossestatanelsuoappartamento,poilohaammesso.»

«Eperchéhamentito?»«Già,perché?Haconfessatocheleièstatadaluiduevolte,perparlare,manonhadettodicosa:è

vincolatoalsegretoprofessionale.Letraccesonostatetrovatealpianoterra,nonincameradaletto.Luigiurachenonavevanounarelazione,maèunbugiardo,quindi...»Sipassalamanosugliocchi;èprovato,sembramenoimponente,quasiconsumato.«C’eraunamacchiadisanguenellasuaauto.»

«MioDio!»«Sì,delgrupposanguignodiMegan,maforsenonpotrannoestrarreildnaperchéèuncampione

tropposcarso.Diconochenonsignificanulla,macom’èpossibile?C’èilsanguedimiamoglienellasuaauto!»Scuotelatesta.«Aveviragione:piùcipenso,piùmiconvincocheèluiilcolpevole.»Miguarda,perlaprimavoltadaquandosiamoarrivati.«Luiselascopavaeleivolevainterromperelastoria,cosìlui...lehafattoqualcosa.Èandatacosì,nesonosicuro.»

Hapersolasperanza,enonmelasentodibiasimarlo.Sonopassatepiùdiduesettimane;leinonhachiamato,nonhausato la cartadi credito,nonhaprelevatodenaro.Nessuno l’havista, sembraesseresparitadallafacciadellaterra.

«Luihasuggeritoallapoliziacheleipotrebbeesserescappata»aggiungeScott.«Chi,ildottorAbdic?»«Hadettocheleierainfeliceconmeechepotrebbeaverdecisodiandarsene.»«Cercadidiscolparsiesviareleindagini.»«Loso,malorocredonoatuttoquellochedicequelbastardo.LaRiley,dovrestivederlaquando

parla di Abdic: le piace! Lui è il povero rifugiato, il perseguitato...» Scuote la testa, è davveroabbattuto.«Magariharagionelui.Avevamolitigatosulserio,maiononcredoche...cheleinonfossefeliceconme.Loera,certocheloera.»Inizioapensarechevogliaconvinceresestesso,primadituttiglialtri.«Maseavevaunarelazioneconlui,alloranoneradavverofeliceconme,vero?»

«Nonèdetto.Forseeraunodiquei... com’èchesichiamano?Transfert: ècosìchesidice,no?Quando un paziente si affeziona, o pensa di affezionarsi, al suo terapeuta. Il medico dovrebberesistereespiegarglichenonèunsentimentovero.»

Luimifissamentreparlo,maèchiarochenonmistaascoltando.«Com’èstatoneltuocaso?Hailasciatotuomaritoperchéaveviunaltro?»Scuotolatesta.«L’esattocontrario,inrealtà.ÈluichehaincontratoAnna.»«Midispiace.»Socosastaperdire,cosìloanticipo.«Hoiniziatoprima,quandoeravamoancorasposati.Abere,

intendo.Staviperchiedermelo,vero?»Annuisce.«Abbiamo provato ad avere un figlio.»Mi trema la voce; è passato un sacco di tempo,mami

vienedapiangereognivoltacheneparlo.«Scusami.»«Vatuttobene.»Sialzainpiedievaaprendermiunbicchierd’acqua,poiloappoggiasultavolo,

davantiame.Mischiariscolagola,neltentativodiassumereuntonodistaccato.«Abbiamoprovatoadavereun

bambino, dicevo, ma non ha funzionato. Io sono caduta in depressione e ho iniziato a bere. Ero

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diventatainsopportabileeTomhacercatoconsolazionealtrove.Leièstatabencontentadialleviarelesuepene.»

«Midispiacedavvero,èterribile.Socosaprovi...Anch’iovolevounfiglio,maMegancontinuavaadiredinonsentirsipronta.»Adessoèluiadasciugarsilelacrime.«Èunodiquegliargomenticheavolte...cifacevanodiscutere.»

«Avevatelitigatoperquesto,laserachesen’èandata?»Sospira,spostalasediaall’indietroesialzainpiedi.«No,eraperunaltromotivo.»Sivoltaper

nonguardarmiinfaccia.

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SeraQuandoarrivoacasa,Cathymistaaspettandoincucina.Beveunbicchierd’acqua,sembraarrabbiata.

«Tuttobeneinufficio?»Hascopertolaverità.«Cathy...»«Oggi Damien aveva una riunione dalle parti di Euston e si è imbattuto in Martin Miles. Si

conosconodaquandoDamienlavoravaalLaingFundManagement,perchéMartinsioccupavadellacomunicazione.»

«Cathy...»Sollevalamanoebeveancoraunpo’d’acqua.«Nonlavoridamesi!Haiideadiquantomisenta

stupida?EDamien?Perfavore,dimmichehaiunaltrolavorodelqualenonmihaiparlato.Dimmichenonèverochehaifattofintadiandareinufficio,chenonmihaimentito,ognigiorno,pertuttoquestotempo.»

«Nonsapevocomedirtelo.»«Nonsapevicomedirmelo?Peresempio,cheteneparedi:“Cathy,mihannolicenziataperchémi

sonopresentataubriacaal lavoro?”.»Vede lamiareazioneesiammorbidiscesubito.«Checos’haifatto?Doveseistata?Dovevaituttiigiorni?»

«Passeggio,vadoinbibliotecaavolte...»«Vaialpub?»«Ognitanto,ma...»«Perché nonme l’hai detto?» Si avvicina e mi appoggia le mani sulle spalle. «Avresti dovuto

esseresinceraconme.»«Mivergognavo» replico, e scoppio apiangere.È tremendo, lo so,manon riesco a fermarmi.

Singhiozzo, e la poveraCathymi abbraccia,mi accarezza i capelli,mi dice che andrà tutto bene.Sonoapezzi.Nonhomaiodiatomestessacosìtanto.

Piùtardi,siamosedutesuldivano,conunatazzaditè,eCathymidicecosadevofare:smetteròdibere,sistemeròilcv,chiameròMartinMileseloimploreròdiscrivereunaletteradireferenze.LapianteròdispenderesoldiperandareavantieindietrodaLondraognigiorno.

«Rachel,nonsocomehaifattoaviverecosìpertuttoquestotempo.»«La mattina prendo il treno delle 8.04, la sera ritorno alle 17.56. È il mio treno, l’unico che

prendo.Tuttoqui.»

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Giovedì1°agosto2013MattinaQualcosamicoprelafaccia.Nonriescoarespirare,stosoffocando.Hol’impressionedisvegliarmi;cercodiinspirareemifamaleilpetto.Mimettoasedere,spalancogliocchievedoqualcosainunangolo della stanza: sembra un buco nero che si spalanca per inghiottirmi. Vorrei urlare, poi mirendocontodiessermisvegliatadavvero; incameranonc’ènessuno,masonoseduta inmezzoallettoeholeguancerigatedilacrime.

Èquasil’alba,ilbuiostacedendoilpassoallaluce,elapioggiacontinuaasferzareivetri.Ibattitidelmiocuoresonotroppoaccelerati,nonriusciròpiùaprenderesonno.

Nonne sonocerta,mami sembrache sia rimastounpo’divino.Non ricordodi aver finito laseconda bottiglia.Non posso tenerla in frigorifero, altrimentiCathy la svuoterebbe nel lavandino.Vuole davvero che io mi riprenda, ma finora le cose non stanno andando come lei desidera. Incorridoioc’èunarmadietto,dovesitrovailcontatoredelgas:sefosseavanzatounpo’divino,loavreinascostolì.

Escoinpuntadipiediescendolescalenellapenombra.Aprolosportelloeprendolabottiglia;èmoltoleggera,saràmenodiunbicchiere,maèmegliodiniente.Loversoinunatazza,cosìpossofingerechesiatè,incasoCathyscendesseacontrollare.Buttoilvetronelcestino,elonascondosottouna confezione di latte e un sacchetto di patatine.Vado in soggiorno, accendo la tv e tolgo subitol’audio,poimisiedosuldivano.

Salto da un canale all’altro; ci sono soltanto cartoni animati o spot pubblicitari, finché nonriconoscoCorlyWood, che è davveromolto vicina adAshbury. La vedo ogni volta che passo intreno;lazonaèstataallagata,orastannoinquadrandolacampagnatraglialberieibinari.

Nonsoquantotempocimettoacapire:diecisecondi,forsequindicioventi.Vedoleauto,ilnastroastriscebiancheeblu,una tendabianca in lontananzae ilmiorespirosi fasemprepiùaffannoso,finchénonriescopiùatrattenerel’aria.

Èlei:èsemprestatanelbosco,lungoibinari.Lesonopassataaccantoognigiorno,mattinaesera,manonmisonoaccortadiniente.

Immaginouna tombascavata sotto i cespugli e ricoperta in frettae furia.Vedoscene tremende,apocalittiche: ilsuocorpochependedaunalbero,nelmezzodellaforesta,dovenessunoandrebbemaiacercarla.Forsenonèlei,potrebbeesserequalcunaltro,masochenonècosì.

Adessoc’èungiornalista,conicapelliscuriappiccicatiallatesta.Alzoilvolumeelosentodirequellochehogiàcapito:noneroioquellachenonriuscivaarespirare,eraMegan.

«Sì, è esatto»afferma il reporter,parlandoallo studio, con lamanopremuta sull’orecchio.«Lapolizia ha appena confermato che il cadavere di una giovane donna è stato trovato sommersodall’acqua, in unprato aCorlyWood, amenodi dieci chilometri dalla casadiMeganHipwell, ladonnascomparsadaluglio,dal13,perl’esattezza.Lamacabrascopertaèstatafattadaalcunepersoneche stavano portando i cani a fare una passeggiata. Pur non essendo ancora stato effettuato ilriconoscimentoufficiale,lapoliziaèpropensaacrederechesitrattidelcorpodiMeganHipwell.Ilmaritoèstatomessoalcorrentedelrinvenimento.»

Il cronista si interrompe e ascolta la domanda della conduttrice, ma io non sento più niente.Sollevolatazzaebevotutto,finoall’ultimagoccia.

L’inviatoharipresoaparlare.«Sì,Kay,ècosì.Sembracheilcorposiastatosepoltoqui,forsedagiorni,echesiastatoriportatoallalucedallefortipioggechesisonoabbattutesullazona.»

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È ancora peggio di quanto avessi osato immaginare. Adesso la vedo: il volto deteriorato èsprofondatonelfango,lebracciasononudeesollevateversol’alto,comeseavessetentatodiscavareper uscire dalla sua fossa. Sento in bocca il sapore amaro della bile e del vino: corro in bagno avomitare.

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SeraSonorimastaalettoquasituttoilgiorno,percercaredimettereordinenellamiatesta.Hoprovatoaricostruirequellochepuòesseresuccessosabatosera,mairicordisiintreccianoaisogni.Hotentatodi scrivere tutto quello che mi passa per la testa. Il rumore della penna sul foglio sembrava unsussurroemiinnervosiva;avevolasensazionedinonesseresolaincasa,forsec’eraqualcunodietrolaporta,enonpotevofareamenodipensarealei.

Avevo troppa paura per uscire a controllare, ma quando l’ho fatto il pianerottolo era deserto,ovviamente. Sono scesa in soggiorno e ho acceso la tv. Ancora le stesse immagini: il bosco, lapioggia, leautodellapolizia sulla strada fangosa,quell’orribile tendabianca, tuttounpo’ sfocato,poidicolpoMegan,sorridente,viva,intuttalasuabellezza.InquadranoScott,atestabassa,mentresuperalacalcadeifotografiperraggiungerelaportadicasa,scortatodallaRiley.EinfinelostudiodiKamal,maluinonc’è.

Non volevo sentire i commenti, ma ho dovuto alzare il volume, perché il silenzio mi stavarintronando.Ladonnanon è stata ancora identificata,ma la polizia dice che è deceduta dagiorni,forsedaalcunesettimane.Nonsiconosceancoralacausadellamorte,manoncisonoevidenzediun’aggressioneasfondosessuale.

Misembraunaprecisazionemoltostupida.Socosaintendonodire:chenonèstataviolentata,edèuna fortuna, ma questo non significa che non ci sia il sesso dietro l’omicidio. Forse Kamal ladesideravaenonpotevaaverla;leihaprovatoachiuderelastoria,maluinonvolevaaccettarlo.Èunmoventesessuale,no?

Non sopporto più le notizie; torno al piano di sopra e mi infilo sotto il lenzuolo. Svuoto laborsetta,controllogliappuntiscarabocchiatisupezzidicarta,tutteleinformazionichehoraccolto.Iricordisfuggonocomeombre,emichiedoperchélostofacendo.Acosaservetuttoquesto?

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Megan

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Giovedì13giugno2013MattinaFatroppocaldo,nonriescoadormire.Insetti invisibilimistriscianosulcorpo, ilpettomiprudeenontrovounaposizionecomoda.Scottècaldocomeunastufa,manonpossoallontanarmitroppodalui.Miritrovosulbordodel letto,senzalenzuola:noncelafacciopiù.Vorreiandarenellacameradegliospitiebuttarmisul futon,ma luiodiasvegliarsienonvedermial suo fianco.Se lo facessi,troverebbeunpretestoperlitigare,peresempiodiscuteresucomeutilizzarelastanzavuotaofarmiilterzogradopersapereachipensavo,mentreerosdraiatalìdasola.Avoltevorreiurlargliinfaccia:«Mollami!Seiopprimente!Lasciamirespirare!».Questainsonniamimandainbestia.Ècomeselalitefossegiàiniziata,almenonellamiatesta.

Ipensierisirincorronoinuncircolovizioso.Misembradisoffocare.Da quando la casa è diventata così piccola? E la mia vita così noiosa? È davvero questo che

volevo?Nonmeloricordo.Qualchemesefastavomeglio,orainvecenonriescopiùadormirenéapensare,nétantomenoareprimereilmiobisognodiscappare.Dinotte,quandorimangosveglianelletto,sentounavocenellamiatestachecontinuaaripetermididarmelaagambe.Quandochiudogliocchi,holamentepienadiimmaginidivitepassateefuture,vedolecosechedesideravo,quellocheho avuto e che ho gettato via. Ogni strada che intraprendo finisce in un vicolo cieco: la galleriachiusa,levillettediBlenheimRoad,lacuriositàmolestadellenoioseragazzedelpilates,ibinariinfondoalgiardino,i trenichesfreccianoricordandomiincontinuazionecheiosonofermaqui,chenonvadodanessunaparte.

Misembradiimpazzire.Qualche tempo fa stavo meglio, stavo migliorando. Dormivo, non vivevo nell’angoscia degli

incubinotturni, riuscivoa respirare.Certo,anchealloravolevoscappare,masoloogni tanto.Nontuttiigiorni.

ParlareconKamalmihaaiutata,nonpossonegarlo.Mièpiaciuto,emipiaceanchelui:miharesaunadonnapiùfelice.Eorahodentrounsensodiincompiuto,comeseavessiuncontoinsospesoconlui.Ovviamenteècolpamia.Misonocomportatainmanierastupidaeinfantileperchénonmiandavagiùdi essere rifiutata.Devo imparareadaccettare le sconfitte.Adessomenevergogno, se solociripenso mi sento avvampare. Non voglio lasciargli questo ricordo di me. Devo vederlo ancora,dimostrarglichestomeglio.Seandassidalui,sonocertachemiaiuterebbe.Luièfattocosì.

Devoarrivarealla finedella storia.Hobisognodiparlarneconqualcuno, almenounavolta,diraccontarlaavocealta.Senonriescoabuttarefuorileparole,finirannopermangiarmiviva.Ilvuotodentrodime,lavoraginechehannoscavatonellamiaanima,cresceràfinoadivorarmi.

Devovincerel’orgoglioetornaredalui.Dovràascoltarmi,locostringeròafarlo.

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SeraScottcredechesiaalcinemaconTara.SonorimastaimpalatadavantiacasadiKamalperunquartod’ora,cercandoilcoraggiodibussareallaporta.Dopol’ultimavolta,hopauradellasuareazione.Devo fargli capire che sono pentita, così mi sono preparata per la parte: sono vestita in modosemplice, jeans e maglietta, niente trucco. Voglio che sia chiaro che non sono venuta fin qui persedurlo.

Suonoilcampanello,ilcuoremibatteamille.Lelucisonoaccese,manessunovieneadaprire:forsemihavistaattraversoivetriehadecisodiignorarmi,nellasperanzachemenevada.Nonsaquantopossoesseretestarda:quandomimettointestaunacosa,nonc’èversodifarmicambiareidea.

Suonoancora,poiunaterzavolta,finchénonsentoipassisullescale.Eccolo:indossaipantalonidellatutaeunamagliettabianca.Èscalzo,haicapellibagnatieilvisoarrossato.

«Megan!»Èsorpresodivedermi,manonmisembraarrabbiato:èunbuoninizio.«Staibene?»«Mi dispiace» esordisco, e lui si sposta per farmi entrare. Sento una vampa di gratitudine così

fortechequasisembraamore.Andiamoincucina:èundisastro,cisonopiattisporchidappertuttoecartonivuotichetraboccano

dalsecchiodell’immondizia.Forseèdepresso?Mi fermosullasoglia, lui siappoggiaalmobileeincrocialebracciasulpetto.

«Cosapossofareper te?»michiede. Ilsuovoltoè inespressivo,comedurante lesedute.Vorreidargliunpizzicottoperfarloreagire.

«Volevodirtiche...»Mifermosubito:nonriescoaesserecosìdiretta,quindicambioapproccio.«Volevoscusarmiperquellocheèsuccessol’ultimavolta.»

«Va tutto bene, non preoccuparti. Se vuoi parlare con qualcuno, posso consigliarti un altrospecialista,maionon...»

«Kamal,perfavore...»«Megan,nonpossocontinuareaessereiltuoterapeuta.»«Lo so,ma perme è impossibile ricominciare da capo con un altro. Avevamo fatto parecchia

strada, eravamo così vicini. Io devo dirti tutto, una volta soltanto, poi sparirò dalla tua vita, te loprometto.Nontidisturberòmaipiù.»

Piegalatestadilato.Nonsifida:secederàadesso,sachenonpotràpiùliberarsidime.«Stammiasentire,tiprego.Nonresteròquialungo,mahobisognodiqualcunochemiascolti.»«Tuomarito?»suggerisce,maioscuotolatesta.«Non posso dirglielo, è passato troppo tempo. Per lui... non sarebbe più la stessa cosa. Mi

vedrebbeconocchidiversi,enonriuscirebbemaiaperdonarmi.Tiprego,Kamal.Senonsputo ilvelenocheho in corpononpotròpiùchiudereocchio invitamia.Te lo chiedocomeamico,noncomemedico...tisupplico,ascoltami.»

Luisiallontanaeiopensochesiafinita;misentomorire.Aprel’antaeprendeduebicchieri.«Alloratiascolto,comeamico.Tivaunpo’divino?»Ci spostiamo in soggiorno. È poco illuminato e piuttosto disordinato, come la cucina, d’altro

canto.Cisediamodavantiauntavolodivetrocopertodigiornali,rivisteemenùdicibodaasporto.Stringolemaniintornoalbicchiereebevounsorsodivinorosso:èfreddoehaunsaporesabbioso.Deglutisco,nemandogiùancoraunpo’.Luiaspettacheiocominciaraccontare,maèpiùdifficilediquantoavessiimmaginato.Hocustoditoilmiosegretoperdiecianni,piùdiunterzodellamiavita:

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adessononèfaciletirarlofuori.Devoiniziareaparlare:senonlofaccioora,forsenonavròpiùilcoraggiodiprovarci,eleparolenondettefinirannoperammassarsinellagolafinoasoffocarminelsonno.

«Quando ho lasciato Ipswich, sono andata a vivere conMac, nella sua casa fuori Holkham, infondo alla stradina chiusa. Te l’ho già raccontato, vero?Eravamo isolati, a chilometri di distanzadall’abitazionepiùvicinaedainegozi.All’iniziofacevamounsaccodifeste,c’erasemprequalcunoche collassava sul divano del soggiorno o dormiva fuori sull’amaca, in estate. Poi però ci siamostufati,Machafinitoperlitigarecontuttiesiamorimastinoidueebasta.Passavamogiornateinteresenza vedere nessun altro. Facevamo la spesa alla stazione di servizio. Se ci ripenso adesso misembraassurdo,maeraesattamenteciòdicuiavevobisognodopoIpswich,dopotuttiquegliuominie lecosecheavevo fatto.Mipiaceva:eravamosoltantonoidue, ivecchibinari, l’erba, ledune, leondegrigieeilloromotoincessante.»

Kamalpiegalatestaemisorride.Mifaunostranoeffetto.«Sembrabello,manonstaiesagerandounpo’?“Leondegrigieeilloromotoincessante”?»

«Lasciastare,nonimporta.Ecomunque,ilmareèpropriocosì.SeimaistatoanorddiNorfolk?Nonèl’Adriatico:l’acquaèdavverogrigiaeleondenonsifermanomai.»

Luisollevalamanoemisorride.«Vabene,selodicitu.»Misentomeglio,latensionesièallentata.Sorseggioancoraunpo’divino:adessosembrameno

amaro.«Ero feliceconMac.Ogginonsarebbe ilmiopostopreferito,né ilmiostiledivita ideale,ma

alloraeraperfetto,dopo lamortediBene tuttoquellocheerasuccesso.Macmihasalvata:mihaaccolta,mihaamata,protetta.Eluinonerauntiponoioso.Adireilvero,prendevamounsaccodidroghe.Èdifficileannoiarsiquandoseisballatopertuttoiltempo.Maioerofelice,loerodavvero.»

Kamal annuisce. «Capisco, anche se non sono convinto che si trattasse di felicità. Non di unafelicitàduratura,quantomeno,nullachepotesseaiutartiacrescere.»

Scoppioaridere.«Avevodiciassetteanni!Stavoconunuomochemipiacevaechemiadorava.Erolontanadaimieigenitoriedallacasadovetuttomiricordavamiofratello.Nonmiimportavachedurasseomeno,miandavabenecosìcom’era.»

«Ealloracos’èsuccesso?»Inquell’istantemi sembrache il soggiorno sprofondinelbuio: è ilmomentodipronunciare le

parolechenonhomaidetto.«Sonorimastaincinta.»Luiannuisce,vuolechecontinui.Unapartedimevorrebbeessereinterrotta,preferirebbechelui

ponessealtredomande,manonlofa.Lastanzadivienesemprepiùscura.«Quandomenesonoaccorta,eratroppotardiper...liberarmene,persbarazzarmidilei.Èquello

cheavreifatto,senonfossistatacosìstupidaesvagata.Laveritàèchenonlavolevamo,néionélui.»Kamal si alza e va in cucina a prendere un rotolo di carta;me lo passa perchémi asciughi le

lacrime,poitornaasedersi.Cimettounpo’ariprendereaparlare.Luimiguardanegliocchi;halemani intrecciate sul grembo. È paziente, immobile, come durante le sedute. Deve richiedergli unenormesforzodiautocontrollo,deveesseresfiancante.

Mitremanolegambe,ilginocchiovasuegiùsenzacheioriescaacontrollarlo.Mialzoinpiediecamminofinoallacucina,poitornoindietro,sfregandomilemani.

«Eravamodue idioti!Nonci rendevamonemmenocontodi quello che stava accadendo. Iononsonomaiandatadaunmedico,nonmangiavoicibiconsigliatinéprendevovitamineointegratori:non ho fatto nulla di quello che una donna normalmente fa in gravidanza.Abbiamo continuato la

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nostravitadituttiigiorni,comesenonstessesuccedendounbelniente.Ioingrassavo,erosemprestanca; eravamonervosi, litigavamoperqualsiasi stupidaggine,ma le cose sonocambiate soltantoquandoèarrivatalei.»

Piango, luinonmi interrompe.Siavvicinaconlasedia,simetteaccantoame, ilsuoginocchiosfiora la mia gamba. Si china in avanti. Non mi tocca, ma siamo vicini, sento il suo profumopungenteeasprochecancellaglialtriodoridellastanza.

Lamia voce è un sussurro. «Ho partorito in casa. Non sono voluta andare in ospedale perchél’ultimavoltachecieroentrataerastatoperlamortediBen.Epoinonavevofattocontrolli:fumavo,bevevoenonsopportavoleprediche,dinessuntipo.Credoche...Soloallafinemisonoresacontocheeratuttovero.

«Macavevaun’amicainfermiera,qualcosadelgenere.Èvenutaadassistermienoncisonostatecomplicazioni. Non è andata così male. Voglio dire, è stato tremendo, doloroso, spaventoso, madopo... lei era lì. Era piccola, ma non ricordo quanto pesava. È terribile, vero?» Kamal noncommenta,nonsimuove.«Eradavverocarina:bionda,congliocchi scuri.Nonpiangevamoltoedormiva tranquilla. Era proprio una brava bambina.» Ho bisogno di prendermi una pausa. «Miaspettavochesarebbestatomoltodifficile,mamisbagliavo.»

Èsemprepiùbuiointorno,peròKamalèquiconme:miascolta,vuolechegliraccontitutto.Holabocca secca, bevo un sorso di vino. Deglutisco, ma mi fa male. «L’abbiamo chiamata Elizabeth.Libby.»È stranopronunciare il suonomeavocealtadopo tuttoquesto tempo.«Libby» ripeto.Mipiaceilsuonocheescedallamiabocca.Vorreidirloancora.Kamalmiprendelamano.

«UngiornoioeMacabbiamolitigato.Nonricordonemmenopercosa.Ognitantocapitava:unadiscussionebanaledegeneravainunabruttalite,maiviolenta,però.Urlavamo,iolominacciavodiandarmene,oppureluiinfilavalaportaesparivaperunpaiodigiorni.

«Eralaprimavoltachesuccedeva,dopolanascitadellabambina.Luimihalasciatadasola, leiavevapochimesi.C’eraunaperditasultetto:ricordoilrumoredell’acquachegocciolavaneisecchi,incucina.Piovevadagiorniefacevamoltofreddo.Ognivoltacheaccendevoilfuocoinsoggiornocontinuavaaspegnersi.Erostanca.Avevobevutounpo’perriscaldarmi,manoneraservitoaniente.Hopensatodifarmiunbagnocaldo.HopresoLibbyconme,melasonoappoggiatasulpetto,conlatestolinapropriosottoilmiomento.»

Lastanzaèsemprepiùscuraeiosonodinuovolì,nell’acqua,conilsuocorpicinosulmio.Lafiammadiunacandelatremoladietrolamiatesta;lacerasgocciolaenesentol’odore,avvertounospifferogelidosulcolloesullespalle.Sonopesante, ilmiocorpopianpianoprendecalore.Sonosfinita.

Di colpo, poi, la candela è spenta e io ho freddo. Batto i denti e tremo.Anche la casa sembravibrare,ilventosollevaletegoledeltetto.

«Misonoaddormentata»aggiungo,poinonriescoadirealtro.Lasentodinuovo:nonèpiùsulmio petto,ma incastrata tra il braccio e il bordo della vasca, con il faccino nell’acqua. Eravamoentrambefredde.

Perun attimo,noncimuoviamo.Non riesco aguardarloma,quandoalzogli occhi, lui non siallontana da me. Non dice niente, mi abbraccia e mi attira verso di sé. Sprofondo nel suo petto,inspiro e aspettodi sentirmidiversa, più leggera,miglioreopeggiore adesso cheho condiviso ilmio segreto con qualcun altro. Sono sollevata: la sua reazione è la conferma che ho fatto la cosagiusta.Nonèarrabbiatoconme,nonmiconsideraunmostro.Sonoalsicuro,quiconlui.

Nonsoperquanto tempo rimango tra le suebraccia,ma lo squillodel telefonomi riporta allarealtà.Non rispondoedopounattimoricevounsms:èdiScott.Dovesei? Pochi secondi dopo, il

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cellulareriprendeasquillare:èTara.MiliberodallastrettadiKamalerispondo.«Megan,nonsocosastaicombinando,madevichiamareScott.Hatelefonatoquattrovolte.Gliho

dettochehaifattounsaltoalnegoziopercomprareunpo’divino,manonsonosicurachemiabbiacreduta.Dicechenonrispondi.»Sembra infastidita, sochedovreicalmarla,manonho la forzadifarlo.

«Vabene,grazie.Lochiamosubito.»«Megan...»Chiudolatelefonata,nonvogliosentirealtro.Sonoledieci,sonoquidapiùdidueore.SpengoiltelefonoeguardoKamal.«Nonvoglioandareacasa.»Luiannuisce,manonmiinvitaarestare.«Puoitornarequandovuoi,setifapiacere.»Miavvicinoalui,mialzoinpuntadipiedielobaciosullelabbra.Luinonsisottrae.

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Rachel

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Sabato3agosto2013MattinaStanotte ho sognato di trovarmi nel bosco, da sola. Era l’alba, o forse il tramonto; sentivo unapresenzaestranea.Nonlovedevo,peròsapevochec’eraqualcuno,ederasemprepiùvicino.Volevonascondermi,tentavodiscappare,maavevolegambepesantienonriuscivonemmenoaurlare.

Mi sveglio e vedo la luce bianca che filtra dalle persiane. La pioggia ha smesso di cadere. Lastanza è calda ma c’è una puzza tremenda: sono chiusa qui dentro da giovedì. Sento il rumoredell’aspirapolvere:Cathystafacendolepulizie.Piùtardiusciràeiopotròavventurarmiall’esterno.Non so cosa farò, non ce la faccio ad alzarmi. Potrei darmi all’alcol. Solo oggi, e domani possoriprovareasmettere.

Il cellulare emette un flebile suono per avvertirmi che la batteria è quasi esaurita. Lometto incaricaemiaccorgodiaverricevutoduechiamateierisera.Ascoltolasegreteria.C’èunmessaggiodimiamadre.

«Ciao,Rachel,sonolamamma.Stammiasentire,domaniverròaLondra.Sabatodevofareunpo’dicompere.Possiamovederciperuncaffè,chenedici?Tesoro,adessononèunbuonmomentopertrasferirti dame. Ci sarebbe... be’, ho un nuovo amico... e lo sai com’è all’inizio.» Le scappa unrisolino. «Comunque, ti presto volentieri un po’ di soldi per aiutarti a tirare avanti un paio disettimane.Neparliamodomani.Apresto,tesoro.»

Dovròesseremoltochiaraconleienonnasconderlelagravitàdellasituazione,perònonpossoaffrontarlasenzabereungoccetto.Mitrascinofuoridalletto:possoandareafarelaspesaadessoebuttar giù un paio di bicchieri prima di uscire, giusto per rendere la giornata meno spigolosa.Guardoancorailtelefonoecontrollolechiamateperse:unaèdimiamadre,l’altrainveceèdiScott,all’unamenounquartodelmattino.Sonosedutaqui, con il cellulare inmano,enonsocosa fare.Adessoètroppoprestoperrichiamarlo.Forsepiùtardi?Magaridopounbicchiereodue.

Apro la finestra,vado inbagnoemi facciounadoccia fredda.Mistrofinoconforza,mi lavo icapelli e cerco di zittire la vocina nellamia testa chemi dice che è piuttosto strano che un uomotelefoniaunadonnanelcuoredellanotte,amenodiquarantottooredalritrovamentodelcadaveredellapropriamoglie.

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SeraLa terraèancorabagnata,ma il soleha fattocapolino tra lenubi.Hocompratounabottigliettadivino,unasoltanto.Nonavreidovuto, loso,maunpranzoconmiamadrefarebbevenirevogliadibereanchealpiùincorruttibiledegliastemi.Allafinehapromessodifarmiunbonificoditrecentosterline,quindiilsacrificiononèstatodeltuttoinutile.

Nonhoammessolagravitàdellasituazione.Nonlehodettochenonlavorodamesi,néchesonostata licenziata(leièconvintache isoldidebbanobastarmisolofinoall’arrivodella liquidazione).Non le ho confessato che il mio problema con l’alcol è ormai fuori controllo, e lei non se n’èaccorta.Cathyinvecel’hacapito.L’hoincrociatamentrestavouscendodicasa.Mihaguardataehaesclamato:«Perl’amordiDio!Haigiàiniziatoabere?Aquest’ora?».Nonsocomefaccia,maseneaccorgesempre.Lebastaun’occhiataperbeccarmi,anchesehobevutosoltantomezzobicchieredivino.

«Locapiscodagliocchi»mihaspiegato,ancheseamesembranosempreuguali.Lasuapazienzastaarrivandoal limite,eanchelasuacompassione.Devosmetterla,manonsubito.Ogginoncelafaccio:ètroppodifficile.

Avreidovutoesserepronta,melosareidovutaaspettare,manoncisonoriuscita.SonosalitasultrenoeMeganeradappertutto:bella,bionda,felice.Guardavanell’obiettivo.Guardavame.

Qualcunohalasciatosulsedileunacopiadel«Times».Ieriseraèstataidentificataufficialmente,oggisaràeffettuata l’autopsia.Unportavocedellapoliziahaaffermatoche«lacausadellamorteèdifficile da stabilire, perché il corpo è stato esposto alle intemperie e per alcuni giorni è statoimmersonell’acqua».Èun’immaginedavverotremenda:nonriescoapensareacom’era,eacom’èridottaadesso.

C’è un cenno a Kamal, arrestato e poi rilasciato, e una dichiarazione dell’ispettore Gaskill: lapolizia sta «seguendo alcune ipotesi investigative»,ma significa che non sanno che pesci pigliare.Chiudoilgiornaleelolasciocadereaterra:nonriescopiùaguardareilsuovolto.Nonvogliopiùleggerequelleparolevuote,privedisperanza.

Appoggio la testa al finestrino: stiamoper arrivare all’altezza del civico 15.Lancio una rapidaocchiata, ma siamo troppo lontani per vedere qualcosa. Ripenso al giorno in cui l’ho vista conKamal:erocosìarrabbiataperquelbacio,avreivolutoaffrontarla.Esel’avessifatto?Cosasarebbesuccessosefossiandatadaleieleavessichiestocosadiavolopensavadifare?Forseoggisarebbeancoralì,sullaterrazza?

Chiudogliocchi.ANorthcotequalcunosaleeprendepostovicinoame.Èstrano,perchéiltrenoèquasi vuoto. Sento che mi si rizzano i peli sulla nuca: c’è odore di fumo di sigaretta e di undopobarbachehogiàsentito.

«Ciao.»Èl’uomoconicapellirossi,quellodellastazione,diquelsabatosera.Misorrideemiporgela

mano.Sonosorpresa,glielastringo:ilpalmoèduroecalloso.«Tiricordidime?»«Sì»rispondo,eannuisco.«Alcunesettimanefa,allastazione.»Sorride.«Erounpo’devastato»spiega,poiscoppiaaridere.«Maloerianchetu,vero,tesoro?»Èpiùgiovanedi quantopensassi, non avrànemmeno trent’anni.Non è bello,mahauna faccia

simpaticaeunlargosorriso.Miguardacomesesapessequalcosadimeevolesseprendermiingiro,

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comesecifossecomplicitàtradinoi.Nonècosì.Distolgolosguardo.Dovreiparlargli,chiederglicosahavisto.

«Staibene?»midomanda.«Sì, grazie.» Torno a guardare fuori dal vetro, ma lui non la smette di fissarmi e io sento il

bisogno incontrollabile di voltarmi, di cercare l’odoredi fumodei suoi vestiti e del suo alito.Mipiacel’odoredisigaretta.Tomfumavaquandol’hoconosciuto.Ognitantonedividevounaconluiquandouscivamoabereodopoaverfattol’amore.Lotrovounprofumoeroticoperchémiricordaimomentifelici.Mimordoillabbroemichiedocomereagirebbe,seadessomigirassielobaciassi.Sichinainavantieraccoglieilgiornale.

«Chebruttacosa!Povera ragazza!Che strano,però,noi eravamo lì,quella sera.Eraproprio lastessasera,vero?Quelladellasuascomparsa...»

Sonosconvolta,ècomesemiavesselettonelpensiero.«Checos’haidetto,scusa?»«Quandocisiamoincontratisultreno.Èlaseraincuièscomparsalaragazza,quellachehanno

appena ritrovato. Dicono che l’hanno avvistata per l’ultima volta fuori dalla stazione. Continuo apensare chepotrei averlavista, perònonme lo ricordo.Erodavveromessomale.Tunon ricordiniente,vero?»

Provounastranasensazione.Noncredodiavermaisperimentatonulladelgenereprimad’ora.Non riescoa rispondereperché lamiamente èdaun’altraparte.Non sono le sueparole, è il suodopobarba.Ilprofumofrescoeagrumato,distinguibilesottol’odoredelfumo,mihariportatoallamente una scena: sono seduta sul treno vicino a lui, come adesso, ma stiamo andando nell’altradirezioneequalcunorideacrepapelle.Mihaappoggiatolamanosulbraccio,michiedesemivadibere un drink, ma di colpo c’è qualcosa che non va. Sono spaventata e confusa. Qualcuno vuolepicchiarmi.Unpugnostapercolpirmi;miabbassoesollevo lemaniperproteggere la testa.Sonoscesa dal treno, adesso sono in strada.Altre risate, o urla. Cammino sui gradini, sulmarciapiedi,sonomoltoconfusa.Nonvogliopiùstarevicinoaquest’uomo.Voglioscappareviadalui.

Mi alzo in piedi ed esclamo: «Mi scusi!» a voce alta, in modo che sentano anche gli altripasseggeri,malacarrozzaèquasivuotaenessunomiguarda.Luièsorpresoesiscostaperfarmipassare.

«Midispiace,tesoro.Nonvolevospaventarti.»Miallontanoapassodeciso,mailtrenofrenaeperpocononperdol’equilibrio.Miaggrappoaun

sedilepernoncadere.Adessomiguardanotutti;mispostonelvagonesuccessivoeproseguoancora,finchénonarrivoincodaaltreno.Sonoagitata,respiroafatica.Nonriescoaspiegarenéaricordarequellochemièsuccesso,malasensazioneèmoltoprecisa:pauraeconfusione.Misiedoecontrollol’ingressodellacarrozza,nelcasocheluidecidadiseguirmi.

Premo lemani sugli occhi e provo a concentrarmi, a far riemergere le immagini sepolte nellamemoria.Mistramaledicoperaverbevuto,ancoraunavolta.Sesoloriuscissiapensare...cisono.Èbuio,euntiziosiallontanadame.Oforseèunadonna?Èunadonna,indossaunvestitoblu.ÈAnna.

Ilcuorebatteforte,sembraimpazzito.Nonriescoadistingueretraimmaginazioneerealtà.Strizzogliocchieprovoarecuperareilframmento.Maètroppotardi,ègiàsparito.

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Anna

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Sabato3agosto2013SeraTomèuscitoperandareaberequalcosaconisuoiamicidell’esercitoelabambinastafacendounsonnellino.Sonoincucinaetengoporteefinestrechiuse,nonostanteilcaldo.Finalmentehasmessodipiovere,mal’umiditàèinsopportabile.

Sonoannoiata.Vorreiandareafareshopping,spendereunpo’disoldiperme,maèimpossibile:Eviesiinnervosirebbeeiomistresserei.Cosìsonorimastaacasa.Nonriescoaguardarelatvnéaleggere i giornali: non voglio vedere la faccia di Megan, non voglio pensare a quello che le èsuccesso.

Macomepossoevitarlo,abitandoapochimetridacasasua?Faccio qualche telefonata, ma gli altri genitori sono già tutti impegnati. Chiamo persino mia

sorella,manienteda fare:con lei,bisognaprendereappuntamentoconunasettimanad’anticipo.EpoihadettocheeratroppostancaperstareconEvie.Provounirrefrenabilemotodiinvidianeisuoiconfronti: anch’io vorrei passare il sabato a oziare sdraiata sul divano a sfogliare riviste,sforzandomidiricordareacheorasonouscitadalladiscoteca.

Èstupidodapartemia:quellochehoadessoèmillevoltepiùprezioso,ehofattotantisacrificiperottenerlo.Oradevoproteggerlo:èperquestochesonosedutaqui,nelcaldoopprimente,ecercodinonpensareaMegan.Sobbalzoognivoltachesentounrumoreovedoun’ombrapassaredavantiallafinestra.Nonpossoandareavanticosì.

NonriescoasmetteredipensarealfattocheRacheleraqui,laseradellascomparsadiMegan;erasbronza,fuoridisé,poidicolpoèsparita.Toml’hacercataperore,masenzasuccesso.Chissàcosastavacombinando.

Nonc’èalcuncollegamentotraRacheleMeganHipwell.HoparlatoconilsergenteRiley,lehoriferitodiavervistoRachelacasadegliHipwell,mamihadettodinonpreoccuparmi.«Èsoltantounaficcanaso.Èsolaedisperata.Habisognodisentirsipartediqualcosa.»

Forseharagione,manonpossofareamenodiripensarealgiornoincuihafattoirruzioneincasanostraehapresoEvie;eroterrorizzatamentrelaguardavoavvicinarsiaibinariconlabambinainbraccio.Epoirivedoilsorrisoagghiacciantecheavevasulvoltoquellamattina,quandol’abbiamoincrociatadavantiacasadegliHipwell.LaRileynonhaideadiquantopossaesserepericolosa.

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Rachel

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Domenica4agosto2013MattinaOggi l’incuboèdiversodal solito.Ho fattoqualcosadibrutto;non sodi cosa si tratta,però sonocertachesiaqualcosaacuinonsipuòporrerimedio.AdessoTommiodiaenonmiparleràpiù;haraccontatoatuttiquellochehocombinato,enessunovuolepiùavereachefareconme,néivecchicolleghi, né gli amici, nemmenomiamadre.Mi guardano con disprezzo, disgustati, e non hannoalcunaintenzionediascoltarelemiescuse.Misentotremendamenteincolpa,anchesenonsoperché.Misveglioecapiscocheilsognosiriferisceaqualchevecchioepisodiochenonricordo,manonhagrandeimportanza.

Ieri,dopoesserescesadaltreno,nonmisonoallontanatasubitodallastazionediAshbury.Volevoesserecertacheiltiziodaicapellirossinonmiavesseseguita,manonc’eratracciadilui.Forseerasceso e si era nascosto da qualche parte. Avrei davvero voluto correre a casa e trovare Tom, ochiunquealtro,adaspettarmi.

Allafinemisonoincamminataehofattounabrevesostaalsupermercato.L’appartamentoeravuoto,avevo la sensazionecheCathy fosseappenauscita,maho trovatoun

biglietto nel quale mi diceva che era andata a pranzo a Henley, con Damien, e sarebbe tornatadomenicasera.Hocontrollatolestanze,misembravachecifossequalcosafuoriposto;inrealtà,eroioaessereunpo’troppoagitata.

Ilsilenzioeraassordante;misonoversataunbicchieredivino,poiunaltro,quindihochiamatoScott.Miharisposto lasegreteria: lasuavocearrivavadaun’altraepoca,quandoluieraunuomobrillante,sicurodiséeavevaunabellamoglieadattenderloacasa.Horiprovatodopoalcuniminuti.Qualcunoharisposto,manonhadettonulla.

«Pronto?»«Chiparla?»«SonoRachel,RachelWatson.»«Ah!»Insottofondosisentivanodeirumorieunavoce.Forseerasuamadre.«Tu...hopersolatuachiamata.»«No... nonmi sembra. Ti ho chiamato? In tal caso, l’ho fatto per sbaglio.» Sembrava nervoso.

«Mettilolì!»haaggiunto.Hoimpiegatounpo’acapirechenonstavaparlandoconme.«Midispiace»horeplicato.«Okay.»Ilsuotonoerapiatto,neutro.«Midispiacetanto.»«Grazie.»«Volevi...parlareconme?»«No,devoavertichiamatapererrore»haripetuto,conmaggioreconvinzione.«Va bene.» Non vedeva l’ora di concludere la conversazione. Avrei dovuto lasciarlo alla sua

famiglia,alsuodolore.Nonavreidovutoinsistere,manonhosaputotrattenermi.«ConosciAnna?AnnaWatson?»

«Chi?Lamogliedeltuoexmarito?»«Sì,lei.»«No, solo di vista. Megan... lei ha fatto da baby sitter per Anna, l’anno scorso. Perché me lo

chiedi?»Nonlosapevonemmenoio.«Possiamovederci?Devoparlartidiunacosa.»«Dicosa?»Sembravainfastidito.«Nonèunbuonmomento.»Colpitadal suo sarcasmo, stavoper riattaccare,ma luihaaggiunto:«Ho la casapienadigente.

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Facciamodomani?Vienidomani».

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SeraSiètagliatomentresifacevalabarba;haunpo’disanguesullaguanciaesulcolletto.Haicapelliumidi eprofumadi saponeedopobarba.Mi salutaconuncennodel capo,poi si spostaper farmipassare, ma non dice nulla. La casa è buia; le tende sono tirate, le finestre chiuse. Ci sonomolticontenitoriTupperwaresugliscaffalidellacucina.

«Tuttihannoportatoqualcosadamangiare»spiega,poimiinvitaasedermi,mentreluirimaneinpiedi, con le braccia lungo i fianchi. «Cosa volevi dirmi?»Nonmi guarda nemmeno in faccia, simuovecomeunautoma.Midàl’ideacheabbiagettatolaspugna,ormai.

«Volevo parlarti di Anna Watson, chiederti... Com’era il suo rapporto con Megan? Andavanod’accordo?»

Lui sembra perplesso. Appoggia le mani allo schienale della sedia. «No. Cioè... non è che siodiassero, però non si conoscevano bene, non c’era un vero rapporto tra di loro. Perché vuoisaperlo?»Iltonoèstanco,affaticato.

Devo uscire allo scoperto. «L’ho vista. Penso di averla vista, vicino al sottopassaggio dellastazione.Quellasera...laseradellascomparsadiMegan.»

Lui scuote la testa, cerca di afferrare quello che ho appena detto. «Cosa? L’hai vista? E tudov’eri?»

«C’eroanch’io.StavoandandodaTom,ilmioexmarito,ma...»Strizzagliocchiesimassaggialafronte.«Aspettaunattimo!TuerilìehaivistoAnnaWatson?E

allora?Losochec’eraanchelei:abitaapochimetridanoi.Hariferitoallapoliziadiessereandataalla stazione verso le sette, ma di non aver incontrato Megan.» Stringe la sedia, sta perdendo lapazienza.«Cosastaicercandodidirmi?»

«Avevobevuto» spiego, e subito dopo arrossisco per la vergogna, come al solito. «Nonho unricordopreciso,mahocomel’impressioneche...»

Scottsollevalamano.«Bastacosì!Nonvogliosentirealtro!Tuhaiunproblemaconil tuoexeconlasuanuovamoglie,misembraovvio,maquestononhanienteachefareconmeeconMegan,hai capito?Manon ti vergogni?Hai idea di quello che sto passando?Lo sai che la poliziami hainterrogato stamattina?» Stringe la sedia con forza, come se volesse spezzarla. «E tu vieni qui araccontarmiquestestronzate!Midispiacechelatuavitasiaundisastro,macredimi,rispettoallamiaèunapasseggiatadisalute!Quindi,perfavore...»Indicalaporta.

Mialzo.Misentodavveroridicola.«Volevoaiutarti.Iovolevosolo...»«Ma tu non puoi, hai capito?Non puoi aiutarmi. Nessuno può farlo!Miamoglie èmorta e la

poliziapensachesiastatoioaucciderla!»Haalzatolavoce,èpaonazzoinviso.«Credonocheiosiailcolpevole!»

«Ma...KamalAbdic...»Scaglialasediacontrolaparete.Facciounbalzoindietro,spaventata,maluinonsimuove.Resta

fermo,conlemanisuifianchi.Levenedelcollopulsanosottolapelle.«KamalAbdicnonèpiùsospettato»sibilaadenti stretti.Sta lottandoper rimanerecalmo,maè

schiumantedirabbia.Voglioandarmene,peròluimibloccailpassaggio.«Losaicosahadetto?»michiede,mentresivoltaperraccoglierelasedia.No,nonloso,èovvio,

maluinonstapiùparlandoconme.«Kamalharaccontatounsaccodipalle.SostienecheMeganera

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infelice, che io ero geloso, possessivo e che la sottoponevo a... Che parole ha usato? A violenzepsicologiche.»Èdisgustato.«Standoalui,Meganavevapauradime.»

«Maluiè...»«Nonèl’unico.Lasuaamica,Tara,dicecheavolteleavevachiestodicoprirla,dimentirmiper

nonfarmisaperedov’eraecosafaceva.»Mette a posto la sedia, che però cade a terra. Iomi sposto verso l’uscita, allora luimi guarda.

«Sonocolpevole.Praticamentemihannogiàcondannato.»Allontanalasediarottaconuncalcioesiaccasciasuun’altra.Nonsocosafare:rimangoomene

vado?Luiriprendeaparlare,lasuavoceèpocopiùdiunsussurro.«Avevailcellulareintasca.»Miavvicino.«C’eraunmessaggioche io leavevomandato.È l’ultimacosache lehodetto, leultimeparolechehaletto.Va’aldiavolo,stronzabugiarda.»

Haabbassato la testa, iniziaa tremare.Sonoabbastanzavicinada toccarlo.Gliappoggio leditasullanuca,eluinonmirespinge.

«Midispiace.»Nonèunafrasedicircostanza.Sonodavverosconvoltadallesueparole,perchésobenissimocosasignificaamarequalcunoedirglilecosepiùtremende,inunmomentodirabbiaodiangoscia.«Unsmsnonèsufficiente.Seètuttoquellochehanno...»

«Ahno?»Siriscuoteeallontanalamiamano.Vadoasedermidavantialui.«Hounmovente.Nonmi sono comportato... Non ho reagito come avrei dovuto quando lei se n’è andata. Ci ho messotroppoapreoccuparmieaprovareachiamarla.»Ride.«Epoi,secondoKamalAbdic,sonountipoviolento.»Mi guarda e vedo una luce di speranza nei suoi occhi. «Ma tu... tu potresti parlare allapolizia edire chenonèvero, che lui stamentendo.Puoi raccontareun’altraversionedella storia,convincerlicheioeroinnamoratodilei,cheeravamounacoppiafelice.»

Adessosìchesonoterrorizzata:luicredecheiopossaaiutarlo.Sifidadime,maiosonosoltantounabugiarda.

«Nonmicrederebbero»replico.«Miritengonounatestimoneinaffidabile.»Ilsilenzioriempielastanza;unamoscasbattecontroivetridellaporta-finestra.Scottsigrattala

crosticinasullaguancia.Spostolasediaeluimiguarda.«Tueriqui»dice,comeseavessecapitosoltantoadessoleparolecheglihodettounquartod’ora

fa.«TueriaWitneylaseradellascomparsadiMegan?»Sentoilsanguepulsarminelleorecchie.Annuisco.«Eperchénonl’hairiferitoallapolizia?»Sistaarrabbiando.«L’hofatto,manonhovisto...nonricordonulla.»Siavvicinaallaportaavetrieapreletende.Ilbaglioredelsoleèaccecante.«Eriubriaca,madeviricordarequalcosa.Perforza,èperquestochecontinuiavenirequi,no?»Si

voltaaguardarmi.«Horagione,vero?Èperquestocheinsistiachiamarmi.Tusaiqualcosa.»Nonèunadomanda,enemmenoun’accusaoun’ipotesi:luineèconvinto.«Haivistolasuaauto?Pensaci:èun’Opel Corsa blu.» Io scuoto la testa e lui solleva le braccia, in un gesto di disappunto. «Nonarrenderti: concentrati!Che cosa hai visto?Hai vistoAnnaWatson,maquesto non significa nulla.Avanti,pensa!»

Cercodisperatamentediricostruireleimmaginidellamiamemoria,maèunosforzoinutile.Nonvedonientedireale,nientechepossaessered’aiuto.Stavolitigando,oforsehoassistitoaunalite.Sonoinciampatasugliscalinidellastazione,untizioconicapellirossimihaaiutata:èstatogentileconme,peròadessomi fapaura.Avevoun taglio sulla testa,unosul labbroe lividi sullebraccia.Ricordodiesserestatanelsottopassaggio:erabuioederospaventata.Hosentitodellevoci,qualcuno

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chiamava ilnomediMegan.No,quelloeraunsogno,noneravero.Ricordo il sangue:sulla testa,sullemani.RicordoAnna,manonTom,néKamal,ScottoMegan.

Luinonsmettedifissarmi,aspettachedicaqualcosa;vuoleparoledisperanza,manonhonulladaoffrirgli.

«Èsuccessotuttoquellasera»afferma.Tornaasedersialtavolo,piùvicinoame.Sudaetrema,comeseavesselafebbre.«Loropensanochesiasuccessoquellasera...anchesenonpossonoessernesicuri a causa... a causa delle condizioni del corpo.» Sospira. «Ma credono sia accaduto allora, osubitodopo.»Stadinuovoparlandoalla stanza,comese iononci fossi.Loascolto in silenzio: ildecesso è stato provocato da un colpo alla testa, il cranio era fratturato in più punti. Non è statastupratao,almeno,nonèpossibilestabilirloconcertezza:ilcadavereeraridottoinpessimostato.

Tornainséevedolapauraeladisperazionenelsuosguardo.«Sericordiqualcosa,deviaiutarmi.Rachel,perfavore,faiunosforzodimemoria!»Ilmionome

sullesuelabbra,sentirlomiprovocaunsensodinausea.Misentopatetica,inutile.Sultreno,mentretornoacasa,ripensoaquellochehadettoemichiedosepossaesserciunfondo

diverità.Sonoossessionatadaquestastoriaperchéc’èqualcosacheèrimastointrappolatodentrolamia testa? Ho delle informazioni che vorrei disperatamente rivelare? Provo qualcosa per lui, unsentimentoalqualepreferisconondareunnome,perchésocheèsbagliato,oppurec’èdell’altro?Sela mia mente custodisce un segreto, allora devo trovare qualcuno che mi aiuti a svelarlo. Unopsichiatraounopsicoterapeuta,peresempio:qualcunocomeKamalAbdic.

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Martedì6agosto2013MattinaHo dormito pochissimo. Ci ho rimuginato tutta la notte: è un’idea stupida, inutile e anche un po’azzardata.Potrebbeesserepericoloso?Sonoun’incosciente.Ierimattinahopresoappuntamentoconil dottor Kamal Abdic. Ho parlato con la segretaria e ho chiesto espressamente di lui. È rimastasorpresa,poihadettochepoteva ricevermioggi alle sedici e trenta.Cosìpresto?Ho rispostocheandavabene,maerogiàagitata.Lasedutacostasettantacinquesterline:ildenarochemihadatomiamadrenondureràalungo.

Daquandohofissato laseduta,nonsonoriuscitaapensareadaltro.Sonospaventata,maancheeccitata. Una parte di me è emozionata all’idea di incontrare Kamal. È iniziato tutto da lui: mi èbastatovederlopochiistanti,quellamattina,perfarderagliarelamiavita.Completamente.DaquandohovistoilbaciotraluieMegannullaèmaipiùstatocomeprima.

Devo incontrarlo.Devo farloperché lapoliziaormai è concentrata solo suScott. Ieri lohannointerrogatodinuovo.Nonsono trapelateconfermeufficiali,mahovistounfilmato,su internet, incuiScottentraincommissariato,insiemeallamadre.Lacravattaeratroppostretta,sembravastesseperstrozzarlo.

Tuttifannoipotesi:igiornalidiconochelapoliziasimuoveconmaggiorecautelaperchénonpuòpermettersi un altro arresto frettoloso. Si parla di indagini condotte inmaniera superficiale, di unavvicendamentotragliinquirenti.SulwebleggocommentiterribilisulcontodiScott.Qualcunohapubblicato l’immagine di lui che piange durante l’appello per Megan accanto a quelle di notiassassini che sono apparsi in televisione, singhiozzando per la sorte dei propri cari. È tremendo,disumano.Sperocheluinonlevedaperchésarebbeundurocolpo.

Sarò stupida e avventata, ma ho deciso di andare da Kamal Abdic. A differenza di tutti queglispeculatori che fanno illazionimalevole su di lui, io ho visto Scott, gli sono stata così vicina dapoterlotoccare.Iosochiè.Enonèunassassino.

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SeraSalgogli scalinidella stazionediCorlyemi tremanoancora legambe:dev’essere l’adrenalina. Iltrenoèpieno,impossibiletrovareunpostoasedere,cosìmifermoametàdelvagone.Fauncaldoinsopportabile.Respiropiano,miguardoipiedi.Cercodidareunsensoaquellocheprovo.

Gioia,paura,confusionee,soprattutto,sensodicolpa.Nonèandatacomemiaspettavo.Quandosonoarrivataallostudio,eroinpredaalpanico:eroconvintacheavrebbecapitosubito

chesapevotuttoemiavrebbevistacomeunaminaccia.Temevodidirelacosasbagliata,dilasciarmisfuggireilnomediMegan.Sonoentratainsalad’attesa,unastanzapiuttostoanonima,ehoparlatoconunasegretariadimezz’età.Leihaannotatoimieidatisenzanemmenoguardarmi.Misonosedutaa sfogliare una vecchia copia di «Vogue» cercando di sembrare annoiata, come gli altri pazienti.Tremavoepensavoallamiaprossimamossa.

C’eranoduepersone,oltreame:unragazzosuivent’anni,intentoadarmeggiareconiltelefonino,eunadonnache fissava ilpavimentoenonha sollevato la testanemmenoquando la segretariahachiamato il suo nome. Si è alzata e si è allontanata: sapeva già dove andare. Ho aspettato cinqueminuti, forse dieci. Avevo il respiro corto; l’aria in quella stanza era afosa e opprimente, facevofaticaarespirare.Temevodisveniredaunmomentoall’altro.

Poiunaportasièapertaedèuscitounuomo.Eancorprimadivederlo,erocertachefosselui.Certacomeloerostata lamattina incui loavevovistoper laprimavolta,quandosapevochenonpoteva essere Scott quella sagoma indistinta che simuoveva versoMegan.Quella figura alta, daigestilanguidi.

«SignoraWatson?»Ho alzato gli occhi e ho sentito un brivido lungo la schiena.Gli ho stretto lamano: era calda,

asciuttaedenorme,moltopiùgrandedellamia.«Prego»haaggiunto,invitandomiaentrarenellostudio.StavoripercorrendoleormediMegan.

Lei aveva fatto le medesime cose: si era seduta di fronte a Kamal, sulla stessa sedia, e lui avevaintrecciato le mani nello stesso modo, aveva annuito con lo stesso cenno del capo, chiedendole:«Bene,dicosavuoleparlarmioggi?».

Tuttoinluiemanavacalore:lasuamano,quandol’hostretta,ilsuosguardo,ancheiltonodellasuavoce.CercavoindizichemimostrasserolapresenzadelmaniacobrutalecheavevaspaccatolatestaaMegan,delrifugiatopoliticotraumatizzatodallaviolenzadellaguerra.Nonhovistonientedelgenere.E,perunpo’,misonodimenticatadimestessaecheluiavrebbedovutoincutermitimore.Ero lì, e il panico era sparito. Ho cercato di concentrarmi su quello che dovevo dirgli. Gli horaccontatocheavevoproblemiconl’alcol,daquattroanni,echequestomieracostatoilmatrimonioe il lavoro, senza contare che stavo mettendo a rischio la mia salute fisica e forse anche quellamentale.

«Dimenticolecose.Soffrodiunaformadiamnesiaenonricordodovesonostataoquellochehofatto.A voltemi viene il dubbio di essermi comportata inmaniera terribile,ma non ne conservomemoria.Ese...sequalcunomiraccontaquellochehofatto,misembraimpossibilechesiasuccessodavvero.Ècomeseparlasserodiun’altrapersona.Edèdifficilesentirsiresponsabilidiqualcosachenonsiricorda,quindinonprovomaiabbastanzasensodicolpa.Stomale,manonmiriconosconelleazionichemiattribuiscono.Ècomesenonmiappartenessero.»

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Mi è uscito tutto di getto, dopo pochi minuti che ero con lui. Ero pronta a parlare, aspettavosoltantolapersonagiustaperfarlo.Nonavrebbedovutoesserelui.Mihaascoltatainsilenzio,senzabattere ciglio o prendere appunti, poi ha annuito. «Lei vuole assumersi la responsabilità delle sueazionimalerisultadifficile,dalmomentochenonriescearicordarle?»

«Sì,èpropriocosì.»«Quindicomepossiamoassumercilenostreresponsabilità?Puòscusarsi,certo,eanchesenonè

sicuradiavercommessoqualcosadisbagliatononsignificachelesuescusenonsianosincere.»«Maiovogliosentireilpentimento.Iovorrei...vorreistarepeggio.»Losocheèstrano,macipensoincontinuazione:nonmisentoabbastanzaincolpa.Iosodicosa

sono responsabile, sono consapevole delle cose tremende che ho fatto, pur non ricordandone idettagli,masonolontanedame.Ècomeseleosservassiattraversounvetro.

«Leicrededidoversisentirepeggio?Pensadinonstareabbastanzamaleperisuoierrori?»«Esatto.»«Rachel,mi ha detto di aver causato la fine del suomatrimonio e di aver perso il lavoro: non

ritienediaverricevutounapunizioneabbastanzasevera?»Hoscossoilcapo.Abdicsièappoggiatoalloschienale.«Forseleièunpo’troppoduraconsestessa.»«No,nonlosono.»«Va bene. Facciamo un passo indietro: ha detto di aver iniziato a bere... quattro anni fa? Può

parlarmidiquelperiodo?»Hoesitato. Il suonodella suavocee ladolcezzadei suoiocchinonmiavevanosoggiogatadel

tutto. Non ero così disperata. Non gli avrei raccontato la verità: che desideravo un figlio, più diqualsiasialtracosaalmondo.Glihodettocheilmatrimonioeraandatoinpezzi,cheerodepressa,chel’alcolmierasemprepiaciutoeavevopersoilcontrollodellasituazione.

«Ilsuomatrimonioèfinito,quindi.Leihalasciatosuomaritooèstatoluiadandarsene,oppure...èstataunadecisioneconsensuale?»

«Lui aveva un’amante.Ha incontrato un’altra e si è innamorato di lei.»Ha annuito, voleva checontinuassi.«Nonèstatacolpasua:èstatasoltantocolpamia.»

«Perchédicequesto?»«Avevogiàiniziatoabere...»«Quindil’adulteriodisuomaritononèstatalacausascatenantedellaseparazione?»«No.Iocierogiàdentrofinoalcollo,eilmioalcolismolohaallontanatodame.Èperquesto

motivochehasmessodi...»Kamalaspettavacheparlassi,senzaforzarmi.«Chehasmessodiamarmi.»Hoavutounareazionechenonavevoprevisto:sonoscoppiataapiangeredavantialui.Nonavrei

dovutoabbassarelaguardiaeparlarglidellamiavita:misareidovutainventareunastoria.Misareidovutaprepararemeglio.

L’ho guardato e per un attimo ho sentito che lui provava qualcosa per me. I suoi occhi nonesprimevanopena,macomprensione:volevadavveroaiutarmi.

«Allora,Rachel, leihainiziatoabereprimadellafinedelsuomatrimonio.Riesceaindividuareunacausa?Nonè facile,non tutti sono ingradodi farlo.Peralcuni, si trattadiundeclino lentoeprogressivo,che li facadere inunostatodidepressioneodipendenza.A leiècapitatoqualcosadispecifico?Unlutto,peresempio,ounaperdita?»

Hoscossolatesta:nonvolevodirglielo.Nonglielodirò.

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Haaspettatoqualcheminuto,poihaguardatol’orologiosullascrivania.«Ne riparliamo la prossima volta, che ne dice?» ha suggerito, poi mi ha sorriso e io sono

rabbrividita.Tuttoècaldoinquell’uomo,tranneilsuosorriso.Quandohascopertoidentihovistol’assassino

cheviveinlui.Hosentitolostomacocontorcersi,ilcuorebattereimpazzito.Menesonoandatasenzanemmenostringerglilamano:noncelafacevoatoccarlo.

Capisco,davvero.Ora socosahavistoMegan in lui:non soltanto la sua innegabilebellezza.Ècalmo e rassicurante, gentile e paziente.Un essere innocente, fiducioso e un po’ sprovveduto puòlasciarsi ingannare e nonvedereoltre l’apparenza.Ma ioho scorto il predatore.Per un’ora, sonostataaffascinatadalui.Misonoconfidata,hodimenticatochiera.HotraditoScotteancheMegan,emisentoincolpaperaverlofatto.

Ma,piùdiognialtracosa,misentoincolpaperchévogliotornaredalui.

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Mercoledì7agosto2013MattinaÈsuccessodinuovo:lostessoincubo,incuihofattoqualcosaditremendoetuttiselaprendonoconme,maiononsodicosasitratta,quindinonpossodarespiegazioninéscusarmi.Neldormivegliapenso a una vecchia lite, risalente ormai a quattro anni fa, dopo il nostro unico tentativo difecondazioneartificiale.Eraandatomalee iovolevoriprovarci.Tomsostenevachenonpotevamopermettercelo, e io sapevo che aveva ragione. Avevamo messo un’ipoteca sulla casa e lui avevaancoraalcunidebitidapagareperuncattivoinvestimentonelqualeerastatotrascinatodasuopadre.Dovevoaccettare la situazione, sperarecheungiornoavremmoavuto i soldiper riprovarcie,nelfrattempo, ricacciare indietro le lacrime ogni volta che vedevo una sconosciuta con il pancione ovenivoasaperecheun’amicaaspettavaunbambino.

Duemesidopoilfallimentodeltentativo,luimihaparlatodiunviaggioaLasVegas:quattronottiper assistere a un’importante serata di boxe e rilassarsi un po’. Sarebbe andato con una coppia divecchiamicichenonavevomaiincontrato.Sapevocheglieracostatounpatrimonio,perchéavevovisto la conferma della prenotazione nella sua posta elettronica. Non avevo idea di quale fosse ilprezzodelbigliettoperunincontrodipugilato,maimmaginavochenonfosseabuonmercato.Forsenonsarebbebastatoperpagareunaltro tentativo,maeracomunqueunadiscretasomma.Abbiamolitigato furiosamente. Avevo bevuto tutto il pomeriggio, per prepararmi allo scontro, quindi nonricordoidettagli,maeroincondizionipietose.Ilgiornodopoluierafreddoenonèvolutotornaresull’argomento.Miha ricordato, in tonodistaccato, le parole che avevousato; hadetto che avevodistruttolafotodelnostromatrimonio,chegliavevourlatodiessereunegoista,unmaritoinutile,unfallito.Quelgiornomisonodetestatacomemaiprimadiallora.

Avevosbagliatoadirgliquellecose,maadessomirendocontocheavevotutteleragionidiesserefuoridime.Eraunmiodirittoessereincazzata,no?Stavamocercandodiavereunfiglio,nonvalevaforsequalchesacrificio?Iomisareitagliataunbraccio,sefosseservitoaqualcosa.LuinonpotevarinunciareaunfinesettimanaaLasVegas?

Rimango a letto ancora un po’, a riflettere su quell’episodio, poimi alzo e decido di fare unapasseggiataperresistereallatentazionediandarealsupermercato.Nontoccoungocciodadomenicaesonocombattuta:vorreiberequalcosa,persentirmiunpo’sudigiri,macosìvanifichereiirisultatiraggiunti.Esarebbeunpeccatomandaretuttoall’ariaproprioadesso.

Ashburynonèunbelpostoperpasseggiare:cisonosoltantonegoziepalazzi,nemmenounparcodegnodiquestonome.Midirigoverso il centro;nonèmale,nonc’ènessuno ingiro. Il truccoèconvincersidiavereunadestinazione.ScelgolachiesainfondoaPleasanceRoad,atrechilometridacasadiCathy.SonostataaunincontrodegliAlcolistiAnonimi,propriodaquelleparti.Cen’eraunopiùvicinomal’hoevitatopernonincontrarequalcunocheconosco.

Arrivoallachiesaetornoindietro,apassosvelto,comeunapersonanormalechehaunsaccodifaccendedasbrigare.Guardoipassanti.Dueragazzicorronoconlozainoinspalla,siallenanoperlamaratona.Unadonnastaandandoallavoro:indossaunpaiodiscarpedaginnasticabiancheetienequelleconitacchinellaborsa.Michiedocosanascondano:anchelorocercanodismetteredibere?Corrono senza andaredanessunaparte?Oppurepensano all’assassino chehanno incontrato ieri econilqualehannofissatounaltroappuntamento?

Iononsonounapersonanormale.Sonoquasi arrivataa casaquando lovedo.Eropersanellemie riflessioni suquale sarà lamia

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prossimamossa conKamal: frugarenei cassetti della scrivania se lui dovesseuscire dalla stanza?Provareaincastrarlo,dicendoqualcosachelocostringaascoprirsi?Èpossibilecheluisiamoltopiùscaltro di me e si accorga del mio piano. Sa che il suo nome è stato pubblicato sui giornali, èpreparatoall’eventualitàchequalcunosipresentidaluipercarpireinformazioni.

Sto pensando a questo e cammino a testa bassa, fissando il marciapiedi. Evito di guardare ilnegozioallamiadestra,pernoncadereintentazione,maleggoilsuonomeconlacodadell’occhio.Èstampatolì,aletterecubitali,sullalocandinadiunquotidiano:MEGANERAUN’INFANTICIDA?

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Anna

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Mercoledì7agosto2013MattinaErodaStarbucks,conleragazzedell’NCT,lacharityasostegnodigenitoriebambinichefrequento.Eravamosedutealnostrosolitoposto,vicinoallavetrina;ipiccoliavevanosparpagliatoimattoncinidellecostruzionidappertutto,mentreBethcercava,perl’ennesimavolta,diconvincermiaparteciparealsuoclubdilettura.

D’un tratto è arrivataDiane; avevauna strana espressione sul viso, perché era consapevole chestavapersganciareunaveraepropriabomba.Noncelafacevapiùatrattenersiespingevaconforzalacarrozzinadoppiachefaticavaapassaredallaporta.

«Anna,haivisto?»Era scura involto.Mihaallungatoungiornale.MEGAN ERA UN’INFANTICIDA?gridavailtitoloinprimapagina.Erosenzaparole.

Hocontinuatoa fissare ilquotidiano senza reagire, finchénon sono scoppiataapiangerecomeunastupida.Eviesièspaventataehainiziatoaurlare.Èstatoterribile.

Sono andata in bagno per ricompormi e calmare la bambina. Quando sono tornata, stavanoconfabulandosottovoce.Dianemihaguardataemihachiesto,tuttatronfia:«Staibene,cara?».Sottosottoeracompiaciuta,potreigiurarci.

Nonriuscivopiùasopportarleesonotornataacasa.Facevanotutte lepremurose,dicevanochedovevaesserestatoterribileperme,mailbiasimo,nemmenotroppovelato,suilorovoltierapiùcheevidenteaimieiocchi.“Comehaipotutoaffidaretuafigliaaquelmostro?Seiinassolutolamadrepeggioredelmondo.”

MentrerientravohoprovatoatelefonareaTom,mamiharispostolasegreteria.Gliholasciatounmessaggio,chiedendoglidirichiamarmiappenaglifossestatopossibile.Hocercatodiavereuntonoleggeroetranquillo,anchesemitremavanolegambe.

Nonhocomprato ilgiornale,maho letto lastoriaonline.Erapiuttostovaga.«Fontivicineagliinquirentidel casoHipwellhanno riferitocheMeganpotrebbeessere implicatanellamortedi suofiglio,avvenutadieciannifa.»Lestesse“fonti”sostenevanochel’episodiopotesseesserecollegatoall’omicidio. IldetectiveGaskill, a capodelle indagini,nonha rilasciatodichiarazioni; è lo stessocheeravenutoaparlarcidopolascomparsa.

Tomharichiamato:eraimpegnatoinalcuneriunionienonpotevavenireacasasubito.Haprovatoacalmarmi,hatoccatoitastigiustiehaaggiuntocheprobabilmentesitrattavadiunamontaturadeigiornali.«Losaianchetuchelametàdellenotiziechepubblicanosonofalse.»Nonhoreplicato.Infondo,erastatoluiainsistereperchéMeganvenisseadarmiunamanoconEvie:dicertosisentivaincolpa.

Epoiharagione:potrebbeesseretuttofalso.Machipotrebbeinventarsiunastoriadelgenere?Eperché?Nonpossofareamenodipensarecheiolosapevo:hosempresentitochec’eraqualcosadistrano in quella donna.All’inizio avevo l’impressione che fosse soltantounpo’ immatura, poimisonoresacontochesitrattavadiqualcos’altro:sembravaassente.Erasemprepersainunmondotuttosuo.

Devoproprioammetterlo:sonofelicechenoncisiapiù.Èunaliberazione!

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SeraSonoincamera.TomguardalatvconEvie.Abbiamolitigato,maècolpamia:l’hoaggreditoappenahamessopiedeincasa.

Era tutto il giorno che covavo rabbia.Non sono riuscita a controllarmi, la vedevo dappertutto.Qui, incasamia,tenevainbracciolamiabambina,ledavadamangiare,lecambiavailpannolino,giocavaconlei,mentreiomiriposavo.Continuavoapensareatuttelevoltechel’holasciatadasolaconEvie,emisentivomale.

Poi è arrivata la paranoia: da quando abito in questa casa ho la sensazione di essere spiata.All’iniziodavolacolpaaitreni,aipasseggericheguardanodalfinestrino,proprioversodinoi,emimettonoibrividi.Eraunodeimotiviper iqualinonvolevotraslocarequi,maTomnonhavolutosentireragioni.Sostenevadinonpotervenderelaproprietà,perchéciavrebberimessounsaccodisoldi.

Primaitreni,poiRachelchecispia,checigiraintornoecitelefonaatutteleore.InfineMegan,quando era qui con Evie: sentivo addosso il suo sguardo giudicante, dovevo essere una pessimamadreperlei,perchénoneroingradodicavarmeladasola.Èunacosaassurda,loso,mapoitornoconlamenteaquellavoltacheRachelèvenutaquiehapresoEvie,emirendocontocheforsenonèpoicosìinsensata.

Quando Tom è arrivato a casa, ero pronta a esplodere. Gli ho dato un ultimatum: dovevamoandarcene,nonsareirimastainquellacasa,inquellastrada,dopotuttociòcheerasuccesso.Ovunqueposogliocchi,vedoRacheleMegan.Pensoa tutte lecosechequelladonnaha toccato:èdavverotroppoperimieinervi.Glihodettochenonmeneimportanulladelprezzocheriusciràaspuntare.

«Teneimporteràquandosaremocostrettiavivereinunospaziopiùpiccoloenoncelafaremoapagareilmutuo»hareplicato,razionalecomesempre.

Glihochiestoperchénonpotevafarsiaiutaredaisuoigenitori,chesonopienidisoldi,maluiharispostochenonlofaràmai;sièarrabbiatoehachiusoladiscussione.Isuoilohannotrattatomalequando ha divorziato da Rachel per mettersi con me; non avrei dovuto parlare di loro, è unargomentocheglifapuntualmenteperderelestaffe.

Eppurenonpossofarneameno.Sonodisperata;ognivoltachechiudogliocchi,lavedosedutaaltavolodellacucinaconEvie.Giocavaconlei,lesorridevaechiacchierava,mamidaval’impressionedinonesseremaiveramentequiconnoi:avevasempre la testadaun’altraparte.Quandoarrivaval’ora di andarsene, era felice di restituirmi la bambina: sembrava che non le piacesse tenerla inbraccio.

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Rachel

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Mercoledì7agosto2013SeraIlcaldoèdavveroinsopportabile.Lefinestresonoaperte,lapuzzadeigasdiscaricodelleautosalefinquiemibrucialagola.Stofacendolasecondadocciadellagiornataeiltelefonoiniziaasuonare.Nonlasmettepiù:quandoescodalbagnoèallaquartaseriedisquilli.

È spaventato, affannato. La sua vocemi arriva a sprazzi. «Non posso rientrare a casa.Ci sonotelecameredappertutto.»

«Scott?»«Losocheè...strano,mahobisognodiunpostodovenonverrannoacercarmi.Nonpossoandare

damiamadrenédaimieiamici.Sonoinmacchina...Guidodaquandosonouscitodalcommissariato.Devofermarmiun’oraodue:iltempodisedermiapensare.Dasolo,senzapoliziottiegiornalistichemifannodomandestupide.Possoveniredate?»

Gli dico di sì. Non soltanto perché sembra terrorizzato, ma perché ho voglia di vederlo e diaiutarlo.Glidol’indirizzo,dicechearriveràtraunquartod’ora.

Ilcampanellosuonadopocircadieciminuti:squillibrevieripetuti.«Midispiace» esordisce, appena apro la porta. «Non sapevodove andare.»Sembradisperato; è

scosso,pallidoesudato.«Vatuttobene»replico,poimispostoperfarloentrare.Andiamoinsoggiorno,loinvitoasedersi.

Gli porto dell’acqua dalla cucina. Beve tutto d’un fiato, poi si siede, appoggia i gomiti sulleginocchiaescuotelatesta.

Miavvicino,manonsocosadire.Prendoilbicchiereeloriempiodinuovo,senzaparlare.Allafineèluiarompereilsilenzio.

«Pensicheilpeggiotisiagiàcapitato...»Miguarda.«Insomma,vogliodire,miamoglieèmorta,misembragiàabbastanzaterribile...Invecepoisaltafuorichelapoliziasospettachesiastatoioadammazzarla.Eadesso...Cos’altroancoradevesuccedere?»

Siriferisceallenotizietrapelatedairapportidellapolizia:Megansarebbecoinvoltanellamortediunbambino.Sitrattadibasseinsinuazioni,unacampagnadenigratoriaaidannidiunadonnamorta.Èdisgustoso.

«Manonèvero:nonpuòesserevero»replico.La sua espressione èvacua, come senon capisse. «Il sergenteRileyme lohadetto stamattina.»

Tossisce,sischiariscelagola.«Èlanotiziacheaspettavodaunavita.Nonpuoiimmaginarequantol’hodesiderata.L’hosognata,immaginavocomel’avrebbedetto,comemiavrebbesorriso,guardato,comemiavrebbepresolamanoportandoselaallelabbra...»Lasuavoceèunsussurro;èpersonellesue fantasticherie,ma io nonho idea di cosa stia dicendo. «Oggi... oggi ho saputo cheMegan eraincinta.»

Iniziaapiangere,eanch’iomisentosoffocaredallelacrime,perunbambinochenonèmainato,ilfigliodiunadonnachenonconoscevo.Èunorroreinsopportabile;noncapiscocomefacciaScottaesseresopravvissuto.Lanotiziaavrebbedovutoucciderlosulcolpo,eppureèancoraqui.

Nonriescoaparlarenéamuovermi. Il soggiornoècaldo,nonfiltraunfilod’aria,anchese lefinestresonospalancate.Sento i rumoridellastrada: lasirenadellapolizia, levocideipassanti, lamusicacheescedaifinestrinidiunamacchina.Èlospettacolodellavita,maquidentroilmondosièfermato,almenoperScott,eiononsonoingradodidireunaparola.Rimangomuta,nonsocomeaiutarlo.

PoisentoipassidiCathychesifermadavantiallaportaefruganellaborsapertrovarelechiavi.Devofarequalcosa:afferroScottperlamanoeluimiguarda,preoccupato.

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«Vieniconme»gliordino.Sifatrascinaresuperlescale,primacheCathyciveda.Entriamoincameraechiudolaporta.

«Èlamiacoinquilina.Leipotrebbe...faredomande.Nonèquellochevuoi,vero?»Lui scuote la testa. Si guarda intorno e osserva la stanza: il letto sfatto, i vestiti gettati sulla

scrivania,leparetispoglie,imobilimodesti.Mivergogno,maquestaèlamiavita:piccola,sciattaeincasinata.Nonpotrebbeesserealtrimenti.Mentrelopenso,mirendocontodiesseredavverostupidaacrederecheaScottpossaimportarequalcosadime,inquestomomento.

Gli faccio segno di sedersi sul letto. Lui obbedisce, poi si asciuga gli occhi con il dorso dellamano.Respiraconunpo’diaffanno.

«Vuoiberequalcosa?»«Unabirra?»«Nontengoalcoliciincasa»replico,mapoimisentoavvampareinvolto.Scottnonseneaccorge.

«Possofartiuntè?»Luiannuisce.«Sdraiatieriposati.»Sitoglielescarpeesistendesullecoperte,docilecomeunbambino.

ScendoincucinaescambioduechiacchiereconCathy,mentreaspettochel’acquabolla;miparladel postodove è stata a pranzo, aNorthcote («Fannodelle insalatemeravigliose») e di quanto siafastidiosa lasuanuovacollega.Sorrido,manonleprestomoltaattenzione.Sonoconcentratasudilui,sueventualiscricchioliiopassi.Misembraincredibilechesialì,nelmioletto,alpianodisopra.Misentoconfusa,comesestessisognando.

AllafineCathysmettediparlareemifissa.Haun’ariaperplessa.«Staibene?Sei...unpo’strana.»«Sonosolostanca.Nonmisentomoltobene.Vadoaletto.»Miguardaconcircospezione:sachenonhobevutoperchéèsempreingradodicapirlo,maforse

pensachestiaperiniziare.Nonmeneimportanulla;prendoil tèeledicochecivedremodomanimattina.

Mi fermo davanti alla camera emimetto in ascolto: è tutto tranquillo.Apro con cautela. Lui èsdraiato,nellastessaposizioneincuil’holasciato,conlebraccialungoifianchiegliocchichiusi.Sentoilsuorespiroleggeroeirregolare.Occupabuonapartedellettomasonotentatadistendermiaccanto a lui emettergli il braccio sul petto, per rassicurarlo. Invece doun colpetto di tosse e glipassolatazza.

Simetteasedere.«Grazie»mormora,prendendoiltè.«Graziediavermi...datoasilo.Èdiventato...comedire...moltodifficile,daquandoèuscitaquellastoria.»

«Quellacheèsuccessaannifa?»«Sì.»Nonèchiarocomeabbianofattoigiornaliavenireaconoscenzadellavicenda.Qualcunoincolpa

lapolizia,altriKamal,altriancoralostessoScott.«Èunabugia,vero?»«Certoche loè,mapotrebbeessereunbuonmovente.Pensanochequalcuno, forse ilpadredel

bambino,potrebbeaverlauccisapervendicarsi,dopotuttiquestianni.»«Nonhasenso.»«Ma hai sentito quello che dicono? Che mi sono inventato tutto per metterla in cattiva luce e

allontanareisospettidame,facendoliricaderesuunqualchetiziomisteriosochevienedalpassato.»Sonosedutavicinoalui,sulletto.Lenostregambesisfiorano.«Cosadicelapolizia?»«Niente.Mi hanno chiesto se ne ero al corrente. Sapevo che aveva avuto un figlio?Mi aveva

raccontatoquellocheerasuccesso?Chierailpadre?Horispostodino,cheeranotuttestronzate,e

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che lei non eramai rimasta incinta...»Non riesce a continuare, beve un po’ di tè. «Ho domandatocomehannofattoavenireaconoscenzadiquellastoria,comesiafinitasuigiornali.Nonpotevanodirmelo,maiocredochesiastatolui,Abdic.»Sospira,esasperato.«Noncapiscoperchél’abbiafatto,perchéabbiadettoquellecosedilei,eaqualescopo.Èpazzo,nonc’èdubbio.»

Penso all’uomo che ho incontrato ieri: i gesti calmi, la vocemorbida, lo sguardo carezzevole.Assolutamente non pazzo. Fino a quel sorriso... «È terribile che abbiano pubblicato quella storia.Dovrebberoesserciregoleche...»

«Non si possonodiffamare imorti.»Faunapausa, poi riprende.«Mihannoassicurato chenonfaranno trapelare la notizia... della sua gravidanza. Non ancora, e forse non lo farannomai. Nonfinchénonnesarannosicuri.»

«Sicuridicosa?»«ChenonèfigliodiAbdic.»«Hannogiàeseguitoiltestdeldna?»Scottscuotelatesta.«No,maionesonocerto.Nonriescoaspiegarlo,maloso.Ilbambinoè...era

mio.»«Seluicredevachefossefigliosuo,avrebbeavutounmovente,no?»Nonsarebbeilprimouomo

asbarazzarsidiunfiglioindesideratouccidendonelamadre.Lopenso,manonlodicoavocealta.Inquel casoancheScott avrebbeavutounmovente: se si fosseconvintoche suamoglie aspettavaunfigliodaunaltro...Manonèpossibile.Luistamaledavvero,èsconvolto,nonstarecitando.

Scott non mi ascolta più. Fissa la porta con sguardo assente. Sembra che il letto lo stiainghiottendo,comeunapaludedisabbiemobili.

«Dovrestirimanerequiperunpo’,eprovareadormire.»Luimi guarda e sorride. «Non ti dà fastidio? Te ne sarei grato, davvero. A casa non riesco a

riposare.Nonèperlepersonechecercanodifotografarmieintervistarmi,nonèquello.Èperlei:èdappertutto,lavedoinogniangolo.Scendolescaleemiimpongodinonguardare,poidevotornareindietroecontrollarecheleinonsiasedutainterrazza.»Lesueparolemicommuovono.«Lepiacevasedersilìfuori,sai...Lepiacevaguardareitreni.»

«Loso.»Gliappoggiolamanosulbraccio.«Ognitantolavedevoanch’io.»«Continuoasentirelasuavocechemichiama.Sesonoaletto,mipareproveniredalgiardino.In

queimomenti,sonoconvintocheleisialì.»Statremando.«Orasdraiati,provaariposareunpo’.»Glitolgolatazzadallemani.Quandosièaddormentato,mistendovicinoalui;hoilvoltoapochicentimetridallasuaspalla.

Chiudogliocchieascoltoilbattitodelmiocuore.Inspiroilprofumodellasuapelle:saditristezzaerassegnazione.

Alcuneoredopo,misveglioeluinonc’èpiù.

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Giovedì8agosto2013MattinaSono una traditrice. Lui se n’è andato da poche ore e io sto per raggiungereKamal, l’uomo chepotrebbeaveruccisosuamogliee ilsuobambino.Misentomale.Forseavreidovutoparlarglidelmiopiano,dirglichelostofacendoperlui.Perònonsonocertachesialaverità.E,soprattutto,nonhoalcunpiano.

Oggigliriveleròqualcosadime.Gliracconteròunfattoveroestudieròlasuareazione.Forsemiaiuteràacapirequalcosa.

Inveceno,nonmiportadanessunaparte.Michiedecomestoedaquantotempononbevo.«Dadomenica.»«Ottimo!»Intreccialemaniingrembo.«Latrovobene.»Sorride,equestavoltanonriconoscoil

ghignodell’assassino.Checosahovistol’altrogiorno?Misonoimmaginatatutto?«Durante l’ultima sedutami ha chiesto perché ho iniziato a bere.»Lui annuisce. «Ero depressa.

Stavamo cercando... stavo provando ad avere un figlio,ma non ci sono riuscita, e sono caduta indepressione.Ècosìchehocominciato.»

Sto piangendo, per l’ennesima volta. È davvero impossibile resistere alla gentilezza di unosconosciuto:tiguarda,nonsanulladite,matidicecheandràtuttobene,qualunquecosatuabbiafattoinpassato.Haisofferto,seistataferita,mameriti ilperdono.Hofiducia in lui,emidimenticodelmotivopercuisonovenuta.Noncercoindizidiunareazioneinsolitasulsuovolto,nonloguardonegliocchiperscovareun’ombradisospetto:milascioconsolaredalui.

Ègentileehaunapprocciorazionale.Parladistrategieperaffrontare ilproblemaemiricordachel’etàèunfattoreamiofavore.

Nonhoscopertonulla,maquandoescodallostudiodiKamalmisentopiùleggeraeottimista:luimi ha aiutata. Seduta sul treno, provo a rievocare l’assassino,manon lo vedopiù.Devo fare unosforzoperconvincermichequell’uomoècapacedipicchiareunadonnaefracassarleilcranio.

Un’immagine terribile prende forma nella mia mente. Da una parte c’è Kamal, le sue manidelicate,imodirassicuranti,leparoleavvolgenti;dall’altraScott,cheègrandeegrosso,selvaggio,disperato.

Mi impongo di ricordare ame stessa che questo è lo Scott di adesso: dovrei vederlo com’eraprimadell’omicidiodiMegan,madevoammetteredinonaverealcunaideadicomefossequandotuttaquestavicendanoneraancoracominciata.

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Venerdì9agosto2013SeraIltrenosifermaalsemaforo.Bevounsorsodigintonicdallalattinaealzogliocchiversolacasa,versolaterrazza.Stavoandandobene,mahodavverobisognodiberequalcosa:oggimiserveunpo’dialcol,ilcoraggiodegliubriachi.StoperincontrareScottedevoaffrontaretuttiirischidiandareinBlenheimRoad:Tom,Anna,lapolizia,igiornalistieilsottopassaggio,conisuoiricordiconfusidisangueeterrore.Peròluimihachiestodiandare,enonhopotutodirglidino.

Ieriserahannotrovatolabambina.Omeglio,isuoiresti:erasepoltanelterrenodiunafattoria,vicinoallacostadell’Angliaorientale,proprionelpuntodovequalcunoavevasuggeritodiscavare.Erascrittosuigiornali,stamattina:

Lapoliziahaapertoun’indagineper lamortediunbambinodopo il ritrovamentodei restinelgiardinodiunacasadiHolkham,anorddiNorfolk.LascopertaèavvenutaaseguitodialcunenotizieraccolteduranteleindaginisullamortediMeganHipwell,diWitney,ilcuicadavereèstatorinvenutolasettimanascorsaaCorlyWood.

HotelefonatoaScottstamattina,dopoaverlettolanotizia.Luinonharisposto,cosìgliholasciatounmessaggioincuiglidicevocheeromoltodispiaciuta.Miharichiamatanelpomeriggio.

«Staibene?»glihochiesto.«No,direidino.»Lavoceeraimpastatadall’alcol.«Mispiace...Possofarequalcosaperte?»«Sì.Vorreiparlareconqualcunochenonsiaprontoavomitarmiaddossoun:“Tel’avevodetto!”.»«Come?»«Miamadreèstataqui.Aquantopare,leisapevatutto:“C’eraqualcosadistranoinquellaragazza!

Niente famiglia, né amici, è sbucata dal nulla”. Mi domando perché non me lo abbia mai dettoprima!»Hosentitoilrumorediunbicchiererotto,seguitodaun’imprecazione.

«Staibene?»glihochiestoancora.«Puoivenirequi?»«Acasatua?»«Sì.»«Ma...lapolizia,igiornalisti...nonsonosicurache...»«Perfavore...nonvogliostaresolo.HobisognodiparlareconqualcunocheconoscevaMegs,che

levolevabene.Qualcunochenoncredechetuttoquestosiavero...»Erasbronzo.Losapevo,mahoaccettatoilsuoinvito.Adessosono in treno.Stobevendoanch’ioe ripensoallesueparole.Hobisognodiparlarecon

qualcunocheconoscevaMegs,chelevolevabene.Iononlaconoscevo,enonsonopiùsicurachemisarebbepiaciuta.Finiscolalattinaeneaproun’altra.

ScendoaWitneyemimescoloallaressadeipendolari,ainumerosischiavicherientranoacasastanchimorti e vogliono soltantobersi unabirra in giardino, pranzare con i figli e andare a lettopresto.Forseèl’effettodelgin,maèdavverounabellasensazioneesseresballottatadallafolla.Tutticontrollanoiltelefoninoosifruganonelletascheperrecuperareilbiglietto.Facciounsaltoindietroneltempo,allaprimaestateincuiabitavamoinBlenheimRoad:laserascendevogliscalinidicorsa,impaziente di uscire dalla stazione. Tom lavorava da casa e iniziava a spogliarmi appenamettevopiedesullasoglia.Sorridoancora,alpensiero:arrossiscoemimordoillabbro,pernonscoppiarearidere.AncheTomnonvedeval’orachetornassidall’ufficio.

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ImmersainqueiricordinonpensoaTomeAnna,aipoliziottieaigiornalisti.Inunattimoarrivodavanti alla porta di Scott e suono il campanello. Quando lo vedo, sono emozionata; non dovreiesserlo,manonmisentoincolpa.DopotuttoMegannoneraquellachepensavo.Noneralaragazzaattraenteespensieratachevedevosedutainterrazza.Noneraunamoglieamorevole,enemmenounabellapersona.Eraunabugiarda,un’imbrogliona.Eun’assassina.

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Megan

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Giovedì20giugno2013SeraSonosedutasuldivanodelsoggiorno,conunbicchieredivinoinmano.Lacasaèundisastro.Vivesemprecosì,comeunadolescente?Forsesì,delrestohapersolafamigliaquandoeraunragazzino.Mi dispiace per lui. Esce dalla cucina e si siede almio fianco: la sua vicinanza è rassicurante. Sepotessi,verreiquiognigiorno,perun’oraodue.Misiedereiabereunpo’divino,conlasuamanochesfioralamia.

Manonposso:questastoriadevearrivarealfinale,edèlìcheluimistaconducendo.«Megan,seiprontaafinireilracconto?»Miappoggioalsuocorpocaldo,eluinonsisposta.Chiudogliocchieritornolì,inquelbagno.È

strano:hopassatounsaccoditempoacercaredinonpensarci,maadessomibastachiuderegliocchipertornareaqueigiorni,aquellenotti.Ècomesemifossiriaddormentataeavessiripresounsognodalpuntoesattoincuisierainterrotto.

Era buio e faceva freddo. Non ero più nella vasca da bagno. «Non so esattamente come siaaccaduto.Misonosvegliataconlasensazionechecifossequalcosadistrano,poimisonoresacontocheMaceratornatoacasa.Michiamava.Eraalpianterreno,gridavailmionome,maiononriuscivoamuovermi.Erosedutasulpavimentoelatenevotralebraccia.Lapioggiacadevasenzatreguaeiltettoscricchiolava.Avevotantofreddo.Macsalivalescaleecontinuavaachiamarmi.Èarrivatosullasogliaehaaccesolaluce.»Sentodinuovoilbagliorepotentechemicolpiscelaretina;d’untrattoètuttobiancoenero.Fapaura.

«Glihourlatodi spegnere.Nonvolevovedere,nonvolevovederla.Non so cosa è accaduto inquelmomento.Luiurlava,migridavainfaccia.Ioglihoconsegnatolabambinaesonoscappatavia,sotto lapioggia, finoallaspiaggia.Poinonricordocosaèsuccesso.Èvenutoacercarmidopounsaccoditempo.Piovevaeioerotraledune,oalmenocredo.Volevoentrareinacqua,maerotroppospaventata.Cosìmihariportataacasa.

«L’abbiamosepoltailmattinoseguente.L’hoavvoltainunlenzuoloeMachascavatolafossaaiconfini della tenuta, vicino ai binari, poi abbiamo sistemato alcune pietre per ricordarci il puntoesatto.Nonneabbiamoparlato;siamorimastiinsilenzio,senzaguardarci.Quellasera,Macèuscito.Hadettochedovevavederequalcuno.Hotemutochefosseandatoallapoliziaenonsapevocosafare.Hoaspettatoilsuorientro,manonèpiùtornato.»

Sto tremando, anche semi trovo nel soggiorno di Kamal, vicino al suo corpo caldo. «Riescoancora a sentirlo. Mi capita anche adesso, di sera. Mi terrorizza e mi impedisce di dormire: lasensazionediesseresolainquellacasa.Quellanotteerotroppoagitataperprenderesonno.Passavodaunastanzaall’altra;lasentivopiangere,sentivol’odoredellasuapelle.Avevoleallucinazioni.Misvegliavo di soprassalto per assicurarmi che non ci fosse nessuno oltre ame. Stavo impazzendo,credevodimorire.Pensavoche forsesareidovuta rimanere lì finchéqualcunonon fossevenutoacercarmi,cosìnonl’avreiabbandonata.»

Misporgoinavantiperprendereunfazzolettodicartadallascatolaappoggiatasul tavolino.LamanodiKamalmiaccarezzalaschiena.

«Maallafinenonhoavutoilcoraggiodirestare.Dopounadecinadigiornisonofinitelescortedicibo,nonc’eraneancheunascatolettaditonno.Hofattolevaligieemenesonoandata.»

«HaiavutonotiziediMac?»«No.Nonl’hopiùvistodopoquellasera.Nonmihaneppuresalutata.Hadettosoltantochedoveva

uscire.Tuttoqui.»«Haiprovatoacontattarlo?»

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«No,erotroppospaventata.Ancheseloavessitrovato,cosaavreipotutofare?Ecomunquenonsapevodovecercarlo,nonavevanemmenouncellulare.Hopersodivistaisuoiamici,eranotuttiunpo’hippy,deigiramondo.Alcunimesifa,dopocheabbiamoparlatodilui,hoprovatoacercareilsuonomesuGoogle,manonl’hotrovato.Èstrano...»

«Checosa?»«All’iniziolovedevodappertutto:perstrada,albar.Sentivolasuavocetralafolla.Maeratanto

tempofa.Adessopensochesiamorto.»«Perché?»«Nonloso...èunasensazione.»Kamalsispostasuldivano,poisivoltaperguardarmiinfaccia.«Megan,èsoltantolatuaimmaginazione.Ènormalecrederedivederelepersonechesonostate

importantipernoi,anchedopo la loromorte. Iprimi tempi,vedevoimiei fratelliovunque.Tuseiconvintachesiamortoperchésonopassatitantianni.Ècomeseluinonfossemaiesistito.»

Adesso non siamo più due amici seduti sul divano, ha rimesso i panni del terapeuta. Vorreiallungarelamanoeattirarloame,manonvogliosembrareinopportuna.Hopensatoall’ultimavolta,quandol’hobaciatoprimadiandarmene:ilsuovoltoesprimevanostalgia,rabbiaefrustrazione.

«Adessocheneabbiamoparlato,forsepotrebbeessereutileperteprovarearintracciarlo.Potrestichiudereilcerchio,metterelaparola“fine”aquelcapitolodellatuavita.»

Hal’ariadiunsuggerimento.«No,nonpossofarlo.»«Almenoriflettici.»«Nonposso.Esemiodiasseancora?Perchériaprireunavecchiaferita?Luipotrebbedecideredi

andarearaccontaretuttoallapolizia.EselodicesseaScott?Nonriesconemmenoapensarci!»Kamalscuotelatesta.«Megan,forsenontiodia,enontihamaiodiata.Magarieraspaventatoesi

sentivaincolpa.Daquellochemihaidetto,nonmièsembratountipocheamasseleresponsabilità.Aveva accolto una ragazza giovane e fragile e poi l’aveva lasciata sola, proprio nel momentopeggiore. Probabilmente ha capito che anche lui aveva commesso degli errori e per questo èscappato.»

Nonsosecicrededavveroosestacercandodiconsolarmi,maquellochediceèfalso.NonpossoattribuireaMacunapartediresponsabilità:èsoloesoltantomia.

«Nonvoglioforzartiafarequalcosadicuinonseiconvinta,mavorreichetucipensassi:forseparlareconluitiaiuterebbe.Noncredochetuglidebbanulla.Capisci?Èluichedovrebbesentirsiindebitoconte.Mirendocontocheproviunfortesensodicolpa,maèstatoluiadabbandonarti.Tueriterrorizzata.Tihalasciatasolainquellacasa:perforzanonriesciadormire!L’ideadiscivolarenelsonnoèspaventosaperte:quelgiornotiseiaddormentataedèsuccessaunacosaterribile.El’unicapersonacheavrebbepotutoaiutartitihapiantatainasso...»

Le parole diKamal,morbide e suadenti, nonmi sembrano tanto assurde.Anzi, sono tentata dicredergli.Forseesisteunmodoperlasciarsituttoquestoallespalle,tornaredaScotteriprendereavivere come una persona normale, senza più aver paura o aspettare disperatamente che accadaqualcosadimeglio.Ècosìchevivelagentenormale,no?

«Cipenserai?»michiede,emisfioralamano.Sorridoeglirispondodisì.Miaccompagnaallaportaemitieneunbracciointornoallespalle.Vorreibaciarlo,mamitrattengo.

«Èl’ultimavoltachecivediamo?»Luiannuisce.«Sicurochenonpossiamo...?»«No,Megan.Dobbiamofarelacosagiusta.»Glisorridodinuovo.«Be’,nonèmaistatalamiaspecialità.»«Puoifarcela,davvero.Adessotornaacasadatuomarito.»

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Rimangoperunpo’sulmarciapiedi,davantiacasasua,adaspettareche luichiuda laporta.Misentopiùleggera,piùlibera,maanchepiùtriste.Dicolpovogliosoltantocorrereacasa,daScott.

Mivoltoperincamminarmiversolastazioneevedountiziochevieneapassosveltoversodime,atestabassa,conlecuffiettenelleorecchie.Cercodievitarlo,mascivolosulcordoloecadoaterra.

Luinonsiscusanemmeno,nonmidegnadiunosguardoeiosonotroppospaventataperreagire.Mi rialzo,mi appoggio a un’auto e cerco di riprendermi. La pace che provavo nel soggiorno diKamalègiàsparita.

Quandoarrivoacasa,miaccorgodiessermiferitaallamano.Devoessermelapassatasullabocca,perchéholelabbrasporchedisangue.

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Rachel

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Sabato10agosto2013MattinaÈancoraprestoquandomisveglio.Sentoilrumoredelcamiondell’immondiziacheavanzalungolastradaelapioggiachebattecontroivetri.Lepersianesonoaperte:ieriseracisiamodimenticatidichiuderle.Sorrido.Losentodietrodime:caldo,assonnato,duro.Muovoifianchiperappoggiarmialui:trapocosistiracchierà,miabbracceràemistringeràasé.

«Rachel,nonfarlo.»Sonoparalizzatadallostupore:nonsonoacasamiaedètuttosbagliato.Migirodall’altraparte;Scottsièmessoasedere,poispostalegambefuoridallettoemidàla

schiena.Chiudo gli occhi e cerco di ricordare,ma è tutto confuso.Quando li riapro, capisco perché la

stanzamiècosìfamiliare:èidenticaaquellaincuihodormitoalmenounmigliaiodinotti.Illettoènella stessa posizione, semi tiro supossovedere la cimadegli alberi dall’altra parte della strada.Sullasinistrac’èilbagnoesulladestral’armadioamuro.ÈlastessastanzanellaqualedormivoconTom.

«Rachel...»Allungo lamanoper toccargli laspalla,ma lui si spostaesivoltaperguardarmi infaccia. Sembra svuotato, come la primavolta che l’hovisto da vicino, al commissariato; come sequalcuno gli avesse risucchiato la vita dal corpo, lasciandone soltanto l’involucro. La camera èugualeaquellamiaediTom,mainrealtàèquellacheluidividevaconMegan.

«Loso,midispiace.Midispiacedavverotanto,nondovevasuccedere.»«No,nondovevasuccedere»replicalui,poisialzaevainbagno.Mi sdraio, chiudo gli occhi e sono assalita dalla consueta morsa di terrore. Che cosa ho

combinato?All’inizioabbiamoparlatotanto:luieraunfiumeinpiena.Erafuribondo:cel’avevaconsuamadre,allaqualeMegannoneramaipiaciuta;con igiornalisti,chescrivevanocose tremendelasciandointenderecheinfondolafinecheavevafattosel’erameritata;conlapolizia,cheloavevadeluso.Eravamosedutiincucinaaberebirraeioloascoltavo;quandolebirresonofinitecisiamospostatinelportico.Nonerapiùarrabbiato.Bevevamo,guardavamoi trenipassareeparlavamodisciocchezze: la televisione, il lavoro, la scuola. Io mi sono dimenticata di come avrei dovutosentirmi,maèsuccessoanchealui,perchérammentochemihasorrisoemihaaccarezzatoicapelli.

Ilricordomitravolgecomeun’onda.Arrossiscoperchéadessomirendocontodiaverlocapitosubito,edinonaverfattonullaperevitarlo.Iolovolevo:volevostareconJason,desideravosentirequellochesentivaJessquandoerasedutalìfuoriconluiaberevinodavantialtramonto.Nonhopiùpensatoaquellocheavreidovutoprovare.HoignoratoilfattocheJessèsoltantounpartodellamiaimmaginazione,omeglio,cheJessèMegan:unadonnamorta,uncorpomartoriatoeabbandonato.Malaveritàèanchepeggio:nonèverochemenesonodimenticata.Nonmenefregavanienteperchéanch’ioavevoiniziatoacredereaquellochedicevanodilei.Anch’io,perunattimo,hopensatoforsecheMeganmeritasselafinechehafatto?

Scottescedalbagno.Sièfattoladoccia,perlavarmiviadallasuapelle.Sembrapiùtranquillo;michiedesevogliouncaffè,manonhailcoraggiodiguardarminegliocchi.Nonèquestochevolevo:nonègiusto.Nonvogliopiùfarlo,nonvogliopiùperdereilcontrolloinquestomodo.

Mivestoinfrettaefuria,poivadoinbagnoemilavolafacciaconl’acquafredda.Ilmascaraècolato, le labbrasonoscure,ammaccate.Lafacciae ilcollosonoarrossatiperchémiharaschiatocon labarba.Rivedoun’immaginedi ieri sera, le suemani sudime;misi rivolta lo stomaco.Misiedosulbordodellavascadabagnopernoncadere.Lastanzanonèpulitacomeilrestodellacasa:illavandinoèsporco,lospecchioèmacchiatodidentifricio.C’èunatazzaconunsolospazzolino.Non

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c’ènemmenounaboccettadiprofumo,néunacrema idratanteouncosmetico.Forse lei hapresotuttoquandosen’èandata,omagariluihabuttatovialesuecose.

RitornoincameraecercotraccedellapresenzadiMegan–l’accappatoioappesoallaporta,unaspazzola sul cassettone, un tubetto di burrocacao, un paio di orecchini –ma non trovo niente.Miavvicinoall’armadioestoperaprirloquandosentolasuavoce:«Ilcaffèèpronto!».

Mi porge la tazza senza degnarmi di uno sguardo, poi si volta a guardare fuori dalla finestra,verso la ferrovia.Doun’occhiataallamiadestraemiaccorgoche le fotografie sono tutte sparite.Sentounbrividodipauralungolaschiena.Bevoilcaffè,mafacciofaticaadeglutire.C’èqualcosachenonva.

Forseèstatasuamadre:hapulitotuttoehatoltoanchelefoto.AleinonpiacevaMegan:Scottmeloharipetutomillevolte.Eppure,chiavrebbefattoquellochehafattoluiierisera?Chiscoperebbeconunasconosciuta,nelpropriolettoconiugale,amenodiunmesedallascomparsadellamoglie?Finalmente si volta a guardarmi; ho la sensazione che mi abbia letto nel pensiero, perché haun’espressione strana, di disprezzo o repulsione,ma anch’io provo disgusto per lui.Appoggio latazzasultavolo.

«Devoandare.»Luinonreagisce.Hasmessodipiovereedèunabellagiornatadisole.Appenaarrivosulmarciapiedi,untiziomi

sbattecontro.Alzolebracciaeglidounaspintaperlevarmeloditorno.Luidicequalcosa,maiononcapisco.Tengolemanisollevateecamminoatestabassa,cosìmiaccorgodiAnnasoloall’ultimomomento,quandoormaisonoapochimetridalei.Èaccantoallasuaauto,conlemanisuifianchi,emi sta guardando. Scuote la testa e si affretta a rientrare. Per un attimo rimango a fissare la suasilhouette snella, con indosso leggings neri e una maglietta rossa. Ho un déjà-vu: l’ho già vistacorrereviainquelmodo.

ÈsuccessosubitodopoessermitrasferitadaCathy.ErovenutapervedereTomeprenderealcunecosecheavevodimenticato,nonricordocosa,manoneraimportante:eraunascusaperincontrarlo.Era domenica, mi sembra, e io me n’ero andata il venerdì, da meno di quarantotto ore. Appenaarrivatainstrada,l’hovistascaricarelesuecosedaunamacchina:stavatraslocando,doposoloduegiornichenonc’eropiù,quandoilmiolettoeraancoracaldo!Unafrettadavveroinopportuna.Leisièaccortadimee io lesonoandata incontro.Nonsocosa lestavoperdire,manulladicarino,nesono sicura.Urlavo, questome lo ricordo.E lei, proprio comeadesso, è corsavia.Enon sapevoancora tutto: la gravidanza non si notava ancora. Meno male, perché quello mi avrebbe davverouccisa.

Sonosulbinarioinattesadeltreno.Migiralatesta.Misiedosullapanchinaemidicochesonoipostumidellasbronza.Ènormale:nonhobevutonientepercinquegiorniepoimisonopresaunabellasbornia.Masochec’èqualcosadipiù.ÈcolpadiAnna:quandol’hovistacorrereviainquelmodohoprovatounasensazionemoltoforte.Hoavutopaura.

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Anna

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Sabato10agosto2013MattinaOggisonoandatainpalestraaNorthcote,perlalezionedispinning,poihofattounsaltodaMatchesehocompratounbelvestitinodiMaxMara(Tomnonavrànulladaobiettare,quandovedràcomemistabene).Eraunamattinataserena,manonappenahoparcheggiatoinBlenheimRoadhovistounpo’dimovimentodavantiallacasadegliHipwell.Ifotografistannolìgiornoenotte,ec’eraanchelei,dinuovo!Noncipotevocredere:Rachelstavaspintonandounfotografo!Aveval’ariadiaverdormitopocoesonocertachestesseuscendodacasadiScott.

Nonmisononemmenoarrabbiata:erosoltantosorpresa.NehoparlatoconTom,nelmodopiùneutropossibile,eluierasconcertatoquantome.

«Lachiameròescopriròcosastacombinando.»«Cihaigiàprovato,manonèservitoaniente»horeplicato,cercandodinonessereaggressiva.

Hosuggeritoche forseeraarrivato ilmomentodi rivolgerciaunavvocato,diottenereunordinerestrittivo,oqualcosadisimile.

«Maleinoncistamolestando!Hasmessoditelefonareenonsièpiùavvicinataallacasa.Tesoro,nonpreoccuparti,cipensoio.»

Haragione,leinonèunamolestatrice,maiomenefrego.C’èqualcosadistranoinquestastoria,e non sono disposta a fingere che vada tutto bene. Sono stufa di sentirmi dire che non mi devopreoccupare, che ci penserà lui, che le parlerà e che alla fine Rachel sparirà dalla nostra vita. Èarrivatoilmomentodiaffrontareilproblemainprimapersona.Laprossimavoltachelavedròquiintorno, chiamerò quella poliziotta, il sergenteRiley. Era simpatica e ben disposta. So che aTomdispiaceperlasuaexmoglie,maiocredochesiaoradidareunalezioneaquellastronza,unavoltapertutte.

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Rachel

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Lunedì12agosto2013MattinaSiamoal lagoWilton,nelparcheggio.Ogni tantovenivamoqui anuotare,quando facevadavverocaldo.OggisiamosedutiinmacchinadiTom,conifinestriniabbassati.Vorreiappoggiarelatestaalsedile, chiuderegli occhi, farmi avvolgeredall’aria calda, respirare l’odoredeipini e ascoltare ilcinguettiodegliuccelli.Vorreistringerglilamanoerestarequituttoilgiorno.

Ieriseramihachiamatapersaperesepotevamovederci.GlihochiestosefosseperAnna,perchémi aveva vista inBlenheimRoad.Gli ho spiegato che non ero lì per loro, che non avevo alcunaintenzionedidisturbarli.Luimihacreduta,oalmenocosìmièsembrato,maeraunpo’nervoso.Hainsistito,hadettochedovevaparlarmi.

«Rach,per favore.»Èbastataquesta frase, ilmodo incuihapronunciato ilmionome,comeaivecchitempi,pervincereognimiaresistenza.«Passoaprenderti,vabene?»

Alle cinque, stamattina, ero già in cucina a farmi il caffè.Mi sono lavata i capelli, depilata legambe,truccataecambiataalmenoquattrovolte.Emisonosentitaincolpa.

Èstupido, loso,mapensavoaScott,aquellocheavevamofatto,acomemierosentita,eavreivolutochenonfossemaisuccesso,perchéerastatountradimento.AvevotraditoTom:l’uomochemiavevalasciatadadueanniperun’altradonna.Eccocomemisentivo.

Tomèarrivatoversolenove.Sonoscesaederalì,appoggiatoallamacchina;indossavaunpaiodijeans e una vecchiamaglietta grigia. La conoscevo così bene che ricordavo ancora la sensazionedellastoffacontrolamiaguancia,quandogliposavolatestasulpetto.

«Misonopresolamattinatalibera.Hopensatodiandareafarciungiro.»Nonabbiamoparlatomolto.Mihachiestocomestavoemihadettochemitrovavainforma.Non

hanominatoAnna,finchénonsiamoarrivatiallagoeiostavopensandodistringerglilamano.«Annahadetto che ti havista... e le è parso che fossi appenauscita da casadiScottHipwell.È

così?»Sivoltaversodime,manonmiguarda:sembraadisagio.«Nondevi preoccuparti. Io eScott ci vediamo... cioè, non in quel senso.Siamodiventati amici,

tuttoqui.Nonèfaciledaspiegare.Stoprovandoadaiutarlo.Losaicheèstatounperiodotremendoperlui...Macertochelosai!»

Tomannuiscemanonmiguardanegliocchi.Sistarosicchiandol’unghiadelmignolosinistro:lofasempre,quandoèpreoccupato.

«MaRach...»Vorreichelasmettessedichiamarmicosì,perchémifasentireleggeraefelice.Èdatantotempo

chenonusapiùquelnomignoloemifapensarecheforsec’èsperanza.MagariconAnnanonvacosìbene,potrebbeessersiricordatodellecosebellechec’eranotranoi

eunapartediluihanostalgiadime.«Sonosoltanto...unpo’inpensiero.»Finalmentemiguardanegli occhi.Muove lamanocome sevolesseprendere lamia,mapoi ci

ripensa. «Io... non lo conosco bene, ma Scott... insomma, sembra un tipo a posto, ma chi puòsaperlo?»

«Pensichesiastatolui?»Scuote la testa e deglutisce. «No, non è quello che intendevo. Io so che... be’, Anna dice che

litigavanoparecchio.EcheMegansembravaunpo’spaventatadalui.»«LodiceAnna?»L’istintomisuggeriscediignoraretuttociòcheescedallaboccadiquelladonna,

ma non riesco a dimenticare la sensazione che ho provato a casa di Scott, sabato mattina: c’eraqualcosadistrano,fuoriposto.

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Lui annuisce. «Sì, Megan ha fatto da baby sitter a Evie quando era molto piccola. Cristo,rabbrividiscoalsolopensiero,dopotuttoquellochehannoscrittoigiornali.Maquestodimostrache,anche se conosci qualcuno, non sai mai...» Sospira. «Se ti succedesse qualcosa, non potreiperdonarmelo.»Misorride,sistringenellespalle.«Rachel,iotivoglioancorabene.»Vorreichenonvedesselemielacrime,maluimiappoggiaunamanosulbraccioecontinua:«Midispiacetanto».

Rimaniamosedutiancoraunpo’, in silenzio.Mimordo le labbrapernonpiangere:nonvogliorenderglituttopiùdifficile.

«Tom,iostobene.Mistoriprendendo,davvero.»«Sonofelicedisentirtelodire.Nonstai...?»«Bevendo?Moltomeno.»«Bene.Titrovoinforma.Sei...carina.»Sorrideemisentoarrossire.Luidistoglielosguardo.«E...

asoldicomeseimessa?»«Nessunproblema.»«Dicisulserio,Rachel?Nonvogliochetu...»«Ètuttoaposto.»«Sicura?Cazzo,forsestofacendolafiguradell’imbecille,maseicertadinonaverbisognodiun

po’disoldi?Finchénonsaràfinital’emergenza?»«Teloripeto,ètuttoaposto.»Sisporgeinavantieamemancailrespiro.Vorreitoccarlo,annusargliilcollo,affondareilviso

nellasuaschiena.Apreilvanoportaoggetti.«Tifacciounassegno,vabene?Senonnehaibisogno,puoifareamenodiincassarlo.»

Mimettoaridere.«Tieniancoraillibrettodegliassegniinmacchina?»Ancheluiride.«Ehsì,nonsipuòmaisapere!»«Nonsipuòmaisaperequandoavraibisognodipagarepertogliertidaipiediquellasvitatadella

tuaexmoglie?»Misfioralaguanciaconilpollice.Gliprendolamanoeglielabacio.«Rach,promettimichestaraiallalargadaScottHipwell.»«Teloprometto»rispondo,enonèunabugia.Sonoalsettimocielo,perchémisonoaccortache

nonèsemplicementepreoccupatoperme:ègeloso.

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Martedì13agosto2013MattinaprestoSono in treno e guardo unmucchietto di vestiti abbandonati lungo i binari. La stoffa è blu scuro.Sembraunabitodadonna,conlacinturanera.Noncapiscocomeabbiafattoafinirelì:disicurononce l’hanno gettato i tecnici della ferrovia. Cimuoviamo a passo di lumaca e ho tutto il tempo diosservarloconattenzione:miparediaverlogiàvistoindossoaqualcuno,manonricordoquando.Famoltofreddo,troppoperunabitocomequello.Traunpo’inizieràanevicare.

Nonvedol’oradipassaredavantiallacasadiTom:casamia.Socheluisaràlì,sedutoall’aperto.Saràsolo,inattesadelmioarrivo.Sialzeràinpiedi,misaluteràconlamanoemisorriderà.Loso.

Primaperòcifermiamodavantialcivico15.VedoJasoneJess;sonosedutiinterrazzaebevonovino,maèstrano,perchésonosoltantoleottoemezzadelmattino.Jessindossaunvestitinoafiorirossieunpaiodiorecchinid’argento,a formadiuccello,chedondolanoavantie indietromentreparla.Jasonèdietrodi lei, lehaappoggiato lemanisullespalle.Sorridoevorreisalutarli,mamitrattengo:glialtripasseggeripenserebberochesonopazza.Liguardo,vorreiavereanch’iouncalicedivinoinmano.

Siamo qui da un bel pezzo, ma il treno non si muove. Sono impaziente, non voglio perderel’appuntamentoconTom.AdessovedoilvoltodiJess;lalucelailluminacomeunriflettore.Jasonèancoradietrodi lei,ma lehaspostato lemanisulcolloeJesssembraadisagio,sofferente.Lastasoffocando, ilvoltodellaragazzadiventapaonazzo.Leigrida, iobalzoinpiediepicchioilpugnocontroilfinestrino,gliordinodismetterla,maluinonmisente.Qualcunomiprendeperunbraccio:èiltizioconicapellirossi.Miintimadisedermiperchésiamoquasiarrivatiinstazione.

«Maallorasaràtroppotardi!»esclamo,luireplica:«Rachel,è“già”troppotardi!».Mivoltoversolaterrazza:Jessèaterra,Jasonl’haafferratapericapellielestafracassandolatestacontroilmuro.

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MattinaSonosvegliadaoremastoancoratremando.Misiedosultreno,holegambemolli.Ilsognomihalasciatounasensazionediterrore,comesetuttoquellochecredevodisaperesifosserivelatofalsoetuttociòchehovisto,diScottediMegan,fossesoltantofruttodellamiaimmaginazione.Maselamentemigiocabruttischerzi,alloraèpossibilecheancheilsognofosseun’illusione?LecosecheTommihadettoinmacchinasisonomescolateconilmiosensodicolpaperquantoèsuccessoconScott:ilsognoerailtentativodelmiocervellodiriesaminareifatti.

Quando il treno si ferma al semaforo sono sopraffatta dal panico ed esito prima di alzare losguardo.Lefinestresonochiuse,sembranonessercinessuno.Ètuttotranquilloesilenzioso,oforselacasaèstataabbandonata.LasediadiMeganèancorain terrazza,maèvuota.Anchesefacaldo,nonriescoasmettereditremare.

DevotenerebeneamentechelecosecheTommihadettosuMeganeScottarrivanodaAnna,enessunomegliodimesaquantoquelladonnasiainaffidabile.

OggiildottorAbdichal’ariaunpo’apatica.Halespallecurve,comesenonsisentissebene,elasuastrettaèpiùdeboledelsolito.ScotthadettochelapolizianonavrebbefattotrapelarelanotiziadellagravidanzadiMegan,maforse lohannocomunicatoaKamal.Forseorastapensandoaquelbambinomainato.

Vorrei parlargli del sogno,manonvoglio rischiaredi scoprire ilmiogioco, quindi gli faccioalcunedomandesull’ipnosiesullapossibilitàdirecuperareiricordi.

Lui sembra scettico. «Be’, alcuni terapeuti sostengono che l’ipnosi possa essere utile perrecuperare ricordi repressi,maèuna teoriacontroversa. Ionon lapratico,né laconsiglioaimieipazienti.Noncredochepossaessered’aiuto,anzi,inalcunicasièdannosa.»Sorride.«Midispiace,sochenonèlarispostachevolevasentire.Aparermio,noncisonosoluzionifacili,quandoabbiamoachefareconlamenteumana.»

«Conoscequalcheterapeutachelapratica?»Luiscuotelatesta.«Mispiace,manonsapreinemmenoconsigliarneuno.Misentoindoveredi

avvisarlacheipazientisottopostiaipnosisonoestremamentesuggestionabili.Iricordi“recuperati”attraversoquestatecnicanonsonoaffidabili,perchénonsitrattadiveriricordi.»

Nonpossorischiare:noncelafareiasopportarediscoprirealtreimmagininellamiatesta,altriricordideiqualinonmipossofidareperchésonomutevoliesfuggentiemiinduconoanoncredereallarealtàchemicirconda.Nonpossocontinuareaguardarenelladirezionesbagliata.

«Ealloracosamiconsigliadifare?»Si passa le dita sulle labbra. «Parlare di un ricordo particolare può aiutare a chiarire le cose;

dovrebbeconcentrarsisuidettagli,inunambientenelqualesisentealsicuroerilassata...»«Comequi,peresempio?»Luisorride.«Certo,sequisisentealsicuroerilassata...»Èunadomanda,maiononlacolgoelui

tornaserio.«Focalizzarsisualtri sensi,oltreallavista,puòessereutile.L’udito, il tatto...gliodorisonomoltoimportanti.Anchelamusicapuòrivelarsiefficace.Sepensaaundatomomentodiunospecificogiorno,potrebbeprovarearipercorrerelesuetracceperritornaresullascenadeldelitto.»Losocheèun’espressionemoltocomune,mamifaaccapponarelapelle.«Rachel,vuoleparlarediunepisodioinparticolare?»

Sì,certo,manonpossodirglielo,quindigliraccontodiquellavoltacheholitigatoconTomepoi

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l’hoaggreditoconunamazzadagolf.Ilmattino seguentemi sono svegliata in preda all’ansia e sapevo che era successo qualcosa di

terribile.Tomnoneraalettoconme,perfortuna;hoprovatoaricordare.Hopiantoeglihoripetutocheloamavo.Luieraancoraarrabbiatoenonvolevapiùparlareconme.

Allora ho provato a ripensare alla serata, prima che scoppiasse la lite. Ci stavamo divertendo.AvevocucinatoigamberoniallagrigliaconcoriandoloepeperoncinoeavevamobevutounottimoCheninBlanc,regalodiunclientediTom.Avevamomangiatosottoilportico,ascoltandoiKillerseiKingsofLeon,cheeranostatilacolonnasonoradell’iniziodellanostrastoria.

Ridevamo e ci baciavamo. Gli avevo raccontato una barzelletta, ma lui non l’aveva trovatadivertente. Ci ero rimasta male, così avevamo cominciato a discutere, io ero rientrata ed eroinciampatanellaporta;luinoneravenutoadaiutarmiemieroarrabbiatamoltissimo.

Eccoilpunto.«Quellamattinamisonosvegliataesonoscesaalpianoterra.Luinonmiparlavaenonmi guardava nemmeno.Ho dovuto implorarlo per farmi dire cosa avevo fatto. Continuavo ascusarmi,erospaventataedisperata.Nonsapreispiegarlo,sochenonhasenso,masenonriesciaricordarequellochehaifatto,latuamentecercadiriempireibuchifacendotipensarealpeggio...»

Kamalannuisce.«Loimmagino.Vadaavanti.»«Allafinemelohaspiegato,perfarmistarezitta.Mierooffesaperunacosacheluiavevadetto,

mel’eropresaederainiziatounbattibecco.Luiavevacercatodifarmismettere,dibaciarmiefarelapace,maiononavevoceduto.Cosìluiavevadecisodiandarealetto,ederasuccessoproprioinquelmomento. Lo avevo inseguito sulle scale impugnando una mazza da golf e avevo cercato difracassargli la testa. Per fortuna lo avevomancato,ma avevo staccato un pezzo di intonaco dallaparete.»

Kamalnoncambiaespressione,nonsembrasconvolto.«Quindi leisaquellocheèsuccesso,manonlosente,ècorretto?Vuolericordarloesperimentarlonellasuamemoria,inmododapotersene...appropriare?Esolocosìsisentirebbedavveroresponsabile?»

«Sì,inparteècosì,mac’èdell’altro.Èsuccessodopoalcunesettimane,oforsemesi.Continuavoa pensare a quella sera.Mi tornava inmente ogni volta che vedevo il buco nelmuro.Tom avevapromessodistuccarlo,manon loaveva fatto,e iononvolevoricordarglielo,pernon infastidirlo.Una sera, uscendo dalla camera da letto, mi sono fermata di colpo lì davanti: mi era tornata lamemoria.Eroaterra,conlaschienacontrolaparete,singhiozzavo;Tomerainpiedi,miimploravadi smetterla, lamazza da golf era sul pavimento vicino aimiei piedi. Ricordavo tutto quello cheavevosentito.Eroterrorizzata.Quellasensazioneperònoneracoerenteconlarealtàdeifatti.Nonerarabbia.Mapaura.»

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SeraHo ripensato al suggerimento diKamal: ritornare sulla scena del delitto. Invece di andare a casa,sonoscesaaWitneyemisonoavvicinataalsottopassaggio.Nonl’hosuperatodicorsa,mamisonofermataall’ingresso.Hoappoggiatolemanisuimattonifreddiehochiusogliocchi:nonèsuccessoniente.Alloraho iniziatoaguardarmi intorno.Lastradaèmolto tranquilla:c’èsoltantounadonnache cammina verso di me, a poche centinaia di metri. Non sento automobili, né bambini chepiangono, solo una sirena in lontananza. Il sole è coperto da una nuvola; ho freddo, e rimangoimmobilesullasogliadeltunnel,senzariuscireaproseguire.Mivoltoperandarmene.

Ladonnastagirandol’angolo;indossauntrenchbluscuro,legatoinvita.Milanciaun’occhiata.Èalloracheilricordoarriva:unadonna...ilblu...laluce.Anna!Indossavaunvestitobluconlacinturaneraesistavaallontanandodameapassosvelto,propriocomehafattol’altrogiorno,masiègirata,sièguardataallespalleesièfermata.Un’autohaaccostatodifiancoalei:erarossa.EralamacchinadiTom.Leisièchinataaparlargliattraversoilfinestrino,poihaapertolaportaedèsalitaabordo,infinesenesonoandati.

Ora ricordo. Quel sabato sera ero qui, all’ingresso del sottopassaggio, e ho visto Anna saliresull’autodiTom.Ilproblemaèchenonpuòesserevero,perchénonhaalcunsenso.Tomèvenutoacercarmiinmacchina,eleinoneraconlui:eraacasa.Èquestochemihadettolapolizia.Ilricordonon racconta la verità. Vorrei gridare per la rabbia, per l’inutilità del mio cervello, che non mipermettediscoprirecosaèsuccessodavvero.

AttraversolastradaecamminolungoillatosinistrodiBlenheimRoad;mifermosottoglialberi,all’altezzadelcivico23.Hannoridipintolaportad’ingresso:eraverdescuro,adessoènera.Nonmen’eroaccorta,peròpreferivoilvecchiocolore.Chissàcos’altroavrannocambiatoall’internodellacasa?Ovviamente la camera della bambina,ma non posso fare ameno di chiedermi se dormonoancoranelnostroletto,seleisimetteilrossettodavantiallospecchiochehoappesoconlemiemani.Forsehannoridipintoleparetidellacucinaohannostuccatoquelbuconelmuro,alpianosuperiore.

Vorreiattraversarelastradaebussareallaportanera.VogliovedereTom,chiederglidellaseraincuiMegan è scomparsa.Vorrei parlargli di ieri, quando eravamo inmacchina e gli ho baciato lamano:vogliosaperecos’haprovato.Manonlofaccio:rimangoquiperunpo’,aguardarelafinestradellamiavecchiacameradaletto,finchénonsentolelacrimepungermigliocchi,ecapiscocheèoradiandare.

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Anna

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Martedì13agosto2013MattinaTomsi vesteper andare al lavoro; indossa la camicia e la cravatta.Sembraunpo’distratto, forsepensa agli impegni della giornata: riunioni, appuntamenti, chi, dove, quando. Sono gelosa: per laprima volta invidio quelli che devono prepararsi ogni mattina e correre avanti e indietro tutto ilgiorno,conl’unicoobiettivodiportareacasalostipendio.

Nonmimanca il lavoro: in fondo, ero un’agente immobiliare, non un neurochirurgo, non eracertoquellochesognavodifaredabambina.Peròmipiacevaesplorarecasecostosissimeinassenzadei proprietari, sfiorare lemensole dimarmo, sbirciare negli armadi amuro. Immaginavo comesarebbestatalamiavitaseavessiabitatoinunadiquelleville,echetipodipersonasareistata.Sobenissimo che educare un figlio è il lavoro più impegnativo in assoluto, ma purtroppo non èvalorizzato. Almeno, non in senso finanziario, che è quello che mi preoccupa di più in questomomento.Vorreiaverepiùsoldi,cosìioeTompotremmoandarcenedaquestastrada,daquestacasa.Tuttoqui.

O forse non è tutto qui. Dopo che Tom è uscito, mi sono seduta al tavolo della cucina perconvincereEvieafarecolazione.Duemesifa,mangiavaditutto,adessovuolesoltantoloyogurtallafragola.Losocheènormale,ecercodiricordarmelomentremitolgopezzettidiuovodaicapelliemichinoperrecuperarecucchiaieciotolecadutisulpavimento.Ènormale,continuoaripetermi.

Eppure,quandolei finalmentesicalmaesimetteagiocaredasola,miabbandonoalle lacrime,perpochiistanti.SuccedesoloquandoTomnonc’è:piangosenzaritegno,persfogarmi.Poimilavolafacciaemiguardoallospecchio:ilvoltoèstanco,lapellechiazzataeilcoloritospento.Inqueimomenti sento di nuovo il desiderio di mettermi un bel vestito e un paio di tacchi, truccarmi epettinarmiperbeneeuscireinstrada,attirandoglisguardidiammirazionedeimaschi.

Mimancaillavoro,omeglio,quellocheillavorosignificavapermenell’ultimoanno,quandohoincontratoTom.Mimancafarel’amante.

Mi piaceva un sacco.Nonmi sonomai sentita in colpa, anche se fingevo il contrario.Dovevofarlo, quando ero con le amiche sposate, quelle che vivono nel terrore della baby sitter carina espudorata,odellacollegagiovanecheseneintendedicalcioepassadueorealgiornoinpalestra.Ovviamentealorodovevodirecheeromoltodispiaciuta,cheerorammaricatapersuamoglie,chenonavreimaivolutochesuccedesse,macieravamoinnamorati,chealtropotevamofare?

Aesseresincera,nonmièmaidispiaciutoperRachel,ancheprimadisaperechebeveva,cheerauna donna così insopportabile e che si stava rovinando la vita con le sue stesse mani. Non laconsideravounapersonareale,epoimidivertivotantissimo.Essere“l’altra”èeccitante,nonpossonegarlo:seiquellaallaqualeluinonsadiredino,perquantosiainnamoratodellamoglie.Tisentisemplicementeirresistibile.

Stavovendendounacasa,al34diCranhamStreet.Latransazioneerapiùcomplicatadelprevisto,perché l’ultimo potenziale acquirente non aveva ottenuto ilmutuo dalla banca per un problema dimeritocreditizio.Peresseresicurichenoncifosserosorprese,avevamorichiestounavalutazioneaunconsulenteindipendente.Ivenditorisen’eranogiàandatielacasaeravuota,quindisonodovutaandareinCranhamStreetperaccoglierlo.

Appenaglihoaperto laporta,hocapito subitocosa sarebbe successo.Nonmieramaicapitatoniente del genere, non ci avevomai pensato, nemmeno nellemie fantasie più sfrenate,ma il suosguardoe il suosorrisoerano incredibilmenteattraenti.Nonsiamoriuscitia resistere: loabbiamofatto in cucina, sul tavolo. Era una follia, e noi eravamo impazziti per davvero.Me lo diceva incontinuazione.Nonpretenderecheioabbialatestasullespalle.Nonposso.Nonconte.

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Prendo Evie e usciamo in giardino. Spinge il passeggino avanti e indietro e ride contenta; icapricci di stamattina sono già un lontano ricordo. Ogni volta che mi sorride, sento il cuoreesplodereperlafelicità.Mimancaillavoro,èvero,mailsuosorrisomimancherebbemoltodipiù.Ecomunque,nonsuccederàmai:nonlalasceròpiùconunababysitter,nemmenosefossepienadidiplomiereferenze.DopoMegan,nonlaaffideròmaipiùaun’altrapersona.

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SeraTommihainviatounsmsperdirmichesarebbearrivatounpo’inritardo;dovevauscireabereunaperitivoconuncliente.IoedEvieeravamopronteperlapasseggiataserale.Eravamoincameraelastavo cambiando. La luce calda del tramonto inondava la casa, poi una nuvola ha coperto il sole.Avevolasciatoletendechiuseperripararelastanzadalcalore,cosìmisonoavvicinataperaprirleel’hovista:Rachelera lì, ferma,dall’altrapartedellastrada,e fissava la finestra.Poi sen’èandata,direttaallastazione.

Misiedosulletto,furiosa,emiconficcoleunghienelpalmodellamano.Eviestascalciando,manonlatoccoperchésonocosìarrabbiatachehopauradifarlemale.

Miavevadettodiaverrisoltotutto.Lehatelefonatodomenica,hannoparlato,leihaammessodiaveriniziatounaspeciediamiciziaconScottHipwell,mahaanchepromessodismetteredivederloedi non avvicinarsimai più a casa nostra. Glielo ha giurato e lui le ha creduto. Tom ha detto cheRachel sembrava ragionevole, chenon avevabevuto, non era isterica, non lo avevaminacciatonéimploratoditornaredalei.Secondolui,stavafinalmenterisolvendoisuoiproblemi.

Respiroafondo,percalmarmi,poiprendoEvieinbraccioelestringolemanine.«Tesoro,adessocisiamopropriostufate,vero?»È sfiancante: quando credo di essermela tolta dai piedi, ecco che Rachel spunta fuori

all’improvviso.Avoltetemochenonriusciremomaialiberarcidilei.Dentro dime si è insediato un seme velenoso.QuandoTommi assicura che va tutto bene, che

Rachel non ci darà più fastidio, e invece lei continua a molestarci, io non posso fare a meno dichiedermisesiadavveroconvintodivolerseneliberare,osepiuttostononcisiaunapartediluicheapprezzailfattocheleinonvogliaspariredallanostravita.

ScendoincucinaemimettoacercareilbigliettodavisitadellaRiley.Lachiamosubito,primadicambiareidea.

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Mercoledì14agosto2013MattinaSiamo a letto. Lui mi ha messo le mani sui fianchi, mi sussurra sul collo, è madido di sudore.«Dovremmofarlopiùspesso.»

«Loso.»«Dobbiamotrovarepiùtempopernoi.»«Sì.»«Mimanchi,emimancaanchequesto.Nonvogliochesiaun’eccezioneallaroutine.»Mirigiroelobaciosullabocca;hogliocchichiusi,ecercodirespingereilsensodicolpachemi

assaleperaverchiamatolapoliziasenzadirglinulla.«Dovremmoandaredaqualcheparte.Soltantonoidue,unapiccolafuga.»VorreichiederglidovepensadilasciareEvie.Conisuoigenitoriconiqualihatagliatoiponti?O

conmiamadrecheècosìfragiledanonriuscirenemmenoabadareasestessa?Nondiconiente,malobacioconpassione.Luifascivolarelemanisullemiecosceelestringe

conforza.«Chenepensi?Dovevorrestiandare?AlleMauritius?OppureaBali?»Mimettoaridere.«Parlosul serio.»Si spostaemiguardanegliocchi.«Anna,ce lomeritiamo.Tu te lomeriti.È

statounannopesante,noncredi?»«Ma...»«Macosa?»Sorride.«PenseremoaunasoluzioneperEvie,nontipreoccupare.»«Tom...eisoldi?»«Nonc’èproblema.»«Ma...» Non vorrei dirlo, però non posso trattenermi. «Non abbiamo abbastanza soldi per

traslocare,peròneabbiamoperandareinvacanzaalleMauritiusoaBali?»Lui sbuffa e si allontana da me, avrei fatto meglio a stare zitta. Il baby monitor si mette a

gracchiare:Eviesièsvegliata.«Vadoio.»Sialzaedescedallacamera.A colazione,Evie fa i capricci, come al solito.Rifiuta il cibo, tiene la bocca chiusa e prende a

pugnilaciotola.LapazienzadiTomsiesauriscequasisubito.«Nonhotempo.Pensacitu.»Sialzainpiediemipassailcucchiaio;haun’espressioneaddolorata.Sospiro.Va tuttobene,èstanco, lavora tantissimoedèarrabbiatoperchénonhoassecondato la

suaideadelviaggio.In realtà non va bene per niente: anch’io sono stanca emi piacerebbe riuscire a discutere della

nostra situazione finanziaria senza che lui si alzi e se ne vada. Però non è questo che gli dico:infrangolapromessafattaamestessaetirofuoriRachel.

«Ètornatadinuovo.Qualunquecosatuleabbiadetto,nonhafunzionato.»Milanciaun’occhiatapenetrante.«Cosavuoldirecheètornatadinuovo?»«Ieriseraeraqui,instrada,propriodavantiacasanostra.»«Eraconqualcuno?»«No,erasola.Perchémelochiedi?»«Cazzo!»esclama.Hailvoltorabbuiato,èdavverofurioso.«Lehodettodistarelontanadanoi.

Perchénonmenehaiparlatoierisera?»

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«Nonvolevochetiarrabbiassi»sussurro,emipentodiaversollevatol’argomento.«Nonvolevofartipreoccupare.»

«Cristo!» impreca, poi getta la tazza nel lavandino. Il rumore spaventa Evie, che si mette apiangere.Lasituazionepeggiora.«Nonsocosadirti,davvero.Quandolehoparlato,eratuttoaposto.Mihaascoltatoehapromessodinonavvicinarsipiù.Erainforma,sembravaesseretornataquelladisempre...»

«Erainforma?»glichiedo,eprimachesivoltiversodimecapiscodiaverlocoltoinflagrante.«Nonavevidettochevisietesentitialtelefono?»

Luisospira,poimiguarda;ilsuovisonontradisceemozioni.«Sì,tesoro,tihodettocosìperchésapevoche ti saresti incazzatase l’avessi incontratadipersona.Hopreferito raccontartiunabugia,perquietovivere.»

«Mistaiprendendoingiro?»Lui sorride, poi scuote la testa e si avvicina; tiene le mani giunte, come a implorarmi. «Mi

dispiace,davvero.Leivolevaparlaredipersonaehopensatochefossemeglio.Midispiace,okay?Cisiamo visti in un locale schifoso, adAshbury, e abbiamo chiacchierato per una ventina diminuti,mezz’oraalmassimo.Vabene?»

Miabbracciaemiattiraasé.Provoaresistere,maluièmoltopiùforteehaunbuonodore,eiononvoglio litigare.Vogliochestiamodalla stessaparte.«Midispiace»bisbigliaancora, tra imieicapelli.

«Vatuttobene»replico.Lascioperdereperchéhoaltroacuipensare.IeriserahochiamatoilsergenteRileyehocapito

subitodiaverfattolacosagiusta.QuandolehoriferitodiavervistoRachelusciredacasadiScottHipwell«innumeroseoccasioni»(èunpo’esagerato,loso),leimièsembratamoltointeressata.Havolutocheledicessiledateesatte(neconoscevodue,sonostatavagasullealtre),hachiestoseerasuccessoprimadellascomparsadiMeganHipwelleseritenevochetraiduecifosseunarelazione.Nonciavevonemmenopensato:nonriescoaimmaginarecomesipossapassaredaMeganaRachel.Epoihaappenaseppellitosuamoglie.

Horicordatoanchel’episodiodiEvie,quandoRachelhatentatodirapirla,nelcasolaRileysenefossedimenticata.

«Èunasquilibrata.Forseleipensacheiostiaesagerando,manonvogliocorrererischi,quandositrattadellamiafamiglia.»

«Capisco.Graziediaverchiamato.Sevedequalcosadisospetto,mitelefonisubito.»Nonsocosafarannoconlei.Forseunavvertimento?Magaridovremmoiniziareavalutarel’idea

diunordinerestrittivo.Sperodinondoverarrivarefinoaquelpunto.TomvaallavoroeioalparcoconEvie;giochiamosullealtaleneesuicavallucciadondolo,poi

lamettonelpassegginoeleisiaddormentaquasisubito,cosìpossoandareafarelaspesa.TaglioperleviuzzesecondarieperarrivaredaSainsbury’s.Lastradaèpiùlungamanonc’ètrafficoepassiamovicinoal34diCranhamStreet.

Quandomitrovodavantiallacasa,nonpossoevitarediprovareunbrividodieccitazione;sorridoemisentoarrossire.Ricordoquandosalivolescaledicorsa,sperandocheivicininonmivedessero,poi andavo in bagno a prepararmi; mi spruzzavo il profumo e indossavo biancheria intimaprovocante.Poiluimimandavaunsmsesifacevatrovareallaporta,quindisalivamoincameradaletto,alpianodisopra,perun’oraodue.

DicevaaRacheldiessereconuncliente,ochesierafermatoabereunabirracongliamici.«Nontemi che possa controllarti?» gli chiedevo. Lui scuoteva la testa: «Sono bravo a mentire» aveva

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replicatounavolta,compiaciuto.«Eanchesemicontrollasse,domanisenesarebbegiàdimenticata»miavevaconfessatoinun’altraoccasione.Erastatoalloracheavevocominciatoacapirechelasuavitaconleierauninferno.

Ripensareaquelleconversazionimiintristisce.RicordoTomchesorridevaconariacospiratrice,mentremi sfiorava la pancia con le dita e diceva: «Sono bravo amentire». È davvero un ottimobugiardo,haun talentonaturale.L’hovistoall’opera:quandohaconvinto ilportierediunalbergocheeravamoinlunadimiele,peresempio,oquandoèriuscitoaevitareglistraordinari inufficioaccampando un problema familiare. Tutti lo abbiamo fatto, almeno una volta, ma lui è moltocredibile.

Ripenso alla colazione: l’ho preso con lemani nel sacco,ma lui ha subito ammesso la bugia,quindi non devo preoccuparmi. Non sta vedendo Rachel di nascosto, è un’idea ridicola. Forse untempoeracarina.Adireilvero,hovistolefotodiqualcheannofa,quandosisonoconosciuti:eramoltobella,occhioninerieungranfisico,pienodicurve,maadessoèsoltantounacicciona.Luinontorneràmaidalei,nondopotuttoquellocheglihafatto:lemolestie,lechiamateanottefonda,glisms.

Sononellacorsiadelloscatolame;Eviedormeancora,perfortuna,eripensoatutteletelefonate,aquellanotte(forsepiùdiuna?)chemisonoalzataec’eralalucedelbagnoaccesa.SentivolavocediTom,calmaegentile,dall’altrapartedellaporta.Socheprovavaatranquillizzarla.Mihadettocheavolteleieracosìfuriosadaminacciaredipresentarsiacasa,allavoro,odibuttarsisottountreno.

Èbravoamentire,maiosoquandodicelaverità:nonmipuòingannare.

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SeraPerò,aripensarcibene,luimihaingannata,vero?QuandomihadettocheavevaparlatoconRachelaltelefonoecheleistavabene,esembravaquasifelice,iononhodubitatodellesueparole.Equandoèarrivatoacasa,lunedìsera,eglihochiestocom’eraandatalagiornata,luimiharispostocheavevaavutounariunioneimpegnativaconuncliente,duratatuttalamattina;iol’hoascoltatocomprensiva,senzachemipassassenemmenoperlatestacheinveceerastatoinunbardiAshbury,incompagniadellasuaexmoglie.

È a questo che penso mentre svuoto la lavastoviglie, facendo estrema attenzione perché Eviedormeeilrumoredeipiattilasveglierebbe.Luimihaingannata!Losochenonèsempresinceroalcentopercento.Ripensoallavicendadeisuoigenitori:lihainvitatialmatrimonio,malorononsonovenutiperchéeranoarrabbiaticonlui,perviadeldivorziodaRachel.Hosemprecredutochefossestrano,perchéhoparlatoaltelefonoconsuamadre,inunpaiodioccasioni,edèstatamoltogentile,siaconmecheconEvie.

«Spero che presto potremo conoscere la nostra nipotina» ha concluso,maTom ha ignorato laproposta.

«Vuolecheliinvitiamo,inmododapoterrifiutare.Èungiocodipotere.»Nonmisembravaqueltipodidonna,mahopreferitononinsistere.Lealchimiedellefamigliesonospessoincomprensibiliagliestranei.Luiavràlesuebuoneragionipertenerliadistanza,socheècosì,elofaperproteggeremeelanostrabambina.

Alloraperchémistochiedendosemihadettolaverità?Ècolpadiquestacasa,dellasituazione,dituttelecosechesonosuccessequidentro.Mifannodubitaredimestessaedinoi.Senonstoattentafiniròperimpazzire,perdiventarecomelei:comeRachel.

Sonosedutaadaspettarechel’asciugatricefiniscailciclo.Accenderòlatelevisioneecercheròunepisodio di Friends che non abbia visto almeno trecento volte, oppure farò un po’ di yoga, oriprenderòinmanoillibrocheholasciatosulcomodino:holettosoltantounadecinadipaginenelleultimeduesettimane.PoipensoalportatilediTom,sultavolinodelsoggiorno.

Faccioquellochemaiavreipensatodifare.Prendolabottigliadivinorossocheabbiamoapertoieriseraemeneversounbicchiere,poiaccendoillaptopecercodiindovinarelapassword.

Mi stocomportandoesattamentecome lei:bevoda solae lo spio.Sonoproprio lecoseche luiodiava,madastamattinaqualcosaècambiato.Vistocheluimente,controlleròlesuemosse.Ègiusto,no?Credodimeritareunpo’dicorrettezza.Provoconlepassword;digitoinostrinomiindiversecombinazioni: il mio e il suo, il suo e quello di Evie, il mio e quello di Evie, tutti e tre,all’incontrario.Dopodiché passo ai compleanni. Poi agli anniversari: la prima volta che ci siamovisti,laprimavoltacheabbiamofattol’amore.Il34:CranhamStreet.Il23:lanostracasa.Cercodipensare a qualcosa dimenobanale: lamaggior parte deimaschi usa il nomedella sua squadra dicalcio, ma Tom preferisce il cricket. Provo a digitare Boycott, Botham e Ashes, purtroppo nonconoscoilnomedigiocatoripiùrecenti.Finiscoilbicchiereemeneversounaltro.Adireilvero,mistodivertendoacercaredirisolverel’enigma.Pensoaisuoigruppimusicalipreferiti,aifilmcheglisonopiaciuti,alleattricichetrovapiùattraenti.Digitoanche«password»e«1234».

Il trenodirettoaLondrasifermaconungrandestridoredifreni; ilrumoremiricordailgessochescricchiolasullalavagna.Stringoidentiemandogiùunaltrosorsodivino.Ètardi,sonoquasile

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sette,Eviestaancoradormendoeluiarriveràamomenti.Proprioinquell’istantesentolechiavinellatoppaehountuffoalcuore.

Chiudoilportatileebalzoinpiedi,facendocaderelasedia.Eviesisvegliaesimetteapiangere.Appoggio il computer sul tavolino prima che Tom entri in soggiorno, ma lui capisce che c’èqualcosadistrano.«Chec’è?»

«Niente, niente» gli rispondo. «Ho fatto cadere la sedia.» Prende in braccio Evie e la coccola,mentreiomivedoriflessanellospecchiodelcorridoio:sonopallidaeholelabbramacchiatedivinorosso.

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Rachel

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Giovedì15agosto2013MattinaCathy mi ha rimediato un colloquio di lavoro. Una sua amica ha aperto un’agenzia di pubblicherelazioniehabisognodiun’assistente.Inrealtà,cercaunasegretariaelapagaèbassissima,manonimporta.Leièdispostaa incontrarmianchesenonhoreferenze:Cathylehadettochehoavutounesaurimento nervoso,ma chemi sono ripresa. L’appuntamento è per domani, a casa sua, dove haanchel’ufficio;abitaaWitney.Oggiavreidovutopassarelagiornataarisistemareilcurriculumeaprepararmiperledomande.Avreidovuto,peròScottmihatelefonato.

«Speravochepotessimoparlare.»«Non siamo costretti... voglio dire, non devi darmi alcuna spiegazione. È stato... lo sappiamo

entrambi,èstatounerrore.»«Lo so» ha replicato, e mi è sembrato molto triste, non furioso come nei miei incubi;

assomigliavadipiùall’uomodistruttochesierasedutosulmiolettoemiavevaraccontatodelsuobambinomainato.«Maiohodavverovogliadiparlareconte.»

«Certo...certochepossiamoparlare.»«Dipersona?»«Oh...»L’ultimacosachevolevoeratornareinquellacasa.«Midispiace,maogginonposso.»«Rachel, per favore... è importante.» Sembrava davvero disperato e, nonostante tutto, ero

dispiaciuta per lui. Stavo pensando a una scusa, ma lui ha insistito. «Per favore...» Ho ceduto,pentendomenedopomenodiunsecondo.

IgiornalihannopubblicatounanotiziacheriguardailbambinodiMegan,ilprimo.Adireilvero,riguarda il padre del bambino. Lo hanno rintracciato: si chiama Craig McKenzie ed è morto dioverdoseinSpagna,quattroannifa,quindinonpuòesserestatoluiaucciderla.Nonhomaipensatochepotesseavereunrealemovente:seavessevolutovendicarsidilei,loavrebbefattoannifa.

Allora chi rimane? I soliti sospetti: ilmarito e l’amante. Scott eKamal.Ounpassante che l’haaggreditainstrada:unserialkiller,peresempio?Forseèlaprimadiunalungaseriedivittime,comeWilmaMcCann e Pauline Reade? E poi chi ha detto che l’assassino è un uomo? Lei era minuta,fragilecomeunpasserotto.Nonservivamoltaforzapermetterlafuoricombattimento.

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PomeriggioQuandoaprelaporta,laprimacosachenotoèlapuzza.Sudoreebirra,unodorerancidoepungente,forsediqualcosachestaandandoamale. Indossa ipantalonidella tutaeunamagliettagrigia,ha icapelliuntielapellelucida,comeseavesselafebbre.

«Staibene?»glichiedo,eluimisorride.Habevuto.«Stobene.Dai,entra!»Nonvorrei,maobbedisco.Le tende sono chiuse e il soggiorno è pervaso da una luce rossastra, perfettamente intonata al

caldodellastanzaeall’ariaviziata.Scottvaincucina,apreilfrigoeprendeunabirra.«Vieniasederti.Beviqualcosa.»Ilsuosorrisoèmeccanico,privodiqualunquecaloreeunpo’

inquietante. Ha di nuovo un’espressione scostante, come sabato mattina, dopo la notte trascorsainsieme.

«Nonpossorimanerealungo.Domanihouncolloquio,devoprepararmi.»«Madavvero?»Sembraincredulo.Sisiedeespingeunasediaversodime.«Accomodatieserviti

puredabere.»Nonèuninvito,maunordine.Prendopostodavantialuiemiavvicinalabottigliadibirra.Nebevounsorso.Dall’esternoarrivanoglistrillidialcunibambinichegiocanoeilfamiliarerombodeltreno.

«Sono arrivati i risultati del dna. La Riley è venuta a dirmelo ieri sera.» Aspetta che io dicaqualcosa,matemodipronunciarelafrasesbagliata,cosìpreferiscotacere.«Nonèmio.Noneramio.LacosabuffaèchenonènemmenofigliodiKamal.»Scoppiaaridere.«Quindisidavadafareconqualcunaltro.Tisembrapossibile?»Ilsuosorrisoètruce.«Nonnesapevinulla,vero?Diunaltrotizio?Leinontiavevaparlatodiunaltrouomo?»Adessoilsorrisoèsvanitoecomincioadavereunabruttasensazione.Mialzoinpiediemiavvioallaporta,maluimisiparadavanti,miafferraperlebracciaemicostringeasedermi.

«Vieniqua!»Mistrappalaborsaelascagliadall’altrapartedellastanza.«Scott,iononsonientediquellochestavasuccedendo...»«Avanti!»Sièchinatosudimeestaurlando.«TueMeganeravateamiche,no?Deveavertiparlato

deisuoiamanti!»Lui lo sa. L’ha capito, e adesso me lo legge in faccia. Si avvicina, sento il suo alito pesante.

«Coraggio,Rachel!Perchénonloammetti?»Scuoto la testa, luiallarga ilbraccioecolpisce labottiglia,checadedal tavoloesischiantasul

pavimento.«Tunonl’haimaiincontrata!Mihairaccontatosolobugie!»Abbassolatestaeprovoadalzarmi.«Midispiace,midispiace.»Cercodirecuperarelaborsaeil

cellulare,maluimiprendeperunbraccio.«Perchél’haifatto?Perqualemotivo?Checosac’èchenonvainte?»Mista fissandoe iohopauradi lui,anchese lasuadomandanonèdel tutto irragionevole.Gli

devounaspiegazione.Noncercodi liberarmi, lasciocheaffondi leditanellamiacarneeprovoaparlargliintonocalmoepacato.Nonvogliourlarenéfarmiprenderedalpanico.

«VolevochetusapessidiKamal.Lihovistiinsieme,cometihodetto,manonmiavrestipresasulseriosefossistatasoltantounaragazzaqualsiasisuuntreno.Avevobisognodi...»

«“Tu” avevi bisogno!»Mi lascia andare e mi volta la schiena. «Mi stai dicendo di cosa avevi

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bisogno...»Lasuavoceèpiùcalma.Respiro,cercoditeneresottocontrollolapaura.«Volevoaiutarti.Sochelapoliziasospettasempreilmaritoevolevochetusapessi...chec’eraun

altro...»«Quinditiseiinventatadiconosceremiamoglie?Tirendicontocheèunacosafolle?»«Sì.»Miavvicinoalripianodellacucina,prendounaspugnetta,poimichinoperpulirelabirra.Scottsi

siedeeappoggiaigomitisulleginocchia.«Leinoneralapersonachepensavo.Nonhoideadichifosserealmente.»

Strizzolaspugnanellavandinoemisciacquolemani.Laborsaèamenodiunmetro,nell’angolodella stanza. Provo ad avvicinarmi, ma Scott mi guarda e mi blocco. Rimango lì, con le maniaggrappatealbordodelripiano,incercadistabilitàeconforto.

«È stata la Riley a dirmelo.Mi ha fatto delle domande su di te, voleva sapere se abbiamo unarelazione.»Scoppiaa ridere.«Una relazionecon te!Cristo!Lehochiesto seavevavistobenemiamoglie:imieigustinonsonopeggioraticosìinfretta!»Misentoarrossire,masudofreddo.«SembracheAnnasisialamentatadite:tihavistaingiro.Ècosìcheèvenutafuorilastoria.Lehodettochenonabbiamounarelazione,cheseiunavecchiaamicadiMeganechemistaiaiutando...»Scoppiadinuovoaridere,masenzaallegria.«LeimiharivelatochetunonhaimaiincontratoMegan,cheseisoltantounabugiarda,chenonhaiunavitaprivata.»Adessononsorridepiù.«Sietetuttibugiardi,tuttiquanti.»

Ilmiocellulareemetteunsuono.Miavvicinoallaborsa,maScottmiprecede.«Aspetta un attimo!» esclama, poi afferra la borsa. «Non abbiamo ancora finito.» Rovescia il

contenutosultavolo:telefonino,portafogli,chiavi,rossetto,Tampax,ricevutedellacartadicredito.«Vogliosapereconesattezzaquantedellecosechemihaidettoeranostronzate.»

Prende il cellulare e simette a leggere lo schermo.Alza gli occhi su dime: il suo sguardo ègelido.Recitaavocealta:«Confermiamol’appuntamentoconildottorAbdicalle16.30dilunedì19agosto.Senonpotràesserci,lapreghiamodidaredisdettaalmenoventiquattr ’oreprima».

«Scott...»«Che diavolo significa?» chiede, con voce soffocata. «Cosa vuoi fare? Che cosa gli hai

raccontato?»«Nongli hodettoniente...»Ha lasciato cadere il cellulare e si stadirigendoversodime, con i

pugni chiusi, pronto a colpire. Arretro verso l’angolo, tra il muro e la porta a vetri. «Volevoscoprire...Volevoaiutarti.»

Scottsolleva ilbraccioe iomi rannicchio,poialzo lemaniperproteggermi la testa.Aspetto ilcolpo, e proprio in quell’istante mi rendo conto che mi è già successo, ho già provato la stessasensazione,perònonricordonédovenéquandoenonhoiltempodipensarci.Nonmicolpisce,mamiappoggialemanisullespalleemistringeconforza;mifacosìmalechemimettoaurlare.

«Per tuttoquesto tempohocredutoche tu fossidallamiaparte, invecestavi tramandocontrodime. Gli hai dato informazioni, vero? Gli hai raccontato dime, diMegs. Sei stata tu amettere lapoliziasullemietracce.Seistatatua...»

«No, non è così. Io volevo aiutarti.»Mi afferra i capelli all’altezza della nuca e li tira. «Scott,smettila!Mifaimale!Perfavore!»Adessomistatrascinandoversolaporta.Mibutteràfuori,emisentosollevata.GrazieaDio!

Lui però non si ferma e continua a strattonarmi, su per le scale, imprecando e sputacchiandosaliva.Cercodiopporreresistenza,maluiètroppoforte.«Perfavore,nonfarlo!»losupplico.Sentochestapersuccederequalcosaditerribile.Provoagridare,manonciriesco.

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Sonoaccecatadalle lacrimeedallapaura.Mispingeinunastanza,poichiudelaportaachiave,dall’esterno. Vomito sul pavimento. Rimango ad aspettare in silenzio, ma non succede nulla. Nonarrivanessuno.

Mihachiusanelripostiglio.NellamiacasaquestoeralostudiodiTom,adessoinveceèdiventatala camerettadellabambina, con le tendine rosa.Quidentro invece ci sono scartoffie e faldoni, untapisroulantripiegatoeunvecchioMac.Vedounascatolapienadifogliconunsaccodinumeri–forsesonofatturediScott–,un’altrapienadicartolineinbiancoenero,contraccedicollasulretro,comesefosserostateattaccateallaparete:itettidiParigi,ragazziinskateboardinunvicolo,vecchibinaricopertidimuschio,unavistadelmaredall’internodiunagrotta.Guardolecartoline,nonsocosa sto cercando,maprovoa tenere abada il panico.Tentodinonpensare alnotiziario,quandohannodettocheilcorpodiMeganerastatotiratofuoridalfango.Tentodinonpensarealleferite,alterrorechedeveaverprovatoquandohacapitocosastavaperaccaderle.

Mentrefrugotralecartoline,qualcosamipungeefacciounbalzoall’indietro:misonotagliatailditoeilsanguegocciolasuijeans.Lotamponoconlamagliettaeguardoconmaggioreattenzione.Scoprosubitoilcolpevole:unafotoconlacornicerotta.Qualcunohamandatoilvetroinfrantumieilbordotaglienteèmacchiatodelmiosangue.

Nonhomaivistoquestafoto.RitraeScotteMegan,conlafacciavicinaall’obiettivo.Leirideeluila guarda con occhi adoranti.O forse è gelosia? Il vetro è rotto proprio in corrispondenza degliocchidiScott,èdifficileinterpretarelasuaespressione.Sonosedutasulpavimento,osservolafotoepensoaquantosiafacilerompereglioggettipererrore.Avoltenonvaleneanchelapenaaggiustarli.Penso a tutti i piatti rotti durante lemie litigate conTom e al buco nell’intonaco della parete, nelcorridoioalpianodisopra.

Dall’altrapartedellaportasentolarisatadiScottemivengonoibrividi.Miavvicinoallafinestrae laapro,poimisporgo in fuoriperchiedereaiuto.ChiamoTom,maèungestodel tutto inutile:anchesefosseingiardino,nonriuscirebbeasentirmi.Rischiodiperderel’equilibrioecadere,mamiriprendoemivienedasinghiozzare.

«Scott,perfavore!Tiprego!»Lamiavoceèsupplicanteedisperata.Guardolamagliettasporcadisangueemirendocontodiaverequalchepossibilità.Raccolgolafoto,staccolacorniceerecuperoilframmentodivetropiùlungo,poimeloinfilointasca.

Sento i passi su per le scale.Mi appoggio alla parete opposta alla porta. La chiave gira nellaserratura.

Scotttieneinmanolaborsaelagettaaimieipiedi.Hapresounpezzodicarta.«Bene,abbiamolanostraNancyDrew!»Fa la voce da ragazzina e simette a leggere: «È scappata con l’amante, chechiameremoB». Fa una risatina di scherno. «B le ha fatto delmale... Scott le ha fatto delmale...»Accartoccialoscontrinoelobuttaaterra.«Cazzo!Tirendicontodiquantoseiridicola?»Siguardaintorno,vedeilvomitoeilsanguesullamaglietta.«Cosadiavolostavifacendo?Voleviammazzartidasola?Risparmiarmilafatica?»Scoppiadinuovoaridere.«Dovreispezzartil’ossodelcollo,manonnevalepropriolapena.»Sifadaparte.«Vattenedacasamia.»

Afferro la borsa emi lancio verso la porta,ma luimi balza davanti con unamossa rapida, dapugile. Per un attimo penso che voglia picchiarmi, mettermi le mani addosso. Devo avereun’espressioneterrorizzatainvolto,perchéluiselarideacrepapelle.Losentoancorasghignazzarementreescodicasa,sbattendomilaportaallespalle.

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Venerdì16agosto2013MattinaNonhochiusoocchio.Misonoscolataunabottigliaemezzadivino,sperandochel’alcolmiaiutasseadormire,afarcessareiltremolioelapaura,manonhafunzionato.Ognivoltachemisembravadiscivolare nel sonno, mi svegliavo di colpo. Ero sicura che lui fosse entrato nella mia stanza.Accendevo la luce e rimanevo in ascolto dei rumori che arrivavano dalla strada e dagli altriappartamenti.Mi sono rilassata soltanto quando era ormai l’alba, e allora ho sognato di nuovodiesserenelbosco.C’eraTomconme,maerospaventata.

Ieriseragliholasciatounbiglietto.DopoesserescappatadacasadiScott,misonoprecipitataalcivico23ehopreso apugni laporta.Ero così terrorizzata chenonmi importavanulla cheAnnafosse in casa, e nemmeno che fosse incazzata conme.Non è venuto nessuno ad aprire, allora hoscarabocchiato qualcosa su un pezzo di carta e l’ho infilato nella cassetta della posta. Non miinteressaseleilovede,anzi,unapartedimevuolechelolegga.Sonorimastasulvago,glihoscrittochedobbiamoparlaredell’altrogiorno.NonhonominatoScott,perchénonvogliocheTomvadaadaffrontarlo:chissàcosapotrebbesuccedere!

Hochiamatolapoliziaappenasonoarrivataacasa.Primamisonoscolataduebicchieridivino,per calmarmi. Ho chiesto di parlare con l’ispettore Gaskill, ma non c’era e mi hanno passato ilsergenteRiley.Noneraquellochevolevo:Gaskillsarebbestatopiùgentile.

«Mihatenutaprigionieraincasasua.Mihaminacciata.»Mi ha domandato per quanto tempo mi avesse “imprigionata”. Il sarcasmo nella sua voce era

evidente.«Nonloso.Mezz’ora,piùomeno.»Èrimastainsilenzioperunpo’primadiriprendereaparlare.«El’haminacciata.Puòdescrivermilanaturaesattadellaminaccia?»«Hadetto chemiavrebbe spezzato il collo.Hadetto... cheavrebbedovuto spezzarmi l’ossodel

collo.»«Avrebbedovutospezzarlel’ossodelcollo?»«Hadettocheloavrebbefatto,senefossevalsalapena.»«L’hapicchiata?Lehaprocuratoferitediqualchetipo?»«No,soltantoqualchelivido.»«L’hacolpita?»«No,peròmihaafferratainmalomodo.»Altrapausa.«SignoraWatson,cosacifacevaacasadiScottHipwell?»«Miavevachiestodiandaredalui.Avevadettochedovevaparlarmi.»LaRileyhasospirato.«Leavevamoordinatodinonavvicinarsia lui.Leiglihamentito,gliha

fattocrederediessereamicadellamoglie,gliharaccontatounsaccodibugie.Stiamoparlandodiunuomochehasubitounenormestressedèmoltoprovato.Potrebbeesserepericoloso.»

«Maluièpericoloso!Èproprioquellochelestodicendo,perl’amordiDio!»«Ilsuocomportamentononèd’aiuto:leièandatadalui,glihamentitoelohaprovocato.Deve

capire che siamonel belmezzo di un’indagine per omicidio.Lei potrebbemettere a repentaglio iprogressicheabbiamofatto,potrebbe...»

«Maqualiprogressi?Nonavetefattonessunprogresso!Èstatoluiaucciderelamoglie,velodico

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io!C’èunafotografiadiloroduecheèstatafattaapezzi.Luièarrabbiato,èfuoridisé...»«Sì,abbiamovistolafotografiaquandoabbiamoperquisitolacasa,manoncostituiscelaprovadi

unreato.»«Quindinonloarresterete?»«Vengaincommissariatodomanierilasciunadichiarazione.Partiremodalì.E...signoraWatson?

NonsiavvicinipiùaScottHipwell.»Cathyèrientrataemihatrovataabere.Nonerafelice.Cosaavreidovutodirle?Nonpotevodarle

spiegazioni.Misonoscusataesonosalitaincamera,comeun’adolescentemessaincastigo.PoisonorimastaadaspettarecheTommichiamasse,manonl’hafatto.

Misonosvegliatapresto,hocontrollatoilcellulare(nessunatelefonata),misonolavataicapelliepreparata per il colloquio;mi tremavano lemani e avevo lo stomaco stretto in unamorsa. Sonouscitaprestoperchédovevopassareallapoliziaperladichiarazione.Nonmiaspettocertocheservaa qualcosa. Non mi hanno mai presa sul serio, non vedo per quale motivo dovrebbero iniziareadesso.Cosadevofareperchélasmettanodiconsiderarmiunavisionaria?

Mentrecamminoversolastazione,continuoaguardarmiallespalle.Sonotesacomeunacordadiviolino: basta il rumore di una sirena a farmi sobbalzare. Arrivo al binario e avanzo lungo laringhiera,incasoavessibisognodiaggrapparmiaqualcosa.Losocheèstupido,maadessohovistocom’èluiveramenteemisentovulnerabile.Ormainoncisonopiùsegretitranoi.

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PomeriggioA questo punto, la faccenda dovrebbe essere chiusa. Finora ho creduto che ci fosse qualcosa daricordare,qualcosacheavevotrascurato,manonèvero.Nonhovistonulladiimportanteenonhofatto niente di tremendo.Ero nella stessa strada, tutto qui.Adesso lo so, grazie al tizio dai capellirossi.Eppurehounasensazionedicuinonriescoaliberarmi.

Al commissariato non c’erano né Gaskill né la Riley; ho rilasciato la mia dichiarazione a unpoliziottoindivisachesembravapiuttostoannoiato.L’avrebberoarchiviataedimenticata,amenochenonfossistataritrovatamortainunfosso.

IlcolloquioeradallaparteoppostadellacittàrispettoallacasadiScott,mapernoncorrererischihopresountaxi.Èandatabene:èunlavoromoltoaldisottodellemiecapacità,masembracheiostessami sia declassata, negli ultimi due anni.Devo adattare lemie aspettative. Il lato peggiore diquesto lavoro,oltreallemansioni ridicoleeallapaga infima,è il fattochedovròvenireaWitneyognigiorno,rischiandodiincontrareScottoppureAnnaelabambina.

In questo posto, mi capita sempre di vedere qualcuno che conosco. Era una delle cose cheapprezzavodipiùdiWitney:èunpaesone,anchesealleportediLondra.Forsenonciconosciamotutti,maivoltisonofamiliari.

Sono quasi arrivata alla stazione. Passo davanti al Crown e qualcunomimette unamano sullaspalla;mivoltodiscattoeperpocononcadodalmarciapiedi.

«Ehi!»Èancoralui,iltiziodaicapellirossi;haunabirrainmanoesolleval’altrainungestodiscusa. «Sei un po’ nervosa, vero?» Sorride,ma lamia faccia dev’essere terrorizzata perché tornasubitoserio.«Staibene?Nonvolevospaventarti.»

Mi dice che ha finito di lavorare presto emi invita a bere qualcosa con lui.Rifiuto,ma poi ciripenso.

«Tidevodelle scuseper comemi sono comportata sul treno.L’ultimavolta che ci siamovisti,intendo.Eraunabruttagiornata»spiego,mentremiportaungintonic.SichiamaAndy.

«Nessunproblema»ribattelui.Sorride,nonèdicertoallaprimapinta.Siamosedutiunodifronteall’altra,all’internodelpub;quimisentoalsicuroedecidodiprendereilcoraggioaduemani.

«Volevochiederti...Cosaèsuccessolaserachecisiamoconosciuti?LaseraincuiMeg...Laseraincuiquelladonnaèscomparsa.»

«Oh,sì!Mainchesenso?»Facciounbelrespiroemisentoarrossire.Èsempreimbarazzante,anchesenonèlaprimavolta

chesonocostrettaadammetterlo.«Eroubriacapersaenonricordoniente.Cisonoalcunecosechedevochiarire.Vogliosaperesetuhainotatoqualcosa,semihaivistaparlareconqualcuno,qualsiasidettaglioche...»Fissoiltavoloperchénonriescoareggereilsuosguardo.

Luimisfiorailpiedeconilsuo.«Tranquilla,nonhaifattonientedimale.»Alzogliocchievedoilsuo sorriso. «Anch’io ero sbronzo. Abbiamo chiacchierato sul treno, ma non ricordo di cosaparlavamo. Poi siamo scesi qui, a Witney, e tu barcollavi un po’. Sei scivolata sulle scale, te loricordi?Tihoaiutataetueriinimbarazzo,seiarrossita,comeadesso.»Simettearidere.«Abbiamocamminato insieme e ti ho chiesto se volevi venire al pub,ma tu hai detto che dovevi vedere tuomarito.»

«Tuttoqui?»«No. Davvero non te lo ricordi? È successo dopo, forse era passata mezz’ora. Ero andato al

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Crown,poiperòmiha chiamatoun amico: era inunbardall’altrapartedella ferrovia, così sonoandatoversoilsottopassaggio.Tihotrovataaterra,erimessamale.Sanguinavi.Eropreoccupato,emi sono offerto di accompagnarti a casa,ma non hai voluto. Eri... be’, eri sconvolta. Forse avevilitigatoconiltuotipo.Luisistavaallontanando,avreipotutoinseguirlo,sevolevi,matumihaidettodinonfarlo.Luièsalitoinmacchinaesen’èandato.Era...be’,ecco...nonerasolo.»

«C’eraunadonnaconlui?»Andyannuisceeabbassala testa.«Sì,sonosaliti inmacchinainsieme.Forseavevatelitigatoper

quello.»«Epoi?»«Poiteneseiandataapiedi.Eriunpo’...confusaetiseiallontanata.Continuaviaripeterechenon

avevi bisogno di aiuto. Come ti ho detto, anch’io ero sbronzo, così ti ho lasciata in pace. Hoproseguitoehoraggiuntoilmioamicoalbar.Tuttoqui.»

Quandotornoacasa,sonosicuradivederestraneombreesentirepassisullescale:c’èqualcunochemiaspettasulpianerottolo.Ovviamentenonc’ènessuno,elacasaèvuota:nonc’ènientefuoriposto,macontrollotuttelestanze.GuardosottoilmiolettoequellodiCathy,negliarmadiepersinonelmobilettodellacucina,ancheseècosìstrettochenoncistarebbeneancheunbambino.

Dopo aver perlustrato per tre volte l’appartamento,mi fermo.Mi siedo sul letto e ripenso allaconversazioneconAndy:coincideperfettamenteconimieiricordi.Noncisonograndirivelazioni:ioeTomabbiamolitigatoinstrada,sonocadutaemisonofattamale,luimihalasciatalìaterraedèsalito inmacchinaconAnna.Più tardiè tornatoacercarmi,ma iomen’erogiàandata.Poipotreiaverpresountaxi,oforsesonorientrataintreno.

Sono seduta sul letto e guardo fuori dalla finestra. Dovrei sentirmimeglio, ma non è così. Inrealtà,nonhoavutoalcunarisposta.Ancheseimieiricordicombacianoconquellidialtritestimoni,sentochec’èancoraqualcosachenontorna.Poi,dicolpo,capisco:Anna.Tomnonhamaidettodiesseresalitoinmacchinaconlei!Manonètutto:quandol’hovista, labambinanonc’era.Dov’eraEviequellasera?

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Sabato17agosto2013SeraDevoparlareconTomechiarirmileidee.Piùcipenso,menohasenso,enonriescoasmettereditormentarmi.Sonopreoccupata,perchésonopassatiduegiornidaquandogliholasciatoilbigliettoenonsièancorafattosentire.Nonharispostoaltelefonoierisera,enemmenooggi.C’èqualcosachenonva,esonocertacheabbiaachefareconAnna.

Sonosicuracheluivuoleparlarmi,dopoquellocheèsuccessoconScott;sochemivuoleaiutare.Con lamente, continuo a pensare a quellamattina inmacchina, al lago, a come siamo stati bene.Prendo il telefono e lo chiamo: sono emozionata, come tanti anni fa, al pensiero di sentire la suavoce.

«Sì?»«Tom,sonoio.»«Ah,ciao!»Dev’esserciAnnacon luiperchénonpronuncia ilmionome.Gli lascio il tempodispostarsi in

un’altrastanza.Sospira.«Allora,cosac’è?»«Ecco...volevoparlarti.Cometihoscrittonelbiglietto,io...»«Checosa?»Sembrainfastidito.«Duegiornifatiholasciatounbiglietto.Ioetedovremmoparlare...»«Nonho trovatonessunbiglietto.Cazzo!Eccoperchéè così arrabbiata conme.»Loha trovato

Annaenonglielohaconsegnato.«Cos’èchevuoi?»Vorrei riattaccare, richiamarlo e ricominciare da capo. Dirgli che è stato bello vederlo lunedì

scorso,quandosiamoandatiallago.«Volevochiedertiunacosa.»«Cosa?»esclama.Èdavverostizzito.«Vatuttobene?»«Rachel,cosavuoi?»Latenerezzadiunasettimanafaèsparita.Mimaledicoperaverglilasciato

quelbiglietto:èovviocheglihocreatoproblemiacasa.«Volevochiedertidiquellasera...laseradellascomparsadiMeganHipwell.»«Cristo!Neabbiamoparlato,teneseigiàdimenticata?»«Volevosoltanto...»«Erisbronza.»Lasuavoceèbrusca.«Tihodettoditornareacasa,manonvolevidarmiascolto.

Teneseiandataingiroeiosonovenutoacercartiinmacchina,manontihotrovata.»«Dov’eraAnna?»«Acasa.»«Conlabambina?»«Sì,conEvie.»«Nonerainmacchinaconte?»«No,nonc’era.»«Ma...»«Smettila!Lei doveva uscire e io dovevo rimanere a casa conEvie, poi sei arrivata tu e lei ha

disdettoilsuoimpegno.Eiohopersounsaccodioreacercarti.»Vorreinonaverchiamato.Lemiesperanzesonostatedinuovovanificate.«Vabene.Maio...ricordounacosadiversa.Tom,quandomihaivista,sanguinavo?Avevo...avevo

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unaferitaallatesta?»Sospiradinuovo.«Rachel,misorprendecheturicordiqualcosa.Erisbronzadafarschifo.Eriin

unostatopietoso.Nonriusciviareggertiinpiedi.»Mivieneungroppo ingola: sonoesattamente le stessecosechemidicevaneigiornipeggiori,

quandoormainonnepotevapiùdime.Riprendeaparlare.«Ericaduta,piangevi,eriinunostatodisastroso.Perchéècosìimportante?»Nonriescoatrovareleparoleperunarispostaconvincenteeluitagliacorto:«Senti,adessodevo

andare.Nonchiamarmipiù,perfavore.Èfinita,quantevoltedevoripetertelo?Nontelefonare,nonlasciarebiglietti,nonvenirepiùqui.SmettiladiinfastidireAnna,haicapito?».

Eriaggancia.

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Domenica18agosto2013MattinaprestoSonorimastainsoggiornopertuttalanotte,conlatvaccesa.Lapauraandavaeveniva,comelemieforze.Mi sembradi essere tornata indietronel tempo: lavecchia ferita è ancoraaperta e sanguinacopiosamente. Sono stata una sciocca, lo so. Solo una stupida poteva pensare di avere un’altrapossibilitàconlui:èbastataunaconversazione,unmomentocheiohoscambiatopertenerezza,macheerasoltantounpo’disentimentalismo,conditodisensodicolpa.Eppuremifamale.Questavoltanondevoevitareildolore,maassaporarlofinoinfondo:senonlofarò,secontinueròastordirmi,nonseneandràmaivia.

Sono stata un’imbecille a pensare che ci fosseun legame trame eScott, e chepotessi aiutarlo.Sonounacretina,ormailoso,mapossocambiare,vero?Nonsonoobbligataacontinuareinquestomodo.Sonorimastaquituttalanotteemisonoripromessadiriassumereilcontrollodellamiavita.Andròvia,amillechilometrididistanza.Micercheròunlavoroetorneròadavereilmiocognomeda nubile. Taglierò i ponti con Tom, sarà difficile rintracciarmi. Ammesso che ci sia qualcunointenzionatoafarlo.

Nonhodormitomolto.Sonostataquiaprogettareilmiofuturo;ognivoltachestavoperprenderesonno,sentivolavocediTom,chiaracomeseluifossestatovicinoame:Erisbronzadafarschifo.Eriinunostatopietoso.Alloramisvegliavodisoprassalto,pienadivergogna.Manonerasoltantolavergogna:eraancheunfortissimodéjà-vu.Avevogiàsentitoquellefrasi,quellestesseparole.

Non riuscivo a fermare le immagini che vorticavano nella mia testa. Mi ero svegliata con ilcuscinomacchiatodisangue,mi facevamale labocca,comeseavessibattuto laguancia,avevo leunghiesporche,latestaapezzi,poiTomerauscitodalbagnoconun’espressionestrana,ametàtralarabbiaeildispiacere,elapauramiavevadinuovotravolta,comeun’onda.

«Cosaèsuccesso?»Tommiavevamostratoilividisullebraccia,sulpetto,doveloavevocolpito.«Tom,nonèpossibile.Ionontihopicchiato.Nonhomaialzatolemanisunessuno,intuttalamia

vita.»«Rachel, eri ubriacamarcia.Ricordi qualcosa di ieri sera?Quello che hai detto?»Me lo aveva

ricordato lui, io non ci credevo perché non sembravano parole uscite dalla mia bocca. E quellafaccendadellamazzadagolf,ilbuconell’intonaco,biancoegrigiocomeunocchiochemiscrutavaognivoltachepassavo,eiononriuscivoafarcombaciarelaviolenzadicuimiparlavaconlapaurachericordavodiaverprovato.Ochecredevodiricordare.

Auncertopunto,avevosmessodichiederglicosaavevofatto,eanchedinegare,quandoluimeloraccontava,perchénonvolevoconoscere i dettagli, nonvolevoascoltare il peggio, e tutte le coseorrende che avevo detto e fatto quando ero sbronza da far schifo. A volte mi minacciava diregistrarmiefarmirisentirelemieparole.Manonlohamaifatto,perfortuna.

Dopo un po’, avevo capito che quandomi svegliavo in quelle condizioni non dovevo chiederecosaerasuccesso,soloscusarmiperquellocheavevocombinato,perciòcheeroegiurarechenonloavreifattomaipiù.

Ma adesso non sono ubriaca. Devo ringraziare Scott se sono così spaventata da non avere ilcoraggiodiuscireacomprarmiqualcosadabere.Hopauradiperderelalucidità,perchéèproprioinquelmomentochediventopiùvulnerabile.

Devoessereforte,nonhoaltrascelta.

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Misichiudonogliocchiperilsonno.Spengolatv,cosìnoncisonopiùrumori,mirigiroemirannicchioperchésentochestavoltastoperaddormentarmi.Edèalloracheaccade:bang!Laterrasispalancaeiobalzoinpiedi,conilcuoreingola.L’hovisto,adessol’hovisto!

Eronelsottopassaggioeluivenivaversodime;mihadatounoschiaffocolpendomilabocca,poiha alzato il pugno. Aveva le chiavi in mano, ho sentito un dolore lancinante quando il bordoseghettatomihalaceratoilcranio.

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Anna

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Sabato17agosto2013SeraMisentoridicolaquandopiango,emidetesto,mahoinerviapezzi:leultimesettimanesonostatemoltopesanti.EpoiioeTomabbiamolitigatodinuovo,semprepercolpadiRachel.

La tensione stavamontando da tempo.Mi tormentavo per quel biglietto, per il fatto che luimiavessementitoriguardoalloroincontro.Continuoaripetermicheèun’ideaassurda,manonpossofareamenodipensarechecisiaqualcosatradi loro.Eppurenonpuòesserevero,nondopotuttoquellocheleiglihafatto,chehafattoallanostrafamiglia.Èimpossibilecheluipossaanchesoltantoimmaginareditornareconlei.Vogliodire,ciaveteviste?Trameelei,nessunuomosanodimentesceglierebbeRachel,anchesefosseall’oscurodeisuoiproblemi.

Poiperòpensocheavoltecapita,no?Lapersonaconlaqualehaiavutounarelazionenonvuolelasciartiandareetunonriescialiberartene.Dopounpo’,smettipersinodiprovarci.

Giovedìèstataqui,hapresoapugnilaporta,chiamavaTom.Ioerofuribonda,manonhoavutoilcoraggiodiaprire.Avereunfigliotirendevulnerabile,debole.Sefossistatasola,l’avreiaffrontataemisareisbarazzatadileiunavoltapertutte,mac’eraancheEvieehopreferitononcorrererischi.Nonhoideadiquellochepotrebbefarle.

Soperchéèvenuta:hoparlatoconlapoliziaeleièincazzata.ScommettocheèandataapiangeredaTomaffinché lui intercedaper lei.Ha lasciatounbiglietto: «Dobbiamoparlare, chiama appenapuoi, per favore. È importante!». Ha sottolineato tre volte la parola “importante”. L’ho gettatonell’immondizia, poi l’ho ripescato e l’homesso nel cassetto del comodino, insieme alle stampedelle sue e-mail deliranti e al diario delle telefonate e degli avvistamenti: è il mio dossier dellemolestie.Sonoprovecheforseungiornomisarannoutili.HoprovatoacontattarelaRileyperdirlecheRachelsierafattaviva,manonmihaancorarichiamata.

AvreidovutoraccontareaTomdelbiglietto, loso,manonvolevochesiarrabbiasseperchéhoparlatoconlapolizia,cosìl’hochiusonelcassettoehosperatocheleisenedimenticasse.Manonèsuccesso:Rachelhachiamatostasera.Dopolatelefonata,luierafuribondo.

«Dovecazzoèfinitoquelbiglietto?»haurlato.Glihodettochel’avevobuttatovia.«Noncredevochetiinteressasse.PensavochevolessiRachel

fuoridallanostravita,tantoquantolovoglioio.»Lui ha alzato gli occhi al cielo, esasperato. «Non è questo il punto, e lo sai bene. È ovvio che

voglioRachelfuoridaipiedi!Quellochenonvoglioèchetutimettaaorigliarelemietelefonateechegettivialamiaposta.Sei...»

«Cosasono?»«Niente.Èche...questesonopropriolecosechefacevalei.»Èstatouncolpobasso,unpugnonellostomaco.Horeagitoinmanieraridicola:sonoscoppiataa

piangeree sonocorsa inbagno,alpianodi sopra.Hoaspettatoche luivenisseacalmarmi,a farepace conunbacio, come fa di solito,maho sentito la sua vocedopo almenomezz’ora. «Vado inpalestra per un paio d’ore» ha detto. Prima di avere il tempo di rispondere, ho sentito sbattere laporta.

Eadessosonoqui,emicomportoesattamentecomeavrebbefattolei:misonoscolata lamezzabottigliadivinoavanzatadallacenadi ieriseraecercodientrarenelcomputerdiTom.OraèpiùfacilecapireilcomportamentodiRachel:nienteèpiùdolorosoedevastantedelsospetto.

Allafineriescoatrovarelapassword:è«Blenheim».Unasceltainnocuaebanale:ilnomedellavianellaqualeabitiamo.Nontrovoe-mail incriminantinéfotografieosceneolettereappassionate.Passomezz’oraaleggeremessaggidilavoro:sonocosìnoiosichespegnerebberogliardoridella

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mogliepiùgelosa.Chiudo il portatile e lomettovia.Sonoeuforica, grazie al vino e al contenutodellacorrispondenzadiTom.Sonoconvintadiessermicomportatadastupida.

Scendoalavarmiidenti,nonvogliochesiaccorgachehobevuto,poidecidodirifareillettoemetterelelenzuolapulite.Spruzzeròunpo’diAcquadiParmasuicuscini,indosseròilcompletinodisetanerachemiharegalatoperilcompleannoequandoarriveràacasafaremolapace.

Mentre tolgo labiancheria, perpoconon inciampo inunaborsanera infilata sotto il letto: è lasacca della palestra. L’ha dimenticata a casa, ma è uscito da un pezzo e non è ancora tornato aprenderla.Sentounnodoallostomaco.Forsesen’èaccortotroppotardiehadecisodifareunsaltoalpub.Forsehaqualchevestitodiricambionell’armadiettodellapalestra.Forseadessoèalettoconlei.

Misentomale.Miinginocchioeinizioafrugarenellaborsa:c’ètuttalasuaroba,frescaepulita,ilsuo iPodShuffle, lescarpecheusapercorrere.Eun’altracosa:uncellularechenonhomaivistoprima.

Misiedosullettoconiltelefonoinmanoeilcuorechebatteforte.Loaccenderò,nonriusciròaresistere,anchesesochemenepentiròperchénonpotràuscirnenulladibuono.Nessunotieneuncellulare di riserva nella borsa della palestra, ameno che non abbia qualcosa da nascondere.Unavocinanellamiatestamiripetedimetterloviaefarefintadiniente,manonledoascolto.Schiaccioil pulsante di accensione e aspetto che lo schermo si illumini.Aspetto, aspetto ancora.Èmorto! Ilsollievomientraincircolocomeun’iniezionedimorfina.

Sonosollevataperchénonsapròmaicosastasuccedendo,maancheperchéun telefonoscaricosignifica che non è stato usato, che è inutile, non può appartenere a un uomo coinvolto in unarelazione clandestina: se fosse così, lo terrebbe con sé in ogni momento. Potrebbe essere unapparecchiovecchio,chegiace inquellaborsadamesisoltantoperchésièdimenticatodibuttarlovia.Magarinonènemmenosuo:forsel’hatrovatoinpalestraevolevaconsegnarloallareception,masen’èscordato.

Lascio il letto mezzo sfatto e scendo in soggiorno. I cassetti del tavolino sono pieni dellecianfrusagliechesiaccumulanoinunacasa:nastroadesivo,adattatoriperiviaggiall’estero,metridasarto,kitperilcucitoevecchicaricatoriperilcellulare.Cenesonotre,ilsecondovabene.Loattaccoallapresachesitrovadalmiolatodellettoenascondotuttodietroalcomodino,poimisiedoadaspettare.

Orarieappuntamenti.Noncisonoledate,soltantoigiorni.Lunedìalle15?Venerdì,16.30.Ognitantoun rifiuto.Domani nonposso.Mercoledì no.Nient’altro: non vedo dichiarazioni d’amore, néfrasi esplicite. Soltanto sms, una decina, tutti da un numero non identificato.La rubrica è vuota, eanchelacronologiadellechiamate.

Nonc’èbisognodelledate,perchéiltelefonolememorizza:gliappuntamentirisalgonoamesifa,quasiunanno.Ilpiùvecchioèdisettembre:quandolovedo,mivieneunnodoallagola.Evieavevaappenaseimesi,eioeroancoragrassa,stanca,pococurata,enonavevovogliadifarel’amore.Mapoimivienedaridere,perchénonèpossibile,nonpuòesserevero.Asettembreeravamocosìfelici,innamorati, con la nostra bambina.È escluso che lui si vedesse con lei in quel periodo, o che siaandataavantipertuttoquestotempo.Menesareiaccorta.C’èunasolaspiegazione:iltelefonononèsuo.

Eppure...Prendoildiariodellemolestieeconfronto lechiamatediRachelcongliappuntamentifissatialtelefono.Alcunicoincidono,avolteletelefonatesonoarrivateunooduegiorniprima,altredopo.Inaltricasiancoranonc’èalcunacorrelazione.

Èpossibilechesisianofrequentatipertuttoquestotempo?Luimiraccontavacheleilomolestava,

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invece in realtà erano d’accordo per incontrarsi a mia insaputa? Ma perché lei avrebbe dovutochiamarloacasa,seconoscevaquestonumero?Nonhasenso,amenocheleinonvolessefarmelosapereeprovocareunoscontrotradinoi.

Tom è uscito da quasi due ore. Ovunque sia andato, tra poco sarà di ritorno. Preparo il letto,scendoincucinaebevol’ultimobicchieredivino,infrettaefuria.Potreichiamarlaeaffrontarla,maconqualiargomenti?Nonsonocertonellaposizionedigiudicare.Epoinoncredocheriuscireiasopportarla:sidivertirebbeunmondoadirmichepertuttoquestotemposonostataiolastupida.Chilafa,l’aspetti.

Sentodeipassidavantiallaporta:èlui.Mettoilbicchierenellavelloerimangolì,appoggiataalbanconedellacucina,conilcuorechemimartellanelleorecchie.

«Ciao»esordisce,quandomivede.Sembraimbarazzato,barcollaunpo’.«Adessovendonolabirra,inpalestra?»Sorride.«Hodimenticatolaborsaesonoandatoalpub.»Propriocomeavevoipotizzato.Oppureèciòcheluipensacheavreiipotizzato?Siavvicina.«Checosastavifacendo?»chiede,divertito.«Haiun’espressionecolpevole.»Mimette

lebracciaintornoaifianchiemiattiraasé.Sentol’odoredibirranelsuoalito.«Haifattoqualcosadimale?»

«Tom...»«Zitta...»Mibaciasullaboccaeiniziaasbottonarmiijeans,poimifagirare.Nonvoglio,manon

socomedirglidino.Chiudogliocchiecercodinonpensarea luiconlei.Tornoconlamenteaiprimigiorni,quandomiprecipitavonellacasadiCranhamStreet,disperata,affamata.

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Domenica18agosto2013MattinaprestoMi sveglio spaventata: è ancora buio. Mi sembra di sentire il pianto di Evie, ma quando vado acontrollare lei riposa tranquilla; stringe il lenzuolo tra lemanine. Torno a lettoma non riesco aprendere sonno. Penso al cellulare che ho nascosto nel cassetto del comodino. Guardo Tom, chedormeconilbracciosinistrostesoinfuorielatestareclinataall’indietro:respiraprofondamente,hailsonnopesante.Scivolofuoridallettoeprendoiltelefonino.

Scendoincucinaemirigiro l’apparecchio tra lemani,preparandomiall’azione.Vogliosapere,maaltempostessopreferireinonfarlo.Devoessernesicura,madesiderosoprattuttoscoprirediavertorto.Loaccendoeschiaccioiltasto«uno»finchénonscattalasegreteria.Noncisonomessaggi,nénuovinésalvati.Vogliocambiareilmessaggiodibenvenuto?Chiudolatelefonata,poisonoassalitadaunterroredeltuttoirrazionale:cheiltelefonosimettaasquillare,cheTomlosentadallacamera.Escoingiardino.

L’erba è umida, l’aria è fresca e carica del profumo della pioggia e delle rose. In lontananza,riecheggiailrombodiuntreno.Camminofinoallastaccionata,poiascoltodinuovolasegreteria:vogliocambiareilmessaggiodibenvenuto?Sì,lovoglio.Sentounbip,poilapausaeinfinelasuavoce.Lavocedilei,nondilui.Ciao,sonoio.Lasciateunmessaggio.

Ilmiocuoresmettedibattere.NonèiltelefonodiTom:èilsuo!Ascoltoun’altravolta.Ciao,sonoio.Lasciateunmessaggio.Èlasuavoce,nonc’èdubbio.Nonriescoamuovermi,néarespirare.Loascoltodinuovo,piùepiùvolte.Holagolasecca,mi

sembradisvenire.Vedoaccendersilalucealpianodisopra.

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Rachel

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Domenica18agosto2013MattinaprestoOgniricordoportaalsuccessivo.Ècomeseavessibrancolatonelbuiopergiorni,settimane,mesiepoi,finalmente,fossiarrivataadestinazione.Èstatocometastareunmuroconlemani,cercandounastrada,finchéicontornidelleombrenonsisonofattipiùdistintieimieiocchinonsisonoabituatiall’oscurità.

Non è successo subito.All’inizio, anche semi sembrava un ricordo, ero convinta che fosse unsogno.Erosedutasuldivano,quasiparalizzatadallapaura,emiripetevochemieragiàsuccessodiconfondere i ricordi, di credere che le cose fossero andate in un certomodo, assai diverso dallarealtà.

ComequellavoltacheeravamoandatiaunafestaorganizzatadauncollegadiTom,e ioavevobevutoparecchio,maci eravamodivertiti.Ricordodi aver salutatoClara conunbacio.Lei era lamoglie del suo collega, una donna simpatica e gentile. Rammento di averle detto che speravo dirivederlaprestoediaverlestrettolamano.

Lo ricordavobenissimo,manon era vero.Mene ero resa conto ilmattino successivo, quandoTommiavevatrattataconfreddezza.EradelusoeimbarazzatoperchéavevoaccusatoClaradiaverciprovatoconlui,ederostataistericaevolgare.

Sechiudevogliocchi,sentivolamanodiClaranellamia,manoneramaisuccesso.Inrealtà,Tomavevadovutoportarmiviadipeso;gridavocomeunapazza,mentrelapoveraClarasierarifugiataincucina.

Quando ho chiuso gli occhi, sono scivolata nel dormiveglia e mi sono ritrovata nelsottopassaggio. Ho sentito il freddo e la puzza di marcio, ho visto una figura che avanzavaminacciosaversodime,conilpugnoalzato,maerasololamiaimmaginazione.Ancheilterrorecheho provato non era reale. E quando l’ombra mi ha colpita e mi ha lasciata a terra sanguinante,nemmenoquelloeravero.

Solo che questa volta lo era, ho visto tutto. È così scioccante che faccio fatica a crederci, mamentre guardo il sole che sorge, sento la nebbia che si dirada.Quello chemi ha detto non era laverità.Luimihapicchiata:nonèilfruttodellamiafantasia,maunricordo.CosìcomerammentolastrettadimanoaClaradopolafesta.Comelapaurachehoprovatoquandoerosedutasulpavimento,vicinoallamazzadagolf:adessosopercertochenonsonostataioaimpugnarla.

Nonsocosafare.Corroalpianodisopra,miinfilounpaiodi jeanselescarpedaginnasticaetornoinsoggiorno.Lichiamoacasa, lasciosquillareunpaiodivolte,poiriattacco.Mipreparoilcaffè,aspettochesiraffreddi,poitelefonoalsergenteRiley,mariagganciosubito.Socheèinutileparlareconlei:nonmicrederà.

Vado in stazione.È domenica, il primo treno è tramezz’ora, nonposso fare altro che sedermisullapanchinaepassaredall’incredulitàalladisperazione,poidinuovoall’incredulità.

Ètuttaunabugia.Nonmisonosognatacheluimipicchiava.Nonmisonoimmaginatacheluisiallontanava,conipugnistretti.L’hovistovoltarsiegridare.L’hovistocamminareconunadonnaesalireinmacchinaconlei.Eratuttovero.Adessomirendocontochelaspiegazioneèsemplice:hoconfusoduericordi.Hoinserito l’immaginediAnnachesiallontanavadamecon ilvestitoblu inun’altrascena,quelladiTomedelladonnachesalivasullasuaauto.Leinonindossavaunabitoblu,maunpaiodijeanseunamagliettarossa.EraMegan.

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Anna

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Domenica18agosto2013MattinaprestoGettoilcellulareoltrelapalizzata;atterradaqualcheparte,sullaghiaia,incimaalterrapienodellaferrovia.Mi sembradi sentirlo rotolareverso ibinari.Emi sembradi sentire ancora la suavoce.Ciao,sonoio.Lasciateunmessaggio.Credochecontinueràaperseguitarmiperunsaccoditempo.

Quandorientroincasaluiègiàarrivatoaipiedidellescale.Miguarda,ancoraassonnato.«Cosac’è?»«Niente»rispondo,mamitremalavoce.«Cosacifacevifuori?»«Mièsembratodisentirequalcuno.Unrumoremihasvegliataenonriuscivopiùadormire.»«Hasuonatoiltelefono»miinformalui,strofinandosigliocchi.Stringolemani,percontrollareiltremore.«Cosa?Qualetelefono?»«Iltelefonodicasa.»Miguardacomesefossimatta.«Qualcunohachiamatoepoihariattaccato.»«Ah.Nonloso,nonsochifosse.»Scoppia a ridere. «È ovvio che non lo sai! Ti senti bene?» Si avvicina emimette lamano sul

fianco.«Seistrana.»Miabbracciaeappoggialatestaalmiopetto.«Avrestidovutosvegliarmi,sehaisentitounrumoresospetto.Nondovrestiuscireingiardinodasola.Quelloècompitomio.»

«Stobene»replico,mamibattonoidenti.Luimibaciaemiinfilalalinguainbocca.«Torniamoaletto»propone.«Mifacciouncaffè»rispondo,ecercodiliberarmi.Luinonmilasciaandare.Mitienestretta,conunamanosullanuca.«Avanti,vieniconme.Nonaccettorifiuti.»

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Rachel

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Domenica18agosto2013MattinaNon so cosa fare, quindi suono il campanello. Forse avrei dovuto telefonare. Non è educatopresentarsiladomenicamattinasenzapreavviso,vero?

Miscappadaridere,sonomoltoagitata,nonsodavverocosastofacendo.Nessunovieneadaprire.Sonosemprepiùnervosa;miavviolungoilvialetto,sullatodellacasa.

Houndéjà-vu:èpropriocomequellamattina,quandosonovenutaquiehopresolabambina.Nonhomaiavutoalcunaintenzionedifarledelmale:adessonesonocerta.

Sentounchiacchierio,manonsonosicurachesiareale.InveceAnnaèpropriolì,consuafiglia,sotto il portico. La chiamo emi tiro su, per farmi vedere oltre la recinzione. Leimi guarda;miaspettochereagiscaconrabbiaospavento,manonsembranemmenosorpresadivedermi.

«Ciao,Rachel.»Sialzainpiedi,prendelabambinapermanoelaattiraversodisé.Miscrutasenzasorridere.Hagliocchirossi;èpallida,struccata.

«Cosavuoi?»michiede.«Hosuonatoilcampanello.»«Nonl’hosentito»replica.Prendelabambinainbraccioesivolta,comesestesseperentrarein

casa,poisiferma.Noncapiscoperchénonsisiamessaagridare.«Anna,dov’èTom?»«Èuscito.Unarimpatriatacongliamicidell’esercito.»«Anna,dobbiamoandarcenedaqui.»Leiscoppiaaridere.

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Anna

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Domenica18agosto2013MattinaNonsoperché,madicolpomisembra tuttomoltobuffo.QuellaciccionadiRachelèquinelmiogiardino,paonazzaesudata,emidicechedobbiamoandarcene.Noidobbiamoandarcene.

«E dove andiamo?» le chiedo, quando riesco a smettere di ridere. Lei mi guarda conun’espressionevacua.Nontrovaleparole.«Contenonvadopropriodanessunaparte.»Eviesiagitae lamettoa terra.Ho lapelledelicataearrossata,neipuntichestamattinahosfregatoconvigore,sottoladoccia;l’internodellabocca,leguanceelalinguasembranomorsicati.

«Quandotorna?»midomanda.«Traunpo’,nonnehoidea.»In effetti, non lo so. A volte passa tutta la giornata ad allenarsi sulla parete da arrampicata. O

almenoèquellochecredevo,oranonnesonopiùsicura.Hapresolaborsadellapalestra:noncimetteràmoltoarendersicontocheilcellulareèsparito.PensavodiprendereEvieeandaredamiasorellaperunpo’,mailtelefoninomipreoccupa.Ese

qualcuno lo trovasse?Ci sonosempreglioperai lungoquesto trattodi ferrovia: seunodi loro loscoprisseeloconsegnasseallapolizia?Risalirebberoameattraversoleimpronte.

Forsenonècosìdifficilerecuperarlo,madevoaspettarechescendalanotte,inmodochenessunomiveda.

Rachelstaparlando,michiedequalcosa,manonlaascolto.Sonomoltostanca.«Anna...»Siavvicinaemiguardaconisuoigrandiocchiscuri,cosìintensieprofondi.«Haimai

incontratoqualcunodiloro?»«Chi?»«Isuoiamicidell’esercito:tenehamaipresentatouno?»Scuotolatesta.«Nonpensichesiaunpo’

strano?»Lacosadavverostranaèlasuaapparizionenelmiogiardino,didomenicamattina.«No, a dire il vero. Fanno parte di un’altra vita, una delle sue tante vite. Come te, del resto.

Dovrestiesseresparitadaunbelpo’,manonriusciamoproprioaliberarcidite.»Lavedotrasalire,hocolpitonelsegno.«Rachel,checosacifaiqui?»

«Lo sai perché sono qui. Hai capito che sta succedendo qualcosa... di strano, vero?» Haun’espressionesincera,comese fossedavveropreoccupataperme. Inunaltromomento,potrebbeessereaddiritturacommovente.

«Tivauncaffè?»propongo,eleiannuisce.Lopreparoelobeviamonelportico,comesefossimodueamiche.«Cosavuoidire?Chegliamici

diTomnonesistono?Cheselièinventati?Cheèconunadonna,adesso?»«Nonloso.»«Rachel?Seivenutaquiperdirmiqualcosa?»Laguardonegliocchi,sembraspaventata.«HaimaiincontratolafamigliadiTom?Isuoigenitori?»«No,nonsiparlanopiùdaquandoluitihamollatapermettersiconme.»Lei scuote la testa. «Non è vero. Nemmeno io li homai incontrati. Nonmi conoscono, quindi

perchédovrebberoesserearrabbiatiperilnostrodivorzio?»Qualcosapremenellamiatesta,proprioallabasedelcranio.Ècomeunanubescura.L’hosentita

quandohoascoltatoperlaprimavoltalavocediquelladonnaaltelefono.Hocercatodiallontanarla,maadessoiniziaacrescere,aespandersi.

«Èimpossibile.Perchédovrebbementiresuunacosasimile?»«Perchéluimentesututto.»Mialzoinpiediemiallontano.Lesueparolemiinfastidiscono,esonoarrabbiataconmestessa,

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perché ho la tentazione di crederle. Ho sempre saputo che Tom è un bugiardo. Un tempo, le suemenzognemiandavanobene.

«Già,èdavverobravo.Nonhaisospettatonienteperunsaccoditempo,vero?Siamoandatiavantipermesi.CiincontravamoinquellacasadiCranhamStreetescopavamofinoallosfinimento,matunontiseimaiaccortadinulla.»

Simordelelabbra.«Megan...CosamidicidiMegan?»«Loso,hannoavutounarelazione.»Èlaprimavoltachepronuncioquellaparolaavocealta.Mi

hatradita,hatraditoancheme!«Sonosicurachelotrovidivertente,maoraleièmorta,quindinonhapiùimportanza...»

«Anna...»Lanubeneraèsemprepiùgrande,adessomioffusca lavista.PrendoEviepermanoeprovoa

trascinarlaincasa,maleiprotesta.«Anna...»«Avevanounarelazione.Tuttoqui,nonc’èaltrodadire.Nonsignificache...»«Chel’hauccisa?»«Nondirlonemmeno!»Mimettoaurlare.«Nondavantiamiafiglia!»Preparo lamerendadimetàmattinaperEvie; oggi lamangia senza fare capricci, per la prima

voltada settimane.Ècomeseavesse capito chehocosepiù importantiper la testa: èdavverounabambina adorabile.Quando torno in giardino, sonomolto più calma, anche seRachel non se n’èandata.Èinfondoalprato,vicinoallapalizzata,eguardaitrenichepassano.Dopounpo’vedechesonouscitaesiavvicina.

«Tipiacciono,vero?»lechiedo.«Itreni,intendo.Ioliodio,dalpiùprofondodelcuore.»Leisorride.Miaccorgochehaunafossettasullaguanciasinistra.Nonl’avevonotata,forseperché

nonl’avevomaivistasorridere.«Un’altrabugiadiTom:miavevadettocheamaviquestacasa,chetipiacevatutto,ancheitreni.Mi

haraccontatochenonavrestivolutoabitareinnessunaltroluogoecheaveviinsistitopertrasferirtiqui,ancheseerastatacasamia.»

Scuoto la testa.«Eperchéavrebbedovutodirtiunacosadelgenere?Sono tutteballe.Sonodueannichecercodiconvincerloavenderelacasa.»

«Anna,luimenteincontinuazione,suqualsiasicosa.»Adessol’oscuritàesplodenellamiatesta.PrendoEvieinbraccioeleisisistemasenzaprotestare,

lestavenendosonno.«Alloratuttequelletelefonate...»Orainizioacapire.«Noneritu?Alcuneeranotue,maaltre...»

«EranodiMegan?Sì,credodisì.»Èstrano:mirendocontochepertuttoquestotempohoodiatolapersonasbagliata,manonostante

ciò lei continuaanonpiacermi.Semmai,vedendolacosìcalma,comprensivae lucida,comincioacapirecom’erauntempoelaodioancoradipiù,perchéintravedocosahatrovatoTominlei,perchésen’èinnamorato.

Guardo l’orologio: sono leundici.Luièuscito intornoalleotto.Ormaidev’essersiaccortodeltelefonino,maforsepensachesiacadutodallaborsaechesiafinitosottoilletto.

«Daquantotempolosai?Dellarelazione?»lechiedo.«Nonlosapevo,finoaoggi.Nonavevocapitocosafossesuccesso.Sosoltantoche...»Perfortuna

siferma,perchénonsopportodisentirlaparlaredell’infedeltàdimiomarito.Ilpensierocheioelei,ioequellaciccionadepressa,siamosullastessabarcaèdavveroinsopportabile.

«Pensichefossesuo?»midomanda.«PensicheilfigliodiMeganfossesuo?»

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Laguardosenzavederla;davantiaimieiocchic’èsoloilbuio,esentounronzionelleorecchie.«Cos’haidetto?»«Il... scusami.»Èavvampata, sembrasconvolta.«Nonavreidovuto...Leiera incinta...Meganera

incinta.Midispiace.»Non ledispiaceperniente,nesonocerta,manonhoalcuna intenzionedicrollaredavantia lei.

Guardo Evie e vengo travolta da un’enorme ondata di tristezza che mi toglie il respiro. Il suofratellino,olasuasorellina,nonc’èpiù.Rachelmisiavvicinaemimetteunbracciosullaspalla.

«Midispiace» ripete. Iovorrei picchiarla. Il contatto con la suapellemi fa rabbrividire.Vorreiurlareespingerlavia,manonciriesco.Leimilasciapiangereperunpo’,poiriprendeaparlare.Ècalma,determinata.«Anna,dobbiamoandarcene.Preparalevaligie,perteeperEvie,eandiamovia.Puoistaredame,peradesso.Finché...nontroveremounasoluzione.»

Miasciugogliocchiemiallontanodalei.«Rachel,nonvogliolasciarlo.Haavutounarelazionee...be’,nonècertolaprimavolta!»Mimettoaridere,imitatadaEvie.

Rachelsospira.«Anna,saibenecheilproblemanonèlarelazione.Sochehaicapito.»«Noinonabbiamocapitoproprionulla»sussurro.«Quellaseraleièsalitainmacchinaconlui.Iol’hovista.All’iniziononmeloricordavo,pensavo

chefossitu,maadessomiètuttochiaro.»«No.»Eviemipremelaboccaconlamaninaappiccicosa.«Anna,dobbiamoandareallapolizia.Perfavore,nonpuoirimanerequiconlui.»Stotremando,nonostanteilsole.Cercodiricordarel’ultimavoltacheMeganèstataincasanostra

el’espressionediTomquandocihadettochenonsarebbepiùvenuta.Erasollevatoodeluso?Maèun’immaginediversaquellacheapparedavantiaimieiocchi:eraunadelleprimevoltechevenivaaoccuparsidiEvie.Iosareidovutauscireconlemieamiche,maerostancaesonoandataaletto.Tomèrientratomentreero incamera;quandosonoscesa, lihosorpresi insieme.Leieraappoggiataalripiano della cucina, e lui le stava un po’ troppo vicino. Evie era nel seggiolone, piangeva, manessunodeiduesembravapreoccuparsene.

Hofreddo.Sapevocheluiladesiderava?Meganerabiondaebella,propriocomeme.Quindisì,probabilmenteavevocapitocheladesiderava,cosìcomemiaccorgodeglisguardi libidinosidegliuominisposaticheincontroperstrada,apasseggioconmogliefigli.Forselosapevo.Luilavolevaesel’èpresa.No,nonpuòaverlofatto.

Nonlui.Tomèunamante,unmarito,sièsposatobenduevolte,edèunpadre,unbuonpadrechesiprendecuradellasuafamiglia.

«Tueriinnamoratadilui.Eloseiancora,vero?»lechiedo.Leiscuotelatesta,manonèmoltoconvinta.«Sì,elosai...losaichenonèpossibile.»MialzoconEvieinbraccioemiavvicinoalei.«Rachel,

nonpuòesserestatolui.Nonpuòaverlofatto,tunonpotrestiamareunuomodelgenere,vero?»«Ioloamavo.Eanchetu.»Stapiangendo.Siasciugalelacrime,maall’improvvisodiventapallida

comeunmorto.Fissaunpuntoallemiespalle;mivoltoeseguoilsuosguardo.Luièlì,ciosservadallafinestradellacucina.

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Megan

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Venerdì12luglio2013MattinaLeimihaforzatolamano.Oforseèstatolui.L’istintomidicecheèunafemmina,macredosiailcuoreasuggerirmelo.Lasento,comel’altravolta,raggomitolatasusestessa,unsemeall’internodiunbaccello, peròquesto seme sorride.Attende il suomomento.Non riescoaodiarla enonpossoliberarmidilei.Eroconvintachecisareiriuscita,chesareistatacosìdisperatadaraschiarlaviadame,maquandopensoaleivedosoltantoilsorrisodiLibby,isuoiocchiscuri.Sentoilprofumodellasuapelle, e il suocorpicinocosì freddoquando...Nonposso sbarazzarmidi lei,nonvoglio farlo.Voglioamarla.

Nonriescoaodiarla,peròmifapaura.Hopauradiquellochepotràfarmi,odiquellocheiofaròa lei. È proprio questo terrore chemi ha svegliata stamattina alle cinque, in un bagno di sudore,nonostante le finestre aperte e l’assenza di Scott. Lui è andato a una conferenza, a Essex onell’Hertfordshire.Torneràstasera.

Quandoluièqui,vorrei tantoesseredasola, invecequandononc’è,nonriescoasopportarelasolitudine.Ilsilenziomirisultaintollerabile:parloavocealtaperromperlo.Stamattina,quandoeroaletto,continuavoapensare:esesuccedesseancora?Cosaaccadràquandorimarròdasolaconlei?SenonsaròconScott,senonsaremoconlui?Eseluicapissechenonèsua?

Potrebbe esserlo, ovviamente.Non so perché,ma sento che non è sua, allo stessomodo in cuisento che è una bambina. E se non lo fosse, come farebbe a scoprirlo? Non potrebbe. Sono unasciocca:luisaràfelicissimodellanotizia,impazziràdigioia.Nonsospetterànulla.Dirglielosarebbeuna crudeltà: lo farebbe soffrire tantissimo.E iononvoglio ferirlo.Nonhomaivoluto fargli delmale.

Manonpossononesserequellachesono.«Peròpuoievitaredifarelecosechefai»mihadettoKamalunavolta.L’hochiamatopocodopolesei.Ilsilenzioerainsostenibileeiniziavoadaverpaura.Hopensato

di telefonare a Tara, che si sarebbe precipitata all’istante, ma non credo che l’avrei retta: è cosìappiccicosaeiperprotettiva!Kamalèl’unicapersonachemièvenutainmente.Hotelefonatoacasasua,glihodettochestavomale,chenonsapevocosafare,chestavo impazzendo.Èarrivatoquasisubito,senzafaredomande.Forsehoesageratounpo’,deveavertemutochestessipercommettereungestoirreparabile.

Siamo in cucina. È presto: sono le sette e mezza. Deve scappare per non tardare al primoappuntamentodellagiornata.Loguardo:siamosedutialtavolo,luihaintrecciatolemaniemifissaconisuoigrandiocchiscuri.Sentodivolerglibene,davvero.Èstatobuonoconme,nonostantemisiacomportatadastronza.

Mihaperdonatotuttoquellocheèsuccessoinpassato,propriocomesperavo.Hacancellatoimieipeccati.Mihadettochedevoassolveremestessa,altrimentiavròsemprevogliadiscappare.Eadessononpossopiùfuggire,vero?Adessoc’èlei.

«Hopaura.Esesbagliassidinuovotuttoquanto?Esecifossequalcosachenonvainme?EselecoseandasseromaleconScott?Semiritrovassiun’altravoltadasola?Nonsosepossofarcela,hopauradiriviverequellasituazione...Dasolaconunfiglio...»

Sisporgeinavantiemiprendelamano.«Nonfarainulladisbagliato.Nonseipiùunabambinasolaetriste,seiunapersonadiversa.Adessoseipiùforte,seiun’adulta.Nondevipiùaverpauradellasolitudine.Nonèlacosapeggiorechetipossacapitare,no?»

Nondiconiente,manonpossofareamenodichiedermiseèdavverocosì.Sechiudogliocchi,rivivolasensazionecheprovoognivoltachestoperaddormentarmiemisvegliodisoprassalto.È

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comeessereda soli inuna casabuia, ascoltare le suegrida, aspettare cheMac salgagli scalini dilegnoesaperechenonarriveràmai.

«Non posso dirti cosa devi fare conScott. La tua relazione con lui... be’, ti ho espresso lemieperplessità,madevidecideredasola.Devicapiresetifididilui,sevuoichesiprendacuraditeedeltuobambino.Megan,soltantotupuoidecidere.Eiocredochetupossafidartideltuogiudizio.Farailacosagiusta.»

Escosulpratoeluimiportaunatazzadicaffè.Laappoggio,poiloabbraccioeloattiroversodime.Sentoiltrenochepassasferragliando,all’altezzadelsemaforo.Ilrumoreècomeunabarriera,unmurochecicircondaeciprotegge.Perunistante,siamosolialmondo.Luimistringeemibacia.

«Grazie»glidico.«Graziediesserevenuto,diesserequi.»Luisorride,poisistaccadameemiaccarezzadolcementelaguancia.«Megan,andràtuttobene.»«Nonpossoscappareconte?Noidue...perchénonscappiamoinsieme?»Ride.«Tunonhaibisognodime.Enondevinemmenocontinuareafuggire.Andràtuttobene,per

teeperiltuobambino.»

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Sabato13luglio2013MattinaSocosafare.Iericihopensatopertuttoilgiorno,eanchestanotte.Hodormitopochissimo.Scottèrientrato stanco e di pessimoumore; avevavoglia soltanto dimangiare, scopare e buttarsi a letto.Nonavevatempoperaltro.Nonerailmomentoadattoperaffrontarel’argomento.

Sonorimastasvegliatuttalanotte,mentreluierasdraiatoalmiofianco,sudatoeirrequieto.Hopresolamiadecisione:faròlacosagiusta.Faròtuttocomesideve,cosìnonmisuccederànientedimale.Esecapiterà,nonsaràstatopercolpamia.Ameròquestacreaturaelacresceròsapendodiaverfatto la cosa giusta, fin dall’inizio.Be’, forse non proprio dal primomomento,ma da quando hosaputocheleistavaarrivando.Lodevoaquestabambina,elodevoancheaLibby.Stavoltadevofareinmodochelecosevadanoinmododiverso.

Ripenso alle parole del mio insegnante e a tutte le cose che sono stata: bambina, adolescenteribelle, fuggitiva, prostituta, amante, pessima madre, pessima moglie. Non credo di potermitrasformareinunabuonamoglie,maforseinunabuonamadresì:devoprovarci,almeno.

Non sarà facile. Forse sarà la cosa più difficile che io abbiamai fatto,ma dirò la verità. Nonvogliopiùmentire,nascondermi, scapparee fare stupidaggini.Dirò tutta laverità evedremocosasuccederà.Seluinonmiameràpiù,pazienza.

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SeraHolamanocontroilsuopettoespingocontuttalamiaforza,manonriescoarespirareeluièmoltopiùrobustodime.Mistastringendolagolaconilbraccio,sentoilsanguepulsarenelleorecchie,holavistaoffuscata;mihaschiacciatacontrolaparete,provoagridare.Gliafferrolamagliettaeluimilasciaandare.Siallontanaeioscivoloaterra,sulpavimentodellacucina.

Tossiscoesputo,hoilvoltorigatodilacrime.Luièinpiedi,aunmetrodame;quandosivolta,miportolamanoallagola,perproteggermi.Leggolavergognaneisuoiocchievorreirassicurarlo,dirglichevatuttobene.Aprolaboccamariescosoltantoatossire.Ildoloreèinsopportabile.Mistadicendo qualcosa, ma non lo sento; mi sembra di essere sott’acqua, i rumori sono attutiti. Noncapisconiente.

Credochestiadicendocheglidispiace.Riescoarimettermiinpiedi,poiglipassodifiancoemiavviosuperlescale;entroincamerae

chiudolaportaachiave.Misiedosullettoeaspetto,maluinonviene.Prendolasaccadaviaggiochetengosottoillettoemispostodavantialcassettoneperprenderequalchevestitoedarmiun’occhiatanellospecchio.Sonomoltopallida,holelabbralivideegliocchiiniettatidisangue.

Unapartedimeèscioccataperchéluinonmihamaipicchiatainquestomodo,mal’altraparteseloaspettava.Hosempresaputochesarebbepotutosuccedere,echeprimaopoisaremmoarrivatiaquesto punto. Ho fatto in modo che capitasse. Lentamente, prendo gli indumenti dai cassetti:biancheriaintima,unpaiodimagliette.Liinfilonellaborsa.

Nonglihoancoradettoniente:avevosoltantoiniziato.Volevopartiredallecosebrutte,poisareipassataallebellenotizie.Nonpotevodirglidelbambinoepoirivelarglicheforsenonerasuofiglio:sarebbestatotroppocrudele.

Eravamofuori,nelportico.Luistavaparlandodilavoroesièaccortochepensavoadaltro.«Tistoannoiando?»«No.Be’,forsesì...unpochino.»Nonhariso.«No,sonosolodistratta,perchédevodirtiunacosa.

Inrealtà,cisonounpo’dicosechetidevodire.Alcunenontipiaceranno,maaltre...»«Checosanonmipiacerà?»Avreidovutocapirechenonerailmomentogiusto,cheeradicattivoumore.Èdiventatosubito

sospettoso.Misareidovutarenderecontocheeraunapessimaidea.Forsel’hointuito,maeratroppotardiperfaremarciaindietro.Comunque,avevogiàdecisoeavreifattolacosagiusta.

Misonosedutavicinoaluieglihopresolamano.«Allora?Checosanonmipiacerà?»haripetuto,senzalasciarmilamano.Glihodettocheloamavoehosentitochesiirrigidiva,comesesipreparassealcolpochestava

perarrivare.Ènormale,credo,sequalcuno tidiceche tiamacon il tonochehousato io.Tiamo,davvero,ma...Ma...

Glihoconfessatodiavercommessoalcunierrorieluimihalasciatolamano.Sièalzatoinpiediesièallontanatodiqualchepasso,indirezionedeibinari,poisiègiratoaguardarmi.«Chetipodierrori?»Lavoceeraneutra,masentivochesistavasforzandodinonperdereilcontrollo.

«Vieniasedertiquiconme,perfavore.»Luihascossolatesta.«Chetipodierrori?»hachiestoancora,avocepiùalta.«C’era...adessoèfinita,ma...avevounaltro.»Hotenutogliocchibassi,nonriuscivoaguardarlo.Hamormoratoqualcosachenonhocapito.Hosollevato la testa,ma lui sièvoltatodinuovoa

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fissareibinari,conlemanisulletempie.Misonoalzatainpiediemisonoavvicinata,hoprovatoadabbracciarlo.Lui si è allontanato conuno scatto, poi si è direttoverso la casa eha sibilato: «Nontoccarmi,troia».

Avreidovutolasciarloandare,dargliiltempodirazionalizzare,manonl’hofatto,perchévolevofinirelebruttenotizieperpassareallebellenovità,cosìl’hoseguitoincasa.

«Scott,perfavore,ascoltami,nonèunatragedia.Adessoèfinita,davvero,perfavore...»Haafferrato la sua fotografiapreferita,quelladinoiduecheavevo incorniciatoper il secondo

anniversariodimatrimonio,el’hascagliataversodime,colpendoilmuro.Mihapresaperlespalleemihasbattutacontrolapareteopposta.Hopicchiatolatesta,poiluisièavvicinato,mihamessoilbracciosullagolaehainiziatoaspingere,semprepiùforte,senzaparlare.Hachiusogliocchipernonvedermisoffocare.

Finiscodi fare laborsa,ma lasvuotosubitoe rimettogli indumentiaposto,neicassetti.Semivede uscire con un bagaglio, nonmi farà andar via. Devo scappare amani vuote: prenderò soloborsettaecellulare.Poicambioideaericomincioafareibagagli.Nonsodoveandare,manonpossorestarequi.Chiudogliocchiesentolesuemanichemistringonolagola.

Sochehodecisodinonfuggireedinonnascondermipiù,manonpossorimanerequistanotte.Sentoisuoipassisullescale:sonolenti,pesanti.Cimetteunavitaadarrivare.Disolitoèveloce,mastaserasembrachestiaandandoalpatibolo.Perònonsoseluièilboiaoilcondannato.

«Megan?»Non prova ad aprire la porta. «Megan,mi dispiace di averti fattomale.Mi dispiacedavvero.»Stapiangendo.Mifaarrabbiare:vorreiuscireepiantarglileunghieinfaccia.Nonosarepiangere,dopoquellochemihaiappenafatto!Sonofuribonda,vogliourlarglidiandarsene,mamimordo la lingua. Non sono un’idiota e lui ha tutte le ragioni di essere incazzato con me. Devomantenere la lucidità. Adesso devo pensare per due. Lo scontro mi ha rafforzata, mi ha resa piùdeterminata.Èfuoridallaporta,michiedeperdono,maoranonhotempoperlui:hoaltrodafare.

Infondoall’armadio,sottounapiladiscatoledascarpe,tutteetichettate,cen’èunaconlascritta:STIVALETTIROSSI.Contieneuncellularevecchissimo,diquelliprepagati.L’hocompratoannifaelotengoperleemergenze.Nonlousodaunpo’,maoggièlagiornatagiusta.Voglioesseresinceraefaretuttoallalucedelsole.Bastamentire,bastanascondersi.Ètempocheilpaparinosiprendalesueresponsabilità.

Misiedosullettoeaccendoiltelefonino,pregandocheabbiaancoraunpo’dicarica.Loschermosiillumina;sentol’adrenalinanellevene,mistordiscecomeseavessibevutoofumato.Stoiniziandoadivertirmialpensierodicosasuccederàquandodiròtuttoeloaffronteròavisoaperto,luietuttiglialtri, mettendoli davanti a ciò che sono e alle loro responsabilità. Prima di domani, tutti quantisarannocostrettiaguardareinfaccialarealtà,cosìcom’èveramente.

Chiamo il suo numero. Come ovvio, parte la segreteria. Riappendo e glimando un sms.Devoparlarti.SUBITO.Chiamami.Poimisiedoeaspetto.

Controllo il registrodelle telefonate: l’ultima risale ad aprile.Cene sonoparecchie, quasi tutteperse,trafinemarzoeiprimidiaprile.L’hochiamatoincontinuazione,maluimiignoravaenonharispostonemmenoquandohominacciatodipresentarmiacasasuaperspifferaretuttoasuamoglie.Adessomiascolterà:locostringeròastarmiasentire.

All’inizio,erasoltantoungioco,unadistrazione.Civedevamoognitanto.Luifacevaunsaltoingalleria,mi sorrideva, ci provava,ma era un innocuo diversivo: c’erano tanti altri uomini che sicomportavanocomelui.Poilagalleriahachiusoeiorimanevoacasatuttoilgiorno,solaeannoiata.Avevobisognodiqualcos’altro,diqualcosadidiverso.UngiornoScottnonc’era; l’ho incontratoper strada, ci siamomessi aparlare e l’ho invitatoabereuncaffè.Dalmodo incuimiguardava,

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avevocapitoesattamentecosaglipassavaperlatesta,edèsuccesso.Poiècapitatodinuovo,manoneranullachefossedestinatoadurare.Mipiacevaesseredesiderata,eavereilcontrollo.Eraunacosastupidaebanale,nonvolevocertoche lasciasse suamoglie,mavolevochearrivasseapensaredilasciarlaperme.

Nonricordoquandohocominciatoacrederechecifossequalcosadipiù,cheeravamofattil’unoperl’altra.Daallora,luihainiziatoadallontanarsi.Hasmessodimandarmisms,nonhapiùrispostoalle telefonate. Mi sono sentita rifiutata, come mai mi era capitato in precedenza. Odiavo essererespinta,ealloraèdiventataun’ossessione.Adessolocapisco.Pensavodavverodipoterchiuderelastoriasenzatroppeconseguenze,soltantoconqualcheammaccatura,maoranonèpiùcosìfacile.

Scottèancoradavantiallaporta.Nonfa rumore,masento lasuapresenza.Entro inbagnoe lochiamodinuovo.C’èancoralasegreteria.Insisto,eallafineglisussurrounmessaggio:«Rispondiovengolì.Nonstoscherzando.Devoparlarti,nonpuoifarfintadiniente».

Restoinbagnoperqualcheminuto,coniltelefoninoappoggiatoalbordodellavandino;aspettochesuoni,maloschermosiostinaarimaneregrigioespento.Mipettino,milavoidentiemimettounpo’ditrucco;ilpallorestascomparendo,hoquasirecuperatoilmiocoloritonaturale.Hoancoragli occhi rossi emi famale la gola,ma per il resto sono a posto. Inizio a contare: se arriverò acinquantaeilcellularenonavràsquillato,andròdaluiebusseròallasuaporta.Nonsquilla.

Miinfiloiltelefoninonellatascadeijeans,tornoincameradalettoeaprolaporta.Scottèsedutosulpianerottolo,atestabassa,conleginocchiacontroilpetto.Nonmivede,cosìlosuperoeinizioacorreregiùperlescale,arottadicollo.Hopaurachemiafferridadietroemispinga.Luisialzainpiedieurla:«Megan!Dovevai?Staiandandodalui?».

Arrivo in fondo alle scale, poi mi volto per rispondergli. «Non c’è nessun lui, hai capito? Èfinita!»

«Megan,aspetta!Perfavore,nonandartene!»Nonvogliosentirelesueimplorazioni,queltonosupplichevole,diautocommiserazione.Lagola

mibruciaancora,comeseavessibevutounbicchierediacido.«Nonseguirmi!Selofai,nontorneròpiù.Haicapito?Semigiroetitrovodietrodime,quella

saràl’ultimavoltachevedilamiafaccia.»Escosbattendolaporta,luicontinuaachiamarmi.Mifermosulmarciapiedi,peresserecertachenonmiabbiaseguita,poimiavviolungoBlenheim

Road.Arrivodavantialcivico23edicolpoperdoilcoraggio.Nonsonoancorapronta,hobisognodiunminutodiraccoglimento.Forsepiùdiunminuto.Superolacasa,ilsottopassaggio,lastazione;continuofinchénonarrivoalparcoelochiamodinuovo.

Gli dico dove sono, che lo aspetto qui,ma se non verràmi presenterò a casa. È la sua ultimapossibilità.

Èunabellaserata;sonogiàlesette,mafaancoracaldo.Ungruppodibambinigiocaconl’altalenae lo scivolo, mentre i genitori chiacchierano animatamente. Sembra una situazione piacevole,normale, ma so che io e Scott non porteremo mai nostra figlia qui a giocare: non riesco aimmaginarmi felice e rilassata, insieme a lui.Non adesso, almeno, non dopo quello che è appenasuccesso.

Stamattina ero convinta che dire la verità fosse la soluzione migliore. Anzi, che fosse l’unicapossibile.Bastamentire,bastanascondersi.Equandomihapicchiata,mihaconfermatocheavevoragione.Peròadessosonoquidasola,Scottèferito,oltrechearrabbiato,enonsonopiùsicuradiaverfattolacosagiusta.Nonsonostataforte,masoltantosconsiderata,cosìhofinitopercombinareunbelpasticcio.

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Forsenonèilcoraggiodidirelaveritàquellochehobisognoditirarfuori.Forsedovreisoltantoconvincermiadandarmene.Nonèunproblemadiirrequietezza:c’èdipiù.Dovreisoltantofuggiredaentrambi,datuttoquanto.Dovreifarlo,permeeperlei.Forsescappareenascondermièproprioquellochedevofare.

Mialzoinpiediefaccioilgirodelparco,unavolta.Vorreicheilcellularesquillasse,masonoancheunpo’spaventataeallafinesonofelicecherimangamuto:loprendocomeunsegno.Tornosuimieipassi,versocasa.

Ho appena superato la stazione quando lo vedo. Cammina a passo svelto, subito fuori dalsottopassaggio, ha i pugni stretti e le spalle un po’ curve in avanti. Non riesco a trattenermi e lochiamo.

Si volta a guardarmi. «Megan!Cosadiavolo...»La sua espressione è rabbiosa emi fa segnodiandareconlui.

«Avanti!Nonpossiamoparlarequi,lamacchinaèlaggiù.»«Devosoltanto...»«Non possiamo parlare qui!» urla. Poimi prende per un braccio e aggiunge: «Andiamo in un

postotranquillo,tiva?Unpostodovepotremostaredasoli».Mentresalgoinmacchina,lancioun’occhiataalsottopassaggio.Èbuio,mamisembradiscorgere

qualcuno,nell’ombra,checivedeandareviainsieme.

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Rachel

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Domenica18agosto2013PomeriggioAnnasiprecipitaincasanonappenalovede.Ilcuoremibatteall’impazzata;laseguoconcautelaemifermoquandoarrivodavantiallaportaavetri.Siabbracciano,labambinaètradiloro.Annahaabbassatolatesta,letremanolespalle.Luilebaciaicapelli,mailsuosguardoèfissosudime.

«Cosasuccede?»chiede,conunsorrisoincerto.«Miecare,sonodavverosorpresoditrovarviingiardinoachiacchierare.»

Iltonoèdivertito,manonmiincanta.Nonpiù.Aprolaboccaperdirequalcosa,manontrovoleparolegiuste,nonsodadovecominciare.

«Rachel?Tispiacespiegarmichecosastasuccedendo?»SistaccadaAnnaesiavvicinaame.Iofacciounpassoindietro,luisimettearidere.

«Cosac’è?Haibevuto?»midomanda,masachenonsonoubriaca,glieloleggoinfaccia.Forsepreferirebbe che lo fossi. Infilo lamanonella tascadei jeans: il cellulare è lì, rassicurante, vorreisoloavergiàchiamatolapolizia.SeavessidettochesonoacasadiAnna,conlabambina,sarebberoaccorsisubito,anchesenonmiritengonounatestimoneaffidabile.

Tomèarrivatoallaporta,amenodiunmetrodame.«Ti ho visto» rispondo, e provo una sensazione di euforia. «Tu credi che io non ricordi nulla,

invecetisbagli.Iotihovisto.Dopoavermipicchiata,mihailasciatalì,nelsottopassaggio...»Scoppia a ridere,ma si capisce che la sua è una reazione artefatta.Mi chiedo come ho potuto

lasciarmiingannareperanni.Èspaventato.Lanciaun’occhiataadAnna,maleinonloguarda.«Dicosastaiparlando?»«Nelsottopassaggiodellastazione,laseraincuiMeganHipwellèscomparsa...»«Stronzate! Io non ti ho picchiata, sei caduta!» Prende lamano diAnna e la attira verso di sé.

«Cara, perché sei così sconvolta?Nondevi starla a sentire, dice solo stupidaggini. Io non homaialzatounditosudilei,logiuro.»Laabbraccia.«Avanti,tel’hodettocom’èfatta!Quandobeve,nonricordanulladiquellochesuccede,epoisiinventa...»

«Sei salito inmacchina con lei. Vi ho visti andare via insieme.» Continua a sorridere,ma consempremenoconvinzione; forseè lamia immaginazione,mamisembrachesia sbiancato.LasciaandareAnna,chevaasedersialtavoloeglivoltalaschiena;hapresolabambinainbraccio.

Tomsipassalamanosullabocca,poisiappoggiaalripianodellacucinaeincrocialebracciasulpetto.«Econchisareisalitoinmacchina?»

«ConMegan.»«Certo!» Scoppia in una risata forzata. «L’ultima volta che ne abbiamo parlato mi avevi visto

salire inmacchina conAnna. Adesso èMegan? E chi sarà la prossima settimana? La principessaDiana?»

Annamiguarda:vedolasperanzaeildubbiofarsistradasulsuovolto.«Maneseisicura?»Tomsi inginocchia al suo fianco.«Nochenonne è sicura!Si è inventata tutto, comeal solito.

Tesoro,tiprego,perchénonvaidisopraunattimo?CipensoioaRachel.Estavoltafaròinmodochenoncidiapiùfastidio.»

Annastavacillando:loosservaecercadicapirelaverità,maluisostieneilsuosguardo.«Anna!Tulosai,saicheTomstamentendo.Losaicheandavaalettoconlei!»esclamo.Perunattimo,nessunodiceunaparola.AnnaguardaTom,poimeepoidinuovoTom.Aprela

boccaperdirequalcosa,masitrattiene.«Anna!Macosastadicendo?Nonc’è...nonc’eranientetrameeMeganHipwell!»«Tom, ho trovato il telefonino» confessa lei, a voce quasi impercettibile. «Non farlo, non

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raccontarmipalle.»Labambinainiziaafrignare.TomlaprendedallebracciadiAnnaelaportavicinoallafinestra,

sussurrandoleparolechenoncapisco.Annahaabbassatolatestaestapiangendo.«Dovel’haimesso?»chiedeTom.Adessononsorridepiù.«Anna,iltelefono.Lohaidatoalei?»

Sigiraversodime.«Cel’haitu?»«Iononnesoniente»replico,mavorreicheAnnamel’avessedettoprima.Tommiignora.«Anna,lohaidatoalei?»Annascuotelatesta.«Dov’è?»«L’hogettatovia.Oltrelastaccionata,versoibinari.»«Brava,moltobene!»Stagiàelaborandounpiano.Milanciaunabreveocchiata.Sembrasconfitto,

madurasoltantounattimo.SirivolgeadAnna.«Erisemprestanca.Noneri interessataame,pensavisoltantoallabambina.

Non è forse vero? Tu eri al centro di tutto!» Eccolo, è di nuovo padrone della situazione. Fa lesmorfie alla bambina, le fa il solletico alla pancia, la fa ridere. «E Megan era... be’, era moltodisponibile. All’inizio, ci incontravamo a casa sua, ma lei era paranoica, temeva che Scott se neaccorgesse.AlloraabbiamocominciatoavedercialloSwan.Era...teloricordicom’era,vero,Anna?Comeèstatopernoiall’inizio,quandociincontravamoinquellacasadiCranhamStreet.Sochemicapisci.»Miguardaemifal’occhiolino.«ÈdovecivedevamoconAnna,aivecchitempi.»

Sposta la bambina da un braccio all’altro. «Tu pensi che io sia crudele,ma non è così. Ti stodicendolaverità.Èquestochevuoi,vero,Anna?Mihaichiestodinonraccontartipalle.»

Annanonalzalosguardo;sièirrigiditaehaafferratoilbordodeltavoloconlemani.Tomsospira.«Aesseresincero,èunsollievo.»Oraparlaconme.«Èdavverofaticosoavereache

fareconpersonecomevoi.Cazzo,cihoprovato!Hoprovatoadaiutarvi,tutteedue.Voisiete...vihoamateentrambe,sulserio,masietecosì...cosìfragili.»

«Vaffanculo,Tom!»esclamaAnna,alzandosiinpiedi.«Nonpuoiparagonarmialei!»Liguardoecapiscochesonopropriounacoppiabenassortita.Leièiltipochefaperlui,molto

piùdime.Quasinonleimportachesuomaritosiaunbugiardoeunassassino,masiindignaperchél’haparagonataame.

Tom le si avvicina e le sussurra all’orecchio. «Mi dispiace, tesoro. Non dovevo dirlo.» Lei lospingeviaeluisivoltaversodime.«Hofattodelmiomeglio,etulosai.Sonostatounbuonmaritoper te,Rach.Hosopportato tantecose: il tuoproblemacon l’alcol, ladepressione.Horesistitopermoltotempo,primadigettarelaspugna.»

«Tu mi hai mentito. Dicevi che era colpa mia, mi hai fatto credere di non valere niente. Miguardavisoffrire...»

Luisistringenellespalle.«Rachel,hai ideadiquantoeridiventatanoiosa?Ebrutta?Eri troppodepressaperalzartidallettolamattina,troppostancaperfartiladocciaelavartiicapelli.Cristo!Nonc’èdastupirsisehopersolapazienzaehocercatoaltrove,noncredi?Deviincolparesolotestessa.»

Miguardacondisprezzo,poisivoltaversoAnnaesembrapreoccupato.«Anna,conteèstatotuttodiverso, te logiuro.QuellacosaconMegan...eraunosvago.Nientedipiù.Nonnevadofiero,maforseavevobisognosoltantodiunpo’dievasione.Tuttoqui,noneraunastoriaseria,nonavrebbemaiinterferitoconnoi,conlanostrafamiglia.Vogliochetulocapisca.»

«Tu...»Annanonriesceaparlare.Tomlemetteunamanosullaspallaelastringe.«Checosa,tesoro?»«HaipermessochesiprendessecuradiEvie!Telascopavimentrelavoravaqui?Mentreeraqui

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perfaredababysitteranostrafiglia?»Luispostalamano.Lasuafacciaèilritrattodelpentimento,dellacontrizione.«Èstatoterribile.

Pensavo...credevoche...adire ilvero,nonlosochecosapensavo.Hosbagliato.Èstatounerroretremendo.» La maschera cambia di nuovo: adesso è innocente come un bambino e si mette asupplicarla:«Anna,iononlosapevo.Devicredermi,nonsapevochedonnafosse,cheavesseuccisosuofiglio.Seloavessisaputo,nonl’avreimailasciataavvicinareaEvie!Devicredermi!».

Anna balza in piedi e spinge via la sedia, che cade a terra. «Dammela!» ordina, allungando lebraccia.Tomarretradiunpasso.«Dallaame!Dallaame,tihodetto!»

Maluinonlaascolta;continuaacullarelabambina,cercadifarladormiresussurrandoleparolineall’orecchio. Anna si mette a urlare; all’inizio ripete: «Dammela! Dammela!», ma la sua voce sitrasformaprestoinunlamentoindistintoerabbioso.Anchelapiccolacominciaastrillare.Tomcercadi tranquillizzareEviee ignora lamoglie.Toccaameoccuparmene; la trascino fuorie leparloavocebassa.

«Anna,devicalmarti,okay?Hobisognocheticalmi.Oratutornidentroecerchididistrarloperqualcheminuto,cosìpossochiamarelapolizia,haicapito?Vabene?»

Leiscuote ilcapo; tremadalla testaaipiedi.Miafferraper lebracciaeaffonda leunghienellacarne.«Comehapotutofarlo?»

«Anna,stammiasentire!Deviriuscireatenerlooccupatoperunattimo!»Allafinemiguarda,capiscecosalestodicendoeannuisce.«Vabene.»«Provaa...nonloso.Faiinmodochesispostidallaporta,distrailo.»Lei rientra. Io sospiro emi allontano di pochi passi dalla porta a vetri.Non troppo,mi fermo

all’iniziodelprato,poimivoltoaguardare.Sonoancoraincucina,facciounaltropasso.Sièalzatoilvento:ilcaldostaperfinire.Lerondinivolanobasse,sentol’odoredellapioggiachesiavvicina.Èunprofumochemipiacemolto.

Mettolamanointascaeprendoilcellulare.Sonoagitata,civoglionotretentativiprimacheriescaasbloccarelatastiera.Perunattimo,pensodichiamarelaRiley,qualcunochemiconosce.Controlloil registro delle telefonatema non trovo il suo numero, allora decido di digitare il 999. Sono alsecondonovequandouncalciomicolpisceallabasedellaschienaemiatterratral’erba.Ilcellularemisfuggedimanoeluiloafferraprimacheioriescaarialzarmi.

«Rach,nonfacciamostupidaggini.»Miprendeperunbraccioemirimetteinpiedi,senzaalcunosforzo.

Mispingeincasaeiononoppongoresistenza,perchésochenonservirebbeanulla:nonriusciròascapparedaqui.Chiudelaportaavetrielablocca,poigettalechiavisultavolodellacucina.Misorride,emiassaleildubbiochegliabbiadettoleichestavoperchiamarelapolizia.

Annasimetteapreparareilpranzoperlabambinaeuntèpernoi.Èunasituazionesurreale:perun attimo penso che potrei cavarmela salutandoli e uscendo in strada, al sicuro. È una tentazioneirresistibile;provoadavvicinarmiallaporta,maTommisbarrailpasso.Miappoggialamanosullaspalla,poiladirigeversolagolaestringe,condelicatezza.

«Rach,checosadevofareconte?»

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Megan

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Sabato13luglio2013SeraMiaccorgodelsanguesullemanisolodopochesiamosalitiinmacchina.

«Tiseitagliato»glidico.Luinonrisponde.Stringeilvolanteconforza.«Tom,dovevoparlarti.»Cercodiessereconciliante,dicomportarmidaadulta,maforseètroppo

tardi.«Midispiacediavertiassillato,matumihaicompletamentetagliatafuori!Tu...»«Va tutto bene. Non sono... sono incazzato per un’altra cosa, tu non c’entri niente.» Si volta a

guardarmieprovaasorridere,manonciriesce.«Problemiconlamiaex.Saidicosaparlo.»«Cosatiseifattoallamano?»«Problemicon lamiaex» ripete.C’èqualcosadi inquietantenella suavoce.ArriviamoaCorly

Woodsenzadireunaparola.Cifermiamoinunparcheggiodovesiamogiàstati.Diseraèsempredeserto,senonperqualche

ragazzinochevieneascolarsiunalattinadibirradinascosto.Staseracisiamosolonoidue.Tom spegne il motore e si gira verso di me. «Bene. Di cosa volevi parlarmi?» È ancora

arrabbiato,mastasbollendo.Però,dopoquellochemièsuccessostasera,nonmelasentodirestareinunospaziochiusoconunuomoinfuriato.Glisuggeriscodifareduepassi.Luialzagliocchialcieloesospira,mapoiaccetta.

Fa ancora caldo. Sotto gli alberi ci sono nugoli dimoscerini e i raggi del sole filtrano tra lefoglie, inondando il sentiero di una luce strana, quasi sovrannaturale. Le gazze gracchiano senzasosta,nascostetrairami.

Camminiamo in silenzio; io davanti,Tomdistanziatodi pochi passi. Stopensando a quello chedevodirgli,alleparoledausare.Nonvogliopeggiorare lasituazione,devocontinuarearipetermichestofacendolacosagiusta.

Mifermoemivoltoaguardarlo;siamomoltovicini.Mimettelemanisuifianchi.«Qui?Èquestochevuoi?»Sembraannoiato.«No,nonèquesto.»Miallontano.Ilsentieroèinleggeradiscesa.Rallento,luitieneilmiopasso.«Ealloracosavuoi?»Sospiro.Lagolamibruciaancora.«Sonoincinta.»Lui non reagisce. Il suo volto è inespressivo, come se gli avessi detto che devo passare al

supermercatoafarelaspesaochehounappuntamentodaldentista.«Congratulazioni»risponde,dopounpo’.«Tom,tel’hodettoperché...be’,perchéèpossibilechetusiailpadre.»Mifissaperunattimo,poiscoppiaaridere.«Machefortuna!Quindiscapperemoinsieme,noitre?

Io,tueilbambino?Dov’èchedovevamoandare?InSpagna?»«Credochetulodebbasapere,perché...»«Abortisci. Cioè, se è di tuomarito fa’ quel che vuoi, ma se è mio, allora sbarazzatene. Dico

davvero,nonpossiamofarestupidaggini.Iononvogliounaltrofiglio.»Miaccarezzalaguancia.«Epoinoncredochetusiatagliataperfarelamadre.Vero,Megs?»

«Potraiesserecoinvoltonellamisuracheritieni...»«Haisentitoquellochetihodetto?»grida,poisiavviaallamacchina.«Megan,sarestiunapessima

madre.Liberatidelbambinoenonparliamonepiù.»Lo inseguo; quando lo raggiungo, lo colpisco alla schiena. Sto gridando, cerco di graffiargli

quellafacciainsolente,maluirideemitieneabadaconfacilità.Glisputoaddossolecosepeggiori

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chemipassanoperlatesta.Insultolasuavirilità,quellalagnadisuamoglie,quelmostriciattolodellasuabambina.

Non capiscoperché sono così infuriata. In fondo, che cosami aspettavo?Che fosse arrabbiato,dispiaciuto, sconvolto forse, ma non questo. Nonmi ha nemmeno rifiutata: mi ha semplicementeliquidata.Luivuolecheiosparisca,ioelabambina.Glielodico,anziurlo:«Iononmeneandrò,telafaròpagare,pagheraiperilrestodellatuavita!».

Adessononridepiù.Sistaavvicinando.Etienequalcosainmano.Sonocaduta,devoesserescivolata.Hosbattutolatestacontrounoggetto,mivienedavomitare.È

tuttorosso,nonriescoadalzarmi.Unaperildolore,dueperlagioia,treperunaragazza.Treperunaragazza.Misonobloccataal

tre,nonriescoaproseguire.Ho la testapienadisuonie labocca impastatadisangue.Treper unaragazza. Le gazze ridono, si prendono gioco dime con il loro gracchiare.Una schiera di gazze,cattivo presagio. Adesso le vedo, nere contro il sole. Non sono gli uccelli, è qualcos’altro. Staarrivandoqualcuno,midicequalcosa.Adessoguarda:eccochecosamihaicostrettoafare.

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Rachel

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Domenica18agosto2013PomeriggioSiamosedutiinsoggiorno.Èunostranotriangolo:Tom,padreaffettuosoemaritodevoto,èsedutosuldivano,conlabambinainbraccioelamogliealsuofianco.E,difrontealui,laexmogliechesorseggiauntè.Sembriamodegliadultichesicomportanocivilmente.Sonosedutasullapoltronacheavevamocompratosubitodopoessercisposati:ilnostroprimomobile,dipellemorbida,unoggettodi lusso.Ricordo com’ero contenta quando sono venuti a consegnarcela.Mi ci rannicchiavo emisentivofeliceeprotetta.Midavalestessesensazionidelmatrimonio:protettivo,caldo,accogliente.

Tommiguarda, sembraperplesso.Stapensandoauna soluzione.NonèpreoccupatoperAnna:sonoioilproblema.

«Sai,leieraunpo’comete»esclama,dicolpo.Siappoggiaalloschienaleesistemalabambinainuna posizione più comoda. «Be’, solo per alcuni aspetti. Aveva qualcosa... era una tipa incasinata,ecco. Non ho saputo resistere.» Mi sorride. «Dopotutto, io sono il principe azzurro, sul cavallobianco.»

«Nonseiaffattoilprincipeazzurro»replico,intonoserenoedistaccato.«Rach,nondire così!Non te lo ricordi?Eri così tristeperché eramorto tuopadre evoleviun

uomodalqualeritornareacasa,qualcunodaamare. Io tihodato tuttoquesto, tihofattasentirealsicuro.Poituhaimandatotuttoaputtane,manonpuoidarelacolpaame.»

«Tom,possodartilacolpadiunsaccodicose.»«No,nonèvero.»Agitaildito,insegnodirimprovero.«Noncominciareariscriverelastoria.Io

sonostatounbuonmaritoper te.Avolte...ecco,mihai forzato lamano,matiho trattatabene,misonopresocuradite.»Loascoltoemirendocontochementeasestesso,esattamentecomefaconglialtri,luicicrede:èdavveroconvintodiavermitrattatabene.

DicolpolabambinasimetteapiangereeAnnasialzainpiedi.«Devocambiarla.»«Nonadesso.»«Tom,èbagnata.Devocambiarla,nonesserecattivo.»Lelanciaun’occhiataccia,mapoilepassalabambina.MentreAnnasiallontana,iononriescoa

intercettare il suo sguardo.Si dirige verso le scale, lui però scatta in piedi e lemette lamano sulbraccio.«Puoifarloqui.»

Annavaincucinaecambiailpannolinosultavolo.Lapuzzadicaccariempielastanza,midàilvoltastomaco.

«Vuoi dirci perché?» gli chiedo.Anna si ferma e ci guarda. Il silenzio è interrotto soltanto daigridolinidiEvie.

Tomscuotelatesta,incredulo.«Avolteerapropriotestardacomete.Nonriuscivaacapirecheerafinita.Lei...nonascoltava.Tiricordicomelitigavamo?Volevisemprel’ultimaparola.Ancheleieracosì:nonascoltava.»

Si china in avanti e appoggia i gomiti sulle ginocchia, come se si apprestasse a raccontare unastoria. «All’inizio era solo per scopare, per spassarcela. Mi ha fatto credere che le interessassesoltanto divertirsi, ma poi ha cambiato idea. Non so perché sia successo. Era davvero una tipascombinata.SeavevalitigatoconScottoeraunpo’annoiata,allorainiziavaafarneticaredifuggireinsieme, ricominciare da capo, senza Anna ed Evie. Come se avessi voluto farlo! E se non erodisponibile ogni volta che ne aveva voglia, si arrabbiava, telefonava, mi minacciava, diceva chesarebbevenutaquieavrebberaccontatotuttoamiamoglie.

«Auntrattohasmesso,eiomisonosentitosollevato.Hopensatocheavessefinalmentecapitoche

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nonero interessatoa lei.Peròquel sabatohachiamato,volevachecivedessimoperchéavevaunacosa importante da dirmi. L’ho ignorata e lei ha cominciato a minacciarmi: ha detto che sarebbevenutaqui,lesolitecose.All’iniziononeropreoccupato,perchéAnnasarebbeuscita.Teloricordi,tesoro?DoveviandareacenaconletueamicheeiosareirimastoconEvie.Pensavochefosseunabuona occasione: lei sarebbe venuta qui, l’avrei affrontata e l’avrei fatta ragionare. Ma poi seiarrivatatu,Rachel,ehairovinatotutto!»

Siappoggiadinuovoalloschienaleeallargalegambe:habisognodispazio.«Èstatacolpatua.Èstatatuttacolpatua,Rachel.Annanonèuscitaconleamiche:ètornatadopocinqueminuti,sconvoltae arrabbiata perché tu eri in giro, ubriaca come al solito, e facevi casino con un tizio fuori dallastazione.Temevachevolessivenirequi,erainpensieroperEvie.

«Così,invecedichiarirelecoseconMegan,sonouscitoperoccuparmidite.Dio,inchestatoeri!Facevischifo,puzzavidivino...haiprovatoabaciarmi,teloricordi?»Fafintadivomitare,poiride.Annaloimita;forselotrovadivertente,ovuolesoloassecondarlo.

«Dovevo farti capire che non ti volevo più vicino a me, vicino a noi. Ti ho portato nelsottopassaggioetihodettodinonfartipiùvederedaquesteparti.Tugridaviepiangevi;tihodatounpugno per farti stare zitta,ma tu non hai smesso.» Parla a denti stretti; la tensione è evidente neimuscolidelsuoviso.«Erocosìincazzato:volevosoltantochecilasciasteinpace,tueMegan.Holamiafamiglia,hounavitafelice.»GuardaAnna,chestasistemandolabambinanelseggiolone,maleièimperscrutabile.«Misonofattounabellavita,nonostanteteenonostanteMegan.Nonostantetutti.

«Meganè arrivata subitodopo, stavaandando inBlenheimRoad.Nonpotevopermettere che siavvicinasse a casa nostra e che incontrasse Anna! Le ho detto che potevamo andare a parlare daun’altraparte,ederaquellocheintendevo;eral’unicacosachevolevofare.SiamosalitiinmacchinaesiamoandatiaCorly,nelbosco.Èunpostocheconoscevamo;ciandavamoognitanto,quandononavevamounastanza.Lofacevamoinmacchina.»

Annasiirrigidisce.«Anna,devicredermi,nonvolevochefinisseinquelmodo.»Tomlaguarda,poisichinainavanti

esifissaipalmidellemani.«Hainiziatoaparlaredelbambino,nonsapevasefossemioodiScott.Hadettochenonvolevasotterfugi,echesefossestatomio,avreipotutovederlo...Iolehospiegatochenonmenefregavanientedelsuobambino,chenonvolevosapernenulla.»Scuotelatesta.«Leisiè incazzata,equandoMegansi incazza...nonècomeRachel.Nonsimetteapiangere.Gridava,miinsultava, diceva cose terribili, che sarebbe andata da Anna, che non potevo ignorare lei, né suofiglio...Cristo,nonvolevastarezitta.Così...nonloso,volevochelasmettesse.Hopresounsassoeho...»Siguardalamanodestra,comesevedesselapietra,poichiudegliocchiesospira.«Uncolposolo, ma lei era...» Espira l’aria lentamente. «Non avevo intenzione di... Volevo soltanto che lasmettesse di parlare. Sanguinava parecchio. Piangeva, emetteva un rantolo tremendo. Cercava disfuggirmi,cosìnonhoavutoaltrascelta.Hodovutofinirla.»

Ilsoleècoperto,lastanzaèbuia.L’unicorumoreèilrespirodiTom,chestaquasiansimando.Lastradaèsilenziosaedatempononsentopassareitreni.

«L’homessa nel bagagliaio, poimi sono addentrato nel bosco, lontano dalla strada principale.Non c’era nessuno.Ho dovuto scavare...»Adesso ha il respiro corto. «Ho dovuto scavare amaninude.Avevopaura.»Miguarda,halepupilledilatate.«Avevoilterrorechearrivassequalcuno.Epoimifacevamale,misonospezzatoleunghienellaterra.Cièvolutomoltotempo.MisonofermatoperchiamareAnnaedirlechetistavocercando.»

Sischiariscelagola.«Ilterrenoeraabbastanzamorbido,manonsonoriuscitoascavareafondo,non quanto avrei voluto. Temevo di essere scoperto. Pensavo di ritornare in seguito, quando la

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faccendasifossesgonfiata.L’avreispostataesistematainunluogo...migliore.Poisonoiniziate lepiogge,enonhopotutofarlo.»

Mi guarda, sembra perplesso. «Ero certo che la polizia avrebbe sospettato di Scott.Meganmiavevadettocheluieramoltogeloso,eraconvintocheleiandasseascopareingiro,lecontrollavalaposta elettronica. Ho pensato... be’, a un certo punto avevo intenzione di portare il telefonino diMegan a casa di Scott.Non so, potevo andarlo a trovare per bere una birra, come si fa tra buonivicini. Non avevo un piano preciso, né avevo studiato tutti i dettagli. Non è stato un omicidiopremeditato,masoltantounincidente.Unterribileincidente.»

D’untratto,cambiadinuovoatteggiamento:èmutevolecomeilcielodiprimavera.Sialzainpiedievaincucina,doveAnnastadandodamangiareaEvie.Labaciasullatestaesollevalabambina.

«Tom...»Annainiziaaprotestare.«Vatuttobene.»Lesorride.«Vogliosoltantococcolarlaunpo’.Nonèvero,tesoro?»Siavvicina

alfrigoriferoeprendeunabirra,poimiguarda.«Nevuoiuna?»Scuotolatesta.«No,megliodino.»Nonloascoltoneppure:stosoppesandosedaquipossoraggiungerelaportasenzacheluiriescaa

fermarmi.Potreifarcela,senonfossechiusaachiave;altrimenti,sareineiguai.Milancioinavantiemimettoacorrere.Arrivonelcorridoioehogiàleditasullamaniglia,quandosentouncolpoallanuca. Il dolore è accecante, cado in ginocchio. Lui mi afferra per i capelli e mi trascina nelsoggiorno,poimilasciaandare.Èinpiediaccantoame,agambedivaricate.Haancoralabambinainbraccio,maAnnasièavvicinataperprenderla.

«Tom,dallaame,perfavore.Potrebbefarsimale.Tiprego,dammela.»Eviepiange,luilapassaallamadre.Tomstadicendoqualcosa,masembralontanissimo.Capiscoleparole,peròècomesenonstesse

parlandodime,comesenonstessesuccedendoame.Hol’impressionechetuttosisvolgadietrounvetro.

«Va’di sopra e chiuditi inbagno»ordina allamoglie. «Enon telefonare anessuno,hai capito?Anna,parlosulserio.Nondevichiamarenessuno.Quic’èlabambina,nonvogliamochelesuccedaqualcosadibrutto.»Annanonmidegnadiunosguardo.StringeEviealpettoecorrevia.

Tom si abbassa, afferra la cintura dei pantaloni e mi trascina in cucina. Scalcio e cerco diaggrapparmiaqualcosa,peropporreresistenza,manonciriesco.Noncivedobene,ehogliocchigonfidilacrime.Ildoloreallatestaètremendo;mivienelanausea.Unoggettomicolpiscelatempia.Famale,poinonsentopiùnulla.

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Anna

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Domenica18agosto2013SeraLeièsdraiatasulpavimentodellacucina.Sanguina,manoncredochelaferitasiagrave.Luinonl’hafinita,noncapiscocosastiaaspettando.ForsenonèfacileperTom:untempoerainnamoratodilei.

Mentreeroalpianodisopra,conEvie,hopensatocheinfondostasuccedendoproprioquellochevolevo:Rachelsparirà,unavoltapertutte,enontorneràpiù.Èquellochedesideravo,anchesenoninquestomodo.Peròvogliodavverochesi tolgadaipiedi.DatemposognounavitasenzaRachel,eadessostoperaverla.Saremosoltantonoitre:io,EvieeTom,comeègiustochesia.

Perunattimo,misonotrastullataconquestafantasia,poihoguardatomiafigliaaddormentataeho capito che stavo sognando.Mi sono baciata le dita, le ho appoggiate sulle sue piccole labbraperfetteehopensatochenonsaremmomaistatealsicuro.Iononsaròmaialsicuro,perchéconoscolaveritàeluinonsifideràpiùdime.Echimidicecheun’altraMegannonspunteràall’orizzonte?Oforse,peggioancora,un’altraAnna,un’altracomeme?

Sonotornataalpianterrenoeluierasedutoaltavolodellacucina,bevevaunabirra.All’iniziononl’hovista,poihonotatoilpiedeehoimmaginatochefossemorta,luiperòhadettochestavabene.

«Solouncolpetto»hacommentato,mastavoltasaràdifficilefarlopassareperunincidente.Abbiamoaspettato.Anch’iomisonopresaunabirraeabbiamobevutoinsieme.Mihadettochegli

dispiacevadavverotantoperMeganeperlarelazione.Mihabaciata,mihapromessochesisarebbefattoperdonare,chesarebbeandatotuttobene.

«Ce ne andremo da qui, come hai sempre desiderato.Andremo dove vuoi tu, ovunque.»Mi hachiestosepotevoperdonarlo,eioglihorispostocheloavreifatto,maavevobisognoditempo,eluimihacreduta.O,almeno,pensochemiabbiacreduta.

Il temporaleè iniziato,propriocomeilbollettinometeoavevaprevisto.Rachelsisvegliaper ilrombodeituoniecominciaamuoversi.

«Adessodovrestiandartene.Tornadisopra.»Lobacio sullaboccaemenevado,manon salgoalpiano superiore;prendo il telefonoche si

trovanelcorridoioemifermoaipiedidellescale,poiaspettochearriviilmomentogiusto.Luilestasussurrandoqualcosa,poisentoanchelavocediRachel.Sembrachestiapiangendo.

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Rachel

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Domenica18agosto2013SeraSentounrumore,sembraunsibilo,poiunlampodiluce:èlapioggiachecadescrosciante.Fuorièbuio,èarrivato il temporale.Unfulmine.Nonmieroaccortachefossesceso ilbuio. Ildoloremiriportaallarealtà;ilcuoremibatteforteingola.Sonosdraiatasulpavimentodellacucina.Riescoasollevare la testa, a fatica, e adappoggiarmiaungomito.Lui è sedutoal tavolo, conunabirra inmano;guardailcielo.

«Rach,cosadevofare?»michiede,quandovedechehoalzatolatesta.«Sonosedutoquidaquasimezz’ora e continuo a ripetermi la stessa domanda. Cosa devo fare con te? Quale scelta mi hailasciato?» Beve una lunga sorsata di birra, poimi guarda, pensieroso.Mimetto a sedere, con laschienaappoggiataalmobiledellacucina.Migiralatesta,holaboccapienadisalivaemivienedavomitare.Mimorsico le labbra e affondo le unghie nel palmo dellamano. Cerco di riprendermidallostordimento,perchénonpossopermettermidiesserevulnerabile.Nonpossofareaffidamentosunessuno,loso.Annanonchiameràlapolizia:nonrischieràl’incolumitàdisuafigliaperaiutarmi.

«Devi riconoscerlo: te la sei andata a cercare. Pensaci: se ci avessi lasciati in pace, adesso nonsarestiinquestasituazione.Enemmenoio.Nessunodinoi.Sequellaseratunonfossivenutaqui,seAnnanonfossetornataacasadicorsadopoavertivistaallastazione,forseavreipotutochiarirelecoseconMegan.Nonsareistatocosì...nervoso.Nonavreipersolacalma,nonleavreifattodelmale.Nonsarebbesuccessonientedituttoquesto.»

Un singhiozzo si sta facendo strada verso la mia gola, ma lo trattengo. Lui fa sempre così: èbravissimoafarmisentireinadeguataeincolpa,perqualsiasicosa.

Finiscelabirraefarotolarelabottigliadall’altrapartedel tavolo.Poiscuotela testa,sialza,siavvicinaemidàlamano.«Avanti,alzati!»

Lasciochemiaiutiarimettermiinpiedi.Holaschienaappoggiataalbanconedellacucina,luimistaaddossoepremeifianchicontroimiei.Spazzavialelacrimechemibagnanoilviso.«Rach,cosadevofareconte?Cosapensichedovreifare?»

«Non devi fare nulla» gli rispondo, e provo a sorridere. «Lo sai che ti amo, che sono ancorainnamoratadite.Iononlodireimaianessuno,nontifareimaiunacosadelgenere.»

Lui sorride: è il suo sorrisomeraviglioso, quello chemi ha sempre fatta sciogliere.Scoppio apiangere.Non ci posso credere: la felicità più grande dellamia vita, imiei anni con lui, era tuttosoltantoun’illusione.

Milasciapiangereperunpo’,poisistanca;ilsorrisositrasformainunghigno.«Adesso basta, Rach! Piantala di frignare.» Prende una manciata di fazzolettini di carta dalla

scatolachesitrovasultavolo.«Soffiatiilnaso»ordina,eioobbedisco.Miguardacondisprezzo.«Ilgiornoincuisiamoandatiallago,ricordi?Tuhaipensatodiavere

una possibilità conme, vero?» Scoppia a ridere. «Ho ragione?Ti ho fatto gli occhi dolci e ti hosupplicata...avreipotutoprenderti,nonècosì?Ètalmentefacileconte.»Mimordoillabbro.Luisiavvicinadinuovo.«Seicomequeicanichenessunovuole,chesonostati riempitidibastonatepertutta la vita. Li puoi picchiare e prendere a calci, ma loro ritornano sempre, e ti salutano felici,scodinzolando.Tiimplorano,esperanochestavoltasaràdiverso,chesesicomporterannobene,tuliamerai davvero.Tu sei così,Rach... Sei comeun cane.»Mimette unamano intorno alla vita emibacia.Lasciochemiinfililalinguainboccaepremoifianchicontroisuoi.Sieccita.

Non so se tutto sia rimasto nello stesso posto. Forse Anna ha spostato gli spaghetti in uncontenitorediverso,hamessolabilanciasuunaltroscaffale.Nonnehoidea,masperochenonloabbiafatto.Infilolamanonelcassettochesitrovadietrolamiaschiena.

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«Sai, forsehai ragione»glidico,quando ilbacio finisce.Accosto la faccia alla sua.«SequellaseranonfossivenutainBlenheimRoad,forseMegansarebbeancoraviva.»

Luiannuisceeiostringoleditaintornoaunoggettofamiliare.Glisorridoemistrusciocontrodilui,poiglimettolamanosinistraintornoallavitaeavvicinolaboccaalsuoorecchio.«Maseistatotuafracassarleilcranio:davveropensicheiosiaresponsabiledellasuamorte?»

Lui solleva la testa di scatto, ed è allora chemi lancio in avanti; lui perde l’equilibrio e va asbatterecontroiltavolo.Alzoilpiedeelocolpiscocontuttalaforzacheho.Luisipiegadaldolore.Loprendoper i capelli e lo attiro versodime, rifilandogli unaginocchiata in faccia.Lui grida esentoilrumoredellacartilaginechesilacera.Lospingoaterra,afferrolechiavichehalasciatosultavoloedescodallaportaavetriprimacheluisirialzi.

Stocorrendoversolastaccionata,mascivolonelfangoecado:luimièaddossoinunattimo,miprendepericapelliemitrascinaversolacasa.Hailvoltocopertodisangueemiinsulta:«Seiunastupida,unatroiaimbecille,perchénonpuoilasciarciinpace?Perchénonmilasciinpace?».Riescoaliberarmi,manonsodoveandare.Noncelafaccioarientrareincasa,enemmenoascavalcarelarecinzione.Grido,manessunomisente:ilrumoredellapioggiaeilrombodeltrenocopronolamiavoce. Corro verso la ferrovia, ma è un vicolo cieco.Mi fermo nello stesso punto in cui mi eroritrovata con sua figlia in braccio, più di un anno fa. Lui viene verso dime, io do le spalle allarecinzione. Si pulisce la bocca con il dorso dellamano, poi sputa sangue. Sento le vibrazioni delterreno:iltrenostaperarrivare.Tomparla,manonlosento.Nonmimuovofinchénonmièquasiaddosso,soloallorasollevoilbraccioegliinfilolapuntadelcavatappinelcollo.

Luisgranagliocchiecadeaterra,senzaemetterenemmenoungrido.Siportalemaniallagolaemiguarda.Sembrachestiapiangendo.Lo fissoperunpo’,poinonce la facciopiùeglivolto laschiena.Iltrenopassaevedoalcunefacce,testechinatesulibrietelefonini;ipasseggeririentranoacasa,alcaldoealsicuro.

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Martedì10settembre2013MattinaQuandoil trenosifermaalsemaforo,sentiuncambiamentonell’atmosfera:ècomeilronziodellacorrente elettrica.Adessonon sono l’unica a guardare fuori dal finestrino, forsenon lo sonomaistata.Disolito, ipasseggeriosservano lecasechesfilano lungoibinari,ma levedonoinmanieradiversa.Oraperòtuttivedonolastessacosa;qualcunoneparlaavocealta.

«Eccola,èquella!No,èl’altra,sullasinistra!Quellaconlerosevicinoallarecinzione:èlìcheèsuccesso!»

Lecasealcivico15e23sonovuote.Porteefinestresonoaperte,masoltantoperchésonostatemesseinvenditaequindisonovisitabilidaipotenzialiacquirenti.Civorràunpo’primachequalcunosidecidaacomprarle.Gliagentiimmobiliariaccompagnerannosoprattuttocuriosieficcanaso,chevoglionovedereilpuntoesattoincuiluiècadutoeilsuosanguehainzuppatolaterra.

Mi fa male immaginare tutta la gente che camminerà in quelle stanze, nella casa delle miesperanze.Cercodinonpensareaquellocheèsuccessodopo.Ciprovo,manonciriesco.

IoeAnna,impregnatedelsuosangue,cisiamosedutefiancoafianco,suldivano:leduemogli,inattesa dell’ambulanza.Annaha chiamato la polizia e i soccorsi, si è occupata di tutto. Prima sonoarrivatiimedici,maeratroppotardiperTom;poiipoliziottiindivisa,einfinegliinvestigatori,laRileyeGaskill.Quandocihannovisteinsieme,sonorimastiaboccaaperta.Cihannointerrogate,maiononeroingradodirispondere.Noncelafacevonemmenoarespirare.Anna,invece,eracalmaehadatotuttelerisposte.

«Èstata legittimadifesa.Hovisto tutto,dallafinestra.Lui l’ha inseguitaconilcavatappi.Volevaucciderla,eleinonhaavutoscelta.Hoprovatoa...»Soloallorahaesitato,el’hovistapiangere.«Hoprovatoafermarel’emorragia,manoncisonoriuscita.»

Unpoliziotto ha presoEvie, che era rimasta addormentata per tutto il tempo, e ci ha portate alcommissariato.Hanno sistematome eAnna in stanze separate e ci hanno fatto altre domande, cheperònonricordo.Misforzavodiconcentrarmi,diparlare.Hodettochemiavevapicchiataconunabottiglia e che poimi aveva aggredita con il cavatappi. Ero riuscita a sottrargli l’arma e a usarlacontrodilui,perdifendermi.Mihannovisitataehannocontrollatoleferiteallatesta,allemani,alleunghie.

«Nonsembrano feritedadifesa»hacommentato laRiley,dubbiosa.Poimihanno lasciatanellastanza;sullaportac’eraunpoliziottodiguardia.Erailragazzoconl’acnecheeravenutoacasaconGaskill.Poi laRileyè tornata.«LasignoraWatsonconferma lasuaversione.Adessopuòandare.»Nonriuscivaaguardarminegliocchi.Unagentemihaaccompagnataall’ospedale,dovemihannosuturatolaferitaallatesta.

IgiornalihannoparlatoalungodiTom.Hoscopertochenonavevamaifattoilserviziomilitare.Avevaprovatoaentrarenell’esercito,maerastatorespintoduevolte.Anchelastoriadisuopadreeraunabugia:luiavevasottrattoirisparmiaigenitorieliavevasperperati.Loroloavevanoperdonato,maluiavevatagliatoipontiquandoilpadresierarifiutatodiipotecarelacasaperprestarglialtrodenaro.Avevamentitosempre,sututto,anchequandononcen’erabisogno.

Ricordo bene quando Scott, parlando di Megan, mi aveva detto: « Non ho idea di chi fosserealmente».Misentopropriocomelui.LavitadiTomerafondatasullemenzogne:falsitàemezzeverità,chelofacevanoappariremiglioreepiùinteressantediquantononfosseinrealtà.Eiomelesono bevute tutte, ci sono cascata in pieno, così come Anna. Noi eravamo innamorate di lui. Mi

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chiedoseavremmomaipotutoamarelaversionepiùdebole,difettosaemenoabbellita.Iopensodisì:gliavreiperdonatotuttiglierrorieifallimenti.Dopotutto,nehocommessitantianch’io.

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SeraSonoinunalbergo,sullacosta,anorddiNorfolk.Domanimispingeròpiùanord;forsearriveròfinoaEdimburgo,nonhoancoradeciso.Vogliosoltantoallontanarmiilpiùpossibile.Hounpo’disoldi. Lamamma è stata generosa quando ha scoperto tutto quello che ho passato, così non devopreoccuparmi,almenoperunpo’.

Oggi pomeriggio ho noleggiato un’auto e ho guidato fino aHolkham.C’è una chiesa, appenafuoridalpaese,vicinoalpuntoincuisonoseppelliteleceneridiMegan,accantoairestidisuafigliaLibby.L’holettosuigiornali.Cisonostateunpo’dipolemiche,datoilruolodiMegannellamortedellabambina,maallafinelasepolturaèstataautorizzata,edèmegliocosì.Qualunquecosaabbiafatto,èstatapunitaasufficienza.

Quando sono arrivata, stava iniziando a piovere.Non c’era nessuno, ho parcheggiato vicino alcimiteroe sonoscesa.La tombaeranell’angolopiù lontano,quasinascosta sottouna filadiabeti.Difficiledatrovare,senonlasicercaconattenzione.Lalapiderecailsuonome,ladatadinascitaequella dimorte.Non ci sono altre scritte: i tuoi cari,moglie amata, figlia,madre.La tomba dellabimba riporta soltanto il nome:Libby.Almeno adesso è segnalata come si deve, non è più sola edimenticata,lungoibinarideltreno.

Lapioggia ha cominciato a cadere conviolenza;mentre attraversavo il cortile della chiesa, hovisto un tizio sulla porta della cappella e per un attimo ho pensato che fosse Scott. Il cuoremi èbalzato nel petto;mi sono asciugata gli occhi bagnati dalla pioggia e ho guardatomeglio.Era unprete,chehaalzatolamanoinsegnodisaluto.

Sonocorsaverso lamacchina; ero spaventata, anche senoncen’eramotivo.Ripensavoalmioultimo incontroconScott,acom’eraparanoicoeagitato, sull’orlodella follia.Per luinonci saràpace.Ecomepotrebbe?Pensoacom’era,acomeerano,acomecredevochefossero,vedendolidaltreno,emisentoprivatadiqualcosa.Anch’iosoffroperlaloroperdita.

Gli ho inviato un’e-mail, nella quale mi sono scusata per tutte le bugie che gli ho raccontato.VolevoscusarmiancheperTom,perchéavreidovutosaperechiera.Senonavessibevutoperanni,menesareiaccorta?Forsenoncisaràpacenemmenoperme.

Luinonmiharisposto,manonmiaspettavochelofacesse.Tornoall’autoeraggiungol’albergo.Dopoilcheck-in,mifermoapensareacomesarebbebello

sedermi suunapoltronadipelle,nelbarcaldoeaccogliente, eassaporareunbuoncalicedivino.Preferiscouscireefareunapasseggiatafinoalporto.

Riesco a immaginare con precisione l’effetto benefico dell’alcol che entra in circolo. Perallontanare il ricordo, conto i giorni da quando ho smesso di bere: venti.Ventuno, con oggi. Tresettimaneesatte:ilperiododiastinenzapiùlungodaanni.

È buffo, ma è stata proprio Cathy a versarmi l’ultimo bicchiere. Quando la polizia mi hariaccompagnataacasa,pallidacomeuncadavereesporcadisangue,lehoraccontatoquellocheerasuccesso. Lei ha preso la bottiglia di Jack Daniel’s che tiene in camera e ne ha versato un belbicchieroneaentrambe.Nonriuscivaasmetteredipiangereediscusarsi,comesefossestatacolpasua.Hobevutoilwhiskyepoil’hovomitato,subitodopo.Daallora,nonhopiùtoccatoungocciodialcol,maquestononsignificachenonabbiavogliadibere.

Raggiungoilportoesvoltoasinistra,versolaspiaggiachearrivafinoaHolkham.Adessoèquasibuioefafreddo,macontinuoacamminarefinchénonmisentosfinita,cosìstancadanonaverepiù

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laforzadipensare.Forseadessoriusciròadormire.Laspiaggiaèdesertaebatto identiper il freddo.Supero iciottoli,poi lecabine,chedigiorno

sonomoltograziose,maadessohannoun’ariasinistraesembranonascondigli. Ilventoaumentaelorosembranoprenderevita;letavoledilegnoscricchiolanoesottoilrumoredelmaresisenteunmormoriocheassomigliaaunmovimento:qualcosa,oqualcuno,sistaavvicinando.

Mivoltoeinizioacorrere.Losochenonc’èniente,nessunodicuiaverepaura,manonriescoacontenerel’ondatadipanico

chemisaledallapanciaalpetto,einfineallagola.Corropiùvelocechepossoenonmifermofinoaquandononhoraggiuntoilportoelalucedeilampioni.

Tornoall’albergoevadoincamera.Misiedosullettoetengolemanisottoilsedere,finchénonsmettonoditremare.Aproilminibareprendounabottigliad’acquaelenoccioline.Lascioperdereilvino e il gin, anche se mi aiuterebbero a dormire e a scivolare nell’oblio, a dimenticare il suosguardo,quandol’hovistomorire.

Iltrenoeraappenapassato.Hosentitounrumoreallemiespalle,misonogirataehovistoAnnache stava uscendo di casa. Camminava veloce verso di noi. Si è fermata vicino a lui, si èinginocchiataeglihamessolemanisullagola.

Luieraterrorizzato,ferito.Iovolevodirledilasciarstare,perchénonc’erapiùnientedafare,maproprioalloramisonoresacontocheAnnanonvolevafermarel’emorragia.Volevaaccertarsichemorisse.Rigiravailcavatappinelcollo,semprepiùafondo,egliparlavaavocebassa,carezzevole.Nonhoideadicosagliabbiadetto.

L’ultimavoltachel’hovistaeravamoalcommissariato,perladeposizione.Cihannoseparate,maleiha fatto in tempoadarmiuncolpettosulbraccio.«Rachel,abbicuradi te»mihadetto,emièsembratounsottileavvertimento.Saremolegatepersempredallaversionecheabbiamoraccontatoallapolizia:iononhoavutoaltrasceltasenondifendermieleihafattodituttopersalvarlo.

Miinfilonellettoespengolaluce.Nonriusciròadormire,madevoprovarci.Ungiornosmetteròdiaveregliincubiediriviverequellascenanellamiamente,mamiaspettaancoraunalunghissimanotte.Edomattinadevoalzarmiprestoperprendereiltreno.

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Ringraziamenti

Moltepersonemihannoaiutataascriverequestolibro,soprattuttoLizzyKremer,lamiaagente,unadonna meravigliosa e saggia. Un sentito ringraziamento va anche a Harriet Moore, Alice Howe,EmmaJamison,ChiaraNatalucciea tuttiquellidell’agenzia letterariaDavidHigham,cosìcomeaTineNeilseneStellaGiatrakou.

Sonogrataancheaimieibravissimieditor,sulleduespondedell’Atlantico:SarahAdams,SarahMcGrath e Nina Pronovost. Ringrazio anche Alison Barrow, Katy Loftus, Bill Scott-Kerr, HelenEdwards,KateSamanoelafantasticasquadradellaTransworld:sietetroppipercitarvitutti.

Grazie a Kate Neil, Jamie Wilding, a mamma e papà, e a Rich, per il vostro sostegno eincoraggiamento.

E,infine,grazieatuttiipendolaridiLondra,peravermiispiratoquestastoria.

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LaragazzadeltrenodiPaulaHawkinsTitolooriginale:TheGirlontheTrainCopyright©PaulaHawkins2015Traduzionedi:BarbaraPorteriperStudioEditorialeLittera©2015-EDIZIONIPIEMMESpaEbookISBN9788858513477

COPERTINA||INCOPERTINA:©CLAIREWARD/TW;©PLAINPICTURE/BILDHUSET|ARTDIRECTOR:CECILIAFLEGENHEIMER

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Indice

IllibroL’autriceFrontespizioLARAGAZZADELTRENORachelMeganUnannoprimaRachelMeganRachelMeganRachelMeganRachelAnnaRachelMeganRachelAnnaRachelMeganRachelAnnaRachelAnnaRachelMeganRachelAnnaRachelAnnaRachelAnnaRachelAnnaRachelAnnaMeganRachelMeganRachelAnnaRachelRingraziamentiCopyright